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Anno 9, Numero 1
Febbraio 2016
www.verona-pantheon.com
VER NA
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Borse altalenanti, nuove regole bancarie europee, incertezze finanziarie...
E I NOSTRI
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CARNEVALE
VERONA IN LOVE
SOCIETÀ
SPORT
A tu per tu con Madonna Verona
Al via la prima edizione di Love Film Fest
Zygmunt Bauman ospite all'Università
Le favole sportive di Roncari e Scardoni
EDITORIALE di
Matteo Scolari
@ScolariMatteo
…nelle tasche dei veronesi rispetto a qualche anno fa manca una cifra compresa tra i 2 e 3 miliardi di Euro. È necesaria una visione “veronacentrica” della finanza.
Le civiltà muoiono per l'indifferenza verso i valori peculiari che le fondano. Nicolás Gómez Dávila
I
l noto sociologo polacco Zygmunt Bauman, intervenuto il 29 gennaio scorso come ospite d’onore al convegno organizzato dall’Università di Verona dal titolo “Le pietre scartate: vite inutili o pietre angolari?” ci ha raccontato come in un mondo così globalizzato, si tenda a globalizzare non solo merci e prodotti, ma anche alcuni dei comportamenti o dei sentimenti umani più negativi e desolanti come l’indifferenza. Nello specifico, Bauman sottolinea come il dolore provato dagli altri, in fondo, non ci interessa più. «E questo è molto triste oltre che pericoloso» ha commentato il professore nato a Poznań il 19 novembre 1925. Triste, poiché viene meno il concetto imprenscindibile e fondamentale di solidarietà tra le persone; pericoloso perché si mette così in crisi l’intera società di cui facciamo parte. Globale o locale che sia. Ebbene, ho provato a trasferire questa seria riflessione al tema economico finanziario che nelle ultime settimane, e in particolar modo dal 1 gennaio 2016 con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni europee, si è inserito prepotentemente (e oserei dire fortunatamente) nel dibattito pubblico nazionale, sia su carta stampata, radio e televisioni italiane. Sì, perché se siamo arrivati oggi ad avere nel Belpaese alcuni istituti di credito in difficoltà e a rischio default e migliaia di cittadini disorientati, impauriti e impoveriti sul proprio conto corrente a causa di una cattiva informazione e di una mala gestione bancaria, significa che in molti casi, e per anni, si è lavorato nella totale indifferenza nei confronti del risparmiatore, il cui dolore, oggi, magari per aver perso i risparmi di una vita, interessa ben poco. Anche Verona, come vedremo nelle prossime pagine del giornale, negli ultimi anni si è impoverita. Le due grandi istituzioni finanziarie di forte radicalizzazione scaligera come Banco Popolare (220mila soci, di cui gran
parte veronesi) e Cattolica Assicurazioni (25mila soci), rispetto a un quinquennio fa quotano rispettivamente il 50 e il 40 per cento in meno. Fondazione Cariverona, da sempre considerato il baluardo dei veronesi, sta attraversando un periodo di transizione con il rinnovo delle cariche e deve fare i conti con la partecipazione del 3,46 per cento in Unicredit che è iscritta a bilancio a un valore di 2095 milioni, ma che, agli attuali valori di mecato, capitalizza meno di 1 miliardo di Euro. Per semplificare, nelle tasche dei veronesi rispetto a qualche anno fa manca una cifra compresa tra i 2 e 3 miliardi di Euro. Non solo. L’obbligo introdotto dal Governo Renzi di trasformazione in Spa delle banche cooperativistiche con capitalizzazioni sopra gli 8 miliardi di Euro, fa si che gli stessi protagonisti dello scenario veronese sopra citati, che avrebbero anche la forza e l’autorevolezza per coinvolgere altri istituti bancari veneti in difficoltà per costituire un grande polo finanziario regionale, stiano invece cercando alleanze con realtà al di fuori della nostra provincia o della nostra regione. Il rischio concreto per la città, a questo punto, è che si configuri un risiko bancario nazionale e internazionale in cui il patrimonio inestimabile di storia, di tradizione e finanza “scaligera” che caratterizza Verona da oltre 140 anni venga dimenticato o peggio cancellato. Per scongiurare una tale ipotesi, Pantheon con il suo umile appello, si rivolge ancora una volta ai presidenti e ai consigli di amministrazione di Banco, Cattolica e Fondazione, ma anche delle banche di credito cooperativo, affinchè possano una volta per tutte considerare l’opportunità, la necessità e l’importanza di una visione “veronacentrica” nelle proprie strategie di sviluppo e affinchè inizino a dialogare, insieme, attorno a un tavolo per gettare le basi di un grande polo finanziario scaligero e veneto. Lo devono alle famiglie, alle aziende e a tutti cittadini veronesi che hanno contribuito a fare grandi questi tre istituti finanziari. Sarebbe triste, come dice Bauman, cedere all’indifferenza.
Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008 - Numero chiuso in redazione il 01/02/2016
SOMMARIO 6 18 22 26 28 30
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LIBRO DEL MESE
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Bellezza al Naturale
60 Brevi da Verona PRIMO PIANO E i no stri so l d i ? Borsa, banche e nuove leggi, spiegate bene 61 IN CUCINA CON NICOLE A TTUALI Tà D i Pa ri gi e d i nto r n i L'Isis secondo Edward Luttwak IL PER S ONA GGI O D i etr o l a m a s c h e r a A tu per tu con Madonna Verona VERONA IN LOVE Lo schermo si fa atto d'amore Al via la prima edizione di Love Film Fest INTRAPRENDENZA FEMMINILE Curvy Revolution Il Calendario per bellezze di ogni forma SCORCI Tra pietre scartate e uomini rifiutati Zygmunt Bauman a Verona
SALUTE&BENESSERE O spedali i n c o m u n i tà 97 nuovi posti letto per quattro strutture SOLIDARIETà Fauna selvatica in pericolo? L'impegno, oggi a rischio, dell'associazione VerdeBlu A G ROA L I M E NTA R E 112^ F i e r ag r i c o la I segreti (tecnologici) della kermesse fieristica TERRITORIO Gal Baldo Lessinia Il neo presidente racconta il Piano di Sviluppo G IOVA NI & LAVOR O L'arte di “arrabattarsi” L'artigianato si fa 2.0. con Rabatto SC I FONDO C h a pea u a l l e no stre c a m p i o n e s s e Le favole sportive di Roncari e Scardoni
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Un mese, lo sa ppiamo, è lu n go. V u o i rima ne re s e mp re aggi ornato? Dai uno sguardo al nostro portal e: www. v er on a-pantheo n.co m Direttore responsabile Direzione editoriale Redazione
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F l av i o B r u t t i , C h i a r a B o n i . H a n n o c o l l a b o r at o a l n u m e r o d i f e b b r a i o 2 0 1 6 AD IC O NS U M V ERO N A , Mat t e o B e lla m o li , M a r ta B i ce g o, CH IARA BON I, C LAUDIA BUC C OLA, Giorgia C astagn a, Fran c esc a Mauli, Marc o Nicol is, Em a n u el e P ezzo, C a m i lla Pi s a n i , E r i ka Pr a n d i , S A LM O N MAGAZIN E, MIRYAM SC AN DOLA, N ic ole Sc evaroli, Alessan dra Sc olari, Ing rid S o m m ac a m pag n a , G i ova n n a To n d i n i , G I U LI A Z A M PI ERI, german o zan in i, Mattia Zuan n i. F l av i o B r u t t i
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Copertina
P r o g e t t o g r a f i c o F l av i o B r u t t i Redazione
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S o c i e tà e d i t r i c e I n f o Va l S . r . l . V i a T o r r i c e l l i , 3 7 ( Z A I - V e r o n a ) - P. I va : 0 3 7 5 5 4 6 0 2 3 9 - t e l . 0 4 5 . 8 6 5 0 7 4 6 - fa x . 0 4 5 . 8 4 9 2 2 4 8
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PRIMO PIANO
BAIL-IN: ECCO LE NUOVE di
Camilla Pisani
camilla.pisani@verona-pantheon.com
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uello appena trascorso è stato un anno di profondi cambiamenti per il sistema bancario europeo e, dunque, italiano. Nel 2015 il Governo Renzi ha riformato le banche popolari, prevedendo la trasformazione in Spa per gli istituti di credito che superano una certa capitalizzazione (almeno 8miliardi di euro, ndr). In seguito, sono entrate in vigore le nuove norme europee sul salvataggio delle banche in crisi di liquidità, da cui è scaturito anche il discusso decreto Salvabanche che, attraverso la costituzione di un fondo di risoluzione finanziato da tutte le banche italiane, ha reso possibile il salvataggio di quattro istituti a rischio crack: CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti. Il provvedimento ha consentito di dare continuità all’attività creditizia tutelando pienamente i correntisti, ma sacrificando i risparmi investiti da centinaia di azionisti e obbligazionisti locali che hanno perso, in azioni svalutate, un patrimonio di due miliardi di euro. Cifra a cui si devono aggiungere altri 800 milioni di obbligazioni subordinate, per una perdita media di circa 20-30mila euro a risparmiatore. Proprio il salvataggio delle quattro banche,
REGOLE SUL SALVATAGGIO DELLLE BANCHE Dal 1 gennaio 2016 è cambiata la normativa sul salvataggio degli istituti di credito a rischio fallimento: se fino a ieri a subirne le conseguenze sono stati azionisti e obbligazionisti, da oggi pagano il conto anche i correntisti con più di 100mila euro in banca. La città ha ospitato l’economista Carlo Alberto Carnevale Maffè, che ha spiegato ai risparmiatori i nuovi scenari che si prospettano con l’entrata in vigore del cosiddetto “bail-in”. effettuato a fine anno, ovvero alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove norme europee per la gestione delle crisi bancarie, ha avuto l’effetto di attirare l’attenzione sul cosiddetto “bailin”, letteralmente “salvataggio dall’interno”. Dal primo gennaio, infatti, una eventuale mancanza di liquidità della banca coinvolgerà non solo i suoi azionisti e obbligazionisti ma anche chi, senza investire un euro, è un semplice correntista con più di 100mila euro sul conto. La norma, così chiamata in contrapposizione al “bail out”, ovvero al salvataggio di Stato o da parte della BCE, introduce un prin-
cipio nuovo e, all’apparenza, molto pericoloso, perché non risponde a una domanda cruciale: come si tutela il correntista dall’eventuale default della propria banca? Per cercare di risolvere questo e altri nodi, nei giorni scorsi, Banca Mediolanum ha ospitato a Verona il noto economista Carlo Alberto Carnevale Maffè, con l’obiettivo di spiegare ai cittadini cosa e come sta cambiando il sistema bancario. In Veneto, la crisi degli istituti di credito ha coinvolto 205mila azionisti di Veneto Banca e della Popolare vicentina, che ora, con la svalutazione azionaria seguita agli obblighi
7 Borsa, banche e nuove leggi, spiegate bene
imposti dal sistema creditizio internazionale - la trasformazione delle banche cooperative in società per azioni da quotare in borsa - hanno fortemente ridimensionato i propri risparmi. «Con il bail-in siamo entrati in un nuovo mondo: in un’Unione Bancaria Europea dove vige una regola precisa - ha spiegato Maffè - se la banca fallisce, non è più lo Stato a pagare ma il cliente. L’unico modo per tutelarsi sarà cambiare criterio di scelta della propria banca. Se fino a ieri ci siamo fidati del
conoscente, del parente o della vicinanza territoriale, oggi dobbiamo scegliere una banca che sia sana, trasparente, gestita bene». Negli ultimi cinque anni sono stati venduti titoli tossici, ovvero ad alto rischio di svalutazione, per 750 miliari di euro, di cui 250 solo negli ultimi due anni. Denaro oggi polverizzato a causa dell’incapacità delle banche, meglio detto, del management delle banche, di gestirlo al meglio. «Fino ad ora abbiamo messo i nostri soldi in mano ad istituti che hanno
perseguito interessi lobbisitici, economici, personali - ha spiegato Maffè senza mezze misure - da oggi, però, siamo obbligati a compiere scelte intelligenti, affidando i nostri risparmi a banche sane. È stata questa la scelta della BCE, imponendo una regola valida per tutti: impedire che le banche falliscano usando i soldi dei propri clienti come metodo di controllo sul proprio operato, garantendo trasparenza e, soprattutto, l’uscita della politica dagli interessi degli istituti».
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PRIMO PIANO di Redazione
L A TU T E L A D E L RISPA R M IATORE AI TEM PI DEL BAIL-IN Intervista a Massimiliano Fasani, professionista del risparmio
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he cosa vuol dire “bailin” e cosa cambia con la sua entrata in vigore? Con la nuova norma che regola il salvataggio degli istituti di credito, dal 1 gennaio, in caso di fallimento, le perdite non verranno più coperte dallo Stato ma dai risparmi di azionisti e obbligazionisti che hanno investito in quella determinata banca e anche di chi ha più di 100mila euro sul proprio conto corrente. Sono solo aspetti negativi… Non è così. Il bail-in non ha solo dettato regole da seguire in caso di dissesto ma ha anche fornito dei parametri tramite i quali le banche possono garantire trasparenza ai propri clienti, e quindi guada-
gnarsi la loro fiducia. Lo stesso obbligo di trasformazione delle banche in Spa le sottopone a doveri di sorveglianza e vigilanza maggiori rispetto ad oggi. In un regime di regole uguali per tutti, è più facile garantire la correttezza della gestione della banca e quindi di conseguenza la tranquillità di famiglie e aziende che vi hanno posto la propria fiducia. La trasformazione degli istituti di credito in Spa non determinerà la scomparsa delle banche territoriali, ovvero quelle di cui è ricco il nostro territorio? Il numero delle banche popolari diminuirà drasticamente. Anzi, autorevoli studiosi dicono che nei prossimi decenni ri-
Massimiliano Fasani 335 7426553
marranno poche decine di istituti al mondo. E questo potrà avere conseguenze positive perché la cattiva gestione delle banche, che ha portato anche al fallimento di alcune di esse, deriva proprio, oltre che dalla sconsiderata gestione, anche e dall’apertura di troppe filiali che hanno generato costi fissi insostenibili. In conclusione, come deve comportarsi un risparmiatore per essere sicuro di non perdere il proprio denaro aprendo un contro in banca? Il primo passo è scegliere una banca solida: in rete si trovano tutte le informazioni necessarie a stabilire se la banca è gestita in modo efficace o meno, a partire dagli indici patrimoniali e reddituali che non possono scendere oltre una determinata percentuale, poiché se accade significa che ha una bassa capacità di restituzione del denaro investito dai propri clienti. Un altro accorgimento è diversificare e parcellizzare i propri investimenti, per esempio per settore o per area geografica, destinando ad ogni ambito piccole cifre, da quantificare sulla base dell’entità del patrimonio a disposizione.
L’importanza di informare e informarsi
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a buona notizia è che nel 2015, dopo otto anni di forte crisi economica che ha paralizzato interi settori produttivi nel nostro Paese, si è finalmente registrato un segno positivo, seppur minimo, davanti agli indicatori principali della nostra economia. La notizia meno confortante è che molte delle criticità che interessano il cittadino, e in particolare quelle che riguardano il lavoro, i giovani e le imprese, permangono. A questo si aggiunge la grande preoccupazione dei risparmiatori italiani che nelle ultime settimane hanno visto crollare un vero e proprio mito chiamato “banca”. Questo stato di agitazione e di preoccupazione da parte delle persone viene vissuto e percepito quotidianamente anche dalla figura professionale del notaio. «Nei colloqui in studio o a domicilio avverto con profondità le preoccupazioni e i timori per il presente, per il futuro, in particolare dei figli» spiega l’avvocato notaio Mario Sartori, che aggiunge «É indubbio che, in generale, serva una nuova iniezione di fiducia che riesca ad invertire il trend degl’ultimi anni, e credo che ciò si possa ottenere anche attraverso l’informazione. “Informare e informarsi” è la parola d’ordine per tornare ad avere fiducia in sé stessi, nel proprio lavoro e nelle istituzioni». Proprio per fornire una prima consulenza o per rispondere ai dubbi più comuni che possono sorgere in svariati ambiti legali e burocratici o semplicemente per un consiglio, già da tre anni il notaio Sartori, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Grezzana e il sindaco Mauro Fiorentini, ha avviato uno
sportello gratuito aperto ogni terzo venerdì del mese, al mattino, presso il municipio grezzanese: «Un’iniziativa che sta riscuotendo molto successo tra la popolazione locale e non, che ha interpretato questa idea come un avvicinamento della figura pubblica del notaio che si immedesima nelle persone e cerca di capirne i bisogni o le esigenze». «Molto spesso» prosegue Sartori «la nostra figura professionale è stata vista (anche per un’impostazione classica, storica e tradizionale) piuttosto distante dalla gente, in realtà il notaio è una persona sopra le parti e opera solo ed esclusivamente nell’interesse del cittadino, il quale viene informato e tutelato attraverso la legalità sulle questioni più importanti che riguardano la vita di tutti i giorni». In ogni famiglia, prima o poi, nasce l’esigenza di affrontare un acquisto immobiliare o di una prima casa, oppure di doversi occupare di una successione ereditaria, di trasmettere beni ai figli per testamento o donazione, di trasferire l'azienda alla generazione più giovane affinché ne assuma la responsabilità o la gestione, o di tutelare un componente con disabilità o anziano. Per tutte queste esigenze e non solo, il notaio Sartori è a disposizione presso lo sportello comunale di Grezzana ogni terzo venerdì del mese o nel proprio studio in via Enrico da Porto 10, sempre a Grezzana perché «informarsi e poter fare delle scelte operative coscienti, convinte e responsabili in ogni ambito, dalla sfera personale a quella famigliare, è il miglior modo per riacquisire fiducia e serentià».
