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Anno 8, Numero 1
Febbraio 2015
Pantheon www.giornalepantheon.it
il magazine di Verona
2015: l’anno del grande Evento Internazionale
-70 giorni ad expo sostenibilitA’
RETI D’IMPRESA speciale
GIOVANI
Un progetto Europeo per le ciclabili nelle valli
Un cartoon per favorire l’unione tra le aziende
Due ragazzi veronesi per il Made in Italy di Google
Una rubrica dedicata ai 100 anni della Grande Guerra
EDI TOR IALE di Matteo
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Scolari
ppassionato di calcio quale sono, non ho potuto fare a meno di notare e applaudire una delle ennesime prodezze balistiche e atletiche del calciatore della nazionale svedese e del Paris St. Germain, Zlatan Ibrahimovic. Il poderoso attaccante, noto anche al grande pubblico di calciofili italiani per aver vestito in tempi recenti le maglie di Juventus, Inter e Milan, lo scorso 14 febbraio ha sbloccato il risultato in una partita del campionato francese contro la squadra del Caen con una splendida spaccata volante al 2’ minuto di gioco. Direte voi, e questo cosa c’entra? Perché dovrebbe interessarci? Dopo aver realizzato uno dei più bei gol di questo 2015, il numero 10 del PSG si è tolto la maglia mostrando al pubblico presente allo stadio, e a milioni di telespettatori collegati da casa, il torso
Expo sarà l’occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo. nudo e la schiena completamente tatuati con decine di nomi propri di persona. In molti, anche tra i giornalisti e tra gli addetti ai lavori, pensavano che si trattasse dell’ennesima voglia di esibizionismo al quale “Ibra” ci ha abituati, in realtà quei nomi non sono né di amici né di familiari, bensì di sconosciuti che rappresentano gli oltre 800 milioni di esseri umani, per lo più bambini, che soffrono la fame nel mondo. Uomini, donne, ragazzi e ragazze che vivono in uno stato di forte denutrizione a causa di povertà, guerre e carestie. Un gesto, quello del fuoriclasse svedese, che evidentemente va oltre uno stadio di calcio e arriva a toccare la sensibilità di un pubblico planetario. Un gesto, ne siamo sicuri, che nella sostanza applaudirebbe anche Papa Francesco, il quale, nel recente videomessaggio inviato in occasione dell’evento “Le Idee di Expo 2015 - Verso la Carta di Milano” (7 febbraio alla Bicocca di Milano, ndr), ha parlato proprio inequità sociali, cause di fame e carestia e radici di ogni male. «Oggi, nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come “paradosso dell’abbondanza”» ha affermato Francesco «c’è cibo per tut-
ti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso!». Ed è proprio questa la grande sfida che sarà lanciata il prossimo 1 maggio con l’apertura di Expo 2015. La grande Esposizione Universale che ha come titolo “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” sarà l’occasione per riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo. Se da una parte, come dicevamo, c’è ancora chi soffre la fame, dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta e troppo cibo. A tutto questo si aggiungono i circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate o buttate. Per questo motivo, come in parte accennato anche dal Santo Padre nel suo discorso, servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, un rinnovato equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse.
Chi mangia dimentica la fame altrui. Franz Fischer
• INFANZIA 0-14 • INTOLLERANZE ALIMENTARI
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n P antheo il magazine di Verona Registrazione Tribunale di Verona n.1792 del 5/4/2008 Numero chiuso in redazione il 13/02/2014
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PRIMO PIANO Fame di EXPO
Un’analisi dei flussi turistici che arriveranno anche a Verona per EXPO.
VERONA SOSTENIBILE/1 Il rilancio delle due ruote Un progetto europeo porta ciclabili in tutte le vallate pedemontane.
VERONA SOSTENIBILE/2 Vite in sella
Le scelte di vita in bicicletta di Fernando Da Re e Giorgio Murari.
VERONA SOSTENIBILE/3 Dal centro della terra...
Esiste la possibilità di sfruttare la geotermia domestica anche a Verona?
IMPRESA
Un cartoon e le reti d’impresa Partito da Verona un interessante progetto per rilanciare l’economia.
GIOVANI
Adolescenti: istruzioni per l’uso Interessante incontro con il Prof. Bezzetto, sulla relazione con i figli.
SOMMARIO 28 34 36 38
SPECIALE GRANDE GUERRA Malga Pidocchio
Le trincee della zona sopra Erbezzo recuperate da dei volontari.
STORIA
La vita del Colonnello Fincato Ucciso a Verona e gettato in Adige. La vera storia di Giovanni Fincato.
TESORI DIMENTICATI Villa Wallner Alla scoperta della bellissima villa montoriese, attraverso i proprietari.
VITA DI MONTAGNA
Contrade a misura di visitatore Aprire alcune contrade storiche della Lessinia a progetti di turismo.
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Google punta sul Made in Italy Un progetto della Camera di Commercio ha premiato due veronesi.
HI TECH
Fenomeno Big Data Gestire, tracciare e controllare grandi quantità di dati sui computer.
FASHION E SOCIALE Voilà... web per tutti
Unire make-up con la lingua dei segni? Ci pensa Clio Make Up.
ARTE Roberto Bertani Abbiamo incontrato l’eclettico artista veronese nel suo atelier di S. Martino.
MONDO IN ROSA
LETTERATURA E MOTORI
che colpisce moltissime donne.
“Temerari”, il nuovo libro di Danilo Castellarin con i piloti del Novecento.
40 Una malattia pressoché sconosciuta 54 Endometriosi
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GIOVANI/2
Piloti che gente
GIOVANI/1
Progetto #Artigianalmente Al via l’iniziativa di Innoval Younf per formare artigiani 2.0
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Redazione e Collaboratori Direttore responsabile: Matteo Scolari Capo redattore: Matteo Bellamoli Redazione: Matteo Scolari, Matteo Bellamoli, Moira Falzi, Fabio Dai Prè, Flavio Brutti. Hanno collaborato al numero di febbraio 2015: Adconsum Verona, Marta Bicego, Giorgia Castagna, Michele Cavejari, Francesca Mauli, Giovanni Melotti, Marco Nicolis, Emanuele Pezzo, Camilla Pisani, Erika Prandi, Miryam Scandola, Nicole Scevaroli, Alessandra Scolari, Ingrid Sommacampagna, Giovanna Tondini, Francesco Turlon, Giulia Zampieri, Mattia Zuanni. Copertina: Flavio Brutti Progetto grafico: Flavio Brutti, Matteo Bellamoli Società editrice: InfoVal S.r.l. Redazione: Via Torricelli, 37 (ZAI-Verona) - P.Iva: 03755460239 - tel. 045.8650746 - fax. 045.8492248 mail: redazione@giornalepantheon.it - web: www.giornalepantheon.it - Facebook/Pantheon - Twitter: @pantheonvr Sviluppo commerciale e pubblicità: Moira Falzi 340.8775197 - Fabio Dai Prè 340.0735137 Contributi per Pantheon Magazine: c/c postale 93072262 intestato a: Infoval srl – Viale del Lavoro 2, 37023 Grezzana (VR)
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LIBRO DEL MESE 60
Brevi da Verona
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PRIMO PIANO -70 giorni all’EXPO
Fame di
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di Matteo Bellamoli
I cantieri procedono senza sosta verso l’apertura dell’esposizione, programmata per l’1 maggio. Cresce l’attesa soprattutto per la consapevolezza che EXPO sarà davvero un’occasione unica: non è una fiera, non è una rassegna, ma un evento mondiale che catalizzerà l’attenzione sull’Italia e sugli italiani.
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ancano meno di tre mesi e molti ancora ignorano non solo che cosa sia, ma anche che vantaggi potrebbe offrire. EXPO Milano 2015 sembrerebbe essere più che altro un gigante buono, creato nel bel mezzo dell’hinterland milanese, a due passi da Rho. Una fiera gigantesca in cui si venderanno cibo e prodotti alimentari per un pubblico sostanzialmente altospendente. Se vi siete ritrovati nella chiave di lettura di queste prime righe, sappiate dunque che dovrete rivedere la vostra idea di EXPO 2015, perché sarà un evento di tutt’altra portata. Siete caduti anche voi nel tranello dello stereotipo. Nella voce di corridoio. Partiamo dall’inizio. EXPO Milano 2015 non sarà, anzitutto, a Rho, ma in un’area espositiva creata appositamente a nord ovest del capoluogo lombardo, vicino all’in-
crocio delle autostrade A8/A9 Como-Varese-Milano con la nostra A4 Torino-Milano-Venezia. Secondo punto, non si tratta di una fiera. Sarà invece un parco tematico con centinaia di attrazioni e migliaia di eventi, gestiti separatamente da oltre 147 Stati che saranno organizzati all’interno dell’area come in una sorta di gigante appartamento italiano. L’amministratore del condominio è il comitato organizzatore di Expo Milano, ma ciascuno Stato potrà “arredare” il proprio spazio a suo piacimento, realizzando un’attrazione quanto più in linea con il tema dell’esposizione: “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”. Se leggete attentamente il titolo, vi renderete conto che pur essendo un tema legato all’alimentazione è interpretabile sotto mille altri punti di vista, e questo significa che le attrazioni dei vari Paesi potranno spaziare intorno a mille attività.
EXPO Milano 2015 è costato circa 3.7 miliardi di Euro. Come sono stati finanziati? - 1.3 miliardi da fondi pubblici; - 1.2 miliardi da: vendita, stimata, di 24 milioni di biglietti (al momento ne sono stati venduti 7 milioni) 400mila Euro di sponsor 200mila Euro tra food&beverage (servizi di ristorazione) e merchandising - 1.2 miliardi di Euro di investimenti complessivi da parte dei vari Paesi ospitati
Un esempio per tutti, decisamente affascinante. La Svizzera sarà uno dei Paesi ospiti. L’attrazione degli elvetici consisterà di quattro torri colme di generi alimentari locali. I visitatori potranno prenderne quante ne vorranno, del tutto gratuitamente. Ovviamente arriverà un momento in cui queste risorse saranno esaurite, ed ecco quindi che tutti i visitatori successivi troveranno il “frigo” vuoto, ma potranno vedere il video di tutti coloro i quali, in precedenza, hanno riempito le proprie borse e i propri zaini con i prodotti offerti. Una metafora dell’ingordigia del mondo occidentale oppure solamente un pretesto per fare riflettere sulla scarsità di risorse? Questa sarà solo una delle 66 attrazioni costruite dai singoli Paesi, mai si era arrivati a questi numeri, basti pensare che a Shangai 2010 erano la metà. Le attrazioni saranno complessivamente 122, gli eventi oltre 4mila. Un’enorme macchina organizzativa. Per consentire, inoltre, la partecipazione anche dei Paesi in via di sviluppo, che non avrebbero le risorse per costruirsi un proprio padiglione, sono stati previsti cluster tematici, ovvero padiglioni tematici suddivisi in riso, cacao, caffè, frutta&legumi, spezie, cereali&tuberi, bio mediterraneo, isole&mare e infine zone aride. All’interno degli stessi saranno ospitati altri 80 Paesi. Per concludere, la Cascina Triulza, dove sarà invece ospitato tutto quello che riguarda la società civile, quindi le associazioni sociali o culturali che avranno a disposizione spazi per musica, approfondimento, discussione, condivisione e molto altro.
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-70 giorni all’EXPO
Da sinistra i rendering dei padiglioni di Germania, Russia e Vietnam.
Altro falso mito, il fatto che EXPO sia rivolto ad un target di visitatori altospendenti. I biglietti si possono acquistare online, sul sito dell'Esposizione, ma possiamo anticipare che anche il team di VeronaExpo sta lavorando per consentire di creare a Verona un punto vendita esclusivo. Il ticket standard costa 32€, ed è possibile acquistarlo a data chiusa, scegliendo quindi il giorno di visita, oppure a data aperta. In questo secondo caso l'accesso sarà consentito dal 2 maggio al 31 ottobre 2015 (escluso quindi il giorno di inaugurazione) ed è consigliato
poi confermare una data fino al giorno prima della visita. Esistono poi biglietti famiglia, gruppi e la possibilità di regalarne ad amici e parenti. Data la vastità di EXPO, è giusto dire che con un solo ingresso sarà pressoché impossibile vedere anche una piccola parte dell'esposizione, dato che è preventivato di fare coda per accedere alle attrazioni. In una giornata di visita è quindi ragionevole pensare che si possano visitare dal 3 al 5% delle attrazioni. L'esposizione resterà comunque attiva per sei mesi, fino al 31 otto-
bre, e poi (come previsto dal contratto delle esposizioni universali) sarà completamente smantellata. Le occasioni di business, che molti si affannano a cercare, saranno soprattutto per tutti gli operatori del turismo (l'indotto in questo campo è calcolabile intorno ai 10milioni di Euro): albergatori, ristoratori, operatori di mobilità e simili, ma ci saranno in realtà anche per tutti i professionisti che sapranno inventarsi iniziative a tema o collegate con EXPO. Come ripetono gli organizzatori: “EXPO è di tutti. EXPO è di chi se lo prende”.
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L'assalto turistico previsto per EXPO
Anche Verona tra le mete più gettonate
Secondo una stima dell'Università Bocconi serviranno 150mila posti letto al giorno, ma la zona di Milano ne copre solo il 60%. Se aggiungiamo che circa 40mila presenze al giorno saranno in zona a prescindere dalla straordinarietà di EXPO, è possibile auspicare che i flussi turistici saranno a dir poco vertiginosi... anche fuori dal capoluogo lombardo.
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e cifre messe sul piatto dall'Università Bocconi, che ha elaborato la ricettività della zona milanese in base all'incoming turistico previsto per EXPO 2015, sono alquanto eloquenti. Serviranno 150mila posti letto al giorno. Peccato che Milano e provincia ne abbiano poco più di 90mila, e che il 40% sarà già occupato da flussi di turisti o visitatori prenotati a prescindere da EXPO. Stando così le cose, e con una stima di 24 milioni di biglietti spalmati sui sei mesi, è facile capire che sarà tutto il nord Italia, e non solo, a poter beneficiare dell'enorme opportunità di EXPO, dato che quotidianamente il deficit di posti letto potrebbe aggirarsi oltre le 95mila unità (vedi tabella in alto a destra). A curare una dettagliata ed esaustiva indagine sui flussi turistici, anche un'azienda veronese, che ha ovviamente tarato la ricerca sulla nostra città. Si tratta di CFO, realtà impegnata dal 1993 nella consulenza finanziaria basata su modelli matematici. Specializzato nell'ottimizzazione dei portafogli, risk management e trading, il team di CFO, guidato da Andrea Giovannetti, ha iniziato nel marzo scorso uno studio approfondito per capire dove e come si muove-
Applicare algoritmi per studiare l’andamento dei flussi turistici legati all’Esposizione Universale. Questo il lavoro realizzato da CFO, che ci ha fornito i dati che potete consultare in queste tabella. La ricerca condotta ha prodotto una lunga serie di risultati, che possono essere consultati integralmente prendendo contatto con l’azienda.
Necessità posti letto quotidiani EXPO Capacità ricettiva Milano e provincia (posti letto) Presenze giornaliere indipendenti da EXPO Posti letto mancanti quotidiani
ranno i turisti da maggio ad ottobre. Per fare questo, hanno individuato 29 aree geografiche e per ciascuna di queste hanno raccolto una lunga serie di dati. «In un primo momento» ha spiegato Giovannetti, «abbiamo raccolto informazioni sia dai servizi di screening turistico delle varie zone, e quindi da Regioni, Comuni e Province, sia da altre fonti statistiche, come l'ISTAT. Abbiamo poi studiato un po' il settore turistico, che non ci apparteneva a
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livello professionale, e quindi abbiamo iniziato ad applicare degli algoritmi per capire dove e come si sposteranno quei turisti che non troveranno posto a Milano». La distanza, in questo caso, è solo una delle variabili da considerare. Potrebbe essere importante anche l'attrattività di una zona rispetto ad un'altra. Roma, ad esempio, secondo CFO si saturerà senz'altro, perché andrà ad accogliere quei visitatori che prenderanno EXPO come pretesto per visitare l'Italia. Saranno infatti tre le macrocategorie di visitatori: i primi arriveranno proprio per l'Esposizione Universale; i secondi coloro che si troveranno in una determinata località a prescindere da EXPO (come i turisti stagionali sul Lago di Garda); per ultimi i turisti che appunto approfitteranno di questa occasione per visitare anche altro. «Prima di tutto va considerato il fatto che le prenotazioni collegate ad EXPO inizieranno solamente alla metà di febbraio» ha proseguito Giovannetti. «Abbiamo analizzato questo andamento prendendo in
7 aprile
3 marzo
3 febbraio
6 gennaio
2 dicembre
14 ottobre
Il grafico mostra la progressione delle prenotazioni (indipendentemente dall’area geografica) all’avvicinarsi di EXPO Milano 2015. Stando alla curva qui rappresentata il boom si vivrà a partire dal mese di marzo.
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Milano + Monza 130.929 93.093 Venezia 56.350 47.680 Lago Brescia 26.399 24.020 Brescia 3.995 3.995 Entroterra Venezia 2.107 2.107 Verona 11.344 11.344 Lago Verona 70.580 70.066 Novara 1.489 1.557 Vicenza 3.152 3.799 Como + Lago 2.630 3.059 Bergamo 2.624 3.359 Abano Terme 7.574 11.457 Torino 12.637 18.298 Genova 6.015 10.303 Pavia 524 886 Lecco 464 835 Padova 3.589 7.772 Parma 1.701 4.243 Mantova 564 1.714 Vercelli 242 760 Bologna 4.778 15.598 Roma 151.231 151.231 Trento 3.085 5.070 Cremona 419 1.381 Piacenza 970 1.673 Reggio Emilia 996 2.800 Modena 1.593 4.604 Lodi 691 2.228 Firenze 42.227 42.227 *i posti letto sono giornalieri. I posti necessari considerano sia i visitatori EXPO che i turisti comunque presenti.
considerazione altri grandi eventi già accaduti, tramite Google Trends, e la curva delle prenotazioni è sempre molto simile. È sbagliato, a nostro avviso, sostenere che non essendoci state prenotazioni evidenti fino ad ora, probabilmente EXPO sarà un fallimento, perché in base alla nostra ricerca possiamo affermare che il grosso delle pre-
notazioni arriverà nelle prossime settimane. Questo significa che da febbraio a inizio aprile moltissime località finiranno per essere completamente sature». A questo punto si scatenerà quella che potremmo definire una caccia al posto letto e si satureranno ben presto anche quelle zone che in un primo momento non sarebbero
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state considerate “calde”. «Prendiamo ad esempio la città di Padova» prosegue Giovannetti, «che in un primo momento potrebbe non avere appeal. Dopo la prima fase di prenotazioni in cui Milano sarà la prima zona a saturarsi, si satureranno anche le zone turistiche, come Venezia. Il turista che aveva intenzione di soggiornare in laguna e di visitare anche l'Esposizione, sceglierà quindi zone che possano essere comode per entrambe le esigenze, come Padova, per esempio». Anche Verona, in questo scenario, beneficerà di questo fenomeno, perché direttamente sull'asse Milano-Venezia. «Senza entrare troppo nel tecnicismo» ha precisato Giovannetti, «nel momento in cui un'area sarà satura di prenotazioni, quelle vicino si satureranno molto più velocemente, perché tutte quelle persone che non avranno trovato posto al primo tentativo avranno ovviamente la frenesia di trovarlo quanto prima». È chiaro a questo punto che in questo scenario le possibilità di business per la nostra zona sono molto elevate. Ad oggi, inizio febbraio, i biglietti venduti per EXPO hanno superato gli 8 milioni, questo vuol dire che con ancora i mesi “caldi” in arrivo, le potenziali visite potrebbero anche superare le aspettative degli organizzatori.
