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Supplemento a Pantheon - Magazine di Verona e Lessinia Anno 6 Numero 5 (giugno 2013)
R I POSTE N I M L I ERNO 13 ALL’INT SA 2012O R A L L DE
TANTI AUGURI VECCHIO HELLAS Momenti indimenticabili di una passione che dura da 110 anni
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SOMMARIO PAG. 4 DALLA NASCITA AGLI ANNI ‘70
Il calcio a volte è strano: gioie e dolori, grandi vittorie e cocenti sconfitte si susseguono con incredibile velocità, ma il più delle volte sanno compensarsi con una precisione quasi geometrica. Dieci anni fa, nel 2003, l’Hellas Verona festeggiava i suoi primi 100 anni di vita in Serie B, in seguito a una dolorosa quanto discussa retrocessione maturata un anno prima in quel di Piacenza: era il preludio al decennio più nero della storia della gloriosa compagine gialloblù la quale, come l’araba fenice, è risorta dalle sue ceneri e ha regalato ai suoi tifosi l’agognata promozione in Serie A, a due giorni dalla grande festa in Arena per le celebrazioni per i 110 anni di storia, lo scorso 20 maggio. In questo speciale, Pantheon ripercorre la gloriosa storia dell’Hellas Verona, dalla fondazione allo Scudetto del 1985, fino alla cavalcata dell’ultima stagione: un documento prezioso arricchito da foto inedite per rendere omaggio alla squadra simbolo della nostra città.
PAG. 6 L’EPOPEA DEGLI ANNI ‘80 PAG. 10 IL CROLLO E LA RINASCITA PAG. 12 LA CAVALCATA PAG. 14 PROTAGONISTI E PAGELLE
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Dalla nascita agli anni ‘70
È
l’ottobre 1903 quando alcuni studenti del liceo classico Scipione Maffei di Verona fondano l’Associazione Calcio Hellas, prima squadra di calcio della città: il nome è suggerito dal professore di greco Decio Corubolo e richiama per l’appunto il nome con cui gli abitanti ellenici chiamano la loro nazione. È l’inizio di una lunga storia gloriosa fatta di epiche vittorie e, perché no, anche di cocenti sconfitte, che cercheremo di ripercorrere in questo inserto. Fino al 1929 l’Hellas (diventato Hellas Verona solo nel 1919 in seguito alla fusione col Football Club Verona) partecipa perlopiù a tornei locali e campionati regionali: con la nascita dei campionati a girone unico la squadra viene inserita in serie B. La lunga rincorsa alla serie A
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Dieci anni in serie A in undici anni, che vedono il susseguirsi di grandi protagonisti quali Gianfranco Zigoni, genio e sregolatezza che entrerà per sempre nei cuori dei tifosi gialloblù per le sue giocate e per la sua pazzia (ancora oggi la curva gli dedica un famoso coro), Ciccio Mascetti giocatore prima e dirigente poi, Sergio Maddè, Busatta, Luppi e altri ancora. In panchina ricordiamo tra gli altri il barone Liedholm, allenatore della promozione del 1968 e l’ex ct della nazionale Ferruccio Valcareggi, a Verona dal 1975 al 1978.
(passata anche per una retrocessione in serie C nel campionato 1940-41) termina con la vittoria del campionato 195657 e la prima storica promozione nella massima divisione centrata in seguito all’1-1 contro il Como nel Vecchio Bentegodi di piazza Cittadella. La permanenza in A durerà poco: l’anno successivo arriverà la retrocessione e la successiva promozione targata 1968 sarà legata in maniera indissolubile al patron Saverio Garonzi, autentico padre padrone che darà un contributo fondamentale alla riorganizzazione dell’Hellas e ai suoi futuri successi. Gli anni ’70 vedono infatti un Verona stabilmente in serie A, eccezion fatta per la retrocessione d’ufficio del 1974, quella della famosa telefonata tra il patron Garonzi e Clerici, ex calciatore gialloblù in forza al Napoli che il presidente avrebbe contattato alla vigilia della delicata sfida salvezza proprio contro i partenopei.