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PRIMO PIANO
C A O S BA N C H E , C O M E S A LVA G U A R DA R E I P R O P R I R I S PA R M I Intervista a Matteo Farina, professionista del risparmio
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osa ci dice dell’attuale situazione bancaria italiana? Crolli e recuperi dei mercati finanziari come devono essere interpretati? La situazione bancaria italiana si è chiaramente deteriorata da alcuni anni a questa parte. L'impennata delle sofferenze e dei crediti problematici ne sono la diretta testimonianza. Tale problema non è di facile risoluzione e ha creato alcune tensioni finanziarie sui titoli del settore. Credo che nel prossimo futuro assisteremo a molte aggregazioni per cercare di avere un sistema bancario meno fragile e più competitivo e che possa soddisfare al meglio la domanda di credito di imprese e privati . Ci sarà necessariamente una razionalizzazione degli sportelli bancari e postali: tutte le nuove generazioni operano con smartphone e con tablet e l'Italia ha il più alto numero di sportelli per abitante in Europa. Con l'entrata in vigore della nuova normativa del "bail in" ogni risparmiatore deve porre molta attenzione ai propri risparmi cercando di selezionare bene gli intermediari finanziari più affidabili con professionisti capaci. Le tensioni dei mercati finanziari non ci devono spaventare. Oggi forse in cer-
te situazioni di mercato questi movimenti sono più profondi anche per la presenza di speculazioni e vendite allo scoperto (cioè senza avere i titoli in possesso, ndr) che amplificano i movimenti in negativo e positivo. Queste ultime , a mio personale parere sarebbero da vietare. In ogni caso i crolli e i recuperi dei mercati finanziari ci sono sempre stati e questi ultimi storicamente hanno quasi sempre avuto una durata e una crescita maggiore delle fasi negative. Capisco che il risparmiatore medio possa essere in certi momenti disorientato. Dico solo che se ha investito in maniera molto diversificata assistito da professionisti del settore e ha fatto una corretta pianificazione dei propri investimenti dovrebbe stare molto tranquillo . Ma il problema sicuramente è un altro. Quale ? Che dobbiamo elevare in generale il grado della nostra cultura finanziaria magari cominciando anche dalle scuole. Il mondo è cambiato molto dal punto di vista finanziario e viviamo in un mondo globalizzato. Una volta compravamo Bot e Cct e avevamo cedole buone e rendite immobiliari importanti. Oggi sui primi abbiamo
di Redazione
Matteo Farina 333 5071625
dei tassi a breve negativi e a lungo termine irrisori e le rendite immobiliari sono venute in parte a mancare. I risparmiatori alla ricerca di rendimenti alternativi devono necessariamente elevare il loro grado di conoscenza e saper scegliere bene i loro intermediari finanziari e gli investimenti più adatti al loro profilo di rischio. Questo per evitare ciò che è successo il mese scorso agli obbligazionisti delle 4 banche salvate in extremis. L'unica ricetta salvaguardia è la massima diversificazione. Il rischio zero non esiste più. Come può tutelarsi un risparmiatore? Investendo negli strumenti finanziari nella maniera più diversificata possibile senza concentrare il patrimonio su un unico titolo ed avere ben chiaro il concetto di "pianificazione finanziaria". Una volta si usavano cassetti diversi dove si mettevano i soldi che servivano per esigenze diverse. Alla stessa maniera, dobbiamo abituarci, per il bene dei nostri risparmi, ad usare dei "cassetti mentali" diversi per ciò che pensiamo ci possa servire a breve, medio , o lungo termine.
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PRIMO PIANO di Redazione
R I F O R MA D E L L E B A N C H E D I C R E D I T O C O O P E R A T I VO, E C C O C O S A C A M B I A Intervista a Valentino Trainotti, Direttore generale della Banca di Verona
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ott. Trainotti, anche le Banche di Credito Cooperativo (BCC), come tutto il settore Bancario, stanno vivendo un momento di importanti cambiamenti e trasformazioni. Può spiegarci cosa cambierà a livello nazionale con il processo di autoriforma in corso? Il processo di autoriforma sollecitato dalla vigilanza europea - dovrebbe trovare la propria cornice legislativa con un decreto che potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri entro pochi giorni. L'autoriforma prevede la costituzione di una newco con licenza bancaria controllata dalle Bcc che, attraverso un accordo di direzione e coordinamento, fungerà da capogruppo ma lasciando autonome le singole Bcc, con diversi livelli in funzione della loro solidità ed efficienza. Quali conseguenze per le BCC veronesi? Il progetto di autoriforma dovrà consentire alle Bcc di poter contare su un gruppo coeso in grado di fare massa critica ed, eventualmente, di avere anche accesso al mercato dei capitali ma mantenendo il legame con i territori con la presenza delle Bcc che rimarranno autonome. Nel caso in cui fosse invece previsto nel decreto ministeriale un aumento del livello minimo di capitale delle singole
Valentino Trainotti
Bcc, esempio ad una soglia di 30 milioni, alcuni istituti potrebbero essere costretti ad aggregazioni. Per le Bcc con sede in provincia di Verona un'accelerazione nelle aggregazioni potrebbe derivare dalla richiesta di maggiore patrimonio, aggregazioni che altrimenti vanno valutate nella misura in cui rafforzano il ruolo del credito cooperativo nella nostra Provincia, valorizzando il ruolo delle migliaia di soci. Quale sarebbe invece lo scenario auspicabile a Verona e Provincia dal nuovo panorama normativo e Banca di Verona, in particolare, come potrebbe farsi promotrice di nuove aggregazioni territoriali al fine di un unico “polo cooperativistico veronese”? Banca di Verona si presenta
a questo importante appuntamento con tutti i requisiti necessari sia sotto il profilo reddituale (con un ROE medio dell'ultimo triennio del 5% annuo), che patrimoniale (il Cet 1 è pari al 21%, uno dei più elevati in Italia), grazie alla politica di costante accantonamento degli utili a patrimonio (più che raddoppiatosi negli ultimi 10 anni, pur non avendo richiesto capitale ai soci). La Banca potrà quindi beneficiare del rafforzamento derivante dalla costituzione del Gruppo del credito cooperativo italiano soprattutto in termini di offerta commerciale e di servizio, grazie alle economie di scala per le maggiori masse critiche, ma mantenendo le caratteristiche che la contraddistinguono da sempre di banca locale vicina alle esigenze della comunità e dei suoi clienti, grazie alla struttura snella e veloce nelle decisioni e alla stabilità dei suoi organi amministrativi. La Banca rimane però aperta ad ogni ipotesi di aggregazione con altre Bcc della Provincia se questo consentisse di meglio servire la comunità, aumentando la convenienza della propria offerta e portando reale valore aggiunto ai propri portatori di interesse.
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PRIMO PIANO
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Sei socio del Banco Popolare e/o di Cattolica e vuoi essere informato sulle ultime evoluzioni del settore? Scrivi a: risparmio@verona-pantheon.com di Germano Zanini, Direttore della Settimana Veronese della Finanza
UN “POLO FINANZIARIO” CON VERONA AL CENTRO È POSSIBILE L'On. Enrico Zanetti, nominato proprio in questi giorni viceministro all'Economia, durante l'edizione straordinaria della Settimana Veronese della Finanza organizzata da Pantheon e da VeronaExpo Network, aveva auspicato la costituzione di un polo finanziario scaligero che fosse poi aggregatore di altri istituti bancari veneti. Visti gli ultimi sviluppi nel panorama finanziario, ora più che mai è necessario fare squadra.
Paolo Bedoni
Paolo Biasi
'unione fa la forza, dice il proverbio. E questa massima, attuale oggi più che mai, vale anche nell’economia e nella finanza, i settori che in assoluto saranno fondamentali per lo sviluppo futuro delle famiglie, delle imprese e del territorio veronese. Per questo, dalle colonne di questo giornale, parte l’ennesimo, accorato e determinato appello ai Presidenti e ai Consigli di Amministrazione di Fondazione Cariverona, Banco Popolare e Cattolica di Assicurazione perché sappiano intraprendere iniziative condivise e comuni per il bene dei risparmiatori e della città. Malgrado i risultati di bilancio del 2015 siano previsti in netto miglioramento, i titoli da sempre nel portafoglio di tante famiglie veronesi -il Banco popolare (220.000 soci dei quali una buona parte veronesi) e Cattolica Assicurazioni (25.000 soci)stanno vivendo un momento critico. Le quotazioni sono su valori molto bassi. A titolo di esempio, rispetto al mese febbraio di cinque anni fa, i due “pilastri” ve-
ronesi quotano, oggi, rispettivamente il 50% e 40% in meno. Particolare anche la situazione di Fondazione Cariverona, da sempre la “cassaforte dei veronesi”, in procinto di nominare il nuovo presidente in sostituzione di Paolo Biasi - in carica dal 1992 che malgrado il raggiungimento dei limiti di età che ne escludono la rielezione, manterrà ancora un ruolo determinante nella gestione degli immobili della stessa. La principale partecipazione di Fondazione Cariverona è il 3.46% di Unicredit, le cui azioni sono iscritte a bilancio ad un valore di 2.095 milioni di Euro, ma che, agli attuali valori di mercato, capitalizzano meno di 1.000 milioni, con una minusvalenza teorica di circa un miliardo di euro. Ai valori attuali di mercato, che speriamo siano a breve solamente un brutto ricordo, nelle tasche delle famiglie veronesi, mancano, rispetto a qualche anno fa, una cifra compresa tra i 2 e 3 miliardi di euro. Quali sono le cause di questa perdita di valore? Sicuramente, si tratta di motivazioni comples-
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Carlo Fratta Pasini se e articolate. Certamente però, secondo alcuni osservatori, le tre istituzioni non hanno sufficientemente “fatto sistema” per fronteggiare e superare l’impegnativa crisi economica. Oggi, le tre principali istituzioni veronesi sono alle prese con nuovi scenari che cercheremo di esaminare, in breve. L'azionista di riferimento di Cattolica Assicurazioni (presieduta da dicembre 2006 da Paolo Bedoni e chiamata ad aprile al rinnovo degli organi sociali, ndr) è Banca Popolare di Vincenza detentrice del 15,07%. L’istituto berico sarà impegnato, in primavera, in un significativo aumento di capitale con l’entrata nella compagine vicentina di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali in parte completamente estranee alla tradizione e al territorio veneto. Saranno queste ultime, indirettamente, le nuove socie di maggioranza relativa della compagnia assicurativa veronese, rischiando di ipotecarne le linee guida future e gli organi di gestione. Il Banco Popolare (presieduto dal 1999 da Carlo Fratta Pasi-
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15 Borsa, banche e nuove leggi, spiegate bene
ni), mentre scriviamo, sta negoziando accordi di fusione con istituti bancari non veneti, in una operazione che seppur valida da un punto di vista industriale, comporterà il rischio concreto di sradicare il Banco da Verona, dal suo territorio e della sua storia, perdendone il ruolo di catalizzatore dello sviluppo futuro. La Fondazione Cariverona, invece, si trova detentrice di una quota importante in Unicredit senza poterne però esprimere nessun rappresentante all’interno del CdA e con una minusvalenza potenziale importante in caso di cessione. Alcuni grandi pensatori del passato ci hanno insegnato che dalle situazioni di crisi spesso nascono grandi opportunità. Una di queste, come ricordato nella settima edizione della Settimana Veronese della Finanza, potrebbe essere la nascita di un “polo finanziario veronese”. Un progetto industriale e innovativo di Banca Assicurazione, leader in Italia, che potrebbe essere
sostenuto sia dal capitale della Fondazione Cariverona, che tornerebbe ad investire parte del patrimonio mobiliare in realtà “veronesi”, che da un pool di famiglie veronesi/venete. Questo “polo”, una volta consolidato, potrebbe essere il soggetto aggregante di ulteriori istituti bancari veneti e lombardi, con la creazione di una “banca regionale Veneta/Lombarda” di dimensioni importanti. Il ruolo di Pantheon - il giornale dei veronesi protagonisti - non è quello di fornire soluzioni (anche se cercherà sempre di portare il proprio modesto contributo) ma di sollecitare i Presidenti e gli amministratori di Cattolica Assicurazione, Banco Popolare, Fondazione Cariverona e anche delle banche di Credito Cooperativo Veronesi (coinvolte in queste settimane nel progetto governativo di autoriforma, ndr) ad intraprendere un tavolo serio, costruttivo, concreto per elaborare un nuovo progetto industriale – con Verona al centro - a servi-
On. Enrico Zanetti zio in primis delle famiglie, delle imprese e del territorio veronese. Diversamente, potrebbe farsi concreto il rischio di aver dilapidato un patrimonio ingente e 140 anni di tradizione e di storia. Rischieremmo di diventare terra di conquista di soggetti terzi, che potranno avere, forse, nuovi ambiziosi progetti di sviluppo, ma tra questi, di certo, non quello di mettersi a servizio del “bene comune” della nostra Verona.
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IL RISPARMIO “TRADITO” di Carlo Battistella per Adiconsum Verona
Tra la fine del 2015 e l'inizio di questo nuovo anno si sono concatenate notizie relative ad eventi bancari per causa dei quali il patrimonio di molte famiglie si è sensibilmente ridotto o, nei casi peggiori, è del tutto svanito.
I
l caso più recente ed eclatante è quello della filiale Unicredit di San Giovanni Lupatoto dove un dipendente ha sottratto per anni risparmi a centinaia di famiglie eseguendo finte operazioni finanziarie. Prima c'erano stati i casi di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza in cui migliaia di investitori avevano visto in brevissimo tempo precipitare drasticamente il valore delle azioni di queste banche, acquistate proprio su consiglio delle banche stesse. Senza tralasciare, poi, Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e Carife che a novembre del 2015 sono state poste in liquidazione coatta amministrativa. È vero, siamo sempre stati abituati a pensare che non esistesse un modo più sicuro di conservare i nostri risparmi che affidarli ad una banca, che non ci fosse alternativa più intelligente di investire il nostro gruzzolo sui mercati finanziari, ma oggi tali certezze vacillano pericolosa-
mente. Ma cosa si può fare? Come comportarsi? Non esiste una risposta semplice però l'analisi dei singoli casi mette in luce un punto di partenza, un elemento molto importante sul quale vale la pena di riflettere: la fiducia. Infatti, la maggior parte degli eventi bancari e finanziari avversi trovano origine nella fiducia che il cliente ripone nella banca - o precisamente - nel consulente incaricato: si firmano montagne di moduli senza leggerne il contenuto, si prendono per vere le parole dell'intermediario senza premurarsi di verificarne la veridicità, si accettano di compiere operazioni di cui
non se ne capisce realmente il funzionamento. Come si è visto, capita che questa fiducia venga tradita e le conseguenze assumano caratteri disastrosi. Pur essendo possibile rivalersi nei confronti degli istituti bancari, la vera soluzione risiede nel calibrare con attenzione questa profusione di fiducia, sforzandosi di leggere, verificare, chiedere chiarimenti o, almeno, domandare aiuto ad una terza persona competente che non abbia interessi in gioco. Per saperne di più contatta Adiconsum Verona www.adiconsumverona.it
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ITÀ
DI PARIGI E DINTORNI
di Miryam Scandola
Edward Luttwak, «l'uomo dagli scenari globali», è intervenuto il 22 gennaio scorso al Palazzo della Gran Guardia, in un incontro promosso da AGSM e moderato da Mario Zwirner, Direttore di Telenuovo. L'economista e consigliere strategico per il governo americano ha affrontato temi grandi, dal terrorismo all'incertezza dei mercati, passando per l'Europa e i suoi “lacci”.
