PREZZO ¤3,50 COPIA GRATUITA
EDIZIONE FEBBRAIO 2021
ANNO 13 - NUMERO 1
NUMERO CENTODICIOTTO
ALL’INTERNO
SPECIALE SAN VALENTINO
NNA d’Italia
UNA COOPERATIVA SOCIALE DI SUCCESSO E ORA L'ONORIFICENZA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: ANNA FISCALE SI RACCONTA
POLITICA - GIUNTA ZAIA
ATTUALITÀ - SAN PATRIGNANO
TERRITORIO - "LA CRU" DI GREZZANA
SPETTACOLI - INTRATTENIMENTO
“LA PAGELLA” DEL PRIMO QUADRIMESTRE
LA VERITÀ DI LUIGI BERTACCO
VERONA HA UNA NUOVA STELLA
L'ANGOLO DEL CINEMA
∙ PANTHEON ∙
In queste prime settimane del nuovo anno, nonostante l’arrivo con forniture a singhiozzo del vaccino, c’è ancora tanta prudenza, altrettanto timore, e una forte dose di incertezza tra le persone che paralizza molti settori della nostra economia. Negli occhi della gente c’è stanchezza, disorientamento, frustrazione, è vero, ma allo stesso tempo c’è anche la voglia di tornare in fretta al proprio posto di lavoro, a denti stretti, anche se si è consapevoli che, almeno per un po’, nulla sarà come prima. Ristoratori, baristi, titolari di strutture ricettive, di agriturismi, di B&B, commercianti, lavoratori dello spettacolo, dell’intrattenimento, titolari di aziende di trasporto privato…sono decine le categorie in grande affanno in questo momento, che tuttavia scalpitano per avere la possibilità di recuperare il terreno perduto. La politica, purtroppo, non ci aiuta. Nel bel mezzo di una crisi pandemica, si è aperta una crisi di governo. Tempismo perfetto. Con una bella fetta di fondi promessi dall’Esecutivo ancora bloccati in Europa, non ci poteva essere momento peggiore per dimostrare, con scarso senso di responsabilità, chi ha la cresta più bella e colorata. Ancora una volta c’era la possibilità di dimostrare che l’Italia non è quella che viene raccontata e descritta attraverso gli
stereotipi e i luoghi comuni, specie all’estero, e invece abbiamo preferito continuare con lo stesso ritornello. Immaturi. Ripartiamo allora da quella voglia che citavo pocanzi, la voglia della gente. Facciamone tesoro. Che sia l’antidoto migliore al virus dell’irresponsabilità e dell’indifferenza. Proprio in questi giorni ritorna a Verona un evento sportivo di caratura internazionale che quasi ci commuove dopo mesi di paralisi assoluta: l’Euro League Women di pallanuoto femminile, in pratica la Champions League di categoria. Alle piscine Monte Bianco di San Michele, dal 4 al 7 febbraio, otto formazioni, tra cui la nostra Vetrocar CSS Verona, si sfideranno in vasca per ottenere il passaggio alla fase successiva. Quasi 170 atlete riempiranno un hotel che sarà tutto esaurito anche se solo per quattro giorni. Stringe il cuore. Come Radio Adige TV non abbiamo esitato un secondo per sposare il progetto, affiancare la società scaligera e aiutarla a divulgare il grande, immenso sforzo organizzativo che sta compiendo. Nonostante le regole rigidissime all’interno dell’impianto che non permettono l’ingresso al pubblico, sarà sport vero e sport ad alti livelli. Potrete guardarlo con noi: trasmetteremo tutte le partite delle nostre ragazze sul canale regionale 640 del digitale terrestre, sul sito Radioadige.com e sulla nostra app scaricabile per Android e IOs. Anche questo è un segno di ripartenza, e lo vogliamo condividere con tutti voi.
Fai il primo passo con fede. Non occorre che tu veda tutta la scala: basta che cominci a salire sul primo gradino. MARTIN LUTHER KING JR
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febbraio 2021
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oglia incontenibile di ripartenza. Dopo mesi durissimi, drammatici, devastanti iniziati esattamente un anno fa con lo scoppio dell’emergenza Covid-19, dopo il conseguente lockdown e dopo l’autunno segnato dalla recrudescenza del virus, ci siamo messi alle spalle finalmente un 2020 che è entrato a piè pari - non certo per meriti - nei libri della storia mondiale. Purtroppo, però, non è finita.
Editoriale
di Matteo Scolari
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Indice La verità di Luigi Bertacco 20 8
47 Quei lumini lassù
In copertina ANNA FISCALE
Verona ha una nuova stella
LUMINI: LA LEGGENDA DEL PAESE DI MONTAGNA
L'INTERVISTA ALLO CHEF GIACOMO SACCHETTO
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Giunta Zaia LA "PAGELLA" DEL PRIMO QUADRIMESTRE
Alberto Corà
18 Non solo Romeo e Giulietta
IL SOCCORSO ALPINO SCALIGERO HA UN NUOVO CAPO STAZONE
50 Elio Benetti
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IL BARBIERE DI GREZZANA RACCONTA LA SUA STORIA
VERONA CELEBRA DANTE
Redazione e Collaboratori
DIRETTORE RESPONSABILE: MATTEO SCOLARI - CURATORE EDITORIALE: SAMANTHA DE BORTOLI REDAZIONE: MATTEO SCOLARI, SAMANTHA DE BORTOLI, GIORGIA PRETI, ALESSANDRO BONFANTE, CAMILLA FACCINI HANNO COLLABORATO AL NUMERO DI FEBBRAIO: SARA AVESANI, MARTA BICEGO, VALENTINA CERIANI, MATTEO LERCO, ALICE MARTINI, ERIKA PRANDI, NICOLE SCEVAROLI, ALESSANDRA SCOLARI, INGRID SOMMACAMPAGNA, TOMMASO STANIZZI, MARCO ZANONI PROGETTO GRAFICO ED EDITORIALE: DAVIDE PERETTI, SAMANTHA DE BORTOLI - COPERTINA: DAVIDE MORELLI SOCIETÀ EDITRICE: INFOVAL S.R.L. - MAIL: REDAZIONE@VERONANETWORK.IT - WEB: WWW.VERONANETWORK.IT FACEBOOK E TWITTER: @PANTHEONVERONA - INSTAGRAM: PANTHEONMAGAZINE UFFICIO COMMERCIALE: 045 8650746
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Fotonotizie
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VAX DAY, RICEVONO IL VACCINO 180 VERONESI Il 27 dicembre 2020 negli ambulatori scaligeri vengono somministrate le prime 180 dosi: tra questi, all’Aoui, la prima a ricevere il vaccino è stata Evelina Tacconelli, Direttrice UOC Malattie Infettive e Tropicali.
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FRANA SULLA GARDESANA TRA TEMPESTA E MALCESINE Il 2 gennaio un fronte di sessante metri circa di fango e roccia si è staccato dalla collina sopra Tempesta, nel territorio trentino della Gardesana. Il tratto è stato chiuso per un mese.
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L’ANNUNCIO DEL CARNEVALE VERONESE 2021
COVID, CARLO RUGIU SI VACCINA
A causa dell’emergenza sanitaria il 4 gennaio è stato annunciato lo slittamento del Carnevale scaligero 2021 alla primavera: la grande festa del Venerdì Gnocolar è stata fissata per il 7 maggio.
Il 4 gennaio all’ospedale Mater Salutis di Legnago il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona Carlo Rugiu si è sottoposto alla vaccinazione anti Covid-19.
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ERBEZZO COMPIE 400 ANNI
LE PROTESTE DEI RISTORATORI VERONESI
MAICON VESTE LA MAGLIA DEL SONA
Il Comune ha compiuto quest’anno 400 anni: il 6 gennaio del 1621, infatti, veniva ufficialmente riconosciuta la separazione di Erbezzo da Chiesanuova, con cui era unito nel grande comune cimbro della Frizzolana.
Il 7 e 8 gennaio quasi cento ristoranti del centro hanno protestato contro il decreto legge, valido fino al 15 gennaio, che concedeva loro di aprire per soli due giorni, decidendo di tenere chiuse le proprie attività.
L’ex difensore di Inter, Roma e della Nazionale brasiliana si unisce al Sona il 9 gennaio: poco dopo le 10.30, agli impianti sportivi di Lazise, Maicon festeggia con la sua nuova squadra e l’allenatore Tommasoni.
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LA STATUA DI DANTE SARÀ RESTAURATA
TORRE CATENA DIVENTA UN SITO CULTURALE
JURIC PREMIATO AL GALÀ DEL CALCIO TRIVENETO
Il 12 gennaio viene annunciato dal sindaco Federico Sboarina e dagli assessori Briani e Zanotto l’intervento di restauro del monumento in Piazza dei Signori, in vista delle celebrazioni per il 700esimo dalla morte.
Nell’ambito dei progetti della Variante 29, la Torre della Catena sarà promossa a sito culturale e turistico. Il 15 gennaio gli assessori Segala e Zanotto si recano in sopralluogo a bordo dei gommoni del Canoa Club.
Ivan Juric ha ricevuto il 19 gennaio il premio come miglior allenatore di tutte le squadre professionistiche del Triveneto, relativamente alla stagione 2019/20.
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∙ IN COPERTINA ∙
Essere imprenditori? Divertirsi, con serietà
Anna Fiscale, presidente e fondatrice della Cooperativa Sociale Quid di Verona, è una delle trentasei cittadine e cittadini a cui il 28 dicembre scorso è stata conferita motu proprio da Sergio Mattarella un’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana. Il suo impegno nel sociale, ora certificato anche dal Capo dello Stato, ribadisce con forza il diritto al lavoro, principio non sempre facile da realizzare.
M di Matteo Scolari
i sembra ancora di vederla, circa otto anni fa, in piazza Carlo Ederle a Grezzana durante la seconda edizione della fiera della robotica Roboval. Lì, in mezzo a tanti giovani, giovanissima pure lei, 24 anni, da poco laureata, prima in Economia e Management all’Università di Verona e poi in Relazioni Internazionali alla Sciences Po – Bocconi, a presentare ad alcuni imprenditori della zona, in occasione dello StartUp Day 2013 dell’associazione Innoval Young, la sua idea rivoluzionaria di impresa sociale. Il 26 maggio di quell’anno, di domenica, conobbi per la prima volta Anna Fiscale e il suo progetto “Quid”. Oggi quella sua idea ha la forma elegante e preziosa di una cooperativa sociale riconosciuta a livello europeo come innovatore sociale, grazie proprio alla determinazione della sua fondatrice e del suo staff, ma soprattutto per il fine che persegue. Come si legge nella descrizione del Company Profile, «dal 2013 Quid trasforma la moda Made in Italy per trasformare il mercato del lavoro
in Italia, rendendolo più inclusivo soprattutto per le donne». Merito questo che è valso ad Anna numerosi riconoscimenti, tra cui l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana lo scorso 28 dicembre. Le collezioni a marchio Progetto Quid ed Essenza nascono da metrature ridotte di tessuti in eccedenza e di fine-serie, recuperate grazie a una rete di tessutai e di brand partner, peculiarità che consente, tra le altre, un ridotto impatto ambientale. La cooperativa, di tipo B, che confeziona gli abiti è un laboratorio sartoriale con sede ad Avesa, in provincia di Verona, ed occupa persone, prevalentemente donne, in condizioni di svantaggio o fragilità, creando opportunità 8
d’impiego stabile, formazione e crescita lavorativa; in quest’ottica Quid ha aperto anche due laboratori all’interno del carcere di Montorio. Il management della cooperativa è costituito per il 90% da donne di età compresa tra i 25 e i 40 anni. Ad aprile 2013 Quid registrava un fatturato di 90 mila euro con cinque dipendenti, due collaborazioni e 15 chilometri di tessuto recuperato. Nel 2019 il fatturato è stato di 3,119 milioni di euro, realizzato con 138 dipendenti, 20 collaborazioni e 250 chilometri di tessuto lavorato. Le collezioni sono presenti in tre negozi monomarca (Verona, Mestre, Bassano), in due outlet (Vallese e Cadriano), online e in 73 punti vendita multibrand situati in tutta Italia.
Anna Fiscale
Presidente Fiscale, nel maggio del 2013, a Grezzana, abbiamo conosciuto in anteprima la sua idea di impresa sociale. Avrebbe mai pensato che da quel sogno suo personale arrivassero soddisfazioni professionali, imprenditoriali, e istituzionali come quelle che abbiamo potuto constatare in questi anni? All’epoca, la sfida era così grande che ci obbligava a vivere nel presente, senza proiettare troppo in là sogni, ambizioni o successi. Oggi, per necessità pianifichiamo di più e meglio, ma di quegli anni manteniamo un elemento fondamentale per collezionare successi: divertirci. Io per prima sono appassionata del mio lavoro ed è importante che anche il mio team lo sia. Essere imprenditori è un processo creativo, nel quale è importante mantenere l’approccio di un bambino che gioca: divertirsi con serietà in ogni singolo istante, prendersi qualche secondo per sognare e poi riprendere a costruire, disegnare e anche sbagliare, certamente. Ma sempre divertendosi.
