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Anno 9, Numero 4
Maggio 2016
www.verona-pantheon.com
VER NA
N E T W O R K
Del
n a domt e z z a
CRESCITA DIGITALE
SMART CITY ROBOTICA
IMPRESE INTELLIGENTI
r e c è v'
IPOTESI DI
FUTURO CONFINI
STREET FOOD
TEX WILLER
MUSICA
Il racconto di un veronese a Idomeni
I lineamenti di una tendenza
A tu per tu con un giovane talento
I Vallanzaska spiegati bene
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EDITORIALE di
Matteo Scolari
@ScolariMatteo
L’edizione digitale di Pantheon, da questo numero, presenterà alcune novità. Dall’edizione online n.70 del giornale, ci sarà la possibilità di accedere a contenuti multimediali di approfondimento costituiti principalmente da video interviste.
Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita. Anonimo
C
he internet e i cosiddetti nuovi media, tra cui i social network, abbiano completamente rivoluzionato stili di vita e dinamiche sociali a livello globale rispetto a qualche anno fa, è senza dubbio un’ovvietà. Non tutti, però, hanno un’idea chiara di quanto sia divenuto centrale lo scenario digitale nella quotidianità delle persone e degli italiani. Secondo una recente indagine di Audiweb Trends, che monitora la diffusione dell’online nel nostro Paese, sono 42,5 milioni i connazionali che nel 2015 dichiarano di poter accedere a internet da qualsiasi luogo o con qualsiasi strumento che dispone di connessione: stiamo parlando dell’86,3% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni. Un trend di penetrazione in crescita del 4,7% negli ultimi due anni, trainato dalla diffusione degli smartphone, quest’ultimi veri e propri computer portatili che, rispetto al 2013, aumentano del 45,3% raggiungendo 32,7 milioni di individui. Assieme alla disponibilità di strumenti portatili (in inglese “device”), cresce e cambia anche la fruizione della rete. Sempre secondo Audiweb, a dicembre 2015 sono stati 25,6 milioni gli italiani tra i 18 e i 74 anni che hanno navigato in internet, in crescita del 3% rispetto allo stesso mese dall’anno precedente. Inoltre, il numero di persone che accede al web da mobile, sia smartphone che tablet, ha quasi superato gli accessi da PC raggiungendo i 22,4 milioni di individui (contro i 23,1 milioni da PC). Su mobile viene trascorso più del 70% del tempo in cui si è connessi a internet, con quote ancora più alte nelle fasce più giovani. E se questa presenza massiccia e crescente sulla rete ha degli effetti immediati e sensibili nel mondo degli acquisiti, specie quelli di largo consumo (quasi 10 milioni di persone visitano i siti delle insegne della
Grande Distribuzione), è vero anche che cambia l’approccio all’informazione. Oggi una parte consistente dell’informazione viaggia online. Notizie e approfondimenti vengono letti non più solo dalle homepage delle testate e attraverso i motori di ricerca, ma anche con la condivisione dei contenuti sui canali social. Un’esperienza ormai quotidiana, di cui spesso neanche ce ne accorgiamo, è quella di leggere un post su un tema che ci interessa e di aprire il link che vi è contenuto, che riporta al sito fonte della notizia o a un altro contenuto multimediale di approfondimento. Facebook, in questo scenario, regna sovrano, e non a caso, da aprile, ha reso disponibile per tutti una nuova applicazione chiamata Instant Articles, un formato di lettura degli articoli già testato negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Italia con la sperimentazione su La Stampa, che permette la visione immediata della pagina di un giornale sui cellulari abbinandovi una serie di funzioni interattive. Instant Articles permette di zoomare ed esplorare le foto ad alta risoluzione inclinando il telefono, vedere animarsi i video in auto-play scorrendo la pagina, esplorare mappe interattive, ascoltare didascalie in audio, condividere e commentare singoli paragrafi. Anche l’edizione digitale di Pantheon, da questo numero, presenterà alcune novità. Arriveremo anche su Facebook, ma intanto, dall’edizione online n.70 del giornale, ci sarà la possibilità di accedere a contenuti multimediali di approfondimento costituiti principalmente da video interviste. Un Pantheon, quindi, che segue le tendenze della comunicazione globale diventando, oltre che magazine cartaceo e digitale (www.verona-pantheon. com), anche un video giornale in cui la presenza di contenuti digitali sarà sempre maggiore. Siamo nell’era del web 3.0, stiamo imboccando la strada per il futuro.
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Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008 - Numero chiuso in redazione il 02/05/2016
SOMMARIO 6 14 16 20 22 24
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LIBRO DEL MESE - BOX OFFICE
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Brevi da Verona
58 Bellezza al Naturale PRIMO PIANO I po t e s i d i fut u r o Tra crescita digitale e Smart City TEDX V E R ONA La m e r av i g li a è n e l l o sg u a r d o Le voci DELL'EDIZIONE 2016 60 IN CUCINA CON NICOLE SOLIDA R I E Tà One bridge to Idomeni Il racconto di un veronese dal confine greco AGROALIMENTARE Un mela al giorno Numeri e curiosità dal comparto ortofrutticolo IL PERSONAGGIO Il cibo buono e giusto A tu per tu con Antonella Bampa di Slow Food Verona LIFESTYLE Street food I lineamenti di una tendenza
INTRAPRENDENZA FEMMINILE D h u b, at e l ie r d i se c on d e p ossibil ità riuso & rispetto SA L U T E N e lla s o c i e tà d e i d u bbi Gli psicologi scendono in campo, o meglio, in piazza GIOVANI&LAVORO Tex Willer e Dampyr Intervista allo sceneggiatore (veronese) M A GGI O LI B R I «Dio si è umanato» La biografia coraggiosa di don Girardello S POR T Plac c ag gi d ip in t i d i r osa RUgby femminile (se non si era capito) U ND E R GR OU ND Va lla n z a sk a e d in t or n i La storica ska band, spiegata bene
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M at t e o S c o l a r i
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Redazione e Collaboratori
R e d a z i o n e M at t e o S c o l a r i , M i r ya m S c a n d o l a F l av i o B r u t t i , C h i a r a B o n i , M A R C O M E N I N I H a n n o c o l l a b o r at o a l n u m e r o d i m a g g i o 2 0 1 6 a d i c o n s u m , M at t e o B e l l a m o l i , M a r ta B i c e g o , C H I A R A B O N I , C L A U D I A B U C C O L A , G i o r g i a C a s ta g n a , F E D E R I C A L AVA R I N I , F r a n c e s c a M a u l i , M a r c o N i c o l i s , E m a n u e l e P e z z o , E r i k a P r a n d i , S A L M O N M A G A Z I N E , M I R YA M S C A N D O L A , N i c o l e S c e va r o l i , A l e s s a n d r a S c o l a r i , I n g r i d S o m m a c a m pa g n a , L U C A S PA Z I A N I , G i o va n n a T o n d i n i , V E R O N A G R E E N , G I U L I A Z A M P I E R I , M at t i a Z u a n n i . C o p e r t i n a F l av i o B r u t t i P r o g e t t o g r a f i c o F l av i o B r u t t i S o c i e tà e d i t r i c e I n f o Va l S . r . l . R e d a z i o n e V i a T o r r i c e l l i , 3 7 ( Z A I -V e r o n a ) - P. I va : 0 3 7 5 5 4 6 0 2 3 9 - t e l . 0 4 5 . 8 6 5 0 7 4 6 - fa x . 0 4 5 . 8 7 6 2 6 0 1 m a i l : r e d a z i o n e @ g i o r n a l e pa n t h e o n . i t - w e b : w w w.V E R O N A - PA N T H E O N . C O M - Fa c e b o o k : / Pa n t h e o n - T w i t t e r : @ pa n t h e o n v r direzione marketing commerciale ANDREA PIZZIN 346 8195782 UFFICIO COMMERCIALE: SARAH SALGARELLI: 045 8650746 - MATTEO MELOTTI 331 1069348 C o n t r i b u t i p e r Pa n t h e o n M a g a z i n e c / c p o s ta l e 9 3 0 7 2 2 6 2 i n t e s tat o a : I n f o va l s r l – V i a l e d e l L av o r o 2 , 3 7 0 2 3 G r e z z a n a ( V R )
g pa
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L' ar t ista d i maggio “ p esc at o” da
salmon magazine
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PRIMO PIANO HITECH & Co di Miryam Scandola
DOVE STA ANDANDO IL (NOSTRO) FUTURO In fondo, è proprio lì che passeremo il resto della nostra vita. Uno sguardo a come se la sta cavando l'Italia (e Verona) in tema di crescita digitale, Smart City e impresa intelligente.
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'è un luogo dove il tempo ha, come dire, preteso una sosta. Si tratta di un paesino in Molise, dal nome piuttosto difficile, tale Civitacampomarano, dove la scarsa copertura di rete rende Facebook e Whatsapp solo parole e neanche usate troppo di frequente. Lo street artist milanese Biancoshock ha ricreato proprio tra questa manciata di case una sorta di "Web 0.0", cercando di attribuire (di nuovo) il ruolo di ogni social network al suo omologo offline. Il risultato? Panchine affrescate con l'uccellino di Twitter, cassette della posta con il logo di Gmail e furgoncini che recano la scritta Wetransfer. Quasi a dire che non è stato inventato niente di nuovo e che la vita che inseguiamo sui nostri pc, un tempo esisteva sulle strade quotidiane della realtà. Il recente Internet Day del 30 aprile scorso, ha ricordato un po' a tutti, nativi digitali compresi, che il web come lo intendiamo oggi, in Italia è arrivato da appena trent'anni. Molto è stato fatto, molto è ancora da fare. Se si guardano i dati disponibili più recenti, quelli del Smart City Index 2016 ad esempio, emerge chiaro come lo Stivale sia uno dei paesi europei con il minor
numero di accessi a banda ultralarga su rete fissa e come esista un significativo divario tra i grandi centri urbani - dotati di fibra ottica - e le città di dimensioni inferiori dove una connessione che superi i 10 Mbps continua ad essere un sogno. La classifica, realizzata dalla Ernst & Young in collaborazione con Ericsson, Tim e Indra, fotografa lo stato dei lavori che sono in essere per raggiungere gli obiettivi che il Governo ha pubblicato nei due documenti strategici del 2015 (Strategia per la crescita digitale e Strategia Italiana per la banda ultra larga) per realizzare entro il 2020 quanto elenca l'Agenda Digitale Italiana. Ovvero, garantire all'85% della popolazione una connettività di rete con velocità di almeno 100 Mbps e al restante 15% una velocità pari almeno a 30 Mbps. Il problema del digital divide (divario digitale, ndr) non si limita solamente alla possibilità o meno di guardare un video senza problemi di caricamento, ma si rivela determinante anche per il potenziale sviluppo di un territorio. Una scarsa copertura di rete è poco appetibile agli occhi degli investitori intenzionati a fare impresa. Sì, perché quando si parla di innovazione si parla anche e soprattutto di "imprese intelligenti". «La sensazione — spiega Mariano Corso, osservatorio Digital del Politecnico di Milano — è che in Italia ciò che manca è il supporto all’auto-imprenditorialità». Si può dire lo stesso per Verona? Dal 1999 ad oggi, sono state 14.206 le domande di contributi di imprese scaligere per l'ammodernamento tecnologico a fronte di stanziamenti complessivi di 25,1 milioni. Tra
i 7 milioni che la Camera di Commercio di Verona ha messo a disposizione per l'imprenditoria nell'anno 2016 figura anche un'importante voce per quanto riguarda l'innovazione. L'elemento che sembra però, allo stato attuale, ancora mancare per coinvolgere l'intero tessuto industriale locale, a partire soprattutto dalle PMI, è un corretto processo di trasferimento delle conoscenze tecnologiche tra i vari attori. L'integrazione profonda delle tecnologie digitali nei processi industriali è di certo il futuro. A noi il compito di renderlo davvero prossimo. SCARICA IL PDF DI SMART INDEX 2016 VERONA-PANTHEON.COM/ LE INCHIESTE DI PANTHEON
Ecco le città più tecnologiche della penisola Bologna, Milano e Torino. Sono queste le tre città più hi-tech in Italia, secondo lo Smart City Index 2016. Peggiora Roma che scende in nona posizione. Tra i primi 15 anche Genova e Firenze. Per il capitolo delle reti energetiche condividono il podio Trento e Bolzano, bene anche l'Emilia Romagna dove si riscontra una particolare diffusione delle reti di teleriscaldamento. Fonte Smart City Index 2016
L'incontro. L'innovazione non è tanto una questione di obiettivi; ha più a che fare con una cultura, anche del business, profonda e chiara. Si è parlato di questo durante la tavola rotonda organizzata da Verona Network il 15 aprile scorso presso l'Ordine degli Ingegneri. Un focus, il terzo appuntamento della rassegna annuale dell'ente dal titolo “Innovazione e Tecnologia. Reti, Network, Startup e tecnologie digitali”, che ha tentato di indagare le prospettive in termini di sviluppo tecnologico che coinvolgono, anche e soprattutto, la nostra città. Tra i relatori anche Federico Testa, presidente di ENEA (l'intervista esclusiva a p. 8 e 9)
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PRIMO PIANO Intervista al nuovo presidente di ENEA
«LA PRIMA ENERGIA SU CUI PUNTARE È NON USARE ENERGIA» di Federica Lavarini
Fresco di nomina a presidente dell' Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Federico Testa ci ha dedicato un po’ del suo tempo per conoscere da vicino questa storica realtà italiana, nata nel 1952 come Ente nazionale per l’energia atomica ma poi riconvertitasi alla ricerca sulle fonti rinnovabili dopo i referendum degli anni ottanta che hanno fermato l’uso dell’energia atomica in Italia.
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residente, che cosa pensa di questa nomina? L’Enea è un’istituzione prestigiosa, dove ci sono grandissime competenze tecniche e scientifiche. È quindi per me un onore poter lavorare con queste persone. Penso che la nomina sia anche il frutto del lavoro che è stato fatto in questi anni in cui sono stato commissario. Quali occasioni ha perso in questi anni l’ENEA, soggetta al commissariamento? Penso che l’ENEA abbia badato poco a comunicare all’esterno ciò che faceva. Spero che l’uscita dal commissariamento possa voler dire anche il superamento definitivo di questa empasse. Che cosa rappresenta oggi, per il nostro Paese, un ente storico come l’ENEA? Ha fatto tutto ciò che era o è nelle sue potenzialità per l’Italia? L’ENEA era l’ente che si occupava dell’energia atomica. Dopo il referendum del 1987 ha dovuto inventarsi un lavoro e quindi i ricercatori dell’ENEA hanno allargato le loro competenze: da quelle sull’energia nucleare a quelle più generali sull’energia e quindi anche sulla sostenibilità ambientale. Poi ci sono questioni molto importanti come l’efficienza energetica che danno all’ENEA uno spettro di intervento molto ampio. L’ENEA ha una peculiarità che è anche un merito: da sempre ha lavorato con le imprese con l’obiettivo del trasferimento tecnologico. Uno dei problemi del nostro Paese
Federico Testa
è quello di avere un tessuto industriale di piccole e medie imprese che spesso non hanno la dimensione per mettere al centro delle loro necessità l’innovazione tecnologica e la ricerca. L’ENEA può essere un valido sostegno in questo senso perché può aiutare a far sì che l’innovazione tecnologica arrivi al tessuto delle PMI. Come riesce a fare questo trasferimento? ENEA ha sviluppato molte ricerche e molti brevetti e fino a un anno e mezzo fa, se si voleva cercare un’innovazione, bisognava andare sul sito ma si doveva sapere anche dove cercare. Ora abbiamo creato un sito con un motore di ricerca che utilizza i codici ATECO, quindi settori industriali, cluster industriali o parole chiave. Ora, tutto quello che c’è di innovazione all’ENEA lo si può trovare sul sito www.enea.it:
scheda descrittiva, e-mail dei referenti, modulo per mandare richieste di informazioni o approfondimento, richieste di “varianti” possibili. Come promuovete questa iniziativa? Attraverso incontri con le Camere di Commercio e Confindustria in giro per l’Italia, chiedendo loro di convocare i responsabili delle piccole e medie imprese per spiegare questo meccanismo e invogliarli ad usarlo. Qual è l’area in cui si sono sviluppati i maggiori brevetti? Molto nella sostenibilità e nei biocarburanti. Ma c’è molto anche nelle fonti rinnovabili: ad esempio, il solare a concentrazione è un brevetto ENEA. Ora stiamo lavorando sull’elettrico, sulle lampade di tipo organico, che non danno problemi di smaltimento. Così come siamo proiettati sull’efficienza ener-
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Intervista a Federico Testa di ENEA
GUARDA LA VIDEO INTERVISTA SU VERONA -PANTHEON.COM/PANTHEONTV
getica dove si cercano le soluzioni migliori per riuscire a fare in modo che possa essere utilizzata dalle famiglie per spendere meno, dalle imprese per essere più competitive, dalla pubblica amministrazione che ne ha un bisogno infinito e che è assolutamente all’anno zero. Su quale tipo di energia punterebbe per l’Italia? La prima energia su cui puntare è non usare energia: efficienza e risparmio energetico, quindi. Poi abbiamo tutta l’edilizia dei condomini anni ’50-’60 da riclassificare sotto il profilo energetico. La sostenibilità di queste tecnologie va valutata sia per quanto riguarda la non ricaduta ambientale, sia sotto il profilo della sostenibilità economica. www.enea.it
di Marta Bicego Sanità a portata di click: ora anche le radiografie si scaricano on line Consultare le proprie analisi da casa è già possibile. Comodità che si è estesa ai referti radiologici. Addio agli ingombranti cd da ritirare agli sportelli. E spazio ad un programma informatico grazie al quale il cittadino può salvare sul computer referti e immagini di radiodiagnostica sotto forma di documenti con valenza clinica, consultabili cioè da medico di famiglia e specialista. A partire è stata l'Ulss 20, ma l'iniziativa «sarà allargata alle Ullss di Legnago e Bussolengo e quindi estesa a tutte le Aziende sanitarie del Veneto» segnala l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. «La tecnologia informatica semplifica la vita dei pazienti e fa risparmiare. Ogni suo sviluppo è un nuovo passo per ottimizzare la spesa e rendere più como-
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do il rapporto dei pazienti con il sistema sanitario e il lavoro dei medici». Il risparmio non è indifferente: «Con il solo scarico dei referti di laboratorio on line, da tempo utenti e Ullss risparmiano 12 euro a referto, pari a decine di milioni di euro l’anno in tutta la Regione». Risparmio destinato ad aumentare se si considera che i referti radiologici prodotti annualmente dalle Ullss scaligere sono 290 mila. Collegandosi al portale www. ulss20.verona.it, il cittadino recupera facilmente la documentazione. Pochi minuti e il medico può consultare l'archivio delle immagini radiologiche dell’Ulss 20 per visionare lastre e risonanze magnetiche del proprio paziente con le stesse modalità tecniche a disposizione dei sanitari che operano nelle strutture aziendali.
