Pantheon 53 - Scuola ad un bivio

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Anno 7 numero 7

Settembre 2014

P antheon il magazine di Verona www.giornalepantheon.it

Al via l’ennesima riforma, sarà il vero cambiamento? Università: intervista al rettore Nicola Sartor

e l a i Spec

Scuola a un bivio MEDIORIENTE

EXPO 2015

SPETTACOLO

GIOVANI

Testimonianza della vita a Tel Aviv

I primi dettagli del progetto VERONA EXPO

Simone Cristicchi si racconta su Pantheon

Nuove opportunità con l’iniziativa Talent Farm


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SETTEMBRE S U

T U T T O


EDI TOR IALE di Matteo

P

Scolari

arlando di politica interna, a tenere banco (perdonate il gioco di parole) in questi primi giorni di settembre è il tema della scuola. Non potrebbe essere diversamente con una riforma dell’istruzione annunciata al rientro dalle vacanze dal governo Renzi che promette di restituire dignità e speranze a una categoria, quella degli insegnanti, soprattutto dei precari, e a un comparto, quello della scuola appunto, che «deve essere incentivato poiché non costituisce un costo, bensì un investimento per i figli e il futuro». Una riforma, l’ennesima proposta all’interno dello scenario politico italiano degli ultimi vent’anni, che ha già attirato le inevitabili e fisiologiche critiche, ma che, a mio avviso, rispetto al passato presenta alcuni interessanti elementi di novità. Uno su tutti, la decisione aprire per due mesi un dibattito online dando la possibilità a tutti di scrivere un proprio commento sulla riforma, di inviare suggerimenti, di annotare la-

“L’interesse di pochi può, e deve, essere messo da parte se a beneficiarne sono i più, se è la collettività” cune, di suggerire strategie. Una scelta di condivisione, apparentemente democratica, che se fosse perseguita fino in fondo con il nobile scopo tendente a un vero cambiamento, potrebbe portare, da qui a un anno, alla stesura di un documento definitivo piuttosto inedito e particolare. In attesa, dunque, di conoscere i primi reali effetti delle proposte contenute nel testo iniziale di 136 pagine della riforma, ribattezzato “La Buona Scuola”, vorrei segnalare all’interno di questo spazio editoriale un caso concreto, e per certi aspetti sorprendente, di “Buona Impresa”. La notizia a dire il vero è passata in sordina e, finora, non ha ottenuto grossi titoli sulle testate nazionali. Tuttavia, il messaggio che viene lanciato dall’azienda trentina Metal Sistem, una realtà imprenditoriale da 250 milioni di euro di fatturato con cinque stabilimenti dislocati tra Rovereto (sede principale), Brescia e Treviso, è di quelli che in tempi di riorganizzazione strutturale, di spendig review e di tasso di disoccupazione che sfiora il 13%, fa certamente riflettere. Il Gruppo ha fatto sapere di aver eliminato più di due terzi dei dirigenti, passando da 15 unità a soli

4 manager che ora sono alla guida dell’azienda. In gergo potremmo parlare di “filiera corta decisionale”. Una mossa strategica, non certo semplice da attuare, che ha permesso di risparmiare risorse importanti da reinvestire all’interno di Metal Sistem (l’utile di circa 4,5 milioni), di aumentare la velocità decisionale in un momento in cui il mercato corre veloce e, soprattutto, questo il punto davvero importante, di non lasciare a casa nemmeno uno degli 800 dipendenti che lavorano per l’azienda. Una scelta in netta controtendenza rispetto a quello a cui siamo abituati (i primi a partire di solito sono proprio i dipendenti), che sottolinea come l’interesse di pochi possa, e debba, essere messo da parte se a beneficiarne sono i più, se è la collettività. Non è forse innovazione questa? Non è qualcosa di nuovo che può essere preso a modello in altri ambiti e in altri settori della vita quotidiana del Belpaese. Ad esempio nel pubblico? Di sicuro quello che ci arriva da Rovereto è un piccolo, grande segnale di un cambiamento culturale in atto. Quello che già da tempo stiamo aspettando, e non solo parlando di azienda.

La dignità della persona umana e il bene comune stanno al di sopra della tranquillità di alcuni che non vogliono rinunciare ai loro privilegi. (Papa Francesco)


n P antheo il magazine di Verona www.giornalepantheon.it

SOMMARIO

redazione e collaboratori

Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008 Numero chiuso in redazione il 1/09/2014 Direttore responsabile: Matteo Scolari Capo redattore: Matteo Bellamoli Redazione: Matteo Scolari, Matteo Bellamoli, Moira Falzi, Fabio Dai Prè, Flavio Brutti.

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Hanno collaborato al numero di settembre 2014: Adconsum Verona, Marta Bicego, Giorgia Castagna, Veronica Gamba, Valentina Garonzi, Francesca Mauli, Giovanni Melotti, Francesca Merli, Arianna Mosele, Marco Nicolis, Camilla Pisani, Miryam Scandola, Nicole Scevaroli, Alessandra Scolari, Giovanna Tondini, Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni.

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Copertina e progetto grafico: Flavio Brutti

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Società editrice: InfoVal S.r.l. via Tavigliana 1/A, 37023, Grezzana, (Vr) P.Iva: 03755460239 tel. e fax. 045.8650746 mail: redazione@giornalepantheon.it web: www.giornalepantheon.it Facebook/Pantheon Twitter: @pantheonvr Sviluppo commerciale e pubblicità: Moira Falzi 340 8775197 Fabio Dai Prè 340 0735137 Contributi per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a: Infoval srl – via Tavigliana, 1/A 37023 Grezzana (VR)

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PRIMO PIANO

Un’altra nuova istruzione Attesa per la riforma della scuola, mentre l’Università di Verona eccelle in ricerca.

MEDIO ORIENTE Un mondo senza pace Abbiamo intervistato Chiara e Attilio, giovani italiani che vivono a Tel Aviv.

SPECIALE EXPO 2015 Pronto VeronaExpo Il progetto che coinvolgerà la nostra città sarà presentato nel mese di settembre.

GIOVANI

Talent Farm: scambio di talenti Il nuovo progetto di Cattolica per i Giovani e per aprire opportunità.

INNOVAZIONE

20 Iniziativa di alcuni giovani della città Dal vecchio al nuovo

per innovare dalla vecchia tecnologia.

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ARTIGIANATO

Il mobile d’arte di Verona Con Abitare il Tempo le possibilità di rilancio per il distretto veronese.

IMPRESA SOCIALE

Progetto Quid sul tetto d’Europa La start up veronese ha meritato un premio europeo tra oltre 1000 candidati.

NOTIZIE DAL MONDO 10 anni con Facebook

Il popolare social network ha compiuto gli anni. Gli esperti: declino inevitabile.

CULTURA E SPETTACOLO

Mio nonno è morto in guerra Abbiamo incontrato Simone Cristicchi prima del suo spettacolo a Verona.

AMARCORD Snoopy Club Quarant’anni fa apriva a Bosco lo Snoopy Club. Immagini di un simbolo.


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ANNIVERSARIO

Con il cuore in Africa La vita intensa di Padre Lino Poffe, stimmatino, e dei suoi 40 anni di missione.

SOLIDARIETÀ

Tra le martiri del nuovo secolo Suor Valentina Gandini, per vent’anni a Verona in aiuto delle giovani prostitute.

UN’ESTATE DIVERSA

Vacanze...alternative! Testimonianze di giovani veronesi che hanno trascorso l’estate in modo diverso.

VITA DI MONTAGNA

Il Museo del Bosco a Roverè Una singolare galleria a cielo aperto, un omaggio alla montagna da non perdere.

SPORT

Il fascino di uno sport da scoprire Resoconto dell’Endurance Festival, ospitato a luglio a San Martino Buon Albergo.

ione, z i d Tra ta’ e nese DOP i l a ero Qu te V n o M

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ASSOCIAZIONI La musica ritrova i propri spazi Tre eventi nel mese di settembre a firma di Cosmopolitan Music Art.

RICONOSCIMENTI

All’insegna della cultura

045.8650746

La rubrica POLLICE VERDE torna sul numero di ottobre 2014

Verona culturale con il Premio Masi e il Premio Letterario dedicato a Emilio Salgari.

PERSONAGGI

“L’arte una scelta di vita”

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LIBRO DEL MESE 56

Felice Naalin, eclettico artista veronese, racconta di progetti passati e futuri.

Brevi da Verona

PANTHEON UNDERGROUND + Brothers Festival 2014

Il locale di Grezzana e il nuovo evento. Scopriamo due band in questo numero.

Speciale

la fiera i numeri del settore i protagonsiti

16 pagine esclusive all’interno le! del giorna

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Eventi

Settembre

2014


PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

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P antheon settembre 2014

Un’altra nuova

istruzione

L’anno scolastico prende il via carico di attese per la riforma annunciata su internet lo scorso 3 di settembre, mentre Verona prepara anche il nuovo anno accademico, forte di un’Università in crescita, come testimoniato dall’inaspettata classifica del Sole24Ore dello scorso giugno.

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er l’ennesima volta, un nuovo anno scolastico si apre con incertezze e dubbi sul futuro della scuola. Questa volta la questione che ha scatenato il terremoto mediatico è tutta nuova: il 3 settembre, dopo qualche giorno di apprensione, il Governo ha messo in rete un video del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che illustra le modalità con cui avverrà questa rivoluzione. Tutto parte da un libro digitale di 136 pagine titolato La Buona Scuola dove sono avanzate delle proposte di cambiamento per la scuola del futuro. Ma la riforma non è questa, perché questa volta, assicura il premier, «non si tratterà di una riforma, ma di un progetto condiviso, alla cui realizzazione sono chiamati a contribuire studenti, insegnati e famiglie». Come? Per due mesi si aprirà una discussione a cui potranno partecipare proprio tutti. Per prendervi parte occorre accedere a labuonascuola.gov.it lasciare la mail sul portale e quindi si sarà informati passo passo sull’avanzamento del lavoro, a partire dal 15 settembre (inizio dell’anno scolastico anche in Veneto, ndr) con la possibilità di dare i propri suggerimenti. Dopodiché, un altro anno di tempo perché le migliorie diventino effettive. Non cambia quindi niente a livello operativo per l’anno scolastico 2014/2015, ma potrebbe essere

di Matteo Bellamoli l’ultimo con questo asset. Tra le proposte del Governo spiccano quelle sulle nuove assunzioni. Il premier, in diretta su RTL 102.5, ha annunciato che saranno regolarizzati 150mila precari, mentre per l’entrata in ruolo «dal 2016 si diventerà docenti solo tramite concorso, per fare entrare 40mila giovani qualificati fra il 2016 e il 2019». Cambiamento, inoltre, anche per gli scatti di reddito che saranno determinati dalla valutazione di merito che sarà prodotta, per ciascun insegnante, nel corso degli anni. Sulle modalità di questa valutazione sono tante le proposte, ma sarà uno dei temi da discutere prima di metterlo nero su bianco. I fondi necessari saranno sbloccati con la Legge di Stabilità, perché «mettere più soldi nella scuola» ha concluso Renzi nel videomessaggio, «non è un costo, ma un investimento per i figli e il futuro». Potete accedere al portale labuonascuola.gov.it anche dal codiceQR di questa pagina.

Calendario a.a. 2014/2015 e festività religiose Inizio: 15 settembre Fine: 10 giugno Ponte di Ognissanti: 1 e 2 novembre Vacanze Natale: dal 24 dicembre al 6 gennaio Vacanze Carnevale: dal 15 al 18 febbraio Vacanze Pasqua: dal 2 al 7 aprile Primo maggio: dal 1 al 3 maggio


settembre 2014 P antheon

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Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

Verona riparte dalla classifica del Sole L’inaspettato primo posto, sancito dal Sole24Ore a giugno, ha riportato l’Università di Verona alla ribalta mediatica, mentre gli addetti ai lavori precisano: «il nostro lavoro non cambia, attenti alla ricerca e all’innovazione». Abbiamo intervistato il rettore, Nicola Sartor.

Nicola Sartor

di Matteo Bellamoli e Matteo Scolari

L

a ventilata riforma della scuola, almeno dalle indiscrezioni, non sembra toccare il mondo universitario, un mondo che, tuttavia, necessiterebbe di attenzione se non altro in finanziamenti e sburocratizzazione, per favorire la ricerca che, a Verona, eccelle. Proprio grazie a questa eccellenza, in modo particolare nel campo medico, lo scorso 24 giugno l’influente quotidiano economico Il Sole24Ore ha sancito che Verona è la prima università italiana.

Il rettore, Nicola Sartor, ha ammesso la sorpresa nel leggere questa classifica, ma ha anche sottolineato che «non cambia il nostro modo di lavorare, l’Università non si fa solo con le classifiche». L’ateneo veronese si prepara al nuovo anno accademico con grande attenzione. «L’università italiana» ha proseguito Sartor, «deve scontare vent’anni di ritardo rispetto ai Paesi leader. Ci sono piccole università americane che messe a confronto con le nostre hanno un livello di preparazione

e di ricerca molto elevato. Stiamo anche noi uscendo dal modello statico delle nostre università italiane, ma è un passaggio che si fa passo passo, e la ricerca è fondamentale». Il lavoro dell’Università di Verona, proprio per rispondere a questa necessità di evoluzione, non si può quindi fermare all’attività didattica in aula. «Sono tre i macrofiloni sui quali ci stiamo impegnando» ha aggiunto il rettore. «Primo la distinzione delle risorse in base al merito. Purtroppo abbiamo a

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PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

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P antheon settembre 2014

foto di Fabio Becchelli

disposizione fondi elargiti con il contagocce, e quindi dobbiamo distribuire le risorse per la ricerca non solo a livello numerico, ma prestando la massima attenzione alle competenze. In secondo luogo il nostro ateneo deve aumentare la collaborazione internazionale. Su questo ci tengo a sottolineare i progetti Erasmus rivolti agli studenti, e il progetto CooperInt (per il quale l’università ha stanziato oltre 430mila Euro, ndr) che ha affidato delle borse di studio a ricercatori e dottorandi per agevolarne la mobilità internazionale a fini di ricerca. Infine, terzo aspetto e non

meno importante, la collaborazione dell’università con il territorio per l’attivazione di Joint Project». Si tratta, in quest’ultimo caso, di un aspetto molto interessante, perché permette di creare un ponte tra università e mondo del lavoro. Si tratta di collaborazioni con aziende o realtà produttive locali che, grazie al lavoro congiunto con l’università, mettono a disposizione la loro esperienza o i loro spazi per la nascita di spin off, ovvero di nuovi progetti che piano piano assumono una loro identità e intraprendono un loro cammino di sviluppo nel mercato. «A questa

attività dedichiamo 900mila Euro circa» precisa il magnifico rettore. E per la qualità del servizio? «Non tutti sanno che esiste un Presidio di Qualità, presieduto dalla dott. ssa Laura Calafà, che ci permette di monitorare i dipartimenti individuandone le criticità e adoperandoci per trovare delle soluzioni pertinenti. Si tratta di una struttura di cui le università italiane devono essere dotate per essere menzionate nelle classifiche dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca)». Anche questo anno accademico sarà quindi orientato alla ricerca e all’attenzione per avere un ateneo sempre più eccellente non solo sul piano della didattica, «pur restando consapevoli della frustrazione che ci genera conoscere le tante opportunità che avremmo» conclude Sartor, «e le poche che riusciamo a mettere in cantiere in ragione delle risorse di cui disponiamo».


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Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico

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Il parere degli studenti Maria Giovanna Sandri (foto), attuale presidente del Consiglio degli Studenti a Verona e rappresentante degli stessi nel Senato Accademico, ha sottolineato alcuni aspetti importanti della vita in ateneo a seguito del tam tam mediatico messo in moto dalla classifica del Sole. «Di classifiche se ne fanno sempre tante» ha precisato, «in questo caso l'attenzione era sulla ricerca, e quindi Verona ha ottenuto un ottimo risultato visto che, è un dato oggettivo, nella ricerca eccelle». Ma qual è il grado di soddisfazione degli studenti? «Verona è al 45° posto su 61 atenei nell'ambito del criterio “Soddisfazione degli studenti”, e anche se il distacco è brevissimo (0,6punti dalla prima in una scala da 1 a 10, ndr) ovviamente è un dato che noi studenti vogliamo capire». Precisa, però, che l'ANVUR non ha ancora unificato i questionari di soddisfazione degli studenti, che compilano moduli diversi da università ad università, tant'è vero che il Sole24Ore, per la sua classifica, sembra essersi avvalso su questo punto dei questionari compilati dai laureati di Verona, il che cambia ovviamente le percezioni di gradimento. «Personalmente sono orgogliosa della nostra università» ha proseguito Maria Giovanna, «che nonostante le ristrettezze economiche sta crescendo con velocità e determinazione. Tuttavia ci sono cose da aggiustare: il sistema burocratico, la gestione dei servizi online e soprattutto la gestione amministrativa. Per capire davvero il grado di soddisfazione degli studenti di Verona» ha concluso, «stiamo lavorando e lavoreremo questo autunno assieme a Giorgio Gosetti, Delegato alle Politiche Studentesche e con il Presidio di Qualità per scrivere entro il prossimo anno accademico un questionario, da fornire agli studenti, attraverso il quale possano valutare la qualità della loro vita studentesca a 360°, non soltanto dal punto di vista della didattica».

ESEMPI DI TRANSIZIONI

Rinnovato l’I.C. “G.Pascoli” di Grezzana

di Alessandra Scolari

Cambiati dopo oltre 25 anni i vertici dell’Istituto Comprensivo che comprende 831 ragazzi, 110 tra docenti, collaboratori e assistenti, e nove plessi. La scuola media ed elementare di Grezzana, le elementari di Lugo, Stallavena, Azzago, Alcenago e le tre scuole di Erbezzo (infanzia, elementari e medie). Per i ragazzi serve una buona preparazione di base.

N

on si può certo parlare di rivoluzione, però il cambiamento dei vertici dirigenziali rimasti alla guida dell’I.C. “G.Pascoli” per oltre un quarto di secolo, merita senz’altro di essere evidenziato. L’istituto comprensivo di Grezzana, uno tra i più impor-

tanti nel panorama veronese, ogni anno, con 96 docenti (maestri e professori), 16 collaboratori e 7 addetti alla segreteria, prepara ad affrontare la vita 540 ragazzi delle elementari, 272 delle medie e 19 dell’infanzia (di Erbezzo), mentre gli asili nido e le scuole materne

del comune sono paritarie e gestite da privati. Con l’era digitale e le persistenti difficoltà economiche, il rinnovamento della scuola, a partire da aule computerizzate, fino al sabato libero, rappresenta un nuovo passaggio obbligato. Le “pagelle

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PRIMO PIANO Orizzonti di cambiamento al via dell’anno scolastico d’oro”, istituite dal comune per la “G.Pascoli” quest’anno, vanno nel segno della «valorizzazione delle eccellenze», tuttavia l’obiettivo è spingere tutti i ragazzi verso un curriculum scolastico significativo, comprensivo della conoscenza di almeno una lingua straniera e di una buona preparazione culturale, per essere in grado di valutare situazioni, assumersi responsabilità e diventare, come oggigiorno viene richiesto, “cittadini europei”. Uno sforzo che, a nostro avviso, non può prescindere da uno stretto legame tra scuola-famiglia e altre agenzie educative dislocate sul territorio. Tornando al rinnovamento dell’IC “G.Pascoli”, hanno lasciato per raggiunti limiti di età la dirigente scolastica Maria Luisa Aguiari, dopo 26 anni di servizio in Viale della Rimembranza, del personale ATA Saveria Bellamoli, dopo 24, e Franco Frassani. Stesso discorso per le maestre Assunta Olivieri (Grezzana), Maria Giovanna Pozzerle (Stallavena) e la docente di matematica Madrilena Zampini (alle medie). Inoltre hanno cambiato sede Fabiana Ballini dirigente servizi amministrativi, Eleonora Elio docente di violino e la maestra Cinzia Corradi. «Sono arrivata qui nel 1988, erano gli anni del boom economico anche a Grezzana, con una forte richiesta di forza lavoro straniera» ha spiegato la Aguiari. «In primis dovemmo occuparci dei figli degli immigrati. Si è passati dal maestro unico ad una pluralità di insegnanti, ai programmi condivisi e ai moduli. È stato un periodo intenso che ha richiesto ai docenti corsi di

formazione continui e tanto impegno». Nell’anno 1999/2000 la riunificazione dei percorsi formativi (dalla scuola d’infanzia, alla scuola media) e la nascita dell’Istituto Comprensivo: un’unica dirigenza e segreteria. Poi il riconoscimento (nel 2004) dell’indirizzo musicale: «un’opportunità per i ragazzi, i quali attraverso la musica (danza e teatro) sviluppano le loro capacità, con rendimenti positivi anche scolastici. In seguito il nuovo ordinamento scolastico ha previsto il coinvolgimento dei comuni anche in progetti formativi. E con il comune di Grezzana il rapporto è stato un crescendo». Con il sindaco Mauro Bellamoli, sono partiti i progetti di educazione affettiva, di prevenzione dalle dipendenze e il centro diurno di Stallavena, ma soprattutto «è iniziata la stagione della manutenzione degli edifici scolastici: ambienti sicuri e ordinati inducono anche al maggiore rispetto». In questi anni il Comune sta mettendo in sicurezza antisismica gli edifici scolastici: è partito dalla scuola di Lugo e sta lavorando nella scuola media. Sul futuro dell’I.C. “G.Pascoli”, la dott.ssa Aguiari ha affermato che «oggi la scuola è più snella. I ragazzi sono seguiti da docenti che hanno grande competenza, passione ed entusiasmo, così come gli assistenti e il personale della segreteria: tutti dotati di grande sensibilità e disponibilità operativa». Evidentemente la scuola da sola non basta: la società e la famiglia devono sostenerla per il bene dei propri figli, che vanno seguiti moltissimo specie nella fase iniziale di studio.

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P antheon settembre 2014

Pagelle d'Oro

i ragazzi più bravi dell’Istituto premiati in Sala Consigliare. Vedi rubrica “territorio a spicchi“ a pagina 58.

