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Novembre 2014
Anno 7 numero 9
P antheon il magazine di Verona Tutti i dettagli a sei mesi dal grande evento
www.giornalepantheon.it
Speciale
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OPPORTUNITÀ 2015 VOLTI NOTI
ATTUALITÀ
FEMMINICIDIO
CITTÀ
L’arte fluorescente di Andrea Fumagalli
Emergenza Ebola, il parere del Dott. Concia
Incontro con Laura Roveri. Quale tutela per le donne?
Dalla nuova sede degli Ingegneri al Lazzaretto
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uando mi viene chiesto cosa sia l’EXPO e quali effetti concreti, diretti o indiretti, produrrà sul nostro territorio nazionale, io provo a rispondere con una similitudine. Avete presente quando lanciate un minuscolo sassolino in uno specchio d’acqua stagnante? Ebbene, cosa succede? Si formano dei piccoli cerchi concentrici che si allargano via via verso l’esterno generando movimento, sincronia, energia. L’EXPO me lo immagino esattamente così. Non certo come un piccolo sassolino, ma come un enorme masso che viene lanciato in via del tutto eccezionale in uno specchio d’acqua, l’Italia, che oggi più che mai ha bisogno di uscire dalla sua stagnazione cronica. È un paese paralizzato il nostro. Immaturo, purtroppo. Incapace in questo momento di trovare risposte sul suo futuro, di immaginare cosa farà
“L’Expo? Un grande masso lanciato in uno specchio d’acqua, l’Italia, fermo e stagnante” da grande, di guardare in faccia la sua gente, i suoi giovani. Preoccupato più nel trovare colpe e capri espiatori, piuttosto che pianificare con logica e buon senso strategie di crescita economiche, sociali e culturali, condivise e lungimiranti. L’EXPO, appunto, l’enorme masso, sta per essere gettato in questo stagno. Manca poco, non vediamo l’ora! È un’occasione unica e, aggiungo, irripetibile. Per sei mesi scienziati, imprese, governi e cittadini di tutto il mondo discuteranno tra loro, si confronteranno, si arricchiranno di conoscenza e condivideranno esperienze diffondendo saperi per migliorare la condizione umana. Pensando, in primis, a un pianeta dove natura e sviluppo possano tornare a convivere in un clima di perfetta armonia. E tutto questo, sottolineo, lo faranno qui, in Italia, a Milano, che sarà l’epicentro di questo grande moto ondoso globale da cui partiranno i famosi cerchi concentrici in grado di generare sperimentazione, sogno, stupore e speranza e di raggiungere, ne siamo certi, i confini nord/sud, est/ovest dell’intera penisola. “Tutto ciò che ha valore nel-
la società umana, dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo” affermava Albert Einstein. EXPO è anche questo, una straordinaria opportunità di progresso. Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 i Paesi partecipanti all’Esposizione Universale 2015 metteranno in mostra tecnologie, innovazione, cultura, tradizioni e tutti quanti potremmo beneficiarne. Oltre venti milioni di persone sono previste nel capoluogo lombardo per il periodo della manifestazione, persone disposte a muoversi e a spostarsi su tutto il territorio nazionale per conoscerlo, apprezzarlo, valorizzarlo, raccontarlo. L’opportunità si dimostra tale nella misura in cui ci si organizza e ci si prepara per coglierla e accoglierla. Anche a Verona ci stiamo organizzando, perché l’EXPO arriverà anche qui, con la sua onda di energia e fermento. Il 17 ottobre scorso è nata una nuova associazione che prende il nome di VeronaExpo: tra i promotori anche il Magazine Pantheon. Non abbiamo voglia di rimanere con le mani in mano. Questa è un’occasione troppo grande per essere sprecata.
“L’occasione arriva solo a colui che è ben preparato.” Baruch Spinoza
n P antheo il magazine di Verona www.giornalepantheon.it
Direttore responsabile: Matteo Scolari Capo redattore: Matteo Bellamoli Redazione: Matteo Scolari, Matteo Bellamoli, Moira Falzi, Fabio Dai Prè, Flavio Brutti. Hanno collaborato al numero di novembre 2014: Adconsum Verona, Marta Bicego, Andrea Buscardo, Giorgia Castagna, Eleonora De Poli, Francesca Mauli, Giovanni Melotti, Arianna Mosele, Marco Nicolis, Emanuele Pezzo, Camilla Pisani, Erika Prandi, Miryam Scandola, Nicole Scevaroli, Alessandra Scolari, Giovanna Tondini, Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni. Copertina: Flavio Brutti Progetto grafico: Flavio Brutti, Matteo Bellamoli Società editrice: InfoVal S.r.l. Viale del Lavoro 2 37023, Grezzana, (Vr) P.Iva: 03755460239 tel. 045.8650746 - fax. 045.8492248 mail: redazione@giornalepantheon.it web: www.giornalepantheon.it Facebook/Pantheon Twitter: @pantheonvr Sviluppo commerciale e pubblicità: Moira Falzi 340.8775197 Fabio Dai Prè 340.0735137 Contributi per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a: Infoval srl – Viale del Lavoro 2, 37023 Grezzana (VR)
SOMMARIO 6 17 18 22 24
PRIMO PIANO
Verona verso EXPO2015 Tutti i dettagli dell’esposizione universale e il progetto che coinvolge la nostra città.
MONDO IN ROSA/1 Laura oggi si racconta... Intervista con Laura Roveri, la giovane di Nogara vittima di femminicidio,
MONDO IN ROSA/2
Quale tutela per le donne? L’avvocato Emilia Greco ci spiega le tutele legali per le donne vittime di violenza.
ATTUALITÀ
Ebola mette in ginocchio l’Africa Il Dr. Concia ci parla dei rischi per l’Italia. In Africa, intanto, è SOS umanitario.
INTERVISTA
Dalla musica all’arte Intervista con Andrea Fumagalli, in arte Andy, ex Bluvertigo, oggi artista.
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CITTÀ DEL FUTURO
Idee innovative per Verona Abbiamo incontrato il Dott. Scappini, presidente dell’Ordine Ingegneri di Verona.
RICETTE ANTICRISI Veneto Sviluppo
Opportunità per le PMI con la inanziaria della Regione Veneto.
PERSONAGGI VERONESI L’arte nel paesaggio
Libero Cecchini, arteice del volto della Verona d’oggi, si racconta.
GIOVANI Emmanuela Carbè Nuovo romanzo della veronese vincitrice del Campiello Giovani 2002.
NOTIZIE DAL WEB Social recruiting
Chi l’ha detto che i social network non servono per trovare lavoro?
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DECRESCITA
La solidarietà passa dallo smartphone Il progetto si chiama “Bring the food” e permette di non gettare cibi scaduti.
Feste e Sapori
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PRIMO PIANO Expo2015. Da Milano a Verona
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Sostenibilità e sviluppo Opportunità EXPO Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, in un'area di circa 1,1 milioni di metri quadrati, andrà in scena a Milano l'Esposizione Universale dedicata all'alimentazione e alla sostenibilità ambientale. In questo speciale vi spieghiamo come sarà organizzata, come e quando visitarla e tutti i dettagli di questo enorme happening. Senza dimenticare che il collegamento con la nostra città sarà molto importante. di Matteo Bellamoli foto EXPO Milano 2015
“N In alto un rendering del Palazzo Italia, in basso di uno dei cluster.
utrire il Pianeta, energia per la vita”. Parte da questo tema l'Esposizione Universale che sarà protagonista a Milano da maggio ad ottobre 2015. Ma di cosa si tratta esattamente? Ebbene sì, non sarà una fiera, almeno non come siamo abituati a considerarla. EXPO 2015 sarà una rassegna espositiva globale ad elevato contenuto educativo, focalizzata, appunto, sul tema scelto per questa edizione. In questi mesi, non lo neghiamo, questo grande happening è finito sui giornali per le classiche furbate all'italiana in merito agli appalti, alle varie parentopoli e a tutto quello che, ahinoi, spesso ci distingue. Ma l'opportunità che fornirà questo grandissimo evento è davvero da non perdere, in barba alle speculazioni che in fase realizzativa ci sono state. Visitare EXPO2015 sarà un po' come visitare un parco divertimenti, un'enorme cittadella in cui si uniranno insieme oltre 130 Paesi da tutto il
mondo con le loro aree dedicate, e dove troveranno posto eventi, momenti di svago, di conoscenza, di divertimento, uniti a convegni, manifestazioni ed incontri. Ma non immaginate EXPO Milano come un'enorme polo fieristico chiuso dentro enormi capannoni, perché nell'area da oltre 1milione di metri quadri ricavata a nordovest del capoluogo lombardo tra Pero e Rho, saranno presenti fiumi e laghi artificiali, natura verde e strutture architettoniche da lasciare senza fiato. Tutto questo per creare coesione tra i popoli, dialogo, scoperta e perché no, anche stupore. PERCHÉ VISITARE EXPO 2015
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iffondere conoscenza, migliorare la condizione umana e consentire l'incontro tra i popoli per la cooperazione degli Stati. Questo l'obiettivo di EXPO2015. Come in tutte le altre edizioni (EXPO viene organizzato ogni cinque anni), ogni nazione realizzerà
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Expo2015. Da Milano a Verona
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Ma non finisce qui...
Oltre alle aree tematiche e ai cluster, che troverete descritti nelle prossime pagine, ecco tutta un'altra serie di spazi che saranno realizzati all'interno dell'area EXPO 2015 Cascina Triulza – ospiterà servizi di ristorazione e accoglienza e spazi espositivi per le organizzazioni Aree corporate – in cui le aziende potranno mettere in piedi spazi espositivi, per creare rapporti diretti con potenziali acquirenti ed investitori ExpoGreen – è l'area intorno ad EXPO, in cui saranno piantati 12000 alberi, oltre 85000 arbusti, 107600 piante acquatiche sui corsi e 151700 erbacee Canale e Lake Arena – il canale renderà il sito EXPO una sorta di isola, correndovi tutto intorno. Il Lake Arena, lago artificiale di 90mt di diametro, sarà un open space dedicato ai visitatori, con una piazza alberata a fare da cornice Aree eventi – saranno due: l'Open Air Theatre e l'Expo Centre Architetture di servizio – dove saranno ospitati bar, ristoranti, servizi igienici, negozi, spazi commerciali, servizi di sicurezza eccetera
dall'altra parte mantenere anche per il futuro il delicato equilibrio tra uomo, acqua, terra ed aria. Come avete potuto leggere sullo scorso numero di Pantheon a proposito dell'Earth Overshooting, si tratta di argomenti piuttosto attuali, con i quali dobbiamo confrontarci se vogliamo dare a noi e al Pianeta una possibilità di vita e di coesistenza anche nel lungo periodo. Video di presentazione EXPO al QR code della pagina a fianco.
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ll’interno dell’area dell’esposizione, sarà possibile accedere non solo a ciascuno dei padiglioni dei vari Stati, ma anche a tutte le altre zone che saranno allestite. Un viaggio nella storia e nel futuro raccontato da eventi scientifici e artistici, eventi tematici con convegni e dimostrazioni, giochi ed educazioni per ragazzi e bambini. Un’esperienza che potrà quindi coinvolgere sia i professionisti, gli imprenditori, ma anche le famiglie o i gruppi di amici. Davvero per tutti. Basti pensare che sono previsti oltre 20milioni di visitatori. I biglietti sono già in vendita sul sito ufficiale www.expo2015.org a 32€ ad ingresso, con la possibilità di prenotare per un giorno specifico o senza una data prestabilita. Sono presenti pacchetti dedicati alle famiglie, alle scolaresche, oltre alla possibilità di regalare il biglietto a qualcun altro. © Infoval Srl
un proprio spazio espositivo che riprenderà il tema legato a cibo e sostenibilità, valorizzando all'interno le proprie eccellenze culturali e, in questo caso specifico, alimentari. Il tema, “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” sarà un tema sviluppato su due fronti: da una parte creare le condizioni necessarie perché ogni uomo abbia accesso ad un'alimentazione corretta, e
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PRIMO PIANO Expo2015. Da Milano a Verona
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Qui sotto i lavori in corso del Decumano. A destra il masterplan dell’area di EXPO2015 (foto Expo2015) Palazzo Italia
Parco della biodiversità
Cascina Triulza
Cardo
Decumano
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© Infoval Srl
nzitutto va segnalato il sito internet www.expocantiere. expo2015.org nel quale potrete seguire passo passo l’avanzamento dei lavori di ciascuna delle zone strutturali che comporranno EXPO Milano 2015. Ma come sarà composta l’area dell’esposizione? La zona, come potete vedere nel masterplan in questa pagina, sarà disposta su un reticolo ortogonale attraversato dalle due direttrici principali, il Cardo e il Decumano, a replicare l’architettura delle vecchie città romane. Il Decumano (lungo 1,5km e largo 36 metri) si muoverà tra centro e periferia, mentre il Cardo (lungo 350 metri) collegherà invece alle zone verdi e ai parchi. Entrambi saranno coperti da dei tendaggi alti 12 metri e sostenuti da un complessivo di
420 pali. La circolazione su queste due grandi vie sarà esclusivamente pedonale. Proprio sul Cardo sarà costruito il Padiglione Italia ovvero il luogo di rappresentanza della nostra Nazione, con 12.000mq di superficie in cui saranno ospitate le attività istituzionali e gli eventi ad esse connessi. Di fronte a questa struttura il Padiglione dell’Unione Europea. Tutte le strutture sul Cardo saranno temporanee, sostenibili dal punto di vista ambientale perché immaginate come flessibili e adattabili a una nuova vita, quando EXPO sarà terminato. LE AREE TEMATICHE
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aranno le zone all’interno delle quali saranno proposti gli eventi collegati direttamente con il tema dell’EXPO. Saranno cinque spazi, quattro interni al sito e una
© foto EXPO Milano
❈OME SARÀ EXPO 2015?
Qui sotto il rendering di una parte del Children Park, dedicata alla scoperta olfattiva
alla Triennale di Milano. La prima sarà il Padiglione Zero, una zona introduttiva ad EXPO in cui sarà raccontata la storia dell’uomo sulla Terra e il suo rapporto con natura e cibo. Nel Future Food District saranno invece pre-
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Expo2015. Da Milano a Verona
9 © foto EXPO Milano
Qui sopra ecco come dovrebbe apparire il supermercato dell’area tematica Future Food District. In alto a destra uno scorcio del Padiglione Zero e in basso panoramica dell’area allestita dagli Emirati Arabi. Nel box a destra due immagini di come sarà il padiglione Vino a taste of Italy, allestito da Vinitaly.
sentati gli scenari legati all’applicazione estesa delle nuove tecnologie ad ogni passaggio della catena alimentare. Al piano terra il visitatore attraverserà un lungo corridoio in cui sistemi automatizzati prepareranno la merce che sarà in esposizione al supermercato del primo e secondo piano. La terza aerea sarà dedicata ai bambini, nel Children park dove potranno scoprire temi importanti legati alla sostenibilità ambientale. Per fare un esempio saranno installate delle campane aromatiche dove scoprire le essenze profumate delle varie piante (vedi foto), oppure un sistema in cui raccogliendo acqua, i bambini potranno dare vita a piante e fiori. Futuro e architettura unite in giochi di apprendimento dell’ecosostenibilità. Da segnalare poi la quarta area tematica, quella del Parco della biodiversità dove in collaborazione con la Facoltà di Scienze Agrarie e
Vino a taste of Italy
Alimentari sarà allestito un grandissimo spazio di 8000 metri quadrati contenente 8 grandi serre con oltre 200 specie e varietà coltivate. Il percorso di visita di questa area sarà come un viaggio nella ricchezza naturale del nostro pianeta. L’ultima, Art&Foods, sarà invece ospitata alla Triennale di Milano, nel centro della città. Qui come suggerisce il nome, il legame tra arte e cibo sarà interpretato da alcuni importanti artisti sottoforma di scultura, pittura, utilizzo di materiali riciclati e molto altro, in un percorso che permetterà inoltre di creare un collegamento diretto tra EXPO e il centro della città che lo ospita.
Sarà affidato a Vinitaly, e quindi a Veronafiere, l'allestimento dello spazio dedicato al vino. “Vino – A taste of Italy” sarà il padiglione che in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sarà realizzato all'interno del padiglione Italia, ma indipendente. Al suo interno, i visitatori potranno scoprire il vino in tutta la sua tradizione. Al piano terra un corridoio arredato con affreschi ed elementi scultorei, al piano interrato un ambiente che assomiglierà alle cantine di un tempo. Al primo piano lo spazio riservato alla conoscenza e alla degustazione dei vini, che sarà coadiuvata sia da sommelier esperti che da una app dedicata. Per consentire inoltre una tecnologizzazione della degustazione, l'area sarà allestita con dei wine dispenser automatici ai quali si potrà accedere per la degustazione. Da non perdere anche la Biblioteca del Vino, dove saranno esposte bottiglie da tutta Italia in un ipotetico viaggio nell'eccellenza vitivinicola del nostro Paese.
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I CLUSTER
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I soci fondatori dell’ATS VeronaExpo
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© foto EXPO Milano
i tratta della novità di questo EXPO. Per la prima volta i Paesi non saranno raggruppati in padiglioni collettivi, ma secondo le loro idendità tematiche nei cluster, appunto. Questi cluster saranno caratterizzati da aree comuni in cui saranno allestite mostre, eventi, degustazioni e i mercati (con i prodotti tipici) collegate al tema del cluster stesso. All'interno di ogni cluster i Paesi avranno a disposizione un proprio spazio espositivo individuale. Saranno complessivamente nove. R✐☎✆ dove il visitatore sarà accolto da una risaia, dall'atmosfera della campagna con i colori e i profumi del mondo agreste; ✝❛✞ao in cui l'architettura richiamerà le piantagioni tropicali e subtropicali; Caffè dove saranno presenti le piante e anche dei punti vendita dei prodotti, senza dimenticare il profumo che si diffonderà per l'area. Si proseguirà con il cluster Frutta e Legumi in cui le piante da frutto, grandi e piccole, saranno protagoniste; quindi il cluster dedicato al mondo delle spezie che senza dubbio sarà il cluster più etnico e invitante; Cereali e tuberi dove dentro panneli di vetro saranno esposti grani, orzo, farro e quant'altro. Chiuderanno il gruppo il Bio-Mediterraneo quello più legato alle nostre zone, con vite e ulivo, poi l'affascinante Isole, mare e cibo su cui saranno ricavate spiagge, piccoli specchi d'acqua e l'armonia che viene veicolata da un paesaggio marino, ed infine le zone aride dove una moltitudine di cilindri semitrasparenti penderanno dal soffitto evocando e ricreando le linee dei deserti, le pietre e una metaforica tempesta di sabbia. Nel complesso, almeno da quanto si riesce a percepire dai rendering, l’area di EXPO assomiglierà molto agli scenari quasi surreali che abbiamo potuto vedere nel blockbuster La fabbrica di cioccolato, anche se in quell'occasione ci erano sembrati spazi irrealizzabili.
6 Alcuni rendering dei vari cluster: 1. Riso / 2. Bio-Mediterraneo / 3. Cereali e tuberi / 4. Cacao / 5. Spezie / 6. Caffè
he la prossima Esposizione Universale di Milano sia un’opportunità incredibile per l’Italia, e anche per la nostra amata Verona, è un dato di fatto. Per 184 giorni filati, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, il Belpaese ospiterà questo evento globale straordinario, capace di accendere i riflettori di tutto il mondo e di puntarli proprio su di noi. Se pensiamo poi che per i prossimi anni, sul nostro territorio nazionale non avremo più eventi o manifestazioni internazionali di questa portata (non sono previsti infatti Mondiali di Calcio, Olimpiadi...) ecco come è facile rendersi conto dell’eccezionalità e del valore di EXPO 2015. Proprio per cogliere le opportunità offerte dall’Esposizione Universale, lo scorso 17 ottobre davanti al notaio Emanuele De Micheli di Verona, nove rappresentanti di realtà private ed enti istituzionali hanno sottoscritto l’atto ufficiale che ha sancito la nascita dell’ATS Vero-
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ATS VeronaExpo verso Milano 2015 di Camilla Pisani
Il 17 ottobre scorso è stata fondata l’associazione temporanea di scopo VeronaExpo composta da nove realtà ed enti istituzionali cittadine. Tra gli obiettivi allargare il più possibile la base associativa, creare un soggetto unico rappresentativo di Verona in vista di EXPO 2015 e cogliere ulteriori opportunità per la città e la provincia scaligera.
Ce t o di P ogettazio e e P oduzio e Bio edi ale Il siste a di hi u gia guidata Valte h, è u a tec ologia di cui tutti i de tisti posso o usufruire. Se utilizzato dal proprio edico dura te l’i terve to i pla tare, per ette di idu e i te pi a soprattutto eli i a e uasi o pleta e te i is hi e l’invasività dei siste i classici. Questa tec ica è olto utilizzata per sta ilizza e i sicurezza u a p otesi i fe io e o ile.
Le attività di partenza di ATS VeronaExpo I❞✟✠✡e, progettare e realizzare congiuntamente iniziative di promozione e di valorizzazione del sistema economico veronese; Censire le iniziative, attinenti alle finalità già avviate da tutti i soggetti partecipanti; Sensibilizzare il sistema delle imprese veronesi, di qualunque settore e comparto, in ordine alle opportunità collegate all’evento Expo 2015; Dare più ampia diffusione a tutte le iniziative degli aderenti ad ATS Verona EXPO; Accompagnare le imprese nello sviluppo della propria operatività all’estero.