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PRIMO PIANO Il progetto iCube, spiegato bene
IL CUCCIOLO (DI ROBOT )
di Federica Lavarini
PIÙ FAMOSO AL MONDO PARLA ITALIANO Giorgio Metta, vicepresidente dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) con sede a Genova è l’inventore di iCube e responsabile dell’omonimo progetto scientifico. L’abbiamo intervistato in occasione della sua visita al Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona dove, in una giornata organizzata dagli studenti, ha presentato il suo “cucciolo-umanoide”, fiore all’occhiello della ricerca italiana a livello internazionale nel campo della robotica.
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Cube significa ‘cucciolo’ (cube), un cucciolo che nel 2015 ha compiuto dieci anni ed è diventato anche una star televisiva grazie all’apparizione nella pubblicità di una nota azienda di telefonia italiana e in uno spot Microsoft andato in onda durante il Super Bowl americano. Qual è l'aspetto più importante del progetto iCube che vuole trasmettere al pubblico? Innanzitutto, l'aspetto centrale è che queste tecnologie potrebbero arrivare molto presto nel mercato dei beni di consumo. Come è arrivato sul mercato lo smarthphone, con il quale interagiamo tutti i giorni, così arriveranno dei prodotti che avranno come base la ricerca fatta nel progetto iCube. A mio avviso è importante che si viva da protagonisti questo cambiamento. L’Italia è leader mondiale a livello della ricerca nel campo della robotica e abbiamo le conoscenze per produrre questa tecnologia senza dover importare tutto dagli Stati Uniti, come avviene oggi. Pensa ci sia diffidenza verso le tecnologie che ne deriveranno? La diffidenza c’è, senza dubbio. I motivi sono vari: il più comune è pensare che toglieranno posti di lavoro. Poi ve ne sono altri più fantascientifici. Si pensa, ad esempio, che un giorno i robot prenderanno il sopravvento e ci sostituiranno. Se la seconda ipotesi è irrealistica, la prima è un problema molto più concreto. Tuttavia,
Giorgio Metta con iCube
io supporto la tesi contraria: guardiamo le statistiche mondiali sulla natalità, l’invecchiamento della popolazione o l’indice di fertilità. Tutte ci dicono che tra qualche decina d’anni ci sarà una carenza di manovalanza. Qui i robot potranno essere di supporto per le parti più ripetitive e meno creative, mentre queste ultime potranno rimanere prerogativa dell’uomo. Quali sono le applicazioni pratiche che possono nascere da questo progetto? iCube sfocerà in un robot domestico da tenere in casa.
Sarà pensato innanzitutto per le fasce di popolazione meno fortunate e quindi persone con problemi cognitivi o di mobilità. Poi si estenderà a tutti. Avremo in casa una sorta di nuovo elettrodomestico, con la differenza che una lavatrice la accendiamo noi, il robot aspetta che l’uomo gli dica qualcosa e lui lo fa senza il nostro intervento. Quanto tempo ci vorrà per arrivare a questo? Quasi tutte le nuove tecnologie hanno tempi lunghi prima di entrare nella nostra vita. Potremmo vederli prima nei
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Il progetto iCube, spiegato bene
luoghi pubblici – supermercati, aeroporti, stazioni, ospedali – e poi arriveranno nelle case. Sarà un percorso simile a quello fatto da altre tecnologie: dapprima sarà solo per chi ha più disponibilità economiche, poi diventerà alla portata di tutti. Com’è possibile che un robot umanoide abbia una “motivazione biologica" e possa sviluppare capacità di adattamento e apprendimento? Imitando la natura. Il detto “sbagliando si impara” vale anche per un robot: iCube impara provando a fare qualcosa e sbagliando. Vedendo gli errori si cambiano gli algoritmi di apprendimento automatico per migliorare il comportamento del robot. Si tratta di formule matematiche: cambiando un numero cambia il comportamento di iCube. Quali sono gli aspetti più curiosi e sorprendenti di questo progetto? Sicuramente il fatto più significativo è che da un robot creato per la nostra ricerca, alla fine ne siano nati trenta nel mondo grazie al successo mediatico di cui gode e che, di certo, non ci aspettavamo.
Auto che si guidano da sole, quanto manca? Davvero poco, a quanto pare. Secondo delle indiscrezioni diffuse dal Wall Street Journal Fiat Chrysler è in trattative avanzate con Google per lo sviluppo di tecnologie che permettano la piena autonomia delle automobili. Il motero di ricerca più famoso al mondo ha realizzato il primo prototipo, cosa, per altro, su cui stanno lavorando anche Ford e Tesla. Secondo alcuni esperti, le "macchine intelligenti" potrebbero essere in funzione già entro la fine del 2018.
C’è interesse sulla ricerca iCube all’estero? Sì, abbiamo molte richieste di copie dall’estero. Per noi è stato motivo di grande orgoglio quan-
do il Giappone, paese dove è stato costruito il primo robot al mondo, ha acquistato un iCube. Significa che l’Italia è davvero leader nella ricerca sulla robotica.
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PRIMO PIANO L'evento dedicato al mondo dei makers quest'anno a Model Expo di Luca Spaziani
ROBOVAL 2016 “ATTERRA” IN FIERA
La manifestazione dedicata a robotica, stampa 3D e artigianato digitale quest’anno si svolgerà all’interno di Model Expo Italy. Per creativi e curiosi appuntamento il 21 e 22 maggio a Verona.
S
arà un’edizione del tutto speciale quella di quest’anno per Roboval, la manifestazione annuale dedicata all’innovazione tecnologica e all’artigianato digitale. Per la prima volta, infatti, la fiera organizzata dall’Associazione Verona FabLab si svolgerà nei padiglioni di VeronaFiere, sabato 21 e domenica 22 maggio, all’interno di Model Expo Italy, l’evento dedicato al modellismo più importante d’Italia. Una vetrina d’eccezione per Roboval che, con soli quattro anni di storia alle spalle iniziata in Valpantena, ha già suscitato l’interesse e la curiosità di migliaia di visitatori grandi e piccini, come spiega Alberto Valente, responsabile dell’organizzazione: «Lo scopo di Roboval è avvicinare alla tecnologia bambini, ragazzi e appassionati in modo divertente, attivo e coinvolgente». E anche l’edizione 2016 promette di non deludere le aspettative: oltre agli artigiani 2.0 che esporranno le loro creazioni realizzate con la stampa 3D, unendo tecniche tradizio-
Girl Geek Dinner, la tecnologia in rosa Suonerà retorico, ma bisogna dirlo; il mondo dell'hi-tech non è prerogativa solo maschile. Ne sono convinte le organizzatrici veronesi di GGD (Girl Geek Dinner) che hanno importato in terra veneta il format no-profit londinese ideato nel 2005 da Sarah Blow. L'idea è semplice: donne che per lavoro e/o passione vivono di tecnologia e new media si incontrano a cene a base di web. Le amanti della tecnologia sono tantissime: si tengono, infatti, GGD a Bologna, a Brescia, in Campania, nelle Marche, a Milano, a Roma, in Romagna, a Salerno e in Toscana. Uomini? Sì, ma con moderazione e solo su invito.
GUARDA LA VIDEO INTERVISTA SU VERONA -PANTHEON.COM/PANTHEONTV
nali e innovative, i visitatori potranno cimentarsi nell’uso di nuovi strumenti e materiali, assistere a gare tra robot chiamati a districarsi nei labirinti, e droni che dovranno dimostrare di saper sfrecciare nel cielo. In mostra anche prototipi tecnologici realizzati da alcune scuole veronesi, professionali e non solo. Una fiera «dei makers per i makers», come amano definirla gli organizzatori: un luogo dove i “creativi digitali” si incontrano e insieme al pubblico giocano, sperimentano e imparano. Altra novità di quest’anno sarà “tech for kids”, uno spazio speciale dedicato proprio ai bambini, che rappresentano il target privilegiato della manifestazione: «Il nostro obiettivo – spiega Valente - è far sì che loro non siano solo consumatori di tecnologia ma che sappiano utilizzarla per costruire qualcosa e per sviluppare il loro spirito critico. Vorremmo, ad esempio, che non passassero ore davanti ad un videogioco ma che fossero loro a crearlo, come ha detto qualche anno fa il presidente degli Sta-
ti Uniti, Barack Obama. Sviluppare una mentalità algoritmica fin da piccoli potrebbe essere utile anche per prepararsi alle professioni del futuro. E poi i bambini ci riempiono di soddisfazione: basta spiegare loro una volta come funziona e poi vanno avanti da soli senza sosta». Roboval dura due giorni, ma è solo un assaggio di ciò che ogni giorno avviene all’interno del Verona FabLab: nella sede di Grezzana, inaugurata nel 2014 (l'altra sede si trova in centro storico, nel concept store di Lino's & Co, ndr) i makers veronesi si ritrovano «per realizzare i loro progetti ma – spiega Valente – anche per costruire modelli e componenti per aziende che iniziano ad intravedere in queste nuove modalità di lavorazione delle opportunità di sviluppo e di innovazione». L’evento è anche occasione d’incontro e di scambio di idee e progetti tra i FabLab sparsi sul territorio nazionale: solo in Veneto sono 18 e la Regione è stata la prima in Italia a finanziarli. www.roboval.it
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PRIMO PIANO Le voci e i volti del grande evento delle idee
TEDXVERONA
di
Miryam Scandola
NON FATEVI DIRE DAGLI ALTRI COSA POTETE ESSERE
Dodici brevi interventi. Tredici relatori che vengono dal mondo della ricerca, dell'alpinismo, dell'arte e della retorica. Infinite frasi appuntate su Twitter e fermate nella mente. Vi raccontiamo la terza edizione di TEDxVerona, che si è tenuta lo scorso 24 aprile al Palazzo della Gran Guardia, ispirazione per ispirazione.
«U
n sogno va curato, innaffiato e amato. Poi frammentato in piccoli gesti, ogni giorno». La ricetta per rendere quotidiane le proprie speranze, Simona Atzori l'ha scelta come premessa al suo spettacolo di danza e pittura. Architetture di movimenti e di cromie create solo, si fa per dire, con «i miei piedi che sono diventati le mie mani in basso». Non fatevi dire dagli altri cosa potete essere, è quello che lei, ballerina, pittrice e scrittrice senza braccia ha fatto intuire con dolcezza a tutti gli spettatori, che si sono alzati in piedi per applaudirla. Il suo speech, lungo 18 minuti come stabilisce il regolamento del format californiano TED, se è stato il più intenso, di certo non è stato l'unico a muovere il cuore degli oltre 700, accorsi al Palazzo della Gran Guardia domenica 24 aprile per la terza edizione di TEDxVerona. Appena arrivata sul palco, Tamara Lunger, campionessa italiana di scialpinismo e seconda donna italiana a scalare il K2, si è tolta le scarpe. «Per essere me stessa mentre vi racconto di me», così ha iniziato il suo intervento in un italiano continuamente attaccato dal suo dal suo tedesco altoatesino. «La rinuncia porta ricchezza», l'ha detto con il sorriso eppure negli occhi teneva ancora la fatica pesante di quel fermarsi a 70 metri dalla cima del Manaslu (8163 m) per un malore e consegnare la
La meraviglia di ogni scoperta risiede nello sguardo
Simona Atzori
vetta ai compagni. «A -50 gradi, aspetti solo il sole. Quando arriva a baciarti non puoi fare altro che piangere», e queste sue lacrime private Tamara le ha fatte scorrere in un video, mentre, con piglio sincero, ha spiegato come rinunciare a certe cime significhi, a volte, conquistarne altre. Perché «mi sono fermata e quel panorama era ancora mio». Di insuccessi che non sono per forza una fine «ma una nuova base da cui partire» ha parlato anche Linda Avesani ricercatrice presso il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università di Verona, che ha descritto, con una pianta di tabacco appoggiata sul tavolino a fianco, il grande lavoro dei suoi ultimi anni. Come, cioè, dai vegetali
sia possibile trarre sistemi per la produzione di molecole di interesse terapeutico, potenzialmente utilizzabili come vaccini. Altra appassionata voce della ricerca italiana è stata quella di Giovanni Andrea Prodi, professore associato presso l'Università di Trento che con il suo team ha confermato i dati sulla rilevazione delle onde gravitazionali e, per dirla a modo suo, grazie a questo «finalmente, abbiamo qualche lettera dello sconosciuto linguaggio cosmico». Oltre ai segreti battiti dell'universo, nel programma di TEDxVerona hanno fatto capolino anche gli sconfinati spazi della terra. «Mentre la montagna ha il suo limite nel cielo, il confine dell'abisso è solo
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TEDXVERONA GUARDA LE VIDEO INTERVISTE A TUTTI GLI SPEAKER SU VERONA-PANTHEON.COM/PANTHEONTV
ciò che fino a quel momento è stato percorso» ha sottolineato Francesco Sauro, speleologo e geologo originario di Bosco Chiesanuova. Lui, che ha esplorato le grotte di mezzo mondo, dal Sud America all'Asia centrale, ha detto, semplicemente, che la meraviglia di ogni scoperta risiede nello sguardo. E non serve scegliere le distanze per incontrarla, anzi, «tornare a meravigliarci è il modo migliore per rispettare il pianeta». Proprio sulle impronte ecologiche, in particolare di quelle che lascia il cibo, ha concentrato il suo intervento Marco Ceriani, fondatore di Italbugs, start -up al PTP Science Park di Lodi. L'alimentazione del futuro, secondo lui? «Spezie, alghe e insetti. Ottimi per il loro apporto nutrizionale, oltre che per il loro basso impatto ambientale». Ripensare il cibo, ripensare anche le nostre possibilità. Non poteva che volare alto Massimo Tammaro, prima pilota e poi comandante delle Frecce Tricolori, che ha chiarito come a volte uscire dalla propria comfort zone voglia dire, anche, saper rispettare quella degli altri. Democrazia, pensiero e parole, quelle giuste però. Simon Lan-
caster, noto a livello mondiale come eccezionale speechwriter è stato l'ospite internazionale di questa edizione 2016. Autore dei discorsi di svariati membri del governo di Tony Blair, Lancaster ha svelato i trucchi segreti che stanno dietro alle frasi del potere. Sul tema attualissimo delle immagini che diventano parole della nostra, più o meno consapevole, narrazione sui social network, sono invece intervenuti Daniele Quercia e Miriam Redi. Lui è alla guida del social Dynamic group presso il Bell Labs a Cambridge. Lei, ricercatrice scientifica presso Yahoo a Londra, si occupa dell'analisi dei contenuti multimediali attraverso i social media. Sulla scena si è poi alternata un'altra narrazione, questa volta musicale. JoyCut, progetto italiano totalmente indipendente di Pasquale Pezzillo in collaborazione con Gael Califano e G.Nicole Maccarinelli, ha scelto la natura come sua confidente: si va dai prodotti riciclati alla promozione coraggiosa di alternative sostenibili nell'ambito dell'industria musicale. «Rispondere significa ricambiare una promessa» ha ricordato Pezzillo, sottolineando quanto
sia fondamentale «dar fastido alla vita» anche «in quei tempi senza risposte» che non sono mai persi. «Ecco, ora fatelo il botto dopo i JoyCut», ha twittato Domitilla Ferrari, da buona social influencer, pochi istanti prima del suo speech. A lei, blogger e docente in Comunicazione Digitale presso l'Università di Padova, è stato affidato il compito di affrescare le praterie della condivisione aperte dal web. Nelle cose che si amano si finisce per metterci tutta la vita. Così è stato per Mauro Bergamasco, giocatore di rugby nella nazionale, due volte campione d'Italia e due di Francia, che è arrivato per ultimo sul palco, con il compito difficile di chiudere una giornata di interventi brevi e intensi. Un gladiatore che oggi scende in campo per insegnare il valore del suo sport ai ragazzi dai 10 ai 15 anni del Campus Rugby Mauro Bergamasco. E quando passa la palla, ricorda la fatica bella dei suoi inizi. Lo dice la mitologia, lo ricorda la poesia, l'ha mostrato TEDxVerona. È bene voltarsi indietro, prima di guardare avanti. Perché bisogna conoscersi per corrispondersi.
Rinnoviamo vecchi portoni con accurati restauri
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La voce di un veronese nel campo profughi greco
SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
ONE BRIDGE TO IDOMENI A cura di
Francesca Mauli
UN PONTE UMANO DI AIUTO CONCRETO
Risale allo scorso marzo la nascita, sulla scena veronese, di un gruppo di volontariato molto particolare: “One bridge to Idomeni”, un ponte per Idomeni, l’ormai noto campo profughi improvvisato, nato in terra greca a ridosso del confine - ora chiuso – con la Macedonia. Questo gruppo, formato da giovani provenienti per lo più dal mondo dello scoutismo, si prefigge un duplice obiettivo: portare generi di prima necessità e vestiti, e insieme documentare che cosa sta accadendo in quella zona, quali sono le condizioni di vita dei profughi, per lo più siriani scappati dalla guerra, quali i loro sogni, i loro dolori e le loro speranze. Abbiamo chiesto a uno di questi ragazzi, Edoardo Garonzi, di raccontarci parte di questa esperienza. Di seguito la sua testimonianza.