A
vrebbe dovuto parlate di geopolitica, stando al volantino. Ma a Edward Luttwak le limitazioni, che siano di ruolo o semplicemente di argomento, non piacciono molto. Economista, politologo, saggista e esperto di politica internazionale, nonché consigliere strategico della Casa Bianca, durante l'incontro il 22 gennaio scorso, presso il Palazzo della Gran Guardia, ha spaziato dal Califfato islamico fino al decentramento amministrativo, passando per il capitalismo «che è un cavallo che non si può pensare di ingabbiare». E ovviamente ha sostato con il pensiero sull'Europa. L'UE, per lo studioso, soffre di una sindrome di immobilismo cronico che impedisce un vero margine d'azione per i Paesi membri. Le interferenze europee sono, secondo Luttwak, l'ostacolo allo sviluppo degli stessi. Ha citato la Svizzera, come esempio virtuoso (il Paese è lontano da Bruxelles, quanto dall’euro) e il Regno Unito (membro dell’U-
nione Europea, ma non aderente dell’Eurozona). «C'è meno Europa». Questa, a suo avviso, la ragione che spiegherebbe il mezzo milione di italiani a Londra impegnati in lavori che a casa non farebbero mai. Perché, a ben vedere, «in Inghilterra non dovrebbero esserci italiani e francesi, anche solo visto il clima, che, diciamolo, è molto peggiore». Oggi la paralisi dell'Unione, dalla quale fuggono i suoi giovani, inizia a mostrarsi perché «non è più compensata dal dinamismo cinese». La teoria, dunque, che sembra guidare, in primis, le logiche europee è quella del «siccome c'è la globalizzazione, l'unica soluzione è un governo globale». Niente di più sbagliato, per l'esperto, perché deresponsabilizza chi è al potere. E, in parte, l'oscillazione delle Borse di queste ultime settimane trova origine proprio nel fatto che «gli investitori privati non si fidano dei loro governi». I grandi di Bruxelles dovrebbero ricordare che
«l'Europa è stata creata da gente coraggiosa», e che sarebbe bene emularne, anche solo in minima parte, l'atteggiamento, «spingendo e non solo tirando». Celebre per le sue provocazioni, Luttwak ha scelto di non risparmiarle ai tanti venuti all'incontro promosso da AGSM. Per lui «il terrorismo non è solo un problema di morti». Quello che la mano dell'Isis colpisce, travolge. E questo vale anche per il settore economico. Non a caso la bomba, in Turchia, è stata gettata nella piazza di Sultanahmet, nei luoghi che appartengono ai turisti più che ai
Edward Luttwak
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La parola al consulente del Pentagono
suoi quotidiani abitanti. Così in Egitto, così in Burkina Faso, così a Parigi. A sostegno della sua tesi, arrivano i dati dell'economia francese che nel quarto trimestre ha rallentato. Il ristagno è imputabile al terrorismo e al relativo calo del comparto turistico, secondo la stima diffusa dall'Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE). Ricordando l'insanguinato 13 novembre parigino, Luttwak ha, senza mezzi termini, evidenziato le mancanze dei servizi segreti d'oltralpe. «Non hanno metodo, e non lo cercano. Preferiscono compilare biografie (i dossier, ndr), piuttosto che firmare arresti». Riflessioni dure che sembrano trovare conferma nelle recenti dichiarazioni dell’ex capo della sezione anti terrorista del tribunale di Parigi, Marc Trévidic, che critica la legge sull’intelligence introdotta di recente «il
Califfato ha una capacità di sviluppo notevole perché per tre anni è stato lasciato crescere indisturbato. Risultato: è diventato potentissimo; e quando un gruppo terroristico è forte, si esporta». Il sistema è diverso in Italia; funziona meglio perché, a detta del consulente strategico del Pentagono, «ha fatto pratica con le Brigate Rosse».
PARIGI, COME SI È TORNATI A VIVERE Abbiamo chiesto a Giacomo Leso, giornalista per il gruppo de L'Espresso, veronese di nascita ma parigino dal 1998 di raccontarci cosa si respira, oggi, tra le vie della capitale francese... Le reazioni, dopo gli attentati, sono state due. Vi è una parte, quella della borghesia ricca parigina del VI e VII arrondissement che si è rifugiata ancora
di più nel proprio ceto, cercando nelle sicurezze del benessere una garanzia dal terrore di novembre. Un tentativo di annegare e negare quello che è successo con una vita più agiata della precedente. L'atteggiamento, forse, più interessante è, invece, quella della maggior parte della gente. Arabi e persone di colore che vanno in luoghi considerati "bianchi", e viceversa. Invece di allontanarsi, alcune persone hanno scelto la via del dialogo; è molto diffuso e confortante questo vivre ensemble (vivere insieme, ndr). La richiesta presentata dall’associazione Lega francese per la difesa dei diritti dell’uomo e del cittadino di sospendere lo stato d’emergenza nel paese non ha sortito l'effetto sperato. Com'è stato percepito dai cittadini il prolungamento? Quella che viene a costituirsi come una possibilità in più per le forze dell'ordine, dai francesi viene vissuta malissimo. Ma questo stato di polizia durerà poco. L'autocensura nei comportamenti e nelle parole, non è decisamente nelle corde dei parigini.
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CARNEVALE I come, i quando e i perché del Bacanal del Gnoco
QUANDO LE MASCHERE S I I M P A D R O N I V A N O D E L L A C I T TÀ
di Erika Prandi
Quando è nato realmente il carnevale veronese? E da dove deriva la maschera del papà del gnoco? A queste e a tante altre domande ha cercato di rispondere Andrea Toffaletti nelle sue prime tre edizioni del libro “Bacchanalia” edito da Stimmgraf.
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ndrea, come è nata l’idea dei libri? È nata quando ero membro del comitato Bacchanalia. Volevo raccontare del carnevale andando oltre le credenze popolari perché mi piace che le persone vengano a conoscenza delle cose come realmente sono. Così ho iniziato a far ricerca in archivio di stato e in Biblioteca Civica ma mi hanno aiutato molto anche le cartoline e i manifesti di collezionisti. La cartolina più antica che ho trovato è del 1838, mentre le immagini più antiche del carnevale sono i quadri di Marco Marcola del Settecento. Il carnevale veronese, però, è ben più antico. Si dice risalga al 1531. È così? La data fa riferimento all’anno in cui fu istituita una commissione per sedare la rivolta popolare di assalto ai forni nel quartiere di San Zeno. Tale commissione poi si prodigò per dar da mangiare alla gente. Al riguardo ho trovato proprio un documento che menziona tutti i componenti tra cui il celebre Tommaso Da Vico noto come Andrea Toffaletti
l’istitutore del carnevale. Di lui esiste il testamento redatto il 18 marzo 1531 e un documento in cui si dice che la lettura è avvenuta il 13 maggio dello stesso anno. L’assalto ai forni, invece, è successo a giugno. Quindi, come può aver dato da mangiare alla popolazione se era già morto? Inoltre, nel testamento menziona il figlio Marcantonio come unico erede mentre la tradizione popolare riferisce che aveva lasciato i suoi beni alla gente che ne avrebbe beneficiato ogni venerdì gnocolar. Da allora assunse questo nome? Anticamente era chiamato venerdì casolar da casius che in latino vuol dire formaggio. Infatti, gli gnocchi erano fatti solo di farina e acqua e chiamati maccheroni (che deriva
da maccar, premere in dialetto, ndr). Nel Settecento, nonostante l’introduzione della patata grazie al francese Parmentier, il papà del gnoco continuava ad essere chiamato “capo dei maccheroni” o “macheron maggiore”. Solo dopo l’unità d’Italia si registra l'utilizzo del termine papà del gnoco. Cosa ha rappresentato il carnevale nel corso dei secoli? Quando il papà del gnoco andava dal Podestà si diceva che il mondo era sottosopra perché le maschere diventavano per un giorno padrone della città. I poveri diventavano ricchi. Vi era goliardia nel prendere in giro le autorità, anche se all’inizio è nato per celebrare la figura di Tommaso Da Vico, colui che aveva sfamato i poveri. Secondo la tradizione.
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INTERVISTA
IL PERSONAGGIO
di
Giorgia Castagna
giorgia.castagna@verona-pantheon.com @CastaGiorgia
DIETRO LA MASCHERA DI MADONNA VERONA Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il Cavaliere Ufficiale Maria Luigia Vassanelli: figura femminile del mondo carnevalesco veronese e proprietaria dello storico piano bar “Madonna Verona” di via Don Bassi.
N
on tutti sanno chi sia, e alcuni, forse, la ritengono solo una bella e consueta leggenda scaligera. In tanti, invece, sanno dove trovarla e di chi stiamo parlando nominando “Madonna Verona”: lei, una delle poche se non l’unica figura femminile del mondo carnevalesco veronese. L’abbiamo incontrata nel suo locale, lo storico piano bar della città, dall’omonimo nome, nascosto all’ombra della Cattedrale di Sant’Anastasia. Entriamo, così, in punta di piedi, in quella che è ormai, da oltre trentacinque anni, la sua casa, suonando il campanello, come di consueto per annunciarci: luci soffuse, musica di sottofondo e quell’atmosfera anni Sessanta che rendono tutto ancora più mistico. Seduta sul suo trono, un’antica sedia di legno foderata di velluto bordeaux, troviamo Maria Luigia Vassanelli in arte “Madonna Verona”. Personaggio emblematico del panorama veronese, nata a Bussolengo e imprenditrice di vari locali della città, tra cui il rinomato Boomerang. Nominata prima Cavaliere, nel 1983, e pochi anni dopo Ufficiale, la lady veronese si guadagna nel corso della sua vita tanti titoli e riconoscimenti, arricchendo così il suo personaggio. Ma, se per gli amici di allora lei era solo Luigia, siamo cu-
L'attuale direttivo del Comitato Madonna Verona costituito da: (al centro) Maria Luigia Vassanelli, presidente, seguono i consiglieri Flavio Zerbini, Renzo Preato e la costumista Natalia Zamboni Francesco Graziani
riosi di capire chi si nasconde dietro la figura di Madonna Verona Nel lontano 1964 il Carnevale veronese voleva introdurre una figura femminile che rappresentasse la “Donna di Verona”, la Dea Romana di Piazza Erbe. Quell’anno la scelta ricadde su di me e cosi da oltre cinquant’anni animo con amore e passione le manifestazioni carnevalesche veronesi e non solo, visito scuole, ospedali e case di riposo per portare allegria e sorrisi. Lo faccio con i miei compagni di maschera che negli anni d’oro sono arrivati a essere oltre sessanta. Poi la scelta di comprare questo locale e da quel giorno ebbe inizio un altro pezzo del-
la mia storia. Da dove nasce l’idea di avviare un piano bar? All’epoca il piano bar era un locale in voga e così in quegli anni, con l’intento di comprare e aprire un immobile che garantisse la mia vecchiaia, capitatai qui, in un vecchio deposito di materiale edile, che nessuno voleva. Al tempo gestivo altri locali della città e chiesi il permesso ai preti, nonché miei vicini, per poter aprire un locale che facesse musica dal vivo e Don Cappelletti dopo quindici giorni mi diede il nulla osta per l’apertura di “Madonna Verona”. Studiai ogni dettaglio e con il tempo, grazie agli omaggi ricevuti dai miei clienti e amici, terminai di arredarlo.
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IL PERSONAGGIO
Maria Luigia in uno scatto del passato
Ci faccia qualche nome di celebrità passata di qui e che ricorda particolarmente Se questi muri potessero parlare…sono tanti i personaggi che hanno oltrepassato quella porta e che ancora oggi passano a trovarmi quando capitano in città (nel bel mezzo della nostra chiacchierata siamo interrotti dall’arrivo di Valerio Merola, conduttore televisivo che di passaggio per un altro appuntamento non si è fatto mancare un saluto a Luigia, ndr). Celebrità provenienti dal mondo della politica, dell’imprenditoria e dell’arte. Grazie poi all’amicizia che mi legava a Vittorio Salvetti, patron del Festivalbar, il mio locale era
una sala prove per i suoi artisti che faceva provare qui prima di salire sul palco dell’Arena. Tra i tanti potrei nominare Vasco Rossi o Vinicio Capossela. A proposito di quest’ultimo, è vero che una sera gli intimò di smettere di cantare? Sì, lo ricordo come fosse ieri. Si presentò qui una sera e dopo breve tempo iniziò a fare piano-bar da me. Suonava in modo eccellente, ma nel canto non era poi cosi forte, gli dissi: "Ragazzo se vuoi continuare a lavorare qui, suona ma non cantare". Quel ragazzo era Vinicio Capossela che ancora oggi quando viene a trovarmi ricorda quell’episodio, divertito.
Che cosa pensa del Carnevale Veronese? Amo profondamente il Carnevale e tutta la tradizione che si nasconde al suo interno. Porterò anche quest’anno, con il mio corteo il Carnevale veronese a Cento, precisamente il 21 febbraio, sicura che le nostre tradizioni ci arricchiscono, ma devono continuare a essere conservate e promosse. Che cosa manca a Verona a suo avviso? Verona è poesia e vita. È una città ricca di storia abbracciata e coccolata da un fiume, l’Adige, che la rende ancora più bella. Tolo da Re racconta benissimo nella sua poesia de L'Adese questo incontro che mette in luce la nostra città. Nella mia vita ho girato tanto, soprattutto all’estero: dal Messico, terra che adoro particolarmente, all’Africa, ma Verona è casa. Viaggia ancora? Faccio fatica a muovermi, il mio posto è questo, ma se dovessi farlo, le confido che andrei a rivedere un posto non molto lontano ma a me molto caro. Un luogo che merita di essere scoperto e visto per i suoi paesaggi e per le persone che lo abitano, parlo della nostra incantevole Lessinia.
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SAN VALENTINO
La città si prepara all'annuale appuntamento
VERONA IN LOVE, E L'AMORE SCENDE IN PIAZZA di Miryam Scandola
«B
eati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni». Lo diceva Alda Merini e in qualche modo, anche se siamo tra quelli a cui lo stato di beatitudine è accaduto una volta soltanto, ci si ritrova, almeno una volta all'anno, costretti a dare credito alla grande poetessa milanese. Dall'11 fino al 14 febbraio, “in fair Verona, where we lay our scene”, in quella Verona tratteggiata dalla penna di Shakespeare si terrà la consueta kermesse scaligera. “Se ami qualcuno, portalo a Verona”, recita con dolce insistenza lo slogan di Verona in Love, giunto ormai alla sua dodicesima edizione. Tantissimi gli appuntamenti. Si va dalla pioggia di cuori in coriandoli di “Soffi d’Amore”, alle suggestive Luminarie che devono il loro fascino ai grandi cuori rossi proposti da AGSM, passando per l'Aperintorre, il brindisi in cima alla Torre dei Lamberti, con lo sguardo perso nell'atmosfera sospesa della città più romantica del mondo. Ma andiamo con ordine. Il Loggiato di Frà Giocondo diverrà l'elegante “Loggiato in Love”, dove il matrimonio, giunto al suo terzo anno, tra Lidl Italia e Verona in Love si mostrerà piacevolmente con un salotto dedicato alla degustazione di una selezione di cioccolato. Da segnarsi anche il mercatino “Un cuore da scoprire”, dove le bancarelle che rendono onore alle prelibatezze scaligere tra prodotti tipici ed eccellenze veronesi, sono disposte a forma di cuore. Secondo Pessoa «solo i folli non
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hanno mai scritto lettere d'amore». E per chi non ha ancora trovato il modo di abbozzare una dichiarazione torna l'ormai consolidato appuntamento presso il Cortile Mercato Vecchio con “Messaggio del Cuore, Ti amo e te lo scrivo!”, o in alternativa il “Sigillo d'Amore”, la pergamena che conferma la promessa d'amore. Spazio anche alla musica "Live in Love", tra concerti dal vivo e le rappresentazioni teatrali che mettono in scena la passione dei due eroi shakespeariani, sempre nella suggestiva Piazza dei Signori. Un anniversario, quello dai quattrocento anni dalla morte del padre di Giulietta e Romeo, che si celebrerà con “emozionanti novità” stando agli organizzatori. Dall'anteprima di White, fiabesco spettacolo equestre programmato per l'estate scaligera fino alle dolcezze di Be my Valentine! Decoriamo i biscotti, workshop
di pasticceria creativa a cura di una vera maestra del cake design, Matilde V. Ma tra queste vie che hanno ospitato un amore letterario e infiniti altri normali c'è anche la possibilità, per le innamorate che vogliono vestire i panni di Giulietta per un giorno, di recarsi nella sede del Club di Giulietta in Corso Santa Anastasia 29, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e rispondere ai messaggi provenienti da tutto il mondo. Domenica 14 febbraio si terrà, infine, la Giulietta&Romeo Half Marathon con l’arrivo dei podisti innamorati in Arena. Perché, a volte, l'amore è anche imparare ad andare alla stessa andatura. Gli Hasthag per raccontare a tutti il proprio ardore: #veronainlove, #seamiqualcuno #infairverona Il sito : www.veronainlove.it
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CINEMA
CULTURA
LOVE FILM FEST di
Erika Prandi
erika.prandi@verona-pantheon.com
LO SCHERMO SI FA ATTO D'AMORE
Per la prima volta, in occasione di Verona in Love (vedi pagina 24), si svolgerà in città una rassegna cinematografica dal gusto sentimentale e melò con incontri con il regista, mostre fotografiche e corsi dedicati. Il tutto nell’elegante spazio della Gran Guardia.
