Pantheon 49 - Internet e censura, il caso turco

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il magazine di Verona e Lessinia € 2,50 copia gratuita

Anno 7 Numero 3 aprile 2014

All’interno Speciale Pantheon Sposi

INTERNET E CENSURA Il caso turco Le risposte della rete Gli scenari futuri

VINO E TURISMO

EVENTO

Un settore in costante crescita

Settimana Veronese della Finanza

INTERVISTA Eugenio Finardi “riparto da qui”

TERRITORIO A Badia Calavena un centro di Pet Therapy


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di Matteo Scolari

DITORIALE

iflettendo su alcuni temi di attualità e tenendo conto del Primo Piano di questa edizione numero 49 del giornale (a proposito, non perdetevi la prossima edizione, la 50esima!), non posso fare a meno di soffermarmi sull’iniziativa “digitale” intrapresa da un movimento referendario nato proprio grazie alla rete, che prende il nome di Plebiscito.eu. Un’iniziativa, appunto, che ha dato la possibilità a tutti gli internauti veneti di potersi esprimere con un Sì o con un No, con un giudizio favorevole o contrario, alla scelta di fare del Veneto una repubblica federale indipendente e sovrana. Da domenica 16 marzo e per i successivi cinque giorni, fino al 21, attraverso internet, per telefono, oppure recandosi direttamente in uno dei seggi attivati all’interno delle varie province venete, è stato possibile indicare il proprio punto di vista su una questione che ciclicamente, nel corso della storia politica del nostro Paese, si ripresenta. Tutto questo accadeva nei giorni in cui a Roma si celebrava l’anniversario dell’Unità d’Italia. Il 17 marzo del 1861, infatti, venne promulgata la legge n.4671 del Regno di Sardegna con la quale Vittorio Emanuele II poté sancire ufficialmente la nascita del Regno d’Italia; e nei giorni in cui dall’Est europeo soffiavano venti di guerra indipendentisti con la questione legata alla Crimea. Nonostante l’iniziativa di Plebiscito.eu sia passata inizialmente in sordina sui media nazionali e su molti media locali, alcune tra le testate più importanti a livello europeo, tra cui il giornale The Guardian, The Telegraph, Daily Mail, Russia Today e il canale televisivo della BBC, hanno discusso ampiamente di questa sorta di referendum consultivo all’interno dei loro palinsesti. Gli organizzatori dichiarano che oltre un milione e mezzo di veneti ha dato il proprio voto, voci subito smentite dai frontisti del No che, addirittura, parlano di “bufala clamorosa” con votazioni truccate e numeri gonfiati. Di certo non conosceremo mai l’esito esatto di questa azione, per lo più dimostrativa, ma al di là di qualsiasi aspetto numerico o di qualsiasi considerazione

“...la voglia, nonostante tutto, di rimboccarsi le maniche, di alzare la testa e di non demordere.” personale sulla questione etica, sociale, politica che ognuno di noi può avere, condividere o non condividere, l’ennesima provocazione secessionista testimonia un malessere generale e diffuso crescente nei confronti del cosiddetto “sistema Italia”, incapace di eliminare vizi, privilegi, ingiustizie sociali e reticente nel cercare soluzioni per una vera svolta, un reale cambiamento ormai improrogabile. Come dicevo la scorsa volta, 111mila aziende chiuse nel 2013 nel nostro Paese, di cui una buona fetta in quello che fino a qualche anno fa era considerato il “grande Nordest”, è un dato pesantissimo che non si può più ignorare, specie nel Veneto. Regione che ha fatto del lavoro la sua fortuna, che grazie alle imprenditoria e all’artigianato si è elevata sul tetto d’Europa come una tra le zone più produttive del Continente. Forse sta proprio qui l’origine della protesta e forse sta qui la voglia, nonostante tutto, di rimboccarsi le maniche, di alzare la testa e di non demordere.

ERRATA CORRIGE Nello scorso numero di Pantheon (edizione n.2 Anno 7) a pg. 34-35 è stato pubblicato un articolo dal titolo "L'integrazione parte in cucina". Segnaliamo un errore: avevamo indicato Cattolica Assicurazioni come sostenitrice dell'iniziativa, la quale invece non è coinvolta nel progetto.Gli organizzatori sono Rete Italiana di Cultura Popolare, Veronetta 129, Radio Popolare Verona e Net Generation con il sostegno di UIM e del Comune di Verona. La Redazione

“Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”. Voltaire, Candido o l’ottimismo, 1759


Sommario Il Magazine di Verona e Lessinia Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008 Numero chiuso in redazione il 2/04/2014 Direttore responsabile: Matteo Scolari Capo redattore: Matteo Bellamoli Redazione: Matteo Scolari, Matteo Bellamoli, Moira Falzi, Fabio Dai Prè, Flavio Brutti. Hanno collaborato al numero di aprile 2014: Marta Bicego, Chiara Boni, Giorgia Castagna, Valentina Garonzi, matrimonioduepuntozero.com, Francesca Mauli, Giovanni Melotti, Francesca Merli, Arianna Mosele, Antony Intenza, Camilla Pisani, Miryam Scandola, Alessandra Scolari, Giovanna Tondini, Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni.

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PRIMO PIANO Se censurassero internet...

Società editrice: InfoVal S.r.l. via Tavigliana 1/A, 37023, Grezzana, (Vr) P.Iva:03755460239 tel. e fax. 045.8650746 mail: redazione@giornalepantheon.it web: www.giornalepantheon.it Facebook/Pantheon Sviluppo commerciale e pubblicità: Moira Falzi 340 8775197 Fabio Dai Prè 340 0735137 Jessica Ballarin 349 3513927

INTERVISTA La “fibrillante” Musica Ribelle

Dal caso della Turchia alle prospettive di un futuro possibile.

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ECONOMIA Vino e turismo

Intervista a Donatella Cinelli Colombini: “il territorio e il vino”.

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Settimana Veronese della Finanza Il 9, 11 e 29 aprile torna l’appuntamento organizzato da Pantheon.

Ha spopolato a Verona la mostra fotografica di J.J. Levine.

Il celebre poeta veronese e il suo percorso artistico nel sonetto.

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La realtà tutta veronese di DeLab, attivo per il “business inclusivo”.

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PROGETTI H-ACK for a living

Scopriamo H-Farm, l’incubatore veneto per le idee d’impresa.

NUOVI ARRIVI Primavera - Estate e Cerimonia SCONTO ALLA CASSA Via A. Volta 1, Grezzana

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INNOVAZIONE Una nuova etica nel business

EMERGENZA Verona contro l’azzardo

EVENTO

Contributi e donazioni per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a: Infoval srl – via Tavigliana, 1/A – 37023 Grezzana (VR)

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PERSONAGGI La poesia dialettale di Lenotti

LAVORO

Due interessanti appuntamenti per la prevenzione della dipendenza.

Eugenio Finardi si racconta al via del suo nuovo tour da Bosco CN.

CULTURA Switch: il gioco delle identità

Job Act Verona

L’importante incontro organizzato da Pantheon lo scorso 21 marzo.

Copertina e progetto grafico: Flavio Brutti, Matteo Bellamoli

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MOBILITÀ Sulla buona strada

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ANGOLO IN ROSA Il riscatto delle donne marocchine

Un progetto interessante ha coinvolto 120 studenti delle elementari.

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SOCIALE Famiglie in aiuto di altre famiglie

Scopriamo il centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare a Verona.

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PANTHEON UNDERGROUND Musica elettronica made in Italy Intervista con i “The Shimmer”, un duo di musicisti non convenzionali.

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EVENTO Verona in Vespa

NOTIZIE DAL MONDO La pillola del buon umore

È allarme per la diffusione degli psicofarmaci per i bambini.

Un viaggio in Marocco per scoprire la condizione delle donne lavoratrici.

Aprile e conti per lo più son traditori.

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il 25 aprile la nostra città sarà presa d’assalto dai “vespisti”.

VITA DI MONTAGNA Nuovo centro di Pet Therapy

POLLICE VERDE Aria nuova

Dovrebbe sorgere a Badia Calavena. Presentato l’ambizioso progetto.

La primavera è arrivata. Qualche consiglio per il lavoro “verde”.

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LIBRO DEL MESE PANTHEON BOX OFFICE

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EVENTI APRILE 2014

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CONCORSO SCATTI D’AUTORE

49 maggio 2014

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PRIMO PIANO Quando è la rete ad essere imbavagliata

Se censurassero

internet...

I recenti avvenimenti in Turchia obbligano a considerare scenari che, a quanto pare, non sono così lontani. Dipendiamo tutti dalla rete e dai servizi che vi sono connessi, e la possibilità di manomettere questa libertà potrebbe scaturire in rivolte popolari senza precedenti. Abbiamo provato ad immaginare uno scenario di questo tipo, scoprendo che la comunità degli internauti, in alcuni casi, sembra essere più forte e organizzata di quella reale. di Matteo Bellamoli

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on è una novità, ma questa volta è a pochi passi da casa. E fa paura. Non stiamo leggendo un libro di storia, non sono le censure fasciste o naziste ai giornali non allineati con il partito. Si tratta di una censura molto più potente, che limita l'accesso alle informazioni e la libertà di espressione tipica della rete internet. Conosciamo tutti le vicende recentissime della Turchia. A margine e a seguito della sua vittoria alle elezioni amministrative (di cui i giornali da-

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Giornalepantheon aprile 2014

vano notizia mentre questo numero di Pantheon era in stampa), Recep Tayyip Erdogan, detto “il sultano”, ha deciso di fare man bassa alla libertà di informazione del suo Paese, bloccando prima Twitter, poi Youtube e quindi anche i DNS di Google (vedi box). Non è il primo Stato a farlo, ma questa volta ci tocca di vicino. Dal 2005, infatti, si rimandano i negoziati per fare entrare questo Paese nell'Unione Europea pur essendo evidenti, ora in modo particolare, le pesanti spinte antidemocratiche che

si respirano nei dintorni di Ankara e Istanbul. Cosa succederà ora che anche il colosso di Google si è dimostrato attaccabile? Quanti altri Paesi potrebbero pensare di attuare delle manovre simili? E se succedesse anche in Italia? La rete e i suoi utenti sarebbero in grado di reagire ad un attacco di questa portata? Dietro questi fatti di estrema attualità si nascondono scenari complottisti che tutto il mondo osserva con apprensione, chiedendosi con una certa preoccupazione “e se succedesse a noi?”.


Quando è la rete ad essere imbavagliata

Il fatto

Tutto accade a margine delle elezioni amministrative. Il premier Erdogan è minacciato da un dilagare inaspettato di informazioni ed intercettazioni, che lo inchiodano senza appello. È il 24 di febbraio quando, in meno di 24 ore, il video dell'intercettazione telefonica fa il giro del mondo. Si tratta di materiale registrato nel dicembre 2013, e riunisce un “collage” di cinque intercettazioni diverse. Il premier chiede al figlio di far sparire una grossa somma di denaro (si parla di almeno un miliardo di dollari, anche se questa informazione non è stata confermata, ndr) che sembrerebbe essere conservata in più abitazioni. Dopo l'esplosione del caso, che finisce su tutti i giornali, Erdogan nega e minaccia di intraprendere azioni pesanti. Immediatamente dopo la diffusione del video, il governo turco chiede a YouTube di rimuovere il video, ma non serve a nulla, perché lo spezzone è già stato riprodotto, tradotto in lingue, ricaricato sulla rete e diffuso a macchia d'olio. Centinaia di milioni di utenti lo hanno visto. Lo scandalo, chiamato “tangentopoli del Bosforo” assume

contorni internazionali. Erdogan continua a negare, anche a margine di un summit con i suoi fedelissimi, ma l'effetto ottenuto sembra essere contrario. L'opposizione chiede le dimissioni e la contrapposizione tra le due fazioni si fa violenta.

Chi è Recep Tayyip Erdogan

Cos'è un DNS?

Un server DNS è un sistema informatico che permette al computer di rintracciare l'indirizzo che state cercando, allo stesso modo in cui potete cercare su una rubrica cartacea un numero di telefono. Quando digitate una stringa di ricerca, il DNS si attiva andando a sfogliare gli indirizzi fino a trovare quello che avete digitato. La manomissione del DNS di Google, permette ad alcuni altri server di mascherarsi e di apparire per quello che non sono. In questo modo cercando un indirizzo, la ricerca risulta falsata perché alcuni indirizzi vengono presi per altri. In questo modo si possono mascherare alcuni siti facendone apparire altri al loro posto. Questa, in termini semplificati, l'operazione di ostruzionismo informatico messa in atto in Turchia.

Da molti definito il principale artefice della stupefacente ascesa economica della Turchia, è al governo dal 2002 e ha vinto le elezioni legislative del 2007 e del 2012. Ha iniziato la carriera politica negli anni Settanta con un'impronta islamico-conservatrice, ed ha ottenuto i primi grandi consensi come sindaco di Istanbul. Ha trascorso un periodo in carcere nel 1998 quando lesse pubblicamente dei versi del poeta Ziya Gokalp in cui erano chiari i riferimenti alla guerra santa, e una volta uscito dalla prigione ha fondato il suo attuale partito, l'AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo).

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PRIMO PIANO Quando è la rete ad essere imbavagliata CENSURA DI INTERNET NEL MONDO

censura pervasiva censura sostanziale censura selettiva situazione in cambiamento poca o assente censura nessun dato disponibile

La censura e l’aggiramento dei blocchi A seguito di questi fatti Erdogan ha preso la decisione di fermare Twitter, responsabile di aver diffuso a macchia d'olio la notizia delle intercettazioni. Tecnicamente questo “blocco” è stato fatto in maniera abbastanza semplice, e nonostante la maggior parte dei cittadini turchi sia rimasta senza accesso al social network, si sono presto diffuse le modalità per aggirare la censura. Sui muri delle città sono apparse le istruzioni per bypassare il blocco, e alcuni siti specializzati hanno sottolineato che in una settimana l'utilizzo di Twitter in Turchia è salito come mai aveva fatto. Ma il governo ha quindi mosso una seconda offensiva, bloc-

Elaborazione dei dati di Reporters Without Borders, the OpenNet Initiative, the Freedom on the Net (Freedom House) e the Country Reports on Human Rights Practices del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

In questa mappa si possono vedere i cosiddetti “buchi neri” nella libera diffusione di Internet. Va sottolineato che la censura della rete non è sempre da intendersi come qualcosa di sbagliato. Una censura selettiva, ad esempio, viene effettuata anche in Italia per proteggere gli utenti da siti di pedopornografia o di spaccio di stupefacenti. La censura diventa repressiva quando i divieti sono di natura politica e non consentono di attingere alle informazioni in maniera libera, come nel caso, emblematico, della Cina.

cando anche i DNS di Google (vedi box) che in un primo momento avevano consentito di accedere a Twitter aggirando i sistemi di blocco messi in funzione. La situazione è quindi andata avanti con tentativi di implementare la censura da una parte, ed escamotages per accedere comunque alle pagine bloccate dall'altra. Una settimana dopo lo stop di Twitter, l'autorità turca per le telecomunicazioni ha bloccato anche il sito di Google dedicato ai video: YouTube, giustificando questa procedura come «misura amministrativa dopo analisi tecniche e considerazioni legali». Poche ore prima del blocco, anche

YouTube aveva diffuso un video in cui il ministro degli esteri, il capo dei servizi segreti e un generale discutevano su un potenziale attacco contro i militanti jihadisti in Siria. Il premier Erdogan aveva minacciato che se YouTube non si fosse attenuto alle leggi turche sarebbe stato bloccato, e così è avvenuto. Non è la prima volta, e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima. Anche nel 2007, per fare un esempio, un tribunale locale ordinò di bloccare il famoso sito a seguito di alcuni contenuti diffamatori nei confronti di Mustafa Kemal Ataturk, paladino e fondatore dell'attuale Turchia.

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PRIMO PIANO Quando è la rete ad essere imbavagliata La rete Social networks sotto chiave

Il sito MotherJones ha realizzato una mappa dei paesi che bloccano l’accesso a Facebook, Youtube o Twitter. Anche Cina, Iran, Vietnam, Corea del Nord, Pakistan ed Eritrea hanno attivi, ad oggi, blocchi dei social network. Nel caso dei cinesi, la censura esiste dal 2009, e solo dal 2013 il governo l'ha tolta nella zona di commercio di Shanghai, dove approdano per lo più investitori stranieri (chiamatela, se volete, potenza del marketing). Nel resto del Paese i social network sono invece largamente censurati. In Iran il blocco fu imposto nel 2009 dopo i disordini delle elezioni. In Vietnam la censura è invece “relativa”, nel senso che gli utenti non possono pubblicare contenuti critici verso il governo. Il Pakistan ha bloccato Youtube dopo l'apparizione di un video che titolava “L'innocenza dei musulmani” schierato contro l'Islam e che provocò anche numerosi scontri di piazza. Le ragioni dei blocchi, in tutti i casi, sono di ragione politica.

Mentre scriviamo questo pezzo non possiamo sapere se la censura di Twitter, YouTube e dei sistemi di accesso Google durerà ancora per giorni, settimane, mesi oppure se mentre sfoglierete questo numero di Pantheon la bolla si sarà già sgonfiata. Tuttavia quanto si è visto in Turchia dimostra un fatto che forse ancora in molti ignorano, ed è il motivo per cui, forse, anche Internet è stato nominato per il Nobel. La comunità che si muove dietro alla rete è davvero in grado di eliminare i confini e di unirsi per raggiungere uno scopo comune, indipendentemente dai divieti. Perché è più facile protestare dietro l'anonimato di una tastiera che non in piazza in mezzo ai lacrimogeni. Lo ha dimostrato anche il blocco turco a YouTube, la cui notizia si è letta anzitutto da Twitter, in quanto il popolo turco ha trovato presto il modo per accedere al social nonostante il bavaglio governativo. Quindi internet è davvero invincibile? Forse. Fatto sta che la potenza che ha raggiunto la rete mette in imbaraz-

zo il vicino di casa, un intero paese, politici ed interi governi. Un piccolo caso lo abbiamo vissuto (e lo stiamo vivendo) anche a Verona con la puntata di Report programmata per il 7 aprile. Il polverone alzatosi sul web è stato talmente grande che tutti i diretti interessati sono intervenuti per palesare anche al pubblico della rete la loro posizione. Affermazioni, smentite e controsmentite da perdere la testa, e gonfiate dalle recenti vicende che hanno coinvolto l'oramai

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Quando è la rete ad essere imbavagliata Immagini dalla Turchia delle censure: nonostante i divieti, la gente continua il suo utilizzo delle piattaforme digitali.

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© foto Andrew Sullivan

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ex vicesindaco Vito Giacino. Cosa sarebbe successo se il nostro sistema politico non fosse così democratico? Probabilmente anche noi avremmo ricevuto la batosta di una censura improvvisa, e resta da chiedersi se siamo davvero affamati di verità da movimentarci subito per trovare le alternative, come hanno fatto in Turchia. Perché a volte, l'impressione è che a noi italiani piaccia di più il gossip e il chiacchiericcio via web, dove tutti sanno qualcosa in più del vicino.

La censura digitale in Italia Il nostro Paese, al momento, blocca circa 5500 siti sulla base delle richieste dell'autorità giudiziaria, Polizia Postale e delle Comunicazioni, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dell'Autorità Garante della Concorrenza e del mercato. Sono compresi siti che contengono materiale pedopornografico e alcuni siti peer to peer (ovvero in cui è possibile condividere materiale, ndr). Per quanto riguarda i blocchi specifici, va citata la legge Romani (2010), aspramente criticata da Wikileaks, che ha applicato delle censure ad alcuni dei numerosi gruppi Facebook aperti contro l'allora primo ministro Silvio Berlusconi. Un'altra restrizione quella della legge anti terrorismo del 2005, che ha impedito la diffusione degli hot-spot (accessi liberi alla rete) in giro per l'Italia. Laddove esistevano infatti delle reti libere occorreva presentare un documento di identità per poter ottenere i codici di accesso. Questa legge è stata tuttavia modificata dal decreto milleproroghe del 2011, che ne ha smussato i contorni liberalizzando alcune delle procedure.


PRIMO PIANO Quando è la rete ad essere imbavagliata Dieci anni fa... Era il 1 aprile 2004 quando, nascosto tra i tanti altri servizi che nascevano in quel periodo per internet, debuttò online un sistema tutto nuovo per gestire la posta elettronica. Si chiamava Gmail, ed era la versione “Outlook” di Google. Tutto online, tutto immediato. A dieci anni di distanza questo servizio è diventato il motore delle attività di BigG (come viene definito Google dagli utenti). Tutti pensarono inizialmente ad un “Pesce d’Aprile”, invece Gmail era vero. Eccome. Basti pensare che oggi, in tutto il mondo, sono oltre 500 milioni gli utilizzatori di questo sistema. Ancora una volta BigG è davanti a tutti.