I
domeni è uno dei più grandi campi profughi di Grecia, prende il nome dal paese dove è stato, senza logica o gestione, posizionato. Si trova al confine con la Macedonia, dove passa la linea ferroviaria, presidiata giorno e notte da poliziotti macedoni. Idomeni non
«Il fenomeno del flusso di migrazioni, un problema vivo, ma non al di sotto delle nostre capacità e possibilità di aiutare» nasce come campo stanziale, era un campo transitorio: pochi tendoni allestiti dall’Alto commissariato per i profughi, con una capienza massima di 1800 persone. Il campo è divenuto stanziale, senza averne le strutture, dall’inizio di marzo, dopo la decisione della Macedonia e degli altri paesi balcanici di chiudere le proprie frontiere, rifiutando i profughi intenzionati a raggiungere l’Europa del nord. Ancora oggi non è altro che un ammasso di tende multicolori piantate su terreni agricoli. Ora
il grano non c’è più, ma resta il fango: a marzo è piovuto spesso e ora, a fine aprile, il terreno è arido, il sole è impietoso. Idomeni raccoglie circa diecimila profughi, senza contare gli altri campi attorno ad esso, spesso allestiti in stazioni di rifornimento lungo la strada. Idomeni sembra una realtà fantasma, ma esiste. Per questo Giulio Saturni, dal quale è nata l’idea di costruire un ponte di solidarietà concreta, ha riunito intorno a sé alcuni amici e ha chiesto loro di collaborare per mostrare alla nostra comunità cosa accade lungo la rotta balcanica e quale è la vita a cui devono sopravvivere i profughi, andan-
do a toccare con mano ciò che sta succedendo in Grecia. Così un primo gruppo di volontari è partito per Idomeni il 21 marzo per portare assistenza ai profughi nel campo. A sostenere l’aiuto materiale dei volontari, grazie alla campagna di sensibilizzazione organizzata con l'aiuto di alcuni gruppi scout di Verona, sono stati raccolti 60 metri cubi di generi di prima necessità e indumenti. Arrivati al campo abbiamo scoperto che gran parte dell’approvvigionamento principale è garantito da gruppi di volontari indipendenti, quindi non appartenenti a ONG internazionali, che comunque opera-
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SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
no e garantiscono altri servizi importanti, come l’assistenza medica. A portare aiuto non solo organizzazioni ma anche persone singole, ragazzi che attraverso il crowdfunding hanno raccolto fondi e si sono precipitati in Grecia con i loro furgoni e le loro pentole da sessanta litri per sfamare, ogni giorno, migliaia di persone. A Policastro, una cittadina a dieci km dal confine, i volontari indipendenti hanno trovato un vecchio hotel lungo la strada, il Park Hotel, che hanno colonizzato pacificamente e ne han-
no fatto un punto base. Qui, la mattina, i ragazzi tagliano patate e cipolle per il pranzo, il pomeriggio distribuiscono il cibo a Idomeni e la sera consegnano beni di prima necessità in altri campi, per poi tornare all’hotel a riposarsi prima di iniziare con un’altra giornata. Un secondo viaggio è partito il 15 aprile. I volontari del gruppo hanno potuto allestire in più occasioni un'animazione per i bambini, costretti in questo posto senza scuola né svago. L'animazione è uno dei primi obiettivi del gruppo, reso pos-
sibile dall'esperienza scout di molti dei partecipanti. Il ponte edificato da giovani impegnati nella cura dell’altro necessita di aiuto per rimanere aperto, sia attraverso la raccolta di fondi, sia attraverso la creazione di un collegamento costante di volontari a Idomeni e in altri campi di prossima apertura in Grecia. “One bridge to Idomeni” si occupa di questo; è un movimento di volontariato che raccoglie testimonianze e foto per raccontare all’Italia e a Verona il fenomeno del flusso di migrazioni, un problema vivo, ma non al di sotto delle nostre capacità e possibilità di aiutare. Per conoscere nel dettagli l’impegno di questi ragazzi, le storie delle persone che hanno incontrato e restare aggiornati sui loro viaggi, vi invitiamo a visitare la pagina Facebook. com/One Bridge To Idomeni
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SCORCI Agnese Moro e l'ex brigatista Franco Bonisoli a Verona di Miryam Scandola
STORIE DI PERDONI POSSIBILI Si è parlato di riconciliazioni tentate e riuscite all'incontro voluto da Prospettiva Famiglia in collaborazione con la Rete di Scuole “Scuola e Territorio: Educare insieme” presso il liceo Messedaglia, lo scorso 9 aprile. La serata, dal titolo“Il libro dell’incontro”, ha visto protagonisti la figlia di Aldo Moro e uno degli ex brigatisti che ne avevano organizzato l'agguato e l'uccisione. I due hanno raccontato la fatica rivoluzionaria di imparare ad ascoltare le ragioni degli altri, senza confinarli e ridurli alle loro azioni.
«E
ssere una vittima è brutto. Però è un'identità, un luogo in cui ti ritrovi». Non l'ha nascosto, ma l'ha precisato Agnese Moro, ospite al Liceo Messedaglia, nella serata di sabato 9 aprile. Con tutto il coraggio che implica svestirsi delle proprie sicurezze e svelare a se stessi i propri limiti. Il bocciolo della sua solitudine, nato quel giorno del 1978 quando ventenne perse il padre, dopo un po' ha cominciato a starle stretto. «Alla fine di ogni processo rimanevo io, con tutti i miei cocci, frammenti di un'esistenza che non riuscivo a far rimarginare», ha spiegato la figlia dello statista ucciso dopo 55 giorni di prigionia dalle BR. A volte capita di innamorarsi del proprio dolore e di non riuscire ad andare avanti. Ma lei, figlia di un uomo coraggioso, non poteva ipotecare alla sofferenza il suo futuro. Per questo, la signora Moro, da sette anni siede accanto e condivide il dialogo, incontro dopo incontro, con Franco Bonisoli, ex terrorista delle Brigate Rosse, componente della direzione strategica che attuò il rapimento e l’uccisione del padre. «Chi sei ora?». La figlia dello statista ha raccontato ai tanti intervenuti all'appuntamento promosso da Prospettiva Famiglia in collaborazione con la Rete di Scuole “Scuola e Territorio: Educare insieme”, di aver iniziato così quella che è stata la conversazione più difficile della sua vita. A risponderle, sull'uscio di casa, quel giorno del 2009, «un uomo con una pianta in mano» che spendeva i suoi permessi dal carcere «per
Agnese Moro
andare a scuola a fare i colloqui con i professori della figlia». Distante in tutto dal ragazzo che era stato responsabile con i suoi compagni dell'agguato di Via Fani. Arrestato dopo quattro anni di militanza nelle lotta armata, Franco ha confidato di essere arrivato a pensare, nei momenti più duri della detenzione, che «la mia vita dovesse finire con la mia storia». Aveva 28 anni e lontano dai luoghi della sua ideologia non sapeva dove andare. Un incontro impossibile quello tra la figlia dello statista trucidato e l'ex brigatista, accaduto grazie all'idea, che dal 2008 si è fatta progetto, di Padre Guido Bertagna, sacerdote gesuita, che si è impegnato a creare occasioni di confronto tra vittime ed ex esponenti della lotta armata. Da oltre otto anni ha ritagliato per i protagonisti di uno dei drammi più tragici della nostra storia recente, una sorta di spazio dove « smettere di essere simboli per tornare, semplicemente, persone». Non è questione di livellare il dolore, ma di affrontarlo. «Si sono ascoltate cose inascoltabili»
ha confermato Agnese. «Arrivare a chiedere perdono non è stato facile. Ci vuole fatica, impegno e sofferenza, ma non bisogna aver paura di riaprire insieme alle ferite anche le nostre ferite» ha fatto eco Franco. Una narrazione polifonica della stessa storia, voci lontanissime che si fanno più vicine grazie a un percorso di «equoprossimità», fatto di riunioni, week-end insieme, lettere e email scambiate. Piano, è riuscito ad arrivare anche quel perdono che si fa sintesi e trattiene dei ricordi la giusta dose di sofferenza, senza eliminare le colpe e le strazianti assenze. «Solo dopo tutto questo, ho ricominciato a ricordare con tenerezza mio padre». Agnese ha raccontato di quando le lasciava sul suo letto di ragazza ogni giorno, qualche articolo di giornale sui danni del fumo per farle buttare la sigaretta e nel farlo ha finito col commuoversi. Subito, sul suo braccio è arrivata con discrezione e amicizia la mano di Franco. Un gesto paradossale eppure, in qualche modo, giusto. www.prospettivafamiglia.it
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Fruit&Veg System
AGROALIMENTARE & ALIMENTAZIONE
SEMPRE PIÙ FRUTTA E VERDURA di
Matteo Bellamoli
matteo.bellamoli@verona-pantheon.com @MatteoBellamoli
SULLE TAVOLE ITALIANE Dal 4 al 6 maggio Veronafiere si è aperta ad un evento B2B dedicato agli operatori del settore ortofrutticolo. Una rassegna che ha come obiettivo dichiarato quello di incrementare il valore del nostro ortofrutta nel suo complesso affinché l'export dall'Italia diventi sempre più di qualità. Numeri e curiosità dal comparto italiano e veronese.
I
l fatto che Fruit&Veg System si terrà proprio a Verona è sintomatico del ruolo che il Veneto gioca nel comparto ortofrutticolo italiano. Ad oggi la produzione ortofrutticola italiana oscilla intorno ai 23 milioni di tonnellate di prodotto, generando una produzione che gira intorno ai 13 miliardi di Euro per un fatturato complessivo di oltre 20 miliardi. Grande importanza in questi numeri lo hanno le cooperative agricole dove, secondo i dati dell'Osservatorio sulla Cooperazione Agricola istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop e Unicoop, Emilia Romagna, Trentino, Lombardia e Veneto esprimono da sole il 24% del giro d'affari complessivo. E non si tratta solo di trasformazione, confezionamento o distribuzione. Il Veneto contribuisce ad un quarto sul 36% degli approvvigionamenti della materia prima agricola, il che vuol dire che i nostri agricoltori sono uno dei punti chiave di tutta la produzione italiana. L'appuntamento a Veronafiere dal 4 al 6 maggio è un momento fondamentale per tracciare le linee guida del “mondo ortofrutta” verso un piano di sviluppo sul medio e lungo termine. Aumentare l'export, tutelare
la qualità, accorciare le filiere, sostenere i prodotti autoctoni sono solo alcuni dei punti di cui
Occorre creare "cultura del prodotto", ma per farlo bisogna partire dal territorio, dai mercati rionali, dalle piazze, dalle bancarelle. È qui che il consumatore si affeziona al lavoro del produttore.
si discuterà a Verona. Un assaggio di questi temi lo si è già avuto durante Sol&Agrifood, salone partner di Vinitaly, dove il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha anticipato l'obiettivo dei 50 miliardi di Euro di export per l'agroalimentare sottolineando come occorra creare «cultura del prodotto». Ma per fare questa “cultura del prodotto” bisogna partire dal territorio, dai mercati rionali, dalle piazze, dalle bancarelle. È qui che il consumatore si affeziona al lavoro del produttore, è qui che vive ancora quel rap-
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AGROALIMENTARE & ALIMENTAZIONE
I mercatini Coldiretti a Verona e Provincia Negrar – Piazzetta San Martino
Venerdì dalle 8:00 alle 13:00
Pescantina – Lungadige Giacopini
Sabato dalle 8:00 alle 13:00
San Bonifacio – Via Camporosolo
Venerdì dalle 16:00 alle 19:00
San Giovanni Lupatoto – Piazza Umberto I Ogni 2° e 4° domenica dalle 8:00 alle 13:00
porto di fiducia che può fare sistema e trasformare un prodotto locale in un vero e proprio mini-comparto al servizio del settore ortofrutticolo nazionale. Gli esempi sono molti: dalle mele della Val di Non, alle arance di Sicilia fino al radicchio di Treviso (o quello veronese nato ad Alcenago).
Sbocciano Nuovi Gusti Con il fervore dei primi caldi e della natura che si veste di mille colori c’è un’aria effervescente, nel laboratorio di Infermentum alle porte di Verona. Nuovi impasti e abbinamenti originali si gonfiano dolcemente a lievitazione naturale. Ed è tutto uno sbocciare di bontà dalle mani di quattro ragazzi, da sempre in fermento.
Vieni ad assaggiare tutte le nuove proposte Infermentum a Shopping in Villa Sab 21 e dom 22 maggio presso Villa Arvedi Grezzana (Vr)
Verona (Borgo Trento) – Piazza ex Arsenale
Giovedì dalle 8:00 alle 13:00
Verona (Borgo Milano) – Via Selinunte
Lunedì dalle 8:00 alle 13:00
Verona (Borgo Roma) – Via Bengasi
Sabato dalle 8:00 alle 13:00
Verona (Borgo Venezia) – Via Villa Cozza
Venerdì dalle 8:00 alle 13:00
Verona Piazza Cittadella
Martedì dalle 8:00 alle 13:00
Verona Piazza Isolo
Sabato dalle 8:00 alle 13:00
Verona (San Massimo) - Via Avogadro
Lunedì dalle 8:00 alle 13:00
Verona (S. Michele Extra) Piazza del Popolo
Mercoledì dalle 8:00 alle 13:00
Verona (S. Lucia – Golosine) - Piazza Martiri
Domenica dalle 8:00 alle 13:00
Verona (Montorio) Piazza delle Penne Nere
Giovedì dalle 8:00 alle 13:00
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Due chiacchiere con Slow Food Verona
IL PERSONAGGIO
di
Giorgia Castagna
QUANDO IL CIBO È BUONO PULITO E GIUSTO
Abbiamo incontrato Antonella Bampa sommelier professionista, guida enologica e fiduciario per Slow Food Verona davanti ad un buon bicchiere di vino perché, come dice lei, «se si beve bisogna bere bene e un buon bicchiere di vino offre un momento di riflessione per vedere oltre l’ostacolo». In una lunga chiacchierata l’abbiamo conosciuta e con lei abbiamo scoperto il mondo di Slow Food Verona.
C
om’è nata la sua collaborazione con Slow Food? Mi sono avvicinata al mondo della ristorazione negli anni '80 per lavoro ma anche grazie a Slow Food di cui entro a far parte nel 1986. La mia tradizione famigliare di ristoratori mi ha permesso di vivere da vicino le diverse fasi di aggregazione degli appassionati di gourmet. Amici, clienti, collaboratori, colleghi ristoratori che, come noi, erano fin da allora attenti ai vini di valore e ai cibi della tradizione. Ricordo, infatti, con piacere che uno dei primi lavori di Slow Food fu una guida di vini piemontesi che il dottor Petrini (storico presidente dell’associazione, ndr) e il suo, allora piccolo, gruppo di amici e sostenitori fecero scoprire agli italiani di altre regioni. Iniziai in quegli anni a partecipare alle prime degustazioni organizzate a Verona dai primissimi responsabili e fiduciari della città. Nello specifico come fiduciaria cosa tiene particolarmente a promuovere? Nella mia città, con il mio team, porto avanti la promozione di incontri, corsi che prendono il nome di Master of Food su vino, olio, formaggi, cioccolato e caffè e ancora su spesa quotidiana e sprechi alimentari. A queste attività partecipano soci e appassionati che diffondono questa attenzione all’esterno. Come siete organizzati sul territorio? La condotta veronese (questo il nome con il quale si differenzia-
Pero Misso
LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SU VERONA-PANTHEON.COM/BLOG
no le varie zone legate al movimento, ndr) nacque quasi per caso. Carlo Petrini, di passaggio a Verona e diretto in realtà a Venezia per fondare la condotta veneziana, si fermò nella nostra città trovando una situazione che amo definire magica. Accolto da un gruppo di persone disponibili e vicine alla filosofia del movimento, si decise a costituire la condotta scaligera assegnando il numero 015 mentre a Venezia, pochi giorni dopo, fu attribuito il numero 016. Ad oggi le condotte italiane sono più di 450 e sul territorio veronese se ne contano altre due: nelle valli grandi veronesi e nelle zone di Garda e Valeggio. Qual è il progetto più sentito? Tante le attività e collaborazioni che come Slow Food Verona sosteniamo: potrei menzionare le sinergie con le associazioni ambientalistiche volte a valorizzare la città come la SMS di Porta Palio, la Società Coop del Calmiere e altre della provincia. Quali il Movimento Salviamo il Paesaggio di cui Slow Food è cofondatrice e tante altre. Parlando di progetti, però, non posso che ricordare il Presidio del Pero Mis-
so, a mio parere grande esempio di riscoperta delle varietà territoriali. Il frutto antico, proveniente dall’alta Valpolicella, grazie al lavoro del gruppo ha visto nuovamente valorizzate le sue grandi proprietà nutrizionali e, come conseguenza, una nuova vita per questa piccola economia della montagna. Il Pero Misso è diventato, quindi, famoso nel Veneto tornando sulle tavole delle trattorie di Slow Food ma non solo; stiamo infatti lavorando ad altre esperienze simili. Ce ne parli.. Da anni ci muoviamo, per esempio, per valorizzare una razza di pecora, la pecora Brogna della Lessinia, che gli scaligeri allevavano per la sua lana molto pregiata e ricordata come la migliore per qualità in tutta Italia; questa razza è ricordata anche per la sua carne delicatissima. Grazie alla collaborazione con la Regione Veneto e con gli allevatori collegati ai ristoranti veronesi, abbiamo messo in piedi un lungo percorso che ha dato valore ad un prodotto dimenticato ma di pregio; carni biologiche che provengono da pascoli puliti. Facebook.com/SlowFoodVerona
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FOOD TRUCK & CO.