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Il nuovo Parcheggio Centro Sarà punto di snodo anche per i turisti in arrivo da EXPO, dato che qui sono stati realizzati gli stalli per i pullman che saranno obbligati a sostare in quest’area.
Germano Zanella, Presidente Amt
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proposito di flussi turistici a Verona, rivestirà senz’altro un ruolo molto importante il nuovo Parcheggio Centro, all’ex gasometro, inaugurato a settembre dopo la realizzazione a cura di Amt. Oltre ad essere in un’area strategica, fornito di 439 posti auto e 48 stalli per i pullman turistici, il parcheggio diventerà l’area obbligata per la sosta proprio dei bus da turismo. Gli stalli riservati a questi mezzi saliranno a 60, e ovviamente questo significa che una buona parte dei turisti che arriveranno a Verona, anche da EXPO, passeranno proprio da qui. A pochi minuti dal centro storico, che può essere raggiunto a piedi, con il bus navetta, (ogni 10 minuti),
o grazie al servizio di bike sharing, il parcheggio è particolarmente comodo per chi entra in Città dalle zone Est della provincia e per chi è diretto alle importanti aree di servizio limitrofe, come l’Università, la Questura, il Cimitero, gli uffici Agsm. Un servizio importante oltre che un’opera strategica per il sistema viabilistico scaligero, come ha sottolineato Germano Zanella, presidente di Amt, la partecipata del Comune che ha portato a termine la realizzazione del parcheggio e che gestirà per trent’anni la struttura: «le difficoltà tecniche che abbiamo dovuto superare non sono state indifferenti, ma grazie ad un’attenta organizzazione, in un anno e mezzo di lavoro serrato siamo riusciti a sbloccare e consegnare alla Città un’opera da 14 milioni di euro, fondamentale per la futura mobilità cittadina. Grazie alla sua posizione strategica, ai facili collegamenti con il centro, ed alle tariffe popolari praticate, il parcheggio è diventato subito il nuovo punto di riferimento per la sosta di chi deve spostarsi in città». «È stata inoltre riqualificata un’a-
rea degradata della città» ha aggiunto Zanella, «che ritrova una sua nuova funzione e un’identità in armonia con il contesto urbano che la circonda, grazie al largo impiego di materiali locali come la pietra della Lessinia e al recupero e salvaguardia, in accordo con la Sovrintendenza, di alcuni elementi architettonici di archeologia industriale”. Il nuovo parking Centro è costituito da due piani interrati rispettivamente di 217 e 222 posti auto, mentre l’area esterna accoglie gli stalli per i pullman. All’interno, il parcheggio è dotato di un sistema che rileva l’occupazione del singolo posto auto, e pannelli “freccia” che indicano i posti disponibili nella direzione di marcia. Massima attenzione naturalmente è stata riservata alle persone disabili o con ridotta capacità motoria. L’intera struttura è priva di barriere architettoniche, con posti auto riservati, 5 per piano, in vicinanza degli ascensori, e servizi igienici adeguati. Le tariffe: per le auto il prezzo è di € 1,00 per ogni ora di sosta o frazione, € 10,00 la tariffa giornaliera per 24 ore (dopo 10 ore di sosta).
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11 In tre mesi potrò stringere amicizia con molte persone, utilizzare i social media in modo professionale, programmare e gestire eventi su tutto il territorio. Expo 2015, 20 milioni di persone che verranno in Italia da tutto il mondo.
EXPO2015: 20 Milioni di persone da 147 nazioni, ospiti del Paese Italia e delle sue eccellenze
VOLONTARIO per VERONAEXPO 3 mesi di esperienza per aprirti le porte al mondo Cosa significa diventare volontario per VeronaExpo? Diventare un Volontario significa mettere a disposizione 3 mesi del proprio tempo, in una delle 3 sessioni proposte, per fare una grande esperienza, con uno straordinario gruppo di amici, partecipando attivamente all’organizzazione e gestione di eventi nella nostra città in vista della prossima esposizione universale (1 maggio – 31 ottobre 2015). Vantaggi per i volontari? • Accrescere le proprie competenze formative e professionali attraverso la conoscenza e la partecipazione ad eventi di natura culturale ma anche imprenditoriale; • Favorire l’accesso al mondo del lavoro; • Conoscere strumenti social media per comunicare in modo professionale ed innovativo PERIODO:
prima sessione: 1 marzo - 31 maggio 2015 seconda sessione: 1 giugno - 31 agosto terza sessione: 1 settembre - 30 novembre
Si rivolge a Giovani diplomati, laureandi o laureati di età compresa tra i 18 e i 35 anni
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Online il portale dell’ATS VeronaExpo
Dopo mesi di perfezionamento è online il nuovo sito dell’Associazione Temporanea di Scopo VeronaExpo che raccoglierà, oltre ai promotori dell’iniziativa, anche i supporter e tutti coloro che decideranno di aderire alla grande opportunità di EXPO2015 a Verona. Vi spieghiamo come funziona.
In questa pagina alcuni screenshot presi dal sito. In alto la home page con tutti gli elementi in evidenza. Qui a sinistra, la sezione “news” ed “eventi”.
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a qualche settimana è online il nuovo sito web www.veronaexpo.com, il portale ufficiale dell’Associazione Temporanea di scopo VeronaExpo. Dopo una complessa fase di studio che ha coinvolto tutto il team di VeronaExpo assieme ai professionisti di iCrew, il sito è stato caricato online ed è ora utilizzabile liberamente. Progettato per essere facilmente accessibile e per garantire ai suoi visitatori un aggiornamento costante e continuo su tutte le attività di ATS VeronaExpo, racchiude gli eventi, le news, le iniziative in città e in pro-
In questa sezione tutte le aziende sono inserite sia sulla mappa che con la descrizione specifica delle attività. In basso le copertine delle varie sezioni dell’area “territorio” accessibile sia dalla home page che dal menu relativo.
vincia. Le sezioni principali di “Territorio”, “News”, “Eventi” e “Aziende”, riportate in Homepage, rendono la navigazione più semplice, intuitiva e immediata, facilitando l’interazione con il portale stesso. Scorrendo la pagina verso il basso, l’utente ha la possibilità di leggere le anteprime delle news riguardanti l’attività dell’Associazione e le tematiche dell’Expo 2015 legate al settore dell’alimentazione, del turismo, della salute, dell’energia e dell’ambiente. Di fianco alle anteprime delle news, vengono elencati anche gli eventi patrocinati e promossi da VeronaExpo, visualizzati in ordine cronologico. Grazie a questa indicizzazione anche ad un primo accesso sarà immediata l’individuazione degli eventi più prossimi. Nel piede della Homepage, sono esposti i loghi dei Soci e degli Enti che hanno aderito o concesso il loro patrocinio al progetto dell’ATS VeronaExpo. Ma veniamo al menu
in alto: qui sono inserite tutte le funzionalità del portale, suddivise in sei sezioni differenti. Tramite il sottomenu “VERONAEXPO”, l’utente può conoscere tutto quanto serva sapere sull’ATS VeronaExpo e quali siano gli obiettivi che si prefigge di raggiungere. Il sottomenu denominato “IL TERRITORIO” contiene invece delle brevi descrizioni riguardanti, appunto, il territorio veronese, e all’interno di questa sezione troverete una ripartizione per ciascuna delle aree della provincia di Verona, dalla città al lago, dalla montagna alla pianura fino alle colline pedemontane. Anche in questo menu principale sono linkate sia la sezione “NEWS” che la sezione “EVENTI” che anticipano quella dei “CONTATTI” e l’importante sezione “AZIENDE”in cui sono presenti tutte le aziende che hanno deciso di diventare protagoniste del territorio veronese entrando a far parte del sistema di ATS VeronaExpo. Cliccando su “Inserisci la tua Azienda”, si viene indirizzati ad una pagina nella quale le imprese e attività commerciali veronesi potranno compilare i campi del form per mettersi in contatto con ATS VeronaExpo, al fine di inserire il proprio profilo e scegliere la migliore soluzione per le loro necessità. Per chiudere, due parole sul modulo presente sul fondo di ogni pagina. Grazie a questa sezione, l’utente ha la possibilità di usufruire di collegamenti rapidi alle sezioni di maggior interesse, dalle news agli eventi, dai contatti ai link ai social network, fino alla possibilità di consultare le F.A.Q.
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VERONA SOSTENIBILE Unire le vallate veronesi in bicicletta
Il rilancio dei territori
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di Emanuele Pezzo
periurbani parte dalle due ruote I comuni di Verona, Negrar, Grezzana e Roverè Veronese hanno presentato il progetto al bando europeo. Dopo la prima serie di incontri, promossi dal progetto europeo Rurbance, è stato individuato il punto di partenza per una gestione condivisa del territorio tra il comune cittadino e quelli delle valli prealpine: un sistema di itinerari ciclopedonali per aumentare la viabilità sostenibile ed il turismo.
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roppo spesso accade che le politiche di gestione del territorio si barrichino entro i propri confini, con evidenti squilibri riscontrabili nelle aree adiacenti: questo è palese soprattutto sull’arco alpino nel quale, a distanza di pochi chilometri, si può passare da un frenetico contesto urbano ad una placida zona rurale, se non addirittura collinare o
Qui a destra la mappa del territorio di Negrar dove sarà progettata la ciclabile della Valpolicella. Sopra il progetto della ciclabile della Valpantena con indicazione delle aree di interesse lungo il tragitto progettato.
montana. Nella provincia veronese è stata inserita una delle aree pilota del progetto Rurbance (Rural Urban Governance), che proprio nell’ultimo periodo comincia a mostrare i primi risultati. Rurbance, di cui ci siamo occupati anche negli scorsi mesi, è co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, tramite il Programma di Cooperazione Territoriale Spazio Alpino 20072013, e mira a creare politiche condivise ed una visione comune nella gestione del territorio: la dinamicità della città non è contrapposta alle zone agricole e, anzi, dalla loro cooperazione può sorgere una
sinergia fruttuosa per uno sviluppo sostenibile. L’obiettivo è di creare un processo condiviso di buona governance, mediante la decisione e la definizione comune degli strumenti di pianificazione, nonché una correzione nell’orientamento di piani, programmi e progetti per lo sviluppo locale. Gli incontri promossi da Rurbance nella zona di “Verona e le Valli Prealpine”, a cui hanno preso parte amministratori, agricoltori, liberi cittadini ed associazioni, ha dato un primo frutto. Al termine del primo ciclo di sedute, svoltosi tra marzo e maggio 2014 nei comuni dell’area pilota (Verona, Negrar, Grezzana, Roverè Veronese), è stata individuata come idea di partenza la creazione di un sistema di itinerari ciclopedonali, che vuole collegare il centro di Verona con la Valpolicella, la Valpantena e la Val Squaranto ed è stato già applaudito anche da FIAB Verona (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), in quanto utile al cittadino per gli spostamenti giornalieri, ma anche al turista che così può scoprire i paesaggi della provincia scaligera. Il progetto, elaborato dai comuni sopra citati e dalla Sezione Urbanistica della Regione Veneto, con il coordinamento dell’architetto Franco Alberti ed il lavoro di Luca Lodatti, Vito Garramone e dello stesso Alberti, lo scorso dicembre è stato presentato ad un bando sostenuto dal Fondo Europeo di Co-
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Unire le vallate veronesi in bicicletta
esione per il finanziamento di ciclopiste. Entro marzo 2015 verranno resi noti i risultati. In caso di esito positivo, i comuni avranno tempo sino al 30 dicembre 2015 per sviluppare il progetto esecutivo ed appaltare i lavori. L’inizio della realizzazione delle ciclopiste, dunque, sarebbe previsto per il 2016, per un costo previsto di 4.135.000 €, di cui una parte considerevole verrebbe coperta dall’eventuale contributo del Fondo. La lunghezza complessiva degli itinerari è di 91 km, attraverso i quattro comuni che hanno presentato il progetto. Per fare in modo che la ciclopista sia alla portata di tutti gli amici delle due ruote, saranno presenti segmenti di diversa difficoltà. Il percorso passerà dai 130 m di dislivello nel comune di Negrar ai 220 m di Grezzana, mentre nell’area di Roverè Veronese vi sarà il tratto maggiormente impegnativo, con un dislivello complessivo di 800 m. Insomma, una serie di percorsi che possono essere scelti dai ciclisti più accaniti, dalle famiglie, ma an-
che solo da chi sale sul sellino una volta ogni tanto. Tutti gli itinerari sono stati studiati per attraversare il cosiddetto “paesaggio coltivato”, passando accanto a ville d’epoca, cantine ed oleifici d’eccellenza, caratteristiche distintive della provincia veronese. Sui due pedali, dunque, si potrà arrivare presso Villa Mosconi Bertani (Negrar), Torre del Falasco (Grezzana) e Malga Parparo di Sopra (Roverè), oltre a tanti altri siti di importanza storica e culturale. L’eventuale realizzazione dell’opera non esaurirebbe il lavoro di Rurbance nell’area scaligera. Partirà a breve, infatti, un nuovo ciclo di incontri (il primo il 20 febbraio a Grezzana), allo scopo di sondare la volontà di creare una rete che unisca enti locali, aziende e associazioni per migliorare la fruibilità, anche turistica, del territorio veronese. Partendo, magari, da un giro in bici.
La presentazione La presentazione di questa prima fase operativa del progetto si terrà venerdì 20 febbraio alle ore 14:30 presso i Frantoi Redoro di Grezzana. VENERDÌ 20 FEBBRAIO - ORE 14.30 - FRANTOI REDORO, GREZZANA
UN PATTO PER IL TURISMO RURALE UN COLLEGAMENTO FRA VERONA E LE VALLI VERONESI
Per un territorio agricolo vicino a un grande centro urbano, il turismo rurale può essere una opportunità. Una rete che unisca aziende agricole, enti pubblici e associazioni può promuoverlo, consentendo l’accesso al sostegno del nuovo Programma di Sviluppo Rurale. Partecipano: - Mauro Fiorentini Sindaco di Grezzana
- Roberto Grison Sindaco di Negrar
- Fabio Erbisti
Sindaco di Roverè Veronese
- Ansel Davoli
Consigliere Com. di Verona
- Riccardo De Gobbi
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BERTAGNOLI ISIDORO
VERONA SOSTENIBILE Sposare la bici come stile di vita
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Da Re, in bicicletta
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di Emanuele Pezzo
per ammirare le cime del Caucaso
Il prossimo marzo a Verona verrà presentato “Georgia e Svaneti, gamarjoba”, secondo libro dell’autore veronese. Dopo un viaggio in Armenia ed il primo libro pubblicato, oramai esaurito, il ciclista e scrittore veronese ci riprova con le memorie di un’altra avventura memorabile, sulle strade malandate della Georgia.
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a vita può prendere vie inaspettate, anche quando si procede in sella ad una bici. Lo sa bene Fernando Da Re, appassionato di viaggi sui pedali, fotografia e, recentemente, di scrittura. Fino al 2013 Da Re era un semplice cicloturista, che ogni tanto pedalava sulle piste ben mantenute di Austria, Germania, Olanda e dei paesi nordici. Riversava i propri pensieri e le citazioni preferite su due siti da lui aperti quasi vent’anni fa, www. ciaobici.it e www.aforismidiviaggio. it, sorta di blog nati quando ancora non venivano definiti così. Poi il consiglio di un amico lo indirizzò fuori dalle solite rotte, verso i confini con l’Asia. Un viaggio in Armenia ha coinvolto a tal punto Da Re non solo da convincerlo a pubblicare le sue memorie, nel libro d’esordio “Con l’Armenia nel cuore”. Lo ha addirittura spinto a ripetere l’esperienza, stavolta sulle vie della vicina Georgia, viaggio dal quale sta scaturendo la sua seconda fatica letteraria, “Georgia e Svaneti, gamarjoba” (DamolGraf Editore). “Gamarjoba” significa “ben arrivato” ed è un saluto frequente degli abitanti georgiani. Una popolazione che Da Re definisce come mite ed accogliente, anche dietro sguardi che inizialmente potrebbero apparire duri. L’obiettivo dello scrittore veronese, accompagnato da Enzo Pellegrini, Dino Peronato ed Ubaldo Bagnaresi, era di lasciarsi guidare dalla strada e dalle persone, cercando di raggiungere lo Svaneti. Si tratta di una regione a sud del Cau-
caso, definita dagli abitanti “la più bella e la meno visitata”: è un’area chiusa, quasi fortificata dagli elementi naturali, utilizzata in passato dalla popolazione georgiana che vi portava i tesori d’arte quando la regione veniva invasa. Nessun piano di viaggio: tragitti decisi di giorno in giorno, orientati dalla voglia di rapporti umani e dalle informazioni colte dagli abitanti locali. Le strade georgiane, spesso malandate, hanno condotto i quattro ciclisti in un’avventurosa marcia attraverso luoghi quasi incontaminati, sepolti dalla neve per nove mesi all’anno, al fianco di torri di sorveglianza di epoche ormai perdute. Un peregrinare che Da Re ha voluto descrivere nel libro che presenterà, alle ore 21 del prossimo 6 marzo, alla sala “Erminio Lucchi”, in zona Stadio a Verona. Ben lontano da rotte ormai abusa-
La copertina di “Armenia nel Cuore” qui a sinistra. Nelle altre foto nell’immagine in alto Fernando Da Re in uno dei suoi viaggi.
te, Fernando ha immagazzinato ricordi e visioni fino al raggiungimento di Usghuli, villaggio a 2300 metri di altitudine, dal quale si ammira un panorama mozzafiato: tutti i “cinquemila” della catena caucasica, innevati anche a giugno, aldilà dei quali si trova la Russia. «Un viaggio è una bevanda dalla fonte della vita»: questa citazione di Christian Friedrich Hebbel, presente sul sito di Da Re, è il sunto di quanto il ciclista-scrittore veronese cerchi ogni volta che si mette sul sellino. E che, probabilmente, ha trovato anche nell’ultimo viaggio.