La nuova dirigente è Paola Uboldi

La nuova dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli” di Grezzana è Paola Uboldi, veronese (originaria di Montorio). Fresca di nomina (è del 29 agosto 2014 il suo nuovo incarico), porta in dote una doppia laurea in Pedagogia e in Lettere e 16 anni di esperienza nella scuola: dieci anni nella primaria di primo grado (elementari) e 6 anni nelle medie. Conosce un pochino l’ambiente scolastico di Grezzana per essere stata presidente di commissione d’esame alle terze medie. «Il G. Pascoli di Grezzana ha notevoli potenzialità, un ottimo corpo docente e dei collaboratori molto disponibili. Dovremmo forse curare un po’ di più l’immagine: evidenziare i tanti punti di forza di questo Istituto e i molti buoni progetti che ogni anno integrano l’attività didattica», ha detto a caldo la neo dirigente, intenta a prendere atto del nuovo ruolo, però già molto motivata ad inserirsi nella nuova realtà scolastica e del paese. La prof.ssa Paola Sigmund, inizialmente nominata per l’incarico, è stata trasferita all’Istituto Comprensivo di Borgo Milano (zona Stadio). A tutte l’augurio di un proficuo lavoro.

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da oggi anche a Roverè

Una banca vicina al territorio. Viva e attiva tra la gente, e non solo per la sua natura costituzionale di cassa rurale, ma per la preziosa e rinomata «politica della fiducia» che riesce a instaurare con i propri clienti e per la grande capacità di porsi effettivamente come «banca differente». Stiamo parlando della Cassa Rurale Bassa Vallagarina, un istituto di credito che affonda le sue radici a fine Ottocento in territorio trentino, ad Ala, dove fu costituita nel 1898 la Cassa Rurale di Risparmio e Prestiti per Ala, Pilcante e Ronchi. Da allora ad oggi alcuni cambi di denominazione, fino a quella attuale, ma un’unica grande missione rimasta invariata da oltre un secolo: “esercitare attività creditizia ispirandosi ai principi della mutualità e senza fini di speculazione privata”. IL BILANCIO SOCIALE. 4077 soci, una raccolta complessiva che supera i 523 milioni, impieghi pari a 407 milioni di euro, un patrimonio di poco inferiore ai 58 milioni e oltre 1 milione e 250mila euro investiti a favore della comunità in cui la Cassa opera. Questi i principali dati emersi dal bilancio 2013 approvato il 17 maggio scorso, ai quali va ad aggiungersi il numero, da poco incrementato, delle filiali presenti sul territorio. Da poco, dicevamo, poiché alla sede di Ala e alle filiali di Serravalle ed Avio in Trentino, e alle altre cinque in provincia di Verona, tra cui Rivalta, Caprino, Sant’Anna d’Alfaedo, Bosco Chiesanuova e Cerro, si è aggiunto anche il nuovo sportello di Roverè veronese, nel cuore della Lessinia, inaugurato con tanto di festa in piazza e taglio del nastro ufficiale alla presenza dei vertici aziendali la mattina del tre agosto scorso. LA NUOVA FILIALE. «Un’apertura avvenuta a cinque anni esatti da quella di Cerro (2009, ndr)» spiega il direttore generale della Cassa Bassa Vallagarina, Giuliano Deimichei «Una scelta come sempre ponderata e prudente, nell’interesse di soci e clienti, che è nata proprio da un’esigenza specifica di avere, da parte dei cittadini

di Roverè e delle zone limitrofe, molti dei quali già serviti dalle altre filiali della Lessinia, uno sportello nel proprio comune». «Dopo alcuni anni di valutazione e analisi, abbiamo ritenuto che ci fossero tutte le condizioni per rispondere serenamente a questa richiesta e siamo molto contenti di aver ricevuto un caloroso benvenuto da parte dei cittadini di Roverè già all’incontro informativo avvenuto qualche tempo prima dell’inaugurazione, in cui si era registrato il tutto esaurito nel teatro parrocchiale» aggiunge il direttore generale. «La filiale ha l’obiettivo primario di rendere più agevoli le attività di sportello alle circa 1500 famiglie e ai diversi operatori economici e sociali dei comuni di Roverè, Velo e San Mauro di Saline» aggiunge il presidente Primo Vicentini «in un’ottica per noi fondamentale e costitutiva di vicinanza al territorio. Ricordo che il nostro obiettivo primario è raccogliere il risparmio e concedere credito con prudenza e oculatezza a sostegno degli investimenti di quel medesimo territorio da cui il risparmio proviene e, allo stesso tempo, sostenere lo sviluppo delle comunità con gli interventi molto concreti del nostro bilancio a favore di soci, famiglie, associazioni e imprese». LO STAFF. A dirigere il nuovo sportello è Mauro Canteri, supportato dai colleghi Damiano Marogna ed Elisa Mazzoni: «È un privilegio poter svolgere il proprio lavoro in una sede magnifica, studiata e progettata dall’architetto Martina Pizzedaz in piena armonia con l’ambiente circostante e ristrutturata con tecnici, specialisti e artigiani della zona» conclude Canteri «Assieme al mio team cercheremo di proporre le tecnologie più all’avanguardia di cui disponiamo per lo sviluppo dei servizi bancari e, al contempo, di migliorare sempre di più la qualità e l’intensità delle nostre relazioni con le comunità che andiamo a servire». La filiale di Roverè è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, fino alle 16.00, con possibilità di essere ricevuti, su appuntamento, anche fuori orario. Tutte le altre informazioni, i servizi, i prodotti e le iniziative per il territorio su www.cr-bvallagarina.net

Damiano Marogna, Elisa Mazzoni e Mauro Canteri


ATTUALITÀ Il destino instabile del Medio Oriente

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Camilla di Pisani

La vita in Israele notizie da un mondo senza pace Dall’8 luglio ad oggi sono più di duemila le vittime dell’ultimo conflitto tra Israele e Hamas. I morti sono in gran parte civili palestinesi, tra cui donne e bambini. Pantheon ha raccolto la testimonianza di Chiara, che vive e lavora a Tel Aviv, quando ancora la pace non era stata firmata.

L

’appuntamento su Skype è per le ore 16 di un venerdì. Ma Chiara è scrupolosa e si affretta ad aggiungere che “avverte per tempo se suona l’allarme antimissile”. Fa paura solo leggere il messaggio dallo schermo, mentre lei si trova in Israele, nel mezzo di una guerra, l’ennesima, tra il popolo arabo e quello ebraico. Mantovana, trent’anni, Chiara si è trasferita per seguire il marito, di Verona, impegnato in un dottorato all’Università di Tel Aviv. È calma, seduta sul divano, per l’intervista si è presa qualche ora di pausa dalla sua attività, ha da poco aperto Corrige Lab, un’agenzia di servizi editoriali online e traduzioni che le permette di lavorare ovunque. La sua vita quotidiana scorre in una normalità che si è imposta, quando intorno a lei nulla è normale. Tra titoli di giornale, allarmi, manifestazioni in piazza, è riuscita a crearsi una routine fatta di lavoro al pc, spesa nei mercatini del centro, tra il profumo del pane che si propaga dai forni a legna affacciati sulla strada, visite nei luoghi

Immagine aerea di Tel Aviv

vicini il fine settimana, e qualche uscita a cena, nella confusione di una città, nonostante tutto, viva. Non nasconde quanto le piaccia Tel Aviv e la cultura ebraica, con la sua lingua e la sua cucina, come anche quella araba, perché, a dispetto di ogni ideologia, non sono così antitetiche. Gaza è a soli 80 chilometri di distanza, ma non ci sono motivi per temere un attacco, le città sono protette: «Israele è un paese sicuro, perché vive in difesa da sempre» racconta Chiara, «con le enormi possibilità economiche e tecnologiche che vanta è difficile che i razzi di Hamas vadano a segno». Si riferisce ad Iron Drome (scudo di acciaio), un sofisticato sistema di difesa ideato nel 2011 dalla seconda azienda militare del paese, funziona 24 ore su 24 e in qualsiasi condizione atmosferica, con quattro batterie distribuite tra le principali città del Paese: Ashkelon, Sderot, Beersheba e Tel Aviv. Quando un missile si dirige verso un’area abitata o un obiettivo sensibile viene individuato dai radar negli scudi, scatenando l’allarme. La popolazione ha tre minuti per trovare riparo prima che avvenga l’impatto con il sistema antimissilistico. Il vero pericolo è rappresentato dai frammenti dei razzi o dai vetri delle finestre in frantumi. Nel sito della Farnesina e in quello dell’Ambasciata Italiana ci sono indicazioni sui protocolli da seguire, come entrare nel palazzo più

vicino, nel caso in cui suoni la sirena mentre si è fuori casa, sdraiarsi per terra con le mani sulla testa, stare lontano da vetri e materiale frangibile, evitare i mezzi di trasporto durante la notte e cercare di rimanere nelle città protette. Nella Striscia di Gaza non è la stessa cosa: «Là, a proteggere i civili c’è solo il tetto che hanno sulla testa». Difficile comprendere perché abbia rinunciato ad un’esistenza tranquilla per vivere in un mondo che da più di sessant’anni non conosce pace: «ovviamente abbiamo paura anche noi» ammette «quando salgo su un autobus, quando sono al mercato, ogni tanto penso che potremmo tutti saltare in aria da un momento all’altro. Ma non ho mai pensato di andare via. Nessuno, tra le persone che ho conosciuto qui, si sente minacciato al punto di andarsene, nemmeno gli italiani». Chiara segue ogni giorno le evoluzioni attraverso internet e Facebook. Le è difficile capire come i media israeliani spieghino questa guerra al proprio popolo perché i giornali locali, come Ha’aretz, sono scritti in ebraico. «Della stampa locale leggo solo quella tradotta in inglese, come Internazionale, che ha una visione di sinistra, e il Jerusalem Post, che appoggia il governo. I giornali italiani ed esteri, invece, non fanno che riportare notizie di bombe e di vittime: la spettacolarizzazione che si è creata intorno al conflitto non crea approfondi-


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Il destino instabile del Medio Oriente

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e il Chiara ttilio A o it r a m

di sedersi al tavolo delle trattative con Israele e la comunità internazionale». Intanto il marito di Chiara è tornato a casa, si siede sul divano accanto a lei, mentre fuori infuria l’ultimo capitolo di una guerra che non porterà ad altro che a una calma temporanea.

cando ognuno le proprie ragioni, affidando ad internet attacchi che dalla dimensione virtuale raggiungono quella reale. L’esercito israeliano twitta ogni giorno ai propri 350mila follower e le forze terroriste di Hamas, le Al-Qassam Brigades, sono attive con account sui social media

#GazaUnderAttack: uno scontro ad armi mediatiche

mento né dà spiegazioni». E Chiara, quali spiegazioni si è data? «Non condannare il genocidio dei palestinesi sarebbe fuori da ogni pietà umana» spiega, «ma non si possono prendere posizioni: Israele è sotto lo scacco di un’organizzazione terroristica. Hamas mira a fare vittime tra i civili e ne fanno parte sottogruppi che agiscono autonomamente, perciò è fuori da ogni controllo, e Gaza non ha rappresentanti politici in grado

Martedì 8 luglio. Mentre il mondo è distratto dalla semifinale del Mondiale tra Brasile e Germania, dagli aggiornamenti di Facebook e dai trend topics di Twitter, fino a quel momento di carattere esclusivamente calcistico, dapprima sporadici, poi sempre più evidenti, emergono i primi lanci d’agenzia, le prime immagini e, in breve, grazie ad hashtag di diffusione planetaria come #GazaUnderAttack, #IsraelUnderFire e #FreePalestine, quel che sta accadendo in Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti. Fin dall’inizio, la principale fonte d’informazione sul conflitto arabo-israeliano è stata il web. E i social media sono presto diventati un secondo campo di battaglia, con Israele e Hamas che, alla stessa stregua, alimentano il fuoco di guerra rivendi-

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ATTUALITÀ Il destino instabile del Medio Oriente (ce ne sono diversi e in diverse lingue, incluse arabo ed ebraico) regolarmente sospesi ma subito riattivati. Quest’ultimo conflitto si distingue per una partecipazione di massa virtuale: dalla Striscia di Gaza al resto del mondo, si condividono articoli, storie, link, immagini e video a supporto di una fazione o dell’altra, o solo per esprimere il proprio punto di vista. Il potere dell’opinione pubblica riversa su di sé un tale grado di attenzione che i più autorevoli organi di informazione, dal New York Times alla CNN, si adeguano alla richiesta di notizie e aggiornamenti multimediali in tempo reale, avvicinando sempre di più il tradizionale approccio giornalistico alla pratica del citizien journalism. Segnando il passo di quello che sarà il futuro del reportage di guerra.

60 ANNI DI GUERRA

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1987. Nasce Hamas, organizzazione palestinese di carattere politico e paramilitare che agisce per attentati suicidi contro esercito e popolazione israeliana: si tratta di gruppi terroristi. 1993. Arafat, a capo del governo palestinese e Rabin, primo ministro d’Israele, stipulano un accordo di pace promosso dal presidente americano Bill Clinton. 2008. A seguito di una serie di missili lanciati da Hamas su Tel Aviv, Israele risponde con l’operazione “Piombo fuso” provocando oltre 1000 vittime. 2014. Il 30 giugno in Cisgiordania vengono ritrovati i corpi di tre giovani israeliani uccisi da Hamas. Il premier Netanyahu dà l’ordine di attaccare la Striscia di Gaza e, dallo scorso 8 luglio ad oggi (18 agosto 2014. NdA), gli scontri a fuoco si sono interrotti solo per poche ore, fino alla pace firmata il 26 agosto.

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1948. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, l’ONU riunisce gli ebrei sotto lo Stato d’Israele. L’occupazione di parte della Palestina, considerata illegittima dagli Stati Arabi circostanti, determina una tensione che sfocia in continui scontri armati impari, data l’enor-

me forza e ricchezza del popolo ebraico. 1964. Nasce l’OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, sotto l’egida di Yasser Arafat. 1967. Si apre la crisi internazionale con il coinvolgimento di Siria ed Egitto. Dal 5 al 10 giugno, durante la “Guerra dei sei giorni”, Israele sottrae Sinai e Striscia di Gaza all’Egitto, Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le Alture del Golan alla Siria. 1973. Il presidente egiziano Sadat attacca Israele per la riconquista del Sinai. L’impresa fallisce. 1978. Dopo dodici giorni di negoziati, Sadat e il Primo Ministro israeliano, Begin, firmano alla Casa Bianca, in presenza del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, gli accordi di Camp David, che porteranno al Trattato di pace israelo-egiziano del 1979. Considerato traditore della causa araba, Sadat verrà ucciso nel 1981. 1982. Gli scontri si spostano in Libano, con l’operazione “Pace in Galilea” avviata da Israele per eliminare l’OLP. Durante la guerra muoiono 17.000 arabi.

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SPECIALE

EXPO 2015

VeronaExpo pronta a partire

Il progetto studiato da un pool di imprenditori ed esperti sta per prendere il via. Verona protagonista per la grande Esposizione Internazionale. Un circuito aperto ad attività commerciali e non solo e una speciale card che permetterà vantaggi ai veronesi ed emozioni ai visitatori. Da questo numero uno speciale vi terrà informati mese per mese. a cura della Redazione

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l prossimo anno, dal 1 maggio al 31 ottobre, a Milano, andrà in scena l’attesissima esposizione universale di EXPO 2015 che avrà come tema principale il cibo, e sarà titolata “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Un EXPO dedicato al cibo è ovviamente già fortemente legato alla tradizione culinaria di Verona, dove piatti e prodotti di grande qualità la fanno da padrone sulle tavole e hanno contribuito a rendere famosa la città dell’amore anche al ristorante. Ma a rendere Verona protagonista sarà anche la vicinanza geografica. Basta citare gli oltre 14 milioni di visitatori all’anno per capire il grande valore turistico di Verona. Si stima che in occasione dell’Expo saranno oltre 20milioni i visitatori dell’Esposizione Internazionale, ed è ragionevole stimare che circa il 15% si troverà a toccare le rive dell’Adige. I posti letto necessari non possono infatti essere soddisfatti dalla sola Milano.

All’interno dell’EXPO anche l’attesissimo Padiglione del Vino. Si svilupperà su una superficie di circa 2mila metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, nella piazza centrale dell’evento. A occuparsi di spazio e gestione della regia sarà Vinitaly (Verona Fiere). IL PROGETTO VERONAEXPO Si tratta di un progetto partito proprio intorno a Pantheon – Magazine di Verona, il mensile della città. VeronaExpo sta creando un circuito di eccellenze tutte veronesi, da boutiques a produttori locali, da enogastronomia all’accessorize, fino ai servizi alla persona. Questo circuito di attività commerciali, in fase di allestimento, darà poi vita alla VeronaExpo Card, una speciale iniziativa il cui obiettivo è riunire tutte le fidelity di Verona già in attività, aggiungendo però anche nuovi punti, per presentare la città compatta a fronte del grande boom di visite che sarà registrato il prossimo anno.

In questo modo i veronesi potranno scoprire, tramite la sottoscrizione alla VeronaExpo Card, una serie di vantaggi da e per la città, con scontistiche, offerte e promozioni, mentre i visitatori potranno beneficiare di pacchetti di visita centrati sulla valorizzazione del territorio alla scoperta di cantine, frantoi, aziende top, artigianato locale e molto altro. Il progetto, nella sua fase di avvio, sta raccogliendo le prime adesioni e già da questo inverno sarà disponibile anche per tutti voi lettori una prima lista dei punti affiliati con le promozioni disponibili. Verona Expo Card è però molto di più. Permetterà infatti a tutti i visitatori tramite EXPO, il prossimo anno, di sperimentare anche dei pacchetti di visita per scoprire la città di Verona non solo attraverso le pagine di Lifestyle, ma anche toccando con mano le eccellenze sul territorio: aziende, ville storiche, paesaggi e location naturali di grande fascino.


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Come restare aggiornati?

Ogni mese Pantheon proporrà un approfondimento in cui saranno illustrate le novità del progetto VeronaExpo. È in fase di realizzazione in queste settimane il sito www.veronaexpo.com mentre troverete già aggiornamenti sulla pagina Facebook/VeronaExpo e Twitter @VeronaExpo.

I NUMERI DI EXPO 2015 147 Paesi partecipanti 1,1milioni di mq di ampiezza d'area fieristica 130mila mq di superficie espositiva (60 padiglioni) 250mila visitatori al giorno 18mila volontari

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SPECIALE

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COME ADERIRE A VERONA

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Per questi primi mesi, gli organizzatori hanno pensato di dare a la possibilità ai lettori di Pantheon di ricevere gratuitamente la VeronaExpo Card. Per farlo compilate il QUESTIONARIO di gradimento riservato ai lettori sul sito e riceverete la Card in esclusiva. Collegatevi a www.giornalepantheon.it oppure fotografate con smartphone e tablet il QR di questo box.


GIOVANI Il 25 settembre l’inaugurazione di una nuova iniziativa

TALENT FARM

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Nell’era dei social network, delle Community e dei post su Facebook, Progetto di Vita Cattolica per i Giovani si prepara a lanciare Talent Farm, una nuova e coloratissima iniziativa per rendere davvero “sociale” la nostra comunità.

