PREZZO ¤3,50 COPIA GRATUITA
EDIZIONE MARZO 2021
1° PREMIO RADIO ADIGE TRIONFA IL RAPPER
MAX FOGLI
ANNO 13 - NUMERO 2
NUMERO CENTODICIANNOVE
ALL’INTERNO
SPECIALE SPORT
da 45 anni piacevolmente insieme
∙ PANTHEON ∙
Nel luglio del 2017, infatti, quando cessarono le trasmissioni dell’azienda della famiglia Grigolini, in onda ininterrottamente dall’ottobre dal 1976, sembrava calare il sipario in maniera definitiva sull’emittente radiofonica che ha tenuto compagnia a intere generazioni di veronesi. Con un pizzico di follia, ma con altrettanto senso di responsabilità, il Gruppo Verona Network, che ho tuttora la fortuna di dirigere, ha voluto rilevare il marchio per evitare di lasciarlo cadere nell’oblio e, soprattutto, per rilanciarlo con una veste moderna, rinnovata e multimediale. Dal 1° gennaio 2018 (primo giorno del nuovo corso) ad oggi, sono passati tre anni. Tempo che ci è servito per imparare, studiare, conoscere la macchina, con molta umiltà e sincero entusiasmo. L’unico pensiero è stato quello di valorizzare al meglio un patrimonio che è della città, evitando scivoloni o passi falsi. Oggi ci sentiamo pronti per comunicare ufficialmente il ritorno di Radio Adige. Vi sarà sicuramente capitato di vedere nelle scorse settimane in città alcuni cartelloni pubblicitari o dei camion vela con il logo Radio Adige 640, è lì, sul ca-
nale regionale 640 del digitale terrestre che ci potete trovare, oltre che sul sito Radioadige.com, sulle pagine social e sulla app disponibile per IOS e Android. Oggi siamo la prima radiovisione di Verona: la buona musica ha un ruolo centrale, senza dimenticare l’informazione giornalistica con i GR locali e nazionali e alcuni spazi con conduzione dedicati sia all’intrattenimento che all’approfondimento giornalistico. Usciamo da un periodo difficilissimo contrassegnato dall’emergenza Covid-19, e per certi versi, purtroppo, ci siamo ancora dentro. Siamo sicuri che ritrovarsi nuovamente sotto l’ala di un marchio storico, e tanto amato, possa contribuire a rigenerare quel senso di comunità che proprio nei momenti difficili diventa quanto mai necessario. Radio Adige è stata, è e sarà la radio dei veronesi che non si rassegnano, che guardano con fiducia e speranza al futuro nonostante le difficoltà. Radio Adige è la radiovisione delle persone che utilizzano la loro creatività e le loro idee per trovare soluzioni. Uno spazio vivo, vivace, stimolante, aperto, con lo sguardo proiettato al futuro. Se vi riconoscete tra queste persone, seguiteci. Radio Adige, da 45 anni piacevolmente insieme.
Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. WINSTON CHURCHILL
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marzo 2021
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on è certo una visione nostalgica quella che ci porta a celebrare un traguardo importante per uno dei marchi storici della radiofonia italiana e veronese. Radio Adige, in questo 2021, compie 45 anni e siamo felicissimi di poter soffiare ancora una volta sulle candeline. Non era scontato.
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di Matteo Scolari
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Indice Ridefinire l'impresa femminile 20 8
47 Luigi Bellamoli
In copertina 45 ANNI DI RADIO ADIGE
Erik Righetti L'INTERVISTA AL MOTION DESIGNER DELL'ANNO
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LA MUSICA, L'AMORE E LA BANDA DI GREZZANA
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Premio Radio Adige I VINCITORI E I FINALISTI
Daniela Cavallo RIPARTIRE CON IL MARKETING TERRITORIALE
18 Questi sono i Veronesi
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50 Tanti auguri papà!
UN BILANCIO DEMOGRAFICO
Redazione e Collaboratori
DIRETTORE RESPONSABILE: MATTEO SCOLARI - CURATORE EDITORIALE: SAMANTHA DE BORTOLI REDAZIONE: MATTEO SCOLARI, GIORGIA PRETI, ALESSANDRO BONFANTE, SAMANTHA DE BORTOLI, CAMILLA FACCINI HANNO COLLABORATO AL NUMERO DI MARZO: SARA AVESANI, MARTA BICEGO, VALENTINA CERIANI, ERIKA FUNARI, ALICE MARTINI, ANNALISA MAZZOLARI, MARCO MENINI, ERIKA PRANDI, NICOLE SCEVAROLI, ALESSANDRA SCOLARI, INGRID SOMMACAMPAGNA, TOMMASO STANIZZI, MARCO ZANONI PROGETTO GRAFICO ED EDITORIALE: DAVIDE PERETTI, SAMANTHA DE BORTOLI PROGETTO GRAFICO ED EDITORIALE DELLO SPECIALE SPORT: GIACOMO GOTTARDI, CAMILLA FACCINI SOCIETÀ EDITRICE: INFOVAL S.R.L. - MAIL: REDAZIONE@VERONANETWORK.IT - WEB: WWW.VERONANETWORK.IT FACEBOOK E TWITTER: @PANTHEONVERONA - INSTAGRAM: PANTHEONMAGAZINE
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Cos'è succe 1
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CANTIERI FILOBUS: TROVATA UNA BOMBA INESPLOSA Nei primi giorni di febbraio nei cantieri per il filobus, in via Città di Nimes, è stata trovata una bomba inesplosa, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, di circa 227 chili.
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REAL GREZZANALUGO, IL GIOVANE SIMONE SIGNORINI ALL’HELLAS VERONA
Simone Signorini, attaccante classe 2006, dei giovanissimi regionali, è diventato parte della rosa dei giovani dell’Hellas Verona. A comunicarlo la squadra di Grezzana con un post su facebook il 5 febbraio.
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PORTA NUOVA RISPLENDE GRAZIE ALL’INTERVENTO DI RESTAURO
Si è concluso il 3 febbraio il restauro di Porta Nuova: la principale porta d’ingresso della città è tornata a risplendere, dopo 20 anni dall’ultimo lavoro realizzato per ripulirne i paramenti ed eliminare le erbacce.
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DAMIANO TOMMASI “AMBASSADOR PER L’ETICA DIGITALE”
In occasione del Safer Internet Day, il 9 febbraio, Damiano Tommasi affianca la no profit “Social Warning - Movimento Etico Digitale”, fondata nel 2018 dal 25enne Social Media coach Davide Dal Maso.
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CONSEGNATE AL PAPÀ DEL GNOCO LE CHIAVI DELLA CITTÀ
GOVERNO, DRAGHI È PREMIER
IN ARENA L’ANTENNA RADIO DI GUGLIELMO MARCONI
Il 12 febbraio le maschere del carnevale veronese guidate dal Papà del Gnoco hanno incontrato il sindaco Federico Sboarina davanti a palazzo Barbieri, per la consegna delle chiavi della città.
Il 13 febbraio si è tenuta la cerimonia d'insediamento del nuovo Governo al Colle e il passaggio della campanella tra il Premier uscente Giuseppe Conte e Mario Draghi, nuovo Premier.
In occasione della Giornata internazionale della Radio, il 13 febbraio, il Museo della Radio di Verona ha installato in Arena l'antenna originale di Marconi, riconosciuta dalla figlia Elettra nel 2018.
8 SAN VALENTINO, FOLLA IN CENTRO A VERONA Complice il bel tempo, e il weekend dedicato agli innamorati, sabato 14 febbraio si sono riversate lungo le vie del centro di Verona migliaia di persone.
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ULTRAOTTANTENNI IN FILA ROBERTA GIRELLI PRESIDENTE PER IL VACCINO A VERONA PER L’IMPRENDITORIA E PROVINCIA FEMMINILE Vaccino Covid a Verona e provincia: lunedì 15 febbraio è partita per i cittadini ultraottantenni, a partire da quelli nati nel 1941, la campagna vaccinale contro il Coronavirus.
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Il 17 febbraio Roberta Girelli è stata riconfermata alla presidenza del Comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio scaligera.
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Un cuore storico, una mente digital di Redazione Era l’ottobre del 1976 quando a Verona, nel grande fermento rappresentato dalla nascita delle prime radio private, prendeva vita Radio Adige. Per quarant’anni l’azienda radiofonica della famiglia Grigolini ha rappresentato un punto di riferimento per milioni di veronesi che alla storica emittente scaligera hanno sempre riconosciuto professionalità, competenza e grande attaccamento. Il 1° luglio del 2017 lo stop alle trasmissioni. Quando tutto sembrava perduto, Finval, Finanziaria Valpantena Lessinia, presieduta dall’imprenditore Germano Zanini, ha voluto salvare quello che ancora oggi è un patrimonio per un’intera città. Dal 1° gennaio 2018 il marchio è passato nelle mani del Gruppo Verona Network, di cui Finval è socia, rilanciando con una veste nuova il brand. Il 28 ottobre 2018, nell’elegante sede di Villa Brasavola de Massa, l’incontro pubblico tra la storica proprietà e il nuovo gruppo editoriale e la foto tra i tre direttori della radio. L’ingegner Gianfranco De Muri, per 27 anni al timone di Radio Adige, e Giangaetano Battocchio, direttore dal 2011 al 2017, hanno
Roberto Puliero, voce indimenticabile di Radio Adige
effettuato un passaggio di consegne con Matteo Scolari. «È stata una bellissima avventura, una parte importante della mia vita lavorativa, intensa e bellissima, – dichiarò in quell’occasione Gianfranco De Muri - che ha dato delle belle soddisfazioni perché Radio Adige era diventata sul serio la radio della città e per quasi tutta la sua vita è stata la prima emittente e la più ascoltata raggiungendo altissimi indici di ascolto, specialmente in occasione di programmi come le radiocronache di Roberto Puliero».
«Ho avuto un bravo maestro (rivolgendosi a De Muri, ndr). Insieme abbiamo fatto la storia di una radio che ci ha permesso di vivere la città in tutti i suoi aspetti. – spiegò due anni fa, in quell’occasione - Siamo stati amati dai veronesi, ma quello di cui vado più orgoglioso è che tutte le persone che hanno collaborato per noi in tutti questi anni, hanno sempre manifestato un grande amore per l’azienda e merito di questo va sicuramente alla proprietà».
Presente fin dall’inizio in quell’ottobre di 45 anni fa anche Giangaetano Battocchio, che iniziò come responsabile tecnico per poi occuparsi della parte commerciale e, come dicevamo, della direzione dal 2011.
«Abbiamo sempre lavorato con un certo stile. – concluse Battocchio – Fin dall’inizio eravamo partiti con uno stile aziendale e anche nella messa in onda ci siamo sempre contraddistinti per questa prerogativa».
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∙ LOREM IPSUM ∙ Guarda il video
Da sinistra: Giangaetano Battocchio e Gianfranco De Muri, ex direttori di Radio Adige, e Matteo Scolari, neodirettore
Dopo l’acquisizione del marchio nel dicembre del 2017 da parte della società Finval, Radio Adige è tornata in pista sul canale 640 del digitale terrestre, per offrire ai veronesi, ma non solo (come vedremo presto), un palinsesto fresco, innovativo e composito, grazie a una redazione giovane e smart: quella dell’associazione Verona Network, una realtà attiva dal 2015 sul territorio di Verona e provincia che mira a proiettare l’informazione nell’era digitale comunicando in modo veloce ed immediato a tutti i propri utenti. Nasce così il connubio tra gli strumenti a disposizione del team giornalistico proprio per rispondere a queste esigenze: il quotidiano digitale, multimediale e gratuito
Daily, che approfondisce i fatti di cronaca, economia, sport e spettacoli di ambito locale, pur dando anche uno spazio, seppur ridotto, a una selezione delle principali notizie nazionali; il giornale mensile Pantheon, che dal 2008 raccoglie e racconta le storie di persone e luoghi di rilevanza identitaria e culturale del panorama veronese, e infine, appunto, Radio Adige TV, la storica emittente che oggi informa i cittadini con nuove edizioni, ogni ora, di giornali radio, due appuntamenti fissi, mezzogiorno e sera, con i telegiornali locali e tanti altri format dedicati all’approfondimento, all’intrattenimento, allo sport e alla musica, in continua evoluzione. Radio Adige TV, visibile non solo sul canale 640 del digitale terrestre,
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ma anche sul sito radioadige.it e sull’App omonima da fruire sugli altri dispositivi mobile, vuole far compagnia ai cittadini abbracciando proprio queste due direttrici: l’informazione e il divertimento. Ecco che allora, nelle diverse fasce orarie, propone un palinsesto strutturato: per l’informazione, gli appuntamenti più importanti della mattina sono in programma alle 7.45, alle 8.15 e alle 12.45, insieme alla giornalista Giorgia Preti, che affronta il “tema del giorno” intervistando autorità ed esperti sugli argomenti d’attualità più dibattuti del momento; per l’intrattenimento, due divertenti ore, dalle 10 alle 12, con il deejay Alain Marchetti e i suoi ospiti, spaziando dalla cucina agli spettacoli, dal cinema agli hobby.
∙ IN COPERTINA ∙ Nel tardo pomeriggio, alle 18, il direttore Matteo Scolari conduce Verona Live, la trasmissione che apre una finestra sulla scena scaligera per tirare le fila del tema del giorno, grazie agli interventi di ospiti di rilievo; alle 19, in onda l’edizione serale del telegiornale locale, presentato dal giornalista Alessandro Bonfante. Tra i format ideati per rallegrare il pubblico, donando anche un po’ di leggerezza, da dicembre a metà febbraio, Radio Adige ha intrattenuto in prima serata con una sfida musicale per artisti, emergenti e professionisti: Smart Music, che ha portato all’elezione del vincitore del Premio Radio Adige, il rapper Max Fogli. Prossimamente l’emittente trasmetterà nuovi contenuti vivaci e curiosi, per coinvolgere sempre di più gli spettatori da casa e dare loro la parola.
Germano Zanini, amministratore delegato di Verona Network Siamo orgogliosi di poter guidare Radio Adige TV640, con un gruppo incredibile di persone appassionate, emittente da sempre nel cuore dei veronesi. È iniziato nei mesi scorsi un importante percorso che ha portato Radio Adige anche in radiovisione sul canale 640: si tratta della prima radiovisione di Verona. Oggi il segnale è visibile in tutto il Veneto e parte dell'Emilia-Romagna, raggiungendo quotidianamente oltre 5 milioni di persone. Anche nel futuro il nostro impegno sarà costante per essere al fianco dei tantissimi ascoltatori con del sano intrattenimento, un’informazione di qualità e tanta buona musica. Per essere all’altezza dei fondatori, nei prossimi mesi ci saranno delle grandi novità che renderanno il nostro radioascoltatore ancora più protagonista con la possibilità di condividere le proprie esperienze, idee e suggerimenti ogni ora della giornata. Il nostro sentito grazie a tutti gli ascoltatori, sponsor, collaboratori e a tutte le persone che da 45 anni hanno Radio Adige TV640 nel cuore. Con la forza che ci date sarà un piacere essere di fianco a voi, ogni giorno.
Matteo Scolari, direttore responsabile Il 2021 sarà l’anno della radiovisione. Dopo il 2017, anno in cui abbiamo rilevato il marchio con grande sensibilità, perché stavamo acquisendo un brand con tantissimi anni di storia e conosciutissimo a Verona, abbiamo deciso di procedere a piccoli passi, nel tentativo di mantenere una tradizione, legata al marchio Radio Adige, ma allo stesso tempo dandone una nuova connotazione, rinnovata e, soprattutto, integrata con tutti i canali multimediali, per guardare a un futuro legato anche al digitale. Per arrivare a una definizione di questi obiettivi ci sono voluti quattro anni, dal 2017 al 2021. Ora, però, ci riteniamo pronti, davvero, per dare un rilancio serio, importante e strutturato a Radio Adige, partendo dalla radiovisione, che deve essere il mezzo per raggiungere tutte le persone con un’offerta sia d’intrattenimento musicale, sia d’informazione giornalistica. C’è bisogno anche di leggerezza, in questo momento di pandemia: Radio Adige potrebbe essere lo strumento utile e necessario per accompagnare, 24 ore al giorno, le persone, i veronesi, stando loro vicini e dando la giusta informazione.