Pia ificazio e i pla tare
La realizzazione di questo obiettivo permetterà agli imprenditori di rafforzare la loro presenza sui mercati nazionali ed internazionali, migliorare il reperimento di nuove possibilità di mercato, ma anche creare nuove sinergie, stimolando l’interesse verso nuove opportunità di business.
naExpo. Un’associazione temporanea di scopo, che ha sede operativa in via Torricelli 37, in Zai, alla quale hanno aderito in prima battuta Diocesi di Verona, Apindustria, Compagnia delle Opere del Veneto, Rete di Imprese Veneto Turismo, Rete d’impresa Energy&Life, Finval (Finanziaria Valpantena Lessinia),
Infoval Srl, Associazione Innoval e Cooperativa Sociale Quid. ATS VeronaExpo, come riportato nello statuto, ha per scopo principale quello di attuare il coordinamento e la realizzazione congiunta delle iniziative di promozione e di valorizzazione del sistema economico, sociale e culturale della pro-
Modello creato co sta pa 3D
Co tatta i allo 0 992
PRIMO PIANO Expo2015. Da Milano a Verona I soggetti a cui si rivolge l’A TS Enti, istituzioni, associazioni di categoria e organizzazioni economiche ed imprenditoriali del territorio, la cui attività istituzionale o professionale sia ritenuta utile al raggiungimento obiettivi. In un momento successivo anche due tipologie di imprese: - imprese che hanno obiettivi di business to consumer (b2c); - imprese business to business (b2b); Il turista, il cittadino italiano residente in Italia, e l’italiano residente all’estero. Uno dei momenti di presentazione di VeronaExpo (sx) e la firma sull’atto costitutivo (dx)
vincia di Verona che sono o saranno ideate e progettate dai singoli associati, e che siano finalizzate a determinare ogni e più ampia forma di partecipazione e di visibilità del Sistema VeronaExpo all'interno dell'Esposizione Universale EXPO 2015. Tra i promotori dell’iniziativa anche il magazine Pantheon, edito dalla società editrice Infoval Srl, il cui direttore, Matteo Scolari, è stato incaricato dal Consiglio degli Associati di ATS VeronaExpo, del ruolo di Presidente. «La domanda che ci siamo posti qualche tempo fa era: di fronte a un evento simile stiamo con le mani in mano, convinti che l’EXPO non ci interessi o non possa rappresentare un’opportunità anche per Verona, oppure ci organizziamo, cerchiamo di strutturare una rete di comunicazione e di scambio interna alla città per creare ulteriori sinergie e farci trovare pronti e uniti il prossimo anno? Evidentemente abbiamo cercato di pensare a qualcosa che potesse rispondere alla seconda ipotesi»
prosegue Scolari. «In questi mesi abbiamo girato molto, siamo stati a trovare e a conoscere vari modelli nella regione lombarda, evidentemente sensibile alla questione, tra cui il “modello Brescia”, una città che già a metà del 2013 aveva costituito un’ATI (Associazione Temporanea d’Impresa) che raggruppa quasi sessanta enti e realtà istituzionali della città, in maniera molto trasversale, dalla Diocesi, all’Università, alle associazioni di categoria, gli ordini professionali… Questo è ciò che vorremmo replicare a Verona con la nascita dell’ATS, in modo tale da costituire un soggetto unico istituzionale che possa rappresentare la nostra città in vista di questo grande evento globale e che possa dialogare in maniera proattiva direttamente con Milano». «Stiamo seguendo la strada della sensibilizzazione e dell’aggregazione e già molte altre realtà veronesi hanno manifestato l’intenzione di entrare nella rete per apportare il proprio contributo in termini di
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esperienza e di conoscenza. Parallelamente all’allargamento della base associativa, seguiamo anche la strada dell’accreditamento presso gli uffici di EXPO Milano, con i quali abbiamo già parlato e con i quali collaboreremo a stretto contatto nei prossimi mesi». «A Verona stanno nascendo tante iniziative “pro-Expo”, alcune di queste anche molto interessanti e strutturate, ma se pensiamo di avere visibilità all’interno del contesto EXPO presi singolarmente forse pecchiamo di presunzione. ATS VeronaExpo nasce anche con l’obiettivo di coordinare e di amplificare la visibilità delle singole iniziative con un linguaggio nuovo, internazionale, su canali multimediali e tramite un concetto di brand-marketing territoriale che può giovare a tutto il sistema Verona. Abbiamo già in cantiere alcuni progetti di valorizzazione territoriale, uno proprio che riguarda la montagna veronese, la Lessinia, territorio al quale come Pantheon siamo molto legati» conclude il Presidente. «Ogni lunedì pomeriggio in via Torricelli si riunisce il Tavolo Tecnico dell’ATS che cerca di mettere a fuoco strategie e proposte per far emergere il meglio della nostra città. Siamo aperti a tutti quanti volessero partecipare con un proprio contributo in termini di idee e spirito di collaborazione. Tra qualche giorno sarà pronto anche il sito www.veronaexpo.com e saranno attivate le prime comunicazioni interne ed esterne alla rete. L’Esposizione Universale è un’occasione che non possiamo perdere, pensando in particolare al futuro delle nuove generazioni».
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Vuoi diventare protagonista del territorio? Oggi puoi!
INFOVAL raddoppia e apre il capitale a nuovi soci Lo scorso 17 ottobre è stato deliberato l'aumento di capitale della società che edita Pantheon. Tanti progetti e voglia di crescere nel futuro del gruppo, orientato soprattutto ai new media.
“L‘
unione fa la forza” si dice spesso. Mai come in questo momento particolare sentiamo il bisogno di ribadrilo a gran voce. Verona, purtroppo, sta pagando a caro prezzo lo scotto di una crisi economica e occupazionale che non conosce precedenti sul nostro territorio dal secondo dopoguerra. Ci troviamo di fronte a una situazione di instabilità che genera tanta preoccupazione nei confronti del futuro. È proprio per cercare nuove opportunità che i soci hanno approvato l’ambizioso piano industriale 2015/2016 di Infoval Srl, la società editrice che dal 2008 edita Pantheon, Magazine di Verona, Pan-
theon Lifestyle e che cura la linea di corsi Pantheon School e l’area di servizi alle aziende Pantheon Media. Con questa operazione, Infoval vuole aprire a cittadini, imprenditori, istituzioni ea tutti i lettori simpatizzanti la possibilità di entrare a far parte di questa squadra, formata da professionisti giovani e motivati a dare una scossa anche alla nostra città. Per questo, lo scorso 17 ottobre è stato deliberato l’aumento di capitale sociale per sostenere gli obiettivi del piano e le iniziative di grande rilevanza sul territorio, che si svilupperanno già dai prossimi mesi. Un primo passo importante è infatti la partecipazione di Infoval, in qualità di porta-
voce, al progetto Verona per Expo 2015, di cui avete letto in queste pagine. Questo per consentire alla città di competere e confrontarsi con le grandi imprese globali sui mercati italiani ed internazionali.
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Consorzio intercomunale soggiorni climatici Soggiorni e tours per ultrasessantenni CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente – Marco Vanoni Vice Presidente – Moreno Dal Zovo Consiglieri: Andrea Brunelli, Francesco Bonfaini, PierLuigi Slaghenauffi CARATTERISTICHE E SPECIFICITÀ DEL SERVIZIO Il consorzio è un Ente che si occupa di organizzare tours e soggiorni per ultrasessantenni autosufficenti e, in misura numericamente inferiore, per disabili accompagnati, per conto dei Comuni che aderiscono allo stesso. Tra gennaio e novembre di ogni anno vengono proposti una quarantina di turni in 30 località fra mare, montagna e terme, in Italia e all’Estero. Il pacchetto, tutto incluso, comprende il viaggio, le strutture, pensione completa, accompagnatore e assicurazioni. “I✢ questi anni gli utenti dei nostri soggiorni hanno apprezzato, in particolare in questo periodo di crisi, il contenimento dei prezzi che siamo riusciti ad ottenere per i viaggi, dal nostro Consorzio. Proseguiremo così anche la prossima stagione, garantendo comunque alta la qualità dei nostri soggiorni per quanto riguarda la scelta delle strutture nelle località più caratteristiche, l’assistenza di operatori qualificati ai vari gruppi ed a ogni singolo partecipante, e la presenza di una completa copertura assicurativa. In questo modo daremo proprio a tutti i nostri anziani la possibilità di passare qualche settimana all’insegna del relax e del divertimento”. Il vice presidente Moreno Dal Zovo
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Le iscrizioni si ricevono presso i Comuni che aderiscono al Consorzio o in sede di Verona, via Macello, 23 (zona quartiere Filippini) Per informazioni 045 593335 e il sito: www.consorziosoggiorniverona.it
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Chi siamo? Infoval Srl. è nata nel 2008 per dare il via al progetto editoriale targato Pantheon, il magazine mensile free press che in questi sei anni è arrivato a una tiratura di 150mila copie annue distribuite in oltre 900 punti di Verona e provincia. Grazie all’affetto e alla stima che il brand Pantheon ha guadagnato nel corso di questi anni, la redazione ha ampliato un’ulteriore serie di servizi e di realizzazioni editoriali. Il primo aggiunto alla famiglia è stato Pantheon Lifestyle, una guida turistica patinata, tradotta in quattro lingue, distribuita in due edizioni l’anno in tutti gli hotel 4 e 5 stelle della città e nelle boutiques, shop e realtà commerciali di Verona. Questa pubblicazione si è evoluta nel corso degli anni diventando la guida ufficiale dell’Associazione Veronesi nel Mondo. Parallelamente si sono sviluppate le linee prodotto Pantheon
School, che cura e gestisce corsi di formazione specifici in collaborazione con professionisti di svariati settori, e Pantheon Media, che cura sia la realizzazione di prodotti multimediali (book fotografici, video aziendali, brochures, immagini coordinate, social e web communication&marketing) sia la veicolazione tramite il giornale di prodotti editoriali come CD, DVD e pubblicazioni culturali. In un secondo momento la stessa società è diventata editrice di pubblicazioni inedite, tra cui spicca il libro “Professione Detective”, vademecum sulla sicurezza domestica e aziendale del Dott. Marco Corvino. Grazie al reparto grafico, inoltre, la redazione di Pantheon si è sempre contraddistinta per una consulenza completa ai clienti nella realizzazione del loro materiale grafico, sia esso destinato ad uso cartaceo che digitale. In questi anni la società ha potu-
to partecipare in qualità di media partner anche ad eventi di grande rilievo nel panorama cittadino tra cui il Premio Salgari, Roboval e Progetto Rurbance Regione Veneto. Un’altra serie di serate sono state invece organizzate direttamente dalla redazione con il titolo di “Educazione alla legalità” (alcune in collaborazione con Rete Prospettiva Famiglia). Spiccano tra queste gli incontro con Nicola Gratteri, Maria Falcone, Giuseppe Ayala e l’allora dirigente della Divisione Polizia Anticrimine di Verona Massimo Castellani.
Come aderire? La sottoscrizione delle nuove azioni è aperta alle istituzioni, agli operatori economici e a tutti i cittadini che vogliono essere protagonisti del territorio. I privati possono aderire sottoscrivendo quote da 1.000, 2.500 o 5.000 Euro. Le aziende invece possono investire quote da 2.500, 5.000 o 10.000 Euro. Entrambi, con la sottoscrizione, potranno accedere ad un’importante gamma di vantaggi unici ed esclusivi. È altresì possibile partecipare all’aumento di capitale sottoscrivendo quote di importo superiore. L’aumento di capitale sarà diviso in 2 step distinti: la prima fase prevede di raccogliere 50mila Euro e terminerà entro il 31/12/2014. Successivamente, per finanziare l’ambizioso piano di sviluppo legato ad Expo 2015, è prevista la raccolta di ulteriori 100mila Euro entro il 2015. Il nostro team è a completa disposizione al numero 045 8650746 per illustrare i vantaggi dell’operazione e per dare tutte le informazioni per diventare da subito protagonisti del territorio.
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Magazine di Verona 15.000 copie al mese distribuite in circa 1000 punti e redazione digitale a oltre 10mila contatti. Approfondimento della realtà locale e nazionale. Gestione quotidiana del sito www ✳❣☛☞✌✍✎✏✑✒✎✍t✓✑☞✍✳☛t
La guida turistica 5000 copie quadrimestrali distribuite in tutti gli hotel 4 e 5 stelle della città. Tradotta in quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e russo) promuove il circuito turistico di Verona e provincia per tutti i visitatori.
Social, web e new media I servizi per privati ed aziende che comprendono il marketing web, i new media, servizi foto/video e grafica, la gestione delle campagne e della comunicazione social e la consulenza multimediale per siti internet e non solo.
La scuola e i corsi Un calendario di corsi specifici realizzati all’interno delle strutture di Infoval in collaborazione con professionisti di ogni settore di riferimento Lingue, arte, tecnologia, comunicazione, cucina e molto altro.
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EXPO 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita
di Maria Cristina Ferri
EXPO sarà dedicato all’alimentazione, a partire dalla nostra tradizione mediterranea. Ma come sta cambiando il nostro sistema alimentare, e cosa possiamo fare per migliorarlo?
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ra il 2000, l’anno del giro di boa del Millennio che terminava con le sue conquiste e le sfide a un futuro che a molti, non appariva ancora così incerto come lo è oggi. Ma chi aveva seguito gli esiti di incontri internazionali come la Convenzione sulla Biodiversità (Rio 1992) e il Protocollo sulla Biosicurezza (Cartagena-Nairobi 2000), aveva già gli strumenti per capire cosa stava succedendo e quali sarebbero state le sfide della convivenza fra i popoli. Come nutrire la Terra? Come si potrà nello stesso tempo salvaguardare l’ambiente e la sicurezza alimentare? A questa, che sembra una delle più difficili sfide che l’Umanità abbia mai affrontato, si è cercato di rispondere con i “Millennium Development Goals”: iniziativa delle principali Istituzioni Internazionali (Nazioni Unite, Banca Mondiale ecc…), per contrastare nel periodo 2000-2015 situazioni come povertà, fame, malattie, degrado ambientale e discriminazione verso le donne. Molti degli obiettivi sono legati all’agricoltura, all’alimentazione e alla sostenibilità e, nel novembre del 2009, venne firmato un Memorandum EXPO 2015-FAO sulla sicurezza alimen-
tare, che sancì la base tematica di EXPO2015: “Nutrire il Pianeta Energia per la Vita”. Una kermesse di domanda e offerta, ma anche culturale e scientifica, che il prossimo anno vedrà confluire con manifestazioni e lavori anche fuori da Milano, decine di milioni di visitatori. “Nutrire il pianeta…” non è una sfida da poco. La disponibilità di terreno arabile sta decrescendo e per contro la sua richiesta aumenta con la stessa esponenzialità: le due curve secondo gli esperti si incontreranno nel 2050, se non si interviene prima. Non sono previsioni catastrofiche, ma dati alla portata di tutti. Questa realtà ha fatto inserire anche le biotecnologie in agricoltura, come una delle soluzioni per soddisfare la crescente richiesta di cibo, migliorando la produttività delle coltivazioni. Produzioni che potrebbero affiancarne altre, ben più vicine a noi e concentrate su tipicizzazione del territorio, qualità ed eccellenze dei suoi prodotti. Senza elencare le eccellenze agricole locali, sarebbe un peccato durante EXPO 2015 non valorizzare tanta qualità, anche certificata dal punto di vista nutrizionale e salutistico, per fare conoscere al mondo la differenza fra un prodotto auten-
Chi è Maria Cristina Ferri? Si è laureata presso l’Università degli Studi di Bologna, nell’Istituto di Cancerologia Sperimentale con Lode, ha poi svolto un biennio come ricercatrice presso l’Istituto di Chimica Clinica del Policlinico di Verona (Prof. Zatti). È Biologa Nutrizionista in Piazzale Olimpia 24 a Verona. Iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi, ha seguito la Scuola di Perfezionamento in Nutrizione Umana dell’Ordine Professionale. È stata insignita del premio Federchimica per la divulgazione biomedica (MI 27/04/98). Per l’intensa attività divulgativa scientifica, è stata iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, sezione Veneto. Dal 1995 al 2000 è stata Academic Guest del politecnico di Zurigo (ETH). È esperta di Nutrizione Clinica con specializzazioni in diversi settori, compresi i Disturbi Alimentari (profilo professionale sotto su www.mariacristinaferri.it) e ha pubblicato cinque libri divulgativi, di cui uno dedicato alle allergie e intolleranze alimentari. La dottoressa offre anche una rubrica informativa sui temi dell’alimentazione, nella sua pagina Facebook (potete trovarla a FB/dottssamariacristinaferri) oppure via telefono al 340.2773046
tico e una blanda imitazione. Ma EXPO 2015 si occuperà di nutrizione ed energia anche per altre ragioni: siamo già oltre 7 miliardi di abitanti e continueremo a crescere, di questi un miliardo è obeso, mentre altrettanti soffrono la fame. Il terreno arabile diminuisce, ma la domanda aumenta, paesi come Cina e India hanno incrementato il consumo di carne e richiesta di cibo. Il clima distrugge spesso i raccolti e soprattutto la disponibilità di acqua scarseggia: questa è una delle questioni più spinose che verranno affrontate nei dibattiti culturali e scientifici di EXPO 2015 e coinvolgeranno tutti, nessuno escluso. L’agricoltura infatti consuma almeno il 50% dell’acqua fresca e nel 2030 questo dato salirà al 60% (previsioni FAO/UN). Alimentare una persona richiede giornalmente circa mille litri d’acqua, per produrre un kg di carne 15mila litri, per un kg di mais o grano 2mila litri. Ecco perché molti statisti (oltre ai nutrizionisti) sostengono l’importanza di una riduzione delle proteine animali, che tra l’altro sono accompagnate da grassi saturi (i più dannosi), per un uso più regolare di cereali, ortaggi e legumi. Ma così impostata è la base della Dieta Mediterranea, la nostra. Forse non tutti sanno che quattro anni fa l’Unesco l’ha dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” per gli effetti benefici sulla salute. In sintesi, come considerare l’EXPO 2015? Assomiglia ad un piatto d’argento che serve opportunità irripetibili a un territorio ricco di valori e persone di qualità.
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RUBRICA
Laura oggi si racconta. Per 1 millimetro e 8... Ennesimo caso di femminicidio con epilogo tragicomico. Sì, perché dopo soli cinque mesi dalla feroce aggressione lui è agli arresti domiciliari e lei vive sotto scorta. «Non chiedo l’ergastolo, non una pena esemplare, voglio la normalità, giustizia! È forse chiedere tanto?» Abbiamo incontrato Laura Roveri. di Giorgia Castagna
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edici sono le coltellate inflitte, un millimetro e otto la distanza fra la punta del coltello e la morte e venticinque gli anni di Laura. Due i mesi di carcere e tre di riabilitazione psicologica per lui... tredici i soli chilometri che oggi li dividono. Si potrebbe raccontare tutta tramite numeri la storia di Laura, ma gli ultimi non sarebbero bei numeri. Potremmo usare quindi semplici e scontati aggettivi come bella, solare e innamorata. Sì perché Laura era anche questa, una ragazza come tante altre: bella, perché a ventiquattro anni tutte le donne sono belle, solare e sorridente, perché a quell’età è giusto cosi, e ancora, innamorata, perché una persona nella vita s’innamora mille volte, ma nessuno ha il diritto di toglierle la possibilità di farlo. A raccontarsi all’indomani della brutale aggressione subita è invece proprio lei che, con diverse lacrime in meno e molte cicatrici in più, prova a portare avanti la sua storia non per farne un caso mediatico, né tanto meno per una causa esemplare al suo aguzzino, ma solo perché giustizia deve esserci per lei e
per chi verrà dopo di lei. «Non chiedo l’ergastolo, non voglio infliggergli una pena esemplare, voglio la normalità, giustizia! È forse chiedere tanto?». Incontriamo Laura Roveri a Nogara, durante la serata “La violenza sulle donne non ha scuse - uscire dal buio: parlare, agire, raccontare” organizzata dal Circolo PD di Nogara e Gazzo Veronese e fortemente appoggiata dall’associazione per la prevenzione del femminicidio “Isolina e..”. Il grido di Laura è un grido disperato, di terrore, mescolato a tanta rabbia. Una richiesta più che legittima causata da una paura che difficilmente scomparirà visto che lo scorso 12 aprile, alla discoteca Victory di Vicenza dove stava trascorrendo la serata con alcuni amici, ha rischiato di morire, vittima dell’aggressione del suo ex fidanzato Enrico Sganzerla che non si era ancora rassegnato alla fine della loro storia. «Vivo nel terrore perché lui adesso abita a tredici chilometri da me, ma allo stesso tempo il comandante provinciale dei Carabinieri, su sollecitazione del prefetto di Verona, mi ha assegnato un servizio di vigilan-
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Laura Roveri
za. Quella persona ha provato ad ammazzarmi con sedici coltellate. È accusato di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione perché per uccidermi, ha portato con sé un coltello fino a Vicenza. E dopo cinque mesi è a casa ai domiciliari in attesa del processo, comodo in pantofole davanti alla tivù». E lei come si sente? Non avrei mai pensato di dover essere qui a difendermi. Di ritrovarmi ancora in pericolo. Non sono nell’elenco delle donne morte eppure mi ritrovo a combattere ancora. Sono sconvolta da come la burocrazia italiana tratti questo
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RUBRICA problema, sono delusa da come la magistratura affronta questi casi e piena di rabbia per tutto questo. Ci dicono di denunciare gli uomini violenti e fanno campagne contro il femminicidio. A cosa servono prevenzione e sensibilizzazione, se poi il trattamento giudiziario che spetta a un omicida mancato è nullo? Non ottiene giustizia chi ha rischiato di morire figuriamoci le altre… Con quale spirito partecipa a serate come questa e cosa spera emerga da questi incontri? Nonostante la grande delusione nei confronti della magistratura per la scelta presa guardo avanti cercando, nel mio piccolo, di mantenere vivo il tema del femminicidio, parlandone nelle scuole, scrivendo un libro e partecipando a conferenze sull’argomento perché non si smetta di andare avanti in questa lotta così importante per tutte noi. Vorrei riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica, a far capire alle vere vittime che devono denunciare nonostante tutto, che
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Le scarpe rosse: un simbolo della strage che ogni anno ghermisce la vita di tante donne
l’unione fa la forza e che dobbiamo cambiare le cose perché se ieri è toccato a me, domani potrebbe succedere a voi.. o peggio ancora a vostra figlia. Con quali occhi riesce a guardare al domani? Un mattone alla volta… mi ripeto spesso. Voglio guardare avanti con uno spirito costruttivo, pensare che tutto andrà per il meglio. Mi ripeto che nonostante questo sono qui ancora viva e non sono Lucia, né Elena, né Roberta ma è anche, e soprattutto per loro, che voglio portare avanti questa battaglia per dire basta alla violenza sulle donne.