Windows XP va in pensione Per molti è l’unico Windows che esista, perché viene utilizzato ancora sui computers domestici, o addirittura al lavoro. Windows XP è andato definitivamente in pensione l’8 aprile scorso, quando gli aggiornamenti si sono fermati. Lanciato nel 2001, oggi XP è ancora la chiave di tante tecnologie che utlizziamo tutti i giorni: i tabelloni di partenze e arrivi agli aeroporti e stazioni, i bancomat, le reti dell’amministrazione pubblica. Si tratta di realtà spesso delicate che custodiscono dati sensibili e da cui dipendono sicurezza e privacy di milioni di cittadini. Secono il Wall Street Journal, l’Italia è una delle nazioni in cui l’aggiornamento verso Windows 8 è ancora piuttosto indietro, ma non è la sola. Il vecchio sistema operativo è ancora presente anche su oltre il 10% dei computer governativi degli Stati Uniti, e il dato fa pensare, se consideriamo gli States l’emblema dell’aggiornamento informativo. Secondo Engadget, invece, XP sarebbe ancora in funzione nel 95% degli sportelli Bancomat mondiali. Cosa succederà ora? Ci sarà veramente un massiccio attacco hacker per impossessarsi di codici o dati sensibili importanti, come qualcuno ha prefigurato, oppure si tratterà di un passaggio indolore? Il prolema esiste. Carlo Mauceli, responsabile Microsoft Italia della digitalizzazione avverte: «la vera criticità è in ambito sanitario, dove tantissimi programmi sono stati sviluppati per questo sistema». Un esempio su tutti il CUP per la prenotazione delle Chiaramente tutti visite e il pagamento dei ticket. Staremo a vedere.

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ci auguriamo che vinca la libertà, e quindi lo scenario che ci prefiguriamo è quello di una progressiva liberalizzazione delle comunicazioni online, senza censure. Bello, ma irreale. La verità è che il controllo che viene attuato su tutti gli internauti è sempre molto alto, lo si pensi in merito alle pubblicità che incontriamo casualmente durante la nostra navigazione, spesso correlate ai nostri interessi, ai nostri click più frequenti, al nostro lavoro. La rete è uno strumento potente, per tutti: per chi cerca, per chi compra, per chi vende e anche per chi comanda. È probabile che le generazioni future vivranno su un doppio fronte. Da una parte la rete che possiamo definire “tradizionale”, quella che usiamo tutti noi oggi, quella che oggi è praticamente un piccolo monopolio Google e in cui quasi tutto quello che facciamo viene riutilizzato commercialmente. Non è illegale (non ancora), e ci conviviamo tutti. Dall'altra parte tante piccole reti indipendenti, come una “piccola” ma diffusa carboneria, che permetterà agli utenti di scambiare informazioni in modo libero e senza passare dalle maglie di un qualche controllo. Un sistema incontrollabile dove la possibilità dei governi di intervenire con limitazioni e censure sarà ridotta al lumicino, se non impossibile. Un substrato di relazioni telematiche che già oggi esiste, anche se i suoi contorni si confondono spesso con attività illecite. Non saranno soluzioni durature, ma temporanee, a meno che chi le metterà in funzione non riesca a costruire dei sistemi davvero efficaci. L'esempio Turco ne è la dimostrazione: aggirare i blocchi per sentirsi forti, uniti, capaci di superare gli ostacoli. Solo il tempo dirà se questo pronostico è davvero azzeccato.

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Publiredazionale in collaborazione con Arteco Tende

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na storia imprenditoriale che affonda le sue radici alla fine degli anni ’50, in un contesto, quello della centralissima Galleria Mazzini in centro città, di cui ancora oggi l’azienda Artecotende riporta lo stile, l’eleganza, la cura del particolare. Certo, sono passati più di cinquant’anni da quando i genitori di Andrea Bonizzato, attuale titolare dell’attività ora situata ad Arbizzano, ai piedi della Valpolicella, rammendavano tende e tessuti per le più belle case di Verona, eppure il gusto, la delicatezza, la capacità di suggerire le soluzioni migliori a seconda dell’esigenza specifica del cliente sono le stesse. Artecotende oggi è considerato un vero e proprio punto di riferimento per la vendita e il confezionamento di tende da sole, tendaggi da interni e per ufficio, oltre che per la vendita di tappeti, stuoie, zanzariere, arredo giardino e sistemi Velux. L’ampio ventaglio di soluzioni, che sono in grado di rispondere anche alle esigenze più specifiche, viene accompagnato dalla sicurezza dei grandi brand leader nel settore delle tende e delle coperture solari, quali GIBUS e SOLIDAY, di cui Arcotende è rivenditore autorizzato. Negli oltre 300 metri quadri di esposizione, all’interno dei quali è compreso un ampio laboratorio di sartoria per il confezionamento, troviamo anche lo spazio dedicato ad Arteco Interni, il nuovo ramo d’azienda inaugurato nel 2013 che propone una vasto assortimento di soluzioni originali e innovative per l’arredamento di interni di case e negozi. Uno showroom per vedere e toccare con mano la ricca esposizione di carte da parati originali e personalizzabili con immagini, trame, disegni e fotografie a scelta; decorazioni per soffitti e pareti; un campionario di rivestimenti in PVC che rappresentano la soluzione ideale, al giusto rapporto qualità prezzo, per il pavimento di casa e non solo. Artecotende si rivolge a famiglie, professionisti e aziende, affiancando il cliente per mezzo di una consulenza a 360 gradi, finalizzata a trovare le soluzioni ottimali per la casa, per il sole e per l’ufficio.

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ECONOMIA In crescita l’offerta enoturistica

Vino e turismo binomio strategico per Verona

di Camilla Pisani

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ifficile dire in cosa sia più esperta. Erede di una delle più antiche famiglie toscane produttrici del pregiato Brunello di Montalcino, Donatella Cinelli Colombini ha una mente imprenditoriale poliedrica e trasversale, e non è un caso che sia tra i primi professionisti del settore in Italia ad aver intuito le potenzialità del vino non solo come prodotto ma anche, e soprattutto, come status symbol. Il consumatore non acquista una bottiglia, ma un biglietto d'entrata per un mondo esclusivo, che Donatella Cinelli interpreta alla perfezione offrendolo ai clienti in forma di corsi, eventi, tasting, escursioni e vacanze. Per dieci anni Assessore al Turismo di Siena e per nove direttrice del Movimento Turismo del Vino, è proprietaria di due cantine, “Fattoria del Colle”, che è anche agriturismo, e “Casato Prime Donne”, attività vitivinicola al femminile. Nel 1993 ha inventato il Donatella Cinelli Colombini

format di “Cantine Aperte”, le degustazioni in azienda. Non poteva che essere lei la relatrice designata per il seminario dello scorso 12 marzo, dedicato al potenziamento dell'offerta turistica nelle imprese agricole, tema del terzo di cinque incontri, rivolti agli operatori di settore, che Confagricoltura e Agriturist Verona hanno organizzato nell'ambito della rassegna “Azienda Agricola Multifunzionale”. L'abbiamo intervistata per cercare di capire come Verona possa attrarre nuovo turismo sfruttando al meglio le bellezze del territorio, unite ad un prodotto in grado di muovere un giro d'affari pari a 9 miliardi di Euro l'anno (Vinitaly docet), provenienti in buona parte anche dalla nostra provincia. Sig.ra Colombini, in che cosa consiste l'offerta enoturistica e come si aiuta un imprenditore agricolo ad aprirsi verso questo modello di business? L'enoturismo punta tutto sul territo-

Un seminario organizzato in Confagricoltura apre alla possibilità, per le aziende del settore agricolo, di crescere sperimentando nuove forme di marketing territoriale, come quelle nate dall'unione di due settori trainanti dell'economia veronese: vino e turismo. Per capirne di più abbiamo intervistato la relatrice dell'incontro, Donatella Cinelli Colombini, da oltre vent'anni in questo business.

rio. Le cantine che decidono di avviarsi verso questo modello turistico devono riscoprire il legame con la loro terra, sfruttando le caratteristiche peculiari dei loro vigneti e del paesaggio circostante. Ogni azienda dovrà sapersi differenziare ed evidenziare la propria unicità, perché proprio su questo si basa la concorrenza. Che cos'ha la tua cantina di particolare rispetto alle altre? E' isolata dalla città, c'è una villa nei dintorni, uno spiazzo adatto per organizzare degustazioni estive all'aperto? Attraendo un turista in questo modo lo si trasforma in consumatore. È il paesaggio che crea turismo, poi il turismo occupazione e l'occupazione sviluppo, cioè ristoranti, enoteche, wine bar, trasporti, agenzie di incoming turistico, e così via. Qual è il target di riferimento del turismo legato al vino? Più di uno. Abbiamo quattro tipologie di enoturista. Il primo è il classi-

Il 16 aprile incontro sulla sostenibilità ambientale L’Azienda Agricola Multifunzionale è il grande tema della rassegna di seminari e workshop gratuiti organizzata da Confagricoltura Verona e Agriturist Verona, sezione locale dell’associazione nazionale per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio. Un progetto pilota rivolto alle imprese di settore, che ha previsto cinque incontri condotti da operatori specializzati ognuno nel proprio ambito di intervento, con l’obiettivo di sostenere gli imprenditori nei processi di rinnovamento della propria attività e di aiutarli a cogliere le opportunità del carattere multifunzionale di un’azienda agricola: dalla diversificazione dell’offerta all’implementazione di nuovi modelli di business. Nel corso dei primi workshop si è parlato di energia rinnovabile e di tutela ambientale, per poi approfondire il tema del turismo, con Donatella Cinelli Colombini, e dell’e-commerce per promuovere la vendita di prodotti on line. Il quinto e ultimo incontro avrà come focus gli aspetti fiscali e normativi che regolano le attività dell’azienda agricola multifunzionale, in programma mercoledì 16 aprile, dalle ore 17:00, nella sede di Confagricoltura Verona. Per informazioni e iscrizioni: info@agrituristverona.it

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In crescita l’offerta enoturistica co wine lover, consumatore di vino appassionato ed evoluto. Frequenta corsi, legge, si informa, è, in genere, italiano, maschio, tra i 30 e i 45 anni, viaggia in coppia o con gli amici come escursionista, quindi in giornata, ed è portato ad acquistare bottiglie di un certo pregio. La seconda tipologia è quella del turista enologico per caso. Viaggia in famiglia e viene intercettato dalle cantine, appunto, per casualità, ad esempio se, mentre è in vacanza, piove. Solitamente non ha un grande interesse nei confronti del vino ed è meno propenso all'acquisto. La terza categoria è quella dei Talent Scout. Clienti amatori ed intenditori, hanno uno profonda conoscenza del prodotto, anticipano le tendenze, visitano le cantine da soli e amano venire accolti da personale qualificato o dall'enologo. Acquistano bottiglie da collezione, particolari. L'ultimo target di riferimento è quello degli amanti del lusso. Nord Americani, Brasiliani, Russi, vengono in Italia per vacanze di piacere e nelle cantine vogliono trovare, e acquistare, bottiglie esclusive. Per questa categoria, una spesa

Comunicare il vino: come l'America vede l'Italia Per un prodotto d'esportazione come il vino la presenza sul web diventa fondamentale. Sito e social media rappresentano, per una cantina, l'unica vetrina a disposizione sul mondo. Tuttavia in un recente sondaggio effettuato tra i maggiori importatori degli Stati Uniti, dimostra che per le cantine italiane l'aspetto comunicativo sembra essere davvero secondario. «Poco testo a favore di immagine e video aumentano la permanenza degli utenti sul sito» consiglia Donatella Cinelli Colombini «e la versione in lingua inglese ne migliora il posizionamento del 51%». I dati del sondaggio a cui hanno risposto gli importatori americani: il 71% utilizza il web per reperire informazioni sui produttori da selezionare come fornitori meno del 20% partecipa a fiere di settore in Italia l'83% giudica negativa la presenza dei produttori italiani sul web il 55% dichiara di non acquistare vino da produttori la cui immagine sul web non li convince il 92% ritiene che i produttori italiani siano troppo lenti nel rispondere ad una mail il 94% degli importatori afferma di ricevere con regolarità informazioni dai responsabili marketing delle cantine di tutto il mondo, ma non di quelle italiane.

di 4000 Euro per un vino non rappresenta un problema. Lei è alla guida di due aziende vitivinicole, come è riuscita a differenziare offerta e servizi per entrambe? Ho lanciato “Casato Prime Donne” puntando sul valore artistico del paesaggio. Lo spettacolo offerto dai vigneti della Val d'Orcia, patrimonio Unesco, è inimitabile e l'ho voluto rimarcare nel pay off che ho scelto per l'azienda: “Il vino più bello del mondo”, non il più buono. Intorno alle

vigne c'è un percorso perfetto per il trekking e, da quando l'ho scoperto, i miei clienti possono prenotare escursioni molto particolari perché in ogni sosta ho fatto installare opere d'arte: sono immagini della storia del nostro paese ispirate al gusto femminile, perché qui lavorano solo donne. La seconda azienda, “Fattoria del Colle”, è nata quando ho deciso di ristrutturare un'antica villa del Cinquecento, proprietà di famiglia. All'inizio non c'era la cantina e, poiché per avviarne

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ECONOMIA In crescita l’offerta enoturistica Vino, agruturismo, territorio. Deve partire da qui il lavoro turistico dei nostri produttori.

una ci vuole tempo, almeno cinque anni per ottenere la prima bottiglia, ho fatto economia organizzando visite guidate all'interno della struttura. Nell'attesa che la cantina diventasse, come è oggi, l'attività primaria, la villa è diventata ristorante, agriturismo e location per eventi, matrimoni e corsi di cucina. Può illustrarci qualche altro esempio di cantina che ha saputo attrarre il wine lover in modo particolare? “Antinori”, nel Chianti. È la prima cantina italiana concepita come destination, cioè meta prettamente turistica. Le aziende vitivinicole, normalmente, si ampliano in agriturismi o strutture ricettive solo se possono sfruttare vil-

le, dimore o costruzioni già esistenti. La Cantina Antinori è invece frutto di un progetto realizzato ex novo pensato esclusivamente per turisti e clienti che amano il vino. Inaugurata nel 2012, dopo dieci anni di lavoro, con i suoi 37 mila metri quadrati è un mausoleo del vino, capolavoro di architettura contemporanea, interamente costruita con materiali ecosostenibili. Oltre alla cantina, progettata per ospitare due annate per volta, c'è un ristorante, un auditorium, un museo con opere d'arte contemporanea, uno shop, un bar e due sale da degustazione. I proprietari la aprono al pubblico ogni giorno per visite guidate. Su che cosa devono puntare le azien-

de del Veneto e di Verona per rilanciare un turismo di questo tipo? Le provincie del Veneto hanno dei centri storici meravigliosi da sfruttare, e non mi riferisco alle sole città d'arte, come Venezia e Verona, ma anche ai piccoli borghi poco conosciuti, nascosti, ma altrettanto suggestivi, che meritano di essere riscoperti. Per ciò che riguarda il vino, i prodotti di punta sono il Prosecco e l'Amarone. Naturalmente bisogna considerare che i target di riferimento sono molto distanti l'uno dall'altro. Il primo viene scelto come aperitivo, preferibilmente da persone giovani e nella maggioranza donne, perché il successo del Prosecco deriva in gran parte dal consumo femminile, che avviene solitamente durante il fine settimana, magari trascorso fuori città. Il secondo si acquista per venire conservato in vista di momenti speciali o festività, si beve la sera, abbinato ad un menù altrettanto particolare e raffinato, oppure dopo cena, come vino da meditazione. È un prodotto adatto ad un target alto ed è molto ricercato all'estero. Da Nord Europa a Canada, “Amarone” è una parola magica.

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LAVORO Pantheon portavoce di artigiani e imprenditori veronesi

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Venerdì 21 marzo, alla Fondazione Toniolo di Verona, i rappresentanti delle più importanti associazioni di categoria hanno incontrato gli onorevoli veronesi per la consegna di un documento sulle riforme necessarie al mondo del lavoro. Una serata importante di Giorgia Castagna che Pantheon ha voluto portare nel cuore della città.

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ll’indomani della sfida lanciata, quasi un anno fa, con gli Stati Generali della Lessinia e delle sue Valli, Pantheon, promotore della serie d’incontri, si accinge a raccogliere quanto seminato. Sì perché dopo un anno di collaborazioni, d’incontri e di scambi d’idee, volti ad individuare criticità e aspetti positivi del nostro territorio si è arrivati, grazie alla collaborazione con i diversi rappresentanti delle più importanti associazioni di categoria di Verona ad un punto d’arrivo raccolto in un documento unico chiamato Un Patto per il Lavoro, un Patto per la nostra Città. Tema centrale del documento, consegnato ai rappresentanti della politica veronese, nel corso dell’incontro di venerdì 21 marzo presso la sede della Fondazione Toniolo, il mondo del lavoro.

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Dieci proposte che toccano rispettivamente le dieci maggiori difficoltà del settore passando dall’urgente necessità di riforme, al bisogno di tagli netti a spese e consumi per arrivare invece all’urgente esigenza d’investimenti in nuove frontiere. Ad esporre l’atto agli onorevoli presenti in sala, tra cui Lorenzo Fontana (Lega Nord), Anna Cinzia Bonfrisco (Forza Italia), Mattia Fantinati (Mov. 5 Stelle), Stefano Quintarelli (Scelta Civica) e Vincenzo D’Arienzo (PD), i rappresentanti delle associazioni di categoria che sono intervenuti a turno nell’esporre le loro personali priorità. A moderare la serata il direttore di Pantheon, Matteo Scolari, coadiuvato dal docente Patrizio del Prete che dopo una breve introduzione al pubblico in sala ha dato la parola a Paolo Arena, presidente di Confcommercio, il quale ricordando il difficile momento attraversato dal Paese ha posto l’accento sulla grave crisi dei consumi, destinata a peggiorare nei prossimi mesi e sulle difficoltà riscontrate, oggi più che mai dalle imprese italiane. «La politica deve intervenire per evitare di peggiorare in modo forse irreversibile il quadro economico e occupazionale. Servono misure a sostegno dell’imprenditoria e aiuti verso le Pmi che, nel susseguirsi dei vari governi tecnici non sono state assolutamente tutelate e sono sempre di più quelle non in grado di pagare i dipendenti». A prendere la parola subito dopo Angiolina Mignolli, presidente CNA, che ha voluto invece affrontare il problema della burocrazia italiana «la burocrazia è un problema da non sottovalutare. Esso ci limita e non ci permette di evolvere. Basti, infatti, pensare che in un’azienda il 70% del tempo è occupato per districare pratiche burocratiche il rimanente trenta per lavorare, crescere evolvere. Ma come lo riteniamo possibile?» «Amareggiati e disillusi da dati che parlano chiaro. Solo a Verona, infatti, nel corso del 2013 hanno chiuso oltre 12 imprese al giorno, nel Veneto oltre ottanta. Sensazioni negative che fanno perdere il desiderio di investire» ha detto Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato. «Siamo stati a Roma a manifestare uniti più che mai, ma cosa è cambiato? Se vogliamo far ripartire le micro aziende, da noi rappresentate, dobbiamo fare uno sforzo interno maggiore e remare tutti nella stessa direzione». Della stessa idea è Andrea Prando, presidente Confesercenti: «Difficilmente si riesce a portare l’artigiano in piazza a manifestare, ma se questo accade è sintomo di un problema da troppo tempo sottovalutato. A Roma

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Pantheon portavoce di artigiani e imprenditori veronesi Anna Cinzia Bonfrisco, Lorenzo Fontana (1) e Vincenzo D’Arienzo (2), tra gli onorevoli in sala.

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Il tavolo dei relatori (3) e il direttore mentre legge i dieci punti sul lavoro.