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Ancora novità nel nostro spaccio: la Polenta “CIMBRA” da mais 100% Italiano, integrale e macinata a pietra naturale. Le confezioni da kg. 1 e kg 5 di farine e ancora tante novità che saremo felici di mostrarvi. Orari spaccio: Dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 18. Il sabato mattina dalle 8:30 alle 12,30. Via San Apollinare n. 16 – Lugo (Verona)
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Lo sviluppo che ha avuto fino a questo momento la Cooperativa Sociale Quid rispecchia fedelmente il suo/vostro progetto iniziale? Cosa l'ha sorpresa di più in termini di crescita o di impatto sociale? Sì, lo rispecchia decisamente, posso dire che a otto anni di distanza manteniamo la freschezza, la grinta e l’energia delle prime armi, con qualche esperienza in più e anche qualche capello bianco in più! Un ingrediente decisivo per il nostro successo è stata sicuramente la ricettività e l’entusiasmo con cui la business community ci ha accolti e sostenuti, immaginando e tracciando con noi una supply chain della moda ibrida e sostenibile. Il nostro grazie va dunque ai tessutai che ogni anno ci donano decine di chilometri di tessuti di eccedenza così come alle realtà imprenditoriali grandi e piccole che credono nei nostri progetti di fornitura etica: ogni accessorio, ogni capo è un miracolo di collaborazione. Tanti riconoscimenti e tanti premi. Ora l'onorificenza del Capo dello Stato. Cosa significa per lei essere Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana? Questo titolo è un grandissimo onore: sancisce agli occhi del Paese e della società civile e politica l’importanza dell’imprenditoria sociale come strumento di riscatto e di giustizia. La scelta del Presidente Mattarella nobilita un settore - il terzo settore - a mezzo di impegno civile e politico (e non partitico). Il fatto che tra quanti (e quante!) sono stati insigniti di questo riconoscimento ci sia un’imprenditrice sociale che lavora a favore dell’inclusione lavorativa significa l’impegno a onorare il diritto al lavoro, un principio costituzionale tanto bello quanto difficile da realizzare. Che significato ha per lei la parola "riscatto"? I talenti nascosti che abbiamo scoperto e coltivato in questi anni punteggiano la nostra orbita di successi non scontati. Per vocazione, ci rivolgiamo proprio a chi è escluso dal mercato del lavoro, e tante purtroppo sono le storie di emarginazione lavorativa che raccogliamo: c’è chi non ha avuto la possibilità di accedere a un lavoro, c’è chi l’ha visto scomparire e c’è chi si è allontanato. L’incontro, l’avvicinamento e a volte il riavvicinamento tra una persona e il lavoro è un momento emozionante, per tutte le persone che vi prendono parte. Nello spazio lavorativo ci si 10
TO•
∙ IN COPERTINA ∙ ⋅Altri premi e riconoscimenti ⋅ plasma e si plasma: si costruiscono sogni, vedute, aspirazioni e progetti di vita. Tutti in Quid siamo fieri di fare la nostra parte perché l’altro fiorisca. Come immagina il futuro della Cooperativa, potrebbe diventare un modello per altri? Si diventa modelli per gli altri non smettendo mai di guardare agli altri e di imparare dagli altri: non c’è leadership che non passi da una dinamica di confronto paritario. Per quanto ci riguarda, puntiamo a essere dialettici: il confronto con l’imprenditoria ci permette di mantenere alta la nostra visione di sostenibilità economica. Portiamo questa ambizione in un terzo settore che solo in anni recenti nel nostro Paese si è confrontato con la dinamica virtuosa della sostenibilità economica. Il nostro essere radicati nel terzo settore
e nel sociale ci dà una visione improntata alla sostenibilità sociale e ambientale, un orizzonte che condividiamo con l’imprenditoria privata, un settore che in questi ultimi anni ha cominciato a comprendere e ad abbracciare anche queste sfide.
Cooperativa Quid ha ricevuto nel corso degli anni prestigiosi riconoscimenti, tra cui: European Social Innovation Competition (2014), European Civil Society Prize (2017), Lighthouse Activity nella categoria “Women for Results” di Momentum for Change assegnato dalle Nazioni Unite UNFCCC (2017).
Durante la pandemia Covid19, in particolare nel lockdown, la produzione e i punti vendita sono stati chiusi, ma si è subito attivato un team interno per la prototipazione di modelli di mascherina riutilizzabile in tessuto anti-microbico e anti-goccia, che ha portato alla nascita di Co-ver, dispositivo riutilizzabile certificato da filiera interamente Made-in-Italy.
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•DOTTOR ZANOTTO•
Laurea in Medicina e Chirurgia
Università Alma Mater Studiorum di Bologna
Specializzazione in Odontostomatologia Università Alma Mater Studiorum di Bologna
Master in Gnatologia Università di Vienna
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articolo pubbliredazionale
Da sinistra Alessandra Sponda, Maria Chiara Pari, Maria Stella Passarin, Elena Vecchioni, Federico Realdon, Don Claudio Bonomo, Marcello Lovato
Farmacia San Lorenzo,
valore aggiunto per una comunità Lo scorso 14 gennaio, a Caldierino, ha aperto le porte una nuova farmacia gestita dalle dottoresse Maria Stella Passarin e Maria Chiara Pari. Numerose le testimonianze di gratitudine dimostrate da parte degli abitanti della frazione, e non solo, in queste prime settimane di attività. Che ci sia la volontà di entrare nel cuore di una comunità e dei suoi cittadini, e di prestare loro servizi essenziali come quelli legati alla salute, lo si capisce anche dal nome scelto per la loro nuova farmacia da Maria Stella Passarin e Maria Chiara Pari: Farmacia San Lorenzo. Il santo che venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano, infatti, è il patrono di Caldierino, frazione del Comune di Caldiero, nell’est veronese, dove le due farmaciste veronesi hanno deciso di radicarsi per una nuova ed entusiasmante sfida professionale. Alla pari di altri colleghi farmacisti, nel 2012 Maria Stella e Maria Chiara avevano letto il Decreto Legge n. 1 del 24 gennaio, arrecante misure urgenti in materia di concorrenza, liberalizzazioni e infrastrutture, scegliendo di
partecipare al Bando di concorso pubblico regionale, straordinario, per titoli, che assegnava delle sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio sul territorio nazionale. «Dopo tanti anni da dipendenti presso altre farmacie, a cui siamo grate per averci dato la possibilità di imparare tanto, abbiamo sentito la necessità di provare una strada nuova per una crescita personale. – spiegano le due farmaciste – Nel 2012, quindi, ci siamo iscritte al Bando regionale e al quarto interpello, quando ormai non ci speravamo più, abbiamo individuato la sede di Caldierino».
GALEOTTO FU L’INCONTRO AL BANCO FARMACEUTICO
Maria Stella e Maria Chiara si sono conosciute al Banco Farmaceutico: «Proprio così, – proseguono le due titolari della Farmacia San Lorenzo – non ci conoscevamo prima del
2010, la nostra amicizia è nata lì, entrambe siamo coinvolte da anni nella parte organizzativa di questa meravigliosa realtà che, come sappiamo, raccoglie farmaci e materiale sanitario per le persone meno fortunate. C’è stata fin da subito complicità, siamo diventate amiche e abbiamo deciso, come dicevamo, di iscriverci al Bando regionale.
L’AFFETTO DELLA COMUNITÀ
«La cosa che ci ha sorpreso di più, e che ci ha riempito il cuore, è l’affetto dimostrato in queste prime settimane dagli abitanti di Caldierino. C’è un bel gruppo giovanile legato alla parrocchia che il giorno dell’inaugurazione ha avuto un pensiero speciale per noi, con tanto di biglietto scritto a mano, che ci ha davvero commosse. – proseguono Maria Stella e Maria Chiara – Ma in generale tutte le testimonianze di vicinanza, anche istituzionale, che abbiamo percepito lo scorso 14 gennaio».
IL TAGLIO DEL NASTRO
In tempo di Covid le inaugurazioni sono ridotte al minimo, ma il taglio del nastro della Farmacia San Lorenzo ha avuto un significato particolare per le due farmaciste veronesi. Presenti, infatti, a Caldierino per il primo giorno di apertura i consiglieri comunali Elisa Bonamini e Fabio Franchi assieme al sindaco di Caldiero, Marcello Lovato, che ha sottolineato come l’arrivo della nuova farmacia sia «un importante traguardo per i nostri concittadini raggiunto dopo quasi un decennio di lavoro, avviato con lungimiranza dal compianto ex sindaco Gianni Molinaroli». Anche la consigliera regionale Alessandra Sponda ha voluto esserci ricordando come questa inaugurazione, caratterizzata dal genio femminile, sia un segno di “ripartenza” dopo mesi drammatici di convivenza con la pandemia. La presidente di Federfarma Verona, Elena Vecchioni, ed il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Verona, Federico Realdon, hanno portato la vicinanza della categoria sottolineando il ruolo che il farmacista assume nel contesto della promozione della salute dei cittadini soprattutto in questo periodo, associandosi al plauso per il coraggio delle colleghe Passarin e Pari nell’aprire ora una nuova farmacia. A benedire la nuova farmacia è stato il parroco di Caldierino, don Claudio Bonomo.
LA NUOVA FARMACIA
«Essendo inserite all’interno di una comunità vorremmo diventare un punto di riferimento per i cittadini che possono trovare da noi la cosiddetta “farmacia dei servizi”.
– proseguono Maria Stella e Maria Chiara, entrambe specializzate in omeopatia e cosmesi, e Maria Stella, in particolare, anche in farmacovigilanza, la scienza che studia le reazioni avverse da farmaci – Già disponibile il servizio di ritiro referti, Cup, autoanalisi e in prospettiva, compatibilmente con la gestione degli spazi interni ed esterni, c’è la volontà di ampliare l’offerta». Farmacia San Lorenzo ha anche una linea di cosmetici brandizzati con il proprio nome e può contare, ovviamente, anche sul laboratorio galenico interno per la preparazione di vari farmaci.
Orari di apertura Farmacia San Lorenzo è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Il sabato fino alle 19.00. _____ Farmacia San Lorenzo – via Verona 10 37042 Caldiero (VR) 045.6171552 – WhatsApp 348.7921743 farmaciasanlorenzosnc21@gmail.com
∙ PRIMO PIANO ∙
A che punto siamo con i vaccini? di Giorgia Preti
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on sembrano buone le notizie che sono arrivate in queste ultime settimane dalle case farmaceutiche responsabili della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Al netto di quella che era stata la stima iniziale del piano vaccinazioni messo in piedi dal Governo il 2 dicembre scorso, con la prospettiva di avere 28 milioni di italiani vaccinati entro marzo, ora i numeri si stanno ridimensionando velocemente.
inizialmente, per un taglio totale del 60%. Numeri bassi anche per il vaccino di Moderna che prevede la consegna di sole 1,3 milioni di dosi entro marzo. Stime sotto le aspettative, che hanno portato il premier Conte ad annunciare azioni legali nei confronti di Pfizer e AstraZeneca per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali. All’orizzonte, nel frattempo, si stanno facendo strada anche i vaccini provenienti da Russia e Cina, che potrebbero essere
Pfizer-Biontech ha infatti annunciato un taglio di circa il 20% delle dosi nelle prossime settimane e la stessa sorte toccherà al vaccino di AstraZeneca, che dovrebbe arrivare in Italia il prossimo 15 febbraio con 3,4 milioni di dosi contro le 8 previste
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approvati dall’EMA ed entrare così nella “rosa” dei vaccini in uso anche in Europa. Intanto, stando al report sui vaccini del Governo, sono 1.370.449 le somministrazioni totali effettuate e 93.662 le persone che hanno già ricevuto anche la seconda dose di vaccino (da aggiornare all’ultimo). A fine marzo, secondo il piano vaccinale aggiornato, dovrebbero essere sette milioni gli italiani ad aver ricevuto il vaccino.
∙ PRIMO PIANO ∙
Giunta Zaia: la “pagella” del primo quadrimestre Sono passati quattro mesi dalle elezioni regionali in Veneto, che hanno consegnato nelle mani di Luca Zaia una maggioranza schiacciante. È stato un voto segnato dalla pandemia e dal decisionismo mostrato dal Presidente, il quale – Covid a parte – durante la campagna elettorale era tornato a sventolare la bandiera dell’autonomia. Abbiamo chiesto ad alcuni consiglieri di fare un primo bilancio dell’operato della Giunta.
di lessandro Bonfante
MARCO ANDREOLI -LEGA-
Sanità. «I numeri sono incoraggianti, è corretto ragionare su come ridare fiato agli operatori economici». Sui vaccini «le case farmaceutiche devono rispettare i patti. Come affermato da Zaia non possiamo finire vittime di questi colossi». Trasporti e scuola. «Le regioni hanno svolto diversi incontri con il Ministero per rinforzare il trasporto pubblico, ma hanno sempre risposto che non c’erano fondi. È stato fatto tutto il possibile con gli strumenti a disposizione». Autonomia. Dito puntato contro la maggioranza PD-M5S al governo: «Hanno una visione politica centralista, opposta alle richieste dei veneti. Ma continueremo a portare avanti questa battaglia». Voto secco da 1 a 10. «Presto per dare un giudizio obiettivo, ma direi 8, in particolare per la gestione dell’emergenza».
Sanità. «Il Veneto sul piano del tracciamento si è dimostrato all’avanguardia. Il riconoscimento del Ministero sui test antigenici di ultima generazione lo certifica. Bene il coinvolgimento delle farmacie. Sui vaccini i rallentamenti dipendono da cause esterne». Trasporti e scuola. «Durante il primo lockdown è mancata l’interlocuzione fra Governo e Regione, criticità oggi risolte». Autonomia. «Il Covid ha messo da parte il dibattito, ma ha creato nuovi spazi di autonomia. Il nostro impegno è nel nome del gruppo consiliare: “Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto”». Voto. «Non credo che la politica si debba ridurre a un voto. Ma vedo collaborazione fra Giunta e Consiglio».
ANNA MARIA BIGON -PARTITO DEMOCRATICO-
ALBERTO BOZZA -FORZA ITALIA-
Sanità. «Si poteva fare di più. Avevamo chiesto una zona rossa a inizio seconda ondata, per diminuire subito i contagi». Imprudente secondo Bigon «l’uso dei test rapidi di prima e seconda generazione. Abbiamo visto quanti contagi nelle case di riposo e fra i sanitari». Trasporti e scuola. «Se avessimo fatto subito un periodo di zona rossa, avremmo potuto riaprire le scuole il 7 gennaio, con i trasporti in sicurezza come da disposizioni nazionali». Autonomia. «Non solo sono parole al vento, ma sono stati buttati 16 milioni di euro per il referendum. E nulla si muove». Voto secco. «Salute, ambiente: non è questo il modo di governare il Veneto. Voto 4». 15
∙ PRIMO PIANO ∙
Quando la crisi sanitaria è anche economica di Samantha De Bortoli
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l 2020 è stato una montagna russa: un andirivieni di discese a capofitto e di lentissime risalite. Al di là dell’aspetto sanitario, di cui abbiamo, e stiamo tutt’ora, parlando ogni giorno, l’altra faccia della medaglia di questa crisi pandemica è quella legata alla sfera economica: le imprese si sono dovute barcamenare tra chiusure e riaperture annunciate all’ultimo minuto dai vari dpcm del Governo, riadattando la propria routine alle esigenze determinate dal Covid, acquistando nuovi strumenti per l’igienizzazione, ricalcolando spese, orari e procedure. Per esempio, pensiamo, fra gli altri, ai ristoratori, che si sono dovuti approcciare all’asporto e alle consegne a domicilio, che hanno dovuto rinunciare alle entrate del Natale e pure a quelle, più consistenti, delle fasce orarie serali. Si ricordino, per esempio, le proteste del 7 e dell’8 gennaio, quando circa un centinaio di esercenti del centro storico scaligero hanno preferito tener chiuse le serrande piuttosto che aprire per i soli due giorni concessi dal decreto. Come si riesce a gestire tutto questo e a far tornare i
conti, quando alla priorità sanitaria corrisponde l’imposizione di una chiusura? In un sistema di ristori ondivago, la risultante mostra quanto segue. Partiamo dal dato nazionale. Secondo quanto riporta l’analisi Movimprese sulla natalitàmortalità delle aziende condotta da InfoCamere, su indicazione di Unioncamere (ente che raggruppa tutte le Camere di Commercio italiane), il saldo segna un +0,32%: sono 292.308 le imprese nate nel 2020, a fronte di 272.992 che hanno terminato la loro attività. Passiamo ora ai numeri del Veneto: le nuove iscrizione al Registro imprese sono 21.827, 23.649 le cessazioni. Il saldo
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è negativo, -0,38%, mentre il 2019 si era chiuso in lieve rialzo, con un +0,03%. E Verona? L’ago della bilancia segna un +1 a favore delle nuove aperture: l’analisi riporta, infatti, 4.713 nuovi iscritti e 4.712 chiusure. Ciò che balza all’occhio, fra tutti quei dati, è quello delle ditte individuali: sono 441, infatti, le attività commerciali che nel 2020 non sono riuscite a sopravvivere. A queste si aggiungono le 149 cessazioni di società di persone e 10 appartenenti ad altre forme societarie. In aumento, invece, le società di capitale: +601. Spostandosi poi ai numeri relativi all’occupazione, raccolti e pubblicati da Veneto Lavoro, vediamo come fra
∙ PRIMO PIANO ∙
2019 e 2020 ci sia stata una perdita di quasi 38mila posti di lavoro, un crollo nelle assunzioni pari a -24% e, nella fase più acuta, fino a -47%. Il settore più in difficoltà è senz’altro il turismo, con 14.863 assunzioni in meno, cui segue il commercio al dettaglio (-1.359). La crisi dei posti di lavoro ha interessato soprattutto Venezia, con 6.433 assunzioni in meno, seguita da Belluno, -4.411, e Verona, con una diminuzione di 1.457 unità. A fronte di questi dati, tuttavia, non bisogna dimenticare che per stabilire con più precisione le conseguenze che l’emergenza sanitaria ha riversato sul tessuto economico è necessario attendere i numeri del primo trimestre 2021.