Quale tutela per le donne?
di Francesca Mauli
La percezione diffusa nell’opinione pubblica è che le istituzioni italiane non facciano abbastanza per proteggere le donne che subiscono minacce e violenze da parte degli uomini. Ma è davvero così? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Emilia Greco, da oltre vent’anni collaboratrice di Telefono Rosa, in prima linea nella tutela delle vittime di femminicidio.
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uando si è vittime di violenza, maltrattamenti, lesioni, ma anche dei cosiddetti “atti persecutori” (telefonate e attenzioni insistenti, pedinamenti… atti molto gravi che possono sfociare in pericolose violenze) come previsto dal 612 bis, il primo passo da compiere è il deposito dell’atto di denuncia, rivolgendosi a un avvocato o recandosi dalle Forze dell’Ordine». A parlare è l'avvocato Emilia Greco, che ha fat-
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to della tutela delle donne vittime di violenza prima una missione, e poi una professione. «Qualche volta si sente dire che la tal donna, vittima di violenze domestiche, si è presentata per sporgere denuncia, ma non è stata ascoltata. Attenzione, perché la denuncia ha bisogno di essere dettagliata per poter essere prodotta. Per la legge non è sufficiente riferirsi ai fatti accaduti in generale: per procedere, il magistrato ha bisogno
❙✔OP ALLA VIOLENZA
FACCIAMO CHIAREZZA Con il termine “femminicidio” si intende ogni forma di discriminazione o violenza nei confronti della donna in quanto tale e che, nei casi più estremi, può concludersi con il “femmicidio”, ossia con la morte della donna. Sui media nazionali si intende con “femminicidio” ogni episodio di violenza verso le donne.
di fatti dettagliati, altrimenti si trova nella difficoltà di comprendere la loro reale portata. Il processo è tecnico, altrimenti non garantirebbe imparzialità, e il nostro sistema è garantista: servono prove per poter denunciare qualcuno. Non basta dichiarare “mi ha minacciata” o “mi segue sempre”; occorre riferire con quali parole mi ha minacciata, quando e dove mi ha seguita, fornendo una cronologia dei fatti, indicando eventuali testimoni, allegando referti medici, se ci sono». Davanti a una denuncia completa, il magistrato agisce subito, con provvedimenti inibitori di quelle violenze, come l’allontanamento dell’aggressore dalla vittima e, nei casi più gravi, con la detenzione carceraria. «Il Pubblico Ministero valuta immediatamente se vi sia un'esigenza cautelare da tutelare. La misura cautelare (allontanamento o detenzione in carcere o domiciliare) è applicata nel caso di flagranza del reato; in assenza di questa condizione, in caso di gravi indizi di colpevolezza, l’art. 274 del Codice di Procedura Penale la prevede se vi è la possibilità che l’aggressore inquini la scena del crimine, che possa fuggire o reiterare il reato».
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RUBRICA L’Avv. Emilia Greco
Negli ultimi 15 anni, a partire dalla legge 154 del 2001 sulla violenza domestica, sono state introdotte numerose leggi specifiche per i reati contro le donne. «Il decreto antifemminicidio, per esempio, riconosce una tutela più piena alla vittima del reato, facendola ammettere al gratuito patrocinio, dandole cioè diritto a un avvocato a spese dello Stato anche se ha un reddito superiore a quello previsto per legge. Rende inoltre irrevocabili le querele per atti persecutori, che una volta depositate non possono più essere ritirate, nemmeno in caso
di “accordo” tra le parti, e riconosce delle aggravanti: se la violenza avviene nei confronti di una donna in stato di gravidanza o davanti a un minore, la pena sarà più grave» prosegue l’avvocato. «Quello che la donna deve assolutamente sapere è che c'è un'ampia tutela. Gli strumenti ci sono, occorre però attuarli bene. Sta a noi donne, per prime, essere parte diligente in questo percorso. Dobbiamo essere pronte a riconoscere i comportamenti violenti, magari tenendone una traccia cronologica. Una volta iniziata la strada processuale, dobbiamo avere la forza di portarla avanti: non possiamo pensare che le “piccole” violenze non possano tramutarsi in qualcosa di più pericoloso. Non è così. Lo dimostrano i fatti di cronaca. E quando un uomo mette le mani addosso a una donna, non sarà mai per una volta sola; lo vediamo lavorando in questo settore». Resta però un “ma”, in questo processo di tutela delle vittime di fem-
minicidio, ed è relativo al dopo-pena. «Una volta scontata la pena, che cosa succede? In questo aspetto si inserisce un vuoto normativo. Se, una volta uscito dal carcere, l'uomo riprende a compiere fatti violenti, occorre ricominciare con l'intera trafila di denuncia dettagliata-processo. La nostra pena dovrebbe avere una funzione rieducativa, ma non sempre è così. Quando una persona è in carcere, qualsiasi sia il reato commesso, entra in contatto con degli educatori che la tengono in osservazione; questo però non impedisce ad alcuni aggressori, in uscita grazie a un permesso o conclusa la carcerazione, di tornare alla carica, con tragici epiloghi. Credo quindi che la pena dovrebbe essere affiancata a un percorso terapeutico specifico, che possa favorire l’uscita da questi meccanismi violenti. Altrimenti si corre il rischio che la rabbia, covata nel periodo di carcerazione, trovi sfogo in episodi ancora più brutali».
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oltanto pochi giorni fa, il 31 di ottobre, si è celebrata in diversi Paesi, anche in Italia, la 90esima Giornata Mondiale del Risparmio. Un appuntamento annuale che, almeno nel suo intento, dovrebbe sensibilizzare la popolazione nei confronti dei temi finanziari e della gestione del propri investimenti. La realtà è che negli ultimi anni, complice la congiuntura economica che ha colpito i mercati europei e quindi anche quello nazionale, l’elevato fabbisogno dello Stato, unitamente ad alcune manovre fiscali varate proprio dai governi italiani, il risparmio, quello con la “R” maiuscola, per i risparmiatori del Belpaese sembra essere sempre più preso di mira, assottigliato anno dopo anno anche da una tassazione sempre più elevata in punti percentuali.
I CAMBIAMENTI DELL’ULTIMO QUINQUENNIO Riportando le lancette indietro di cinque anni, ad esempio, si può vedere come nel biennio 2009-2011 si sia intervenuti a svantaggio del risparmiatore introducendo l’abolizione della compensazione fiscale sui Fondi e sulle Sicav, che di fatto ha annullato la possibilità di bilanciare plusvalenze e minusvalenze in un portafoglio d’investimento; oppure l’introduzione del “bollo Monti 0,20%”, che ha previsto all’interno del Decreto Salva Italia una nuova tassazione sugli strumenti finanziari, sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli; Come se non bastasse, dal gennaio del 2012 c’è stato un incremento della tassazione sul capital gain che è passata dal 12,5% al 20%, percentuale salita
addirittura al 26% dal luglio del 2014 per allineare l’imposta sui redditi da investimenti al trend degli altri Paesi europei. Questo incremento non ha riguardato i titoli emessi dallo Stato che continuano a mantenere una aliquota ridotta al 12,50%. Allineamento o no, fatto sta che in due anni il peso fiscale sul reddito derivante dalla gestione titoli degli italiani è più che raddoppiato. Dal 2015 inoltre in un’ottica di allineamento alla tassazione europea lo scenario potrebbe cambiare anche su fronte delle successioni in relazione al possibile aumento delle aliquote dal 4% al 5% per gli eredi in linea retta, dal 6% all’8% per gli altri parenti e dall’8% al 10% per gli estranei. I cambiamenti potrebbero riguardare anche le franchigie: le attuali scenderebbero da 1 milione a 200/300mila Euro per i parenti in linea retta e da 100mila a 50mila Euro per fratelli e sorelle. Con queste premesse, come si può pensare di parlare ancora di risparmio in futuro e soprattutto come possiamo trovare delle soluzioni che ci permettono di tutelare e proteggere il nostro patrimonio?
PIANIFICARE PER TUTELARSI Una delle ricette che il risparmiatore, o l’investitore, italiano può mettere in campo per non subire le conseguenze di una pressione fiscale sempre più elevata, è senz’altro quella composta da un mix di pianificazione e lungimiranza. Per quanto riguarda la successione di beni o di patrimoni, ad esempio, bisogna entrare in una logica nuova che pone la successione stessa non come un passaggio obbligato e
subito passivamente, ma come un momento sereno che vada a vantaggio delle nuove generazioni. Esistono degli strumenti per farlo, ad esempio il cosiddetto patto di famiglia, con il quale si trasferisce la maggioranza delle azioni o quote di un’azienda (se parliamo di impresa) a uno o più eredi designati. Con il trust invece ci si spossessa delle quote affidandole a un terzo che successivamente, e a condizioni stabilite, le cederà agli eredi. Esistono poi le holding e il mandato fiduciario, le polizze.
I SERVIZI DI AZIMUT Il Gruppo Azimut mette a disposizione dei propri clienti il SAG: il Servizio di Analisi Generazionale che permette di fare un check-up approfondito del cliente per pianificare il passaggio generazionale. Questo servizio si aggiunge al servizio SAI (Servizio di Analisi di Impresa) che abbiamo riservato ai clienti imprenditori per avere un check-up completo della propria realtà aziendale. Anche per quanto riguarda la trasmissione del capitale occorre una strategia di pianificazione, meglio se focalizzata sulla protezione. Il Gruppo Azimut mette a disposizione dei propri clienti degli strumenti di tutela e segregazione patrimoniale molto efficaci e personalizzabili sotto forma di polizze assicurative. Attraverso la sottoscrizione di polizze, infatti, si hanno numerosi vantaggi quali la flessibilità nella scelta dei beneficiari e delle modalità di riscatto, l’ottimizzazione nel trasferimento generazionale e nella pianificazione successoria. Inoltre dal punto di vista fiscale l'attuale regolamentazione prevede l’esclusione delle somme dall’imposta di successione e all'interno del prodotto assicurativo i fondi o i titoli che lo compongono sono acquistati e venduti al lordo dell'imposizione fiscale consentendo un differimento d’imposta, e la compensazione fiscale tra minusvalenze e plusvalenze.
LE TRE PRINCIPALI SOLUZIONI AZIMUT Tra le polizze di Private Insurance che Azimut mette a disposizione segnaliamo • AZ Style, un prodotto che affida la massima delega al gestore, con una gestione attiva con un approccio diversificato e flessibile e un processo d’investimento diversificato sui fondi gestiti dal Gruppo Azimut. • AZ Star, molto simile al precedente, prevede la gestione multimanager con la selezione dei fondi d’investimento dei principali gestori internazionali dei fondi. • AZ Infinity Line, una polizza volta alla massima per-
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FONDO PENSIONE Altro tema d’attualità è quello delle pensioni. Tema sul quale vogliamo fare una campagna di sensibilizzazione. Ci avviciniamo alla fine dell’anno e ci rendiamo conto che gli impegni fiscali per tantissime famiglie sono gravosi in questo periodo di crisi e di incertezza economica, ma riteniamo che sia necessario pianificare la propria previdenza integrativa per mantenere in un futuro un decoroso tenore di vita e pertanto pensiamo che non vi è un miglior momento per pensare e pianificare il futuro con un importante vantaggio fiscale già dal prossimo anno. Azimut gestisce il Fondo Pensione Aperto Azimut Previdenza uno strumento che consente di investire nella previdenza integrativa e di risparmiare fiscalmente da un minimo del 23% a un massimo del 43% di imposte annuali sul reddito Irpef. Lo Stato infatti consente a chi investe in un fondo pensione di dedurre dal proprio reddito imponibile Irpef un importo annuale massimo di 5.164 Euro, il che, tradotto in cifre, significa, investire nella propria previdenza con un risparmio fiscale in relazione alla propria aliquota marginale. Per gli scaglioni più elevati di reddito nell’ipotesi di versamento massimo di 5.164, significa risparmiare da un minimo di 1.388 Euro fino a un massimo di 2.221 Euro all’anno. Tutte le categorie di lavoratori possono dedurre il fondo pensione dall’Irpef e, quest’ultimo, può essere sottoscritto anche a nome di un minore o di un familiare a carico e godere dei benefici fiscali finché esso rimane a carico Da non dimenticare che il fondo pensione non è soggetto al bollo Monti. Sappiamo che gli italiani non sono molto abituati a pianificare... ma crediamo fermamente che una corretta pianificazione generazionale, finanziaria e anche previdenziale sia il modo corretto per vivere più sereni, gestire il futuro e non subire gli eventi!
ATTUALITÀ L’epidemia africana
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EBOLA mette in
ginocchio l’Africa
di Miryam Scandola
Mentre l’Occidente si interroga sul rischio di un contagio di massa, l’Africa affronta una vera crisi umanitaria. Ne abbiamo parlato con Ercole Concia, della Sezione Malattie Infettive dell’Università, e con Roberto Scaini, di Medici Senza Frontiere. L’Italia è sicura, ma occorre conoscere il virus. Ercole Concia
Il Virus
È
cambiato il modo di salutarsi in Africa occidentale. Lo sa bene la Liberia, che abituata da sempre ad ascoltare il crepitio incessante dei saluti, oggi è immersa nel silenzio. È sparito il suono quotidiano che celebra l’incontro, quella stretta di mano particolare che ha le fattezze di un cinque basso finché scivola sulla mano dell’altro per trasformarsi in uno schiocco rumoroso. Il motivo della rinuncia Mattia Cacciatori e al saluto ha il nome pericoloso terribile di Ebola. Le cassiere dei pochi supermercati locali hanno i guanti alle mani, i bambini scappano quando arrivano gli uomini dalle tute bianche che raccolgono i malati, i morti e i morenti. La Liberia di oggi si mostra così, ma non meno drammatica e surreale è la vita in Sierra Leone e in Guinea. Sono questi i tre stati africani colpiti ferocemente dal virus, che deve il suo nome al fiume Ebola, vicino al quale si registrò il primo caso nel 1976 . Oltre 10mila vittime, con 9936 casi accertati e 4877 morti. Questi gli agghiaccianti numeri resi noti
dal bollettino Oms il 23 ottobre scorso. Attraverso complessi modelli matematici si stima che per il gennaio 2015 i numeri dei casi si aggirerà attorno alle 100mila unità. Di fronte a un’emergenza che sta impaurendo tutti, è necessario fare ordine anche solo per capire i lineamenti di quella che è stata definita dalla comunità internazionale “la peggior epidemia di Ebola della storia”. Nel tentativo di fare chiarezza in merito a questo pericoloso virus, abbiamo chiesto al professore Ercole Concia, Direttore della Sezione Malattie Infettive e Presidente del Consiglio della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive dell’Università di Verona, di aiutarci a delinearne i tratti. L’Ebola, comparsa per la prima volta nel 1976, è un’infezione virale estremamente letale e altamente contagiosa, con una percentuale di mortalità del 90%. Si sviluppa in animali che abitano le foreste, come pipistrelli e scimmie, che poi infettano gli esseri umani. I sintomi di questa malattia sono aspecifici e quindi molto difficili da individuare. La febbre, il do-
lore muscolare, la cefalea e il mal di gola, ma anche il vomito ematico e il sangue nelle feci sono infatti sintomi associabili a molte altre malattie. «Questa è la ragione per cui spesso vi sono dei sospetti casi di Ebola, che poi si rivelano essere falsi» riferisce il Prof. Concia. La trasmissione di Ebola avviene unicamente per contatto. Si contrae il virus se si entra in contatto con i fluidi della persona malata come il sangue, le urine, la saliva, il muco. Ci si contagia baciando un soggetto affetto, o se si tocca una superficie infettata e poi si portano le mani agli occhi o in bocca. Come ha precisato il ministero della Salute, Ebola si trasmette anche attraverso un rapporto sessuale con una persona malata o guarita dalla malattia, dal momento che nel liquido seminale il virus rimane attivo anche dopo 7 settimane dalla guarigione. In merito all’ipotesi che il virus possa mutare e divenire trasmissibile per via aerea, il professor Concia si mostra scettico, «[…] Ebola è un virus stabile. Non condivido le voci allarmiste che prospettano una
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L’epidemia africana
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Rob erto Scaini (a sx) e Giovanni Di Cera, referente MSF Verona
sua mutazione e una sua trasmissione per via aerea. Non capisco perché, in un momento di paura, bisogna aggiungere altra paura, dal momento che mutazioni in quel senso sono estremamente improbabili». È proprio la natura stabile del virus che ha permesso in tempi veloci di studiare un vaccino che è ora al vaglio della sperimentazione. Mancando una vera e propria cura, l’unico trattamento utilizzato è quello di supporto per tenere il più a lungo possibile il paziente in vita nella speranza che il sistema umanitario trovi il modo di sconfiggere il virus. Ma come riferiscono i comunicati stampa di Medici Senza Frontiere (Ong che sta la-
vorando negli stati africani colpiti dall’epidemia, ndr) confermati dalle affermazioni del medico Roberto Scaini tornato dall’inferno di Monrovia da qualche settimana, a mancare sono oggi «le risorse, i presidi sanitari, i letti nei centri di isolamento». Il disastro umanitario che si sta verificando oggi in Africa occidentale e che rende impossibile arginare l’epidemia, secondo il professor Concia è ascrivibile al fatto che in quei contesti «non hanno guanti, non hanno letti o, se li hanno, li dispongono tutti nella stessa stanza», incrementando in questo modo il numero dei contagi. «Non escludo che possa arrivare qualche caso in Italia. Ma, se
dovesse arrivare un malato, noi abbiamo la fortuna di disporre di reparti di malattie infettive super attrezzati per isolarlo», riferisce il professor Concia concludendo. «Se è possibile che qualche caso arrivi, il rischio che si creino dei casi secondari, se il malato viene gestito bene come accadrebbe a Verona, è zero». Sostanzialmente «da noi non si creerà un’epidemia», perché «noi abbiamo tutto quello occorre». Un ulteriore segnale positivo anche per il nostro Paese, secondo il Direttore della Sezione Malattie Infettive, è rintracciabile nel caso della Nigeria che «attuando le misure necessarie ha bloccato l’epidemia».
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INTERVSITA Andrea Fumagalli, in arte Andy
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Dalla musica all’arte
di Francesco Turlon
Incontrarlo fa un certo effetto, soprattutto per quelli della generazione Anni Novanta, che hanno attraversato l’adolescenza con i dischi dei Bluvertigo. Andrea Fumagalli, in arte Andy, ha iniziato come tastierista e vocalist nella band milanese, per poi dedicarsi ad un interessante progetto artistico che lo vede coinvolto in primissima persona. Lo abbiamo incontrato a Verona, alle Tenute Ugolini, alla presentazione di “Sunday B. Morning”. Andrea Fumagalli, in arte Andy, e alcune delle sue opere esposte alle Tenute Ugolini
I
n arte Andy: pittore, tastierista e voce del gruppo FluOn, forse conosciuto ai più per la collaborazione e cofondazione della storica band Bluvertigo. Lo abbiamo incontrato in occasione della mostra d’arte Sunday B. Morning (19 ottobre - 11 gennaio), inaugurata presso le tenute Ugolini, curata da Roberta Tosi (critica d’arte) e ospitata nella splendida galleria d’arte VinArt di Giambattista Ugolini. And rea, ci parla un po’ del suo stile? Nasco dall’illustrazione. Ho avuto modo di nascere a cavallo tra quella che è la Computer Graphic e la grafica fatta a mano, per cui il mio codice si sviluppa da questo filone. Da vent’anni lavoro con i colori fluorescenti, a prescindere dal mercato. La fluorescenza attiva l’occhio per eccitazione. Non sono uno da mezzi termini: più il colore è saturo e maggiormente prende vita sulla tela. I soggetti? Sono alla ricerca della bellezza e non faccio altro che partire da una fotografia e farne una sintesi dei piani fondamentali, attraver-
so una tecnica che viene chiamata “mezza macchia”, derivante dal fumetto. Ingrandendo le fotografie si scorgono dettagli di cui difficilmente ci si accorge. Tra i miei lavori ci sono diversi dipinti, la maggior parte ritratti, spesso un omaggio al Liberty. Nel caso del quadro di Asia Argento, Liberty Pop, sto facendo un lavoro molto interessante di analisi e commistione di stili: dall’iconografia liberty alle porte dei templi induisti visti in India e Cambogia. Abbiamo visto che è legato alla realizzazione di diverse campagne pubblicitarie, di nomi tra l’altro estremamente noti. Com’è lavorare per questi marchi? Si sente libero di esprimersi o veicolato da esigenze di marketing seguite dall’azienda? Parliamo di Arte applicata. Ad esempio per Uki International ho realizzato il design di una piastra per capelli dalle grafiche di miei dipinti disposti a patchwork. Nel caso di Fiat, Carlsberg, Coveri sono sempre stato molto libero. Il cliente si affeziona a un tratto e poi, a seconda di ciò che bisogna
andare a pubblicizzare, lascia che la visione del prodotto sia filtrata dalla mia ottica. Nasce prima la passione per la musica o quella per l’arte? Direi che nascono in contemporanea. A livello accademico sono molto più certificato per ciò che riguarda grafica e illustrazione ma i due binari si sono sempre mossi insieme. La musica le ha permesso di continuare la carriera artistica o viceversa? Non lo so. Ci sono state mostre in cui, se non fossi stato “quello” dei Bluvertigo, ci sarebbe stata molta meno attenzione. A Londra, non sanno nemmeno chi siano i Bluvertigo, quindi ho modo di vedere obiettivamente il rispetto per il mio lavoro. Non riesco a trovare una logica di conseguenza. Quali sono i suoi punti di riferimento nell’arte e nella musica? Sono molto ispirato da uno dei grandi maestri: Bruno Munari. In particolare dopo aver letto il libro “Arte come mestiere”. In musica prendo ispirazione dallo studio della vita e dell’opera di David
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Andrea Fumagalli, in arte Andy
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J. Molina
VinArt: quando l’Arte trova casa nel luogo del Vino Quando diciamo che “fare vino è un’arte” non ripetiamo solo un modo comune e forse un po’ abusato. Diciamo la verità, o per lo meno qualcosa in cui io credo davvero, da sempre. L’arte è bellezza. Anche il vino è bellezza. E quando si è circondati dalla bellezza semplice e rasserenante della Natura, capisci quanto siano simili questi due mondi. Per questo ho voluto creare VinArt, una galleria d’arte permanente all’interno del casale che periodicamente presenterà le opere di artisti italiani e stranieri: perché ho sempre pensato che nella casa del Vino può trovare posto anche l’Arte, sono due cose che si completano a vicenda. VinArt sarà sempre aperta e a disposizione degli appassionati dell’arte, così come la nostra cantina è sempre pronta ad accogliere gli amanti del vino; perché si sta bene quando si possono ammirare delle opere d’arte, e si sta bene quando si beve un vino buono.