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stici e su questo realismo di prendere atto delle nostre forze per provare a ripartire. Siamo, infatti, ancora la seconda impresa manifatturiera in Europa, pur patendo, prima di tutto il costo del lavoro, che penalizza la nostra competitività. Meritiamo di più ma possiamo farcela. L’Italia è un paese che ha costruito nel tempo. Meritocrazia, innovazione e ricerca, tre questioni che allontaniamo continuamente ma che dovremmo invece affrontare». Alberti ha concluso ricordando anche l’elezione del nuovo presidente della Camera di Commercio di Verona,

Giuseppe Riello, eletto all’unanimità (33 voti su 33) «a testimonianza della forza e della compattezza di una città che vuole uscire unita dai problemi». A chiusura della serata, Matteo Scolari ha esposto agli onorevoli presenti i dieci punti contenuti nell’atto, consegnandoli poi simbolicamente. «Il documento» ha spiegato infine il direttore «vuole rappresentare uno stimolo in più per la nostra classe politica e per le parti sociali, al fine di agire, consapevoli che le azioni di rinnovamento e di cambiamento non possono avvenire solamente dall’esterno, o dall’alto, ma devono partire anche da noi». Infoval srl

nell’ultima grande manifestazione Confesercenti c’era e ha dato il suo contributo ad alzare la voce su un problema che rischia di soffocarci. La questione del sistema bancario ci preoccupa oggi più che mai: assistiamo inermi a prestiti assicurati sempre e solo a certe note aziende mentre le più piccole si vedono negare richieste irrisorie. Come contiamo di crescere e competere su un mercato europeo e internazionale sempre più difficile?» Per Silvano Meneguzzo, di Casaartigiani, «i nostri parlamentari sanno e conoscono le problematicità del Paese ma davanti all'idea del mettere in atto materie di riforma cadono. Moltissimi artigiani sono in difficoltà e non sanno come pagare luce e gas, chiedono dilazioni per le imposte ma queste gli sono negate. Nel giro di sei mesi potrebbero raddoppiare i fallimenti. La presentazione di questo documento è buona cosa e mi auguro possa essere utilizzato». A terminare la serie d’interventi è Arturo Alberti, presidente di Apindustria che chiede alla platea uno sforzo maggiore «vi chiedo di essere reali-

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Quando la collaborazione è certezza di qualità G

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li artigiani sono una vera perla preziosa nell'economia nazionale. Rappresentano 279mila imprese, pari al 54,7% di tutto il comparto industriale italiano, offrono lavoro a 800mila persone, producono 30 miliardi di reddito all'anno e hanno portato la nostra Regione Veneto al secondo posto per importanza di artigianato e commercio. Innegabile pensare che dal futuro di tale sistema dipenda il futuro stesso del nostro Paese. In uno scenario di questo tipo, la collaborazione tra i professionisti artigiani è in molti casi diventata un passaggio molto importante, per far sì che esperti seri, quelli che amano il loro lavoro con il cuore, possano farsi conoscere al cliente proponendo un servizio completo e di assoluta qualità. Lo sanno bene Stefano Ferrais, Gianluca Tinazzi e Luigi Morandini, commerciante e artigiani lessinesi doc, che hanno deciso di unire le forze, e collaborare insieme, per fare del loro lavoro un servizio sempre più attento al cliente, in grado di portare sul mercato il valore aggiunto della grande esperienza che gli artigiani veronesi sono in grado di offrire. Ciascuno di loro è qualificato in un settore: Stefano Ferrais nella vendita di pavimenti e rivestimenti in ceramica, marmo e legno, Gianluca Tinazzi nella posa di pavimenti e Luigi Morandini nella lavorazione e posa del legno.

Showroom di Ferrais Pavimenti

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Dopo anni di lavoro e di specializzazione nel proprio campo, oggi hanno creato un rapporto professionale molto stretto. «Per noi è una grande soddisfazione aver trovato finalmente dei collaboratori validi, di tutto rispetto, estremamente competenti» dicono. «Siamo in grado di proporre un servizio completo al cliente, sicuri che il lavoro che sarà fatto sarà di ottima qualità». L'azienda artigiana familiare non può competere, a livello distributivo, con i grandi centri commerciali, ma il servizio che viene proposto è senza dubbio più completo. Rivolgendosi a Stefano, Gianluca o Luigi, il cliente sarà anzitutto seguito dall'inizio alla fine, lungo tutte le fasi del lavoro. Non importa che il lavoro sia di grandi o piccole dimensioni, l'attenzione riposta è sempre la stessa. Il rapporto è prima di tutto umano, di relazione, anche perché, concordano, «rispetto ai grandi centri noi ci mettiamo la faccia. Chi si rivolge a noi sa dove trovarci, e quindi dobbiamo essere aperti, disponibili e sinceri sin dal primo momento». Ecco perché consigliano le migliori soluzioni in base alla tipologia dell'intervento, frutto anche di un'accurata preparazione professionale che passa attraverso corsi di formazione specifici su posa, materiali, tecniche e procedure. «Anche il nostro settore» sottolineano, «si è fatto molto specifico e specializzato. Rivolgersi ad un professionista è necessario per poter avere un perfetto rapporto qualità/ prezzo ed essere certi che il lavoro finito sarà a regola d'arte». Classe artigiana. Non c'è dubbio.


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È

il fulcro attorno al quale ruota questa collaborazione. Da tre anni operativo nella sede di Via Lessini 1H, dopo essere stato punto di riferimento per Cerro Veronese in un piccolo negozio di 50 metri quadri, ha investito con coraggio in questo nuovo show room, dove oggi propone non solo piastrelle ma anche legno e arredo bagno. L'attenzione per la soddisfazione del cliente è massima, e basti pensare che la clientela viene accolta in un moderno salotto dove si respira l'aria di famiglia. Tutti i servizi, dallo studio preliminare alla consegna del lavoro finito, sono compresi nel prezzo al metro quadro, e la aggiornata formazione del personale sulla composizione dei materiali consente a chiunque entri da Ferrais Pavimenti di conoscere nel dettaglio tutte le possibilità di realizzazione nel momento in cui si pianifica il lavoro.

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a diciotto anni nel settore. Grazie all’insegnamento e all’affiancamento del padre Alfonso, ha accumulato grande esperienza come apprendista prima e infine come libero professionista, accettando la sfida di mettersi in proprio dieci anni fa. Ad oggi Gianluca è specializzato in tutto ciò che riguarda la posa in opera: sottofondi, guaine impermeabilizzanti, pavimenti e rivestimenti interni ed esterni di ogni tipologia di materiale, marmi, graniti, sovrapposizioni, restauri, scale (tutto questo anche con materiale fornito dal cliente). Molto accorto anche alla formazione professionale, oggi obbligatoria per conoscere le singole specificità di ogni materiale. Procedimenti minuziosi e attenzione al dettaglio sono la garanzia di un ottimo lavoro finito.

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H

a maturato un’importante esperienza nella falegnameria, specializzandosi non solo nella posa dei pavimenti, da cui la collaborazione con Ferrais e Tinazzi, ma anche nella realizzazione di serramenti, porte, finestre, mobili, cucine e arredamenti su misura, comprese scale rivestite e autoportanti. Coltiva una grande passione per il suo lavoro, orientato sempre alla precisione e al dettaglio, tipico della professione artigiana di qualità. Lavora in un laboratorio artigiano dove tutto viene realizzato a partire da materia prima di qualità e sempre con la massima attenzione. Ogni sua lavorazione viene prima studiata con il cliente, quindi disegnata e discussa e quindi realizzata, seguendo severi standard di qualità costruttiva.

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EMERGENZA Gioco d’azzardo e ludopatia

Verona scende in campo

contro le dipendenze da gioco Due importanti appuntamenti, andati in scena nel mese di marzo, hanno dimostrato l'attenzione di Verona nei confronti di una delle piaghe della società moderna: il gioco d'azzardo compulsivo. I dati, le minacce per i giovani, l'importanza dell'approccio della famiglia e degli educatori. di Giovanni Melotti

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n Italia ci sono circa 20 milioni di giocatori d’azzardo ricreativi, 2 milioni di giocatori problematici e un altro milione e mezzo di patologici. Nel solo territorio veronese sono presenti 138 sale videolottery, 3 sale bingo e un centinaio di sale scommesse. Illusione, stress da gioco, perdita del senso della realtà e depressione. Di questo e di molto altro si è parlato in due importanti convegni, nei quali diversi specialisti e psicologi hanno cercato di spiegare cosa porta un padre di famiglia piuttosto che un giovane a diventare schiavo di una slot machine. Il 15 marzo nella Loggia “Fra Giocondo” di Piazza dei Signori si è tenuto il primo dei due appuntamenti, organizzato da FIDAPA (vedi box). Sul palco, accanto alla conduttrice televisiva e presentatrice di giornata Elisabetta Gallina, quattro ospiti hanno spiegato e analizzato le conseguenze di questa dipendenza sull’individuo e sul suo nucleo familiare. «È da intendersi gioco d’azzardo quell’attività che presenta un grande margine di incertezza e si presta a scommesse sul suo risultato finale» ha spiegato il dott. Maurizio Gomma, Direttore Responsabile del Dipartimento del-

Restituzione* delle macchinette negli esercizi pubblici Slot machines: 75% in 140 mila giocate Videolottery: 85% in 5 milioni di giocate

FIDAPA: movimento di opinione indipendente che ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari. *per restituzione si intende la percentuale che la macchinetta restituisce sotto forma di vincita, rispetto a quanto è stato giocato sulla stessa macchinetta.

Il convegno del 15 marzo (sopra) e del 20 (sotto)

le Dipendenze, precisando come «la grandezza del fenomeno l’ha portato a divenire a tutti gli effetti piaga sociale del Belpaese». È un sistema, quello dell’azzardo, studiato alla perfezione: bassa è l’abilità richiesta e alto il coinvolgimento, breve il tempo

“Nel 2011 le slot machines sul territorio nazionale vengono stimate in 40.000 unità”

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che intercorre tra le giocate e alto il rapporto tra queste e la vincita. Tutto ruota intorno alla slot machine e il suo recente accrescimento in termini di numero e di qualità. È da qui che si perde il senso della realtà oltre ad una montagna di soldi. Proprio quando si arriva a toccare il fondo, sgretolando tutte le relazioni socio-familiari, scatta l’intervento di specialisti come la psciologa Giuliana Guadagnini, la quale ha precisato come l’intervento e l’inizio di un percorso di recupero, tramite una terapia cognitivo-comportamentale, passi nella maggior parte dei casi, dalla richiesta di aiuto di un familiare del giocatore. La dottoressa ha sottolineato come la persona affetta da ludopatia non ne sia consapevole, poiché ritiene di capire e di saper gestire i meccanismi del gioco. Un ruolo gravoso nella creazione di questa “non consapevolezza” spetta alla pubblicità. «Vi sono alcuni spot televisivi» ha proseguito, «che hanno la capacità di provocare “strani impulsi” in specifici soggetti predisposti e particolarmente vulnerabili, spingendoli dapprima a provare il gioco per poi, nel lungo periodo, diventarne schiavi» Forse è proprio la presunzione di poter capire le dinamiche dell’azzardo, la locomotiva di questo treno carico di sofferenza e depressione. A confermarlo il fatto che spesso è «il giocato-


Gioco d’azzardo e ludopatia

Il giocatore patologico visto da dentro La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto in diverse aree del cervello e svolge un importante ruolo in comportamento, cognizione e soddisfazione. In un GAP il livello di dopamina è altissimo ancor prima di sapere il risultato della giocata e precisamente nella fase dell’attesa. Diversamente in un giocatore ricreativo questo livello si alza e si abbassa normalmente in caso di una vincita o di una perdita.

re stesso a rifugiarsi nell’azzardo per compensare un aspetto depressivo della propria vita, ottenendo nel tempo un effetto contrario». Sul divieto del gioco si è soffermato Gianfranco Zuliani, Sovrintendente della Polizia Amministrativa, «è fondamentale vietare il gioco ai minori, anche se con l'espansione del gioco online, risulta quasi impossibile effettuare un controllo sulle fasce di età che vi hanno accesso». Riflessioni importanti sono arrivate anche dall’avvocato Gianfranco Spiazzi. «Nei casinò, chi vince, pensa di aver avuto la meglio sul banco, ignorando invece che ha appena vinto i soldi persi dal vicino». Chi ci guada-

gna è lo Stato. «Nel 2009 è stato liberalizzato il mercato del gioco e l’entrata derivante è divenuta un business». Dati alla mano, lo Stato percepisce oggi circa 9 miliardi di Euro annualmente da questa realtà, un decimo del fatturato totale. Più diretto il commento di Alessandro Pilano, impiegato in un centro vicentino per il recupero di giocatori patologici: «Chi ha investito sul questa “dipendenza senza sostanza” ha fatto un affare». Invitato al convegno “Dall’illusione all’angoscia della vincita: la dipendenza da gioco d’azzardo”, organizzato da Rete Prospettiva al Centro Civico Tommasoli di Borgo Venezia il 20 marzo assieme

alla collega Dr.ssa Giorgia Bogoni, ha esposto le fasi che vive una persona affetta da GAP (gioco d’azzardo patologico, ndr) per poi concentrarsi sulla facilità con cui un giovane cade in questo vortice. La prima fase è quella della vincita, durante la quale si entra nel “mondo fatato” e che porta sempre, di conseguenza, all’illusione. Le prime perdite, la ricerca ossessionata di denaro, le perdite più importanti e la disperazione sono gli ultimi gradini che portano un paziente, nel migliore dei casi, alla richiesta d’aiuto. Esiste un sistema immediato per fare fronte a questo dramma? «Si deve togliere completamente la pubblicità del gioco» hanno concluso Pilano e la Bogoni, «per il semplice motivo che rivela parzialmente la verità, mette in allarme spiegando che può creare dipendenza, ma in nessuno di questi spot viene mai citato l’aspetto fondante: se continuerai a giocare, continuerai a perdere. Ci vogliono molta più moderazione e attenzione, e bisogna distruggere l’illusione che con il gioco d’azzardo ci si possa arricchire”.

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in collaborazione con Innovazione valpantena lessinia

Settimana Veronese

della Finanza dell’Economia e del Lavoro

Apindustria Verona Compagnia delle Opere Veneto

Finanziaria Innovazione Valpantena Lessinia

con il patrocinio di

“Un nuovo dialogo per la rinascita economica e sociale del territorio veronese” Venerdì 11 aprile ore 18.30

Mercoledì 9 aprile ore 18.30

Ospiti della serata:

Ospiti della serata:

Dott. Paolo Bedoni Presidente Cattolica Assicurazioni

Avv. Carlo Fratta Pasini Presidente Banco Popolare

Dott. Giovan Battista Mazzucchelli Amm. Delegato Cattolica Assicurazioni

Dott. Pier Francesco Saviotti Amm. Delegato Banco Popolare Moderatore: Lucio Bussi Il Banco Popolare, con oltre 140 anni di storia, 15.000 dipendenti e oltre 2000 filiali è oggi uno dei più importanti istituti bancari nazionali con decine di migliaia di soci. Capiremo insieme quali sono le strategie per aiutare il territorio, le famiglie, le piccole medie imprese e cogliere al meglio le opportunità della prossima sospirata ripresa economica.

Moderatore: Mario Puliero Società Cattolica di Assicurazioni fondata nel 1896, ha una struttura fortemente radicata sul territorio con oltre 25mila soci. Un patrimonio netto di oltre 1 miliardo di Euro e un utile (2013) di 64 milioni di Euro. Obbiettivo della serata, approfondire i piani di crescita e di sviluppo di questa prestigiosa società veronese e di come rafforzarne il legame con il territorio attraverso anche i progetti finanziati dalla Fondazione.

SEDE DEGLI INCONTRI

Martedì 29 aprile ore 20.30 Ospite della serata: Dott. Damiano Castelli Head of Retail ING Bank Italia Moderatore: Matteo Scolari L’olandese ING è uno dei principali gruppi bancari e assicurativi al mondo, oggi presente in più di 40 Paesi con 75.000 dipendenti e 48 milioni di clienti. In Italia ING è presente con la Divisione Retail nota come ING DIRECT, la banca diretta leader per numero di clienti che propone oggi una gamma di prodotti mirata e completa principalmente attraverso canali digitali: Conto Corrente, Conto Deposito, Mutui, Investimenti, Trading On Line, Assicurazione Vita e Prestiti Personali. ING in Italia si occupa anche di finanziamenti e servizi alle grandi imprese e istituzioni attraverso la divisione ING Commercial Banking.

Cantine

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Pasqua Vigneti e Cantine S.p.a. via Belvedere, 135 - 37131 Verona (accesso da Strada della Giara)

Pasqua Vigneti e Cantine è una storica azienda di produzione di vini veneti e italiani di qualità, tra i leader nel mercato italiano ed estero. In quasi 100 anni di storia, l’azienda si è consolidata sullo scenario internazionale quale sinonimo di eccellenza e di grande tradizione vitivinicola diventando un portabandiera della cultura enologica italiana nel mondo. www.pasqua.it via Belvedere, 135 - 37131 Verona - Tel. 045 84 32 111 - Fax 045 84 32 211

APRILE 2014 Mercoledì 9 aprile ore 18.30 Venerdì 11 aprile ore 18.30 Martedì 29 aprile ore 20.30

Info: Segreteria – 346 8195782 redazione@giornalepantheon.it www.giornalepantheon.it


ECONOMIA Al via la V edizione della Settimana veronese

Lavoro e opportunità al centro del dibattito Il 9, l’11 e il 29 aprile Verona sarà di nuovo protagonista di un grande evento finalizzato a rinforzare il dialogo tra le Istituzioni finanziarie e il territorio. Ospiti il Banco Popolare, Cattolica Assicurazioni e la novità assoluta di ING Direct Italia.

di Matteo Scolari

S

aranno tre appuntamenti appassionanti quelli che si terranno in via Belvedere 135, a Verona, nell’elegante sede delle Cantine Pasqua. Il 9, l’11 e il 29 aprile prossimi, infatti, saranno ospiti della Settimana Veronese della Finanza, evento organizzato da quattro anni dalla testata giornalistica Pantheon, in collaborazione con Apindustria, CDO Veneto, Associazione Innoval e Finval Spa (Finanziaria Valpantena Lessinia), i vertici di Banco Popolare, Cattolica Assicurazioni e ING Direct Italia. Appuntamenti appassionanti dicevamo, sia perché giungono a pochi giorni da un interessante rilancio in Borsa, come nel caso del Banco Popolare dopo l’aumento di capitale da 1,5 miliardi, sia perché si parlerà di investimenti sul territorio, come nel caso di Cattolica, e sia perché scopriremo da vicino i segreti di uno dei principali gruppi bancari e assicurativi al mondo che opera principalmente attraverso i canali digitali, come nel caso di ING Direct. Anche quest’anno, come nel 2013, al tradizionale nome Settimana Veronese della Finanza, è stato aggiunto “dell’Economia e del Lavoro”, proprio per porre l’accento sulle questioni che

più toccano da vicino in questo particolare momento storico in cui la disoccupazione, specie quella giovanile, ha toccato livelli record. “Agire, trovando soluzioni per fronteggiare la sempre più preoccupante crisi finanziaria ed economica, valutando nuove opportunità per creare lavoro e sviluppo”: questo in sintesi l’obiettivo della manifestazione che cercherà di illustrare come sia possibile intraprendere un percorso di riavvicinamento tra le esigenze del territorio (cittadini, famiglie e imprese) e le politiche di crescita delle tre grandi Istituzioni finanziarie. Tre serate, due delle quali con inizio alle 18.30 (Banco e Cattolica) e una terza (ING) alle 20.30, aperte a cittadini, rappresentanti del mondo delle imprese, degli istituti di credito, delle università e dei media, dei giovani. Si parte mercoledì 9 aprile con il Banco Popolare. Il presidente Carlo Fratta Pasini e l’amministratore delegato Pier Francesco Saviotti, confermati alla guida del Gruppo per altri tre anni all’ultima Assemblea, illustreranno al pubblico le strategie pensate per il prossimo triennio e finalizzate a porre di nuovo il Banco come un interlocutore primario per il territorio, per le famiglie e per le piccole e medie

imprese. A moderare l’incontro Lucio Bussi, giornalista, responsabile Economia del quotidiano L’Arena. Venerdì 11, invece, sarà il turno di Cattolica Assicurazioni. Il presidente Paolo Bedoni e l’AD Giovan Battista Mazzucchelli approfondiranno i piani di crescita e di sviluppo della società veronese e descriveranno, in particolare, l’attività della Fondazione che recentemente ha finanziato due progetti innovativi sul territorio tra cui il laboratorio di artigianato digitale Fablab Verona e il progetto di formazione per persone ipovedenti e non vedenti denominato “Yeah”. Moderatore Mario Puliero, direttore di Telearena. Ultimo appuntamento, martedì 29 aprile, dopo le festività pasquali, con ING Direct. Ospite della serata l’Head of Retail ING Italia Damiano Castelli che, oltre ad essere ai vertici della banca diretta leader in assoluto come numero di clienti, ha un forte legame con il territorio veronese, e in particolare con la Valpantena. Con il dott. Castelli scopriremo le principali novità introdotte negli ultimi anni sul mercato dalle cosiddette “banche online”. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

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INTERVISTA Eugenio Finardi

La “fibrillante” Musica Ribelle Intercettato prima del concerto a Bosco Chiesanuova, che ha aperto il suo tour “Fibrillante”, Eugenio Finardi ha raccontato a Pantheon il suo ritorno ad un lavoro di inediti, rivelando quanto è cambiata la sua musica e lanciando un messaggio anche per tutti i giovani, senza nascondersi.