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www.radioadige.com T: 045 8650746 11
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Max Fogli vince
il premio Radio Adige «È un ritorno alle emozioni dei bambini»
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’11 febbraio Max Fogli si è aggiudicato il titolo di vincitore assoluto per la prima edizione del Premio Radio Adige TV: un riconoscimento non solo alla sua bravura artistica ma al seguito di persone, amici, seguaci consolidati e nuovi che hanno ascoltato e sostenuto la sua musica. Abbiamo conosciuto la storia di Max in una delle primissime puntate della trasmissione serale Smart Music, ascoltando il singolo 4-4-2 e guardando il video tratto dall’album omonimo. Così, abbiamo sfogliato insieme a voi le pagine di una carriera che non tocca solamente l’ambito rap musicale, ma abbraccia la grande passione per il calcio dell’artista, che, infatti, è anche opinionista e cronista sportivo. Per il numero di Pantheon di marzo, il neovincitore ci ha rilasciato un’intervista esclusiva, per raccontare ai lettori la genesi del suo percorso, le sensazioni vissute il giorno del trionfo e quelle che ora lo motivano e fanno guardare lui al futuro con entusiasmo e speranza.
di Annalisa Mazzolari
Max, abbiamo avuto il piacere di conoscerla in occasione della trasmissione Smart Music a dicembre: un’occasione in cui ha ricordato ai presentatori Annalisa Mazzolari e Alain Marchetti i suoi progetti musicali e i piani per il futuro. Da dove ha cominciato il suo percorso musicale? Sono un cantante rap: negli ultimi vent’anni ho cercato di dare forma a un’identità musicale precisa, tramite assidue ricerche che contribuissero alla mia evoluzione stilistica. Mi sono esibito in quasi tutta Italia, da Nord a Sud, in ogni tipo di locale, da quelli più “patinati” a quelli più “umili”; non ne faccio una vergogna bensì un vanto, perché l’esibizione in quest’ultimi mi ha formato musicalmente e mi ha permesso di creare anche i rapporti umani ed artistici più solidi. Negli ultimi anni ho focalizzato l’attenzione sulla produzione di canzoni prettamente calcistiche, peculiarità che mi ha consentito poi di intraprendere una “carriera” come opinionista sportivo nelle emittenti locali. Qual è stata la spinta che le ha fatto capire che voleva affermarsi come cantante? Il mondo della comunicazione mi
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ha sempre affascinato. La scrittura, in special modo, ha rivestito un ruolo fondamentale e gratificante durante il mio percorso scolastico: è stata proprio la scrittura che mi ha permesso di esprimermi al meglio quando, in seguito, mi sono dedicato alla musica. Musica per me significa comunicare. Cosa ha provato non appena le è stato conferito il Premio Radio Adige e come si sente oggi? Non avrei mai pensato di arrivare, su 62 artisti partecipanti alla trasmissione Smart Music tra i primi otto classificati. Tantomeno avrei immaginato di vincere questa edizione: è stato come tornare alle emozioni che si provano quando
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INTERVISTA SMART MUSIC
Il sodalizio tra Radio Adige e Max Fogli prospetta un 2021 da protagonista per il cantante: un anno di promozione musicale sul canale 640, interviste esclusive, l’inserimento nella compilation di Radio Adige TV e tante altre occasioni
MAX VINCE IL PREMIO RADIO ADIGE per far provare al pubblico emozioni dello stesso calibro di quelle provate durante la finalissima del Premio. «Voglio farvi ridere e divertire, con la stessa leggerezza e spensieratezza di quando si è bambini» l’obiettivo di Max.
si è bambini. Sono un cantante solista, ma grazie all’appoggio di una energica squadra di collaboratori, amici, e specialmente della mia compagna Sonia, che fa da promoter, manager e mi appoggia in tutte le attività, ho potuto sentire lo stesso affetto e unione che percepiscono le band consolidate. Oggi sono ancora emozionato: è un periodo veramente fortunato e prolifico per me, nonostante la pandemia che purtroppo ha ridimensionato il mondo della musica e dello spettacolo in generale. In questi giorni diverse testate giornalistiche mi hanno contattato per un’intervista, e devo dire che tutto ciò mi lusinga. Il premio Radio Adige TV mi sta dando molta visibilità. Vuole dedicare questo successo a qualcuno in particolare? Devo ringraziare Alex Mari e Marcello Pizzamano per il supporto tecnico e l’affetto che mi hanno riservato; ma anche un caloroso grazie a tutti gli altri miei collaboratori, ai tecnici e agli artisti che si sono occupati della parte strumentale. Questa vittoria è un po’ anche loro. L’ultimo e più importante grazie, come anticipavo prima, va a Sonia, la mia fidanzata: il mio giudice più severo e la mia spalla. Chissà che questa vittoria sia di buon auspicio e che porti a sugellare ufficialmente il nostro amore. Ora a cosa sta lavorando? Quali sono i progetti che ha in serbo per il futuro? Sto lavorando a nuovi brani e ne ho altri già pronti per essere editati. Conto di concludere il mio album “Golden Goal” entro la fine dell’anno, disco che comprenderà esclusivamente canzoni di natura (o con richiami) calcistici, ma oltre a questo progetto ne ho in cantiere anche un altro, molto differente e a tratti cantautorale, realizzato con musicisti, dove tenterò di esprimere “il mio io” e raccontare la mia storia: speriamo di portare a termine tutto nei tempi prefissati.
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I premi PREMIO DREAM – PURPLE BUMPS I vincitori della categoria Dream, dedicata a coloro che stanno muovendo i primi passi nel panorama musicale, sono i giovanissimi Purple Bumps, band veronese che ha positivamente sorpreso la giuria di Verona Network grazie alla loro unione, sintonia e bravura con una cover di Fuori dall’hype dei Pinguini Tattici Nucleari. Giacomo, uno tra i membri più “adulti”, di soli quattordici anni, si è fatto portavoce della band dei mitici cinque Purple: «Non ci aspettavamo di arrivare così avanti con le selezioni; non pensavamo di passare ma siamo qui, ed è grandioso».
PREMIO FUTURE – UNITED WAYS Giungono al podio come artisti emergenti nella categoria Future Matteo Poletti e Alessandro Zanoni, il duo United Ways. «È stata una esperienza fantastica e siamo davvero contenti di aver raggiunto questo risultato» hanno commentato i due artisti. Il loro brano Quasi Alla Fine unisce in modo unico una voce carezzevole e un testo emozionante: un mix che colpisce dritto al cuore e che li ha portati non solo alla vittoria del Premio Future, assegnato dalla giuria tecnica, ma anche il terzo posto nella classifica data dai voti del pubblico nei social.
PREMIO PROFESSIONAL – SARA FORTINI Sara Fortini è l’artista che ha ricevuto il riconoscimento come artista Professional, una professionista, appunto, che ha presentato un lavoro originale, ben curato in ogni dettaglio tanto da arrivare con spontaneità immediata ed estrema eleganza alle orecchie dei giudici di Verona Network. Con la sua There’s No Love, canzone d’esordio per la sua carriera solista, ha incantato tutti gli ascoltatori, aggiudicandosi il premio di categoria. «Partecipare a Smart Music è stato davvero emozionante e bellissimo; certamente non mi aspettavo di arrivare fin qua e sono grata di tutto questo enorme appoggio».
COMPILATION Radio Adige lancerà in primavera una compilation, in formato cd ma anche una small version digitale, che racchiude 20 brani scelti dalla nostra direzione artistica, grazie al grande supporto editoriale e artistico di Gianni Drudi. All’interno produzioni di Gianni Drudi, tra
cui la versione di Fiky Fiky di Dj Osso, Mix Reggaeton di Bobby Solo, dei vincitori di Smart Music e di molti altri artisti del panorama veronese e italiano. In esclusiva, anche un progetto del dj Alain Marchetti e uno della cantante Annalisa Mazzolari, in arte Joan Quille.
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I finalisti
ROOMMATES
«Il cuore del gruppo è di tipo acustico, ma a questo uniamo la potenza della batteria dando forma a un sound deciso e graffiante. Così ha preso forma compiuta a quello che è il nostro progetto esprimendoci in tutte le nostre sfaccettature». Il brano portato a Smart Music è “Pride”, dedicato al vizio della superbia: lo stesso che ha macchiato Lucifero e che, probabilmente, accomuna tutti coloro che si votano all’arte: «”La Superba” è il soprannome identificativo di Genova, la città che ci ha fatti incontrare. È quindi una sorta di tributo, di canzone celebrativa verso questa città che adoriamo».
«La nostra musica ha delle sonorità forti e decise in stile hard rock-punk. Abbiamo avviato il nostro percorso artistico esclusivamente in inglese ma poi ci siamo resi conto che la lingua creava troppa distanza col nostro pubblico così abbiamo integrato con testi in italiano: i nostri album sono un mix vincente di inediti in entrambe le lingue». Il brano proposto da La Trappola di Dalian a Smart Music è “Rumore”.
LA TRAPPOLA DI DALIAN
NAIMA
«Sono cresciuta circondata dalla musica, è sempre stata parte di me e della mia famiglia visto che mio padre è un musicista. Crescendo ho maturato una grinta tutta mia e ho voluto evidenziare questo cambiamento anche nel nome d’arte che è l’anagramma di anima. La mia formazione musicale ha spaziato dalla musica leggera al blues fino al jazz. Il mercato italiano però chiede di essere orecchiabili e vendibili così ho mitigato la mia personalità con degli arrangiamenti elettronici». Il brano portato dalla cantante a Smart Music si intitola “Mi vorresti qui”.
«Il mio nome d’arte deriva dal mio nome all’anagrafe, Carmelo. Un mio amico, giocando con la sonorità delle vocali, ha coniato anni fa questo soprannome che mi porto dietro con affetto. Il mio stile ha subito modificazioni nel corso del tempo, si è evoluto insieme a me. Momento centrale è stato un viaggio in America Latina: lì è avvenuta la mia svolta artistica dopo aver scoperto le sonorità calde del latino e del reggaeton». La canzone portata da Melumè a Smart Music è “Mi vida”.
FILIPPO PERBELLINI
MELUMÈ
Classe 1990 è veronese doc. I suoi progetti vedono la luce nella città scaligera e viaggiano in giro per il mondo: «L’ultimo disco è stato registrato a Los Angeles, un’esperienza pazzesca. Posso contare su un team d’eccezione, primo tra tutti il mio produttore Tommy Vicari, colui che ha scoperto Prince.Il mio nuovo album “Almost Midnight” e il brano presentato a Smart Music è la prima traccia, “Goodbye so Long”». «Devo ringraziare il team instancabile che mi ha supportato, il progetto è frutto di tanti anni di lavoro e importanti collaborazioni, tra cui quella con le coriste di Michael Jackson e Stevie Wonder. Nasco col soul nell’anima, sono innamorato della parte vintage dell’RnB e cerco di ricreare queste sonorità nei miei pezzi». 15
articolo pubbliredazionale
ICI CALDAIE UNA VERONESE PER LA STRATEGIA EUROPEA SULL’IDROGENO
Ici Caldaie nasce 63 anni fa a Verona, come azienda manifatturiera per la produzione di caldaie in acciaio ad alto contenuto d’acqua. Nel corso degli anni abbraccia il mercato delle caldaie industriali, trasformandolo nel core business aziendale.
«Ciò che ci distingue dai competitor – racconta Hanes Drezza, direttore commerciale Europa per ICI Caldaie – è il nostro essere interamente focalizzati su questo ambito, mentre per gli altri il ramo industriale è una piccola parte di un catalogo ben più ampio. Questo ci ha portati, negli anni, ad essere leader assoluti in Italia e ai primi posti a livello europeo». Una specializzazione che nel corso degli anni porta anche ad una grande innovazione interna, con tutte le energie concentrate in un unico settore. Nel corso degli anni Ici ha ampliato la gamma prodotti con
sistemi di contabilizzazione volti alla riduzione dei consumi, ha sviluppato software e hardware per il controllo remoto dei sistemi di generazione calore e ha portato avanti progetti specifici per l’efficienza energetica. «Negli ultimi tempo abbiamo investito sempre di più nell’assistenza al cliente, trasformandoci da fornitori di una tecnologia a fornitori di servizi. Oggi seguiamo il cliente sia nella parte di progettazione, in modo che l’impianto sia adeguato e raggiunga le massime performance, sia nell’assistenza post vendita. Anche i nostri generatori sono cambia-
ti: hanno un’elettronica diversa che è in grado di auto-apprendere, di suggerire modifiche per continuare ad avere il massimo rendimento. Monitoriamo gli impianti da remoto per aiutare il cliente a fare gli interventi necessari quando la macchina lo richiede e utilizziamo tantissimo la tecnologia 4.0. vogliamo essere un partner che gestisce per conto del cliente la centrale in modo che lui possa concentrarsi sul suo settore produttivo».
CONTATTI: Tel. 045 873 8511 Via Giovanni Pascoli, 38 37059, Campagnola - VR www.icicaldaie.com
Il futuro, in materia, guarda all’idrogeno, un settore che negli ultimi mesi ha avuto un’accelerazione fortissima. «Noi siamo in quest’ambito da vent’anni - rivela Drezza - . Nel 2000 abbiamo avviato un primo studio per la realizzazione di un co-generatore alimentato ad idrogeno. L’impianto, trasformando il metano in idrogeno, era in grado di alimentare celle a combustibile e ottenere energia elettrica e calore ad uso residenziale, al posto della più classica caldaia. Questo ci ha dato grandissima visibilità nel settore, anche a livello mondiale».
ad estenderne l’uso in sostituzione dei combustibili fossili e a decarbonizzarne la produzione. In concomitanza con la strategia UE, prenderà il via anche l’European Hydrogen Alliance, Un’iniziativa che raggruppa i CEO delle aziende europee impegnate nello sviluppo di soluzioni con l’idrogeno riunendoli in tavole rotonde settoriali.
Una grande spinta verso questa transizione arriva anche dall’Unione Europea che la scorsa estate ha presentato ufficialmente la sua strategia sull’idrogeno: il piano, al centro del Green Deal europeo, mira
«Il nostro CEO, l’ingegner Alberto Zerbinato, è all’interno del progetto - racconta Drezza - per quanto concerne le applicazioni residenziali dell’idrogeno e siamo felici di farne parte grazie alle nostre competenze.
In Italia siamo stati invitati al tavolo del MISE dove si stanno mettendo a punto i progetti IPCEI per l’implementazione di progetti con l’idrogeno, e l’iniziativa dovrebbe proporre idee per l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Stiamo inoltre lavorando con ENEA come possibili fornitori del progetto Hydrogen Valley e abbiamo all’attivo diversi progetti finanziati dalla comunità europea con il programma Horizon 2020. Stiamo studiando sistemi per utilizzare le energie rinnovabili, dal fotovoltaico all’idroelettrico, nella produzione di idrogeno: è questa la prossima evoluzione del settore»
∙ PRIMO PIANO ∙
L’evoluzione e le conferme nella popolazione di Verona nell’anno della pandemia, segnato dal lutto per numerosi concittadini, ma anche dalla confermata attrattività della città scaligera.
