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il magazine di Verona e Lessinia € 2,50
Anno 6 Numero 8 - ottobre 2013
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Cara Italia
Storie di chi scommette ancora sul nostro Paese
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SIRIA
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CINEMA
L’azienda ha riaperto ma qualche dubbio resta
Parlano due donne che ci hanno vissuto
Tante novità tecno in arrivo per l’autunno
La dura vita delle sale di quartiere
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E di Matteo Scolari
R
DITORIALE “Cosa rimane di un Paese svuotato della sua anima, del suo entusiasmo, della sua vivacità?”
imanere, partire, tornare. Tarli nella mente di tanti giovani ragazzi italiani. Di tanti talenti affannati, delusi, sfiduciati. L’Italia li sta perdendo di vista. Li sta abbandonando. Loro, alcuni di loro, continuano a crederci. Scelgono di restare. Pazzi? Illusi? Incoscienti? Moderni Don Chisciotte? Cosa rimane di un Paese svuotato investono tempo, energie, risorse economiche della sua anima, del suo entusiasmo, della sua (le poche a loro disposizione) per cercare nuove progettualità, nuovi spunti, nuovi stimoli vivacità? proprio qui, in Italia. In questo tempo, contrassegnato da un buio totale dal punto di vista dell’occupazione, stia- Noi siamo dalla loro parte. Con coraggio. mo assistendo alla nascita di moltissime Start Up (un neologismo inglese che indica un’idea Lo sforzo di immaginare un domani diverso, di impresa nella sua fase embrionale). Un fe- forse migliore, va premiato, sostenuto e difeso. nomeno interessante, in espansione a livello mondiale, anche nel Belpaese. Interessante, dicevo, perché l’idea di dar vita a una Start Up, indipendentemente che poi si traduca in un’azienda a tutti gli effetti (sarà il mercato a compiere una selezione naturale), tiene accesi i cervelli, tiene alta l’adrenalina, rafforza l’entusiasmo, crea speranza. Sentiamo parlare sempre più spesso di venture capital, di incubatori, di acceleratori di azienda, tutte realtà pronte a scommettere sul talento giovanile. Ben vengano. E ai tanti “folli”, citando Steve Jobs, che non rinunciano al sogno di un radicale cambiamento è dedicato questo numero di Pantheon. Ragazzi e ragazze che, nonostante abbiano pochi punti di riferimento e ancor meno certezze,
«Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni». Paulo Coelho
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Sommario Il Magazine di Verona e Lessinia Direttore responsabile: Matteo Scolari Capo redattore: Matteo Bellamoli Redazione: Matteo Bellamoli, Loretta Campedelli, Matteo Scolari, Moira Falzi. Hanno collaborato al numero di ottobre 2013: Elisa Andreatta, Jessica Ballarin, Marta Bicego, Giorgia Castagna, Francesca Merli, Arianna Mosele, Davide Motta, Camilla Pisani, Miryam Scandola, Alessandra Scolari, Laura Perina, Giovanna Tondini, Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni.
22 6 PRIMO piano
NATURA Giornata delle fattorie didattiche
C’è chi resta, c’è chi torna C’è ancora qualcuno che rimane in Italia, o vi fa ritorno, per sviluppare idee, progetti o sogni di impresa. C’è chi si inventa un lavoro e vuole farlo conoscere, per dimostrare che si può ancora fare qualcosa in questo nostro Paese.
Il 13 ottobre porte aperte nelle strutture di tutto il Veneto.
ATTUALITÀ L’inverno caldo di San Giorgio
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Il 21 ottobre scade il bando per prendere in gestione gli impianti.
ATTUALITÀ 18 giorni di inferno
Copertina e progetto grafico: Loretta Campedelli
Riaperta la Riva Acciaio a Verona. Ma sarà una soluzione duratura?
Società editrice: InfoVal S.r.l. via Tavigliana 1/A, 37023, Grezzana, (Vr) P.Iva:03755460239 tel. e fax. 045.8650746 mail: redazione@giornalepantheon.it web: www.giornalepantheon.it Facebook/Pantheon
TERRITORIO Illasy Valleys, da sogno a realtà
ANGOLO IN ROSA L’amore malato
Tra la Val d’Illasi e la Valpolicella per la promozione del territorio.
Violenza sulle donne: a Verona le associazioni che la combattono.
Contributi e donazioni per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a: Infoval srl – via Tavigliana, 1/A – 37023 Grezzana (VR)
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ATTUALITÀ Voci dalla Siria Una nazione in bilico raccontata da due donne che vi hanno vissuto.
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NOTIZIE DAL MONDO Una semina tra i ghiacciai
Redazione allegato “Green Energy”: Matteo Bellamoli, Loretta Campedelli
Sviluppo commerciale e pubblicità: Moira Falzi 340 8775197 Fabio Dai Prè 340 0735137
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Un laboratorio fra i ghiacci raccoglie tutti i semi del mondo.
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PERSONE Un’altra prospettiva
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Valentina Bazzani, giornalista, presenta il suo ultimo libro.
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Foto Paolo Tacchella
32 Se di ottobre scroscia e tuona, l'invernata sarà buona
SOCIALE SALUTE Fare rete si può anche nel sociale Stress: quando vero quando no?
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Siamo tutti stressati oppure ci siamo convinti di esserlo?
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SPORT Verona sportiva sugli scudi
VITA DI MONTAGNA Autunno sulla tavola
Campioni, anniversari e appuntamenti per un ottobre a tutto sport.
Castagne e funghi: prelibatezze del piatto d’autunno in Lessinia.
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MUSICA Le favole di Nessy nella musica
HI-TECH #novita_2013 Tutte le novità del mercato tecno di questo autunno. Scopriamole.
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STORIA Una vita per l’arte
POLLICE
VERDE
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SPAZIO
LETTERARIO
Si chiama Stefania Discorsi, ma per tutti è Nessy. Conosciamola.
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CINEMA Un futuro in bianco e nero
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OTTOBRE
EVENTI
La dura vita dei cinema di quartiere. Come sopravvivono?
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TERRITORIO A
SPICCHI
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Liliana Libera Tedeschi: “Vi racconto del giornalismo anni Cinquanta”.
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52 Concorso
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PRIMO PIANO Storie di chi crede ancora nell’Italia
C'è chi resta, c'è chi torna Un anno fa Pantheon pubblicava uno speciale dedicato a tutti i giovani emigrati o emigranti in paesi esteri. Torniamo sull'argomento raccontando storie che dimostrino come qualcuno (pochi), decida controcorrente di restare in Italia o di tornarci, dopo esperienze o proposte di lavoro, quasi sempre positive, all'estero. Sono per lo più giovani, ma non solo, che credono nel nostro Paese un po' eroicamente, cercando di andare oltre i profondi e reali problemi che sconvolgono quotidianamente le nostre vite e il nostro mondo del lavoro.
di Matteo Bellamoli 6
Giornalepantheon ottobre 2013
S
iamo dovuti andare un po' alla ricerca, non senza fatica. Li abbiamo trovati un po' nascosti, ma fieri di raccontarsi. Sono coloro che ancora resistono, che ci provano, che non vogliono mollare. Sono gli “highlanders” dei tempi moderni. Esagerato? Forse. Stiamo parlando dei tanti giovani e meno giovani, che nonostante prospettive concrete di un lavoro sicuro all'estero, o con la possibilità di prendere, come tanti altri, il volo, hanno deciso di restare in Italia per “provarci”. Almeno per provarci. Non sono una categoria ben definita, ma sono accomunati da una spinta, forse un po' autolesionista, di attaccamento a un nome, a un luogo o più indistintamente alle sorti di un intero Paese. Laureati molti, non laureati alcuni, spesso con un'idea da sviluppare e da lanciare, non per forza chiusi dentro i nostri confini. Perché se dobbiamo essere sinceri, va detto anche questo. Credere in una causa, giusta o sbagliata che sia, non vuol dire ignorare tutto quello che vi sta accanto, le altre prospettive, i “piani di recupero”.
Storie di chi crede ancora nell’Italia Le persone che abbiamo incontrato per scrivere queste pagine sono solo la punta dell'iceberg. Sono davvero molti coloro che stanno sviluppando progetti e idee in Italia. Chi volesse segnalare la sua idea o la sua storia alla redazione, può scrivere una mail all'indirizzo redazione@giornalepantheon.it
Un po' tutte le persone che abbiamo incontrato per scrivere questo approfondimento hanno ammesso che se questa loro piccola follia non avrà seguito, sia essa basata su un progetto specifico o più semplicemente dettata solo dalla voglia di restare, non ci saranno barriere a fermarli per qualsiasi altra destinazione. Come a dire: Italia, sei avvertita! Ci
sono ancora dei carbonari che credono nel buono di questa Nazione e sperano di farlo finalmente tornare a galla, ma se anche una volta dimostrate le qualità e le potenzialità, questo “buono” finirà in secondo piano rispetto a tutto il resto, le alternative tricolori al nulla resteranno poche. Pochissime.
PRIMO PIANO Storie di chi crede ancora nell’Italia
Passione incondizionata
L
oro sono due ragazzi di Padova, ma a Verona hanno parecchie amicizie. Si chiamano Filippo Mazzetto e Giulio Longoni, e hanno vissuto assieme a Parigi, per circa due anni, prima come studenti di Ingegneria all'école Central, poi come neolaureati. Hanno avuto esperienze lavorative in Francia, e si sono ritrovati in mano anche proposte professionali a lungo termine che, probabilmente, molti di noi avrebbero accettato ad occhi chiusi. Oggi, però, sono tornanti a casa e stanno completando la realizzazione del loro progetto. Si chiama Trippete e si tratta di un portale online che offre esperienze turistiche, ovvero la possibilità di scegliere, a seconda della zona, tutte le proposte di svago organizzate da associazioni o enti di valorizzazione territoriale. Già, perché questo portale vuole valorizzare le esperienze legate al territorio e alla sua tradizione. Un esempio? Trekking domenicali, cene in malga, passeggiate ed escursioni, eventi culturali, concerti e molto altro sono accessibili da trippete. com con la possibilità di prenotare l'esperienza e di scoprire, come recita il pay off, “un'Italia autentica”. Al di là del progetto stesso, qui il caso sta nella sua incubazione. «Abbiamo
ideato Trippete in Francia» spiega Filippo, «dopo aver visto come i francesi costruissero attrattiva turistica su luoghi o avvenimenti molto meno interessanti dell'enorme patrimonio artistico, culturale e naturale italiano. A quel punto ci siamo chiesti: “perché non creare un portale che metta le persone a conoscenza delle iniziative volte alla valorizzazione di un territorio?”. E così abbiamo fatto, in Italia il materiale non manca. Solo a Padova, in un primo momento, abbiamo stabilito contatti con oltre 300 associazioni, e poi abbiamo iniziato a spostarci anche oltre: Lago di Garda, vicentino, Valtellina. Avevamo delle buone opportunità a Parigi, ma abbiamo preferito tornare in Italia. Sappiamo che abbiamo una strada aperta se questo progetto non dovesse funzionare».
Filippo Mazzetto (secondo da sx) e Giulio Longoni (secondo da dx)
Fantasia made in Italy Forse molti di voi lo avranno intuito. Oltre a mutare l'inglese trip (viaggio), Trippete prende il nome anche dal coniglio di Bambi, Tippete. «Mi ricordava molto l'infanzia» ha ammesso Filippo Mazzetto.
L’home page di Trippete
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Storie di chi crede ancora nell’Italia
Credere nell’agricoltura
A
llontanamento dalla campagna, scomparsa del lavoro rurale e quant'altro. Anche questi sono temi molto attuali dei quali si discute spesso. I più attempati sostengono che i giovani non hanno più voglia di sporcarsi le mani, e forse hanno in parte ragione, ma l'esempio di Andrea Zeminiani, di Mozzecane, Paolo Campostrini, di Sant'Anna d'Alfaedo e Alberto Ferrarese, di San Bonifacio, dimostra il contrario. Laureati in biotecnologie industriali hanno iniziato a sviluppare il loro progetto nel 2009. In un primo momento, la loro idea, oggi sfociata in Bio Soil Expert, prevedeva l'utilizzo di piante e microrganismi per bonificare terreni. Visto che la soluzione funzionava, l'idea ha iniziato a farsi più strutturata, e grazie ad un attento e meticoloso lavoro di laboratorio, i tre sono riusciti a realizzare delle piante la cui radice si estende per diversi metri con una conformazione molto fitta, simile ad una barba. Scopo? Rinforzare i terreni per prevenire frane e smottamenti, semplicemente piantando questi vegetali dalle caratteristiche uniche e... segrete! «Convinti della bontà del progetto abbiamo partecipato a D2T proposto
L’installazione Bio Soil Expert al MuSe di Trento
già ricevuto contatti esteri» conclude Alessandro, «quindi un'apertura oltre i confini è in previsione per il 2014, ma la voglia di far bene in Italia c'è. Questo dovrebbe essere il nostro mercato di forza per permetterci di andare anche fuori», e a quel punto non sarebbe una fuga, ma un'esportazione dell'eccellenza italiana. Paolo Campostrini, Alberto Ferrarese e Andrea Zeminiani
da Trentino Sviluppo», spiega Alberto, ideatore di Bio Soil Expert, «e un po' a sorpresa abbiamo vinto il primo premio, 50mila Euro a fondo perduto. Con la partecipazione a quella manifestazione abbiamo trovato subito dei finanziatori che ci hanno permesso a fine 2011 di aprire la società». Il progetto è estremamente interessante, in linea con tutte le direttive europee in fatto di “green” e “bio”, perché qui è tutto naturale. Ma? «La cultura italiana forse non è pronta per una mentalità così green» sottolinea Alessandro, che continua, «anche se ci sono state date tutte le opportunità per lanciare e sviluppare il progetto». Starà insomma nella sensibilità italiana la responsabilità di far crescere Bio Soil Expert o meno. «Abbiamo
Innovazione vera Il lavoro di Bio Soil Expert è davvero pregevole. Oltre alla bonifica di terreni inquinati e il rafforzamento per prevenire smottamenti e frane, è in progetto anche un nuovo prodotto, BioBed, che sarà presentato dal 6 al 9 novembre alla Fiera Ecomondo di Rimini. Si tratta in questo caso di un prodotto orientato al solo uso agricolo. È infatti uso comune degli agricoltori, lavare le botti utilizzate per l'irrigazione con prodotti fitosanitari e quindi sversare le acque di lavaggio nei terreni, e con esse i componenti chimici. Con BioBed saranno invece create delle vasche dove svuotare queste acque reflue, e dei microrganismi si preoccuperanno dello smaltimento dei prodotti chimici contenuti in queste stesse acque. Per scoprire questa realtà www.biosoilexpert.com
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PRIMO PIANO Storie di chi crede ancora nell’Italia Co Working a San Bonifacio
È il primo spazio co-working della provincia est di Verona. Si trova a San Bonifacio, e si chiama Co Office. Ancora in fase di ultimazione, è già attivo ed è perfetto per tutti i possessori di P.IVA senza un ufficio, per tutte le aziende o liberi professionisti alla ricerca di una scrivania senza spendere una follia. Qui è disponibile anche una piccola sala conferenze con schermo per proiezioni, ed una sala riunioni in cui accogliere con un po' più di privacy clienti, investitori o agenti di commercio. Vale la pena di farci un salto. Per tutte le informazioni Google/Co Office San Bonifacio.
AAA Finanziatori cercasi
N
egli Stati Uniti, i grandi finanziatori definiti “venture capital” (pensiamo a Google, a Microsoft, a Apple, ndr) destinano regolarmente dei capitali per comprare start up di successo, o potenziali, per acquisire il know how e sostenere la crescita dei progetti. Il settore delle idee d'impresa è piuttosto diffuso, e anche in Italia negli ultimi sei/sette mesi sono spuntati diversi nomi di quelli che in gergo si chiamano “Business Angels”, ovvero: i finanziatori. “Start up” oggi è una parola che viene usata molto spesso, sia sui giornali, sia in televisione, e su internet. Quando però chiediamo cosa succede a chi sta veramente prendendo sul serio l'idea di sviluppare un'idea di impresa, la realtà è diversa. Pochi investono davvero e poi anche per gli investitori stranieri l'Italia è un campo minato: non conviene investire in progetti che nascono da e per l'Italia, meglio comperarli o portarli all'estero. Il Belpaese, con il suo sistema finanziario
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Giornalepantheon ottobre 2013
bucherellato e corrotto, spaventa. E chi non si spaventerebbe? Nonostante questo, qualcuno si salva. La maggior parte di questi “Angels”, ovviamente, sono tutte società con base a Milano o comunque nel Nord, anche se c'è qualche eccezione. Tra i nomi spuntano H-Farm (Treviso), che supporta per lo più start up in ambito web e new media; Italian Angels for Grouth (Milano) il più grande gruppo di Business Angel in Italia, e molti altri. A tal proposito è uscito
un interessante articolo sul numero di settembre di Wired, che ne fa una lunghissima lista. Quanti di questi saranno davvero pronti a dirvi: “sì, abbiamo i soldi per te?”
Uncò Magazine A Verona sarebbe “Ancò Magazine” e vuol proprio dire “Oggi Magazine”, solo che l'idea arriva da Padova. “Uncò Mag” è un sito che vuole infondere speranza e idee a chi è alla ricerca di lavoro. Racconta tramite interviste le esperienze di chi, soprattutto giovani, in questo periodo si sono inventati un'occupazione, perché “là fuori”, come direbbe Dolcenera, nessuno ha saputo offrire niente. Questo anche per i tanti padri di famiglia, o comunque over 35 che hanno perso il lavoro perché la loro ditta storica ha chiuso e hanno perso quel piglio di inventiva e “pazzia” per rimettersi sul mercato. Non è mai troppo tardi. Ecco quindi che tra artigiani improvvisati, piccole mercerie, bar un po' “strani”, illustratrici, agricoltori, spunta un mondo di persone che si sono reinventate, che non sono ricche sfondate, ma che hanno trovato un equilibrio, un sorriso, un po' di serenità. Perché, alle volte, basta adattarsi.
Articolo Publiredazionale in collaborazione con Gioielleria de Silvestri
Claudio e Clara de Silvestri con i figli Carlo, Alessandro e Daniele
T
Gioielleria de Silvestri
60 anni di storia ed eleganza
Alessandro de Silvestri
aglia un traguardo importante una delle attività commerciali più eleganti e raffinate di via Roma a Grezzana. Sarà perché si tratta di una gioielleria, sarà perché fu la prima a comparire in vallata, sarà perché la famiglia che decise di avviarla è da sempre fortemente radicata al territorio di Valpantena e Lessinia, fatto sta che questo anniversario suscita un certo fascino. Era il 1 settembre 1953 quando Claudio de Silvestri inaugurò insieme alla moglie Clara l’oreficeria al civico n.82. I coniugi gestivano un negozio d’oreficeria nel loro paese, a Bosco Chiesanuova, già dal 1948. Come racconta la signora Clara «per alcuni anni a Bosco si è lavorato bene, ma in seguito alla mancanza di circa un migliaio di persone che preferirono scendere a valle in cerca di lavoro, ci fu una forte crisi. Consigliati dall’allora segretario comunale di Grezzana, un certo signor Cuoghi, decidemmo di aprire qui un’altra piccola gioielleria dove tuttora mio figlio ne segue la conduzione». «Mia madre mi disse che quando fu l’ora di richiedere le autorizzazioni per aprire il negozio, i funzionari comunali di allora non sapevano come orientarsi vista la richiesta del tutto inusuale» spiega Alessandro de Silvestri, figlio di Clara Leso «Fummo certamente i primi a portare in Valpantena questo tipo di attività e a distanza di ses-
Per le giovani coppie, Gioielleria de Silvestri e l’agenzia viaggi La Lessina nel Mondo offrono il Progetto Sposi, che consiste in uno sconto del 10% sui gioielli, uno sconto sui viaggi di nozze, un cuscino ricamato a mano per le fedi, un cd musicale in omaggio che accompagna i futuri sposi verso il fatidico sì.
sant’anni possiamo dire con orgoglio di essere ancora qui nonostante alcuni momenti di difficoltà, alternati ad altri di grande soddisfazione». La Gioielleria de Silvestri offre servizi di oreficeria a peso, di pulitura gioielli, di lucidatura, di regolazione della misura, di restauro e di orologeria. In laboratorio è possibile riprodurre qualsiasi tipo di gioiello, anche su disegno del cliente, abbinando brillanti, pietre preziose, smeraldi, zaffiri e rubini. «Abbiamo un’ampia scelta di oggetti in esposizione e grazie a una rete molto vasta di fornitori riusciamo a soddisfare qualsiasi tipologia di richiesta» prosegue de Silvestri «Siamo rivenditori ufficiali della linea Maga Diamonds, dell’azienda Franco Magalini, e oltre ai preziosi proponiamo ai clienti anche oggetti d’arredo in oro e in argento. Il nostro orologio con marchio “A. de Silvestri” è apprezzato per qualità e prezzo da tutta la nostra fedele clientela». «In occasione del 60esimo anniversario della nostra attività abbiamo pensato di fare noi un regalo alla nostra affezionata clientela: vi proponiamo infatti l’acquisto di un gioiello o di un orologio, anche importante, con uno speciale sconto del 30% dal prezzo reale di listino. Questo lo potete fare presentando il tagliando allegato a questa pagina».