Q

di Miryam Scandola

uando arriviamo per l'intervista, lo troviamo seduto sul divano dell'albergo che lo ospita. È stanco dopo le prove in teatro, qualche giorno prima dello spettacolo che il 7 marzo ha battezzato il tour del suo nuovo disco “Fibrillante”, tra le montagne di Bosco Chiesanuova. Ha addosso quel buon odore. Quello di fumo denso, di tabacco, di vino e d'incenso che canta in “Un uomo”. Eugenio Finardi, come fanno i migliori cantautori, indossa sempre un po' i versi delle sue canzoni. Sono passati quindici anni dal suo ultimo disco, era il 1998. Ora il grande ritorno con “Fibrillante”. È un disco che viene dopo diverse esperienze musicali. Qual è l'eredità dei generi che ha frequentato? L'eredità è stata la voce. Queste esperienze sono state molto interessanti a livello musicale, ma fondamentali a livello vocale. Cantare Finardi un tempo richiedeva una vocalità semplice. Ma cantare il fado (musica portoghese, ndr), il blues, la classica contemporanea, che avevano necessità vocali diverse da quelle a cui ero abituato, ha ampliato tantissimo la gamma di sapori vocali che riesco, ora, ad esprimere. E poi c'è stata l'esperienza incredibile del Tea-

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tro-canzone. Eseguire i testi di Vladimir Vysotsky, grandissimo cantautore sovietico, il più grande ribelle del ventunesimo secolo, è stato importantissimo. Cantare le sue storie mi ha insegnato a cantare in terza persona, che è proprio quello che ho cercato di fare nel nuovo disco. A proposito di questo, “Cadere e sognare” è una canzone speciale che parla di una storia triste e attuale, quella di un uomo che ha perso il lavoro. Proprio così, è una canzone nata durante un concerto che abbiamo regalato alla città di Carbonia, in Sardegna, per solidarietà ai lavoratori del Sulcis, che sono stati colpiti moltissimo dalla crisi. Mentre suonavamo un uomo si è messo a urlare, disperato “Eugenio, sono dieci anni che non lavoro, ho tre figli non so come dar loro da mangiare”. Questa voce ce la ricordiamo tutti. Ci ha graffiato l'anima. Mi è rimasto dentro quel grido e quindi poi, quando in sala incisioni Giovanni (il chitarrista, ndr) ha iniziato a suonare la chitarra, io ho improvvisato. Mi è uscita fuori questa voce e ho romanzato una storia plausibile. Purtroppo oggi, con questa crisi, troppo plausibile. Il coraggio della protesta è ancora fortissimo in lei. Ma la militanza, che era quasi una funzione obbligata del cantautore nei difficili anni Settanta, oggi, secondo lei, trova ancora spazio? Dopo 40 anni tiro le somme e ovviamente ho una consapevolezza diversa. Troppe delle mie prime canzoni di protesta sono di stretta attualità. Uno spererebbe che, ad un certo punto, cessino di esserlo. Il ruolo che avevamo noi negli anni Settanta oggi ce l'hanno i rapper. Sono loro che fanno la musica ribelle del presente. Di loro stimo il coraggio di fare nomi e cognomi, di attaccare direttamente. Salmo, Fedez, Marracash parlano di cose di stretta attualità, senza paura. Sono i nostri eredi.

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Eugenio Finardi

1

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Foto dello show di Bosco (1, 2, 3)

Una foto recente di Finardi in concerto

3

Nella canzone “Come Savonarola”, una delle più belle del suo ultimo disco, ripete la parola urlare e gridare tantissime volte. Qual'è il suo urlo oggi? Svegliatevi giovani! Dovete alzarvi per cambiare le cose! (sorride) Ma forse la vostra generazione non protesta più perché ha visto la nostra urlare tanto per poi vendersi. Ma nel suo Fibrillante, accanto alla sezione che lei ama definire “maschile”, arrabbiata, c'è ne una più sottile ed intima dove la donna è protagonista e regina. È vero, e se vogliamo la canzone che meglio incarna questo è “Lei si illumina”. In una sezione dell'album rendo omaggio alle donne, a quelle della

mia vita e anche a tutte le altre. Soprattutto a quelle che hanno il coraggio di invecchiare. Perché, mentre gli uomini tendono ad avvizzire, quando le donne invecchiano diventano radiose. Come è stato fare le prove generali per il tour che vi porterà in giro per l'Italia e fare la tappa zero, qui, a Verona, tra le montagne di Bosco Chiesanuova? (mentre parliamo, sorridendo, ci mostra alcuni dei cartelloni pieni di frasi rubate dalle sue canzoni, che per una settimana hanno invaso tutto il paese, ndr) La Lessinia è qualcosa di meraviglioso, l'ho scoperta solo due anni fa, quando ho fatto “Voci e Luci” a malga Podestaria. Il ricordo di quel prato

La copertina dell’ultimo album, Fibrillante e un giovane Finardi sulla copertina di Non è nel cuore, del 1976. Nella foto grande Finardi oggi.

meraviglioso pieno di persone, che avevano camminato molto per sentire il concerto, mi ha lasciato la voglia di tornare. A Bosco Chiesanuova siamo stati accolti benissimo, perché è stata un'accoglienza di cuore. Qualche giorno fa, addirittura, una signora del posto mi è venuta a cercare in teatro, quando mi ha trovato, mi ha messo in mano un sacchetto di biscotti e mi ha ringraziato perché proprio sulle note di “Amore diverso” ha conosciuto quello che sarebbe poi diventato suo marito. E io, mi sono commosso.

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CULTURA Una mostra particolare per la prima volta in Italia

Switch: il gioco delle identità Ha spopolato a Verona la mostra fotografica di JJ Levine, artista eclettico che con il suo lavoro mette in discussione ciò che crediamo riguardo a genere e sessualità. Lui o lei? Sta a voi decidere. di Chiara Boni

M © foto JJ Levine

© foto JJ Levine

La libreria Libre

aschio o femmina? Lui o lei? È la prima domanda che si pone chiunque si ritrovi davanti alle fotografie dell’artista canadese JJ Levine, che si sono potute ammirare fino al 3 aprile nello spazio dedicato a “Libre”, innovativa libreria di Verona. Il progetto in questione, Switch – il gioco delle identità, vincitore nel 2012 del Pride Photo Award di Amsterdam, è proprio questo, un gioco: si tratta di una serie di dieci dittici in cui i modelli impersonano a turno il ruolo dell’uomo e quello della donna. Lo scambio non si riferisce soltanto agli abiti, alle acconciature o agli accessori, ma si intuisce come l’appartenenza a un genere sia data da qualcosa di più sottile, l’atteggiamento, la postura, ma soprattutto il modo di interpretare un concetto radicato nella nostra percezioni dei ruoli maschili e femminili. Il risultato è sorprendente: si fatica a distinguere chi è l’uomo e chi è la donna in questi ritratti fotografici, una confusione visiva che rende evidente ciò che l’autore stesso definisce “l’instabilità del genere sessuale”. Dietro queste fotografie c’è la volontà

di distruggere qualsiasi convenzione riguardo al genere, ma con un umorismo sottile che delle forme convenzionali fa il suo cavallo di battaglia: le immagini sembrano quasi essere una parodia di quelle, patinate e a modo, scattate negli USA e in Canada in occasione dei prom, i balli scolastici di fine anno. JJ Levine non è nuovo a questi temi: l’artista, che si autodefinisce “gender queer”, di genere non conforme, realizza spesso progetti ispirandosi alla sua vita personale e a quella di chi lo circonda. Spesso i suoi lavori sono realizzati con una volontà quasi “politica”, con il preciso intento di sollevare questioni e dibattiti intorno al genere e a nuove modalità di pensarlo. Dopo Montreal, Toronto, Parigi e Bilbao, JJ Levine ha esposto per la prima volta in Italia, proprio a Verona. Lo spazio scelto, a “Libre”, non è casuale: la libreria-cooperativa sociale che da settembre del 2013 anima il quartiere di Veronetta, nasce come spazio libero, appunto, un luogo dove la cultura racchiusa nei libri, la cultura dei diritti, della legalità e, non ultima, la cultura del genere trovano sempre posto.

PREMIO SALGARI 2014 Le opere e gli autori finalisti del “Premio Emilio Salgari” di Letteratura Avventurosa, sono stati presentati lo scorso 31 marzo nella Sala Rossa della Provincia di Verona. Si tratta di Simone Sarasso con Invictus. Costantino l’imperatore guerriero (Rizzoli), Giulio Leoni con Il testamento del papa (Nord) e Luigi De Pascalis, La morte si muove nel buio (Mondadori). Il premio, biennale, nato nel 2006 e giunto alla quinta edizione, valorizza e promuove la tradizione della letteratura d’avventura italiana rivista in chiave moderna di cui lo scrittore Emilio Salgàri, figlio ideale della Valpolicella, è stato uno dei grandi ispiratori. Dopo una disamina attenta e particolare delle opere di genere edite negli anni 2012-2013 la giuria degli esperti (Alan Altieri, Alfredo Colitto, Luca Crovi, Gianfranco De Turris, Darwin Pastorin e Paola Pioppi) ha indicato la terna di autori che prenderà parte alla competizione per l’anno a venire coinvolgendo nella votazione finale la giuria popolare e il pubblico degli appassionati in genere. Un programma ricco e variegato di incontri con l’autore, reading, eventi e iniziative animerà il semestre di lettura tra i mesi di aprile e settembre 2014. Per l’edizione 2014 il Premio è promosso da un gruppo di lavoro guidato dal Consorzio delle Pro Loco della Valpolicella e composto dall’Associazione e rivista “Ilcorsaronero”, Excellence Club, Delmiglio editore, Pantheon, il magazine di Verona e Lessinia. Il premio gode inoltre del sostegno della Regione del Veneto, Provincia di Verona, Comuni della Valpolicella, BCC Valpolicella Benaco Banca e vari enti, associazioni, imprese, banche e assicurazioni del territorio, librerie, biblioteche e associazioni culturali e di lettori. Info:www.terradisalgari.it

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PANTHEON • Corso base di ripresa ed editing video Obiettivo: Apprendimento del corretto utilizzo della telecamera (produzione), della ripresa e la successiva realizzazione di un montaggio video. I corsisti saranno guidati nella creazione di un breve filmato dalla fase di ideazione e ripresa, fino a quella di video editing con programmi dedicati. Durata: 5 lezioni da 4 ore il sabato mattina (09.00 - 13.00) a partire dal 10 maggio 2014 Costo: 180,00€ - N. min. iscritti: 12 - Max: 15 Strumentazione: Computer, telecamere e programmi saranno forniti dall’organizzazione

• Corso “Relazionarsi con chi non vede o vede poco: Teoria e Pratica

Ti relazioni con persone con disabilità visiva per lavoro? Vorresti stare vicino ad un tuo caro che ha perso o sta perdendo la vista nella maniera più efficace? Hai un amico/a che vede poco? Obiettivo: Il corso punta a fornire ai partecipanti gli strumenti teorici e pratici per rapportarsi con chi non vede o vede poco sia nel contesto familiare (stare accanto ad un parente o amico cieco e o ipovedente) sia nell’ambito dei servizi alla persona (scuola, trasporto pubblico, azienda ospedaliera, operatori del turismo e della ristorazione).

Data: 17 maggio 2014 (15.00 - 19.00) Costo: 39,90€ - max 20 partecipanti Sede: Via Tavigliana 1/A Grezzana (VR) Per info: www.progettoyeah.it

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- Macramè (L’arte di annodare i fili) Sabato 10 e 24 maggio, 7 e 21 giugno (15.00 - 17.30) costo: €180 oppure: - Uncinetto a Forcella Sabato 10 e 24 maggio (15.00 - 17.30) costo: €90 - Patchwork- Appliquè Sabato 7 e 21 giugno (15.00 - 17.30) costo: €95

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PERSONAGGI Armando Lenotti

“A olte po’l rivar l’ispirassion…”

di Giovanna Tondini

La poesia dialettale secondo Lenotti

Uno dei più celebri poeti dialettali della provincia si racconta in esclusiva a Pantheon. La poesia, il suo percorso artistico, le amicizie e gli aneddoti. Una vita che lo ha portato inaspettatamente alla poesia e alla candidatura, non consapevole, al premio Nobel. Armando Lenotti

N

essuno forse se lo sarebbe aspettato. Nemmeno lui. Per anni e anni a scrivere “Alla gentile attenzione di…” e poi trovarsi davanti a un pubblico di spettatori allietati dai suoi versi. Forse è vero che c’è un “silenzio del poeta”, in cui si immagazzinano esperienze, emozioni, riflessioni, pensieri e soprattutto letture. E poi? Poi «la poesia viene fuori da sé». Si restituisce il mondo che porti dentro a qualcuno che lo possa condividere,

suscitando in lui nuove emozioni, riflessioni, pensieri. «Quello che si legge non è più dell’autore, ma diventa tuo». Il cerchio allora non si chiude. Ma rimane aperto come una spirale, in continua espansione, legando le persone in un potenziale infinito. Armando Lenotti è stato responsabile vendite. E oggi è poeta. O forse, appunto, lo è sempre stato. Oltretutto in una lingua che non è quella delle sue origini, trentine. Alla poesia dialettale si è avvicinato per curiosità, frequentando un corso nel 2004. Ma da sempre è stato lettore dei grandi poeti dialettali, a cominciare da quelli veronesi, come Barbarani, e veneti come Zanzotto. «I miei compagni di viaggio». Con loro «g’ò traversà i continenti» scrive nelle sue poesie lo stesso Lenotti. Del loro poetare apprezza proprio la scelta della lingua, reale, colloquiale, dove risalta «l’essenzialità della parola». Dove il «il significato e il significante corrispondono». In breve: «poche parole e vere». A ben vedere «il dialetto è la vera radice della letteratura italiana, a cominciare dai trovatori del Duecento della Scuola siciliana e dal Dolce Stil Novo». «Un tempo» spiega, «era la

La colession de le farfale No gò la colession de le farfale mi da mostrarte, i boli del Giapon, gò vece foto deventade giale: Rivera con la copa dei Campion! Ma ti vien su ‘n momento, iè do scale, de libri ciacolemo e de canson, in fresco gh’è un vinel che l’è speciale de spesso no le rive ste ocasion!” No la spetava basamani e inchini a intrar ne la me stansa sgrendenada, mi gò impissà a far luce du lumini, ela gà dà de sora na supiada... Ve l’ò contà, no gh’era le farfale: ci à dito che a volar ghe vol le ale? A. Lenotti

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lingua della comunicazione. Oggi invece si parla italiano e si scrive in dialetto oppure lo si usa nella dimensione affettiva». Dunque «nasce prima la poesia e poi il dialetto, mentre una volta era il contrario». Insiste Lenotti: «siamo nell’era del post-dialettale. Il dialetto oggi è un codice sopraletterario». Alla lingua vernacolare, quindi, non rimane che il veicolo della poesia. Una poesia che esprime un mondo che non esiste più. Per questo motivo, secondo il poeta, è difficile proporsi a un pubblico giovane, «dove si parla ormai solo italiano». I suoi lettori, infatti, sono persone con esperienze che appartengono a un universo di modi, tradizioni e anche valori per lo più superati o poco sentiti dalle nuove generazioni. Ma proprio grazie a queste persone è cominciata la sua esperienza poetica. Un giorno, quando ancora il suo il repertorio era scarno, fu invitato al teatro Nicolis di Villafranca a leggere alcune sue poesie. «Al cine (poesia che trovate anche nella pagina a fianco, ndr) piacque a una signora, che si commosse», ricorda. «Ho capito allora che anche il mio linguaggio semplice e la forma erano efficaci. Così fui motivato a continuare a scrivere». E a far sorridere. Questo infatti è l’obiettivo di Lenotti, che nel sonetto ha trovato la forma adatta ai contenuti delle sue poesie. «Il sonetto ha una finalità moraleggiante, educativa. È un racconto breve, con uno spazio limitato, in cui la rima non è facile da trovare». Insomma, «sono un po’ come le parole crociate. Un gioco a incastri, che ti obbliga ad avere musicalità». Nel 2006 esce così la sua prima raccolta di poesie: Le morose vecie. Ben sessanta sonetti d’amore sui ricordi della giovinezza. Da quell’anno si muove sempre in coppia con il “suo avvocato”, Guariente Guarienti. Uno l’artista, l’altro il professore.


Armando Lenotti Un’accoppiata vincente, che piace al pubblico «di giovani anziani» a cui leggono le poesie in giro per la provincia. «Ti tasi sempre e nega tutto, che ghe penso mì» dice sempre Guariente all’amico Armando. Sì, tanto da averlo candidato a sua insaputa al premio Nobel anche se Lenotti ci tiene a precisare: «ho fatto solo danni alla letteratura con le miei poesie!». Che gli piaccia o no, non c’è dubbio che i critici gli riconoscono il carattere di novità nel panorama della poesia dialettale veronese. Non solo perché ha riportato in auge la donna, ma anche per essersi spinto oltre la “veronesità”. Essere uscito, cioè, dalla municipalità che ha sempre caratterizzato la poesia dialettale. «Dal bozzettismo tipico dell’Ottocento e del Novecento, dal senso decadente, dal provincialismo, dagli schemi manieristici». Se Barbarani disgiunto da Verona sarebbe incomprensibile, Lenotti segue l’evoluzione del mondo, proiettandosi verso l’esterno, verso l’universale e il globale. «La poesia dialettale non ha più una freccia rivolta indietro, al paese di origine, alla propria esperienza.

Al cine L’è stado propio al scuro in quela sala un film che la faseva lagremar, la m’à postà la testa sul la spala serado i oci, par no più vardar. La tremolava come na farfala, massa lisiera forsi par volar, mi gò catà el remedio che no fala: un baso che l’à fata consolar. Da quela olta la portava al cine la trama dimandando a la cassiera sghimando sempre se le locandine desgrassie le mostrava, na qual guera. Così a la festa, invesse che sul lago, stàvimo insieme... col dotor Zivago! A. Lenotti

Se vuole andare avanti deve rivolgersi al futuro». Tuttora, però, molta poesia veronese non riesce a staccarsi dalla tradizione, «da quei cliché ricorrenti della natura matrigna, del pianto continuo del cuore, del piangersi addosso». I veronesi «si prendono troppo sul serio». Quindi nonostante il grande fermento di incontri e di premi sulla poesia, sembra esserci un problema culturale: «oggi la poesia veronese non riesce a trovare qualco-

sa di nuovo da dire». Secondo Lenotti «bisogna leggere, assimilare letture. Essere sensibili alla vita». Non basta quindi scrivere. «La poesia non deve essere la semplice liberazione dei propri problemi psicologici. A pensarci bene la poesia è qualcosa di molto semplice. Come scrive Armando, “no serve sempre el cor che se inamora, / la poesia nel mondo l’è za scrita”.

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INNOVAZIONE La realtà tutta veronese di De Lab

Una nuova etica nel mondo del business

Unire guadagno ed etica sociale e ambientale? È possibile! Come, lo spiega Lucia Dal Negro, ventinovenne veronese, fondatrice di De Lab, la prima realtà italiana a occuparsi di “business inclusivo”. di Francesca Mauli Il team italiano di De Lab: Irene Tomasoni, co-founder (a sinistra), Lucia Dal Negro (al centro) e la dr.ssa Maria Luisa Venuta.