È
solo un’influenza, forse un po’ più contagiosa. Lo dicevamo – e lo speravamo – un anno fa, mentre il “nuovo coronavirus” contagiava l’Europa e iniziava a cambiare le nostre vite. Da allora abbiamo capito che le conseguenze di questa epidemia vanno ben oltre quelle delle influenze stagionali. Il dato dei decessi fra i residenti del Comune di Verona lo conferma: nel 2020 sono stati 3’651, in aumento del 26 per cento rispetto alla media degli ultimi dieci anni (2.734). Fra i dati elaborati dall’Ufficio statistica del Comune di Verona, aggiornati al 31 dicembre 2020, emerge anche un aspetto meno prevedibile. Mentre la popolazione residente resta pressoché invariata, nonostante la pandemia il saldo migratorio risulta positivo: 7.500 nuovi iscritti all’anagrafe a fronte di 6’828 persone che hanno lasciato la città. Due terzi dei nuovi veronesi sono italiani, un terzo stranieri. «I primi numeri che balzano
di lessandro Bonfante
Questi sono i veronesi
all'occhio sono quelli dei decessi, che a Verona come nelle altre città sono aumentati in modo importante» ha commentato il sindaco Federico Sboarina. «Ci sono però anche dati positivi, che assumono ancora più valore contestualizzati al periodo storico che stiamo vivendo. Mi riferisco al saldo migratorio che rimane positivo, in controtendenza rispetto ad altre grandi città italiane, con un numero importante di cittadini che scelgono Verona per venire a vivere, trasferendosi da altri Comuni per lo più del Veneto. Ciò conferma la capacità attrattiva della nostra città». Altra conferma è il primato in Veneto come città più popolosa, con 258'688 residenti. A fronte di un’età media di 47,1 anni, le circoscrizioni più giovani
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sono la Quarta e la Quinta (zona sud e sud-ovest), con un’alta incidenza di bambini, e quindi di giovani famiglie. La più “anziana” è la Seconda, con Avesa che alza la media, mentre la Prima è “ringiovanita” da Veronetta. «Siamo in linea con i dati nazionali», commenta l’assessore ai Servizi demografici Stefano Bianchini, che registra: «Ci si sposa sempre di meno: i matrimoni quest’anno sono 500, cioè 280 in meno rispetto al 2019. C’è stato il Covid, ma siamo al minimo storico per i matrimoni in chiesa, che sono un terzo di quelli civili. Che si facciano meno figli, non lo scopriamo oggi». Per quanto riguarda la popolazione straniera, il dato di Verona è di quasi 15 ogni 100 residenti. La prima nazione di provenienza è la Romania, mentre
∙ PRIMO PIANO ∙
spicca al secondo posto, rispetto al resto del Veneto, lo Sri Lanka. Seguono poi Moldova, Nigeria e Cina. L’incidenza degli stranieri a Verona è inferiore ai primi comuni della Provincia (dati Cestim di inizio 2020): Nogarole Rocca (23,2%), San Bonifacio (18,9%), Palù (18,5%), Sorgà (16,8%) e Nogara (16,4%). «Nelle nascite straniere si sta dimostrando una propensione nel dare nomi italiani, che è un passo avanti nell’integrazione per la nostra città» commenta l’assessore Bianchini.
Le interviste a Mattino Verona e Buongiorno Verona su Radio Adige TV 640 sulla situazione demografica di Verona: L'ASSESSORE STEFANO BIANCHINI
IL PRESIDENTE DELLA PRIMA CIRCOSCRIZIONE GIULIANO OCCHIPINTI
L'assessore ai servizi demografici Stefano Bianchini xxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx
Il sindaco di Verona Federico Sboarina
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∙ STORIE DI PERSONE ∙
L'impresa femminile sensibilità e visione di Camilla Faccini
I
l 12 dicembre del 2019 nasce il gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria, con la volontà precisa di affermare le capacità femminili nel fare impresa. Alla guida del gruppo c’è la veronese Vincenza Frasca, da trent’anni attiva nell’azienda di famiglia, la Salus srl, ricoprendo il ruolo di responsabile amministrazione, finanza e controllo. Il primo lockdown nazionale sarebbe scattato poco dopo ma le soddisfazioni, in più di un anno di attività, sono arrivate ugualmente.
Il primo passo del gruppo è stata la creazione di un ciclo di webinar gratuiti sull’educazione finanziaria. «Inutile dire che la donna ha poco accesso al credito se non è formata in materia, per avere un rapporto con le banche, conoscere il proprio rating e leggere il proprio estratto conto commenta Frasca -. Solo formandosi si acquisisce potere di contrattare». Il mondo dell’imprenditoria femminile segna oggi il 15% dell’occupazione nel privato, con oltre 1,3 milioni di imprese all’attivo, tante e diverse fra loro. Anche per questo motivo allo
Vincenza Frasca
studio del gruppo c’è un nuovo pacchetto formativo ad hoc, possibile grazie ai fondi stanziati dall’Unione Europea per l’imprenditoria femminile. «Ad oggi si parla di 40 milioni di euro, ma ne arriveranno molti di più. Come gruppo facciamo parte del “Comitato Impresa Donna”, un tavolo del MISE che ha lo scopo di disegnare le linee guida e formulare raccomandazioni per l’utilizzo dei fondi». Proprio in fase di discussione al tavolo è emerso un problema non indifferente, ovvero la mancanza di una definizione univoca a livello europeo di imprenditoria femminile. Ad oggi in Italia, con la legge 215 del 1992, vengono riconosciute come imprese femminili le società cooperative e le società Il gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria
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di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne, le società di capitali dove almeno i 2/3 delle quote sono detenute da donne e nelle quali l’organo di amministrazione ne è composto per almeno i 2/3, le imprese individuali gestite da donne e le lavoratrici autonome, incluse le libere professioniste. Nel resto degli stati membri? «In Italia, ad esempio, non consideriamo nella definizioni di impresa femminile il numero di dipendenti donne; se questo fosse un requisito valido a livello europeo, rischieremmo di portare a casa meno fondi. Per questo serve delineare e definire in maniera esatta cosa sia l’impresa femminile e ci attiveremo per farlo anche attraverso un’interrogazione parlamentare europea». Una volontà ferma che nasce dalla consapevolezza di essere nel momento favorevole ad un possibile cambio di paradigma. «In 50 anni abbiamo fatto passi da gigante, basti solo pensare che negli anni ’70 vigeva ancora il delitto d’onore. Siamo ancora lontani dalla parità di genere, ma questa è un’evoluzione civica e sociale che deve partire dall’educazione, quella scolastica in primis. Prima ancora, dobbiamo riuscire a conciliare famiglia e lavoro, un traguardo ancora troppo lontano».
Questa la prerogativa per garantire un combattimento ad armi pari: la madre deve avere la possibilità di appoggiarsi a strutture e avere dei sostegni economici per crescere i figli, senza dover rinunciare alla carriera o al lavoro. «Non sottovalutiamo ciò che una donna può portare sul posto di lavoro, in termini di sensibilità e di visione. Uomo e donna vedono le cose diversamente ed è il lavoro di squadra la soluzione vincente, che oggi ancora manca. Finché non raggiungeremo questa parità culturale forse le quote rosa hanno senso di esistere».
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Il ragazzo di Lugo: Massimo Bertagnoli si racconta Massimo Bertagnoli, attaccante classe ’99 del Chievo Verona, ha firmato il primo gol da professionista in Serie B nei primi giorni del 2021 contro il Cremona. Una grande emozione per il calciatore, nato calcisticamente nelle giovanili del Real GrezzanaLugo e poi cresciuto in tutta la trafila del vivaio clivense. Una soddisfazione frutto di duro lavoro, costanza e sacrifici.
di lice Martini Quando è iniziato il tuo primo approccio con il calcio? Ho iniziato a giocare a calcio già a sei anni nel campetto con gli amici, attività che affiancavo anche al Judo e al Basket, entrambi praticati per circa un anno. Inizialmente il calcio non mi faceva impazzire ma poi, preso dall’entusiasmo di stare con gli amici, ho deciso di iscrivermi alla squadra del mio paese, Lugo, nella squadra che oggi è il Real Grezzanalugo. Li ho trascorso tre anni e poi al terzo anno ho fatto tre provini per il Chievo. Mi ricordo che con me c’era Emanuel Vignato, che ora è al Bologna, l’unico che poi è riuscito a fare un percorso importante. L’anno successivo mi hanno preso e da lì ho cominciato la mia carriera al Chievo, dall’età di 9 anni.
Come si è sviluppato il percorso della tua carriera? Con il Chievo sono partito proprio dall’inizio, con la mia classe’99. È stato importante anche a livello familiare, perché comunque era un bell’impegno anche per i miei genitori accompagnarmi alle partite. Mi ritengo fortunato per come siano riusciti a gestire la cosa. C’erano anche altri due ragazzi di Lugo che sono stati scelti dal Chievo, quindi le nostre famiglie si aiutavano a vicenda. Ho percorso tutta la trafila tra giovanissimi Regionali e Nazionali, poi Allievi e Primavera. Al terzo anno sono stato anche capitano, proprio perché ero il più “anziano”, una grande responsabilità. L’anno successivo 22
sono stato confermato in prima squadra e lì ho capito che tutto il mio percorso, e il lavoro che avevo fatto, mi avevano fruttato quel risultato meritato. Ovviamente l’emozione è stata tanta comunque. Cosa c’è dietro l’arrivare in prima squadra? Ci sono stati tanti sacrifici in questi anni, perché volevo ottenere buoni risultati anche a scuola. Conciliare questi due impegni non è stato facile, soprattutto perché mi spostavo da Lugo, quindi le distanze erano importanti. Il mio obiettivo, e quello della mia famiglia, era fare in modo di concludere bene il percorso scolastico e allenarmi con costanza tutti i giorni.
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Quando ti sei reso conto che il tuo percorso ti avrebbe condotto al mondo dei professionisti? Ho fatto molti progressi l’ultimo anno di Primavera, ero insomma consapevole di poter arrivare. Poi il Chievo è retrocesso e a quel punto è stato più “facile” raggiungere l’obiettivo. In tutti questi anni ho rinunciato a tante cose, anche banalmente alle feste del sabato sera. Però sto facendo ciò che mi piace, è un lavoro su sé stessi, perciò questi sacrifici sono necessari. Sono molto attento ai dettagli, soprattutto quelli che riguardano il mio fisico.
Massimo Bertagnoli Foto Boldrini Chievo
Qual è stata l’emozione dei primi gol nei professionisti? Ho iniziato lo scorso anno con la prima squadra del Chievo in Serie B. Solo due anni prima ero in tribuna e invece a quel punto ero io a giocare sul campo. Ho fatto altre presenze, sempre in crescita, ed è arrivato anche il gol, che è il coronamento di un percorso. È stata una grande soddisfazione per me e per la mia famiglia, infatti, l’ho voluto dedicare a loro. Poi è arrivato anche il gol al Bentegodi: io lo volevo tanto. Come state vivendo questo periodo di emergenza sanitaria? Noi siamo fortunati perché siamo controllati. Certo che tutte queste precauzioni sono sempre un peso e una preoccupazione, soprattutto se qualcuno di noi fosse positivo. Fortunatamente nessuno negli ultimi tre mesi è stato contagiato. Certo, l’anno è particolare, e giocare senza pubblico non dà l’emozione che si prova di solito. Dove ti immagini tra dieci anni? Per ora ho obiettivi di settimane e di mesi, però spero di migliorare giorno per giorno, di crescere, di conoscere nuove qualità di me stesso. Dovunque sarò, spero di essermelo meritato, tramite il mio lavoro.
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SUCCESSIONE: perché farla dal notaio? Quello della successione è sempre un tema di grande attualità e di estrema delicatezza. Perché rivolgersi al notaio? È bene sapere che il notaio, prima di predisporre la successione, effettua tutte le verifiche presso i competenti uffici per controllare non solo l'esistenza di eventuali vincoli o gravami sui beni da trasferire, ma anche la loro esatta identificazione catastale così come si fa per le compravendite. Il notaio non si limita, quindi a "stampare e copiare la visura catastale", ma effettua controlli approfonditi per accertare che nei vari passaggi precedenti non siano stati dimenticati beni o che quest’ultimi non siano stati identificati correttamente.
Inoltre il notaio, informato dagli eredi che alla successione seguirà una donazione, una divisione, una cessione quota, una vendita… nel predisporre i valori della dichiarazione terrà conto dei successivi atti e del loro contenuto. In altri termini, il notaio ha in mano l'intera filiera della dichiarazione di successione, ben sapendo quello che deve fare prima e quello che deve fare dopo l'adempimento fiscale della presentazione della successione. È quindi il professionista più competente ad esperto in materia in tema proprio di successioni. Pertanto è opportuno rivolgersi al notaio quando è deceduta una
persona per avere una completa panoramica sotto tutti i punti di vista di adempimenti e attività da espletarsi, anche allo scopo di avere una corretta tassazione non solo della successione, ma anche degli atti successivi che gli eredi sono intenzionati a porre in essere.
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articolo pubbliredazionale
SPAZIO VISIBILE QUANDO LE IMMAGINI CONTANO PIÙ DELLE PAROLE Pubblicità dinamica e innovativa, una comunicazione itinerante e capillare sempre più spinta anche sul digitale. Tutto questo è Spazio Visibile, agenzia e concessionaria pubblicitaria nata nel 2015 a Verona e diventata in pochi anni leader nazionale del settore.
«Abbiamo spazi e camion vela di proprietà - racconta il titolare Daniele Marin - ma svolgiamo anche un’azione di pianificazione comunicativa per i nostri clienti, studiando, a seconda delle diverse esigenze, le uscite e la programmazione delle pubblicità». Una consulenza che è alla base di una comunicazione efficace e Spazio Visibile non ha rivali nella diffusione locale e nella qualità dell’offerta, alzando lo standard
ben oltre i livelli locali. «Ciò che vogliamo far capire agli imprenditori locali - specifica Marin - è la qualità che da noi possono trovare: non solo la consulenza e i nostri mezzi, ma anche mezzi di terzi che integrati alla nostra offerta danno il massimo del risultato e della visibilità. A Verona abbiamo grandi clienti nella GDO che con noi promuovono i loro punti vendita in tutta Italia». Il 2020 ha portato per Spazio Vi-
sibile la necessità di sviluppare e investire sempre più nel digitale, integrando all’offerta in esterno anche una distribuzione indoor. «Abbiamo installato diversi totem digitali a Verona e Affi, nelle vie del passeggio e dello shopping. Si tratta di totem con schermo 75”, ultra HD, telecamera e microfono integrato e touch screen. Abbiamo anche dato il via ad un servizio di targetizzazione digitale dei clienti tramite l’invio di voucher promozionali digitali. Questo garantisce completezza alla nostra offerta, permettendoci di passare da una distribuzione outdoor ad una indoor. È un offerta polivalente, che si adatta sia alle grandi catene nazionali ma anche, in maniera più contenuta, alle più piccole realtà locali». Dietro i totem digitali un grande progetto, che vede insieme Spazio Visibile, Confesercenti Verona e il comune di Verona. “Verona digitale” è un servizio che vuole rivolgersi principalmente ai turisti, anche in vista delle ripresa degli spostamenti. I totem installati non sono infatti esclusivamente pubblicitari ma totem di servizio che diventeranno veri e propri info point e grazie all’interazione con lo smartphone sarà possibile fruire di
contenuti esclusivi: tour dei musei, servizio di acquisto per biglietti del treno e informazioni sulle attrazioni locali. Core business dell’azienda rimane la comunicazione itinerante, con un offerta unica in Italia per le dimensioni dei camion vela. «Li abbiamo chiamati “Big Sale” - racconta Marin -, sono maxi vele di 6 metri di larghezza per 8 di altezza. Anche in questo campo abbiamo fatto diversi investimenti nell’ultimo periodo: andremo ad implementare il parco mezzi da 2 a 5 e le nuove vele, su richiesta di alcuni grandi clienti,
nasceranno con motrice elettrica». Oltre alle vele l’offerta è ampia e variegata: affissioni pubblicitarie, allestimenti, maxi affissioni, street advertising e insegne luminose. Il cliente è seguito passo dopo passo nella realizzazione del progetto da eseguire: dall’ideazione alla raccolta delle informazioni necessarie a testarne l’efficacia, passando per uno studio minuzioso dei dettagli. Questo grazie anche al personale altamente qualificato e di grande esperienza, capace di rispondere alle esigenze dei clienti con grande rapidità.