1971: nascono le Brigate Gialloblu Nel clima rovente degli anni di piombo, il 30 novembre 1971 nascono le Brigate Gialloblu, cuore pulsante del tifo organizzato veronese, che per due decenni raggruppa al suo interno le migliaia di giovani tifosi dell’Hellas che affollano la curva sud del Bentegodi. Molto spesso accusati di essere violenti e beceri hanno sostenuto con fede e un’originalità davvero unica la causa gialloblu fino al loro scioglimento datato 1991.
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È il 20 maggio 1973: il Milan ha appena conquistato a Salonicco la Coppa delle Coppe e si presenta al Bentegodi da capolista per la conquista del suo decimo Scudetto, che gli varrebbe la sua prima stella. Si respira aria di festa, di apoteosi. Il Milan però sottovaluta l’impegno e il Verona, spietato, lo punisce severamente vanificando i sogni di gloria rossoneri. Le reti di Sirena, 3 di Luppi e Busatta condannano il Milan e sanciscono la nascita della Fatal Verona. Nel 1990 infatti sarà il Milan mondiale di Sacchi e degli olandesi a perdere un nuovo scudetto contro l’ultimo Verona di Bagnoli, che a fine stagione avrebbe salutato la serie A.
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L’ epopea degli anni ‘80
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li anni ’80 legano indissolubilmente il Verona al suo straordinario allenatore Osvaldo Bagnoli. Nato a Milano nel 1935, disputa una discreta carriera da giocatore (a Verona dal 1957 al 1960) rivelandosi però un vero fuoriclasse nelle vesti di foto: New Art Photo
allenatore. Assume la guida della squadra all’inizio del campionato 1981-82 in serie B ed è subito promozione. Garonzi ha da poco lasciato la presidenza e alla guida del Verona c’è ora Tino Guidotti con alle spalle l’importante sponsorizzazione della Canon, azienda giapponese con la base italiana proprio a Verona. Nel campionato 1982-83 la matricola Verona sbalordisce la serie A: in estate arrivano Fanna, Marangon, Dirceu e Volpati; il Verona chiude quarto e per la prima volta si qualifica per la Coppa Uefa. In Coppa Italia invece, l’Hellas viene beffato in finale dalla Juventus: 2-0 all’andata al Bentegodi e sconfitta per 3-0 ai supplementari nel ritorno a Torino. Anche nella stagione successiva il Verona la fa da protagonista: sesto in campionato e sconfitto nuovamente in finale di Coppa Italia, questa volta dalla Roma. In ambito societario la Canon aumenta
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in maniera decisiva il controllo sulla società: il vero patron è ormai Fernando Chiampan, che lascia però la presidenza a Guidotti. 12 maggio 1985: l’1-1 di Bergamo (Perico, Elkjaer) concretizza il sogno di una città intera. Con una giornata d’anticipo l’Hellas Verona è Campione d’Italia a coronamento di una stagione straordinaria. Una squadra già ampiamente
competitiva era stata arricchita durante il mercato estivo dall’innesto di due nuovi giocatori stranieri: Hans Peter Briegel dal Kaiserslautern e Preben Elkjaer Larsen dal Lokeren, quest’ultimo indimenticato beniamino gialloblu. Epico il gol che il “sindaco” realizzò senza una scarpa nel 2-0 alla Juventus. Il Verona trionfa in una stagione storica per il calcio italiano: per la prima unica volta avviene il sorteggio integrale degli arbitri. Si registra poi il record di presenze medie di spettato-
La Rosa del Verona Campione d’Italia 1984-85 Portieri: Garella, Spuri Difensori: Tricella, Ferroni, L. Marangon, Fontolan, F. Marangon Centrocampisti: Di Gennaro, Fanna, Briegel, Volpati, Sacchetti, Bruni, Donà Attaccanti: Elkjaer, Galderisi, Turchetta Allenatore: Osvaldo Bagnoli foto: New Art Photo
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ri negli stadi: oltre 38mila. Ma è il numero di fuoriclasse pre-
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senti nelle varie squadre italiane a dare ancora più prestigio all’impresa dei ragazzi gialloblu: in estate erano arrivati tra gli altri Maradona, Rummenigge, Junior, Socrates, Souness, Wilkins, Stromberg, che si aggiungevano ai vari Platini, Zico, Cerezo, Boniek, Passarella, Falcao, Diaz e Brady. La serie A poteva a ragione fregiarsi del titolo di campionato più bello del mondo. Le stagioni successive certificano l’importanza del Verona nel panorama calcistico italiano. Nel campionato 1985-86 il Verona chiuderà al decimo posto ma farà un’ottima figura in Coppa dei Campioni, eliminato agli ottavi di finale in un discusso scontro fratricida con la Juventus campione in carica. Nel 1987 l’Hellas chiuderà ancora una volta quarto timbrando il biglietto di qualificazione per la successiva Coppa
Uefa, in cui verrà eliminato solo ai quarti di finale dal Werder Brema. Con la fine degli anni ’80 si chiude però l’epoca d’oro dell’Hellas Verona: il campionato 1989-90 è l’ultimo guidato da Bagnoli e, a fine stagione, si concluderà con l’amara retrocessione della squadra in serie B.