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PRIMO PIANO Storie di chi crede ancora nell’Italia
Start Cup Veneto i vincitori
co che non implica la sosta dei mezzi, da installare nei tratti autostradali; 4) USAI la tastiera di Luigi Usai, Fortuna Mambulu Ekutsu e Raffaele Macrì. È una tastiera musicale brevettata che rende immediato l'apprendimento anche ai neofiti. 5) Surus Biotech di Andrea Cristiani, Claudia Sissi, Giuseppe Marson, Odra Pinato e Sandro Pasquali. Questa idea sviluppa un kit diagnostico per il monitoraggio di marker tumorali con semplicità e completezza creando una vera e propria mappa diagnostica.
La premiazione di EXIM, progetto vincitore
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iovedì 26 settembre nell'aula magna Tessari del polo universitario di Ca Vignal, in Borgo Roma, sono andate in scena le premiazioni finali dello Start Cup Veneto, un contest riservato alle migliori start up della città. Organizzato congiuntamente da Università di Verona, Padova e Venezia, in collaborazione con iBridge e Phoenix SmartOffice, il contest ha visto nella serata finale la presentazione di ben 12 finalisti, alcuni già visti anche allo Start Up Day di Roboval della scorsa primavera. A sbaragliare la concorrenza sono state, nell'ordine, queste cinque start up: 1) Exim di Francesco Ferrati, Roberto Bortoletto, Emanuele Menegatti ed Enrico Pagello. Si tratta di un eso-
scheletro per la riabilitazione motoria di soggetti disabili in grado di aiutare soggetti affetti da lesioni del midollo spinale, sclerosi multipla, SLA e Parkinson; 2) Tooteko di Serena Ruffato, Fabio d'Agnango, Gilda Lombardi, Francesco Guerra e Francesco Molinari. Si tratta di un sistema che trasforma i modelli tattili delle opere d'arte, utilizzati da non vedenti e ipovedenti, integrando l'esperienza tattile con la fruizione di contenuti audio; 3) Caricar di Fabrizio Dughiero, Crisitan Pozza, Mattia Spezzapria, Marco Bullo, Elisa Minchiante e Fernando Bressan. È un distributore wireless di ricariche per auto elettriche basato sulla creazione di un campo magneti-
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Storie di chi crede ancora nell’Italia
Esportare eccellenza?
P
ortare in Russia i prodotti tipici della Valpantena e della Lessinia, aprendo a Mosca delle botteghe che assomiglino alle vecchie osterie veronesi. È un progetto molto interessante partito ufficialmente giovedì 19 settembre, quando un gruppo di investitori russi è arrivato a Grezzana per far visita alle Cantine Zecchini. 45 moscoviti tra rappresentanti della Duma, banchieri, industriali ed imprenditori, con giornalisti al seguito, hanno assaggiato i prodotti del territorio messi a disposizione da un gruppo di entusiasti produttori, che hanno subito sposato il progetto di Diego Zecchini. «L'idea era partita semplicemente dall'aprire un punto vendita con i prodotti della “Selezione Valpantena e Lessinia” (che verrà inaugurato prossimamente presso il nuovo centro direzionale Bigal, a Grezzana, ndr), marchio che racchiude solo le eccellenze del territorio» ha spiegato Zecchini. «Attraverso una serie di accordi e progetti, abbiamo poi deciso di provare a creare una logistica per garantire agli investitori russi la garanzia di avere prodotti di qualità dal territorio». Nel corso della giornata, oltre agli Infoval srl
Villa Colombara, che ha ospitato il gruppo di russi
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di Angelini Federico
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PRIMO PIANO Storie di chi crede ancora nell’Italia Un momento della visita (qui) e i prodotti del territorio in esposizione (a sx)
assaggi, gli ospiti hanno potuto sperimentare di persona l'ospitalità contadina veronese e il folklore tipico di queste zone. Grazie infatti alla regia di Zecchini, si sono aperte per loro le porte della suggestiva Villa Colombara, tra Romagnano ed Azzago, dove è stato allestito un piccolo momento di intrattenimento con vestiti d'epoca e musiche tradizionali.
Al termine della giornata, un gruppo di russi ha piantato la prima vite che darà invece il via al progetto “Amarusso”, una nuova etichetta di Amarone che unisce simbolicamente le due culture, e servirà da ulteriore spinta per la definizione di queste parnership internazionali, in grado di far conoscere non solo il prodotto veronese, ma anche la cultura dell'ospitalità della “vecia ostaria”.
Articolo publiredazionale in collaborazione con GiraMondo Viaggi
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ATTUALITÀ Alla Riva Acciaio si torna a lavorare, ma...
18 giorni d’inferno Grazie al lavoro dei vertici della struttura e del Governo, da lunedì 30 settembre sono di nuovo operative le sette sedi Riva che erano state chiuse il 12 settembre. Ma è davvero finita? Luci e ombre di una faccenda molto complessa, che si ingarbuglia tra assetti societari complessi e fondi destinati alla bonifica finiti in conti protetti all’estero.
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a realtà più evidente è questa: per 18 giorni i sette stabilimenti del Gruppo Riva nel Nord Italia, compreso quello Riva Acciaio di Verona, hanno chiuso i cancelli lasciando circa 1400 operai (429 a Verona, ndr) a casa. In un primo momento è sembrato impossibile riavviare i processi produttivi, poi il lavoro del Governo, in modo particolare del Ministero dello Sviluppo Economico e del ministro veneto Flavio Zanonato, ha sbloccato la situazione. Il 30 settembre gli operai sono tornati al lavoro, nella speranza che la questione sia definitivamente risolta. A sancire la chiusura dell’impianto era stata l’esecuzione di un provvedimento preso dal Gip di Taranto, Patrizia Todisco, nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento dell’Ilva scaturita nell’accusa ai vertici del Gruppo Riva per «associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale». Il sequestro diretto, disposto appunto dal provvedimento, ha bloccato tutti i beni mobili ed immobili del gruppo, compresi i conti bancari, impossibile quindi continuare la produzione e allo stesso tempo impossibile pagare dipendenti e fornitori. Essendo Riva azienda leader del settore, la chiusura ha avuto immediate ripercussioni
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di Matteo Bellamoli
anche su tutto il comparto, e molte aziende “minori” impegnate nella lavorazione degli acciai hanno lanciato l’allarme di rischio chiusura se non fossero state pagate le forniture dalla Riva stessa. Ora che il lavoro è di nuovo ripreso, molti si chiedono quanto durerà, perché il provvedimento del gip di Taranto non è stato ritirato e le accuse per inquinamento sono ancora valide. Facciamo un passo indietro. Dal 1995 il Gruppo Riva è diventato anche proprietario dell’Ilva, che di conse-
guenza è connessa con tutte le attività del gruppo. Le inchieste sull’inquinamento dell’impianto di Taranto, di cui sono state comprovate le connessioni con le malattie, hanno portato alla luce (o quasi) un sistema molto complesso di gestione aziendale che per certi versi sembra spregiudicato e orientato al solo profitto. Tra società e subsocietà, finanziarie e molto altro, cercare di addentrarsi nel sistema di gestione del Gruppo Riva è come risolvere un labirinto. Impossibile se non si ha una spiccata conoscenza
L’Ilva di Taranto in attività (sopra) e un ingresso degli stabilimenti Riva Acciaio
Alla Riva Acciaio si torna a lavorare, ma... La manifestazione del 24 settembre Era entrato a gamba tesa sull’argomento il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli, che pochi giorni prima della notiza dell’apertura aveva affermato: «il sequestro nei confronti delle tre aziende controllate dall’Ilva non ha nessun impatto positivo contro l’inquinamento […]. La magistratura deve perseguire i reati (dei proprietari, ndr), non può considerare la produzione di acciaio come un “evento criminoso”». Forti anche di questo appoggio dei sindacati, oltre 3000 persone avevano invaso Verona lo scorso 24 settembre, in un corteo che da Galtarossa è sfociato in Piazza dei Signori, dove si è tenuto il comizio delle autorità e dei sindacati. Qualche giorno dopo, il 27 settembre, gli operai di Verona si sono presentati in fabbrica regolarmente con la tuta da lavoro, atto simbolico per fare pressione sul Governo, e sbloccare la situazione quanto prima. Anche questo ha contribuito allo sblocco della situazione?
finanziaria e societaria. Per questo il provvedimento del giudice ha il duplice scopo di verificare le procedure produttive, ma anche di controllare registri contabili per rintracciare i movimenti monetari dell’azienda connessi, in modo particolare, con iniziative di tutela dell’ambiente (non propriamente in linea con il lavoro di un’azienda siderurgica che, di per sé, è piuttosto inquinante). Secondo Il Sole 24 Ore, i soldi fino ad ora individuati dalla Finanza e
trasferiti all’estero, tramite un intricatissimo sistema finanziario, supererebbero i 2 miliardi di Euro, mentre il totale dei beni mobili e immobili sequestrati si aggirerebbe sui 916 milioni di Euro che, stando gli inquirenti, «corrisponderebbe a quanto il Gruppo Riva ha risparmiato dal 1995 non adeguando alle normative ambientali gli impianti dell’Ilva». L’Autorità Giudiziaria aveva in un pri-
mo momento stabilito che l’azienda avrebbe potuto utilizzare le somme sequestrate per effettuare i pagamenti, a patto di garantire con fideiussione bancaria il rimborso di quanto sarà usato. Il Gruppo Riva ha fatto sapere però che si tratta di «una richiesta impossibile, perché dal momento del sequestro, le banche hanno sospeso ogni operatività con l’azienda». Si è mosso a questo punto Flavio Zanonato, che a seguito di una lunga mediazione (oltre cinque ore) tenutasi a Roma lo scorso 27 settembre, ha annunciato la riapertura degli impianti. Il nodo ha trovato soluzione proprio sull’uso della liquidità. I crediti dell’azienda non saranno oggetto di sequestro e potranno essere utilizzati, mentre i soldi sequestrati sui conti correnti (circa 60 milioni, ndr) potranno sì essere utilizzati, ma Riva dovrà predisporre dei piani di accantonamento di pari importo per garantire che le somme sequestrate non subiscano cambiamenti. Quello che succederà nei prossimi giorni sarà sulla cronaca di tutti i giornali nazionali.
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TERRITORIO La cultura della rete d’impresa
Illasi Valleys, un
sogno che diventa realtà Un gruppo di 50 aziende che si unisce per dare inizio ad una collaborazione orientata alla valorizzazione e riqualificazione del territorio di appartenenza. Illasi Valleys si racconta ad un anno e mezzo dall'inizio dell'avventura. di Elisa Andreatta
“I
llasi Valleys è un sogno!” È proprio con questa frase che Bernardo Pasquali iniziava, un anno fa, l’avventura di “Illasi Valleys bellissima terra!”, la prima rete d’imprese nel comparto turistico che riunisce le più significative realtà imprenditoriali delle valli di Illasi, Mezzane, Tramigna e Lessinia orientale. Illasi Valleys, però, è molto più di una rete d’impresa, di uno strumento giuridico innovativo che consente a più imprese di mettersi assieme e realizzare congiuntamente specifici programmi di sviluppo. Illasi Valleys è cuore, è anima, è passione, è sacrificio, è legame con la propria terra, è sviluppo, è passato presente e futuro: emozioni e sensazioni racchiuse nel cuore, più che in uno strumento. Ne parliamo quindi con la sua gente. Come nasce questo sogno? Risponde Luca Fraccaroli Azienda agricola Domenico Fraccaroli Le Valli di Illasi sono, da un punto di vista paesaggistico, uno dei territori più integri della Provincia di Verona. Nonostante questo, e nonostante la presenza diffusa d’importanti realtà del comparto agricolo, dell’accoglienza e della ristorazione, abbiamo notato che le presenze turistiche erano molto contenute. Abbiamo così pensato ad un modo per valorizzare il nostro territorio, per mantenere e creare occupazione nelle valli (soprattutto per i giovani), mantenendo un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente. Così è nata “Illasi Valleys, bellissima terra!”.
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foto Illasi Valleys
Chi ne fa parte? Risponde Mario Baldo Ristorante La Torre Illasi Valleys riunisce i più importanti imprenditori delle valli di Illasi, Tramigna e Mezzane, da realtà leader dell’agroalimentare e del vino, a strutture ricettive e turistiche, fino a realtà industriali e del commercio. Alcuni nomi? Azienda Agricola Roccolo Grassi, Ristorante Bacco d’Oro, Frantoio Bonamini, Azienda Agricola Monte Zovo, Pastificio Ermelina e Irene Viaggi. In che cosa consiste l’offerta turistica? Risponde Luisa Aldegheri B&B Villa Aldegheri Il nostro territorio è un contenitore di risorse importanti, di cui spesso neppure noi ci rendiamo conto. La nostra missione è valorizzarle. Le vallate così verdi e incontaminate, le distese di vigneti ed ulivi, le lunghe camminate fra i sentieri di montagna, il profumo del vino e del buon cibo, il silenzio dei boschi, la neve, gli animali che popolano la Lessinia, le ville venete e rinascimentali. Tutto il mondo ci invidia questi luoghi incantati, non ancora conosciuti, ed è disposto a venirli a visitare se l’offerta turistica è adeguata. Per questo motivo stiamo ideando pacchetti tematici che soddisfino le esigenze più diverse. Pacchetti dedicati a degustazioni enogastronomiche; allo sport, con escursioni a cavallo, bike, trekking; alla cultura, con visite a musei, chiese e ville antiche; al benessere. Un’offerta dedicata a giovani, famiglie
Luca Fraccaroli - Az.agricola Fraccaroli
Mario Baldo - Rist. La Torre
Luisa Aldegheri - B&B Villa Aldegheri
Luca Anselmi - Cantina Falezze
Mirko Meneghelli - Vice Pres. Illasi Valleys
La cultura della rete d’impresa e alla terza età, con una durata che varia da un giorno, al week-end, fino ad una settimana. Ad un anno dalla costituzione, il sogno si sta concretizzando? Risponde Luca Anselmi Falezze cantina Il primo anno di attività è stato essenzialmente dedicato alla costituzione delle condizioni pre-competitive nelle nostre vallate: dalla formazione e aggiornamento imprenditoriale e professionale (corsi d’inglese, team building, ecc…), alla realizzazione di
adeguati supporti di comunicazione e marketing, alle prime partecipazioni alle principali manifestazioni fieristiche europee del turismo come Bruxelles, Berlino, Milano e Goteborg. Abbiamo preso contatto con più di 120 tour operator internazionali e attirato l’attenzione di più di ottanta fra media e opinion leader, che hanno parlato di noi sia in Italia che all’estero. Quali sono state le sfide a livello territoriale? Risponde Mirko Meneghelli vice Presidente Illasi Valleys
Illasi Valleys è un progetto che non ha precedenti nel nostro paese. Il nostro modello di azione pone al centro gli imprenditori locali attraverso un coerente modello di partecipazione. Le difficoltà nel formare una forte rete d’impresa sono dettate in particolare dallo spiccato individualismo riscontrato, peraltro tipico nel nord est italiano. Nonostante questo, le attività per la costruzione di un forte brand turistico Illasi Valleys stanno continuando con determinazione ed impegno.
L'altra metà del Veneto
Si chiama Pedemontana Veneta ed è un progetto di rete promosso dalla Regione Veneto per creare indotto turistico nella zona collinare veronese.
S Infoval srl
e è vero che il Veneto vale 62,3 milioni di presenze e 15,8 milioni di arrivi all'anno, le mete predilette da turisti italiani e stranieri rimangono sempre le stesse: le località marittime della riviera adriatica, le sponde del Lago di Garda, la montagna e le splendide città d'arte. Ma il
di Jessica Ballarin
Veneto non è solo questo. C'è infatti un'altra metà turistica, meno conosciuta e non ancora espressa in tutte le sue potenzialità. È quella fascia collinare compresa fra la pianura e le Dolomiti e che comprende il territorio tra Vittorio Veneto e San Pietro in Cariano passando per Thiene. La Pe-
demontana Veneta per l'appunto, che è ora protagonista dei progetti che la Regione sta portando avanti per la valorizzazione e lo sviluppo delle zone ancora inesplorate dal punto di vista turistico. In questa nuova area tematica da promuovere sul mercato dell'offerta tu-
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TERRITORIO La cultura della rete d’impresa Vista di Verona (foto Lo Scaligero)
ristica sono coinvolte ben 145 amministrazioni comunali dalla Valdadige all'Alta Marca trevigiana, ma anche i Gal, gli Ipa, le Comunità Montane, le categorie professionali, le associazioni di categoria e sindacali, così come i consorzi turistici e di tutela dei vini e dei prodotti agroalimentari. Del resto, «il turismo è la più importante industria del Veneto», spiega l'assessore al Turismo Marino Finozzi, «e il rilancio dell’economia regionale deve necessariamente passare per lo sviluppo di questo settore che oltre al mare, alla montagna, al lago e alle terme deve essere in grado di offrire un nuovo prodotto turistico che chiamiamo “paesaggio culturale”: una nuova forma di esplorazione del territorio e di promozione delle eccellenze in esso presenti, che per essere conosciute necessitano di essere pubblicizzate e valorizzate».
23 i comuni della provincia scaligera interessati dal progetto: Brentino Belluno, Bussolengo, Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d'Alpone, Negrar, Pastrengo, Pescantina, Rivoli Veronese, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio di Valpolicella, Soave, Sona, Tregnago. Guidato dal capofila San Pietro in Cariano, il sodalizio pedemontano veronese garantirà un'identità forte e riconosciuta, un marchio unificante che permetterà, a queste realtà, di agire nella stessa direzione. L'associazione andrà a lavorare su tre elementi fondamentali: il turismo attivo con lo sport e il cicloturismo, il patrimonio culturale e l'enogastronomia, eccellenza di questi luoghi. Ville storiche, monumenti e musei, ma anche cantine, vini e prodotti locali diverranno oggetto di itinerari nuovi dai tipici sapori veronesi. A piedi, in bici o in auto, quello della collina scaligera è un territorio da scoprire in ogni sua dimensione. Così il primo passo sarà quello di intensificare la promozione e la comunicazione, a partire da quella sul web. Già attiva la pagina Facebook, mentre il sito è ancora in allestimento. Non mancheranno le app dedicate da utilizzare con smartphone e tablets. Per portare avanti il progetto, si creeranno poi bandi, concorsi e iniziative, con l'intento di stimolare nuove idee, garantendo come premio la possibilità di realizzare la proposta presentata e vincitrice. L'obiettivo: più turisti, sì, ma soprattutto più lavoro e più occupazione.
È partito dalla città il 19 e 26 luglio e il 2 e 9 agosto il pullman di “Lessinia da Scoprire”, la nuova iniziativa sostenuta dalla Provincia di Verona, Comunità Montana e dal Parco Regionale della Lessinia, in collaborazione con Bus Travel 2000, fortemente voluta dal consigliere provinciale “lessinico” Adelino Brunelli. Obiettivo: promuovere le bellezze naturali e culturali della montagna veronese, visitando in un tour di una giornata, i siti naturali caratteristici e assaggiando i piatti tipici. Tra i luoghi suggestivi visitati, il famoso Ponte di Veja, imponente ponte naturale in pietra tra i più grandi e suggestivi di Europa, ma anche i boschi di castagni, le coltivazioni di ciliegi e di fragole, senza dimenticare la vasta gamma di prodotti tipici come i vini della Valpolicella, i formaggi Monte Veronese DOP e di malga. Sono numerosi gli alberi da frutto come il ciliegio, il castagno e le coltivazioni di fragola che si trovano nella zona più bassa della montagna. Soddisfatto il consigliere Brunelli: «Da quando sono consigliere provinciale la mia ambizione è sempre stata quella di portare il turismo in Lessinia vista l'elevata quantità di visitatori che affollano la città. Oggi, possiamo dire di essere riusciti con tanto impegno a portare a termine l'idea, sperando che questa esperienza sperimentale abbia un grande successo per pensare ad una seconda edizione l'anno prossimo. Ringrazio l'assessore al Turismo Pozzani perché il suo aiuto è stato fondamentale insieme a quello dell'assessore Marcolini, che conosce bene le necessità della montagna».
Articolo Publiredazionale in collaborazione con Farmacia Dott. Bellamoli Snc.