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’era una volta un mondo in cui business ed etica si scontravano continuamente, soprattutto in quei Paesi in via di sviluppo in cui leggi troppo permissive e politici compiacenti facevano prevalere gli interessi del singolo sul bene comune. Mondi distanti, che faticavano ad avere punti di incontro. Finché nei primi anni 2000, Stuart Hart, professore americano, stanco di questa dicotomia, elaborò la teoria “Base della Piramide”, poi rinominata “Business Inclusivo”, dimostrando come questi diversi aspetti fossero conciliabili, permettendo alle aziende sì di guadagnare, ma nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone. La “favola” del business inclusivo di

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fantasioso non ha nulla, di fantastico invece sì, e molto. Perché unire business, etica sociale e ambientale in un modello produttivo reale permette di ripensare all’economia d’impresa in un modo completamente nuovo, consentendo, nel tempo, il superamento delle ingiustizie sociali che caratterizzano in particolare i Paesi più poveri. Se poi si aggiunge l’aspetto “inclusivo”, cioè l’impegno a includere, nella propria azione, lavoratori e abilità locali, si ottiene un modello di business davvero innovativo. Di business inclusivo, da noi, non si sente parlare. Eppure è proprio una giovane dottoressa veronese, Lucia Dal Negro, ad aver importato questo concetto nel Belpaese, dando vita, insieme a Irene Tomasoni,

a De Lab, il primo, e unico, team di esperti in questo settore presente in Italia, accreditato presso il BOP Global Network, rete globale di ricerca e sviluppo delle tematiche di Inclusive Business. Anzi, di esperte, perché di un gruppo di donne si tratta. Con le fondatrici, infatti, collaborano anche Maria Luisa Venuta, docente di microeconomia presso l’Università Cattolica di Brescia, Cornelia Rietdorf, tedesca, esperta di mercati asiatici, Shruti Sharma, indiana, e Phuong Nguyen, vietnamita. Un gruppo italiano, ma con un tocco internazionale che garantisce avamposti in altri Paesi e offre una visione interculturale.«De Lab» spiega Lucia Dal Negro, «è l'applicazione concreta della mia tesi di dottorato. Mi sono occupata di studiare il collegamento tra attività profit di aziende e imprese e il miglioramento di condizioni sociali e ambientali sia all'interno di comunità in via di sviluppo che in comunità localizzate in economie avanzate. Questo tipo di approccio, applicato oltre il core business si chiama “responsabilità sociale d'impresa (CSR)” mentre quando va ad interessare il vero e proprio core business aziendale si chiama “business inclusivo”». Nel concreto, le esperte di De Lab affiancano imprenditori intenzionati a investire in Paesi in via di sviluppo, per far sì che questo avvenga nel modo più etico possibile, nel rispetto di tutte le dimensioni che caratterizzano il business inclusivo: la parte “green”, la parte “social” e la parte “profit”.


La realtà tutta veronese di De Lab Per scoprire De Lab

Un caso concreto

De Lab organizza, insieme a Ong2.0 e Fondazione Sodalitas, il prossimo 10 aprile, dalle 18:00 alle 20:00, un Webinair (seminario online) gratuito sul tema “Business inclusivo: conciliare profitto, sostenibilità e sviluppo umano”. Condotto dal team De-LAB e arricchito dal contributo del Prof. Stuart Hart, Professor Emeritus of Management at Cornell University’s Johnson School of Management, offrirà ad imprenditori, istituzioni e ONG l’occasione di avvicinarsi all’Inclusive Business. Iscrizione obbligatoria su www.delab.it

«La sfida è garantire un ritorno profit e la creazione di un mercato duraturo, evitando però quelle distorsioni nel collegamento commerciale tra le due realtà che creano un rapporto non alla pari, fonte di squilibri a sfavore del Paese più debole, in un’ottica imprenditoriale “colonialista” ancora molto diffusa» prosegue Lucia. In Italia, poi, De Lab si occupa anche di innovazione sociale, affiancando le imprese nella sviluppo di indicatori sociali, nel welfare d'impresa, nell’impact assessment e nella comunicazione sociale. Una “favola” a lieto fine, quindi, quella del business inclusivo? Sembrereb-

Per capire meglio qual è l’applicazione dell’inclusive business, abbiamo chiesto a Lucia Dal Negro di riportarci un esempio concreto. «La protagonista è un’azienda italiana che si occupa di produzione di biodiesel. Questa azienda, oggi, produce benzine verdi ricavate dalla purificazione degli oli esausti raccolti da tutte le friggitorie della Repubblica Dominicana. Grazie a un accordo con questo Paese, tutti i ristoranti, i chioschi e le attività alimentari consegnano i propri oli usati a quest'azienda, che ha creato in loco degli stabilimenti, in collaborazione con le comunità locali. Il biodiesel ricavato (che ha un minore impatto ambientale in termini di emissioni di CO2 rispetto alla benzina tradizionale, ndr) viene venduto sul mercato locale al 30% in meno rispetto al prezzo del gasolio convenzionale. Di conseguenza, il Paese sta diventando sempre più indipendente energetibe di sì, ma c’è bisogno dell’impegno camente, non dovendo più acquistare di tutti per poter tradurre in chiail diesel convenzionale dai paesi limitrofi ve italiana questa nuova frontiera a prezzi più alti. Allo stesso tempo, l’adell’innovazione di mercato. zienda è più competitiva, e quindi più «Vorremmo far capire agli imprendiforte sul mercato locale. Infine, alcuni tori del nostro Paese che ora è posscarti della lavorazione, come paraffina sibile dar vita a progetti di questo e glicerina, vengono regalati alle comunità povere locali che li usano per protipo, forti del supporto di centri come durre candele». Un progetto vincente, De-Lab e di reti internazionali come in cui tutti gli obiettivi del business inquella del BoP Network. Soprattutto clusivo (guadagno per l’azienda, tutela in una fase storica come questa, biambientale, incentivo sociale) sono stasogna avere il coraggio di credere in ti raggiunti. Questo è uno dei modelli di questi nuovi modelli per rilanciare il business inclusivo studiati da De-Lab e nostro potenziale di crescita» conclupronti per essere replicati per altri imprenditori d’avanguardia. de Lucia.

Non c’è più scusa, insomma, oggi, per non ripensare a un’economia diversa.

Il legno sostiene la storia Quando si parla di restauro, la copertura è l’elemento di fabbrica che, di fatto, costituisce una delle parti più importanti dell’edificio. Se il corpo edilizio è di antica fattura, questo elemento può rivestire, inoltre, un ruolo di assoluto rilievo storico e architettonico. La struttura si identifica infatti come un sistema a falde e con una configurazione geometrica che tiene conto della conformazione planimetrica dell’intera opera. A questo concetto segue anche un’attività di tutela dell’edificio, che è parte integrante del nostro patrimonio storico. La necessità di non variare la geometria della copertura originaria e rispettare, con interventi mirati, i materiali

costruttivi originari sono le più importanti condizioni da seguire. La nuova struttura viene quindi progettata in considerazione delle nuove indicazioni statiche, lasciando inalterato il sistema di distribuzione dei carichi, ed evitando la realizzazione di cordoli in calcestruzzo. Proprio in questo senso, per il recupero del Teatro Romano di Verona, si è proceduto con la sistemazione delle travi di legno, su un nuovo piano di appoggio nella muratura opportunamente sistemato e regolarizzato. L’intervento, curato da Sistem Costruzioni, è stato completato e integrato con elementi nuovi ma aventi le analoghe caratteristiche costruttive.

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PROGETTI L’incubatore trevigiano H-FARM e l’esperienza di Innoval Young

H-ACK for a living

di Francesco Turlon

Il 26 febbraio il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato in visita presso H-farm, incubatore di piccole imprese innovative nel settore ICT (Informazione e Comunicazione): ha stretto la mano a Riccardo Donadon, fondatore di questo centro creativo e lavorativo di cultura digitale, e, in pieno stile “obamiano”, ha voluto far capire agli italiani su cosa si dovrà puntare per la ripresa economica: i giovani. L'esperienza di Innoval Young a H-Farm continua...

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I ragazzi di Innoval Young e Progetto di Vita premiati al termine della maratona dell’1 e 2 marzo

a ricetta è semplice anche se non sempre ci sono le condizioni per realizzarla. Si prende una tenuta agricola (Ca’ Tron) tra le colline del trevigiano, si attrezza la struttura con nuove tecnologie e si ammodernano i rustici con un design contemporaneo. Si inseriscono poi all’interno di questo paesaggio (a solo 10 km dai lidi veneziani) 350 giovani famelici d'innovazione e un capitale per agevolare la riuscita di nuove idee, ed ecco nascere H-Farm (da Human, umano, e Farm, fattoria), società di venture capital, che dal 2005 ad oggi promuove e finanzia progetti e idee di innovatori italiani

Una volta al mese Progetto di Vita per H-ACK e l’Associazione Innoval Young porteranno i ragazzi in H-farm accompagnandoli nelle 10 maratone di progettazione, i famosi H-ACK, in cui i componenti si uniranno insieme per 24 ore per lavorare sul problem solving di alcune tematiche aziendali specifiche (di cui potete leggere all’interno dell’articolo). A tutte le idee che non risulteranno vincitrici alle maratone, verrà data una seconda opportunità. I ragazzi di ritorno da H-Farm, infatti, potranno sottoporre i propri progetti all’attenzione degli imprenditori dell’Associazione Innoval, che avranno l’importante compito di valutarne la fattibilità sulla base delle reali necessità di mercato e decidere se accogliere il “team in azienda”. Il valore aggiunto che l’associazione Innoval si propone di apportare è quello di consentire un collegamento diretto con gli imprenditori e con la nuova realtà nascente, il Verona FabLab, ancorando le idee che nascono in H-farm con il territorio.

e internazionali (sono state aperte sedi negli Stati Uniti, in India e nel Regno Unito). In otto anni H-Farm ha investito più di 14milioni di Euro in 52 imprese innovative, ed è pronta a investirne altri dieci nel prossimo quinquennio. Ad accorgersi dell’importanza di questa realtà per lo slancio dell’economia nazionale è stato anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che in data 17 marzo ha annunciato l'ingresso della finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa nel capitale dell'incubatore di Roncade con una quota di circa il 4% (poco meno di 1,5 milioni di Euro). Ma, prima ancora di questi personaggi pubblici, a capire l’opportunità offerta da H-Farm sono stati i giovani stessi: nello specifico, e per quel che riguarda la nostra città, gli aspiranti imprenditori di Innoval Young. In collaborazione con Progetto di Vita - Cattolica per i giovani, l’Associazione ha dapprima ospitato i rappresentanti dell’incubatore presso la propria sede di Grezzana in data 13 febbraio e, incuriositi dalla possibilità e desiderosi di portare l’esperienza su territorio, hanno poi partecipano alle maratone di progettazione (o HACK) indette e programmate dalla società di venture capital trevigiana. Nel corso di queste maratone i partecipanti vengono posti di fronte a problemi di aziende nostrane o internazionali in diversi contesti (Banking, Wine, Tourism, Automotive, Fashion, Food, Design, Retail, Home Automation e Health, ovvero, Servizi Bancari, Vino, Turismo, Automotive, Moda, Cibo, Design, Vendite, Automazione Domestica e Salute, ndr). Nell’arco di 24

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L’incubatore trevigiano H-FARM e l’esperienza di Innoval Young ore, dopo essersi suddivisi in gruppi a seconda della specializzazione, i ragazzi devono trovare una soluzione al problema. «L’obiettivo dell’iniziativa», spiega Alessandro D’Annibale, responsabile del progetto e portavoce di Cattolica insieme a Sara Giunta, «è quello di dare la possibilità a giovani intraprendenti di mettersi alla prova cercando di risolvere reali criticità aziendali». «La formazione tradizionale viene così sostituita dall’applicazione pratica e i giovani possono testare e sperimentare cosa significhi fare impresa» prosegue Valentina Todeschini, presidentessa dell’Associazione. La prima vittoria per alcuni dei ragazzi di Innoval Young (Riccardo Bertagnoli, Veronica De Siena e Valentina Garonzi) è arrivata nella maratona dell’1 e 2 marzo (H-ACK Wine, dedicata alle imprese vitivinicole, ndr), quando la squadra Wine Wine West ha ottenuto l’approvazione delle Cantine Ferrari per la realizzazione dell’applicazione della app Bellavita. Questa applicazione è in grado di creare un filmato in base alla descrizione che il cliente fornisce durante la degustazione. Ovvero, spiegando dove si vorrebbe essere (osservazione del colore), cosa si vorrebbe fare (profumo) e in quale contesto ci si immagina (degustazione) mentre si assapora il vino, l’utente condivide le proprie impressioni sensoriali con gli amici nei Social Network, assecondando l’esigenza di unire reale e digitale per far conoscere l’azienda all’estero.

Le altre maratone 2014 MESE

TEMA AZIENDALE DELLA MARATONA

APRILE TOURISM (TURISMO) MAGGIO AUTOMOTIVE GIUGNO FOOD (CIBO) LUGLIO FASHION (MODA) SETTEMBRE DESIGN OTTOBRE RETAIL (VENDITE) NOVEMBRE HOME AUTOMATION (AUTOMAZIONE DOMESTICA) DICEMBRE HEALTH (SALUTE) Per tutte le info sulle maratone:

www.h-farmventures.com/h-ack Per quanto riguarda le prossime maratone l’Associazione Innoval Young e il Gruppo Progetto di Vita per H-ACK di Cattolica accompagneranno gli interessati in un percorso pre, durante e post-evento. L’adesione è gratuita e per maggiori informazioni potrete contattarli su young@innoval.it.

Summer Camp presso H-Farm Se vi abbiamo incuriosito e volete avventurarvi nel mondo di H-Farm sono aperte le iscrizioni per il Summer Camp che si terrà dal 30 Giugno al 25 Luglio. Il titolo sarà WeHave The Future! – Law and Economics for Society e il processo di selezione si chiuderà il 25 aprile.

«Il livello competitivo era alto, molti si sono presentati con un sito e un’app completamente funzionante. Da parte nostra avevamo un prototipo e una strategia da sviluppare in ben più di 24 ore. Questa è stata la carta vincente!» racconta Riccardo Bertagnoli. «E, anche se poi le idee proposte non vengono finanziate» prosegue Valentina «si ha la possibilità di sottoporre i progetti all’attenzione di altri imprenditori, in modo che valutino la fattibilità sulla base di reali necessità di

mercato. Senza escludere il fatto che stiamo realizzando un Fab Lab dove poter proseguire le ricerche sulle idee presentate. Il vantaggio di collaborare con partner come Cattolica per i giovani e H-Farm consiste soprattutto nel supporto e processo di mentoring forniti dai diversi professionisti». Il prossimo hackeraggio è previsto per il 5 e 6 aprile. Settore Travel (viaggio). Ore a disposizione 24. Buon H-ACK!

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MOBILITÀ

Riscoprire il pedibus per andare a scuola

Sulla buona strada

E’ il nuovo progetto che ha coinvolto 120 ragazzi delle scuole elementari di Poiano, Quinto, Santa Maria in Stelle e Novaglie, volto a formare cittadini consapevoli, attivi e responsabili. Promotori il CiViVi (Comitato Valorizzazione Valpantena), l’Associazione ApertaMente onlus, le operatrici volontarie (ex insegnanti) e un fotografo vide-operatore. Prevista l’11 aprile, a Poiano la presentazione dei risultati. di Alessandra Scolari

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l percorso casa-scuola è una costante nella quotidianità dei ragazzi e su questo si è basato il progetto. L’ideatrice Marisa Venturi, esperta di educazione ambientale, lo ha definito di «cittadinanza attiva», ed ha preso lo spunto da un incidente avvenuto in Via Valpantena, costato la vita ad un ragazzo e che ha gettato sconforto tra i suoi compagni e le loro famiglie. Allora perché «non riflettere sul tema della mobilità», partendo dalla bassa Valpantena, coinvolgendo i ragazzi, attivandoli nell’osservazione di segni e segnali sulle proprie strade?». Il ragionamento è semplice. I genitori constatando i pericoli sulla strada, portano a scuola i loro figli in auto e il traffico aumenta: meno bambini vanno a piedi (o in bici) più aumenta il traffico (il classico cane che si morde la coda).

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«Formare, informare e cercare di trasformare un circolo vizioso in circolo virtuoso, con la complicità dei ragazzi stessi, attivando comportamenti corretti. Questo l’obiettivo che ci siamo proposti» racconta Marta Fischer, presidente dell’Associazione CiViVi. Un progetto che per la sua peculiarità è entrato nell’offerta formativa dell’anno scolastico 2013/2014 dell’Istituto comprensivo 16 della Valpantena, dopo l’approvazione del Collegio docenti, grazie anche alla disponibilità e collaborazione degli insegnanti delle quarte e quinte elementari, ottenendo anche il patrocinio dell’VIII Circoscrizione. Il programma prevede due incontri per ciascuna delle sei classi (60 minuti circa) e un’uscita guidata sul territorio. In classe la proiezione di immagini e la sollecitazione alla conversazione verbale e scritta (un questionario); nel secondo step l’incentivazione dei ragazzi ad identificare (con foto o video) i punti critici sulla loro strada; nel terzo step la condivisione della documentazione acquisita (scritta o fotografica) all’interno del gruppo-classe, cercando ed elaborando, assieme ai promotori del progetto, le possibili articolate soluzioni. La dirigente scolastica Nicoletta Morbioli ha commentato: «noi puntiamo sull’educazione dei bambini al rispetto del proprio ambiente e ad un loro legame forte con la loro realtà. I ragazzi in questo progetto sono stati i veri protagonisti, dei “cittadini in erba”, entusiasti nello scoprire e segnalare comportamenti scorretti di automobilisti e pedoni, nonché dei punti critici strutturali. E’ stato un momento di educazione civica guidata sulla base delle esigenze dei bambini, segnalate nelle loro osservazioni». Soddisfattissimi anche gli organizzatori i quali, con i ragazzi, presenteranno gli esiti di questo inedito progetto il prossimo 11 aprile all’assemblea plenaria (con i ragazzi delle scuole dell’Istituto, i docenti, le famiglie e le autorità) e condivideranno l’opportunità di diffondere, in un piccolo dossier, il materiale raccolto.

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SOCIALE

Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare a Verona

Famiglie in aiuto di altre famiglie Operativo sul territorio comunale di Verona, il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare costituisce un aiuto prezioso per i bambini e le famiglie che vivono situazioni di difficoltà o che necessitano di un appoggio. Organizzato in equipe territoriali distribuite sul territorio veronese, si occupa di conoscere, seguire da vicino e sostenere la famiglia che accoglie il bambino.

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a famiglia è il nucleo fondamentale su cui ruota tutto il nostro essere, dal momento in cui veniamo al mondo e lungo tutto il percorso di crescita personale. Nel caso di particolari situazioni di difficoltà e di bisogni affettivi o educativi, esistono forme temporanee di aiuto e sostegno: l’affido ne è un esempio. Da una decina di anni, con l’istituzione del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare che conta le sue sedi in tutte le 8 Circoscrizioni, il Comune di Verona offre alle famiglie proprio questo servizio. Le equipe vedono la stretta collaborazione e coordinazione di assistenti sociali e psicologi,

di Francesca Merli

che seguono da vicino le famiglie e i bambini nel percorso di affido. Una bella realtà con cui si entra in contatto anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione che il Centro si occupa di diffondere in modo capillare grazie a una serie di incontri con il pubblico e con le associazioni, utili per comprendere e toccare con mano ciò di cui si occupano. Le famiglie possono contattare le sedi del servizio sociale anche solo per chiedere informazioni, senza temere di essere vincolate. Una volta offerta la loro disponibilità a diventare “affidataria”, ovvero ad accogliere il bambino, comincia la fase di conoscenza attraverso una serie di colloqui, in un primo momento insieme con assi-

“A soffrire sono troppo spesso i figli”

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stenti sociali e psicologi, e in seguito con la famiglia originaria. Possono diventare affidatarie le coppie con o senza figli, sposate o conviventi, ma anche persone singole, senza limiti di età o di reddito. Al fine di predisporre al meglio la fase dell’affido vero e proprio, il Centro si occupa di promuovere la cultura dell’accoglienza, preparando e sostenendo di continuo gli affidatari con una serie di corsi educativi. Tutto ciò in vista di un percorso formativo al termine del quale le famiglie diventano una vera e propria risorsa, ed entrano a far parte di una “banca dati”, una “fotografia” che viene scattata e che offre un’immagine con cui si identificano. Con questo sistema il Centro può abbinare la richiesta di bisogno alla risorsa che le famiglie rappresentano. L’incontro tra il bisogno e la risorsa si definisce “fase di abbinamento” nella quale la famiglia che accoglie il bambino si impegna ad assicurare un’adeguata risposta ai suoi bisogni, che possono essere affettivi, educativi, di mantenimento o di istruzione. In questa fase l’affido si definisce “duttile”, dal momento che non si presenta in un’unica forma: ci si trova in presenza di un affido “a tempo pieno” quando il minore vive stabilmente con la famiglia affidataria, “a tempo parziale” o “diurno” quando necessita


Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare a Verona Incontri e contatti Il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare, organizza corsi di “avvicinamento” per informare e approfondire la tematica dell’affido e il ruolo della famiglia affidataria. Il prossimo ciclo di incontri si terrà nel mese di maggio. Per maggiori informazioni sui corsi e sul Centro, contattate l Centro Sociale Territoriale ai numeri 045.8830819 e 045.8830808, oppure scrivete a centroaffido@comune.verona.it

degli affidatari per il fine settimana o per le vacanze, o anche solo per qualche ora al giorno, per poi fare ritorno nella famiglia di origine. Il fine dell’affido infatti non è l’adozione, che funziona diversamente, ma è il rientro del minore nella famiglia di origine. Il ritorno può avvenire secondo tempi diversi, perché l’affido può durare da pochi mesi a qualche anno, fino a quando lo richiede quella particolare situazione. Tramite una serie di riscontri in itinere, il Centro si occupa infatti di verificare se la questione che ha determinato il bisogno e per cui si è deciso l’affidamento, è stata risolta. Durante questo periodo c’è un continuo con-

Anche a Stallavena l'accoglienza è di casa Grazie all'impegno dell'Associazione “Stallavena Accoglie” il centro diurno di Matteo Bellamoli continua ad ospitare i ragazzi delle scuole medie.