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∙ STORIE DI PERSONE ∙
Erik Righetti, scala successo con la fant di Giorgia Preti
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ell’era di internet e delle connessioni diffuse esistono “tutorial” per qualsiasi cosa: dal montaggio video all’uso dei software più complessi, chiunque può dilettarsi online per imparare le basi di un processo creativo. In pochi, però, possono dire di aver costruito una carriera di successo da autodidatti in tempi non sospetti, quando YouTube non era ancora l’enorme piattaforma che conosciamo oggi. Tra questi c’è Erik Righetti, motion designer classe 1985, veronese di nascita, ma nomade per scelta, che da Borgo Santa Croce ha viaggiato per l’Europa sull’onda di un successo che lo ha portato a ricevere una candidatura per i Creative Arts Emmy Awards 2020, gli Oscar delle Serie Tv, per la miglior sigla e, successivamente, e a vincere il premio “Cittadino dell’anno” di Verona lo scorso gennaio. Una tappa incredibile frutto di un viaggio iniziato un po’ per caso: «Ho fatto il liceo linguistico al Maffei, poi ho studiato pittura in un’accademia di Belle Arti e poi ho cominciato a fare da solo alcune animazioni,
perché non esistevano scuole di animazione al tempo - ha raccontato Erik -. Ho iniziato a lavorare per uno studio che mi ha preso nonostante non avessi nessuna competenza, ma si fidavano di me. Una ragazza mi ha insegnato a usare il programma che uso tuttora in cinque giorni e dopo un anno, nel 2009, è arrivata la crisi e allora ho iniziato a fare il freelance e a viaggiare. Una volta scoperto che potevo mettere in movimento le immagini, non mi è mai passata la voglia di farlo».
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Da Madrid a Zurigo, da Berlino e ancora Verona, fino ad arrivare a Barcellona: «I lavori sono entrati un po’ a caso all’inizio: c’era l’amico che aveva bisogno di un’animazione da proiettare, poi un altro mio caro amico mi ha chiesto di fargli una pubblicità per la sua ditta e quel video ha girato talmente tanto in internet, che mi hanno chiamato alcuni studi di Zurigo e da lì ho cominciato a lavorare a diversi progetti». Un viaggio pieno e gratificante, che da lì in poi non si
∙ STORIE DI PERSONE ∙
are il tasia
è mai arrestato e, anzi, è proseguito con lavori sempre più importanti commissionati da marchi prestigiosi come Adidas e Google, fino ad arrivare all’attenzione di Apple TV+: «Un giorno mi ha chiamato questo studio da Los Angeles, che non conoscevo assolutamente, perché avevano visto il video che avevo fatto per il Tocatì. Mi hanno commissionato la sigla di una serie Tv, il “The Morning Show”. Ho scoperto solo in un secondo momento di cosa si trattava: la prima serie di Apple TV+. Dopo un po’ mi hanno scritto dicendomi che avrebbero mandato la sigla agli Emmy ed è stata nominata. Alla fine non ha vinto niente, ma è stata comunque una bella soddisfazione».
Erik Righetti
Da lì, il passo per la nomination e il riconoscimento come “Cittadino dell’anno” di Verona è stato breve, anche se non indolore, come ci ha confessato Erik: «Mi sono un po’ vergognato. (ride, ndr) In quanto artisti siamo degli egocentrici, ma non ci piace far vedere la nostra faccia in giro».
programmi: io odiavo stare davanti al computer all’inizio, ma quando hai la conoscenza del mezzo puoi modificarlo secondo le tue velleità. Tutti usano Photoshop, ma qualcuno emerge perché lo usa in modo diverso, più personale. È importante anche lavorare in gruppo e con chi è più bravo di te…e divertirsi».
E a chi si avvicina al mondo dell’animazione per la prima volta, il consiglio di Erik è chiaro: «Bisogna imparare a usare i
Ora, nel futuro di Erik, che nel frattempo ha trovato l’amore a Quinzano, non c’è un piano prestabilito, ma di sicuro c’è la
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voglia di tornare a viaggiare: «Per me lavorare qua o in Grecia cambia nulla: mi basta un computer e una connessione. Non ho nessun piano, ma mio fratello ha un’agenzia di viaggio: vorrei che potesse ricominciare a far viaggiare la gente e io vorrei essere il primo».
∙ PANTHEON ∙
Città in crisi? Ripartiamo dalla comunità
Crollo del turismo, ma anche «desertificazione delle attività al dettaglio nei centri storici» come rileva uno studio recente di Confcommercio. La pandemia ha messo in luce contraddizioni, mancate strategie, visioni non sempre nitide dello sviluppo dei centri urbani, e non solo. Ne parliamo con l’architetto Daniela Cavallo, docente di Marketing Territoriale all’Università degli Studi di Verona.
di Matteo Scolari
U
n processo di desertificazione commerciale. È questo quello che emerge da una recente indagine dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla “Demografia d’impresa delle città italiane”. Tra il 2012 e il 2020, nel Belpaese sono sparite oltre 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e quasi 14mila imprese di commercio ambulante (-14,8%). Nel comune di Verona, calano le attività commerciali al dettaglio, o di prossimità, sia in centro storico (da 713 a 624) che al di fuori del centro cittadino (da 1.648 a 1.479). Il periodo di emergenza, di stallo e di transizione che stiamo vivendo, non solo dal punto di vista economico, ci impone una riflessione profonda sull’idea di città, ma anche di comunità, che vorremmo nel post Covid-19. Perché, parliamoci chiaro, nulla sarà più come prima.
Professoressa Cavallo, iniziamo dando una definizione di marketing territoriale. È uno strumento a disposizione della comunità, fatta di enti, associazioni, imprese e cittadini, che agisce a medio lungo periodo e serve a innescare dei processi di collaborazione e di partecipazione tra i soggetti coinvolti appena citati. Che caratteristiche deve avere per essere efficace? Deve essere inteso come un approccio conoscitivo e culturale, innovativo e lungimirante, nei confronti del territorio. In ateneo cerco di trasferire ai miei studenti un concetto di marketing territoriale empatico, che abbia delle basi relazionali forti con il territorio stesso. Ricordiamoci che quest’ultimo è abitato da persone, e ce ne siamo dimenticati, e la prima
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fase, quella più importante, per iniziare un processo di cambiamento, è quello della conoscenza e dell’ascolto. È necessario studiare un luogo, con umiltà. Ai miei ragazzi consiglio di approfondire innanzitutto la storia di una città, le sue espressioni artistiche, di individuare i giusti interlocutori e acquisire informazioni “non scritte”. Relazione è una parola chiave in questa sua analisi. Certo, e va di pari passo con la parola cultura, intesa come processo. Negli ultimi anni ci siamo dimenticati del fatto che la cultura non è un prodotto, è un processo umano di interazione con l’ambiente e il contesto circostanti, all’interno dei quali le persone si muovono e interagiscono.
∙ PANTHEON ∙
Prima del Covid ci sono state iniziative per valorizzare il territorio. Cosa vuol dire valorizzare? Dare un valore, che è diverso dal dare un prezzo. Un valore di un luogo è dato dalla somma di relazioni che stanno dentro quello spazio. Solo con questa filosofia la città diventa comunità, in cui si ha bisogno – tornando alla crisi delle attività al dettaglio citata da Confcommercio - del commerciante di prossimità, che si rivolga in primis ai cittadini, non solo al turista. Cosa manca secondo lei? Una visione di città. Il Covid ci ha messo in una condizione di sospensione del giudizio e i nodi stanno venendo al pettine. Tutto quello che in un approccio sporadico, a macchia di leopardo, non aveva una logica d’insieme, si sta rivelando, anche col senno di poi, inefficace. Dobbiamo lavorare tutti insieme per avere una visione del territorio, senza la quale tutto diventa fine a sé stesso. Abbiamo sbagliato qualcosa in questi anni? Non si può pensare solo a mettere dentro turisti. Ripeto, la città è fatta per chi la abita e da chi la abita. Dobbiamo tornare a un tempo che si occupi dei cittadini e delle dinamiche dell’abitare, studiando un piano del commercio, un piano sociale...dobbiamo ritornare a coltivare la terra. Cosa dovremmo fare oltre a quello che ha già citato? I comuni si stanno muovendo alla ricerca di una visione. Si stanno chiedendo cosa fare e come fare.
Non possiamo pensare di ristabilire le condizioni pre-pandemiche. I turisti non torneranno come prima, ci metteranno un po’. Abbiamo costruito città che vivono solamente sul turismo, ora abbiamo una grande occasione per ragionare anche su questo settore, importantissimo, che però non deve essere l’unico a determinare un contesto socio economico. Abbiamo svilito le città secondo lei? Le abbiamo denaturalizzate. Le città sono il luogo dell’abitare, non del divertimento. Quello viene di conseguenza. Il turista viene per indossare gli abiti dell’abitante, se noi togliamo questo particolare, avremo un turismo che sfrutta il luogo e basta. Da dove ripartire? Dalla creatività, intesa come antidoto alla fragilità. Non ci basta più la resilienza. La creatività dell’impresa, ad esempio, è sempre stata la chiave di volta per uscire dalle situazioni difficili. Pensiamo al secondo Dopoguerra e a cosa ha generato il design italiano applicato a un concetto aziendale. Vedo grandi opportunità in questo momento. È il tempo degli imprenditori, ma anche degli amministratori, dei cittadini che hanno una visione e che riescono a guardare lontano creando una strategia, anche nel quotidiano. Cosa possono fare le amministrazioni in questo periodo storico? Amministrare è difficilissimo, perché il territorio ha molte variabili ed è un sistema complesso. Figuriamoci con l’emergenza Covid. Tuttavia, si può partire da una richiesta di
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La docente di Marketing territoriale dell'ateneo scaligero Daniela Cavallo
responsabilità nei confronti del cittadino, il quale, attraverso una presa di coscienza e di consapevolezza del proprio territorio, diventa custode e protagonista attivo. Non è facile. È difficilissimo. Ma è un passaggio obbligato. Dobbiamo creare meccanismi di partecipazione che poi arrivino alla costruzione di una comunità di progetto, perché senza la consapevolezza avremo sempre cittadini scontenti che continueranno a lamentarsi, aspettando che qualcuno faccia al posto loro. L’interesse deve diventare amore, inteso come cura e preservazione. Il progetto di marketing territoriale indica la via.
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Gli sfollati del Mozambico in fuga verso sud di Marco Menini
N
amahaca, nord-est del Mozambico. Un centinaio di chilometri da Cabo Delgado, zona rossa ormai in mano al gruppo jihadista denominato Mashabbab (tradotto “gli Shabaab”, ma non ci sarebbero legami con gli Shabaab della Somalia). Qui c'è la sede dei missionari della Diocesi di Verona, dove vivono e lavorano Don Manuele Modena e Don Francesco Castagna, assieme alle missionarie dello Spirito Santo, tutte africane, subentrate alle suore della Sacra Famiglia che hanno presieduto la missione dal 2011 e fino a dicembre 2020. La situazione è critica. Da anni nel Nord del Paese si registrano attacchi cruenti nei confronti delle comunità locali, con aggressioni e perfino decapitazioni di civili, da parte di gruppi estremisti. Ora però, a partire dalla scorsa primavera, la situazione è in netto peggioramento. Il gruppo si è espanso a macchia d'olio, e agli attacchi ora si aggiunge anche la “conquista” dei villaggi colpiti. E il Governo? Il Governo mozambicano manda l'esercito, purtroppo con numeri troppo esigui per far fronte all'avanzata jihadista. E non accetta l'aiuto dei Paesi esteri, forse per paura di una destabilizzazione degli equilibri politici già tesi tra il partito al comando, la Frelimo, e quello all'opposizione da più di trent'anni,
la Renamo. Risultato, centinaia di migliaia di sfollati in fuga verso sud, a piedi, in barca, o con i pochi mezzi a disposizione. In questa direzione le persone trovano rifugio nelle abitazioni di parenti, amici, o semplicemente di altri civili. A Namahaca, nel distretto di Memba, la Caritas Mozambicana è impegnata con i missionari nella distribuzione di cibo e sementi per stimolarne l'auto-produzione. Tra loro c'è Don Francesco Castagna, prete fidei donum di Illasi, in missione a Namahaca dal 2017. Don Francesco, che aria si respira in questi mesi in Mozambico? C'è una preoccupazione crescente. Chi abita nelle zone vicine a quelle conquistate dal gruppo Mashabbab viaggia verso sud, e deve scendere sempre di più per via dell'avanzata estremista. Noi come missionari ci siamo subito attivati attraverso 30
la Caritas Diocesana per offrire supporto nella distribuzione degli alimenti agli sfollati, e da qualche mese è diventata la nostra attività principale. Come funzionano gli aiuti? Quando le persone arrivano nei vari distretti del Paese, gli amministratori locali ne segnalano i nominativi al Governo, che tramite l'Istituto Nazionale Gestione Emergenze stila le liste di persone che hanno accesso agli aiuti. Il Governo a questo punto inoltra i nominativi ai vari enti, tra cui la Caritas di Nacala, che provvede alla distribuzione di cibo e sementi, diversificata sulla base del territorio in cui si offrono gli aiuti, ma anche supporto psicologico ai bambini e alle famiglie. Gli sfollati hanno accesso a vari generi alimentari, tra cui fagioli e polenta.
∙ STORIE DI PERSONE ∙
Dove trovano rifugio gli sfollati? Queste persone trovano rifugio principalmente da parenti e amici che abitano nelle zone più tranquille. Molte persone della nostra zona negli anni si erano infatti spostate verso nord e verso le zone più produttive del Paese, dove si poteva trovare lavoro nelle miniere di rubino e negli enormi giacimenti di gas della zona di Cabo Delgado. Ora però sono costrette a fuggire. In che condizioni arrivano queste persone? Dipende, c'è chi fugge a livello preventivo e torna a casa, perchè la situazione si fa sempre più drammatica, e chi scappa perchè il villaggio in cui viveva è stato attaccato dagli estremisti. Non è raro sentire la testimonianza di qualcuno a cui hanno bruciato la casa.
Il rischio è poi quello che si creino dei campi profughi nelle zone cittadine... A sud di Cabo Delgado, al confine con il distretto di Memba, ci sono già dei campi profughi. Qui, alla situazione già critica, si somma il rischio sanitario di diffusione del Covid. Fortunatamente molte persone vengono accolte in casa dagli autoctoni delle zone più tranquille, dimostrando un grande spirito di accoglienza. Anche dall'Italia si può fare qualcosa per offrire un aiuto a queste persone? Si può consultare il sito del Centro Missionario Diocesano, in cui si danno indicazioni su come sostenere economicamente la Caritas e la missione Namahaca.