Farmacia Dott. Bellamoli sempre più una farmacia dei servizi Farmacia Dott. Bellamoli - Via Poiano, 99 – Poiano di Valpantena (VR) Tel 045.550120 – Fax 045.8709161– info@farmaciabellamoli.it - www.farmaciabellamoli.it
S
i rinnova la Farmacia Dott. Bellamoli di Poiano, e non lo fa solo nella struttura, ma anche nell’importante offerta di servizi. La farmacia, già operante nell’800, ha adottato l’attuale denominazione nel 1989 quando il titolare Dott. Sandro ne ha assunto la conduzione, coadiuvato negli anni dai figli Elena e Massimo, laureati in Farmacia. La sede attuale, funzionale e moderna, ha potuto sviluppare tutti i settori in maniera spaziosa e armoniosa, privilegiando la riservatezza del consiglio al cliente. Una nuova farmacia Attenzione fondamentale è stata rivolta alla selezione e preparazione del personale, ricercato tra professionisti di esperienza con massima professionalità nel settore. «Si tratta di una scelta importante» ha sottolineato la Dr.ssa Elena Bellamoli, «perché vogliamo dare ai nostri clienti un servizio competente, aggiornato e disponibile anche a piccole consulenze personalizzate». Il sistema sanitario nazionale vive in questi anni un chiaro momento di crisi, e soprattutto per questo motivo, i presidi sul territorio sono diventati quantomai importanti. Questo compito spetta in modo particolare alle farmacie che ogni giorno si rivestono sempre più di una funzione sociale orientata alla fidelizzazione della clientela. Ecco perché il futuro di questa professione è orientato ai servizi, e alla Farmacia Bellamoli lo sanno bene. I servizi Ogni giorno, gratuitamente, è possibile misurare la pressione, eseguire analisi del cuoio capelluto, ottenere consigli alimentari personalizzati, effettuare prenotazioni e ritiro di visite CUP e di prestazioni specialistiche. «Grazie al lavoro di Federfarma» precisa la Dr.ssa Bellamoli, «è stata recentemente attivata anche una convenzione con un centro di Verona che ci permette di prenotare prestazioni specialistiche con tempi brevi di attesa e a prezzi vantaggiosi».
Su prenotazione, la Farmacia Bellamoli offre poi esami di densitometria ossea e controlli della circolazione periferica per chi soffre di problemi vascolari. Saranno create delle giornate specifiche durante le quali saranno effettuati questi esami. Tutti coloro i quali ne saranno interessati, troveranno gli avvisi in farmacia e potranno prenotarsi direttamente al banco, sul sito www.farmaciabellamoli.it o via mail all’indirizzo info@farmaciabellamoli.it Rimane invece attivo l'importante servizio che recapita i medicinali direttamente a casa delle persone anziane. «Intorno alla metà di ottobre, attiveremo anche un nuovo strumento che in modo minimamente invasivo, prelevando una sola goccia di sangue capillare, elaborerà i risultati dell'analisi in pochi minuti, assicurando precisione assoluta». Questo nuovo servizio, a pagamento, si andrà ad unire anche alla possibilità di effettuare test per gli stressori alimentari, noti in gergo come intolleranze. Il laboratorio galenico Grazie ai nuovi spazi ottenuti con i lavori di ampliamento, la farmacia ha esteso anche l'offerta di omeopatia e fitoterapia, settori oggi sempre più utilizzati in modo particolare per la prevenzione. Importantissimo da questo punto di vista, sottolineare che è stato creato anche un laboratorio galenico per la preparazione di prodotti magistrali. Questo servizio, che è presente solo nelle migliori farmacie, offre la possibilità ai clienti di poter ordinare prodotti naturali e non solo, realizzati direttamente dal farmacista di fiducia. Tinture madri, creme, macerati gliceridi e capsule sono solo alcuni dei prodotti che possono essere confezionati dalla Farmacia Bellamoli, che in questo modo garantisce non solo la qualità, ma anche un'attenzione specifica alle esigenze di ciascun cliente.
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foto: Save the Children
ATTUALITÀ Un’altra guerra
voci dalla Siria Due donne veronesi hanno conosciuto la realtà siriana in questi mesi in cui nel paese arabo non esiste giustizia, democrazia e pace. Dalle scene viste e raccontate in televisione, alla realtà, scoprendo che non sempre tutto è come ci viene raccontato.
L
di Miryam Scandola
a Siria di oggi è un cumulo di trepidazioni. Dallo sgomento violento per i numeri dei morti, all'orrore urlato per l'attacco con le armi chimiche del 21 agosto scorso e a quello raccontato, forse, sottovoce, dei migliaia di profughi stipati nella vicina Giordania. Dall'insofferenza arrabbiata che guarda le rappresaglie tra i ribelli e i fedelissimi di Assad, su Youtube, alla goia vera che ha accompagnato la liberazione di Domenico Quirico. Dall'attenzione, a tratti indignata, con cui si seguono i tentennamenti di Obama e i "no" perentori di Putin, all'apprensione instancabile di chi ha paura per la vita di Padre Paolo Dall'Oglio, sparito lo scorso 29 luglio a Raqqa. In mezzo a tutto questo caotico sconcerto abbiamo chiesto a due voci pulite di raccontarci la Siria che hanno conosciuto. Sono due donne, due veronesi. Fabiana e Cristina hanno i modi delicati di chi sa rispettare. E così con rispetto, parlano della tragedia che accaFabiana Panozzo durante un sopralluogo
foto: Vincenzo Cammarata
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de ora tra le vie di Damasco, della loro amicizia con Padre Paolo Dall'Oglio, della loro associazione che si chiama "2 Facce" perché vuole dire anche nel nome l'apertura grandissima al dialogo cristiano-islamico che è la base delle iniziative del gruppo. Fabiana Panozzo Fabiana, ha trascorso un anno in Siria. Che tipo di esperienza ha vissuto? Ho vissuto un tempo di profonda e totale condivisione con la comunità del Monastero di Mar Musa nel deserto siriano fondata da Padre Paolo dall’Oglio. La comunità vive tre priorità in un unico orizzonte: la preghiera contemplativa, il lavoro manuale (sull’esempio della famiglia di Nazareth, ndr) e l’ospitalità sacra abramitica. Tutto questo in un unico orizzonte: l’armonia islamo-cristiana. L’esperienza è stata eccezionale nel vero senso della parola, ho vissuto e condiviso la quotidianità con il popolo siriano, nella sua ricchezza e diversità. Ha visto un paese diverso o le premesse del conflitto erano già visibili? La Siria è un paese straordinariamente bello in cui si percepiva veramente la “culla” della nostra civiltà. I siriani mi hanno sempre stupito per gentilezza e accoglienza. Chiunque l’abbia sperimentato lo può confermare. Un’altra dimensione, meno chiara agli occhi di un soggiorno turistico, ma molto evidente nella vita quotidiana, era la realtà di un paese che vive da una quarantina d’anni in un regime dittatoriale. Le premesse c’erano.
Riesce a raccontarci la Siria di adesso, quella vera, forse più lontana dalle strumentalizzazioni dei media? La Siria che oggi conosco mi è descritta in diversi modi: da persone sopravvissute e fuggite che vivono comunque la tragedia di aver perso tutto, o da persone che trovandosi ancora là si esprimono non potendo parlare della situazione reale (le comunicazioni sono controllate, ndr). Per capire, cerco di leggere i toni della voce, riconoscere le espressioni dei volti. La popolazione siriana vede le proprie vite e il proprio paese distruggersi, vive una tragica sofferenza e i più si sentono abbandonati dalla comunità internazionale. In terra siriana ha conosciuto Padre Paolo Dall'Oglio? Come ha reagito alla notizia del suo rapimento? Ho conosciuto Padre Paolo al Monastero di Mar Musa in un viaggio nel 2006. In seguito ho sempre mantenuto i contatti, ancor più in questi tempi sempre più tragici. La notizia mi ha subito molto preoccupato ed addolorato, anche se cerco di lasciar spazio alla speranza. Padre Paolo era ormai parte del mio quotidiano e non posso negare che sento molto la sua assenza, come molti altri che hanno avuto modo di conoscerlo. Due anni e mezzo di sangue, migliaia di morti, l'attacco del 21 agosto con il gas sarin. Dalla Siria solo notizie drammatiche. Si può secondo lei, trovare posto per una qualche speranza? Io credo che troveremo la speranza che abbiamo saputo nutrire ed ali-
Cristina Frescura
Un’altra guerra
mentare. La pace può essere aiutata e costruita, non solo a livello degli organismi internazionali, ma anche da noi stessi: impegnandoci a costruire ponti, soccorrendo con raccolta di aiuti umanitari, scomodandosi nell’accoglienza dei profughi. Dobbiamo comprendere la realtà andando oltre, non accettando le descrizioni che ci propinano di una realtà in bianco e nero, ma cogliendo le sfumature, che sono persone, fratelli, volti che piangono, sperano e sorridono. Cristina Frescura Cristina, facendo parte dell'associazione 2facce che si interessa da anni del rapporto tra cristianità e Islam, è in grado di raccontarci la Siria di adesso, quella vera? Non posso dire onestamente di esse-
re in una condizione privilegiata: a differenza di altre persone delle "Due facce" la mia conoscenza della realtà siriana è legata all'amicizia coi membri del gruppo. Quello che posso dire è che le drammatiche immagini, le cifre catastrofiche, tutte le informazioni che i media ci forniscono quotidianamente, ritrovano per me tutta la loro tragica e insostenibile forza quando diventano storie, nomi, volti. Ogni singola vittima ci chiede di essere presa a cuore in sé e per sé, semplicemente in nome di ciò che ci rende umani. Lei in particolare ha coadiuvato Padre Dall'Oglio nella stesura del suo ultimo libro, “Collera e Luce”. Come ha appreso del rapimento? Da quando ho visto su Rainews 24 la notizia del rapimento, ho potuto provare sulla mia pelle l'angoscia e il terribile senso di impotenza che tante persone vivono ogni giorno, in Siria, ma non solo. Ho vissuto con emozione il ritorno di Domenico Quirico e vorrei che questa gioia potesse essere sperimentata da tutti coloro che sono coinvolti in simili situazioni.
Di fronte alle indecenze di una guerra civile che non sembra esaurirsi, dove e in che modo, secondo lei, la speranza può trovare spazio? La speranza non deve essere una aspirazione astratta, un generico "speriamo bene" bensì un atteggiamento attivo, un coinvolgimento in prima persona per la giustizia e la pace, le quali non dipendono solo dalle risoluzioni dell'ONU o dalle strategie geopolitiche, ma dalle concrete e quotidiane prese di posizione di ogni essere umano, a partire da noi stessi. Aiutare l'Associazione 2facce
Il gruppo 2facce è nato dall’esempio di Padre Paolo e della sua comunità e proprio dal desiderio di vivere questa realtà di incontro e dialogo islamo-cristiano nel contesto veronese. Oggi l'associazione ha messo in piedi una raccolta fondi per dare una borsa di studio ad un giovane siriano. Per chi volesse conoscere meglio l'associazione, segnaliamo la mail di Fabiana Panozzo, fabianapanozzo@hotmail.com. Per contributi e donazioni: Bonifico bancario sul conto presso la Banca di Credito Cooperativo IBAN IT41 I086 8902 0020 0501 0009 632 Intestato all'Associazione VTM (Volontari per il Magis), via Monte Grappa 27, 30171 Mestre Causale: Siria - BORSA DI STUDIO
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NATURA 13 ottobre: “Giornata delle fattorie didattiche aperte”
Le fattorie didattiche, dove si impara facendo Luogo di incontro per bambini e ragazzi con antiche e nuove tradizioni, queste iniziative permettono di recuperare il contatto diretto con l’ambiente, che in molti casi, è andato perduto, complice una generazione cresciuta lontana dalle campagne oppure troppo concentrata su televisone e videogiochi. di Chiara Boni
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omenica 13 ottobre ritorna l’appuntamento con la tradizionale Giornata delle “Fattorie didattiche aperte”, promossa dalla Regione del Veneto con la collaborazione delle organizzazioni agricole e agrituristiche. Le fattorie didattiche sono diventate in questi anni uno strumento per combattere l’allontanamento delle nuove generazioni dal mondo agricolo, di cui ormai si stanno perdendo le tracce nella nostra vita quotidiana. Attraverso un’attività educativa attiva, bambini e ragazzi possono essere coinvolti nella produzione del formaggio, partecipare alla raccolta di prodotti ortofrutticoli, cimentarsi in esercizi legati all’apicoltura o seguire tanti altri laboratori utili a recuperare il contatto diretto con il mondo naturale. «La Giornata delle Fattorie Didattiche è una delle azioni finanziate dalla Giunta regionale nel contesto di un progetto più ampio di qualificazione di queste imprese agricole “speciali” che hanno deciso di aprirsi alle scolaresche e alle famiglie, qualificando le strutture e formandosi per poter fare appunto didattica, allo scopo di spiegare e insegnare la campagna e i processi produttivi che si svolgono all’interno dei confini aziendali» ci tiene a sottolineare l’assessore per il turismo Marino Finossi. «Il Veneto è stato antesignano della Giornata delle Fattorie Didattiche aperte, che si svolge con successo e frequentazione crescente da oltre un decennio». I precursori delle fattorie didattiche in Europa sono stati i Paesi Scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca) che fin
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dai primi del Novecento hanno messo in atto le idee di un movimento statunitense, il Club 4H (Head, Health, Heart, Hand), quattro parole che riassumono l’obiettivo di recuperare l’armonia con il mondo circostante partendo da un’azione di concerto di ogni singola parte dell’individuo: la testa, la salute, il cuore, le mani. Anche nei Paesi Bassi le fattorie didattiche, o City Farms, hanno rivestito fin dalla metà del secolo scorso un ruolo molto importante nella vita societaria. Qui queste iniziative si sono sviluppate in modo più organizzato e sistematico in quanto sostenute da una fondazione nazionale e dal Ministero dell’Agricoltura. Nel 1990 è nato l’European Federation of City Farms (EFCF), unione delle varie federazioni o gruppi nazionali, con lo scopo di promuovere l’accesso e la partecipazione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti attraverso esperienze pratiche nell’ambito di attività educative, ricreative, sociali ed economiche. Nel nostro paese le Fattorie Didattiche hanno avuto un notevole svilup-
po soprattutto a partire dagli ultimi cinque o sei anni. Ad oggi sono circa 2.300 sparse in tutto il territorio nazionale (in Veneto sono circa 228, secondo i dati di Alimos del 2012, ndr). La loro diffusione può essere fatta risalire a un’esigenza sempre più estesa nel mondo della scuola, ovvero quella di ricercare e quindi osservare da vicino quei meccanismi e quei processi del mondo della fattoria che qui possono essere interpretati nelle molteplici valenze informative che offrono. L’ambiente si fa esso stesso luogo di esperienza e di scoperta e le fattorie quindi, diventano un “luogo pedagogico vivente”, tutto da scoprire.
Parco Faunistico al Bosco Creata da Bruno Malascorta e dalla moglie Grazia, il Parco sulle colline della Valpantena, che è anche Fattoria Didattica, ha compiuto quest'anno dieci anni. di Matteo Bellamoli
È
arrivato a compiere i suoi primi dieci anni, ed è una realtà di riferimento per il settore delle Fattorie Didattiche. Il Parco Faunistico al Bosco, in loc. Zerbaro di Romagnano, ospita ogni anno migliaia di scolari che salgono quassù assieme agli insegnanti per scoprire da vicino il fantastico mondo della natura. «Quando siamo arrivati qui la prima volta» racconta Bruno
13 ottobre: “Giornata delle fattorie dattiche aperte” Malascorta, padre di questa struttura, «io e mia moglie abbiamo trovato un bosco, prati, e alcune case in abbandono. Ci siamo innamorati del posto, e abbiamo deciso che qui avremmo dato spazio al nostro sogno di lavorare con gli animali, la mia grande passione». E difatti, su queste silenziose e nascoste colline, a pochi passi dalla Lessinia, è nata una piccola oasi dove sono ospitati moltissimi esemplari della fauna europea: lupi, linci, cicogne, daini, cervi e molto altro. Gli spazi in cui vivono questi animali sono molto ampi. Branchi liberi di 30-40 animali per ogni specie che scorrazzano indisturbati nei prati e nel bosco, tant'è che per riuscire a vederli occorre visitare il Parco in silenzio, immedesimandosi nel loro ambiente. Di recente, anche molti animali selvatici hanno iniziato ad avvicinarsi al parco, così come accadde qualche tempo fa con l'orso, di cui Bruno conserva gelosamente un calco di gesso dell'impronta lasciata sul terreno. Ad interessarsi di questo parco anche l'Unione Europea, che attraverso il progetto RURBANCE, veicolato dalla Regione Veneto, ha visitato nei mesi scorsi la struttura. Obiettivo, quello di dimostrare che qui “Al Bosco” viene svolto un lavoro essenziale per la tutela della biodiversità, salvaguardia del paesaggio e valorizzazione del territorio. Grazie alla determinazione dei Malascorta, il parco è stato il primo a portare gli animali direttamente nelle scuole, e più di una volta è capitato che qualcuno lasciasse fuori dal cancello di Loc. Zerbaro degli animali maltrattati perché venissero presi in cura all'interno del parco.
Foto “Parco al Bosco” di Paolo Tacchella
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Non va dimenticato che l'interesse per quest'area è arrivato anche fuori dall'Italia. Di recente sono entrate anche le telecamere della Bayerischer Rundfunk, la rete televisiva pubblica della Baviera, che ha realizzato un servizio dettagliato su una struttura che “non ha eguali in Germania”, per citare le parole del servizio. “Al Bosco” si fa anche riabilitazione Non solo Fattoria Didattica con visite al parco e laboratori didattici, ma anche attività di riabilitazione. Grazie ad un accordo gratuito con l'Ospedale Santa Giuliana, i ragazzi di 14-23 anni ospiti del Centro Diurno Adolescenti della struttura, salgono periodicamente per fare della terapia con gli animali. Questo progetto, in essere già dall'inizio del 2009, permette incontri a tema, percorsi inviduali ed attività che consentano ai ragazzi l'esperienza di uno spazio-tempo condiviso paziente-animale che sottintende una vicinanza affettiva in grado di attivare un effetto benefico alle terapie convenzionali. I risultati di questa esperienza sono periodicamente monitorati dall'equipe dello psicologo dott. Bezzetto.
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Domenica 13 ottobre: Fattorie aperte Percorsi didattici:
Ore 9.30 - 10.00 colazione di benvenuto • la metamorfosi del latte Ore 12.00 pranzo in malga • storie animate con trucca bimbi Al pomeriggio passeggiata nel bosco • laboratorio di marionette Infoval srl
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ATTUALITÀ Il destino della stazione sciistica veronese è appeso a un filo
L’inverno caldo di Malga San Giorgio La Provincia di Verona e il Comune di Bosco, in qualità di soci di Nuova Lessina Spa, hanno espresso parere favorevole alla messa in liquidazione della società che gestisce gli impianti. Il 21 ottobre scade il bando pubblico indetto per cercare di affittare il ramo d’azienda per la prossima stagione. Il rischio è di dire addio definitivamente a una fetta importante, seppur migliorabile, del turismo in Lessinia. di Matteo Scolari
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ono ore decisive, di grande tensione e di pathos emotivo per le sorti di Malga San Giorgio. Il destino, per molti, sembra già scritto. La chiusura definitiva degli impianti di risalita, ma anche delle strutture ricettive collaterali alle piste, sembra ormai inevitabile. Il 21 ottobre scade il bando pubblico che Nuova Lessinia Spa, la società che conta oltre 400 soci e che da circa 12 anni gestisce le attività della stazione sciistica veronese, ha indetto per cercare di affittare per almeno una stagione, dal 1 novembre 2013 al 31 agosto 2014, gli impianti di risalita, con l’opzione per le due strutture ricettive Gaibana e Ice Bar. Nel caso in cui il bando andasse deserto potrebbero iniziare alcune trattative con soggetti privati, ma l’impegno economico richiesto non è affatto esiguo: «Il bando prevede un affitto stagionale di 100.000 euro per gli impianti e di 7.500 euro per ciascuna delle due strutture ricettive gestite da Nuova Lessinia Spa» spie-
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foto aeree by Roboval
ga Claudio Melotti, vicesindaco del Comune di Bosco Chiesanuova «Con questa entrata potremmo garantire la prossima apertura stagionale e tentare di avviare un’opera di risanamento della situazione debitoria delle società trovando eventuali accordi con i fornitori ed eliminando alcuni cespiti in nostro possesso, di fatto non strettamente legati alla mera attività sciistica». «Sia la Provincia di Verona che il Comune di Bosco si sono espressi a favore, non senza un acceso confronto nei rispettivi consigli, per una liquidazio-
ne di Nuova Lessinia, che ad oggi si trova in seria difficoltà economica» prosegue Melotti «Appena conosceremo l’esito del bando, convocheremo una assemblea straordinaria dei soci per confermare o meno i pareri dei due soci sopra citati, ovvero Provincia e Comune». La mancata apertura degli impianti muterebbe senza dubbio gli equilibri economici, sociali e sportivi dell’intera Lessinia centrale con una ricaduta inevitabile su tutto l’indotto locale e non solo: «Chiudere San Giorgio vorrebbe dire spegnere quel piccolo
Il destino della stazione sciistica veronese è appeso a un filo
lumino che ancora oggi tiene vivo il turismo sulla nostra montagna» aggiunge il vicesindaco di Bosco «Verrebbe drasticamente ridimensionato il flusso di persone che nel fine settimane salgono fin qui per sciare o per passare una domenica sulla neve. Scomparirebbero le scuole di sci e le attività commerciali o ricettive che in questi anni hanno investito con coraggio pagherebbero senz’altro lo scotto in un momento storico già molto delicato». «Nuova Lessinia Spa ha commesso degli errori in questi anni, è innegabile, ma non dimentichiamo l’annus horribilis del 2007 e dal 2008 in poi il mondo si è fermato. Molti non ricordano anche quello che è stato fatto: la seggiovia, l’acquisto di 23 cannoni spara neve per l’innevamento artificiale e la costruzione di una cisterna di 10.000 metri cubi per l’approvvigionamento dell’acqua. La sistemazione della rete elettrica dell’Enel, l’acquisto di due gatti delle nevi e del
tapis roulant, la sistemazione della biglietteria...investimenti per almeno 5 milioni di euro che hanno tentato di valorizzare al meglio questo luogo». «Il mio desiderio personale, come molti dei soci e come molta gente della Lessinia, è che si possa trovare al più presto una soluzione e che anche la politica extracomunale possa intervenire per scongiurare una chiusura che avrebbe conseguenze pesanti per il nostro territorio». «La Provincia farà di tutto per far ripartire la stagione sciistica di Malga San Giorgio, sia per l’importanza che la stazione ha per Verona, sia per l’indotto occupazionale che riesce a garantire» commenta Ivan Castelletti, Assessore provinciale ai Rapporti Operativi con Enti e Aziende Partecipate «Allo stato attuale non possiamo intervenire direttamente con dei finanziamenti da erogare in favore di Nuova Lessinia Spa perché da oltre tre anni la società chiude il bilancio in passivo e la normativa nazionale vieta questo tipo di operazione».