Una scena tratta dal film "Before Midnight" (2013)
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’edizione di Verona in Love 2016 festeggia i dodici anni di età e celebra i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare che ha dato vita alla celebre storia di Romeo e Giulietta. Non vi è occasione migliore per ampliare l’offerta culturale della manifestazione che si svolgerà dall’11 al 14 febbraio. Ci saranno bancarelle di prodotti tipici, visite guidate, cacce al tesoro, spettacoli teatrali, di musica e poesia, e molto altro. Tra i vari appuntamenti dedicati a tutti gli innamorati del mondo vi è anche il Love Film Fest e che si terrà in Gran Guardia. La prima edizione della rassegna cinematografica ideata dall’omonima associazione culturale sarà in formato “retrospettiva” in vista della prossima che si terrà nel 2017. Per l’occasione assume-
rà le vesti di un vero e proprio festival con tanto di concorso dedicato ai film inediti. Quelli di quest’anno, invece, sono già usciti ma saranno proiettati in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Si tratta di pellicole provenienti da Paesi stranieri o che sono stati trascurati dai cinema tradizionali ma che riescono a trasmettere fascino e grandi emozioni. «Per questa prima rassegna abbiamo selezionato film provenienti dall’Argentina, Paese ospite 2016, e dal catalogo internazionale della Good Films - riferisce il presidente dell’associazione Love Film Fest Nicola Fedrigoni. «L’intento è quello di riportare a Verona una rassegna molto amata sul cinema sentimentale e melò e ricollocarla nel periodo dell’anno forse più adatto, quello di San Valentino,
quando la nostra città diventa, grazie anche alla manifestazione del Verona in Love, la capitale mondiale dell’amore». Infatti, anche i titoli delle quattro sezioni (ognuna per ciascuna fascia oraria) non potevano non rimandare a questo tema: Love Classics, Love Strangers, Love Directors e Panorama. Al primo saranno affidati film sul neorealismo d’appendice, sullo splendore della Hollywood classica e la libertà della Nouvelle Vague con “Catene”, “Magnificent Obsession”, “La Sirene du Mississipi” proiettati alle 15 di venerdì, sabato e domenica. Il primo giorno, infatti, sarà dedicato alla presentazione ufficiale, alla visione del film “Tango” e alla serata di tango prevista alle 21.30. Ad omaggiare il cinema argentino ci penserà la seconda sezione
27 Al via la prima rassegna cinematografica dedicata al genere sentimentale
delle 17 che proporrà tre film che raccontano il Paese nelle sue sfumature sentimentali; “Il figlio della sposa”, “Medianeras” e “Valentin”. «Per la sezione Love Directors – spiega Fedrigoni - proietteremo alcuni dei migliori film dedicati all’amore realizzati da importanti registi italiani appartenenti a diverse generazioni e in gra-
do di toccare le varie tematiche sentimentali con acuta sensibilità». Alle 19 si potranno vedere “Io sono l’amore”, “Io sono li” e “Storia di ragazzi e di ragazze”. A concludere il ciclo di proiezioni la sezione Panorama che propone un percorso, in collaborazione con la Good Films, di crisi e rinascita. Per questo tema sono stati scel-
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ti “Locke”, “Before Midnight” e “Banana”. Il Love Film Fest, però, non sarà solo questo in quanto ci saranno anche degli incontri al mattino con Alberto Scandola, professore di critica cinematografica all’Università degli Studi di Verona e responsabile della prima sezione, che affronterà il tema “L’amore nel cinema: forme, volti, ossessioni”, con Marco Pettenello e Marco Mazzacurati, e con Manuela Cacciamani. In più, sarà visitabile anche una mostra fotografica sull’Argentina a cura di Alessandro Gloder. La manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Verona e dell’Università degli Studi di Verona. Per poter assistere alle proiezioni è necessario acquistare i biglietti disponibili sul circuito Eventbrite al costo di 5 euro cadauna oppure di 15 euro per l’intera giornata. Per info: www.lovefilmfest.it
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È COMINCIATA LA CURVY REVOLUTION Beautiful Curvy 2016 è un calendario di moda davvero speciale, che ha per protagonista un gruppo di donne curvy, bellissime e coraggiose. E che insegna la più difficile delle lezioni: donne, è ora di amarvi, così come siete.
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onvincere le donne ad amare se stesse». Rosangela Olivieri, giovane veronese tra le protagoniste del nuovo Calendario Beautiful Curvy 2016, usa poche semplici parole per spiegarci l’intento di questo rivoluzionario progetto, ideato e fortemente voluto dalla giornalista di moda Barbara Christmann. Un proposito nobilissimo per questo calendario, che più che segnare i mesi dell’anno vuole cambiare le cose: cominciando dal modo in cui le donne si guardano e si raccontano. Dodici fotografie in bianco e nero, di rara eleganza e di incredibile forza, per raccontare una storia: quella di tantissime donne e ragazze, ma anche di molti uomini, che credono nell’importanza di amare se stesse e il proprio corpo sopra ogni altra cosa, indipendentemente dalla sua forma o dal suo peso. Rosangela è una delle 21 ragazze selezionate per far parte di questo progetto, che è un po’ una rivoluzione, anzi una Curvy Revoution, come l’hanno già ribattezzata in molte voci. Una rivoluzione che parte da una considerazione molto amara: il mondo della moda ha eletto come unico standard di bellezza quello della donna magra, attraente e priva di difetti, senza lasciare spazio per tutte quelle ragazze (la maggior
parte, in effetti) che in questo standard non si riconoscono. La società e i media hanno cristallizzato l’ideale di bellezza in un corpo sottile, che condanna chiunque non vi si identifichi a giudicare se stesso più per come appare che per quello che è davvero. E le stesse istanze sociali che assottigliano i corpi delle modelle ci hanno portato a credere che l’essere fisicamente attraenti sia l’unica alternativa per le ragazze se vogliono farcela. Ma Barbara Christmann e le sue curvy girls sanno che a contare c’è molto di più dell’aspetto fisico. Beautiful Curvy con i suoi scatti, firmati dal fotografo di moda Stefano Bidini, vuole quindi insegnare una lezione: si può,
anzi si deve, essere felici anche con qualche chilo in più. Una lezione che forse il mondo della moda sta imparando: si pensi all’inaspettata versione del Calendario Pirelli 2016, che invece della solita carrellata di donne nude ed ammiccanti ha scelto per rappresentare l’anno in corso un gruppo di donne toste e carismatiche, scelte per quello che fanno e non per come appaiono. Così gli scatti del “The Cal 2016”, tutti firmati da Annie Leibovitz, ritraggono donne come l’ottuagenaria Yoko Ono o Patti Smith (68 anni), sacerdotessa della musica New Waves, e una sola modella professionista, Natalia Vodianova, scelta però per la sua attività filantropica con l’associazione Naked Hearts
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INTRAPRENDENZA FEMMINILE
Beautiful Curvy, una storia d’amore
Russia: un ideale di bellezza democratico, femminista, che sfida i canoni imposti da pubblicità, uomini e mass media. Nella stessa scia innovativa si ritrovano gli scatti di Stefano Bidini, che nel mostrare la bel-
lezza dei corpi “non conformi” delle modelle curvy dice anche qualcosa di più: è ora di amarvi, donne, così come siete. Perché l’unica via al successo e all’autostima è l’amore per se stesse.
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Se è vero che l'accettazione è la più alta forma d'amore, il Calendario Beautiful Curvy 2016 è una vera e propria dichiarazione a tutte le donne che si amano, per ribadire che ciò che davvero conta è l’amore per se stesse, al di là della forma che lo contiene. “Vivere bene con se stesse, in salute, felici delle proprie curve”: questa è la formula magica con cui il calendario delle modelle curvy di quest’anno è stato creato e che potete ammirare, in tutto il suo splendore, a questo link: http://www.beautifulcurvy. com/2016-beautiful-curvy-calendar/ Il calendario è scaricabile online, ma è disponibile anche la versione cartacea, al costo di 10€, che si può ordinare scrivendo a calendario@beautifulcurvy.com.
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ZYGMUNT BAUMAN IN VISITA A VERONA
SCORCI
di
Miryam Scandola
miryam.scandola@verona-pantheon.com @miryamscandola
SI È GLOBALIZZATO TUTTO ANCHE L'INDIFFERENZA Durante la tre giorni “Le pietre scartate: vite inutili o pietre angolari?”, che si è tenuta tra il 29 e il 31 gennaio a Verona, il sociologo di fama internazionale Zygmunt Bauman è intervenuto per parlare di fragilità umana, di esclusione e di tutte quelle vite “scartate” che dimentichiamo ai cigli della nostra coscienza.
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omini rifiutati, vite gettate perché rischiosamente fuori parametro. È drammatica, quanto lucida la diagnosi sul mondo contemporaneo del professor Zygmunt Bauman, ospite d'onore del ciclo di incontri promosso dall'associazione Le pietre scartate Onlus. Il sociologo polacco, che è intervenuto venerdì 29 gennaio al convegno “Le pietre scartate: vite inutili o pietre angolari?”, presso l'aula magna dell'ateneo veronese, ha sottolineato, durante un precedente incontro con i giornalisti, come la modernità tra i suoi innumerevoli figli abbia dato i natali anche ad una logica estremamente rischiosa, quella eugenetica. In una società che venera il nuovo diventa scoria, per forza di cose, non solo ciò che invecchia ma anche ciò che è diverso e che, come tale, «minaccia l'ordine». In particolare, «l'elemento che viene percepito come imperfetto diviene una sorta di 'rimosso' per la nostra moder-
Una donna attraversa un campo al confine tra la Serbia e la Macedonia, a Miratovac. (Marko Djurica, Reuters/Contrasto)
nità», ha spiegato lo studioso novantenne. La storia tiene dentro di sé esempi tragici di questa utopia disumanizzante, in nome della quale «la Germania nazista si è liberata degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali, degli avversari politici, delle persone che disturbavano l'ordine che si era deciso di realizzare, dove non c'era posto per chi non rientrava nei suoi schemi». Il desiderio dell'uomo di conciliare la morale alla ragione c'è sempre stato ed «è alla base dei tentativi necessari per inserirci nella civiltà. Lo stesso Tommaso Moro nel-
la sua L'Utopia inseguiva la speranza di rendere possibile questa conciliazione». Il paradosso è che per costruire un mondo migliore si debba far sì che «ogni cosa e ogni persona occupi il posto giusto». In questa logica, l'imprevisto, il "fuoriposto" diventa la “sporcizia” da eliminare. «Le scarpe più pulite del mondo se io le metto sul tavolo sfidano l'ordine e vengono percepite come sbagliate. L'utopia si fonda sull'idea che ci sia un posto giusto per ciascuna cosa. Il fatto di cercare di realizzare un luogo privo dalle 'erbacce' ha generato realtà del tutto
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SCORCI Zygmunt Bauman
distopiche. Il problema della scienza è anche questo». Dietro l'angolo, se si segue questo impianto di riferimento, c'è il pericolo di passare dalla cultura dello scarto consumistico a quella atroce dei “rifiuti umani”, per i quali «non c'è un posto giusto» ed è lontana la speranza di una collocazione. Bauman, polacco con sulle spalle una storia di migrazione non dissimile da quella dei moltissimi di oggi, non ha nascosto il riferimento preciso alla condizione dei migranti che bussano e sfidano, così, le nostre frontiere. Il profugo è «un messaggero di sventura», lo temiamo perché ci racconta di una fragilità, che è anche nostra. «Il rifiuto nasce dalla paura che accompagna la nostra proiezione». Quando osteggiamo l'arrivo dei migranti in realtà, secondo lo studioso, stiamo cercando di allontanare da noi stessi la possibilità, un giorno, di essere sottoposti alla medesima sorte. Così, «quando guardiamo un profugo in realtà stiamo guardando in filigrana noi stessi». Non esiste più la classe media oggi, ha sottolineato il sociologo; siamo diventati una collettività che vive d'incertezza. E, infatti, il proletariato e la piccola borghesia
hanno finito per riassumersi in un'unica categoria: il precariato. L'invito costantemente suggerito verso una sempre maggiore "flessibilità", non è che la lucente quanto effimera vernice che cela la vulnerabilità e l'incertezza del contemporaneo. «I governi non sono più in grado di fronteggiare i problemi legati alla globalizzazione e scelgono, così, dei bersagli contro i quali sparare le loro salve retoriche». Da qui l'assurdità della modernità, attraversata da due anime, con esigenze complementari. La prima è la costruzione dell'ordine che pretende la rimozione di quanto sfugge i suoi parametri. La seconda anima è il progresso economico che, come tale, teme gli individui che non possono essere impiegati nell'ambito produttivo o, peggio ancora, che sono privati della possibilità materiale di farsi consumatori. E infatti come si legge nel recente lavoro di Bauman, Vite di scarto (Laterza, 2005), «il bene primario della società dei consumatori sono i consumatori; i consumatori difettosi sono il passivo più irritante e costoso». In questa ottica, i migranti rappresentano il caso più estremo di individui che hanno perso la loro iden-
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tità e che sono respinti ovunque. Ma quelle colonne di persone in cammino senza nomi e storie, l'etichetta di "degno e appropriato", nel paese che lasciano, la stringevano addosso esattamente come noi. Diventano "sbagliati" perché, semplicemente, "fuoriposto". «In questo mondo globalizzato siamo precipitati nell'indifferenza globalizzata, il dolore degli altri non ci interessa più. Ed è molto triste e molto pericoloso», ha concluso il sociologo. Transitare, allora, dalla cultura dello scarto a quella dell'inclusione e dell'integrazione, non è solo una scelta auspicabile, ma bensì «l'unica via che ci rimane». Solo se amata e compresa, infatti, la "pietra scartata" può trovare il suo posto nell'edificio del contemporaneo. In certe fragilità, cerchiamo di non dimenticarlo, riposa la forza.
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STRUTTURE
SALUTE & BENESSERE
OSPEDALI DI COMUNITÀ ARRIVANO 97 NUOVI POSTI LETTO di
Marta Bicego
marta.bicego@verona-pantheon.com @MartaBicego
Si distribuiscono in quattro strutture: tra Borgo Venezia e Saval, Tregnago e San Giovanni Lupatoto. Sono destinati a dare accoglienza a quei pazienti che, dimessi dai nosocomi, hanno superato la fase acuta della malattia ma per i quali il ritorno a casa o il trasferimento ad un centro di riabilitazione o di lungodegenza potrebbe essere prematuro.
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reare strutture nelle quali accogliere quei malati le cui condizioni di salute sono stabili dal punto di vista medico, ma che, al momento della dimissione dai nosocomi, non possono essere trattati in regime ambulatoriale o residenziale. Si ipotizzava da tempo, anche in risposta al fenomeno dei ricoveri inappropriati. E oggi, gli Ospedali di comunità, anello mancante nella catena dell'assistenza territoriale a garanzia del graduale accompagnamento del paziente che ha già superato la fase acuta della malattia e per il quale il ritorno a casa o il trasferimento ad un luogo di riabilitazione o di lungodegenza potrebbe essere prematuro, sono realtà. La loro istituzione ha portato nel Veronese, secondo il piano attuativo dell’Ulss 20 e in linea con quanto indicato dal Piano socio sanitario regionale, 97 posti letto dedicati al ricovero temporaneo: 28 si trovano al Centro servizi Le Betulle con sede in via Cotta in Borgo Venezia; 26 nel Centro residenziale Loro dell'Istituto assistenza anziani in via Baganzani al Saval; 15, ad integrazione di altrettanti preesistenti, al Centro Fermo Sisto Zerbato in via Massalongo a Tregnago; 28 nell’Unità riabilitativa territoriale alla Pia Opera Ciccarelli
Centro Fermo Sisto Zerbato
in via Carlo Alberto a San Giovanni Lupatoto. Di cosa si tratta. A stabilire chi può accedere a tali strutture, in regime di convenzione sanitaria quindi gratuitamente eccezione fatta per l'Unità alla Pia Opera Ciccarelli dov'è richiesta una compartecipazione alle spese, è il medico al momento dell'uscita dal reparto ospedaliero. Da quel momento può aprirsi la porta dell'Ospedale di comunità i cui standard organizzativi, a partire dal 2010, sono stati testati a Tregnago con la destinazio-
ne dei primi 15 posti letto. Qui i numeri, evidenzia il presidente del Centro Sisto Zerbato Marco Pezzotti, sono indicativi dei risultati positivi raggiunti: «L'85 per cento dei pazienti ricoverati, dopo una degenza media di 25 giorni, ha fatto ritorno alla propria abitazione». Le cure intermedie, per rispondere a problematiche risolvibili in tempi che vanno dalle 4 alle 6 settimane, si focalizzano su recupero funzionale, stabilizzazione e adattamento alla disabilità, palliazione. Nelle corsie operano camici bian-
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SALUTE & BENESSERE
chi e professionisti della salute provenienti dalla Geriatria. Ruolo chiave è quello dell'infermiere «care-manager» con il compito di monitorare e coordinare il percorso del malato al suo ingresso nel Centro alla sua dimissione. L'assistenza infermieristica, garantita giorno e notte, si completa con la presenza di un fisioterapista.
Anche le stanze – ciascuna con due letti, poltrona comfort per la mobilizzazione e bagno privo di barriere architettoniche – sono pensate per agevolare il prolungato allettamento; non mancano le zone attrezzate per il soggiorno e per la somministrazione dei pasti, con libero accesso dei familiari la cui presenza aiuta il processo
di recupero funzionale dell'assistito. L'Urt di San Giovanni. Secondo in Veneto dopo quello di Valdobbiadene, è l'Urt di San Giovanni Lupatoto. L'Unità riabilitativa territoriale presente alla Pia Opera Ciccarelli rappresenta un caso a sé, con caratteristiche specifiche: è una struttura di residenzialità extra-ospedaliera a carattere temporaneo la cui attività si concentra in prevalenza su prestazioni di tipo riabilitativo. L'ambito di intervento è infatti quello neurologico e motorio per la riduzione della disabilità residua dopo eventi acuti o riacutizzazioni di patologie croniche. L'equipe sanitaria dell'Unità conta, oltre ai medici, infermieri sempre presenti e coordinati da un «care-manager», due fisioterapisti. Il ricovero, salvo casi particolari stabiliti dall'Unità valutativa multidimensionale, non supera le 8 settimane. Ad essere ricoverati non sono esclusivamente anziani, ma persone a lento recupero funzionale che devono proseguire il programma riabilitativo, inoltre pazienti in stadio cronico evolutivo con Sclerosi multipla stabilizzata, morbo di Parkinson o Sla.
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VOLONTARIATO
SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
di
Francesca Mauli
francesca.mauli@verona-pantheon.com
FAUNA SELVATICA IN PERICOLO? Il lavoro dell’associazione ambientalista VerdeBlu a favore della fauna selvatica – patrimonio dello Stato, che ha l’obbligo di prendersene cura – è oggi messo in crisi dall’assenza di fondi.