Scambio di Talenti di Giulia Zampieri

U

no spazio ampio e luminoso, aperto al nuovo e al fermento di tante menti giovani, dove il bianco delle pareti si interrompe solo per lasciare posto al colore delle idee: è difficile immaginare diversamente un luogo nato per fare incontrare i giovani della nostra città. Uno spazio che porta un nome ambizioso e importante, “Talent Farm”, e verrà inaugurato il prossimo 25 settembre alle ore 18.00 presso il civico 11B di Corso Porta Nuova, luogo in cui, da quasi due anni, Progetto di Vita Cattolica per i Giovani, offre consulenza gratuita e assistenza concreta a ragazzi e

ragazze dai 18 ai 35 anni di età. «La sede di Progetto di Vita» spiega Lucia Cometti, del team Cattolica per i Giovani «può essere paragonata a un osservatorio sul mondo: col passare del tempo ci siamo accorti di aver conosciuto un sacco di giovani che, seppure alla ricerca di qualcosa, erano i primi ad avere delle risorse da poter offrire: chi conosce una lingua straniera, chi è esperto in Web design o ha un’idea d’impresa ma non ha un partner per realizzarla. Talent Farm è nata così: noi facciamo da intermediari e mettiamo a disposizione lo spazio, una grande bacheca in legno, e voi potete attaccare il vostro co-

INNOVAL YOUNG. AGGIORNAMENTI PER L’AUTUNNO Innovazione o cambiamento culturale? Nuovi lavori o rinascita delle professioni di sempre? Aspettare passivamente il futuro o sfruttare il presente per costruire il nostro domani? Questi e molti ancora sono gli interrogativi che come Associazione Innoval Young ci siamo posti e che vorremmo condividere con Voi, senza la presunzione di dare delle soluzioni ma con l’ambizione sempre più forte di aiutare nel trovare gli strumenti giusti per raggiungere ogni obiettivo. Voi che non avete sicuramente tempo da perdere ma che, siamo certi, avete voglia di dire e di fare qualcosa, che è sempre qualcosa di più! Voi che avete forti motivazioni, forza d’animo, desiderio di collaborazione e tante buone idee. Perché siamo tutti sulla stessa barca, non c’è ragione per non remare insieme. Un piccolo esempio? Il Verona FabLab, nato dall’intuizione e dalla determinazione di alcuni giovani dell’Associazione Innoval che, grazie al supporto di aziende e privati che ci hanno creduto e stanno credendo sempre più, ha ora preso il volo verso vita autonoma. Se siamo riusciti a suscitare il Vostro interesse o se semplicemente volete capire che cosa si sta muovendo intorno a Voi, segnate in agenda questa data: giovedì 23 ottobre ore 20.00 aperitivo di inizio attività Associazione Innoval presso il Verona FabLab, viale del Lavoro 2, Grezzana. Nel frattempo, qualche piccola anticipazione: 28 ottobre 2014 – L’innovazione ecosostenibile, nuovi materiali per il settore costruzioni (con Matech); 2 dicembre 2014 – Crowdfunding e altri strumenti innovativi di finanza (con CCIAA Venezia e una piattaforma crowdfunding). Eventi organizzati in collaborazione con Associazione Verona FabLab e Verona Innovazione.

loratissimo annuncio e scambiarvi così un’ora del vostro talento». Esistono diverse categorie: oltre alle classiche Offro e Cerco, anche Lavoriamo Insieme e Community, dove gli interessati possono suggerire nuove iniziative, idee per nuove convenzioni o lasciare commenti e feedback. «Ogni annuncio vale 30 giorni, ma una volta scaduto basta rinnovarlo ripostandone un altro. Gli incontri poi si svolgono in totale libertà: noi creiamo rete, il resto lo fanno i talenti. Inoltre, per ogni ora di scambio si ottengono 9 punti su Progetto di Vita Card. Più punti hai, più agevolazioni e sconti ottieni. A pochi mesi dalla nascita, sono già molti gli annunci lasciati e gli scambi avvenuti. Con l’inaugurazione ufficiale di fine settembre presso la nostra sede ci aspettiamo di accogliere tanti altri ragazzi, e con essi i loro talenti». Oltre a questa iniziativa però, c’è tanto altro. Numerose, infatti, le iniziative in cantiere: «Progetto di vita Cattolica per i Giovani è un’iniziativa di Responsabilità Sociale d’Impresa del Gruppo Cattolica Assicurazioni ed è nata con l’obiettivo di aiutare in modo concreto e completamente gratuito i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavoro» prosegue Lucia Cometti. «Tutte le attività che proponiamo rispondono a questo bisogno, seppure in tre ambiti distinti: Orientamento e Formazione, Cultura d’Impresa e Innovazione Sociale». Tre strade parallele per raggiunge-


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Verona FabLab al Maker Faire di Roma La Maker Faire è il luogo dove gli innovatori del terzo millennio mostrano i progetti a cui stanno lavorando e condividono il sapere tecnologico e artigiano. Si terrà a Roma dal 3 al 5 ottobre e tra i protagonisti di quest’anno ci sarà anche l’associazione Verona FabLab. Il progetto che il Verona FabLab porterà nella capitale, è quello di Angelo Camesasca, Silver Founder dell’associazione e membro sempre attivo all’interno del laboratorio. Si tratta di un diffusore acustico equipaggiato con una lente acustica brevettata in grado di generare nell'intorno un "campo” stereofonico sferico. In parole più semplici il suono è emesso dal centro della lente verso l'esterno in maniera sferica pur mantenendo la caratteristica dell'effetto stereo. Mattia Zuanni

Il 25 settembre l’inaugurazione di una nuova iniziativa re un’unica meta: rendere i giovani protagonisti della crescita culturale, sociale ed economica del nostro territorio. «Con i nostri servizi di Orientamento» prosegue Lucia «aiutiamo i ragazzi a rispondere alla famosa domanda “Cosa voglio fare da grande?”, studiando assieme ad un team di esperti dei percorsi individuali e di gruppo. Da poco abbiamo inoltre siglato un accordo con l’Ufficio Orientamento al Lavoro dell’Università di Verona per aiutare gli studenti dell’ateneo con strumenti quali bilancio di competenze, analisi del curriculum e check up per l’estero». Di pari passo, Progetto di Vita si adopera per la promozione del valore di Cultura d’impresa, sostenendo dal punto di vista progettuale tutti quei giovani che hanno un’idea imprenditoriale da sviluppare, ma non hanno gli strumenti per farlo. Grazie a workshop e incontri con esperti nel settore si ha la possibilità di misurarsi diret-

tamente con imprenditori e mondo dell’impresa. Non ultimo, non manca l’attenzione per il sociale e per quei progetti che possano contribuire, in modo concreto e innovativo, al cambiamento e allo sviluppo del nostro territorio. I migliori selezionati hanno inoltre la possibilità di essere finanziati grazie al prezioso contributo di Fondazione Cattolica. Sebbene tutti i progetti siano pensati per intercettare le idee più meritevoli nate da giovani di talento, solo uno il talento lo porta nel nome: Talent Farm. Vi aspettiamo giovedì 25 settembre nella sede di Corso Porta Nuova a partire dalle ore 18:00».

Per rimanere aggiornati su tutte le iniziative di Progetto di Vita: www.progettodivita.it www.progettodivita.it/talent-farm Pagina Facebook: Progetto di Vita – Cattolica per i Giovani

Verona

CORSI E WORKSHOP FabLab settembre CORSO ASSEMBLAGGIO sTAMPANTE KIWI 3D - Da sabato 20/09 Il montaggio permette di impare come funziona una stampante 3D capendone appieno i meccanismi fondamentali, i punti di forza e la maniera migliore di sfruttarli. Costo: € 200 (solo parte didattica) € 860 (didattica e acquisto stampante) Durata: 15 ore - Docente: Team Plumake WORKSHOP ”METTERSI IN PROPRIO” - MERC. 24/09 ore 20.30 Come mettersi in proprio e strutturare una micro attività imprenditoriale Costo: Gratuito e aperto anche ai non tesserati Docenti: Carlotta Cena, Luca Castagnetti CORSO ARDUINO BASE - Da sabato 11/10 Corso base di introduzione all’elettronica e alla programmazione dei microcontrollori con Arduino Costo: € 50 - Durata: 15 ore - Docenti: Marco dalla Pria

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Corso saldatura - Sabato 18/10 ore 08.30 - 18.30 Corso di progettazione ed autocostruzione attraverso saldatura ad elettrodo di una lampada interattiva basata su Arduino che verrà poi usata come lampada da lavoro per il Verona FabLab. Costo: € 80 - Durata: 9 ore - Docenti: Alessandro Mason di Officina Gisto Per informazioni sui corsi: Viale del Lavoro, 2 - 37023 Grezzana (VR) info@veronafablab.it - www.veronafablab.it 344 04 58 663


INNOVAZIONE Scopriamo l’idea tutta veronese di The Fab

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Partire dal “vecchio” per creare il nuovo

di Francesco Turlon

Un’iniziativa di alcuni giovani veronesi che dopo aver rilevato delle macchine di stampa a pressione (letterpress) Heidelberg, ridanno vita all’attività tipografica battezzando la neonata startup con il nome Lyno’s Type. Un ritorno alle origini in una città la cui la tradizione della stampa è molto forte.

L

o scorso anno, in collaborazione con la maker facility milanese Tecnificio, realizzano Stampomatica, una mini serie di micromacchine ad azione manuale per stampare biglietti da visita e cartoline, sfruttando le moderne tecnologie di stampa 3D e taglio laser. Al progetto segue una campagna di crowdfunding sul portale Indiegogo, da cui derivano ottime critiche e risonanza da parte della stampa internazionale. Sono attualmente coinvolti nello sviluppo di benfatto.org, progetto che raccoglie le migliori realtà artigianali e le coinvolge in un concreto percorso di sviluppo, valorizzazione e crescita. Sono i co-workers di The Fab. Abbiamo avuto modo di parlare con Tommaso Cinti, avvocato, socio e co-fondatore di The Fab e Amplificatore Culturale. Tommaso, cos’è The Fab? The Fab è un co-working chiuso, in cui ogni collaboratore o co-worker viene selezionato affinché le competenze siano complementari a

quelle degli altri. La nostra storia inizia nel 2012 dall’unione di quattro realtà fondatrici: Sharazad, Amplificatore Culturale, Uncò e Slowmedia. Tutte queste realtà avevano un filo conduttore: la visione della professione di consulente. A questa visione abbiamo aggiunto una chiave di lettura innovativa: non ci deve essere una separazione netta tra il fare manuale e il pensare/progettare. Ogni realtà presente in The Fab rappresenta per questo parte della filiera di sviluppo di un’azienda: dalla progettazione e sviluppo di strategie di semplificazione (Sharazad), al marketing/comunicazione (Amplificatore Culturale), allo Storytelling (Uncò) fino agli strumenti web (SlowMedia). Come operate? Sfruttiamo le nostre competenze per aiutare le piccole medie imprese artigiane e manifatturiere ad affrontare il passaggio verso il nuovo mercato del lavoro. Ad una fase preliminare di analisi strategica facciamo seguire un piano di sviluppo di due anni per il riposi-

zionamento sul mercato. Su cosa avete puntato inizialmente? L’idea era quella di un co-working strutturato sul saper fare. Per rendere concreta questa focalizzazione abbiamo rilevato delle macchine di stampa Heidelberg a caratteri mobili. Sono macchinari degli anni Cinquanta, delle vere e proprie Ferrari del sistema di stampa letterpress. Le abbiamo acquistate e abbiamo letto il loro funzionamento e la loro spendibilità in chiave contemporanea. Il percorso si è tradotto in un processo di sviluppo in cui tradizione e innovazione si sono fuse insieme, fino ad arrivare all’integrazione di nuove tecnologie quali appunto le stampanti 3D e le macchine al taglio laser. Stampomatica nasce da qui? Si, in collaborazione con la milanese Tecnificio abbiamo realizzato questo prodotto opensource (scaricabile gratis dalla rete, ndr) che, sfruttando tecnologie innovative, vuole portare il principio del carattere mobile alla portata


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Scopriamo l’idea tutta veronese di The Fab

21 Curiosità Tipografiche

di tutti. Il progetto è quanto più possibile aperto, in modo che chi ha gli strumenti possa anche realizzarlo. Altrimenti forniamo un kit e i cliché realizzati con stampanti 3D: in questo modo non soltanto si ha uno strumento portatile per creare cartoline o biglietti da visita, ma risulta anche altamente personalizzabile. Può essere considerato uno dei primi prodotti che utilizza la stampa 3D in produzione diffusa. Su quali altri progetti state lavorando? Di interessante stiamo portando

La Linotype è una macchina per la composizione a caldo, inventata nel 1884. Si chiama così perché permette di creare una linea intera di caratteri in metallo, in inglese line of types. Fu la prima macchina per la composizione tipografica automatica e consentì notevoli aumenti di produttività. La stampa a caratteri mobili è una tecnica di stampa inventata dal tedesco Johann Gutenberg nel 1455. Questo per quanto riguarda l'Europa: in Asia, infatti, esisteva fin dal 1041, grazie alla tecnica dell'inventore cinese Bi Sheng . (fonte: Wikipedia)

avanti lo sviluppo di benfatto.org, una raccolta di racconti e casi di aziende con cui abbiamo lavorato. L’obiettivo è quello di far risaltare esempi virtuosi di innovazione in ambito manifatturiero e artigiano. Quali sono i settori che meriterebbero di essere rinnovati e su cosa potrebbe puntare il nostro territorio per il rilancio economico? Da una parte il rinnovamento del settore retail. Siamo rimasti a una struttura commerciale molto statica, quindi si sente l’esigenza di trovare nuovi modelli per connettere negozio tradizionale, ufficio e

laboratorio. Pensate a The Fab: unisce uno studio di consulenza con un laboratorio di produzione tipografica. Dall’altra, ci sarà sempre più bisogno di videomakers, professionisti che sappiano raccontare prodotti e servizi, che creino contenuti fruibili e godibili sul web. In tal senso, i dati dicono che Verona è tra le prime dieci città visitate da turisti. Saper raccontare il territorio in modo innovativo, evitando di trasformarlo in un museo, contribuirà a farci crescere e ad aumentare il valore culturale complessivo.

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ARTIGIANATO Intervista a Pierluigi Zanini

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P antheon settembre 2014

Il mobile d’arte di Verona: tra passato, ripresa e innovazione

Il mancato ricambio generazionale, l’incapacità di rinnovamento e, poi, la crisi economica: così in dieci anni il settore del mobile artigianale è entrato in declino. Ma a poche settimane dalla prossima edizione di Abitare il Tempo, con il sostegno della Camera di Commercio e di Verona Innovazione, parte il piano di rilancio di un’eccellenza tutta veronese.

E

rano botteghe artigiane, laboratori in cui il mestiere veniva tramandato di generazione in generazione, dove i padri insegnavano ai figli l’antica arte della manualità. Il settore del mobile è stato a lungo trainato da piccole e micro imprese artigiane a conduzione familiare che, proprio a Verona, hanno dato vita ad un polo d’eccellenza a livello mondiale che oggi è più a rischio che mai. Il mercato è fermo da almeno dieci anni. «Se dovessi indicare un momento direi il crollo delle Torri Gemelle» racconta Pierluigi Zanini, titolare della Zanini Alcide Snc. e Presidente di Confartigianato Giovani Verona. «Dal 2001 il mercato di riferimento, quello americano, ha bloccato le importazioni e da lì è iniziata la nostra crisi». Tra 2003 e 2004 c’è stata una lieve ripresa, ma si è trattato di sopravvivere in una fase altalenante che è durata fino al 2008, l’annus horribilis in cui la domanda interna è scesa del 40% e, per l’export, si sono chiuse anche le porte della Germania. «Per anni siamo stati la Cina dei tedeschi» ricorda Zanini, «ma con la crisi hanno imparato a produrre da sé i mobili di qualità». Mentre il mercato era in profonda trasformazione la mentalità artigiana non ha saputo tenere il passo con un processo di cambiamento che all’estero era già iniziato, la recessione ha fatto il resto. Dietro le nostre aziende c’è una lunga tradizione di abilità manuale, una patrimonio di conoscenza che da solo non basta perché la manifattura oggi si riproduce con facilità e poi si vende al ribasso,

di Camilla Pisani

perché l’innovazione tecnologica non è più solo un dettaglio e la personalizzazione del prodotto non può essere un’eccezione. Solo adesso si torna a parlare di ripresa: nel primo semestre del 2014 a Verona, dove sono presenti 1238 imprese di settore, si registra un aumento delle esportazioni, in particolare verso Russia ed Emirati Arabi, del 4,1% a 111,5 milioni di Euro. Grande sostegno proviene anche dalle associazioni di categoria e dalle aziende affiliate. La Camera di Commercio di Verona, per esempio, ha messo a disposizione 100mila Euro per la partecipazione di aziende veronesi ad Abitare il tempo, in programma dal 24 al 27 settembre. I fondi serviranno a finanziare a fondo perduto il 50% delle spese per l’affitto di stand, fino a un massimo di 6.250 Euro. Nel 2013, grazie a questa opportunità, 27 imprese scaligere, su 250 espositori complessivi, hanno preso parte alla fiera e quest’anno è previsto un aumento grazie alla co-abitazione con Marmomacc. Anche Verona Innovazione, azienda speciale della Camera di Commercio, si sta muovendo in direzione delle imprese del legno e del mobile aderendo a Wood2Good, progetto europeo di cui è unica partner italiana. Finanziata dalla Commissione Europea, l’iniziativa ha lo scopo di analizzare l’andamento del settore in Europa e nel Veneto e di comprendere quanto le politiche green siano utili alla ripresa. «Dobbiamo capire come le imprese del territorio possano superare le loro criticità per potersi internazionalizzare e approcciare

Pierluigi Zanini

a nuovi mercati. Se la domanda interna per il mobile d’arte è in calo non è detto che in Russia o nel Medio Oriente non sia presente», sottolinea Alessandro Ferrari, Presidente di Verona Innovazione. Il progetto si concluderà a fine anno con la condivisione dei risultati ed il confronto a livello locale e con i partner europei.

La nuova generazione del mobile artigianale: intervista a Pierluigi Zanini Pierluigi Zanini, 37 anni, è Presidente di Confartigianato Giovani Verona e titolare di un’impresa a gestione familiare di mobili e complementi d’arredo. In doppia veste di imprenditore e rappresentante di categoria ha compreso fin da subito la necessità di cambiare visione per rispondere alle esigenze del mestiere manuale di domani. Qual è il ruolo di Confartigianato e come aiuta gli imprenditori del mobile? Nel 2015 per Confartigianato sarà tempo di rinnovare i vertici, ma ci stiamo già preparando a ripartire guidati da una nuova generazione, il cui compito sarà quello di portare innovazione nel mestiere, aiutando i piccoli artigiani a sviluppare competenze imprenditoriali. Nel concreto,


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Intervista a Pierluigi Zanini

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ci impegneremo a fare informazione e formazione promuovendo corsi, convegni e seminari e, a mio avviso, sarà importante puntare su temi come la certificazione e la tracciabilità di prodotto perché l’imprenditore-artigiano sappia come garantire la qualità di ciò che produce. Dobbiamo essere in grado di far comprendere appieno la differenza tra un prodotto in scala e uno realizzato su misura, esclusivo, d’artigianato. Tra pochi giorni a Verona prenderà il via Abitare il Tempo, tra le maggiori manifestazioni italiane dedicate al mobile, che importanza ricoprono le fiere di settore per le vostre aziende? L’utilità delle fiere risiede nella possibilità di stabilire contatti con potenziali clienti, fornitori e partner. Vale la pena prenderne parte per costruirsi una propria rete ma bisogna considerare che, tra quota di adesione, stand, progettazione e realizzazione delle nuove collezioni, parteciparvi è molto costoso. Bisogna considerarlo un investimento sul lungo termine e preparasi con grande anticipo. Inoltre la crisi del mobile si è inevitabilmente riversata sulle manifestazio-

ni fieristiche, costrette a ripiegare su diversi target, aprendo anche a comparti più o meno pertinenti. Per ciò che riguarda Abitare il Tempo, credo che l’unione con Marmomacc sia una buona mossa per riportare gli operatori di settore. Ciò che traspare dalle Sue parole è la necessità, in un sistema che da sempre si è retto sul lavoro degli artigiani in bottega, di fare innovazione. Da dove cominciare? Per essere competitivi bisogna tornare ad investire. Sulla vendita del singolo prodotto il margine è minimo, si deve puntare sulla grossa quantità, rinnovando strumenti e macchine di produzione per frenare la concorrenza di Paesi emergenti come Cina, India o Romania. Per l’innovazione di prodotto, invece, è fondamentale saper intercettare le specifiche richieste di ogni mercato, ad esempio i Paesi scandinavi sono molto attenti all’utilizzo di materiali ecosostenibili mentre in Germania amano il design minimalista. Bisogna saper fare comunicazione, io stesso frequento corsi di personal branding e credo molto nel web. Sono consapevole che per molti col-

leghi “uscire dalla bottega” sia una perdita di tempo ma non è così: per capire l’importanza di doversi reinventare, adeguandosi di volta in volta alle tendenze di mercato, si deve attuare un passaggio culturale profondissimo. Ma che sul lungo termine porterà i suoi frutti.


IMPRESA SOCIALE La “molletta” premiata a Bruxelles

Progetto QUID sul tetto d’Europa

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di Francesca Merli

moma photographers

La start up lanciata nel 2012 da un gruppo di amici tra i 25 e 32 anni con l’intento comune di fare impresa con un fine sociale sta ottenendo riconoscimenti importanti e prestigiosi, primo fra tutti il successo all’European Social Innovation Competition di Bruxelles dello scorso maggio.

L

’ultima occasione in cui abbiamo portato i nostri lettori a conoscere il “Progetto Quid”, risale a giugno 2013, quando l’idea imprenditoriale che unisce lavoro e aspetti sociali formulata da alcuni giovani amici, tutti di età compresa tra i 25 e i 32 anni, aveva ottenuto il secondo premio allo Start Up Day promosso dall’Associazione Innoval. Vale la pena ricordarlo perché a distanza di un anno e, ancor prima, dal momento della sua nascita, avvenuta nell’aprile del 2012, di riconoscimenti e attestati di stima ne sono arrivati parecchi. In primis, per importanza e prestigio, il primo premio all’European Social Innovation Competition di Bruxelles assegnato lo scorso maggio nell’ambito di una rassegna internazionale dedicata all’innovazione sociale: prerogativa per arrivare alla vittoria in classifica su 1250 proposte provenienti da tutta Europa, è stato il fatto di trovare risposte efficaci e concrete alla criticità diffusa rappresentata dalla disoccupazione, in particolare quella femminile. «Lo stupore è stato incredibile» spiega Anna Fiscale, presidente della Cooperativa Quid. «Abbiamo ottenuto, insieme ad altri due pro-

Anna Fiscale

getti concorrenti, il primo premio su 1250 proposte, e il livello degli altri progetti in gara era decisamente alto. Dopo aver inviato la prima bozza del progetto, siamo stati selezionati nella lista dei trenta finalisti, e siamo stati invitati a Bilbao, in Spagna, per una sessione formativa di secondo livello. Alcuni ottimi suggerimenti per migliorare la nostra idea li abbiamo colti proprio lì, e dopo aver inviato il progetto definitivo nei mesi successivi siamo stati chiamati a Bruxelles, insieme alla Top 10 finale. Quando ci hanno comunicato che ci eravamo aggiudicati la vittoria, la gioia è stata davvero immensa»! Una vittoria che ha permesso di “chiacchierare” su Quid nientemeno che sul blog di “The Guardian”, il prestigioso quotidiano londinese. Progetto Quid, per chi ancora non lo sapesse, è nato per offrire un’opportunità lavorativa a donne che vivono situazioni di difficoltà o di svantaggio, affidando alle loro mani stoffe e scarti “di rimanenza” delle grandi aziende che, invece di essere buttati, vengono lavorati, rielaborati e venduti all’interno dei punti vendita Quid. «Le donne che lavorano con noi» sottolinea Anna Fiscale «entrano nel nostro team grazie agli ottimi

rapporti che abbiamo sviluppato con educatrici e assistenti sociali attive sul territorio, e con Media Labor, centro di inserimento lavorativo dell’Istituto Don Calabria. Solitamente preferiamo che abbiano un’infarinatura di base di sartoria, anche se comunque sono affiancate da sarte professioniste che forniscono loro le competenze necessarie per realizzare i lavori». Progetto Quid si appoggia in particolare a tre cooperative sociali di Verona, prosegue Anna, all’interno delle quali sono presenti anche alcuni laboratori: «Santa Maddalena di Canossa, la cooperativa che ci ha offerto un prezioso aiuto quando il progetto era in fase di partenza; la Cooperativa Sociale “Vita”, che si trova a San Fermo, dove ci sono donne che lavorano a tempo pieno per Quid, e la “Cooperativa Comunità dei giovani”, che si trova a San Pio X, dove abbiamo collaboratrici che si occupano del “packaging”». Un insieme di “officine”, dunque, dove il lavoro viene svolto con attenzione e scrupolosità. «Da un paio di mesi abbiamo stretto una collaborazione con la scuola di moda e design “Le Grand Chic”, (in via Madonna del Terraglio 18, ndr) cui lavorano, all’interno di un nostro laboratorio, ragazze e


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La “molletta” premiata a Bruxelles

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foto Eleonora Costa

donne che sono direttamente assunte o in tirocinio. Il nostro obiettivo è quello di creare uno scambio di conoscenza, esperienza e valori, per costruire un progetto insieme». Tra le iniziative avviate c’è anche una proficua collaborazione con il carcere di Montorio, attivata recentemente. «L’idea che si sta concretizzando, è quella di formare un ponte tra l’interno e l’esterno del carcere, ponendoci come tramite per l’inserimento lavorativo delle detenute. Avere una prospettiva è importante, soprattutto per chi si trova catapultato nella società dopo un periodo di reclusione». Anche Carrera Jeans, che ha avviato una partnership con Quid dal settembre 2013, è parte attiva nello sviluppo e nella visibilità del progetto. «I capi di magazzino vengono

affidati a noi per essere rivalorizzati e poi rivenduti dai negozi Carrera con il marchio “Carrera 4 Quid”. Progetto, quindi, che potremmo definire con una metafora ad hoc “l’intreccio di un tessuto unico” che coniuga l’aspetto sociale a quello imprenditoriale. «La maggior parte delle stoffe», sottolinea Anna, «le riceviamo dal gruppo Calzedonia, che ci sostiene anche per quanto riguarda gli spazi per la vendita al pubblico». Quid, infatti, si trova in punti vendita collocati in zone strategiche della città, e non solo a Verona. «I nostri punti vendita di riferimento a Verona sono in via Pellicciai 5A, e in via Ponte Pietra 25. Siamo riusciti a ottenere una buona visibilità anche a Vicenza in corso Palladio 66, via centralissima della città. La scorsa estate, abbiamo tenuto

un negozio a Forte dei Marmi per due mesi, e per un periodo anche a Trento». Di recente, Quid ha lanciato il campionario autunno-inverno nei punti vendita: «Mi sembra ci sia stata una buona evoluzione rispetto allo scorso inverno. Poniamo molta attenzione su quello che può piacere al mercato, e per poter fare questo è fondamentale la presenza di uno staff esperto di moda all’interno della squadra Quid: due ragazze, in particolare, si dedicano la ricerca stilistica e pensano alle prossime collezioni che spaziano dall’elegante allo sportivo» conclude Anna Fiscale. Che dire di più? L’entusiasmo e la voglia di credere nei propri obiettivi comportano fatica e lavoro, ma una volta “cuciti” insieme, nasce quel “Quid” in più che fa la differenza.