«Siamo in attesa di conoscere l’esito del bando pubblico per capire come procedere. C’era un progetto, denominato “Montagna veronese”, che avrebbe coinvolto ATF (Funivie Malcesine - Baldo), Camera di commercio e Provincia di Verona che non siamo riusciti a far partire ora per mancanza di tempi tecnici» conclude Castelletti «Ci auguriamo che si possa trovare un traghettatore pubblico o privato per la prossima stagione che ci permetta di avere il tempo necessario per ripensare al progetto con basi nuove, razionalizzando il più possibile i costi e impostando delle strategie future in linea con gli standard turistici nazionali e internazionali».
Stati Generali della Lessinia, inizia la seconda fase Proprio di Turismo e di modelli vincenti legati a questo settore si parlerà nel primo di una serie di incontri aperti alla cittadinanza, organizzati da Pantheon, che andranno a costituire la Fase 2 del progetto Stati Generali della Lessinia. Giovedì 24 ottobre, allo ore 20.45 nella Sala Innoval in via Tavigliana 1/A, a Grezzana, si cercherà di capire insieme ad alcuni prestigiosi ospiti comunicati nelle prossime settimane sul sito del giornale, come stiano cambiando le logiche turistiche calate nelle realtà locali. Stiamo assistendo, infatti, a una serie di iniziative e di realtà nascenti, basate sul modello di rete, che sono in grado di generare incoming, anche straniero, e un indotto economico significativo sul territorio. Pensare a un marchio territoriale di qualità, a un sistema di comunicazione allargato, di sinergie tra aziende e privati, tutto questo analizzando casi concreti da riproporre anche in Lessinia. Secondo incontro, invece, sarà giovedì 21 novembre sempre nella stessa sede e sempre alla stessa ora, in cui verrà affrontata la tematica lavoro, soprattutto legata al settore manifatturiero. Maggiori dettagli sul prossimo numero di Pantheon.
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RUBRICA
Notizie dal mondo
Una semina tra i ghiacciai A pochi chilometri dal Polo Nord una banca impenetrabile nasconde un tesoro di estremo valore: la biodiversità. Verità e mistero di una delle operazioni più affascinanti del secolo. di Arianna Mosele
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a storia racconta dell’arca di Noè, costruita per salvare e proteggere dal diluvio universale tutte le fattispecie animali. E se questa sorprendente impresa si ripetesse? Non è più un arca, ma un immenso caveau sotterraneo. Non si tratta di animali, ma di tre milioni di semi. Il proposito invece sempre lo stesso: preservare il patrimonio naturale e genetico del pianeta. Alle Isole Svalbard, un piccolo arcipelago norvegese dimenticato da tutti, a soli 1200 km dal Polo Nord, è stato progetto uno straordinario museo tra rocce e ghiacciai impenetrabili. Inaugurato il 26 febbraio 2008 nell’isola di Spitsbergen, il Svalbard Global Seed Vault rappresenta un immenso deposito sotterraneo di tre milioni di varietà diverse di semi,
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ognuno dei quali è racchiuso in un pacchetto di quattro strati, con temperature di 20/30 Gradi sotto zero. Il deposito può contenere fino a più di quattro milioni di diverse fattispecie, ma ciò dipenderà ovviamente dal numero di Paesi aderenti all’iniziativa. Le fattispecie più importanti e fondamentali da salvaguardare per l’organismo umano sarebbero ventuno, tra cui compare il riso, il mais, il frumento, la mela e la noce di cocco. Questo particolare bunker si compone di tre sale, con porte di acciaio spesse fino a un metro e una struttura esterna in calcestruzzo in grado di resistere eventualmente ad una guerra nucleare o ad
E in Italia? Nel nostro Paese l’unica banca del seme, denominata anche del germoplasma, si trova a Bari, che si classifica come seconda in Europa e tra le prime dieci nel mondo. Dal 2003 tuttavia le 84 mila varietà di semi conservate in tale istituto sono a rischio a causa della cattiva gestione da parte del CNR, che ha provocato un abbassamento della germinabilità della maggior parte di essi. Dopo la stima dei danni, nulla è stato tuttavia fatto, in quanto non si è proceduto né alla riparazione degli impianti di congelamento né alla rigenerazione dei semi sopravvissuti alle alte temperature. Un ennesimo patrimonio e orgoglio italiano da salvare.
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Notizie dal mondo Nella pagina di sinistra, in apertura e sotto, si intravede la sagoma dell’ingresso del Global Seed Vault. Qui sotto lo schema della struttura e in basso scatti dall’interno.
Maurizio Graziani
un incidente aereo. E se ciò non bastasse alla loro difesa, interverranno i sistemi rilevatori di movimento e le muraglie di cemento armato spesse un metro. Una fortezza indistruttibile e impenetrabile. Questo bizzarro progetto è stato elaborato dalla Banca Nordica del gene, dal Ministero norvegese dell’agricoltura e dal Global Crop Diversity Trust. Straordinario aderente all’iniziativa è stato Bill Gates che, grazie ai 750.000 dollari della Bill & Melinda Gates Foundation, ha permesso anche agli Stati meno sviluppati di partecipare e di inviare i loro preziosi semi al deposito. Molti altri sono gli enti coinvolti: in primis lo Stato norvegese, che ha finanziato gran parte del progetto e sostenuto la manutenzione dell’impianto, e il Fondo Monetario per la diversità delle colture, che si occupa di coordinare la spedizione dei campioni di sementi. Ma quali sono i motivi che hanno indotto ad investire milioni di dollari in un progetto simile? Le opinioni sono molte, spesso contrastanti, e non mancano nemmeno le critiche. Soprannominato “l’arca dell’Apocalisse”, tale deposito sarebbe stato costruito in primis per assicurare all’umanità l’intero patrimonio genetico naturale in caso di catastrofi o gravissimi danni alle coltivazioni. In Afghanistan e in Iraq per esempio alcune banche dei semi sono state distrutte dalle recenti guerre. Fonti meno apocalittiche ritengono invece che il caveau delle Svalbard possa essere funzionale e fondamentale anche nel caso di perdita o distruzione del materiale genetico a causa di malfunzionamento di macchinari o di maneggiamenti erronei. Altri ancora sottolineano invece che, secondo un rapporto della FAO, esistono già nel mondo 1.400 banche di semi, e le personalità che si sono impegnate in tale progetto sarebbero state spinte da intenti egoistici e ancora sconosciuti. A smentire tali voci è intervenuto il premier svedese Stoltenberg, affermando che «il deposito è di importanza internazionale. Sarà l’unico nel suo genere perché tutte le altre banche genetiche esistenti sono di natura commerciale». Certamente la partecipazione degli Stati è molto sentita e questo permette di ampliare e arricchire il deposito. Alla cerimonia di posa della prima pietra dello Svalbard Global Seed Vault, avvenuto il 19 giugno 2006, hanno partecipato infatti Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca e Islanda. Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, ha definito tale caveau come un «giardino dell’Eden ibernato, un luogo dove la vita può essere mantenuta in eterno, qualsiasi cosa succeda nel mondo». Un patrimonio da preservare per la sopravvivenza dell’umanità più di qualsiasi altro patrimonio finanziario.
Kelly Chan
Ogm e biodiversità Accanto al fenomeno della salvaguardia del patrimonio genetico, si sviluppa clamorosamente la seconda Rivoluzione Verde. È stato definito in questo modo la ricerca e la diffusione, iniziata negli anni Novanta, degli OGM, ossia piante transgeniche create artificialmente grazie all’intervento dell’ingegneria genetica. Lo scopo principale era accrescere la produzione e creare coltivazioni migliori. Oggi si è rilevata infatti una notevole riduzione degli insetticidi e un aumento delle rese delle colture. Un progresso? Secondo molti ricercatori la risposta è negativa: gli OGM infatti, farebbero male alla salute. Il dibattito in realtà è ancora aperto e molte sono le posizioni. Certamente un ritorno alle coltivazioni naturali e genuine non può che portare benefici all’alimentazione e al benessere collettivo.
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Pollice verde
di Matteo Bellamoli
È tempo di semina... Dopo esserci occupati del giardino e della sua “tenuta estetica” sullo scorso numero, questa volta, torniamo a sporcarci le mani nell'orto dietro casa. Perchè in ottobre si raccoglie poco, ma si semina molto. E allora, mano alla vanga! (dal 5 al 19 ottobre), così come per la raccolta delle erbe aromatiche da essicare. In luna calante (dal 19 ottobre al 3 novembre) meglio invece rimuovere le erbacce, estirpare le piante giunte al termine del ciclo come il basilico. Bene seminare in questa fascia di tempo tutti i cavoli, compresa la verza, spinaci, fave, radicchio e piselli.
Giardino e cantina Dedichiamo qualche riga al giardino, altrimenti i molti lettori che ci mandano delle segnalazioni potrebbero perdere l'amore per questa rubrichetta. In piena terra potete seminare fiordaliso, calendula e speronella. Qualcuno suggerisce anche le camelie, ma attenti al vento! Preparate le aiuole con i bulbi primaverili, se curati già da ora vi daranno parecchie soddisfazioni. Dedicatevi anche al giardino: riseminate il prato se si è affaticato durante l'estate, il clima che si rinfresca e le piogge che aumentano aiuteranno a far sì che cresca più in fretta. In cantina? Se avete terminato la vendemmia (e la annessa “galzega”...) controllate il mosto in fermentazione. Se questa ha degli sbalzi provvedete ad arieggiare l'ambiente ed eventualmente aggiungete lieviti selezionati (attenzione alla scelta!).
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vrete avuto modo di leggerlo anche nella Rubrica “Vita di Montagna” di questo numero di Pantheon, ma lo ribadiamo anche qui: non c'è miglior periodo dell'autunno per sperimentare piatti dal sapore intenso, in grado di scaldare anche le giornate più uggiose. Peccato che il vostro orto abbia dato il meglio durante l'estate, e nonostante qualche pomodoro e qualche peperone potrebbero fare la sorpresa e regalarvi qualche altra piccola soddisfazione, è tempo di predisporre le semine per la stagione successiva. Chi ha l'orto in casa prepari vasi e aiuole per la semina autunnale, raccolga le erbe aromatiche da essiccare, senza mai dimentcare di consultare il calendario lunare (ma questo anche per chi ha l'orto all'aperto!). Dopo che aver preparato il terreno, ripulendolo anche delle piante selvatiche che vi sono cresciute durante l'estate, è tempo di semina. Le possibilità sono molte, ma si raccomanda sempre di prevedere le prime coperture in tessuto/non tessuto traspirante per le colture più delicate in previsione dell'inverno. Barbabietola, cavoli e verze, piselli, finocchi e face, cime di rapa, radicchio, ravanelli e spinaci sono alcune delle varietà che potrete piantare sia in vaso che in piena terra. Per seminare approfittate della luna crescente
L’angolo in rosa
RUBRICA di Camilla Pisani
L'amore malato le risposte di Verona alla violenza contro le donne I recenti fatti di cronaca riportati nelle pagine dei quotidiani locali hanno dirottato l'attenzione nazionale, in tema di femminicidio, sulla nostra città. Ma scopriamo che Verona è tra le province italiane meglio organizzate per proteggere le donne vittime della violenza maschile. Per loro si stanno mobilitando rappresentanti della politica, associazioni, professionisti e volontari, nella speranza che il loro intervento, un giorno, non serva più.
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on è questione di disinformazione. Di violenza di genere se ne parla tanto e spesso. È diventato un triste rito, ormai quasi quotidiano, aprire il giornale e leggere la notizia di un'altra donna, moglie, madre o fidanzata, uccisa per mano di un uomo, uno sconosciuto o, come accade nella maggioranza dei casi, dal proprio marito o compagno. E il paradosso è che esiste, in questa consuetudine, una sorta
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di assuefazione a nomi e volti che, giorno dopo giorno, si sovrappongono l'uno con l’altro diventando un’abitudine. Un uomo che ammazza la propria donna non è più un fatto di cronaca “eccezionale”, e dunque al di fuori dalla norma, ma entra nell’ordinario. Lo stesso contesto diventa un luogo a noi conosciuto, perché simile al nostro. Colpisce con durezza il fatto che non si tratti di persone che vivono in ristrettezze economiche, né in ambiti culturali arretrati. Sia le vittime che i carnefici sono spesso persone affermate e stimate all’interno della propria cerchia di amicizie e conoscenze. Arriva, dunque, schietta la domanda: come mai una donna istruita, informata e indipendente, accetta di stare accanto ad un uomo che ogni giorno la deruba di qualcosa: della propria incolumità, tranquillità, dignità? L'avvocata Sara Gini, Presidente di Telefono Rosa Verona, trae spiegazione di questo comportamento nella mancanza di autostima che una donna, anche se realizzata a livello professionale, ritrova nella propria sfera privata e sentimentale (la più fragile). «L'aver vissuto in una famiglia in cui si sono verificati episodi di violenza, o in cui si è stati soffocati dai propri genitori, influenza la persona per tutto il resto della vita, minandone ogni sicurezza» ha affermato l’avvocata. «Ciò accade perché in queste condizioni diventa problematica la formazione di un’identità e di una personalità forte ed autonoma». È per questo che
Il Telefono Rosa di Verona è una ONLUS consociata ai Telefoni Rosa di tutta Italia. Formato da un gruppo composto esclusivamente da volontarie, e oggi presieduto dall'avvocato Sara Gini, dal 1990 è un punto di riferimento consolidato in città per le donne vittime di violenza fuori e dentro le mura domestiche. Tra le diverse attività, si occupa di offrire consulenza legale e psicologica gratuite e di organizzare eventi di sensibilizzazione su tutto il territorio. Chi desidera aiutare l'associazione può diventare socia sostenitrice versando un contributo annuo di € 26,00, oppure diventare operatrice. Per entrare a far parte del centro come volontarie è in partenza un corso di preparazione gratuito, che si svolgerà nelle serate del 23 ottobre, 6 e 13 novembre, presso la Sala Congressi della Banca Popolare di Verona. Al termine degli incontri, durante i quali verranno impartite conoscenze di base in materia di diritto penale e psicologia, chi deciderà di intraprendere l’attività verrà sottoposta ad un colloquio motivazionale, per poi iniziare a collaborare con un anno di affiancamento ad operatrici esperte. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.telefonorosaverona.it.
L’angolo in rosa Telefono Rosa Verona, ONLUS che offre consulenza legale e psicologica gratuita alle donne maltrattate, opera molto sulla formazione nelle scuole, organizzando incontri e dibattiti con i più giovani. L’Associazione si avvale spesso della collaborazione del Comune di Verona, impegnato su diversi fronti perché la città si attrezzi con strutture che diano sostegno immediato alle donne violate. È Antonia Pavesi, consigliere con delega ai Servizi Sociali, a parlare di Petra, il Centro Antiviolenza promosso dall'Assessorato alle Pari Opportunità, in cui operano psicologhe professioniste, e del più recente progetto C.L.A.R.A., partito lo scorso gennaio proprio in parternariato con il Telefono Rosa, che intende aumentare la copertura dei servizi dedicati, introducendo la novità di uno sportello di ascolto e presa a carico di uomini maltrattanti. La stessa Pavesi promuove tutto l'anno campagne di sensibilizzazione caratterizzate da uno stretto legame con l'arte, come mostre, reading, rappresentazioni teatrali, installazioni e concorsi fotografici. Ha scelto questo stumento perchè, come afferma: «Il problema è culturale e come tale va combattuto. L’uomo di oggi si trova in grande difficoltà. Deve riacquistare una sicurezza che ha perso quando la donna ha cominciato ad essere indipendente dal punto di vista economico ma anche sociale, accettare che in questa nuova epoca maschi e femmine si trovino su
un piano egualitario e ritrovare una propria identità a partire da questa consapevolezza». Da queste parole emerge con chiarezza come l'abitudine maschile alla violenza si intrecci ad un problema che ha radici profonde, e che deriva dal non riuscire ad adeguarsi al cambiamento di ruolo subito dall'uomo negli ultimi decenni. Il potere della figura maschile su quella femminile è sempre stato insindacabile, soprattutto in un paese come l'Italia dove vige il culto della famiglia e dove la realizzazione personale sembra dover passare dal matrimonio, da mantenere unito ad ogni costo. Anche a quello della vita.
Il ricordo di Isolina
Si chiama Isolina, come Isolina Canuti, la giovane vittima di un efferato delitto avvenuto a Verona il 14 gennaio del 1900. Innamorata di un capitano dell'esercito Sabaudo, la ragazza verrà barbaramente uccisa dallo stesso durante una cena al ristorante, perché non rimanesse traccia della sua gravidanza. Si chiama anche come il titolo del romanzo-inchiesta sul caso, pubblicato nel 1980 da Dacia Maraini, che, sulla base delle cronache e dei documenti dell'epoca, ha ricostruito il processo nel tentativo di rendere una tardiva giustizia alla giovane, dopo che lo stimato assassino venne scagionato da ogni accusa. Isolina, oggi, è il nome di una neo-nata associazione di Verona formata da donne e uomini di diversa professione, uniti dal comune obiettivo di diffondere una maggiore cultura del rispetto verso la donna, da parte dell'uomo, e prevenire atti estremi come il femminicidio. La presentazione ufficiale si è tenuta domenica 13 ottobre, alla presenza della nota scrittrice fiorentina, ospite dell’incontro. In questa occasione, la presidentessa, Marisa Mazzi, ha illustrato i punti di uno statuto redatto dai membri dell'associazione, tra cui compare la richiesta all'amministrazione comunale di stabilire un fondo per un progetto pilota di prevenzione nelle scuole e la promozione di un tesseramento di massa in città a favore di Isolina. Tra queste voci, a riscuotere attenzione è, in particolare, la prima: la volontà degli associati di costituirsi come parte civile nei processi di femminicidio. La decisione è stata presa all'indomani dell'omicidio di Lucia Bellucci, uccisa in Trentino lo scorso 9 agosto dall'ex compagno, avvocato veronese con il quale Lucia voleva chiudere ogni rapporto. «Saremo parte civile nel processo Ciccolini, come in ogni altro caso simile» ha spiegato Chiara Stella, promotrice dell'associazione, «perché crediamo che l’omicidio di una donna vittima di violenza maschile sia una ferita all'intera società, che ci rigetta tutti nel buio della caverna. Se, in quanto parte civile, ci sarà un indennizzo, lo devolveremo per un lavoro di prevenzione nelle scuole, e per il recupero degli uomini che agiscono violenza».
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Storie vere Valentina Bazzani, giornalista e autrice di “Quattro Ruote e tacco 12”
Un'altra prospettiva Un libro per smuovere le coscienze. Oltre duecento pagine di vita vera nelle quali Valentina con umiltà e semplicità si racconta, si confida e si arrabbia. Sì perché dopo tutto lei è anche una donna che ama vestiti, make up e, perché no, Tacco 12.