Murari: “Sui pedali per crescere come persona”
Non è un atleta, ma un poeta dell’estremo. Giorgio Murari, conosciuto come Musseu, lo scorso anno ha coronato il suo sogno: attraversare l’America coast to coast, oltre 7.000 km con 70mila metri di dislivello. Lo abbiamo incontrato. di Matteo Bellamoli
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a bicicletta è entrata nella sua vita quasi per caso, a 29 anni, quando un infortunio calcistico lo costrinse a fare della riabilitazione sui pedali. Fu in quel momento che scattò la scintilla. “Musseu” come è conosciuto nell’ambiente, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Con lui, da sempre, Paolo, Fabrizio, Luca e Pasquale, titolari del negozio Traguardo Volante specializzato in abbigliamento e attrezzature per lo sport sui pedali. La scorsa estate ha coronato il suo sogno, partecipare alla “Trans America” in bicicletta, una maratona epica di 7200km con 70mila metri di dislivello.
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Sposare la bici come stile di vita
Qualcosa di impressionante. «Si tratta di una gara di ultracycling senza team» spiega Murari, «ovvero in solitaria, senza nessuno che ti segue, in cui vince il primo che arriva dall’altra parte. Non ci sono orari, non ci sono limiti, puoi pedalare quanto e quando vuoi». Le medie sono impressionanti. «Abbiamo pedalato per 21 giorni, dormendo 3 ore al giorno». Una sfida contro sé stesso, una ricerca del proprio io e del proprio equilibrio psicologico, verso il più profondo senso della vita. Giorgio, come riesce a sopportare questo sforzo? Faccio le cose con entusiasmo e divertimento. Certo, ci vuole una predisposizione fisica, però se non lo vivi in maniera personale, quasi intima, non puoi riuscire. Un’esperienza esaltante che ho voluto raccontare agli altri: ecco perché abbiamo realizzato un video che stiamo ora portando come testimonianza di questa avventura. È stato Campione Italiano Randonneur, quindi hai primeggiato nelle Ultracycling. Cosa la spinge a mi-
gliorarsi in continuazione? È uno stimolo personale. Mi piace essere sempre oltre, guardare al di là del momento. Ho iniziato dalle Granfondo, quando ancora non erano a livello professionistico, quindi le Randonneur, l’Ultracycling e ora l’Ultracycling senza team. La corsa negli USA era il mio sogno, che sono riuscito a coronare. A noi “umani” sembra faticoso solo pensare ad una manifestazione così spossante... È un approccio molto più filosofico. Non devi pensare a niente che al “qui” e “adesso”. Se pensi al traguardo sei finito, ti ammazzi. L’arrivo non esiste. Ho organizzato il viaggio a tappe prima di partire, ma poi quando sei là in un certo senso dimentichi anche questo. Ti godi il viaggio, le sensazioni, le emozioni. Ha visto tanti Paesi sempre “in sella”. Qual è la sensibilità ciclistica fuori dall’Italia? Ho sempre percepito una grande semplicità. La tendenza italiana è la competizione, quando l’amatore esce dal garage la domenica è già
competitivo. In Francia, ma anche in America, l’impressione è che chi pedala lo fa essenzialmente per divertirsi, non per vincere. Quanto è importante per Lei lo sviluppo di piste ciclabili in Italia? Sono fondamentali per un contatto con il territorio. La prima volta che sono riuscito ad arrivare sulla Via Claudia Augusta sono rimasto affascinanto, e ho organizzato la Verona-Resia-Verona. Ha raggiunto il suo sogno. Qual è il suo obiettivo ora? Ho tanti progetti. Vorrei riuscire a creare un percorso permanente intorno all’Italia. Vedremo...
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AMBIENTE Simposio “Società Sostenibile” 2.0
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Per un mondo più pulito Il prossimo 28 febbraio un appuntamento importante a cura dell’Associazione Società Sostenibile. Un parterre di illustri relatori per approfondire il tema ambientale e sociale del mondo moderno. Possiamo fare davvero qualcosa per migliorare la nostra qualità della vita?
di Matteo Bellamoli
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obbiamo sempre più confrontarci con le contraddizioni del mondo moderno. Disponiamo della più evoluta tecnologia, eppure viaggiamo ancora su auto inquinanti. Conosciamo i rischi di un’alimentazione sregolata, eppure continuiamo a soffrire di malattie generate da una scorretta dieta alimentare. Abbiamo risorse per sostenere anche lo sviluppo dei Paesi più poveri, ma insistiamo con investimenti orientati al profitto ad ogni costo sfruttando spesso le risorse di questi Paesi con metodi decisamente non ortodossi. Potremmo continuare. Questa è anche l’idea dell’associazione Società Sostenibile, che il prossimo 28 febbraio al Teatro Stimate di Verona, organizzerà il “Simposio della Società Sostenibile 2.0” in cui 20 prestigiosi relatori, con la partecipazione di associazioni e movimenti nazionali e internazionali, cercheranno di dimostrare come, dai gesti quotidiani di ognuno di noi, è possibile evitare la
catastrofe e riprendere il controllo di noi, delle nostre vite e del nostro pianeta. «Per fare in modo che questo avvenga, occorre anzitutto creare un mondo sostenibile» insistono gli organizzatori, «e questo possiamo farlo grazie ad una moltitudine di cittadini operanti in gruppo o come singoli individui che sta mobilitando in ogni campo per portare un cambiamento positivo al mondo». Il “Simposio” del 28 febbraio, sarà un evento no-profit organizzato con l’apporto del Movimento Zeitgeist Italia, che da sempre si batte in prima linea su questi temi e che nel 2011 organizzò il primo simposio. Questo appuntamento, fregiato del titolo di 2.0, propone di continuare in quella direzione dando però maggiore spazio al tema della sostenibilità, grazie ad uno spazio di incontro in cui scrittori, filosofi, artisti, scienziati, economisti potranno incontrarsi per scambiare idee, progetti e sogni. Per maggiori informazioni www. societasostenibile.org
I relatori Nel parterre dei relatori sono stati già resi noti alcuni nomi. Tra questi Alessio Ciacci, attivo dal 1997 nei movimenti per la pace, contro la privatizzazione dei beni comuni e per la tutela dell'ambiente; Jacopo Amistani Guarda, imprenditore veneto che si dedica allo sviluppo di Open Source Ecology e a molte altre iniziative per lo sviluppo di modelli produttivi resilienti (capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici che vi vengono posti davanti. In questo caso in ambito ambientale: inquinamento, esaurimento materie prime ecc).
L’Associazione Società Sostenibile A.So.S, Associazione Società Sostenibile, è un’associazione culturale senza scopo di lucro che agisce sul territorio nazionale. Originata dall’idea di un gruppo di attivisti che organizzarono il primo “Simposio Società Sostenibile”, realizzato a Verona nel novembre 2011 a cura del Movimento Zeitgeist Italia, l’Associazione nasce a Milano nel 2013 con lo scopo di proseguire il lavoro avviato nell’ambito del Simposio stesso. L’Associazione non percepisce contributi pubblici e si regge con il sostegno dei suoi soci.
VERONA SOSTENIBILE Intervista al Geologo Enrico Castellaccio
Energia e calore dal centro della terra
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P antheon
di Giorgia Castagna
Grandi potenzialità sono riservate alla città di Verona e ai più estesi centri abitati della pianura, da Legnago, Bovolone, Villafranca a S. Martino B.A. Ma solo da pochi anni sta prendendo piede l’uso diretto della geotermia al servizio dell’edilizia e dell’industria.
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ai come oggi appare concreta la possibilità di poter sfruttare il semplice calore terrestre a fini termici per assicurarsi riscaldamento e condizionamento. Stiamo parlando della possibilità di utilizzo della geotermia a bassa entalpia, ossia della tecnologia che permette uno scambio di calore con il sottosuolo anche in quelle aree geologicamente dotate di bassa temperatura. Un’opzione molto conveniente per ridurre la dipendenza ener-
Il Dott. Enrico Castellaccio
getica che lega il nostro Paese e tutta l’Unione Europea alla Russia, soprattutto a fronte della forte instabilità dell’Ucraina e il recente accordo tra Russia e Cina sulla fornitura di gas. Ad oggi oltre l’80% dei consumi del Paese è soddisfatto attraverso le importazioni di gas con un doppio risvolto negativo: la dipendenza dall’estero infatti, determina deflussi di capitali per circa 60 miliardi di Euro all’anno penalizzando la bilancia commerciale e compromettendo le possibilità di investimento sul territorio nazionale. Per questi motivi la dipendenza energetica rappresenta un ostacolo per lo sviluppo economico e un rischio per la sicurezza del nostro Paese. La geotermia può costituire una grande opportunità per l’Italia che ha delle condizioni geologiche particolarmente favorevoli per il suo sfruttamento. Ne abbiamo discusso con il geologo Enrico Castellaccio che con noi ha parlato nel dettaglio della situazione che interessa il territorio veronese. Professore cosa intendiamo per
geotermia e quindi per energia utilizzabile? Geotermia significa calore della Terra. Le risorse geotermiche sono generalmente classificate in base alla temperatura dei fluidi: alta temperatura (oltre i 150°C), media temperatura (tra 90°C e 150°C) e bassa temperatura (meno di 90°C). Le risorse ad alta-media temperatura sono solitamente utilizzate per la produzione di energia elettrica ed interessano tutta l’area tirrenica del Mar Mediterraneo. La situazione cambia nell’area adriatica e della Pianura Padana in cui è disponibile una geotermia a bassa entalpia adatta per usi diretti. Si tratta di una risorsa energetica molto importante, presente ovunque e a profondità convenienti, ecocompatibile, sostenibile e molto flessibile poiché può essere integrata con le tradizionali fonti energetiche o con altre rinnovabili. Quali possono essere questi usi diretti? Il riscaldamento di abitazioni, il teleriscaldamento di quartieri, l'utilizzo per processi industriali, serre, acquacoltura, stabilimenti termali, per impianti di climatizzazione al servizio delle case e di industrie, come ad esempio per quelle del vino in Valpolicella. Cosa comporta l’utilizzo di queste energie? Le soluzioni che si basano sulle energie rinnovabili, in particolare quelle geotermiche, sono investimenti che garantiscono negli anni un risparmio fino al 50% rispetto all’utilizzo del metano e un abbattimento delle emissioni di CO2. Il miglior vantaggio si ottiene nell’installare un impianto geotermico
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Intervista al Geologo Enrico Castellaccio
in edifici nuovi sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. Lo sfruttamento della geotermia può rappresentare per l’uomo una fonte energetica a dir poco inesauribile e a bassa emissione di carbonio. Fattori questi che rendono la geotermia in prima linea nell’ambito degli obiettivi ambientali ed energetici imposti i dall’Unione Europea. Si riferisce forse al rapporto Bur-
den Sharing secondo il quale entro il 2020 il nostro Paese dovrà coprire con le fonti energetiche rinnovabili il 20% dei consumi energetici nazionali? Si, esatto. All’Italia è assegnato l’obiettivo del 17%. Ovvero: 17% è la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili che dovrà essere raggiunta in rapporto ai consumi totali di energia. Questo obiettivo nazionale è suddiviso tra le Regioni e il raggiungimento dell’obiettivo nazionale deve quindi passare dagli obiettivi posti ad ogni singola Regione. Tornando a parlare di energia geotermica, qual è la fotografia sul territorio veronese? Nella provincia di Verona esiste un buon potenziale dovuto sia al normale flusso geotermico proveniente dal basamento roccioso che alla presenza, in alcune aree di pianura, di flussi di calore legati alla risalita di acque calde appartenenti ad un esteso circuito idrotermale. Mi riferisco alle zone di Caldiero, Colà di Lazise, Piovezza-
no, Pescantina e Domegliara. A suo avviso la provincia di Verona sta sfruttando al meglio le sue potenzialità in merito? Solo da pochi anni sta prendendo piede l’uso diretto della geotermia al servizio dell’edilizia e dell’industria. A differenza di altri Paesi europei, mancano ancora una mentalità e le conoscenze diffuse sull’uso delle nuove tecnologie collegate a tale risorga energetica, la cui applicazione potrebbe coniugare la possibilità di ridurre le spese di gestione con un investimento ecologico a favore dell’ambiente. Ritengo che, oltre agli impianti geotermici realizzati qua e là sul territorio da parte di privati, sarebbe necessaria una presa di posizione netta da parte della classe politica per proporre e favorire lo sviluppo del geotermico al più vasto pubblico. Per iniziare, basterebbe la realizzazione di qualche impianto di teleriscaldamento di quartiere nelle aree geologicamente più favorevoli e l’apertura di uno “sportello energia” per il cittadino in cui fornire adeguate informazioni.
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Moby Mark e My Net Works
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Un cartoon per favorire le reti d’impresa
di Matteo Bellamoli
Diffondere la cultura e le potenzialità delle reti di impresa attraverso un cartoon e un canale YouTube in cui saranno raccolte testimonianze di imprenditori che si sono uniti in rete e le reazioni di importanti figure del mondo economico. Ecco come fare impresa nell’era 2.0
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avorare insieme per ridare benzina all’impresa. Fare rete per tornare competitivi e poter investire in prodotti e servizi più specifici. Questa è la filosofia di Luca Castagnetti, che da cinque anni, con Studio Impresa, è coinvolto in prima persona nella diffusione e nello sviluppo delle reti di impresa in tutta Italia. Assieme ad Officina delle Reti, altro leader italiano nella consulenza su questo tema, e in collaborazione con Emmanuel Exitu, regista e sceneggiatore, ha pubblicato, all’inizio dell’anno, un cartoon dal titolo “Moby Mark” che semplifica, in modo divertente, aspetti e concetti complessi legati alle reti di impresa in una storia divertente e molto profonda. “Moby Mark” è la storia di tre pescatori che per un misterioso cataclisma, che loro stessi chiamano “crisi”, non trovano più il fiume in cui erano soliti pescare. Al posto del corso d’acqua un enorme oceano. I pesci sono spariti e al loro posto un’immensa balena che non sanno come pe-
scare: la leggendaria Moby Mark. Riusciranno a trovare il modo di pescarla? Sì, ma solo unendo le proprie forze con un pizzico di ingegno e follia. Tutto questo è stato il primo passo di un progetto più ampio: la creazione di un canale YouTube che si pone l’obiettivo di servire da stimolo per tutti gli imprenditori alla ricerca di nuove strade, nuove potenzialità e nuovi orizzonti attraverso le reti d’impresa. «Abbiamo lavorato per tutto il 2014 su questo video, e l’idea di creare un cartoon ci è sembrata la migliore per rendere più facili gli argomenti legati alle reti di impresa» ha sottolineato Castagnetti. «Vogliamo davvero far capire la grande potenzialità di queste opportunità, che possono consentire di aprire alla propria azienda, anche piccola, nuove prospettive di sviluppo locale, nazionale ed internazionale, mettendo sul piatto le proprie competenze ed accettando di condividerle con altri. In molti casi, com’è facile intuire, non
si tratta di un passaggio immediato, è c’è bisogno di stimoli e fiducia per mettersi in gioco». Il cartoon di “Moby Mark” è proprio uno di questi stimoli, così come il canale YouTube My Net Works. «Le due cose sono partite contestualmente» precisa Castagnetti, «e difatti il cartoon lo si può trovare proprio sul canale YouTube. Grazie a questa piattaforma, abbiamo iniziato un duplice lavoro. Da una parte abbiamo iniziato a caricare dei video in cui, importanti persone del mondo economico ed imprenditoriale, commentano il cartoon dopo averlo visto». Ma non finisce qui. «In questi cinque anni di impegno, abbiamo dato il via a decine di reti di impresa. Stiamo studiando una web series in cui, una alla volta, queste reti racconteranno la loro esperienza sul web. Abbiamo redatto delle domande in un format video che sarà realizzato e pubblicato sul canale. In questo modo tutti coloro che vorranno, potranno capire direttamente da chi ne ha fatto esperienza, che fare rete di impresa non solo è possibile, ma molto spesso è estremamente vantaggioso». Il cambiamento del mercato è innegabile. È facile finire inghiottiti nel mare magnum del mondo del lavoro odierno, e per questo il vero segreto è quello di essere aperti. «Occorre creare una cultura nel mondo del lavorare insieme per aumentare la competitività aziendale, mettendosi insieme e condividendo le risorse». Prendete la piccola azienda a conduzione familiare. Rischia di finire schiacciata dalla grande distribuzione, qualunque sia la categoria merceo-
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Moby Mark e My Net Works Il canale My Net Works
logica, e difficilmente, con le proprie risorse, potrebbe pensare di investire in comunicazione, marketing o diversificazione di prodotto. Potrebbe però riuscire in questa sfida unendo le proprie competenze con quelle di un’azienda simile, magari specializzata in una branchia del medesimo settore. Persino di un’azienda analoga. «La barriera culturale è difficile da superare, ecco perché abbiamo creato il cartoon “Moby Mark” e il canale “My Net Works”». Attraverso il web, lo scopo è diffondere la cultura delle reti e mostrare esempi positivi e virtuosi di questi processi. Lavorare insieme per percorrere nuove strade.
Potete visitare il canale YouTube (di cui potete vedere uno screenshot nella pagina affianco) e scoprire le testimonianze di chi ha creduto in un'Italia che vuole ripartire direttamente da www.studioimpresanet.it
Il cartoon Fotografa il codiceQR per vedere il cartoon “Moby Mark”
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EDUCARE Incontro con il Prof. Amedeo Bezzetto
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Adolescenti? Germogli da coltivare e valorizzare «I ragazzi stanno aspettando gli adulti» ne è convinto il Dr. Amedeo Bezzetto. La fase dell’adolescenza, che inizia con la scuola media «grande palestra dei cervelli dei ragazzi», è fondamentale per il futuro dei giovani. Per i ragazzi (e non solo) rappresenta la «rinascita psicologica», nella quale realizzare il loro obiettivo: «diventare qualcuno». Gli adulti devono prepararsi per saper rispondere con «chiarezza». di Alessandra Scolari
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rgomenti interessanti, profondi e importanti su “ll gruppo, le amicizie, la doppia personalità dei nostri figli: un enigma o semplice adolescenza?”. Sono questi i temi affrontati lo scorso 15 gennaio in un incontro tenuto dal Dr. Amedeo Bezzetto, psicoterapeuta e responsabile della riabilitazione della Clinica Santa Giuliana, nella sala del Centro Tommasoli strapiena di genitori, insegnanti ed educatori, promosso da Rete Prospettiva Famiglia, al suo settimo anno di attività.
A sinistra il Dr. Bezzetto durante il suo intervento nella gremita sala del Tommasoli il 15 gennaio scorso. Nell’altra pagina in alto il logo di Rete Prospettiva Famiglia, che nel corso dei prossimi mesi ha in serbo un ricco calendario di appuntamenti aperti a tutta la cittadinanza.