A livello societario poi le cose non vanno meglio: nel febbraio 1991, oberata dai debiti e sotto la gestione della fantomatica finanziaria milanese Invest e del commerciante armeno Emil Mirzakhanian, la società fallisce e a fine stagione l’asta assegna il titolo sportivo alla famiglia Mazzi, con il nuovo nome di Verona F.C.
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He llas Ver o na 110 a n ni d i s tor ia 18 maggio 2013: dopo 11 anni il Verona torna in Serie A
In piedi da sinistra: Hallfredsson, Maietta, Rafael, Sgrigna, Cacciatore, Moras 8
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In ginocchio da sinistra: Cacia, Laner, Jorginho, Agostini, Gomez
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Il crollo e la rinascita
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li anni ’90 sono contraddistinti da un continuo saliscendi tra la serie A e la serie B: il Verona purtroppo non è più lo squadrone del decennio precedente. Nel 1991 il Verona di Fascetti è promosso al primo tentativo nella massima divisione, salvo poi retrocedere al termine della sfortunata stagione successiva. Emblematica la figura dell’attaccante rumeno Florin Raducioiu e la quantità di gol incredibilmente sbagliati sotto porta. Dal 1992 al 1995 il Verona vivacchia nei campionati di serie B. In panchina si alternano Edy Reja e Bortolo Mutti e nella rosa si avvicenderanno giocatori destinati a un futuro radioso lontano dal Bentegodi, quali Pippo Inzaghi, Gianluca Pessotto e Damiano Tommasi. Durante la stagione 1994-95 si disputa per la prima volta il derby col Chievo: 1-1 all’andata e vittoria per 3-1 dei clivensi nel match di ritorno. Il campionato 1995-96 con Perotti alla guida tecnica segna il ritorno della squadra nella massima divisione, ma nel campionato successivo i
ragazzi di Cagni disputeranno una stagione anonima e torneranno tra i cadetti. Nel febbraio 1998 la famiglia Mazzi cede il Verona all’imprenditore vicentino Giambattista Pastorello, manager protagonista dell’ascesa europea del Parma dei Tanzi: gli 8 anni della sua gestione saranno i più contestati della storia del Verona. L’inizio tuttavia è positivo: nel campionato 1998-99 la squadra è affidata a un giovane allenatore emergente che a Verona dimostrerà per la pri-
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ma volta tutto il suo valore: Claudio Cesare Prandelli. La sua sapiente guida conduce il Verona a due stagioni trionfali. Nel 1999 i gialloblu vincono il campionato di B e nella stagione successiva, dopo un inizio difficile, chiudono il campionato al nono posto. La sua mancata riconferma a fine stagione incrinerà in maniera definitiva il rapporto tra Pastorello e i tifosi della Curva Sud. Nel campionato successivo torna Perotti: la squadra disputa un campionato anonimo, ma si salva nell’incredibile spareggio salvezza di Reggio Calabria. Hombre del partido
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21 giugno 2007: dopo 64 anni è retrocessione in Serie C
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He llas Ver o na Michele Cossato, che a 5 minuti dalla fine segna il gol decisivo e spedisce i calabresi in serie B. Il campionato 2001-02 è il campionato dell’avvicendamento cittadino (almeno a livello sportivo) col Chievo dei miracoli neopromosso. Eppure fino a febbraio il Verona aveva disputato una stagione esaltante a ridosso della zona Uefa, condita dalla spettacolare vittoria in rimonta nel derby di novembre coi “mussi” col gol del 3-2 del futuro campione del mondo Mauro German Camoranesi. Di lì si consuma un’autentica tragedia sportiva: i ragazzi di Malesani, che annoveravano tra le loro fila calciatori del calibro di Oddo, Mutu e Gilardino retrocedono nell’ultima giornata al Garilli di Piacenza e salutano per 11 anni la serie A. Da quel momento sarà una discesa costante, tra cocenti sconfitte (6-0 ad Avellino nel 2004) e illusioni di gloria (promozione sfiorata nel 2005 con Ficcadenti in panchina). Stagione 2006-07: a settembre, dopo aver condotto un mercato estivo “al risparmio”, Pastorello cede la società al conte Piero Arvedi d’Emilei. Il girone d’andata è disastroso, ma nel ritorno la formazione profondamente rivista e af-