«Molte comunicazioni di chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese negli ultimi giorni dell’anno – specifica Unioncamere vengono statisticamente conteggiate nel nuovo anno».
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LEGGE DI BILANCIO 2021
Novità fiscali: Trasferimenti di terreni e relative pertinenze posti in essere a favore di coltivatori diretti. Agevolazioni "prima casa " in costruzione Con la Legge di Bilancio 2021, collegato Decreto " Milleproroghe" e alcuni Interpelli di gennaio 2021 all'Agenzia delle Entrate, sono state introdotte alcune novità fiscali. È previsto per l'anno 2021 che il coltivatore diretto o l'imprenditore agricolo professionale iscritti nella relativa gestione previdenzialeassistenziale che acquistino terreni agricoli con le agevolazioni della piccola proprietà contadina non corrispondano l'imposta fissa di registro di euro 200, qualora il prezzo di acquisto non superi euro 5000. I presupposti sono che questi soggetti acquistino a titolo oneroso terreni agricoli, che il prezzo sia inferiore o pari ad euro 5000 e che le agevolazioni richieste siano quelle previste dalla legge 25 del 2010. Molteplici le proroghe concesse: fino al 30 giugno 2021 è possibile rivalutare i terreni agricoli ed edificabili mediante perizia asseverata con pagamento dell'imposta sostitutiva dell'11% sul valore dichiarato al 1° gennaio 2021; egualmente sono rivalutabili le partecipazioni sociali; prorogati, fino al 31
dicembre, le detrazioni fiscali ai fini Irpef per gli interventi di riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio edilizio, e il Superbonus 110%, fino al 30 giugno 2022. Gli atti amministrativi, i certificati, i permessi e le autorizzazioni, i titoli abilitativi, emessi durante il periodo della pandemia, e scadenti in detto periodo, conservano validità fino a 90 giorni dalla cessazione dello stato di emergenza. Nei primi giorni del mese di gennaio sono state emanate dall'Agenzia delle Entrate delle risposte a quesiti in materia di prima casa. Con l'interpello n. 39 del 12 gennaio 2021 l'Agenzia delle Entrate afferma che la pandemia non sospende i termini a disposizione del contribuente per effettuare ed ultimare la costruzione della prima casa entro il triennio dalla registrazione dell'acquisto del terreno. Il termine è sospeso, invece, in questi tre casi: - entro 18 mesi dall'acquisto si doveva trasferire la residenza nel comune nel quale si è acquistata la prima casa; - avendo acquistato una nuova prima casa si doveva alienare la precedente prima casa entro un anno;
- avendo alienata entro il quinquennio la prima casa si doveva acquistare una nuova prima casa entro un anno per non decadere dai benefici fiscali e poter usufruire del credito di imposta. Anche nel caso dell'interpello n.39 sopra esposto, per motivi legati a cause di forza maggiore (la pandemia) i termini dovrebbero essere sospesi e dovrebbero decorrere dalla cessazione della pandemia: l'interpretazione del Fisco si basa su un dato formale e letterale e sarà fonte di sicuro contenzioso. Questa interpretazione porterà ad una disparità di trattamento costituzionalmente sanzionabile.
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∙ PANTHEON ∙
Non solo Romeo e Giulietta «Non esiste mondo fuori dalle mura di Verona, ma solo purgatorio, tormento, inferno» fa dire Shakespeare a Romeo, appena ricevuta la notizia dell’esilio. Un altro celebre esule, Dante, in riva all’Adige trovò invece rifugio. E il legame con la città scaligera è ancora vivo, dopo sette secoli.
di lessandro Bonfante
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on solo Romeo e Giulietta. Verona può vantare un altro celebre legame letterario, quello con Dante Alighieri, di cui nel 2021 si ricordano i 700 anni dalla morte. La città scaligera celebra l’anniversario in grande stile, con una serie di iniziative dedicate all’esule fiorentino. «Per i 600 anni della morte di Dante, Verona non era tra le città dantesche. Con grande orgoglio, ristabiliamo il ruolo che la terra scaligera ebbe nella vita del Sommo Poeta» ha detto il sindaco Federico Sboarina durante la presentazione del programma delle celebrazioni. «Un programma ricchissimo racconterà Dante a Verona ma anche la Verona di Dante. Un legame che si snocciola tra piazze, strade e chiese perché la nostra città è ricca di testimonianze» ha aggiunto l’assessora alla Cultura Francesca Briani. Mostre, spettacoli, convegni: tante sono le proposte per il 2021, raccolte nel sito danteaverona.it
DANTE’S BOX Un progetto già disponibile al pubblico è “Dante’s Box. Voci e suoni dalla Divina Commedia”, a cura di Fabrizio Arcuri con musiche di Giulio Ragno Favero. Come da un jukebox, sette compagnie teatrali veronesi selezionano 21 canti, creando altrettante puntate radiofoniche con musiche ed effetti sonori che ne arricchiscono l’atmosfera. Le prime sono già disponibili su varie piattaforme, fra cui Spotify. Un modo, per gli attori veronesi, di restare in contatto con il proprio pubblico, esiliato dai teatri chiusi. «È diverso dal rapporto diretto con il pubblico, ma le finalità sono differenti. Qui tutto si concentra sull’ascolto, scegli un canto in cui immergerti» spiega Sabrina Modenini di Casa Shakespeare, una delle voci di Dante’s Box. «In questo periodo di resistenza ci siamo allenati a nuove tecniche 18
che, come altri progetti, credo resteranno a prescindere dal periodo». VERONA, SHAKESPEARE E DANTE Arena, via Mazzini, piazza Erbe, statua di Giulietta. Il tour del turista mordi-e-fuggi comprende solo la tragica eroina del Bardo, mentre è più oscuro il legame dantesco con la città. «Possiamo giocarci tante altre carte, anche in questo rapporto pluricentenario con il più grande poeta d’Italia» dice Andrea De Manincor. «Verona può diventare capitale dantesca a tutti gli effetti andando anche oltre Shakespeare. E se lo diciamo noi di Casa Shakespeare!». L’arcinota diatriba fra Montecchi e Capuleti è forse più abbordabile di un poema in terzine di endecasillabi. La storia di Romeo e Giulietta è stata raccontata e rielaborata in ogni forma, mentre
∙ PANTHEON ∙
la Divina Commedia rischia di restare nei libri di scuola. «Dante può sembrare ostico, ma ritengo che, non solo per i veronesi, possa diventare più “pop”. Recentemente lo ha portato in tv anche Roberto Bolle, ma non dimentichiamo Benigni e Gassman. Dante diventa contenuto popolare perché dà l’abbrivio a un’ironia su sé stessi e gli altri. Ma Dante è talmente grande che, da tutte le parti si voglia vedere, può uscire il contenuto pop o vicino al gusto della contemporaneità».
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DANTE AD ALTA VOCE
RACCONTARE DANTE A VERONA
Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che 'n su la scala porta il santo uccello; ch'in te avrà sí benigno riguardo che del fare e del chieder, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo. Dante, Paradiso, XVII
∙ STORIE DI PERSONE ∙
San Patrignano
La verità di Luigi Bertacco
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hi non conosce la storia di San Patrignano e del suo fondatore, Vincenzo Muccioli, non se ne deve fare una colpa: a distanza di più di quarant’anni ciò che fu degli albori della comunità riminese di recupero per tossicodipendenti più grande d’Europa è acqua passata. Eppure chi la scopre ora, per la prima volta, non può fare a meno di definirla affascinante: una storia in bilico tra un meraviglioso tentativo di salvare vite e le drammatiche conseguenze che ne scaturirono. Tutto partì dalla volontà dello stesso Muccioli di trovare una risposta
di Giorgia Preti all’emergenza sociale scoppiata con l’abuso di eroina da parte dei più giovani, dando rifugio a chiunque volesse uscire dal tunnel della droga. La comunità crebbe esponenzialmente negli anni seguenti, ma non senza difficoltà. Dalla sua fondazione alla morte di Muccioli, nel 1995, San Patrignano finì spesso al centro delle polemiche: sia per i metodi impiegati nel recupero degli ospiti, come l’uso delle catene, sia per i due suicidi e l’omicidio che ne destabilizzarono lo status quo. Episodi narrati anche nel documentario “SanPa: luci e tenebre di San Patrignano”, prodotto e distribuito da Netflix, che ha riaperto vecchie ferite rimarginate raccogliendo lodi, ma anche critiche soprattutto da parte di coloro che in questa docu-serie hanno visto un attacco nei confronti di chi aveva salvato
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loro la vita. Tra loro c’è anche il veronese Luigi Bertacco, che entrò in comunità a soli 25 anni grazie all’intervento provvidenziale di sua madre Anna Maria. Luigi iniziò il
suo percorso nel 1986, quando San Patrignano si era già espansa ben oltre il centinaio di ospiti dei primi anni, eppure era ancora immersa in un’atmosfera tutto sommato serena, lontana anni luce da quelle “tenebre” che sarebbero calate sulla comunità negli anni a venire.
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Iniziamo dal principio: come è arrivato a San Patrignano? Non è stata una mia decisione: ero messo male mentalmente e fisicamente (pesavo meno di 50 chili). La parte fondamentale di tutto fu mia madre, che un giorno mi fece trovare le mie cose dentro un sacco nero fuori di casa e mi disse: «Io ci sono, ci sarò sempre, ma nel momento in cui sei disponibile a farti aiutare». Con il senno di poi capisco che è stata la decisione più dura che ha dovuto prendere, ma la più giusta, perché senza di lei non sarei nemmeno qui a parlare.
Quanto tempo è rimasto in comunità? Ci sono restato un anno e mezzo ed era una cosa stranissima, perché di solito il percorso durava quattro anni. Ancora mi chiedo come abbia fatto a capire (Vincenzo Muccioli, ndr) che era il momento giusto.
Qual è il suo primo ricordo di quando è entrato a San Patrignano? Ci sono tante cose di quel giorno che mi ricordo. La prima cosa che ho visto sono state due tigri in una gabbia immensa con alcune persone dentro che gli davano da mangiare. Poi venni a sapere che tanti di quegli animali erano lì perchè abbandonati dai circhi, dagli zoo. Dopo poco ho visto la sala da pranzo che mi è sembrata immensa e in questo spazio la gente sorrideva, erano tutti contenti e chiacchieravano a tavola. E non riuscivo a capacitarmi del fatto che tutti fossero sereni. Che rapporto aveva con Vincenzo Muccioli? Vincenzo era venuto, un mese prima che entrassi in comunità, a Verona per un incontro in Gran Guardia e mia madre ha fatto di tutto perché avvenisse questo incontro tra me e lui. In quel momento mi ha guardato e ha detto «Vedi di venire da noi, altrimenti crepi». Io non gli avevo dato peso. Quando poi me lo sono trovato davanti a San Patrignano lui mi ha detto: «Questa è casa tua, qualsiasi cosa di cui hai bisogno io ci sono. Ma sappi che da questo momento scatta un meccanismo che ti farà pentire di quello che hai fatto. Tu
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però sei venuto qui a chiedermi aiuto e se domani, tra due ore o tre giorni dici che te ne vuoi andare, scordatelo. Io te lo impedirò in tutte le maniere». Com’era la quotidianità a San Patrignano? Il lavoro era un modo di tenerti occupato, ma la quotidianità era scandita dal gruppo in cui eri inserito. Lo schema partiva con la colazione e poi si andava al lavoro fino a circa l’ora di pranzo e ci si confrontava, si parlava: non si lavorava con la frusta. Dopo il pranzo ci si riposava e poi si lavorava di nuovo nel pomeriggio. La sera si poteva andare al teatro a vedere un film, a suonare insieme. Era una vita il più possibilmente normale, un microcosmo della società esterna fatta di lavoro, relazioni umane, contatti, idee, iniziative e progetti. In che gruppo di lavoro era inserito? Io inizialmente ero con i fabbri, poi sono stato un periodo, il più lungo, con i bambini dell’asilo e
∙ STORIE DI PERSONE ∙
del doposcuola (figli degli ospiti e anche di qualche dipendente della comunità) perché ai tempi ero iscritto alla vecchia facoltà di pedagogia. Poi piano piano sono entrato nella “regia” quando sono state comprate le prime telecamere. Si è parlato molto, all’epoca, degli episodi di violenza in comunità o dell’incatenamento degli ospiti… lei cosa ne pensava? Io non sono mai stato nemmeno sfiorato. Certo, dire che non è successo niente sarebbe follia, perché c’è stato un morto, ma quello è stato un episodio, non era la prassi. Per quanto riguarda le catene: stiamo parlando dei primi anni ’80, quando nessuno sapeva niente di come muoversi e in giro non c’erano risposte
dentro». Gli stessi che hanno chiamato i carabinieri la prima volta, hanno chiesto di rientrare in comunità, chi dopo un mese o dieci giorni. E Vincenzo li ha riaccolti tutti. E cosa pensa, quindi, della docuserie di Netflix? Hanno perso la migliore occasione di stare zitti. La cosa da fare era: o stare zitti o fare una narrazione come è stata fatta nelle prime due puntate. Il minimo sindacale era sentire altre voci: andare da coloro che ora hanno figli e hanno una loro vita. Verona ne è piena. Qual è stata la prima cosa che ha fatto quando è tornato a casa? La prima cosa che ho fatto una volta uscito, a parte la stupidata di comprarmi le Marlboro perché là non si fumavano, è stata correre dai miei nonni. Poi mi sono fermato da loro e siamo rimasti a chiacchierare tutta la sera. Avevo una voglia folle di vederli…erano importantissimi per me.
contro la droga. Quelli di San Patrignano erano tentativi e tante delle persone che sono state salvate continuano a dire tutt’oggi: «Per fortuna che mi ha tenuto chiuso
Ha più mantenuto i contatti con la comunità una volta uscito? Sì sono andato spesso a trovarli e nel frattempo io, Stefano (il fratello di Luigi, ndr) e mia mamma, nel 1989 abbiamo aperto AGARAS,
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un’associazione che doveva servire da ponte tra san Patrignano e il territorio. Quanto è stato difficile costruire la sua quotidianità da zero? La mia quotidianità dopo, da un certo punto di vista, è stata la prima vera quotidianità. Sono riuscito a mettermi in pari con i miei coetanei anche se ero in chiaro ritardo: ho avuto una parentesi della mia vita che era un buco nero. È stato difficile ma non impossibile. Mi sono sposato, ho avuto due figli fantastici, e ora ho un bimbo che ha 22 mesi. Ho avuto un’altra possibilità.