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RUBRIC

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Dieci anni con

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Facebook di Arianna Mosele

Da molti criticato e da moltissimi altri amato, l’arrivo di Facebook è stato un fenomeno sociale e mediatico di grande impatto. Riuscirà uno dei social più famosi al mondo a primeggiare per un’altra decade?

N

Mark Zuckerberg

ella prestigiosa università di Harvard a Cambridge (USA), è l’inverno del 2003. Alcuni studenti violano il database universitario e le norme sulla privacy, creando FaceMash, un sito che raccoglie i profili di centinaia di studenti del campus. L’obiettivo era contattare gli amici dell’università, poter curiosare nelle loro vite e fare nuove conoscenze. Quei giovani erano Marck Zuckerberg, Eduardo Savrerin, Dustin Moskovitz e Cris Hughes, considerati oggi i fondatori del social più famoso al mondo. Il 4 febbraio 2004 nasce ufficialmente Facebook, aperto con un investimento di soli mille Dollari e diventato popolare in pochi giorni in tutta l’università. Nell’aprile del 2004 il sito si amplia e viene aperto agli studenti di Boston, Stanford e Yale, raccogliendo fino a 200 mila utenti. Infine, grazie all’acquisto del dominio facebook. com, Zuckerberg, descritto come

un ragazzo spregiudicato e spesso insolente, allarga la rete a livello globale. Un sito, nato per puro divertimento, in un dormitorio di giovani universitari, ha attualmente il valore di circa 130 miliardi di Dollari a Wall Street e la popolarità del suo fondatore, di soli trent’anni, è pari a quella di informatici come Bill Gates e Steve Jobs. Zuckerberg, classe 1984, è stato nominato uomo dell’anno dal Time nel dicembre 2010 per aver compiuto la straordinaria impresa di collegare più di mezzo miliardo di persone nel mondo con un programma elementare e allo stesso modo brillante, come riportato dal settimanale statunitense. Il 4 febbraio scorso Facebook ha celebrato i suoi primi dieci anni, anniversario che il fondatore ha commentato sul social ricordando che «i primi dieci anni sono serviti per avviare la rete e iniziare a connettere le persone. Ora abbiamo le risorse per aiutare le persone di tutto il mondo a risolvere i problemi più importanti, condividendo esperienze e conoscenze». I dati mondiali sono chiari: una persona su cinque ha un proprio profilo e ogni secondo ci sarebbero quarantun mila aggiornamenti di stato. Grazie al social, ognuno può esprimere in tempo reale commenti, opinioni e critiche sull’attualità o sui piccoli problemi

quotidiani, creando una grande piattaforma informativa e rappresentativa della realtà sociale. Questa nuova tecnologia si è insidiata in primis tra i i giovani adolescenti e universitari, che spesso la utilizzano come un diario personale virtuale per condividere pensieri, foto o musica, in cerca spesso dell’approvazione dei coetanei. Facebook ha quasi la capacità di sconfiggere quella solitudine e lontananza nelle nuove generazioni: questo è stato ed è il suo successo. Tuttavia, molteplici studi scientifici e psicologi hanno rilevato consistenti conseguenze negative sulla persona, come abbassamento dell’autostima, distruzione di relazioni o difficoltà di rapportarsi nel mondo reale e le forme di cyberbullismo sono inoltre favorite con l’utilizzo del social network. Le critiche sono state tuttavia accolte scherzosamente dai dirigenti della società, che hanno postato nel novembre 2012 sulla pagina ufficiale di Facebook il commento “le torte di compleanno sono fatte per unire le persone. Ma troppa torta probabilmente non è salutare. Insomma le torte sono come Facebook”. Le grandi potenzialità e risorse di Facebook sono state inoltre riconosciute dalle società e attività commerciali, che oggi utilizzano il social come un ottimo strumento


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UN PATRIMONIO A OTTO CIFRE

Ecco un’immagine dei punti server di Facebook

di marketing, dai giornalisti, dai blogger e dai politici. Ma come sarà Facebook tra dieci anni? I sondaggi non sono favorevoli. La nota università di Princeton sostiene che Facebook potrebbe essere abbandonato fin dall’80% dei suoi utenti a causa di nuovi strumenti, più agevoli e più attenti alla privacy. Tra questi ritroviamo Whatsapp, nato nel 2009, che ha avuto una forte dif-

Zuckerberg appare spesso con la fedele felpa e un abbigliamento adolescenziale, eppure è tra gli uomini più ricchi del mondo. La multinazionale Bloomberg, che si occupa di servizi finanziari, riconosce al giovane fondatore di Facebook un patrimonio personale pari a 33,3 miliardi di Dollari, superiore a Brin e Page, i due colossi di Google, e Jeff Bezon di Amazon. Mark si posiziona al sedicesimo posto nella classifica mondiale, ma la scalata per raggiungere il successo di Bill Gates è ancora lunga.

fusione tra i giovani per la facilità di condividere musica e immagini. Per la comunicazione e connessione aziendale è nato LinkedIn In nel 2003, che oggi mantiene ancora una posizione rilevante nel mondo lavorativo. Zuckerberg tuttavia non ferma il suo esercito informatico e propone costantemente aggiornamenti e nuovi strumenti, come la creazione di Messanger, l’acquisto di Instan-

gram, Whatapps e Oculus, una startup che lavora sulla realtà virtuale nel settore dei giochi. Per festeggiare i dieci anni di attività, Facebook ha inoltre introdotto in America la nuova app “Paper”, che permetterà di scorrere le notizie più interessanti del momento suddivise in 19 sezioni diverse. La continua innovazione permetterà a Zuckerberg di salvare tutti i suoi 30 milioni di contatti?

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CULTURA E SPETTACOLO Interviste ad anziani reduci, raccolte in un’opera letteraria 28 Pantheon

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Mio nonno è morto in guerra

di Giovanni Melotti

Inizialmente un libro, poi anche lo show. Simone Cristicchi a Verona per la presentazione del suo libro che raccoglie testimonianze e ripercorre aneddoti e vicende della Seconda Guerra mondiale. Un lavoro letterario messo in scena ad “Operaforte”.

«M

io nonno è morto in guerra, o almeno così mi ha raccontato, che in guerra se non morivi fisicamente, moriva comunque qualcosa dentro di te. Mio nonno ha fatto la Seconda Guerra mondiale, una maratona lungo l’impero del male». Inizia con queste parole lo spettacolo con e di Simone Cristicchi rappresentato alla fine di luglio al forte Santa Caterina di Verona. Uno spettacolo tratto dall’omonimo libro Mio nonno è morto in

guerra, una raccolta di storie e testimonianze relative alla Seconda Guerra mondiale. La presentazione del progetto del cantautore romano è avvenuta alla libreria Feltrinelli di Verona, poche ore prima della messa in scena. L’abbiamo incontrato. Simone, com’è nata l’idea di scrivere il libro? Tutto è partito dal silenzio di mio nonno Rinaldo. Ogni qualvolta mi raccontava della sua vita, tralasciava la terribile esperienza della ritirata di Russia. Si sedeva vicino

al termosifone e parlava per ore, ma quando scavava troppo nella sua memoria e arrivava all’anno 1941, non proseguiva, oppure tornava indietro di qualche anno. Aveva sempre freddo nonno Rinaldo. Anche ad agosto se ne stava sul balcone con un giacchetto sulle spalle e una coperta sulle gambe. Quel freddo è il marchio indelebile che gli ha lasciato nelle ossa la guerra: “Quando tornai a casa avevo un piede completamente congelato”, ecco questo me l’ha sempre detto. A casa ci è tornato per miracolo, si è salvato lanciandosi dal treno, ma qualcosa del nonno però, in quel viaggio, è morto per sempre. Freddo e silenzio. Il desiderio e la curiosità di capire il perché di quest’ultimo mi ha portato ad intervistare decine di altri nonni, ognuno con la propria storia fatta di emozioni e tanto dolore. In un certo qual senso, possiamo considerare queste persone come “autrici” del libro? Si, senza ombra di dubbio. Il libro esiste grazie ad esse, io le ho solo


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Interviste ad anziani reduci, raccolte in un’opera letteraria

SI CHIAMAVA RINALDO CRISTICCHI La frase che ha chiuso lo spettacolo, al termine della quale sono piovuti quattro minuti di applausi e una standing ovation da parte di tutto il pubblico: «Se quest’uomo non fosse riuscito a tornare a piedi dalla Russia, io non sarei mai venuto al mondo e non avrei mai potuto raccontare la sua storia e quella di tutti gli altri. Era nato nel 1915, si chiamava Rinaldo Cristicchi, ed era mio nonno». ascoltate. Più di 40 ore di registrazioni, da Genova a Catania, entravo negli ospizi, nei circoli degli ex combattenti e nei centri anziani, alla ricerca di fatti mai scritti e di ricordi non del tutto cancellati. Il mio gruppo di lavoro mi soprannominava “Il terrore dei centri anziani” (sorride, ndr). Quando arrivavo io, gli ospiti non ascoltavano più i volontari, si dedicavano completamente a me, iniziavano a raccontare, a commuoversi, a rivivere quei tragici momenti. Non vi è mai stato un momento in cui ha pensato di scavare troppo nel passato di questi nonni? «No, tutt’altro. Un pomeriggio mi trovavo a Genova ad ascoltare un anziano signore di novantasette anni, reduce della ritirata di Russia. Accanto a lui vi erano la moglie con il figlio. Man mano che raccontava, fuoriuscivano aneddoti e immagini che mai prima aveva confidato. Era una diga di ricordi che si era improvvisamente aperta. Al ché, i famigliari gli chiesero il moti-

vo per cui non avesse mai narrato loro quelle storie prima d’allora. E lui rispose: “Perché mai nessuno me le ha chieste”. Ecco, in quel momento ho sentito il bisogno di continuare a lavorare per scrivere questo libro di memorie, sperando che serva da monito ai giorni nostri. Devo ammettere che il giorno della pubblicazione è stata una vittoria, sia come artista che come persona. Mi sono sentito come un minatore che ha portato alla luce delle pietre preziose da far vedere a tutti. Non si è fermato alla carta, ha deciso di portare il suo e tutti gli altri nonni su di un palco. Che emozioni ha provato? La bellezza di questo progetto è stata proprio far salire sul palco le vite di queste persone. Nonno Rinaldo, il quale, quando eravamo a tavola, soffriva se qualcuno avanzava un pezzo di pane. Rodolfo, che tanti anni fa si era follemente innamorato di Gigetta e voleva passare con lei tutta la vita,

finché un giorno venne deportato nel campo di concentramento di Dachau. Tra i pochissimi sopravvissuti, tornò nel suo paese, ma la sua amata era stata bruciata viva. E ancora le strazianti difficoltà di quei soldati costretti a combattere nel gelo della Russia, quando anche solo defecare diventava qualcosa di disumano, a 30 gradi sotto lo zero. Sul palco però, ci sono salito in punta piedi, non avrei potuto fare altrimenti. Un attore non ha alcuna qualifica per interpretare il dolore di un’altra persona. Con la voce e con lo sguardo ho cercato di ricreare quegli attimi drammatici fungendo da tramite tra il pubblico e i protagonisti del mio spettacolo.

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AMARCORD 45 anni fa nasceva in Lessinia lo storico locale di musica dal vivo

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P antheon settembre 2014

Quanti ricordi allo

Snoopy Club

Una mostra fotografica che si è tenuta a Bosco Chiesanuova il 20 e 21 agosto ha fatto rivivere ai tanti visitatori le atmosfere e i ricordi di un locale, che tra gli altri ospitò anche la grande Gina Lollobrigida, in cui la musica e lo spettacolo facevano da contorno a uno stile di vita mondano ricco di fascino e giovialità. di Miryam Scandola

C

'era un cliente, il “Conte” lo chiamavano, che prendeva una bottiglia di Glen Grant e la beveva da solo, tutta, ogni sera, con il braccio sul banco, due pacchetti di sigarette e lo sguardo perso sulla scena dove i professionisti come i clienti si univano, senza timori, in karaoke improvvisati e perfetti. Gli occhi di questo cliente particolare si fermavano sugli show sempre incredibili di Jerry Calà, di Umberto Smaila, di Franco Oppini e di tutti i grandi dei Gatti di vicolo miracoli. E tra una sigaretta e un bicchiere ascoltava le note del pianista Mario Cammalleri, il buon Jazz della Bovisa New Orleans Jazz Band e la musica di Romano Mussolini. Forse qualche volta, guardava pure la bellezza delle ragazze con le sopracciglia fini, come chiedeva la moda, sedute sulle poltroncine, strette a ragazzi dalle camicie colorate.

Insomma, dalla sua sedia, vicina al bancone osservava i tempi, i volti e le voci dello Snoopy club, nell'ex cantina di quello che ai tempi era l'albergo Rosanna, a Bosco Chiesanuova. É piuttosto difficile, per chi quelle atmosfere non le ha vissute, raccontare di un luogo che ha celebrato la giovinezza di alcuni, che ha permesso gli amori veloci e grandi di altri, che è stato lo sfondo della primavera della vita di tanti. Forse il modo migliore per dire di un locale che tra il 1969 e il 1976 è stato il ritrovo privilegiato di tanti veronesi, come di bresciani e persino di bergamaschi, è ascoltare le parole di chi quei tempi li ha abitati e ora, un poco, li rimpiange. Tre gradini, il rosso sulle pareti avvolte da velluti damascati, il soffitto ricoperto da un alluminio riflettente, cento posti a sedere, in pelle bianca, schiena contro schiena così

Angelo versa da bere ad Alessandro de Silvestri

Oppini e de Silvestri alla mostra di Bosco

«si diventava amici per forza» ci dice Angelo, lo storico barman del club, con un sorriso nostalgico sulle labbra. Lui era Angelo “del Snupi”, quello che dietro il bancone, con gli occhiali scuri, si destreggiava tra le ordinazioni, inventando cocktails quando ancora i cocktails erano un universo impreciso e sconosciuto. «Il bagno di Poppea», risponde quando gli chiediamo il nome del drink più richiesto, «era buonissimo; vodka, crema di banana, panna montata e un ingrediente segreto. L'abbiamo inventato io e Sandro». Sandro è in un angolo e sorride alle rievocazioni precise dell'amico. Lui è Alessandro de Silvestri che, ragazzo poco più che ventenne, ha trasformato la cantina dell'albergo dei suoi genitori nelle sale raffinate di un esclusivo club, e ora, neanche quarant'anni dopo, parla del suo “Snoopy” come si parla di una bellissima donna che non si riesce a dimenticare. Il suo locale nasceva il 4 agosto del 1969 con l'intento chiaro di «fare musica dal vivo il più possibile». E per questo Alessandro ci racconta di aver perso il conto delle serate passate al “Derby Club” di Milano, locale che all'epoca accoglieva gli artisti più promettenti, per scegliere quelli da invitare tra le montagne di Bosco Chiesanuova. Cochi e Renato, Giorgio Faletti, Teo Teocoli, Mino Reitano, Ombretta Colli e ancora Dino Sarti, Enzo Robutti: questi solo alcuni dei grandi nomi


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I “Gatti di Vicolo Miracoli”

che hanno animato le serate del “mitico Snoopy”. Ci sono, tra le foto della mostra voluta e curata proprio da Alessandro de Silvestri, nelle giornate del 20 e del 21 agosto presso la sala Olimpica del teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, anche quelle che ritraggono i momenti belli e celebri del “Teleobiettivo d'oro”. Evento che nel 1971 si è tenuto proprio tra le pareti sofisticate del club e che ha ospitato tra i grandi di allora anche la straordinaria Gina Lollobrigida. Insomma quelli raffigurati nei pannelli del salone, non sono solo i luoghi che hanno visto le tenerezze di amori estivi e che hanno ascoltato le risate forti di chi cantava, di chi ascoltava e di chi guardava. Ma sono anche spazi della storia. Non per niente gli inizi dello Snoopy Club

45 anni fa nasceva in Lessinia lo storico locale di musica dal vivo Cochi e Renato

sono legati ai fatti importanti del mondo e trattengono forte l'emozione del primo sbarco sulla luna, nel luglio del 1969. La fine del locale, che in sette anni «non aveva mai avuto una multa, mai una lamentela, mai un problema», è invece già tutta nella crisi petrolifera del 1973, crisi mondiale che ha toccato, come accade sempre, anche i consumi locali, l'elettricità delle insegne come il costo della benzina. De Silvestri ci racconta, quasi sottovoce, di aver letto la fine dello Snoopy un giorno, negli occhi di Angelo quando l'ha trovato «seduto sui gradini, arrabbiato perché era da due domeniche che non veniva nessuno». «Lo Snoopy era una cosa incredibile» mormora un uomo, in visita ai suoi ricordi, davanti alle foto della

mostra realizzata a sostegno della cooperativa sociale “La trottola”. Per Angelo, che nasconde gli occhi dietro agli occhiali scuri di una volta, era un «divertimento infinito». Alessandro lo dice piano e interrompe un poco le altre voci, «era vita. Lo Snoopy era vita».

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La splendida Gina Lollobrigida


EVENTO XX Film Festival della Lessinia

Un successo,

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P antheon settembre 2014

forse l’ultimo

Edizione dei record a Bosco Chiesanuova per la rassegna cinematografica dedicata alla montagna. A vincere un lungometraggio dalla Norvegia. Ma Alessandro Anderloni chiude con un’intervista malinconica: «il Film Festival ha compiuto i suoi primi vent’anni. Ci saremo ancora a ventuno?». di Matteo Bellamoli

È

stata la Norvegia, con il documentario “Søsken til evig tid / Fratelli per sempre” (Norvegia, 2013) di Frode Fimland, a conquistare la Lessinia d’Oro alla XX edizione del Film Festival della Lessinia, conclusosi lo scorso 30 agosto a Bosco Chiesanuova. Questo lavoro cinematografico nasce dal profondo legame di amicizia esistente tra il regista, che vive e lavora a Bergen, e Magnar, settantenne che abita tra le montagne norvegesi assieme alla sorella Oddny. «Una piccola storia che» si legge nel verbale della giuria internazionale composta da Mario Casella, Albert Galindo Mallol, Sandro Gastinelli, Martin Kaufmann, Marzia Pellegrino, Karmen Tomšic e Grzegorz Zariczny, «ci parla di grandi valori: la convivenza, l’armonia e la simbiosi con la Natura, la felicità della vita contadina, l’accettazione della vecchiaia pur non rinunciando alla modernità». A conquistare la Lessinia d’argento per la miglior regia è stato il film a soggetto “Las niñas Quispe / Le sorelle Quispe” (Cile – Francia – Argentina, 2013) di Sebastián Sepúlveda. «Con una sceneggiatura forte, costruita con pochissimo testo, e la totale assenza di musica, il regista riesce a tratteggiare un potente ritratto psicologico delle tre protagoniste. La loro sofferenza diventa la sofferenza stessa degli spettatori. Un film che obbliga a riflettere sui rapporti familiari, sull’intromissione di pressioni esterne, sulla vita e sulla morte». Ma oltre a questo bel successo di pubblico e critica, coronato con il riconoscimento speciale al Film

Festival stesso da parte di Green Cross Italia “per i suoi vent’anni di attività artistica viva e feconda per le nostre Terre” (premiazione il 4 settembre all’Hotel Excelsior di Venezia nell’ambito della Mostra del Cinema), Alessandro Anderloni ha poi rilasciato una video intervista in cui ha ammesso: «avremo ventuno anni? Questa edizione sarà l’ultima? Chiudiamo con il sorriso ma il Festival ha un bel punto di domanda davanti a sè». E non solo la giuria ha elogiato il Film Festival con un «senza il Film Festival della Lessinia, dove parlerà il mondo della montagna? Questo Festival è cresciuto artisticamente a livello internazionale. Auspichiamo che trovi una pari crescita finanziaria e organizzativa», ad augurarsi che la rassegna non chiuda i battenti sono anche tutti gli abitanti della Lessinia, che ne hanno seguito passo passo l’evoluzione e la crescita negli anni. I vincitori premiati sul palco del Teatro Vittoria al termine della rassegna cinematografica.