Don Francesco Castagna 31
articolo pubbliredazionale
ACQUE VERONESI: EFFICIENZA, INVESTIMENTI, INNOVAZIONE Fare crescere la propria rete di infrastrutture e ammodernare quella esistente, per ottenere acqua sempre più sicura, controllata, di qualità sempre migliore e preservandola per le generazioni future. E’ l’obiettivo di Acque Veronesi, che sta per chiudere il triennio più importante di sempre sul fronte degli investimenti: 190 milioni di opere programmate nel quadriennio 20/23, la partenza e il completamento di infrastrutture fondamentali per il futuro del territorio e un 2020 chiuso nonostante il covid con 35,6 milioni investiti, oltre 50 euro ad abitante considerando gli utenti serviti dall’acquedotto; un dato superiore alla media nazionale. “L’acqua è il bene più prezioso da rispettare e conservare per le generazioni future attraverso scelte sostenibili, per questo è necessario investire” spiega il presidente Roberto Mantovanelli, ingegnere, 41 anni, che a maggio chiuderà il mandato triennale alla guida del board dell’azienda. Tre anni segnati dall’impegno nel dare risposte concrete alle numerose e complesse sfide che riguardano il settore dell’idrico: l’inquinamento delle falde, i cambiamenti climatici, l’ammodernamento delle reti, la riduzione delle perdite, l’attenzione al sociale per garantire a tutti l’accesso all’acqua.
Presidente, il 2020 è stato l’anno del Covid, ma l’idrico non si è fermato. E Verona e il Veneto appaiono un modello di efficienza. “Acque Veronesi fa parte di un modello pubblico virtuoso, il consorzio Viveracqua, che riunisce dodici società di gestione a capitale interamente pubblico. Società con approccio industriale, sane ed efficienti, che sono in grado di investire, innovare e fare rete, condividendo buone pratiche, strategie a lungo termine e valorizzando le professionalità di alto livello di cui dispongono. Nel triennio 2020-2022 le aziende idriche pubbliche venete hanno oltre un miliardo di euro di investimenti programmati. Numeri che attestano il ruolo di primo piano dei gestori dell’idrico anche in termini di ricadute per il tessuto economico del territorio e l’impegno costante nel realizzare concretamente le opere pianificate. Aziende, come Acque Veronesi, che sono un patrimonio
per tutti i cittadini e al servizio del territorio. Fino al 2018 gli investimenti medi annuali di Acque Veronesi erano di circa 16 milioni di euro, negli ultimi anni il dato è triplicato. Perché? “Le criticità e le richieste che ci arrivano dai sindaci sono molte. Pianificare ascoltando le esigenze dei territori è una necessità, ed è quello che abbiamo fatto con il nuovo piano quadriennale delle opere approvato all’unanimità nel dicembre scorso dai sindaci dei 77 comuni dove gestiamo il servizio integrato e dal Consiglio di Bacino. Un grande sforzo per l’azienda che oggi è in condizione di essere operativa in contem-
Il nuovo depuratore di Isola della Scala, un esempio di tecnologia e innovazione
Roberto Mantovanelli, presidente Acque Veronesi
poranea su tutti i fronti dell’idrico integrato, acquedotto, fognatura e depurazione, grazie ad una solidità organizzativa e finanziaria costruita nel tempo, resa possibile dalla stabilità regolatoria di Arera e da un piano economico finanziario che ha portato anche ad una evoluzione delle tariffe secondo parametri nazionali. Questo ci consente anche di metterci a disposizione per interventi al di fuori del nostro perimetro d’azione, come è accaduto di recente per i cantieri Vaia” Ci spieghi… “Lavorare sulle acque piovane non è esattamente il nostro ‘mestiere’, mi passi il termine, ma come azienda pubblica siamo parte di una filiera istituzionale che deve operare insieme per dare risposte concrete nei tempi più rapidi possibili. Per questo ci siamo messi a disposizione della Regione e dei comuni, per portare avanti in maniera coordinata una serie di attività. Grazie alla credibilità tecnica ed organizzativa di Acque Veronesi, siamo riusciti a portare a Verona cinque milioni di euro dei fondi regionali a supporto dei territori colpiti nel 2018 dalla tempesta Vaia, per realizzare a pochi mesi dalla progettazione opere che vanno a migliorare il collettamento delle acque piovane in aree con pesanti criticità idrauliche. Interventi che non erano a piano” Saranno interventi risolutivi sul fronte allagamenti? “Di fronte ai cambiamenti climati-
ci e ai fenomeni più estremi non si può parlare di interventi risolutivi in senso assoluto, perché il rischio zero non esiste, ma ci sono tante attività che è necessario fare per migliorare i sistemi. Anche per questo con il Comune di Verona e il coordinamento del consiglio di Bacino, abbiamo attivato un tavolo tecnico che ci porterà a breve ad una convenzione per la redazione di uno studio complessivo delle criticità idrauliche del territorio, cosa che a Verona manca dagli anni ’70. Attività di medio-lungo periodo che stiamo affiancando ad interventi di manutenzione da fare nell’immediato”. Le nuove dorsali acquedottistiche risolveranno invece i problemi di inquinamento delle falde in alcuni territori… “La strategia del cambiamento delle fonti di approvvigionamento per risolvere alcune emergenze, come i PFAS in zona rossa o gli inquinanti naturali tra Nogara e Gazzo rappresenta oggi la miglior risposta al problema. La dorsale Belfiore-Lonigo, ormai prossima all’inaugurazione, sarà la prima grande opera a concludersi tra quelle volute dalla Regione per risolvere l’emergenza PFAS. L’acqua arriverà da fonti alternative a quelle inquinate e viaggerà lungo un’interconnessione di 18 chilometri. Ugualmente, a Nogara e Gazzo bypassiamo l’inquinamento naturale delle falde facendo arrivare l’acqua dai nuovi campi pozzi che stiamo realizzando lungo la fascia delle Risorgive. Ed è il primo tassello di
un sistema più complesso di acquedotto della bassa veronese che negli anni a venire collegherà 35 comuni del territorio con portate da mille litri al secondo. Opere di cui finora si era solo fantasticato e che oggi sono inserite nei piani presenti e futuri”. Altri progetti? “Molti e molto importanti quelli che riguardano la depurazione, con la costruzione di nuovi impianti innovativi e tecnologici, necessari per lo sviluppo dei territori. Dopo l’inaugurazione dell’impianto di Isola della Scala, in questi mesi opereremo a Oppeano (Fenilietto), Minerbe e San Giovanni Lupatoto. Investimenti per la realizzazione di nuovi impianti e l’ammodernamento degli esistenti per rendere all’ambiente acqua di sempre migliore qualità”. Infine sarà fondamentale continuare a migliorare anche sul fronte dell’organizzazione, per farci trovare pronti a gestire le sfide del futuro”.
CONTATTI: Call Center: 800 735 300 Segnalazioni guasti e pronto intervento: 800 734 300 www.acqueveronesi.it
∙ STORIE DEL TERRITORIO ∙
l Campone di Marco Zanoni
N
elle meravigliose sale della Musikverein di Vienna il tradizionale concerto di Capodanno si conclude, come da tradizione, sulle note di una nota marcetta che prende il nome di un grande feldmaresciallo austriaco del milleottocento: Josef Radetzky.
Il buon Josef fu uno dei personaggi più influenti di un'epoca in cui le grandi potenze europee, oltre alle nuove che provavano ad emergere (vedi l'Italia), non mancavano di darsele di santa ragione, vuoi per l'onda lunga della Rivoluzione francese, l'ascesa successiva di Napoleone, la Restaurazione, il ritorno al potere nei famosi cento giorni del piccolo corso e i moti rivoluzionari che anche nella nostra Penisola, più tardi, si fecero particolarmente sentire.
Il sindaco di Verona Federico Sboarina
Il 1848 infatti fu uno degli anni topici, con subbugli che si propagarono in ogni angolo del nostro Continente, tanto è vero che ancor oggi si usa dire è successo un quarantotto quando la situazione diventa particolarmente difficile. Radetzky in quel periodo se ne stava a Verona, città assunta da tempo, al ruolo di perno fondamentale per la difesa del lombardo – veneto e del meccanismo difensivo del Quadrato che fino a quel momento si era dimostrato efficace nel respingere le rivolte. C'è da dire che ai veronesi gli austriaci stavano particolarmente antipatici (ancor di più dei francesi), visto le vessazioni continue e l'autorità un po' troppo ferrea che veniva applicata. In città, forte in quel periodo, di circa 6.000 effettivi, il Campone rappresentava la caserma austriaca più importante. Suddivisa in due tronconi, una parte riservata alla fanteria e un'altra alla cavalleria, aveva un'enorme piazza d'armi che permetteva alle truppe agevoli manovre in caso di necessità. Non pochi veronesi ribelli al giogo dell'aquila austriaca trovarono alloggio nelle carceri di quella fortezza e anche negli anni successivi, fino quasi ai giorni nostri, rimase il principale luogo di detenzione cittadino. Ora, a distanza di anni di inutilizzo e di degrado, il Campone sembra pronto per una rivalutazione, nell’ambito del progetto della Variante 29, sotto altre forme rispetto al passato. Resta, per Verona, un luogo impregnato di vite e di storia.
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L'assessore all'urbanistica Ilaria Segala
SPORT
Speciale
I TREND 2021 PER UNO SPORT A PORTATA DI TUTTI
Padel
Boom di campi e praticanti
Cicloturismo Itinerari nel veronese
Allenamento
Sempre più corsi online
a cura di Camilla Faccini
Trekking
I benefici del fare escursioni
PADEL MANIA È BOOM DI CAMPI E PRATICANTI
Cinque anni fa erano solo una cinquantina i campi di Padel in Italia, poi la grande esplosione. Oggi, confermano le statistiche, ce ne sono più di 1700 all’interno di circa 800 strutture, con il trend di crescita più rapido al mondo e in Europa si contano già 8 milioni di giocatori.
Il Padel, nato in Argentina e diffusosi rapidamente in tutto il mondo, è uno sport facile da praticare, con costi di gestione molto ridotti: a metà strada tra il tennis e lo squash, si gioca in coppie, 2 contro 2, con i quattro lati del campo delimitati da pareti che consentono alla pallina di rimbalzare in modo regolare. È uno sport facile da imparare e da praticare, adatto a tutti i livelli di forma fisica, dai principianti fino ai professionisti e non richiede complesse abilità per raggiungere un buon livello. An-
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che il costo è tutt’altro che proibitivo: le racchette (una pala solida e forata tale da renderla più leggera) si possono acquistare a partire da 30€.Per quanto riguarda il noleggio dei campi, non è molto più caro che una partita a calcetto con gli amici e anche per i circoli l’investimento è conveniente: poca manutenzione e spazi piccoli, un terzo di una campo da tennis.
Un fenomeno che non si è arrestato neanche di fronte alla pandemia, ai lunghi mesi in lockdown e alle restrizioni tuttora vigenti. Anzi, Il 2020 ha rappresentato un ulteriore step di crescita, soprattutto per una più omogenea distribuzione geografica. Un vero e proprio fenomeno sociale, tanto da essersi già meritato l’appellativo di tennis del terzo millennio.
CICLOTURISMO NEL VERONESE
ITINERARI A PORTATA DI TUTTI
Tra i settori usciti rafforzati dalla pandemia c’è senza dubbio quello della bicicletta, che sta segnando numeri da record nell’ultimo anno. Una passione che emerge sempre di più, mezzo ideale per fare sport, per assecondare un nuovo paradigma di turismo ma anche un cambio culturale a favore di una mobilità più dolce.
Praticamente tutti possono godere di un’avventura in bici e il nostro territorio, come ci ha raccontato Elisa di Itinera bike, Tour Operator specializzato nei viaggi e nei tour in bicicletta nell’area di Verona e del Nord-est, offre una grande varietà di percorsi e itinerari, adatti anche a chi è alle prime armi.
«Partendo dal centro di Verona - racconta Elisa - si aprono infiniti percorsi e possibilità di itinerario, dai più semplici ai più impegnativi. Si può decidere di pedalare seguendo le acque del fiume Adige attraverso il Parco dell’Adige Sud e la campagna oppure uscire alla scoperta delle vallate veronesi, come la Valpantena o la Valpolicella Classi-
ca, ricoperte di vigneti e uliveti. Per chi preferisce il lago non dimentichiamo che dal centro città il lago di Garda dista solo 30 km e che è possibile tornare in città in treno, per chi è meno allenato. Sempre da Verona è possibile raggiungere il Mincio, visitare Borghetto o salire sulle Torricelle per un itinerario più panoramico. Per i più allenati, la Lessinia offre tantissime possibilità, con percorsi che si inoltrano in un ambiente più montano, tra i grandi prati a pascolo, passando da alcuni caratteristici borghi della montagna veronese come Velo, Bosco Chiesanuova ed Erbezzo». Il connubio Verona-bicicletta offre tante possibilità non solo ai turisti ma anche ai residenti, che possono così scoprire ed esplorare il territorio in modo nuovo. «Per questo ci stiamo impegnando per diventare un punto di riferimento in materia - racconta Elisa -. C’è ancora confusione e tanto da fare, mancano dei pezzi di ciclabile e alcuni percorsi magari consigliati dai comuni portano i ciclisti in mezzo alle statali. L’idea è cercare i percorsi più pedalabili della nostra zona e proporli sempre più spesso anche ai turisti: chissà che questo non muova un po’ di sensibilità in questo settore e di voglia di investire».
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NASCE IL RALLY DEL BARDOLINO IN STRADA IL 12 E 13 MARZO 2021 Nel 2021 i rally nella provincia di Verona vedranno l’aprirsi della stagione agonistica con una novità: il 12 e 13 marzo sarà inaugurata la prima edizione del Rally del Bardolino. Grazie alla positiva esperienza degli ultimi anni che ha visto il Rally Club Bardolino organizzare il Benacus Rally assieme alla Scuderia Car Racing, arrivando ad aggiudicarsi nel 2019 il premio come migliore gara del CRZ per la Zona 3, per gli uomini della scuderia scaligera è arrivato il momento di essere promotori di una propria gara. Un nome scelto per valorizzare il vino Bardolino, un prodotto di altissima qualità riconosciuto a livello interna-
zionale: la gara si svolgerà proprio nel territorio collinare ed in alcuni casi anche attraverso i vitigni che tanto lustro danno alla zona, permettendo così a moltissimi appassionati di conoscere attraverso il rally anche un entroterra carico di storia e bellezze naturali. Il percorso di gara sarà il pezzo forte della manifestazione, grazie a prove speciali come sempre spettacolari ricavate in scenari da cartolina. La gara si articolerà su tre tratti cronometrati da ripetersi per due volte.
località Bran di Caprino Veronese per seguire i protocolli anti COVID-19 previsti dalla federazione sportiva.
ri per la disponibilità e l’aiuto prestato nell’organizzare la manifestazione.
Saranno 8 le prove speciali in programma, previste tutte nella giornata di sabato 13 marzo, con la partenza della prima vettura che avverrà alle 8.45 direttamente dal Parco Assistenza in
Cinque i Comuni coinvolti nell’evento: Bardolino, Cavaion, Caprino Veronese, Ferrara di Monte Baldo e San Zeno di Montagna a cui fin d’ora va il ringraziamento da parte degli organizzato-
Assieme al Rally del Bardolino si correranno anche il Rally Bardolino Historic riservato alle auto storiche ed il Bardolino Classic dedicato alla regolarità sport.
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ALLENAMENTO ONLINE UN NUOVO TREND NEL MONDO DELLO SPORT La pandemia da Coronavirus ha scosso inevitabilmente, oltre al mondo in generale, anche l’industria del fitness. Lo confermano i risultati del sondaggio annuale dell’American College of Sports Medicine (ACSM), uno dei più importanti enti mondiali nello studio del fitness legato alla salute, pubblicati recentemente.
Al vaglio le tendenze nel mondo dello sport per il 2021, rilevate dall’ascolto di oltre 4000 operatori di tutto il mondo, tra personal trainer e professionisti del settore. Si confermano trend già identificati in precedenza, ma emergono anche nuove tendenze dettate dalla pandemia.