Luigi e Stefano Bertacco
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Bullo, non ti temo L’Istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova è stato tra i primi in Italia e il primo nel Veronese ad adottare la prassi di riferimento “UNI/PdR 42:2018” con la finalità di prevenire e contrastare bullismo e cyberbullismo.
di Marta Bicego
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i manifesta sotto svariate forme: fisica, attraverso pugni e calci; verbale, con derisioni e insulti che si amplificano ancor più se finiscono nel “grande mare” di internet quando diffusi tramite video, fotografie, messaggi passati velocemente da telefonino all’altro. Il bullismo, pure nella sua declinazione on line chiamata cyberbullismo, è una modalità di sopraffazione purtroppo molto diffusa tra le giovani generazioni: secondo l’Istat riguarda in qualche misura uno studente su due, la fascia d’età più a rischio è compresa fra gli 11 e i 17 anni. QUAL È IL LUOGO MIGLIORE, SE NON TRA I BANCHI DI SCUOLA, IN CUI CONTRASTARE IL FENOMENO E CERCARE DI INTERCETTARNE IN TEMPO I SEGNALI, FACENDO OPERA DI PREVENZIONE? In tal senso, l’Istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova è stato tra i primissimi in Italia e il primo nel Veronese ad adottare la prassi di riferimento “UNI/PdR 42:2018” che
ha la finalità di fermare le azioni dei bulli. E l’idea è che questo regolamento, tra l’altro certificato da un organismo internazionale, sia utile a docenti, genitori, educatori. «La certificazione è il punto d’arrivo del lavoro di un anno da parte di un’apposita commissione anti-bullismo, di cui fanno parte esperti di pedagogia, legalità e comunicazione» hanno spiegato le consulenti Rebecca Basso e Maria Grazia Cucci, affiancate dalla docente di riferimento del progetto Martina Maoli e dal dirigente scolastico Alessio Perpolli in una serata di presentazione che ha coinvolto la Lessinia. Il regolamento, ha illustrato Cucci, «indica delle linee guida, permette cioè a qualsiasi tipo di associazione ed ente che ha a che fare con i minori di avere una sequenza di tipo organizzativo per la prevenzione di bullismo e cyberbullismo. Fornisce ai docenti degli strumenti per intervenire nel momento in cui sono già avvenuti i fatti». La prassi, consolidata a livello europeo, ricorda alcuni
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aspetti: valutare i rischi presenti, definire le strategie per capire come risolvere le criticità nelle singole situazioni e intervenire in base all’età; coinvolgere la società nel suo insieme e favorire il benessere. Sul sito internet dell’istituto comprensivo della Lessinia (che riunisce plessi nei comuni di Bosco, Roverè, Cerro, Velo, San Mauro di Saline) è stata creata la pagina “Ferma il bullo”, in cui è possibile trovare tutti i documenti prodotti. «Abbiamo previsto la possibilità di raccogliere segnalazioni direttamente nelle scuole con un sistema anonimo – conclude Basso –. I genitori potranno invece segnalare un caso di cui vengono a conoscenza dal sito». A seconda della situazione, di volta in volta si valuterà come procedere. Sempre con riservatezza e attenzione alle ripercussioni psicologiche sulle vittime. E sui bulli: in fondo, capire il perché del loro agire è parte della soluzione del problema.
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articolo pubbliredazionale
Nella foto: Liviana Veronesi, Maria Luisa Tacchella, Elena Brunelli, Chiara Coatto e Sara Signorini.
ABBIGLIAMENTO TACCHELLA DA OLTRE 50 ANNI VICINI AI PROPRI CLIENTI Era il 1970 quando Maria Luisa Tacchella rilevò il negozio di famiglia, a Lugo di Valpantena. Oltre mezzo secolo di impegno e di grandi soddisfazioni condivise nel corso degli anni assieme ai figli Carlo e Liviana e a tante persone, tra dipendenti e clienti, che fanno di questa attività un punto di riferimento sull’intero territorio di Valpantena e Lessinia. Ha lo sguardo emozionato accompagnato da un elegante sorriso Maria Luisa Tacchella quando la incontriamo un pomeriggio di gennaio in via Bombieri, a Lugo. Tagliare il traguardo dei cinquant’anni di attività, specie nel settore del commercio, in particolare in quello dell’abbigliamento e dell’arredo casa, non è una cosa che capita tutti i giorni. Al suo fianco la figlia Liviana, che da qualche anno ha preso le redini dell’attività con grande entusiasmo e altrettanta determinazione. Una storia imprenditoriale che affonda le radici all’interno di una famiglia che all’economia italiana ha dato e sta dando già moltissimo: Maria Luisa, infatti, è sorella di Imerio, Tito e Domenico Tacchella, fondatori della Carrera Jeans, i quali, proprio in via Bombieri, nell’edificio dove c’è il negozio che Maria Luisa rilevò dalla madre all’inizio
degli anni Settanta, inaugurarono uno dei primissimi laboratori di sartoria che diedero il là alla grande avventura Carrera. Ma quella è un’altra storia.
L’INIZIO CON IL NEGOZIO DI MAMMA AMALIA È proprio il 1970, come dicevamo, quando Maria Luisa decide di rilevare il negozio di abbigliamento della mamma: «Mi sono sposata nel 1965 con mio marito Renzo Veronesi, in quegli anni i miei fratelli si stavano trasferendo con l’azienda a Stallavena e nostra madre, tra gli impegni in casa e nostra nonna Carolina che aveva bisogno, mi ha chiesto se volessi portare avanti io l’attività. Mi confrontai con mio marito e decisi di partire. – raccon-
ta Maria Luisa – Ricordo che all’inizio misi mano all’arredamento e allestii il negozio secondo un mio gusto personale. Fin dall’inizio mi sono occupata di abbigliamento, merceria ed erano gli anni in cui stavano arrivando sul mercato le prime confezioni».
foto storica della prima sede in via Bombieri dove oggi c’è il negozio di merceria e arredo casa
ANNI OTTANTA E NOVANTA, LA GRANDE CRESCITA Dopo il primo decennio di avviamento e consolidamento, nei vent’anni successivi il negozio Abbigliamento Tacchella registra una crescita importante: «Si vendeva di tutto, – prosegue Maria Luisa - non esisteva il concetto di magazzino, le forniture erano continue e la richiesta da parte dei clienti costante. Nei primi anni Novanta, quando già da qualche tempo fui affiancata dai figli Carlo e Liviana, sentimmo insieme la necessità di ampliare lo spazio espositivo ed acquistammo lo spazio del negozio di fronte aggiungendo all’attività più di 400 metri quadrati».
UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER UN INTERO TERRITORIO Nel 1995, in un tragico incidente stradale, muore Renzo Veronesi. È un grande colpo per Maria Luisa che tuttavia, confortata dai figli, non si abbatte e prosegue con determinazione con la sua attività fino agli anni Duemila quando, contrariamente a tante attività commerciali, il suo negozio non risente della crisi economica: «Dobbiamo dire che, per fortuna, non abbiamo risentito in questi anni delle difficoltà economiche che altri hanno avuto. La nostra clientela ci è sempre stata vicina e ci ha sempre dimostrato affetto. - sottolinea Liviana - Forse perché in Valpantena non si sono mai insediati grandi centri commerciali, o forse perché sappiamo farci voler bene. Una delle nostre prerogative è l’assistenza al cliente, dal momento in cui varca la soglia d’ingresso viene accompagnato, consigliato e ascoltato in tutte le sue esigenze. Noi facciamo il possibile per accontentarlo».
ARREDO CASA E ABBIGLIAMENTO PER TUTTI Abbigliamento Tacchella dispone di due negozi, uno di fronte all’altro: uno per la biancheria, l’arredo casa, i tessuti; l’altro per l’abbigliamento vero e proprio, dal bambino fino alla dolce età. «Vestiamo tutti, prosegue Liviana - dal neonato alla persona anziana, fino al calibrato, le cosiddette taglie forti. Disponiamo di abiti da cerimonia, sia per uomo che per donna, e da qualche tempo abbiamo introdotto l’abbigliamento sportivo, in particolare materiale da trekking, che quest’anno ha avuto un successo enorme».
QUALITÀ DEL PRODOTTO E ASSORTIMENTO «Uno dei nostri segreti è l’assortimento. Cadesse il mondo, ogni lunedì io parto per andare dai fornitori a Padova, Treviso, Bologna per portare a casa capi nuovi. - prose-
gue Liviana - Certo, la base del campionario la ordiniamo sette od otto mesi prima, ma poi, settimanalmente faccio delle aggiunte e vedo che la nostra clientela apprezza tantissimo».
IL VALORE DELLA SQUADRA Se Maria Luisa è ancora l’anima del negozio da lei fondato 50 anni fa, la forza operativa attuale si distribuisce su una squadra affiatata capitanata da Liviana, che può contare anche su Elena Brunelli, dipendente dal 1980 e per questo premiata l’anno scorso per i 40 anni di fedeltà lavorativa, Sara Signorini e Chiara Coatto. «Un ringraziamento speciale a tutte loro, - conclude Maria Luisa - che sono davvero persone speciali, a mia figlia per aver raccolto il testimone e a mio figlio Carlo, per trent’anni con noi in negozio e che da poco ha scelto una nuova avventura professionale. Infine, grazie a ognuno dei nostri clienti per l’affetto e la gratitudine che ancora oggi, a distanza di mezzo secolo, continuano a dimostrarci».
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∙ STORIE DI PERSONE ∙
Verona ha una nuova stella di Camilla Faccini
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alorizzare il territorio anche e soprattutto attraverso il cibo: è una scommessa vinta quella de La Cru, il ristorante a Romagnano di Grezzana che lo scorso 25 novembre è stato insignito della Stella Michelin ad un solo anno dall’apertura. Alle spalle un progetto che prevede la riqualificazione di villa Balis Crema, la più antica tra le dimore venete della Valpantena, che diventerà presto un relais e il coraggio
imprenditoriale della famiglia Zecchini. A guidare la cucina c’è Giacomo Sacchetto, veronese, classe ‘85, dal curriculum invidiabile: sous chef di Niederkofler, un’esperienza da Berton fino a diventare il braccio destro di Perbellini. Dopo un primo anno all’interno della casa del custode di Villa Balis Crema, a dicembre La Cru si è spostata nella della struttura definitiva, un edificio costruito ex novo in acciaio e vetro, con la cucina a vista e un panorama mozzafiato tutt’intorno. È qui che incontriamo lo chef Sacchetto.
Tagliatella di riso con gamberi di fiume, pesto di foglie di vite e polvere di vinacce
Partiamo dal nome, che significato c’è dietro La Cru? È l’insieme di tre significati: un suono simile alla parola crew (squadra in inglese, ndr), un rimando al territorio, perché i vigneti sotto la villa sono gli unici della Valpantena accatastati da Napoleone, che qui ha vissuto un anno, come vigneti grand cru e una ripresa storica perché abbiamo scoperto che da Romagnano passava un cammino che conduceva fino in Spagna identificato dalla “Cruz de la Caravaca”. Da chi è composta la squadra de La Cru? Cinque persone in cucina, tre in sala. Siamo tutti giovani ma molto affiatati. Al mio fianco in particolare ci sono Alberto Andretta e Nicola Bertuzzi, con i quali ho lavorato da Niederkofler e da Perbellini. C’è una grande amicizia oltre al rapporto di lavoro.
Patata della Lessinia, lumache brasate, tartufo e chutney di peperoni 28
La sua cucina, invece, cosa racconta? Direi che concretezza, territorio e ricerca sono le parole che la descrivono al meglio. Porto avanti una cucina in cui la tecnica non sovrasta il gusto, con un’attenzione speciale alle materie prime che recuperiamo da produttori locali ma che poi studiamo e trasformiamo con grande ricerca. Un po’ come è capitato con il piatto patate, lumache e tartufo della Lessinia, uno dei nostri cavalli di battaglia nato dall’eccellente materia prima portata da un contadino locale. Oltre a questo quali piatti non lasciano dubbi sulla cucina di Giacomo Sacchetto? La “Tagliatella di riso con gamberi di fiume, pesto di foglie di vite e polvere di vinacce” e il dessert “Ricordo di neve” che unisce i miei ricordi dell’Alta Badia e della Lessinia: mousse di ricotta, biscotto morbido al limone, crema pasticcera con mascarpone e un gelato allo yogurt di capra. Il 25 novembre La Cru ha ricevuto la sua prima Stella Michelin. Quando si capisce di essere sulla strada giusta? Credo che il termometro siano i clienti, soprattutto quelli abituali che hanno modo di seguire l’evolversi della cucina. Quando più voci iniziano a dirti che il livello è da stella Michelin la direzione in cui si sta andando si fa più chiara
GUARDA IL SERVIZIO
Giacomo Sacchetto
Ci tolga una curiosità, come avviene il conferimento della stella? L’ho saputo cinque giorni prima, è davvero tutto segreto e non abbiamo mai capito chi e quante volte sia venuto. Hanno chiamato per dirmi che il ristorante sarebbe andato nella guida Michelin 2021 con una menzione particolare e mentre facevo la video intervista con l’addetto stampa mi hanno rivelato che il ristorante entrava in guida con la stella. Sono scoppiato a piangere, tanta è stata la soddisfazione: la stella dopo un anno di apertura, con un cambio di location e la pandemia. Abbiamo fissato un punto di partenza e la voglia è quella di migliorarci ancora. Ora La Cru porta con sé una grande responsabilità.
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Soccorso alpino è il nuovo ca
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el 2021, il soccorso alpino della stazione di Verona festeggerà il suo cinquantesimo compleanno. Lo farà con un nuovo capo, Alberto Corà, classe 1979 che abbiamo incontrato per parlare di montagna, di vita e d’innovazione in un ambito così impervio e meraviglioso insieme. Il Soccorso alpino e speleologico del Veneto è suddiviso in tre Delegazioni: II Dolomiti Bellunesi, XI Prealpi Venete, VI Speleologica. E’ proprio all’interno dell’XI prealpi venete, che si colloca la stazione di Verona. “Sono volontari reperibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, che prestano la loro opera gratuitamente ovunque vengano chiamati e con ogni condizione di tempo. Sono tutti alpinisti di esperienza, che hanno superato severi esami di ammissione e che vengono continuamente addestrati”. Si tratta di circa una trentina di aggiornamenti l’anno. Quanti siete nella stazione di Verona? A Verona siamo ventisette operatori, logisti compresi. Questi ultimi, sono tre e si occupano di tutte le questioni organizzative. Ventiquattro sono invece gli operatori tecnici.