18 novembre 2001: Il primo derby in Serie A
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In un Bentegodi gremito si celebra la prima stracittadina scaligera nella massima divisione: la spunta il Verona per 3-2 al termine di un’incredibile quanto esaltante rimonta. Avanti per 2-0 (Eriberto, Corini) il Chievo si fa raggiungere e superare dalle reti di Oddo, Lanna (aut.) e Camoranesi. fidata al tecnico Giampiero Ventura sfiora, ma non centra l’impresa: dopo 64 anni è di nuovo serie C. Il campionato successivo è il peggiore di sempre della gloriosa storia gialloblu: partito tra i favori del pronostico, il Verona chiude all’ultimo posto a pari punti col Manfredonia e si salva dalla retrocessione in Seconda Divisione nel famoso spareggio di Busto Arsizio (1-1 con gol dell’uzbeko Zeytulaev). Solo la passione dei tifosi non viene meno e il numero di abbonati sfiora le 10mila unità. Il 2008-09 è un campionato di transizione: la squadra è imbottita di giovani che non
Lega Pro durato 4 anni, definitivamente alle spalle. Nel campionato successivo la squadra non paga il salto di categoria, anzi colleziona numerosi record tra cui il numero di vittorie consecutive in serie B (8) e il numero di vittorie consecutive in casa (12), e fallirà la promozione solo ai playoff. Ma l’appuntamento con la serie A è rinviato solo di un anno. A livello societario Giovanni Martinelli cede l’80% del pacchetto azionario all’imprenditore modenese Maurizio Setti (che in seguito rileverà anche il restante 20%), che riordina e struttura in maniera profonda l’organizzazione societaria.
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sfigurano. Una tragedia segnerà però la svolta: vittima di un incidente stradale muore nel marzo 2009 il conte Arvedi e la squadra passa all’imprenditore gardesano Giovanni Martinelli. La squadra fallisce incredibilmente la promozione nel 2010, ma la centra la stagione successiva, a seguito dell’avvicendamento alla guida tecnica tra Giannini e Mandorlini. Il tecnico ravennate imprime il suo carattere sanguigno alla squadra, che in casa diventerà un rullo compressore: il ritorno in serie B si concretizza il 19 giugno 2011 nell’inferno dell’Arechi di Salerno. Un’intera città è in festa, l’incubo della
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La cavalcata
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l Verona si presenta al raduno con i favori del pronostico: l’ossatura della squadra rimane la stessa con Rafael in porta, Maietta a comandare la difesa, Jorginho e Hallfredsson in mediana e Gomez davanti. Per il resto la rosa viene profondamente ritoccata dal nuovo d.s. Sogliano, chiamato dal presidente Setti a sostituire il partente Gibellini, in aperto contrasto col tecnico Mandorlini. Arrivano giocatori esperti quali il greco Moras e Cacciatore in difesa, Bacinovic dal Palermo (con l’obiettivo di sostituire la sorpresa della passata stagione Tachtsidis), Laner e l’estroso Martinho a centrocampo, mentre in attacco i due colpi di mercato vengono acquistati proprio in chiusura di calciomercato: Cacia, l’anno scorso al Padova, e l’eterna promessa Bojinov, quest’ultimo fortemente voluto dal presidente Setti. Il Verona comincia il campionato con le marce basse: due pareggi per 1-1 nelle prime due giornate contro Modena e Spezia precedono le vittorie con la Reggina (2-0) e so-
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prattutto contro il Vicenza in trasferta per 3-2, con le prime due reti stagionali di bomber Cacia realizzate proprio nel derby. La stagione dell’Hellas è contraddistinta da una notevole costanza di rendimento costituita da tante vittorie, diversi pareggi e pochissime sconfitte, seppure il gioco sia solo a tratti quello esaltante della stagione precedente: la prima sconfitta arriva solo all’ottava giornata a Padova nei minuti di recupero, ma seguono poi