Ecco i primi cinque posti della classifica. Il primo posto dell’allenamento online è diretta espressione della necessità di proporre nuove modalità di fruizione dei corsi sportivi dopo la chiusura delle palestre. Ha un grande pregio: le lezioni, in diretta o registrate, sono fruibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Rimangono saldi in classifica i dispositivi elettronici, come fitness tracker, smart watch, sistemi di monitoraggio della frequenza cardiaca e localizzatori GPS: sono stati inseriti nel sondaggio nel 2016 e hanno sempre occupato le prime posizioni. L’allenamento a corpo libero, al terzo posto, è diventato popolare nelle palestre di tutto il mondo nell’ultimo decennio; utilizzando pochissime attrezzature, si rivela un allenamento economico ma ad alta efficacia. Chiudono, al quarto e quinto posto, l’attività all’aperto e l’allenamento ad alta intensità.
Posizione
Fitness trend per il 2021
1
Allenamento online
2
Tecnologia indossabile
3
Allenamento a corpo libero
4
Attività all’aperto
5
HIIT - Allenamento a intervalli ad alta intensità
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TREKKING I BENEFICI DEL FARE ESCURSIONI
Il Trekking negli ultimi anni ha registrato una forte crescita con un numero di persone sempre maggiore che si avvicina a questa attività. L’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Legambiente lo hanno indicato, la scorsa estate, come l’attività più scelta, con il 39% delle preferenze, grazie anche alla riscoperta di un turismo più lento e di prossimità.
Il termine, che deriva dal verbo inglese to trek, fa riferimento a lunghe camminate comprensive di pernottamento. Alla base del trekking vi è certamente la componente naturalistica, diversamente da quanto avviene con l’hiking, dal verbo inglese to hike, che significa camminare. I due termini, spesso usati usati in modo interscambiabile, hanno in realtà una differenza sostanziale: nell’hiking la durata dell’attività è giornaliera, quindi non prevede il pernottamento e spesso ha una componente sportiva maggiore, quindi più impegnativa. I benefici riscontrati nel trekking sono numerosi, sia fisici che mentali. È un’attività che non prevede grande attrezzatura, se non un ottimo paio di scarpe, e difficoltà ed equipaggiamento dipendono molto dal percorso che si decide di affrontare. Le escursioni spesso consentono di visitare luoghi meravigliosi, a stretto contatto con la natura: la sensazione sarà di uscirne rivitalizzati e pieni di energia, nonostante la fatica. Inoltre, il trekking è un’attività che riduce stress e ansia e permette di respirare aria pulita.
Da non sottovalutare anche l’esercizio fisico annesso: tonifica i muscoli di gambe, glutei e addominali, rafforza il sistema di difesa naturale contribuendo ad abbassare i valori di pressione arteriosa, frequenza cardiaca e colesterolo.
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∙ STORIE ∙ LOREM DEL TERRITORIO IPSUM ∙ ∙
Luigi Bellamoli e la musica Un trombettista entrato nella Banda Musicale di Grezzana a 12 anni, svolgendo ruoli importanti per raggiungere gli obiettivi principali dell’Associazione: «la didattica e l’amicizia». Per Luigi «la musica è maestra di vita». Luigi Bellamoli con il flicorno
di lessandra Scolari
L
uigi Bellamoli, classe 1940, nato a Grezzana in località Lastabella, settimo di otto figli, nell’attività agricola di famiglia ha curato giardino e parco di villa Gozzi, diventando esperto in giardinaggio. Nel 1970 fece il concorso agli Istituti Ospedalieri di Verona, con la qualifica di «giardiniere». Racconta Luigi, in pensione dal 1994: «sono stato l’ultimo giardiniere dipendente dell’ospedale». A 12 anni entrò nella Banda Musicale di Grezzana (attiva dal 1923), maestro era Luigi Bighignoli e presidente Pietro Bombieri. Entrambi capirono le abilità (anche manuali) e la passione per la musica di Luigi, affezionato al flicorno soprano. Un forte sodalizio, quello con la Banda, in cui Luigi è stato consigliere, vicepresidente,
presidente e segretario. E anche quando uscì dal direttivo, continuò ad occupare ruoli significativi, affiancato dalla moglie Rosanna (dalle mani e filo d’oro), diventando punto di riferimento per i giovani che si sono alternati in Banda. La vita di Luigi Bellamoli trascorreva tra formazione, lavoro, casa, chiesa e banda. Venne il 1968 con il tragico terremoto del Belice. Si chiesero volontari. Da Grezzana partirono Luigi e Donato Bragantini. Qui conobbe la volontaria Rosanna Braga di Santa Maria in Stelle (1941-2016), che con la sua semplicità e positività, conquistò subito Luigi: il loro fu amore a prima vista. Si sposarono nel 1971. «Rosanna è stata la mia grande guida - sottolinea Luigi - mi ha accompagnato nei miei progetti professionali e in banda. Mi sostenne quando avviammo i figli (Simone e Marian47
na ndr) alla musica. Simone dalla tromba è passato alla musica jazz e swing, costituendo un suo complesso e Marianna dal flauto traverso si è appassionata al musical. Quando nel 1985, con Anna Merzari, pensammo alle Majorettes, Rosanna, al nostro fianco, confezionò tutti i costumi. Quando cessai di lavorare all’ospedale, Simone era pronto: aprimmo l’attività di giardinaggio». In pochi anni Simone, con la moglie Silvia architetto paesaggista, ha creato una moderna impresa di giardinaggio. La vita di Luigi e Rosanna è stata all’insegna della condivisione. Oggi Luigi, senza la sua Rosanna, ritrova la forza di andare avanti nei ricordi, nei fiori, nella Banda cittadina e nelle majorettes, partecipando all’organizzazione dei vari concerti. È rammaricato perché «i nostri tre nipoti non possono usufruire degli insegnamenti di nonna Rosanna».
∙ STORIE DEL TERRITORIO ∙
Ne basta uno (di rifiuto) in meno Nasce dall’amore per l’ambiente, in particolare per la Lessinia, il gruppo di amiche “NeBastaUno”. Insieme trascorrono il tempo a liberare la natura dalle immondizie abbandonate per maleducazione dell’uomo. Perché innescare il cambiamento è possibile, a partire da piccoli gesti concreti
di Marta Bicego
Le ragazze del progetto "NeBastaUno"
I
l cambiamento è (anche) nel piccolo gesto che ognuno di noi può adottare. Per esempio raccogliere quel contenitore di plastica dimenticato lungo il sentiero che si percorre. Una forma d’amore per l’ambiente, e in particolare per la Lessinia, è il sottile filo rosso che unisce sei amiche: le sorelle Anna e Chiara Albertini, Giulia Bertacche, Matilde Romito, Chiara Sleiman, Irene Balassone. Studentesse e lavoratrici tra i 22 e i 23 anni, hanno fondato il gruppo “NeBastaUno”, attivo on line e con un’operatività concreta. Guanti e pinze alla mano, le loro passeggiate sono vere e proprie battute di caccia… ai rifiuti abbandonati nella natura. E c’è da sorprendersi a scoprire quante declinazioni possa avere la maleducazione umana: nella classifica dei “ritrovamenti” si contano cartine di caramelle, pacchetti di sigarette, fazzoletti, bottiglie di plastica e vetro, fascette da elettricista. Non solo, perché nel vasto mare degli scarti non mancano le curiosità: dalla lattina di birra del 1980 a quella della bibita Fresca inventata negli anni
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Sessanta, fino alla bottiglia di una nota aranciata che ha abitato la montagna per una ventina di anni. L’idea, spiega Anna, «è nata la scorsa primavera durante la quarantena, che ho avuto la fortuna di trascorrere nel verde, a Bosco Chiesanuova. Studiando per l’università la comunicazione del territorio è stato come vedere per la prima volta la Lessinia e me ne sono innamorata. Trascorrendo molto tempo all’aperto, però, ho iniziato a notare la sporcizia». Dall’entusiasmo e dalla sintonia del team sono scaturiti un sito internet (nebastauno.it) e pagine social con l’interesse ampliato ad amici prima e a innamorati delle terre alte poi, con un paio di uscite allargate ad altri partecipanti. In progetto c’è pure la realizzazione di una serie web documentaristica alla scoperta di rifugi, caseifici, attività produttive. A causa della pandemia le perlustrazioni ora sono limitate alla città (sulle Torricelle, in zona Arsenale e Castelvecchio, nel parco della funicolare), ma l’obiettivo è tornare in quota in primavera. Perché durante queste escursioni che durano ore, fa eco la sorella Chiara, «ci divertiamo tantissimo. Siamo persone diverse per passioni, mentalità, concretezza. Ognuna di noi dona qualcosa di sé». Il senso dell’iniziativa è in realtà più profondo: «C’è la tendenza a parlare di tematiche ambientali in termini di catastrofi. E la paura blocca – interviene Anna –. Il nostro desiderio è riscoprire paesaggi nuovi, non dare per
scontato ciò che ci circonda. Sporcandoci le mani e mettendoci in gioco in prima persona». È infatti germogliato dalla concretezza il nome del gruppo: «Era il periodo di Greta Thunberg. Partendo per una passeggiata di raccolta immondizie ci siamo chieste quanti sacchi portare. “Ne basta uno”, disse una di noi. Ne abbiamo riempiti cinque, di quelli grandi». La verità è che basta liberare il pianeta di un primo rifiuto per innescare il cambiamento. E magari decidere che, quel rifiuto, non bisogna 49
nemmeno gettarlo a terra, ma portarlo con sé.
∙ PANTHEON ∙
Uno sguardo al futuro con Tea Trends di Samantha De Bortoli
L'INTERVISTA COMPLETA
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Il presidente di Tea Trends Explorers Domenico Fucigna
come tutti sappiamo, quello che pubblichiamo viene profilato continuamente. I percorsi che compiamo ogni giorno, i passaggi da sito a sito ma anche la navigazione, le preferenze all’interno di uno stesso sito sono sempre monitorati e all’occorrenza recuperati.
omenico Fucigna, futurologo e presidente del laboratorio di ricerche predittive sulle tendenze del mercato Tea Trends Explorers, ci ha raccontato quali sono le sensibilità emergenti che via via si sono originate in questi anni, e durante la pandemia, destinate a descrivere l'oggi e il domani di tutti noi.
Parliamo ora dello scenario 2021: Tea Trends ha stilato un decalogo di “valori” che descrivono, da un lato, il presente, poiché nati da contingenze d’oggi (pensiamo agli effetti della pandemia da Covid-19) e dall’altro, appunto, il futuro che verrà: quali sono queste tendenze? Allo stato attuale, ce ne sono alcune più “radicate” rispetto ad altre? Abbiamo individuato dieci ambiti dell’esistenza di una persona, riguardano il desiderio di unicità, il bisogno di appartenenza, relazioni, diversità e spiritualità. Altri driver di rilievo sono le paure, che stanno completamente dominando i comportamenti delle persone. Non mi riferisco solo al timore della pandemia e del Coronavirus, che anzi, stanno per essere superati: penso soprattutto alla paura della povertà, delle conseguenze di questa emergenza sanitaria. Poi c’è anche il bisogno di gioco: la gamification è l’utilizzo delle tecniche e delle dinamiche del gioco in altri ambiti, come quelli del lavoro e dell’apprendimento. Altri trend sono le nuove tecnologie, big data, blockchain e l’immortalità, che vista con gli occhi della scienza riguarda la questione della longevità, pensiamo dunque ai comparti della cosmesi, del farmaco e così via. Ultimo, ma non meno importante, il tema del cambiamento climatico, madre di tutte le tendenze.
Dott. Fucigna, partiamo con una sua presentazione e, in particolare, del lavoro che svolge: cos’è Tea Trends e quanto è importante, in un momento storico come questo, fare delle ricerche sulle sensibilità emergenti? Tea Trends è la società che ho contribuito a fondare ormai vent’anni fa, nel 2001. Ci occupiamo di rilevare le sensibilità emergenti nella popolazione per prevedere l’impatto che poi avranno sulle scelte future, come per esempio sulle decisioni politiche. Il mondo è quello del marketing delle emozioni, che a sua volta è una derivazione del campo delle neuroscienze: l’obiettivo è capire proprio quali emozioni guidano le nostre scelte. Questo ambito assume un’importanza ancora maggiore in un periodo come quello che stiamo attraversando, di emergenza sanitaria, poiché caratterizzato da una forte instabilità. Cosa significa, nel concreto, analizzare le tendenze estetiche e culturali che si stanno sviluppando oggigiorno? Penso per esempio al web: come si fa a riconoscere ed estrapolare i valori che si stanno facendo largo nel caos di input che riceviamo? Non è così complicato come potrebbe sembrare: 50
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∙ IL FIORE DELL'ARTE ∙
Il campanile di San Giorgio in Braida di Erika Prandi
L
a chiesa di San Giorgio in Braida è oggetto, in questi anni, di numerosi interventi di restauro. L’ultimo è stato eseguito sul campanile progettato dall’architetto Michele Sanmicheli che però non ne vide mai la conclusione. Il rifacimento della chiesa fu avviato agli inizi del XVI secolo, probabilmente su progetto di Francesco da Castello quando il complesso era retto dalla congregazione di San Giorgio in Alga, di origine veneziana. L’architetto comasco fu poi sostituito dal veronese Michele Sanmicheli intorno agli anni Quaranta. In città aveva già realizzato le porte Nuova, Palio e San Zeno, oltre ai palazzi Canossa e Bevilacqua. Per San Giorgio progettò la cupola, che vide ultimata, e il campanile, di cui però non si conoscono i disegni: fu portata a termine dal nipote Bernardino Brugnoli senza che il Sanmicheli potesse vederne la conclusione. La base quadrata è di dieci metri per dieci ma, come si può notare, ad una così imponente base non corrisponde un’altezza altrettanto importante risultando tutt’altro che slanciata. Entrando nel campanile ci si imbatte in disegni che ricostruiscono in via ipotetica il progetto originale sovrapposto a quello definitivo. Si nota come quello attuale risulti essere alto circa la metà rispetto a quello ricostruito, dotato di colonne e di aperture che ne alleggeriscono la parte finale, che è sormontata da un piccolo cupolino. Se ora misura circa quaranta metri, il campanile del Sanmicheli poteva arrivare agli ottanta, raggiungendo così la Torre dei Lamberti, la più alta di Verona. Realizzata in pietra, ma con inserti in marmo in alcuni punti, presenta un fregio con metope raffiguranti i quattro simboli della liturgia: il calice, il messale aperto, la croce astile e due ampolle. Al pian terreno, una sala espone, oltre ai disegni del progetto, anche strumenti in legno precedentemente usati per suonare le campane. È qui che nel 1776 nacque il Sistema Veronese, un modo di suonare che consente la rotazione delle campane e viene utilizzato ancora oggi. 52
∙ LOREM IPSUM ∙
∙ PILLOLE DI MAMMA ∙
Tant augur papà! È arrivato marzo, è arrivata la primavera, è arrivato il momento di festeggiare il papà. di Sara vesani
P
resa dalla curiosità sono andata a vedere la definizione di "padre" sul dizionario ed è venuto fuori questo. "Padre / pà·dre/, sostantivo maschile. L'uomo che ha generato, rispetto alla prole e anche all'ambito famigliare". Ecco, lì per lì ci sono rimasta un po' male, perché come definizione mi è sembrata leggermente riduttiva.
porta a provare qualsiasi sport e può raggiungere livelli di tifo inaccettabile dalle panchine di un campionato fra pulcini o al saggio di danza della sua prima ballerina. Segue il papà tecnologico: airpods sempre fisse, sguardo da nerd, risolutore di ogni problema attraverso il magico mondo delle App. Intelligente ma poco intuitivo: per i problemi “fisiologici” dei bimbi le app non servono a niente!