Lei è appena stato nominato Nuovo capo della stazione di Verona, come sarà la sua guida? In totale continuità con il mio predecessore, Roberto Morandi, di cui sono stato vice per ben 9 anni. Una successione naturale. Mi impegnerò a seguire le sue orme e i suoi ambiziosi progetti. Cercherò di portarli avanti e, ove possibile ingrandirli, secondo i principi che abbiamo condiviso in tutti questi anni. Spero di essere all'altezza del testimone raccolto. Tecnologia e montagna: un nuovo inscindibile binomio. L'innovazione tecnologica è di grande aiuto. Lo vediamo in particolare nel sodalizio sempre più virtuoso ed indispensabile con il 118. Esso, ospita infatti nella sua struttura un nostro tecnico, il TCP: tecnico di centrale operativa che aiuta con prontezza e competenza gli infermieri nella gestione degli interventi in montagna. Altro pilastro tecnologico è sicuramente la possibilità di geo-localizzare chi ha bisogno. Questa collaborazione con il 118 è sempre stata stretta ma ora siamo davvero legati a doppio filo e, in questo tipo d’interventi, è fondamentale che strutture come le nostre si supportino.
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Alberto Corà
∙ STORIE DI PERSONE ∙
o, Alberto Corà apo stazione di Sara Avesani
Con quali altri enti collaborate attivamente? Con la Sezione Speleologica. Essendo appunto il territorio di nostra competenza, molto vasto e soprattutto in Lessinia, ricco di grotte, canaloni, torrenti, tracciati di canyoning, si è deciso per una collaborazione fra squadre. Alcuni della Speleo si sono messi in gioco e hanno ampliato il loro bagaglio formativo, inglobando la parte alpina. Siamo riusciti così ad avere soccorritori con una duplice capacità specifica: speleo e alpina. Che ci dice del Covid? Mi preme chiarire che come soccorso alpino noi abbiamo solo la deroga per uscire a fare addestramenti in montagna e per gli interventi di soccorso ovviamente. La vostra sede non è ancora definitiva? Attualmente, siamo ospitati presso Villa Serena, in un struttura privata di Damiano Tommasi, che non smetteremo mai di ringraziare. Sappiamo che non sarà nostra in eterno. Per questo stiamo, da tempo dialogando con il Comune di Verona, affinché si trovi una collocazione in città. Abbiamo cercato di spingere per trovare
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una soluzione definitiva, sollevando anche il tema del turismo. Quello del Garda per esempio, che con la garanzia di un servizio come il nostro, efficiente e sicuro, potrebbe diventare maggiore. Diventa “capo stazione” in un anno importante? Quest’anno festeggiamo cinquant'anni dalla nostra nascita. Ci sono molte idee all'orizzonte ma non posso ancora svelare nulla. Spero si riesca ad organizzare almeno un evento, in cui tutta la comunità veronese possa riunirsi e riconoscerci come un punto fermo. La montagna mi appassiona da sempre. Aiutare gli altri, anche in situazioni pericolose e difficili, è il mio dovere e la mia natura insieme. Ottantuno gli incidenti nel 2020. Quale l'augurio per l'anno appena iniziato? Il problema ora è principalmente legato all’imperizia nel gestire i tempi della gita. Non si calcolano bene le ore di luce e di buio ad esempio, o il cambiamento meteorologico che può essere molto repentino. Insomma la cultura della montagna deve radicarsi maggiormente perché “con la montagna non si scherza mai”. Parola di capo stazione.
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Rincorrere l'orizzonte
A
di Matteo Lerco
una complicazione». Nello sport, e nna Polinari stimolo per continuare a sognare in nella vita, la velocista scaligera non si è un’atleta in grande. «Ho deciso di abbandonare pone una linea d’arrivo: nonostante cammino. i 400 ostacoli, dedicandomi il periodo globalmente complicato Dalla prima completamente ai 400 piani– spiega il suo segreto è non smettere mai intervista Anna – ai tempi del trionfo tricolore di muoversi. «Mi alleno sette rilasciata ai spesso vincevo le gare, ma non mi giorni a settimana – aggiunge – nostri microfoni ormai quasi tre sentivo felice. La ritmica ad ostacoli anni fa la «freccia» veronese non non faceva per me, ogni allenamento l’obiettivo è quello di continuare a migliorarmi e spero di crescere si è mai fermata: dal titolo italiano era un peso, quindi ho deciso di ancora, togliendomi «under 20» nei 400 metri «L’utopia è là, all’orizzonte. Mi avvicino nuove soddisfazioni. Che a ostacoli conquistato ad di due passi, lei si allontana di due passi. momento sta vivendo Agropoli nel 2018, passando Faccio dieci passi e l’orizzonte si sposta l’atletica? In generale lo per l’iscrizione alla facoltà di di dieci passi. Per quanto cammini, mai sport non se la sta passando Scienze Motorie, sino al sogno la raggiungerò. A che cosa serve l’utopia? bene e il mio mondo non sempre vivo delle Olimpiadi, Serve a questo: a camminare» fa eccezione. Vivere alla la classe 1999 originaria giornata senza certezze su gare e di Marzana è sempre riuscita a cimentarmi in una nuova sfida. allenamenti non è semplice, ma spostare un po' più in là il limite Nei 400 piani la competizione è bisogna tenere duro, continuando a delle proprie ambizioni. Trovando sicuramente più agguerrita, ma guardare avanti con ottimismo». nel cambiamento un performante questo per me è un incentivo e non
Anna Polinari «Purtroppo in Italia si può “vivere” d’atletica solo se si entra in un corpo militare e anche gli sportivi di punta a livello nazionale vengono celebrati solo nell’anno dell’Olimpiade salvo poi essere spesso messi da parte dai media. Servirebbe una grande rivoluzione culturale». Cinque anelli intrecciati su fondo bianco: più che un’utopia, una meta. «Lavoriamo per arrivare sempre più in alto – conclude Polinari – l’Olimpiade è il traguardo che ogni sportivo sogna di tagliare. Rispetto alla prima intervista di tre anni fa mi sento cresciuta molto a livello sportivo e personale: vedremo tra altri tre anni dove sarò».
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∙ LOREM IPSUM ∙
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∙ PANTHEON ∙
Perché è il momento di unirsi a un Circolo dei lettori L’Italia legge poco, ma nel 2020 ha letto un po’ di più. È quanto riporta l’ultima statistica dell’Aie, che attesta al 62% i lettori, contro il 58% dell’anno scorso. Il prossimo passo per questo timido 4% in più, ora, è unirsi a un Circolo di lettori.
di Valentina Ceriani
L
e giornate più lunghe, maggiore tempo a disposizione, la volontà di prendersi del tempo per sé: la pandemia pare aver fatto riscoprire la lettura agli italiani. Secondo l’ultima indagine dell’Aie, realizzata insieme al Centro per il libro e la lettura e a Pepe Research, infatti, nel 2020 è cresciuto al 62,6% il numero di persone che dichiara di aver letto almeno un libro l’anno. Lo Stivale rimane ancora tra i Paesi europei meno inclini alla lettura, ma per questa piccola
fetta il 2021 può essere il momento di passare al livello successivo: la condivisione. Da tredici anni ormai a Verona esiste il Circolo dei Lettori, un’associazione nata con lo scopo di unire i lettori attraverso molteplici attività: gruppi di lettura condotti da docenti, gruppi di scrittura narrativa, lettura ad alta voce in ospedale (attività per il momento sospesa), maratone di lettura, collaborazione con tante realtà associative territoriali e librerie indipendenti. Far parte di un gruppo di lettura, soprattutto se affiatato come quelli che si creano al Circolo, è un’esperienza
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di unione e solidarietà di cui tutti hanno bisogno. Non siamo ai livelli di lettori di Francia e Norvegia, e per spingerci a leggere un libro ci è voluta una pandemia (ed e-book praticamente regalati per tutto il primo lockdown): la costruzione della cultura è un processo che richiede tempo ma soprattutto dedizione. Se per tanti librai ed editori il 2020 è stato un anno da dimenticare, per i lettori è diventato uno spiraglio di speranza. Con l’auspicio che questo sia l’anno della condivisione di quello che l’Italia pare vivere ancora come un guilty pleasure.
∙ LOREM IPSUM ∙
SAN Speciale VALENTINO CELEBRARE L’AMORE COME RISCOPRIRLO NELLE PICCOLE COSE
San Valentino Curiosità dal mondo
Giulietta e Romeo
Parole d’amore I versi per farsi ispirare
Itinerario sui luoghi degli amanti
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a cura di Camilla Faccini
Festeggiamenti
Idee per una serata in casa
SAN VALENTINO NEL MONDO CURIOSITÀ SULLA FESTA DEGLI INNAMORATI IN GIAPPONE, BRASILE E INGHILTERRA IL GIAPPONE E IL WHITE DAY La festa degli innamorati, diffusa anche in Giappone, ha assunto connotati davvero particolari: ben lontani dall’idea di appuntamento romantico o di grandi mazzi di fiori, San Valentino è una festa che ruota intorno al mondo del cioccolato. Il 14 febbraio però, in Giappone, solo le ragazze sono chiamate a regalare cioccolatini al proprio partner o ai loro amici e non viceversa. Un mese dopo, il 14 marzo, nel giorno denominato White Day, i ragazzi che hanno precedentemente ricevuto della cioccolata in regalo da una ragazza dovrebbero sdebitarsi, donando alle consorti dei cioccolatini bianchi.
IL BRASILE FESTEGGIA A GIUGNO In Brasile la giornata dedicata agli innamorati non cade a febbraio, bensì il 12 giugno, sul finire della primavera. Santo protettore degli innamorati, e dei matrimoni, è infatti Sant’Antonio da Padova e “O dias do namorados” precede di un giorno la sua festa. Secondo un’antica tradizione, il 12 giugno le ragazze dovrebbero prendere una statuetta di Sant’Antonio (se rubata tanto meglio) e nasconderla a testa in giù in un armadio con la minaccia di raddrizzarla solo dopo aver trovato un fidanzato. Inutile dire che il mese di giugno è anche quello più indicato per sposarsi.
L’INGHILTERRA E I SUOI VALENTINE San Valentino è una festa ben radicata in Inghilterra e proprio qui, tra il XV e il XIX secolo, nasce la pratica dello scambio dei “Valentine”, bigliettini d’amore con raffigurati simboli romantici. Una tradizione a cui
non sono sfuggiti neanche i reali: ancora oggi infatti, presso la British Library di Londra, sono conservate le lettere inviate da Carlo D’Orleans, prigioniero nella Torre di Londra, alla moglie appellandola “Ma tres doulce Valentinèè”.
SPAZIO PUBBLICITARIO "Leggibilità è ciò che io chiedo al vino, che in ogni sorso sia racchiusa una storia in osmosi tra la mia identità e la terra che amo, difendo, curo e rinnovo" (Celestino Gaspari, fondatore Azienda Agricola Zýmē )
GIULIETTA E ROMEO UNA PASSEGGIATA ATTRAVERSO I LUOGHI DEI CELEBRI AMANTI
San Valentino o meno, vivere a Verona significa vivere nella città dell’amore e per respirarlo basta uscire di casa e perdersi tra le sue vie. Terra della storia d’amore più celebre, quella di Giulietta e Romeo, la nostra città è ricca di luoghi che conservano e tramandano le vicende degli amanti shakespeariani. Ripercorrerli con una passeggiata può essere un’idea davvero originale per festeggiare il giorno degli innamorati.
Quale prima tappa migliore che la casa di Giulietta, al civico 23 di via Cappello. Qui è possibile ammirare il simbolico balcone e la statua delle stessa. Questa, secondo le testimoniante, fu davvero la casa in cui visse la famiglia Capuleti, storica famiglia veronese, tra XIII e XIV secolo. Proseguendo da via Cappello si arriva in via Arche Scaligere, dove al civico 4 si può osservare la casa di Romeo, un palazzo medievale molto simile ad un piccolo castello. Qui, fino ai primi del XIV secolo, dimorava la famiglia Montecchi. Dirigendosi verso corso Cavour, nei pressi di Porta Borsari, si possono ripercorrere i drammatici momenti del duello tra Romeo e Tebaldo. Poco vicino alla porta, sulla facciata di Palazzo Carlotti, si può vedere infatti una formella a memoria di quel tragico evento. Da Porta Borsari il suggerimento è quello di proseguire verso Piazza Bra. Qui, vicino ai Portoni della Bra, troviamo il busto bronzeo di Williams Shakespeare e una targa che riporta le celebri parole recitate da Romeo prima della fuga dalla città scaligera:
“Non esiste mondo fuor dalle mura di Verona: ma solo purgatorio, tortura, inferno,cchi è bandito di qui, è bandito dal mondoce l’esilio dal mondo è morte”
L’ultima tappa di questa passeggiata nel ricordo dei due amanti ci porta poco fuori le mura scaligere, in via Pontiere 35. Qui è possibile visitare la tomba di Giulietta, ospitata in una cripta di un antico monastero di San Francesco al Corso.
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la MAPPA L’ I T I N E R A R I O Una passeggiata in cinque imperdibili tappe per ripercorrere la storia dei due celebri amanti shakespeariani. Un’idea originale per festeggiare il giorno di San Valentino della città dell’amore per antonomasia. 1. CASA DI GIULIETTA La nostra passeggiata parte dal civico 23 di via Cappello dove è possibile visitare l’antica casa della famiglia Capuleti e il celebre balcone. 2. CASA DI ROMEO Da via Cappello proseguiamo verso via Arche Scaligere. Qui, al civico 4, si trova invece l’antica dimora della famiglia Montecchi. 3. DUELLO TRA ROMEO E TEBALDO Sulla facciata di Palazzo Carlotti, in Corso Cavour vicino a Porta Borsari, una formella porta il ricordo del drammatico duello avvenuto tra Romeo e il giovane Capuleti. 4. BUSTO DI SHAKESPEARE Nei pressi dei Portoni della Bra, vicino al busto del Bardo, è possibile rileggere i celebri versi di Romeo in procinto di lasciare Verona. 5. TOMBA DI GIULIETTA La passeggiata si conclude in via Pontiere 35, poco fuori le mura. Qui si trova infatti la tomba di Giulietta, ospitata della cripta di un antico monastero.
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COSA FARE IN TEMPO DI PANDEMIA 5 IDEE PER UNA SERATA IN CASA
Un san Valentino particolare quello che ci aspetta in questo 2021: dimentichiamo le cene al ristorante, le fughe romantiche, le lunghe giornate alle terme. Anche rimanendo in casa, però, sono tante le soluzione per festeggiare al meglio la giornata degli innamorati.