«Gli adolescenti sono una miniera d’oro da coltivare e valorizzare», ha esordito Amedeo Bezzetto, precisando: «si tratta di una fase fondamentale e non transitoria nella vita dei ragazzi». L’adolescenza va dagli 11 ai 23 anni, un periodo che tende ad allungarsi fintantoché «i ragazzi non hanno ruolo e responsabilità da adulti (lavoro, famiglia e impegni sociali, ndr) e dobbiamo occuparcene al meglio! Non è più l’età conflittuale genitori/figli, bensì quella di costruire. I ragazzi si ritrovano con un corpo nuovo e un cervello da “mentalizzare”», cioè da
ricomporre. Si tratta di una rinascita psicologica per tutti. Gli adolescenti sono «soggetti sociali straordinari ed eccellenti. Il compito degli adulti (genitori, insegnanti, educatori ed allenatori) è quello di valorizzare le loro qualità». Hanno «bisogno di adulti, all’interno del loro contesto sociale, capaci di dialogare con autorevolezza». Altrimenti guardano fuori e il panorama è tutt’altro che positivo. Anzitutto il fumo. I dati dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, mettono brividi: oggi si inizia a fumare a 13 anni (i maschi fumano più delle femmine); un adolescente su quattro fuma. L’85% dei fumatori ha meno di 20 anni: si fuma con amici e compagni di scuola. L’OMS indica inoltre che con questo trend, il fumo abbasserà la fascia di età della comparsa di patologie oncologiche a 35-45 anni, rispetto ai 45-55 anni, ed ha effetti devastanti anche sulla gravidanza. Poi ci sono l’alcool, lo sballo e le sostanze stupefacenti. Gli adolescenti consumano quello che trovano: sono in aumento i consumatori dai 15 ai 19 anni, in particolare di cannabis. Che fare? «Anzitutto essere presenti, fermarsi, riflettere e farci anche i fatti dei nostri figli», suggerisce il Dr. Bezzetto. La posta in gioco è molto alta. L’adolescenza è un’età nella quale i ragazzi scelgono il tipo di istruzione, il lavoro, chi sposare o con chi dividere la loro vita, la loro casa e molto altro. I genitori «non devono delegare in toto alla scuola e ai circoli sportivi questo cammino
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che porta alle grandi decisioni, ma camminare insieme». Partendo con «il rompere con l’infanzia, cambiare abitudini, dare nuove regole», sempre disponibili a modificarle in corso d’opera. Questo non significa «la separazione dagli affetti che sono sacri e perenni, ma dalle abitudini». Per esempio dire al figlio «oggi prepara tu la colazione per tutti». Secondo il Dr. Bezzetto anche le insegnanti dovrebbero «periodicamente cambiare la gestione della classe». «Il corpo di questi giovani è un’esplosione di energia e va usato a 360 gradi: nella scuola, nello sport e in tutte quelle attività che consentono di capirne potenzialità e limiti», ha detto con forza il Dr. Bezzetto, tirando in ballo la “sofferenza” intesa come impegno, riflessione e pensiero prima dell’azione». Le relazioni con i pari? Importantissime! I ragazzi hanno bisogno di amici (in carne ed ossa) che rappresentano il loro “alter ego” e sono i principali fornitori di informazioni nei quali si specchiano. Accanto
Incontro con il Prof. Amedeo Bezzetto alla famiglia, contesto naturale di appartenenza, «sono gli amici (privilegiati se uno a uno) e i gruppi a costruire la mentalità del singolo». Vanno smantellati «i gruppi chiusi, perché fonte di disastri». Anche l’amicizia, storica relazione tra due o più persone, è essenziale. «Vi invito, se necessario, a pagare gli amici perché stiano con i vostri figli», è stata la provocazione del Dr. Bezzetto, che ha aggiunto «create intorno a loro un sociale buono, occupatevi dei gruppi frequentati dai vostri figli e invitateli a casa vostra. Ragazzi e ragazze si costruiscono con i coetanei e il piccolo gruppo». La mancanza di amici è il «primo segnale che c’è un problema». Bezzetto ha concluso dicendo «gli adolescenti possono dare delle soddisfazioni incredibili, ma stanno aspettando genitori e adulti che con coerenza e soprattutto tanta chiarezza si avvicinino a loro. Se saremmo chiari nelle motivazioni, i ragazzi avranno elementi per decidere cosa scegliere».
Cos’è Rete Prospettiva Famiglia? Presidente Dott. Paolo Stefano Comprende: gli Istituti Comprensivi di S. Giovanni Lupatoto, Valdonega, San Massimo, Borgo Venezia, Valpantena, Montorio, Santa Croce, S. Michele Extra e Madonna di Campagna; gli Istituti Copernico-Pasoli, Sammicheli, Stimate, Don Mazza e Sacra Famiglia; i licei: Galilei, Fracastoro, Messedaglia e Montanari; le scuole Aportiane, il Nido e Scuola Materna S. Maria in Stelle; la Cooperativa Sociale “SI – FA”, lo studio Incontro Formazione Aggregazione e la Scuola in Ospedale. Referente della Scuola per Genitori ed Educatori la dott.ssa Daniela Galletta.
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EDUCAZIONE Progetto didattico a Bosco Chiesanuova
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Cittadini cattolici politicamente impegnati di Michele Cavejari
In collaborazione con la Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e politico (Sfisp) della Diocesi di Verona, nasce “Politica, partecipazione e responsabilità”, progetto il cui obiettivo è formare una cittadinanza desiderosa di protagonismo attivo nel perseguimento del bene comune. A Bosco in febbraio e marzo.
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iscoprire le ragioni che ci tengono uniti” è sintesi di ricerca, passione e competenze professionali, nonché sinonimo di un interesse sentito verso la piena partecipazione politica. Servire la propria comunità necessita di preparazione e dedizione, e quando v’è in gioco il bene comune non ci si improvvisa. La fedeltà ai principi cardine del vivere comunitario, infatti, ricomprende competenze giuridiche congiunturali all’etica, e scegliere di promuoverle va ben oltre l’iter burocratico e professionale. Ebbene, per chiunque percepisse il desiderio di allenarsi in una simile direzione, esiste una palestra ad hoc, la Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico (www.sfisp.org), promossa dal Vicariato per la cultura e il sociale della Diocesi di Verona, nonché realizzata dall’Ufficio delin collaborazione con
Comune di Bosco Chiesanuova
organizza un percorso formativo sul tema
POLITICA, PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITÀ Per una riscoperta delle buone ragioni che ci tengono uniti 26 GENNAIO 2015
| SERATA INAUGURALE
“Esserci. La politica come partecipazione e responsabilità” Interverranno: MONS. RINO BREONI - LEONARDO ADAMI
09 FEBBRAIO 2015
| PRIMA LEZIONE
“La partecipazione politica, da spettatori a protagonisti” Docente: PROF. GIOVANNI BRESADOLA
23 FEBBRAIO 2015
| SECONDA LEZIONE
“Valori e politica, rapporto impossibile?” Docente: PROF. DON RENZO BEGHINI
09 MARZO 2015
| TERZA LEZIONE (PRATICA)
“L’Ente Comune tra rappresentanza e risposta al cittadino” Docenti: AVV. VINCENZO CORONA - DOTTORESSA STEFANIA ZERBATO
23 MARZO 2015
| QUARTA LEZIONE (PRATICA)
“Strumenti di programmazione finanziaria e contabile dell’Ente Comune”
Docenti: AVV. VINCENZO CORONA - DOTTORESSA STEFANIA ZERBATO
Tutti gli incontri si svolgeranno alle ore 20:45 presso la
SALA OLIMPICA DI BOSCO CHIESANUOVA (VR) LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA - INFO PRESSO IL COMUNE DI BOSCO C/N TEL . 045 6780383
Tutti i dettagli su www.comune.boscochiesanuova.vr.it
la Pastorale sociale e del lavoro in collaborazione con la Fondazione Toniolo. La realtà Sfisp. Le lezioni, al solito scandite all’interno di un biennio, sono rivolte all’intera cittadinanza che intende assumere un ruolo d’avamposto in ambito sociale e politico (non partitico). Nello specifico, l’intento è coltivare l’umanità, la moralità del corsista, muovendolo a guadagnare orizzonti alieni rispetto al mero possesso di un patentino o di una abilitazione. E, come specifica il direttore don Stefano Origano, «ci si prodiga essenzialmente nel promuovere una nuova schiera di cattolici impegnati, in maniera attiva nel dialogo attorno ai principi assoluti ed ai valori eterni che vanno mediati con la realtà e trasposti nella specificità del quotidiano». Il progetto didattico in Lessinia. In questa direzione si muove il satellite didattico Sfisp previsto a Bosco Chiesanuova, e intitolato “Politica, partecipazione e responsabilità. Per una riscoperta delle buone ragioni che ci tengono uniti.” Il progetto formativo prevede un ciclo di quattro lezioni che si terranno presso la Sala Olim-
pica alle ore 20:45. Queste sono iniziate lunedì 9 febbraio 2015 a margine di una serata di presentazione ufficiale andata in scena il 26 gennaio, dove il formatore ed insegnante Mons. Rino Breoni, unitamente a Leonardo Adami, sindaco di Alonte (Vicenza), presenteranno il corso e il corpo docente. A partire dal 9 febbraio, come si diceva, la prima lezione con il Professor Giovanni Bresaola, docente di Storia e Filosofia, tema: “La partecipazione politica: da spettatori a protagonisti”. Quindi, il 23 febbraio, con “Valori e politica, rapporto impossibile?” prenderà forma il secondo incontro, condotto dal prof. Don Renzo Beghini, docente di Morale e Dottrina sociale. Le ultime due lezioni si svolgeranno invece nel mese di marzo e saranno di natura pratica, rispettivamente il 9 ed il 23. L’avvocato di Verona e coordinatore Sfips Vincenzo Corona, in collaborazione con la dott.sa Stefania Zerbato, tratteranno dapprima “L’ente Comune tra rappresentanza e risposta al cittadino” e poi “Strumenti di programmazione finanziaria e contabile dell’Ente Comune”.
S.N.C. di Gelmini M. & Fenzi A.
IMPIANTI ELETTRICI E SOLUZIONI PER IL RISPARMIO ENERGETICO DA OLTRE 10 ANNI ANNI A FIANCO DEL CLIENTE Nell’ampio e variegato panorama dei professionisti del settore elettrico e dell’impiantistica civile e industriale, c’è chi riesce a distinguersi per competenza, preparazione e flessibilità. È il caso di Alessandro Fenzi e Matteo Gelmini, titolari della ditta GIEFFE Snc, che da poco hanno festeggiato i dieci anni di attività in proprio dopo aver maturato un’ottima esperienza, come amici e colleghi, in una delle aziende storiche della Valpantena. Era il 2004 quando i due soci Alessandro e Matteo decisero di fondare l’azienda GIEFFE (acronimo di Gelmini e Fenzi) e di presentarsi sul mercato con tutta una serie di servizi che ad oggi spaziano, appunto, dall’impiantistica generale alla domotica, fino ad arrivare a soluzioni innovative per il risparmio energetico. Ma procediamo con ordine. GIEFFE propone servizi di realizzazione, ex novo, di impianti civili e industriali o di adeguamento degli stessi alle più recenti norme previste dalla Legge. Dall’automazione di cancelli all’installazione di allarmi con o senza fili, GIEFFE offre soluzioni sia per il pubblico che per il privato occupandosi anche della manutenzione con-
dominiale, ordinaria e straordinaria. In ambito residenziale, uno dei punti di forza di GIEFFE è l’esperienza acquisita nel settore della domotica. Già da tempo, infatti, l’azienda veronese è specializzata nella realizzazione di impianti volti a rendere “intelligente” un ambiente domestico o un edificio per mezzo della sua completa o parziale automazione. Soluzioni personalizzate che permettono al cliente di gestire in modo coordinato, integrato e computerizzato gli impianti tecnologici principali della casa, o dell’ufficio, tra cui la climatizzazione, la distribuzione di acqua, gas ed energia, la sicurezza, la video sorveglianza, il risparmio energetico. Proprio in tema di risparmio energetico, GIEFFE realizza chiavi in mano impianti fotovoltaici per produrre energia da fonte rinnovabile e risparmiare sulla bolletta elettrica e da qualche tempo si è specializzata anche nell’installazione di impianti di illuminazione a led che permettono un sensibile abbattimento del consumo energetico in ambito domestico e aziendale.
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SPECIALE I 100 anni della Grande Guerra
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Il recupero (volontario) delle trincee di Malga Pidocchio di Giovanna Tondini
Parte su questo numero una rubrica dedicata ai 100 anni della Grande Guerra che terrà compagnia lungo tutto questo anno editoriale. In questa prima uscita una bellissima iniziativa che vede protagonista la Lessinia.
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015 - 1915. Cento anni. Quelli che separano il nostro presente da un evento che ha segnato profondamente l’Italia, l’Europa e il mondo. Una vera e propria catastrofe, con ripercussioni inimmaginabili, anzitutto sulla psiche e sull’animo delle persone più comuni. Una tragedia, che però fin da subito è stata velata, trasformata dal potere. Il dolore è rimasto latente, intimo, non più manifesto. Se non in parate pubbliche. Perché bisognava andare avanti. E chi aveva vissuto il terrore, doveva dimenticare. Oggi ricordiamo. Lo facciamo per un senso di riconoscenza. Lo facciamo per un senso del rispetto. Lo facciamo per renderci conto di chi siamo, da dove proveniamo. Forse per essere consapevoli della nostra fortuna. Lo facciamo per capire. O semplicemente per non dimenticare. Sicuramente è stato questo sentimento che ha spinto tanti e tanti volontari a impiegare il loro tempo per sistemare una parte delle trincee della Lessinia. Uno sforzo che va premiato, perché spontaneo, sincero. Uno sforzo che dopotutto sta avendo i suoi riscontri positivi, soprattutto tra i ragazzi delle scuole. I primi che devono sapere. Perché sono il nostro futuro.
A sinistra uno scatto delle trincee «Perché», aggiunge nei pressi di Malga Castelberto Flavio Melotti, «cen(foto del Club 2CV Verona) mento anni fa, giovani tre qui sopra uno screenshot del come loro hanno bellissimo video aereo realizzato da Mauro Quattrina proprio vissuto il dramma di sulle trincee di Malga Pidocchio. una guerra», in priDal QR qui a destra è possibile ma linea. vedere il video completo. «Toccare le pareti di quelle trincee è cosa completa- che ha coinvolto anche i giovani mente diversa dallo studiare no- del Cai Lessinia, con un campo zioni di storia sui libri o dal vedere scuola di due giorni», dice con enun film sull’argomento», insiste il tusiasmo Melotti. Che, a fianco al geometra e alpino che ha proget- lavoro fisico, ha svolto un minutato la sistemazione della trincea zioso lavoro scientifico di ricerca di Malga Pidocchio, insieme all’ar- nell’archivio del Genio Militare. chitetto Meneghello. L’intervento di recupero ha avuTutto è cominciato nel 2008 con to l’appoggio della Comunità una mostra che ricordava la Montana e dell’Ente Parco, oltre Grande Guerra, tenutasi a Bosco e soprattutto quello dei privati, Chiesanuova. Il successo si vide proprietari delle terre trincerate. nell’interesse mostrato dalla gen- Purtroppo, dice con un certo ramte. Bisognava allora cogliere il mo- marico Melotti, «per ora ancora mento e fare di più. Così al consi- nulla è stato destinato alla progliere sezionale degli Alpini, Flavio vincia veronese dalla Regione», Melotti, fu delegato il ripristino dei che in questi anni ha finanziato la luoghi della Grande Guerra. Con ristrutturazione dei monumenti e un’operazione di volontariato, ani- recentemente ha stanziato qualmato da una vera spontaneità, che milione di euro per gli ossain 2200 ore lavorative, con 200 ri del territorio veneto. Certo, nel volontari, sono stati spostati 200 veronese non si è combattuto, ma metri cubi di terra, con picco, pala la Lessinia era pur sempre l’ultimo e secchi. Risultato? La sistemazio- baluardo prima della pianura, se ne di 420 metri di trincea del ca- gli austriaci avessero sfondato a posaldo di Malga Pidocchio. Passo Buole, a soli 10 km in linea «Un lavoro immane, ma in un’at- d’aria dalla linea difensiva veromosfera di amicizia e fratellanza, nese.
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I 100 anni della Grande Guerra
Un momento della presentazione del progetto (qui sopra). A sinistra parte del contributo stampato.
Il fronte era strutturato in 3 linee: marginale o dei ciglioni (più esterna); di resistenza o dei contrattacchi; linea di sbarramento. «Su questo fronte erano schierati 20.000 soldati e persone, a 1700 mt di quota, su 6800 m di trincea, lungo 10.800 m di sistema difensivo sulla Sinistra Adige». Numeri che confermano l’importanza di ciò che doveva essere una «barriera insormontabile per il nemico», come la definì la I Armata. Piazzole di tiro per obici di grande e medio carico, postazioni per mitragliatrici, gallerie, cammina-
menti. «Il sistema difensivo determinò una rivoluzione del territorio, con la costruzione di strade, ponti, acquedotti, linee telefoniche, ospedali, per opera di 3600 militari del Genio e delle milizie territoriali e 1500 civili “militarizzati” tra cui erano molte donne». E i morti non mancarono, soprattutto per le esplosioni delle mine. La mancanza di finanziamenti regionali certo non fermerà l’entusiasmo degli alpini e di tutti coloro che volessero portare il loro contributo volontario alle opere della Grande Guerra nel veronese. La
prospettiva è quella di sistemare in 10 anni tutti i capisaldi del sistema difensivo della Lessinia: Castelberto, Cima La Guz, Cima Mezzogiorno, Monte Sparaviri (Pozza Morta) S. Nazzaro, Vallone del Malera, Campo Levà di sotto. Il recupero ha l’obiettivo di creare un vero e proprio ecomuseo, «dove i passanti diventino consapevoli dei sentieri che stanno percorrendo». Così, anche noi vorremmo portare il nostro contributo al ricordo. E saranno le fatiche, i dolori, le paure dei soldati che metteremo in luce. Anzitutto.