Vorrei iniziare dal papà sportivo: tipo tosto, aitante, competitivo. Dolce con le figlie femmine e hooligans con i figli maschi. Attento all'alimentazione, li
Ci sono poi i papà particolarmente premurosi (ansiosi?): una cosa bella e brutta insieme. Sono comunque rari. Sono quelli che in gravidanza vanno a recuperare le pesche in pieno inverno per soddisfare la tua voglia di frutta fresca. E, sono gli stessi che, presi dalla paura del Covid, porterebbero i lori figli a farsi il tampone ogni giorno. I papà in carriera. Hanno poco tempo e quando ce l'hanno, o si lasciano andare stile Peter Pan e tornano bambini, o sono dei veri e propri generali che educano soldatini per un futuro migliore, quasi fosse la loro missione.
Credo che i padri di oggi ma, molti lo erano già negli anni scorsi, non sono spuntati cosi dal nulla come funghi ma sono cresciuti, nel senso che sono diventati parte integrante della famiglia e sono partecipi al 100% nella crescita ed educazione dei figli, seppur con i loro limiti (argh!). Non si possono e, soprattutto, non si devono attribuire etichette a nessuno, tanto meno ai papà ma, mi perdonerete se, per l'occasione, li raggrupperò in qualche macrocategoria simbolica.
crea davanti agli amici. Attenzione quindi.
Il papà burlone, divertente. Quando hai i figli piccoli è ben voluto da tutte le mamme della zona. Con gli anni però si trasforma in un soggetto da evitare. I figli teenagers non tollerano certe sparate e l'imbarazzo che 54
Dulcis in fundo: i papà "butei", i miei preferiti. Sanno di non essere come la mamma ma fanno del loro meglio. Sono sereni, giocano coi figli e li vestono sempre al contrario e con i calzini spaiati. Alle loro principesse fanno le code di cavallo con più gobbe nella storia di tutta l'umanità. Il mio professore di latino, carissimo prof. Dissegna, mi diceva sempre «in medio stat virtus» e io lo ringrazio ancora.
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Fashion, nel 2021 il trend è lo slow living di Sara Avesani
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a moda del 2021 è un New Deal: è un omaggio alla comodità e alla leggerezza che la pandemia da Coronavirus ha involontariamente messo in evidenza, facendoci riscoprire toni lievi, rilassati, delicati. Un fiorire di colori pastello anche se non mancheranno, per i più dinamici, look sofisticati con abbinamenti eccentrici per dare un messaggio di forza, di vigore e soprattutto di ripresa. Non a caso “le signore del Pantone Color Institute”, come confidato in un'intervista su Vogue di Laurie Pressman, vice presidente del Pantone Color Institute, per individuare il colore del 2021 hanno colto alcuni cambiamenti profondi della società. «Oggi ci interessa più la qualità della quantità. Messe da parte le nostre esistenze frenetiche ci siamo adattati a uno stile di vita più slow, accogliendo quello che è locale rispetto a quello che è globale». Ecco quindi che il classic blue del 2020 lascia spazio a due colori, anziché uno solo: i colori Pantone 2021 sono l'Ultimate Grey e il Giallo Illuminating. Servono
due sfumature per un connubio essenziale, che segni il senso di responsabilità (verso le persone e l'ambiente) rappresentato da questo grigio "chiaro" e il giallo che regala positività, calore, gioia. A circondare la luce e la profondità di questi, sulle passerelle sfilano l'azzurro, il rosa pretty, il glicine e il verde menta. L'idea in più? Abbinare l'outfit a uno scrunchie, accessorio tornato clamorosamente di moda, se scelto con gusto e, rispettando le regole dell'armocromia. Si tratta di classici elastici per capelli, ma in tessuto, tanto in voga negli anni '80 e '90. Può essere indossato sia da chi ha una folta chioma, sia da chi ha capelli più radi perché
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assicura un effetto volumizzante e molto trendy. Si può realizzare facilmente in 10 minuti: basta munirsi di uno scampoletto di stoffa (50x20 cm - è sufficiente anche meno), ago, filo, elastico e una spilla da balia. Non è necessaria la macchina da cucire ma se l'avete, ben venga. A tinta unita, fantasia, a fiori, di velluto, di raso, in vichy... quello che troverete in casa farà al caso vostro. Insomma, scrunchie è l'accessorio must have per acconciature easy e glamour. Se siete curiose e avete voglia di capire come funziona la banca del tessuto per iniziare a cucire i vostri scrunchies, fate un salto in Veronetta, al D-HUB Atelier di Riuso Creativo. Ne vale veramente la pena.
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∙ MODA E DESIGN ∙
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•DOTTOR ZANOTTO•
Laurea in Medicina e Chirurgia
Università Alma Mater Studiorum di Bologna
Specializzazione in Odontostomatologia Università Alma Mater Studiorum di Bologna
Master in Gnatologia Università di Vienna
∙ ANGOLO PET ∙
L’impegno per donare una vita migliore
di Ingrid Sommacampagna
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a mattina dello scorso 7 febbraio sulla A14, tra Pesaro e Cattolica, un grave impatto ha portato via la vita di due volontari impegnati in una lunga “staffetta” verso il nord per dare nuova luce alle vite di animali bisognosi di affetto. Una di loro era Elisabetta Barbieri, molto conosciuta nel mondo animalista: negli anni ha trasportato centinaia di amici a quattro zampe, collaborando attivamente con Enpa e le sue sezioni; insieme a lei c’era Federico Tonin, alla guida: era al suo primo viaggio. Come questi due straordinari volontari, sono molti le donne e gli uomini impegnati nella protezione degli animali e nel contrasto al fenomeno dell’abbandono: ne abbiamo parlato con Romano Giovannoni, presidente della sezione dell'Enpa di Verona dal 2006, consigliere nazionale e coordinatore regionale del Veneto dell'associazione. «Purtroppo il randagismo è un fenomeno diffuso, anche se la situazione è gestita in maniera diversa nel nord e nel sud Italia, dove i cani vengono sterilizzati e poi, spesso, rimessi in libera circolazione. Ci sono addirittura dei punti dotati di piattaforme
di legno, autorizzati dalle Asl, in cui branchi di cani si rifocillano; l'approccio è diverso anche con il sistema delle adozioni e le tempistiche dei controlli sanitari», spiega il presidente. Il compito degli staffettisti, ovvero di coloro che trasportano gli animali randagi ricollocandoli presso famiglie adottive o canili certificati, è molto pericoloso, sia per i lunghi viaggi sia per le minacce ricevute da gruppi malavitosi che sfruttano i cani nei combattimenti. «Conoscevo Elisabetta, l’ho incontrata due anni fa al rifugio di San Severo nel Foggiano: una persona innamorata degli animali, e dopo quello che è successo, a maggior ragione, va fatta chiarezza sulle staffette. Quelle autorizzate,
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con mezzi certificati, devono avere a bordo animali dotati del famoso Modello A, che dichiara la provenienza, la destinazione, libretto sanitario in regola, almeno 60 giorni di vita e microchip. Poi, esistono anche realtà che organizzano staffette illegali: un rischio sia per gli animali sia per le persone, ma fortunatamente, con la pandemia, i numerosi controlli sul territorio hanno bloccato queste situazioni». «L’emergenza sanitaria non solo ha fermato il trasporto incontrollato di animali - conclude Giovannoni - ma anche a creare più consapevolezza fra i cittadini sul tema dell'adozione e sugli appelli di aiuto a distanza: a Verona, infatti, abbiamo registrato 253 adozioni e 232 nuovi ingressi».
Energia agricola a km 0 ForGreen e Coldiretti Veneto hanno creato la prima comunità agroenergetica 100% rinnovabile e a chilometro zero: insieme coltiviamo la cura per la Terra e condividiamo una filiera di energia sostenibile. Dalla produzione consapevole al consumo responsabile.
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∙ L'ANGOLO DEL CINEMA ∙
Diretto e coprodotto da Clint Eastwood nel 2006 Attori principali: Watanabe Ken, Kazunari Ninomiya
GUARDA IL VIDEO
di Samantha De Bortoli TRAMA
in giapponese:
Lettere da Iwo Jima
硫 黄 島 か ら の 手 紙
Clint Eastwood
Il film narra la battaglia di Iwo Jima, avvenuta nell’omonima isola del Giappone durante la Seconda guerra mondiale, dal punto di vista dei soldati giapponesi. Protagonista, oltre al giovane soldato Saigo (inventato), è il generale Tadamichi Kuribayashi, consapevole che le sorti del Giappone, nella guerra, sono ormai segnate. Al centro del film c’è la ricostruzione del piano il generale ideò per contrastare le forze americane: la realizzazione di grotte sotterranee che collegassero più punti di Iwo Jima, consolidando così la sicurezza negli spostamenti e la possibilità di tendere imboscate ai nemici. Protagonista “naturale” è invece il monte Suribachi, campo primario delle operazioni dei giapponesi, a difesa del quale viene posto anche Saigo.
CURIOSITÀ
Ken Watanabe
L’Isola di Iwo Jima ha una superficie di 20 chilometri quadrati; nella parte meridionale si erge il Suribachi, un vulcano spento, che fu al centro delle operazioni militari durante la battaglia. Il nome Iwo Jima in realtà è sbagliato: il vero nome dell’isola è Iō-Shima, che significa "isola dello zolfo" in giapponese. Shima 島significa isola, mentre iō 硫黄vuol dire zolfo. Tuttavia, la pronuncia errata si è diffusa talmente tanto durante la guerra che è stata mantenuta anche in numerosi atlanti.
PUNTEGGIO CRITICA Rotten Tomatoes: 91% Oscar per il miglior montaggio sonoro, Golden Globe come miglior film straniero.
PUNTI DI FORZA Lettere da Iwo Jima fa parte di un dittico: prima di lui uscì anche Flags of our fathers, che narra la battaglia dalla prospettiva americana. Proprio questo è il suo pregio: non c’è supremazia americana, poiché il medesimo fatto storico viene raccontato attraverso gli occhi di entrambe le parti in causa. Per di più, è girato in lingua originale: si chiede allo spettatore lo sforzo di seguire in giapponese, affidandosi ai sottotitoli. Ma perché? Penso che non sarebbe stato un tributo equo se il Giappone avesse dovuto raccontare se stesso in inglese. Da sottolineare poi la scelta dei colori: l’intera pellicola ha una predominanza di toni seppia, quasi a richiamare la polvere vulcanica dell’isola. Infine, il tesoro nascosto: le lettere che i soldati scrivono ai propri cari, mai spedite e ritrovate qualche decennio più tardi. È attraverso memorie vere che Eastwood traduce in immagini il senso del dovere, del sacrificio e l’identità delle forze armate giapponesi.
Buona
∙ L'ANGOLO DEL CINEMA ∙
Fleabag Fleabag è una serie tv britannica che si trova a cavallo di due generi: la commedia e il dramma. Distribuita in Inghilterra da BBC Three e in Italia da Amazon Prime tra il 2016 e il 2019, è divisa in due stagioni.
di Giorgia Preti TRAMA La serie tv racconta le avventure e, soprattutto, le disavventure di Fleabag (che tradotto letteralmente significa “sacco di pulci”): una 33enne londinese con una vita sregolata, ninfomane, apparentemente poco empatica, con una famiglia disastrata e proprietaria di un bar i cui interni sono tematizzati sui porcellini d’india (!). La protagonista, il cui vero nome non verrà mai svelato nel corso delle puntate, è interpretata dalla magnifica Phoebe Waller Bridge, che è anche l’autrice dell’omonimo spettacolo teatrale da cui è stata tratta la serie tv. Nelle 24 puntate da cui è composta questa commedia, lo spettatore impara a conoscere, passo dopo passo. Fleabag: le sue difficoltà nell’affrontare la vita reale e anche la sfortuna, che in qualche modo sembra perseguitarla. Senza parlare poi della cronica mancanza di affetto che cerca di riempire con un gran numero di relazioni occasionali. In realtà scopriremo che gran parte delle disavventure di Fleabag
nascono da un evento tragico che le ha lasciato una ferita aperta.
PREMI e CRITICA Il rating sul sito aggregatore di recensioni, Rotten Tomatoes, l’ha valutata con il 100% del gradimento. Per quanto riguarda i premi, invece, la serie Tv ha ricevuto quattro Emmy Awards come miglior serie commedia, miglior attrice protagonista, miglior regia e miglior sceneggiatura. Fleabag ha vinto inoltre due Golden Globe come miglior serie commedia e miglior attrice protagonista in una serie commedia. CURIOSITÀ Nel corso delle puntate, verrà rotta più volte la cosiddetta “quarta
visione!
parete”: la protagonista, infatti, si troverà spesso a rivolgersi verso la telecamera per parlare e scherzare direttamente con lo spettatore, che diventa così uno “spettatore attivo”. La serie tv, inoltre, come confermato dalla stessa Waller-Bridge, è parzialmente autobiografico e il soprannome “Fleabag” è quello con cui veniva chiamata anche lei. OSSERVAZIONI Questa serie tv, che a un primo approccio può sembrare banale, superficiale, e a tratti quasi volgare, in realtà nasconde sentimenti profondi ed esplora dei concetti specifici come quello di amicizia, di famiglia, di tradimento, di morte, ma anche di riscatto. IL CONSIGLIO “Fleabag” va, tassativamente, guardata in lingua originale (magari con l’aiuto dei sottotitoli!). Molti dei giochi di parole, delle emozioni e delle battute dei protagonisti rendono meglio in inglese, grazie al black humor che le caratterizzano.
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∙ ISPIRAZIONI MUSICALI ∙
«Mai dare per scontato il tempo, nella vita come nella musica»
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di Tommaso Stanizzi
osè Santamaria, cantautore veronese, da tempo calca molti palchi italiani: grazie alla sua capacità di scrittura è sempre riuscito a umanizzare ogni suo lavoro. Lo abbiamo intervistato per conoscere i piani che l’artista ha in mente per il futuro. È da poco uscito il singolo "Occhi Nudi", in cui affronta la tematica della quotidianità persa e data per scontata. Anche nel lavoro del musicista capita di dare alcune cose per scontato? Con il tempo ho imparato a non dare per scontato quanto sia importante divertirsi ed emozionarsi, che le destinazioni sono relative se non ti godi il viaggio, se non lo vivi con presenza nel qui e ora. Fa parte di quello che definiamo come "cantautorato di nuova generazione": cosa c'è di diverso dal classico cantautorato italiano? Oppure sente che ci sia un continuum nel modo di scrivere di questo tempo? Il filo conduttore è la spontaneità e con la quale si racconta il proprio tempo, Faber ai suoi tempi era un anarchico e uno sperimentatore tutt’altro che ordinario, oggi c’è la trap, il pop, l’indie ecc… Quello che importa è dire qualcosa che abbia un’anima.
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∙ ISPIRAZIONI MUSICALI ∙ La cosa che più manca al mondo del live è sicuramente il contatto con il proprio pubblico. Come sta vivendo questo distacco e per il futuro pensa che si ritornerà alle forme classiche di esibizione oppure che qualcosa possa cambiare per sempre? In questo periodo mi reputo fortunato, perché sto scrivendo molte canzoni anche per altri artisti perciò sono immerso in una fase di produzione intensa. Mi auguro che il mondo dei live possa migliorare rispetto a prima, soprattutto per chi propone musica inedita.
Dal "Premio Tenco" a "Sanremo rock", grazie alla sua scrittura, sempre molto apprezzata dalla critica, ha ricevuto numerose candidature. Pensa che tutto questo possa servire alla carriera di un artista? Per quanto mi riguarda servono più che altro a farti conoscere tra gli addetti ai lavori e crescere dal punto di vista dell’approccio al live. Sanremo a parte, infatti per me sono un capitolo chiuso. Non funziona come i con i calciatori che più premi o candidature ricevi più hai valore, puoi vincere anche il Tenco ma poi se le tue canzoni non sono ascoltate e non danno emozioni restano delle masturbazioni musicali fini a sé stesse. In primavera arriva il nuovo disco, può, e vuole, dirci qualcosa in merito alla sua ultima fatica musicale? Sarà un album con colori notturni, sonorità elettroniche e con un flow diverso dai primi due dischi. Parlerò della felicità, di come la cerchiamo fuori dai noi stessi e di quanto ci faccia paura. 63
∙ LE RICETTE ∙
In cucina con Nicole di Nicole Scevaroli
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qualche idea sana (e golosa) per le vostre giornate
Cous cous di cavolfiore con asparagi e speck Un antipasto creativo dai sapori primaverili Ingredienti per 2-3 persone: • mezzo cavolfiore • asparagi verdi, speck a cubetti, cipollotto • olio, sale e pepe
Per non buttare via niente • Il gambo del cavolfiore è perfetto per una vellutata assieme a patate, finocchio e rosmarino. • Potete farcire la crostata con la frutta che avete in casa: mele, fragole, kiwi, arance… • Se non avete gli stampini usate pure uno stampo grande da crostata. • Se avanza dell’impasto realizzate le classiche strisce da sovrapporre alla marmellata.