GLI ALTRI PREMI

Miglior documentario - “Olga – To my friends” di Paul-Anders Simma (Norvegia, Finlandia, Svezia, 2013) Miglior cortometraggio - “Vigia” di Marcel Barelli (Svizzera, 2013) Premio della giuria - “Capo e croce, le ragioni dei pastori” di Paolo Carboni e Marco Antonio Pani (Italia, 2013). Premio del Curatorium Cimbricum Veronense - “10.30 – Hezarsi” di Iman Tahsinzadeh (Iran, 2012) Menzione speciale - “O manavis” di Dimitris Koutsiabasakos (Grecia, 2013) Miglior film sulle Tre Venezie (Cassa Vallagarina) -“Insiders – Outsiders” di Sarah Trevisol e Matteo Vegetti (Italia, 2014) Giuria degli studenti - “Las niñas Quispe”. Giuria detenuti carcere Verona - “Søsken til evig tid”. Premio dei bambini - “Lämmer” di Gottfried Mentor (Germania, 2013) Premio del pubblico Cantine Bertani - “Søsken til evig tid”.


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ANNIVERSARIO 40 anni di missione e 50 di sacerdozio

Con il cuore in Africa

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P antheon settembre 2014

Da sinistra in alto: Padre Lino riceve l’ordinazione, e i festeggiamenti per i suoi 50 anni di sacerdozio. In basso con Papa Wojtyla e in una delle prime foto in Costa d’Avorio

di Matteo Bellamoli

Padre Lino Poffe, sacerdote stimmatino di Grezzana, ha festeggiato un importante traguardo della sua vita spirituale. Lo abbiamo incontrato prima delle ferie estive per un’intensa chiacchierata sulla sua vita e sul cambiamento che in questi quarant’anni ha vissuto la Costa d’Avorio.

P

adre Lino Poffe è esile, ma ho lo sguardo felice di chi ha vissuto una vita per gli altri. Lo scorso 29 giugno Grezzana gli ha dedicato una giornata per celebrare i suoi 40 anni di missione in Costa d’Avorio, i 50 anni di sacerdozio e, non da ultimo, i suoi primi 80 anni di vita. Un percorso, una storia, iniziata durante la guerra, nel 1942, quando «c’era la paura delle incursioni tedesche per catturare i partigiani. Io e la mia famiglia ci trasferimmo a Lugo, perché la nostra casa a Grezzana era proprio davanti agli sbarramenti militari». Dal piccolo paese di Lugo, la decisione di intraprendere gli studi presso gli Stimmatini, a Sezano, nel 1946, subito dopo il conflitto, quando anche Verona era in miseria. Dopo il liceo la decisione di proseguire con gli studi prima in Filosofia e poi in Teologia, ma la salute gli gioca un primo brutto scherzo, e Padre Lino abbandona gli studi mentre i medici lo danno per spacciato. «Mio padre rimase in ginocchio una settimana a pregare per me,

e mi salvai». Ma il fisico esile non gli permise di andare in missione in Africa, e così iniziò la sua avventura spirituale prima a Milano, poi a Parma. Dovette aspettare il 1973 per ricevere il primo incarico da missionario. «Occorreva sostituire un sacerdote francese per tre mesi in Costa d’Avorio, mi offrii. Da allora sono passati quarant’anni». Padre Lino, quanto è cambiata l’Africa in questo quarant’anni? Io sono sempre stato in Costa d’Avorio, e qui è cambiato molto, ma non solo per merito dei missionari. In molte zone le baracche sono state sostituite da case più simili alle nostre, nei villaggi piano piano si è sviluppata la concezione del lavoro e dei salari, sono nate fabbriche. Cosa è rimasto uguale in tutto questo tempo? Sicuramente l’accoglienza delle persone. Ho sempre trovato un grande rispetto negli ivoriani. Già quando li incontrai per la prima volta ebbi un’idea molto positiva. Certo, da allora ad oggi anche loro hanno avuto istruzione, qualche possibilità in più, vocazioni, ma lo

spirito è rimasto. A proposito di vocazioni, la tendenza africana è in contrasto con la crisi che abbiamo in Italia, lo può confermare? Sì. Noi siamo andati per diffondere il Vangelo, ora sono loro che vengono da noi per evangelizzarci (sorride, ndr). Dal 1987 abbiamo avuto un seminario nostro, come Stimmatini, e abbiamo consacrato 25 sacerdoti, alcuni dei quali oggi sono qui in Italia tra Milano, Parma, e Verona. Un nostro sacerdote oggi è insegnante di religione alle Stimmate. Se tornasse indietro, avrebbe immaginato proprio così la sua vita da missionario? Ho sempre avuto fiducia nella grazia di Dio e nelle persone che mi ha fatto incontrare. Non tutto è stato facile per me, soprattutto per la mia salute perché spesso mi sono ammalato. Proprio la salute mi ha impedito di diventare missionario prima, ma poi la mia vita è stata ugualmente intensa. Devo ringraziare il buon Dio che mi ha dato, per molti anni, la gioia e la forza di annunciare la Sua Parola anche tra molte persone in difficoltà.


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La particolare missione di una suora comboniana veronese SOLIDARIETÀ

Una vita tra le martiri del nuovo secolo

di Giorgia Castagna

Suor Valeria Gandini, originaria di Bosco Chiesanuova, è impegnata in prima linea nella lotta contro la prostituzione. È lei stessa a raccontarci paure, speranze, attese di giovani donne costrette a vendersi per pochi euro e di come sia difficile combattere contro i loro carnefici.

C

apita a volte di ritrovarsi a leggere storie di grandi donne che, dopo essersi laureate nelle migliori scuole, aver girato il mondo ed essersi affannate una vita intera per il loro lavoro ricevono, finalmente, meritati riconoscimenti, menzioni, premi alla carriera o magari, se fortunate, addirittura un Nobel. Sconosciute poi alla maggior parte delle persone esistono figure femminili considerate minori, degne, forse ancor di più, di essere portate a conoscenza di tutti per il loro esempio e per quello che hanno saputo o sanno dare alla società. Una di queste è Suor Valeria Gandini, originaria di Bosco Chiesanuova e suora combo-

niana da cinquanta anni. Il suo cammino di fede inizia all’incirca nel 1964 a Londra dove, oltre a mettere le sante vesti, diventa infermiera, capo sala e poi ostetrica. La sua vita prosegue in missione e nel 1969 parte per il Sudan, dove trascorre quattro anni all’interno del reparto maternità dell’ospedale di Khartoum per poi essere trasferita per cinque anni in Etiopia per l’apertura di una nuova missione. A questi si aggiungono gli undici anni trascorsi tra Uganda e Kenya, tra catechesi per gli adulti, lavori di contabilità e l’avvio di vari progetti sociali rivolti a bambini e a detenuti. Il tutto in un clima di guerra, tensioni sociali e una povertà che non lascia respiro. Ma è proprio durante un periodo di pausa, durante il quale rientrata in Italia per riposare, che Suor Valeria s’imbarca per un viaggio, o meglio dire per una missione diversa dalle altre e dentro la quale tutt’oggi investe forze, lavoro e fede. La sua è una vera battaglia contro la tratta delle prostitute, o come le definisce lei: «le martiri dei nostri giorni».

Incontriamo Suor Valeria a casa di amici in una fresca serata di fine giugno. Ci accomodiamo in salotto, per non essere disturbate, e lei al morbido divano preferisce una sedia di legno. «Sono a casa per salutare i miei cari e per riprendere un po’ di energia, ma devo tornare in Sicilia, là hanno bisogno di me». Inizia così la nostra lunga ed emozionante chiacchierata durante la quale Suor Valeria oltre a raccontarci del suo passato ci parla del presente e della necessità di intervenire per cambiare le cose. Sono gli anni Novanta quando, a fronte della prima ondata d’immigrazione a Verona, il direttore della Caritas Don Giuseppe Cacciatori, con l’appoggio dell’allora Vescovo Don Nicora, mette a disposizione un centro d’ascolto per aiutare i primi stranieri in arrivo, attorno al quale vengono attivati una serie di servizi per l’integrazione sociale. «Sono stata chiamata a seguire il progetto nella sua fase d’avvio e fin da subito mi resi conto che qualcosa non tornava. Recandomi in maternità per aiutare le donne nigeriane parto-

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SOLIDARIETÀ La particolare missione di una suora comboniana veronese

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Suor Valeria Gandini con una delle ragazze

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rienti, comunicando con i medici, ho scoperto la grande tratta che iniziava a svilupparsi nel nord Italia, e in particolare a Verona. Donne, o forse è meglio parlare di ragazzine, raggirate dalla convinzione di essere tratte in salvo dalla miseria dei loro paesi, che venivano portate nel Bel Paese e qui sfruttate e obbligate a prostituirsi». Per vent’anni Suor Valeria, grazie alla collaborazione dell’Ulss di Bussolengo e con il sostegno del Comune di Verona lavora, tramite la Caritas veronese, sulle strade della città per portare sostegno, preghiera e amore a donne lasciate in balia di sfruttatori che sotto minacce e torture ogni sera le obbligano a scendere in strada. Con voce ferma e decisa, quasi a voler convincerci che dagli errori s’impara e che presto le cose cambieranno ci narra crudi episodi: donne distrutte psicologicamente portate a drogarsi e a bere, bambine (perché a quattordici anni sono ancora bambine, ndr) picchiate e sfruttate, madri obbligate a svendersi a cinque euro. Serve rinchiuse in una prigione a porte aperte da dove scappare è impossibile. Quattro anni fa viene chiesto a Suor Valeria di recarsi in Sicilia per avviare anche qui, dopo l’esperienza

di Verona, uno sportello d’aiuto tramite la Caritas diocesana di Palermo per aiutare le donne vittime della tratta. «A Palermo, come succedeva per Verona, abbiamo avviato un doppio sportello d’aiuto per donne in difficoltà, uno interno e uno esterno. Aspettiamo le ragazze nel centro e usciamo per incontrarle. Tutte le sere in un gruppetto di quattro/cinque volontari, tra cui una mediatrice culturale, un diacono, un sacerdote e una psicologa, andiamo a trovarle. Siamo loro amici e le portiamo conforto, amore e qualcosa di caldo da bere e poi preghiamo, perché è questo il momento che aspettano. Vogliono invocare Dio avvicinarsi a lui per liberarsi, per trovare sollievo. Chiedono perdono, si scusano se ogni sera sono costrette a vendere corpo e anima per non essere picchiate, per salvaguardare i loro famigliari da ritorsioni e guadagnare due soldi e poi chiedono: perché?». Dal 2010 a oggi il Centro diocesano di Palermo conta sole dieci donne che hanno avuto il coraggio di liberarsi. Accolte all’interno della struttura, sono state nascoste e trasferite in altre città dove hanno ricevuto nuove identità con l’assoluto anonimato. L’Unione euro-

pea stima che le donne sfruttate a fini di prostituzione provengano per due terzi dall’Europa dell’Est e per un terzo dai paesi in via di sviluppo, in particolare dal centro Africa. Prima di salutare Suor Valeria le chiediamo di chi sia la responsabilità e il grado di colpa di chi va con queste donne. «Questi uomini vanno e comprano il sesso! Pagano gli sfruttatori e la mafia che stanno dietro alla tratta e la loro è una responsabilità grandissima. A Palermo abbiamo avviato tanti nuovi progetti, anche all’interno delle scuole, per far capire proprio ai nostri ragazzi, ai nostri uomini di riflettere. Il sesso non è qualcosa da comprare, loro non sono strumenti in vendita. Quotidianamente subiscono questa grande vergogna: essere sulle strade nude ad aspettare vecchi, giovani, violenti o ubriachi pronti a sfruttarle per pochi euro da consegnare a tiranni che le sfruttano come fossero animali». La Caritas di Palermo fa sapere che qui ogni ragazza paga un pizzo di 200 euro solo per l’affitto del marciapiede dove lavora, e ancora, che per tornare a essere libera dovrebbe pagare tra i 65-80mila euro. No, liberarsi da questa prigione non è così semplice.

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SOCIALE Un’estate diversa

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Vacanze... alternative!

Non tutti i giovani scelgono di trascorrere le vacanze al mare, con gli amici, o in qualche capitale europea, in totale relax. Senza abbandonare il divertimento, c’è chi sceglie di trascorrere in modo più produttivo il proprio tempo libero, arricchendosi con esperienze non comuni, ma altamente formative, a servizio del prossimo. Abbiamo incontrato alcuni ragazzi veronesi che hanno portato avanti con orgoglio questa scelta “alternativa”. di Francesca Mauli

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ndare in vacanza per riposare? No, per conoscere e aiutare! È quanto hanno scelto di fare, lo scorso luglio, Sofia, Beatrice, Federico, Lorenzo, Gianmarco, Fabio e Federico, sette giovani veronesi tra i 12 e i 18 anni, partiti insieme a quattro adulti alla volta della Tanzania per mettersi a servizio dei bambini dell’orfanotrofio di Mgolole, a Morogoro, portato avanti dalle sorelle della Congregazione dell’Immacolato Cuore di Maria. Un gruppo formatosi alcuni mesi fa, quando Paolo Annechini, giornalista veronese, di ritorno da Morogoro, ha lanciato l’idea di sostenere concretamente l’orfanotrofio anche attraverso una presenza fisica sul luogo, allo scopo di entrare in contatto con i bambini, facendoli sentire amati e importanti. «Alcuni di noi» spiegano i ragazzi, «hanno deciso di partire su spinta dei propri genitori, che ritenevano questa esperienza importante per la nostra formazione. Altri, invece, si sono offerti spontaneamente. Nessuno di noi si pente dell’esperienza, anzi, non vediamo l’ora di ripartire! Siamo stati colpiti dall’accoglienza che ci hanno riservato queste persone, che hanno voluto condividere il poco che

Due scatti dei ragazzi protagonisti del viaggio in Tanzania

hanno con noi. Vedere come vivono, capire che alcune cose, per noi scontate, in altri luoghi non lo sono assolutamente, ci ha cambiati e arricchiti». Nelle due settimane trascorse in Tanzania i ragazzi hanno passato una decina di giorni nell’orfanotrofio, visitando anche le scuole e i dispensari (ambulatori di primo soccorso, sparsi sul territorio, là dove gli ospedali non esistono, ndr) nei villaggi attorno a Mgolole. I restanti giorni, li hanno spesi a conoscere le bellezze di una terra unica al mondo, non mancando di visitare i luoghi simbolo della schiavitù, come il museo di Bagamoyo. «Abbiamo collaborato attivamente alle attività portate avanti dalle sorelle, secondo i nostri mezzi» racconta Paola Annechini, che assieme a Paolo Zecchini, Paola Cavalieri e Sabrina Dai Prè ha accompagnato i ragazzi in questa esperienza. «Le sorelle» spiega, «sono autosufficienti in tutto: coltivano i campi, hanno laboratori di falegnameria, sartoria, alcune di loro sono infermiere, medici e insegnanti. Nonostante i loro sforzi, le numerose realtà che portano avanti a servizio della comunità hanno bisogno di

un sostegno economico e fisico». «Noi, per esempio,» aggiunge Sabrina Dai Prè, «ci siamo adoperati a sistemare le zanzariere, fondamentali per evitare ai bambini malattie come la malaria». «L’idea, ora, è di dare continuità a questa esperienza» conclude Paola Cavalieri, «mettendoci in contatto con altre realtà del territorio che portino avanti i nostri stessi obiettivi. Stiamo portando la nostra testimonianza tra gli adolescenti, sperando di stimolare i ragazzi a interessarsi agli altri e, perché no, a partire con noi l’anno prossimo!».

Avanti, giovani: il presente vi aspetta! 30.000 giovani tra i 16 e i 21 anni si sono dati appuntamento, dal 7 al 10 agosto scorsi, a San Rossore (Pisa), per un evento importantissimo nel mondo dello scoutismo: la Route Nazionale dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), riproposto a una ventina d’anni dall’ultima edizione. L’incontro è stato preceduto da sei giorni di “campo mobile”: suddivisi in 456 gruppi, formati da comunità provenienti da tutta Italia, i 30.000 giovani hanno condiviso un percorso di scoper-


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Un’estate diversa

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Scout a Verona

A Verona e provincia sono in tutto una cinquantina i gruppi scout attivi, e ha sede a Santa Maria in Stelle il “Centro studi Luigi Brentegani” sullo scoutismo, punto di riferimento a livello nazionale. Il gruppo VR6 assieme ad Alghero ed Ivrea durante il campo mobile

ta, riflessione, spiritualità e incontro. A unire le due esperienze, una parola-chiave: il coraggio. «Il nostro gruppo, il Verona 6, ha condiviso l’esperienza del campo mobile con i clan Alghero 1 e Ivrea 3, nei pressi di Longarone» racconta Jennifer Giusti, 20 anni. «Durante il campo abbiamo condiviso le nostre esperienze, le speranze per il nostro futuro e per quello del nostro Paese, sul filo conduttore del tema del coraggio. L’obiettivo finale era quello di arrivare alla stesura di una “Carta del Coraggio”. A questo scopo, ognuno dei 456 gruppi ha eletto un “alfiere”, un portavoce, che ci ha rappresentati a San Rossore

durante la stesura vera e propria della Carta». Ed è toccato a Chiara Cracco, coetanea di Jennifer, rivestire questo delicato ruolo. «Abbiamo deciso di portare a San Rossore, alcuni temi che ci stavano particolarmente a cuore: la trasparenza dell’informazione, la legalità e la giustizia». Molti gli argomenti trattati: «legalità, territorio, informazione, educazione, lavoro, Chiesa, amore» spiega Nicolò Corradi, compagno di Jennifer e Chiara. Alla fine sono stati messi nero su bianco sulla “Carta del Coraggio”, «i nostri impegni concreti, da portare avanti nell’immediato futuro, ma anche richieste formali di impegno ri-

volte alle istituzioni, in primis lo Stato, la Chiesa e l’Agesci stessa» prosegue Nicolò. «È stato un momento molto bello e condotto con grande serietà. Questa Carta rappresenta il nostro impegno come nuova generazione di adulti nel Paese, ed è stata accolta positivamente dalle istituzioni, sia dallo Stato, presente nella figura del Presidente del Consiglio Renzi, anche lui scout, e dal cardinal Bagnasco, che hanno sottolineato l’importanza di questo nostro lavoro. C’è da auspicare, ora, che tutte le parti si impegnino per la buona riuscita di questo progetto!» conclude Chiara.


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RUBRICA

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Il Museo del bosco

in cui l’arte incontra la natura Si trova a Roverè dove, in un bosco a pochi minuti a piedi dal centro del capoluogo, è possibile visitare una singolare galleria a cielo aperto. Un omaggio alle “Donne dei monti” dipinte da Gianni Franceschini di Marta Bicego

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’arte incontra la natura. Accade a Roverè Veronese dove in un bosco a pochi minuti a piedi dal centro del capoluogo, lungo la strada che conduce a San Francesco, nei pressi di contrada Vajo è possibile visitare una singolare galleria a cielo aperto. A fare da pareti, ci sono alberi e rigogliosa vegetazione. Come pavimento, un sentiero battuto che si inerpica in leggera salita sul monte. Il soffitto, azzurro, è talvolta punteggiato di nuvole. In questa ambientazione già di per sé singolare, a colorare l’ambiente intervengono, senza essere invadenti, le dieci grandi tavole di legno dipinte da Gianni Fran-

ceschini. Pittore originario di San Giovanni Lupatoto, e parecchio altro ancora a leggere il suo curriculum, che le ha appositamente realizzate per dar vita al “Museo del bosco”. Altro ancora vuol dire attore professionista per oltre 35 anni, ideatore di progetti didattici e performance teatrali rivolti in modo particolare ai giovani, autore di testi poetici, illustratore di libri, mimo, clown, cantautore. Dipingere, per Franceschini, è sempre stata una passione «indomabile» che l’ha portato a esporre in varie città, dall’Europa fino al nord America. Ora che per un po’ ha deciso di fermarsi in Lessinia, trasferendosi a vivere in una delle sue contrade, non c’è nulla di me-

Gianni Franceschini

glio della sua arte per presentarsi a chi ancora non ne conosce il talento. «Si tratta di uno scambio di conoscenza. Io porto questo e, poi, vedremo cosa succederà...» aggiunge. Nell’idea di far incontrare natura e opere artistiche ha trovato il so-

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Occasione per Verona? mountain

stegno dell’assessore comunale alla Cultura Michela Canteri che aveva tra i progetti custoditi nel cassetto quello di realizzare una simile iniziativa. «Mi hanno detto che in una frazione del nostro Comune si era trasferita una persona che aveva scritto sulla carta d’identità “attore”. E ho dovuto, per forza, andare a conoscerla» precisa. Incontro quasi casuale che, alla scoperta di avere a che fare con un concittadino tanto poliedrico, ha avuto come evoluzione naturale la nascita del singolare percorso espositivo, grazie anche al sostegno del Comune di Roverè, della Cassa Rurale Bassa Vallagarina e dell’associazione culturale Mamitielù. «Ho portato le mie creazioni in luoghi pubblici: in ospedali, nelle scuole, in giardini e addirittura nelle chiese. Ma una galleria permanente, all’interno di un bosco, è il massimo che un artista possa desiderare» spiega ancora il pittore lupatotino. Ed è soltanto l’inizio, assicura, promettendo di

TIB

aggiungere altri tocchi di creatività attraverso nuove installazioni. Strada facendo. I soggetti ritratti sono le “Donne dei monti”: visioni colorate e fantastiche in cui figure femminili, dai tratti naïf, dialogano con piccoli animali, ricevono missive d’amore, siedono su un cavallo bianco. Soggetti catturati dall’immaginazione di un viandante di passaggio, rivela, che in un percorso di cambiamento vuole lasciare delle impronte sul proprio cammino. Allora, conclude Franceschini, «sceglie sentieri e vie per attraversare poeticamente il mondo. Arriva in un luogo, sente la musica, i suoni del risveglio e del riposo. Odora l’aria, le erbe, gusta i sapori. Scorge visi e camminate, sguardi e danze. Ascolta le voci, le risate e i pianti. Immobile riceve le storie, beve le narrazioni». Con la natura a fare da scenografia, a salutare il visitatore è “La Madre dei monti”: simbolo di maternità e richiamo al ruolo della donna. Dettagli disseminati sul-

Spostandosi nel Vicentino, per la precisione nel Comune di Lusiana, esiste un museo altrettanto originale. È il Parco del Sojo (www.parcodelsojo. it), nato nel 2000 dall'intuizione dell'architetto Diego Morlin di recuperare un sito in stato di abbandono, facendo dialogare il paesaggio dell'altopiano di Asiago con l'arte contemporanea. Il risultato è un dedalo naturale di sentieri in cui installazioni in legno, pietra, ferro e gres creano un connubio con la natura. È aperto, in via Covolo, la domenica e nei giorni festivi. Per informazioni: telefono 0424 503173, email info@parcodelsojo.it. Per avere un'anticipazione potete consultare online il video “Sojo: quando le pietre presero forma” prodotto da Marco Agostinelli Art per la regia di Andrea Liuzza. le tavole richiamano il lavoro nei campi, la quotidianità nelle contrade, il rapporto con gli animali, le voci e i fuochi d’artificio che riempiono le notti d’estate. In un crescendo, come una liberazione, che culmina nell’opera “Verso il cielo” sulla quale una fanciulla su un cavallo bianco alza le braccia. Quasi a sfiorare le nuvole.