Chef per un pranzo a domicilio
I Dpcm non devono fermare la voglia di mangiare bene e di farci coccolare dall’alta cucina. Pratica sempre più diffusa, l’esperienza di avere uno chef che cucini a domicilio può essere un’idea
perfetta per festeggiare questo San Valentino 2021 così particolare. Penserà a tutto lui, dalla spesa agli utensili e a voi non resterà che godervi un viaggio indimenticabile nel gusto…comodamente dalla vostra sala da pranzo.
Un corso di cucina di coppia in streaming
Se alla comodità di trovare un pranzo pronto preferite sporcarvi le mani la risposta è semplice: per San Valentino iscrivetevi ad un corso di cucina, rigorosamente in coppia. Sarà un’occasio-
ne per scoprire la complicità ai fornelli, sperimentare nuove attività e preparare una cena romantica da gustare insieme.
Ricreare una mini spa a casa
Se tutto ciò che sognate per il giorno di San Valentino è il relax, potete cimentarvi nell’impresa di ricreare una piccola spa nel vostro bagno e poche attenzioni anche l’ambiente più spartano può trasformarsi. Acquistate un paio di asciugamani di alta qualità, scegliete un profumatore ambientale che richiami note orientali, procuratevi ciotole da riempire con pietre e sali profumati, recuperate la lampada che più ha una luce soffusa e che permetta di creare un’atmosfera avvolgente e romantica. Preparate la vasca con dei sali effervescenti che potete comodamente acquistare su internet.
Una lunga maratona di film d’amore
Se siete più una coppia da divano e coperta la soluzione è una lunga maratona di film romantici, magari davanti a pizza e birra. Potete scegliere dai classici intramontabili, come Pretty Woman e Dirty Dancing, commedie divertenti come la saga di Bridget Jones o Ricatto d’amore, o i grandi amori senza lieto fine, come l’oramai cult La la land e Colpa delle stelle.
PAROLE D’AMORE I VERSI DA CUI FARSI ISPIRARE La vita ha bisogno di poesie d’amore e l’amore è il tema prediletto della poesia, sin dai tempi di Catullo. Quante volte ci siamo trovati davanti alla pagina bianca, desiderosi di trovare le parole giuste per esprimere i nostri sentimenti, per descrivere la complessità e la bellezza di un legame profondo. Perché dunque, per questo San Valentino, non prendere ispirazione dai più grandi?
Non permetterò mai ch’io possa rinunciare a chi d’amor mi sa far volare. Recita così Alda Merini, poetessa e scrittrice italiana, nella poesia “Tra le tue braccia”. Versi per riscoprire il potere di un abbraccio, un gesto oggi più che mai rivoluzionario.
T’amo e non t’amo come se avessi nelle mie mani le chiavi della gioia e un incerto destino sventurato. Pablo Neruda, poeta cileno Premio Nobel per la letteratura nel 1971, ci regala versi preziosi in “Saprai che non t'amo e che t’amo”. Qui l’amore è descritto come un sentimento irrazionale, molto spesso misterioso. Una forza quasi oscura, una necessità viscerale.
Chi non conosce l’amore felice dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice. Wisława Szymborska, poetessa e saggista polacca premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni. Nella poesia “Un amore felice” racconta di due innamorati che non vedono il mondo, tanto è il trasporto per i loro sentimenti. Un amore felice visto con gli occhi degli altri, di chi non lo trova necessario.
Quando saremo due cambierà nome pure l’universo diventerà diverso. “Due” è un testo iconico di Erri De Luca, che oltre alla poesia è attivo nel campo della narrativa, del teatro e delle traduzioni. Contenuta all’interno della raccolta “Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo”, Due è la celebrazione dell’amore di coppia, la forza che scaturisce dall’unione di due singolarità. “Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine” rivela lo stesso De Luca.
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∙ STORIE ∙ LOREM DEL TERRITORIO IPSUM ∙ ∙
Quei lumini lassù di Marco Zanoni
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'era una volta una regina forte e coraggiosa. Guidava un popolo nomade alla ricerca del luogo ideale per far pascolare il proprio bestiame. Era l'Alto Medioevo, i “secoli bui” secondo molti storici che così li hanno classificati sulla linea del tempo. Le condizioni disagiate spingevano molti popoli a cercare di meglio altrove, spostandosi anche molto lontano dalla terra natia: arabi, normanni, magiari e slavi, soprattutto. Questa regina forte e coraggiosa era di origine slava e la leggenda narra che il suo popolo giunse proprio dal Montenegro. Si possono solo immaginare le peripezie, i pericoli e le difficoltà che dovettero sopportare. Comunque questo popolo trovò la sua terra promessa in una porzione della Lessinia, attirato dai verdi pascoli e dalla vista mozzafiato del Lago di Garda. Trovarono un terreno fertile per l'agricoltura, perfezionarono la cura dei castagneti e decisero che la vita nomade non faceva più per loro. Si stabilirono quindi su quel territorio che però non era anch'esso privo di pericoli visto che era infestato dai lupi e i lupi ammazzano il bestiame. C'era quindi da tenerli lontani, soprattutto di notte. Così i nuovi venuti accendevano dei fuochi, tanti falò intorno alle case e alle stalle per scoraggiare i predatori e salvaguardare la propria sopravvivenza. Dabbasso, dal Lago di Garda o dai paesi sottostanti, c'era chi li vedeva questi fuochi sparsi quasi sulla cima della montagna. Sembravano come fiammelle, assomigliavano a quelle dei lumini, quelli che si accendevano in Chiesa. Così qualcuno cominciò a chiamare quel posto Lumini e da allora non ha più cambiato nome.
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∙ STORIE DEL TERRITORIO ∙
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Chi gioca non invecchia mai
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Il gruppo di Casa Chiara in Borgo Venezia
di Marco Menini i dice che l'uomo invecchia perché smette di giocare. Lo aveva detto un secolo fa lo scrittore George Bernard Shaw e oggi, nelle formule di longevità per la terza età, c'è anche questo. Giochi mnemonici, attività di stimolazione cognitiva e vita sociale. Un tris di trucchetti per rinforzare la mente che a Casa Chiara, a Borgo Venezia, conoscono bene. Si tratta della nuova struttura residenziale per anziani autosufficienti, situata in via Berbera 1/A, e nata da un'idea della Cooperativa Santa Chiara (con sede in via Fincato) che da 18 anni si occupa del servizio a domicilio di personale a sostengo degli anziani. «Casa Chiara - spiega la coordinatrice Rita - vuole essere una struttura
cuscinetto tra l'anziano indipendente, che può ancora svolgere le faccende domestiche in autonomia, e quello che preferisce non andare in casa di riposo.» Un luogo indicato quindi per chi vuole tenere allenata la mente e trascorrere il proprio tempo in compagnia di altre persone. «La struttura può accogliere fino ad un massimo di 13 persone – chiarisce la coordinatrice -, questo perché abbiamo voluto mantenere l'idea e gli spazi di un luogo familiare e intimo.» Qui gli anziani sono seguiti da due operatori socio sanitari, che forniscono l'assistenza necessaria, e due educatrici per le attività di gruppo. A Casa Chiara gli anziani autosufficienti sono liberi di muoversi per fare la spesa o per andare a comprare il giornale, di giocare a carte, di fare atti-
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vità di gruppo, anche se il sogno per il prossimo futuro è quello di creare anche una bocciofila negli spazi esterni. Tra le attività di stimolazione cognitiva troviamo i giochi matematici, di memoria e il disegno. Si passa prima da un mini test per capire le abilità dell'ospite. Da qui si comincia. «La capacità numerica è buona? Si va a lavorare sul calcolo - spiega Arianna Benedetti, educatrice di Casa Chiara - attraverso attività impegnative ma anche ludiche.» Sulla linea di quanto detto da Rita Levi Montalcini, secondo cui “il cervello se lo coltivi funziona”, si procede con tutte le altre attività. Obiettivo, stimolare la mente grazie alle attività pensate da Arianna e Giuditta Avesani. L'inaugurazione della struttura avverrà appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.
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∙ STORIE DEL TERRITORIO ∙
Elio Benetti, lo storico barbiere di Grezzana Anche Grezzana vanta uno storico barbiere: Elio Benetti che dal 1964, custodisce il campanile romano, gli umori, sapori e saperi di Piazza Carlo Ederle. Dopo aver, da giovane, respirato quelli dei politici veronesi. Ama tuttora lavorare, seppur in un contesto molto cambiato.
di Alessandra Scolari
E
lio, classe 1941, è nato a Vago di Lavagno, ultimo di cinque fratelli - quattro barbieri e un sarto (la sua sartoria era in Via Mazzini) dotato di un carattere socievole, ha sempre saputo farsi voler bene. Crescendo imparò ad ascoltare, a capire e poi ad incalzare i clienti, sui temi del giorno, tenendo per sé storie ed opinioni. A nove anni Elio, con la famiglia, si trasferì in Borgo Venezia. A dodici anni (1953) entrò in qualità di “giovane di bottega”, nella barberia del fratello maggiore in Via Pisano. Qui affinò il carattere e si avviò al mestiere del barbiere che definì fin da subito «un servizio alla persona».
Elio Benetti nel suo salone Ph. Valentino Slemer
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Aveva sedici anni quando il fratello Adelino per «imparare tutti i segreti del barbiere», lo inserì in Piazza dei Signori, all’Albergo Dante, il cui secondo piano era adibito ai servizi alla persona: dai bagni, al barbiere, alla parrucchiera, al manicure,
fino al callista. Ricorda Elio «Qui, ho conosciuto i funzionari della Camera di Commercio, quelli della Prefettura, del Commissariato e della Provincia e i politici della città: tutti giravano intorno al caffè Dante e Piazza Erbe». A vent'anni Elio Benetti, partì per il servizio militare. Venne assegnato all’ospedale militare di Verona e, grazie alle sue competenze, ammesso al corso “Aiutante di sanità”. Concluse il servizio militare a Merano. Congedato tornò all’Albergo Dante. Qui incontrò Desiderio Murari, allora sindaco di Grezzana, il quale, racconta Elio «mi propose la gestione dei bagni, con annesso negozio di barbiere e parrucchiere a Grezzana. Era una nuova struttura realizzata dal comune, nel seminterrato del Teatro Valpantena, con il contributo della Regione Veneto. Vi erano otto docce, due stanze con vasca, servizi igienici e barberia. Tutto molto funzionale». Correva l’anno 1964. Elio doveva assumersi tutte le responsabilità che conseguono alla gestione di un’attività. Racconta: «Ne parlai con Luisa, la mia fidanzata e decidemmo insieme di fare il grande salto. All’inaugurazione, venne il sindaco Murari e don Michele Garonzi (1904-1990), il più amato parroco di Grezzana (aveva realizzato il nuovo Teatro ndr). Iniziai una nuova vita: trovai brave persone e l’intesa fu immediata». Nel 1967 Francesco Bellamoli propose ad Elio il negozio di fronte al campanile romanico, che accettò, pur continuando, per un paio di
Ph. Valentino Slemer
anni, a seguire il servizio nei bagni del comune. Nello stesso anno Elio Benetti sposò Luisa Andreozzi e vennero ad abitare a Grezzana. Ebbero due figli: Marzia (1971) e Mirko Elio (1972), che gli diedero due nipoti: Davide ed Alice. Nella sua barberia in Piazza Carlo Ederle, Elio ha incontrato i politici locali di maggioranza ed opposizione, imprenditori, storici del paese e persone comuni, riscontrando che «dal loro punto di vista, tutti avevano ragione. L’unico politico che ho visto molto rattristato per la fine 51
della Democrazia Cristiana fu l’ex sindaco Renato Gozzi: lui aveva dato la sua vita per la giustizia e la democrazia». Conclude il barbiere Benetti: «Oggi i tempi sono cambiati. Le persone, per lo più, pensano alla propria vita e famiglia. Poi ci sono i telefonini. Tuttavia spero di poter continuare a fare il mio mestiere che mi è sempre piaciuto, per rimanere in mezzo alla gente e perché lavorando tutto è in movimento e quindi tutto – testa compresa – funziona a meraviglia».
∙ PILLOLE DI MAMMA ∙
I genitori e l'amore Ah, febbraio, il mese dell’amore, di San Valentino… «la festa di ogni cretino che crede di essere amato e invece rimane fregato», questa frase della Smemoranda 1995, in piena età adolescenziale, deve avermi in qualche modo segnato. Scherzi a parte: l’amore si sa, evolve con gli anni ma, diciamocelo, un profondo cambiamento in una coppia, arriva con la nascita di un figlio.
di Sara vesani
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i ricordate quando eravate da soli e vi lamentavate della stanchezza e del poco tempo a disposizione a causa del lavoro stressante? Bene, credo che ora, specialmente noi donne, se avessimo anche solo due ore libere, saremmo in grado di risolvere tutti i problemi dell’umanità, eccetto il nodo Renzi e Ciampolillo: non siamo ancora diventate Winx!
A mutare è proprio la percezione del tempo e delle priorità. Per questo ho stilato una sorta di lista delle cose diverse rispetto al prima, che influiscono sul nostro rapporto con il partner:
- l’uscita a cena per festeggiare le occasioni importanti. Qui ci si divide in due macro-categorie: c’è chi sceglie un ristorante vicinissimo a casa, da dove poter spiare la baby-sitter, seduti comodamente al tavolo e chi invece, preferisce un posto sperduto, sconosciuto ai più, dove l’unica cosa che conta è la lista dei vini. - il sonno. La sua mancanza provoca seri effetti collaterali e non solo verso vostro marito. Vi lavate i denti con la crema da corpo di Dior da duecentocinquanta euro? Sì? …Allora, siete in serio pericolo. - gli ormoni (sempre loro!). Finalmente gli uomini hanno cominciato a capire il ruolo fondamentale degli ormoni e il dovere coniugale di zittirsi nei giorni preciclo. D’altronde, avevano già avuto un chiaro assaggio del nostro risicatissimo equilibrio ormonale in sala parto, quando gli abbiamo rotto l’indice e il medio, stringendogli la mano fra un grido e l’altro. - le vacanze. Se prima chiudevate gli occhi e facevate girare il mappamondo per scegliere la meta e partire all’avventura con lo zaino in spalla, ora cercate solo: sabbia fine, un medico vicino, un mini club a prova di bomba e, soprattutto tanti buonissimi piatti già pronti da gustare. - i fabbisogni primari. Ammettetelo, sono il nostro pane quotidiano. Sapere che nostro figlio ha fatto la pipì nel vasino o si è scaricato, è una delle gioie più grandi che si possano provare. Un po’ meno, quando gli scappa appena varcata la soglia di casa. - l’intimità. Ciao, ciao candele e romanticismo, adesso è tutto un «shhh, fai presto, fai piano, ecco ho sentito un rumore e se si sveglia?» insomma, un bel momento rilassante. Secondo me l’amore è questo: un mix di difetti, risate e pianti da condividere, insieme. E per voi?