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irca 1000 animali selvatici salvati ogni anno da situazioni di pericolo, appartenenti a oltre 300 specie di uccelli e 20 specie di mammiferi, curati e reinseriti nel loro habitat naturale, che poi è il nostro habitat, quello dei nostri boschi, delle nostre pianure, dei nostri fiumi e del nostro lago. A compiere quest’opera di tutela della nostra fauna è VerdeBlu, associazione ambientalista nata nel 2000 a Verona, che dal 2001 ha realizzato e gestisce a proprie spese un proprio Centro Recupero Fauna Selvatica. Col tempo, in riconoscimento del lavoro svolto ma soprattutto dei propri doveri previsti per legge, la Provincia di Verona ha sostenuto con un piccolo contributo l’attività del Centro, impegnato nell’accoglienza presso le proprie sedi di un numero sempre crescente di animali. Poi, dal 2006 al 2015, VerdeBlu ha ricevuto l’incarico di effettuare anche il recupero sul territorio di animali selvatici in pericolo o feriti, un’attività parzialmente finanziata dalla Provincia e svolta tramite l’utilizzo di due ambulanze e di personale specializzato. Dal 1 gennaio 2016 questi finanziamenti vengono meno, e le ambulanze di VerdeBlu rischiano di doversi fermare. «Da quando nel 2006 la Provincia ci ha incaricati di occuparci per suo conto degli interven-
ti sul territorio, siamo passati dai precedenti 300 ricoveri all’anno, a oltre 1000» spiega Fabrizio Croci, presidente dell’associazione. Ora, «con lo scioglimento delle Province e in mancanza di altro Ente preposto, questo contributo, che copriva solo una parte dei costi, viene a mancare, e non abbiamo più i fondi necessari per muovere i veicoli e pagare gli addetti». A chi rivolgersi, ora, nel caso in cui si incontri un animale selvatico ferito o in pericolo? Esiste un numero verde, 800 344 000, a cui fare riferimento. La Polizia Provinciale, in seguito alla segnalazione, è obbligata a uscire per effettuare il recupero; la fauna selvatica, infatti, è patrimonio dello Sta-
to, che ha l’obbligo di legge di prendersene cura. Il problema, a detta di alcuni cittadini che hanno segnalato la questione a VerdeBlu, è che non sempre si ottiene risposta e in alcuni casi, nonostante la risposta da parte dell’operatore, nessuno si è fatto vedere. A farne le spese, alla fine, è il povero animale, abbandonato al suo destino. «Noi non possiamo tamponare queste mancanze» chiarisce il presidente di VerdeBlu; «non abbiamo fondi a sufficienza, nemmeno per la benzina dell’ambulanza. Invitiamo quindi i cittadini a fare riferimento al numero verde, per i recuperi, segnalando a chi di dovere eventuali omissioni. Da parte nostra, c’è lo sforzo di tene-
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SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
re aperto il Centro di Castel d’Azzano, nonostante la totale mancanza di contributi pubblici. Gli animali recuperati dalla Polizia Provinciale o dai privati, quindi, per ora, possono trovare ancora cura presso di noi». VerdeBlu si trova quindi a dipendere totalmente dall’aiuto dei privati, attraverso donazioni e la scelta del 5x1000. «Se fino ad ora abbiamo curato tutti gli animali che arrivavano presso il nostro Centro, ora potremmo essere costretti a fare delle scelte, dando precedenza, nella cura, all’importanza biologica dell’animale» chiarisce Croci. Gli animali più rari e protetti, quindi, avranno la precedenza sugli altri. «Il servizio di recupero da parte della Polizia Provinciale è garantito» chiarisce Gualtiero Mazzi, vicepresidente della Provincia di Verona. «Se il personale preposto si trova impossibilitato a uscire perché impegnato in altri servizi, deve provvedere nel primo momento utile, ma non può esimersi dal soccorrere l'animale selvatico. Questo, poi, viene affidato per le cure all'associazione VerdeBlu, che se ne sta facendo carico indipendentemente da qualsiasi conferimento in denaro. All’associazione vanno i miei ringraziamenti, per questo e
per quanto fatto in questi anni». Secondo Mazzi, i contributi per la parte relativa alla cura degli animali recuperati dovranno obbligatoriamente essere versati a breve, da parte della Provincia o della Regione Veneto: «La Regione ha tagliato per intero il capitolo “caccia e pesca”, nel quale erano contenuti questi fondi. Il recupero della fauna selvatica è però una funzione propria della Regione, delegata da questa alle Province. A questo punto, o la Provincia troverà i fondi necessari, o rimetterà la delega alla Regione, che dovrà quindi farsene carico». Intanto, VerdeBlu è costretta a contare solo sulle sue forze. «Chiediamo uno sforzo ai nostri
concittadini, affinché ci sostengano nella cura degli animali selvatici» conclude Croci. «Da marzo a ottobre, l’oasi naturale faunistica “Le Risorgive” che gestiamo a Castel d’Azzano, è aperta al pubblico, che può così incontrare gli animali selvatici presenti e toccare con mano l’importanza del nostro lavoro. Tramite le offerte libere raccolte durante le visite, quelle date dai privati e il 5x1000, speriamo di poter continuare a prenderci cura dei nostri animali». Come contattare VerdeBlu 388.9986930 Via IV Novembre (Parco Le Sorgenti del Castello) 37060 Castel D’Azzano (VR)
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FIERAGRICOLA
AGROALIMENTARE & ALIMENTAZIONE
DA VERONA LA FORMULA DI CRESCITA PER IL SETTORE AGRICOLO di
Matteo Bellamoli
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C'era molta attesa anche quest'anno per la 112^ edizione di Fieragricola, a Veronafiere dal 3 al 6 febbraio. Ad accendere i riflettori la notizia, a metà gennaio, dell'importante accordo tra il MIPAAF (Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali) e Banca Intesa orientato a sostenere gli investimenti che dovrebbero coinvolgere il mondo agricolo da qui al 2019. L'accordo prevede l'attivazione di un plafond da 6 miliardi di Euro in tre anni per il finanziamento di imprese e filiere produttive oltre a servizi finanziari ad hoc per le esigenze dell'attività agroalimentare. Secondo un'analisi dello stesso MIPAAF che ha coinvolto imprenditori agricoli, allevatori e altri professionisti del settore, parrebbe che il 42% intenda investire nel prossimo triennio fino a 50.000 Euro l'anno nella propria attività (e via a salire fino ad un 6% che investirebbe anche cifre oltre i 500.000 Euro/anno, ndr). Crescita prevista anche nel campo dell'allevamento, con una spesa di investi-
Aumento degli investimenti, implementazione tecnologica e innovazioni bio sostenibili. Questa la strategia per continuare a crescere anche nel 2016 di cui si è discusso dal 3 al 6 febbraio alla 112^ Fieragricola, una delle kermesse fieristiche più antiche che, seppure non registri più i grandi numeri degli anni Settanta e Ottanta, rimane punto di riferimento per tutto il Nordest.
mento per azienda tra i 50.000 e i 600.000 Euro/anno, dove la media più alta si aggira intorno ai 70.000 Euro. Ovviamente si tratta di una notizia da filtrare, ma testimonia una crescita e una fiducia nel settore primario della quale abbiamo parlato già diverse volte in questi anni. La ragione è da ricercare nei quattro fattori chiave di questo rilancio: il ritorno dei giovani in campagna, la crescita conseguente delle idee innovative, i Programmi di Sviluppo Rurale che facilitano l'accesso al credito e non da ultime le innovazioni sviluppate specificatamente e con più costanza anche a favore di agricoltura e allevamento. Proprio l'accesso al credito ha rappresentato una svolta nei piani di crescita del comparto dell'ultimo triennio, con tassi di interesse che possono oggi arrivare anche al 6%. L'aumento, infine, delle persone più sensibili ad una dieta vegetariana, ha spostato l'interesse verso l'agricoltura a scapito, forse, della zootecnia, anche se più volte si
è parlato della bontà di queste realtà imprenditoriali in particolar modo se medio-piccole e quindi scevre di alcune problematiche legate alla grande industrializzazione. Con l'aprirsi delle possibilità si stanno facendo strada anche alcune innovazioni molto significative. Si è parlato molto in questa edizione di Fieragricola, dell'utilizzo di droni per l'agricoltura. Questi rotori volanti consentono infatti sia mappature del terreno coltivato, sia l'impiego diretto per l'innaffio delle piante con prodotti nutritivi o pesticidi (vedi box). I SAPR (Sistemi Aerei Pilotaggio Remoto) utilizzano delle tecnologie informatiche che durante il volo registrano informazioni multiple. Una volta al computer si possono consultare i dati per calendarizzare al meglio l'uscita operativa nel campo, mirando gli interventi in base alle reali esigenze delle colture. Un'innovazione che strizza l'occhio soprattutto a vigneti e uliveti, e permette di razionalizzare prodotti e risorse nell'ottica di un'azienda sempre più efficace. A questo si aggiunge anche il non meno rilevante aspetto dei costi, che rispetto ad altre tecnologie come lo screening satellitare e aereo, sono decisamente più bassi e possono essere implementati direttamente in azienda investendo nella formazione per l'utilizzo dei droni stessi.
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AGROALIMENTARE & ALIMENTAZIONE
Sistemi di filtraggio naturale dei terreni per evitare inquinamenti derivati da innafiature o da scarichi nelle acque superficiali di scolo
Combattere l'inquinamento da pesticidi in modo naturale «Pur non essendo in discussione il beneficio che deriva dall’impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, tuttavia esso pone questioni in termini di possibili effetti negativi sull’ambiente e per, il suo tramite, alla salute umana». Sono le prime righe del “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque” dell'ISPRA. Lo abbiamo letto perché abbiamo raccolto molte perplessità durante Fieragricola, sull'utilizzo smodato di droni (o altri strumenti) per l'irroramento fito-sanitario delle colture. Ne abbiamo parlato anche con Alberto Ferrarese, fondatore di Bio Soil Expert, azienda veronese che utilizza piante e microorganismi per degradare, confinare e filtrare i residui fito-sanitari presenti nelle acque reflue dei lavaggi dei macchinari agricoli.
pita con più strati di terreno con microorganismi filtranti e infine vengono inserite queste piante (vedi foto). Il sistema, in linea con il Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (D.M. 22.01.2014) prevede il sostegno di strumenti di incentivazione previsti dalla PAC e a livello regionale dai PSR (Piani di Sviluppo Rurale) per chi ne faccia utilizzo. Un esempio che dimostra come il ritorno dei giovani in agricoltura e un crescente interesse anche da parte delle istituzioni ministeriali stia portando innovazioni importanti nell'ottica di un settore sempre più biologico e orientato alla qualità e alla salute. Perché il comportamento e la cultura green devono partire prima dal campo che dalle nostre usanze al supermercato.
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L'iniziativa spinge sull'agricoltura sostenibile e ha avuto in questi due anni notevole successo in tutta Italia. «Per la verità si tratta di strumenti che venivano usati in Scandinavia già a metà degli anni Sessanta» ha precisato Ferrarese, «ma oggi rappresentano una grande opportunità per preservare i nostri terreni e la nostra salute, specie in zone come le nostre dove la coltura della vite, ad esempio, è esplosa particolarmente». Queste piante, con un portentoso sviluppo radicale, permettono di creare degli spazi in cui lavare gli strumenti di innafiatura in modo che le acque reflue cadano nella zona in cui le radici di questi organismi svolgono la loro funzione benefica. In pratica viene scavata una buca nel terreno e impermeabilizzata, quindi viene riem-
Il neo presidente racconta il Piano di Sviluppo, che sarà presentato entro marzo
TERRITORIO
GAL BALDO LESSINIA di
Ingrid Sommacampagna
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l Gal, con nuova sede a Grezzana, è una struttura leggera a livello di costi ed ha un potenziale immenso visto che va a comprendere territori che si estendono dalle sponde del lago di Garda fino ai confini con la provincia di Vicenza, per tutta la fascia collinare e montana a nord della città di Verona. Concorre ad elaborare ed a realizzare azioni utili a promuovere uno sviluppo durevole nel territorio, rispettando le identità presenti e partecipando attivamente a programmi nazionali e comunitari con le stesse finalità. Le azioni promosse vengono realizzate in diversi ambiti: assistenza tecnica allo sviluppo rurale, formazione professionale e aiuti all'assunzione, sviluppo del turismo rurale, delle piccole imprese, dell'artigianato, dei servizi sociali, valorizzazione in loco e commercializzazione di prodotti agricoli, silvicoli
Ermanno Anselmi
DALLE IDEE ALLE AZIONI CONCRETE SUL TERRITORIO Ermanno Anselmi, sindaco di Badia Calavena, è il nuovo Presidente del G.A.L. Baldo-Lessinia, che concorre da anni alla promozione dello sviluppo rurale attraverso gli orientamenti espressi dalla Commissione delle Comunità Europee, sulla base delle necessità espresse dai soggetti economici, sociali e culturali operanti nel territorio. e della pesca, tutela e miglioramento dell'ambiente e delle condizioni di vita. I soci, sia pubblici che privati, sono 58 e, aderendo, possono ottenere diversi vantaggi: la rappresentatività in un partenariato locale, la visibilità esterna, l'usufrutto dei servizi informativi di assistenza tecnica e progettuale, la possibilità di stringere relazioni e rapporti di partnership, di coordinare le iniziative del Gal con quelle dei principali operatori locali, attivare sinergie territoriali e internazionali, e, infine, reperire risorse finanziare. Lo scorso dicembre il Gal ha pubblicato la Proposta di Strategia di Sviluppo Locale (PSL) per l'attivazione della Misura 19 che riguarda il sostegno allo sviluppo locale e a quello di tipo partecipativo nel territorio di competenza dell'Ente, andando ad implementare il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Veneto (2014-2020); è stata offerta la possibilità di inviare commenti e idee alla Proposta, attraverso una scheda scaricabile dal sito internet che doveva essere inviata al Gal entro il 22 gennaio, per così identificare i fabbisogni e i problemi principali percepiti dagli attori e portatori d'interesse del territorio. Per un confronto sono state orga-
nizzate tre giornate (27, 28 e 29 gennaio) di convegni tecnici dal titolo “Il Raccolto delle idee-partecipiamo insieme allo sviluppo della montagna”, nella Sala Consiliare del Comune di Grezzana, sui principali ambiti: turismo sostenibile, sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali e infine, valorizzazione del patrimonio culturale e naturale delle aree rurali. «Si sono ormai conclusi gli incontri con gli amministratori locali per intercettare nuovi canali di processo- spiega Ermanno Anselmi- puntando sempre alla valorizzazione turistica, creando le basi per un sistema territoriale unificato e facendo comunicare il pubblico con il privato, dove i finanziamenti devono possedere tutti un denominatore comune; bisogna favorire meccanismi di cooperazione, creando posti di lavoro attraverso gli interventi, incentivando i giovani e i privati, e infine, coinvolgendo non solo gli appartenenti al proprio Gal, ma anche quelli degli altri Gruppi di Azione Locale, visto che in Italia ce ne sono 190. La programmazione del Gal facilita processi di sistema, promuovendo progetti a regìa che si servono anche di fondi che fino ad ora non sono stati utilizzati». «C'è stato un mese di
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Stefano Marcolini tempo per costruire il PSL da presentare in Regione ed è la Comunità Europea che ci chiede di lavorare concretamente utilizzando economie misurabili- continua il Presidentesono fondamentali anche le larghe intese per non causare fratture nel territorio, andando a creare un gruppo omogeneo che alleggerisca la struttura. Il Gal è come un laboratorio di idee condivise in modo par-
tecipativo e che vanno al di là della politica, puntando allo sviluppo rurale, alla visibilità del territorio, all'ottimizzazione dei virtuosismi locali e dell'imprenditoria femminile e, all'apertura di canali di finanziamenti». «Sette anni fa il Gal era un ente poco conosciuto- ricorda Stefano Marcolini, Presidente uscente del Gal e ora nel Consiglio di Amministrazione-ma
ha concretizzato oltre un centinaio di progetti, investendo i finanziamenti ottenuti di quasi 9 milioni di euro, permettendo lo sviluppo rurale, l'occupazione e incentivando l'imprenditoria giovanile, femminile e gli agricoli. Il nuovo PSL verrà presentato entro il 31 marzo, e sarà finanziato dalla Regione Veneto con i fondi europei, acquisendo risorse economiche superiori alle precedenti».
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INIZIATIVE Cinque serate con i modelli vincenti dell'imprenditoria veronese
“SUCCESSI E PROMESSE”
di Chiara Boni
I P RO TA G ON I S T I D E L T E RRI T ORI O SI RA CCON TA N O Innoval Young offre a tutti l’opportunità di scoprire i segreti degli imprenditori più affermati del territorio: con un ciclo di incontri in cui a prendere la parola saranno proprio loro, i protagonisti di tante realtà di successo di Verona e provincia, che ci racconteranno i perché e i percome del loro trionfo.