LA MOSTRA ALLE TENUTE UGOLINI
Giambattista Ugolini
Sunday B. Morning
L'esposizione “Sunday B. Morning”, alle Tenute Ugolini di San Pietro in Cariano, durerà sino al prossimo 11 gennaio. Oltre alle opere di Andy, sono esposti anche lavori di Marco Lodola, Mimmo Rotella, Jose Molina, Giavanni Puntrello e alcune serigrafie di opere di Andy Warhol. La mostra sarà aperta dal lunedì al sabato, dalle 11:00 alle 20:00 ad ingresso libero, e i festivi su prenotazione. Per info www.tenuteugolini.it – 045.7703830
E’ una pagina di storia che celebra l’arte del consumo o, meglio ancora il consumo dell’arte, che non si accontenta delle immagini che passano ma le vuole preservare in una cella dell’anima, catturandole nel loro valore espositivo, cultuale e, paradossalmente, pragmatico. Icone del tempo, in un tempo dalle mille icone, che s’addensano, si sovrappongono, si moltiplicano per sidare, senza esitazione, ciò che dell’arte ne è l’oggetto e tradurlo in una pittura irriverente, paradossale ma, a suo modo, emozionante e indubitabilmente “Pop”. Nasce da qui la mostra “Sunday B. Morning”: da una passerella che, senza esclusione di colpi, afonda i propri cromatismi vibranti nei volti, nella memoria di oggi e di domani, negli oggetti, nelle luci sfolgoranti di un palcoscenico dalle imprevedibili angolature e da un sipario in eterno movimento, in un racconto ancora tutto da narrare. Sunday B. Morning è una mostra che non si ferma però al puro apparire, neppure nel divertissement di un soggetto ripetuto e mentre rivela così il suo personalissimo “the world outside”, ofre lo sguardo attento e profondo di un “the world inside”, nell’eterna ed insaziabile ricerca dei perduti conini dell’essere e della sua esistenza.
side THE world out
VinArT
THE WORlD OUTSIDE ANDY M. LODOLA M. ROTELLA ANDY WARHOL SUNDAY B. MORNING
puntrello G. Puntre
THE WORlD inside j. molina g. puntrello
Roberta Tosi critico d’arte
in collaborazione con
orld INside PRESSO
DATA
TENUTE UGOLINI DAL
19 10 2014 AL 11 01 2015 GIORNI APERTURA ORARI
DA
AL
lun. sab. DALLE ALLE 10.00 20.00 ingresso libero festivi su prenotazione
Andy Warhol Sunday B. Morning
M. rotella
Strada di Bonamico 11 37029 S. Pietro in Cariano - (Vr) Italia
Bowie, anche se inizialmente erano i Depeche Mode. Cos’è FluOn? Un laboratorio creativo. Uno studio che abbiamo in gestione, dove opero, e un progetto musicale che ha all’attivo un album, Futur✕ ✖esistenza, uscito quest’anno. Progetto musicale di electro pop italiano molto anomalo: abbiamo fatto un’operazione di fundraising, una raccolta fondi digitale. Ha collaborato anche alla realizzazione di colonne sonore? Progetti di musica elettronica per la danza contemporanea, dal balletto di Torino a quello di Parma. Cosa c’è nel suo futuro? Concerti, dj set, mostre, soprattutto all’estero. Ho una discreta
esportazione: in Brasile, Londra e Messico sono già presenti le mie opere. Poi c’è tutto ciò che concerne la tournée dei FluOn e le varie attività. Il tour è già partito: suoneremo a Lucca Comics il 1°Novembre. Quand’è stato il momento di massima realizzazione per la sua carriera artistica? Penso che la realizzazione non esista, non mi interessa. Sono fedele al Taoismo e alla medicina cinese per cui non c’è mai un obiettivo o una vera realizzazione. Non c’è mai un punto di arrivo. Posso dirvi una cosa? Ciò che mi ha colpito maggiormente dell’appuntamento alle tenute Ugolini è stata la gentilezza della curatrice,
Roberta, e, soprattutto, l’umiltà e piacevolezza del padrone di casa, Gianbattista Ugolini. Molto spesso gli imprenditori si rivolgono alle persone con un altro tipo di atteggiamento. Qui c’è una persona profondamente appassionata a quello che fa e che mi ha trattato con totale rispetto. Gianbattista sta realizzando un progetto enorme, legato alle tenute Ugolini, di sanificazione e certificazione di italianità nel mondo. Molte volte gli imprenditori per creare denaro distruggono la natura, mentre Giambattista la ama e le dà lustro. La visione cambia il risultato. Non mi stupisco se da tutto il mondo accorrano per assaggiare il suo vino. SIAMO AL TUO SERVIZI0:
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PROSPETTIVE Gli ingegneri di Verona provano a rilanciare la città
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Idee vincenti e talento
antidoto alla crisi Come battere la crisi? A chiederselo, questa volta, sono anche gli Ingegneri di Verona, che nella nuova sede dell’Ordine, hanno presentato la propria ricetta per la ripresa: idee vincenti, talento e innovazione. Ne abbiamo parlato anche con il presidente dell’Ordine, Luca Scappini.
A
sfidare la difficile congiuntura economica, del settore e dell’intero Paese, ci stanno provando anche i giovani ingegneri di tutta Italia. Riuniti in città per un’intensa due giorni di lavori, dal 24 al 25 ottobre, il Network Giovani Ingegneri Nazionale ha poi aperto le porte al pubblico, nella mattinata del sabato, per ❚✗✘✙✚✘✙✛✜✣ ✘✥✦✦ vincenti e talento per battere la crisi, (vedi box) incontro promosso dalla Commissione Giovani dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, nella sede di categoria recentemente inaugurata, agli ex Magazzini Generali. Un evento che riporta anche gli ingegneri a far parlare di sé in città, in un periodo in cui l’inventiva e la tecnica ingegneristica potrebbero essere la chiave per uscire dalla crisi. Ne abbiamo parlato con Luca Scappini, dallo scorso marzo nuovo presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona. Insieme ai 2.800 iscritti, ha appena traslocato, dopo diversi anni di ‘lavori in corso’, negli ex Magazzini Generali di via Santa
Il gruppo dei giovani ingegneri di Verona
Teresa, in Borgo Roma, in un polo che vedrà inglobare anche gli Ordini di Architetti, Commercialisti e Consulenti del Lavoro. La nuova sede è uno spazio polifunzionale che prevede, oltre ad uffici e sale congressi, un’area espositiva e un dipartimento di coworking. Un progetto pensato per rispondere alle sfide del nuovo Ordine: dare il proprio contributo allo sviluppo della città e dare voce e spazio ai giovani della categoria. Presidente, come è cambiato il nuovo Ordine nell’ultimo anno? Uno dei passi più importanti è stato appena portato a compimento: il trasferimento nella nuova sede era un tema su cui si era cominciato a discutere dieci anni fa, e oggi è una sfida vinta. Cercavamo un luogo che potesse accompagnarsi all’evoluzione del ruolo dell’Ordine: con l’obbligo di formazione per gli iscritti, in vigore da quest’anno, servivano spazi più ampi, funzionali e multimediali. E una sede che fosse facilmente raggiungibile dagli iscritti della città e della provincia, ma anche da ospiti provenienti da fuori Verona. Nel 2014 l’Ordine di Verona ha ulteriormente abbassato la quota di iscrizione annuale e confermato le misure a favore dei giovani che intraprendono la professione, come l’esenzione dalla quota annuale per i neo iscritti per i primi tre anni di attività. È stato poi creato un fondo di solidarietà per gli iscritti con un reddito basso e sono stati stanziati contributi di sostegno alla maternità. “Open” è il titolo della rassegna culturale che l’Ordine, ogni anno,
di Camilla Pisani
Luca Scappini
organizza per coinvolgere la città nell’operato della categoria. Da cosa nasce questa esigenza? Oggi il mondo sta cambiando: dopo la rivoluzione industriale e quella informatica, tutto è pronto per quella energetica. In questo passaggio, il ruolo dell’ingegnere è centrale perché lo vede coinvolto in ogni aspetto della vita quotidiana delle persone. Dagli strumenti del dentista allo smartphone che stringiamo tra le mani, tutti gli oggetti di cui ci serviamo sono frutto di lavoro ingegneristico. Da parte dei cittadini manca la consapevolezza di quanto l’ingegneria sia preziosa per loro anche su temi fondamentali come protezione civile, ambiente, rischio sismico, sicurezza. Aprirsi alla città significa far conoscere il nostro mestiere, anche attraverso la consulenza e l’informazione. In veste di “tecnico”, come considera il piano urbanistico della città? C’è un assoluto bisogno di recuperare territorio abusato, ripensando piani d’urbanizzazione e volumetrie. Non ha più senso costruire sottraendo altro spazio alla città. Sarebbe meglio, piuttosto, concentrare i volumi lasciando libere le aree circostanti. Ci deve essere la consapevolezza che è finito il tempo dello spreco del territorio per lasciare posto al recupero, tema che ha un doppio valore: culturale ma anche storico, perché si può ridare una seconda vita a luoghi abbandonati,
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Gli ingegneri di Verona provano a rilanciare la città
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come è accaduto per la nuova sede dell’Ordine, negli Ex Magazzini Generali. Cosa manca a Verona perché possa competere con le capitali europee? Un concreto piano di sviluppo per le infrastrutture. Si sta vendendo la città ai veronesi, quando si dovrebbe venderla al mondo e il mondo arriva in treno o in aereo. Arriva-
re in stazione e dover prendere un autobus per raggiungere il centro è qualcosa che, nelle città europee più importanti, non succede. Tra le porte della città ed i punti nevralgici non esistono collegamenti all’avanguardia: nel ripensare la città e i suoi punti strategici, sarebbe più logico ricollocare la stazione, magari in prossimità del casello autostradale di Verona Sud e creare
un collegamento di linea metropolitana sull’asse Piazza Bra - Fiera - Stazione ferroviaria - Aeroporto. Un’impresa certamente enorme, a cui si potrà pensare solo nell’ottica di voler veramente rendere Verona un centro europeo. Il problema, maggiore sarebbero, ovviamente, i costi, anche se i fondi europei servono proprio per realizzare opere come queste.
THINKING+ - L’INCONTRO
Nella prima parte dell'incontro, ■dee e start up: le istituzioni ci sono!, si è parlato delle iniziative oggi in campo soprattutto tra i giovani. «Dobbiamo assumerci il rischio d'impresa» ha detto Michele Ferrari, vicepresidente di Verona World Made, mentre Mario Pezzotti, delegato alla Ricerca Scientifica dell'Università di Verona ha evidenziato le possibilità messe in campo dall'ateneo scaligero, a partire dai Joint Projects, progetti di ricerca congiunti tra Dipartimenti e imprese (fino ad oggi ne sono stati realizzati 158, finanziati per circa 18 milioni di Euro). La seconda parte del convegno, Dall’idea alla realizzazione, ha visto la presentazione di tre case histories di successo, Plumake, P2M e DRZ Sistemi, con l’intervento di Paolo Fiorini, ceo di M&A Partners, talent scout e business angel; Alberto Valente, portavoce del progetto Verona FabLab e Giulio Lavagnoli, membro della Commissione Giovani e delegato dell’Ordine di Verona al Network Giovani Ingegneri Nazionale.
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RICETTE ANTICRISI Opportunità messe in campo dalla finanziaria regionale
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Veneto Sviluppo,
dal sostegno alle PMI agli investimenti nelle StartUp
di Matteo Scolari
Sempre più ampia la gamma di strumenti di agevolazione messi a disposizione delle piccole medie imprese venete. In ascesa anche il valore delle partecipazioni societarie. Nel futuro? Occhio di riguardo nei confronti delle start up. Marco Vanoni
S
i appresta a compiere 40 anni la finanziaria regionale Veneto Sviluppo. La società, partecipata al 51% dalla Regione stessa e al 49% da undici società tra cui ben otto gruppi bancari nazionali, è stata istituita proprio nel 1975 dalla Giunta di Palazzo Balbi in attuazione della Legge Regionale n.47/1975. Dieci anni dopo, siamo nel 1985, il primo fondo di rotazione, e dai primi anni Duemila, grazie a una crescita sensibile dei fondi amministrati per conto della Regione, il ruolo sempre più consolidato di agente promotore dello sviluppo, dell’economia e del territorio regionale. «L’attività di Veneto Sviluppo si può riassumere sostanzialmente in tre punti» spiega il consigliere, già presidente (primo di Verona) nel 2012, Marco Vanoni. «Innanzitutto assicurare alle PMI l’accessibilità agli strumenti finanziari messi loro a diposizione; in secondo luogo
rafforzare l’operatività degli intermediari che in Veneto operano a favore della crescita del sistema produttivo; infine realizzare progetti di supporto allo sviluppo regionale in settori strategici e/o nelle cosiddette start up». Per dare qualche numero, e renderci conto della portata della finanziaria regionale, basti pensare che la società gestisce ad oggi, per conto della Regione Veneto, oltre 550 milioni di finanziamenti agevolati. «Grazie agli otto istituti di credito nazionali, soci di Veneto Sviluppo, riusciamo a garantire una sostanziale riduzione degli interessi sul capitale e formuliamo interessi convenzionati alle migliori condizioni mettendo in campo strumenti, in particolare nella forma tecnica del Fondo di rotazione, che vengono affidati alle piccole e medie imprese appartenenti a pressoché tutti i settori di attività, dall’agricoltura all’artigianato, dall’industria al commercio, dal turismo alla cooperazione» prosegue Vanoni. «Un secondo fronte di attività prevede che la Società realizzi interventi sul capitale di rischio delle imprese, agendo con il duplice ruolo di holding di partecipazioni e di finanziaria di investimento con operazioni condotte sia con risorse proprie (Venture Capital) sia attraverso lo strumento del Patrimonio Destinato. Solitamente la nostra presenza nel capitale di rischio non va oltre i 5 anni, tuttavia, di recente, grazie a una partnership con Friulia SGR, la finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, abbiamo attivato una
formula che va oltre il quinquennio per permettere un maggiore consolidamento e che si rivolge anche alle aziende più grandi e strutturate. Ad oggi le partecipazioni gestite da Veneto Sviluppo sono complessivamente 26, per un valore complessivo di quasi 55 milioni di euro». Per quanto riguarda le start up (modello al quale la società ha deciso di avviare una nuova politica di sostegno), significativa è stata l’acquisizione a marzo del 2014 di una quota di circa quattro punti percentuali direttamente nel capitale del famoso venture incubator H-FARM. Operazione avvenuta dopo aver investito con successo nel capitale di tre imprese innovative, in settori che spaziano dall’elettronica, all’ottica adattiva fino all’internet of things. «Gli investimenti sulle start up, che al momento ammontano a 3,6 milioni di Euro, sono in costante crescita e proprio qui a Verona abbiamo avviato di recente un grosso progetto in ambito medicale» conclude Marco Vanoni. «Un segnale, quello di vicinanza al tessuto economico regionale, che in un momento di congiuntura come quello che stiamo affrontando assume un valore concreto. Veneto sviluppo rappresenta ad oggi una risorsa importantissima sia per le PMI che per le giovani realtà imprenditoriali e invito gli imprenditori che volessero conoscere più da vicino le opportunità offerte della finanziaria regionale, di mettersi in contatto con noi. Abbiamo tante risposte per loro».
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P antheon il magazine di Verona www.giornalepantheon.it
Speciale inverno
2014/15
Feste e sapori
Idee Pranzi NATALIZI Emo zio ni IN CUCINA
EVENTI e S ERATE
S p e c i a le
Fes t e e s a p o ri
2 - ✧peciale Festività Invernali Pantheon 55
Cuochi Scaligeri a caccia del piatto Mondiale
Tre anni fa l’associazione, già presente dagli anni Settanta, è rinata grazie all’amicizia tra alcuni professionisti della categoria. Apriamo questo Speciale dedicato alle festività invernali e alla cucina con un’intervista a Michele Bellamoli, presidente dell’associazione che ci ha svelato i retroscena dei prossimi campionati in Lussemburgo. di Emanuele Pezzo
P
er gli "addetti ai lavori" la nostra provincia è veramente completa dal punto di vista gastronomico. L'Associazione Cuochi Scaligeri, partendo dal fare rete e veicolando informazioni, vuole sfruttare la passione di professionisti, imprenditori ed appassionati per consolidare e migliorare l'immagine della cucina veronese, recuperando anche piatti del passato che rischiano di andare persi.
Andrea Mantovanelli e Michele Bellamoli
Uomo e cibo sono compagni da sempre, ma il momento in cui dimostrano di essere veri amici è nella cucina. Da alcuni anni programmi tv, blog e siti internet spiegano come preparare piatti deliziosi senza essere necessariamente uno chef. A Verona l'Associazione Cuochi Scaligeri vuole prendere il meglio da ogni esperienza in cucina: di chi prepara il cibo per lavoro, di quelli che lo fanno per passione e anche di coloro che semplicemente ne gustano il risultato. Michele Bellamoli è l'attuale presidente dell'associazione. Ha partecipato per due volte (1994 e 2006) alla Culinary World Cup, evento mondiale cui prenderà parte il 23 novembre prossimo anche una squadra dell'associazione nella categoria Regional, e ci accoglie nella sua «Osteria al 2» di Poiano, sede amministrativa e legale dell'associazione. Michele, che cos'è l'Associazione Cuochi Scaligeri Verona? Si tratta di un'associazione di categoria formata da professionisti, allievi, sostenitori e simpatizzanti. Stiamo attualmente cercando di allargare il giro tra i professionisti: più siamo e meglio è. Da qualche anno è stata ricostruita per ritrovarsi in amicizia a parlare di cucina. Quali sono i suoi scopi? Vogliamo aiutare la cucina veronese con la nostra professionalità e attraverso i prodotti del territorio. Un obiettivo è di farci conoscere nelle scuole alberghiere, per spiegare ai giovani il nostro percorso e i sacrifici fatti, in modo che maturino anche nelle difficoltà. Com'è strutturata l'associazione? Oltre ad un consiglio, con presiden-
te, vicepresidente e segretario, ci sono delegati per ogni angolo della provincia: due per la città, uno per la Lessinia, uno per l'Est Veronese, uno per la Bassa. Attualmente cerchiamo un referente per la zona del lago. Inoltre collaborano imprenditori e altre persone: non per lavoro, sia inteso, ma per passione. Come vi proponete all'esterno? Soprattutto con corsi di aggiornamento per i soci, tenuti da professionisti di livello nazionale, e visite in azienda allo scopo di rinfrescare la consapevolezza della tipicità dei nostri prodotti. Chi di noi ha disponibilità, poi, può tenere corsi autonomi: simili iniziative, se fatte in modo serio, possono solo dare lustro all'associazione. Inoltre collaboriamo con fiere, manifestazioni e altri eventi a nome dell'associazione. Progetti per il futuro? A breve una nostra squadra parteciperà ai mondiali (vedi box), in Lussemburgo, e porteremo anche alcuni giovani a fare esperienza. In futuro ci piacerebbe organizzare una gara di cucina a Verona: un evento del genere attirerebbe i media e darebbe visibilità a tutto il movimento. Dal punto di vista gastronomico, cos'ha il territorio veronese che altri non hanno? Abbiamo un po' di tutto, ma ci sono tanti piatti che ancora non sono conosciuti. Sono noti il lesso con la pearà, la pasta e fasói, il pandoro, il nadalìn... ma ci sono tante vecchie ricette che non conosciamo neanche. Se parliamo coi nostri nonni scopriamo tanti piatti che si cucinavano una volta e che adesso rischiano di andare persi.