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∙ IL FIORE DELL'ARTE ∙
Storia e opere della chiesetta del Policlinico
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di Erika Prandi
ecentemente è ritornata agli onori di cronaca la situazione di completo abbandono della chiesetta dei Santi Giacomo e Lazzaro situata all’interno dell’area del Policlinico di Borgo Roma. Il vicepresidente del Gruppo Ctg Un Volto Nuovo, Maurizio Pedrini ne aveva lanciato l’allarme dal suo profilo facebook. L’isolamento, l’abbandono e la mancanza di manutenzione ne hanno causato un degrado sempre più visibile. Ma la storia di questo edificio di culto, ormai sconsacrato, merita di essere ricordata, così come le opere d’arte che custodiva e che ora sono esposte al Museo di Castelvecchio e nascoste al pubblico negli uffici della direzione centrale dell’Azienda.
Foto concesse dal Ctg Un Volto Nuovo
Come riporta il volume Borgo Roma e il territorio di Verona sud, edito dal Ctg Un Volto Nuovo, le prime testimonianze documentate dell’esistenza di un ospedale e di una chiesa risalgono rispettivamente al 1168 e al 1179, anno di consacrazione dell’edificio religioso. L’ospedale dei Santi Giacomo e Lazzaro alla Tomba ospitava soprattutto lebbrosi a cui si aggiunsero i poveri, i pellegrini e tutti i bisognosi di assistenza. Durante il periodo scaligero furono commissionate tre statue, ora esposte a Castelvecchio, e raffiguranti San Giovanni Battista, San Bartolomeo e Santa Cecilia. Quando la chiesa fu ricostruita tra il 1430 e il 1433 si aggiunse anche San Giacomo. Nel 1518 furono rasi al suolo sia l’ospedale che la chiesa, poi ricostruiti: la chiesa fu consacrata nel 1522, qualche decennio prima dell’arrivo della peste. Gli abitanti del quartiere vi avevano fatto costruire una cappella dedicata alla Madonna, arricchita poi nel tempo con ex voto. Fu così importante per la comunità che nel 1735 fu allargata eliminando due altari. Successivamente, la chiesa ospitò opere di Pietro Rotari, Antonio Cavaggioni, Domenico Brusasorzi, Nicola Giolfino, Francesco Caroto a testimonianza di come quel luogo di culto era diventato un riferimento per i malati, i poveri e i bisognosi di assistenza fisica e spirituale. Un’eredità del passato dei veronesi che andrebbe meglio tutelata. 54
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∙ ISPIRAZIONI MUSICALI ∙
Interzona, 28 anni di cultura a Verona di Tommaso Stanizzi
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n questi 28 anni, l’associazione di Promozione Sociale indipendente che aveva sede agli ex Magazzini Generali, Interzona, ha sempre offerto alla città grandissimi live. Da Nicola Conte, a Gonzales, passando per Il Teatro degli Orrori, Fugazi, Manuel Agnelli, solo per citarne alcuni. Dal 2016 non avete più una sede fisica, ma questo non vi ha fatto rallentare l'attività, anzi. Vi è stato utile per comprendere meglio il territorio, oppure la mancanza di una vera e propria sede si fa sentire? Entrambe le cose, da una parte ci ha dato modo di ampliare le collaborazioni sul territorio cittadino ed esplorare, dall'altra la mancanza di una sede fisica impedisce una continuità dell'attività e della proposta culturale. Mi sento di dire che siamo cresciuti parecchio in questo periodo ma la necessità di una sede fisica resta fondamentale per un’associazione, crea quel senso di appartenenza e forma inevitabilmente un legame tra le persone. Ai magazzini generali abbiamo lasciato un pezzo di cuore ma stiamo lavorando continuamente per trovare un nuovo spazio. L'attuale emergenza sanitaria in corso ha colpito fortemente la
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Ph. Federica Rezzadore
cultura, settore che certo non ha mai goduto di ottima salute, ma oggi è ancora più difficile. Come si comporterà Interzona nella programmazione futura? Navighiamo a vista purtroppo come molti altri, speriamo fortemente in una ripartenza nel 2021 per tutti. Nel frattempo stiamo comunque lavorando a molte cose come il nostro progetto #aRaccolta che vuole essere un archivio della storia dei 28 anni di Interzona, con immagini, grafiche, video e racconti. Vorremmo che fosse il più partecipativo possibile e ci piacerebbe poterlo portare anche fuori dal contesto online. Come sta secondo voi il mondo dell'associazionismo veronese? C'è facilità di interazione tra le varie realtà, oppure ognuno pensa al suo orticello? Non c’è l’offerta culturale che ti aspetteresti in una grande città ma di associazioni che si danno da 56
fare ce ne sono parecchie. Penso a realtà come Kroen, SdV, River, DHub, Bridge Film Festival, Fucina Machiavelli, Officina Fotonica ma anche iniziative come Box336am o One Bridge to Idomeni. Le interazioni si creano se c'è una necessità e la voglia di fare un progetto comune, ad esempio Interzona ha iniziato a collaborare creando nuove occasioni culturali perché non aveva più un luogo dove farle; penso agli ormai appuntamenti fissi come le proiezioni di Barlumi all'Anpi che sono già al quarto anno. Per rispondere alla tua domanda, è vero spesso si è troppo impegnati nel proprio orticello. Questo da un lato è anche positivo perché vuol dire che c'è attività, dall'altro però così si rischia di non fare rete con le altre realtà, cosa che invece abbiamo capito essere davvero importante: il non avere più una sede fissa ci ha fatto toccare con mano il valore della condivisione.
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Phoenix Group apre il 2021 con un team strutturato e in crescita e vara una nuova organizzazione delle sue Divisioni di: Management & IT Consulting, Cyber & Tech Solutions e Business Process Outsourcing. Un team in crescita nell’anno del Covid19 e una organizzazione interna funzionale alle nuove strategie di business. Phoenix Group, polo di consulenza manageriale e servizi tecnologici per banche, assicurazioni e aziende, si affaccia al 2021 forte di una squadra di oltre 50 collaboratori e lancia nuove Business lines. Con sedi a Verona, Milano e Roma, il Gruppo - guidato dal presidente Giulio Fezzi e dall’amministratore delegato, Giovanna Saraconi - evolve la sua struttura per sostenere un “next-level” di sviluppo, assicurando quell’approccio operativo, decisionale e flessibile che lo ha sempre caratterizzato. A supporto dei piani di crescita del Gruppo è stata varata una nuova organizzazione delle Divisioni di Business relative al Management & IT Consulting, alle Cyber & Tech Solutions e al Business Process Outsourcing. La Divisione Management & IT Consulting è stata articolata in tre diverse Business Unit, affidate ad altrettanti Executive Director di nuova nomina: • IT Consulting & HR Recruiting
(IT&HR), affidata a Luca Predomo. Veronese, 38 anni, già in Phoenix come Senior Project Manager, è figura di esperienza con certificazioni negli ambiti del Project Management, IT, European Funding Management e background lavorativo in differenti ambiti, nel pubblico e nel privato, in Italia e all’estero. • Insurance & Digital Payments (I&DP), affidata a Diego Cristini. Veronese, 44 anni, senior manager di lungo corso con una competenza ventennale nel Management Consulting, per i settori Banking & Insurance, Finance e digital payments, esperto di prodotti e processi assicurativi vita e danni, da 10 anni nel Gruppo Phoenix, con precedenti esperienze in Fincons Group AG a Zurigo, KPMG e Cattolica Assicurazioni. • Management Consulting & Project Management (MC&PM), affidata a Pietro Rotundo, campano con base milanese, 41 anni, recentemente in Phoenix, senior manager con esperienza ultra-quindicinale nel Management Consulting e nel Project/ Program Management, soprattutto nei settori Banking & Insurance, con precedenti esperienze nel Gruppo
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San Donato, Be Consulting ed Accenture. A Pietro Rotundo anche la responsabilità della Divisione Cyber &Tech Solutions che aggrega i servizi del Gruppo in ambito ICT/TLC, Cyber Security ed Innovation. La Divisione Business Process Outsourcing è diretta da Alberto Fezzi, 43 anni, avvocato, scrittore e cofondatore del Gruppo, responsabile degli Affari Legali, Societari e Rapporti Istituzionali. La divisione sviluppa il business del “full service”, un bouquet di servizi professionali, operativi e tecnologici “su misura” per il cliente. Le nuove Divisioni affiancano la consolidata Divisione di Corporate Finance, guidata da Giorgio Bottà e la Divisione Sport Management, che fa capo ad Alberto Fezzi ed Enzo Zanin. Nella foto: Phoenix Group, il Management Team. Da sinistra in alto: Giulio Fezzi, Giovanna Saraconi, Alberto Fezzi; Giorgio Bottà, Luca Predomo; Diego Cristini, Pietro Rotundo (i tre Executive Director di nuova nomina) ed Enzo Zanin.
∙ L'ANGOLO DEL CINEMA ∙
Scritto e diretto da Kawase Naomi basato sul romanzo di Sukegawa Durian, con Nagase Masatoshi, Kirin Kiki, Uchida Kyara.
di Samantha De Bortoli Kawase Naomi
TRAMA
in giapponese: あん “An”
Le ricette della signora Toku L’ombroso e riservato Sentaro lavora in un negozio di dorayaki, dolci tipici giapponesi, simili ai pancake, composti da due dischi di pan di spagna e frapposta una marmellata fagioli rossi (chiamati in giapponese あずき “azuki”). Le vendite sono buone, ma non del tutto soddisfacenti; un giorno, però, giunge al negozio Toku, una solare signora di 76 anni che, assaggiati i dorayaki, propone a Sentaro di lavorare per lui così da migliorarne il sapore: pur mostrando qualche ritrosia iniziale, si convince ad assumerla non appena gusta la sua marmellata di azuki. Kirin Kiki
CURIOSITÀ Il termine dorayaki è composto da due parti: どら “dora” significa “gong”, mentre 焼き “yaki” significa “cucinare”. La leggenda narra che il samurai Benkei, dopo essersi ristorato presso un contadino, dimenticò da lui il proprio gong: allora il contadino utilizzò lo strumento per creare il primo dorayaki, in origine composto da un solo disco. Chi è appassionato di anime sicuramente ricorda il nome di questo dolce grazie a Doraemon: il gatto del futuro, infatti, è un grande amante di dorayaki. Nonostante il suo nome paia un riferimento a questi dolci, tuttavia l’origine è diversa: in questo caso, “dora” deriva dalla parola どら猫 “doraneko”, “gatto randagio”.
PUNTEGGIO CRITICA Il film ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica: il sito Rotten Tomatoes riporta una percentuale di gradimento dell’85%.
Nagase Masatoshi
PUNTI DI FORZA Ciò che affascina maggiormente di questo film è la forza poetica delle riprese della regista Kawase, nota proprio per la sua abilità di cogliere con delicatezza gli elementi descrittivi della cultura e delle tradizioni giapponesi. Lo scorrere lento e costante dell’acqua che depura gli azuki, il tempo scandito dal loro ribollire in pentola, i fiori di ciliegio, che determinano la fine di un ciclo e incorniciano l’inizio di una nuova vita…
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Buona
∙ L'ANGOLO DEL CINEMA ∙
La regina degli scacchi Netflix colpisce ancora e lo fa con una grande miniserie drammatica, uscita nell’ottobre 2020: La Regina degli scacchi. La serie tv, che si conclude in sette episodi, è l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo di Walter Travis uscito nel 1983.
di Giorgia Preti
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a storia narra in modo cronologicamente lineare la storia di Beth Harmon, una giovane scacchista incredibilmente dotata che finisce in orfanotrofio all’età di 9 anni, dopo la morte della madre.
Lì Beth, che dall’adolescenza fino all’età adulta sarà interpretata dalla magnetica Anya Taylor Joy, impara a giocare a scacchi osservando e imparando da un inserviente. Beth, nonostante le difficoltà e gli ostacoli sulla sua strada, diventa presto imbattibile. L’obiettivo? Essere la prima donna a conquistare il titolo del mondo degli scacchi.
IL TITOLO: Come per la maggior parte dei titoli tradotti e riadattati in italiano, anche in questo caso si è parzialmente perso il senso di quello originale: The Queen’s Gambit. La traduzione letterale, “Il gambetto di donna”, è infatti una mossa d’apertura degli scacchi che assumerà un significato particolare per Beth nel corso della sua carriera.
CURIOSITÀ: L'allenatore di scacchi Bruce Pandolfini e il già campione del mondo di scacchi Garry Kasparov hanno preso parte alla miniserie come consulenti e hanno coreografato tutte le partite che si vedono nella serie tv. Inoltre la storia di Beth, che non è tratta da una storia vera, ha comunque molte somiglianze con la carriera del grande scacchista Bobby Fischer.
CRITICA: La miniserie è stata acclamata sia dal pubblico che dalla critica. Rotten Tomatoes, il più grande sito web aggregatore di recensioni, ha dato un rating del 99% di gradimento.
PUNTI DI FORZA: La colonna sonora di Carlos Rafael Rivera; la scenografia che restituisce le atmosfere color pastello degli anni ’60; i costumi, per i quali si nota un’attenzione maniacale.
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è un QR code, non una scacchiera ;)
visione!
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∙ ANGOLO PET ∙
Chiamatemi cane, non lupo
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Marco Sommacampagna, di San Martino Buon Albergo, ci ha raccontato invece la sua esperienza, e la sua quotidianità, in compagnia dei suoi fedeli amici a quattro zampe. «Mi sono avvicinato a questa razza casualmente, dodici anni fa, quando cercavo il mio primo cane: così mi sono imbattuto, navigando sul web, in una cucciolata di cane lupo cecoslovacco, razza che allora a Verona quasi nessuno aveva. Quando li incontrai fu amore a prima vista: rimasi travolto dai loro occhi color ambra».
no sguardo magnetico, che evoca il legame alla terra e a istinti ancestrali. È quello del cane lupo cecoslovacco, una razza appartenente al gruppo dei pastori e bovari e riconosciuta come razza nazionale nel 1982 dal Consiglio Generale dell'Associazione Allevatori della Repubblica Cecoslovacca: la sua origine, infatti, è da ricondursi a un esperimento condotto nel 1955, in Cecoslovacchia, con l’intento di creare una nuova razza incrociando il pastore tedesco Grigione e il lupo dei Carpazi.
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«Cristall, chiamata da tutti Kira - ci spiega sorridendo aveva un istinto molto dominante. Nonostante facessi due volte a settimana un corso ar di addestramento base, M ho fatto fatica a stabilire la fiducia con lei: alla fine ci siamo riusciti, insieme. Il cane lupo cecoslovacco è un meraviglioso, silenzioso, ama l'acqua e può camminare al tuo fianco per molti chilometri» conclude Marco, che collabora con l'allevamento Glock Pack Kennel e che da sette anni custodisce amorevolmente la femmina Jillian, di cui segue i parti e la crescita dei cuccioli.