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di Matteo Scolari foto Veronica Gamba

Il fascino di uno sport tutto da scoprire

A luglio, in provincia di Verona, e precisamente al Parco di Pontoncello, si è tenuto l’Italia Endurance Festival, il più importante evento di categoria dell’anno in Europa. Una disciplina equestre non molto conosciuta in Italia, ma con davanti un grande futuro.

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i si sarà meravigliati, forse, attraversando le campagne dell’est veronese a luglio, e precisamente quelle comprese nel territorio del Parco di Pontoncello, un’oasi naturale di oltre 350mila metri quadri che ricade nei comuni di San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevio, e veder spuntare splendidi esemplari di cavallo arabo montati da cavalieri provenienti da ogni parte del mondo. Chi mai si fosse imbattuto in questo straordinario spettacolo rappresentato da un perfetto equilibrio tra uomo e animale, sappia che si trattava di una manifestazione internazionale di endurance, una disciplina equestre, paragonabile alla maratona dell’uomo, molto diffusa nei paesi arabi e che sta prendendo piede, da qualche anno a questa parte anche in Europa. E proprio in Europa, e qui da noi in Italia, nel veronese, si è svolto dal 10 al 27 luglio l’Italia Endurance

Festival, una kermesse di sport e spettacolo con quartier generale a San Martino Buon Albergo, nella frazione di Mambrotta, che ha portato in tre giornate di gara, il 12, il 26 e il 27 luglio, il Campionato Europeo FEI Juniors e Young Riders, dominato dalla Spagna, e le competizioni CEIO e le CEI valide per l’H.H. Sheikha Fatima Bint Mubarak Ladies Endurance Cup e l’H.H. Sheikh Mansoor Bin Zayed Al Nahyan Endurance Cup, in cui si sono imposti molti atleti emiratini. Oltre 250 i binomi (cavallo e cavaliere) provenienti da 26 Paesi tra cui, oltre all’Italia nazione ospitante, da Austria, Argentina, Bahrein, Belgio, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Francia, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Marocco, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Svezia, Ungheria. Assieme a loro oltre 600 persone dello staff e più di 150 volontari

che hanno lavorato per la sicurezza del tracciato e delle attività svolte all’interno del campo gara. «Numeri, come ho ribadito più volte, che con tutto l’ottimismo della vigilia non ci saremmo mai aspettati» ha commentato James Coppini, Event Director di Italia Endurance Festival «Un successo oggettivo che ci fa dire senza dubbio che si è trattato dell’evento di endurance più importante in Europa per questo 2014, e sono contento che si sia svolto proprio qui, in Italia, e in particolare a Verona». «La soddisfazione maggiore da parte mia è aver visto e sentito moltissimi riders complimentarsi per il tracciato, vero punto di forza della manifestazione svolta qui al Pontoncello» prosegue Coppini «Un contesto ideale per la disciplina dell’endurance, all’interno di un’oasi naturale perfetta per il connubio uomo e cavallo che ha contribuito a far registrare medie orarie “da deserto”, molto alte considerando anche il periodo in


settembre 2014 P antheon

Verona capitale europea dell’endurance

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cui si è svolta la manifestazione». «Ci serviva la conferma sul campo delle nostre sensazioni pre-evento, e le abbiamo avute. Questo ci rende consapevoli di avere a disposizione tutti i requisiti per organizzare nel 2015 un Campionato del Mondo Giovani cavalli (già assegnato dalla FEI, ndr), sempre qui a Verona, ancora più spettacolare e ancora più ricco di sorprese e di emozioni». Soddisfatto anche il sindaco di San Martino Buon Albergo, Valerio Avesani, che è ben consapevole di aver ospitato sul suo territorio, e su quello degli altri otto comuni coinvolti dalla manifestazione sportiva (Verona, San Giovanni

Lupatoto, Zevio, Belfiore, Ronco, Albaredo, Caldiero e Veronella, ndr), un evento di respiro internazionale unico nel suo genere. «Abbiamo assistito a uno spettacolo affascinante da più punti di vista» ha affermato il sindaco, portavoce anche degli altri primi cittadini veronesi «Sia da quello sportivo, con una carrellata di splendidi esemplari provenienti da tutto il mondo, sia da punto di vista della valorizzazione del territorio. Il Parco del Pontoncello, che in questi anni assieme ai comuni di San Giovanni Lupatoto e Zevio abbiamo cercato di promuovere con diverse iniziative, si è rivelato il contesto straordinario per po-

ter ospitare una manifestazione equestre di tale portata. Un futuro come ippovia internazionale, quindi, ma anche come grande area ciclopedonale per appassionati e famiglie. Stiamo investendo molto su questo progetto e sentiamo la vicinanza anche di cittadini e titolari di strutture ricettive, questi ultimi evidentemente soddisfatti per la presenza all’interno di hotel e B&B in occasione dell’Italia Endurance Festival». «Ringrazio infine tutte le istituzioni, i sindaci, le associazioni, i volontari, le pro loco, il comitato organizzatore per il grande lavoro di squadra che ha portato a un risultato eccellente». SIAMO AL TUO SERVIZI0:

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Tornati dalle vacanze si ha sempre voglia di qualcosa che ce le ricordi. Che ne dite della Paella? E’uno dei piatti più buoni dell’estate. Procedimento: In una padella antiaderente saltate prima i pisellini, poi i peperoni tagliati a cubetti ed infine i gamberi sgusciati, con un filo d’olio e sale. Cuocete il riso in acqua bollente, sale grosso e tre cucchiai di curry per 6 minuti. Scolatelo e unitelo alle verdure. In un pentolino fate bollire 200ml d’acqua con la bustina di zafferano e versatela nel riso. Fate asciugare alzando la fiamma e poi guarnite con i gamberi.

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PAELLA di GAMBERI

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P antheon settembre 2014

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senzalattesenzauova.blogspot.it Ciao! Mi chiamo Nicole Scevaroli, ho 25 anni ed abito a Verona. Ho una grande passione per la cucina e sono specializzata in ricette senza questo o quell’ingrediente. Da circa un anno tengo un blog che si chiama “senza latte e senza uova” nel quale propongo tantissime idee sia dolci che salate. Ho da poco pubblicato il mio primo libro che si intitola “Dolci Impossibili ”. In questa rubrica vorrei proporvi delle ricette semplici, sane, divertenti e golose per trasmettervi la mia voglia di cucinare, infornare ed assaggiare! Se volete contattarmi: incucinaconnicole@yahoo.it


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ASSOCIAZIONI Tre eventi per inaugurare Cosmopolitan Music Art

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P antheon settembre 2014

La Musica ritrova i propri spazi

Forte del patrocinio del Comune di Negrar, Verona e Provincia di Verona, del Conservatorio di Musica Dall’Abaco e dell’Istituto Regionale Ville Venete, l’Associazione Culturale Cosmopolit Music Art è pronta ad aprire i battenti nel mese di settembre con tre eventi imperdibili per gli appassionati di musica e letteratura classica. di Francesco Turlon GLI EVENTI 15 settembre - “Allegorie dell’amore in musica” (Villa Mosconi Bertani di Negrar) ore 20.00 23 settembre - “Galà lirico di inaugurazione” (Delser Manor House Hotel CASTELLUM AQUAE) ore 20.00 30 settembre - “D’Annunzio: l’eletto canto” (Villa Mosconi Bertani di Negrar) ore 19.30

IL DIRETTIVO Salvatore Viviani (Presidente e Legale Rappresentante) Annunziata Lia Lantieri (Vicepresidente e direttore artistico) Giorgio Bagnoli (Consigliere e responsabile performing arts) Gianni Pozzani (Consigliere e responsabile sez. arte e artigianato) Luisa Zecchinelli (Segretario amministrativo e relazioni culturali)

N

ata per volere di docenti del Conservatorio e delle Belle Arti, Cosmopolitan Music Art vuole promuovere il lavoro di ricerca nell’ambito di repertori musicali di qualità e poco noti, trovando nel contempo sedi di valore storico e artistico che ben inquadrino le opere stesse. I giovani studenti, diplomandi e diplomati, avranno l’occasione di suonare con colleghi stranieri, condividendo le esperienze degli stessi docenti, impegnandosi ad esportare il patrimonio artistico italiano. Questa duplice esigenza di fornire occasioni musicali agli allievi ed esportare il retaggio italiano all’estero sono al cuore dell’impegno civico/culturale dei soci fondatori. Abbiamo avuto modo di parlare con Luisa Zecchinelli, docente di pianoforte presso il Conservatorio e responsabile delle relazioni pubbliche e culturali dell’Associazione. Ci ha raccontato dei tre eventi di

apertura che si terranno nel mese di settembre (15, 23, 30) in Villa Mosconi Bertani di Negrar e presso il Delser Castellum Aquae di Verona. «Quando la musica viene inserita in un certo ambiente ritrova il proprio suono. Ciò che vorremmo ricreare è un’esperienza totalizzante e raffinata per l’ascoltatore: testi letterari, musica e ambiente suggestivo. Le tre serate in programma puntano proprio a questo: immergere l’ascoltatore in un’epoca passata. Per questo abbiamo cercato fortemente di collaborare con l’Istituto Ville Venete. Presenteremo una monografia dedicata a Paolo Veronese, accompagnata e seguita da musiche del tempo. Successivamente una serata di Gala, in un’antica villa patrizia romana riadattata ad hotel, dove tre giovani cantanti provenienti da Corea e Giappone si esibiranno con altrettanti professionisti. A chiudere

presenteremo un cd dedicato alle liriche dannunziane, con materiale inedito di autori poco conosciuti dell’epoca come Guido Alberto Fano e Mario Pilati». Il 15 settembre è quindi la data da segnare per tornare ad apprezzare la musica barocca nostrana. La professoressa Zecchinelli tiene però a precisare: «siamo partiti da quelle che erano le nostre esperienze personali. Ciò non toglie che rimaniamo aperti a qualsiasi forma di espressione musicale dall’alto contenuto qualitativo e mediatico. Affiancare con il tempo coreografie in collaborazione con Associazioni e Istituti di formazione è uno dei tanti progetti che abbiamo in mente. Per questo vorremmo sentire quali sono le opinioni del pubblico e dei nostri associati che potranno condividere le impressioni, informazioni o proposte attraverso il nostro sito www.cmamusicart.it».


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RICONOSCIMENTI Il 27 e 28 le cerimonie di consegna del Premio Masi e del Premio Salgari

Fine settembre all’insegna della cultura

di Matteo Scolari

Un fine settimana ricco di spunti e di temi legati alla cultura viti vinicola e letteraria. Sabato 27 giornata di festa per il prestigioso Premio consegnato dalla Fondazione Masi e l’indomani, domenica, l’atto conclusivo del Premio internazionale di letteratura avventurosa. Sandro Boscaini

Andrea Bocelli

S

arà senza dubbio un weekend particolare per coloro che amano immergersi nella cultura e nelle tradizioni legate al territorio veneto e non solo. Nei giorni consecutivi di sabato 27 e domenica 28 settembre prossimi si celebreranno a Verona e in provincia due Premi che, seppur con storia e percorsi diversi, tengono alto il nome della nostra città in tutto il mondo.

Premio Masi 2014 Svetlana Alexievich

Umberto Contarello

Mario Isnenghi

Alberto Passi

«Per aver contribuito con la sua autorevolezza di artista di fama mondiale e con la sua passione di produttore, e gioia di estimatore, a dare lustro al vino, diffondendo il messaggio che “una bottiglia di vino è, di fatto, una bottiglia di felicità”». È con questa motivazione che la Fondazione Masi ha deciso di assegnare il Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino ad Andrea Bocelli, “il più popolare cantante d’opera di tutti i tempi”, così come lo ha definito il New York Times. È senz’altro lui, l’artista toscano, il nome più altisonante dell’edizione 2014 del prestigioso Premio Masi, giunto alla sua 33esima edizione e che quest’anno sarà celebrato in una serata di spettacolo e talk show, sabato 27 settembre, al Teatro filarmonico di Verona. Insieme a Bocelli, di cui molti non conoscono la sua passione per il vino e il suo ruolo di interprete di terza generazione, con suo fratello Alberto, della cultura della terra assorbita tra i 120 ettari di famiglia, di cui 8 destinati a vigneto, a Lajatico, nel cuore della Val d’Era in provincia di Pisa, sono stati premiati la giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Alexievich, lo sceneggiatore padovano Umberto Contarello, il professore emerito veneziano Mario Isnenghi e il presidente dell’Associazione Ville Venete Alberto Pasi. La Alexievich è stata la cronista degli eventi più importanti dell’Unione Sovietica della seconda metà del XX secolo, che sono

stati ispirazione anche dei suoi libri più famosi (La guerra non ha un volto di donna; Ragazzi di Zinco; Preghiera per Chernobyl). A sostenere le motivazioni dell’assegnazione del Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano (sezione riservata a personalità che hanno contribuito a diffondere nel mondo la cultura, nelle sue diverse accezioni, generando comprensione, solidarietà e progresso civile tra i popoli, ndr) «lo straordinario lavoro di indagine compiuto nel periodo sovietico e post comunista con cui ha dato voce in Occidente ai sentimenti della gente comune e ai drammi irrisolti della società est europea». Ad Umberto Contarello, che ha collaborato con i principali registi italiani (tra cui: Carlo Mazzacurati, Gabriele Salvatores, Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio) contribuendo a creare uno stile di sceneggiatura originale per ricchezza di dettagli e approdando all’Oscar con “La grande bellezza” (2014) che ha sceneggiato con Paolo Sorrentino, è stato assegnato il Premio Masi Civiltà Veneta, sezione riservata alla cultura, a personalità venete di origine e d’adozione che hanno contribuito a tutelare e trasmettere i valori civili e universali delle Venezie. A lui la Fondazione Masi riconosce il merito di aver contribuito sin dagli esordi a raccontare con Mazzacurati l’originalità del Veneto e di aver realizzato per Sorrentino «un’opera di altissimo valore estetico e un geniale ritratto della città eterna». Uguale ricono-


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Il 27 e 28 le cerimonie di consegna del Premio Masi e del Premio Salgari

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scimento anche per Mario Isnenghi, il quale conduce il Premio Masi dentro la storia della Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario. Veneziano, professore emerito presso l’Università lagunare, Isnenghi è uno dei più autorevoli storici italiani che molti lettori conoscono per il suo libro più famoso, ora ritornato sugli scaffali: Il mito della Grande Guerra (1970 – edizioni Il Mulino). Isnenghi «ha avvicinato generazioni di italiani alla realtà della Grande Guerra, tragedia di cui il Triveneto è stato uno dei principali scenari, sfrondandola dai luoghi comuni senza rinunciare a sottolinearne gli aspetti ideali, il coraggio e l’abnegazione dei combattenti». L’Associazione Ville Venete e il suo presidente Alberto Passi chiudono l’albo dei premiati che il 27 settembre apporranno la loro firma sulla storica Botte di Amarone, simbolo del Premio Masi da 33 anni. Trevigiano, erede della villa secentesca Tiepolo Passi, è presidente dell’Associazione costituita per conservare, valorizzare e promuovere il patrimonio artistico e architettonico del Veneto «emblema della cultura delle Venezie». «I premiati di questa edizione rappresentano discipline e settori molto eterogenei; una varietà che dimostra la grande ricchezza culturale che continua a contraddistinguere il nostro Paese» ha affermato Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi. Per Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione e presidente della Masi Agricola ha confessato: «L’intuizione che mi ha portato ad istituire il Pre-

mio Masi oltre 30 anni fa, nasceva dalla consapevolezza che impresa e cultura si appartengono e si integrano. Il Premio Masi, arrivato nella piena maturità, è stato quindi antesignano nell’affermare il principio, oggi sempre più diffuso, dell’interconnessione tra i due settori: senza cultura non può esserci impresa che resista nel tempo e senza impresa la cultura difficilmente trova rinnovato vigore».

Premio Salgari Una Giuria di esperti composta da nomi prestigiosi quali Alan D. Altieri, Alftredo Colitto, Luca Crovi, Gianfranco de Turris, Darwin Pastorin e Paola Pioppi ha permesso ai tre romanzi avventurosi finalisti della quinta edizione del Premio Letterario biennale “Emilio Salgari” di contendersi la vittoria finale che verrà decretata domenica 28 settembre in una grande cerimonia di premiazione che si terrà a partire dalle 17.30 presso la Sala congressuale di Villa Quaranta Park Hotel Verona a Ospedaletto di Pescantina. Le tre opere finaliste sono “La morte si muove nel buio” (Mondadori) di Luigi De Pascalis, “Il testamento del papa” (Nord) di Giulio Leoni, e “Invictus. Costantino l’im-

peratore guerriero” (Rizzoli) di Simone Sarasso. Un’edizione, quella di quest’anno, che ha visto alcune tappe importanti di avvicinamento dislocate su tutto il territorio veronese, che hanno permesso di incontrare gli autori, anche delle edizioni passate, e di conoscere più da vicino le loro produzioni letterarie. Sono stati coinvolti l’Istituto Professionale per i Servizi alberghieri “Angelo Berti” di Chievo per il tradizionale Pranzo Salgariano, a inizio maggio, e poi ancora la Biblioteca Civica di Verona, la libreria “Il Minotauro” di via Cappello, il ristorante-Albergo Cà dei Maghi a Fumane, la Sala Bodenheim del Centro Eugenio Turri di Grezzana, il Liceo Scientifico Angelo Messedaglia, l’Università di Verona, la Villa Mosconi Bertani ad Arbizzano, l’albergo Gardesana di Torri del Benaco e Corte Stella a Verona. Il 20 settembre una finestra dedicata al premio ci sarà anche in occasione di Tocatì, il festival internazionale dei giochi in strada di Verona e il 28, dicevamo la serata di premiazione. In quell’occasione saranno assegnati anche i tre premi “Ilcorsaronero” alla carriera ad Alberto Ongaro, Mino Milani e Paolo Bacilieri».

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PERSONAGGI Felice Naalin

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L’arte P antheon settembre 2014

una scelta di vita di Giovanna Tondini

Prosegue la serie di interviste con persone e personaggi di Verona. In questo numero abbiamo incontrato Felice Naalin, scultore, pittore, critico e professore che dopo aver sperimentato varie forme di espressione artistica ha fondato la Scuola Internazionale dei “Madonari”.

E

cclettico, senz’altro. Scultore, pittore, professore, critico. Ma c’è di più. Quello che subito colpisce è la sua capacità di essere artista e al contempo comunicatore. Riuscendo così a svelare i segreti che il mondo dell’arte conserva, gelosamente. A sviscerare con le sue parole quel mondo spesso inaccessibile al pubblico. Questa sua dote ambivalente l’ha portato a lavorare in TV. A collaborare con la Rai, Mediaset, Telemontecarlo. A seguire programmi per adulti e bambini. A girare per il mondo, senza una fissa dimora. Mai a casa la sera, «finché non mi sono sposato!».