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LA GARA: LA CULINARY WORLD CUP DI EXPOGAST, A KIRCHBERG (LUSSEMBURGO) Andrea Mantovanelli, chef di Hellas Kitchen, farà parte della squadra dei Cuochi Scaligeri che parteciperà il prossimo 23 novembre alla Culinary World Cup, in programma all'Expogast di Kirchberg (Lussemburgo). Alla competizione, quadriennale, si confronteranno team nazionali, regionali e juniores. «Lavoreremo tutta la notte. Poi avremo tempo dalle 5 alle 8 di mattina per allestire un buffet su un tavolo di 3 metri per 3» spiega Andrea. «Il buffet deve colpire tutti i sei membri della giuria e piacere subito. Pensato caldo, ma presentato freddo, sarà composto da tantissime portate: dovrà comprendere, tra l'altro, un menu delle feste da 5 portate, 3 tipi di antipasti caldi, 4 tipi di finger food, 4 tipi di dessert al piatto, 4 tipi di petit four, cioccolatini o pasticcini...». Il tema portante della proposta veronese sarà l'offerta gastronomica del bacino dell'Adige: un percorso naturale che, da Resia a Chioggia, fa parte della storia dei veronesi e dei veneti. Da lì i Cuochi Scaligeri sono andati a prendere ingredienti e usi per costruire il proprio programma. La squadra sarà composta da Davide Fiorio (team manager), Nicola Andreetto, Luca Dall'Omo, Andrea Mantovanelli, e Luca Piselli. Faranno parte della spedizione anche Ivan Castiglioni, Paolo Forgia, Alex Pasotto e Andrea Saccardo. (nella foto la medaglia 2006)
ALCUNE ANTICIPAZIONI DEL PROGRAMMA DEI CUOCHI SCALIGERI ALLA CULINARY WORLD CUP Ovviamente le rispettive ricette non possono ancora venire svelate, ma Andrea Mantovanelli ci anticipa i nomi dei piatti che la squadra dei Cuochi Scaligeri presenterà agli attesissimi mondiali lussemburghesi. Dettaglio sufficiente per rendere l'idea sulle ambizioni degli chef veronesi, che vogliono avanzare il più possibile nella gara adoperando e onorando prodotti che arrivano dal bacino dell'Adige e dalla nostra provincia. Ingredienti, preparazione e risultato finale saranno gustati per la prima volta dai sei giurati della Culinary World Cup 2014, che il prossimo 23 novembre decideranno sulla bontà del programma dei Cuochi Scaligeri nella categoria "regional". Ecco allora quattro fra i piatti che verranno presentati: - Filetto di trota marmorata marinato ai mirtilli e genziana del Monte Baldo; - Crocchette di patata rossa del Guà al papavero e sesamo; - Zabaione al Gewürtztraminer e finocchietto selvatico; - Hamburger di agnello di razza Brogna della Lessinia, con cappuccio rosso marinato croccante allo speck di Soave, lamponi confit e fonduta di formaggio Monte Mezzano. Soltanto il nome di questi piatti mette in moto l'immaginazione ed il gusto di ogni appassionato di grande cucina. Ci si augura che possano avere buona fortuna a tal punto da essere riproposti, in futuro, in un'occasione che sia alla portata anche di tutte le buone forchette veronesi.
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Natale 2014 è Taste of Christmas Verona
Dal 28 al 30 novembre, sarà possibile vivere la vera magia del Natale nel primo food festival natalizio all’interno di un museo, quello di AMO, a Palazzo Forti.
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Sotto, al centro, Palazzo Forti dove, all’interno di AMO, sarà ospitato l’evento. Nelle altre foto alcuni dei piatti che gli chef prepareranno durante Taste of Christmas.
vete mai immaginato di assaporare piatti di alta cucina tra gli originali abiti di scena indossati nelle rappresentazioni delle più importanti opere liriche? Oppure, di degustare delizie natalizie ispirate alla Traviata o al Nabucco? Questo connubio magico tra musica lirica, cibo e Natale è possibile e lo si potrà vivere a Taste of Christmas in un prestigioso palcoscenico: AMO, il museo della Fondazione Arena di Verona nel centro storico della città, a Palazzo Forti. Per la prima volta, un evento volto a celebrare l’eccellenza enogastronomica vivrà all’interno di un museo. Dal 28 al 30 novembre, gli amanti di musica lirica, gli appassionati del buon cibo di qualità, di vini pregiati e semplicemente chi è a caccia di ispirazioni e suggerimenti per la tavola di Natale, potranno incontrarsi in un unico appuntamento e vivere un’esperienza fuori dal comune. Gli chef stellati Elia e Matteo Rizzo (Ristorante “Il Desco” di Verona); Nicola Portinari (Ristorante “La Peca” a Lonigo Vicenza); Leandro Luppi (Ristorante “Vecchia
Malcesine”) e Giuseppe D’Aquino (Ristorante “Oseleta” a Cavaion Veronese) realizzeranno menu di tre piatti ciascuno con cui dare “un assaggio” della filosofia e creatività che li contraddistinguono in cucina. In più, in vista dell’apertura della stagione operistica al Teatro Filarmonico di Verona e del Festival Areniano 2015, alle tre portate se ne aggiungerà una quarta molto particolare: un piatto tutto dedicato ad AMO e ispirato ad una delle opere in calendario. A Taste of Christmas sarà anche possibile partecipare ad esclusivi corsi di cucina per scoprire i segreti dei grandi chef con gli innovativi elettrodomestici Electrolux, presso l‘Electrolux Chefs’ Secrets, la scuola di cucina di Taste of Christmas. Lurpak (marchio internazionale di burro, ndr) presenterà il The Lab, un vero e proprio laboratorio di pasticceria dove potrete imparare a creare le migliori delizie dolci e salate. Infine potrete gustare i nuovissimi formati di pasta Voiello e abbinare le migliori etichette di vino sotto la guida dei fratelli dell’Enoteca Trimani.
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SANGRIA AL MELOGRANO E FOCACCIA ALLA ZUCCA E SPECK
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RISOTTO AL RADICCHIO E VALPOLICELLA
Un aperitivo veloce da preparare! Procedimento: Mescolate le farine, il sale, il bicarbonato. Aggiungete due cucchiai di olio, mezzo cucchiaino di aceto di mele e acqua calda fino a che il composto diventa maneggevole. Disponete con le mani unte la focaccia in una teglia. Cuocetela per 10 minuti a 200 gradi. Frullate la zucca con sale, pepe e olio, poi disponetene qualche cucchiaio sulla focaccia e infornate ancora per 5-10 minuti. Quando è croccante levate dal forno e farcite con delle fette di speck. Servite il prosecco con melograno e tocchetti di mela.
Il risotto al radicchio è un classico di Verona! Procedimento: Soffriggete la cipolla e l’aglio, aggiungete il radicchio tagliato a tocchetti, salate e pepate. Quando è appassito versate il riso, tostatelo e aggiungete il vino. Fatelo asciugare completamente poi aggiungete il brodo di verdure poco per volta fino a che il chicco risulta cotto. Spegnete il fuoco, mettete il coperchio e lasciate riposare per 5 minuti. Servite il risotto e guarnite con qualche gheriglio di noce o parmigiano.
Potevano mancare le ricette della nostra Nicole in questo speciale dedicato soprattutto alla cucina? No, non potevano. E allora lasciatevi incuriosire da questo menu preparato apposta per i vostri cenoni di Capodanno o per un pranzo di Natale alternativo. Tutti ai fornelli (chi ha la verve dello chef), gli altri a tavola per assaggiare queste prelibatezze.
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BRASATO DI SEITAN AI FUNGHI E ZUCCA AL FORNO
Ne avete mai sentito parlare? Cercatelo al supermercato! Procedimento: Ammollate i funghi secchi in acqua per 1 ora. Saltateli in padella con aglio, olio, alloro, timo e rosmarino. Aggiungete il seitan, sfumate con il vino e cuocete per qualche minuto. Tagliate la zucca a spicchi, disponeteli sulla banda del forno e conditela con rosmarino, sale, pepe, olio. Infornate per 20 minuti a 200 gradi, poi componete il piatto con brasato e zucca.
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CROSTATA ALL’UVA FRAGOLA
In America si chiama Concord Grapes Pie Procedimento: Togliete i semini all’uva, mescolatela con lo zucchero e la cannella poi cuocetela in un pentolino per 15 minuti. Fatela raffreddare completamente. Unite farine, zucchero, lievito, un pizzico di sale, buccia di arancia, succo e olio. Impastate con le mani, stendete 2/3 dell’impasto sul fondo di una tortiera da 22cm di diametro. Versate l’uva e sbriciolateci sopra l’impasto rimasto. Forno a 180 gradi per 35 minuti poi fate raffreddare completamente.
MENU
Mercoledì 26 novembre alle ore 20.00 presso il Neo Bistrò Maperò di San Martino Buon Albergo Via XX Settembre, 48/50
antipasto: quiche di zucchine servita su crema di inocchi alla curcuma; primo: lasagne di mais con zucca, funghi e speak; secondo: tagliata di pollo marinata al limone con contorno di patate dolci; dolce: tiramisù al caffè a € 20,00 (escluso acqua, vino e caffè) È gradita la prenotazione: telefono 045 8781806 o Massimo 347 1536598
Via XX Settembre, 48/50 San Martino Buon Albergo (Vr) tel. 045 8781406 - 347 1536598 www.neobistromapero.com - neobistromapero@gmail.com
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8 - Speciale Festività Invernali Pantheon 55 36 - ✬peciale Festività Invernali Pantheon 54
L'aria del Natale è già a Verona dal 20 novembre al 20 dicembre Christkindlmarkt di Norimberga VERONA - Piazza dei Signori dalle 10:00 alle 21:30; venerdì e sabato dalle 10:00 alle 23:00 Lo scenografico mercatino natalizio tedesco è diventato oramai un must del Natale veronese, occasione da non perdere per immergersi nell'atmosfera e nella cultura bavarese. Oggetti artigianali che richiameranno la tradizione nordica faranno bella mostra insieme alle bancarelle gastronomiche dove sarà possibile gustare il "Gluhwein" (vin brulè) accompagnandolo con Lebkuchen e Stollen, i tipici dolcetti speziati o, per gli amanti dei gusti più decisi, con i saporiti Bratwurst.
dal 22 novembre al 28 dicembre Il Mercatino di Natale di Verona VERONA - Cortile Mercato Vecchio e Cortile Ex Tribunale Anche se i mercatini di Norimberga hanno il loro fascino, il veronese tiene alle sue tradizioni e ai suoi sapori. Ecco perché i produttori locali saranno protagonisti in Cortile Mercato Vecchio ed Ex Tribunale. Le bancarelle saranno piene di leccornie dolci e salate, di squisitezze genuine e artigianali, dall’irrinunciabile sapore antico.
dal 28 novembre al 6 gennaio Natale tra gli Olivi GARDA – Centro Storico Il Lungolago Regina Adelaide e la piazza del Municipio torneranno protagonisti del Natale gardesano, con i mercatini, casette e chioschi che si coloreranno di addobbi e luci natalizie. Presso il consueto salone tenda allestito in Piazza Municipio sarà inoltre possibile degustare i prodotti tipici delle località che verranno di volta in volta “ospitate” dalla manifestazione. Non perdete il magnifico Presepe del Borgo, allestito con grande maestria da un gruppo di volontari e il falò dell’Epifania.
26 dicembre e 4 gennaio Presepe vivente
C ❖✭✮❖ ✯✰ ✱UGO – Vie del Paese
Da circa tre anni a Natale il Comitato Corso fa rivivere la tradizione del Presepe vivente nell'antica contrada di Corso. Quest'anno, per dare un'impronta un po' diversa, gli organizzatori sono alla ricerca di volontari che vogliano insegnare antichi lavori o possano mettere a disposizione attrezzi antichi per l'allestimento del presepe. Per gli interessati contattare Giovanna dal Corso 347.9651533.
dal 29 novembre al 25 gennaio Presepi dal Mondo in Verona VERONA – Arcovoli dell’Arena dalle 9:00 alle 20:00 La Rassegna Internazionale del Presepio nell’Arte e nella Tradizione torna nella città scaligera. La magica stella, arco di luce e acciaio che si staglia nel cielo della città, invita i passanti a fermarsi e annuncia l'arrivo di uno degli eventi maggiormente rappresentativi del Natale veronese. Biglietti €7 intero, €6 ridotto (gruppo almeno 20, bambini 6-12 anni, over 60), €4 scuole.
Specialità casalinghe che coniugano la tradizione della con quella Abruzzese
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Appuntamenti
Pantheon non si assume la responsabilità per cambi imprevisti di date o orari dei singoli eventi.
gusto e spettacolo
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “MONDOVISIONI”
DA 13 A 30 NOVEMBRE – ISOLA DELLA SCALA FIERA DEL BOLLITO CON LA PEARÀ Palariso “Giorgio Zanotto” Appuntamento annuale che sta acquistando sempre più seguito. Menu di pura tradizione veronese: tortellini in brodo, taglietelle in brodo con fegatini, risotto all’isolana, dolci e castagne con frutta di stagione. Apertura da lunedì a sabato 12:00/14:00 – 18:30/23:00; domenica 11:30/23:00 Info: 045.7300089 – www.isolafiere.it
Torna “Mondovisioni”, la selezione di documentari ad opera del noto settimanale Internazionale, al Cinema Teatro Nuovo di San Michele. Per il terzo anno Verona ospiterà la rassegna con 6 nuovi documentari, ogni venerdì dal 7 novembre al 14 dicembre 2014, i film sono proposti in lingua originale con sottotitoli in italiano. Ingresso €6,00 – ridotto €4,50 – abbonamento rassegna €24. Tutte le proiezioni alle ore 21:00. www.cinemasanmichele.com/documentari.php
DAL 14 AL 16 NOVEMBRE – ILLASI FESTA DELL’OLIO Piazza Polonia Tradizionale appuntamento per la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio in modo particolare l’olio extravergine di produzione “nostrana”, anche se la stagione non è stata particolarmente positiva per la raccolta. Info: 349.7435687 – www.comune.illasi.vr.it DAL 21 AL 23 e DAL 28 AL 30 NOVEMBRE – MEZZANE DI SOTTO FESTA DELL’OLIO EXTRAVERGINE Tensostruttura Villa Maffei Torna per due weekend la sagra più antica della provincia, dedicata all’olio più prelibato, quello della Valle di Mezzane. Info: 392.7778134 – www.festadellolio.com DAL 28 AL 30 NOVEMBRE – VERONELLA FESTA DELLA VERZA Tensostruttura accanto alla chiesa In collaborazione con Coldiretti uno degli eventi gastronomici tipici della “bassa” veronese. Info: 0442.4550601 – www.comune.veronell a.vr.it
Teatro Nuovo - San Michele Extra
14 novembre THE STORY OF AARON SWARTZ Il genio che ha creato il protocollo RSS e la piattaforma Reddit 21 novembre DAYS OF HOPE Tre storie di africani che cercano di raggiungere l'Europa 28 novembre MARMATO Gli abitanti di un villaggio sudamericano resistono alle prepotenze degli interessi sull'estrazione dell'oro 5 dicembre DOCUMENTED La storia incredibile del premio Pulitzer Jose Antonio Vargas, immigrato clandestino negli States 12 dicembre CONCERNING VIOLENCE Il film ripercorre le rivolte che hanno portato alla decolonizzazione d'Africa
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Ogni corso indipendente dalla durata di 4 ore ciascuno (riferito al corso di cucina)
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4 serate dedicate: 1° primi 2° secondi
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Scopri ed esprimi la tua ricetta affiancato da uno chef. A seguire una degustazione guidata di vino abbinato.
Via Archimede, 10 int.6 – San Martino Buon Albergo (VR) Tel. 045.527333 – Fb: Associazione Estetical - www.estetical.it – info@estetical.it
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RASSEGNA TEATRALE SAN MARTINO BUON ALBERGO Spettacoli con inizio alle ore 21:00. Info e costi su www.comunesanmartinobuonalbergo.it
RASSEGNA TEATRALE A SAN GIOVANNI LUPATOTO Spettacoli al Teatro Astra con inizio alle ore 21:00. Abbonamento rassegna 120€, 8 spettacoli 90€. Acquisti online su www.pointticket.it Infoline 045 9250825 - www.cinemateatroastra.it 7 novembre 30 gennaio CARLO L'OMBRA E IL SOGNO AMADEUS Compagnia Aissa Maissa “Le Falìe” con Tullio Solenghi e Aldo Ottobrino
15 novembre IL MERCANTE DI VENEZIA con Giorgio Albertazzi 24 novembre TUTTA COLPA DI EVA Ippogrifo Produzioni 29 novembre VECCHIA SARAI TU con Antonella Questa e Francesco Brandi 13 dicembre MARATONA DI NEW YORK con Cristian Giammarini e Giorgio Lupano
14 novembre PERSONAGGI con Antonio Albanese
6 febbraio TRASH Jashgawronsky Brothers
21 novembre MOLTO PIACERE Teatro Impiria
13 febbraio VISTI DA VICINO con Carlo&Giorgio
17 gennaio VANDALI! L’ASSALTO ALLE BELLEZZE D’ITALIA con Gian Antonio Stella e Gualtieri Bertelli
28 novembre COUS COUS CLAN Estravagarioteatro
20 febbraio L'AMLETO CON LA PEARÀ Compagnia La Barcaccia
31 gennaio È BELLO VIVERE LIBERI con Marta Cucscunà
5 dicembre CYRANO DE BERGERAC Compagnia Ciak
27 febbraio NATI IN CASA con Giuliana Musso
13 dicembre VENETO IN GOSPEL Damavoci Gospel Singers
6 marzo IL CLOWN DEI CLOWN con David Larible
14 febbraio LE HO MAI RACCONTATO DEL VENTO DEL NORD con Paolo Valerio e Chiara Caselli
16 gennaio VELODIMAYA con Natalino Balasso
13 marzo MARIA CALLAS con Patricia Zanco
23 gennaio ANTIGNONE 1939 Ippogrifo Produzioni
20 marzo IL MALATO IMMAGINARIO con Gioele Dix
28 febbraio ARLECCHINO, ARIANNA E IL MINOTAURO Pantakin da Venezia 14 marzo LE FUGGITIVE con Valeria Valeri e Milena Vukotic
Mostra del Libro Scuole dell’Istituto Comprensivo G. Pascoli di Grezzana Torna nelle scuole di Grezzana, Alcenago, Azzago, Stallavena, Lugo ed Erbezzo la Mostra del Libro organizzata in collaborazione con la Libreria Minerva di Verona. Date ed orari sono disponibili nella locandina qui a fianco per un’iniziativa molto interessante rivolta ovviamente ai bambini e ai ragazzi.
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L’arte nel paesaggio di Giovanna Tondini
Il celebre architetto scaligero, famoso per il restauro di alcuni dei monumenti chiave della città dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci apre le porte di casa per raccontare la straordinaria esperienza umana e professionale della sua vita.