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RUBRICA
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Programmare e preparare Riprendiamo, dopo qualche mese di assenza, la pubblicazione della rubrica dedicata a giardino, orto e cantina. La tentazione di aspettare la primavera è forte, ma è importante in questo periodo la programmazione e la cura. di Matteo Bellamoli
Fasi Lunari di Febbraio Luna piena Ultimo quarto
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4 febbraio 12 febbraio
embra particolarmente snob per l’ortolano, ma questo periodo nell’orto è il migliore per decidere come disporre le colture per la nuova stagione. È un ottimo momento per affinare il terreno, scavare le scoline per la pioggia e raccogliere, dove la coltivazione è stata interrotta, prodotti come rucole, porri, prezzemolo e spinaci. Nell’attesa di compiere le prime vere semine (è ancora presto) potrete picchettare gli spazi, individuare e predisporre i camminamenti con delle assi in legno. Conviene non sfruttare tutti gli spazi, ma tenere un certo margine dove poi potrete speri-
Luna nuova Primo quarto Luna piena
19 febbraio 25 febbraio 5 marzo
mentare qualche nuova coltura di cui non vi siete occupati fino ad adesso. Se avete possibilità di disporre di una serra calda, anticipate le semine delle prettamente estive: cetrioli, zucchine e zucche, melanzane e peperoni. Se le temperature non scenderanno, potrete seminare anche nei tunnel le bietole e gli spinaci, che reggono abbastanza bene il freddo. In giardino è altrettanto importante riprendere i lavori con il giusto ritmo, senza esagerare. Lavorate il terreno concimandolo, potate le piante e iniziate a seminare. Dissodate la terra con zappature non troppo profonde, asportate le erbacce, rac-
cogliete le foglie secche e ammuffite. Anche qui, se il clima si dimostra, come ora, non eccessivamente freddo, potrete seminare in letti caldi (o sottovetro) bocche di leone, celosie, dalie, primule e viole. All’esterno, in aree coperte dalle raffiche di vento, anche il fiordaliso e il papavero. Approfittate delle giornate tiepide senza vento se volete rinfoltire zolle di prato rese spoglie. È anche il momento buono per fare un po’ di manutenzione ai sistemi di irrigazione, sia in giardino che nell’orto. In cantina e in vigna, se avete terminato la potatura, vanno selezionati gli innesti che potrete anche conservare in serra. Se la luna è piena e fa bel tempo, l’almanacco insegna, potrete travasare il vino buono in botti pulite. Sostituite le pastiglie anti fioretta (se le usate) e tenete chiuse le finestre della cantina dove il vino riposa. Il travaso, in ogni caso, è preferibile effettuarlo non prima di fine mese o inizio marzo.
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Quasi concluso il primo step dell’aumento di capitale Infoval
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già sottoscritti 30mila Euro per supportare il magazine di Verona
L’
aumento di capitale di Infoval Srl, di cui avete trovato un allegato speciale nello scorso numero della rivista, procede con successo. Dei 46mila Euro a disposizione, sono già stati sottoscritti 30mila euro per supportare lo sviluppo del giornale e l’avventura dell’associazione VeronaExpo di cui Pantheon-Magazine di Verona si è fatto promotore. Pantheon è un mensile edito dal 2008 distribuito in 15mila copie/mese sul territorio di Verona e provincia in oltre 900 punti di distribuzione. Realizzato
dalla società editrice Infoval Srl, e portato avanti da una redazione di giovani professionisti veronesi, sta ampliando di mese in mese il proprio bacino di lettori coprendo, ad oggi, le zone di B.go Venezia, Verona centro, Val d’Illasi, Verona est (San Michele, San Martino BA, Vago, Caldiero), Borgo Trento, Valdonega, Valpantena e Lessinia. Da ottobre 2014 Pantheon si è fatto promotore dell’ATS VeronaExpo, un’Associazione temporanea di scopo nata per cogliere le opportunità legate all’Esposizio-
ne Universale ExpoMilano 2015 ed indirizzarle verso il territorio scaligero. Expo 2015 rappresenta il contesto ideale in cui attivare un progetto innovativo e unico come VeronaExpo, che rimarrà attivo per tutta la durata dell’Esposizione Universale e che continuerà a persistere anche nel periodo successivo al grande evento globale. VeronaExpo è un moltiplicatore di opportunità e un acceleratore di progetti che arricchiranno il patrimonio sociale, economico e culturale della nostra città.
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COME ADERIRE
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AUMENTO DI CAPITALE
La sottoscrizione delle nuove azioni è aperta alle istituzioni, agli operatori economici e a tutti i cittadini che vogliono essere protagonisti del territorio. I privati possono aderire sottoscrivendo quote da
1.000, 2.500 o 5.000 Euro
Le aziende invece possono investire quote da
2.500, 5.000 o 10.000 Euro
Entrambi, con la sottoscrizione, potranno accedere ad un’importante gamma di vantaggi unici ed esclusivi. È altresì possibile partecipare all’aumento di capitale sottoscrivendo quote di importo superiore.
L’aumento di capitale sarÀ diviso in 2 step distinti:
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la prima fase prevede di raccogliere 50mila Euro e terminerà entro l’inverno
per finanziare l’ambizioso piano di sviluppo legato ad Expo 2015, è prevista la raccolta di ulteriori 100mila Euro entro il 2015
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Magazine di Verona 15.000 copie al mese distribuite in circa 1000 punti e redazione digitale a oltre 10mila contatti. Approfondimento della realtà locale e nazionale. Gestione quotidiana del sito www.giornalepantheon.it
La guida turistica 5.000 copie semestrali distribuite in tutti gli hotel 4 e 5 stelle della città. Tradotta in quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e russo) promuove il circuito turistico di Verona e provincia per tutti i visitatori.
La scuola e i corsi Un calendario di corsi specifici realizzati all’interno delle strutture di Infoval in collaborazione con professionisti di ogni settore di riferimento lingue, arte, tecnologia, comunicazione, cucina e molto altro.
Social, web e new media I servizi per privati ed aziende che comprendono il marketing web, i new media, servizi foto/video e grafica, la gestione della comunicazione social e la consulenza multimediale per siti internet e non solo.
La scommessa 2015 Consentire a Verona di presentarsi al grande evento dell’EXPO di Milano come un unico marchio di eccellenza e qualità. Pantheon si fa capofila di un ambizioso progetto per la promozione del territorio.
STORIA Personaggi veronesi
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Giovanni Fincato,
l’eroe delle due guerre
di Marta Bicego
Soldato nella Grande Guerra e protagonista della Resistenza, fu torturato a morte il 6 ottobre del 1944 senza che il suo corpo potesse trovare degna sepoltura. Anche se sono trascorsi settant’anni, la sua storia non smette di essere d’esempio.
In alto due foto originali di Giovanni Fincato. A sinistra in alta uniforme militare, mentre a destra in uno scatto più personale in cui è in compagnia di alcuni familiari. Sotto a sinistra la bellissima facciata di Villa Poggiani a Mizzole, legata alla vita di Fincato. Nell’altra pagina in alto una veduta delle ex carceri di Verona, una delle ultime tappe della vita di Fincato, dopo la sua sepoltura in Adige.
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pesso, nel percorrere le strade della città, non prestiamo attenzione al nome che esse portano. Eppure, dietro alle lettere incise su una targa, si può nascondere la storia di un personaggio straordinario. È il caso di Giovanni Fincato, colonnello degli alpini cui è intitolata l’omonima via e una scuola in Borgo Venezia. A Montorio la polisportiva Libertas ricorda il soldato valoroso che fu eroe della Grande Guerra e della
Resistenza. Da una targa a un’altra incisione: la lapide di piazza Martiri della Libertà, nei pressi del Teatro Romano, posta a indicare il luogo in cui Fincato fu torturato a morte il 6 ottobre del 1944 senza che il suo corpo potesse trovare degna sepoltura. Dopo settant’anni a dire del pluridecorato combattente è il tenente degli alpini di Verona centro Riccardo Bonomi, autore di una ricostruzione storica presentata lo scorso ottobre al Circolo Uffi-
ciali di Castelvecchio in una conferenza promossa da Unuci e Ana Verona. Cronaca puntuale, da una parte, nel sottolineare il valor militare dell’eroe delle due guerre; dall’altra, nell’evidenziare che fu affettuoso uomo di famiglia, marito e padre di sei figli. «Vicentino di origine, ma veronese d’adozione. Cristiano autentico che trascorse gli anni di formazione, fino alla maturità classica, nel collegio dei Francescani di Chiampo» aggiunge. Fu la leva nel Sesto reggimento alpini a portare il ventenne, nato a Enego nel 1891, in riva all’Adige. Dalla caserma di via del Pontiere partì per la Grande Guerra con il grado di sottotenente. Nel dicembre del 1915 passò al reparto del battaglione Sette Comuni e, l’inverno successivo, fu nell’alto Isonzo a scavare trincee. Nella battaglia degli altipiani, tra il 16 e 17 giugno 1916, arrivò il battesimo di fuoco: «Fu ferito alla gamba destra, ma scelse comunque di rimanere in prima linea, combattendo valorosamente e meritando la sua prima medaglia d’argento» continua Bonomi. Di riconoscimenti Fincato ne collezionò più di uno. L’anno seguente, sull’Ortigara alla guida della 145a compagnia, fu protagonista di un assalto che durò 50 minuti: «In tale occasione riportò la seconda ferita di guerra, al braccio destro, e la terza, la frattura del piede sinistro. Per il coraggio dimostrato ricevette la promozione a capitano per meriti di guerra e la seconda medaglia d’argento». La terza arrivò per la conquista di Feltre, il 2 novembre del 1918. Con la fine della Grande Guer-
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Personaggi veronesi
ra l’alpino entrò nei ruoli effettivi dell’esercito e intraprese la strada dell’ufficiale di carriera. Gli anni successivi furono fitti di avvenimenti. Fincato, per quattro anni, giudice effettivo al tribunale militare di Bologna. Nel 1943, come vice comandante del 167° reggimento alpini costiero, partì per la Provenza. Dopo l’8 settembre, in venti giorni, fece ritorno a Verona dove respinse la chiamata della Repubblica sociale di Salò e fu uno dei primi protagonisti della Resistenza armata. Prese parte alla missione Rye ed entrò nel terzo Comitato di liberazione nazionale, poi si trasferì a Mizzole. Da Villa Poggiani, il 30 settembre del 1944, fu prelevato da due tenenti addetti all’Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana: «Lo arrestarono e lo condussero nella caserma del Pontaron, nell’attuale piazza Martiri della Libertà, dove tra il 2 e 3 ottobre venne sottoposto a una serie terrificante di interrogatori. L’ultimo fu il 6 ottobre: durò sedici
ore e gli fu fatale. Scelse la morte pur di non tradire i suoi compagni». Il corpo di Fincato trovò sepoltura nelle acque dell’Adige, dove fu gettato dal ponte di Pescantina. «Ai familiari fu data notizia della deportazione in un campo di concentramento nazista in Germania» chiarisce Bonomi. La verità si scoprì con la Liberazione: «I responsabili furono identificati e arrestati. La sentenza fu emessa dalla Corte d’assise nel 1946, ma dopo due mesi l’amnistia di Togliatti aprì le porte del carcere a quasi tutti i condannati». Nel 1950 alla moglie del valoroso alpino fu chiesto di controfirmare la domanda di grazia per l’unico degli assassini del marito ancora in carcere. «Maria Carmela, con la ricchezza interiore che solo il cuore di una madre può avere, accettò di firmare. E scelse il perdono». Nel 1951 il presidente del consiglio De Gasperi assegnò a Fincato
una medaglia d’oro al valore militare, consegnandola nella mani del figlio maggiore Marcello: riconoscimento che, idealmente, è da condividere con la donna che per molti anni gli fu accanto, dimostrando la medesima grandezza morale.
Sergio De Gregorio
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TERRITORIO Alla scoperta dei tesori nascosti di Verona e Lessinia
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L’incanto di Villa Wallner di Alessandra Scolari
Gli edifici di questa villa, sulla salita da Montorio ad Olivè, sono testimoni della cultura feudale, dell’arte e del prestigio dei suoi proprietari. Tra questi probabilmente Cesare Fregoso, di certo i mercanti Leonardo Fiorentino e Lattanzio, i nobili Serego Alighieri, i marchesi Gherardini, gli Albertini, gli Smania, i Zenier e i Wallner: ciascuno ha lasciato la sua impronta. Negli anni Novanta Marta Wallner ha ridonato agli interni della Villa il loro antico splendore.
F
in dalle origini Villa ZeinerWallner ha attirato mercanti e nobili. Montorio, con le sue risorgive, era gettonato: l’acqua favoriva le coltivazioni e serviva per lavare lana e seta. Forse non è un caso che ad accogliere gli ospiti sia la statua di Nettuno: la divinità romana che governa le acque, l’energia e la creatività. Gli edifici disomogenei indicano le epoche di costruzione. Il primo nucleo, secondo gli studiosi, fu realizzato su casa Fregoso (noto in letteratura rinascimentale). Spicca l’ampia corte con la quattrocentesca torre, la casa padronale, l’abitazione del castaldo e la chiesetta. Affascinano le stanze a vela, gli affreschi, l’antico camino, l’interno della chiesa e il parco (12mila metri quadrati). Incanta la cantina dove nel Cinquecento Lattanzio Fiorentino produceva il marzamino, il dolcetto e il recioto. La nostra storia su questo feudo inizia con Leonardo Fiorenti-
no mercante di lana, residente in “Contrada Pigna”. Correva l’anno 1546. Leonardo aveva un garzone, Lattanzio, svelto e intelligente, quindi lo avviò nella sua attività, poi lo nominò erede universale, invitandolo a prendere il suo soprannome: “Fiorentino”. Lattanzio diventò un abile mercante, costruì (dal 1572 al 1577) la sua casa ad Olivè, coltivò viti e olivi, arricchendosi. Alla sua morte (1587) il cospicuo patrimonio passò alla figlia (unica) Francesca, sposata con Pier Francesco Brà, del quale restò vedova a 46 anni. Francesca, una bella signora di circa 50 anni, in seconde nozze sposò il conte Giordano Serego Alighieri (sua madre Ginevra era l’ultima discendente di Dante). Un matrimonio di convenienza: Giordano (30 anni) entrò in possesso di consistenti rendite che essendo secondogenito non aveva (il patrimonio di famiglia spettava al primo figlio maschio). Francesca entrò nella classe nobile. Abi-
tavano a San Fermo e ad Olivè andavano in vacanza. Morirono a pochi anni di distanza, Giordano nel 1630 (di pestilenza). Fu il nipote Brunoro Serego Alighieri a liquidare il loro patrimonio. Nel 1635, acquistò la proprietà di Olivè il mercante di seta fiorentino marchese Angelo Gherardini, che alcune fonti indicherebbero del ramo di Montagliari e quindi di Lisa Gherardini ispiratrice della “Gioconda”. Però a trasformare la casa in dimora signorile fu il fratello marchese Gaspare (ne entrò in possesso attraverso lo scambio di immobili con il nipote Gherardo), collezionista di opere d’arte, creò la pinacoteca di famiglia tra le più importanti di Verona, costruì l’oratorio che arredò con grandi dipinti. Gli succedette il dinamico nipote Francesco che comprò altri campi. Suo figlio Maurizio invece ampliò gli edifici, facendone il Palazzo più bello di Montorio, nel quale ospitò (giunto il 1700) il vescovo di Verona Gianfrancesco Barbarigo, futuro cardinale. Il declino dei Gherardini di Verona iniziò nella seconda metà del Settecento. Rimasero i Gherardini di Venezia. Nel 1814 Gaetano Albertini comprò la proprietà di Olivè, fece costruire una nuova chiesa (sulla preesistente) dedicandola
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Alla scoperta dei tesori nascosti di Verona e Lessinia imbiancavano canape e tele), che lo usò come “convitto” per malati di mente. L’iniziativa non durò a lungo, però anticipò la moderna psichiatria. Nel 1849 fu l’avvocato Michelangelo Smania ad acquistare questa residenza. Era appassionato di iscrizioni antiche e di Dante. Su questa villa aveva grandi sogni, tanto che commissionò all’architetto Antonio Caregaro Negrin il progetto per il restauro. Progetto che prevedeva la trasformazione di tutti gli edifici e del quale Smania realizzò solo il parco. Nel 1861 fu costretto a vendere tutto: acquistò Stella Bressa moglie di Francesco Zeiner (commerciante). Agli inizi del Novecen-
to proprietaria era Elisa Zeiner, moglie di Enrico Wallner, famiglia facoltosa che tra i suoi beni (1909) aveva l’Hotel Due Torri: un edificio da ristrutturare e riqualificare. Si racconta che «i Wallner per estinguere i mutui bancari dovettero alienare i terreni annessi alla villa». Enrico Wallner (nel 1957) trasferì, da Villa Zeiner all’Hotel Due Torri, i 16 grandi dipinti, il trittico su pietra con la Crocefissione e altri suppellettili di valore. Villa Zeiner - Wallner all’inizio degli anni Novanta, passò a Marta Wallner che restaurò (1991-1997) gli interni degli edifici, dando loro una nuova vita: allestendoli per mostre ed eventi e aprendo la villa al pubblico.
alla Madonna di Loreto e collocandovi la statua della Madonna Lauretana. Gli succedette il figlio Giuseppe e poi il fratello Luigi. Quest’ultimo, secondo gli studiosi, nel 1836, affittò il Palazzo ad un certo Giovanni Randolo (titolare a Montorio di un laboratorio dove si
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Le contrade di montagna a misura di visitatore
di Marta Bicego
Un progetto, che parte dal Comune di Badia Calavena ma è replicabile nell'intera Lessinia, si propone di trasformare le case e i luoghi abbandonati in attrazione turistica e culturale, per farli ritornare a vivere.
S
i discute spesso del valore architettonico delle contrade della Lessinia. Altrettanto frequentemente si pensa a quali prospettive possano avere oggi questi abitati, molti dei quali costruiti dalle mani di abili scalpellini, senza che a prevalere siano l'incuria e l'abbandono. Una risposta, concreta, si propone di offrirla il progetto di durata annuale avviato a marzo del 2014 dalla collaborazione tra il Comune di Badia Calavena e quattro assegnisti del dipartimento TeSIS dell'Università di Verona grazie a un contributo del Fondo sociale europeo. L'intuizione è scommettere sull'ospitalità e sul turismo sostenibile, per far tornare a vivere luoghi trascurati ma dalle molteplici potenzialità. Certo: è necessario un cambio di mentalità. Da una parte nel considerare il territorio, visto nel suo insieme, come un “ecomuseo”: un centro di cultura, storia, natura ed economia a cielo aperto da cui trarre
emozioni ed esperienze, stando anche a contatto con le persone che lì abitano. Che si tratti del boscaiolo che dà dimostrazione delle tecniche di taglio della legna; del casaro che insegna a fare il formaggio o della signora che per tradizione, ogni giorno, impasta il pane per cuocerlo nel forno a legna e si mette a disposizione per svelarne i segreti; infine dell'esperto che accompagna in una passeggiata alla scoperta delle testimonianze di arte popolare, spiegandone il significato. Dall'altra parte, l'intuizione è nel prendere a esempio i principi del cosiddetto “albergo diffuso”, ideato dal professor Giancarlo Dall'Ara che è presidente dell'associazione italiana Alberghi diffusi, rimodellandoli però sulla dimensione intima e per certi versi unica che contraddistingue le contrade della montagna scaligera. Grazie agli alberghi diffusi, in varie parti d'Italia, antichi borghi e residenze storiche sono ritornate a brulicare di visitatori. Con ripercussioni positive sul territorio.