due grandi vittorie, a Varese per 3-0 con tripletta di Cacia e a Livorno per 2-0 con reti di Cacia e Martinho. La partita di Livorno porterà con sè pesanti strascichi: il tecnico Mandorlini verrà squalificato per 7 turni dopo un’intervista del prepartita in cui si era dichiarato nemico del pubblico livornese. Alcuni tifosi gialloblu al seguito della squadra a Livorno intonano invece dei cori infamanti nei confronti dello sfortunato Piermario Morosi-
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ni, centrocampista amaranto scomparso prematuramente nei mesi precedenti. Si scatena una bufera mediatica nei confronti dei tifosi del Verona, con la società che prende le distanze e attiva una serie di iniziative con finalità di sensibilizzazione. In campionato si instaura una “dittatura” a tre di Sassuolo, Livorno e Verona, con gli emiliani a farla da padrone, toscani e veneti a inseguire e tutte le altre pesantemente staccate. Il Verona vince alla tredicesima
He llas Ver o na e Sgrigna dal Torino e Nielsen dal Pescara. Nella prima parte del girone di ritorno la squadra fatica a fare il definitivo salto di qualità, ma la contemporanea flessione del Livorno e delle inseguitrici mantiene il Verona a ridosso di quel secondo posto che varrebbe la promozione diretta senza passare dai playoff. Solo il Sassuolo là davanti tiene un passo che sembra essere insostenibile per tutte le altre. Ma dopo la sconfitta interna col Padova del nemico Cutolo (0-2) alla ventinovesima giornata, il Verona non perde più, bomber Cacia è un cecchino infallibile e diventa il più prolifico marcatore in una singola stagione della storia del Verona (24 gol), vincendo pure la classifica marcatori. Il resto è storia recente: alla
Classifica finale Serie Bwin 2012-13 Sassuolo
85
Crotone
53
Hellas Verona
82
Spezia
51
Livorno
80
Cesena
50
Empoli
73
Cittadella
50
Novara
64
Juve Stabia
50
Brescia
62
Reggina
49
Varese
60
Lanciano
48
Modena
55
Vicenza
42
Ternana
53
Ascoli
41
Bari
53
Pro Vercelli
33
Padova
53
Grosseto
28
penultima giornata il Sassuolo guida a 82, il Verona segue a 81 e il Livorno è terzo a quota 80. Un pareggio con l’Empoli significa serie A. E il pareggio puntualmente arriva al ter-
mine di un comodo 0-0 che accontenta tutti: i 25mila del Bentegodi possono finalmente esultare. Dopo 11 anni di inferno si torna nel calcio che conta. foto: New Art Photo
lo scontro diretto col Sassuolo (1-0 Gomez) e chiude il girone d’andata al terzo posto a quota 40 punti, in ritardo di 6 punti sul duo di testa ma con un rassicurante vantaggio sul Varese quarto; una buona (non ottima) posizione per una squadra che avrebbe dovuto ben presto “ammazzare” il campionato e che invece ha inanellato qualche pareggio di troppo. Le critiche a Mandorlini non tardano ad arrivare, e l’allenatore ravennate non sembra più godere di quella fiducia incondizionata di cui aveva beneficiato fino a qualche giornata prima. Il mercato di riparazione segna la cessione senza rimpianti di Bojinov al Vicenza, mai veramente decisivo e di Grossi in attacco; arrivano invece rinforzi di qualità quali Agostini
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Protagonisti e Pagelle Mandorlini: voto 9