Lavate ed asciugate il cavolfiore. Eliminate il gambo e le parti più dure. Tritatelo in un mixer ricavando così una specie di cous cous. Sbollentate gli asparagi mantenendoli croccanti, poi tagliateli a tocchettini. In un tegame scaldate un filo d’olio, saltate in padella il cipollotto a rondelle, i cubetti di speck e gli asparagi. Unite il cavolfiore giusto per un paio di minuti, condite con olio, sale e pepe.
Crostatine con pere e nocciole La ricetta della mia frolla infallibile, senza burro e senza uova Ingredienti: • 300g di farina di tipo 1, 75g di fecola • 75g di zucchero a velo • mezza bustina di lievito per dolci vanigliato • 110g di olio girasole, 90g di acqua, un pizzico di sale • 3 pere mature, 2 cucchiai di zucchero • succo di mezzo limone, nocciole per decorare Lavate le pere, tagliatele a tocchetti eliminando il torsolo. Cuocetele in un tegame con due cucchiai di zucchero ed il succo di mezzo limone. Quando saranno appassite, spegnete il fuoco e fate raffreddare. Mescolate farine, zucchero, lievito e sale. Unite olio e acqua. Impastate. Stendete la frolla tra due fogli di carta forno aiutandovi con il mattarello. Ritagliate dei dischi e disponeteli negli stampini. Farcite con la marmellata. Infornate a 180 gradi, forno statico, per 30 minuti. Decorate con le nocciole.
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SUPPLEMENTO N°119 - MARZO 2021 1
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Verona in festa
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Dodi Battaglia
Presenta Il coraggio di vincere su RadioAdige TV Il chitarrista, cantautore e compositore Dodi Battaglia, storico membro dei Pooh, ha lanciato dal 12 febbraio sulle piattaforme digitali il nuovo singolo Il coraggio di vincere, che anticipa l’uscita del primo vero album di inediti dell’artista, in programma per la primavera. Il coraggio di vincere è disponibile in pre-order anche in una speciale edizione in vinile 45 girisul sito www.azzurramusic.it. Sul lato B del vinile, è presente il brano inedito Una storia al presente. «È un brano che mi rappresenta molto – spiega Dodi Battaglia in merito al singolo - Racconta del mio personale approccio alla vita, fatto di grande entusiasmo e del coraggio di rimettermi in gioco ogni volta».
«Il coraggio di vincere libera La paura di perdere E mi arrendo alla mia natura Inarrestabile Perché vinci se impari a vivere Con coraggio, con umiltà Perché trovo per ogni finale Il coraggio di un’altra stagione»
IL SALUTO PER I LETTORI DI PANTHEON
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Ottomarzo. Femminile plurale all’Ipogeo di Santa Maria in stelle: il ruolo delle donne nel mondo antico, tra arte e storia
Quest’anno all’iniziativa del Comune di Verona Ottomarzo. Femminile, plurale l’Ipogeo di Santa Maria in Stelle, in collaborazione con la Biblioteca Naudet, sita all’interno dell’Istituto delle Sorelle della Sacra Famiglia, interverrà con una conferenza dal titolo L’ipogeo di Santa Maria in Stelle e il ruolo delle donne nel mondo antico: tra arte e storia. Ne abbiamo parlato con Claudia Annecchini, coordinatrice Gruppo Volontari Ipogeo e Alberto Savoia, bibliotecario della Biblioteca Naudet. di lice Martini In cosa consiste l’iniziativa che proponete? Aderendo all’iniziativa del Comune di Verona Ottomarzo. Femminile, plurale ci siamo messi in gioco - spiega Claudia Annecchini perché abbiamo pensato: «come può l’Ipogeo di Santa Maria in Stelle, nel suo piccolo, partecipare a un cambiamento di narrazione del femminile?» Così abbiamo colto con entusiasmo l’invito della Biblioteca Naudet a una riflessione comune sugli studi di genere in ambito teologico, biblico e storico artistico. Noi dialoghiamo da anni con docenti e ricercatori, ma da parte di alcune guide era nato l’interesse di favorire la visibilità
anche di studiose e teologhe, voci autorevoli nel panorama culturale italiano. Per noi è una tematica del tutto nuova, ma che sappiamo dev’essere affrontata: anche ICOM, International Council of Museums, la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei, lo scorso anno ha invitato la comunità di professionisti del patrimonio culturale a ragionare su come oggetti, personaggi, storie vengono raccontati e da quale prospettiva, perché il patrimonio materiale e immateriale possa diventare a tutti gli effetti uno strumento di promozione della parità di genere.
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Come si inserisce la figura della donna all’interno del percorso dell’Ipogeo? Se volessimo fare una considerazione sommaria diremmo che questa non si inserisce – afferma Annecchini -. Ad oggi l’ipogeo di Santa Maria in Stelle conta una settantina di personaggi affrescati, più o meno visibili. Di questi, solo tre sono figure femminili: spesso come guide non ci soffermiamo sulla loro descrizione perché la loro identità è ancora poco chiara, non possiamo quindi esaustivamente giustificare la loro presenza e funzionalità all’interno del ciclo di affreschi. Vi sono inoltre delle incisioni epigrafiche che nominano due donne appartenenti a periodi storici diversi: Petronia e Giulia Magiana. Nel corso della conferenza del 6 marzo, che sarà visibile attraverso i nostri canali YouTube e Facebook a partire dalle 10.30, con l’aiuto della relatrice professoressa Roberta Franchi proveremo a concentrarci su questa presenza - assenza.
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Che legame si è creato tra l’Ipoegeo e la Biblioteca Naudet? La Biblioteca Naudet Donne e Fede - sottolinea Alberto Savoia ormai da diversi anni è in stretto contatto con Adriana Valerio, dalla quale recentemente ha ricevuto in dono più di 1500 libri. Quando la professoressa Valerio ha saputo di una collaborazione tra Biblioteca Naudet e Ipogeo, all’inizio solamente logistica, ci ha invitato a progettare un evento con la collega Franchi per ampliare l’analisi storico-artistica dell’Ipogeo, inserendo una lettura di genere. Pensate che la modalità online influisca sulla diffusione dei contenuti? Il lungo periodo di pandemia che stiamo vivendo ha obbligato definitivamente gli istituti culturali ad attivare percorsi online aggiunge Savoia - o si è visibili sul web, oppure si è destinati a scomparire. Ma non bisogna solo fare di necessità virtù: questa “migrazione digitale” è un processo in atto da alcune decine d’anni, che ha prodotto un ecosistema
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Una nuova casa per salutare i nostri cari Onoranze funebri Tacchella ha aperto una struttura all’avanguardia, per offrire a parenti e amici della persona defunta un ambiente sicuro e riservato ove commemorare il proprio caro. www.onoranzefunebritacchella.it tel: 045 907678 / 3346978828 / 3346978810 email: oftacchella1@gmail.com
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complesso e variegato, sia nei mezzi che nelle applicazioni, in grado di integrare e valorizzare anche i media tradizionali. È importante quindi formulare un progetto di comunicazione finalizzato non solo a raggiungere il più elevato numero di persone interessate, ma anche a stimolare nuovi interessi. Quali sono le prossime iniziative in programma? Aspettiamo di vedere come questa iniziativa verrà recepita da parte di guide ipogee, visitatori, interessati all’Ipogeo di Santa Maria in Stelle - chiarisce Annecchini. In futuro, ci piacerebbe organizzare una formazione esperienziale per le guide ipogee, orientata alla pratica: abbiamo bisogno di confrontarci e rispondere assieme a domande che abbiamo cominciato a porci proprio grazie a questa collaborazione con la Biblioteca Naudet: come e perché, nel nostro ruolo di mediatori del patrimonio culturale, dovremmo abbracciare una narrazione di genere durante la visita ipogea? Crediamo che la questione sia delicata e complessa e necessiti di ulteriore consapevolezza.
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Teatro Ristori, gli appuntamenti digital di marzo 11 MARZO ORE 20
BUON COMPLEANNO ASTOR! Uno spettacolo omaggio a Piazzolla in occasione dei 100 anni dalla nascita. Direttore e solista Federico Mondelci, insieme a I Virtuosi Italiani e ai danzatori Margarita Klurfan e Walter Cardozo.
INFERNO DA CAMERA 21 MARZO ORE 17
di Luigi Maio, musicattore musiche di F. Liszt, N. Paganini, G. Puccini, L. Maio
Inferno da Camera è un’opera teatral-musicale per voce e trio (violino, fagotto e pianoforte), in cui la poesia della prima Cantica s’innesta alle melodie di Liszt, Paganini, Puccini e dello stesso Maio, ispirate ai Canti dell’Inferno.
MUSICA, ARTE E RISORGIMENTO:
GIUSEPPE MAZZINI E LA SUA PASSIONE PER LA CHITARRA
28 MARZO ORE 20
con Paolo Bolpagni, Saverio Gabrielli (violino), Leonardo Bernardi (chitarra), musiche di N. Paganini, G. Rossini, M. Giuliani
Uno spettacolo che rappresenta la passione di Giuseppe Mazzini per la musica, come emerge dai suoi scritti. Un amore testimoniato dal breve volume intitolato Filosofia della musica.
CONCERTO DI PASQUA 4 APRILE ORE 17
Musiche Di J. S. Bach, Verona Baroque Consort su strumenti originali, Roberto Loreggian (clavicembalo), Marco Vincenzi (clavicembalo), Guido Barbieri (introduzione all’ascolto)
I tre concerti di Bach per due clavicembali costituiscono un capitolo compatto nella produzione del compositore, e al contempo una sintesi delle diverse stagioni della sua attività.
Foto dal sito www.teatroristori.org
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Luciano Perbellini e le regole dello scatto perfetto Il fotografo Luciano Perbellini racconta l’arte dietro ai suoi scatti e il lavoro preparatorio che si cela dietro di essi in una serie di workshop e ora anche in un talk-show online. di Valentina Ceriani «Nato con la passione della fotografia e la voglia di raccontare ciò che altri non potevano vedere». Si descrive con queste parole Luciano Perbellini, fotografo e docente presso i suoi laboratori. I suoi workshop al Teatro Nuovo (ora passati alla modalità online) hanno registrato il soldout, attirando centinaia di appassionati e non. Infatti, Perbellini non ha voluto lavorare con fotografi professionisti: il target erano i viaggiatori, grazie anche alla collaborazione con la libreria Gulliver e L’angolo dell’Avventure di Verona. Il segreto
del successo dei suoi corsi? I consigli pratici dati agli aspiranti fotografi. «Il 70% della riuscita di una fotografia deriva da come ci si comporta prima dello scatto -, ci spiega Perbellini -. Molti corsi insegnano a scattare e basta, ma vi è tutta una preparazione antecedente al clic. Da come approcci le persone, da come ti avvicini a loro e dal modo in cui ti poni; diventa una sorta di danza. Poi quando si alza la macchinetta fotografica ci sono altre regole altrettanto fondamentali da seguire, ma non si tratta solo di quello».
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Altro grande successo è il suo talk-show in collaborazione con Vecomp Academy, “Una birretta con Alice”: cinque puntate visibili sul canale Youtube di iPicky dedicate al mondo dei viaggi. Quaranta minuti in cui, in compagnia della giornalista Alice Cristiano, Luciano Perbellini racconta le sue esperienze di viaggio e i suoi consigli. Un nuovo modo di raccontare la fotografia che permette anche ai curiosi di conoscere insidie e segreti dello scatto perfetto.
Entrambe le foto di Luciano Perbellini
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Verona Antiquaria celebra le donne Domenica 7 marzo, in occasione della Festa della donna, Verona Antiquaria celebra la ricorrenza con un appuntamento speciale. L’edizione di marzo è, infatti, dedicata alle donne e dà l’opportunità di conoscere alcune figure femminili illustri che sono state protagoniste nella storia della nostra città.
Il Parco Natura Viva riapre il 5 marzo Il Parco Natura Viva è un moderno Parco Zoologico a Bussolengo e un importante centro di tutela per le specie minacciate, che svolge una funzione attiva volta a preservare la biodiversità. Nato da un’idea dell’architetto Alberto Avesani, il fondatore, che ha trasformato negli anni Sessanta una porzione della propria azienda agricola in un’area faunistica, oggi ospita e protegge molte specie animali. La sezione faunistica è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 16, così come la sezione safari, aperta dalle 9.30 alle 15.30. Nel rispetto delle misure di sicurezza previste dal Governo, è obbligatoria la prenotazione online.
Festival della Scienza dal 12 al 21 marzo Associazione Festival della Scienza di Verona, in co-organizzazione con Cooperativa Sociale Galileo Onlus, ha denominato la manifestazione di quest’anno RiEvoluzione: il programma è stato presentato in concomitanza della celebrazione della “Giornata mondiale delle ragazze e delle donne nella scienza”, istituita per l’11 febbraio dalle Nazioni Unite per promuovere la piena ed equa partecipazione delle donne nelle scienze. Quest’anno il festival è un think tank, un serbatoio di idee per stimolare il dialogo e il confronto, divulgando le discipline c.d. STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics) in relazione ai 17 obiettivi ONU di sviluppo sostenibile.
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marzo 2021
S PE T TACO L I & EVE N T I
La Cinematography School nasce dall’intraprendenza di Emanuela Morozzi e Massimiliano Cardia che hanno voluto creare una realtà di studio alternativa alle tradizionali scuole di Cinema attraverso una formazione dinamica in grado di offrire ai giovani attori la possibilità di coltivare il talento e accrescere le proprie capacità.
«Sono Laureata in storia e critica del teatro con il massimo dei voti all’Università Tor Vergata di Roma -si racconta Emanuela Morozzi, cofondatrice della sede veronese di Studio Cinema -. Al termine degli studi ho iniziato una dura gavetta durata diversi anni ma decisiva per la mia formazione personale e professionale». «Dalla mia formazione e dal
manuela Morozzi racconta Studio Cinema di Erika Funari
prezioso incontro con Massimiliano Cardia nasce l’idea di costruire un percorso di formazione artistica dove si potessero incontrare i più grandi nomi del cinema. Così, 10 anni fa, prende forma il progetto di Studio Cinema». La scuola Studio Cinema offre numerosi corsi di recitazione cinematografica, regia, dizione e sceneggiatura, insegnante di questo ultimo corso di formazione è lo sceneggiatore Tommaso Avati, figlio del celebre regista Pupi Avati. Nonostante l’emergenza sanitaria in corso la scuola non si ferma e le
lezioni proseguono in presenza nel rigoroso rispetto delle normative anti-covid. «Ad aprile partirà un nuovo corso dal nome evocativo “Restart” -conclude Emanuela Morozzi-. Gli studenti saranno impegnati due weekend al mese e avranno la preziosa occasione di collaborare con dei grandi nomi del mondo del cinema: l’attrice Sabrina Impacciatore, il regista Ivano De Matteo, il casting director di tutti i film di Ferzan Özpetek Pino Pellegrino e il regista-sceneggiatore Giancarlo Scarchilli».