LIFESTYLE
STREET FOOD
I (SAPORITI) LINEAMENTI DI UNA TENDENZA Sono molti i locali aperti a Verona negli ultimi anni che vendono cibo “da strada”: dalla pizza al taglio alle più recenti patatine fritte. Una moda o una necessità? Abbiamo provato ad analizzare il tema chiedendo il parere a chi di questo argomento ne ha fatto oggetto di uno studio pubblicato nel libro “Crisi e consumi a Verona”: Debora Viviani, docente di Sociologia Generale e ricercatrice dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie all’Università degli Studi di Verona.
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amminando per le strade di Verona non è difficile imbattersi in locali che propongono cibo “veloce”, “da strada”. Si può scegliere tra una pizza al taglio, un panino, un cono di patatine fritte, una piadina, un hamburger e tanto altro. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse per il numero esponenziale di questi fast food aperti negli ultimi anni. Si potrebbe considerare sintomatico di una società ormai abituata a mangiare un boccone al volo, a causa della mancanza di tempo o di disponibilità economica. Oppure, potrebbe essere il termometro per capire la portata di queste persone che preferiscono uno spuntino al volo, e non è un caso che Verona sia la terza città più turistica d’Italia. Ciò spiegherebbe come mai stanno aprendo tanti locali di questo tipo. Sono, infatti, molti i turisti che, soprattutto in estate, popolano le vie storiche di Verona. Solo da Portoni Borsari a Porta Nuova sono quattro i rivenditori di patatine fritte. Se ci limitiamo a considerare quelli che fanno ristorazione senza somministrazione ma con preparazione di cibo da asporto, dal 2009 al 2015 in città c’è stato un incremento del 62,6 per cento. Si è passati, infatti, da 139 a 226 nuovi locali. Invece, bar ed altri esercizi senza cucina hanno avuto un
incremento minimo del 2,8 per cento, cioè da 881 a 906. Sono triplicati, poi, gli ambulanti che fanno ristorazione: dagli 8 del 2009 sono diventati 24 lo scorso anno. Guardando il quadro più in generale si nota come le attività che offrono servizi per la ristorazione siano passate da 5263 in tutta la provincia veronese nel 2009 a 5738 nel 2015 segnando un bel +9%. È un settore, questo, che sembrerebbe non conoscere crisi. «In realtà – riferisce Debora Viviani – in base ai dati dell’Osservatorio sui consumi a livello nazionale, le persone vanno più in pizzeria che al ristorante ma c’è anche una tendenza forte a restare a casa. Coldiretti ci
dice che si acquistano sempre più materie prime in linea con un’alimentazione sana». Ma allora il fenomeno dello street food si può considerare solo limitato agli stranieri? Secondo la ricercatrice «i giovani sono i più coinvolti. Si riducono a mangiare durante l’aperitivo per non spendere ulteriormente nella cena. Così, cercando di risparmiare si modificano le proprie esperienze ludiche e ci si sente più liberi a livello di relazioni». Poi se viene fame c’è lo spuntino a tarda serata. «Nel mondo dei giovani dove tutto è veloce un pasto al volo non ti costringe a prenotare, a sederti, a legarti con qualcuno. E lo si preferisce, probabilmente,
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LIFESTYLE PER PROVARE: BeerEat dal 13 al 15 maggio Street-European Food Truck Festival dal 27 al 29 maggio anche perché non ci sono alternative». Dello stesso parere anche Davide Minardi, titolare di uno dei primi “patatari” aperti in centro storico, «le patatine sono una forma di alternativa al pasto perché c’è sempre meno tempo disponibile per mangiare con calma». Che sia un’abitudine alimentare esclusiva dei “giovani” lo conferma anche lui in quanto «più del 50 per cento dei clienti ha un’età compresa tra i venticinque e i cinquant’anni, un 30 per cento è composto da ragazzini e il restante 20 da persone che hanno più di cinquant’anni». Poi c’è il dato dei turisti che influisce, ci racconta, soprattutto d’estate. Ma quale sarà il futuro dello street food? «Il passaggio successivo sarà sulla qualità – svela Viviani - sarà necessario che anche questo tipo di cibo evidenzi che c’è qualità e, soprattutto, la proponga». Quindi,
ARSENALE
i consumatori non si accontenteranno più di cibo a basso costo e di qualità standard, ma andranno in cerca di prodotti con ingredienti ricercati e particolari per soddisfare varie esigenze alimentari. Nel frattempo, all’ex Arsenale nel mese di maggio, si svolgeranno due eventi in cui il cibo da strada farà da padrone: il BeerEat
(festival della birra artigianale e dello street food in formato food truck) organizzato dall’associazione Retrobottega dal 13 al 15, e lo Streeat -European Food Truck Festival (un festival interamente dedicato ai migliori food truck d’Italia e ai loro cibi di strada di qualità) che si svolgerà dal 27 al 29 maggio.
6^ EDIZIONE
Una maestosa villa seicentesca, sede prestigiosa per convegni, seminari, conferenze stampa, sfilate di moda, presentazione di prodotti, film, spot pubblicitari, colazioni di lavoro, cene di gala, piccole e grandi riunioni. L’aria di campagna, la suggestiva, raffinata atmosfera e il fascino della Villa Veneta creano uno straordinario spazio di lavoro e di rilassata concentrazione.
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L'ATELIER DI RIUSO CREATIVO
INTRAPRENDENZA FEMMINILE
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Chiara Boni
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D-HUB, L’ARTE DEL RIUSO DECLINATA AL FEMMINILE C’è chi crede ancora nelle seconde possibilità: lo potete chiedere alle ragazze di D-hub, l’atelier di riuso creativo che nel cuore di Veronetta accoglie donne svantaggiate e le aiuta a ripartire, riciclando materiali e competenze per creare manufatti artistici e nuove speranze.
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n centro per fermarsi, incontrarsi e ripartire». A Maria Antonietta Bergamasco, responsabile di D-hub, bastano tre semplici verbi per descrivere la missione di questo centro di riuso creativo, che nel cuore di Veronetta accoglie donne in difficoltà e dà loro nuova speranza. D-hub ha mosso i primi passi nel 2013, trasformando il sogno di tre ragazze (Maria Antonietta, Irene e Paola) in una realtà del mondo no-profit veronese tra le più riuscite: rivolto inizialmente alle madri single, ma oggi aperto a chiunque chieda una mano, D-hub è un centro di reinserimento socio-lavorativo, dove imparare cose nuove ma anche condividere quelle che già si sanno. Ma D-hub è anche molto di più: è un luogo dove mettere in moto le mani, la creatività e la fantasia, ma solo dopo che il cuore e la testa hanno fatto il proprio dovere. Sartoria, bigiotteria, creazione della carta, auto-produzione di cosmetici e prodotti per la casa: sono alcune delle attività che impegnano le ragazze di D-hub, guidate soprattutto dall’amore per la sostenibilità ambientale. Un impegno ben preciso, quello del riuso, del riciclo, del non spreco: «Il riuso, per noi e per queste donne, è importante. È terapeutico, in un certo senso, perché trasmette il senso del
rispetto dell’ambiente, che si traduce in rispetto di tutto ciò che ci circonda, comprese le persone», continua Maria Antonietta. Un amore per la sostenibilità sociale e ambientale che Dhub condivide con altre realtà: come Common Ground, l’associazione che aiuta le donne vittime di violenza o sfruttamento, promuovendo la loro inclusione sociale attraverso la formazione e la (ri)qualificazione professionale, ma anche Progetto Quid, la cooperativa veronese che ricicla materiale di scarto di altre aziende, impiegando persone svantaggiate, che negli ultimi anni ha avuto un grande successo. Con queste realtà D-hub collabora attivamente con diversi progetti, nella consapevolezza che fare rete è importante. Sotto l’ala protettiva e solidale di D-hub, recentemente, è fini-
«Il riuso per queste donne è terapeutico perchè trasmette un senso di rispetto per l'ambiente e per la persona.» to anche l’ex giardino “I Nani”, in via XX Settembre: l’area verde di fronte al palazzo Bocca Trezza è stato trasformato, domenica 17 aprile, in Atelier Nani, un mercato di artigianato, con laboratori e giochi per i più piccoli, il tutto accompagnato dal tratto distintivo di D-hub, la promozione sociale. Un’intera giornata, organizzata anche grazie al supporto dell’Associazione Le Fate Onlus, all'insegna della valorizzazione dell'artigianato e delle creazioni artistiche e manuali, che vuole diventare un appuntamento fisso: la prossima occasione per partecipare all’Atelier Nani sarà il 15 maggio. info@dhubatelier.com
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SAPORI D'ECCELLENZA È veronese il Campione del mondo 2016
MAMMA MIA
CHE PIZZA! di
Giovanna Tondini
giovanna.tondini@verona-pantheon.com
Quattrocento. Potrebbe essere un numero qualsiasi. Potrebbe riferirsi a un qualsiasi oggetto. Certo in pochi lo associano alla pizza. E perché poi la pizza? Perché quattrocento sono i gradi per la sua cottura. E Federico De Silvestri, Campione del mondo di questa prelibatezza, lo sa bene.
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al 2011 Quattrocento è anche il nome della pizzeria che Federico ha aperto a Marzana, insieme alla moglie Mara. Un'attività tanto desiderata, frutto di anni di esperienza trascorsi dietro al banco di una pizzeria al taglio a Sarzana nei pressi di La Spezia.“Mamma mia che pizza!” era il nome del locale. «Abbiamo scelto di trasferirci dalla provincia di Verona in Liguria perché avevamo i figli piccoli e ci siamo avvicinati ai nonni». Così Federico ha iniziato a dedicarsi alla pizza, la sua grande passione di sempre. Lui che da perito elettronico, come il padre, ha deciso di mollare tutto e seguire la scuola per pizzaioli. «Qui ho studiato e imparato le basi per la pizza classica». Poi ci vuole impegno, dedizione, voglia di imparare. Solo così si può andare oltre, oltre il classico, e cucinare la pizza più buona del mondo. E non è solo un modo di dire! Il 13 aprile scorso Federico è stato premiato come Campione del mondo 2016, vincendo in ben 5 categorie, cosa mai successa in 25 anni di edizione. La sua pizza ha conquistato i 60 giurati riuniti per un evento che richiama 700 partecipanti da tutto il mondo, Cina compresa! «Per vincere - ci svela il neo campione - non ci vuole solo un buon impasto». Cottura, farcitura, abbinamento degli ingredienti, sono gli altri fattori determinanti per il punteggio finale. E una buona dose va anche alla fortuna. «In ogni gara ti devi portare l'impasto
da casa e non sai mai che tipo di forno ci sarà, la temperatura dell'ambiente. Ecco perché è fondamentale l'esperienza». Federico, infatti, è da ormai 5 anni che partecipa alle gare, nazionali, europee e mondiali. «In tutti questi anni ho imparato a prendere le misure». Alla base c'è sempre uno studio, un calcolo. Soprattutto oggi che la qualità richiesta è molto alta. «Per fare una pizza al campionato si spendono minimo 70 euro per pizza». Una qualità che tutti gli amanti della pizza ormai pretendono. «Quando i nostri clienti più anziani sono soddisfatti significa che la pizza era fatta bene». Ma per renderla digeribile e buona Federico sperimenta un impasto diverso ogni settimana. «Parto sempre da una stessa base, poi cambio dosaggi, il tipo di farina, le combinazioni, la temperatura dell'acqua, e così via». Solo in questo modo si può migliorare, secondo il campione. «Ci vuole tanta umiltà – sottolinea - e voglia di mettersi in gioco». Ecco perché partecipa spesso alle competizioni: «sono momenti di confronto, di scambio di saperi con altri professionisti del mestiere». Un modo per arricchire il proprio bagaglio.
Alla base di tutto, però, non può mancare la passione. L'elemento essenziale, senza il quale Federico non lavorerebbe tante ore del giorno e della sera, oltre ai fine settimana. «La mattina dalle 8 alle 13 sono in pizzeria per preparare gli impasti, che lievitano per 4-5 giorni, e gli ingredienti freschi per la sera. Poi dalle 16.30 a mezzanotte si riprende». E così tutti i giorni. Il futuro? «Da giugno inizierò a tenere corsi per pizzaioli presso Zanolli Forni». È una nuova prospettiva che entusiasma Federico. E poi, nella nuova veste di Campione del mondo, è richiamato ovunque. Ma i troppi impegni non lo spaventano. «In qualche modo li affronteremo». Lo dice con un sorriso semplice. Come semplice è il suo modo di approcciarsi alle cose. Forse, l'ingrediente giusto per vincere.
Federico De Silvestri (al centro)
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PSICOLOGI IN PIAZZA
SALUTE & BENESSERE
di
Marta Bicego
marta.bicego@verona-pantheon.com @MartaBicego
NELLA SOCIETÀ DEI DUBBI Il mondo è in evoluzione. E la difficoltà delle persone è riuscire a stare al passo con i cambiamenti. Secondo lo psicologo Michele Orlando è questione di prevenzione e consapevolezza: fare un percorso psicologico significa prendersi cura di sé. Ma per farlo è innanzitutto necessario volerlo.
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li italiani di oggi non sono gli stessi di ieri. La società, nel bene e nel male, è cambiata: tra conquiste da una parte e dall'altra precarietà dettata dalla crisi economica, senso di insicurezza come conseguenza degli attacchi terroristici che sono arrivati a colpire il cuore d'Europa. Vede il cambiamento lo psicologo Michele Orlando, laureato in Neuroscienze e specializzando in psicoterapia, presidente e socio fondatore di Omnia Impresa Sociale. Non si stupisce dell'evoluzione
Le persone non fanno altro che mettersi in dubbio ogni giorno: insicurezze che rischiano di divenire sempre più grandi col passare del tempo, se non trovano le corrette risposte interiori e nell’ambiente. della società, quanto piuttosto dell'incapacità degli individui a stare al passo con i cambiamenti. «Le problematicità di questo periodo storico stanno portando ad una riorganiz-
zazione a livello di abitudini esteriori ed equilibri interiori – segnala –, cosa però che non sempre sembra avvenire». La nostra è diventata una società delle paure? La nostra è diventata una società di dubbi, prima di tutto. Le persone si ritrovano ad inseguire modelli a volte esagerati nei modi e nelle ricadute. Giovani che si devono confrontare con un'immagine, spesso distorta, che viene “trasmessa”; padri di famiglia che vivono il pesante, e a volte svilente,
raffronto con i loro genitori in un’epoca così lontana e diversa da quella del passato e che sperimentano l’impossibilità di dare basi stabili e solide ai propri cari. Le persone non fanno altro che mettersi in dubbio ogni giorno: insicurezze che rischiano di divenire sempre più grandi col passare del tempo, se non trovano le corrette risposte interiori e nell’ambiente. Se dovessimo vederla da questo punto di vista sì: è diventata una società delle paure. In realtà siamo
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SALUTE & BENESSERE
Michele Orlando
spaventati ancor più da ciò che siamo e da quel senso di impotenza appreso che non ci permette di cambiarci. Come reagire? Non si può reagire a niente se prima non si riconosce il problema e ne viene individuata la fonte: prima di tutto dobbiamo capire cosa davvero ci porta a sentire in difficoltà. Può servire l’aiuto di qualcuno o forse no. L’importante è non fermarsi all'emotività, ma focalizzare ciò che caratterizza questo nostro stato e in che modo si è generato. Esistono “campanelli d'allarme” cui prestare attenzione se un conoscente vive una situazione di disagio psicologico? Il disagio psicologico può avere fonti diverse, ha elaborazioni personali e comportamenti
IL 22 MAGGIO “PSICOLOGI IN PIAZZA”
molto eterogenei. Buoni campanelli d’allarme sono il cambiamento del tono dell’umore, delle abitudini, dei comportamenti e delle interazioni con gli altri e l’ambiente. Quando è necessario rivolgersi ad uno psicologo? Lo psicologo non è una figura da incontrare solamente nel momento di crisi. È un professionista formato che parte dalla prevenzione e diffusione del benessere. I suoi scopi sottendono ad aiutare l’individuo a ritrovare l’equilibrio e a mantenerlo, ad agire in anticipo portando la persona ad una maggiore concezione di sé e di come si pone con l’ambiente circostante. Fare un percorso psicologico significa prendersi cura di sé e per farlo dobbiamo innanzitutto volerlo.
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Prevenire è meglio che curare. Vale anche per il benessere psicofisico, per tutelare il quale è talvolta necessario affidarsi ad un esperto. È stata pensata proprio per aumentare la conoscenza della figura dello psicologo l'iniziativa promossa da Omnia Impresa Sociale “Psicologi in Piazza” in programma domenica 22 maggio, dalle 10 alle 19, con momenti di animazione e di dibattito tra Piazza dei Signori e Cortile Mercato Vecchio. Privilegiati saranno dibattito e confronto: quattro aree espositive ed una zona talk saranno a disposizione dei cittadini tra le due piazze. Tra le tematiche affrontate: la figura dello psicologo; il ruolo della psicologia nell'affiancare le fasi di crescita del bambino e nel dar supporto ai genitori; il benessere nell'adulto, tra prevenzione e patologia; le nuove sfide che riguardano la terza età. L'evento gode del patrocinio dell'Ordine degli psicologi del Veneto, del Comune e della Provincia di Verona. Per informazioni: info@omniaimpresasociale.it
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GREEN ECONOMY Il nome scelto in onore dell’iniziativa storica, del secolo scorso, a Lugo di Valpantena
“LUCENSE 1923" NUOVA ENERGIA ALL’EX CENTRALE IDROELETTRICA DI MONTORIO Iniziati ad aprile i lavori di recupero della struttura costruita agli inizi del ‘900 e dismessa nel 1982. Grazie all’apporto di acqua del torrente Fibbio, la piccola centrale produrrà energia elettrica da fonte rinnovabile pari al consumo di oltre 200 famiglie e aggiungerà un ulteriore tassello a un progetto più ampio di ecomuseo delle rinnovabili sul territorio veronese.