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di Giorgia Castagna
alentina è una donna come tante altre, o quasi. Sì perché la tenacia e la forza che possiede la contraddistinguono a prima vista. Ventisettenne, giornalista, scrittrice e Socia della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Verona da una decina d’anni. Amante, come tutte le donne di cosmesi e shopping, curiosa, solare e a volte un po’ cocciuta. Pessimista mai, o meglio, come direbbe lei non più. Dimenticavamo, Valentina ha una disabilità che la costringe a muoversi su una sedia a rotelle, ma questo è solo un dettaglio. Storie vere, realtà semplici, esperienze di vita che ti toccano e insegnano che c’è una leggerezza, una grazia speciale nel puro e semplice fatto di esistere e nel vedere realizzato ciò che più amiamo. Valentina trasmette questo e molto altro, basta solo avere il tempo di fermarsi a conoscerla. All’età di dodici anni le viene diagnosticata una malattia neuromuscolare rara che le cambia la vita. Costretta a vi-
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vere su una sedia a rotelle si vede sfumare sogni, opportunità e possibilità, ma non si ferma e pianifica il suo riscatto personale. «Il problema più grande quando la vita ti mette alla prova è cercare di riuscire a collocarsi in un’altra prospettiva, provare a guardare il mondo da un altro punto di vista. Quando la sofferenza ti sfida, le possibilità sono molte. Puoi lasciarti andare nella passività assoluta, crogiolarti nel pessimismo o diversamente prendere la situazione in mano e affrontare a testa alta la vita». Valentina opta per la seconda scelta e decide di tirare fuori da sé il meglio. Nel 2003 pubblica il suo primo libro Una vita diversa, una sorta di diario scritto in un momento difficile nel quale sfoga tutte le sue emozioni e tutto ciò che vive. «Un’esperienza bellissima che mi ha permesso di conoscere veramente tante persone. Ha avuto un successo al di là delle mie aspettative, anche se, riguardando quelle pagine, mi rendo conto che le cose sono cambiate molto. A quell’epoca avevo sedici anni ed ero una ragazzina fragile, introversa e timida. Oggi ho ventisette anni e il percorso e le esperienze che ho potuto fare in questi anni mi hanno cambiato completamente. Ora sono più ottimista e innamorata della vita». Cambiamenti che si colgono già nelle prime pagine del-
Valentina Bazzani, giornalista e autrice di “Quattro Ruote e tacco 12”
la sua seconda opera Quattro ruote e tacco 12 dove tramite aneddoti e frames di vita quotidiana, raccontati in prima persona, fa capire difficoltà e pregiudizi di una società discriminante e difficile. «La cosa che più mi fa arrabbiare sono le barriere che esistono in questa società! E non mi riferi-
sco alle barriere architettoniche, uno scalino che con un po’ di forza si supera, parlo di pregiudizi e diffidenze che le persone hanno verso qualsiasi tipo di disabilità». Con provocazione ed ironia Valentina parla, tramite il suo libro, delle fatiche quotidiane delle sue passioni e del suo essere donna, ma non solo. Lo spazio non manca per elencare le tante soddisfazioni avute negli ultimi anni. Il suo lavoro le permette, infatti, di intervistare big della musica, dello spettacolo e grandi sportivi, persone che definisce «speciali e uniche. Ognuno di loro mi lascia qualcosa, mi arricchisce. Francesco Renga per esempio mi ha trasmesso la bellezza della semplicità, i «The Sun» curiosità e voglia di crescere, e poi Giovanni Allevi, una persona che sa cogliere mille sfumature dalla vita e te le mostra cosi come sono. Quando ha accettato di scrivere la prefazione del mio libro mi ha riempito di gioia». La scrittrice è un uragano di vita che fa riflettere sul senso della sofferenza, sull’amore, sull’amicizia e sulla femminilità. «Sono tanti i messaggi che
Alcuni scatti della presentazione del libro a Tarmassia (qui, a sinistra in basso e nell’altra pagina). A sinistra in alto, Valentina con Fabrizio Frizzi durante una recente maratona Telethon.
volevo far passare, ma il titolo, volutamente provocatorio, parla da sé. Il look per una donna è importante, aiuta a migliorare la propria autostima e le relazioni, ma è bene comprendere che la femminilità non deve essere ricondotta solamente all’aspetto fisico. Essa comprende anche la componente psicologica, spirituale ed emozionale. Molto spesso, quando una donna è su una sedia rotelle, viene definita disabile, prima che donna. È tempo di cambiare prospettiva!».
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SOCIALE L’associazione Prospettiva Famiglia fa scuola
Perché fare Rete
è possibile anche nel sociale Una rete di agenzie educative che con costanza e coerenza si impegna a essere un nuovo punto di riferimento per la famiglia. In una società in continua evoluzione dove il tempo la fa da padrona ritagliamoci la qualità che si meritano i figli.
C
di Giorgia Castagna
hiamarla semplicemente associazione sarebbe riduttivo, definiamola invece “rete di aiuto” dove al suo interno, in modo sinergico ed efficace, confluiscono iniziative ed interventi formativo-culturali a sostegno della famiglia di oggi e di domani. Si perché Rete Prospettiva Famiglia, questa la denominazione ufficiale, grazie alla collaborazione delle principali agenzie educative presenti nel nostro territorio e con il supporto delle istituzioni locali, come la Sesta Circoscrizione e il Comune di Verona, si mette al servizio delle famiglie per supportarle nella quotidianità. «Le attività dell’associazione spaziano su vari fronti» spiega Daniela Galletta, Referente Responsabile della Scuola per Genitori ed Educatori di Prospettiva Famiglia «dalla creazione di gruppi di lavoro e ascolto divisi per problematiche e classi di età, a conferenze con dibattito sugli argomenti più sentiti, all’organizzazione d’incontri tra famiglie con problematiche omogenee al fine di condividere e fornire prospettive per il superamento delle difficoltà. Ogni anno, per far fronte a nuove questioni e richieste, allarghiamo la nostra rete raggiungendo così più persone, affiancandole e accompagnandole». Rete Prospettiva Famiglia, che non ha scopo di lucro e ha carattere di volontariato, na-
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sce nel 2007 grazie ad alcuni membri dell’ex-Osservatorio della Gioventù, in particolare all’ex Preside Andrea Salandra, alla Professoressa Daniela Galletta e a Don Giulio Bertazzo. «Percepito il grande bisogno di non interrompere le attività educative rivolte ai giovani, e anzi, di incrementarle, ci siamo buttati a capofitto in questa iniziativa che riuniva, inizialmente ben sei Istituti Comprensivi e diverse realtà educative. Superate le prime difficoltà del caso ci siamo ritrovati a gestire una realtà ben sopra le nostre attese, ma che non ha fatto altro che confermarci quanto da sempre ipotizzato: oggi più che mai i ragazzi hanno bisogno di risposte, di punti fermi e di sicurezze e, a dargli tutto ciò, non possono essere di certo
il web, i programmi televisivi, sempre meno educativi, o gli stessi social network. I genitori e la società stessa chiedono aiuto e noi cerchiamo di darlo. Gli obiettivi nel corso degli anni non sono cambiati: il desiderio è di allargare gli orizzonti in un’ottica sempre più ampia, avviare nuove proposte formative, per l’intera istituzione “famiglia”, coinvolgere tutte le agenzie educative del territorio e crescere insieme» spiega la professoressa Galletta. Tante le attività avviate all’interno del Centro Civico Tommasoli di via Perini, nuova sede dell’associazione, che ad oggi conta oltre trenta scuole, diversi Istituti superiori, associazioni sportive e parrocchie. Tra i corsi da menzionare, quelli incentrati sull’edu-
Daniela Galletta (seconda da sx) durante l’intervista con l’ex magistrato Giuseppe Ayala.
cazione sanitaria, sportiva e stradale; l’apertura di due sportelli gratuiti, uno come supporto psicologico e l’altro legale e tanti incontri con esperti e professionisti del settore. Fiore all’occhiello di Rete Prospettiva Famiglia, la Scuola per Genitori ed educatori, che da oltre tre anni continua a proporre a tutti gli educatori e genitori, validi momenti di riflessione, crescita e formazione. Essa rappresenta un punto di convergenza per tutte le agenzie educative della Rete, ed è motivo di vanto per la stessa associazio-
L’associazione Prospettiva Famiglia fa scuola ne. «La grande e sentita partecipazione delle famiglie nel corso degli anni e le preziose indicazioni ricevute dai numerosi questionari di gradimento compilati, motivano il nostro impegno e ci spronano a continuare questa necessaria sfida educativa. I nostri figli ci osservano e verificano ogni giorno la nostra coerenza: nel rispetto delle regole, nell'assolvimento del dovere personale, nella tutela dei diritti, nella ricerca dei grandi ideali. Prospettiva Famiglia vuole diventare sempre più un luogo privilegiato d’incontro e di scambio di reciproche esperienze per essere un supporto educativo per lo sviluppo della solidità etica del nucleo familiare: un servizio che Prospettiva Famiglia desidera offrire soprattutto a chi crede ancora nei valori di una famiglia sana, per una società migliore».
I programmi per l'anno 2013 Ad inaugurare quest’anno l’avvio del nuovo “anno accademico” della Scuola per Genitori ed Educatori, è stato Don Bruno Fasani nella serata di venerdì 11 ottobre presso il Teatro Alcione. Il programma dell’anno, diviso per tematiche mensili, ha toccato temi di grande spessore ed attualità, attraverso incontri appuntamenti coinvolgenti e momenti importanti. Tra le serate più attese l’incontro con la dottoressa Maria Falcone e l’appuntamento con lo psichiatra veronese, il professor Vittorino Andreoli. Per conoscere il programma completo e per entrare a far parte della rete basta visitare il sito www.prospettivafamiglia.it
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SPORT Verona sportiva sugli scudi
Umberto Scandola campione! Il pilota di Erbezzo, assieme all'imperiese Guido d'Amore, ha conquistato il titolo di Campione Italiano Rally. È la prima volta di un veronese. di Matteo Bellamoli
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nseguiva questo sogno da diverso tempo, forse da quando a correre erano il padre e lo zio, e lui e il fratello Riccardo, che oggi è team principal della Skoda Italia Motorsport, seguivano le gare di rally come spettatori. Lo scorso 31 agosto, al 49° Rally Del Friuli e delle Alpi Orientali, con due gare di anticipo sulla fine della stagione, Umberto Scandola ha strappato a Paolo Andreucci il titolo di Campione Italiano
Assoluto. È la prima volta di un veronese. È la prima volta della Skoda. È la sua prima volta. Emozioni che rimarranno indelebili non solo nella carriera di Umberto, ma anche nella memoria dei tantissimi tifosi che lo seguono con affetto da sempre, perdonandogli anche gli errori più clamorosi, quelli che a scuola avrebbero valso la punizione dietro la lavagna. Ma Umberto è così: semplice, vero, sorridente, disponibile con
tutti. Forse è anche per questo che è impossibile non fare il tifo per lui. Emozionanti le immagini che sono state diffuse dal suo Fan Club dall'arrivo al controllo stop dell'ultima prova speciale, quando la parte agonistica era terminata e mancavano solo i chilometri per la pedana di arrivo. Abbracci, sorrisi e quella che potrebbe definirsi “una bella “sgasata liberatoria”. Missione compiuta. Bravo Umberto.
11° Revival Rally Club Valpantena Torna in Valpantena e Lessinia dal 17 al 19 ottobre, la manifestazione di regolarità sport numero uno in Italia.
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quipaggi dal Regno Unito, dalla Germania, dall'Austria, dalla Spagna e dalla Repubblica Ceca. Il Revival Rally Club Valpantena arriva alla sua 11ma edizione, che si disputerà in due tappe venerdì 18 e sabato 19 ottobre. Il percorso sarà identico a quello dello scorso anno, con otto prove complessive, quattro nella prima tap-
pa e quattro nella seconda. Oltre alle “Praole”, “Casotti” e “Busoni”, le attesissime “San Francesco” e “Squaranto”, con il passaggio dall'abitato di San Francesco, reso celebre dalla manifestazione, e lo show al “Circuito di Alcenago” (sabato 19 dalle ore 13:30), prova studiata per il pubblico dove sarà possibile spostarsi tramite una sentieristi-
ca appositamente dedicata. Se a questo aggiungiamo che le vetture partecipanti sono i “mostri sacri” che hanno fatto la storia del rally, ecco un buon motivo per non perdere la corsa che parte da Grezzana. Tutte le info su www.rallyclubvalpantena.it oppure su facebook.com/RallyClubValpantena
Foto: pianeta-calcio.it
20 anni dei Falchi di Sant'Anna d'Alfaedo Così come esistono favole sportive nel calcio maggiore, vedi la storia recente del Chievo Verona (tanto per rimanere fra le mura di casa), anche nel calcio dilettantistico possiamo trovare storie di società, di persone, di appassionati che meritano di essere raccontate. C’è una squadra di calcio in Lessinia, e precisamente nella Lessinia occidentale, quella famosa per la pietra, che nei suoi vent’anni di vita festeggiati proprio in questo 2013, ha scritto una delle pagine più belle del dilettantismo veronese. L’attività calcistica dell’U.S. Sant’Anna d’Alfaedo nasce nel 1993. In sole 9 stagioni, dall’anno di fondazione al 2002, riesce a passare dalla Terza categoria alla Promozione. Un salto triplo che non farebbe così scalpore se non ci trovassimo in montagna, con tutte le criticità climatiche e logistiche connesse, se i protagonisti di questa grande scalata non fossero quasi esclusivamente ragazzi di Sant’Anna e dintorni, se le risorse economiche e umane che hanno permesso tutto questo non provenissero in gran parte dalla piccola comunità locale posta a quasi mille metri di altitudine. Per festeggiare o semplicemente per ricordare i più bei momenti di una splendida pagina di sport dilettantistco che perdura da vent’anni esatti, quest’estate i “Falchi della Lessinia”, che ora militano nel campionato di Seconda, si sono ritrovati a Fosse per una grande rimpatriata in stile amarcord. Tra tanti sorrisi, tanti abbracci e qualche occhio lucido, una carrellata di presidenti, dirigenti, accompagnatori, giocatori, tifosi, simpatizzanti, tutti convinti, questo sì, che la favola granata possa regalare nuove autentiche emozioni anche in futuro.
di Matteo Scolari
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hi non è mai stato colpito dalla bellezza e dalla magia delle colline della Val d’Illasi? Ci sono poche altre zone nella provincia di Verona che sappiano emozionare come questa. Immaginate di potervi rilassare, praticare sport, o rimettervi in forma immersi proprio in questa affascinante atmosfera. Non è un sogno, è realtà. Siete appena entrati al San Felice Sport Club, una struttura accogliente che potrà offrirvi tutto quello che state cercando dallo sport al fitness, dal benessere alla riabilitazione. Una grande novità di questa struttura è proprio il centro riabilitativo, inaugurato meno di un anno fa. Qui personale preparato saprà accogliervi e seguirvi nel migliore dei modi offrendo una presa in carico globale attraverso un iter di valutazione, cura e riabilitazione dei pazienti affetti da patologie o disfunzioni di carattere neuro-musocloscheletrico, ortopedico, post-chirurgico e post traumatico. Particolare attenzione viene rivolta alla prevenzione e alla cura delle patologie posturali. Oltre ai quattro box per la cura, le visite e i trattamenti manuali, sarà possibile anche effettuare gli esercizi nella piscina interna riscaldata. Nell’acqua a 31°C, i movimenti saranno più semplici e naturali, e il recupero più veloce e meno doloroso. La stessa piscina, fiore all’occhiello del centro, è disponibile anche per il fitness e per i corsi di nuoto. Data l’altezza non eccessiva dell’acqua (1metro e 30), questa vasca riscaldata è perfetta per i bambini, ai quali sono dedicati i corsi di acquaticità dai 3 mesi ai 3 anni, e i corsi di nuoto fino ai 10 anni, e si presta alla perfezione anche per gli esercizi rivolti alle gestanti. Se invece volete mantenervi in forma, potrete usufruire della palestra, dotata di attrezzature Technogym, in grado di monitorare i vostri progressi e aggiornare le vostre tabelle personali, sempre seguiti da istruttori qualificati. Nella stanza fitness, adiacente alla palestra, sotto uno sceno-
grafico tetto in legno, potrete scegliere uno dei corsi che più si adattano alle vostre esigenze: pilates, gag, strong abdominal, ballo country, senza dimenticare i programmi acquatici di Acquagym, Acquafitness e molto altro. Dopo un buon allenamento, non sarebbe da disdegnare un momento di relax e tranquillità. Provate a coccolarvi e rigenerarvi nel nostro caldo ed accogliente centro benessere: la sauna vi permetterà di stimolare il cuore e la circolazione, eliminando le tossine in eccesso; il bagno turco vi farà scoprire il potere anti-stress del vapore, oltreché il suo benefico effetto per le vie respiratorie; l’idromassaggio distenderà tutti i vostri muscoli per una sensazione di pace appagante; il bagno di fieno vi trasmetterà l’atmosfera rurale di questi luoghi aiutandovi a curare artrosi, rigidità articolare e spasmi muscolari. Se ancora non sarete soddisfatti, il centro offre trattamenti completi viso e corpo, cerette, massaggi, manicure, pedicure e avrete la possibilità di accedere al solarium. Va ricordata anche l’attività cinofila del “Power Dog training center” che organizza all’interno del San Felice Sport Club, corsi per i nostri amici a quattro zampe: educazione di base, agility, free style, clicker training, dog trekking, seminari, stage e tanto altro ancora. Non da ultimo, per tutto il periodo che va da giugno ad agosto, sarà aperta anche la pittoresca piscina esterna, all’ombra del castello di Illasi. Lo Sport Club organizza inoltre trekking a cavallo tra le splendide colline della Val d’Illasi e nel suggestivo Parco Naturale della Lessinia. In estate, gli appassionati dello sport in genere potranno godere di una rilassante vacanza o semplicemente di uno speciale weekend a contatto con la natura presso il nostro Rifugio Alpino “Lausen” (1200m), sopra Velo Veronese.
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#Novità_2013 Un mini viaggio nelle prossime uscite sul mercato digitale. Da sistemi operativi a programmi, da software ad hardware, dai cellulari alle consolle per videogiochi. Ce n'è per tutti i gusti. di Francesco Turlon
S La Presentazione del Samsung Galaxy Gear
Windows 8.1
IOS 7 vs IOS 6
Moto x
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crivere di innovazione e nuove tecnologie porta a pensare che, appena si affronta un tema, è già il momento di cambiare prospettiva e riprendere la ricerca infinita nell’alveare digitale. Ogni cercatore della rete aspira a un ipotetico effetto “wow” nello stesso modo in cui i cavalieri di Chretien de Troyes valicavano confini ignoti per trovare il Santo Graal. Come questo misterioso artefatto religioso, l’innovazione pura è impossibile da trovare: quando la si contempla e descrive si tratta di Storia, non più di Futuro. È difficile capire se ciò che vedremo nei prossimi mesi sconvolgerà appassionati e professionisti di tecnologia. Noi, quasi obbligatoriamente, abbiamo dato uno sguardo a ciò che sarà. E ci sarà tanto da vedere. Al momento dell’uscita di questo numero di Pantheon avrete già visto i nuovi modelli 5c e 5s di Apple, presentati il 10 settembre insieme al nuovo sistema operativo iOS7. Per mesi Apple è stata sotto i riflettori di appassionati, shareholders e sviluppatori. Tutti si aspettavano qualcosa (neanche loro saprebbero dirvi cosa) che facesse intendere che ci fosse ancora un futuro di innovazione per Apple dopo la scomparsa del fondatore Steve Jobs. Il 19 settembre il sistema operativo è stato rilasciato agli utenti. Il nuovo design è bello ed elegante, in tipico stile Apple, e sono state aggiunte più di 200 funzionalità, molte in realtà non visibili al consumatore finale. La nuova grafica e il processore a 64 bit dell'Iphone 5s faranno di certo gola e nei prossimi mesi vedremo se il consolidamento dei prodotti di questa importante azienda porterà i suoi frutti.
C’era forte attesa per Moto X, smartphone nato dal matrimonio tra Google e Motorola (la prima ha acquistato la seconda nel maggio 2012), già distribuito per il mercato americano, ma di cui purtroppo non vedremo l’uscita in Europa nell’immediato. Guardando al terzo attore principale, Microsoft, nel mese di settembre la casa di Redmond ha annunciato l’acquisto dei cellulari Nokia per poco più di 7 miliardi di dollari. Non si tratta di una novità, e già lo scorso anno (Panhtheon n. 33 - Settembre 2012) vi avevamo accennato l’accordo intercorso tra le due aziende per dotare i Nokia Lumia del sistema operativo Windows Phone 8. L’accordo si chiuderà nel primo trimestre del 2014. Da notare che tutti i grandi colossi informatici stanno facendo delle acquisizioni nell’ambito della produzione di dispositivi mobili andando incontro alla richiesta inespressa di utilizzo in mobilità. Ne sono prova i numerosi stand dedicati alla tecnologia mobile e indossabile presenti nel mese di settembre all’IFA 2013 di Berlino, evento annuale dedicato a elettronica di consumo e applicazioni domestiche. A fare da padroni sono stati smartphone e smartwatch, orologi intelligenti di cui si parla da parecchio tempo. La prima ad entrare in questo settore è stata Sony con il suo SmartWatch 2 (SW2), anche se l’attesa era tutta rivolta verso il Samsung Galaxy Gear. L’uscita in Italia di quest’ultimo modello è avvenuta il 25 settembre ma è ancora presto per sapere se il costo di circa 300 Euro, la possibilità di collegare il dispositivo a solo 4 dispositivi Samsung e l’idea di collegare tutte le
Fine anno tecnologico sere insieme al cellulare anche l’orologio, saranno un deterrente o elementi di poco conto per chi da tempo sogna di utilizzare il telefono dal proprio polso. Nell’ambito della tecnologia d’intrattenimento visivo domestico a farla da padroni sono stati Samsung, LG e Sony le cui innovazioni riguardano: il connubio tra tecnologia OLED (massimo contrasto ed elevato risparmio energetico) e 4K (o UltraHD, quattro volte la risoluzione fullHD), l’introduzione di schermi curvi e display pieghevoli e la produzione di contenuti per queste tecnologie, con smartphones e videocamere già disponibili per la ripresa in 4K (Sony Xperia i1 Honami con processore Snapdragon 800 e ACER Liquid S2). Tornando a parlare di sistemi operativi, il 17 ottobre è prevista in Italia l’uscita del nuovo aggiornamento Windows 8.1. Avevamo già parlato della difficoltà di introduzione sul mercato di questo sistema operativo, non soltanto per la saturazione del mercato dei PC o la presenza sempre più imponente di
X BOX ONE (a sinistra) rivale diretta della Play Station 4
altri competitors, alcuni completamente gratuiti come le distribuzioni Linux (Pantheon 38 - Marzo 2013), ma anche per lo scarso appeal dell’esperienza utente. L’aspetto realmente all’avanguardia riguarderà l’integrazione con le stampanti 3D, e Microsoft sarà la prima azienda a fornire questo tipo di funzionalità. Il colosso di Redmond sarà protagonista di un’altra uscita in ambito videoludico: Xbox One vedrà infatti la luce in Italia il 22 novembre, seguita a ruota dalla Playstation 4 (PS4) di Sony
la settimana successiva. Su carta le due console sono simili, anche se le prestazioni di PS4 sembrano migliori, strizzando l’occhio ai giocatori nudi e crudi, laddove Xbox One, attaverso Kinect 2 e fruizione di strumenti e contenuti multimediali, punterà a un’esperienza interattiva più totalizzante. Il prezzo di PS4 sarà di circa 100 Euro inferiore rispetto a quello di Xbox One (499,00 €). A decidere la vittoria tra le due, sarà l’Arena dei consumatori finali.