Anche il nome conferma la sua personalità. Felice Naalin: nome d’arte ma fedele a quello di nascita, quasi a non volere separare le sue identità, di uomo e di artista. Dopotutto la completezza di Naalin è frutto della sua educazione. Tutto è iniziato all’età di 11 anni, quando decise di frequentare un corso di pittura. «Lo teneva la signora Nadia, che gestiva un negozio di colore». Allieva di un fotografo, l’insegnante aveva acquisito nel tempo le abilità pittoriche. Così, con l’aiuto del parroco organizzò nelle domeniche un corso per i giovani. Anche il suo maestro delle elementari era un bravissimo disegnatore: «in

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qualche modo anche lui mi ha avvicinato al mondo artistico». Ma la vera scuola l’ha seguita presso la bottega dello zio, un fabbro. «Trascorrevo tutte le estati a dargli una mano», spiega, «fu fondamentale per me, per acquisire le informazioni tecniche per la lavorazione dei materiali». Parallelamente Felice era affascinato dai complessi musicali. «A Porto di Legnago non mancava niente. Essendo lontanto da tutto, si cercavano di ricreare i fenomeni nazionali e internazionali». Ma nella musica gli esiti non erano quelli sperati, «anche se avevo passione». È ancora sicuro però che «se rina-

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settembre 2014 P antheon

Felice Naalin

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Felice Naalin

sco faccio l’impresario musicale!». Naalin ha una passione sfrenata per la vita. E con perseveranza ha cercato il luogo che fosse in sintonia con le sue abilità innate. «Ci sono degli artifizi che ti aiutano a vivere»… a superare quel disagio che spesso ci tormenta. L’arte quindi si è presentata a Naalin come un’opportunità. Il campo in cui riusciva a esprimersi. Dopo aver frequentato il liceo artistico, Naalin si è iscritto ad architettura. Ma mancava ancora qualcosa: «avevo l’intuizione della strada, ma non riuscivo a esprimerla in parole». Poi l’incontro con Carlo Sini, un filosofo dell’ambiente milanese. «Grazie a lui ho cominciato a definire la mia azione empirica». A elaborare un suo pensiero, una sua “teoretica”. Ciò che in fondo l’ha spinto ha seguire il filone classico dell’arte. «Una strada non facile», quella che sicuramente dà

meno visibilità, quella che stupisce di meno. Perché non rispecchia la tendenza dominante, vincente, ma una di nicchia. E questa è la tendenza che Naalin sente dentro. Proprio questa scelta del classico, “della perfezione, dinamica”, ha avvicinato Naalin alla cultura popolare. Erano gli anni Settanta, «quando la cultura alta e quella popolare si sono incontrate, portando a un livellamento della cultura stessa». Dopo l’incontro con Dino Coltro, «punta di diamante della ricerca sulla cultura popolare», Naalin ha cominciato a pensare alla nicchia dei Madonari, «allora degli accattoni, che vivevano ancora di elemosina». Perché dunque questa scelta? «L’arte contemporanea stava andando verso forme incomprensibili. Io invece ero più classico e i Madonari erano artisti che portavano avanti una tradizione tecnica della pittura classica. Un’arte quasi im-

mutata nel tempo». Naalin ha fondato così la Scuola Internazionale dei “Madonari”. Li ha trasformati in artisti liberi. «Abbiamo portato la complessità artistica in strada». In quegli anni Naalin vinceva anche la cattedra di professore a scuola. «La mia preparazione a 360° mi è stata d’aiuto». Insomma, un altro traguardo raggiunto grazie a una convinzione che l’ha sempre guidato nella vita: «fare ciò per cui si nasce». Certo non è facile e immediato capirlo fin da subito. E tantomeno avere il coraggio di seguire il proprio sentire, quando spesso le convenzionalità sociali ci allontanano dal nostro destino. Eppure Felice Naalin ha fatto una scelta. Ha tentato il salto assoluto: fare l’artista. E se è vero, come scrisse Picasso, che «tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi», allora forse Naalin è riuscito nell’intento.


P antheon

I N EV I DE NZ A

Presentazione del corso venerdì 26 settembre

La via dei Colori In evidenza il corso che parte il prossimo ottobre, organizzato da Pantheon in collaborazione con un trittico di preparatissimi docenti. Colore e significato. Vi sveliamo tutti i dettagli.

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he origine hanno i colori? Quali sono i significati, i simboli, il mistero e la vita dei colori che sono protagonisti del nostro vivere quotidiano? L’arte da sempre fa del colore il protagonista indiscusso della creazione artistica, noi stessi viviamo in un mondo immerso nel colore: «non è un caso» scrive D. Simmonet, «se vediamo rosso, diventiamo verdi di paura, blu di collera o bianchi come un lenzuolo... I colori veicolano tabù e pregiudizi ai quali obbediamo senza rendercene conto, e possiedono significati nascosti che influenzano il nostro ambiente, i nostri comportamenti, il nostro linguaggio e il nostro immaginario. La loro storia, ricchissima e sorprendente, racconta l’evoluzione delle mentalità, degli usi e delle società». Il corso La via dei colori vuole addentrarsi alla scoperta di questo straordinario mondo e del suo influsso sulla nostra esistenza, attraverso un cammino condiviso fatto di arte, bellezza, cultura e, grazie ad esso, riscoprirne il significato, i simboli, la loro straordinaria magia che permette, ancora oggi, di vivere in un mondo ricco di colori. Per questo La via dei colori non è

I DETTAGLI Inizio corso: sabato 18 ottobre Fine corso: sabato 20 dicembre Lezioni: 18/10, 25/10, 8/11, 15/11, 22/11, 29/11, 13/12, 20/12 Orari: dalle 9:00 alle 12:00

un corso tradizionale in cui si apprendono tecniche o stili particolari, non è neppure un invito teorico alla scoperta della storia dell’arte ma vuol essere qualcosa di più. In un percorso articolato, attraverso la specifica competenza di tre docenti, si potranno attraversare e apprendere i significati simbolici dei colori, la loro misteriosa origine e la creazione dei grandi capolavori scoprendo ciò che i grandi artisti ci hanno lasciato e che continuamente ci donano, per “viverli” poi in prima persona. La seconda fase del percorso sarà infatti quella di camminare insieme, alla scoperta della parte più profonda di sé stessi, per riuscire ad esprimersi in pienezza, senza paure ed ansie, liberamente e creativamente. La parte conclusiva sarà caratterizzata dal sostegno concreto e pratico che permetterà di elaborare quanto visto, sentito, vissuto per realizzare la propria creazione artistica, con una nuova consapevolezza in cui si potrà guardare, vivere e fare arte con occhi diversi. Il corso, a partire dal 18 ottobre, si svolgerà in otto incontri fino al 20 dicembre e si rivolge a quanti sono artisti o aspiranti tali o, più semplicemente, hanno passione per la vita, l’arte, la bellezza.

a cura di Roberta Tosi, Erika Tacchella, Rino Merzari

DA NON PERDERE venerdì 26 settembre Sala Bodenheim Biblioteca di Grezzana Ore 20:45 Presentazione del corso

I DOCENTI Roberta Tosi è critico d’arte e giornalista: ha collaborato con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Forti e diretto il magazine Pittura Antica, attualmente è coordinatrice di “Arte e dintorni” per la rivista Living e direttore artistico di Vinart. Erika Tacchella è un’artista e un operatore olistico professionale in ambito energetico. Il suo cammino professionale l’ha vista, fin dal ’98, intraprendere un percorso di approfondimento tecnico ed introspettivo che l’ha portata a conseguire il Diploma di Operatore Olistico Professionale in Core energetica development nel 2013. Da sempre, a questo percorso, ha affiancato lo studio della pittura frequentando i corsi liberi presso l’Accademia Cignaroli. Rino Merzari è pittore, scultore e restauratore. Il suo percorso professionale lo ha visto frequentare la Facoltà di Architettura presso lo IUAV ma la sua arte lo vede protagonista fin da bambino. Nella sua galleria d’arte, Rino oggi sperimenta le molte tecniche pittoriche apprese, molti materiali e lavorazioni varie.

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RUSSO BASE dal 1 ottobre → 10 lezioni il lunedì dalle 18:30 alle 20:00 insegnante madrelingua. Iscrizione: 190€ COMUNICAZIONE E SOCIAL MEDIA dal 1 ottobre → 7 lezioni il giovedì dalle 18:30 alle 20:00 Iscrizione: 120€

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RIPRESE VIDEO E MONTAGGIO dal 1 ottobre → 5 lezioni il sabato mattina Computer e programmi forniti. Iscrizione: 180€ CONTABILITÀ E BILANCI dal novembre → 8 lezioni il giovedì dalle 18:30 alle 20:00 Info su Pantheon 54 (ottobre 2014)

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P antheon

UTILIZZO DEL COMPUTER E PROGRAMMI GRATUITI dal novembre → massimo 10 lezioni Computer non forniti. Info su Pantheon 54 (ottobre 2014) FOTOGRAFIA E FOTORITOCCO da febbraio 2015 → massimo 10 lezioni Previste uscite esterne

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RASSEGNE MUSICALI tre giorni di grande sound a Grezzana

Redivivo il Festival The Brothers

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P antheon settembre 2014

di Marco Nicolis

Dopo due anni di pausa, ritorna ad emozionare e ad entusiasmare il vasto pubblico degli amanti della buona musica, il festival ideato dai fratelli Salvagno nel 2008, anno della prima edizione. Appuntamenti e serate dal 12 al 14 settembre.

V

oi amanti della buona musica, dei suoni genuini, delle chitarre elettriche, delle voci melodiche e delle sonorità classiche segnatevi queste date: 12 ,13, 14 settembre 2014. Tre giorni che risveglieranno la vostra passione per la musica e la voglia di rock and roll, blues e quei generi che hanno fatto la storia della musica moderna. Torna, dopo due anni di assenza, il Festival The Brothers. Nato nel 2008 dalle menti dei fratelli Emiliano e Igor Salvagno, titolari del Bar The Brothers di Grezzana, supportati dal preziosissimo aiuto dell’amico Michele Zampieri e dal titolare dell’azienda Valentino Marmi e Graniti, il Festival è diventato in breve tempo un evento atteso dall’intera Valpantena. Dalla prima edizione ne è stata fatta di strada. Da quel primo palcoscenico messo in piedi per lanciare le band giovanili di paese, per dare loro una possibilità di esprimersi davanti ad un pubblico numeroso, di mettersi alla prova dal vivo. Quante facce, quanti gruppi, quante esibizioni sono passate da Le Band partecipanti

foto Veronica Mariani

qui. Ma il lavoro e la passione dei The Brothers non si è fermato alla kermesse, non si è fossilizzato solo su questo ricorrente appuntamento musicale estivo. Infatti, durante lo stop durato due anni, in cui il festival è stato accantonato per la presenza di nuovi ed interessanti progetti, la musica ha continuato a risuonare all’interno del locale della vecchia “Rotonda”. Nel bar dei fratelli Salvagno sono stati ospitati musicisti di fama internazionale tra cui Grayson Capps ed Emmanuel Leroy, mantenendo sempre vivo l’interesse per la musica ricercata e per le esibizioni live. Ora, con il cambio di sede del bar, che si è trasferito in viale Olimpia, sempre a Grezzana, il festival è tornato a nuova vita, pronto a stupire tutti ancora una volta. Il programma della tre giorni musicale 2014 prevede per venerdì 12 la presenza sul palco del gruppo rockabilly Ketty & The Middle Tones, accompagnati per l’occasione da Sissy La Muerte, ballerina d’eccezione che si esibirà in un caloroso spettacolo burlesque. Sabato 13 invece, salirà sul palco Roberto

Morbioli, accompagnato dalla sua Morblues Band, per una serata all’insegna del blues. In conclusione domenica 14 sarà il turno dei Best Off, giovane progetto musicale veronese, formato da alcuni tra i migliori talenti musicali veronesi. Da segnalare anche l’altra iniziativa collegata al festival, il Vespantena, un raduno motociclistico interamente riservato alle amate Vespe Piaggio, motociclo entrato nel culto italiano, giunto quest’anno al suo settimo anno di vita. L’evento sarà in compartecipazione con il festival durante la giornata di domenica 14, e vedrà il ritrovo e la partenza per il viaggio panoramico, come da programma, dallo stesso piazzale che ospiterà le band durante il resto della giornata.

Da sx: Ketty and the middle tones, Sissy la Muerte, Morblus Band e BestOff.

foto Miss Sorry

foto Federico Sossella


settembre 2014 P antheon

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I gruppi del mese PANTHEON UNDERGROUND

Time To Rock

un lavoro lungo e faticoso, altri invece ti sorprendono per la loro velocità e naturalezza. Questo è ciò che ci è accaduto. Col tempo abbiamo confezionato una demo che ci ha permesso di concorrere al Pistoia Blues Festival, piazzandoci al quinto posto assoluto. Secondo voi, qual è l’elemento distintivo che vi caratterizza maggiormente come gruppo? Gli elementi che ci contraddistinguono sono le nostre canzoni stesse. Raccontano di storie che abbiamo vissuto in Lessinia come per esempio Marco Franceschetti (voce) “Welcome to the mountains”, un caAlex Ghellere (chitarra) loroso benvenuto nelle nostre monGabriele Bicego (chitarra) tagne. Gianluca Canteri (basso) Scriviamo di continuo e negli anni abGianni Melotti (batteria, percussioni) biamo messo da parte una serie di brani, mantenendo il giusto equilibrio Davide Gaole (tastiere) tra date, impegni e professione. assione per la musica e una Conclusa l’esperienza del Pistoia forte amicizia tra i compo- Blues, che “tempo” si prevede lungo nenti. È questo il mix vincen- il vostro cammino? te dei “Time to Rock”, o c’è Avendo già otto pezzi finiti sicuradell’altro? mente il nostro sognso nel cassetto è Una forte amicizia e tanta passione, incidere il primo album. Crediamo sia due aspetti di non poco conto. Pren- molto importante avere un certo suodendo in considerazione la grande no perché questo ti permette di aprire propensione in comune per il rock dei passaggi che ti possono portare Usa e British, nasce il nostro sound in posti musicalmente diversi. Siamo potente ed aggressivo. Il progetto ci sempre alla ricerca di ispirazioni, queha a lungo impegnati nello scrivere sto è il nostro punto di forza. Senza bozze e canzoni. C’è sempre qualche mai far mancare il divertimento. nuovo riff da trovare. Non abbiamo segreti particolari ma una grande fiducia in noi stessi e una preparazione accademica che ci ha reso possibile costruire canzoni fresche ed attuali. Rock, musica classica, pop, metal, un ampio calderone di generi musicali. Cosa siete riusciti a tirare fuori da questo immenso cilindro? Siamo convinti che ogni artista voglia portare la propria musica verso orizzonti sempre nuovi. La melodia è tutto nella musica, ed è sempre stata un elemento fondamentale anche nel nostro modo di comporre. Non potremmo mai dimenticare il blues di fondamentale importanza per noi.. Un cd già registrato, la partecipazioGuido Rolando, meglio noto come ne al Pistoia Blues Festival, la finale Giubbonsky, è nato e cresciuto a nazionale e il quinto posto assoluto Casale Monferrato, 34.000 abitanti conquistato. Partiti in punta di piedi racchiusi in 86 km², un luogo troppo dalla verde Lessinia, ne avete fatta di piccolo per gente come lui. Rolando strada. è uno che si distingue, uno che già Vi ritenete soddisfatti del vostro a 9 anni, sulle note di “Ogni Volta” di percorso fino a qui? Paul Anka, sapeva già dove sarebMolte volte i risultati sono frutto di

foto Stefania Santoro

Hard rock made in Lessinia

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Giubbonksy

Musica e impegno sociale

be arrivato. Prima il Liceo Musicale poi, nella turbolenta Bologna degli anni ’70, la laurea al Dams (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), per una carriera che stava per prendere il volo con un battito di ali. Rolando è un moderno esploratore della musica. Un avventuriero che tocca le rive del punk e del dark, muovendosi tra l’etnico e il popolare, arrivando fino alle cime dei suoni industriali e del soul. Un eclettico del suono. Baritono, basso e ritmi, sax alto e chitarra, per lui queste “armi” della cultura moderna non hanno segreti. Proprio dal sax e dalla chitarra acustica ha iniziato il proprio cammino, come menestrello nei “Montenegro Tango”, passando alle “Officine Schwartz” e per la “Banda degli Ottoni a Scoppio”. Un movimento musicale in continua evoluzione. La nascita del progetto “Tasselli”, la band di northen soul “Supersonica”, la “Contrabbanda”, talentuosa e frizzante band che si divide tuttora dai palchi delle sagre di paese fino ai prestigiosi raduni come il Lugano Jazz Festival. Ed infine “Giubbonsky”, progetto da cantautore cantastorie nato nel 2008, iniziato come One Man Show e cresciuto fino a diventare una band completa di basso e batteria al seguito. Qui nasce la vera arte di Rolando. Una musica impegnata, sociale, che incontra le difficoltà del vivere moderno. Una musica da ascoltare insieme, che ti faccia pensare, sognare, ricordare rigorosamente in modo collettivo. Una pratica di resistenza umana. Una musica che mischia rabbia e ironia, gioie e dolori quotidiani, una miscela di sentimenti che nascono dal profondo. Già nel 2010 esce l’autoprodotto “Storie di non lavoro”, album di debutto. Un lavoro di qualità che riassume la recente storia attuale della musica cantautorale italiana. Poi nel 2013 “Testa di nicchia” secondo disco che offre uno spaccato di storie del nostro tempo. Questo è Giubbonsky, questa è la musica di Orlando. Una musica che può coinvolgere, che può piacere oppure no, una musica che però, in ogni sua forma e dimensione, non ti lascia indifferente.


Territorio a Spicchi Brevi da Verona e Provincia

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P antheon giugno 2014

a cura della Redazione

GREZZANA

Mostra d’arte del Circolo Artisti Torna, come oramai da tradizione, la mostra all’aperto “Arte in Piazza” a cura del Circolo Artisti di Grezzana. Con il patrocinio del comune e la collaborazione del Gruppo Alpini, il 21 settembre in Piazza Carlo Ederle tutti gli artisti potranno esporre le loro opere (quadri, sculture in pietra o legno, incisioni) su appositi supporti forniti dall’organizzazione. Ogni artista avrà a disposizione uno spazio di circa sette metri lineari. Il costo per esporre è di 20€ da versare il mattino prima dell’allestimento, e da diritto anche alla consumazione di un primo con bevanda. La mostra aprirà al pubblico alle ore 9:30 e sarà in funzione fino alle ore 19:00. Informazioni e iscrizioni ai seguenti recapiti telefonici: Annamaria Grisi 346.3300103 e Giovanna Girardi 340.8499515. MARZANA

Nuovo servizio bus in Valpantena Dallo scorso giugno, grazie all’impegno della “Associazione Valpantena”, l’ATV ha istituito un nuovo servizio bus, la linea 31. L’Associazione promotrice, che coordina i tre centri anziani di Quinto, Poiano e Santa Maria in Stelle ha fatto richiesta all’Ottava Circoscrizione che ha mosso la richiesta all’ATV. Dopo le prime perplessità, l’attivazione del servizio. È stata sospesa la linea 51, che si ferma in B.go Venezia, e la linea 31 ne ha preso il posto, ma con un nuovo tragitto. Partenza dal Saval, quindi passaggio dall’Ospedale di B.go Trento, Porta Vescovo e capolinea a Marzana. Con questa corsa i cittadini possono raggiungere direttamente il polo ospedaliero senza cambi a Porta Vescovo. FIAMENE

Restaurato il capitello e aperta un’area pic-nic Lo scorso 19 luglio, grazie all’azione del consigliere provinciale Adelino Brunelli, è stata inaugurata l’area prospicente al Capitello di Fiamene, frazione di Alcenago. L’area, che si trova sul sentiero europeo E5 e sulla provinciale SP12a, che porta al Ponte di Veja, offre un notevole punto panoramico sulla Lessinia e sul Lago di Garda. Lo stesso capitello, reso famoso anche dalla festa che una volta l’anno trova spazio proprio nel prato accanto, è una testimonianza della cultura religiosa del territorio ma anche degli eventi della Resistenza che hanno caratterizzato queste zone. Le stesse mura del capitello recano i segni delle sparatorie tra partigiani e tedeschi degli anni Quaranta. Oltre al restauro del Capitello, la Comunità Montana della Lessinia ha realizzato un’area pic-nic, grazie anche alla collaborazione dell’associazione AVA (Associazione Volontari Alcenago). Nella foto il capitello prima del restauro. CERRO VERONESE

Bertoncello vince il Concorso Triveneto di poesia dialettale

Si è svolta domenica 20 luglio la cerimonia di premiazione del concorso di poesia dialettale aperto al Triveneto e tenutosi a Cerro. Arrivato alla quinta edizione, organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con la Biblioteca, il Comune e il patrocinio della regione Veneto, ha quest'anno proposto il tema “a me fiol direa”, per focalizzare sull'insegnamento in famiglia. Circa sessanta le opere arrivate, di ottima qualità, dalle provincie di Verona e Venezia, che hanno visto alla fine vincitore Nico Bertoncello, di Bassano del Grappa, con la poesia “A me fiolo”. Versi positivi, un invito a rincorrere sempre sogni nuovi, con coraggio, il tutto scritto con belle immagini e maestria. Al secondo posto Gabriella Garonzi di San Giovanni Lupatoto con “Rimpianto”, al terzo Roberto Velardita di Venezia Lido con “Letera a un fantulin”. Hanno meritato segnalazioni di merito tre poeti veronesi, Gelmina dalla Bona con “A me fiol direa”, Laura Banterle con “Par Elena” e Giorgio Sembenini con “El regal de la vita”. Ringraziamenti ai giurati (Angelo Andreis, Ezio Bonomi, Mara Riboli, Giovanni Benaglio, Giampaolo Feriani, Nerina Poggese, Ilenia Zanoni e Loredana Palumbo), alla scuola di musica Hator e all'instancabile Adriano Busato. Nella foto Bertoncello assieme ad alcuni degli organizzatori. SAN MICHELE EXTRA

Fili e ricami in Villa Buri

Si svolgerà sabato 27 e domenica 28 settembre, dalle 10:00 alle 19:00, la manifestazione “Magia in villa tra fili e ricami” a Villa Bernini Buri, di San Michele Extra. Organizzatat da due appassionate di ricamo, Annalisa Comerlati e Rita Doliman, assieme all'Associazione culturale e sportiva “Arte e Parte”, la manifestazione, patrocinata anche dal Comune di Verona e dalla Settima Circoscrizione, dedicherà due giorni ad espositrici di diverse città italiane con pizzi, merletti, ricami, teleai e la presentazione di tantissime creazioni. Tutto in una splendida cornice come quella della splendida Villa Buri. nfo: Annalisa 340.0597491, annalisa.comerlati@alice.it - Rita 340.3577249 colzatomaria@gmail.com



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VERONA

Convegno nazionale di Scienze Motorie

P antheon settembre 2014

I prossimi 27 e 28 settembre, nel parco termale Villa dei Cedri di Colà di Lazise, l'Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Motorie (DMSA) organizza una due giorni di panel, approfondimenti e dibattiti dedicati alla prevenzione e al trattamento delle malattie osteo-articolari, patologie che affliggono ormai quasi la metà della popolazione italiana. La sesta edizione del Congresso Nazionale DMSA vedrà confrontarsi sul tema esperti internazionali e professionisti in diverse discipline di ambito medico, rieducativo e sportivo di più settori medici: ortopedici, fisioterapisti, farmacisti e medici sportivi. Per la prima volta, il convegno vedrà la partecipazione di due ospiti internazionali, il dottor Alberto Muñoz Fernandez e il dottor Luis Torija Lopez, fisioterapisti, entrambi docenti all’Universidad Europea di Madrid che, nella giornata di sabato, presenteranno due panel specifici. «Questo importante appuntamento di aggiornamento tecnico e scientifico per gli operatori del settore quest'anno ha voluto diventare sempre più internazionale, per approfondire temi differenti ma importanti per la salute dei cittadini» ha detto Giorgio Pasetto, segretario nazionale DMSA e organizzatore del convegno. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web www.dmsa.it o chiamare al numero 045 7590988. GREZZANA

Pagelle d’oro all’IC “Giovanni Pascoli”

Consegnate in sala consigliare dal sindaco Mauro Fiorentini e dall’assessore alle politiche giovanili Michele Colantoni (promotore delle delibera), le «Pagelle d’oro» ai ragazzi più bravi della terza media «G.Pascoli». Presenti la dirigente scolastica Maria Luisa Aguiari e molti genitori. Si tratta della prima edizione di questo premio che consiste in biglietti per i parchi divertimenti e teatro, nonché buoni acquisto libri per le superiori. Promossi alle superiori con 10 e lode: Glenda Dal Corso (di Lugo) e Viola Nicolis (di Stallavena) e con 10 Giada Bombieri (di Azzago) Simone D’Agostini e Giacomo Fiorentini (di Grezzana). I ragazzi delle prime e seconde medie premiati (con media del dieci) sono stati: Anna Bazzani, Annamaria Bombieri, Pietro Corso, Giulio Maccarrone, Ettore Piccoli e Sabina Venturi (I^ media). Andrea Bonvini, Sofia Ceoletta, Riccardo Girlanda, Sara Piccoli, Jacopo Scorza, Eleonora Urbani, Gabriele Vanti e Irene Zemignani (II media).