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n ciclo di incontri per raccontare il territorio e i suoi protagonisti in un modo nuovo: è così che nasce “Successi e promesse”, il progetto di Innoval Young che ci accompagnerà per tutto il 2016. L’iniziativa prevede cinque serate in cui a prendere la parola saranno imprenditori di successo che hanno fatto la differenza sul territorio di Verona e provincia. «L’intento - ci dice Valentina Garonzi, Presidente di Innoval Young - è quello di valorizzare e supportare l’imprenditorialità, stimolando allo stesso tempo i giovani e orientarli verso l’innovazione.» Attraverso le testimonianze dei personaggi che interverranno, i partecipanti avranno l’occasione di confrontarsi con diverse realtà di successo che rendono il territorio scaligero più fertile e produttivo ogni giorno. Tanti gli imprenditori e le imprenditrici che prenderanno la parola, tanti gli ambiti toccati, uno
diverso per ognuna delle serate, da quello dell’alimentare a quello del turismo, dall’industria all’automotive. La serata di inizio attività, che si è tenuta a novembre, ha dato il via ai lavori parlando di abbigliamento, con ospiti Imerio Tacchella, socio fondatore di Carrera Jeans, Alice Zantedeschi, ideatrice e fondatrice di Veromarmo e Gloria Barana, ideatrice di Filotimo. Il 21 gennaio, invece, è stata la volta del settore alimentare: a prendere la parola nel corso della seconda serata sono stati Franco e Silvia Bonomi, del Forno Bonomi, Fabrizio Dal Cero, di Dal Grano ed Enrico Bedinelli, di Caffè Roen. Imperdibile il prossimo appuntamento, il 25 febbraio, che vedrà sfilare i professionisti del settore del turismo. Le altre serate in programma sono il 17 marzo, con il settore industrial, il 14 aprile, con i protagonisti dell’automotive e il 12 maggio
con il gran finale a sorpresa. «Ci piace l’idea di mettere a confronto i giovani, pieni di idee e passioni, con imprenditori affermati: entrambe le parti hanno l’opportunità di imparare qualcosa» continua Valentina Garonzi, che ci spiega come la riuscita di “Successi e promesse” sia proprio da ricercarsi in questo confronto tra “vecchio” e “nuovo”, tra tradizione e innovazione. Questo, d’altra parte, è un po’ il motto di Innoval Young, la “costola giovane” di Innoval che mette in gioco la passione per il territorio, promuovendo la cultura del fare impresa e sostenendo la voglia di fare dei giovani. Tutti gli incontri si svolgono nella sede di Verona Fablab, in Viale del Lavoro, 2 a Grezzana. Gli eventi, moderati dallo Studio Cesaro e Associati, sono liberi e gratuiti. Per maggiori informazioni potete contattare info@innoval.it young@innoval.it.
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L I C E O C L A S S I C O E l i c e o s c I e n t i f i c o* p a r i t a r i * av v i at o l’ i t e r p e r l’a u t o r i z z a z i o n e
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Domenica 14 febbraio 2016 ore 15.00
ENTUSIASMO, SAPERE E VALORI V ie n i a s cop r ir e le n ov ità D ELl’anno scolasti co 2016- 20 17 PROGRAMMA 15.00: Accoglienza presso l’istituto 15.30: Santa messa celebrata da S. Eccellenza mons. Giuseppe Zenti che ha manifestato il desiderio di incotrare le famiglie della diocesi per la presentazione della nuova scuola diocesana Gian Matteo Giberti. Inoltre gli insegnanti saranno disponibili per illustrare il piano didattico del percorso di studi e per qualsiasi dubbio e chiarimento Il Liceo Gian Matteo Giberti CONIUGA la qualità dell’offerta formativa liceale con un percorso di crescita umana, radicata nei valori cristiani e nell’esperienza attiva di essi e OFFRE una solida formazione culturale, una didattica inclusiva, la valorizzazione delle potenzialità del singolo allievo, uno spirito vivace e collaborativo tra allievi, docenti, educatori e famiglie.
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MESTIERI DI IERI (e di oggi)
GIOVANI & LAVORO
L'ARTE DI “ARRABATTARSI” di
Giulia Zampieri
giulia.zampieri@verona-pantheon.com
Incontriamo Rabatto, il progetto tutto veronese che coniuga architettura, legno e social reinventando la tradizione dell’artigianato italiano. Rigorosamente in versione 2.0.
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eghetta” è la seggiolina montabile e smontabile dal design minimal: quattro pezzi di compensato fenolico di pino da assemblare quando abbiamo bisogno di un po’ di… sostegno. E poi c’è “Destriga”, la soluzione che è in grado di gestire anche i sottoscala più difficili da organizzare. Sì perché, quando si parla di spazio, da Rabatto si è convinti che una soluzione, realizzata in legno e pensata su misura, ci sia sempre. Rabatto, realtà tutta veronese, è a metà strada tra uno studio di progettazione e uno studio di artigianato, ma forse per presentarla è meglio ricorrere al divertente gioco di parole che l’ha tenuta a battesimo: Rabatto, a partire dal suo nome, coniuga infatti il “battere” di mani artigiane assieme allo scambio reciproco, il “baratto”, di conoscenze e saper fare, nuovi e antichi. E infine, quell’arte di “arrabattarsi” che ha dimostrato di avere anche Filippo Olioso, “l’architetto che ama mettere le mani in quello che progetta”, ideatore di Rabatto. Dopo una laurea in Architettura con specializzazione in progettazione d’interni, un lavoro come architetto presso uno studio e una casa da arredare, Filippo diventa il committente di sé stesso quando nel 2011 costruisce i primi mobili, e ne pubblica poi alcune foto su Facebook.
Alessandro Menini e Filippo Olioso
Mentre i primi segnali di interesse non tardano ad arrivare, Filippo perde il lavoro e finisce per reinventarsi architetto-falegname. Nasce così ufficialmente Rabatto. Qualche anno dopo, nel 2015, entra poi a far parte del team anche Alessandro Menini, anche lui giovane architetto veronese. «Ci definiamo autoproduttori - ci racconta Filippo- perché crediamo che il modo migliore per capire come “fare bene” sia, semplicemente, “fare”, realizzando oggetti semplici». Il legno è il materiale prediletto, perché versatile, resistente, economico e, non per ultimo, sostenibile. «La ricerca di nuovi materiali - prosegue Filippo- è una delle priorità che ogni giorno cerchiamo di coniugare alla
preziosa esperienza messa a disposizione dalla tradizione della falegnameria veronese. Tutti i nostri artigiani, infatti, appartengono al territorio scaligero, con particolare attenzione alla zona della bassa veronese, area che ha sentito particolarmente le conseguenze della crisi. In cambio di questa antica maestria, per noi indispensabile, Rabatto propone l’innovazione di nuove tecniche produttive, come il taglio laser o la scansione e stampa 3D, ma anche consulenza in ambito digitale e comunicazione». Tanti sono già i lavori realizzati, per i clienti più diversi: da allestimenti fieristici, a soluzioni per privati ma anche per negozi. Sempre una la costante: pezzi unici, pensati a misura di cliente e di spazi, spesso molto ristretti. Come testimonia il cu-
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GIOVANI & LAVORO
cinino “Amanda” che si chiude e diventa credenza, realizzato per un B&B veneziano e poi richiesto da molti altri. Minimal nelle misure oltre che nel design: in 160 centimetri di larghezza e poco più di un metro di altezza, riescono a convivere fuochi, lavello e persino un mini frigo. O “Nana”, il lettino montessoriano che nel design si ispira alle teorie di Maria
Montessori. Nato per conciliare, oltre che il sonno, anche le esigenze di libertà dei piccoli sognatori, è possibile autocostruirlo grazie a workshop che faranno il giro dei migliori FabLab d’Italia . «Finora i nostri mobili sono sempre nati da specifiche richieste ma per il futuro stiamo lavorando alla realizzazione di miniserie, magari di cucine e di
sedie. Senza per questo tradire la nostra identità: ciò che conta per noi non è tanto il prodotto in sé, quanto il processo che porta a questo». Un processo che può diventare spettacolo di autoproduzione, come è successo al Teatro Camploy. Protagonisti sulla scena un comodino e uno sgabello. Come a voler ribadire che sì, a volte, arrabattarsi è proprio un'arte. Dove trovare Rabatto: Verona- Vicoletto Valle, 2 rabatto.it Facebook/ Rabatto Sei curioso di vedere come nascono i gioielli in legno di Rabatto? La seggiolina "Reghetta" :https://vimeo.com/60326732 Il mobile per un sottoscala difficile "Destriga": https://vimeo. com/58775460
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AL VIA IL MASTER DI ALTA FORMAZIONE
IL T ER ZO, I MPERDIBILE APP UNTAMENTO C ON LA PANTHEON ACADEMY Dal 15 febbraio prenderà il via un nuovo ciclo della Pantheon Academy: questa volta l’attenzione è rivolta ai professionisti della comunicazione digitale e agli strumenti a loro disposizione. Due moduli per un totale di sei lezioni dedicate a chi vuole avere una panoramica sulle dinamiche 2.0.
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’esplosione del mondo social 2.0 (Facebook, Twitter, LinkedIn, Wikipedia, Youtube e tutti gli altri) offre straordinarie opportunità per le aziende e i protagonisti della comunicazione. E Pantheon, da sempre un punto di riferimento per quanto riguarda la comunicazione digitale, lo sa bene: per questo abbiamo organizzato, in collaborazione con VeronaExpo Network, un nuovo appuntamento con la Pantheon Academy. Sei lezioni imperdibili con i professionisti della comunicazione, divisi in due moduli da tre lezioni ciascuno, per sviscerare i segreti dei social e i loro mille utilizzi a servizio delle aziende. Si comincia il 15 febbraio: la
prima lezione parlerà dell’uso professionale di Facebook. Il social network più utilizzato al mondo è indispensabile, ormai, anche per le aziende: con noi potrete scoprirne tutti i trucchi. La seconda lezione, il 7 marzo, vedrà svelati tutti i segreti di Twitter e Linkedin, sempre con uno sguardo al loro utilizzo nel mondo delle imprese. Il blog, vero protagonista della comunicazione 2.0, sarà l’argomento della terza lezione, il 21 marzo. Con il secondo modulo si parte invece il 4 aprile, con una lezione sul video editing, sempre più importante per chi si occupa di comunicazione. La quinta lezione sarà il 18 aprile e ci insegnerà come gestire
al meglio un ufficio stampa. Scrivere comunicati, organizzare eventi, informarsi e informare su fatti, eventi, situazioni: l’ufficio stampa ha un ruolo fondamentale quando si tratta di relazioni pubbliche. La sesta e ultima lezione, invece, il 2 maggio, verterà sul tema dello Storytelling, argomento imprescindibile per chi si occupa di comunicazione multimediale, ma con ancora molti segreti da svelare. Le lezioni della Pantheon Academy si svolgeranno in via Torricelli 37, in ZAI, dalle 18.30 alle 22.00. Il costo della singola lezione è 69€, acquistando 3 lezioni (1° o 2° modulo) il prezzo è 195€. mentre il costo per l’intero corso (6 lezioni) è 350.
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Gli strumenti Multimediali e Social per i professionisti della comunicazione digitale Social media, comunicazione digitale, video making, giornalismo 2.0, mail marketing, blog site L’esplosione del mondo social 2.0 (Facebook, Twitter, LinkedIn, Wikipedia, Youtube...) offre straordinarie opportunità per le aziende e i protagonisti della comunicazione. Pantheon - Il Magazine di Verona, in collaborazione con VeronaExpo Network che raggruppa 45 organizzazioni economiche, organizza la
PANTHEON ACADEMY - MASTER di ALTA FORMAZIONE per fornire skills e competenze professionali avanzate per i professionisti e le aziende
6 LEZIONI DI COMUNICAZIONE CON I PROFESSIONISTI DEL SETTORE MODULO 1
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USO PROFESSIONALE DI
MODULO 2
TWITTER E LINKEDIN COMUNICARE, SEGUIRE, VENDERE
BLOG STRUMENTO DI SUCCESSO DELLA COMUNICAZIONE 2.0
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febbraio
APRILE
07 MARZO
18 APRILE
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MARZO
MAGGIO
VIDEO EDITING PROGETTARE E REALIZZARE VIDEO
GESTIRE IN MODO EFFICIENTE UN
UFFICIO STAMPA
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GIORNATA DELLA MEMORIA
STORIE DI STORIA
DEPORTATI VERSO L’IGNOTO di
Giovanna Tondini
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opo l’8 settembre 1943 in una parte di Italia e sotto il controllo tedesco si insidia la Repubblica Sociale Italiana (RSI). La prima operazione è la ricostruzione dell’esercito. Compito che risulta difficile. Il 9 novembre 1944 giunse a tutti i soldati italiani la cartolina rosa del Ministero della Difesa Nazionale, con il bando ufficiale del Gen. Graziani per la chiamata alla leva 1924 e 1925. «E chi ero io? Ero uno di leva. Non ero un militare sbandato». Pier Luigi Facchin non aveva ancora combattuto. Era uno di quei giovani «vergini», cresciuti nell’abitudine al rispetto della legge, per i quali il servizio militare era un obbligo. Il timore quindi delle conseguenze in cui si poteva incorrere ribellandosi era forte.
I trasferimenti coatti durante la Seconda Guerra mondiale viaggiavano su rotaie anche nostre. I treni partivano da Fossoli, in seguito sostituita da Bolzano, e passavano per Verona, snodo ferroviario importante per raggiungere Auschwitz, Buchenwald, Ravensbruck e Bergen-Belsen. Ma le destinazioni erano anche altre. Riportiamo la toccante testimonianza del veronese Pier Luigi Facchin “deportato in patria”.
Le minacce di fucilazione per i renitenti era chiaro. Facchin decise però di non presentarsi al «deposito misto di Montorio» per servire la patria. Era appena stato assunto come operaio avventizio alla Direzione di Artiglieria (Arsenale). Per lui era una «copertura». Dopo alcuni mesi ricevette un avviso: «Ti cercano, Presentati. Altrimenti portano via tua madre. Sei avvertito». Ciò bastò per presentarsi alle casermette di Montorio, uno dei luoghi di detenzione di Verona. Poi partì. «Pensavo a mia madre, sola. Non a me». «In borghese, a piedi, incolonnati, con valigie, zaini e fagotti, sorvegliati da armati in divisa. Pensavamo di essere reclute, sia pure in circostanza particolari. Eravamo veri deportati». Deportati in
patria. Oggi il professor Facchin ricorda così la sua vicenda durante la guerra, nella sua casa di Verona dove vive ancora con la moglie. «Portavamo le stellette» del corpo Genio Lavoratori, o come lui preferisce definirlo, del «Genio, l’arma dotta». Sì perché «ho imparato tutto quel che c’è da sapere sul lavoro di sterratore e di spalatore, sui lavori pericolosi e spossanti, sulla fame e sullo sfinimento». Tutto ciò che il giovane Facchin ha provato in molti luoghi dell’Italia occupata di allora in cui fu deportato, con la sua divisa grigioverde. Altri prigionieri come lui però ebbero altre destinazioni. A cominciare dal 16 settembre 1943 furono arrestati gli ebrei di molte città. Le retate tedesche
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STORIE DI STORIA
LE VOCI «Ricordo che in ogni carro vennero fatti salire 70 prigionieri, il viaggio fu un inferno, furono 4 giorni terribili. Le condizioni disumane di 70 esseri umani forniti solo di un pezzo di pane e di due secchi d’acqua per carro, rinchiusi senza aria sufficiente e senza altri viveri. Ciò che accadde in quei vagoni, dove eravamo talmente compressi da non poter sederci, è indescrivibile (…) Alla fine di questo viaggio, dal treno furono scaricati 50 deceduti » (Gino Spiazzi). «Oggi tutti ci chiedono di ricordare. A volte, però, vorremmo anche dimenticare» (Agostino Barbieri).
comuni, qualche criminale fascista o nazista. A quelli degli ebrei si aggiunsero gli arresti dei prigionieri italiani ‘politici’. Furono circa 23 mila quelli deportati. Il «bando Graziani» era stato uno delle cause che spinse molti giovani a fuggire e a nascondersi nelle montagne. E a ingrossare le fila della Resistenza. Il maggior numero di deportati fu comunque quello dei soldati italiani. Gli internati militari (IMI) furono più di 700.000. La loro destinazione fu diversa. Pochi conobbero i veri campi di concentramento e di sterminio. Non erano una categoria da eliminare, ma comunque per i tedeschi erano dei ‘traditori’. Essi erano destinati al lavoro nel campo delle infra-
strutture, dell’industria di guerra e in altri settori. Deportazione significa anche trasferimento da un luogo a un altro. L’immagine del treno che trasporta i prigionieri è rimasta impressa nel tempo. Tanto che ancora oggi viene esposto un vagone in Piazza Bra in occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio. Consigliamo la lettura di: "Prigionia e deportazione nel veronese", a cura di Gracco Spaziani e Paola Dalli Cani, Sommacampagna 2012, Cierre Edizioni, nel quale si trova un’ampia bibliografia sull’argomento. La testimonianza di Pier Luigi Facchin è stata edita nel volume "Sottosoldato" (deportato in patria), Brescia 1995, Edizioni Bressa.
PER SAPERNE DI PIÙ
cominciano a essere supportate da quelle fasciste. Al punto 7 della Carta di Verona gli ebrei sono definiti di “nazionalità nemica” e viene disposto il loro arresto e invio nei campi di concentramento. «I treni della morte» partivano da Fossoli e transitavano per Verona, nodo ferroviario importante. Destinazione Auschwitz, Buchenwald, Ravensbruck, Bergen-Belsen. Fossoli verrà poi sostituita da Bolzano, il Durchganglager (insieme a Risiera di San Sabba a Trieste e a Borgo San Dalmazzo, furono parte integrante del sistema concentrazionario nazista). Qui furono concentrati: partigiani, antifascisti, ebrei, zingari, renitenti alla leva, ostaggi, soldati alleati catturati, delinquenti
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VILLA ZENATELLO di
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Da casa di villeggiatura, a villa dedicata alla lirica a Casa di cura. Il tenore Giovanni Zenatello nel 1906 acquistò la proprietà, la restaurò, ricavandone una signorile dimora per sè e per la sua grande famiglia. Villa che in quegli anni diventò sede delle audizioni di giovani cantanti lirici. Dal 1961 è sede della Casa di Cura "Villa Santa Chiara".