Veduta della centrale idroelettrica dalle sponde del Fibbio
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re mesi circa per restituire l’antico splendore e la piena funzionalità alla piccola ex-centrale idroelettrica di Montorio, nel cuore del grazioso paese della Val Squaranto. È questo il lasso di tempo previsto dai tecnici per ripristinare la struttura costruita agli inizi del secolo scorso e dismessa 34 anni fa, nel 1982, con il conseguente stato di abbandono. Il progetto, che si trova in via Lanificio 84, lungo il passaggio in paese del torrente Fibbio (vicino al Circolo 1° maggio, ndr), è stato acquistato recen-
temente da Finval Spa (Finanziaria Valpantena Lessinia), la public company veronese che dal 2010 impiega le proprie risorse in progetti di rilancio territoriale in vari settori, tra cui quello delle energie rinnovabili. Finval aveva già finanziato e promosso il progetto della cooperativa Energyland, progettato con il partner tecnico ForGreen (che guidava la rete d’impresa Energy&Life) che aveva identificato e realizzato il modello dopo un’analisi sugli esempi esistenti in centro-nord Europa, e ad oggi ha consentito a 89 famiglie sul territorio
veronese di prodursi energia elettrica pulita grazie ad un impianto fotovoltaico condiviso. A svelarci alcuni passaggi fondamentali dell’operazione è Germano Zanini, imprenditore e presidente di Finval Spa. Dott. Zanini, come nasce l’idea di “Lucense 1923”? L’idea nasce proprio con un chiaro riferimento alla data riportata nel nome che abbiamo dato alla centrale di Montorio. Quel “1923”, anno in cui 26 famiglie di Lugo di Valpantena, su un’intuizione dell’allora curato del paese, don Giuseppe Fontana, decisero di unirsi per
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dare vita a un’iniziativa davvero straordinaria: la costruzione di una centrale idroelettrica sul fondo del va jo di Giare, a Spionca, per la produzione di energia elettrica e della distribuzione della medesima fra i consumatori del paese e dintorni. Iniziativa pionieristica che contribuì per anni allo sviluppo dell’intera vallata e che ebbe vita propria fino al 1963, anno della nazionalizzazione della Lucense da parte di Enel. Fra quei pionieri di Lugo vi era anche mio bisnonno. Diciamo che l’attenzione nei confronti della struttura di Montorio è avvenuta, in primis, per una questione di DNA, in secondo luogo per portare avanti quella mission nata 93 anni fa di sviluppo economico del territorio. Come si svolgerà il ripristino della centrale? Il cantiere è iniziato ai primi di aprile e secondo il programma dei lavoro dovrebbe ultimare già a fine luglio. Il progetto sarà molto rapido poiché non prevede infatti alcuna modifica di tipo volumetrico, ma il recupero architettonico dell’edificio ormai fatiscente e la riattivazione della piccola centrale utilizzando la struttura preesistente. Con l’inserimento delle due nuove ed efficienti mini turbine, si otterrà una potenza di circa 112 kW e una produzione media annua di 745 000 chilowattora. Si tratta Immagine storica della Lucense di Lugo di Valpantena
La centrale prima dei lavori iniziati ad aprile
di un progetto di mini idroelettrico, ma con un importante valore storico anche per il territorio. Quali possono essere i vantaggi per il territorio da questa operazione di recupero? A livello paesaggistico sicuramente per Montorio ci sarà il recupero di un edificio lasciato in abbandono. Dal punto di vista ambientale non si andrà ad interferire con l’attuale configurazione fluviale, poiché si utilizzerà il naturale percorso del Fibbio e le sue diramazioni per riprodurre energia come si era fatto per oltre 80 anni. Sempre parlando di ambiente, la produzione di energia pulita che verrà fatta ogni anno grazie alla Lucense 1923, porterà ad un abbattimento di anidride carbonica in atmosfera pari a circa 1.500 tonnellate di CO2 all’anno. Non dimentichiamoci inoltre, che il progetto Lucense 1923 che vede Finval come soggetto che lo sta sviluppando, coinvolge oggi i circa 90 soci che sono famiglie e imprese che vivono proprio in questo territorio e in queste valli. Lucense 1923 sarà l'occasione anche per sensibilizzare l’inte-
ra comunità sul tema attuale dell'energia pulita. Quali sono i progetti che intendete mettere in campo? In collaborazione con ForGreen stiamo portando avanti da 6 anni un progetto di sensibilizzazione dei più piccoli sul tema delle energie rinnovabili. Dal 2011, anno in cui si è realizzato il parco fotovoltaico Energyland, ad oggi, le scolaresche vengono invitate al “porte aperte” dell’impianto della cooperativa e i tecnici di ForGreen fanno della formazione sul campo a questi ragazzi. L’obiettivo anche grazie al ripristino della centrale a Montorio, “Lucense 1923”, è quello di allargare queste esperienze formative e di riunirle in un progetto di “Ecomuseo dell'energia” permanente, di cui Lucense 1923 farà senz’altro parte, così come il parco Energyland. L’energia, soprattutto realizzata in forma condivisa tra i cittadini, deve essere un patrimonio per l’intero territorio, memori di quanto ha potuto dare per lo sviluppo e benessere ai cittadini delle nostre valli a partire dal lontano 1923.
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Intervista allo sceneggiatore di Tex Willer e Dampyr
GIOVANI & LAVORO
di
Giulia Zampieri
LA NUOVA PROMESSA VERONESE DI TEX
Giovanissimo, appassionatissimo: i superlativi non sono di troppo con Francesco Testi, 26enne di Verona, promettente sceneggiatore per la Sergio Bonelli Editore delle strisce a fumetti di Tex Willer e Dampyr. Noi l’abbiamo incontrato per farci raccontare un’altra delle sue avvincenti storie: un sogno nato nel Far West ma, questa volta, vissuto nella nostra Verona.
È
molto probabile che per Francesco l'amore per i fumetti sia iniziato in America, in quel lontano West celebrato da Sergio Leone, grazie alla passione tramandata dal papà, e ancor prima nella Francia del 1600, assieme ad Athos, Portos e Aramis, grazie a quel primo libricino regalato dalla mamma. E poi, a ben vedere, per un ragazzo che di cognome fa proprio Testi forse le parole, cucite assieme per tessere storie, sono davvero scritte nel destino. Ma qualsiasi sia il prologo di questo racconto sta di fatto che Francesco Testi, giovane 26enne di Caprino Veronese, è la penna più giovane che dà vita alle storie di Tex e Dampyr, due dei più grandi nomi del fumetto italiano e della storica Sergio Bonelli Editore. E soprattutto, un esempio eccezionale di come la passione e il valore delle proprie idee possa portare lontano. Fino a raggiungere i propri sogni di bambino. «Sono cresciuto leggendo Tex», ci confida Francesco, «guardando film western e appassionandomi alla scrittura e alle storie che convincono perché scritte bene. Dopo il liceo classico Maffei, e i primi anni di università, alla fine del 2011 ho pensato di contattare la casa editrice Sergio Bo-
Un disegno preparatorio di Mauro Laurenti per la sceneggiatura di Testi
nelli, deciso a proporre le mie idee. Ho chiamato il centralino (proprio così, ndr) e dopo vari colloqui con l’allora direttore editoriale Mauro Marcheselli, e svariati soggetti inviati, visti e rivisti, grazie alla mia grande passione di autodidatta, ho iniziato a collaborare con la casa editrice milanese sceneggiando il numero 169 di Dampyr, “La tomba del re Scorpione”». Dopo i primi anni di gavetta, e il privilegio di passarli a fianco di grandi maestri come Mau-
ro Boselli, Maurizio Colombo e Moreno Burattini, nel 2014 arriva anche la proposta di sceneggiare una storia breve per la testata di punta, Tex, in un albo a colori disegnato da Mauro Laurenti che uscirà il prossimo novembre. Un caso eccezionale perché Francesco, oltre ad essere il collaboratore più giovane, è anche l’unico sceneggiatore ad aver creato una sola storia prima di arrivare all’integerrimo eroe del west, l’eponimo protagonista
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GIOVANI & LAVORO Moreno Burattini, il curatore responsabile di Zagor con Francesco Testi
«Sono convinto che l’artista, e chi è mosso dall’amore per quello che fa, debba sempre avere fiducia nelle proprie idee» della serie a fumetti più venduta in Italia. Un talento in erba ma sicuro di sé, e forte soprattutto della grande passione per un mondo e un personaggio che riescono ad essere attuali anche dopo 70 anni di vita, perché portatori di valori senza tempo. Quando gli si chiede che consigli abbia da dare ad aspiranti fumettisti o sceneggiatori, Francesco ritorna su quella passione che ha dato vita a
tutto e che, come sottolinea, «vale molto più di qualsiasi scuola di fumetto». «Oggi sto vivendo il mio sogno, - conclude Francesco - ma non è stato tutto facile e penso che in molti settori sia così, soprattutto per noi giovani. Credo, però, che sia importante avere coraggio: noi portiamo innovazione e novità, entrambi fattori di arricchimento! Per questo, non dovremmo mai lasciarci trattenere dall’idea di non avere abbastanza esperienza, anche se si è alle prime armi, o dal timore reverenziale che può bloccarci, soprattutto quando ci si deve confrontare con una realtà storica, come la Sergio Bonelli nel mio caso. Sono convinto che l’artista, e chi è mosso dall’amore per quello che fa, debba sempre avere fiducia nelle proprie
idee». E andare avanti, fino ad arrivare là dove possiamo afferrare i nostri sogni di bambini. Magari, proprio nel Far West. www.sergiobonelli.it Facebook.com/SergioBonelliEditoreUfficialeBonelli Editore
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LA PROVINCIA DI VERONA HA CLASSIFICATO B&B LE NOSARE CON 4 LEONI
COME ARRIVARE AL B&B LE NOSARE In auto, dal Casello autostradale di Verona Est, procedere in direzione Nord lungo la Tangenziale Est. Seguire le indicazioni per Bosco Chiesanuova. Percorrere la Strada Provinciale 6 in direzione Bosco Chiesanuova per 30 chilometri. Una volta in paese arrivare al palaghiaccio e seguire le indicazioni per Verona, al primo stop in fondo alla discesa girare a destra e proseguire per circa 3 km. Passata la contrada Morandini si arriva a Tonghe di sotto
Contrada Tonghe di Sotto - 37021 Bosco Chiesanuova (VR) 348 8189152 Nico - 347 4636775 Stefano info@beblenosare.it - www.beblenosare.it
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FESTIVAL BIBLICO Dal 19 al 22 maggio torna la kermesse sulle Scritture a Verona
QUANDO GIUSTIZIA E PACE SI INCONTRERANNO E (SI BACERANNO)
di Chiara Boni
Giunto quest’anno alla 5^ edizione, il Festival Biblico di Verona porterà in riva all’Adige protagonisti di alto livello per dialogare su tutti i significati della pace: il Salmo 85, «Giustizia e Pace si baceranno», tradotto in una quarantina di appuntamenti in città.
S
ono i due grandi valori espressi dal Salmo 85, Pace e Giustizia, a fare da cornice a questa 5^ edizione del Festival Biblico, che dal 19 al 22 maggio presenterà oltre quaranta eventi sul territorio scaligero. Un modo nuovo di avvicinarsi alle Sacre Scritture, che propone linguaggi attuali e mette in campo ospiti di grande livello e di respiro internazionale. «La quinta edizione veronese della rassegna sulle Sacre Scritture - spiega il Vicario Episcopale per la Cultura Martino Signoretto, referente diocesano del Festival - si presenta come un ricco buffet di proposte, dal quale ciascun uomo e donna, credente e non, cristiano, ebreo o musulmano, potrà attingere il nutrimento più adatto alle proprie esigenze». Ad alzare il sipario su questa edizione sarà l’evento ospitato nell’auditorium della Gran Guardia giovedì 19 maggio dalle 18.00. Un doppio appun-
tamento che vedrà confrontarsi, da una parte, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, l’Ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane don Virgilio Balducchi, e Maria Clara Rossi, docente universitaria di Storia della Chiesa e giuristi del territorio, anche con riferimento al rapporto dei detenuti con la propria religione (tavola rotonda Il perdono incarcerato); dall’altra, Luciano Meir Caro, Rabbino di Ferrara, Mohamed Guerfi, Imam di Verona e mons. Boghos Levon Zekiyan, arcivescovo di Istanbul per la comunità Armena Cattolica di Turchia, uniti in un dialogo interreligioso accompagnato da brani musicali tratti dalle rispettive tradizioni religiose e interpretate da un coro di voci ebraiche, uno di voci musulmane e uno gospel. «Il passo biblico che ispira questa edizione ci parla di uno sposalizio (quello tra giustizia e pace) futuro, evidentemente alludendo alla Gerusalemme
celeste. Tuttavia – continua Signoretto - già sulla terra ogni uomo è chiamato a coltivare spiragli di speranza, che talvolta, nella storia, si sono effettivamente tradotti in scelte concrete da parte di singoli stati o persone». Ma anche le voci internazionali della pace avranno il loro spazio all’interno del Festival: invitati a portare la propria testimonianza di “ambasciatori di pace” nelle difficili terre del vicino Oriente sono l’israeliano Shai Doron, direttore del Jerusalem Biblical Zoo, dove palestinesi e israeliani, ebrei e mussulmani, lavorano insieme nel comune intento della cura del creato, e Daoud Nassar, cristiano palestinese di Betlemme che con la sua famiglia ha trasformato la fattoria di proprietà in una Tenda delle Nazioni, dove le persone costruiscono ponti. Saranno entrambi a Verona sabato 21 maggio. www.festivalbiblico.it
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A cura di Eliana Rapisarda, direttore Veronagreen.it
L A S P E S A E T I C A e altre meraviglie
Cambiare modo di fare acquisti può trasformarsi in una piccola rivoluzione sostenibile? In questa prima puntata della nostra rubrica “green” vogliamo parlarvi dei Gas, associazioni che scelgono di consumare in modo più critico ed etico, sostenendo i piccoli produttori biologici, il più possibile a km0, con un’ottica collaborativa verso l’economia locale.
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iologico sì, biologico no? È forse la prima domanda di chi vuole avvicinarsi ad uno stile di vita più sostenibile. Con tutte le polemiche che si sentono sui prodotti bio, è facile avere dubbi sul reale valore di questa scelta alimentare e di vita. Sicuramente il biologico è un metodo di produzione più rispettoso dell'ambiente e della salute, che non utilizza dannosi e inquinanti pesticidi chimici. Ma c'è biologico e biologico. Non esistono infatti solo i prodotti delle grandi aziende certificate, che mettono al centro il marketing e l'immagine, accusati di essere una moda del momento. I piccoli produttori biologici, con il loro impegno e la loro dedizione sincera, rappresentano un pilastro importante di un'economia alternativa, attenta agli equilibri della natura e della società. E sono proprio queste piccole realtà che vogliono sostenere i Gruppi di acquisto solidale (Gas), associazioni di perso-
ne che si uniscono per fare la spesa insieme in modo più critico ed etico, guidati da valori come l’ecosostenibilità ma anche l'importanza del lavoro delle persone, contro l’approccio consumistico e spersonalizzante dei supermercati. Per questo l'aggettivo “solidale” è parte integrante della definizione di questi gruppi di acquisto. Nella nostra provincia esistono 30 Gas veronesi, che fanno parte della rete nazionale Intergas. Dalla Valpolicella a Verona sud, da Sommacampagna a Quinzano, è facile trovare vicino a sé un gruppo già consolidato a cui unirsi (per un elenco completo ed i contatti vedi www.quarei.it). Grazie al contributo partecipativo di tutti i volontari, i Gas sono realtà molto ben organizzate, che conoscono di persona i propri “fornitori”, privilegiando piccole imprese, meglio se a chilometro zero, così da evitare l’inutile inquinamento dovuto ai trasporti. L’obiettivo non è solo
ottenere prezzi più vantaggiosi, ma soprattutto sostenere un’economia più sostenibile sia verso le persone che verso l’ambiente. All’interno di un Gas c’è tanto da imparare, grazie alle relazioni che si instaurano e alle attività e progetti culturali che spesso promuovono: corsi, conferenze ed anche ecofeste, come quella organizzata dal Gaspolicella lo scorso 3 aprile (“A Tutto Gas!”). Un’occasione per incontrarsi e farsi conoscere, ma anche per sostenere l’avvio di un progetto di orti collettivi nelle scuole del territorio. I Gas sono la dimostrazione di come le piccole grandi rivoluzioni possano partire dal basso, anche perché - ci piace ricordarlo - come consumatori abbiamo un potere enorme: quello di influenzare le scelte del mercato con i nostri acquisti e le nostre preferenze. www.veronagreen.it Facebook.com/veronagreen.it
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ECOLOGIA E FINANZA Il tema dell'incontro in Capitolare
GAËL GIRAUD A VERONA CON IL SUO NUOVO LIBRO
Sarà l’insolito binomio ecologia-finanza il protagonista dell’incontro che l’11 maggio, alle 11.30, si terrà alla Biblioteca Capitolare di Verona: ospite d’eccezione sarà Gaël Giraud, economista ed ex banchiere francese, oggi padre gesuita e attuale chief economist all’Agence Française de Développement di Parigi, che presenterà il suo nuovo libro dedicato alla Transizione ecologica. di Chiara Boni
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n Italia per presentare la sua ultima fatica letteraria, Transizione ecologica. La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia, Gaël Giraud, padre gesuita e chief economist all’Agence Française de Développement di Parigi, sarà a Verona l’11 maggio per una conferenza dal titolo “Ecologia e finanza, un’alleanza per il futuro”. L’evento, ospitato negli spazi della Biblioteca Capitolare, è organizzato da Editrice Missionaria Italiana, Verona Network, la Biblioteca Capitolare e Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita. Oltre all’autore, interverranno mons. Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca, Vincenzo Scotti, amministratore delegato di ForGreen Spa e don Renzo Be-
ghini, teologo e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A moderare l’incontro sarà Lorenzo Fazzini, direttore di Editrice Missionaria Italiana. L’Earth Day, il Giorno della Terra, celebrato lo scorso 22 aprile, è tornato a ricordarci dell’impatto pesante che l’essere umano ha sul pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. È questo lo sfondo concettuale su cui si sviluppa il nuovo libro di Gaël Giraud, che con la sua teoria della transizione ecologica delinea una strada concreta e percorribile per salvare il domani del pianeta.