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embrava destinato a chiudere, e invece grazie all'impegno dell'Associazione Stallavena Accoglie, nel gennaio 2011 il Centro Diurno di Stallavena ha ripreso la sua attività. In stretta collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Grezzana, coinvolge oggi, oltre ad un'educatrice, circa 40 volontari. I ragazzi delle scuole medie vengono segnalati ai servizi sociali direttamente dalle scuole, e quindi indirizzati alla struttura di Stallavena. «Qui si crea una piccola famiglia» sottolinea Daniele Garonzi, presidente dell'associazione. «I ragazzi arrivano direttamente dopo la scuola con un pullmino messo a disposizione dal Comune, e rimangono fino alle ore 18:00». Il tempo scorre veloce, tra il pranzo, che una volta alla settimana preparano da soli, (dopo aver fatto la spesa), un po' di relax, i compiti

tatto tra la famiglia affidataria e quella d’origine, dal momento che la famiglia affidataria diventa una risorsa su cui contare, e non un’entità che si sostituisce alla famiglia originaria. Il Centro per l’Affido si occupa anche di solidarietà familiare, e dall’ottobre 2012 ha all’attivo il progetto “Una famiglia per una famiglia”, una forma di intervento pensata per sostenere le famiglie che vivono un periodo di difficoltà nel gestire la propria vita quotidiana, e nell’educazione dei figli. Si tratta di un affiancamento solidale che mira alla prevenzione creando una rete di sostegno, al fine di scongiurare l’allontanamento del bambino dalla famiglia di origine.

fino alle 16:00 e quindi le attività. «Cerchiamo di far vivere loro anche la convivenza domestica» precisa Francesca, l'educatrice «parlando e condividendo ogni aspetto della giornata. Abbiamo appena concluso un interessante modulo di musicoterapia, e tra poco inizieremo anche la coltivazione dell'orto». Da questo clima di famiglia è nato anche un progetto messo in piedi negli ultimi mesi. I ragazzi, nel pomeriggio, hanno costruito delle casette per uccelli e per pipistrelli, aiutati dall'abile mano di Gianpietro, uno dei volontari. Nel mese di aprile è previsto un banchetto fuori dalla chiesa di Stallavena, per proporre queste realizzazioni a tutta la cittadinanza. «La collaborazione con le insegnanti e con l'assistente sociale è continua» conclude Garonzi, «per permettere che l'accoglienza diventi strumento per l'integrazione e l'educazione. Proprio per questo motivo ospitiamo anche cinque bambini stranieri delle elementari, sempre segnalati dall'assistente sociale, che vengono qui a fare i compiti e imparare l'italiano aiutati da alcune ragazze delle scuole superiori. Tutto il lavoro è assolutamente volontario, e devo ringraziare con il cuore le persone che come noi credono in questa struttura e impegnano il loro tempo per tenerla viva».

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La pillola del buon umore

Dagli Stati Uniti all’Europa aumenta l’utilizzo degli psicofarmaci somministrati ai minori. Le malattie psichiche del nuovo millennio sono vere o semplificazioni derivate da esigenze delle multinazionali del farmaco?

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l disagio interiore e il bisogno di attenzione dei più piccoli si manifesta spesso mediante comportamenti estremamente iperattivi o al contrario apatici e indifferenti agli stimoli esterni della società. Di fronte a tali situazioni, sempre più genitori fanno ricorso all’uso di psicofarmaci per educare e istruire i propri figli, ritenendolo il metodo più efficace, pragmatico e adeguato. Il fenomeno degli psicofarmaci, somministrati già nell’età dell’infanzia, nasce negli Stati Uniti attorno agli anni Ottanta e si è esteso in tutta Europa raggiungendo dati impressionanti. Un caso che fa discutere da alcuni anni psicologici e associazioni a tutela dell’infanzia.

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Giornalepantheon aprile 2014

di Arianna Mosele

La somministrazione degli psicofarmaci nasce in primis oltreoceano, per la cura di disturbi comportamentali e neuropsichiatrici, come l’autismo, la sindrome da iperattività e la schizofrenia. Solo pochi mesi fa l’allarme della nota rivista scientifica Pediatrics e del sito Consumer Report, che hanno denunciato negli USA un aumento dell’utilizzo di tali farmaci pari al triplo negli ultimi quindici anni, farmaci spesso non approvati dall'agenzia governativa Food and Drug Administation. Recentemente inoltre sono stati condotti studi volti a dimostrare l’inefficacia e la pericolosità dell’impiego di tali sostanze. Nel 2009 il Washington Post ha pubblicato una

ricerca federale Usa che ha evidenziato l’inutilità di tali interventi farmacologici e un aumento degli effetti collaterali negli anni: tra cui limitato sviluppo fisico, alterazione dei cicli di sonno o danni epatici. Le cure che dovrebbero migliorare la salute sono invece devastanti, provocando alterazioni all’equilibrio psico-fisico dell’organismo. In secondo luogo si denuncia che il ricorso e la prescrizione degli psicofarmaci da parte dei medici sia il risultato di un accordo con le case farmaceutiche per aumentare il loro profitto. Le vendite di tali farmaci sono aumentate da 2,8 miliardi di dollari del 2003 ai 18,2 miliardi del 2011. Questo dunque non sarebbe dovuto alla reale crescita dei casi clinici, ma semplicemente alla scelta dei medici di sottoporre sempre più bambini a cure farmacologiche, anche in casi non strettamente necessari. Accuse pesanti. In Italia i bambini che assumono psicofarmaci sarebbero più di trecentomila secondo lo studio dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, ma i casi diagnosticati di disturbi psichici sarebbero superiori, circa settecentomila, come riportato dal Ministero della Salute. Si ritiene dunque che 9 bambini su 100 dovrebbero essere sottoposti a cure farmacologiche per risolvere comportamenti troppo esuberanti o anomali, non compresi da medici e famiglie. Oggi gli antidepressivi sono tra i farmaci più acquistati nel nostro Paese, precisamente al quarto posto, come riportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco. «Le troppe prescrizioni di psicofarmaci ai bambini» ha detto Massimo Di Giannantonio, Ordinario di psichiatria all’Università di Chieti «sono dovute a diagnosi non corrette formulate da medici di medicina generale e da pediatri che non hanno il necessario bagaglio di informazioni per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino, ma anche a diagnosi formulate da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali, che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile quindi solo con i farmaci».


Notizie dal mondo L'ADHD. Malattia o pretesto?

Si legge sulla confezione: “prendere una pastiglia per via orale ogni sera secondo necessità”

Le critiche delle più note associazioni a tutela dei diritti dell’infanzia sono molte, come quelle riportate dall’Istituto degli Innocenti, con sede a Firenze, da “Giù le mani dai Bambini” e infine da Telefono Azzurro. Luca Poma, giornalista e portavoce nazionale di “Giù le mani dai Bambini” Onlus, ha dichiarato: «ci sono i rischi, non ci sono i risultati: che gli specialisti smettano di fare, consapevolmente o meno, gli interessi delle multinazionali, ed inizino a fare gli interessi dei bambini».

Un caso emblematico di utilizzo di tali psicofarmaci è rappresentato dall’ADHD, definito disturbo evolutivo dell’autocontrollo, caratterizzato da iperattività, difficoltà di attenzione e di concentrazione. Secondo i suoi sostenitori si manifesta principalmente nei bambini tra i sei e gli otto anni, con una percentuale maggiore nei maschi rispetto alle femmine. I bambini presentano spesso un atteggiamento irrequieto, eccessiva vivacità, difficoltà a portare a termine qualsiasi attività quotidiana richiesta ed eccessiva distrazione. Un disturbo che molti medici e psichiatri curano mediante l’utilizzo di Ritalin, Prozac, Zoloft, Dextroanfetamina, rientranti nella categoria di stimolanti e antidepressivi. I danni collaterali sono tuttavia molti e possono incidere gravemente sulla salute dei bambini: insonnia, nausea, vertigini o tachicardia. Gli Stati Uniti sono stati i primi a diffondere il massiccio utilizzo di tali farmaci, approvandone l’uso nella metà degli anni Cinquanta, arrivando ad abusarne negli anni Novanta con una incidenza pari al 700%. La Comunità internazionale non è rimasta impassibile a tale fenomeno. Nel 1995 infatti l’International Narcotics Control Board, un organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha denunciato: «negli Stati Uniti dal 10% al 12% dei ragazzi tra i sei e quattordici anni sono stati ritenuti affetti da Adhd e curati col Ritalin». Ma l’ammonimento non è stato seguito. Tra il giugno 2000 e giugno 2001 infatti sono state compilate più di ventimila ricette e in media più di 1 bambino su 10 è sottoposto a tali cure. Quelli che la psicologia definirebbe una espressione di comportamenti tipici della fase di crescita, la medicina li definisce sintomi di una malattia. Il filosofo della scienza canadese Ian Hacking ha definito l’ADHD come una «malattia mentale transitoria», propria della società moderna, mentre Fred Baughman, autorevole neurologo, ha dichiarato: «siete avvertiti che l’ADHD non è una malattia reale, ma piuttosto un’illusione di malattia inventata, di uno strumento di mercato. Anche lo psichiatra americano Leon Eisenberg è convinto che «L’ADHD è una malattia fittizia». La scuola e i genitori nascondo l’iperattività e la vivacità dei loro figli dietro una disfunzione celebrale imputabile a motivi genetici e biologici, negando invece la loro responsabilità. Essi preferiscono farsi prescrivere una semplice ricetta dal medico, credendo di gestire nel modo più corretto l’indole dei figli, piuttosto che dedicare loro maggiore attenzione e dedizione. L’utilizzo di psicofarmaci infatti non elimina il problema, ma ne inibisce i sintomi, provocando una alterazione psico-fisica innaturale e spesso pericolosa per la salute. L’iperattività e la difficoltà d’attenzione dovrebbero al contrario essere curate grazie a metodi educativi volti a far acquisire al bambino autocontrollo e responsabilità, grazie alla collaborazione tra famiglia, scuola ed educatori. Gli psicologi infatti suggeriscono l’esercizio fisico, come la piscina o qualsiasi altro sport, e la cura attenta della famiglia. «Non è la prima volta che denunciamo anche in Italia attività promozionali propedeutiche alla commercializzazione di farmaci per l’ADHD. Non si promuovono solo ricerche per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni, ma anche attività di pre-marketing, come il finanziamento a congressi scientifici per affermare l’emergenza ADHD o la creazione di siti internet per propagandare la presunta malattia».

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RUBRICA

Vita di montagna

Gli amici animali si prenderanno cura dell'uomo Sorgerà a Badia Calavena il primo centro di pet therapy della Lessinia in cui cani, asini, cavalli, capre tibetane, pesci e volatili affiancheranno i professionisti della salute nel cudi Marta Bicego rare alcune patologie.

C © Infoval srl

avalli, asini, capre tibetane, cani, pesci e piccoli volatili... in camice bianco. Opportunamente addestrato, questo team di animali lavorerà al fianco dei professionisti della salute per aiutarli a curare dal punto di vista fisico e mentale, oltre che educativo e motivazionale, alcune tipologie di pazienti. È la natura che, come spesso accade, viene in soccorso dell'uomo. E proprio sulle potenzialità e sui benefici che l'interazione uomo-animale possono avere in campo medico e psicologico scommette Il diamante della valle, la cui traduzione in

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cimbro “Golt ume tale” completa il logo: un'associazione fondata a maggio dello scorso anno e accreditata in agosto come onlus che è composta da un gruppo eterogeneo, quanto a età ed esperienze lavorative pregresse, di professionisti. La sfida è interessante: far nascere in località Gonci, a Badia Calavena, il primo centro della Lessinia tra le cui mura sarà possibile praticare la pet therapy. Il progetto è già sulla carta e, anticipa Lorenzo Maimeri illustrandone i dettagli, «è ambizioso nei costi di realizzazione e nella gestione, ma permetterà di incrementare i servizi di assistenza alla persona nei territori della Lessinia e della Val d'Illasi». Il traguardo da raggiungere per il completamento della struttura supera i 3 milioni e mezzo di euro per raccogliere i quali, spiega, «siamo alla ricerca di finanziamenti europei e cerchiamo di coinvolgere imprenditori e sponsor, alcuni dei quali hanno deciso di sostenere il progetto donandoci i materiali per la costruzione dell'edificio». Il terreno sul quale verranno posate le fondamenta del centro, un'area pianeggiante di fondovalle di oltre 6 mila metri quadrati lungo la strada provinciale 10 che collega Badia Calavena a Sant'Andrea, è stato concesso a titolo gratuito dalla famiglia di Adriano Anselmi. Dal punto di vista burocratico l'associazione ha già richiesto e ottenuto le autorizzazioni necessarie alla costruzione, dalla variante al piano alla concessione urbanistica, e la struttura è stata inserita nel piano di zona dell'Ulss 20. Immersa nel verde e con vista panoramica sulle colline, «la struttura sarà in legno e vetro con basamenti in pie-


Vita di montagna

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In Italia, molti sono i Centri dove si conducono esperienze sull'impiego a fini terapeutici di animali domestici. Esiste anche un elenco ufficiale delle strutture accreditate. Consigliamo la visita al sito www.pettherapyitalia.it

tra e copertura in lamiera brunita per favorire l'integrazione con l'ambiente naturale circostante» prosegue Giorgio Tessari, architetto che ha firmato il progetto del centro e ne spiega le caratteristiche grazie a simulazioni grafiche d'effetto. Si tratta di una struttura prefabbricata, per il montaggio della quale saranno necessari circa otto mesi: un'opera di 1.933 metri quadrati, che diventeranno 2 mila 300 se si considera «il piano rialzato destinato agli studi medici e alle camere per i pazienti che arrivano da lontano e devono fermarsi più a lungo» chiarisce. Gli spazi interni sono stati pensati a misura di pazienti e animali. All'ippoterapia e alla pet therapy sono destinati due padiglioni ben distinti tra loro grazie ad accorgimenti strutturali per la salvaguardia del benessere ani-

male con box, selleria, fienile, stanza per il veterinario, spazi all'aperto. Per gli utenti e gli operatori sono previsti invece ambulatori e sale visita, un punto di prima accoglienza, un'aula per la didattica attrezzata con strumenti multimediali, spogliatoi, infine una confortevole zona ristoro attrezzata di bar e cucina con affaccio su un giardino di 3 mila metri quadrati. Tutto è stato pensato, insomma, per rendere agevole e soprattutto efficace l'interazione tra il paziente e l'animale. A usufruire dei servizi, elenca il presidente della onlus Antonio Soffiati, «saranno sia minori che adulti con un approccio diverso a seconda della patologia riscontrata: dai deficit motori, visivi e uditivi all'autismo, ai disturbi dell'attenzione, alle malattie terminali e di Parkinson, fino alla sindrome di

down». Attraverso la pet therapy, conclude, si cercherà di raggiungere «benefici di tipo fisico, nel miglioramento delle abilità motorie in caso di difficoltà di deambulazione e movimento; di salute mentale, con il recupero delle interazioni interpersonali verbali e non; di tipo educativo e motivazionale nella stimolazione della socializzazione con attività di gruppo». Questo grazie a una equipe di professionisti operativi, al fianco degli animali, nella struttura: una ventina tra medico, terapista della riabilitazione, educatore, etologo, veterinario, psicologo, operatore socio sanitario e infermiere ai quali si aggiungeranno anche soggetti svantaggiati appartenenti a cooperative sociali che verranno coinvolti nella gestione operativa della struttura.

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RUBRICA

L’angolo in rosa

GE A T R O REP

Il riscatto delle donne marocchine In Marocco sono numerose le cooperative al femminile: dalla produzione dell’olio di argan alla gestione degli hammam, molte donne raggiungono l’indipendenza attraverso il lavoro e la formazione. La loro più grande soddisfazione? Garantire ai figli un futuro attraverso lo studio. Vi presentiamo un breve viaggio in questo mondo, con il quale vi suggeriamo di entrare in contatto nel vostro prossimo viaggio in questa terra magica. di Francesca Mauli

L’HAMMAM LALLA MIRA - 14, rue d’Algerie, Essaouira

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uando si entra in un hammam tradizionale si ha l’impressione di entrare in un piccolo mondo a sé, fatto di pace e silenzio. Un piccolo mondo tutto al femminile, in cui le donne si prendono cura di altre donne, in una sorellanza che dura, intatta, da secoli. «La parola hammam significa “bagno”» spiega Fouziya Chahbi, direttrice del Lalla Mira, l’hammam più antico (e primo ad essere alimentato da pannelli solari, ndr) di Essaouira, città marocchina di grande fascino, affacciata sull’Atlantico. «All’hammam le persone vanno a lavarsi. Durante il giorno, l’accesso è consentito solo alle donne, la sera invece agli uomini. Proprio alle donne, che sono le maggiori frequentatrici, viene offerto un particolare trattamento tradizionale: si viene lavate prima con sapone nero naturale vegetale, a cui segue un peeling con guanto di

crine e rhassoul, un’argilla di origine millenaria estratta dai monti del Medio Atlante. Si passa quindi al risciacquo, a cui segue l’applicazione dell’olio di argan». Un trattamento di bellezza che rinvigorisce non solo il corpo, ma anche lo spirito. Ha un qualcosa di magico essere ospiti di questo mondo, diventare partecipi degli abili gesti di queste donne, percepire il profumo di una tradizione custodita nei secoli e tramandata di generazione in generazione. «La nostra è una cooperativa al femminile, composta da donne berbere che cercano la propria indipendenza» prosegue la direttrice. «A nostra volta, collaboriamo con altre cooperative femminili che producono l’olio di argan, i saponi e le argille che usiamo per i trattamenti. Sono prodotti di qualità, che paghiamo il giusto prezzo, per garantire il giusto riconoscimento economico alle lavoratrici. In questo modo costruiamo il nostro futuro e insieme aiutiamo altre donne a costruire il proprio». Oltre al lavoro, viene garantita alle dipendenti anche una parte formativa: corsi di lingue straniere, di informatica, formazione amministrativa e gestionale. Studiare e lavorare, per queste donne berbere, significa mi-

gliorare la propria situazione personale, sociale, economica. «I nostri famigliari sono orgogliosi di noi. Grazie al grande impegno, i nostri figli hanno la possibilità di studiare e di costruire un futuro migliore per la nostra città» racconta Fouziya con orgoglio, illuminandosi mentre pensa al figlio, fresco di laurea in informatica, che senza il suo lavoro non avrebbe potuto accedere all’università.