Per approfondire www.pianoci.blogspot.it www.facebook.com/pages/Piano_C/1461103157456617
È una visione di ospitalità nuova per la quale la Regione Veneto ha legiferato, ma «non per ciò che concerne la parte attuativa» spiega il sindaco di Badia Calavena Ermanno Anselmi. Una visione che è stata adeguata al contesto delle contrade veronesi, con la finalità del renderle ospitali. Sulla carta, i numeri ci sono: «solamente nel nostro Comune esistono 600 seconde case e 143 unità abitative isolate o contrade collegate tra loro da sentieri e strade da percorrere a piedi o in bicicletta. Allargandoci oltre i confini amministrativi, e coinvolgendo i diversi proprietari, queste abitazioni possono essere di attrazione per un turismo di nicchia, per chi cerca per esempio la tranquillità e il contatto con la natura» prosegue. In attesa che le istituzioni a livello locale e regionale si pronuncino, il progetto procede: sono stati contattati diversi possessori di nuclei abitativi che rispondono ai requisiti dell'iniziativa. E, nel concreto, è in via di definizione il contratto che i vari proprietari, nel momento in cui metteranno a disposizione la propria abitazione, potranno adottare per lavorare in rete. Chi
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Occasione per Verona?
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Da sinistra: Rampica Saccola, Contrada Massalonghi, Contrada Antonelli e, più in grande, la spettacolare Contrada Gonzo.
aderirà, chiarisce ancora Anselmi, «dovrà attenersi a regole rigide e seguire standard di qualità e accoglienza». Anche in termini di gestione ecologica delle strutture. In altre Regioni, dalla Sardegna al Friuli Venezia Giulia, è andata bene. Alla stessa maniera, il modello pensato per Badia, auspica il sindaco, potrà estendersi all'in-
tera Lessinia. Punto di riferimento dell'iniziativa, scende nei dettagli Paola Vairani dell'Ateneo scaligero, «sarà la Casa di Peper, le cui attività riprenderanno ad aprile con un calendario di appuntamenti». Struttura polifunzionale e soprattutto fucina di idee che ha sede nella piazza di Sant'Andrea, sempre a
Badia Calavena, dove sono stati di recente inaugurati una galleria multimediale e il punto ristoro “Locanda Piccola Europa” nella ex scuola elementare della frazione. «Il pernottamento sarà offerto presso l'ostello “La Sosta” e in alloggi dislocati nelle contrade del territorio della Lessinia» anticipa la ricercatrice. A gestire l'ospitalità in modo unitario sarà la società Eris: anello di congiunzione di una serie di alloggi, un po' casa e un po' albergo, sparsi nel territorio ma velocemente raggiungibili con un mezzo di trasporto che può essere l'automobile oppure la bicicletta con pedalata assistita. E dotati di ogni confort per rendere, appunto, indimenticabile il soggiorno in contrada.
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SALUTE di Ingrid Sommacampagna
Endometriosi
se non la conosci non vuol dire che non esista
In Italia sono 3 milioni le donne che soffrono di questa malattia complessa, cronica e poco conosciuta. Ne abbiamo parlato con il Dr. Marco Scioscia, Dirigente Medico in Ginecologia dell'ospedale di Negrar.
I
numeri delle donne che soffrono di endometriosi sono alti, ma non si tratta di un disagio insuperabile, basta esserne informati. L’endometriosi è una malattia cronica in cui delle cellule della mucosa uterina (endometrio) si impiantano al di fuori dell’utero generando dei focolai che vanno poi ad espandersi e ad intaccare altri
Il Dr. Marco Scioscia
organi come ovaie, tube, peritoneo, vagina, retto, intestino, legamenti utero-sacrali, vescica, polmoni, e il tessuto nervoso che li riveste; se non curata può causare infertilità riducendo, inoltre, la qualità della vita della donna. Può colpire le donne già dalla prima mestruazione, provocando come principali sintomi: sanguinamenti interni, infiammazioni, cisti, aderenze, infertilità, cistiti, dolore pelvico e ovarico, dolore durante o dopo i rapporti, incontinenza, aborti spontanei, affaticamento cronico, periodi di stitichezza alternati a diarrea, ciclo irregolare, tracce di sangue nelle urine e nelle feci. Ad ogni mestruazione l’endometriosi, nutrendosi di ormoni, aumenta la sua velocità di espansione, andando ad infiammare i tessuti dell’apparato genitale. La diagnosi della malattia è il momento più importante, infatti, nella maggioranza dei casi, i sintomi vengono erroneamente associati a un’infezione delle vie
urinarie o al ‘’colon irritabile’’, ma la differenza sta nella ciclicità di questa malattia, perché legata alle fasi ormonali del ciclo mestruale. Le teorie circa la causa dell’endometriosi sono diverse, ad esempio, vi è l'ipotesi della ‘’mestruazione retrograda’’ in cui, durante la mestruazione, piccole parti di tessuto endometriale migrerebbero in senso inverso all’interno della pancia, attraverso le tube, per poi impiantarsi al di fuori della cavità uterina. Il tempo medio di diagnosi, dalla prima comparsa dei sintomi, è mediamente superiore ai 10 anni; in realtà, già attraverso la palpazione, l’ecografia transvaginale, la risonanza magnetica e gli esami ematici specifici si può far ottenere una diagnosi quasi certa. Marco Scioscia, Dirigente Medico in Ginecologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, si occupa dell’endometriosi da circa otto anni nella sede veronese, che è il centro più importante d’Italia per il trattamento chirurgico di questa malattia. In questo centro si organizzano congressi e corsi informativi sull’endometriosi per ginecologi, per aiutare nella valutazione clinica della malattia; i medici del reparto sono poi impegnati a realizzare pubblicazioni di riferimento a livello europeo e nella ricerca scientifica. Dr. Scioscia, come è possibile riconoscere l'endometriosi? Questa malattia ha un aspetto che varia, ma la si riconosce sempre, visto che si presenta con dei depositi di sangue scuro sui tessuti che si sono ispessiti a causa dell’in-
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RUBRICA SALUTE
fiammazione. È complessa nella diagnosi, sia per quanto riguarda quella clinica e quella strumentale, infatti, bisogna sapere dove trovarla e come riconoscerla. Nel centro di Negrar si presentano donne da tutta Italia con casi disperati, e allo stesso tempo, vi sono ginecologi che arrivano da tutto il mondo, anche dall’America, per studiarla. Esiste una terapia preventiva? Purtroppo no, ma esiste la diagnosi precoce. Si può curare attraverso una terapia medica (la pillola anticoncezionale) o attraverso una terapia chirurgica (laparoscopia), solo quando è strettamente necessario. Vi è una lista d’attesa per l’operazione, per ordine d’arrivo e dando precedenza ai casi più gravi. Dopo l’operazione vi sono dei controlli da fare e ad alcune donne è poi consigliata la menopausa
indotta per alcuni mesi, ad altre la pillola. Per cercare un bambino bisogna aspettare tre mesi dall’operazione, ma dipende da caso a caso. In alcune situazioni si consiglia la fecondazione assistita. Una volta rimossa il problema può considerarsi risolto? L’endometriosi purtroppo torna fino a quando non si va in menopausa, ma se viene rimossa correttamente è poco probabile che si presenti dopo due anni. Terapie definitive per la cura dell’endometriosi non sono ancora state trovate e si procede in diversi modi, a seconda della gravità del caso, dell’età della donna, del grado di dolore e del desiderio di maternità.
L'Associazione Progetto Endometriosi In America vengono fatti innumerevoli studi e si investe nella ricerca, mentre in Italia si parla solo di un’interrogazione parlamentare per riconoscerla, ma che deve ancora essere firmata. Per questo problema si batte l’Associazione A.p.e. Onlus (Associazione Progetto Endometriosi), nata nel 2005 a Reggio Emilia e formata da donne volontarie che hanno creato altri piccoli gruppi in tutta Italia per perseguire un unico scopo su questa malattia, che è anche il loro motto: ‘’Fare informazione per creare consapevolezza’’. Cecilia Santoro e Erica Cremonesi sono le referenti di Verona dell’associazione; affermano che: ‘’Ciò che colpisce in Italia è che sono 3 milioni le donne che soffrono di endometriosi ma non c’è ancora un registro nazionale per far diventare reali i dati e per riuscire ad ottenere l’esenzione del ticket’’. A.p.e. Onlus collabora con medici e organizza incontri, convegni, banchetti informativi, appuntamenti di auto-mutuo-aiuto e terapie di coppia. Il 15 marzo 2014, le volontarie di tutta Italia, hanno realizzato in piazza di Spagna un flash mob pubblicato anche su YouTube dal titolo ‘’Endometriosi, rompiamo il silenzio’’ e quest’anno, il 7 marzo, decennale della nascita dell’associazione, organizzano a Carrara, nel Centro Congressi, dalle 8.30, un convegno nazionale sulla malattia, con la presenza dei più grandi medici dei centri pubblici specializzati dell’endometriosi, con un’esperta di comunicazione e con uno dell’alimentazione. Per partecipare bisogna iscriversi gratuitamente sul sito www.apeonlus.com compilando l’apposito modulo.
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SOCIALE&SALUTE Iniziativa all’Ospedale di Marzana
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Un laboratorio di scrittura davvero speciale
di Michele Cavejari
All'interno del Dipartimento di Salute Mentale è stata data la possibilità a tutti gli ospiti di esprimere il loro lato creativo attraverso la scrittura. In queste pagine parliamo del progetto e pubblichiamo qualcuno dei lavori.
A
ll'interno del presidio ospedaliero di Marzana, si apre uno spazio creativo dedicato agli ospiti del Dipartimento di Salute Mentale. L'educatrice, nonché responsabile delle attività, Elisa Avesani, ci parla in particolare di un'iniziativa. Si tratta di “Poesia in Parole”, ossia un importante laboratorio di scrittura concepito in chiave terapeutica e articolato all'interno de “La bottega delle idee”, ciclo annuale di laboratori rivolti agli ospiti delle tre comunità residenziali. Le attività, stagionalmente turnate, si svolgono dal lunedì al venerdì sotto la supervisione di due membri del personale e, nel caso specifico di “Poesie in Parole”, a fronte della creazione di appositi gruppi di lavoro composti da 4 o 5 ospiti. Ciò, sottolinea Elisa Avesani, «affinché sia possibile seguire ciascuno dal punto di vista logico-grammaticale e non solo formativo». Per almeno due ore a settimana, dunque, gli ospiti con competenze hanno l'occasione di esprimere attraverso la fantasia ciò che altrimenti per essi sarebbe impossibile esternare; ovvero, aiutarsi l'un con l'altro nel produrre versi o cimentarsi autonomamente nel mondo della prosa. Questo è il caso particolare di un ospite, la cui spiccata vena artistica si rivela in brevi racconti dal tono umoristico e favolistico ove figurano gli operatori stessi nelle sembianze di animali. «Solitamente» chiarisce Avesani, «viene dato al gruppo uno specifico tema. Poi, su di esso i pazienti iniziano a produrre i propri contributi». Di certo, conclude l'educatrice «un'iniziativa di elevato pote-
re terapeutico, se pensiamo che emozioni altrimenti ingestibili o silenti, possono emergere, rivelarsi e liberare il singolo dal loro peso inesprimibile». Pubblichiamo di seguito alcuni dei lavori realizzati all’interno del progetto e forniti dal gruppo di educatori. Carnevale calibro 45 Carnevale è festa e la maschera la metto in testa, è musica di sera e della disco music è l'era. Sono il Re del ballo e mi piace tanto fare lo sballo perchè a me piace ballare ed amo farmi guardare, e se da scheletro mi vesto nell'armadio resto finchè poi non ci esco! Carnevale Calibro 45 e lo sballo è fino alle 5! N.B. L’Amore Come ad ogni S.Valentino arriva un cioccolatino, per la festa degli innamorati tutti un po’ sgangherati per il bene che ci vogliamo insieme ci rispettiamo e come pegno d’amore è solito un certo fiore di cui rosso è il colore! In amore conviene sempre litigare solo per poi dopo la pace fare. A.DM. Non abbiamo potuto pubbicare tutto il materiale fornito da Elisa Avesani su queste pagine. Ringraziamo tutta la struttura per l’appoggio alla redazione,.
Le Castagne Una volta in un grande castagnaro c’era la castagna Elisa, che da piccolina era chiusa in un grande riccio verde.un giorno cascò dal riccio e così si trovò in mezzo ad altre castagne, e così la castagna Elisa fece amicizia con altre castagne di nome Nicola, Katia, Francesca ed altre castagne ancora. Con queste castagne, lei andava a spasso e a fare la spesa. Finita la spesa la castagna Elisa si fermava al Bar a bere aperitivo e mangiare noccioline con gli altri suoi amici, e poi andava a pranzo e faceva da mangiare per gli altri suoi amici e parenti castagni. Al pomeriggio faceva pure le pulizie nella sua casetta, poi a prendere i suoi castagnettini Luca e Stefano all’asilo! Infine faceva la cena e poi tutti a letto nel grande castagnaro. G.M.
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Nuove esperienze dalle tradizioni
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Riscoprire l’artigianato. Nasce #ARTIgianaMENTE
Da un’idea dell’Associazione Innoval Young, in collaborazione con il Verona FabLab, è partito con la presentazione ufficiale lo scorso 4 febbraio un progetto che punta all’innovazione a partire dalla tradizione artigiana veronese. di Matteo Bellamoli
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sperti del settore artigiano, testimonianze di coraggio e intraprendenza tra sapere e saper fare, l’esperienza di capire come funziona una bottega artigiana. Sono questi i tre ingredienti di #ARTIgianaMENTE, un progetto ideato da Innoval Young in collaborazione con Verona FabLab, presentato ufficialmente lo scorso 4 febbraio. Si tratta di un innovativo percorso di scoperta e approfondimento sul mondo dell’artigianato, che prenderà il via il prossimo 25 febbraio e a cui è possibile iscriversi dal sito www.innoval.it nella sezione dedicata. #ARTIgianaMENTE vuole essenzialmente recuperare la cultura ed il valore del lavoro artigianale attraverso un percorso che stimoli la creatività e favorisca la scoperta e la consapevolezza di una vocazione all’artigianalità. Chi l’ha detto che per trovare nuovi stimoli non si debba partire proprio dall’artigianato? Ecco quindi che l’occasione ed opportunità di confronto-incontro messa sul piatto dal progetto, in grado di stabilire un contatto tra maestri artigiani e giovani, diventa estremamente interessante. Come detto, la prima fase del progetto partirà il 25 aprile. In questa fase saranno organizzati, sempre al Verona FabLab, quattro incontri serali dalle 20:30 alle 22:30, con formatori esperti che consentiranno di maturare una visione a 360° sul mondo del “saper fare” artigiano. I valori di un mestiere, il percorso dall’idea al prodotto, la bottega come spazio fisico e virtuale e l’innovazione nei processi produttivi. Questo
percorso si concluderà mercoledì 8 aprile per poi lasciare spazio al secondo modulo, in cui i partecipanti potranno effettivamente entrare nelle botteghe artigiane e incontrarne i protagonisti, confrontandosi con la quotidianità di un mestiere. Dal 22 aprile al 13 maggio, sempre dalle 20:30 alle 22:30, saranno organizzate quattro uscite in collaborazione con Roberto Borsarini (mobili in stile), Fabio Dalla Rosa (ceramica artistica), Massimo Marchiori (giochi creativi in cartone) e Michele Massaro (Gaio il calzolaio). Il progetto si concluderà con un momento di brain storming domenica 24 maggio, in concomitanza con lo Start Up Day Innoval
2015 ospitato all’interno della Fiera Roboval, all’Arsenale di Verona. A tutti i partecipanti sarà data la possibilità di presentare le idee di impresa nate durante il percorso, coadiuvati da Franco Cesaro della Cesaro&Associati. Da non dimenticare che, in ottica 2.0, per supportare il progetto è stata avviata una campagna di crowdfunding, al quale tutti gli interessati possono contribuire ricevendo in premio originali oggetti 3D realizzati dal Verona FabLab. Potrete aderire sempre tramite il sito www.innoval.it nella sezione “eventi” dove è inserito il progetto #ARTIgianaMENTE, oppure contattando la referente del progetto Valentina Garonzi.
Roboval atto quarto. Il 23 e 24 maggio all’Arsenale di Verona Arrivato il consenso per l’utilizzo della nuova location, la fiera della robotica e delle nuove tecnologie si appresta ad una nuova edizione. di Mattia Zuanni
L
a fiera si sposta. Dopo tre anni a Grezzana (due in piazza Carlo Ederle e uno in Viale del Lavoro), la quarta edizione di Roboval, sarà all’Arsenale di Verona, in pieno centro città. «L’anno scorso è stata un’edizione fantastica, ricca di espositori e, soprattutto, di visitatori» spiega Alberto Valente, presidente delle fiera. «Quest’anno però abbiamo pensato di allargarci, sia per aumentare lo spazio rivolto agli stand, sia per aprirci a tutta la città di Verona». Anche per questa edizione, tutti gli istituti superiori veronesi saranno invitati a mostrare i propri progetti e a portare con sé gli ormai tradizionali robot per risolvere il labirinto che si preannuncia molto più grande
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Nuove esperienze dalle tradizioni
e complesso. Torneranno le sfide volanti delle passate edizioni: si predisporrà infatti uno spazio per la gara dei droni, una prova d’abilità per i piloti che si cimenteranno in slalom e acrobazie con il proprio mezzo radiocomandato. «Ma non ci saranno solo queste gare! Infatti stiamo già pensando ad altre tipologie di competizione, rivolte alle scuole e non solo. Una piccola anticipazione: dovrete rispolverare le vecchie stazioni saldanti, per tirare fuori il saldatore che c’è in voi». L’organizzatore ufficiale dell’evento 2015 sarà l’associazione Verona FabLab, il laboratorio aperto l’anno scorso proprio in concomitanza con la terza edizione della fiera. «Negli ultimi anni Roboval sta diventando sempre più un punto fermo per gli appassionati delle nuove tecnologie, ma possiamo dire dei maker in generale» ha spiegato Riccardo Bertagnoli, presidente
di Verona FabLab. «Quest’anno abbiamo deciso di essere i primi sostenitori della fiera: come Verona FabLab contiamo quasi 250 iscritti, molti dei quali portano nel nostro laboratorio idee e progetti che potrebbero trovare nella manifestazione un’ottima occasione per essere mostrati al pubblico». Una bella scommessa per tutto lo staff della manifestazione, che giorno dopo giorno vede crescere il numero di persone interessate all’evento. «Stiamo già creando dei gruppi di lavoro» ha concluso Valente «ascoltando le idee di tutti e cercando di dividerci i compiti in base alle capacità di ognuno per arrivare preparati alla fiera. È sicuramente una bella sfida, ma l’affronteremo senza timori, consapevoli che stiamo facendo un qualcosa di buono per la città, e soprattutto per il mondo makers di Verona e provincia”.
ope n day 2.0 1 5 IL 23 FEBBRAIO 2015, VIENI A SCOPRIRE IL MONDO DEI MAKERS PROGRAMMA Ore 19.30: Aperitivo di benvenuto Ore 20.00: Presentazione Verona FabLab, corsi ed attività del 2015 Ore 21.00: Piccolo rinfresco Durante la serata sarà possibile visitare il laboratorio ed effettuare il tesseramento per l'anno 2015 L'evento è aperto a tutti, anche ai non tesserati Iscriviti gratuitamente all'evento, fotografa il qr per effettuare l’iscrizione PROSSIMI CORSI: • corso di grafica vettoriale • corso di web marketing • corso di wordpress • corsi di stampa 3D Per informazioni su come tesserarti: Viale del Lavoro, 2 - 37023 Grezzana (VR) info@veronafablab.it - www.veronafablab.it
GIOVANI Eccellenze digitali veronesi
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P antheon
La scommessa di Google
per rilanciare il made in Italy di Camilla Pisani
Sta per volgere al termine il progetto ideato da Google e Unioncamere per avvicinare le PMI alla cultura digitale. La sfida era nelle mani di cento giovani professionisti del 2.0 selezionati in tutta Italia. Tra loro anche due veronesi, Cecilia e Francesco: Pantheon li ha incontrati per capire com’è andata.
