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LUCENSE 1923
LA NUOVA ENERGIA DEL TERRITORIO
Finval ed il progetto Lucense 1923
L
a piccola centrale idroelettrica che si trova a Montorio (Verona) è un edificio del ‘900 adagiato sulle correnti del torrente Fibbio che fino al 1985, ha prodotto energia elettrica sfruttando il salto d’acqua del torrente. Abbandonata per oltre 30 anni, nell’aprile 2016 sono iniziati i lavori di riqualificazione e rimessa in uso della struttura grazie all’intervento imprenditoriale di Finval (Finanziaria della Valpantena e Lessinia) ed il 30 agosto 2016 la centrale è stata riallacciata alla rete, ricominciando a produrre energia pulita.
territorio promuovendo l’attività delle imprese e degli operatori economici in genere, per favorire la crescita del bene comune, del benessere e della solidarietà tra le persone”. Il progetto Lucense 1923 è inserito all’interno dei progetti di riqualificazione territoriale sui quali Finval opera sensibilizzando i cittadini e le loro associazioni al fine di raggiungere l’obiettivo comune di valorizzare il territorio e le sue persone.
Finval Spa nasce dall’iniziativa di un gruppo di 90 soci di Verona, tra cittadini, imprenditori, manager, professionisti e simpatizzanti, con una grande passione in comune: “Concorrere allo sviluppo economico e sociale del
La storica Lucense del 30 giugno 1923 Un po’ di storia… Il 30 giugno del 1923, innanzi al notaio Francesco De Besi, compaiono 26 persone, tutti cittadini di Lugo di Grezzana (VR), compreso don Giuseppe Fontana, il curato della parrocchia. Quel giorno nacque la Società Idroelettrica “La Lucense”, un progetto promosso dai cittadini del luogo con l’obiettivo di utilizzare le acque che scendevano dal Monte Tesoro per produrre energia elettrica e distribuirla tra i consumatori del paese e dei dintorni. Quella della Lucense è una storia di sviluppo del territorio a nord est di Verona che ha visto la sua conclusione con la nazionalizzazione di tutte le centrali elettriche a seguito della nascita di ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) nel 1963. Nel 2016 nasce Lucense 1923 e deve il suo nome a quello della storica centrale idroelettrica “Lucense” che era stata costruita nel 1923 a Lugo di Grezzana. Il nome di battesimo è stato sapientemente scelto per richiamare un modello in cui i cittadini siano i protagonisti della ricchezza del territorio.
Il progetto
di recupero
C
on Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.2274 del 10.12.2013, ai sensi dell’art. 12 del D.lgs 387/2003, è stata rilasciata l’autorizzazione alla riqualificazione e alla rimessa in esercizio dell’impianto mini-idroelettrico a Montorio. Il progetto non ha previsto alcuna modifica di tipo volumetrico, e consiste nel recupero architettonico dell’edificio ormai fatiscente e nella riattivazione della piccola centrale utilizzando la struttura preesistente. Con l’inserimento delle due nuove ed efficienti mini turbine, si otterrà una potenza di circa 112 kW e una produzione media annua di 700.000 chilowattora di energia pulita. Si tratta di un progetto di mini idroelettrico con un importante valore storico per il territorio. Dal punto di vista ambientale non si va ad interferire con l’attuale configurazione fluviale, poiché si utilizza il naturale percorso del Fibbio e le sue diramazioni per riprodurre energia come si era fatto per oltre 80 anni. La centrale, si trova su uno dei due rami paralleli in cui, in quel tratto, si divide il Fibbio. In questo modo viene garantita la continuità spaziale dell’ecosistema acquatico. Inoltre, non essendo presenti traverse fluviali o dighe, viene sempre mantenuta la naturalità del flusso di portata, mantenendo costantemente la quantità di acqua che percorre il fiume.