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A spiegarci i dettagli di questo incrocio, l’allevamento Glock Pack Kennel di Verona, che unitamente a un pool di allevatori del WGI Project e in collaborazione con l'Università di Padova studia la genetica del cane lupo cecoslovacco per conservarne l'estetica, la salute e lo standard. «La porzione di patrimonio genetico del lupo fissata nel Dna del cecoslovacco si stima attorno al 23/28% e i geni sono unicamente legati all’estetica dell’antenato selvatico, la tempra e il carattere invece sono quelli del pastore: pertanto si tratta di un cane, a tutti gli effetti, non di un lupo».
di Ingrid Sommacampagna 60
∙ LE RICETTE ∙
In cucina con Nicole di Nicole Scevaroli www.nicolescevaroli.com
qualche idea sana (e golosa) per le vostre giornate
Venerdì gnocchi Gnocchi semintegrali con pomodoro, ricotta, parmigiano e cannella Ingredienti per 4 persone: • 600g patate da gnocchi • 100g farina di tipo 1, un uovo • mezza cipolla, 700g di passata di pomodoro • 100g ricotta, parmigiano, cannella
Consiglio nutrizionale Una delle ricette già tradizionali di Verona sono gli gnocchi, un tempo distribuiti per il venerdì gnolocar sul sagrato di San Zeno. Nella mia ricetta quest’anno ho utilizzando delle farine integrali per fare il pieno di fibre e gusto. Nel classico sugo di pomodoro ho aggiunto la ricotta per bilanciare i marco nutrienti e dare cremosità.
Sminuzzate la cipolla e fatela soffriggere in un tegame con un filo d’olio. Versate la passata, aggiustate di sale. Fate cuocere per almeno 30 minuti ed unite la ricotta. Lessate le patate. Schiacciatele quando sono ancora calde con lo schiaccia patate. Unite l’uovo e la farina. Impastate. Create dei serpentini. Ritagliate delle sezioni di 3cm. Fate scivolare gli gnocchi sui denti di una forchetta facendo una leggera pressione. Cuoceteli in acqua bollente salata. Quando vengono a galla sono pronti per essere insaporiti con il sugo, una spolverata di parmigiano ed un pizzico di cannella.
Brutti ma buoni Sono dei biscotti croccanti e gustosi che fanno comodo come ricetta antispreco quando in cucina, per esempio, avanzano gli albumi. Ingredienti: • 150g nocciole • 150g zucchero • 2 albumi Montate gli albumi a neve con lo zucchero. Unite le nocciole. Trasferite il composto in un pentolino, fatelo asciugare a fuoco medio continuando a mescolare. Quando risulterà più compatto create delle montagnette di impasto (aiutandovi con due cucchiai) ed adagiatele sulla teglia del forno. Cuocete per 20 minuti a 150 gradi. Se li preferite al cacao vi basterà aggiungere all’impasto 2 cucchiai di cacao amaro in polvere.
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∙ LOREM IPSUM ∙
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SUPPLEMENTO N°118 - FEBBRAIO 2021
FEBBRAIO 2021
Un amore di città
Le partite CSS VERONA in diretta su
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PANTHEON SPETTACOLI & EVENTI
settembre 2020
Un ricco mese online con fondazione ida
Proseguono per tutto febbraio gli eventi di Teatro Onlife, gli spettacoli che Fondazione Aida dedica a bambini e ragazzi. Il 14 febbraio in scena Il diavolo Fortunato, tratto da “Il diavolo dai tre capelli d’oro” dei Fratelli Grimm, raccontata da Alice Canovi e Annachiara Zanoli, mentre il 28 febbraio sarà la volta di B&B nella valle incaRtata, con Pino Costalunga che manovrerà le principesse di carta di Gaia Bellini. Quattro gli appuntamenti al giorno prenotabili dal sito di Fondazione Aida.
«Con Teatro Onlife - spiega Meri Malaguti, direttore generale Fondazione Aida - attingiamo alle potenzialità dello spazio virtuale e restituiamo ai bambini un’esperienza teatrale inedita e partecipata. Creiamo ambientazioni dedicate avvalendoci di avanzate tecnologie che permettono di “allestire”scenari fantastici, ma anche di vivere l’esperienza teatrale attivamente». Dal 24 febbraio è inoltre attivo, per i ragazzi dai 7 a 10 anni, il laboratorio teatrale La magia in un filo, per imparare attraverso la storia di un gomitolo l’importanza delle connessioni e relazioni. Cinque mercoledì pomeriggio in incontri di un’ora ciascuno coordinati da Alice Canovi. Il 6 e 7 febbraio un’ulteriore iniziativa con Sara Rattaro, premio Bancarella 2015, per il corso di scrittura creativa Come si scrive un racconto, prenotabile fino al 4 febbraio. «Per proseguire con lo sviluppo tecnologico del progetto però abbiamo bisogno di risorse. Ognuno può sostenerci attraverso la campagna di raccolta fondi in corso» conclude Mari Malaguti.
Diodato in Arena
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PANTHEON
settembre 2020
SPETTACOLI & EVENTI
La stagione Lirica al teatro Filarmonico In questi tempi ancora bloccati dalla pandemia, numerose sono le iniziative a Verona che, nonostante le limitazioni, riescono a regalare momenti di spettacolo e musica al pubblico costretto fuori dai teatri. Un dato significativo è che nell’arco di poche settimane degli eventi lanciati online dal Comune di Verona durante le festività, siano state registrate più di 22mila visualizzazioni. Una ricca stagione si prospetta anche per le rappresentazioni liriche, anch’esse previste, almeno fino ad aprile, in streaming, alle 15, sulla WebTv di Fondazione Arena e in seguito in altre due repliche sempre allo stesso orario sui canali social. La partenza è stata il 31 gennaio 2021 con Il Barbiere di Siviglia di Rossini sulla WebTv di Fondazione Arena, che andrà poi in replica anche venerdì 5 e sabato 6 febbraio. Regia di Francesco Ivan Ciampa e allestimento di Fondazione Arena.
Niccolò Iomelli e Dido and Æneas di Henry Purcell. Entrambe le rappresentazioni sono dirette dal maestro Giulio Prandi, su allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena. Repliche il 2 e 3 aprile.
Doppio appuntamento domenica 28 febbraio con Il Parlatore Eterno di Ponchielli e Il Tabarro di Puccini, diretti entrambi dal maestro Daniel Oren e su nuovo allestimento di Fondazione Arena. Replica il 5 e 6 marzo sempre alle 15. Si chiude marzo invece, domenica 28, con Didone Abbandonata, Cantata per soprano, archi e continuo, di Maestro Ivan Ciampa
PANTHEON
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SPETTACOLI & EVENTI
settembre 2020
Il quotidiano di Verona
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PANTHEON SPETTACOLI & EVENTI
settembre 2020
La stagione sinfonica al teatro Filarmonico Il Teatro Filarmonico, per la sua stagione Sinfonica, prosegue gli appuntamenti musicali online cominciati alla fine del 2020, con contenuti che spaziano da Mozart a Schubert, da Verdi a Ponchielli. Proprio i primi appuntamenti del 2021 saranno anch’essi in streaming, fino alla data del 2 aprile, nella speranza che si possa poi proseguire con una graduale riapertura. Dopo il primo appuntamento di gennaio con “Mozart, dall’Austria alla Russia”, si prosegue venerdì 5 febbraio, quando Giampaolo Pretto, dirigerà l’Orchestra della Fondazione Arena in “Respiri e contrasti”, un connubio tra Mozart e Franz Shubert. “Ingegno atipico” è invece l’appuntamento di marzo, per venerdì 5, un viaggio tra gli autori italiani Verdi e Ponchielli, con i brani eseguiti dall’Orchestra e il Coro della Fondazione Arena diretti dal maestro Jacopo Brusa. Aprile si apre infine venerdì 2 con “Idili musicali”, con il direttore Orazio Sciortino che dirigerà l’Orchestra della Fondazione Arena nel brano di sua produzione “Aiora” e in brani di Mozart, Honegger e Poulenc.
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PANTHEON SPETTACOLI & EVENTI
settembre 2020
Numerose le iniziative online che vengono proposte in questo periodo di isolamento forzato da parte del Comune di Verona e dei Musei Civici Scaligeri.
ESCODENTRO - OUTINSIDE di Andrea Facco Una “video pittura” realizzata attraverso 40 immagini dipinte su tela, contenenti l’immagine successiva, in una cromia narrativa fluida e avventurosa, che lascia incerti riguardo alla realtà o alla illusorietà degli eventi narrati. Dal 5 dicembre 2020 al 31 agosto 2021 l’opera video, oltre a essere pubblicata sulla pagina e sui profili social della GAM, viene trasmessa in “primaparete” alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
CONTEMPORANEO NON-STOP il respiro della natura In occasione dell’edizione in digitale di ArtVerona, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona presenta, dal 15 dicembre 2020 al 30 settembre 2021, la mostra CONTEMPORANEO NON-STOP, il respiro della natura a cura di Patrizia Nuzzo.
Animo convulso: il video dell’installazione Matilde Sambo è l’artista selezionata da Patrizia Nuzzo nel format di Art Verona, che ogni anno viene ospitato nella Cappella dei Notai a Palazzo della Ragione. Il video della sua installazione Animo convulso è disponibile fino al 30 novembre 2021.
Primo tour virtuale per Verona: Verona360 Un itinerario culturale e turistico, pensato per attirare anche i più giovani, veronesi o turisti. Con proposte mirate e continui aggiornamenti di contenuto che arricchiscono la proposta con video, immagini e fotografie. Un’opportunità resa possibile grazie alla collaborazione tra Comune, progetto Arcover, associazione Agile e il team di Verona360.
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SPETTACOLI & EVENTI
Dante a Verona Gli highlights di primavera
Mostre, spettacoli, convegni di ricerca e molte altre iniziative per celebrare il 700esimo anniversario dalla morte del Sommo Poeta: il 2021 è l’anno degli eventi dedicati a Dante. Ecco una mappa dei migliori.
Arte Al centro della sezione del calendario eventi dedicata all’arte c’è la mostra diffusa Dante a Verona: una mappa, sia cartacea sia virtuale, ci guiderà dalla chiesa di Sant’Elena ai palazzi scaligeri affacciati su Piazza dei Signori, dalle Arche Scaligere alle chiese di San Zeno, San Fermo e Sant’Anastasia. Alla Galleria d’Arte Moderna in programma la grande mostra Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona (23 aprile-3 ottobre 2021) a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco e Fausta Piccoli. Oltre a questa, sarà visitabile l’esposizione La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni, autore della statua di Dante in Piazza dei Signori. Il Museo di Castelvecchio, custode della statua equestre di Cangrande, ospita L’Inferno di Michael Mazur (6 marzo-3 ottobre 2021), mostra a cura di Francesca Rossi, Daniela Brunelli, Donatella Boni. Il Vicariato cultura della Diocesi di Verona propone una mostra dedicata all’Inferno dantesco attraverso le immagini di Gabriele Dell’Otto, uno dei più importanti illustratori contemporanei, noto per i suoi disegni dei supereroi della Marvel, dedicate alla Divina Commedia per l’edizione Mondadori (2020) curata da Franco Nembrini.
L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE FRANCESCA BRIANI
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settembre 2020
Spettacoli La Verona di Dante. La giornalista Francesca Barra, insieme all’attore Claudio Santamaria, raccontano in un docu-film i luoghi danteschi accompagnando lo spettatore alla scoperta di una Verona inedita. Al Teatro Camploy Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia con la regista e drammaturga Chiara Guidi e il violoncellista Francesco Guerri, in collaborazione con l’Università di Verona (15 e 16 aprile); Visioni di Dante, produzione originale del Teatro Stabile del Veneto (26, 27, 28 maggio). L’Università di Verona ha in serbo gli appuntamenti La Vita Nuova – parole d’amore e musica, con musiche originali di Achille Facincani e con il coro giovanile e gli allievi di teatro di A.Li.Ve; oltre che il laboratorio Purgatorio con Chiara Guidi. A cura del Teatro Ristori Paolo Fresu & Friends in Dante Project (19 marzo). Teatro Nuovo – Fondazione Atlantide propone lo spettacolo itinerante Silent Dante (gennaiomaggio e settembre-novembre). La Compagnia le Falie presenterà in aprile il Purgatorio, della compagnia di detenuti “Teatro del Montorio” del Carcere di Verona Casa circondariale di Verona.
Convegni L’università scaligera in collaborazione con Scuola Normale Superiore di Pisa, Columbia University, University of Notre Dame, Università Cattolica del Sacro Cuore, Accademia Ambrosiana svolgerà il convegno internazionale Con altra voce omai, con altro vello. Dante fra antico e moderno dal 17 al 22 maggio. Il Centro Scaligero degli Studi Danteschi promuove un corso di formazione dantesca per celebrare il Dantedì (25 marzo). Per scoprire il programma completo:
IL SETTIMANALE DIGITALE POLITICO ECONOMICO FINANZIARIO
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settembre 2020
LE NOSTRE TRASMISSIONI I temi del giorno La Redazione di Verona Network si impegna ad approfondire i temi di attualità più discussi del momento, per tratteggiare un quadro del territorio scaligero dialogando con autorità, esperti, associazioni e professionisti. È possibile consultare i temi che vengono trattati dal lunedì al venerdì nel calendario che viene pubblicato il sabato sera, alle 20, sulla pagina Facebook @veronadaily e @pantheonverona. Sempre su queste due pagine vengono forniti, con appositi post promemoria, altri dettagli sul tema specifico che sarà affrontato in ciascuna giornata.
da lunedì a venerdì MATTINO VERONA: Ore 7.45 e ore 8.15 BUONGIORNO VERONA: Ore 12.45 sabato TG DAILY: Ore 19
da lunedì a venerdì e domenica TG DAILY: Ore 19
da domenica a giovedì VERONA LIVE: Ore 18, replica alle ore 21
Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12, spazio alla simpatia di Alain Marchetti: speaker radiofonico, compositore e musicista meglio noto come Alain Deejay. Via libera ai collegamenti con un giornalista per essere aggiornati sulle ultimissime news e tanti ospiti per parlare di attualità, sport e spettacolo, il tutto accompagnato da un’originale playlist musicale. Ma soprattutto spazio al pubblico da casa: chiamateci in diretta o inviateci su WhatsApp foto, messaggi, auguri speciali o altre richieste al numero 377 3861636.
Sempre all’interno del programma TUTTI AMICI, il martedì e il mercoledì, nella fascia oraria dalle 10.30 alle 11, protagonisti il cinema e le serie tv, d’Occidente e d’Oriente, in compagnia di Giorgia Preti e Samantha De Bortoli. Dieci minuti di chiacchierata con lo speaker Alain Marchetti per consigliare le migliori pellicole e svelare curiosità e retroscena. Il pubblico può interagire in diretta sempre contattando il numero 377 3861636.
Martedì e mercoledì dalle 10.30 alle 11
∙ LOREM IPSUM ∙
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