In queste tre foto Libero Cecchini (foto di Alex Poffe), il restauro di Ponte Pietra e del Ponte Scaligero dopo la guerra
esolazione. Distruzione. Ciò che era stato, non era più. Secoli di storia bruciati. Volatilizzati. Sotto le bombe. L’estrema sintesi di cinque anni di calvario, accettati dalla gente per forza di accettazione. Verona doveva presentarsi come un cimitero a cielo aperto. Una città fantasma. Eppure, dopo pochi giorni, la speranza avrebbe fatto la sua comparsa dopo anni di silenzio. Libero Cecchini visse quel momento. Da poco si era laureato al Politecnico di Milano in architetuttura, «portando la tesi di laurea in un camioncino del pesce da Garda a Milano!». Doveva frequentare l’università in maniera clandestina. «Non andar a Milan che i te copa», gli dicevano i compaesani, cercando di persuaderlo. «Poi loro sono morti sotto i bombardamenti», e ammette: «ci vuole proprio fortuna nella vita!». A guerra conclusa «mi sono fatto su le maniche con il Comitato di Liberazione». Con un gruppo di geometri e ingegneri ha creato un piano di ricostruzione di Volargne, uno dei primi dell’epoca. «Abbiamo costruito case popolari, che ancora oggi la gente anziana ricorda con gratitudine», la chiesa nuova di Ceraino e Gaium, a cui è seguito il restauro di case caratteristiche e la sistemazione del centro paesano. Poi fu la volta di
Verona. Il prof. Gazzola, assistente di storia dell’arte al Politecnico e sovrintendente a Verona, andò dal padre di Cecchini: «voi che conoscete le pietre, bisogna che mi diate una mano». Così scelse Libero per gli interventi architettonici, nominandolo direttore dei lavori artistici. «Ricostruimmo Castelvecchio, com’era e dov’era». Una decisione che destò molte polemiche da parte di chi avrebbe preferito il nuovo al vecchio. «Gazzola ha agito da uomo», lo difende convinto Cecchini, «ha seguito l’emozione, il sentimento di chi ha perso qualcosa di caro e desidera riportarlo alla luce». E così fu anche per il ponte Pietra, che oggi tutti noi possiamo ancora ammirare. Rimasto per diversi anni nella Sovrintendenza, Cecchini fu nominato presidente dell’AGEC, negli anni Sessanta e Settanta, per poi continuare la sua carriera da libero professionista. «Sono passato dai monumenti alle case popolari». È stato il senso di umanità a spingerlo in questa direzione. Non solo a Verona, ma in tutta Italia e nel mondo. Molto della sua architettura è in debito con la sua esperienza infantile, quando contemplava il paesaggio, andando a vedere i treni che passavano sul Brennero. Da bambini l’ambiente rimane impresso». Ciò
che oggi manca è proprio questo: toccare con mano la terra, le cose, la realtà. «I giovani conoscono tutto, ma vivono nell’astratto». L’esperienza di Libero, invece, è stata diversa. Il padre, allevato dallo scultore Cristani, era emigrato da Sant’Ambrogio in America in cerca di lavoro. Rientrato in patria nel 1913, dopo la guerra fu eletto sindaco. Da allora fondò una serie di cooperative del marmo. Fu un primo risveglio economico, nonostante i tempi duri del fascismo, che gli costarono l’incendio della casa per le sue posizioni socialiste. Fu in quel periodo che nacque Libero. Era il 1919. Al paese natale il giovane Cecchini deve molto. Finite le elementari, frequentò come tutti i ragazzi della sua età la scuola d’arte istituita dal conte Paolo Brenzoni. «Eravamo tutti orgogliosi di girare con squadre e righello!». Nel frattempo seguì le scuole commerciali a Verona, e poi il liceo artistico. Conseguita la maturità a Venezia, Libero avrebbe desiderato fare lo scultore, ma l’architetto Ettore Fagiuoli insistette perché seguisse la strada dell’architettura, intuendo il talento del giovane artista. Iniziò così il Politecnico a Milano. «Quando scesi in stazione con mio padre, ammirando l’imponenza architettonica, gli chiesi “ma gli architetti fanno que-
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Libero Cecchini
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ste cose?” Beh, allora meglio se torniamo a casa!». Così non è stato. Quell’esperienza maturata da giovane, quel suo contatto con la natura si ritrova nelle sue opere architettoniche. A partire dalla “casa a ombrello”, dove il paesaggio ti avvolge. «Esiste un legame tra casa e paesaggio» spiega, «così come tra edificio e spazio urbano». Tutti i ragionamenti sono presi dall’ambiente e riportati in chiave moderna. Da qui una delle massime di Cecchini: «lo spazio architettonico esiste in natura. L’importante è scoprirne il senso». Con la stessa filosofia ha eseguito i restauri degli Scavi Scaligeri: «la continuità con l’ambiente li lascia respirare». A questo si aggiunge un altro concetto: l’integrazione del vecchio con il nuovo. «Il vecchio deve essere valorizzato con il nuovo», come è stato con il recupero delle chiese di S. Zeno, S. Procolo, di Palazzo Forti, per esempio. «Cercare di trasmettere la continuità della storia è come prendere il filo di una ragnatela e muoverlo
senza spezzarlo. Se si spezza il filo si è rotto l’equilibrio ambientale». Come è successo alla Verona del Novecento. Quando, dopo la rotta dell’Adige, si aprirono le brecce nelle mura e la città si sviluppò oltre, ma senza una logica urbanistica. «Oggi come allora c’è solo la logica dei soldi», sottolinea stizzito. Il tono sconsolato di Libero si anima quando cominciamo a parlare della sua arte. Ancora oggi fa lo scultore, come ha fatto per tutta la sua vita. «Nell’arte ricerco la sensazione. L’arte è come lo spazio dell’abitare: deve soddisfare tutti i sensi dell’uomo. L’arte deve essere viva, espressiva». Una delle ultime sue opere, la “Via Crucis dei lapicidi”, nella quale ha curato disegno e modello, è un libro della memoria, dedicato ai marmisti. Un riconoscimento a coloro che rendono visibile e concreta l’idea del progettista. A coloro che, dopotutto, hanno fatto parte della sua infanzia, del suo essere bambino, e artista, per tutta la vita.
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GIOVANI Intervista con Emmanuela Carbè
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Dal Campiello Giovani al salmone domestico
di Miryam Scandola
Abbiamo incontrato la giovane scrittrice veronese vincitrice nel 2002 del Campiello Giovani, dopo l’uscita del suo vero esordio letterario con “Mio salmone domestico”. La scrittura, la vita, la narrativa e tante domande in un’intervista tutta da leggere. Potete leggere la versione integrale di questa intervista sul sito internet www.giornalepantheon.it A sinistra la copertina de “Mio salmone domestico”, mentre a destra un intenso primo piano di Emmanuela.
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mmaginate un tavolo che ha visto mattine di scrittura piene di sigarette e di indecisioni, un piano straripante di cose «perché io mi innamoro degli oggetti». Sì, lei, Emmanuela Carbè, trentun anni, veronese per nascita e per affetto, lombarda per lavoro, se li prende a cuore gli oggetti. Così tanto da farli diventare personaggi. Un tavolo dove ci si esercita a scrivere e a vivere, come fanno la ragazza e il fido salmone, protagonisti del suo libro, Mio salmone domestico (Laterza, 2013). E noi, persi nello spazio di questa narrazione dove si mischiano cartoni e dolori, abbiamo incontrato l’autrice che, forbici in mano, ha creato questo pianeta di sagome struggenti e intense. Perché un salmone come animale domestico? E soprattutto perché un salmone come protagonista di un libro? All’inizio, se non ricordo male, era una carpa domestica, ma è diventata subito un salmone. Un ani-
male dal destino terribile, che per dare la vita a qualcuno, deve morire. Ho scelto lui perché alle volte capita che ci si senta un po’ così anche noi. Nel 2002 avevo vinto il Campiello Giovani poi, per varie cose, avevo bloccato un po’ con la scrittura. Nel 2004 ero sotto tesi e incagliata con l’ultimo esame, ho aperto un blog anonimo dove scrivevo un po’ quello che volevo. Ho iniziato con un post serissimo su Conrad, che ho fatto leggere ad un amico. Risultato? Ho cancellato tutto e ho iniziato a raccontare storie di un salmone. Il tuo salmone ha un nome, Crodo. In alcune pagine cammina, piange, ritaglia con le forbici, in altre sembra astrarsi e diventare un atteggiamento mentale... Crodo è un dispositivo, un atto linguistico, un meccanismo per far funzionare un dialogo che altrimenti sarebbe stato un monologo. Avevo bisogno di un personaggio cinico, sostanzialmente “stronzo”, e il salmone è quello che dice “guarda che il mondo è più cattivo”. È un libro che parla della difficoltà di entrare in relazione con gli altri. L’inizio è molto duro, anche linguisticamente. La protagonista ha difficoltà a comunicare con gli altri, ma alla fine ci riesce e allora Crodo, il salmone, sparisce perché non serve più a niente. Cambia anche il linguaggio finale, che pian piano si scioglie e si apre nel lessico della fiaba.
Nelle righe della tua storia affiora spesso una certa nostalgia, quando parli della tua città natale. Ti manca Verona? Molto. Mi sono resa conto che, in ogni posto in cui mi installo, cerco sempre qualcosa che me la ricordi. Tutti noi cresciamo in un luogo che poi ci modella, che ci portiamo addosso per sempre. Così è per me, che ho fatto della Biblioteca Civica uno spazio del mio libro. Nel tuo libro ci sono pagine delicate e violente che raccontano dell’amore, della difficoltà di lasciarsi andare, “della fissità immobile del sentimento”, dell’abbandono. Sono la meno adatta a parlare dell’amore. L’ho osservato e guardato da fuori per molto tempo, sbirciando nell’acquario degli amori degli altri. Poi ho imparato il giusto atteggiamento che è, alla fine, abbandonarsi all’altro. Il libro all’inizio parla del contrario, del fare un passo indietro, in eterna difesa. Il sottotitolo del romanzo “Manuale per la costruzione del mondo”, allude ad un metodo per imparare a stare con gli altri. Il tratto più duro del libro, più corposamente autobiografico, è quello che racconta del distacco. Per fortuna io avevo un salmone che mi maltrattava e mi costringeva sempre a ridimensionare. In sostanza, nell’alluvione fangosa e distruttiva che è la perdita, il mio salmone è stato un dispositivo per non morire d’amore.
SCUOLA PERUCCI, u na ve ra es p e r i e n za d i c re s c it a.
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e qualcuno chiedesse: “Perché iscrivere mio iglio alla Perucci?”, la risposta più immediata sarebbe: chiedetelo a loro! Ai ragazzi che hanno già frequentato la scuola e che ora tornano a trovarci come ex-alunni ricordando e rimpiangendo l’ambiente familiare che hanno trovato qui; ai genitori che hanno già scelto di fare questo investimento, hanno già dato iducia alla scuola, hanno collaborato con essa; agli insegnanti che negli anni sono passati di qui e hanno prestato il loro servizio con passione. Perché la scuola Perucci basa su questo il suo lavoro. Le famiglie che scelgono il nostro istituto chiedono e ottengono innanzitutto un’istruzione solida che cerca di rispondere alle side nuove e a quelle di sempre. La società cerca oggi dei ragazzi che conoscano bene le lingue e per questo la scuola offre loro ben cinque ore di inglese, avendo attivato l’opzione “inglese potenziato”, oltre a corsi pomeridiani per la certiicazione linguistica europea e corsi di spagnolo. La realtà odierna richiede inoltre una certa dimestichezza nell’uso del computer e delle nuove tecnologie che a scuola si imparano con le ore di informatica e la presenza di lavagne multimediali nelle aule. Non si possono trascurare, tuttavia, le side di sempre che riguardano gli studenti delle medie: la socializzazione e la maturazione di ragazzi che arrivano bambini ed escono già giovani che devono saper essere responsabili, con solide basi e valori autentici. Per questo motivo alle attività didattiche curricolari si aggiungono esperienze di formazione umana, quali uscite didattico-sportive, viaggi d’istruzione,
laboratori tecnico-scientiici oltre a tempi dedicati alla formazione cristiana, con la preghiera mattutina, la partecipazione dell’intera scuola alla Messa ogni due settimane, i ritiri spirituali per ciascuna classe. Per accompagnarli nel cammino di crescita a noi insegnanti è richiesto di afiancare le famiglie nel delicato compito educativo con professionalità e competenza, assicurata dalla scelta accurata ed oculata del corpo docente, ma anche con la coscienza che il lavoro dell’educatore è una missione, forse la più ambiziosa. Agli studenti viene chiesto di impegnarsi nel loro lavoro e di prendere alcune semplici responsabilità, coscienti che la scuola è anche loro e che crescere signiica anche questo. Tale compito è reso più semplice dal suggestivo contesto in cui si trova la scuola, ospitata dalle Sorelle della Sacra Famiglia che tengono il luogo, all’interno e all’esterno, ordinato, curato e accogliente. La presenza, poi, di un’unica sezione rende l’ambiente familiare, aspetto non comune nelle scuole, in cui gli studenti delle tre classi hanno modo di conoscersi tutti per nome e di conoscere tutti gli insegnanti. È sicuramente anche questo uno dei motivi per cui tanti genitori non temono e non si pentono di afidare alla nostra scuola i loro igli. La scuola Perucci si rende disponibile alle famiglie del territorio, nella convinzione di offrire un servizio qualiicato e pienamente rispondente alle loro aspettative. Gli insegnanti della scuola
Hai un iglio che frequenta le scuole elementari? Pensi che la scuola Perucci sia il posto giusto per lui/lei?
Non aspettare il quinto anno: lascia il tuo nome in segreteria e chiedi di poter visitare la scuola telefonando al numero 045 55.00.18. La preiscrizione non comporta alcun obbligo ma permette di essere contattati in anticipo per l’eventuale conferma.
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Alcune delle offerte caratteristiche della scuola Perucci: • Inglese potenziato (5 ore settimanali) • Corsi di preparazione alla certiicazione linguistica europea • Possibilità di partecipare ad una settimana di stage in Inghilterra • Corso di informatica di base in classe con pc portatili per ogni alunno • Trasporto • Studio assistito con insegnanti della scuola
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Come cambia il lavoro con il
social recruiting
La percentuale di chi trova lavoro utilizzando i social media è ancora molto bassa: nel 2013, il 7%. Ma il dato è in crescita e oggi il web si presenta come un valido canale alternativo per la selezione del personale. Dove cambiano le regole, e dove, accanto a nuove opportunità, si fanno strada anche nuove insidie. di Camilla Pisani
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’era una volta il vecchio ufficio di collocamento. Oggi non c’è più, o meglio, oggi sono pochi i giovani in cerca di lavoro che affidano le proprie speranze allo sportello di un centro per l’impiego. E non perché non ce ne sia bisogno. Al contrario. In sei anni l’Italia ha perso, per gli under 35, due milioni di posti: un’esclusione di massa a cui difficilmente si porrà rimedio solo grazie alle agenzie dedicate, che pur negli ultimi tempi stanno proliferando. Non basta. “Trovare lavoro è diventato un lavoro” è un’espressione entrata nell’uso comune ed, effettivamente, sono molti gli inoccupati che spendono intere giornate a contattare aziende, inviare curriculum e sostenere colloqui. Si è alla ricerca di un impiego in modi nuovi e con nuovi mezzi, a cominciare dal digitale, perché lo sviluppo delle nuove tecnologie sta rivoluzionando alla radice il mondo del lavoro. Il cambiamento più evidente è rap-
presentato dalla nascita di professioni di cui fino a pochi anni fa non avevamo mai sentito parlare, basti pensare a posizioni come social media manager, community manager, sviluppatore web e mobile: ruoli affiorati sul mercato solo dopo la nascita dei social media e la diffusione di smartphone e tablet. Ma la dimestichezza con il mezzo online, almeno a livello base, deve essere una competenza trasversale, necessaria, e dunque richiesta, anche nel più tradizionale dei settori. E non è ancora finita. I social media stanno diventando uno strumento sempre più orientato alla ricerca, ma anche all’offerta, di lavoro. Alcuni di essi, LinkedIn su tutti, sono finalizzati proprio a questo scopo: chi è in cerca di un posto può proporsi a potenziali datori di lavoro iscritti, contattando direttamente i loro profili, mentre le aziende lo utilizzano per pubblicare inserzioni e ricercare professionisti idonei. Nasce il “social recruiting”: l’insieme delle attività svolte dal classico centro per l’impiego si trasferisce sul web e sui social. Il sistema è pratico, veloce ed efficace anche per valutare la veridicità delle informazioni dichiarate in un curriculum o le attitudini personali di un candidato. Il cambiamento in atto è supportato da dati ben precisi: Adecco, multinazionale del settore risorse umane, lo scorso ottobre ha reso nota, attraverso il sito web, l’edizione 2014 del rapporto Il lavoro ai tempi del Social Recruiting in Ita-
lia. Condotto in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, lo studio traccia un’analisi documentata sull’uso dei social media per fini professionali, ponendo l’attenzione sul concetto di reputazione online. Sono stati interpellati oltre 7.500 candidati e 269 selezionatori: il 67% dei primi ha confermato come sia ormai prassi consolidata servirsi dei social per scovare le inserzioni, segnando un +14% rispetto all’anno scorso. Il 56% di questi ha diffuso il proprio curriculum attraverso queste piattaforme, utilizzando LinkedIn nel 41% dei casi e Facebook nel 23%. Il settore che ricerca maggiormente personale via web è quello delle vendite (54,2%), seguito da amministrazione e finanza (45,8%), marketing (40,8%) e informatica (37,3%). Il 22% dei candidati intervistati ha dichiarato di essere stato contattato da un recruiter almeno una volta. Ma quanti di questi contatti si sono poi trasformati in un effettivo posto di lavoro? Pochi. Solo il 7% è infatti riuscito a firmare un contratto, lasciando aperta una questione cruciale: le aziende ancora non si fidano del nuovo metodo o, a non convincere, è ciò che si trova sui profili social? Perché, sempre secondo Adecco, i cacciatori di teste sembrano fidarsi, eccome: il 25,5% ammette infatti di aver scartato candidati dopo aver visionato loro foto, commenti e conversazioni postati sul web. La reputazione online, insomma, pare conti davvero. Soprattutto quando è cattiva.
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LAVORO E SOCIAL MEDIA: TRE DOMANDE ALL’ESPERTO Sonia Milan è una social media manager, le sue competenze spaziano dalla reputazione online al social media marketing, dal posizionamento alla gestione dei contenuti. Nel 2012 ha insegnato Tecniche SEO legate agli eventi all’Università di Verona, nel 2011 ha vinto il premio Web Italia e, nel 2010, l’e-Content Award Italy. Oggi cura l’immagine sul web dell’attore Pierfrancesco Favino e lavora per l’agenzia Pensiero visibile di Verona. Sonia, che cosa si intende per “reputazione online” e come si lega al tema del lavoro? La reputazione online è ciò che gli altri pensano di noi e che risulta da una consultazione del proprio nome su internet. Molti utenti del web utilizzano la rete come fonte principale per cercare informazioni su prodotti e servizi, ma molte aziende consultano la rete per cercare informazioni su possibili candidati ad un posto di lavoro, soprattutto quelle caratteristiche che non emergono dal curriculum. Tutto ciò che scriviamo sui blog e sui social network contribuisce a formare la nostra reputazione, nel bene e nel male. Possono perciò emergere sia le nostre competenze, sia alcune nostre debolezze, come ad esempio, una certa attitudine al litigio e alla polemica. Prima di inviare la candidatura ad un’azienda, quindi, meglio controllare ciò che il web dice noi, ma qual è il social network più “monitorato” dalle aziende? LinkedIn, perché è il social media di riferimento per chi cerca e chi offre lavoro online. Funziona in modo molto semplice: quando un’azienda pubblica un’inserzione di lavoro fornisce una precisa descrizione del profilo ricercato, inserendo nel testo alcune key words, cioè parole chiave riferite alle competenze che deve possedere il candidato ideale. LinkedIn opera in automatico uno screening tra gli iscritti: analizza, seleziona e, infine, segnala una serie di nominativi che, sulla base delle parole chiave inserite nei profili degli iscritti, possono rispondere alle esigenze espresse dall’azienda. Tre consigli utili per migliorare il proprio profilo LinkedIn... Per prima cosa, inserire una foto profilo professionale: è sufficiente scegliere un’immagine del nostro viso in primo piano, niente tramonti e niente gatti! Un altro consiglio è sfruttare al meglio la sezione “riepilogo” situata sotto la foto: il 90% dei selezionatori legge solamente questa parte e prosegue solo se realmente interessato. È qui che vanno inserite la parole chiave di cui abbiamo accennato. Infine, cercate di essere molto precisi nel definire il vostro ruolo professionale: “impiegato” e basta non va bene, esplicitate in quale ufficio e in quale settore, per esempio “impiegato ufficio marketing settore logistica”.
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DECRESCITA Un’applicazione per ridurre lo spreco alimentare
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La solidarietà passa attraverso lo
smartphone
di Francesca Mauli
Esiste un modo per evitare l’enorme spreco di cibo che ogni anno viene registrato nel mondo: è l’app Bring the Food. L’idea è partita da Trento, ed è molto semplice: se avete cibo in scadenza non buttatelo, ma regalatelo all’enorme popolo del web. La Terra ringrazia.
IL TEAM
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,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecati ogni anno nel mondo: 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano viene buttata al macero. Sono numeri da capogiro, che riportano l’accento sugli squilibri di consumo nel mondo e sull’enorme disparità che vi è tra chi spreca il cibo e chi, invece, non ha da mangiare. Perché viene sprecato tutto questo cibo? In parte è colpa di errori e imprevisti a livello di produzione e di raccolto (intemperie, infestazioni, problemi di coltivazione e trasporto), ma anche di esigenze di raffinazione e trasformazione dei prodotti primari che producono inevitabilmente scarti. Gli sprechi non si limitano a questo: frutta e verdura che non corrispondono ai canoni estetici degli acquirenti restano invendute, le porzioni troppo abbondanti del ristorante non consumate finiscono nella pattumiera e le nostre dispense di casa sono così piene da non permetterci di finire tutto il cibo prima della data di scadenza. Così, in Italia, ogni anno, se ne vanno ben 149 chili di alimenti a persona. Alimenti che non nutrono nessuno, ma hanno richiesto tempo e risor-
Evitare l’enorme spreco di cibo che ogni anno il Pianeta produce. Educare le generazioni ad un consumo ragionato e alla condivisione. Questo è “Bring the Food”
se per essere prodotti e che potrebbero sfamare altre persone. Su questo problema si sono confrontati i ricercatori del team ICT 4 Good (Center of Communication and Information Technology, un team di ricercatori che studia strumenti informatici che possano contribuire allo sviluppo socio-economico della società) della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Da questo confronto è nata Bring The Food (letteralmente “porta il cibo”), un’applicazione per computer e smartphone che punta a ridurre lo spreco alimentare. Come, lo abbiamo chiesto ad Aaron Ciaghi, project manager di Bring The Food. «In occasione della prima Hackathon (Hacker Marathon, un evento al quale partecipano esperti di diversi settori dell’informatica con la finalità di realizzare software e nuove applicazioni, ndr) organizzata da FBK nel 2011, affrontando il tema alimentare, è nata l’idea di creare una App che aiutasse a ridurne lo spreco, mettendo in contatto realtà commerciali che hanno eccedenze (per esempio una panetteria che, a fine giornata, avanza qualche chilo di pane) con gli enti caritativi che distribuisco-
no cibo ai propri assistiti. L’anno successivo abbiamo presentato il progetto a una conferenza scientifica negli Stati Uniti; l’attenzione riscossa a livello mediatico è stata tale da indurci a proseguire con la sua realizzazione. Nel 2012, grazie a una partnership con la Fondazione Banco Alimentare ONLUS, abbiamo sperimentato l’applicazione a Trento». L’applicazione si è evoluta nel tempo e adesso supporta diversi scenari: da quello dei privati, cioè singoli cittadini che si scambiano cibo, a realtà più grandi, come quelle commerciali, che rendono disponibili le proprie eccedenze agli enti caritativi. «Nel concreto» spiega Ciaghi, «la persona o l’ente che si iscrive al servizio trova indicate su una mappa le eccedenze a disposizione nella sua zona. A quel punto può verificarne i dettagli e decidere di prenotarle. A quel punto, al donatore e ai richiedente vengono forniti i dati di contatto l’uno dell’altra, per potersi accordare sulle modalità di ritiro». Bring The Food è utilizzabile ovunque nel mondo ed è disponibile in italiano e in inglese: «stiamo puntando maggiormente sull’Italia» specifica il project manager, «ma
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Un’applicazione per ridurre lo spreco alimentare
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siamo stati contattati da diversi altri Paesi, anche extra-europei. Stiamo sperimentando anche alcune funzionalità più evolute, pensate per la gestione di donazioni di grandi volumi da suddividere tra più enti caritativi. Inoltre, stiamo lavorando per rendere disponibile in maniera immediata agli utenti tutta la documentazione inerente il trasporto delle donazioni e la detrazione fiscale delle stesse (necessaria per donazioni agli enti, non tra privati, ndr)». Tutto è pensato per rendere più accattivante l’applicazione e per favorirne una maggiore diffusione. «Al momento non abbiamo moltissimi utenti. Ci scontriamo, all’interno degli enti caritativi, con un problema generazionale (i volontari sono spesso persone anziane, non avvezze a questi strumenti) e con la mancanza di dotazioni informatiche. Attualmente le donazioni di questo tipo si basano sul passaparola e sulle conoscenze dirette; questo però porta alla perdita di molte opportunità, comprese quelle le-
gate a donazioni eccezionali che avvengono in maniera sporadica». Manca una logistica ben organizzata, quindi, e Bring The Food vorrebbe contribuire a realizzarla. «Noi proponiamo un nuovo modo di gestire la distribuzione e cambiare questi meccanismi non è semplice né immediato. Diverso è il discorso tra privati, tra i quali l’utilizzo è in crescita; anche in questo settore occorre comunque fare una grande promozione, tanto più che in Italia non esiste una vera cultura dello scambio del cibo: c’è ancora molta diffidenza, ed è un peccato, vista la portata di questo continuo spreco».