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È l’allenatore che ha preso in mano il Verona nei bassifondi della Lega Pro e in meno di tre anni lo ha riportato in serie A: basterebbe questo per erigere un monumento in suo onore nel centro della città. Eppure, nonostante avesse a disposizione una rosa qualitativamente di gran lunga superiore rispetto alle stagioni passate, l’annata appena trascorsa è stata la più impegnativa per il tecnico di Ravenna, anche a causa del tremendo lutto che lo ha colpito nel finale di stagione (morte del fratello, ndr). L’arrivo della nuova dirigenza ha alzato l’asticella delle aspettative: se l’anno scorso il Verona aveva giocato libero da condizionamenti mentali, quest’anno l’obiettivo dichiarato dal primo giorno era solo e soltanto la serie A. E Mandorlini non ha fallito. Molto spesso però il gioco non ha convinto e per tutto l’anno si sono susseguite diverse polemiche a partire dal modulo utilizzato (4-3-3 tanto caro al mister o 4-4-2?), alla mancanza di feeling col d.s. Sogliano e alle numerose giornate di squalifica subite spesso con
troppa leggerezza. Nei momenti decisivi però la squadra non ha mai tradito, ha concluso il campionato con una condizione atletica invidiabile e ha centrato l’agognato obiettivo promozione. Nota di merito l’esplosione di bomber Cacia, che in carriera non aveva mai segnato con la continuità e i numeri di questa stagione: l’attaccante è stato gestito nella migliore maniera possibile, responsabilizzato al punto giusto e fatto riposare nei pochi momenti di lieve flessione.
La squadra: voto 8,5
Il Verona 2012-13 ha vinto il campionato da grande squadra: migliore difesa e quinto migliore attacco sono numeri che difficilmente tradiscono. La difesa è stata un assoluto baluardo: Rafael in porta (voto 8,5) è ormai pronto per la serie A, i centrali Maietta (8,5) e Moras (7,5) raramente hanno concesso sbavature, Cacciatore (7,5) e l’innesto di gennaio Agostini (8) hanno garantito spinta e copertura sulle fasce. Il centrocampo ha risentito della partenza di Tachtsidis e di un Hallfredsson (7,5) che, limitato da alcuni infortuni, non è stato devastante come lo scorso campionato. Bacinovic (6-) inoltre non ha offerto il contributo sperato. Jorginho (8,5) però è ormai pronto per una big, Laner (7,5) ha “spaccato tanta legna” e Martinho (8,5) è stato l’incubo di tutte le difese avversarie. In attacco Cacia (9) è stato splendido protagonista: capocannoniere del campionato con 24 gol ha polverizzato i precedenti record di realizzazione per un attaccante gialloblu. Gomez (7,5) ha offerto un prezioso contributo andando
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in doppia cifra, Sgrigna (7,5) ha portato qualità nella seconda metà di campionato, mentre la sospensione della squalifica di Ferrari (7,5) ha restituito alla squadra un attaccante in grado di fare salire la squadra come pochi nella serie cadetta.
La società: voto 9,5
Un po’ di scetticismo aveva accompagnato l’acquisizione della società da parte di Maurizio Setti (voto 10), che alla fine dello scorso campionato aveva acquisito il pacchetto di maggioranza da un Giovanni Martinelli (10) fisicamente provato e a cui l’imprenditoria veronese non aveva fornito il
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supporto richiesto. Lo scetticismo per la verità era maggiormente legato al fatto che la piazza negli ultimi anni ne ha viste troppe, piuttosto che ad una specifica diffidenza nei confronti dell’uomo Setti, verso cui Martinelli per altro ha sempre garantito. E Setti ha puntualmente dato al Verona quell’organizzazione societaria che da troppo tempo mancava. Ha affidato il ruolo di direttore sportivo a Sean Sogliano (9) il quale, forte delle risorse economiche messe a disposizione dalla società, ha allestito una rosa di ottimi giocatori, non esitando ad apportare le dovute correzioni nel mercato di gennaio. Ha inoltre protetto la squadra e l’allenatore nei pochi, a dire il vero, momenti di difficoltà. Nella partita vinta col Brescia (4-2) ha inoltre guidato con successo la squadra dalla panchina in seguito alle espulsioni di Mandorlini e del suo vice Bordin. Setti ha affidato infine la direzione generale a Giovanni Gardini (9) e il ruolo di segretario generale a Massimiliano Dibrogni, ed entrambi hanno curato in maniera eccellente i rapporti di un Verona oggi maggiormente tutelato dal palazzo.
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