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Transizione Ecologica
Transizione Ecologica
Questo libro è un saggio di economia, ma si legge come un thriller. Come in un giallo l’autore indaga partendo dagli indizi (subprime, cartolarizzazioni, Collateralized Debt Obligations, …), identifica le prove (le scommesse fraudolente delle banche sulla pelle dei correntisti), cerca il colpevole (la crisi è morale), rintraccia il movente («la legge del più forte»). Ma Gaël Giraud, che prima di esser gesuita è stato banchiere e conosce di persona il mondo degli hedge fund e delle Banche centrali, si spinge oltre. E traccia la strada per cercare un futuro di vita alla nostra società, rattrappita dentro lo schema del «paradigma tecnocratico» (papa Francesco) che mira a ottenere di più (risorse, prodotti, benessere) con meno (sforzi, investimenti, partecipazione). Transizione ecologica significa una società di beni comuni in cui il credito sia considerato mezzo e non fine per realizzare riforme a vantaggio di tutti e benefiche per l’ambiente: rinnovamento termico degli edifici, cambi di prassi nella mobilità, tasse più alte per chi inquina, in pratica «un’economia sempre meno energivora e inquinante». «La transizione ecologica sta ai prossimi decenni come l’invenzione della stampa sta al XV secolo o la rivoluzione industriale al secolo XIX - spiega Giraud -. O si riesce a innescare questa transizione e se ne parlerà nei libri di storia; o non si riesce, e forse se ne parlerà fra due generazioni, ma in termini ben diversi!».
Prefazione di Mauro Magatti
Biblioteca Capitolare
ecologia e finanza, un’alleanza per il futuro Incontro con Gaël Giraud sj economista, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne autore di Transizione ecologica (Emi)
Intervengono:
La finanza a servizio della nuova frontiera dell’economia
Giraud, che ha scelto la vocazione religiosa dopo una vita da banchiere di alto livello in seguito ad un’esperienza in Ciad a servizio di bambini disabili, in quest’opera dà una specifica lettura della crisi ecologica del nostro tempo, ponendosi sulla stessa lunghezza d’onda dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Secondo l’autore, la transizione ecologica, che comporta una serie misure concrete per ridurre la dipendenza da energie derivanti da fonti fossili e di conseguenza l’inquinamento, è una soluzione concreta per una crescita economica che sia «meno energivora» e «più sobria», e può essere sostenuta attraverso gli strumenti tipici della finanza.
mons. Bruno Fasani
prefetto Biblioteca Capitolare
Vincenzo Scotti
amministratore delegato Forgreen Spa
Renzo Beghini
teologo, Università Cattolica del Sacro Cuore Modera:
Lorenzo Fazzini
direttore Editrice Missionaria Italiana
Mercoledì 11 maggio ore 11:00
Biblioteca Capitolare Piazza Duomo, 13 - VERONA Ingresso libero Seguirà buffet Info: segreteria@emi.it / cell. 328.037080
Gaël Giraud Gaël Giraud, gesuita, è chief economist all’Agence Française de Développement. Fa parte del Centro d’Eccellenza di Regolazione Finanziaria e della Scuola di Economia di Parigi. È uno dei più quotati economisti di Francia.
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a cura di Alessandra Scolari
TITOLO: L’ultimo elfo AUTORE: Silvana De Mari EDIZIONI Adriano Salani nella collana Gl'Istrici prima edizione 2004 PREZZO: 11€ E-book: 6€ PAGINE: 308 ETÀ DI LETTURA: dai 10 anni
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L LIBRO: Racconta la storia di Yorsh (Yorshkrunsquarkljolnerstrink), l’ultimo elfo che teme gli esseri umani: nemici di sempre. Eppure viene salvato dalla giovane Sajra e da Monser che non sanno leggere, però condividono il desiderio di pace dell’elfo «nato da poco» e gli vogliono bene! La profezia? L'elfo incontra il drago! Torna il sole. Gli umani lo lasciano nella grotta, dotata di una biblioteca che dall’astronomia alla zoologia contiene tutto il sapere del mondo. Yorsh qui vive 13 anni! Diventa un giovane con sogni umani… Aiuta a far nascere un drago: Erbrow, che lo fa volare e diventa una «specie di fratello maggiore». Intanto nella Casa degli Orfani c’è Robi: chi è? Solo una ragazzina perspicace, coraggiosa che sogna un principe! Con la vita distrutta da «freddo, nostalgia e fame»? Arriverà Yorsh e Erbrow e tutti insieme libereranno gli schiavi….. L’AUTORE: Silvana De Mari è nata a Caserta nel 1953, vive a Torino ed è specializzata in chirurgia generale: si definisce «un medico che scrive». In questo libro l’autrice entra nell’anima di tutti i lettori: dai dieci anni in su. Nel 2004 con L'ultimo elfo ha vinto il Premio Bancarellino e il Premio Andersen. Un anno dopo in Francia Le Prix Immaginaire, negli USA il premio ALA American Library Association (2006); anche in Austria nel 2009 “La giuria dei Ragazzi” ha assegnato il premio a questo romanzo tradotto in 20 lingue. CURIOSITÀ: Il libro è diviso in due parti. Nella prima Yorsh conosce i due umani e compie piccole magie, come trasferire l’energia «da dentro la mia testa a fuori la mia testa»; nella seconda parte è con il drago. Yorsh cita sempre la nonna «se sogni (pensi, ndr) abbastanza forte le cose diventano vere». L'autrice riesce, con un linguaggio lineare e raffinato, a coniugare la complessità della vita tenendo alta la tensione fino all’ultima pagina. Nel racconto la De Mari si rifà alla fiaba per poi passare a fatti e personaggi verosimilmente reali, sprigionando ironia, allegria, sofferenza, speranza e amicizia, pur affrontando temi come la diversità, la crescita, la lettura e la responsabilità.
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IL FILM:
A Fenyang, nel 1999, gli amici di infanzia Liangzi, operaio di una miniera di carbone, e Zhang, proprietario di una stazione di servizio, amano entrambi Tao, la bella della città. Tao alla fine sposa il ricco Zhang e con lui ha un figlio di nome Dollar. Nel 2014, quindici anni dopo, Tao è una donna divorziata e Dollar è emigrato in Australia insieme al padre. Nel 2025, in Australia, il diciannovenne Dollar non parla più cinese e a malapena comunica con Zhang, ormai in bancarotta. Tutto ciò che ricorda di sua madre è solo il nome.
CRITICA:
«Nessuna, ma il folle tentativo di comprimere in un solo film 25 anni di cambiamenti, in uno dei lavori più radicali in gara (Festival di Cannes, ndr). Il tutto raccontato con un'adesione fisica e sentimentale a corpi, paesaggi, gesti, danze, di grande impatto emotivo. La Cina non è mai stata così vicina». (Fabio Ferzetti) «Malinconico, ironico, con qualche lungaggine compensata però dalla freschezza dello sguardo di chi racconta, “Al di là delle montagne” è piacevole, colorato, sincero» (Stenio Solinas) «Lo capisci che non è legato a una forma sola di narrazione, lo vedi che mescola - cinematograficamente - sacro e profano. E racconta l'ossessione cinese per l'Occidente e per il capitalismo meglio di un trattato. Superbi i protagonisti». (Luca Vinci)
TITOLO: AL DI LÀ DELLE MONTAGNE GENERE: DRAMMATICO DURATA: 120 MINUTI REGIA: JIA ZHANG-KE ATTORI: ZHAO TAO, ZHANG YI, LIANG J INDONG, DONG ZIJAN USCITA (ITALIA): 5 MAGGIO
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CLASSICI DA NON PERDERE Titolo: Supercop Genere: Azione, Commedia Durata: 95 minuti Regia: Stanley Tong Attori: Jackie Chan, Michelle Yeoh, Maggie Cheung, Kenneth Tsang Il film è stato prodotto nel 1992 ma già si intravedono i segni di disgelo tra Cina e Hong Kong, unite nel combattere una banda di narcotrafficanti che spadroneggia nel Bacino del Pacifico. L’unica ipotesi per arrivare al boss sembra essere quella di infiltrarsi all’interno dell’organizzazione e l’unico in grado di farlo è il coraggioso detective Chan.
Questa pagina è stata realizzata grazie al contributo di TEDxVerona per l'iniziativa "Adotta un giovane artista veronese", per maggiori informazioni: www.verona-pantheon.com
Concerti, mostre, conferenze, creatività, feste, workshop, sagre, di tutto di più. Felix: la meticolosità di uno svizzero, la passione di uno spagnolo, la voglia di lavorare e l’allergia al computer di un artigiano veneto, la voglia di viaggiare di un olandese, la pace zen di un tibetano, tanta coloratissima creatività africana, il classico sorriso a 42 denti bianchissimi stampato in faccia e l’irrefrenabile voglia di ripartire da zero. Dalle proprie passioni primordiali, da quel taglierino e dalle penne e pennarelli che ha per raggiungere il suo sogno, quello di fashion designer! È per questo che TEDxVerona , con il tema di quest’anno, ha deciso di selezionare lui come artista del mese: perfetto! Qua due suoi lavori realizzati a Verona: il suo splendido murales di 5 metri dove ogni paese del mondo è tessuti africani presenti oggi su tutte le passerelle del mondo. Andate ad ascoltarvi la video intervista che abbiamo realizzato: non perdetevela, sui nostri canali e quelli di Pantheon. Felix, nomen omen, Kanor Tetteh is the new Salmon in da House! www.verona-pantheon.com, www.vimeo.com/salmonmagazine www.salmonmagazine.com
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MAGGIO LIBRI La biografia del parroco di Marzana don Giulio Girardello
TERRITORIO TRA LE RIGHE
«DIO SI È UMANATO›› di
Alessandra Scolari
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onoscendo don Girardello, ritengo encomiabile il lavoro di Michele Dai Pré che ha scelto di trascriverne in diretta la sua biografia (2006) nel suo percorso di studi (frequentava la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, Arezzo). Sgorgano tante emozioni dalla storia di quest’uomo che ha incarnato la fede in Dio e nell’umanità. Il testo, rimasto nel cassetto otto anni, è stato completato il 29 ottobre 2014, quando don Giulio era ospite della Casa Perez di Negrar, della quale diceva «per me è il luogo dei più poveri tra i poveri, io povero con loro». Poi l’idea di darlo alle stampe, con i contributi di Stenio (fratello maggiore di don Giulio) e della nipote Anna. Michele merita un grazie.
È il titolo del libro, scritto da Michele Dai Prè, contenente la biografia di Giulio Alberto Girardello: «uomo, prete e missionario». Un sacerdote (23 febbraio 1932 – 30 dicembre 2014) che ha concluso la sua missione a Marzana, riuscendo a «risvegliarla dal letargo», con il sorriso e l’entusiasmo. Don Giulio Girardello, che nella vita comunitaria sperimentava la positività, ha pubblicato i volumi Verona in Missione e una raccolta di poesie Ho appena due mani… e il sentimento del mondo, senza trascurare il suo ruolo instancabile di animatore sorridente ed ottimista. Amava la compagnia. Era nato a Castagnaro (ultimo di quattro figli), geometra e poi sacerdote (1959) aperto alla missione, don Giulio divenne vice rettore del seminario per l'America Latina e partì (1968) per Teresina (Brasile): missionario Fidei Donum. Qui con gli altri preti rifletteva su «una Chiesa in cammino, impegnata nel passaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza al sollievo». Ritornato a Verona (1978) operò nel Ceial, Centro Ecclesiale Italiano per l'Ameri-
Don Giulio Alberto Girardello
ca Latina, che preparava preti, religiosi e laici diretti nel Terzo Mondo. Nel frattempo (1966) nacque il Mlal, Movimento Laici America Latina, per il sostegno dei volontari che andavano in missione e per sensibilizzare i veronesi alla solidarietà verso i popoli dell’America Latina e
"Qui da noi il piede misura la strada e i sandali una vita" dell’Africa. Don Giulio nel Mlal ebbe un ruolo importante: convinceva tutti ad aprirsi al dialogo ad operare affinché le popolazioni diventassero autonome e protagoniste dello sviluppo delle loro comunità. È stato uno dei promotori dell'associazione “Beati i Costruttori di Pace”. A Verona don Giulio è stato vicino alla sorella Teresa. Arrivato a Marzana come parroco (2001- 2013) ha trasferito l’esperienza della missione: coinvolgendo i parrocchiani nel restauro della chiesa e nelle attività, facendosi apprezzare e voler bene. Ora riposa nel cimitero di Marzana.
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MAGGIO LIBRI Diciotto penne femminili affrescano il nostro territorio di Alessandra Scolari
“IO SONO IL NORD EST”
È il titolo del libro, edito da Apogeo, nel quale diciotto scrittrici, attraverso storie di donne «spesso invisibili e quasi mai protagoniste» racconta il ricco Nord Est ancora «in bilico fra crisi e rinascita». Una parte del territorio che viene messo a nudo, svelando l’ipocrisia, spesso con ironia e con «la forza inesauribile, la positività e la voglia di futuro». IL LIBRO
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arina Salamon nella prefazione scrive: «I racconti sono carichi di speranza, sebbene testimoniano storie di crisi, di rapporti egoistici e strumentali tra uomini e donne». Per Francesca Visentin, giornalista del Corriere del Veneto, curatrice del libro, il titolo «rende protagoniste tutte le donne del Nord Est»: Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. La maternità desiderata, sofferta e rifiutata è uno dei temi prevalenti delle storie. Antonia Arslan inizia con i Tempi di Erode, chiedendosi «Perché tante donne, non sembrano più coinvolte nella trasmissione di sé attraverso i piccoli esseri che da noi nascono e che devono essere fatti crescere [….] per realizzare in loro il nostro futuro?» e riflette «I bambini non interessano più, se non come appendici solitari e nervosi, giocattoli di adulti immaturi [….]». Racconta poi dei bambini «vittime più ricercate» nella tragedia armena. Isabella Bossi Fedrigotti, par-
te dal Ponte sul torrente Leno (1877) pagato con i soldi della Zigherane (operaie della Manifattura Tabacchi, ndr) e della loro determinazione a richiedere e ottenere l’asilo aziendale (1923, il primo in Italia), aperto a tutte le mamme anche alle «disonorate», perché avevano un figlio fuori dal matrimonio. Irene Cao racconta la storia di Sante, Angelica e Celeste nel 1943, quando «C’era ancora la voglia di volersi bene anche se prima bisognava pensare a restare vivi» e quella più facile, (ma felice?) di Chiara, con il piccolo Ricky e Damiano che pensa alla bici. Mary B. Tolusso entra nella classe di un liceo (di provincia) per raccontare il professor Nicholas, persona colta che tradisce la moglie, guardando nostalgico ai primi amori dei suoi ragazzi. Struggente la storia della Clochard e della ragazza che, in parte, la emula. Purtroppo non c’è spazio per tutti i racconti, ma citiamo quello finale di Francesca Betty la Bella, copywiter e media planner, che
La vendita del libro Io sono il Nordest sostiene il Centro Veneto Progetti Donna Onlus, che aiuta donne italiane e straniere vittime di violenza e maltrattamenti che vengono ospitate in «case di fuga», luoghi nei quali possono iniziare una nuova vita.
per il lavoro ha rinunciato a ben tre figli e poi…… Interessantissimi anche i racconti di: Irene Cao, Mary B. Tolusso, Gabriella Imperatori, Barbara Codogno, Federica Sgaggio, Michaela K.Bellisario, Francesca Diano, Elena Girardin, Anna Laura Folena, Annalisa Bruni, Antonella Sbuelz, Micaela Scapin, Maria Pia Morelli, Serenella Antoniazzi e Irene Vella. La copertina esprime la forza, l’entusiasmo e la fiducia nel futuro che ogni ragazza porta con sé.
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TERRITORIO Il fascino delle rievocazioni storiche e delle feste a tema
TENDENZE
TRA SPADE E TAMBURI di
Ingrid Sommacampagna
IL MEDIOEVO NON È PIÙ BUIO
In Italia continuano a nascere gruppi e associazioni che organizzano rievocazioni storiche a tema medievale, rappresentate negli antichi borghi, all'interno di castelli e nelle piazze adiacenti. Nel territorio veronese ne è un esempio la “Festa Medievale – Al Castello un sogno d'estate” di Montorio (27-29 maggio) che quest'anno, nell'ultimo giorno, ospiterà la Magnalonga, un evento enogastronomico che si snoderà attraverso la dorsale Preafita partendo da ponte Florio fino ad arrivare all'entrata della rocca.