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PROGETTO “QUI NON SI BUTTA VIA NIENTE” Recuperare gli alimenti avanzati nelle mense delle scuole lupatotine e donarli alle famiglie in difficoltà: con il nuovo anno scolastico è ripreso anche il progetto “Qui non si butta via niente”, voluto dall’assessorato all’istruzione del Comune di San Giovanni Lupatoto per ridurre gli sprechi alimentari nelle scuole. Il cibo integro e pulito viene raccolto da Betania onlus, che lo distribuisce alle persone in difficoltà che ogni giorno bussano alle porte dell’associazione alla ricerca di un pasto. Questo accade sia nella sede principale di Bosco di Zevio, sia in quella lupatotina, situata in zona industriale, per un totale di circa 300 famiglie servite. Il tutto viene realizzato senza alcuna spesa per il Comune, grazie all’accordo tra l’associazione e Euroristorazione, società a cui il Comune ha affidato il servizio di refezione scolastica. Il cibo avanzato e raccolto dai piatti dei bimbi, invece, è destinato al consumo animale. Grazie al progetto in questi mesi l’associazione Betania ha potuto distribuire alle famiglie indigenti 2.532 contenitori da 3 porzioni, per un totale di 7.596 piatti.
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VERONA Passaggio storico verso il Parco dell’Adige Sud
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Lazzaretto. Via libera
al progetto di valorizzazione
di Erika Prandi
Finalmente in mano al FAI (Fondo Ambiente Italiano) il sito del Lazzaretto. A breve i lavori per il recupero dell’area. Oltre al restauro del tempio anche la creazione di orti collettivi, percorsi turistici e un ponte sull’Adige di collegamento con il parco di Villa Buri. Fotografate questo codice QR per vedere il video che la redazione di Pantheon ha realizzato proprio sul sito del Lazzaretto e dell’area circostante lo scorso anno.
❘❡ ✁✂✄☎o del Lazzaretto e pulizia dell’area circostante
Realizzazione degli orti per i cittadini Realizzazione spazi per attività di tempo libero all’aperto Realizzazione della passerella sull’Adige
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l complesso monumentale del Lazzaretto è stato consegnato finalmente al Fai. Il Comune di Verona, dopo un impegno assunto tre anni fa con la delegazione veronese, ha concesso la gestione, la riqualificazione e la valorizzazione dell’edificio sanmicheliano al Fondo Ambiente Italiano, già proprietario dei tre ettari di terreno circostanti. «È un traguardo importante per la città» ammette la presidente del Fai Verona Annamaria Conforti, «perché si tratta di dare avvio al grande progetto del parco dell’Adige Sud. Si tratta da un lato di salvare una memoria storica e dall’altro la naturalità di questo luogo che è veramente incantevole». A supportare l’impegno del Fai nei primi due anni ci penserà la Fondazione Cariverona con un
finanziamento di 250mila Euro finalizzato al recupero e alla valorizzazione del monumento e dell’area. E poi? «Spero anche in un finanziamento del Banco Popolare» ha precisato Anna Maria Conforti, «che ci aveva promesso 40mila Euro per la bonifica di eventuali residui bellici situati nelle mura perimetrali». I primi interventi, che secondo la presidente «partiranno in tempi abbastanza brevi», mirano proprio alla bonifica, a cui seguirà la pulitura dell’area, e alla campagna di rilievi e di indagini che porteranno poi alla realizzazione di un progetto per il restauro conservativo del tempietto e delle mura. Il progetto di recupero del Lazzaretto si inserisce all’interno di un lavoro di più ampio respiro che coinvolge anche l’area attigua.
Parte di questa sarà destinata alla realizzazione di orti collettivi, per i quali sarà necessario provvedere alla costruzione di un pozzo, di una recinzione perimetrale di piante autoctone con delimitazione di percorsi e creazione di serre e ricovero attrezzi. La restante area sarà destinata ad attività ludiche e sportive con itinerari, percorsi turistici e attività libere. La chiave di volta, però, è costituita dalla passerella ciclo-pedonale sull’Adige che collega il Lazzaretto a Villa Bernini Buri e al suo parco. Questa è un’opera che prevede il finanziamento del Comune di Verona con il quale si permetterebbe di valorizzare «una zona veramente straordinaria perché si renderebbero percorribili entrambe le sue sponde. In questo modo, Verona potrà offrire un bene non solo ai suoi
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Un’applicazione per ridurre lo spreco alimentare
IL LAZZARETTO: LA STORIA Il complesso, di cui Pantheon si era occupato anche nel settembre 2012 su Pantheon 33 (fu girato anche un video) è stato costruito tra il 1549 e il 1628 nella zona di San Pancrazio per accogliere persone affette da malattie contagiose. L’area era perfetta perché consentiva l’accesso dei malati sia dalla terraferma che dal fiume il quale fungeva da “pulitore” senza recare alcun danno agli abitanti del luogo. La paternità è attribuita a Michele Sanmicheli, uno dei più importanti architetti veronesi dell’epoca. La pianta è a forma rettangolare con tempietto al centro che fungeva da cappella. L’ultima grande epidemia risale al 1630, due giorni dopo la conclusione dei lavori, e coinvolse 5mila persone che furono accolte nel Lazzaretto. In seguito, fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la struttura fu utilizzata come deposito di polveri, munizioni ed esplosivo rimanendo intatta (ad eccezione della cupola del tempietto). Sfortunatamente dopo un mese dalla fine del conflitto bellico, una violenta deflagrazione distrusse l’imponente edificio di cui oggi rimangono solo resti di mura e il tempietto centrale parzialmente ricostruito nel 1960.
abitanti ma anche ai turisti che amano la natura». Il collegamento permetterebbe una valorizzazione importante dell’intera area che diverrebbe la più importante del Parco dell’Adige sud. La pista ciclo-pedonale, poi, collegherebbe la zona con il centro abitato creando un’interazione tra le due realtà. L’affidamento del complesso del Lazzaretto al Fai è un importante passo in avanti per la città che ha l’occasione di riqualificare e rendere fruibile a chiunque un’importante parco naturalistico. Villa Bernini Buri, poi, è un’anti-
ca villa veneta che ospitò in passato anche il duca di Lorena e la consorte Maria Teresa d’Austria. Notevole è anche il parco, costruito all’inglese. Nonostante siano poche le notizie storiche sulla villa, rimane un edificio di notevole pregio che ha subito vari cambiamenti: da salotto dell’aristocrazia nel Settecento e centro culturale nell’Ottocento è diventata poi fiorente azienda agricola nel secolo successivo. Purtroppo, con la fine della seconda guerra mondiale, fu saccheggiata perdendo tutto il suo patrimonio culturale.
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RUBRICA
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mountain
Lo scultore che ha incontrato Michelangelo Nativo di Romagnano, in Valpantena, Albino Todeschini oggi vive a Firenze dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. La sua è una storia di impegno e determinazione, per amore della scultura. di Marta Bicego
A
lbino Todeschini non si può definire uno scultore “convenzionale”. Non tanto per i soggetti che predilige rappresentare i quali, anzi, sono per la maggior parte figure umane studiate nei dettagli dell’anatomia. Ma per il percorso di studio e ricerca, soprattutto interiore, che l’ha portato ad avvicinarsi all’arte. Nativo di Romagnano, in Valpantena, vive dal 2010 a Firenze: città scelta perché culla del Rinascimento nella quale artisti come Michelangelo e Donatello, per citarne alcuni, hanno lasciato traccia del loro ingegno. A febbraio, il quarantaseienne scultore si è laureato all’Accademia di Belle Arti con una tesi sul Crocifisso ligneo di Michelangelo conservato a Santo Spirito, chiesa fiorentina in cui ha lavorato come custode nel periodo della formazione accademica. Tesi che, con il titolo Sant’Agostino incontra il Crocifisso di Santo Spi-
Torso di Firenze - MarMo di Carrara, 73 CM x 44 CM x 28 CM.
rito, verrà stampata in novembre dalla Tipografia Vaticana. Una soddisfazione per chi ha lasciato il lavoro in segheria per dedicarsi alla scultura. Scelta coraggiosa non guidata dall’improvvisazione, ma da sacrificio e dedizione. «L’arte mi ha sempre affascinato. L’unico voto buono che avevo a scuola? In disegno» esordisce. Ma la passione non è sufficiente: a 35 anni ha seguito un corso di iconografia a Trento, si è diplomato come privatista al liceo artistico Boccioni, ha fatto la valigia per trasferirsi in riva all’Arno da dove, una volta a settimana, parte alla volta di Roma per frequentare un master all’Institutum Patristicum Augustinianum. «Con la scultura non si deve mentire. Me l’ha insegnato uno dei miei maestri, Renzo Garibaldi» confessa. E fare arte non significa conquistare il nome d’artista: da coltivare ci sono tecnica, studio, desiderio di riconoscere o far
esperienza dell’indicibile che un’opera racchiude. Un cammino lungo e insieme sfida personale che ora, per Todeschini, ha una tappa importante nella pubblicazione della tesi. «Devo ringraziare le persone che hanno avuto fiducia in me, mi hanno sostenuto e incoraggiato» conclude. Ricorda mons. Ottavio Birtele e la realizzazione delle statue in gesso dei Santi Barnaba e Daniele Comboni per la parrocchia di Rosaro. Mons. Antonio Finardi e la commissione, nel Natale 2012, di una Natività per il protiro del Duomo. Il direttore degli Uffizi Antonio Natale, che ha firmato la presentazione del volume. Il padre agostiniano Giuseppe Pagano grazie al quale ha incontrato il pensiero di Sant’Agostino e l’immagine del Crocifisso di Michelangelo che come un «lume» ha fatto capire a Todeschini di aver intrapreso la giusta strada nel cammino dell’arte.
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RUBRICA
Occasione per Verona? mountain
Pollice Verde
Avrete notato che in questo numero non è presente la Rubrica Pollice Verde. Non preoccupatevi, si tratta solo di una momentanea “sospensione”. Dal 2015 la rubrica tornerà su Pantheon più carica che mai di contenuti interessanti per tutti gli amanti di orto, giardino e cantina. Se siete interessati a veicolare la vostra attività commerciale in questo spazio, contattate l’ufficio commerciale allo 045.8650746
La Madonna della Lobbia salvata dall’amore per la Lessinia Un atto d’amore. E di ostinazione. Quella che spinge a rimboccarsi le maniche, e a darsi da fare, per la Lessinia. È una storia a lieto fine quella della Madonna della Lobbia: opera simbolo della montagna veronese che, a causa di tempo e incuria, rischiava di scomparire. Ed è merito di un gruppo di privati se la scultura raffigurante la Pietà, capolavoro di autore sconosciuto, può affrontare il gelo dell’inverno e risplendere nella ritrovata bellezza sui pascoli di Malga Lobbia a Campofontana, nel Comune di Selva di Progno. C’è voluto l’accordo dei Consorti della Lobbia, proprietari del terreno, che hanno dato il permesso di metter mano all’opera, ormai soffocata dai licheni, affinché fosse pulita e consolidata. C’è voluta la mano della restauratrice Caterina Caporal che per una decina di giorni ha raggiunto le terre alte per prendersi cura della scultura. Forse era destino perché figlia dello storico dell’arte Carlo Caporal che a quell’opera aveva dedicato una poesia, messa in musica dal maestro Rodolfo Squaranti e cantata dal coro La Frizzolana di Bosco Chiesanuova. La storia del restauro della scultura ha conquistato oltre 1.100 “Mi piace” nella pagina Facebook Salviamo la Lessinia, nata per raccontare l’evoluzione dei lavori, che si sono conclusi a metà ottobre con una festa.
La Madonna della Lobbia dopo il restaruo (sopra) e come si presentava prima
Maria Savoldi conquista il Concorso Canova È Maria Savoldi la vincitrice della quinta edizione del concorso “Antonio Canova”. Premio di scultura voluto dalla cantina Guerrieri Rizzardi, col patrocinio del Consiglio Regionale del Veneto, per i giovani studenti e i neodiplomati segnalati dalle Accademie di Belle Arti italiane. La venticinquenne bresciana, che vive e lavora a Bologna, avrà la possibilità di tenere una mostra personale alla Gipsoteca di Possagno: museo che custodisce la più grande collezione al mondo di gessi dello scultore trevigiano. Con l’opera 50 minuti la Savoldi si è distinta “per l’originalità della sua ricerca che esplora la dimensione concettuale con estrema sensibilità e, attraverso una tridimensionalità immateriale, riesce a conciliare le diversità con leggerezza, conscia del suo sapere”. Eseguita in ferro, è stata selezionata tra le creazioni giunte da tutta Italia. Solo le dieci scelte dalla giuria del concorso, presieduta dalla direttrice dei Musei civici di Venezia Gabriella Belli, sono state esposte negli spazi di Villa Rizzardi a Negrar.
lo
yogurt al cucchiaio www.latedelparco.it
SPORT Le auto da rally degli anni Settanta e Ottanta protagoniste a Verona
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Torna lo spettacolo del
Revival Rally Club Valpantena di Matteo Bellamoli
La Regolarità Sport numero uno in Italia pronta alla 12^ edizione con oltre 200 iscritti. Dal 13 al 15 novembre porterà a Verona e provincia le più belle auto dei rally anni Settanta e Ottanta. Uno show per il pubblico che incanta appassionati da tutta Europa.
D
odicesima edizione. Oltre 200 iscritti. Tutte le principali vetture che hanno segnato la storia dei rally: Lancia Stratos, Lancia Delta S4, Lancia Rally 037, Fiat 131 e 124 Abarth, A112 Abarth, Audi Quattro, BMW M3, Fiat Ritmo, Opel Kadett e Ascona e tante altre. Tutto questo condensato nella tre giorni che dal 13 al 15 novembre accenderà i cuori degli appassionati di Verona e provincia. È il Revival Rally Club Valpantena, la manifestazione di regolarità sport ideata dall’omonimo club di appassionati che quest’anno cambia volto dopo le due edizioni che ne hanno celebrato il decennale. Invariato il format: non si tratta di una gara di velocità, ma di una Regolarità Sport, in cui i concorrenti per conquistare l’ambito trofeo devono rispettare dei tempi al cen-
tesimo di secondo, concentrandosi sulla precisione e potendo quindi regalare spettacolo per il pubblico. È qui che sta il successo di questa manifestazione, che ogni anno ospita il meglio delle vetture che hanno scritto la storia della specialità, portate in gara da appassionati e collezionisti, in grado di attirare sul Revival l’attenzione di media da tutta Europa. Oltre al premio per il primo equipaggio straniero, quest’anno anche uno speciale trofeo Audi (Audi International Rally Meeting) che premierà il primo classificato con la vettura dei quattro anelli. Per l’equipaggio un tour alla scoperta della città e della provincia di Verona. Ad arricchire il piatto anche il ritorno di Walter Rohrl, due volte campione del mondo rally (1980 e 1982) che sarà al via con una Porsche 911. «Quest’anno
abbiamo cambiato il volto alla gara» ha sottolineato Roberto “Bob” Brunelli, presidente del Comitato Organizzatore. «Dando spazio a 11 prove competitive suddivise nelle due tappe di venerdì 14 e sabato 15, con partenza e arrivo a Grezzana. Siamo estremamente soddisfatti e orgogliosi di poter avere al via un parco macchine così vario e numeroso, perché come ho sottolineato più volte, a costruire il fascino del Revival sono anzitutto le splendide auto che vi prendono parte. Grazie quindi a tutti i concorrenti e al pubblico che come ogni anno seguirà la manifestazione sulle prove. Raccomando come al solito un comportamento corretto e rispettoso verso l’ambiente che ci ospita. Lasciamo che il Revival scriva un’altra bella pagina di sport e passione».
IL PERCORSO E GLI ORARI PER IL PUBBLICO GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE dalle 15:00 alle 22:00, tutte le vetture dovranno passare le verifiche tecniche e sportive e potranno essere ammirate dagli appassionati presso la ditta Alberti Lamiere (Lugo di Grezzana), in Via Domenico da Lugo 27.
VENERDÌ 14 NOVEMBRE PCT1 “ROSARO”
11:00
7.22km Partenza da Rosaro, passaggio da Praole e termine a Cerro Veronese
PCT2 “BETTOLA”
12:15
3.73km Partenza da Badia Calavena con arrivo in Loc. Bettola
SABATO 15 NOVEMBRE PCT6 “ALCENAGO”
8:54
4.82km Prova in linea intorno ad Alcenago. Bus navetta da Stallavena
PCT7 “ERBEZZO”
9:36
5.59km Partenza da Corso di Lugo e arrivo a Cappella Fasani
PCT8 “SAN FRANCESCO”
10:37
7.07km Partenza da San Francesco arrivo a Roverè Veronese
Tutte le info su orari, gara live, iscritti e chiusura delle strade su www.rallyclubvalpantena.it o sulla pagina Facebook/RallyClubValpantena
A grande richiesta... continua la promozione del venerdì sera*:
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RUBRICA
Controversie telefoniche indennizzi a favore degli utenti
a cura di Adiconsum Verona
ADICONSUM VERONA
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Quando l’operatore è inadempiente o ignora i reclami deve pagare al cliente le somme stabilite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Chi è Adiconsum? Adiconsum è un’associazione indipendente e senza scopo di lucro presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali. Gli operatori, i volontari e i dirigenti forniscono assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori e alle famiglie. Adiconsum Verona ha appositamente creato sui social network l’hashtag #idirittiinvaligia. Inoltre è possibile collegarsi al sito internet dell’Associazione www.adiconsumverona.it o utilizzare il numero telefonico 045/8096934.