Cecilia Rigodanza
T
Francesco Beninato
ra i brand mondiali più ricercati sul web, il made in Italy gioca un ruolo da protagonista. E se a dirlo è Google non possiamo che essere d’accordo. Il gigante dell’hitech ha reso noto che le ricerche legate a prodotti italiani dal 2013 ad oggi sono aumentate del 12%: in vetta resta saldo l’interesse per la moda, ma sono turismo ed agroalimentare a registrare la crescita più significativa. Il problema tra aziende italiane e web, quindi, non è quel che si cerca ma ciò che si trova, perché chi il made in Italy lo produce, per la maggior parte artigiani e piccola o media impresa, rispetto alle realtà straniere è presente online in modo meno strutturato ed efficace. Quando è presente. Perché solo il 34% delle Pmi ha un sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare ecommerce. Insomma, l’economia manifatturiera italiana, oggi, per il mercato globale rappresenta un immenso potenziale ancora inesplorato, che rischia di perdersi tra la seconda e la terza pagina dei risultati di ricerca su Google. “Made in Italy: Eccellenze in digitale” è il programma partito dal-
la sede italiana dell’azienda, in collaborazione con Unioncamere e Camera di Commercio, con l’intento di correre ai ripari, aiutando le imprese ad accrescere la consapevolezza dei vantaggi derivanti da un utilizzo più avanzato del web. All’iniziativa hanno aderito le Camere di Commercio di 52 province italiane, tra cui Verona, che hanno messo a disposizione delle aziende interessate a crescere sotto il profilo digitale, le competenze di circa un centinaio di giovani esperti di comunicazione, marketing e web: due per città, selezionati attraverso un bando a cui hanno partecipato, in totale, oltre 3.000 candidati. A Verona, il compito di traghettare l’imprenditoria locale nell’era 2.0 è stato affidato a Cecilia Rigodanza, 25 anni, laureata in Design Technology Management all’Università di Leeds, e Francesco Beninato, coetaneo, laureato in Filosofia all’Università di Verona, con un master in Management dell’innovazione alla Cuoa Business School. Dal primo settembre, e per sei mesi, i due professionisti veronesi sono ospiti in Camera di Commercio con il
compito di formare e supportare nel percorso di digitalizzazione le cinquanta aziende del territorio che hanno preso parte al progetto, tutte appartenenti a due dei settori che più trainano l’economia veronese: vino e agroalimentare. Allo scadere dell’incarico abbiamo incontrato i due borsisti per capire a che punto della sfida digitale si trovano le nostre Pmi. «Su un totale di 12.000 imprese veronesi, appartenenti ai due settori di riferimento, ne abbiamo analizzate 800», dice Cecilia «di queste, il 60% ha un sito internet e solo il 4% è attivo sul canale e-commerce, ma questo è un tasto dolente che dipende, più che dagli imprenditori, dall’aspra burocrazia vigente sulle vendite online dirette ai privati». La maggior parte delle aziende monitorate ha un sito web, il problema è come viene aggiornato: «molte aziende pensano di aver concluso il lavoro online una volta terminato il sito, in realtà è proprio in questo momento che possono iniziare le attività di comunicazione e marketing, altrimenti rimane una vetrina statica e inutile». Interviene Francesco, «un altro aspetto
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difficile da trasmettere è l’importanza del blog aziendale come strumento per farsi intercettare da potenziali clienti». Ma il ruolo di primo piano, in tema di web marketing, è ricoperto soprattutto dai social media. Come se la cavano le Pmi? «Delle 800 aziende, il 30% utilizza Facebook e meno del 10% utilizza Twitter» continua Cecilia. «Le grandi aziende si appoggiano ad agenzie specializzate ma, nella maggioranza dei casi, i profili aziendali vengono gestiti non da esperti ma da personale non formato che ricopre un altro incarico in azienda, per lo più di segreteria o contabilità e amministrazione». Le informazioni raccolte nei primi mesi del loro incarico sono servite a Cecilia e Francesco per studiare una strategia di affiancamento alle aziende veronesi. Pur trattandosi di vere eccellenze dell’industria risiera, dolciaria o vitivinicola, per citarne alcune, le aziende scontano un deficit molto alto nella de-
Eccellenze digitali veronesi finizione dei budget destinati alle attività di marketing online, anche per chi esporta in diversi paesi. «Per la comunicazione, si preferisce investire sull’outbound, cioè quotidiani o televisioni locali, oggettistica e promozioni che mirano a trovare i clienti e non a farsi trovare», spiega Francesco, «a discapito del potenziamento del sito web e della comunicazione social, escludendo la possibilità di far conoscere i propri prodotti oltre i confini nazionali, raggiungendo nuovi mercati e nuovi clienti in tutto il mondo». Il lungo percorso verso un’economia globalizzata sembra, dunque, solo agli inizi.
Maurizio Danese Vicepresidente della Camera di Commercio di Verona
Vino e agroalimentare: i comparti scelti da Verona per Eccellenze in Digitale «Sono cinquanta», spiega il Vicepresidente della Camera di Commercio di Verona, Maurizio Danese «le aziende del settore agroalimentare e del vino che hanno deciso di mettersi in gioco e di fare un’analisi del loro stato di utilizzo delle tecnologie digitali. Le nostre imprese, soprattutto quelle del vino, sono già attive in internet e sui social network, ma una presenza efficace va progettata, studiata e gestita con attenzione. Ben venga quindi l’aiuto di Google. Internet è un mare magnum, ci si può perdere o si può trovare nuovi e più interessanti lidi. L’auspicio è che i nostri due nativi digitali, Cecilia e Francesco, con l’aiuto di Google, ci abbiano dato una bussola per orientarci e, naturalmente, anche per farci trovare».
HI TECH
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Come gestire una grande mole di dati
P antheon
Big Data
Una frontiera sempre più a portata
L’importazione di innovazione e nuove tecnologie in ambito business, all’interno di un Paese come l’Italia, porta un nome ben preciso: scouting di prodotti e servizi. In questo numero parliamo dei Big Data.
di Francesco Turlon
Marco Bizzantino Chief Technical Officer di Kiratech.
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on spaventatevi. Il tema sembra complesso, ma cercheremo di semplificarlo. Per questo ci siamo rivolti a Kiratech, realtà aziendale veronese specializzata nei Big Data composta da 13 persone, che quest’anno festeggia il decimo anno di attività con alle spalle due importanti riconoscimenti internazionali. Nel 2013 il premio Prelert Partner EMEA (Europe Middle East Africa, ovvero da un punto di vista informatico tutto il mondo tranne che Stati Uniti) e proprio in questi giorni il riconoscimento da parte di Juniper come miglior partner tecnologico europeo. L’attività lavorativa sui Big Data prevede competenze tecniche, risorse, fiuto e intuizione nel capire che direzione sta prendendo il mercato per poi andare a presentare con coraggio queste innovazioni ad aziende che non ne hanno ancora sentito parlare. Questo è il lavoro, tra gli altri, di Kiratech. Ne abbiamo parlato con Marco Bizzantino, Chief Technical Officer di Kiratech. Dott. Bizzantino, prima di affrontare il tema potrebbe presentare Kiratech per capire in che modo è collegata all’ambito Big Data? Kiratech nasce come System & Cloud Integrator, quindi con una base prettamente sistemistica, legata all’infrastruttura informatica. Nel corso del tempo abbiamo cambiato il nostro business cominciando a partecipare a svariate conferenze internazionali con l’obiettivo di fare
scouting di nuovi prodotti e tecnologie cercando di capire quali potrebbero interessare il mercato italiano da cui proviene il 90% del nostro fatturato. La nostra proposta si divide in tre aree: infrastruttura classica e Cloud, Security, nuove tecnologie legate ad analisi e Big Data. Dal 2009 abbiamo iniziato ad occuparci di tecnologie Big Data. Siamo stati il secondo partner tecnologico italiano di un software chiamato “Splunk” e il primo partner di “Prelert”. Siamo stati invitati a parlare di questa esperienza in una conferenza internazionale a Las Vegas pochi mesi fa. Parliamo quindi di Big Data. Cosa sono? Partiamo dal problema: le aziende si trovavano ad avere molti dati da gestire! Big Data è semplicemente un modo, una metodologia, per prendere questi dati, aggregarli e trasformarli in informazioni. Le aziende, con questa enorme mole di dati, possono estrapolare valore aggiunto correlando le informazioni a disposizione in tempo reale. Cosa si può mettere in relazione? Qualsiasi tipo di dato: dati business, dati applicativi associati a dati derivanti da un social network. Non c’è limite. A questo punto si verifica però un secondo problema: si è passati dall’avere tanti dati e zero informazioni all’avere troppe informazioni. La necessità diventa quella di avere strumenti che consentano di correlare particolari che sfuggirebbero, dif-
ficili da ottenere. L’obiettivo di questi strumenti è fornire l’informazione più rilevante nel minor tempo possibile, penalizzando le informazioni ripetitive e sovrabbondanti. Come si riesce poi a rendere fruibili queste informazioni? Anni fa si era iniziato con le “infografiche”, metodo di rappresentazione grafico di concetti. Adesso si parla di “Data Visualization” e la soluzione che proponiamo in tal senso si chiama Tableau. Però possiamo affermare che se 5 anni fa solo aziende medio-grandi potevano permettersi soluzioni di analisi di Big Data, oggi il mercato si è snellito parecchio e anche le PMI possono accedervi con costi abbordabili. Quali sono le posizioni lavorative che si potrebbero aprire in futuro e su cosa dovrebbero puntare i giovani nella scelta del proprio percorso accademico? Non esiste ancora in Italia, o almeno non come negli altri paesi, un corso di studio in “Data Scientist”, che formi una persona all’utilizzo dei Big Data. Possiamo però vedere quali caratteristiche deve possedere questo professionista: capacità di analisi, sviluppo con linguaggi informatici di alto livello (Java, Python, Ruby) e solide conoscenze matematiche e statistiche. Il linguaggio di programmazione consigliato in questo settore è “R” che viene già insegnato nelle università. Con queste competenze usciti dall’Italia si trova lavoro in pochissimo tempo.
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FASHION E SOCIALE
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Clio Make Up lancia un’iniziativa De-LAB
Voilà... il web a misura di disabile
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di Francesca Mauli
Nasce Voilà, progetto di comunicazione brevettato da De-LAB, realtà veronese impegnata nel settore del Business Inclusivo, dell’Innovazione Sociale e della Responsabilità Sociale d’impresa, e sostenuto da una testimonial d’eccezione.
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hi non ha mai sentito parlare di “video-tutorial”? Nell’epoca del 2.0 a tutti i costi, ammettiamolo, i video-tutorial ci hanno salvati in più occasioni. Da “come montare le catene da neve” a “come cuocere il lesso con la pearà”, online è presente un mondo di istruzioni che, soprattutto se presentate sotto forma di video, facilitano a tutti le cose. O meglio, quasi a tutti. Alle persone sorde, per esempio, no: vedere le imma-
ne Sociale, Responsabilità Sociale d’Impresa, Social Storytelling, Consulenze di Business Inclusivo con sede a Verona, unico in Italia a essere accreditato all’interno della rete “BOP Network” (vedi Pantheon n.49 - Aprile 2014). «Durante i miei studi all’estero, mentre stavo guardando alcuni tutorial su Youtube, ho iniziato a riflettere sulla reale accessibilità di questi strumenti che, non essendo tradotti in LIS (Lingua Italiana dei Segni), non sono fruibili
gini senza poter capire le istruzioni serve effettivamente a poco. Come rendere quindi fruibile anche alla comunità sorda la grandissima risorsa dei web-tutorial? Ha cercato di rispondere concretamente a questa domanda Lucia Dal Negro, fondatrice, insieme a Irene Tomasoni, di De-LAB, centro di progettazione sociale al servizio delle imprese profit, specializzato in percorsi di Innovazio-
alle persone sorde. Molta della conoscenza che le persone udenti possono ottenere gratuitamente attraverso il web, quindi, non arriva alle persone svantaggiate. Da lì è nata l’idea di colmare questa carenza sviluppando un videotutorial tradotto nel linguaggio dei segni». A differenza dei video in cui sono presenti i sottotitoli o un interprete LIS, solitamente relegato in un
angolino dello schermo, quasi a non disturbare la visione dei normodotati, e dei cosiddetti “videoghetto”, pensati cioè solamente per i disabili, l’obiettivo di Lucia era quello di rendere presenti in contemporanea sullo schermo la persona udente e quella non udente, abbattendo ogni barriera di comunicazione e dando origine a un vero proprio video “inclusivo”, pensato, progettato, costruito insieme da normodotati e disabili, e per questo perfettamente fruibile da entrambi. Ci è riuscita con il “botto”, coinvolgendo nel primo video-tutorial inclusivo della storia la regina delle make up artist Clio Zammatteo, in arte Clio Make Up, tra le prime a comprendere le grandissime potenzialità del web in tema di condivisione di contenuti e conoscenze. «I tutorial che funzionano maggiormente sono quelli in cui vengono spiegate e realizzate, in un tempo massimo di una decina di minuti, delle tecniche semplici. Ho cercato quindi di avvicinare la mia idea al mondo della cosmesi, settore che, in questo momento, vive di queste dimostrazioni “visual”, affidandomi a una make-up artist esperta del mondo virtuale. Ho scelto di contattare Clio, proponendole di diventare testimonial del primo video creato con questo format, che abbiamo brevettato e battezzato “Voilà”. Si è resa subito disponibile a partecipare gratuitamente, conquistata dall’originalità della proposta». Grazie a una squadra di videomaker, traduttori LIS e all’appoggio appassionato dell’Ente Na-
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Clio Make Up lancia un’iniziativa De-LAB
zionale Sordi di Verona, felice di poter finalmente rendere partecipi i suoi associati a contenuti da cui prima erano esclusi, quasi che la cosmesi e la bellezza fossero tabù per i disabili, la macchina di De-LAB ha dato vita al primo video-tutorial di trucco tradotto in simultanea in LIS, presentato il 3 dicembre 2014 in occasione della Giornata Internazionale delle
Persone con Disabilità. Nel video, visibile sul sito dedicato al progetto, voila.delab.it, e sulla pagina Facebook/progettovoila, Clio trucca Natalia Colombo, una modella sorda, che traduce in contemporanea in LIS le indicazioni dell’artista. «La co-presenza di udenti e non udenti nel video permette non solo l’integrazione dei linguaggi» ha specificato Lucia, «ma anche l’incontro fisico tra l’esperto che spiega in italiano orale e la persona sorda che, mentre traduce, realizza quanto viene spiegato. Questa duplice presenza è fondamentale, perché questo tipo di video non è pensato solo per i sordi, ma anche per le persone udenti. È usufruibile quindi da tutti gli utenti e rientra nel concetto di Innovazione Sociale e Responsabilità Sociale d’Impresa che De-LAB sta portando avanti». Come tiene a spiegare Lucia, Voilà è infatti un progetto di comunicazione a tutti gli effetti, «a servizio di imprese che
propongano prodotti adatti a essere spiegati o utilizzati all’interno di video-tutorial, dal mondo della cosmesi a quello dell’alimentazione, passando per l’enologia e l’artigianato creativo, che vogliano investire in un linguaggio di comunicazione “integrato”, che non escluda quindi alcun utente, innovativo e originale. Siamo quindi alla ricerca di imprenditori che vogliano replicare lo stesso format, anche con altri prodotti». «Il riscontro da parte della comunità sorda è stato positivo» conclude Lucia. «Molte delle persone che abbiamo incontrato ci hanno detto di non essersi sentite strumentalizzate, e questo è per noi il ritorno più importante: non si tratta di vendere di più perché si “utilizza”, nella comunicazione, un testimonial sordo, ma di studiare un linguaggio che parli a due comunità, raggiungendo quindi un pubblico più ampio e rispettandone insieme tutte le differenze».