ARTE&CULTURA Nuovo centro culturale a Verona
Spazio all'eccellenza Nasce un nuovo polo culturale dedicato alle eccellenze artistiche e produttive del territorio. A Villa La Valverde, nella nuova prestigiosa sede di Delmiglio Editore ed Excellence Club. di Laura Perina
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ettete insieme un editore impegnato da anni nella valorizzazione del territorio, un'associazione culturale che raggruppa i protagonisti dell'eccellenza e una tenuta cinquecentesca alle porte della Valpantena. Aggiungete creatività, progettualità, un team di giovani motivati ed entusiasmo quanto basta, ed ecco che nasce Excellence Lab, vera e propria fucina di espressioni e sinergie. «Da molto tempo cercavamo uno spazio dove dar vita a iniziative e collaborazioni tra eccellenze del territorio» spiega Emanuele Delmiglio, ideatore della collana Excellence Book da cui nasce l'omonimo club. «A Villa La Valverde si è verificata una favorevole coincidenza: da un lato una struttura di grande fascino e dall'altra la lungimiranza e la disponibilità della proprietaria, Maria Giulia Da Sacco». Architetto paesaggista, nata e cresciuta a La Valverde, Maria Giulia Da Sacco ha sapientemente riportato alla luce negli spazi della villa tutta la bellezza del paesaggio veneto, guidata dalla ricerca del gusto per la qualità della vita. L'incontro con Emanuele Delmiglio, che da anni racconta, attraverso testimonianze dirette, le biografie dei protagonisti del panorama scaligero e del Nordest, è avvenuto
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in occasione della decima edizione di “Excellence Book, protagonisti a Verona” data alle stampe nei primi mesi del 2013, sulle cui pagine figurava proprio Maria Giulia Da Sacco. Villa La Valverde, aveva spiegato durante l'intervista, «era un'azienda agricola che venne acquistata dai miei avi all'inizio dell'Ottocento. Il complesso originale risale alla fine del Quattrocento, gran parte della corte venne costruita nel Cinquecento e gli annessi rurali sono seicenteschi. Aveva molto terreno attorno, di pertinenza dell'azienda agricola, e così è stata utilizzata da quelli che l'avevano comprata. Mio padre la ereditò negli anni Sessanta e decise di restaurare il corpo principale. Piano piano ho continuato io, sistemando le barchesse, dove ora ci sono alcune abitazioni, e la vecchia tinazzara». La villa ospita degustazioni e vendita di prodotti organici, corsi di progettazione di orti e giardini, laboratori didattici e, da oggi, è la nuova prestigiosa sede della Delmiglio Editore e dell'Excellence Club. «In accordo con Maria Giulia» specifica Delmiglio, «abbiamo voluto dar vita a un centro culturale “diverso”, che ricalcasse lo spirito con il quale il club svolge le sue attività: familiarità, genuinità e sentimento. Oltre ad Excellence Lab, luogo nel quale organizzare eventi,
incontri, occasioni di relazione tra i nostri protagonisti e il pubblico, intendiamo creare un Excellence Point, ovvero una vetrina per le eccellenze del territorio». Con questo sodalizio, affiancato dalla nascita del nuovo portale “Living Excellence”, si apre la strada verso «la costruzione di nuove sinergie per la promozione e il potenziamento del territorio, uno degli obiettivi che Excellence Club porta avanti fin dalla sua fondazione». Per informazioni: contatti@excellencebook.it
Apparecchi acustici > Le nuove tecnologie garantiscono una migliore comprensione della voce e un’eccezionale qualità del suono
Da Zelger esperti dell’udito: apparecchi acustici per l’udito attivo Con i nuovi apparecchi, Zelger intende garantire a chi ha problemi di udito una maggiore qualità di ascolto e di vita
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e persone con problemi uditivi trovano da Zelger esperti dell’udito un supporto mirato per una migliore qualità del sentire e di vita. I tecnici audioprotesisti di Zelger puntano oggi su ausili uditivi speciali che favoriscono l’udito attivo grazie all’ottimale interazione tra tecnologie avanzate. L’udito attivo è una condizione essenziale per partecipare pienamente alla vita e per interagire con gli altri. Poter prendere attivamente parte il più a lungo possibile alle tante e diverse situazioni che la vita ci offre è oggi più importante che mai. Perché è importante un udito attivo? Chi sente attivamente può godere appieno dei momenti passati con la famiglia e gli amici, può comunicare senza limitazioni in ambito lavorativo e può sentire tutta la gamma dei suoni della vita. La percezione mirata di una varietà quanto più ampia di suoni favorisce l’udito attivo fino ad un’età avanzata. Infatti, più è ampia e varia la gamma dei segnali acustici percepiti, più efficienti si manterranno le reti neurali cerebrali. Anche una piccola perdita di udito può però compromettere la nostra capacità di sentire attivamente. Gli esperti dell’udito di Zelger hanno osservato che molte persone colpite da questo fenomeno percepiscono l’ascolto come un’attività stancante e hanno difficoltà a distinguere i suoni in ambienti rumorosi. Di conseguenza, tendono a estraniarsi dalla società, dagli amici e dalle attività usuali fino all’isolamento. I nuovi apparecchi per l’udito attivo. I nuovi apparecchi acustici rispondono proprio a questa problematica, supportando il cervello nell’elaborazione delle informazioni acustiche e riducendo lo sforzo di ascoltare e capire. L’espressione verbale viene automaticamente accentuata, mentre i rumori di sottofondo, come il brusio delle voci in un bar, vengono attutiti. Il parlato diviene molto più chiaro e facilmente comprensibile in qualsiasi situazione, ed è possibile interloquire piacevolmente e senza sforzo, percependo nitidamente suoni del tutto naturali. Indossati pressoché invisibilmente dietro l‘orecchio o nel condotto uditivo, gli apparecchi garantiscono la
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più alta discrezione, che continua a essere una delle esigenze principali dei portatori di protesi acustiche. Controllo e prova gratuiti. Chi è interessato ad avere maggiori informazioni o vuole provare gratuitamente per 30 giorni i nuovi apparecchi acustici che favoriscono l’udito attivo si può rivolgere alla Farmacia dell’Assunta di Grezzana in via Roma 43, dove ogni lunedì dalle 8.30 alle 12.30 sono presenti gli esperti dell’udito di Zelger, oppure tutti i giorni al Zelger Center Verona in via Giovanni della Casa 22. Presso la farmacia e al Zelger Center è inoltre possibile eseguire un controllo dell’udito gratuito che rappresenta il primo importante passo sulla via verso il sentire bene.
Informazioni presso Zelger esperti dell’udito, tel. 045 800 9 800 oppure su www.zelger.it
STORIA Liliana Libera Tedeschi
Una vita per l’arte
Liliana Tedeschi
A tu per tu con una voce storica del giornalismo, della poesia e della cultura veronese. Liliana Tedeschi apre le sue porte di casa per Pantheon e si racconta in una intensa e intima intervista. di Giovanna Tondini
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legante, nella sua veste dorata. Un bastone sorregge la sua sapienza, costruita in 87 anni di esperienza. La sua casa, un nido d’arte. I libri disegnano forme aguzze sopra i mobili. Le stampe sullo sfondo riempiono le pareti con un ricordo. Essenza di vita, dentro quattro mura. Perché la vita è arte. Anzi, «l’arte è la vita. Dell’umanità». Parola di Liliana Libera. Anzi, di Liliana Tedeschi. Perché Libera, cognome paterno, «non funzionava, non lo capivano. Le mie pubblicazioni che hanno avuto successo, infatti, sono quelle apparse con il cognome di mio marito». Tedeschi, appunto. Eppure, al di là del nome, a entrambi Liliana deve molto. A suo padre, per averle trasmesso l’amore per l’arte: «gestiva il più grande e unico panificio di Verona in tempo di guerra. Si trovava in Borgo Milano. E la sua passione era quella di raccogliere opere d’arte». A suo marito, per averla intro-
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dotta nel mondo degli artisti: «Nello era geometra, pittore e incisore. Aveva anche una galleria d’arte». Fin da piccola Liliana scrive poesie. «Per me scrivere è vivere», e aggiunge: «mi sono rovinata scrivendo a macchina!». Sempre la prima della classe a scuola, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Padova ottiene la sua prima pubblicazione. La tesi su Kafka, «il primo studio italiano sul grande filosofo», dice con soddisfazione, a cui seguono cinque anni di insegnamento. «Ma avevo poca attitudine per questo mestiere. Ho sempre preferito scrivere e intervenire nelle conferenze sull’arte». Inizia così a lavorare per alcune riviste di moda del tempo, come Alba, Grand Hotel, Anna bella e scrive molti gialli e romanzi rosa. «Servivano per guadagnare, ma mi divertivo mol-
to a scriverli». La scrittrice ricorda quando, mentre era in villeggiatura al mare, le arrivavano i telegrammi. E lei continuava a lavorare ininterrottamente nonostante i due figli. Il giornalismo le ha regalato molto. Le piaceva molto l’intervista diretta. Un consiglio alle nuove generazioni? «Non fare il giornalista se non si è convinti, se non si è entusiasti e cursiosi di conoscere. Il giornalista deve indagare, portare alla luce qualcosa di nuovo. Capire. Ci vuole dunque un’attitudine». Quella che a Liliana non è certo mancata. Anche se la soddisfazione più grande è arrivata solo alla fine della sua lunga carriera. «Quando ho avuto il ruolo di critica d’arte a L’Arena ho mollato tutto per dedicarmici pienamente». Al tempo era un ruolo molto ambito, al contrario di oggi, spiega, mentre continua con
Liliana Libera Tedeschi aria preoccupata: «ho paura, perché attualmente l’arte non è più seguita. I musei sono vuoti». Forse perché, come dice lei stessa, la gente oggi è refrattaria ad ascoltare, non si ferma. Ma l’arte, in tutte le sue forme, ha bisogno di tempo. Attraverso l’arte si scoprono nuove cose, che nemmeno il giornalismo è in grado di raggiungere. «Le giornaliste dell’epoca, tra cui Oriana Fallaci, non avevano molta simpatia per me, perché avevo tanta cultura e conoscenza dell’arte alle spalle». Un tempo la casa di Liliana era sempre piena di gente. La sua vita era molto attiva. «Ero una donna polemica, oggi mi mancano le forze». Rimpiange il passato, Liliana. Lei, sempre combattiva, che ora si sente imprigionata in un corpo che non la segue più. «Adesso il mio più grande dispiacere è non essere più giornalista e critica». Ma rimane sempre la poesia, «la cosa più grande», che ancora oggi riempie le sue giornate. Un poetare ermetico, comprensibile solo a chi condivide la sua immensa cultura. «Quello poetico, a un determinato livello, è un
“Se grida il deserto” Andatevene/tornate alle vostre terre/tornate alle vostre case/i cammelli restino nei deserti/ non potete fare niente per me - / la mia casa è come la sabbia / il mio cuore triste / come quando il sole sorge / dietro la Valle dei Re - / andatevene / varcate altre strade / altri amori / altri silenzi / tutti quelli che amavo / mi hanno abbandonato / i cammelli restino nei deserti / l’acqua trema in fondo ai pozzi. / Tutti quelli che amavo / mi hanno abbandonata. / Sono malata e sola” (L. Tedeschi, Per ascoltare Montale)
mondo elitario, isolato e solo lì si trovano le più grandi verità». In poesia, infatti, «non si può mentire. La poesia è misteriosa, ma è la verità». Per fare poesia «è importante saper cogliere l’immediatezza del momento. Avere lucidità». Qualità presenti in Liliana, tutt’ora, nonostante lei si lamenti degli anni che avanzano. Siede nel suo salotto, la signora Libera Tedeschi. Con fare attento e sicuro legge i versi di Se grida il deserto”(vedi box), una delle sue poesie che preferisce, per il tono polemico. Prosegue con Sostanziali allusioni sulle rive e parafrasando spiega: «qui c’è l’ignoto. Non ci sono gli affetti. Qui emerge il senso di una vita estrema». Proprio come la sua. Alza lo sguardo e la sua voce si interrompe. «Non voglio tediarvi ancora
con le mie poesie». Poggia il libro sul tavolo, con prontezza si alza e raggiunge uno scaffale nell’angolo. Tra le molte carte arruffate estrae un piccolo faldone, ne scorre i titoli e poi a voce alta legge Margherite e nostalgia. La definizione di Liliana, secondo Liliana. Progetti e dissolvenze nelle poesie è un’opera che rimane ancora inedita. Chissà che non si realizzi il sogno di pubblicarla, prima che si dissolva nella sua stessa poesia.
SALUTE La nostra quotidianità “stressata”
Stress: quando è vero e quando no?
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uando ci troviamo alle prese con un nuovo incarico lavorativo, un esame all’università, o altre sfide quotidiane, mettiamo alla prova noi stessi e le nostre capacità. Siamo costantemente sottoposti a ritmi serrati, e il “sentirsi stressati” è una condizione comune a molte persone. Ma il termine stress è talmente abusato, che ci si trova ad utilizzarlo anche quando le situazioni non lo richiedono. Per aiutarci a comprendere meglio una questione così intricata, parliamo con Isabella Mannucci, psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
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Isabella, quando è corretto parlare di “stress” e quando non lo è? Si utilizza questo termine per situazioni molto diverse tra loro, alcune molto difficili, altre per quella che è la normale reazione di fatica e stanchezza, soprattutto mentale, quando affrontiamo cambiamenti e stimoli che ci sottopone la vita. Innanzitutto dovremmo distinguerlo dallo “stimolo”. Un nuovo incarico di lavoro, una nuova missione da portare a termine, sono stimoli. Dove c’è stimolo, c’è la nostra reazione di adattamento, la nostra risposta, e l’organismo si attiva psichicamente e fisiologicamente. Aumenta il cosiddetto “livello di allerta”, e il corpo si sente attivato per reagire. Il mio cuore batte più veloce, la pressione arteriosa aumenta, e posso avere una tensione muscolare data dal mio attivarmi, ma non necessariamente significa che io sia stressato. A volte però capita che gli stimoli siano molti, o che alcuni di essi siano particolarmente dannosi. Un licenziamento improvviso, purtroppo attuale in questo periodo difficile, è una pressione dannosa, uno “stress negativo” specialmente per gli aspetti psicologici che comporta. In questo caso dunque, nonostante io senta di avere le risorse per poter reagire ad uno stimolo così negativo,
Isabella Manucci
“Stress” è un termine che ricorre con molta frequenza nel nostro lessico quotidiano, spesso in dosi eccessive. Isabella Mannucci, psicologa e psicoterapeuta, ci aiuta a fare chiarezza sull’argomento di Francesca Merli
Contatti Isabella Mannucci Telefono : 340 9711893 e-mail: isabellamannucci@gmail.com sito web: www.mannucci.net
è l’ambiente esterno a non consentirmi di farlo. Lo stress negativo compare quando il mio stato di attivazione e la mancata risposta dall’esterno, persistono per troppo tempo. In caso di “stress negativo”, c’è una relazione con eventuali disturbi che si verificano nel nostro organismo? È difficile rispondere con certezza, ma è certo che con l’aumento della mia reazione di attivazione che mi spinge a fare qualcosa e una mancanza di risposta dall’esterno, ho un fattore stressante con cui fare i conti
La nostra quotidianità “stressata” e un’impossibilità ad agire. L’organismo tenta di resistere, producendo una quantità di ormoni e spendendo più energie possibili per poter continuare a farlo. A questo punto però, si sacrificano le forze utili alle altre attività fisiologiche del nostro corpo, che vengono concentrate tutte in una sola direzione. Si crea così un notevole scombussolamento fisico, e l’esaurimento delle energie comporta una serie di disturbi, come quelli gastrici. È stata fornita una spiegazione medica all’insorgere di questi disturbi? Un medico austriaco, Hans Selye, endocrinologo, aveva studiato lo stress dal punto di vista fisiologico, utilizzandolo per indicare la risposta dell’organismo a uno stimolo negativo, noto anche come “stressor”. Negli anni Trenta, si servì di sperimentazioni sui topi per dimostrare che c’è un’effettiva relazione tra sollecitazioni esterne, “stressor”, e risposte interne dell’organismo. Ad esempio un mal di testa da tensione, è uno dei disturbi più diffusi e ha a che fare con tensioni di tipo muscolare, che incorrono in situazioni di un’eccessiva pressione dall’esterno. Siamo un organismo in cui mente e corpo sono la stessa cosa, non ci possiamo scindere. La componente fisica è rilevante, e fare sport è importante perché con l’attività fisica il corpo, che la mente sente teso, si rilassa. Agisco sulla tensione corporea, e allento quella mentale. Si può parlare di “stress soggettivo”? C’è chi soffre maggiormente di
“È indispensabile capire il nostro punto di sovraccarico”
altri in situazioni stressanti? Non c’è una categorizzazione in questo. Ci sono svariate tipologie di stimoli, che per qualcuno possono essere nocive, per altri no. Il fattore del controllo conta molto. Ognuno di noi ha risorse diverse, sia personali che sociali, che forniscono strumenti per far fronte alle situazioni e controllarle al meglio. Capire dove sta il nostro punto di sovraccarico è indispensabile per conoscere i propri limiti. Dovremmo considerarci come un termometro, dove 0 è l’assenza di ansia e 100 è il panico. Per funzionare bene si dovrebbe stare tra 20 e 50, in modo
che la nostra mente possa funzionare al meglio e avere l’energia giusta. Oltre il 50, scatta il panico. C’è una sorta di “vergogna” nel riconoscersi limitati di fronte a un problema? Sì, è molto frequente. Si arriva a sentirsi inadeguati, ad avere qualcosa di sbagliato rispetto alle altre persone. Ma non c’è nulla di sbagliato nel riconoscere il proprio limite, e ciò che invece comunemente facciamo è sovraccaricarci da soli. Diamo troppo poco tempo a noi stessi, e forse bisognerebbe pensare sempre al nostro benessere, concedendoci più spazi.