ARTICOLO
FATTISPECIE
INDENNIZZO euro 7,5 per ogni giorno di ritardo; euro 2 per cambio operatore senza interruzione; per servizi accessori 1/2 del canone speciico o 1 euro, massimo euro 300
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Omessa o ritardata attivazione del servizio
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Sospensione o cessazione del servizio
euro 7,5 per ogni giorno di sospensione; per i servizi accessori 1/2 del canone speciico o 1 euro
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Malfunzionamento del servizio
euro 5 per ogni giorno di interruzione
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Omessa o ritardata portabilità del numero
euro 5 per ogni giorno di ritardo; euro 2,5 per le utenze mobili
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Attivazione o disattivazione non richiesta della prestazione di carrier selection o carrier pre-selection
euro 2,5 per ogni giorno di attivazione o disattivazione
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Attivazione di servizi o proili tariffari non richiesti
euro 5 per ogni giorno di attivazione; euro 1 per i servizi accessori o proili tariffari
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Perdita della numerazione per causa imputabile all’operatore
euro 100 per ogni anno di precedente utilizzo del numero, massimo 1.000 euro
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Omessa o errata indicazione negli elenchi telefonici pubblici
euro 200 per ogni anno di disservizio
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Mancata o ritardata risposta ai reclami
euro 1 per ogni giorno di ritardo, massimo 300 euro
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li operatori telefonici si danno battaglia nelle pubblicità a suon di offerte e promozioni imperdibili e gli utenti, gaudenti per il costante abbassamento delle tariffe navigano da un lido all’altro, con la certezza che tutto andrà per il meglio. Effettivamente molto spesso è così ed è possibile ristorarsi nella consapevolezza che perlomeno la bolletta del telefono non procurerà grattacapi. Ma altrettanto di frequente, purtroppo, aderire ad una nuova proposta contrattuale o cambiare gestore è fonte di tribolazioni di vario genere, la cui soluzione, nel peggiore dei casi, si tra-
sforma in un sogno irrealizzabile. Le situazioni di disagio che si concretizzano sono molteplici e risultano familiari per molti utenti. Può succedere che l’operatore di provenienza seguiti nell’inviare le sue fatture oppure gli importi addebitati non coincidano con quelli della proposta precontrattuale. In certi casi, invece, è la funzionalità della linea ad essere scadente. In altri si subisce un ritardo nell’attivazione e, tra un problema tecnico ed uno amministrativo, l’utenza viene scollegata e la numerazione ceduta. Cosicché ci si vede costretti a cambiare il numero di telefono che si aveva da una vita. Evidentemente
questi spiacevoli eventi sono all’origine di veri e propri danni che, seppure più o meno gravi a seconda del caso concreto, meritano di essere ristorati. Proprio per evitare che le utenze, siano esse familiari o professionali, subiscano un trattamento non adeguato alla gravità del disservizio patito oppure diversificato in base all’operatore coinvolto, l’Autorità garante nelle comunicazioni (Agcom) ha adottato un regolamento che disciplina e determina gli indennizzi applicabili nella definizione delle controversie tra utenti e operatori (Del. n. 73/11/ CONS – Allegato A, reperibile sul sito internet dell’autorità www.agcom. it). Questo regolamento prevede indennizzi giornalieri per l’omessa o ritardata attivazione del servizio (vedi tabella), il malfunzionamento, la sospensione o l’interruzione dello stesso. Ma anche per la mancata risposta ai reclami e la perdita della numerazione o l’errata indicazione sugli elenchi. Nella tabella è riportato un quadro di sintesi delle fattispecie contemplate e degli importi relativi, considerando che nel caso in cui l’utenza coinvolta sia di tipo business gli indennizzi sono raddoppiati o quadruplicati a seconda del problema riscontrato (art. 12 allegato A). Cosa fare dunque in caso di inadempienza del gestore telefonico per tutelarsi autonomamente prima di ricorrere all’aiuto di un’associazione consumatori? Chiamare il servizio clienti per lamentare il disservizio rappresenta senz’altro un’alternativa che potrebbe garantire una certa rapidità di intervento ma, se il problema non viene immediatamente risolto dall’operatore del call center, è bene ricordarsi che per sporgere un reclamo e formalizzare una contestazione è necessario inviare una comunicazione scritta al gestore di competenza tramite raccomandata a.r. o posta elettronica certificata (PEC), curandosi di descrivere il problema chiedendone la tempestiva risoluzione e, qualora ne ricorrano i presupposti, ricordare al gestore che se ne sia sbadatamente dimenticato di applicare gli indennizzi stabiliti dall’Agcom.
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RUBRICA Il Libro: Si rivolge ai ragazzi, tuttavia garantisco che può essere letto con entusiasmo anche dagli adulti che apprezzano il filone fantasy. Il fulcro di questa storia è l’amicizia: lo stretto legame tra Harry, Ron e Hermione, il buon Hagrid, il formidabile prof. Silente, l’inflessibile prof.ssa Mc Granitt, i gemelli Weasley. Con Draco Malfoy, invece, data la sua arroganza, Harry manterrà la dovuta distanza. Ma è solo fantasia avere bisogno di amici e non dover guardarsi dagli antipatici? Un tema che credo non ha tempo e spazio. Il racconto è poi ben distribuito e offre un’immagine affascinante anche della vita scolastica. Credo che molti lettori, pur sapendo che l’autrice rappresenta la scuola come un mondo magico, vorrebbero tramutarlo, in un battibaleno, in realtà. Già perché studiare a mezzanotte «il cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti» è facile, così come coltivare le piante o preparare pozioni. E Hogwarts? «Un posto tanto splendente e sorprendente». E i prof? Ad esempio la professoressa McGranitt, con le sue «trasfigurazioni», definita da Harry «severa e intelligente» e con il «dono di riuscire a mantenere senza sforzo il silenzio in classe»? È sempre stata apprezzata anche se assegnava «una montagna di compiti…», perché riusciva a trasmettere i concetti.
Autore: J.K. ROWLING Illustrazioni: Serena Riglietti Titolo: HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE Edizioni: SALANI Prezzo: 16,80 (sono previsti sconti) Pagine: 302 Per ragazzi dai 9 anni
recensione a cura di Alessandra Scolari
a cura di Mattia Zuanni
BOX OFFICE Fotografa il QR per vedere il trailer
L’autrice: Mette i brividi solo pensare che la scrittrice inglese Joanne Kathleen Rowling (classe 1965) è famosa in tutto il mondo per i sette volumi (scritti nell’arco di dieci anni) della serie di Harry Potter ed è ricchissima: tutto ciò contribuisce a farne un mito straordinario. J.K. Rowling è nata a Yate (Gran Bretagna), è cresciuta a Chepstow, che ha lasciato, dopo il liceo, per frequentare l’Università di Exeter, dove conseguì una laurea in francese e studi classici. Dopo la laurea, si trasferì a Londra e lavorò come ricercatrice ad Amnesty International. Iniziò a creare e scrivere la serie di racconti di Harry Potter, attendendo il treno da Manchester a London King’s Cross. Questo la dice lunga sulle abitudini degli inglesi: non sprecare i tempi di attesa, meglio fare o pensare a qualcosa. Si trasferì poi in Portogallo per insegnare la lingua inglese, si sposò (1992) ed ebbe la figlia Jessica (1993). Il suo matrimonio non durò a lungo, quindi fece ritorno nel Regno Unito, andò a vivere a Edimburgo (Scozia), dove Harry Potter e la Pietra Filosofale fu ultimato e pubblicato nel 1997, dalla casa editrice Bloomsbury. Tutti i suoi libri, oltre ad aver vinto moltissimi premi, sono stati tradotti in film di grande successo. Curiosità: Pubblicato nel 1997 (siamo alla 21esima edizione) ne sono state vendute 120milioni di copie. Quindi è ben avviato a non essere usurato dal tempo. Prevalgono magia, fantasia, mistero e creatività, raccontati peraltro con un linguaggio semplice, molto calzante e ricercato, come lo sono tutti gli altri sei volumi. Non a caso tra le iniziative, per avvicinare i bambini e ragazzi alla narrativa, apprendiamo da internet che il 5 febbraio 2015, in migliaia di librerie, biblioteche e scuole della Gran Bretagna si terrà la «Harry Potter Book Night». Una notte dedicata a Harry Potter, con giochi, letture, spettacoli e dolci. La casa editrice Bloomsbury invita insegnanti, presidi, bibliotecari e librai a prenotarsi entro il 28 novembre. Verrà offerto un kit “magico” con inviti prestampati, manifesti, giochi, quiz e idee per decorazioni di interni ispirate alle avventure di Harry Potter. Una buona idea che molto probabilmente le librerie per ragazzi italiane faranno loro. Il film: “Se vuoi vincere alla lotteria devi comprare i soldi per fare il biglietto”. Lou non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini. Curiosità: Per interpretare il ruolo del protagonista, l’attore Jake Gyllenhaal ha dovuto perdere circa 10 kg, mentre in una scena in cui parla a sé stesso allo specchio per poi sferrare un pugno, si è tagliato rompendo veramente lo specchio ed ha avuto bisogno di punti di sutura alla mano. Il film è stato presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione “Mondo genere”.
Titolo: Lo sciacallo Genere: Noir, Thriller Durata: 117 minuti Regia: Dan Gilroy Attori: Jake Gyllenhaal, Bill Paxton, Rene Russo, Riz Ahmed Uscita (Italia): 13 novembre
Classici da non perdere Titolo Hesher è stato qui Genere Drammatico Durata 109 minuti Regia Spencer Susser Attori Joseph Gordon-Levitt, Rainn Wilson, Natalie Portman
T.J. ha 13 anni. Con il padre Paul si è trasferito a vivere dalla nonna, nel tentativo di riprendersi dalla morte della madre, avvenuta due mesi prima in un incidente. La possibilità di riprendersi, per T.J. arriva nella forma più inaspettata e imprevedibile. Quella del giovane Hesher, un solitario metallaro sporco e malnutrito con l’hobby di dare fuoco alle cose e dalla sigaretta sempre accesa. T.J. rimane affascinato dal carisma e dall’anticonvenzionalità di Hesher, e sarà solo grazie alla sua carica anarchica ed eversiva che lui e suo padre riusciranno a impadronirsi nuovamente delle loro vite.
Territorio a Spicchi Brevi da Verona e Provincia
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a cura della Redazione
VERONA
LA MADONNA DELL’UMILTÀ DI VENEZIANO TORNA A S. ANASTASIA
di Erika Prandi
Dopo dieci anni è stata ricollocata nella sua cappella la pala della Madonna dell’Umiltà di Lorenzo Veneziano. L’inaugurazione è avvenuta il 22 ottobre nella chiesa di Santa Anastasia in presenza del vescovo monsignor Giuseppe Zenti che ha deinito l’opera «la mano dell’uomo che si fa genialità della mente di Dio» poiché «l’uomo è fatto della bellezza». Grazie al inanziamento della Banca Popolare di Verona, la pala trecentesca è stata inalmente restaurata e riposizionata nella cappella della Madonna del Rosario realizzata tra il 1585 e il 1596 da Domenico Curtoni. La cappella celebra la vittoria della Lega Santa sulla lotta turco-ottomana avvenuta a Lepanto nel 1571. Originariamente dedicata alla Madonna della Vittoria, fu poi rinominata da papa Gregorio XIII Madonna del Rosario. La pala, realizzata a tempera e olio di lino crudo su tela, rappresenta la Madonna con Bambino tra San Domenico, San Pietro Martire e i donatori Cangrande II della Scala ed Elisabetta di Baviera. Viene chiamata “dell’umiltà” per la mancanza del tradizionale trono che sorregge il corpo della Vergine. Sopra e sotto sono collocate due opere di Alessandro Turchi realizzate appositamente nel 1607. Dopo i primi restauri avvenuti a partire dal 2001 per opera della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, la pala del Veneziano fu collocata temporaneamente sull’altare della cappella Pellegrini in attesa di stabilire come renderla completamente visibile. La soluzione adottata, essendo l’apertura più stretta, è stata quella di farla retrocedere di circa trenta centimetri in modo da rendere visibili i due santi laterali. In più, sono state tolte la copertura a vetro, che ne impediva una normale visione, e le cornici postume che coprivano parte delle pitture del Turchi. LUGO
LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI RINNOVA Nuovi giochi in giardino e mobilio rinnovato nelle aule e negli spazi interni. Tutto questo grazie ad un bando messo sul piatto dalla Fondazione Cariverona che ha premiato la Scuola dell’Infanzia SS. Redentore di Lugo di Grezzana. Grazie al bando, l’investimento complessivo è stato suddiviso tra la scuola e la Fondazione, con quest’ultima che ha contribuito alla spesa per il 58% dell’ammontare complessivo. L’istituto aveva partecipato già nel marzo 2013, ma solo lo scorso lunedì 20 ottobre una speciale “Festa dei giochi” ha inaugurato le novità, arrivate a Lugo venerdì 17 (in barba alla scaramanzia). Alla presenza del presidente Alberto Zanini e del parroco Don Michele Tressino i bambini hanno potuto giocare con le nuove attrezzature: sabbiera, castello con parete da arrampicata, cavallini mobili a molle, un bruco a tunnel e degli innovativi giochi ad incastro studiati per stimolare la creatività. SAN MARTINO BUON ALBERGO
AL VIA IL PROGETTO TEEN CARE PER L’AFFIDAMENTO DI ADOLESCENTI Il Comune di San Martino Buon Albergo è alla ricerca di famiglie disponibili ad aderire al progetto “Teen Care” per l’afido di adolescenti dai 10 ai 17 anni che vivono in condizioni familiari dificili. L’amministrazione comunale, attraverso l’ISAC (Istituzione Servizi al Cittadino) e in collaborazione con la Cooperativa Energia Sociali e il Comune di Verona ha attivato questa importante iniziativa sociale e solidale. Le famiglie che fossero interessate all’afidamento, devono presentare una richiesta di adesione utilizzando l’apposito modello presente sul sito internet del Comune di San Martino B.A. Per accedere ad un contributo regionale. «Cerchiamo famiglie con una capacità educativa sperimentata per motivi personali, professionali o per la propria esperienza genitoriale» ha sottolineato il sindaco Valerio Avesani, «che possano dedicarsi a tempo pieno ad un minore con tutti i suoi bisogni educativi, affettivi ma anche nei rapporti con la famiglia di origine. Vogliamo che questo sia un progetto “ponte” per consentire una soluzione a lungo termine, come il rientro nella famiglia di origine, l’adozione e l’accompagnamento all’autonomia».
POIANO
50 ANNI DI ARMONIE PER IL CORO PEROSI I primi 50 anni sono un traguardo piuttosto importante, soprattutto se riguardano un gruppo come il Coro Polifonico Lorenzo Perosi, che unisce passione e amore per la musica corale dal 1964. Per festeggiare questo compleanno, l’ensemble di Poiano ha preparato una pubblicazione speciale che è in distribuzione dallo scorso 26 ottobre, quando il gruppo ha festeggiato la ricorrenza. Contemporaneamente a questo evento, si sono festeggiati anche i primi 35 anni delle “Abendmusiken” (letteralmente “musiche della sera”) concerti di arie sacre ispirati alle serate musicali organizzate a Lubecca, e che lo stesso coro propone con convinzione di anno in anno. All’interno della pubblicazione, titolata “1964-2014. 50 anni di armonie” raccoglie «senza velleità letteraria» come indicano gli stessi autori, aneddoti, ricordi, testimonianze, fotograie della vita del coro, il tutto tratto da momenti più o meno recenti in cui trovano spazio anche lettere, interviste ai sostenitori e ai maestri che si sono succeduti in questa prima parte di storia. Per avere una copia della pubblicazione o semplicemente per info sul coro potrete contattare il gruppo all’indirizzo mail corolorenzoperosi@hotmail.it oppure visitare il sito www.coroperosi.wordpress.com
CORO POLIFONICO “LORENZO PEROSI”
di Verona
1964 - 2014 50 ANNI DI ARMONIE
59 BIMBINVILLA 2014. 10° ANNIVERSARIO DEL NIDO “IL GIARDINO”
MEZZANE Novembre 2014 DIPSOTTO antheon
Domenica 16 Novembre 2014, dalle ore 14:30, andrà in scena la prima edizione di “Bimbinvilla”. Grazie all’aiuto dell’Amministrazione Comunale e al desiderio del comitato di gestione della Scuola dell’Infanzia Suor Elisea Santilli e Nido Integrato “Il Giardino”, questo evento eccezionale sarà ospitato presso la tensostruttura installata nel parco di Villa Maffei, sede del Comune di Mezzane di Sotto. Per ricordare il 10° anniversario del nido integrato, la festa sarà “a misura di bambino” e all’insegna del divertimento anche per i più grandi. Nel corso dell’evento, l’associazione culturale e gruppo teatrale “Gli Anta Nati” porterà in scena lo spettacolo teatrale amatoriale “Mary Poppins”, interpretazione dell’omonimo ilm della Disney. A seguire l’associazione culturale “Music Art” di San Martino Buon Albergo presenterà laboratori per la costruzione di strumenti musicali per bambini con un breve intrattenimento di baby dance. Elisa e Nathalie, le due truccabimbi, daranno sfogo alla loro fantasia sul viso dei bambini e una lotteria con premi, tra cui buoni sconto e prodotti offerti dalle aziende locali, sarà un divertente momento che permetterà di portarsi a casa qualche bel regalo. Durante la manifestazione, sarà allestita una piccola “zona bar” dove saranno serviti, caffè, bibite e una merenda bio confezionata offerta ai bambini e la degustazione di bruschette, frutta e formaggi da aziende biologiche. Ingresso libero e aperto a tutti. GARDA
LAKE GARDA GOLF: SPORT ED ECCELLENZE DEL GARDA È un’iniziativa tutta veronese che ha messo in piedi Lake Garda Golf un portale dedicato al golf sul Lago di Garda che riunisce però anche contenuti di promozione per le strutture ricettive e ristorative del Benaco. Rigorosamente in lingua inglese, per rivolgersi al target di persone che praticano lo sport di buche e bandierine, questo sito vuole promuovere la realtà veronese all’estero, come punto di incontro di eccellenza tra sport, cultura, sapori e benessere. Messo online circa 4 mesi fa, il progetto ha registrato numeri molto positivi tant’è che hanno deciso di aderire anche Chervò Golf Club San Vigilio, Golf Club Folgaria e il Club Colli Berici. Grazie alla diffusione dei messaggi veicolati tramite Lake Garda Golf la promozione del territorio si spinge anche in USA, Germania, Olanda, Svizzera e Nord Europa, con offerte ed eventi dedicati che hanno come comune denominatore il lago. Per scoprirne di più www.lakegardagolf.com CERRO VERONESE
DEFIBRILLATORI A SCUOLA Il Sindaco Paolo Garra, l’assessore Sergio Brunelli assieme a Rino Boschi e Fabio Orlandi hanno consegnato lo scorso 18 ottobre alle Scuole Primarie e Medie di Cerro Veronese due deibrillatori. Gli apparecchi sono stati acquistati grazie all’aiuto di sponsor privati, sensibilizzati da attività avviate nel corso degli ultimi anni con la partecipazione del Comune di Cerro Veronese. A ritirarli la dirigente dell’Istituto Comprensivo Stefania Be. Anche il Governatore Luca Zaia ha voluto ringraziare «questi quattro amici che sono riusciti a raccogliere i fondi necessari. Hanno dimostrato la capacità di fare squadra e una profonda generosità». Nella foto (da sinistra): Fabio Orlandi, Rino Boschi, Stefania Be, Sergio Brunelli, Paolo Garra e tre insegnanti delle scuole di Cerro.
PANTHEON UNDERGROUND Gruppi del mese
Parole, grunge e il suono di una chitarra
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P antheon Novembre 2014
di Marco Nicolis
Dal Pala Geox di Padova l'avventura musicale di Marco Marangoni. Il cantautore veronese e il suo album “Perdonami Futuro”. ga. Ci saranno nuove date, nuovi palcoscenici da attraversare e nuove note da suonare. Il futuro è tutto da scrivere e comunque andrà, l’importante è andare incontro al proprio destino secondo le proprie regole, seguendo il fascino che solo il proprio sogno può regalare.
L
a vita, l’amore, il modo di vivere il mondo che ci circonda, tutto questo universo verrà raccontato tra le note e le strofe di “Perdonami Futuro”, il primo lavoro di Marco Marangoni, giovane cantautore veronese. Il futuro di Marco inizia proprio da qui, da una passione nata quasi per caso. Un amore sbocciato tra rock cantautoriale italiano, toni grunge e il suono di una semplice chitarra, la voglia di emergere e di sognare qualcosa che è così distante ma che ad ogni passo, ad ogni nota, sembra sempre più vicina. L’album “Perdonami Futuro” si può riassumere in pezzi originali come “Malinconica”, “La migliore storia”, “È cosi che va la vita”. Brani dove Marco, insieme ai compagni di avventura Matteo, Fabio e Alessio, hanno lasciato una parte del proprio “vivere la musica”, una parte della propria voglia di futuro, una parte della propria personale visione del mondo. Ma si sa, oltre al buio di una sala prove, la vita di chi ama e propone musica parte principalmente dai momenti “live”, dal calore che solo il palcoscenico sa dare. Ed è da qui, dal palco del Pala Geox di Padova che tutto è cominciato, camminando e suonando su uno di quei luoghi in cui un’artista inizia a sentirsi davvero a contatto con chi della musica ci vive. Ora la strada da fare è ancora lun-
Les Noveaux Artistes
R
itorna, al termine della prima felice esperienza tenutasi nel maggio scorso, la rassegna artistico-culturale organizzata dal Maestro Martino Beaupain. Conclusa con successo la rassegna musicale “Les Noveaux Chansonier”, organizzata in maggio presso il bar Ota di Borgo Venezia, Beaupain, sempre alla continua ricerca di spazi e iniziative da dedicare all’arte e alla musica, è pronto a promuovere un altro interessante progetto: Les Noveaux Artistes. Realizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale il Ponte, attiva sul territorio veronese dal 1988, la rassegna, che andrà in scena all’interno della Bottega del Caffè di Borgo Venezia, proporrà quattro interessanti serate che spazieranno attraverso il teatro e l’arte, la musica e la letteratura. La nuova avventura, partita nella giornata di sabato 8 novembre con un primo incontro musicale curato dallo stesso Beaupain, proseguirà sabato 15 novembre alle ore 17:00 con “L’ècriture”, una serata dedicata alla lettura di alcuni passi del libro “Sfruz-Coredo pensieri e riflessioni di un’esperienza di vita” scritto da Michele Rossi.
In questa foto il Maestro Beaupain e nell’altra Marco Marangoni.
Dopo il progetto cantautorale dello scorso maggio torna la cultura in Borgo Venezia con una rassegna dedicata a musica, arte e letteratura, sempre a firma del Maestro Beaupain. Sabato 22 novembre alle ore 17:00, andrà in scena “La lecture”, momento curato da Paolo Ganz, scrittore e poeta veneziano, il quale introdurrà un momento di lettura attorno al suo nuovo libro “Piccolo taccuino adriatico”. A conclusione della rassegna, venerdì 28 novembre, sempre alle ore 17:00, ci sarà un momento dedicato alla pittura, dal titolo “La peinture”. Questo ultimo appuntamento sarà curato da Vittorio Giardini, pittore, il quale introdurrà ai presenti le tecniche e i modi di lavorare di un’artista professionista. Questo il programma dell’interessante iniziativa. Una serie di eventi che, finalmente, cercheranno di smuovere l’animo e la passione dei veronesi riavvicinandoli all’arte e alla cultura, valorizzando il lavoro di diversi artisti che, nonostante le difficoltà, hanno ancora voglia di stupire, esportando tutta la forza che risiede dentro l’arte.
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