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l Medioevo è un periodo molto lungo della storia caratterizzato da contrasti e crisi ma anche da una grande fioritura culturale avvenuta grazie all'esperienza dei Comuni, delle signorie e alla nascita delle università. Il fascino scaturito dall'epoca medievale attraverso la visione di film, la lettura dei libri di scuola, di manoscritti e di leggende a metà tra la fantasia e la realtà, hanno fatto sì che si sia tramandato un bagaglio culturale importante, oggi riproposto attraverso le rievocazioni storiche che attirano appassionati e curiosi. Non si tratta di semplici manifestazioni di paese perché fanno nascere attorno ad esse dibattiti, convegni e mostre che incentivano il ritorno di antiche tradizioni. Sviluppare una rievocazione non è una cosa semplice. Nulla va lasciato al caso, perché sono proprio i dettagli e la capacità di descrivere un determinato momento storico a fare la differenza. Particolari a cui fare attenzione sono, ad esempio: lo stile di combattimento, gli abiti, gli strumenti musicali, le armature, i cibi, i nomi dei personaggi rievocati, le tipologie di antichi mestieri, i regolamenti di tornei, palii, giostre,
lotte e le bardature dei cavalli. La passione del pubblico per il Medioevo ha determinato la nascita di gruppi storici e di aziende che offrono spettacoli, materiali e servizi, rendendo necessaria la rivalutazione di negozi artigiani, come sartorie, oreficerie, fucine e armerie; inoltre, molte persone, dopo un'accurata preparazione, diventano rievocatori e interpretano determinati ruoli, ad esempio: gli sbandieratori, i giullari, le dame, i re, i cantastorie, i giocolieri, i mangiafuoco e i cavalieri. Sul territorio
veronese sono presenti associazioni medievali e gruppi di rievocazione che offrono allestimenti e spettacoli: la Compagnia del Sipario Medievale e Flamma Draconis; altri gruppi si allenano basandosi sui trattati d'epoca della Scherma Storica: l'Accademia Cangrande della Scala, l'Ordine delle Lame Scaligere, la Compagnia del Doppio Soldo e la nuova Compagnia delle 12 Lame. Ricostruire il Medioevo non è un gioco da ragazzi. Bisogna essere competenti anche dal punto di vista culturale, av-
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«La Festa Medievale di Montorio partirà venerdì 27 maggio e terminerà domenica 29 con la Magnalonga, una passeggiata alla ricerca dei saperi e dei sapori medievali tra vigne ed olivi sulla dorsale Preafita». valendosi di esperti artigiani capaci di riprodurre oggetti eseguiti nel modo più fedele possibile ai reperti museali; inoltre, nell'allestimento delle manifestazioni bisogna riporre grande attenzione per ricreare i velari dei bivacchi, gli accampamenti militari e le cucine. Ci si sfida in battaglie, assalti, tornei, e in altre prove di forza che ricordano le abilità e i valori cavallereschi degli eroi passati: come il tiro alla fune, il tiro con la balestra, il tiro con l’arco, la lotta con i bastoni, la corsa con le giare, la quintana, l’albero della cuccagna; inoltre, esibizioni di falchi in simulazione di caccia, musica, rappresentazioni teatrali, esibizioni di cavalli, partite a scacchi
con personaggi viventi, parate, danze, animali esotici e da fattoria. Ogni manifestazione si differenzia dalle altre per la propria storia e originalità. A San Marino, ad esempio, nelle “Giornate Medievali”, si vive in vesti storiche per una settimana; invece, a Monteriggioni, si assiste ad un vero e proprio blackout all'interno del borgo, per un giorno. «La Festa Medievale di Montorio partirà venerdì 27 maggio e terminerà domenica 29 con la Magnalonga, una passeggiata alla ricerca dei saperi e dei sapori medievali tra vigne ed olivi sulla dorsale Preafita. Saranno tre giorni di musica, spettacoli e intrattenimento in cui si ricreerà la vita del 1400 con la partecipazione di spadaccini e arcieri, il tutto con il sottofondo di musiche medievali. Presenti anche laboratori tematici di artigiani proposti ai ragazzini, in prospettiva di
MAGNALONGA
utilizzare il castello nel periodo invernale con le visite guidate per le scuole» spiega Emanuela Businaro, organizzatrice dell'evento, che da anni, con l'associazione Amici Ecomuseo Preafita, cerca di far riconoscere l'area della rocca come museo aperto. Durante la Magnalonga, a cui si accede tramite prenotazione, si potranno gustare cibi medievali come: l'insalata di farro, la porchetta con il “vin coto”, la “Rua di Cangrande”, ma si farà un'eccezione con le patatine fritte e i gelati per i più piccoli. Il futuro più luminoso è sempre basato su un passato dimenticato; ma è proprio il passato che va recuperato e approfondito, attraverso queste sempre più famose manifestazioni, nella loro veste ludica, culturale e folcloristica. Per info e prenotazioni: www.magnalonga.org oppure www.veronanetwork.it
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DI CORSA Torna a Verona l'evento podistico più amato dell'anno
SPORT
TUTTI ALL'ARIA APERTA di
Emanuele Pezzo
emanuele.pezzo@verona-pantheon.com @Manupegaso
C'È LA STRAVERONA Il 14 e 15 maggio si terrà la 34esima edizione della manifestazione podistica più partecipata della provincia. Ad organizzarla è l'associazione omonima, presieduta da Gianni Gobbi, che riunisce l'Unione Marciatori Veronesi e il Comitato FIASP di Verona.
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rmai tutto è pronto: dopo un anno di attesa e quattro mesi di preparativi ben più intensi, le strade di Verona si accingono ad ospitare il 14 e 15 maggio la 34esima edizione della Straverona. Dopo gli oltre 21mila iscritti dell'edizione 2015, si prospetta un ulteriore incremento, per una manifestazione che di anno in anno attira sempre più appassionati. A tal proposito gli organizzatori hanno predisposto per questa edizione un programma ancora maggiormente adattabile a varie fasce di età e capacità atletiche. Ad organizzare l'evento, come di consueto, è l'Associazione Straverona, che con la sua ottantina di soci rappresenta sia l'Unione Marciatori Veronesi che il comitato veronese del-
Abbiamo predisposto più percorsi, differenziati per tipologia e gusti, anche per famiglie e disabili. la FIASP (Federazione Italiana Amatori Sport Popolari), promotori anche di un altro centinaio di appuntamenti podistici in provincia. Dal 2012 il presidente di questa realtà è Gianni Gobbi, che ci descrive così l'evento: «Strave-
Programma e percorsi Saranno due giorni intensi quelli della Straverona. Il programma è fitto e farà di tutto per coinvolgere più persone possibili. Si partirà il sabato con eventi dedicati ai giovani ed alle famiglie. Dalle 16.30 in Piazza Bra comincerà la Straverona Junior, con quattro categorie riservate agli Under 14, seguita dalla Staffetta Genitori&Figli, dove mamme e papà potranno divertirsi in un percorso condiviso coi propri ragazzi. La domenica sarà il giorno principe della manifestazione. I partecipanti potranno destreggiarsi su tre distanze diverse (6, 10 e 20 km), sempre a partire dal centro città per allontanarsi sempre più verso le Torricelle e la Valpantena. Sulle due distanze maggiori sarà anche possibile partecipare alla CronoRun, che dà diritto ad un pettorale con chip per cronometrare la propria prestazione e con una parte del ricavato che andrà in beneficenza.
rona è il più partecipato evento podistico della provincia. È aperto a tutti, non solo agli appassionati: per questo abbiamo predisposto più percorsi, differenziati per tipologia e gusti, ad esempio anche per famiglie e disabili». «È un evento sportivo ma non solo – conclude Gobbi – perché partecipano anche tantissime associazioni di volontariato
e solidarietà. Inoltre c'è tanta animazione durante e dopo la manifestazione. Quest'anno collaboriamo con la realizzazione del Festival degli Artisti di Strada». In poche parole, Straverona è un denominatore comune che, anche quest'anno, porterà all'aria aperta migliaia di persone in comode scarpe da ginnastica per le vie della città.
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LO SPORT CHE NON TI ASPETTI Rugby femminile di Emanuele Pezzo
PLACCAGGI DIPINTI DI ROSA Mentre ancora troppa gente guarda con scetticismo verso uno sport cosiddetto "maschio", il Verona Rugby Ragazze ha riunito le atlete che erano divise tra CUS e Valpolicella, e ora partecipa alla Coppa Italia regionale di rugby a 7 puntando alla fase nazionale.
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lcune settimane fa la nazionale femminile di rugby, attualmente ottava nel world ranking, si è qualificata ai mondiali del 2017 in Irlanda, sconfiggendo nel torneo "Sei Nazioni" la Scozia e il Galles. Risultati ben diversi di quelli dei colleghi uomini, vincitori ancora una volta del poco ambito "cucchiaio di legno". Ma verrebbe da domandarsi: «Rugby femminile?» Forse non tutti sanno che in provincia esiste, fondato nel luglio 2013, il Verona Rugby Ragazze. A sintetizzare in poche parole questo mondo, solo apparentemente contraddittorio, è il presidente ed head coach Claudio Casarotto: «Il rugby può essere femminile soprattutto perché nella mia esperienza non ho mai visto uomini determinati nel lavoro come le ragazze». Oltre a Casarotto lo staff della società comprende Alessandro Facci e Alessandro Ballerini (aiuto allenatori senior), Marco Signoretto (giovanili) e Alessandro Pacifici (preparatore atletico).
«Nella mia esperienza non ho mai visto uomini determinati come le ragazze». La formazione dai colori rosa e viola ha avuto, innanzitutto, il pregio di riunire le atlete presenti in provincia di Verona, che erano spartite tra i club di CUS e Valpolicella e costrette a confluire in squadre miste per poter giocare. Unendo le forze è andato a formarsi un
gruppo iscritto alle fasi regionali di Coppa Italia, con l'ambizione di arrivare tra le prime per andare alle nazionali. La speranza, ovviamente, è di far crescere la passione per questo sport, in ascesa di popolarità in campo maschile ma visto con scetticismo in quello femminile, incrementando anche il settore giovanile per poter coltivare nuove leve per il futuro della prima squadra. Altro che paura di sporcarsi
e fare fatica, insomma. Quasi come recita una campagna internet della squadra femminile di rugby dell'università americana di Notre Dame: «Ho imparato che non sono troppo piccola per subire un grande impatto». Claudio Casarotto 347 4488175 Per maggiori info: info@veronarugbyragazze.it oppure Facebook.com/veronarugbyragazze
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33^ MARCIA SUI COLLI DI GREZZANA PER RISCOPRIRE L’AUTENTICITÀ DEL PAESAGGIO Si svolgerà domenica 5 giugno la seconda edizione della rinnovata gara podistica non competitiva organizzata dal Gruppo Marciatori Grezzana Onlus. Previste in Piazza Ruffini, luogo di partenza dei tre percorsi, oltre 3mila persone. Lo scopo principale è dare valore e lustro al binomio sport e cultura, in questo caso del paesaggio.
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rande attesa a Grezzana per il 5 giugno, e non per una questione politica. Nonostante per puro caso questa data coincida con il giorno di votazione per le amministrative comunali, qui stiamo parlando di sport. E di uno sport davvero alla portata di tutti. Dopo l’edizione dello scorso novembre, infatti, in cui si iscrissero oltre 2mila persone, torna domenica 5 giugno 2016 la Marcia di Grezzana, organizzata dal Gruppo Marciatori Grezzana Onlus. Il gruppo sportivo grezzanese, affiliato all’UMV (Unione Marciatori Veronesi), affonda le sue origini a quasi quattro decenni fa, ma è soltanto da un anno e mezzo, dopo circa tre anni di interruzione delle attività a causa di un mancato ricambio generazionale, che si è potuti ripartire con un nuovo direttivo e un nuovo presidente che oggi è Patrizia Zanin. «L’idea di riprendere in versione aggiornata la storica marcia di Grezzana ci è venuta per dare seguito a ciò che di ottimo era stato fatto in questi tre decenni da chi ci ha preceduto e di utilizzare lo sport come veicolo di promozione territoriale» spiegano gli organizzatori. «L’evento, infatti, coniuga tutti i principi più sani e salutari dello sport con la voglia di apprezzare il territorio circostante, composto da bellezze naturali, paesaggistiche e storico- culturali». «I percorsi, di 5, 10 e 17 chilometri, passano tutti da alcuni punti con ristoro, che sono, appunto, Piazza Ruffini, Villa
Arvedi e Villa Cacace. Si passa, senza ristoro, anche da Villa Cometti. Il primo percorso, accessibile, è assolutamente senza barriere architettoniche, studiato affinché tutti vi possano partecipare; il secondo, ondulato, per quelli che se la sentono di fare qualche passo in più; il terzo, impegnativo, per i runner: è previsto in questo ultimo track un dislivello di 400 metri». «L’evento è organizzato in collaborazione con Alpini e Pro Loco di Grezzana, grazie ai quali verrà offerto un piatto di pasta per tutti al termine della giornata - concludono gli organizzatori - C’è grande interesse nei confronti dell’iniziativa, avvallata dall’Unione Marciatori Veronesi. Ci aspettiamo circa 3mila persone e per Grezzana
sarà una bella occasione per farsi conoscere o riscoprire in tutto il suo splendore». Quote iscrizione: € 2,50 con riconoscimento e € 1,00 solo ristori. Per i non tesserati: più € 0,50 per tesseramento giornaliero comprensivo assicurazione infortuni. Riconoscimento ai partecipanti: una confezione da 6 tortini allo yogurt “Beniamino” e una confezione di sfogliatine da gr. 200 “Forno Bonomi” (sponsor della gara). Venerdì 3 e sabato 4 giugno gazebo in Piazza C. Ederle verrà allestito nel pomeriggio un gazebo per le iscrizioni. Info: 346.2255046 – 348.2424619 Gruppo Marciatori
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TEMPO LIBERO Compie 10 anni l’associazione “amica delle due ruote” di Matteo Scolari
BUON COMPLEANNO GRUPPO SPORTIVO NOVAGLIE Proprio nei giorni in cui a Verona si svolge il Festival della Bicicletta, spegne le dieci candeline una realtà associativa che da anni promuove lo sport come attività alla portata di tutti. Sono centinaia i cittadini veronesi che in questi anni hanno partecipato alle “biciclettate” organizzate sulle migliori ciclabili del Nord Italia. Ed è già pronto il calendario 2016.
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e la bicicletta, specie per gli abitanti del Nord Europa, è diventato un mezzo di trasporto insostituibile, di uso quotidiano, sostitutivo spesso dell’automobile, in Italia su questo fronte siamo piuttosto indietro. Nonostante ciò, da qualche anno a questa parte, si sono susseguite diverse iniziative per sensibilizzare anche i cittadini italiani all’utilizzo delle due ruote. Proprio mentre state leggendo questo articolo, a Verona, per la prima volta, sta andando in scena il Festival della Bicicletta (1 – 8 maggio, ndr), organizzato dal Comune di Verona, in collaborazione con FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e DNA Consulting. E sempre nello stesso periodo taglia il traguardo dei dieci anni di attività il Gruppo Sportivo Novaglie, presieduto da Giancarlo Pernigo. Oltre a occuparsi di altri sport o iniziative di gruppo quali la pallavolo con il torneo “Summer Volley” di Novaglie (32 squadre, quest’anno in scena il 12 giugno 2016) o le gite sulla neve nel periodo invernale, l’associazione promuove da anni le cosiddette “biciclettate” domenicali sulle più note e suggestive piste ciclabili del Nord Italia.
Questo il programma 2016 curato, in particolare, da Marco Bortolani e Viviana Morbioli, rispettivamente responsabile delle uscite sulle due ruote e responsabile di Segreteria: si va dalla ciclabile della Valsugana, prevista per domenica 29 maggio, a quella della Val di Sole, il 26 giugno. Passando poi da quella della Val di Fiemme e Val di Fassa, il 31 luglio, a quelle di Anterselva Val Pusteria, il 28 agosto, e del Parco dell’Adda, il 25 settembre. «Un traguardo, il decennale, che festeggiamo in questo 2016 con il nuovo calendario delle biciclettate. Un’attività che ci permette di dare un servizio sicuramente apprezzato e alla portata di tutti, promuovendo i valori sani dello sport all’aria aperta» afferma il presidente del Gruppo Sportivo Novaglie, Giancarlo Pernigo «Dieci anni di entusiasmo e passione che ci hanno dato tante soddisfazioni e che continueranno a darcene
visto l’affetto e l’entusiasmo di chi, fortunatamente, segue le nostre iniziative ludiche, sportive ed enogastronomiche con le visite organizzate (Resp. Gabriele Pollini) nelle città italiane alla scoperta di arte e sapori del luogo». «Le biciclettate sono di sicuro il nostro fiore all’occhiello» aggiunge il consigliere e, per deformazione professionale, responsabile tecnico, Isidoro Bertagnoli «Sono giornate davvero alla portata di tutti, dai giovani che vogliono passare una domenica diversa dalle altre, alle persone più anziane che desiderano rimanere giovani nel corpo e nello spirito». «I percorsi che scegliamo sono testati da noi in primis qualche settimana prima della data ufficiale, per offrire ai partecipanti il meglio dal punto di vista del tracciato e del paesaggio circostante. Sono ciclabili quasi sempre pianeggianti e facili da affrontare - conclude Isidoro - Le partenze sono fissate al mattino presto, attorno alle 6.00. Le bici vengono caricate sul carrello porta bici apposito, trainato dal pullman. Rientro sempre in serata». Le biciclettate del Gruppo Sportivo Novaglie godono del patrocinio di Comune di Verona e dell’8^ Circoscrizione. Info e iscrizioni: 045.8700094 – 349.1306467 o sul sito dell’8^ Circoscrizione
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PANTHEON
UNDERGROUND di
Marco Nicolis
marco.nicolis@verona-pantheon.com
VALLANZASKA A TU PER TU
Per l’appuntamento di questo mese con la nostra rubrica abbiamo fatto qualcosa che, fino ad oggi, non avevamo mai fatto. Al posto del consueto spazio riservato alle nostre band emergenti, abbiamo deciso di festeggiare i 25 anni di una band che ha fatto la storia di una fetta alternativa della musica italiana, i Vallanzaska ( eh sì, il nome è stato “rubato” a Renato Vallanzaska, noto rapinatore italiano), celebre ska band italiana. In occasione del loro concerto per l’edizione 2016 del Festival Rama di Peschiera del Garda, abbiamo deciso di fare un salto e due parole con loro.