(nella foto da sx: Mauro Fiorentini, Dal Corso Glenda, Michele Colantoni, Nicolis Viola, D'Agostini Simone, Bombieri Giada, Fiorentini Giacomo)

GREZZANA

Anche nel calcio, chi semina raccoglie frutti Stanno ripartendo in queste settimane i campionati dilettantistici. Noi ci volevamo soffermare ancora sulla straordinaria vittoria degli Juniores dell’Union Grezzana dei mister Luca Tosi e Franco Scandola che nella passata stagione si sono aggiudicati il titolo di Campioni Provinciali di categoria acquisendo il diritto di disputare quest’anno il campionato regionale. Soddisfazione, dunque, per atleti e, soprattutto, per il presidente Dino De Paoli, tra i fautori della fortunata unione con le società di Lugo e Valpantena, che sta raccogliendo in questi ultimi anni ottimi risultati, soprattutto in ambito giovanile. Che sia di buon auspicio anche per la nuova stagione 2014-2015. (foto Paolo Tacchella)

LEGNAGO AUTOSCUOLE FACCENDA VIA BEZZECCA N°23 Dalle 20:30 alle 22:00 venerdì 26 settembre 2014 venerdì 24 ottobre 2014 venerdì 28 novembre 2014 venerdì 12 dicembre 2014

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tra Cultura e Informazione

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giovedì 11 e 25 settembre 2014 giovedì 9 e 23 ottobre 2014 giovedì 13 e 27 novembre 2014 giovedì 11 dicembre 2014

martedì 9 e 23 settembre 2014 martedì 14 e 28 ottobre 2014 martedì 11 e 25 novembre 2014 martedì 9 e 23 dicembre 2014


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RUBRICA

ADICONSUM

#idirittiinvaligia # id valigia alig iri tti irittiinv id i #i

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ià, perché sempre più spesso capita che, anche nel breve periodo in cui ci si concede di fare la valigia e partire, qualcosa vada storto e la parentesi di relax tanto attesa non coincida con quanto ci si era prospettati e, tra reclami e lamentele, nemmeno ci si accorga di essere lontani da casa. Mai come nella società odierna dove la vita è frenetica e ricca di incombenze, l’intervallo delle vacanze identifica una finestra di respiro in cui ciascuno di noi può finalmente alleggerire la mente e ricaricare le batterie nel modo che preferisce. Dell’importanza di un’integrale soddisfazione in tale momento di svago se n’è accorto anche il nostro Legislatore il quale si è premurato di tutelare nello specifico il disagio che il turista-viaggiatore può trovarsi a subire. Infatti, seppure con notevole ritardo rispetto ad altri ordinamenti (in Germania esiste una legge del 1979), è stato inserito l’art. 47 del D. Lgs. 79/2011 (Codice del Turismo) titolato “Danno da vacanza rovinata” dove è stabilito che: “nel caso in cui l’inadempimento o inesatta esecuzione delle prestazioni che formano oggetto del pacchetto turistico non sia di scarsa importanza ai sensi dell’art. 1455 del codice civile, il turista può chiedere, oltre ed independentemente dalla risoluzione del contratto,

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La fine dell’estate rappresenta per molti il ritorno al lavoro e alla quotidianità dopo le vacanze. Tuttavia l’esperienza turistica vissuta in questo periodo dell’anno, grazie allo svago e alla spensieratezza che la caratterizzano, genera nuove energie che permettono di affrontare con serenità il rientro alla vita di tutti i giorni. O almeno così dovrebbe essere.

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VERONA

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Il danno da vacanza rovinata

P antheon settembre 2014

a cura di Adiconsum Verona

Chi è Adconsum? Adiconsum è un’associazione indipendente e senza scopo di lucro presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali. Gli operatori, i volontari e i dirigenti forniscono assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori e alle famiglie. Adiconsum Verona ha appositamente creato sui social network l’hashtag #idirittiinvaligia. Inoltre è possibile collegarsi al sito internet dell’Associazione www. adiconsumverona.it o utilizzare il numero telefonico 045/8096934.

un risarcimento del danno correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso ed all’irripetibilità dell’occasione perduta.” Una previsione normativa molto importante dunque, che riconosce la possibilità di vedersi risarcire i disagi e le afflizioni derivanti dal non avere goduto pienamente dell’agognata vacanza. Gli elementi da considerare sono molteplici, tanti quante sono le variabili che hanno convinto il turista-viaggiatore a scegliere un pacchetto turistico piuttosto che un altro, nel vasto novero di possibilità che il mercato offre. È vero che la destinazione è l’elemento principale ma non l’unico, poi entrano in gioco molti altri fattori come, per esempio, la tipologia, l’ubicazione e la qualità dell’alloggio. Si opta tra hotel o appartamento, fronte mare o centro paese, preferendo una sistemazione di lusso oppure economica. Non solo, si vagliano con attenzione le modalità di trasporto e le opportunità che ciascuna soluzione offre: divertimento serale o tranquillità assoluta, escursioni nella natura o visite a musei e monumenti, vita da spiaggia o centro

benessere. Tutto concorre nel determinare la decisione finale a favore di un pacchetto turistico che sia perfetto per le proprie esigenze e dia così modo di sfruttare in modo appagante le ferie tanto desiderate. Allora cosa fare se si ritiene che le promesse del tour operator e dell’agenzia viaggi non siano stati rispettati? Lo spiega l’art. 49 del Codice del Turismo. Innanzitutto bisogna contestare nell’immediatezza ogni mancanza nell’esecuzione del contratto turistico. Successivamente, una volta rientrati a casa, presentare un reclamo ad entrambi questi soggetti, avendo cura di farlo preferibilmente entro 10 giorni lavorativi dal rientro nel luogo di partenza. Si può inviare una raccomandata o utilizzare qualsiasi mezzo che garantisca la prova dell’avvenuto ricevimento. Dopodiché, se non si riceve risposta o si riceve una risposta poco convincente, conviene rivolgersi ad un’associazione consumatori la quale sarà sicuramente in grado di esaminare il vostro caso specifico ed aiutarvi nell’ottenere la tutela più adeguata dei vostri diritti.


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DAL 12 AL 22 SETTEMBRE – SOAVE MILLE ANNI DELLA PARROCCHIA DI SAN LORENZO IN 100 FOTOGRAFIE Chiesa della Disciplina in vicolo Campanile, 10:00-12:00 – 16:00-19:00 La Parrocchia San Lorenzo Martire di Soave presenta una mostra fotografica sul duomo di San Lorenzo, con foto da lastre originali della prima metà del ‘900. Info: www.prolocosoave.it – 328.0807212 13 SETTEMBRE – ERBEZZO ANTICA FIERA DEL BESTIAME – 107^ EDIZIONE Erbezzo, tutta la giornata Risalente al lontano 1886 l’Antica Fiera del Bestiame è con ogni probabilità la più antica fiera della Lessinia. La mostramercato proporrà per l’occasione bestiame selezionato di ottimo valore genetico e originario della Lessinia. Quest’anno saranno presentate mostre di animali ornamentali, della pecora Brogna, dei cavalli Haflinger e di prodotti tipici della montagna veronese. Info: 045.7075013 – 045.7050088 - www.comune.erbezzo. vr.it 14 SETTEMBRE – VERONA FESTIVAL SHOW Arena di Verona, ore 21.00 Prende il via la nuova edizione del Festival Show, ricco anche quest’anno di ottima musica, spettacoli e divertimento. Il festival è promosso da Radio Birikina e Radio Bella&Monella, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo della Regione Veneto. Ingresso libero. Info: 0423.736649 - www.festivalshow.it 14 SETTEMBRE – VERONA GRANFONDO DI VERONA “LUCA AVESANI” Piazza Bra, partenza alle ore 8.00 Piazza Bra si trasforma anche quest’anno nella sede di una grande manifestazione sportiva: la Granfondo di Verona “Luca Avesani”. Tre i percorsi proposti dall’organizzazione: Percorso Rosso Gran Fondo da 20km, Verde - Fondo: 145 km, Medio Fondo: 97 km Info: 045.917629 - www.lascaligera.net DAL 17 SETTEMBRE AL 12 OTTOBRE ISOLA DELLA SCALA 48^ FIERA DEL RISO Isola della Scala Giunta alla sua 48ª edizione, la fiera del riso di Isola si riconferma il più grande evento nazionale del settore. La Fiera del Riso prosegue per quasi un mese, con serate di sicuro gradimento, seguite da rassegne legate alla tradizione e al folklore, mostre, convegni, arte, cultura e sport Info: 045.7300089 - www.fieradelriso.it DAL 18 AL 21 SETTEMBRE VERONA TOCATÌ Centro storico di Verona Il centro storico di Verona si prepara ad accogliere la dodicesima edizione del Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi di Strada. Da non perdere tipici giochi dell’America centrale come la Pelota p’urepécha, Ulama de Cadera, il Trompo, la Pitarra e il Juego de Corozo. Info: 045.590480, 045.8309162 - www.tocati.it 21 SETTEMBRE – SOAVE MERCATINO DELL’ANTIQUARIATO DI SOAVE Soave, dalle ore 8:00 alle ore 18:00 Torna nel centro storico del paese, lungo Corso Vittorio Emanuele II, via Roma e piazza Marogna, il tradizionale Mercatino dell’Antiquariato, del Collezionismo e delle Curiosità. Info: www.prolocosoave.it - 328/0807212 mercatino@prolocosoave.it.

DAL 18 AL 22 SETTEMBRE – SOAVE 86A FESTA DELL’UVA DI SOAVE Soave, tutta la giornata Tutto pronto per la Festa dell’Uva più antica d’Italia. Un programma che mira quest’anno alla cultura e della tradizione, con mostre pittoriche e fotografiche, musica, folclore, visite guidate al centro storico, stand eno-gastronomici presso l’Isola del Gusto, nel parco della Rimembranza, e presso la Piazzetta del Soave, in via Roma. La domenica inoltre, troverà spazio nel centro storico il Mercatino dell’Antiquariato. Infine per concludere la giornata si terrà un grandioso spettacolo pirotecnico con incendio del Castello. Info: www.prolocosoave.it 20 E 21 SETTEMBRE – VERONA INTIMISSIMI ON ICE OPERAPOP Arena di Verona, ore 21.00 Uno spettacolo unico nel suo genere. Due atti ricchi di spettacolari effetti scenici, che vedono la partecipazione delle più grandi stelle del pattinaggio artistico mondiale. Prezzi: € 38,00 / 55,00 / 85,00 / 121,00 / 140,00. I biglietti sono in vendita negli uffici turistici di Verona - Piazza Bra - e Peschiera del Garda. Info: 045.8039156 - www.operapoponice.com DAL 20 SETTEMBRE AL 17 GENNAIO 2015 – VERONA MERCATINO DELLE TRE “A” Piazza San Zeno, dalle 8.00 alle 17.00 La piazza di San Zeno ospita il tradizionale mercatino dell’antiquariato, ricco di pezzi antichi, artigianali e da collezione. Info: 045.8078570 - www.comune.verona.it 25 SETTEMBRE – VERONA L’OPERA È… GALÀ LIRICO 2014 Arena di Verona, ore 21.00 Le arie più intense e famose dell’Opera verranno interpretate da tre grandi star internazionali del Bel Canto. Biglietti: € 34,50 / 57,50 / 85,00 / 121,00 / 140,00. I biglietti possono essere acquistati anche negli uffici turistici IAT di Verona - Piazza Bra - e Peschiera del Garda. Info: 045 8039156 - www.eventiverona.it 26 SETTEMBRE – VERONA KILLING CANGRANDE Cortile di Castelvecchio, ore 18.30 Per secoli la morte di Cangrande Della Scala è rimasta avvolta nel mistero ma, nel 2004, un’autopsia ha rivelato la reale causa della morte: avvelenamento. Siete dunque pronti a indagare su un omicidio risalente ad oltre 700 anni fa? La prenotazione è obbligatoria. Info: 339 1270755 - www.playthecity.it

GIORNATA DEDICATA AI LEGAMI URBANO-RURALI A VERONA E LE SUE VALLI Prosegue il progetto regionale “Rurbance”. Il prossimo 18 settembre in programma una giornata per discutere i rapporti tra i centri abitati e le aree rurali delle colline veronesi, che si stanno imponendo come zone di produzione agroalimentare. Occasione per confrontarsi con altri centri urbani analizzati come Milano, Torino e Monaco di Baviera. Alle ore 10:00, ai Frantoi Redoro, sarà presente anche il vice presidente regionale Marino Zorzato, e si affronteranno approfondimenti sulle problematiche territoriali in relazione al PTRC. Nel pomeriggio i rappresentati istituzionali si recheranno in visita alle aziende produttrici per toccare con mano alcuni casi di eccellenza e discutere delle strategie di promozione. Per informazioni: www.rurbance.eu , oppure su Facebok: Progetto RURBANCE La giornata di gemellaggio è una iniziativa del progetto europeo RURBANCE (Programma di Cooperazione territoriale europea “Spazio Alpino” 2007-2013, finanziato dal FESR).


SCATTI D ’ AUTORE Il concorso fotograFIco per i nostri lettori

L A G I U R IA

Un grazie a Gianluca Stradiotto e Maurizio Don che hanno curato le selezioni mensili. Grazie anche a Marco Marini per la collaborazione nella selezione finale. Gianluca Stradiotto www.gianlucastradiotto.it 335.6306587 info@gianlucastradiotto.it

ECCO I VINCITORI Pubblichiamo le tre foto che hanno conquistato i primi tre posti del concorso “Scatti d’Autore” (II edizione). Ringraziamo tutti i partecipanti e diamo appuntamento ai prossimi mesi per scoprire le novità di questa pagina dedicata alla fotografia. Le premiazioni avverranno indicativamente intorno a Natale. I vincitori saranno tuttavia avvisati tramite mail o telefono.

Marco Marini www.wideagle.it 335.7268300 marco@wideangle.it

Maurizio Don www.mauriziodon.it 392.5823461 info@mauriziodon.it

NOTE D’AMORE Sara Castellani

ONDE AL TRAMONTO - Margherita Massella

PASSEGGIANDO TRA LA NEBBIA - Aldo Tanaro


RUBRICA Il Libro: Chi non sogna le vacanze? Molti (ragazzi compresi) sono già in attesa di quelle di Natale. «Sette giorni a Piro Piro», racconta la storia di un viaggiatore improbabile a cui è stata consigliata una vacanza (poco costosa!), in un’isola sconosciuta raggiungibile solo via aerea, senza aereo…. Si tratta del diario di un adulto che, in questi giorni di vacanza, diventa un ragazzo, che accetta l’aiuto di una guida (forte ma non con il fiato sul collo), appassionandosi a tutte le avventure… Già, sull’isola trova calorosa accoglienza, ma anche squali «veramente enormi, pescecani insaziabili, farfalle sanguinarie, granchi del diametro di due metri e montagne dai panorami mozzafiato»... Questo turista, mantenendo la sua identità, cerca emozioni forti, non fa mistero della sua paura, però si lascia coinvolgere e affronta le avventure quotidiane, imparando a destreggiarsi, talvolta salvato dal suo amico Pirò (la guida) e attento a «non offendere le tradizioni» e le persone.

Autore: Dino Ticli Titolo: Sette giorni a Piro Piro Edizioni: Piemme Pubblicato nel 1995 Prezzo: 8,00 € Pagine: 98

Riservato ai ragazzi dai 9 anni recensione a cura di Alessandra Scolari

a cura di Mattia Zuanni

BOX OFFICE Fotografa il QR per vedere il trailer

Titolo: Lucy Genere: Azione, Fantascienza Durata: 89 minuti Regia: Luc Besson Attori: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Min-sik Choi, Amr Waked Uscita (Italia): 25 settembre

L’Autore: Bernardo “Dino” Ticli, nato nel 1954 a Lercara Friddi (Palermo), naturalizzato a Lecco, dove vive. Laureatosi a Milano in scienze geologiche, collabora con un museo di scienze naturali, ma sceglie «l’insegnamento: la più bella attività del mondo». Poi la passione per le storie «colpevoli i luoghi favolosi in cui sono vissuto». Racconta Ticli «sono state le storie raccontante ai bambini, poi alle mie figlie che diventando grandi esigevano racconti sempre più lunghi ed elaborati, a portarmi a scriverle». E l’autore riesce a trasmettere la bellezza della natura e della fantasia insieme alla «meraviglia» per entrambe. Le figlie? Sono diventate «giovani critiche letterarie». I suoi libri riguardano la divulgazione scientifica, testi teatrali e romanzi, riscuotendo consensi di intere generazioni, oltre a riceve premi letterari. Curiosità: Il lettore è accompagnato da minuscole illustrazioni (gessetto in bianco e nero) di Chiara Carrer che ben rappresentano l’ingenuità (che rasenta la follia) del protagonista e la sua propensione a nuove esperienze. Un’autentica novità è la lingua «Piropirese»: prevalgono i gesti e le tonalità, quindi richiede attenzione di entrambi gli interlocutori, siano essi turisti o abitanti dell’isola; cioè mentre si parlano devono guardarsi. I ragazzini e gli adulti che leggeranno questo libro troveranno di che ghignare, però diventerà un buon amico per i momenti non facili. Il racconto (anche nel linguaggio) tiene un taglio alto, non scende mai di tono, catturando così l’attenzione dei lettori. Non a caso al libro «Sette giorni a Piro Piro» sono stati assegnati i premi «Pennino d’oro» ad Avezzano nel 1996 e dell’Associazione Culturale OI- Petres di Belgioso (1998).

Il film: Lucy ha 24 anni, è una studentessa e vive a Taiwan. Un giorno il suo ragazzo la costringe a

consegnare una valigetta in sua vece. Al momento della consegna il ragazzo viene ucciso e Lucy viene rapita da un gruppo di malavitosi. Obbligata a lavorare come corriere della droga, viene operata chirurgicamente e nel suo stomaco viene inserita una sacca contenente la sostanza illegale. A seguito di un violento pestaggio a cui viene sottoposta, il pacchetto che trasporta si lacera, e il contenuto si riversa all’interno del suo corpo. Le sostanze vengono assorbite dal suo organismo, e Lucy acquista straordinarie capacità fisiche e mentali, aumentando a dismisura la capacità di sfruttamento del proprio cervello. Curiosità: Ciò che Besson vuole dimostrare all’inizio, è legato alle neuro scienze e ci ricorda che il nostro cervello ha sviluppato solo una piccolissima parte delle sue potenzialità rispetto all’homo sapiens (non a caso, Lucy è il nome che è stato dato alla prima donna di cui l’antropoarcheologia abbia conoscenza). Johansson, letto il copione, era disorientata dalla struttura non lineare della sceneggiatura, ma conoscendo il lavoro di Besson ha accettato di fare il film. Queste le sue parole in una recente intervista: “Ricordo che quando l’ho incontrato mi ha detto che dovevo fidarmi del fatto che lui sapeva quello che faceva anche se il copione poteva essere a volte un po’ vago. Così ho fatto un atto di fede”. La critica statunitense ha già stroncato il film del regista francese commentando seccamente che è facile misurare il ritardo che sconta rispetto alla tecnologia attuale e ai relativi assunti filosofici. Tutto sommato, però, Besson non ha di che preoccuparsi, il suo film sarà un blockbuster: le accuse che la critica gli ha scagliato contro non sono che povere parole per un colossal che si è assicurato la distribuzione in un’ottantina di Paesi, primo tra tutti gli USA.

Classici da non perdere Titolo: Patch Adams Genere: Biografico, Commedia Durata: 115 minuti Regia: Tom Shadyac Attori: Robin Williams, Daniel London, Monica Potter, Bob Gunton

Fra le mura tranquille di un ospedale un clown dalle scarpe gigantesche e dall’enorme naso rosso irrompe improvvisamente da una porta e percorre a grandi passi il corridoio. Attenzione pazienti… le risate sono contagiose! Il premio Oscar Robin Williams interpreta Patch Adams in una divertentissima commedia di buoni sentimenti, basata sulla storia vera di uno studente di medicina molto stravagante che mette a repentaglio la propria carriera pur di portare avanti il suo credo, secondo cui ridere non è solo contagioso, ma è anche la miglior medicina.


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