Foto di Gabriele Pollini
V
illa Zenatello-Santa Chiara di Quinto è stata oggetto di varie vicende finché il 26 dicembre 1906, con atto del notaio Italo Donatelli venne acquistata dal tenore Giovanni Zenatello (1876–1949), il quale, la trasformò nella sua elegante dimora. L’architetto restauratore, anche secondo gli esperti, fu Ettore Fagiuoli
grande amico di famiglia. All’epoca investire in prestigiose ville dava grande lustro ai nobili veronesi, invece per Giovanni Zenatello (aveva già acquistato tenute in Spagna e un albergo a Milano) fu un segno d’amore per la Valpantena e di gratificazione per la sua famiglia (mamma, papà e otto fratelli, di cui Giovanni era il terzoge-
nito) in origine fornai, poi tutti amanti della musica. Ne ricavò un angolo suggestivo, adornato dal grande giardino, avvolto in un’atmosfera di complicità. Il complesso edilizio, oggi adibito a casa di cura, è stato ampliato. Restano conservati il giardino e la Villa sulla quale spicca l’armoniosa facciata dedicata alla musica lirica. L’edificio a tre piani con l’importante scalinata, suddivisa in due rampe che si congiungono sul pianerottolo formando un balconcino, allineato a quello del piano nobile e alla balaustra in gronda, in cui spiccano i due putti che sorreggono il simbolo della lira. Le decorazioni, in bassorilievo, nei medaglioni dei riquadri sotto le finestre portano le effigi di Gaetano Donizetti, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi e Giacomo Bellini, completano la facciata il volto di Minerva, sulla porta del piano nobile, le mensole e i marcapiano. Anche questa Villa, durante la seconda Guerra Mondiale, venne saccheggiata: rimane la facciata e il giardino ad attirare lo sguardo di escursionisti ed ospiti. I proprietari. Grazie alla collaborazione di Angelo Andreis, studioso ed esperto di Archivio di Stato, siamo riusciti a trovare alcuni passaggi di questa Villa. All’inizio faceva parte di un fondo agricolo, pare di proprietà dei Rizzardi, poi divenne «casa di villeggiatura» appartenente ai Ferro e ai Signoretti. Nel 1880
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GIOIELLI DEL TERRITORIO
Villa invitava anche i giovani lirici a studiare. Tra questi il tenore veronese Nino Martini e la soprano Lily Pons, diventati poi suoi pupilli. Anche la stagione lirica veronese fu ideata in questa villa dalla coppia Zenatello-Gay. La figlia Nina nella sua bibliografia, ha scritto «un caldo giorno di giugno del 1913 papà seduto ad un caffè in Piazza Brà con Maria Gay, i maestri Tullio Serafin (direttore d’orchestra, ndr) e Ferruccio Cusinati (maestro del coro, ndr) e un loro amico Ottone Rovato esclamò: «Ecco il grande teatro che vado cercando. Spero si possa prestare per le opere liriche». Entrarono e Zenatello cantò “Celeste Aida” e l’acustica si rivelò perfetta. Ricorrevano i 100 anni della nascita di Verdi e quindi Zenatello mise in scena, il 10 agosto 1913, l’opera Aida, interpretando Radames e il mezzosoprano Maria Gay Amneris; scenografie dell’architetto Ettore Fagiuoli. Le prime due
edizioni (1913 e 1914) della stagione lirica furono finanziate da Giovanni Zenatello che aveva coronato i suoi sogni: promuovere Verona nel mondo e offrire a tutte le persone la possibilità di assistere alle opere liriche. La stagione lirica in Arena fu sospesa solo durante le due guerre. Giovanni Zenatello, pur ritiratosi dalle scene (1926), la seguì sempre. Nel 1947, venne incaricato della direzione artistica, tornò a New York (dove con la Gay aveva fondato una scuola di canto) per cercare voci nuove. Incontrò il soprano Maria Callas, fu attratto dal suo talento e lanciò la “divina” in Arena nella Gioconda. L’anno successivo ritornò a New York per sistemare i suoi affari e morì l’11 febbraio 1949. La figlia Nina portò le sue spoglie a Verona. Josè e Giovanna Zenatello ereditata Villa Zenatello, nel 1956 la cedettero. Gli acquirenti la trasformarono in casa di cura “Villa Santa Chiara”.
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proprietario è Carlo Sartori «in curatela di Scandola Edoardo e Giovanni», in seguito ci fu di mezzo il tribunale giudiziale. Nel 1904 «Villa Sartori» risulta proprietà del cardinale Bartolomeo Bacilieri (vescovo di Verona dal 1900 al 1923), che nel 1906 la cedette a Zenatello. Il grande tenore, conosciuto in tutto il mondo, ha portato qui la sua famiglia e ha vissuto, al suo rientro dalla Spagna e dagli Stati Uniti, con Maria Gay, un’affermata mezzosoprano catalana (nata nel 1879: Maria de Lourdes Lucia Antonia Pichot Gironés, sposa di Juan Gay) che aveva incontrato, nel 1906 alla Scala di Milano. Il loro fu un colpo di fulmine. Con Maria condivise interessi artistici e vita fino alla sua morte (1943). Zenatello per Maria Gay lasciò la cantante Clotilde Albessana in arte Emeralda (?) a Torino con la quale ebbe due figli: Josè e Giovanna (Nina). Giovanni Zenatello in questa
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SCI DI FONDO Successi prestigiosi per Debora Roncari e Lucia Scardoni
SPORT
di
Emanuele Pezzo
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CHAPEAU PER LE DUE CAMPIONESSE VERONESI La Lessinia è ancora una volta protagonista nello sci di fondo. Dopo l'epopea dei fratelli Valbusa è il turno di Lucia Scardoni delle Fiamme Gialle, prima ai Campionati individuali di Padola di Comelico, e Debora Roncari dei Carabinieri, sugli allori agli ultimi Campionati Italiani Team Sprint di Fiera di Primiero.
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n luogo comune è che lo sport sia innanzitutto divertimento. Il giovamento interiore che si prova nel fare attività fisica, tuttavia, è un traguardo così alla portata che c'è chi sente il bisogno di alzare continuamente l'asticella in una sfida a sé stesso. Chi meglio può saperlo di atleti che si allenano per mesi al freddo e al gelo, addirittura andandoselo a cercare qualora non sia a portata di mano? In una sua celebre frase, la campionessa Stefania Belmondo disse: «Ho imparato a guardare alla meta e a conquistarla con sacrificio». Pur essendo dotata solamente di modesti rilievi, in provincia di Verona lo sci di fondo vanta una grande tradizione e, tra anni Novanta e Duemila, pure risultati invidiabili grazie agli atleti fuoriusciti dagli sci club della Lessinia. Dopo le invidiabili carriere dei fratelli Fulvio e Sabina Valbusa, altre due atlete della montagna veronese si stanno guadagnando poco a poco, spinta su spinta, le luci dei riflettori. Debora Roncari (C.S. Carabinieri) e Lucia Scardoni (G.S. Fiamme Gialle) sono state ambedue protagoniste agli ultimi campionati italiani di velocità a Fiera di Primiero, classificandosi rispettivamente prima (con Gaia Vuerich) e
Debora Roncari al centro e Lucia Scardoni l'ultima a destra sul podio dei campionati italiani di Fiera di Primiero
terza (con Greta Laurent) nella gara team sprint. Lucia Scardoni, classe '91 originaria di Bosco Chiesanuova, la stagione scorsa ha compiuto un'imprevista cavalcata in OPA Cup. Nel circuito di gare per atlete in rampa di lancio dell'arco alpino, la finanziera cimbra ha trionfato in classifica generale con 4 vittorie e 5 altri podi su 14 gare. Questo le ha consegnato il privilegio di poter partecipare al primo periodo della Coppa del Mondo 2015/16 senza dipendere dai criteri FISI e dalle convocazioni dei tecnici azzurri. In questa stagione la Scardoni è andata a punti già tre volte, a
Ruka, Obertsdorf e Dobbiaco, arrivando nelle "top 20" nelle due sprint a tecnica classica, quella a lei più congeniale. E, impresa dell'ultim'ora, il successo ai Campionati italiani assoluti di Padola di Comelico (BL), il 31 gennaio, che la rilancia in vista delle prossime gare di Coppa del Mondo a Drammen e Stoccolma. Il primo posto agli italiani sprint, invece, dello scorso dicembre ha parzialmente compensato una stagione partita in salita per Debora Roncari. L'atleta dei Carabinieri, di un anno più giovane della Scardoni, ha subito un'operazione che le è costata la presenza
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nel periodo autunnale, il più importante per preparare la stagione. Per la mancanza di neve di questo periodo Debora è costretta a viaggiare continuamente in cerca di strutture dove allenarsi, spesso dovendo investire su sé stessa visti i costi non irrisori. Questo non le ha impedito di spiccare nel bellunese e di essere attualmente terza in Coppa Italia, un trampolino di lancio per la OPA Cup e per altre partecipazioni nella coppa più importante. Lo sci di fondo è sicuramente una delle discipline che più obbliga gli atleti ad avere forti motivazioni per resistere alle intemperie e alla fatica. Tanti sacrifici, insomma, e una tenacia che Lucia e Debora mettono sugli sci quotidianamente, macinando quei freddi chilometri che le separano dalla tanto agognata meta.
Non solo senior... Oltre alla Scardoni e alla Roncari, lo sci di fondo veronese ha già nuovi atleti in rampa di lancio, come si è visto a Tesero (Trento) e a Falcade (Belluno). Lo Sci Club Bosco, che da quest'anno collabora a pieno regime con S.C. Orsi Bianchi Velo Veronese, S.C. Roverè e U.S. Campofontana, si conferma tra i più floridi club veneti, nonostante una stagione estremamente difficile dal punto di vista della neve a disposizione. Un'atleta destinata a emergere è Francesca Corbellari. La ventenne dello S.C. Bosco, già da qualche stagione osservata dai tecnici federali e che gareggia anche in Coppa Italia contro sciatrici ben più navigate, ha conquistato un egregio terzo posto ai campionati nazionali, prima atleta fra quelle civili. I regionali svoltisi nel bellunese hanno visto invece la bellezza di cinque podi per i fondisti veronesi. Oltre alla vittoria della Corbellari nella gara Giovani/Senior, sono giunti il 2°
Lucia al traguardo di Padola di Comelico
Lucia Scardoni è Campionessa d'Italia. E così in Lessinia torna il sorriso A giornale quasi in stampa arriva una notizia davvero positiva per la nostra Lessinia. Lucia Scardoni è Campionessa d'Italia di sci di fondo! A Padola di Comelico, in provincia di Belluno, la giovane veronese è salita sul gradino più alto del podio dopo aver lottato testa a testa con Ilaria Debertolis, seconda all'arrivo. Medaglia di bronzo per Virginia De Martin, mentre l'altra atleta veronese, Debora Roncari, è arrivata sesta. Una grandissima soddisfazione per la montagna veronese che riporta il sorriso dopo l'infelice tra-
sferimento dei Campionati Italiani Assoluti, Giovani e la Coppa Italia che avrebbero dovuto, inizialmente, tenersi proprio a Bosco Chiesanuova. La colpa del trasferimento a Padola di Comelico è da imputare alla condizione climatica sfavorevole. Le temperature fuori stagione avevano sciolto parte della neve artificiale che costituiva l'anello di gara, allestito grazie all'encomiabile impegno di numerosi volontari e simpatizzanti dello Sci Club Bosco ai quali Lucia ha dedicato la vittoria.
Ilaria Debertolis, Lucia Scardoni e Virginia De Martin
posto di Pietro Campara nella medesima categoria, il 1° e il 2° posto per Mattia Tanara e Matteo Grossule e un altro 2° per Lara Massella negli Allievi, la vittoria di Maria Sole Cona nella categoria Ragazzi.
PANTHEON
UNDERGROUND di Marco Nicolis marco.nicolis@verona-pantheon.com
LOGOS, 20 ANNI DI PROGRESSIVE ROCK AN N O N U OVO, VECCH I A MICI, S T ES S I S T RU MEN T I
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l 2016 segna un traguardo importante per la “progressive band” che ci farà compagnia sulle prossime pagine, un traguardo probabilmente insperato e inaspettato durante le prime ore passate insieme in sala prove. Eppure eccoli qua. Dopo vent’anni e 3 album il gruppo veronese è ancora presente con tutto il carico di rock ed energia, come ai primi tempi. Anzi, probabilmente con il passare del tempo e l’arrivo delle prime rughe e capelli bianchi la passione è aumentata o forse possiamo dire “maturata” (suonare fa proprio bene allo spirito, ci mantiene sempre giovincelli). In breve: esibizioni, palchi nazionali ed internazionali, tracce e canzoni dal gusto squisitamente anni ’70, idee e passione, un gran bel cammino per i nostri Logos. Ma procedendo passo passo, i momenti più significativi sono negli anni 1998 e 2001, un periodo pieno di ricordi speciali. In quelle due annate infatti vedono la luce i primi due album della band. Il primo, “Logos”, disco d’esordio che, come vuole la tradizione “progressive”, riporta come titolo il solo nome della band, si può definire come un lavoro ispirato a Pink Floyd e Genesis con un pizzico di campanilismo tutto italiano con richiami a Le Orme e Banco del Mutuo Soccorso. Nel nuovo millennio invece nasce “Asrava”, secondogenito un po’ più filosofico e delicato del primo lavoro della band.
C l a u d i o A n t o l i n i - P i a n o f o r t e / M e l l o t r o n / Ta s t i e r e Fa b i o G a s pa r i - B a s s o / V o c e - A l e s s a n d r o P e r b e l l i n i - B at t e r i a L u c a Z e r m a n - H a m m o n d / M o o g / M e l l o t r o n / Ta s t i e r e / V o c e Punti in comune tra i due “fratelli”? Originalità, entrambi autoprodotti, tracce vocali interamente in lingua italiana (su questo i Logos non scherzano, un vero marchio di fabbrica), una miscela di melodia e riff dal gusto rock ed entrambi con buon ritorno, citati e recensiti in maniera positiva da ascoltatori, riviste e magazine specializzati del genere. Ma la vera svolta, a detta della band, avviene nel 2014. Esce “L'enigma della vita”, terzo album. Un viaggio di oltre settanta minuti attraverso il significato del nostro esistere e della vita. Un successo inaspettato. Riviera Prog Festival al F.I.M. di Genova, Verona Prog Fest, Progfrog2015 (Olanda). Ma non è finita qui. L’originalità
dei Logos volerà a breve in Francia, destinazione Rock Au Chateaux. Missione: aprire l’esibizione per i Pendragon, che per chi non li conoscesse sono una arcinota band britannica del genere. Chissà che tutto questo movimento non porti anche ad un nuovo album. Si sa, non c’è tre senza quattro (si dice così vero?). Ah si, quasi dimenticavo, il sito specializzato ProgArchives.com ha messo l’album al terzo posto nella classifica dei migliori album progressive del 2014 dietro ad IQ ed Opeth (questi qui riempiono gli stadi, eh!). Se avete capito di che musica parliamo, cosa aspettate per ascoltare qualche loro pezzo? Provate qui: http://www. logosprog.it/
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UNDERGROUND
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elle pagine precedenti abbiamo parlato di un gruppo che ha raggiunto i 20 anni di carriera, invece ora parleremo di un gruppo che di strada da fare ne ha ancora molta, ma che di sicuro sa già parlare la lingua della musica, anzi vuole rivoluzionarla. Non è usuale per me parlare di band recentemente formate, specie per il bagaglio “musicale” a cui siamo abituati, ma questi giovani musicisti credetemi, vale la pena ascoltarli. Siamo nel 2011, tutto inizia da qui, da un incontro casuale tra due ragazzi con una passione in comune, la chitarra e il “funk”. Le prime strimpellate in compagnia, i primi riff e da qui il passo è breve, si parte alla ricerca di componenti per formare una band come si deve. Una band dal cuore un po’ funk e un po’ rock, perché sarà questa la loro anima. La ricerca purtroppo (eh già, a quanto pare è stata più dura del previsto) si dilunga per qualche periodo ma ora il gruppo è formato, i musicisti ci sono tutti, i 5th season sono finalmente pronti per partire. Il nome è tutto un programma. La quinta stagione, qualcosa che non esiste, come la musica che i nostri ragazzi vogliono trasmettere al mondo. Un qualcosa di mai sentito o per lo meno qualcosa che suoni in modo diverso, nuovo (anche nel mondo della musica c’è bisogno di una ventata di aria fresca). Un insieme di stili eclettici, un esperimento che abbia le fondamenta nella musica funk
VER NA
NETWORK
5TH SEASON
IL CORAGGIO DELL'IGNOTO Creare qualcosa che non esiste, una musica nuova è un po’ come scovare l’esistenza di una stagione intermedia tra l’inverno e la primavera.