Storia di una piccola centrale A SERVIZIO DELLA “MANCHESTER D’ITALIA” A metà dell’Ottocento, quattro quinti della popolazione veronese era legata al settore agricolo. Nelle zone urbane, più vicine al centro città, non vi erano realtà industriali significative, anche per la presenza massiccia militare austriaca che in quegli anni trasformò Verona in una grande caserma. I primi veri insediamenti preindustriali della provincia nacquero nelle periferie. Tra queste l’area di produzione di Montorio, ricchissima di fonti e piccoli corsi fluviali su cui, già dai secoli precedenti, si eressero alcune decine di molini ad acqua ad uso meccanico prima e di produzione energetica poi. Nel 1845, l’area conosciuta oggi come “ex-Sapel”, venne acquistata da Antonio Reder, che assieme a Giacomo Gisinger, innalzarono qui un grosso complesso industriale per la filatura del cotone. Nel 1860 il cotonificio passò nelle mani di un facoltoso imprenditore lombardo, Antonio Turati, il quale arrivò ad impiegare negli anni successivi fino a 450 operai, molti di Montorio. Alla fine degli anni ’60 dell’800 l’opificio, noto come Cotonificio Turati, costituiva la maggior industria privata della provincia veronese e gareggiava a livello nazionale con i più grandi cotonifici dell’epoca. A fornire gran parte dell’energia elettrica all’azienda, oltre a due motori a vapore da 150 cavalli dinamici, c’erano tre motori idraulici da 80 cavalli effettivi. Lo status di “centro produttivo” fece guadagnare al piccolo paese di Montorio l’appellativo di “Manchester d’Italia”. L’azienda Turati proseguì fino ai primi del ‘900. Nel 1915 fu rilevato dalla Famiglia Rossi di Schio, che vi iniziò la produzione di tessuti di lana fino al 1934 quando trasferì gli stabilimenti a Piovene Rocchetta, in provincia di Vicenza. Negli anni '40 gli impianti vennero ripristinati a seguito al subentro della conceria di pellami Sapel, sempre del gruppo Lanerossi. L'attività di quest’ultima continuò fino al 1985, quando lo stabilimento venne definitivamente dismesso. Nel 1999 la ditta di abbigliamento Franklin & Marshall acquistò alcuni locali e vi stabilì i propri uffici e magazzini tutt’ora presenti.
FUNZIONAMENTO
L
a centrale mini-idroelettrica sfrutta l’energia dell’acqua che cade dal ramo più alto a quello più basso del fiume Fibbio che, nel tratto in cui si trova la Lucense 1923, si dirama in 2 tronchi. A monte della centrale si trova una iniziale vasca di carico, dove l’acqua del fiume si raccoglie accumulando energia prima di entrare nelle camere delle turbine. Nel momento in cui entra nelle camere, muovendosi velocemente verso il basso grazie al salto presente, l’acqua passa attraverso le giranti delle 2 turbine Kaplan installate, prima di fuoriuscire nuovamente nei 2 diversi corsi del fiume Fibbio da cui proviene. Il movimento rotatorio delle giranti delle turbine attiva in questo modo 2 generatori a magneti permanenti che trasformano l’e-
1. potenza nominale
di
112 kW
2.
nergia di moto prodotta dal flusso dell’acqua in energia elettrica. Il sistema di incentivi statali ai quali accederà la Lucense 1923 prevede che tutta l’energia prodotta sia ritirata dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e utilizzata per la collettività. Questo modello di contributi consente di produrre energia elettrica a favore del territorio, ma al tempo stesso permette a chi partecipa al progetto di ricevere un incentivo economico che va a ripagare il suo investimento. Dopo aver completamente recuperato l’edificio fatiscente, installate le nuove turbine, le nuove paratoie per la gestione dei flussi d’acqua e l’impianto elettrico, la centrale è stata allacciata alla rete elettrica il 30 agosto del 2016.
3.
La produzione annua
700.000 kWh
bbattimento di anidride carbonica
20 anni
incentiv
i statali
La centrale gode di incentivi statali per 20 anni dalla data di allaccio alla rete.
La centrale ha una potenza nominale di 112 kW ed è alimentata da 2 turbine Kaplan monoregolanti in camera libera di potenza pari a 56 kW ciascuna, con accoppiamento diretto all’albero generatore.
La produzione annua di energia prevista è di circa 700.000 kWh (equivalente al fabbisogno di 250 famiglie).
4. 350 tonnellate di CO2 all’anno.
L’impianto porterà ad un abbattimento di anidride carbonica in atmosfera pari a circa 350 tonnellate di CO2 all’anno.
DATI TECNICI della nuova centrale
L’energia pulita:
un patrimonio per i cittadini e per il territorio
F
inval e i suoi 90 soci, hanno aperto la partecipazione societaria della Lucense 1923 anche alla cooperativa WeForGreen Sharing, in modo da consentire a tutte le persone interessate di partecipare alla produzione di energia ed arricchire il territorio. WeForGreen Sharing è una cooperativa energetica nata a Verona il 24 luglio 2015 con l’obiettivo di raccogliere l’eredità di altre due cooperative scaligere: Energyland e la cooperativa Energia Verde WeForGreen. Il modello di condivisione dell’energia sviluppato da ForGreen a partire dal 2009 prende ispirazione dalle esperienze europee, e ad oggi le cooperative di ForGreen hanno unito oltre 500 soci provenienti da tutta Italia accomunati dall’idea di poter prodursi elettricità rispettando l’ambiente. La sfida che sta dietro alla cooperativa consiste nel permettere alle persone che credono nelle rinnovabili ma vivono in affitto, in condominio o magari sulla casa gravano vincoli della sovrintendenza che proibi-
Il socio fondatore e promotore della cooperativa WeForGreen Sharing
scono l’installazione dei pannelli sul tetto, di autoprodursi la propria energia grazie all’acquisto di quote di impianti condivisi. Il modello ha portato alla realizzazione di 3 impianti fotovoltaici con una potenza complessiva di 3 MWp ed una produzione annua di 4.200.000 kWh, equivalente al fabbisogno energetico di oltre 1.500 famiglie. La possibilità di partecipare a progetti di condivisione di energia come quello della Lucense 1923 ed altri che sfruttano altre fonti rinnovabili è sempre aperta a tutti i cittadini che si mostrano interessati.