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città CINEMA Fiction inRUBRICA
Vita di montagna
Autunno sulla tavola Quella autunnale è sicuramente la stagione d'oro per l'enogastronomia montana. Tra funghi e marroni, un itinerario tra le manifestazioni che rendono omaggio ai sapori della montagna veronese di Marta Bicego
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utunno, stagione di raccolta di prodotti tipici della montagna veronese: in particolar modo funghi e marroni. I primi, con le dovute accortezze, da andare a ricercare nei boschi o da assaporare, già belli e serviti, nel piatto. Vale lo stesso per i gustosi frutti del castagno ai quali sono dedicate due tradizionali sagre, a San Rocco di Piegara e San Mauro di Saline, entrambe nel mese di ottobre. Quello autunnale è, infatti, il periodo d'oro per l'enogastronomia montana: offre parecchi spunti per i buongustai e per chi ha la passione di mettersi ai
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fornelli a sperimentare nuove ricette. Suggeriamo perciò un itinerario a tappe, per imparare a conoscere il territorio dei Monti Lessini veronesi attraverso alcuni dei sapori che esso può offrire. Roveré Veronese Il nostro viaggio inizia a Roveré dove a fine agosto si è tenuta la ventunesima edizione della Festa dei Funghi promossa dalla Pro loco con il contributo di Comune e Comunità montana in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi e l'Associazione Italiana Sommelier. Evento nell'evento è stato il terzo concorso enogastronomico “Fungo d'oro” che ha portato sei chef a gareggiare, a suon di portate, nella cucina del ristorante Jegher usando come ingredienti principali funghi e tartufi da servire come antipasti, primi e secondi piatti abbinati a
vini locali. A spuntarla su tutti è stato lo chef Marco Ala dell'osteria Verona Antica con una ricetta che abbina tradizione e creatività: gnocchi di patata bolliti in brodo di muschio e conditi con salsa a base di tartufo e porcini (foto). Pietanza che ha conquistato i componenti della giuria del concorso ed entusiasmato i 150 commensali che hanno preso parte alla serata. La medaglia d'argento è andata alla zuppa di cipolle bianche con porcini trifolati, guanciale di maiale stagionato e cialde di parmigiano preparata da Claudio Guglielmini del ristorante Guglielmini di Cerro, mentre l'orzotto in salsa di tartufo, topinambur e formaggio di capra di Luca Mazzola del rifugio Castelberto ha conquistato il bronzo. Tra gli altri partecipanti alla gara: Daniel Laiti de Il caminetto di
Vita di montagna Fiction in città il 20 ottobre con stand enogastronomici, vendita di marroni crudi e cotti, musica con i Takabanda sotto una tensostruttura riscaldata, bancarelle lungo le vie del paese, mercatino degli artigiani del legno e ferro. Alle 10:00, caccia al tesoro nel bosco e, alle 16:00, “Cherridar-sarocheti allo sbaraglio” spettacolo di varietà dell'associazione Mamitielu'. San Mauro di Saline Il mese dedicato al frutto del castagno si chiude, il fine settimana del 27 ottobre, a San Mauro di Saline con la quarantatreesima edizione della tradizionale Sagra dei Marroni. Altra occasione appetitosa per assaggiare il prodotto tipico del paese, tra chioschi enogastronomici e banchetti, con la possibilità di visitare l'abbazia di San Leonardo, immersa nel verde del Monte San Moro. La sagra prende il via venerdì, con il concorso del miglior marrone, quindi con le note afro sotto le stelle. Serata in musica anche sabato. Marroni in mostra invece, domenica, assieme ai dolci del concorso “Il marrone in pasticceria” che verranno premiati alle 15:00. Appuntamento ormai
tradizionale preceduto, alle 14:30, dalla sfilata dei castanicoltori accompagnati dal corpo bandistico La Primula di Cogollo. Per l'intera giornata, stand enogastronomici aperti e la possibilità di assaggiare marroni cotti e crudi con vino Torbolin. Alle 16:00 ballo liscio, fino a concludere la festa con uno spettacolo pirotecnico. Infoval srl
Malga San Giorgio, Roberto Merzari del ristorante Villa de Winckels di Tregnago, infine Oreste Salaorni del ristorante pizzeria La Fonte di Mezzane. San Rocco di Piegara Per chi decide di trascorrere una giornata all'insegna della tradizione, degustando uno dei frutti caratteristici della montagna, tappa consigliata è alla ventunesima edizione della Sagra dei Marroni di San Rocco. La manifestazione, in programma domenica 20 ottobre, è preceduta quest'anno da due fine settimana di iniziative per salutare il ritorno della prelibatezza autunnale sui Monti Lessini. Domenica 6 ottobre si inizia con l'apertura degli stand enogastronomici, oltre alla vendita di marroni crudi e cotti accompagnati da vino Torbolin, intrattenimento musicale e torneo della cuccagna. Sabato 12 ottobre, alle 21:00, discoteca in piazza con giovani dj alla San Rock Night II e, domenica, altre iniziative per grandi e piccini: dal folklore del gruppo Der Gibiener Musikanten alla passeggiata tra castagni e contrade. Si prosegue
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FAMILY DAY
13 ^ edizione della Manifestazione Gastronomica Culturale Ogni evento avrà inizio con l’aperitivo in baita per proseguire poi al ristorante con menù a tema, “filò” e racconti della Lessinia. Durante le serate dimostrazione dal vivo della produzione del formaggio, del salame, o altro.
Il programma completo su www.jegher.it
Domenica 13 ottobre 2013 - TRADIZIONALE FESTA DEI NONNI Via Baito Jegher, 1 - Roverè Veronese (VR) - Tel. 045 7835561 - www.jegher.it
MUSICA Pantheon underground
Nessy, le favole esistono anche nella musica
È
come la favola del brutto anatroccolo che da grande scopre di essere un bellissimo cigno. La storia personale e musicale, seppur molto giovane, di Stefania Discorsi, in arte Nessy, ricorda molto la trama della fiaba di Andersen. «Da piccola i miei amici mi chiamavano piccolo mostriciattolo. Da qui il soprannome Nessy, come il mostro di Lochness. Io ero molto timida e pure un po’ stonata» confessa la cantante diciannovenne, originaria di Bergamo, che da molti anni vive in provincia di Verona «Mi rinchiudevo spesso in casa ad ascoltare la musica che ama mio papà Luigi, grande appassionato dei classici italiani degli anni Trenta e Quaranta». «Sono cresciuta con artisti come Terranova, il Quartetto Cetra» prosegue Stefania «tuttavia ho imparato fin da subito ad amare i big del rock internazionale anni Sessanta e Settanta come i Deep Purple o i Led Zeppelin e i grandi maestri del cantautorato italiano di quel periodo».
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Questa fusione di generi e di periodi musicali molto diversi tra loro ha consegnato a Nessy uno stile unico e particolare. Voce profonda, ricca di sfumature, capace di raggiungere anche tonalità molto basse nonostante la giovane artista abbia meno di vent’anni. Una passione poi, quella per il folkblues, che ben si sposa con un’immagine elegante e classica, simile a quella delle cantanti italiane del ventennio tra le due guerre. «Ho iniziato a cantare proprio per superare la timidezza. Un professore di scuola ha insistito dicendo che affrontando un pubblico sarei riuscita a vincere il mio carattere introverso. Così ho cominciato a prendere lezioni di canto e a esibirmi nei primi concerti con le band di paese. Ora amo il contatto con la gente e devo confessare che più persone mi trovo davanti e maggiore è l’adrenalina e la voglia di cantare». Nessy ha già vinto alcuni concorsi canori per giovani e si è esibita in molti concerti tra Veneto e Lombardia. Iscrivendosi all’Accademia Musicale ACAM di Verona, ha potuto perfezionare ulteriormente la tecnica vocale e il suo talento le ha permesso di arrivare a un passo dal Festival di Sanremo Giovani. «Ho partecipato all’Accademia sanremese arrivando ad esibirmi durante le selezioni all’Ariston davanti al produttore di Vasco Rossi. Una bella emozio-
di Matteo Scolari
ne. Sono stata anche ospite in diretta televisiva dal Rolling Stones su PrimoCanaleSound TV e SKY e ho partecipato alle accademie di Castrocaro e St. Vincent». Un impegno musicale che le consente, a suo dire, di affrontare quella gavetta di cui i giovani artisti hanno bisogno per crescere: «i Talent show, ora di moda, mi piacciono, ma bisogna arrivarci con un’esperienza alle spalle anche se si è giovani. Ho ancora troppo da imparare e ho una voglia matta di mettermi alla prova». Da settembre 2013 Nessy si esibisce live in acustico in duo o in trio «per raggiungere quel livello di intimità col pubblico che desidero» e promuove il suo nuovo EP composto da quattro brani: Contro il Tempo (che dà il titolo al disco), Hai chiuso con me, Notte di luce e Contro il Tempo ver. remix. Questo lavoro discografico le ha permesso di farsi conoscere a un pubblico più ampio, anche dei social visto che le canzoni sono disponibili nei principali stores online e proprio il singolo Contro il Tempo è stato accompagnato da un videoclip visibile su Youtube, realizzato dal regista veronese Luca Adami. «Sogno di fare qualcosa di grande nella musica» conclude Nessy, «nel frattempo continuo ad ascoltare i miei artisti preferiti, ovvero Ray Charles, George Michael, Mia Martini e Cristina Aguilera».
EVENTO Festa della Fede 2013
3 parole, 4 numeri e migliaia di giovani Sabato 12 e domenica 13 ottobre, in Arena, l’evento che Casa Serena aspettava da 40anni.
di Mattia Zuanni
Sabato 12 ottobre:
di Casa Serena. Come ogni anno però, non ci sarà solo il Meeting (aperto a tutti i ragazzi nati nel 97-98-99), ma anche la Festa del Passaggio, una «proposta seria che vede impegnati singolarmente i 17enni, i quali sono chiamati ed invitati a prendere una decisione personale in vista del cammino di fede che dovranno continuare nella vita parrocchiale» e il Party con me, «non un weekend qualunque, ma una grande occasione per tutti i 18enni per guardare con una nuova prospettiva le mani, il cuore e la croce...». Come ogni anno il CPAG con tutti i suoi collaboratori si è fatto in quattro per organizzare un evento che (quest’anno per davvero) potremmo definire più unico che raro. L’attesa è stata lunga, 40 anni non sono affatto pochi, e chissà quando ci sarà un’altra occasione per vedere uno spettacolo così: più di diecimila ragazzi uniti, o meglio riuniti, nel nome della Fede.
Domenica 13 ottobre: Santa Messa, Ecco
Perché Canto Ore 14.00 - Inizio CONVEGNO CHIERICHETTI presso la chiesa di San Tomaso Cantauriense. Ore 15.00 - Apertura del cancelli dell'Arena Ore 16.00 - "SPAZIO CRESIMA" animazione e testimonianze a cura del CPR alla presenza dei CRESIMATI E CRESIMANDI (ragazzi nati negli anni 2000 e 2001) Ore 16.30 - Accoglienza in Arena della RELIQUIA DI SAN ZENO e inizio della Messa per l’Anno della Fede Ore 20.30 - rassegna di musica cristiana con ospiti significativi. Per maggiori informazioni www.festadellafede.it
A tutt perto e le sere
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Cucina casalinga sabato e domenica
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on è più il solito meeting adolescenti, non ci sarà più il palazzetto gremito di ragazzi (oltre 6000) delle varie parrocchie della Diocesi di Verona; per “l’evento che dà il la all’anno pastorale” quest’anno Casa Serena ha voluto fare le cose in grande. Con un palazzetto che ormai “stava stretto”, il Centro Pastorale Adolescenti e Giovani (CPAG) della nostra Diocesi ha pensato bene di prendere quel piccolo monumento che sta al centro della piazza più importante di Verona per riempirlo di persone. Tutto è iniziato quasi per scherzo: «Vuoi che il 40° anniversario del meeting adolescenti lo facciamo in Arena?». Battuta o no, fatto sta che «la nostra Arena di Verona, il teatro all'aperto più grande del mondo, vedrà la celebrazione di questo grande traguardo per la pastorale adolescenti della nostra Diocesi e accoglierà tutti i giovani per fare festa insieme». Parola di Don Nicola Giacomi, vice direttore
Meeting Adolescenti, Festa del Passaggio, Party con me Ore 15.30 - Ritrovo dei 17enni e 18enni in due luoghi distinti per la Festa del Passaggio e Party con me Ore 15.30 - Ritrovo degli adolescenti nelle "ISOLE” cittadine. Accoglienza e lancio del tema Ore 18.00 - Partenza degli adolescenti dalle isole in corteo per raggiungere piazza Bra. Per le vie della città si snoderanno cortei festosi con lanci di messaggi significativi Ore 18.20 - Flash mob in Piazza Bra! Ore 18.30 - Inizio accoglienza in Arena degli adolescenti Ore 20.00 - Ingresso in Arena dei 17 e 18enni e sistemazione nella platea. Ingresso degli iscritti "Extra" Ore 20.30 - Inizio della provocazione: musical e veglia Ore 23.00 - Conclusione
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a r z e r è - B o s c o c h i e s a n u oVa - V r tel. 045 70 85 049
CINEMA La battaglia delle sale di quartiere
Un futuro in bianco e nero Come sopravvivono le piccole sale contro la concorrenza senza limiti dei multisala? Tra cineforum, rassegne teatrali e film d'autore ecco le strategie per non far svanire un fotogramma del nostro passato. di Giulia Zampieri
È
l'ottobre del 1997 e sbarca a Verona il primo multisala, l'antagonista del vecchio e intimo cinema di quartiere. Il Warner Village è solo il primo della moderna famiglia dei cinema multiplex presenti sul nostro territorio, ma sarà ben presto seguito da altri multisala che iniziano a comparire sia in provincia che nel centro città. Di pari passo con la diffusione delle multisala, si assiste però anche alla chiusura di vari cinema di quartiere, le piccole sale cinematografiche che con le loro pellicole avevano fatto sognare i nostri nonni.
Oggi, a 16 anni esatti dall'arrivo del primo cinema “moderno”, chi è riuscito a resistere di fronte ai grandi colossi non ha di certo vita facile. Molti dei piccoli cinema di quartiere per far fronte al calo di affluenza organizzano cineforum, rassegne di film d'essai, con proiezioni di alto livello che spesso sfuggono alla grande distribuzione. Nella nostra zona, il Cinema Teatro Alcione, il cinema Teatro Nuovo San Michele e il Cinema Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto hanno già messo a punto ricchi e interessanti calendari per la stagione in partenza a ottobre con proiezioni a prezzi agevolati, soprattutto per giovani e over 60. Per differenziarsi dalle multisala alcuni cinema hanno messo in atto altre strategie come nel caso del Cinema Teatro Nuovo di San Michele, che anche quest'anno propone la rassegna Mondovisioni: 7 documentari firmati dal settimanale Internazionale trasmessi in lingua originale, con sottotitoli in italiano, in programma a partire da novembre sino a maggio 2014. Come se tutto ciò non bastasse, i cartelloni dei piccoli cinema dividono anche la collaborazione di compagnie teatrali d'eccellenza: ecco quindi la rassegna proposta dal Cinema Teatro Alcione, dal successo ormai consacrato, affianco a rassegne meno
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La battaglia delle sale di quartiere
conosciute, ma non per questo meno meritevoli. La Barcaccia sarà in scena a San Michele dando vita all'umorismo goldoniano, mentre la compagnia Teatro dei Pazzi arriverà a Grezzana il 6 dicembre, sullo stesso palcoscenico che sarà calcato anche da I meo de la coà. Ma se dunque l'offerta dei piccoli cinema è così variegata e ricca, perché si sente parlare così spesso di crisi dei cinema di quartiere e parrocchiali, fino ad ipotizzare la loro futura scomparsa? Da un lato sembrano mancare grandi associazioni che tutelino queste piccole realtà, promuovendo lo spirito di squadra e la collaborazione per far fronte, assieme, alla concorrenza. Interessante è l'esempio dato dai cinema di Firenze che lo scorso anno si sono uniti creando una card utilizzabile in ben 23 sale cittadine. La formula si è rivelata vincente: tariffe ridotte per i cinefeli, sale finalmente piene e in più
la possibilità di partecipare gratuitamente a incontri con attori e registi. Ancora una volta vince il “fare rete”? Non sarà un caso. D'altro canto, oltre allo spirito de “l'unione fa la forza” da parte degli addetti ai lavori, ciò che manca molto spesso è proprio l'affluenza di pubblico. «Noi nel nostro piccolo facciamo il possibile per promuovere il cinema di quartiere» confida Claudio Bianchi, responsabile del Cinema Teatro Valpantena di Grezzana. «Siamo tutti volontari e questo ci permette di abbattere i costi dei biglietti. Stiamo per dare inizio alla stagione cinematografica che durerà sino alla primavera proponendo una proiezione il sabato alle ore 21 e tre proiezioni la domeni-
ca, di cui una destinata a bambini e ragazzi». Se il cinema è vicino a casa e il biglietto costa poco, perché non approfittarne? «Una ventina di anni fa avevamo organizzato anche un cineforum, una bella iniziativa che purtroppo ha avuto vita breve a causa della scarsa affluenza. E pensare che con il teatro abbiamo il problema contrario: troppe persone in sala! Speriamo però che le cose cambino, e il successo teatrale contagi anche la rassegna cinematografica». E se parte del problema fosse anche, o soprattutto, una mancanza di lungimiranza da parte nostra? Abbiamo atteso la modernità con tanta trepidazione, stufi del vecchio e assetati di novità. Il nuovo è arrivato e pian piano stiamo mettendo in soffitta il vecchio. Con le cose vecchie e trascurate però il rischio è questo: si abbandonano e si mettono da parte e quando poi ci si accorge che sono i nostri ricordi, la nostra storia, spesso è troppo tardi. Forse è questo il vero senso della lungimiranza: è nostro dovere guardare lontano ma non per questo dobbiamo cancellare il passato. Possiamo vivere il futuro, anche in bianco e nero.
Speciale Festival del Cinema africano Anche quest'anno dal 15 al 24 novembre la nostra città racconterà i tanti colori dell'Africa grazie al Festival del Cinema Africano. Tanti gli eventi organizzati, i film in concorso e le proiezioni per le scuole. Due i cinema di quartiere coinvolti: Cinema Stimate e Teatro Camploy.
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Il libro del mese
IL LIBRO DEL MESE
RUBRICA
recensione a cura di Alessandra Scolari
Titolo: Il segreto del coraggio Autore: Geronimo Stilton Edizioni PIEMME Prezzo: Listino 23,50€ (previsti anche sconti) Pagine: 255 (più 30 pag. di giochi) Riservato ai bambini da 9 anni in su
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Fotografa il qr code per accedere al trailer originale di “WikiLeaks - Il quinto potere”
Titolo: WikiLeaks - Il quinto potere Genere: Thriller Durata: 120 minuti Regia: Bill Condon Attori: Benedict Cumberbatch, Daniel Bruhl, Alicia Vikander, Carice van Houten Uscita (Italia): 17 ottobre
Classici da non perdere
Il libro: Geronimo Stilton vive nel regno della fantasica Città di Topazia. Ogni giorno ha a che fare con streghe e streghette, fantasmi, ragni giganti e non solo. Il libro Il Segreto del Coraggio inizia con un Pipistrillo che recapita a Geronimo una pergamena contenente l’invito al castello di Tenebrax e una chiave. Lì questo astuto Topo ha già un’amica, Tenebrosa Tenebrax, regista famosa di film su «L’isola dei Topi», forse in pericolo, quindi lascia il suo lavoro di direttore de «L’Eco del Roditore», non prima di aver detto «Oh, come mi piace casa mia!». Prima di partire per questa nuova avventura beve ben 13 camomille! L’ansia di Geronimo cresce quando il tassista gli chiede tripla tariffa e la mancia e lo avvisa «non entri…». «Che fifa!» Geronimo troverà il coraggio di entrare, ma incontra corvi, fantasmi (ombre) e mummie. Deve trovare qualche «idea…stratopica!» Qual è? Chiamare sua sorella Tea, il cugino Trappola, il nipote Benjamin: insieme attraverseranno il castello e Geronimo se la caverà….? E il segreto del coraggio qual è? Anche Biancaneve, Cenerentola, Pinocchio, Hansel e Gretel hanno trovato il coraggio. Le ultime 30 pagine del libro sono riservate ai «Giochi del coraggio e dell’allegria». Dal teatrino del coraggio, alla caccia al tesoro (spiegata anche l’organizzazione), al top test, al «Diario del coraggio». Insomma un libro avvincente. L’autore: Geronimo Silton nasce da un’idea di Elisabetta Dami, la quale a 13 anni inizia a correggere le bozze della casa editrice di famiglia (Piero Dami). Fin da giovane fa volontariato con i bambini malati e da questa esperienza nasce la sua idea di raccontare avventure, con protagonista un topo: Geronimo Stilton. Pubblica il suo primo racconto a 19 anni e diventa subito un fenomeno editoriale mondiale. Elisabetta vive in Italia e in Israele (Tel Aviv), ama viaggiare ed esplorare: a 23 anni fa il giro del mondo, poi scala il Kilimangiaro, fa trekking in Nepal e in slitta attraversa la Lapponia. Inoltre partecipa a numerose maratone (deserto del Sahara e New York), visita Alaska, Perù, Egitto e l’Isola di Pasqua. In possesso del brevetto di pilota Elisabetta va in Zambia per visitare la scuola Abataka Found. Già perché, grazie al successo dei suoi libri, continua tuttora ad aiutare bambini malati, orfani e abbandonati. Curiosità: Nel 2000 esce il primo racconto di Geronimo Stilton, in collaborazione con la casa editrice Piemme, che decide di produrre questa collana. In 13 anni ha dato vita a circa 400 storie, tradotte in 40 lingue (compreso il cinese), venduto in più di 85 milioni di copie nel mondo, di cui 26 milioni in Italia. Sta diventando un boom televisivo. Stilton è il nome dato ad un formaggio inglese del 17° secolo, di cui i topi, come è noto, sono ghiotti.
a cura di Mattia Zuanni
Il film: La storia ha inizio quando il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange (Benedict Cumberbatch)e il suo collega Daniel Domscheit-Berg (Daniel Bruhl) uniscono le loro forze per diventare dei cani da guardia, in grado di controllare l’attività dei potenti e dei privilegiati. Grazie a un piccolo budget, i due creano una piattaforma online che consente ai loro informatori di trasmettere in forma anonima delle notizie riservate, puntando così i riflettori sui luoghi oscuri dove si nascondono i segreti governativi e i crimini aziendali. In breve tempo, riescono a svelare più notizie importanti di tutti i leggendari mass media tradizionali messi insieme. Ma quando Assange e Berg mettono le mani sulla maggiore raccolta di informazioni riservate nella storia degli Stati Uniti, si scontrano tra di loro e devono rispondere a una questione fondamentale nella nostra epoca: qual è il costo di mantenere riservati i segreti in una società democratica e quale il prezzo da pagare quando si decide di rivelarli?