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febbraio del 1991, da questa data inizia la storia dei Vallanzaska. Nata come una semplice cover band, con il passare degli anni è diventata una delle ska band più importanti d’Italia. Questo quarto di secolo ha inizio con un primo, semplice Ep, registrato in condivisione con la Skala di Fiura, altra band dello stesso genere musicale. Due pezzi per gruppo, sul lato A la” Skala di Fiura” e i “Vallanzaska” sul lato B. Sono proprio gli anni '90 il vaero trampolino di lancio della band, Nel ‘94 esce infatti “Otto etti di ottagoni netti”, primo album autoprodotto. Nel 1998, “Cheope”, secondo lavoro della band, registra un immediato successo, seguito da “Ancora una fetta”, prodotto pochi anni dopo. L’attività live del gruppo non viene mai tralasciata e i concerti (già nel 2007) sono stati più di 1000. Anche la televisione nazionale mette gli occhi sulla band, facendoli partecipare alla trasmissione televisiva “Super Ciro”, la quale usa come propria sigla una delle canzoni (rimaneggiata) della band. Ora, dopo l’uscita di “Thegenerazione”, ultima fatica della band, è partito il tour celebrativo dei primi 25 anni e noi, come detto, non ce lo siamo
fatto scappare, intercettando il cantante Davide Romagnoni al Festival Rama. I primi 25 anni sono passati. Come è stato questo cammino? Come è stato? Direi che è stato proprio un bel percorso. Innanzitutto sono felice che la musica sia diventata il mio lavoro, che la mia passione si sia trasformata nella professione della mia vita e che mi occupi interamente. Poi, nonostante il naturale cambiamento nella formazione della band, (la formazione attuale è così da solo 10 anni, ndr) posso dire che in questi 25 anni siamo stati bravi, ma sicuramente anche fortunati perché raggiungere questo traguardo non è da tutti. Il nostro percorso è stato costante, un bel cammino, spalmato in diversi anni di lavoro che ci ha portato anche a
sentire la nostra musica alla tv e a partecipare come ospiti a programmi televisivi. Sicuramente in questo quarto di secolo ci saranno stati tanti momenti particolarmente significativi per voi.... Momenti importanti ce ne sono stati molti ma anche davvero diversi tra loro. Però, come per tutti i musicisti, le emozioni più significative per la band sono state scandite dall’uscita degli album. Uscite che, storicamente, si sono intervallate in un arco temporale di tre anni
«Siate riconoscibili, questo è il mio consiglio. Qualsiasi genere voi suoniate fatevi riconoscere dagli altri».
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UNDERGROUND
DAVIDE ROMAGNONI - (DAVA) VOCE - LUCIO CONTINI - (LUCIUS) CHITARRA CHRISTIAN PERROTTA - (SKANDI) TASTIERA - LUCA SPECCHIO - (SPEKKIO) SASSOFONO ANDREA VAGNONI - (VANNY) BASSO - FRANCESCO PIRAS - TROMBA - DAVIDE BINI - BATTERIA (l’ultimo album, “Thegenerazione” è uscito nel 2014, novità in arrivo?). Sicuramente questi sono stati i momenti più sentiti, più importati anche dell’aver condiviso il palco con tanti artisti nazionali e internazionali (per esempio gli OffSpring) o dell’aver partecipato a programmi televisivi. E il mondo della musica come è cambiato? In questi 25 anni infatti, complice anche la televisione, la musica ha subito una trasformazione radicale e i talent show ne sono un esempio lampante. Si può avere successo senza di loro? I talent hanno sicuramente creato tante nuove star ma anche tante meteore, tanti ragazzi che dopo il successo iniziale
si sono persi per strada. Io non posso dire come cambierà il futuro della musica e di questi format televisivi però, tra musicisti, ci stiamo accorgendo che l’aria sta lentamente cambiando. Gli stessi locali italiani hanno cominciato a richiedere nuovamente la musica live, quella vera, per programmare le proprie serate, ed è da qui che le giovani band dovrebbero partire. Infatti, a differenza dei talent, le serate sui piccoli palchi ti permettono di fare quella giusta gavetta e acquisire quella giusta esperienza per affrontare il complicato mondo della musica, possibilità che la velocità dei programmi tv non permette. Proprio con i giovani vogliamo
concludere. Quale consiglio ti senti di dare a chi, come te, vuole fare della musica la sua professione? Siate riconoscibili, questo è il mio consiglio. Qualsiasi genere voi suoniate fatevi riconoscere dagli altri, date un imprinting preciso e diverso alla vostra musica, siate unici nel vostro genere. I Vallanzaska hanno infatti una propria impronta, un marchio che, comparato con altre band della scena ska, ci rende riconoscibili al primo ascolto. Questo è il mio consiglio, poi se arriva anche un po’ di fortuna sicuramente non guasta. P.S. il concerto me lo sono visto tutto ed è stato fantastico!
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A cura di Chiara Boni
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ompie dieci anni lo storico concorso canoro dedicato ai più piccoli, organizzato dall’Associazione culturale “Contrada dei miracoli”. Pensato per le scuole primarie e secondarie della Lessinia, Cantalessinia celebra il mondo della natura e, in particolare, della montagna: i ragazzi si esibiranno con poesie, canzoni, video e
cortometraggi ispirati alla conoscenza e al rispetto del territorio. Saranno due le serate dedicate all’iniziativa: sabato 7 maggio al teatro di Cerro Veronese si terrà la serata finale per le scuole secondarie di 1° grado, a cui parteciperanno i ragazzi di Cerro, Illasi, Lavagno, Marzana e Tregnago, mentre domenica 8 sarà il turno dei
bambini delle scuole primarie di Cerro, Erbezzo, Roverè, San Rocco di Piegara, Velo Veronese. L’ingresso al Cantalessinia è a pagamento (biglietto: 5€, ingresso libero per i ragazzi sotto i 14 anni). Il ricavato andrà a favore di una campagna di solidarietà che verrà presentata nel corso della serata.
Il s apere d i un t e m po s i fa “a s s a por a r e ” - S. A N N A D ' A L FA E D O
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l 22 maggio località Ronconi sarà avvolta dai profumi del passato per la seconda giornata della manifestazione “Dai Saperi ai Sapori” dove artigianato, prodotti locali e mestieri di un tempo si racconteranno in suggestivi stand. Prevista, oltre che la presenza di numerosi prodotti tipici, anche la
possibilità di partecipare a laboratori sulla lavorazione di parecchi materiali (legno, lana, carta riciclata, gesso e molti altri) che si terranno per tutta la giornata. Saranno rispolverati anche lavori di un tempo e conoscenze legate al lavoro della terra e agli animali come la particolare procedura
di trasformazione del latte in formaggi e mozzarelle. L'evento gode del patrocinio della Pro Loco Sant’anna d’Alfaedo, l’associazione “Una montagna di idee” e la Rengaia. Previsti stand enogastronomici con gnocchi di montagna e altre specialità.
L’auto d’epoca arriva in città - VERONA E PESCHIERA
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a città di Verona si conferma capitale dell’auto d’epoca per il mese di maggio da poco iniziato. Oltre alla fiera Verona Legend Cars (13-14-15 maggio) che per il secondo anno sarà allestita a Veronafiere, la nostra città ospiterà anche la seconda edizione di “Aspettando La Mille Miglia”, manifestazione di regolarità classica organizzata dall’Automobile Club Verona che sarà riservata sia alle vetture dell’epoca Mille Miglia (1927-1957) sia alle auto 1958-1990. La gara, di regolarità classica e su strade aperte, partirà da Villafranca nella serata di venerdì 13 maggio per poi arrivare in sfilata in Piazza Bra
intorno alle 20:00. Sabato le auto lasceranno Piazza Bra il mattino presto e concluderanno la loro passeggiata al parco termale Aquardens, nel pomeriggio. Tutte le informazioni sono disponibili su www.aspettandola1000m. it. Per gli appassionati il momento migliore per seguire questi gioielli sarà proprio in Piazza Bra, venerdì 13 maggio. La Mille Miglia vera e propria, invece, non passerà quest’anno da Verona, ma da Peschiera. Il passaggio è previsto giovedì 19 maggio a partire dalle ore 15:30 (fino alla sera) e sarà possibile partecipare all’evento di gala organizzato dall’Automobile Club Verona che allestirà una tensostruttura per assistere al passaggio con la
possibilità di cenare o prendere un aperitivo durante la manifestazione. Per prenotare i posti è possibile chiamare il numero 045.8538783 oppure tramite mail a info@aspettandolamillemiglia.it. Oltre alle vetture della Mille Miglia, sfileranno a Peschiera anche le Ferrari del Tribute dedicato per uno spettacolo sempre molto apprezzato da grandi e piccini.
La mus ica sc e n d e i n c a m po o, m e g lio, su l pa l c o- T R E G N A G O
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a settima edizione del Tregnago Rock Contest, organizzata dalla Pro Loco, si terrà nei giorni 20-21-22 maggio e si svolgerà nell'area dell'ex Italcementi (in caso di maltempo sarà spostata all'interno della tensostruttura). «Hanno partecipato 23 gruppi emergenti che spaziano tra diversi generi musicali; i finalisti sono 12 e verranno giudicati da una giuria composta da: Gianni Della Cioppa, Eva Impellizzeri, Francesco Bommartini e Francesco Marchiori», spiega Luca Burti, responsabile dell'evento. Gli ospiti d'onore saranno: i Caprice, i Monnalisa Smile e Pino Scotto. I premi in palio sono tre più quello del pubblico che corrisponde ad un buono di 200 euro spendibili al Musical Box. Il terzo classificato si
aggiudica un set fotografico offerto dal fotografo Mario Vugan Piemontese, per il secondo un video professionale girato e montato da Luca Adami, per il primo promozione da parte dell'agenzia Vrec/Davvero Comunicazione. I gruppi finalisti sono: Agorà, Born Idol, Fab, Goldfish Memories, Jansheer, Kallaste, Kaoskalmo, Maybe Mai, Megatherium, Monarca, Noisedocks e Rain! But Dissident. Nella finale saranno proposti due brani, uno in inglese e uno in italiano, da riarrangiare nel proprio stile in 30 minuti di tempo. La finale comincerà in diversi orari: venerdì 20 maggio alle ore 21, sabato 21 alle 20 e domenica 22 alle 16. Durante l'evento saranno attivi stand enogastronomici e la domenica sarà presente, all'interno
A cura di Ingrid Sommacampagna
della tensostruttura, la fiera del disco e del cd usato da collezione. L'ingresso è libero e gratuito. F a c e b o o k . c o m / Tr e g n a g o ROCK Contest 2016, per info: musicatregnago@gmail.com.
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Comune di Negrar Assessorato alla Cultura
Jeffery Deaver a
Il Premio “Ilcorsaronero” 2016
L’affermato scrittore statunitense di noir e thriller,autore de Il collezionista d’ossa, presenta il suo ultimo romanzo: Il bacio d’acciaio (Rizzoli)
SABATO 14 MAGGIO 2016 ORE 17.30 GIARDINO DI POJEGA VILLA RIZZARDI, NEGRAR Jeffery Deaver dialogherà con Luca Crovi e Simone Sarasso, autore di Da Dove vengo io (Marsilio) Nel corso dell’incontro sarà consegnata a Jeffery Deaver la riproduzione della statua di Emilio Salgari realizzata dallo scultore Sergio Pasetto
Seguirà una bicchierata In caso di maltempo l’incontro si svolgerà all’interno di Villa Rizzardi; in questo caso iIl numero dei posti della sala al coperto è contenuto ed è perciò necessaria la prenotazione, gratuita, ai numeri telefonici o agli indirizzi e-mail sotto indicati.
Per informazioni e prenotazioni Comune di Negrar, Piazza Vittorio Emanuele II, Negrar, 045 6011666 045 6011668 - biblioteca@comunenegrar.it Pantheon Magazine: via Torricelli, 37 - Verona, 045 8650746 - redazione@giornalepantheon.it - www.verona-pantheon.com
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BELLEZZA AL NATURALE semi di lino I semi di lino sono uno degli alleati essenziali in una routine di bellezza naturale, soprattutto per la cura dei capelli: l’olio di semi di lino è, infatti, ricco di proprietà, economico e facilmente reperibile nei supermercati più forniti e nelle erboristerie. È importante che nell’Inci, ovvero la lista degli ingredienti del prodotto, compaia solamente la voce Linum Usitatissimum Oil (ad indicare che è contenuto esclusivamente olio di semi di lino).
Proprietà e modalità d’uso L’olio di semi di lino nutre il capello e dona lucentezza, per questo è possibile usarlo in 3 diversi modi (indicati per tutti i tipi di capello): • Impacco pre-shampoo: applicare 4-5 gocce di olio di semi di lino sulle lunghezze e distribuire uniformemente aiutandosi con pettine. Raccogliere i capelli e aspettare 15-20 minuti prima di procedere con il normale lavaggio. • Anti-crespo: applicare 3-4 gocce di olio di semi di lino sui capelli bagnati solo sulle lunghezze, prima di procedere all’asciugatura con phon. • Siero per le doppie punte: prima di asciugare i capelli massaggiare le punte con 2-3 gocce di olio semi di lino. La sua proprietà nutriente lo rende ottimo per prevenire le doppie punte, e molto più sano di molti sieri che si trovano in commercio a base di siliconi e paraffine!
Il gel ai semi di lino Con i semi di lino è possibile preparare un gel adatto soprattutto ai capelli ricci, che sostituisce i normali prodotti per lo styling (ad esempio schiume modellanti o fluidi fissanti) basterà applicarlo sulle lunghezze dopo il lavaggio e procedere alla normale asciugatura dei ricci. Vediamo ora la ricetta.
INGREDIENTI • 30 gr di semi di lino • 200 ml d’acqua • Succo di limone
procedimento Versare i semi in un colino e immergere il tutto in un pentolino con 200 ml d’acqua. Mettere il tutto su un fornello, portare a ebollizione e far bollire 10 minuti. Far riposare per almeno un’ora, fino a che non si vede formarsi il gel, infine aggiungere due cucchiai di succo di limone e mescolare bene. Il gel ai semi di lino si conserva in un barattolo a chiusura ermetica nel frigorifero per circa una settimana, ma il mio consiglio è di congelarlo in una vaschetta o sacchetto per ghiaccio e scongelare al bisogno un cubetto alla volta!
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Tagliuzzate gli asparagi. Sciacquate la quinoa, versatela in un pentolino. Copritela con acqua fredda fino a superarla di due centimetri. Mettete sul fuoco, aggiungete gli asparagi ed un pizzico di sale grosso. Quando bolle impostate il timer per 10 minuti. Quando suona spegnete il fuoco, mettete il coperchio ed attendetene altri 15 minuti. Con un coppa pasta adagiate la quinoa in ogni piatto.
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CANONE RAI IN BOLLETTA
di Carlo Battistella per Adiconsum Verona
PICCOLO PROBLEMA, GRANDI DUBBI Aprile burrascoso per i cittadini che dovevano presentare la dichiarazione sostitutiva per evitare l'addebito automatico del canone TV in bolletta. Il termine inizialmente previsto per il 30 aprile è stato prorogato: c'è ancora tempo sino al 16 maggio per l'invio delle autocertificazioni.
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in da quando si era iniziato a parlare della possibilità che il canone TV venisse addebitato nella bolletta della luce, gli italiani avevano mostrato disappunto e preoccupazione. Quando poi la notizia è divenuta ufficiale, i timori si sono fatti concreti e molti dubbi hanno disturbato il sonno dei contribuenti. Fatta eccezione per chi era già intestatario dell'abbonamento TV ed è anche titolare di un'unica utenza elettrica, in tutti gli altri casi la rivoluzione del canone in bolletta ha stimolato quesiti più che legittimi. In particolare domande su come evitare che la tassa venga addebitata ingiustamente su due o più utenze dello stessa famiglia anagrafica* o come non pagarla nel caso in cui non si possegga la televisione, dato che l'addebito del canone avverrà in automatico su ogni utenza elettrica residenziale. Due sono i punti principali del problema canone: va pagato solo da chi detiene un a p p a re cc h i o televisivo e ne va pagato uno solo per nucleo famigliare. Ecco che allora, con un certo ritardo, l'Agenzia delle Entrate ha sfornato un modulo di “dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonam ento alla televisio-
ne per uso privato” dotato di due quadri alternativi: il quadro A per la “non detenzione” ed il quadro B per “presenza di altra utenza elettrica per l'addebito”. Per non essere costretti a pagare indebitamente il canone inserito alla cieca in tutte le bollette elettriche, ciascun utente che ne abbia i requisiti dovrà aver cura di compilare ed inoltrare il modulo nei termini indicati. Ma la casistica non può essere facilmente ricondotta alle categorie prestabilite e quindi, a fronte delle numerose domande poste dai contribuenti, l'Agenzia delle Entrate ha provato a stilare sul suo sito una serie di esempi, aumentando tuttavia il numero delle incertezze e delle perplessità. Il tempo utile per attuare la procedura finirà alla metà del mese ma la questione non si esaurirà con questa scadenza... Bisogna ricordarsi, infatti, che la
medesima dichiarazione andrà ripresentata ogni anno e quindi, già da luglio, si sarà di nuovo al cospetto di questi moduli la cui compilazione non va presa alla leggera, viste le pesanti sanzioni previste per le dichiarazioni non veritiere. Doveroso, pertanto, prestare attenzione agli errori e soprattutto evitare le false dichiarazioni. Per chi proprio non riesce a digerire l'idea di pagare questa tassa rimane una sola opzione, legale e certa, per evitarne il pagamento: rinunciare alla TV. Meglio approfittarne, fintanto che non esiste una tassa sul possesso di libri. Per i moduli aggiornati e informazioni più specifiche visitate il sito www.adiconsumverona.it * Per famiglia anagrafica si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune (art. 4 D.P.R. n. 223/1989)
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