DATI sulle cooperative Oltre
ForGreen è un operatore energetico veronese costituito da professionisti che da oltre 15 anni promuove la sostenibilità energetica ed ambientale e sviluppa modelli per la diffusione delle rinnovabili. Nel 2011 ha progettato la nascita della cooperativa Energyland, nel 2013 quella della cooperativa Energia Verde WeForGreen e nel 2015 ha fondato la cooperativa WeForGreen Sharing. Il compito di ForGreen è quello portare all’interno delle cooperative di cittadini la propria esperienza della produzione, distribuzione e condivisione dell’energia pulita, in modo tale da consentire a queste società di svilupparsi e crescere sul territorio.
500 SOCI
3 impianti fotovoltaici di proprietà da 3 MWp di potenza
18 regioni italiane coinvolte
Partecipazione societaria nell’impianto mini-idroelettrico Lucense 1923
oltre 4.200.000 chilowattora di energia pulita prodotta ogni anno
Valorizzare al territorio creando cultura Il museo delle rinnovabili
L
’opera di ripristino della centrale Lucense 1923 ha anche l’importante obiettivo di fornire un centro didattico per l’educazione delle nuove generazione sui temi energetici ed ambientali. Per questo, i soci di Lucense 1923 in collaborazione con ForGreen, hanno deciso di portare avanti un progetto di sensibilizzazione sul tema delle energie rinnovabili sul territorio veronese iniziato nel 2011, anno in cui si è realizzato il parco fotovoltaico della cooperativa Energyland. In questi anni ci sono state diverse occasioni da parte delle scolaresche di Verona di visitare l’impianto della cooperativa e scoprire il suo funzionamento grazie all’intervento dei tecnici di ForGreen che si occupano della formazione sul campo di questi ragazzi. L’occasione offerta dal ripristino della centrale Lu-
cense 1923 è quella di allargare queste esperienze formative e di riunirle in un progetto di “Museo delle energie rinnovabili” permanente per il territorio, un angolo didattico per raccontare cosa sono le energie rinnovabili, il loro funzionamento e la loro importanza per lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente. Creare un museo didattico all’interno della centrale è anche un’occasione per visitare la Lucense 1923 e poter vedere anche le vecchie componenti della precedente centrale mini idroelettrica di Montorio. Inoltre verrà valorizzata l’idea che l’energia, soprattutto se realizzata in forma condivisa tra i cittadini, deve essere un patrimonio per l’intero territorio, come hanno insegnato le esperienze realizzate nelle valli veronesi fin dal 1923.
L’energia condivisa tra i cittadini ed esperienze europee L’energia collettiva moderna, ovvero l’utilizzo delle energie rinnovabili in forma condivisa come quella della cooperativa WeForGreen Sharing, è un fenomeno consolidato in Europa. È un processo che sta portando allo sviluppo della cosiddetta transizione energetica, che parte dalle produzioni delocalizzate e in mano ai cittadini, per andare a produrre e distribuire energia pulita nelle case.
Pioniere di questa democratizzazione energetica è stata sicuramente la Germania, che già da metà degli anni Ottanta ha favorito la nascita e lo sviluppo di cooperative energetiche. Tra i progetti storici realizzati spicca la EWS Schonau. Ad oggi si contano in Germania oltre 80.000 famiglie che partecipano a cooperative per l’autoproduzione di energia rinnovabile.
A seguire il Belgio, dove la cooperativa Ecopower, conta ad oggi circa 50.000 soci, 26 MW di impianti installati e 93,8 milioni di chilowattora all’anno di energia verde prodotta. In Francia, Spagna, Danimarca, Regno Unito e nella stessa Italia si stanno sviluppando nuove cooperative per condividere la produzione di energia o solamente condividere il consumo in modo attento e consapevole.
Per maggiori informazioni su come aderire a Lucense 1923 o agli altri progetti di produzione e consumo di energia
è possibile scrivere a: COOPERATIVA@WEFORGREEN.IT, chiamare il numero 800 999 211 oppure consultare il sito WWW.WEFORGREEN.IT Per prenotare visite alla centrale,
scrivere a: VISITE@LUCENSE1923.IT
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