COOPERATIVA MARJANA Produzione olio di Argan 8 bis rue Houmman el Fatouaki Essaouira

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rodotto per uso culinario e cosmetico dalle infinite proprietà, l’olio di Argan è chiamato in Marocco “l’oro del deserto”. Ricavato dalla spremitura delle mandorle prodotte da un albero locale, l’argan, presente in abbondante quantità nell’entroterra di Essaouira, l’olio alimentare (ottenuto dalla mandorla tostata) ha azione benefica sui disturbi cardiovascolari e reumatici, combatte l’azione dei radicali liberi, migliora le capacità cerebrali e aiuta a regolare i valori del colesterolo cattivo. L’olio cosmetico (ottenuto dalla spremitura a freddo), più noto all’estero rispetto all’olio ali-

La direttrice dell’Hamman Lalla Mira (a sinistra) e un tipico paesaggio marocchino (a destra)

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L’angolo in rosa Il mercato di Essaouria (a sinistra), la Cooperativa Marjana (al centro) e una donna intenta nella preparazione dell’olio di Argan (a destra)

mentare, combatte l’invecchiamento della pelle stimolando la produzione di collagene. Come se non bastasse, l’olio di Argan ha un impatto benefico sull’economia locale, dando impiego a circa 2 milioni e mezzo di persone nel Paese, per lo più donne, custodi dei segreti della tradizionale preparazione (rigorosamente a mano) dell’olio. Da alcuni anni infatti, anche grazie all’appoggio di programmi governativi, sono nate, nella pianura del Souss, che comprende le città di Essaouira, Taroudant e Tiznit, zona di crescita dell’argan, numerose cooperative femminili impegnate nella lavorazione del suo frutto. Marjana, nell’entroterra di Essaoui-

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Cam

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e scrub) vengono venduti agli hammam del Paese, ai negozi di prodotti tipici e direttamente ai numerosi turisti che, ogni giorno, si recano a visitare la cooperativa, scoprendo questo affascinante mondo, che unisce l’amore per la tradizione al progresso che solo un’indipendenza economica e la soddisfazione di una buona posizione lavorativa possono garantire.

di Oveti

frolla

di pasta o t e i igl

ra, è una di queste cooperative. Nata nel 2005, accoglie donne provenienti dai villaggi limitrofi. Ci sono madri, vedove, ragazze che guardano con fiducia al futuro, ma anche donne anziane, ognuna con la propria storia, ognuna in cerca di riscatto. Alcune lavorano direttamente nella cooperativa, altre da casa, nella produzione dell’olio o accudendo i figli delle colleghe. Marjana, come molte altre realtà “sorelle”, sostiene inoltre alcune scuole del territorio, permettendo ai figli delle dipendenti, e alle dipendenti stesse, di studiare. I prodotti ottenuti (oltre all’olio e ad altri prodotti alimentari, come l’amlou, si trovano saponi, maschere per il viso, argille


PANTHEON UNDERGROUND The Shimmer

Musica elettronica made in Italy

Un duo, un progetto non convenzionale, ma buona musica. Si chiamano “The Shimmer” (letteralmente “Il luccichio”) e attraverso chitarra, voce, basso e tanti sintetizzatori, propongono un sound che unisce punk e new wave, alla rincorsa di un periodo, gli anni Ottanta, che ha lasciato tanto nella musica mondiale. di Matteo Bellamoli

“T

Massimo Culpo e Riccardo Pasquale

he Shimmer” è un progetto nato nel 2009 per la volontà di Massimo Culpo (chitarra e sintetizzatori) e Riccardo Pasquale (voce, basso e sequenze). Grazie ad un lavoro sempre costante, gli Shimmer hanno pubblicato già nel 2011 il primo lavoro, “New Days”, disco autoprodotto, ma il salto è arrivato proprio in questi primi mesi del 2014, con “Greetings from Mars” (Saluti da Marte, ndr), di cui “Wish” (Desiderio, ndr) è stato il primo singolo. Il disco parla del mondo, della società, tocca temi anche scottanti come la violenza sulle donne o la perdita di un amico. È come una fotografia della terra scattata da Marte. Ragazzi, da molti la musica elettronica è considerata meno “musica” rispetto ad altri generi e difficile da replicare live. Come rispondete a queste critiche? (Riccardo) Siamo stati molto criticati per il fatto di non avere un batterista reale nella band e per proporre un progetto a due in modo non convenzionale. Abbiamo provato a suonare con dei batteristi reali, ma per noi non era ottimale come con questa formazione. Ogni band cura il proprio stile, il look e anche il modo di suonare, producendo quindi un’identità visiva e sonora che viene poi proposta al pubblico. Noi non guardiamo molto al modo, ma puntiamo al risultato sonoro e musicale del nostro progetto. Abbiamo fatto tesoro di queste in-

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formazioni e abbiamo puntato molto alle sonorità. Sulla difficoltà di esecuzione live credo sia difficile dare un giudizio, ma mi riallaccio a quanto detto prima, ovvero che ogni musicista sceglie e coltiva il proprio stile e quindi affronta anche la questione live. L’importante è che funzioni e che emozioni. Definite la vostra musica un “riadattamento contemporaneo del new wave”, che da sempre è stato considerato un genere di nicchia, da cui spesso gli altri generi musicali attingono per creare nuove sonorità o nuove ritmiche. Siete d’accordo su questo aspetto? (Massimo) Non è così facile rispondere a questa domanda. Sono d’accordo sul fatto che la musica new wave sia considerata un genere di nicchia. Avendo vissuto in prima persona il movimento wave degli anni 80 ho sempre visto prendere qualcosa da questo genere musicale per rielaborarlo successivamente e in questi ultimi anni queste sonorità sono rinate. Non ho mai percepito però che la musica wave andasse a prendere qualcosa verso altri generi, fatta eccezione per le ovvie contaminazioni elettroniche. Associate il vostro lavoro a quello di qualche artista “guida” da cui avete preso ispirazione, oppure il vostro lavoro è figlio della vostra personale scuola musicale? (Massimo) Il nostro progetto è prima di tutto figlio di ciò che ci piace e degli artisti che ascoltiamo, non c’è niente di male nel prendere ispirazione da qualcuno, purché non sia proprio uno scopiazzare e basta. Siamo molto devoti e ispirati da Clan Of Xymox, Editors, The Cure, Joy Division, White Lies, Maccabees, Arcade Fire e Depeche Mode, ma abbiamo sempre cercato di avere una nostra identità. Ritenete che sia un limite fare questo genere di musica in Italia? (Riccardo) Fare questo genere in Ita-

Fotografate il Codice QR per guardare il videocplip ufficiale di “Wish” il primo singolo di “Greetings from Mars”

Sito ufficiale dei The Shimmer www.theshimmer.it

Pagina Facebook

www.facebook.com/ShimmerBand

lia non è limitante, ma subisce spesso la censura da parte di chi dovrebbe diffondere la musica alternativa o di nicchia come la nostra elettro-wave. Penso che la situazione musicale emergente/alternativa italiana sia in un profondo stallo e soprattutto sia in mano a persone non capaci e meritevoli. Conosco abbastanza bene la situazione musicale inglese e devo dire che quella italiana è profondamente diversa. Purtroppo è anche un problema di mentalità e di cultura musicale. Con questo non voglio dire di essere “arrabbiato” con tutti i miei concittadini, ma di essere consapevole che bisognerebbe cambiare abitudini e modo di porsi nei confronti della musica emergente. Riuscite ad immaginare i THE SHIMMER tra cinque anni? (Riccardo) Non saprei, non mi immagino così a lungo raggio, mi viene un po’ da sorridere a pensare a così lontano. Forse con qualche disco in più fra le mani e con qualche concerto in più. Spero di consolidare giorno dopo giorno la nostra musica. (Massimo) Sicuramente con qualche disco in più! E magari con dei live all’estero! Un’ultima domanda: se doveste lanciare un messaggio in musica ai giovani di oggi, che messaggio lancereste? Non c’è reato nel divertirsi, nell’andare a ballare o nel fare tardi. Ma bisogna mantenere la propria identità e comportarsi in modo responsabile.


EVENTO 25 Aprile in Vespa

Verona in Vespa

Il 25 aprile Verona, Valpantena e Lessinia risuoneranno del caratteristico rombo della due ruote più famosa d’Italia per fare largo a scalpitanti Vespe provenienti da tutto il Bel Paese per il Campionato Italiano Rievocazioni Storiche 2014 e il Campionato Triveneto Vesparaid 2014. di Giulia Zampieri

L

e carrozzerie sono già tirate a lucido e i motori si stanno già riscaldando. Il 25 aprile è oramai alle porte e manca poco perché la nostra città si trasformi in un vero e proprio circuito motociclistico. E noi, per questo evento speciale, abbiamo inseguito, anche se solo virtualmente, Marco Parlanti e Mirko Zambaldo, vespisti ben rodati e componenti del Vespa Club VR37100, che durante una fugace sosta ci hanno fatto conoscere in anteprima le tappe, il programma e i retroscena della giornata dedicata a tutti gli amanti delle due ruote. E quale giornata migliore se non questa per festeggiare il tricolore attraverso una delle icone più famose nel mondo dell’italianità? «Grazie alla collaborazione con il Vespa Club d’Italia e il Registro Storico Vespa» spiega Marco, «e al patrocinio dei comuni di Verona, Bosco Chiesanuova e Grezzana, siamo riusciti a portare nella nostra città un evento unico, di cui andiamo molto fieri: la seconda prova del Campionato Italiano Rievocazioni Storiche 2014 e del Campionato Triveneto Vesparaid 2014. Come se non bastasse, siamo ancor più felici perché la manifestazione coinvolgerà in modo esteso e capillare non solo la città scaligera ma anche la sua splendida provincia, con tappe e tragitti che attraverseranno alcuni dei luoghi più affascinanti della nostra città». La gara

si articolerà in due parti ben distinte, con due circuiti rispettivamente di 27 e 45 km. «La manifestazione è prima di tutto una rievocazione storica, ma anche una competizione sportiva, con regole e caratteristiche proprie. Ciò vuol dire, per esempio, che i nostri vespisti dovranno rispettare una velocità media imposta (come da regolamento 25 km/h), basata sulla regolarità di marcia, e ogni partecipante dovrà sostenere tre controlli orari cronometrati al decimo di secondo. Lungo il percorso, inoltre, ognuno di loro dovrà fare sosta obbligata in determinate tappe (al Santuario Madonna di Lourdes e a Castel San Pietro, solo per citarne un paio) per farsi apporre dei timbri che attestino l’avvenuto passaggio». In poche settimane dall’apertura delle iscrizioni un centinaio di piloti provenienti da tutta la penisola hanno aderito alla manifestazione, registrando il tutto esaurito. Tre le categorie di Vespe in gara con rispettivi “padroni”: Storiche dal 1946 al 1956, Vintage dal 1957 al 1983 ed Expert, per i piloti che negli anni passati si sono già classificati ai primi posti. «Un aspetto più tecnico che magari non tutti conoscono» spiega invece Mirko, «è quello riguardante la “regolarità”, una particolare disciplina sportiva dove non conta la velocità ma, piuttosto, la “regolarità” di marcia: percorrere una distanza pre-

stabilita su un percorso ed entro un tempo ben determinato. Così avverrà per la nostra manifestazione. La regolarità verrà verificata con il CO (controllo orario, ndr) preceduto da un tratto NO STOP entro il quale non si può fermare il mezzo, mettere i piedi a terra o invertire la marcia». E se al richiamo dei motori forse non tutti sono sensibili, di sicuro basteranno un gruppo di appassionati a bordo di colorate e irrequiete Vespe d’epoca, uniti a uno scenario da togliere il fiato come quello della nostra città e una gara viva fino all’ultimo decimo di secondo, per farci fare una sosta e immaginarci a bordo di una Vespa, a festeggiare la nostra storia, la storia d’Italia.

Programma Ore 9:00 - partenza da Piazza Carlo Ederle, Grezzana. Percorso su via Castellana, altrimenti conosciuta come “lasagna”, suggestiva e antica strada asburgica che si snoda sotto le colline che abbracciano la Valpantena, per poi inerpicarsi sui colli fino ad incontrare la celebre Salita delle Torricelle. Ore 10:00 - termine del primo circuito, e subito una seconda partenza che porterà gli appassionati piloti alla scoperta delle contrade e degli alpeggi della nostra Lessinia. Ore 10:45 – transito Vespe a Bosco Chiesanuova.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.37100.it o la pagina Facebook Vespa Club VR37100

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RUBRICA

Il libro del mese

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Il libro: si tratta di un romanzo di narrativa ambientato principalmente a Verona, ma l’intreccio si spinge anche in alcune delle zone della provincia e fino al centro Italia (Abruzzo). Il periodo in cui la vicenda si dipana copre circa settant’anni, a partire dal periodo immediatamente precedente al secondo dopoguerra che arriva sino alla prima decade degli anni Duemila. La protagonista è Margherita, che incarna fragilità e decisione tipiche del genere femminile. Superati gli “anta” decide di recuperare un diario che scrisse in adolescenza e di lasciarlo alla nipote, Francesca. Sarà lei, non senza difficoltà soprattutto emotive, a leggere quello scrigno dei ricordi, ad abbandonarlo e a riprenderlo in età adulta per completarlo. Ecco così che la storia della nonna Margherita si interseca con quella della nipote Francesca e lo fa non solo sulle pagine del vecchio diario, ma anche nei sogni della ragazza (oramai donna) e nelle sue visioni. Un romanzo denso che vi farà percepire l’importanza dei legami affettivi anche oltre le barriere che la vita, per sua natura, mette di traverso tra le relazioni affettive delle persone.

Autore: Daniela Zantedeschi Titolo: Il filo dei ricordi Edizioni: Edizioni ADEF Prezzo: 7,99 € Pagine: (E-Book)

L’autrice: Daniela Zantedeschi è nata a Verona il 10 luglio 1974, vive a Verona, si è laureata in lettere antiche a Verona nel 1999, ha seguito un master sul turismo culturale proposto dal CUEIM, nel 2000. In seguito si è abilitata per insegnare e tuttora insegna lettere alle scuole pubbliche superiori. Scrive da sempre, ha da poco pubblicato questo primo romanzo di narrativa e collabora come scrittrice di viaggi con il sito triptips. Ha due bimbe di 5 e 2 anni, ama l’aria aperta e la semplicità. Per questo vive sulle colline della Valpantena. Curiosità: La trama de Il filo dei ricordi scorre veloce tra le dita degli e-readers. Eh già! Perchè si tratta di un romanzo disponibile solo su e-book. Potete perciò trovarlo e scaricarlo dalla rete e sfogliarlo sul vostro Kindle. Scritto in lunguaggio semplice ma emotivamente forte, dimostra un forte attaccamento alla vicenda, che per stessa ammissione dell’autrice è tratta dall’esperienza diretta. Si tratta infatti di un racconto che fonda le sue radici nell’esperienza autobiografica amalgamandola con il romanzo stesso.

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a cura di Mattia Zuanni Titolo: Nessuno mi pettina bene come il vento Genere: Drammatico Durata: 100 minuti Regia: Peter Del Monte Attori: Laura Morante, Andreea Denisa Savin, Jacopo Olmo Antinori, Maria Sole Mansutti Uscita (Italia): 10 aprile

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Il film: Arianna è una scrittrice che vive un esilio volontario in un paese di mare, dopo la separazione dal marito. Dalle finestre della sua casa osserva il mondo a distanza, barricata in uno spazio solitario. Un giorno d’inverno, a rompere quello spazio arriva una giornalista per un’intervista. Con lei c’è anche la figlia Gea, un’ombrosa ragazzina di 11 anni, che dopo l’incontro partirà per la campagna per un breve periodo di vacanze scolastiche. Al momento di ripartire con la madre, la ragazzina inspiegabilmente rifiuta di andarsene, adducendo la scusa che in campagna non ci vuole andare più. Inutilmente, la madre, che ha degli impegni improrogabili di lavoro, tenta di convincerla, ma la piccola non desiste ed anzi si chiude in bagno rifiutandosi di uscire. Mentre la madre si attacca al telefono con l’ex marito (che vive con un’altra donna), Arianna, intrigata dall’atteggiamento della ragazzina e sconcertata dal caos di quei rapporti familiari, interviene per mediare e si offre di ospitarla a casa sua per una sera. Curiosità: Laura Morante, premio David di Donatello come miglior attrice protagonista nel 2001 con La stanza del figlio, torna come protagonista sul grande schermo dopo l’esperienza alla regia del film Ciliegine. Parlando di regia, Peter Del Monte torna “a girare” dopo quasi sette anni di inattività. Il suo ultimo film Nelle tue mani, risulta, secondo il dizionario Morandini, «uno dei film italiani più originali del 2007». Nessuno mi pettina bene come il vento è un aforismo (ovvero una massima che esprime in forma sintetica un pensiero morale o un sapere pratico) frutto della mente della compianta Alda Merini, poetessa e aforista di livello nazionale, scomparsa nel 2009.


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EVENTI

Pantheon non si assume la responsabilità per cambi imprevisti di date o orari dei singoli eventi.

19 APRILE – PESCHIERA DEL GARDA GARA DI VOGA VENETA Fiume Mincio e Canali della Fortezza – tutta la giornata Il 19 aprile, alle ore 17:30, ci sarà la tappa a Peschiera del Garda del Campionato primaverile per i Gondolini gardesani. Info: 045.6402385 - www.remierapeschiera.it DAL 06 AL 09 APRILE – VERONA VINITALY Veronafiere – dalle 9:30 alle 18:30 Il Salone dei vini e distillati più importante al mondo, ambasciatore del Made in Italy per eccellenza, mantiene anche quest'anno la cadenza inaugurata nelle edizioni precedenti, ovvero l'apertura da domenica a mercoledì, per creare sempre maggiori opportunità di business per le imprese e i visitatori specializzati in arrivo da tutto il mondo. Info: 045.8298854 - www.vinitaly.com 8 APRILE E 29 APRILE – VERONA Teatro Ristori Live: Metropolitan Opera New York Teatro Ristori – Ore 19:30 Il rinato Teatro Ristori di Verona inaugura una nuova stagione di spettacoli in grado di soddisfare anche il pubblico più esigente. Info: 045.6930001 - www.teatroristori.org Dal 10 al 24 aprile – VERONA Verona Cabaret Teatro Ss. Trinità – Ore 21:30 Al Teatro Ss. Trinità riparte la nuova stagione del cabaret veronese. Il laboratorio comico Verona Cabaret Ridens Factory, nato con l’intento di far crescere nuovi talenti nel mondo della comicità, ha dato, e darà anche quest'anno, modo a giovani comici emergenti di esibirsi davanti a un vero pubblico. Info: 342.8885341 – www.veronacabaret.it Il 10 aprile – COLOGNOLA AI COLLI Ludwig van Beethowen Viale IV Novembre, Aula Magna – Ore 20:30 Il Comune di Colognola ai Colli e la Biblioteca Comunale Gino Sandri ospitano Marco Fringuellino che narrerà la storia del compositore e pianista Ludwing Van Beethowen. Info: 045.7650206 – www.comunecolognola.it 11 e 12 aprile – Verona Stagione Sinfonica al Teatro Filarmonico Teatro Filarmonico – Ore 20:00; Sabato ore 17:00 Dodicesimo concerto della Stagione Sinfonica 2013/2014 su musiche di Kantscheli e Berlioz diretto dal M° Boris Brott. Programma di sala: Gua Kantscheli - Styx per viola, coro e orchestra; Hector Berlioz - Sinfonia fantastica op.14.Viola: Anna Serova; Orchestra e Coro dell'Arena. Biglietti: da € 24,00 a € 12,00. Info: 045.8005151 – www.arena.it dal 12 aprile – verona Carla Gozzi Show Teatro Nuovo – Ore 21:00 Tutti i consigli di Carla Gozzi per avere un look perfetto in ogni occasione e sentirsi sempre bene nei propri... panni. Cosa indossare il giorno del primo appuntamento; come essere sempre sexy e mai volgari; i capi che danno autorevolezza in ufficio; gli accessori per le più creative; l'abito giusto per una festa tra amici, per andare a teatro, in discoteca o ad un appuntamento importante. Info: 045.8011154 – www.boxofficeverona.it dal 12 aprile – isola della scala Carnevale in notturna Vie del centro Ore 19:30 Il "Bacanal del Gnoco", tradizionale carnevale veronese, approda ad Isola della Scala con una speciale sfilata in notturna con allegre maschere e coloratissimi carri carnevaleschi: per le vie del paese musica, balli, tra stelle filanti e coriandoli volanti, per vivere tutta la vivacità e l'allegria del Carnevale. Info: www.carnevaleveronese.org

dal 12 aprile 21 dicembre – verona Verona in Arte Via Roma – tutta la giornata L'Associazione C.A.M.C. "Club Arte Moderna Contemporanea" in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, ripropone "Verona in arte", la mostra itinerante di quadri e opere d'arte all'interno del centro storico di Verona. Info: 333.2400012 – www.camcverona.it dal 13 aprile – pastrengo Magna Curta Ore 8:30 Info: 045 7170523– www.prolocopastrengo.it dal 16 aprile – colognola ai colli Gli enti locali Viale IV Novembre - Aula Magna - Ore 20:30 Il Comune di Colognola ai Colli e la Biblioteca Comunale Gino Sandri propongono delle serate culturali alla scoperta del territorio, dei grandi avvenimenti del passato, della fede, della cultura attraverso la presentazione di libri e vere e proprie conferenza. Info: 045 7650206 - www.comunecolognola.it dal 17 al 18 aprile – verona Concerto di Pasqua al Teatro Filarmonico Via dei Mutilati 4k – Teatro Filarmonico – Ore 20:00, Venerdì Ore 17:00 In occasione della Pasqua, la Fondazione Arena di Verona propone, nell'ambito della stagione sinfonica, uno speciale concerto che prevede l'esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini. Info: 045 8005151 – www.arena.it il 18 aprile – verona Opera al Palazzo Camozzini: Madama Butterfly Via S. Salvatore Vecchio, 6 – Palazzo Camozzini – Ore 20:45 L'emozione di una intera opera lirica in poco più di un'ora! Un modo nuovo ed esaltante di vivere l'Opera, allestita in spazi esclusivi ed eleganti nello stile del salotto musicale, dove la vicinanza degli artisti con il pubblico amplifica le emozioni e fa sembrare tutto reale. Info: 340 5962992 – www.villaincanto.eu dal 20 aprile al 21 dicembre – Soave Un Soave Mercatino Centro Storico – tutta la giornata Dedicato agli amanti delle cose d'altri “tempi”, ma anche a chi vuole gustarsi il centro storico di Soave passeggiando in un "centro commerciale all'aperto" diverso dal solito. www.prolocosoave.it il 21 aprile – pastrengo Pasquetta a forte Degenfeld Forte Degenfeld – tutta la giornata Festa di Lunedì di Pasqua in compagnia in compagnia degli Alpini di Piovezzano. Info: 045 7170398 – www.prolocopastrengo.it il 24 e 27 aprile, 01, 04, 05 maggio – Pedemonte Festa dei Vini Classici della Valpolicella e Recioto S. Pietro In Cariano, Piazza San Rocco -tutta la giornata Anche quest'anno, la festa prevede vari appuntamenti di carattere enogastronomico e culturale. La Festa dei Vini Classici della Valpolicella e Recioto si apre con gli stand enogastronomici della piazza che proporranno i piatti tipici della zona e con la Magnalonga di Pedemonte del 27 aprile 2014, passeggiata rilassante e non competitiva all’insegna del buon cibo e del buon vino della Valpolicella. Info: 328 8972845 – www.magnalonga.com il 27 aprile – Pedemonte Magnalonga di Pedemonte Piazza San Rocco – Ore 9:30 Domenica 27 aprile 2014 si terrà l'annuale passeggiata enogastronomica in Valpolicella. La Magnalonga della Valpolicella è una passeggiata rilassante e senza competizione, per il semplice piacere di gustare in compagnia le bellezze naturali ed enogastronomiche della Valpolicella. Info: 328 8972845 – www.magnalonga.com il 28 aprile – verona Teatro RistorI Live: Royal Ballet London Via Teatro Ristori 7, Teatro Ristori – Ore 20:15 Il rinato Teatro Ristori di Verona ospita il Royal Ballet London per una serata dall’intenso sapore artistico e musicale. Info: 045 6930001 – www.teatroristori.org