Curiosità: È stato presentato come film d’apertura al Toronto International Film Festival con un ottimo riscontro da parte della critica che ne ha lodato le atmosfere che ricordano i grandi thriller politici degli anni Settanta e che lo paragonano ad un grande film di questi anni: The Social Network. Il regista è Bill Condon, autore degli ultimi due episodi della saga cinematografica di Twilight. Senza neanche averlo visto, essendo tutt’ora rinchiuso nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, Assange ha silurato il film dopo aver messo le mani sullo script, accusandolo di essere nient’altro che un massiccio attacco di propaganda contro WikiLeaks.
Titolo: Qualcosa è cambiato Genere: Commedia Durata: 133 minuti Regia: James Brooks Attori: Jack Nicholson, Helen Hunt, Greg Kinnear, Cuba Gooding Jr. Lui è un misantropo razzista, villano, paranoico, ossessionato da tic e complessi. Ma nella sua eccentrica vita stanno per entrare un pittore omosessuale con il suo delizioso cagnolino e una ragazza-madre che fa la cameriera. Una graffiante commedia vincitrice di due premi Oscar (Jack Nicholson come Miglior Attore Protagonista, e Helen Hunt come Miglior Attrice Protagonista).
EVENTI DAL 6 OTTOBRE – LESSINIA CAMMINAPARCO E PEDALAPARCO Varie località del Parco Naturale Escursioni organizzate all’interno del Parco Naturale Regionale. Le iscrizioni per le singole uscite sono obbligatorie entro le ore 13:00 del giorno precedente. Per conoscere tutto il calendario visitate il sito o chiamate i numeri di riferimento. Info: 045.7050088 - www.pedalaparco.it DAL 10 AL 14 OTTOBRE – SAN GIOVANNI ILARIONE SAGRA DELLE CASTAGNE Piazze e vie del centro Autunno momento di festa per i sapori più tipici delle colline di Verona. A S. Giovanni Ilarione, oltre alle caldarroste e ai marroni, mostra dell’artigianato e l’immancabile Vino Torbolin. Info: 045.6190773 – www.ilarione.it DAL 11 AL 13 OTTOBRE – SORGÀ SAGRA DELL’ANARA Piazza centrale – Fraz. Pontepossero Dopo la sagra del Pessin, tocca ora alla Festa dell’Anara, altro piatto tipico della “bassa” veronese. A Sorgà consigliamo l’anitra arrosto, fatta proprio come una volta. Info: 045.7320025 12 OTTOBRE – ROVERÈ VERONESE FIERA AGRICOLA Piazza V. Emanuele – Ore 17:00 Tradizionale appuntamento con il bestiame, le macchine agricole e l’attrezzatura per il lavoro dei campi. Non mancherà un ricco mercatino di prodotti agricoli ed artigianali. Info: 045.6518005 – www.rovereveronese.net 13 OTTOBRE – SOAVE GIORNATA DELLE BANDIERE ARANCIONI Tutto il paese Occasione perfetta per la scoperta dei borghi più suggestivi di Soave con tour guidati e assaggio dei tipici sapori locali. Info: 045.6190773 – www.bandierearancioni.it 13 E 27 OTTOBRE – VERONA TREKKING URBANO LEGAMBIENTE Via San Zeno in Monte – Ore 10:00 Alla scoperta della città, dell’Adige e delle mura romane a piedi per riscoprire la mobilità intelligente e ragionata. Info: 045.80096865 – www.legambienteverona.it 13 OTTOBRE – SAN GIOVANNI LUPATOTO PASSEGGIATA TRA LE FRAGOLE AUTUNNALI Raldon – Ore 8:30 Annuale appuntamento tra natura, tradizione e sapori del bosco. Info: 335.7542254 – www.umvmarciare.it 17, 18, 19 OTTOBRE – GREZZANA 11° REVIVAL RALLY CLUB VALPANTENA Grezzana, Lugo, Cerro e Lessinia La regolarità sport numero uno in Italia torna con le sue affascinanti vetture, leggende dei rally anni ‘70 e ‘80. Partenza da Cerro venerdì 18 e arrivo a Grezzana sabato 19 dopo 8 Prove di Controllo Tempo. Per il pubblico consigliata la PCT “Circuito di Alcenago”, studiata con appositi sentieri. Info: 045.980189 – www.rallyclubvalpantena.it 18, 19, 20 OTTOBRE – VERONA LIBRAR VERONA 2013 Centro città Fine settimana culturale da non perdere. Mostra mercato del libro “Andar per Libri” con fulcro della manifestazione in Piazza dei Signori e Loggiato di Frà Giocondo. Nello stesso tampo, appuntamento con “Verona Gustosa” per assaggiare prodotti tipici nel Cortile del Tribunale. Info: 045.8068680 – www.tourism.verona.it
Pantheon non si assume la responsabilità per cambi imprevisti di date o orari dei singoli eventi.
18 OTTOBRE – SOAVE SPIZZICASOAVE Cantina di Soave – Ore 18:00 Aperitivo enogastronomico itinerante che vede coinvolte numerose cantine del territorio impegnate nella produzione del vino Soave. Venerdì 18 sarà protagonista la Cantina di Soave e l’incantevole sede di Borgo Rocca Sveva. Info: 392.9245549 – www.stradadelvinosoave.com 19 E 20, 26 E 27 OTTOBRE – SAN ZENO DI MONTAGNA FESTA DEL MARRONE SAN ZENO D.O.P. Piazza Schena Castagne in festa anche a San Zeno di Montagna con le classiche ricette (caldarroste in primis), ballo, musica, arti antiche e mestieri, mercatini artigiani e vino Torbolin. Info: 045.6289296 – www.comunesanzenodimontagna.it 20 OTTOBRE – PESCANTINA ADIGEMARATHON 2013 Borghetto, Pescantina, Dolcè Decima edizione per la gara di canoa, kayak e rafting sul fiume Adige, unica prova italiana delle Canoe Marathon Classic World Series. Due partenze distinte: a Borghetto di Avio per gli agonisti e a Dolcè per gli amatori. Arrivo a Pescantina con grande spettacolo sportivo. Info: 347.2687890 – www.adigemarathon.it DAL 22 AL 27 OTTOBRE – BADIA CALAVENA SULLE SPALLE DEI GIGANTI Chiesa Parrocchiale Arriva anche a Badia la mostra Rivela dedicata alla capacità della fede ti trasformare la vita delle persone. Iniziativa avviata per vivere appieno l’anno della Fede. Ingresso libero. Info: 347.9765382 – www.rivela.org DAL 18 AL 20 OTTOBRE – SAN ROCCO DI PIEGARA SAGRA DEI MARRONI Piazza – Tensostruttura riscaldata Imperdibile festa dedicata al Marrone numero uno (assieme a quello di San Mauro) della Lessinia. Castagne arrostite, bollite, impastate, cucinate e chi più ne ha più ne metta. Da non dimenticare anche le degustazioni di vino, la mostra artigiana con gli antichi mestieri e molto altro. Da ricordare che sabato 12 ottobre, alle 21:00, sarà in scena la Disco per i giovani, e domenica 13 la Gibiener Musikanten con passeggiata tra castagni e contrade. Info: 045.7840009 – prolocosanrocco@libero.it DAL 25 AL 27 OTTOBRE – SAN MAURO DI SALINE SAGRA DEI MARRONI Va in scena la 43ma edizione della tradizionale Sagra, occasione appetitosa tra chioschi e banchetti. Possibile visitare l’abbazia di San Moro, oltre ai dolci offerti da “il marrone in pasticceria”. Sfilata dei castanicoltori, con la Banda di Cogollo, e alla sera della domenica spettacolo pirotecnico! Piazza della Chiesa e vie del centro Info: www.facebook.com DAL 26 OTTOBRE – VERONA VERSO MONET Gran Guardia Inaugura Verso Monet – Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento mostra pittorica dedicata alla natura. Aperta fino al 9 febbraio, proporrà celebri artisti, da Van Gogh a Cezanne oltre a molti altri autori attraverso questi trecento anni di storia. Aperta dal lun al giov 9:00/19:00, ven e dom 9:00/20:00 e sab 9:00/21:00. Biglietti con e senza prenotazione, con tariffe dai 13 ai 15 Euro. Info: 0422.429999 – www.lineadombra.it
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ERRITORto A SPIkkI ALCENAGO
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di Alessandra Scolari
A Monte Comun la commemorazione di Rita Rosani e Dino Degani Autorità e tanti cittadini (di Grezzana e Negrar) accompagnati dalla Banda musicale cittadina di Grezzana hanno commemorato, domenica 8 settembre, al «sacrario» di Monte Comun (realizzato dal grezzanese Lino Tezza) le vittime di guerra e in particolare quelle della tragedia del 17 settembre 1944. Nella battaglia, che ha visto contrapposti circa 200 nazifascisti e una quindicina di partigiani, persero la vita l’ebrea triestina Rita Rosani, il diciottenne Dino Degani di Negrar, il quale, benché ferito, continuò a combattere (mentre i compagni si ritiravano) e tornò indietro per aiutare Rita, ma venne freddato: dispersi Selva, Gallo e Orso (nomi di battaglia). Il sacrificio di questi cinque giovani resta la testimonianza indelebile della loro forza e desiderio di libertà. L’orazione ufficiale è stata di Maurizio Zangarini, docente di storia contemporanea all’Università di Verona e fondatore (1986) dell’Istituto Veronese per la storia della Resistenza, autore del libro Storia della Resistenza veronese (Cierre Edizione, dicembre 2012. Pagine 700, vedi foto), nel quale ha ricostruito anche il combattimento di Monte Comun considerandolo «un avvenimento importante per la storia della Resistenza veronese». Documentare la vita e la storia di Rita Rosani medaglia d’oro e definisce Dino Degani medaglia d’argento «figura eroica che riassume lo spirito migliore del movimento partigiano veronese, non piegato dalla mancanza di aiuti e dalla continua pressione nazifascista». Anche gli allievi, della terza media G. Pascoli di Grezzana, negli elaborati del concorso “Dino Degani” (quarta edizione) hanno espresso stima e rispetto per questo ragazzo, conosciuto attraverso il racconto del nipote Dino Degani promotore dell’iniziativa. SAN MICHELE EXTRA
Magie in Villa tra fili e ricami Si tiene sabato 12 e domenica 13 ottobre in Villa Bernini Buri l’evento di cui nel titolo organizzato dall’Associazione Commercianti e Professionisti di San Michele Extra. Rivolto a tutte le creatrici italiane ed estere, interamente dedicato al ricamo, cucito creativo e alle attività inerenti come tessitura, tintura di fili e creazioni, sarà organizzato come esposizione aperta al pubblico. Ad ogni espositrice verrà affidato un tavolo ed eventuale pannello. All’interno della villa sarà attivo anche un servizio bar, una cucina e la possibilità di pernottare al costo di 16€ a persona, in camere molto semplici con letti singoli e non matrimoniali. La manifestazione è patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Verona. Info: www.lecreazionidiannalou.blogspot.it – Annalisa 340 0597491
SAN MARTINO BA, ZEVIO, SAN GIOVANNI LUPATOTO
Inaugurato il Parco del Pontoncello Domenica 22 settembre grande festa nel polmone verde intercomunale, finalmente aperto a tutti. Si tratta di un’area protetta sulle rive dell’Adige a cavallo tra i tre comuni interessati, un’oasi rimasta a disposizione del fiume per anni, quindi modellata dalla natura secondo i suoi ritmi e il suo disegno. Si tratta di un vero e proprio paradiso della biodiversità, con numerose specie autoctone sia vegetali che animali. «Il Parco di Pontoncello ha un valore ecologico immenso, riconosciuto anche dal WWF» ha sottolineato il sindaco di San Martino Buon Albergo Valerio Avesani. «Se, come sembrerebbe, l’inceneritore di Ca’ del Bue non si farà, il parco assumerà un’importanza ambientale ancora maggiore, andrà inoltre valorizzato con un potenziamento del cicloturismo, che attirerà gli appassionati delle due ruote anche da altre zone territoriali». «Intendiamo far diventare questa festa un appuntamento annuale, per far apprezzare a tutti questo tesoro ambientale» ha aggiunto il sindaco di San Giovanni Lupatoto Federico Vantini , mentre il primo cittadino di Zevio, Diego Ruzza ha ringraziato «tutti gli amministratori passati, i tecnici comunali e regionali, i volontari e le persone che si sono impegnate in questi anni per ottenere questo risultato».
STALLAVENA (GREZZANA)
QUID ospitato allo store Carrera Avevamo parlato di questo progetto sul numero 42 di Pantheon (lug-ago 2013). Progetto QUID, secondo classificato al primo Start Up Day di Innoval, recupera capi delle collezioni per creare nuovi modelli attraverso il lavoro di cooperative sociali dedite all’inserimento professionale di donne in difficoltà. Dallo scorso 13 settembre, anche nello store Carrera di Stallavena, potete trovare un corner con i prodotti QUID. «Ho conosciuto QUID in occasione di Roboval 2012», ha detto Gianluca Tacchella, amministratore delegato di Carrera Jeans, «e mi ha colpito il coraggio dell’idea. Da sempre la maggior parte degli impiegati Carrera sono donne, questo vale sia in Italia che in centro Asia. Sappiamo quanto sia complesso e delicato il mondo femminile e quanto abbia necessità di essere tutelato e valorizzato anche all’interno del mondo del lavoro».
MARZANA
I 100 anni della Scuola dell’Infanzia Compie cento anni tondi tondi la scuola dell’Infanzia Angeli Custodi di Quinto di Valpantena. L’edificio, che ha permesso alla comunità di muovere i primi passi nella società, fu donato nel 1913 e sorge alle spalle della chiesa parrocchiale. Gode di una posizione privilegiata, immerso nel verde delle colline dove i bambini possono giocare, fare esperienze, crescere ed imparare in un ambiente familiare. I festeggiamenti per il centenario vedranno coinvolta tutta la cittadinanza: verrà allestita una mostra fotografica e oggettistica nel salone parrocchiale dal giorno 25 ottobre. Nella serata di sabato 26, presso il teatro di Marzana, concerto benefico ad entrata libera nel quale si esibirà Chorus, gruppo ritmico corale molto apprezzato. Madrina della serata sarà la giovanissima cantante Beatrice Pezzini (finalista nel programma televisivo Ti Lascio una Canzone). Domenica 27 ottobre, dopo la celebrazione della Santa Messa alle ore 9.00, i bambini della primaria Aleardo Aleardi di Quinto ed i bambini della scuola dell’infanzia, animeranno la festa e accompagneranno il corteo di autorità e cittadini nel piazzale della scuola, dove verrà scoperta una targa commemorativa decorata a mano dagli anziani dell’associazione G.A.I.A. I festeggiamenti proseguiranno con il pranzo (aperto a tutti fino ad esaurimento posti) allestito dal gruppo Alpini di Quinto con la collaborazione del gruppo rionale AVIS, insieme ad intrattenimenti e giochi di prestigio animati dalla bravissima Pepita.
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ERRITORto A SPIkkI SANT’ANNA
Scuola di pittura permanente Si trovano ogni lunedì pomeriggio guidate dalla professoressa Laura Poffe per dipingere in un ambiente accogliente, famigliare e di grande ispirazione. È questa la Scuola di Pittura di Sant’Anna d’Alfaedo, che quest’anno conta dieci partecipanti: Maria Grazia Zivelonghi, Maria Corbioli, Clauda Carrara, Marisa ed Edda Benedetti, Poldi Fiorini, Milena Momi, Mara da Corrubio, Antonella Vinco e Graziella Lizzari. Queste signore si ritrovano insieme davanti alle loro tele, ognuna con uno stile diverso, ognuna con il suo carattere, le sue emozioni e i suoi colori. Sempre accompagnate da musica, dipingono vivendo una sensazione che arricchisce «anche spiritualmente». «Vogliamo ringraziare la professoressa Poffe, il sindaco Valentino Marconi e il vicesindaco Raffaello Campostrini, l’amica Milena Momi che con amore e generosità ci fa trovare un ambiente caldo, accogliente e profumato di caffè».
POIANO
Fiori d’arancio in casa Pantheon Lo scorso 14 settembre si è sposata a Poiano la nostra collaboratrice Francesca Mauli, penna storica di Pantheon che firmò per la prima volta un pezzo su Pantheon 3 (luglio-agosto 2008). A lei e al marito Marco, un abbraccio da parte di tutta la redazione e un augurio di una serena e felice vita insieme. BOSCO CHIESANUOVA Serata di mediazione guidata all'Hotel Frizzolan di Bosco, l'11 ottobre alle ore 20:30. Vi state ponendo seriamente domande fondamentali sull’esistenza? C’è l’occasione per parlarne con un apprezzato insegnante dell’Advaita (Non-Dualità) contemporaneo: Rupert Spira. Si parlerà di esperienza diretta della realtà, amore, pace, felicità e molto altro. Ingresso libero. E’ apprezzata la puntualità. Per informazioni: www.non-duality.rupertspira.com GREZZANA
Torna Teatrando il Venerdì Edizione 2013/2014 per la rassegna teatrale “grezzanese” che quest’anno aumenta ancora la qualità e la durata del cartellone. Gli spettacoli inizieranno infatti il 25 ottobre per concludersi addirittura il weekend a cavallo tra febbraio e marzo (Carnevale), offrendo ben dieci serate, tutte alle 20:30 al Cinema Teatro Valpantena di Grezzana. Si tratta di un grande successo per la rassegna messa in piedi nel 2010 dagli “Amici del Teatro” di Grezzana, con la regia dell’inarrestabile Claudio Bianchi, che non nasconde la soddisfazione di presentare un calendario così ricco come quello di quest’anno:
TERRITORIO
venerdì 25 ottobre Polvere Magica – Pitosto de niente l’è meo pitosto
venerdì 6 dicembre Teatro dei Pazzi – Le betoneghe
venerdì 8 novembre I Meo de la Coà – Ve l’avea dito che la badante no la volea
venerdì 7 febbraio 2014 Compagnia Instabile Vaggimal – Credi a Dio Onipotente, ai omeni poco e a le done gnente
venerdì 15 novembre Modus Vivendi – Te speto in paradiso
venerdì 14 febbraio 2014 C.M.T. Musical Theatre Company – Sister... suora ma non troppo (musical)
venerdì 22 novembre La Compagnia del Geco – Il letto ovale (musical)
venerdì 21 febbraio 2014 L’Attorchio – L’usel del maraschial
venerdì 29 novembre Aseni del Borgo – Mati ci mete, mati ci no mete
Venerdì 28 febbraio, sabato 1, domenica 2 e lunedì 3 marzo 2014 I Meo de la Coà – Nuovo spettacolo 2014!!!!
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DIARIO
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SCATTI D aUTORE
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Il concorso fotografico per i nostri lettori Il tema di questo mese era: “Scorci d’estate” Suggerimenti critici a cura di Maurizio Don 0458700180 - 339177610 - www.mauriziodon.it - info@mauriziodon.it
Graziano Bergamaschi PASCOLO IN PODESTERIA COMMENTO CRITICO La foto è stata realizzata con un ottimo taglio su 2/3, la composizione è accademica. È stata data prevalenza al cielo che è più dinamico rispetto al terreno, grazie all’effetto delle nuvole e all’azzurro che si intravede. Buono l’equilibrio generale, e il bilanciamento scenico con alcuni particolari come la mucca che occupa la parte dx dell’immagine.
Michele Marcolungo L’INIZIO D’ESTATE COMMENTO CRITICO Il tema è stato centrato, buono il taglio anche se probabilmente avrebbe dato migliore resa spostare l’inquadratura verso il basso, tagliando un po’ di cielo, e raddrizzandola leggermente perché gli alberi e la linea del prato tendono a sbilanciare la foto verso sinistra. Buone le linee, infatti anche con questo possibile raddrizzamento, rimaneva comunque il carattere obliquo dell’immagine.
Antonio Trevisani AL PASCOLO COMMENTO CRITICO Come per la foto precedente, si sarebbe potuto spostare verso il basso il taglio, sacrificando un po’ di cielo a favore del prato. Questo avrebbe reso bene se sul prato ci fosse stato qualche particolare in primo piano. La linea dell’orizzonte è infatti un po’ troppo centrale. Nel complesso è un buon scatto.
Informazioni generali sul concorso Tutte le foto pervenute su www.giornalepantheon.it nello spazio dedicato al Concorso
Grazie a Gianluca Stradiotto! La redazione di Pantheon ringrazia il fotografo Gianluca Stradiotto per la collaborazione che ci ha uniti negli ultimi due anni. Non è un addio! Gianluca tornerà dei nostri per la selezione finale una volta che Scatti d'Autore 2 sarà concluso, per decretare i primi tre classificati di questa edizione del concorso.
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NB: Preghiamo i concorrenti di inviare sempre le foto almeno di 1MB e senza copyright. Il copyright sarà inserito a richiesta solo sulle foto pubblicate online.
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