Alberto Pawel - voce e chitarra Samuele Germiniani-Lead guitar Andrea "Vench" Vantini-Batteria Giulio Romanelli-basso ma che si dirami attraverso rock, blues e pop. Fondamentale per questo scopo i nuovi membri, i quali, provenendo da stili e scuole diverse, hanno portato con loro tutto quel bagaglio di conoscenze e idee necessarie a sviluppare questa originalità. In ogni caso, non è facile direte voi, creare qualcosa di nuovo nel 2016, in un millennio in cui si è già sentito di tutto. Beh, come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera. Per iniziare sono ben 7 le canzoni che stanno nascendo dalle loro idee, pezzi certamente in continua evoluzione e
continuo perfezionamento, ma le idee sono buone. La voglia di mettersi in gioco è tanta quindi se si vuole essere originali bisogna darci dentro e se si vuole avere visibilità il palco è il posto giusto. Le uscite live sul palcoscenico si susseguono costantemente e l’affiatamento della band cresce. Non mi dilungherò oltre, penso che sia la musica a dover parlare e a convincervi della bontà di questo progetto. Seguiteli sulla loro pagina Facebook e partecipate a qualche live. Fateci sapere la vostra idea su di loro. Facebook: /5th Season
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INIZIATIVE Scaffali all'aperto per avvicinare alla lettura
ARRIVANO TANTE CASETTE....PIENE DI LIBRI Sono state installate a Montorio e a Poiano le prime Free Little Library del territorio comunale di Verona. di Francesca Mauli
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mpossibile non fermarsi a guardarle: tra le panchine di piazza Buccari, a Montorio, e quelle del parco giochi di Poiano, sbucano due piccole casette. Muri verdi, tetto rosso e una porticina trasparente che lascia intravedere il loro contenuto: dei libri. Libri da prendere, libri da portare; insomma, libri da condividere, con la massima libertà. Sono le prime due “bibliotechine libere” installate nel comune di Verona sulla scia di un fenomeno mondiale, quello delle Free Little Library, nato nel 2009 negli Stati Uniti, su idea di Todd Bol, che costruì una casetta in legno come tributo alla madre, un’insegnante innamorata della lettura, la riempì di libri e la mise di fronte al giardino di casa sua, invitando i passanti a prendere i libri, leggerli, restituirli o sostituirli con altri. Oggi sono oltre 10.000 le bibliotechine libere sparse per il mondo; per vedere dove si trovano, basta visitare il sito littlefreelibrary.org. «Cercavamo un modo per stimolare alla lettura in due zone, quella di Montorio e della Bassa Valpantena, densamente abitate, ma prive di un servizio bibliotecario adatto a un così ampio bacino» racconta Clara Rupiani, insegnante e membro dell’associazione La Goccia, promotrice dell’iniziativa, patrocinata da Comune di Verona e VIII Circoscrizione. E così è nata l’idea di creare qualcosa di piccolo, ma che potesse coinvolgere istituzioni, bambini, ragazzi e adulti in un unico progetto. Le prime due bibliotechine hanno preso forma, si sono riempite di carta stampata e sono state presentate alla comunità lo scorso dicembre, nel corso di una doppia inaugurazione molto af-
Alcuni scatti della serata di inaugurazione
follata. «Dietro a questa iniziativa – prosegue Alberto Speciale, presidente dell’associazione La Goccia – non c’è solo la volontà di stimolare alla lettura, ma anche di riappropriarsi di uno spazio, quello della piazza, in cui incontrarsi, raccontare, leggere, proprio attorno al fulcro della Little Free Library». «Essendo la nostra prima esperienza – conclude Speciale – temevamo che l’iniziativa non fosse apprezzata, che la caset-
ta potesse essere oggetti di atti vandalici. Abbiamo corso questo rischio, dando fiducia alla comunità, e la comunità sembra apprezzare: c’è movimento e curiosità attorno alle bibliotechine». Visti i buoni risultati, l’associazione prevede di installare altre Little Free Library e di iniziare a creare, attorno ad esse, degli eventi che uniscano grandi e piccoli nell’amore per la lettura. Per info: www.la-goccia.it
EDITORIA PER RAGAZZI
David James Poissant Il Paradiso degli animali (NN)
Pierluigi Cappello Azzurro Elementare (BUR)
WU MING L'invisibile ovunque, 17 febbraio h 17 Biblioteca Civica
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a cura di Alessandra Scolari
l libro: Greg Heffley, un undicenne che si autodefinisce una “schiappa” perché non riesce ad emergere a scuola, racconta le sue dis-avventure. Una rivincita? Nell’episodio Portatemi a casa! Greg narra delle «meritate vacanze», non con il telecomando in mano, ma in viaggio con la famiglia (Susan la mamma, Frank il papà e i fratelli Rodrick e Manny). Partenza con la barca appresso stracolma di cianfrusaglie. Durante il tragitto succede di tutto e di più e Greg ne descrive i dettagli nel suo inseparabile diario. Esordisce: «Ho imparato in tutti questi anni che noi ragazzi non abbiamo nessun controllo sulla nostra vita: ZERO!». Vietato portare i giochi elettronici, ma Manny (il più piccolo) pescherà alla fiera un maialino che porterà in viaggio. Già la mamma dice: «I maiali sono intelligenti!». Finale a sorpresa!
TITOLO Diario di una schiappa Portatemi a casa! AUTORE Jeff Kinney; TRADUZIONE: Rossella Bernascone EDIZIONI Il Castoro Srl edito 2015 Prezzo: €12,00- Pagine: 217 Età di lettura: da 11-13 anni
a cura di Mattia Zuanni
I consigli della redazione:
evento
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L’AUTORE: Jeffrey Patrick (si firma Jeff) Kinney è nato a Maryland negli Stati Uniti, vicino alla sua scuola la Crossland High School. È un ragazzo socievole e allegro che inizia presto a creare fumetti. Il primo fu Igdoof: una striscia comica inserita nel giornale della scuola. Da allora la sua carriera di scrittore umorista e designer di libri e giochi on line per ragazzi è stata un crescendo. Oggi vive con la moglie e due figli in Massachusetts, dove nel 2015 ha aperto una libreria indipendente. Nel 2009 il Time ha inserito Jeff Kinney tra le 100 persone più influenti al mondo, nel 2015 Benedetta Tobagi de La Repubblica ha scritto: «Onore e gloria più che meritati». CURIOSITÀ: Jeff Kinney, a 37 anni, nel 2008 pubblicò Diario di una schiappa vendendone 60milioni di copie. Visto il successo ne pubblicò altri nove episodi, vendendone 150 milioni di copie nel mondo, di cui più di due milioni in Italia. Il best seller Diario di una Schiappa è tradotto in 44 lingue (compreso il latino) e pubblicato in 51 paesi. Da questi libri sono usciti anche tre film. Contribuiscono al suo successo la carta rigata, i fumetti, il linguaggio semplice e brioso che va diritto al fatto successo. Per ragazzi? Garantito: fa ridere anche gli adulti.
BOX OFFICE
IL FILM: Basato su uno dei più anticonformisti tra gli anti-
eroi della Marvel, Deadpool racconta le origini di Wade Wilson, ex membro delle Forze Speciali diventato mercenario, il quale, dopo essere stato sottoposto a un esperimento non autorizzato che gli conferisce, tra gli altri, il potere di guarigione veloce, decide di creare il suo alter ego: Deadpool. Dotato di nuove capacità e di un macabro senso dell'umorismo, Deadpool inizia la caccia all'uomo che ha quasi distrutto la sua vita. CURIOSITÀ: Il primo trailer del film è stato presentato al San Diego Comic-Con del 2015 ed è stato accolto molto positivamente dal pubblico che l’ha definito «il primo film che parla ai fan nella loro stessa lingua», lodando il meta-humor del trailer. Le riprese del film sono durate appena due mesi; saranno state sufficienti per costruire quello che, a detta di molti, potrebbe essere un nuovo Marvel-genre?
TITOLO: Deadpool GENERE: Azione, Fantastico DURATA: 106 minuti REGIA: Tim Miller ATTORI: Ryan Reynolds, Morena Baccarin, Ed Skrein, T.J. Miller USCITA (Italia): 18 febbraio 2016
fotografa il codice QR per vedere il trailer
CLASSICI DA NON PERDERE Titolo: Fury Genere: Guerra, Drammatico Durata: 134 minuti Regia: David Ayer Attori: Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Jon Bernthal Aprile 1945. Gli Alleati stanno avanzando nella Germania nazista. Tra i numerosi veterani ci sono anche il sergente carrista Don "Wardaddy" Collier, della 2ª Divisione corazzata, e il suo equipaggio: il cannoniere Boyd, profondamente cristiano e soprannominato "Bibbia", il pilota messicano Trini "Gordo" Garcia e il rude caricatore Grady "Coon-Ass" Travis, con i quali ha condiviso oltre tre anni di servizio nell'esercito americano. A bordo del loro carro armato, uno Sherman M4A3E8 dal nome di battaglia “Fury”, si trovava anche il copilota/mitragliere, che tuttavia muore in una schermaglia. Al sergente e ai suoi uomini viene perciò assegnata la giovane recluta Norman Ellison, un ragazzo arruolato solo da otto settimane come dattilografo e perciò rimasto sempre nelle retrovie; egli non è mai stato in un carro armato, non ha ricevuto addestramento specifico e non ha mai ucciso un uomo.
BELLEZZA AL NATURALE Sono ormai note a tutti i benefici del tè verde sul nostro corpo: sono state dimostrate, infatti, le sue proprietà antiossidanti, dimagranti e antitumorali. Forse non tutti sanno, però, che il tè verde può essere anche un ottimo ingrediente da utilizzare nelle ricette di bellezza.
Note (tonico per pelle grassa) INGREDIENTI • Tè verde • Aceto di mele
Procedimento
Il tonico è indicato per pelli grasse poiché grazie al tè verde ha un’azione antinfiammatoria indicata per acne e rossori. La presenza dell’acqua rende questo tonico facilmente deperibile, quindi si consiglia di conservarlo in frigorifero per non più di 8-10 giorni.
Preparare una tazza di tè verde, utilizzando il tè in foglie oppure la bustina, e lasciarlo raffreddare. Unire 2 cucchiai di aceto di mele a 6 cucchiai di tè verde: il nostro tonico per pelli grasse è pronto!
INGREDIENTI • Tè verde • Farina di riso • Miele
Modalità d’uso Dopo la detersione, applicare un po’ di tonico su un dischetto di cotone e passarlo su tutto il viso, evitando il contorno occhi. Applicare poi la propria crema idratante.
Procedimento Preparare il tè verde come nella ricetta precedente e lasciarlo raffreddare. Mescolare due cucchiai di farina di riso con un cucchiaio di miele, e aggiungere un po’ alla volta il tè verde, quanto basta ad ottenere una consistenza cremosa.
Modalità d’uso Applicare la maschera sul contorno occhi, evitando la palpebra mobile. Lasciare in posa 10 minuti, risciacquare poi con acqua tiepida e applicare la propria crema per il contorno occhi.
Note E SOSTITUZIONI Questa maschera per il contorno occhi unisce le proprietà drenanti del tè verde all’effetto illuminante della farina di riso, che può essere sostituita dalla farina di ceci. Come tutte le maschere fai da te, è consigliabile preparare di volta in volta la quantità necessaria per un singolo utilizzo, al fine di evitare il deterioramento.
Questa pagina è stata realizzata grazie al contributo di Forno Bonomi SpA per l'iniziativa "Adotta un giovane artista veronese", per maggiori informazioni: www.verona-pantheon.com
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Concerti, mostre, conferenze, creatività, feste, workshop, sagre, di tutto di più. Da una parte Emanuele Zoccatelli - da Valeggio sul Mincio - che quando Schillaci faceva sognare mezza Italia non era neanche lontanamente su questo pianeta. Dall’altra Forno Bonomi - orgogliosamente da Roverè Veronese- azienda nata quando l’Italia non era ancora tale. Cosa li mette in comune? Il talento! Entrambi ne sono pieni; uno ancora allo stato embrionale, da raffinare; l’altro è invece l’anima di un’ azienda che vende in tutto il mondo e prova un gusto incredibile a scoprire giovani talenti da lanciare. Emanuele ha una passione sconfinata per disegnare, scrivere, disegnare, scrivere... e tagliare il legno per fare longboard su cui disegnarci e scriverci su. L’illustrazione hand-made del Salmone di questo numero è farina del suo sacco. Se avete le idee poco chiare, chiamatelo. Ci penserà lui a schiarirvele. Saluti, baci e approfondimenti su: www.verona-pantheon.com, www.vimeo.com/salmonmagazine e www.salmonmagazine.com
Territorio
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Brevi da Verona e Provincia
Spicchi
F es ta dello s po r t i vo 2 0 1 5 - C E R R O V E R ON E SE i è svolta sabato 12 dicembre la prima Festa dello Sportivo a Cerro Veronese, voluta dall’amministrazione comunale e dall’assessorato allo Sport. L’idea è nata per premiare tutti gli sportivi residenti a Cerro che praticano attività a livello agonistico indipendentemente dall’età o dell’associazione a cui appartengono. « Sono stati ben 140 gli atleti di varie discipline chiamati al ritiro della medaglia celebrativa» ha precisato Sergio Brunelli, assessore allo Sport, «a testimonianza di un paese sportivamente molto vivo, e questo ci ha riempito di soddisfazione». Il gruppo più numeroso, come da copione, quello del calcio con ben 80 premiati, una ventina di ragazze dell’US Corbiolo impegnato sui campi di pallavolo, ma poi anche karate con la Polisportiva Cerro e altri atleti dal trial al pattinaggio artistico, dal ciclismo al nuoto, dalle bocce fino all’hockey
su ghiaccio. Testimonial della serata Andrea Conti, campione di handbike e vincitore dell’ultimo Giro d’Italia nella sua categoria, che ha portato le sue maglie ufficiali. Il sindaco Paolo Garra ha salutato e ringraziato tutti gli atleti ribadendo la vicinanza dell’amministrazione annunciando l’inaugurazione, in primavera, dei campi da bocce e della piastra polifunzionale. Brunelli si è invece soffermato sulle regole dello sport, sui benefici per la salute e sui principi del fair play che come l'educazione il rispetto sono gli aspetti che ogni atleta dovrebbe seguire praticando sport. «Il successo della serata» ha continuato Brunelli, «testimonia che l’attenzione del Comune è aperta a tutti gli sport, e non soltanto ad alcuni in particolare, come è vero che siamo intervenuti con acquisto di materiali o con contributi per svariate associazioni, che ringrazio personalmente per la loro attività che
Il Sindaco Paolo Garra, Andrea Conti, Giorgio Pettinato e l'Assessore Sergio Brunelli
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a cura di Matteo Bellamoli
permette ai ragazzi di praticare sano sport». Non sono mancati, prima della cioccolata calda finale, i ringraziamenti al Tiziana Zanetti, Delegato CONI presente alla manifestazione, e al sempre impeccabile conduttore Daniele “Baci” Bellorio.
As piranti g i o r n a li s t i s e n s i b i li zz a n o c on t r o il f u m o - VA L PA N T E N A
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e spegni ti riprendo”. È questo il titolo di un'interessante iniziativa organizzata dall'Istituto Comprensivo 16 Valpantena-Verona, nell’ambito della didattica multimediale, ideata dalla prof. Rosamaria Conti che coinvolgerà gli studenti della seconda media “Caperle” di Marzana. Il concorso, rivolto a gruppi costituiti da due o tre ragazzi ciascuno, prevede la realizzazione di un video della durata massima di tre minuti che contenga un'intervista ad un fumatore e racconti cosa si offrirebbe all'intervistato in cambio di una sigaretta non fumata. Oltre all'evidente scopo educativo rivolto alla prevenzione del tabagismo, questo concorso, che coinvolgerà circa 130 studenti, vuole
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info: 045 8700503 www.ic16verona.gov.it
anche approfondire il ruolo del giornalista storyteller, coinvolgendo i partecipanti ad utilizzare smartphone e tablet come strumenti per raccogliere esperienze e raccontare storie di vita. Il progetto è stato accolto con grande partecipazione dalla Dirigente dell'IC 16 Nicoletta Morbioli che sarà anche Presidente della giuria esaminatrice composta poi dalla psicologa Laura Fabbri, l'Operatrice Sanitaria Luisa Piccoli e i nostri giornalisti Matteo Bellamoli e Alessandra Scolari, quest'ultima anche corrispondente per L'Arena. Le premiazioni si svolgeranno in una serata aperta al pubblico mercoledì 17 febbraio, presso il Cinema di Grezzana, dove saranno proiettate le video interviste in gara selezionate dalla giuria.
Croce Verde , e c c o le dat e pe r i c o r si d e g l i a sp ir a n t i vol on ta r i - V E R ON A
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i terrà alle 20.45 del 29 febbraio il primo incontro per entrare tra le fila dei soccorritori scaligeri. Questa la data per quanto riguarda le sedi cittadine di Borgo Roma, Borgo Venezia, Lungadige Panvinio e San Giovanni Lupatoto. Il percorso formativo, invece, inizierà qualche settimana dopo nella provincia. A Colognola ai Colli l'appuntamento è per martedì 1 marzo presso la Sala consiliare dell'ex municipio di Piazza
di Redazione
Vittorio Veneto 44 a Caldiero. Mentre la sede di Cerro, sezione Lessinia, prevede di dare il via al ciclo di lezioni lunedì 7 marzo presso l'aula Magna della Scuola media di via Tomelleri 1 (per informazioni 342 3812851, oppure lessinia@croceverdeverona.org). La preiscrizione è obbligatoria e si effettua online sul sito www. croceverdeverona.org, selezionando la sede di preferenza.
di Redazione
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Proteine e gra ssi buoni in un piatto da mangiare come Lilli e il va ga bondo Cuocete gli spaghetti conservando una tazza di acqua di cottura. Frullate le noci con una puntina d'aglio, un goccio d'olio, latte, sale e pepe. Saltateci la pasta per qualche minuto, se occorre aggiustate la consistenza con l'acqua di cottura ed insaporite con il prezzemolo.
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A Carneval e ogni dolce val e! Sciogliete il lievito di birra nel latte tiepido, aggiungete zucchero, farine, ricotta, buccia di limone e sale. Aggiungete acqua tiepida fino ad avere un impasto elastico e maneggevole. Fatelo lievitare per 4-6 ore, dividetelo in 10 parti, create dei serpentini, unite le estremitĂ creando delle ciambelline. Fate lievitare un'ora poi cuocetele in forno a 160 gradi per 15-20 minuti. Una volta raffreddate, spolverate con zucchero a velo.
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