PANTHEON Porte aperte

La scuola primaria di Erbezzo in visita alla Redazione

L

o scorso 18 marzo le classi terza, quarta e quinta della scuola primaria di Erbezzo hanno fatto visita alla redazione di Pantheon accompagnate dalle insegnanti Pasqualina Rossone, Orietta Noventa e Antonella Treno. Si è trattato della prima rappresentanza scolastica a visitare la redazione per fini didattici, comprensibile quindi una certa emozione anche da parte degli “addetti ai lavori”. In un primo momento le classi hanno condiviso con lo staff di redazione una piccola presentazione in cui sono state date alcune informazioni tecniche sul funzionamento di una redazione e sulle tempistiche che vengono seguite per la realizzazione di Pantheon. In un secondo momento il gruppo si è quindi spostato nella redazione vera e propria per scoprire gli uffici dei commerciali, tutte le copertine e i numeri del magazine dal maggio 2008, l'area di lavoro dei grafici (che ha riscosso particolare interesse), la piccola sala riunioni interna ed infine la prestigio-

sa stanza del direttore Matteo Scolari. Non sono mancate tante domante curiose e mai banali, a testimoniare anche una preparazione sull'argomento che, grazie alle insegnanti, ha consentito ai ragazzi di poter portare a casa quanto più possibile da questa esperienza.


Pantheon 49

ERRITORto A SPIkkI Brevi da VERONA ALLA PROVINCIA GREZZANA

La Grande Guerra presentata alla Baita degli Alpini

La Baita degli Alpini di Grezzana (sotto)

Folla all’evento in ricordo della Grande Guerra, promosso dal Gruppo Alpini di Grezzana, in collaborazione con il generale Roberto Rossini e il coro “La Sengia della Lessinia”, svoltosi lo scorso 15 marzo, nella baita di Via Fermi. Tra i presenti il sindaco Mauro Fiorentini, il nuovo presidente ANA Luciano Bertagnoli che ha «scambiato lo zaino» con Ilario Peraro, altre autorità e i cittadini uniti «per non dimenticare». A presentare la sequenza di cartoline scritte dai militari, cariche di sofferenze e nostalgia, il generale Roberto Rossini, mentre i canti sono stati scelti dai maestri Paolo Dal Dosso e Claudio Tubini del coro Fogolàr Furlan, per rievocare le lunghe marce di trasferimento dei soldati. Grande l’emozione quando il Coro “La Sengia” ha intonato Stelutis alpinis, composto da Arturo Zardini, che racconta di un soldato che assicura la sua amata: “io e la stella alpina ti saremo sempre accanto”. Già in questa Guerra morirono oltre 8 milioni di militari: «una vittima per ogni 4 minuti di conflitto», ha precisato Ivo Squaranti, tracciando le fasi importanti di questa immane tragedia. Il Regno d’Italia paventava il conflitto con l’Austria e l’Ungheria, già alla fine dell’Ottocento, vedendo che l’Impero Asburgico costruiva una lunga catena di forti, con funzioni logistiche ed operative, nell’intento di fronteggiare le fortificazioni austriache. Il pretesto per dichiarare guerra alla Serbia fu l’uccisione (28 giugno 1914) dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono degli Asburgo: fu l’inizio della Grande Guerra in cui furono coinvolte 23 nazioni. L’Italia dichiarò guerra all’Austria il 23 maggio 1915, rimanendone subito coinvolta. Il Veneto, già dal primo anno, passò in prima linea sia sul fronte (Dolomiti) sia nella logistica, grazie alle sue infrastrutture: risalgono a quegli anni molte strade e chilometri di trincee (anche in Lessinia). L’Italia all’armistizio (4 novembre 1918) contò 654mila morti, 60mila tra prigionieri e dispersi e oltre 450mila mutilati e invalidi: che non vanno dimenticati.

GREZZANA

City Camp: immersione estiva nell’inglese Torna a Grezzana, alla Scuola Primaria in Viale Rimembranza, il City Camp, un’esperienza full immersion nell’inglese dedicata a tutti i bambini della scuola elementare. Si tratta di dieci giorni (dal 21 luglio al 1 agosto) in cui i ragazzi, divisi in piccoli gruppi, saranno seguiti da tutors inglesi in attività ludiche e didattiche dalle 9:00 alle 17:00. Il Camp, organizzato sulla settimana scolastica dal lunedì al venerdì, grazie all’affiancamento con giovani studenti delle scuole superiori, madrelingua inglesi, è un ottimo strumento per migliorare la pronuncia, comprensione e lessico. Grazie a questo approccio molto ristretto (11 alunni massimo per insegnante), il City Camp stimola la concentrazione e aiuta i ragazzi a confrontarsi con una realtà multiculturale, oggi molto importante soprattutto per il futuro mondo del lavoro, sempre più internazionale. Informazioni ed iscrizioni: 328.0131666 (Alberto), 347.4483721 (Erika).

SANTA MARIA IN STELLE

Torna la Festa della Primavera Due weekend: Pasqua (20 e 21 aprile) e la festa della Liberazione (25, 26 e 27 aprile). Queste le date della 36ma Festa della Primavera Santa Maria in Stelle, organizzata come di consueto dal Gruppo Alpini in collaborazione con la Circoscrizione 8^ e il Comune di Verona. Il programma (che potete leggere completo a nella pagina a fianco) è ricco e pieno di musica, buona cucina, momenti culturali e non solo. Spicca la celebrazione, venerdì 25 aprile, che sancirà il 10° Anniversario dell’inaugurazione della Baita degli Alpini. Bellissime le parole che sono state scritte dal Gruppo Alpini per l’occasione, in cui si legge: «dalla sua realizzazione (della Baita, ndr) è stata un susseguirsi di iniziative, esperienze umane dal valore inestimabile […]. Ci piace pensare agli alpini come le api operaie sempre in mocimento per raggiungere gli obiettivi». Per l’occasione ad ogni alpino, socio o amico (in regola con il tesseramento 2014) sarà offerto uno sconto del 10% per due persone sulle consumazioni per tutta la giornata. Bella anche la giornata di sabato 26, titolata “Giornata dell’Albero” rivolta a tutti i bambini, in cui assieme ai “veci alpini” verranno piantati degli alberi e letti dei brani significativi. La giornata, dedicata a tutti i bambini in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del comune ed Amia Spa, sarà dedicata alla scuola primaria Piero Caliari di Santa Maria in Stelle, e tutto il ricavato sarà devoluto per i lavori del laboratorio informatico. Anche per questo motivo la dirigente Nicoletta Morbioli ha voluto esprimere «il suo più sincero ringraziamento per l’organizzazione di questa bellissima iniziativa, in quanto consolidare il rapporto tra territorio e comunità scolastica non solo contribuisce ad arricchire l’offerta formativa della scuola ma nello stesso tempo valorizza le tradizioni e l’attaccamento degli alunni, cittadini di domani, alle proprie radici».

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CERRO V.SE

Sabato 17 aprile - ore 9:00 Uscite alla scoperta dei sentieri segnalati sulla cartina (333.6014955)

Venerdì 16 aprile - ore 20:30 Teatro di Cerro Presentazione ufficiale della cartina

Una cartina rivalorizza i sentieri L’iniziativa è partita dal nuovo Gruppo Escursionismo Lessinia che, in collaborazione con la Polisportiva di Cerro, ha deciso di farsi carico di un’opera molto importante: pulire tutta una serie di sentieri, marchiarli, posizionare le segnaletiche e dare vita alla cartina sentieristica della zona, oggi disponibile in tutte le edicole e in numerosi punti della provincia di Verona. Patrocinata dal CAI di Bosco, questa realizzazione, grazie anche ad alcuni sponsors, ha permesso ad un gruppo di pensionati di mettersi all’opera. «Il nostro scopo primario» ha detto Loredana Dal Corso, portavoce del gruppo, «è stato quello rendere disponibile alle persone il patrimonio naturale della nostra Lessinia. Abbiamo fatto uno studio del territorio, calcolando un circuito esterno di sentieri che potesse rientrare in corrispondenza di contrade o zone particolarmente importanti. Vogliamo riportare la gente a camminare, a scoprire questo territorio, a sentirsene partecipe e allo stesso modo ad aumentarne la responsabilità nella conservazione». La cartina è in vendita a 5€, e con il ricavato delle vendite il Gruppo Escursionismo manterrà viva l’iniziativa. Proprio in questi giorni si sta infatti cercando di riproporre l’iniziativa anche a Roverè con l’aiuto di un gruppo di pensionati locali. Per info e prenotazioni 333.6014955 oppure via mail a info@deviazionecorso.it

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Con la collaborazione di

COMUNITA MONTANA DELLA LESSINIA

PARCO NATURALE REGIONALE DELLA LESSINIA

VERONA

Amministratore di sostegno, istruzioni per l’uso Due appuntamenti per approfondire la figura, importantissima, dell’Amministratore di Sostegno. La legge è entrata in vigore nel giugno 2004, ma ancora pochi ne conoscono gli effetti. L’Amministratore di Sostegno è una figura che viene in aiuto soprattutto agli anziani, che non sempre hanno la fortuna di rimanere in possesso delle loro capacità. Questo Amministratore difende gli interessi e protegge la persona beneficiaria, aiutandola inoltre alla soddisfazione dei bisogni, delle richieste e delle scelte. Cura quindi la conservazione del patrimonio, ma offre anche un valido aiuto per la realizzazione delle migliori condizioni di vita quotidiana. Spetta al Giudice, su istanza di un familiare, responsabili dei servizi sanitari e sociali, la nomina dell’Amministratore di sostegno. Questo e molto altro sarà discusso nel corso di due serate: la prima venerdì 11 aprile al Centro Tommasoli, la seconda in fase di definizione (fine aprile) al Centro Polifunzionale dell’Ospedale di Marzana. Sul prossimo numero di Pantheon, approfondiremo la figura dell’Amministratore di Sostegno fornendo dati e contatti per le famiglie interessate.

Organizzata dal Circolo Alpini S. Maria in Stelle

20 - 21 - 25 - 26 - 27 APRILE 2014

SABATO 26 APRILE “ Giornata dell’albero

In collaborazione con Assessorato all’Ambiente del Comune di Verona ed AMIA Spa A favore della scuola primaria «Pietro Caliari» S. Maria in Stelle per il laboratorio informatico.

ORE 15.00– Piantumazione degli alberi con i veci alpini, lettura di brani significativi sull’importanza degli alberi, merenda per i bambini. ORE 15.30 –A pertura della Festa e degli stands ORE 20.30 –B allo popolare con l’orchestra “ Prima Pagina ”

DOMENICA 27 APRILE “Festa della Famiglia ” ORE ORE ORE ORE ORE

10.00 –A 15.00 –C 15.30 –S 20.30 –B 22.00 –E

pertura stands gastronomici orner di lettura e mostra di libri per bambini ed adulti in collaborazione pettacolo “Noi Veneti ” di David Conati allo popolare con l’orchestra “Ornella Nicolini strazione lotteria di beneficenza.

l’incasso della 36^ Festa della Primavera sarà diviso tra le seguenti associazioni: Scuola Primaria “Pietro Caliari” S. Maria in Stelle, Parrocchia S. Maria in Stelle via Pantheon 1, 37142 Quinto - Verona; Gruppo Alpini S. Maria in Stelle, via G. Silvestri 27, 37142 Quinto - Verona Associazione Circolo Alpini S. Maria in Stelle, via G. Silvestri 27, 37142 Quinto - Verona.

IN COLLABORAZIONE CON GRUPPO ALPINI S. MARIA IN STELLE

DOMENICA 20 APRILE ORE 16.00 ORE 20.30

Apertura della Festa e degli stands Ballo popolare con l’orchestra “ Paolo Group ”

ORE 10.00 ORE 15.30 ORE 20.30

Apertura stands gastronomici Intrattenimento per bambini con il Clown “ Colorinda ” Ballo popolare con l’orchestra “Susanna Pepe

LUNEDI 21 APRILE

VENERDI 25 APRILE “ 10° anniversario inaugurazione baita A ogni socio alpino e amico degli alpini in regola con il tesseramento 2014 viene effettuato uno sconto del 10% (per due persone) sulle consumazioni, per tutta la giornata. ORE 10.00 Apertura stands gastronomici ORE 15.30 Karaoke per genitori e bambini a cura di “ Mauro Micheloni ” ORE 20.30 –S erata LatinoA mericano con “ DJ Diego Mass Loco”e “Alma de Casino

PER TUTTA LA DURATA DELLA FESTA STANDS GASTRONOMICI –V INI TIPICI LOCALI -B ANCO DEI FIORI 900 POSTI COPERTI E RISCALDATI IN COLLABORAZIONE CON L’organizzazione declina ogni responsabilita’ per danni fisici,morali e materiali a persone animali o cose dovessero succedere negli spazi interessati alla manifestazione


RUBRICA

Pollice verde

Aria nuova

Le belle giornate aiutano il lavoro nel campo: in vigna ma non solo. Nell’orto e nel giardino è il momento delle semine estive (seguite il calendario lunare) e del cambio stagionale per le piante che hanno svernato in casa.

L

e temperature già miti hanno messo fine a questo inverno (ma era mai cominciato?!) e il lavoro del “polliceverdista” inizia ora a farsi piuttosto serio. Nell’orto, se avete piantato ortaggi in tunnel coperti o in cassoni, iniziate ad arieggiarli, in modo particolare nelle giornate a cielo terso e nelle ore più calde. Le strutture chiuse sotto il sole potrebbero fare un inaspettato “effetto forno”, come succede per le auto nere parcheggiate fuori dall’ombra. Per seminare seguite il calendario lunare e preferite la luna calante (15-29 aprile). Potete procedere a semina di carote, broccoli, porri, spinaci, ravanelli, lattughe, mentre in coltura protetta anche coste e indivia belga. Trapiantate cipolla, finocchio, sedano e coste. Cavoletti di Bruxelles, verze e radicchi sono invece ancora in raccolta. In luna crescente (7-15 aprile e dal 29 aprile) potete invece seminare qualche pomodoro, zucchine, peperoni e zucche, melanzane e cetrioli, che saranno poi le vostre rese estive.

Vendita

di Matteo Bellamoli

FASI LUNARI APRILE

Primo quarto

7 aprile

Luna piena

15 aprile

Ultimo quarto

22 aprile

Luna nuova

29 aprile

Primo quarto

7 maggio

Anche in giardino il mese è ideale. Potete riporre all’esterno i vasi che avete fatto svernare in casa e dedicatevi alle novità. Prima di porre a dimora una pianta lavorate bene il terreno con concime (meglio stallatico). Subito dopo la posa annaffiatela e tenetela d’occhio almeno per tre settimane, per vedere se ha attecchito correttamente. Alcune bulbose sono già in fioritura, mentre le estive le dovrete porre a dimora quando la colonnina sarà oltre valori medi di 8-10°C, quindi presumibilmente dal 15 del mese. In cantina potete travasare e imbottigliare, ma solo in giornate di sole senza vento. Vini da invecchiamento e aromi dolci dal 25 al 30 del mese, mentre nella prima parte (10-15 aprile) i frizzanti e gli spumanti. Per i vini da tavolo ottima la metà del mese. Evitate i primissimi giorni, fino al 10. Nel campo legate ancora i tralci delle viti in modo da aumentare la resa del prossimo autunno. Tenete tagliata l’erba tra i filari che di qui in avanti sarà anche ottimo fieno.

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Il concorso fotografico per i nostri lettori Il tema di questo mese era: “Tema Libero” Suggerimenti critici a cura di Maurizio Don 045.8700180 - 392.5823461 - www.mauriziodon.it - info@mauriziodon.it

Marco Malvezzi CONTRADA ROSTE COMMENTO CRITICO Seppure il paesaggio rappresentato sia molto semplice, il ritaglio e l’effetto danno a questa foto qualcosa di molto particolare. Questa elaborazione conferisce allo scatto un tocco di classe. La tecnica, che una volta veniva realizzata in camera oscura, è definibile “in chiave alta”, e porta in primo piano i contorni e gli elementi essenziali. Molto bella.

Sara Castellani NOTE D’AMORE COMMENTO CRITICO Ottima la scelta dell’inquadratura con il soggetto in primo piano e gli altri sfocati sullo sfondo. Il bianco e nero conferisce il giusto pathos alla scena, espressiva e molto buona. Non è mai semplice ritrarre i volti. Si può riscontrare anche una contrapposizione tra l’attività del musicista, intento a suonare la fisarmonica, e la coppia sullo sfondo immersa nella contemplazione del panorama

Loris Colognato BALDO LUNARE COMMENTO CRITICO Bella, purtroppo in risoluzione un po’ bassa. Il colpo di luce da basso e sulle creste conferisce un ottimo slancio di spazio. Molto suggestiva con una buona equilibratura, potremmo dire che si avvicina ad una inquadratura ottimale. Murari Giancarlo PACE Informazioni generali sul concorso Tutte le foto pervenute in redazione su www.giornalepantheon.it

IL CONCORSO SCATTI D’AUTORE 2013/2014 TERMINA QUI! DAL PROSSIMO NUMERO TUTTE LE FASI DELLA SELEZIONE DEI VINCITORI

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COMMENTO CRITICO Molto pulita. Veicola un senso di posatezza e di calma, e questo le da quel tocco in più rispetto alle tante foto paesaggistiche simili a questa che sono giunte in redazione questo mese. Si potevano accentuare un po’ i contrasti per renderla più incisiva e probabilmente abbassare un po’ l’inquadratura in modo da togliere una porzione di cielo.

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