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ARTE Roberto Bertani
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Autodidatta sì, ma con orgoglio Abbiamo incontrato Roberto nel suo studio, e azienda, di San Martino Buon Albergo, dove custodisce oltre cinquant’anni di vita artistica fatta di paesaggi, persone e grafica. Un percorso artistico particolare a testimonianza di una grande forza d’animo. di Erika Prandi
Roberto Bertani da Pittore a Imprenditore
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inquant’anni di attività artistica e centinaia di quadri realizzati. La vita di Roberto Bertani non si può certo riassumere in poche righe, essendo tuttora, oltre che pittore, anche imprenditore. Si considera un creativo, un uomo che è riuscito a camminare con le sue gambe puntando dritto verso la meta, ponendosi continuamente obiettivi da raggiungere. Su Bertani si può dire che ha “l’arte nel sangue” essendosi accostato ad essa fin da giovane, a soli tredici anni. «Un giorno passai davanti alla vetrina di una drogheria in porta Borsari» racconta, «e rimasi colpito dalle scatole di colori e dalle tavolozze esposte». Da lì all’acquisto della prima tela con cavalletto il passaggio fu breve. Da autodidatta passò ben presto sotto il maestro Domenico Zangrandi con il quale studiò dal 1964 al 1969 imparando le tecniche della pittura a olio, della punta secca e dell’acqua forte. Poi, a sedici anni, entrò nel Circolo Artistico Nardi nel quale, a diciotto anni, allestì la sua prima personale. Da Verona si spostò in Sardegna per svolgere servizio di leva militare (ma anche qui riuscì a trovare tempo per dipingere negli alloggi degli ufficiali) e poi fu
trasferito a Roma dove frequentò il liceo artistico. Ritornato nella sua città natale continuò a dedicarsi alla pittura finché non ci fu la svolta con l’apertura dell’azienda di arti grafiche con cui trovò anche il modo di pubblicizzare le sue opere e di crearne di nuove. Bertani divenne così imprenditore di sé stesso, un «uomo libero», come ama definirsi, senza nessuno che gli imponesse soggetto e stile pittorico. Lo abbiamo incontrato nella sua azienda (dove ha anche lo studio) a San Martino Buon Albergo. Nelle ampie stanze, e lungo le pareti della scala di collegamento tra i due piani, decine e decine di quadri a testimoniare il suo lungo cammino di ricerca tematica. Perché la sua arte è proprio questa: ricerca continua, costante, di emozioni, sentimenti, attraverso l’elaborazione di soggetti, ma senza la serialità che potrebbe contraddistinguerla. Lui stesso dichiara: «devo trovare emozioni per dipingere, sennò cosa dipingo a fare». E lo fa attraverso pennellate fluide, sinuose, che danno il senso del movimento e del moto interno dell’anima. A prevalere sono i paesaggi anche se non mancano figure umane dai contorni marcati, ma dalla generica identificazione. Ciò che importa è il messaggio che l’opera deve trasmettere, non la resa perfetta dei particolari. E lo si nota soprattutto nei lavori degli ultimi anni in cui è forte l’influenza della grafica computerizzata. In essi è evidente l’amore del pittore per le opere liriche e la sua città, anche mediante l’inserimento dell’uva nelle varie declinazioni. Bertani è rimasto fedele alla tradizionale pittura a olio che utilizza lavorando nei suoi tre studi: in azienda, a casa, oppure in montagna, in Lessinia,
lontano dalla caotica vita cittadina. È soprattutto qui che realizza la maggior parte dei suoi quadri elaborati precedentemente laddove i suoi occhi «guardano cose che gli altri non vedono». Proprio questo amore per l’arte figurativa lo tiene lontano dalla componente astratta (sebbene il passo sia breve) perché, secondo lui, «l’arte deve ritornare a essere più comprensiva, più ricca di emozioni e con un suo percorso». Un piccolo significativo esempio veronese di come la creatività può fare impresa sul territorio e per la comunità.
“Veduta dal Monte Baldo” (2012)
“Scosso dal vento” (2012)
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RUBRICA
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Il Libro: Racconta la storia di Federica, una tredicenne che, lasciato con nostalgia il suo piccolo paese sul lago, si trasferisce in una città grigia e ostile. Federica Horn va a scuola dove si esprime in un buon italiano e ama la matematica. I compagni di classe, fin da subito la guardano con diffidenza, perché “perfettina”. L’anno scolastico è lungo e le cose cambiano. Il racconto segue anche la storia dei compagni Laura, Simone e Maraf, nonché di Tania, Luca, Giorgio e Marcello, questi ultimi si vantano di appartenere alla categoria dei prepotenti (alias bulli), fino a quando... Il lettore entra nelle esperienze forti di solitudine, di rifiuti del “diverso”, però anche di amicizia, responsabilità e amore. In piscina Federica incontra Mauro, frequenta la seconda liceo e pensa «ha già la forza di puntare dritto. Sapeva dove andare, quali porte spalancare. Forse bastava uscire dalla scuola media per avere tutto chiaro in testa». È proprio vero? Ma Marco e Orso allora? È noto, la scuola media segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, Federica, in terza si ritrova in un contesto nuovo: però sa resistere. Diventa coraggiosa e vince le sue paure. Ciò grazie all’appoggio di Simone che sogna «di rovesciare il mondo», di Laura figlia della prof ma che agisce con la propria testa e di Mauro.
Autore: Adriana Merenda Titolo: CAPRIOLE SULL’ASFALTO Edizioni: NER Nuove edizioni Romane 2012 Prezzo: 12 € Pagine: 248 Adatto dai 12 anni in poi recensione a cura di Alessandra Scolari
a cura di Mattia Zuanni
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L’autrice: Adriana Merenda, siciliana trapiantata nel Trentino, insegna letteratura italiana e in questo libro racconta le esperienze dei ragazzi e della scuola, con una semplicità incisiva. Con “Capriole sull’asfalto” è passata al racconto realista, offrendo spunti a tutti coloro che vivono la scuola nel quotidiano e conoscono il peso del bullismo, della esclusione del diverso e il significato dell’esserne vittima. Tra i riconoscimenti per questo libro: il 2° Premio Valtenesi 2013 - Manerba del Garda (BS), il Premio letterario “Racalmare - Leonardo Sciascia - Scuola” 2014 - Grotte (AG). Curiosità: Il libro affronta il tema del bullismo, oggi sorvegliato speciale nelle scuole. Anche il libro descrive incontri tra studenti, durante i quali emergono episodi inquietanti. L’autrice, forte di una ampia esperienza nell’insegnamento, mette a nudo alcuni fatti eclatanti, offrendo l’opportunità al ragazzo di riconoscersi nel personaggio più vicino alla propria identità, mentre l’adulto può recepire un insieme di modi di sentire, di esprimersi e di comportarsi tipici dell’adolescenza. Periodo legato, a prescindere da circostanze particolari, all’ansia di crescere, di affrontare le difficoltà, però con tanta «voglia di fare capriole sui prati». Un libro particolare, a mio avviso, adatto anche a genitori ed insegnanti.
Il film: Il film racconta di un giovane batterista jazz. Andrew, diciannove anni, sogna di
diventare uno dei migliori batteristi di jazz della sua generazione. Ma la concorrenza è spietata al conservatorio di Manhattan dove si esercita con accanimento. Il ragazzo ha come obiettivo anche quello di entrare in una delle orchestre del conservatorio, diretta dall’inflessibile e feroce professore Terence Fletcher. Quando infine riesce nel suo intento, Andrew si lancia, sotto la sua guida, alla ricerca dell’eccellenza.
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Curiosità: Dopo la vittoria al Sundance Film Festival 2014 (Premio della giuria e del pubblico) e l’entusiastica accoglienza alla Quinzaine dell’ultimo Festival di Cannes, il film rimane in corsa per gli Oscar 2015 con ben 5 nomination: Miglior film, Miglior attore non protagonista (J. K. Simmons), Migliore sceneggiatura non originale, Miglior montaggio e Miglior sonoro. Il veterano J.K. Simmons per il suo ruolo si è già aggiudicato (anche) un Golden Globe. Servono ulteriori premesse per andare a vedere questo capolavoro?
Titolo: Whiplash Genere: Drammatico Durata: 105 minuti Regia: Damien Chazelle Attori: Miles Teller, J.K. Simmons, Melissa Benoist, Austin Stowell Uscita (Italia): 12 febbraio
Classici da non perdere... Titolo Il concerto Genere Drammatico Durata 120 minuti Regia Radu Mihaileanu Attori: Aleksei Guskov, Dimitri Nazarov, Mélanie Laurent, Miou-Miou Andrei Filipov è il più grande direttore d’orchestra dell’Unione Sovietica e dirige la celebre orchestra del Bolshoi. Ma viene licenziato all’apice della gloria quando si rifiuta di separarsi dai suoi musicisti ebrei, tra cui il suo miglior amico Sacha. Trent’anni dopo lavora ancora a Bolchoi, ma come uomo delle pulizie. Una sera Andrei si trattiene fino a tardi per tirare a lustro l’ufficio del direttore e trova casualmente un fax indirizzato alla direzione del Bolshoi: è del Thèatre du Chatelet che invita l’orchestra ufficiale a suonare a Parigi. All’improvviso, Andrei ha un’idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti, che come lui vivono facendo umili lavori, e portarli a Parigi spacciandoli per l’orchestra del Bolshoi. È l’occasione tanto attesa da tutti per potersi finalmente prendere una rivalsa.
LETTERATURA & MOTORI
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Il nuovo libro di Danilo Castellarin
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“Temerari”, uomini veri nel mondo delle corse Torna a firmare un’opera il giornalista sportivo veronese, che questa volta descrive, tramite una lunga serie di appassionate interviste, alcuni dei protagonisti delle corse automobilistiche dal 1950 al 2000. Un libro per tutti i cultori della materia con uno stile che ricorda lo straordinario “Piloti che gente” di Enzo Ferrari. di Matteo Bellamoli
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1955, con quella che oggi è una vera perla da museo, la Ferrari 555. Tra gli alfieri degli anni Sessanta, trovano spazio le parole di Derek Bell, Phil Hill e Peter Shetty, che molti a Verona ricordano per la paurosa media oraria che registrò nell’ultima Stallavena-Bosco disputata competitivamente, quella del 1968. Tra i personaggi degli anni Settanta troverete l’intervista alle leggende viventi Niki Lauda e Jackie Ickx, ma ancora ad Arturo Merzario, Clay Regazzoni e Jody Scheckter, l’ultimo iridato Ferrari prima dell’era di Michael Schumacher. Il viaggio prosegue con gli anni Ottanta, in cui spiccano anche alcuni nomi italiani come quello del discusso manager Flavio Briatore, del simpatico Ivan Capelli, ma anche del veloce Riccardo Patrese, ultimo veneto a calcare le scene del Campionato Mondiale di F1. Inedita e interessante l’intervista con Joann Villeneuve, moglie dell’indimenticato Gilles e madre del controverso Jacques, ora impegnato su più fronti dell’automobilismo. Non mancherà, tra i personaggi degli anni Novanta, la voce eroica di Alex Zanardi, esem-
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on è un segreto la passione di Danilo Castellarin per l’auto da corsa, e in modo particolare per quel periodo in cui le corse erano odore di benzina, urlo dei motori, tribune piene ai lati dei circuiti. Lo ha già dimostrato con “Corse Ruvide” (Asi Service, 2013) una delle sue recenti pubblicazioni in cui, ancora una volta, ha indagato il coraggio e la totale abnegazione al rischio da parte dei piloti degli anni d’oro.
Ma questa volta, in “Temerari - Ricordi da corsa dei cavalieri del rischio”, lo spazio è tutto per le voci di chi, non solo dentro gli abitacoli, ha vissuto quegli anni. Si legge nella presentazione del volume, edito dalla Giorgio Nada Editore, «oggi non sono cambiati solo i piloti, le macchine da corsa, i circuiti, i progettisti, le tecnologie. È cambiato il mondo». Proprio da questa certezza che ha un po’ annacquato i canoni del mondo corsaiolo dell’automobile, sono state raccolte per la prima volta sessanta interviste a piloti, e non solo, italiani e stranieri che sono realmente sopravvissuti alle corse più rischiose del Novecento. Quando si correva «per puro piacere, anche per una vittoria soltanto, un record, un tempo sul giro, un sorpasso, a volte più importante del titolo mondiale». Nelle 580 pagine del lavoro figurano nomi di grande calibro per un ideologico viaggio dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta. Da Giannino e Paolo Marzotto, la cui avventura sportiva si intrecciò con quella imprenditoriale, fino a Maurice Tritignant, in grado di chiudere al quarto posto il Mondiale di F1
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Il nuovo libro di Danilo Castellarin
DANILO CASTELLARIN
Quintarelli riparte dal tris Non sarà un 2015 facile per Ronnie Quintarelli. La stagione conclusasi lo scorso novembre sul circuito di Motegi lo ha visto vincere per la terza volta il Campionato Super GT giapponese, di cui spesso abbiamo parlato su queste pagine. Si è trattato, per lui e per la Nissan, di un successo storico, perché arrivato in una stagione in cui i regolamenti tecnici sono cambiati completamente, unificando la serie giapponese con il popolare DTM tedesco. La Nissan GTR ufficiale del team Nismo, portata in gara da Quintarelli assieme al compagno di colori Tsugio Matsuda, ha sudato le proverbiali sette camicie per trovare l'affidabilità e la competitività riuscendo a conquistare l'alloro solamente all'ultimo appuntamento. «Si è trattato di una stagione entusiasmante» ha confidato Quintarelli a Pantheon, nel corso della cena di Natale al Ristorante Tesoro, sede del suo Fans Club, a Sant'Anna d'Alfaedo. «Nissan ha spinto molto per lo sviluppo di questa nuova vettura, il cui lavoro è iniziato già durante la stagione 2013 quando abbiamo capito che la vecchia macchina non aveva il potenziale per contrastare le Lexus. Abbiamo sacrificato la stagione 2013 in favore della nuova auto, e di conseguenza vincere è stato un grande successo,
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ci ha dato tanta carica per il 2015. È stata una vittoria di tutta la squadra». E cosa dobbiamo aspettarci per questa nuova stagione? «L'obiettivo sarebbe quello di conquistare il poker. Nessuno in questa categoria ha mai vinto quattro campionati, e per la Nissan sarebbe un altro grande traguardo». Senza sbilanciarci troppo, anche una notizia che farà piacere agli appassionati italiani: sembrerebbe che per dare visibilità alla serie anche in Europa, nelle prossime stagioni potrebbe anche essere organizzato un evento nel Vecchio Continente.
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pio di forza e coraggio, in grado di rialzarsi dopo il tremendo botto del Lusitzring 2001 per tornare in auto con la BMW nel Mondiale Turismo e quindi laurearsi Campione Olimpico ai recenti Giochi di Londra 2012. Ha lasciato un segno, in questa pubblicazione, anche Mauro Forghieri, l’ingegnere modenese che, tra tutte le altre, diede le forme alla Ferrari 312 T, portata al Mondiale 1975 da Niki Lauda. Scrive Forghieri: «Ho vissuto varie stagioni “temerarie” che questo libro appassionato propone ai lettori con intense testimonianze e che diventano un’unica grande intervista al Novecento da corsa. Un documento più che un libro, perché dà voce a tanti protagonisti di un’epoca irripetibile per la straordinaria miscela di uomini diversi che la popolarono. [...] Per tutti una domanda: perché correvano rischi così elevati? Non per i soldi, perché le corse di allora non facevano arricchire né i tecnici, né i piloti. Non per la grande popolarità, perché non c’erano i collegamenti satellitari, le riprese televisive erano modeste e frammentarie e i giornali sportivi non specializzati anteponevano sempre il calcio e il ciclismo alle corse in automobile. Io credo che i piloti corressero per sè stessi e per lo stretto rapporto con gli appassionati, gli sportivi, gli intenditori».
Nato a Verona nel 1953, giornalista professionista, collabora con L'Arena dal 1982. Tra i sui saggi storici ricordiamo “Tazio Nuvolari. Il pilota dell'impossibile” (2003), “L'altro Ferrari. Luci e ombre sull'Uomo di Maranello” (2004), “Bella e Impossibile. Storia della Stallavena-Boscochiesanuova” (2008), “Guidavamo così” (2010), “Cabianca, una storia di corse” (2011) e “Corse Ruvide. Quando le gare erano sfida, rischio, coraggio” (2013). Nella foto è assieme a Silvia Nicolis, figlia del compianto Luciano e oggi titolare dell’omonimo museo di Villafranca dedicato al mondo dell’automobile.
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PANTHEON UNDERGROUND
The
fooots
P antheon
a cura di Marco Nicolis con la collaborazione di Anthill Booking
Amici prima che artisti, amici prima che gruppo musicale. Parte da qui, proprio dal punto di aggregazione per eccellenza, i banchi di scuola, il cammino dei “The Fooots”, nuovo gruppo indie-alternative rock girovago Pistoiese. Line up Alessandro Camiciottoli (voce, micro Korg) Luigi Aprigliano (chitarra) Marco Valdiserri (chitarra) Michele Galardini (batteria)
R
ock per le sonorità, per lo stile e per le idee, influenzate da quanto di meglio il panorama musicale attuale può offrire come Black Keys, Wolfmather e Oasis, per citarne alcuni. Girovago perché, per scelta, è arrivato a toccare diverse città del Bel Paese, portando la propria musica ad Arezzo, Roma, Bolzano e Firenze. Bastano quindi poche altre parole per definire i The Fooots, quattro giovani innamorati della musica e pieni di idee, pronte a sfociare in nuovi riff e versi. Anche loro, come spesso capita, nascono dalla fine di un progetto chiamato “Fitnia”. Progetto rinato poi nel salotto di uno dei componenti e subito en-
trato nel vivo, con i primi arpeggi e giri di chitarre originali ed inediti, saltando la trafila delle “cover”. Così si è costruito un ambiente creativo originale, ma, per buona pace dei puristi del genere, privo di un elemento chiave della musica moderna, il basso. Mancanza sopperita grazie all’ingegno e alla buona volontà e si, anche grazie ad un sintetizzatore che, per i meno informati, permette di riprodurre in parte le sonorità tipiche del lungo strumento a 4 corde. Formazione fatta, idee ben chiare, ora è arrivato il momento di suonare. Suonare e farsi conoscere toccando quindi le varie città d’Italia, partecipando a contest e concorsi, vera rampa di lancio per i
TERZACORDA
Giacomo Saccomani Guitars, Cymbals, Banjo, vocals Giovanni Maragnoli Keyboards, Harmonica, Accordion and Voice
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musicisti del XXI secolo. Emergenza Festival, Arezzo Rock e il “casalingo” Pistoia Blues, per citare i più famosi, hanno visto i The Fooots aggredire il palco e piazzarsi nelle prime posizioni delle competizioni, incoronandoli come piacevole sorpresa in tutta italiana. Ma non esistono solo i grandi palchi e i contest, anche il più piccolo locale, la più buia taverna sono luoghi dove far conoscere la propria musica e dove arricchire il proprio bagaglio d’esperienza, perché è vero che un musicista deve saper principalmente conoscere ed eccellere con il proprio strumento, ma anche la padronanza del palco e delle sue infinite difficoltà e peculiarità ha il proprio peso. Ora il primo disco è pronto. Mancano gli ultimi ritocchi, gli ultimi dettagli e “This is not the exit” sarà concluso. 10 tracce inedite, 10 pezzi pronti per essere incisi. Un vero traguardo. E poi chissà. Altri pezzi originali? Un nuovo contest? Non sappiamo quale sarà la strada dei The Fooots ma, a piccoli passi, siamo certi che il loro cammino li condurrà lontano.
uonare per divertirci e divertire, ovunque ci avessero dato la possibilità di farlo!” è questo il vero spirito dei Terzacorda? La filosofia dei Terzacorda, di Verona, è sempre stata quella di suonare sempre, ovunque. Suonare per divertirci interagendo costantemente con il pubblico, evitando un impatto opaco e sterile. Il nostro modo di essere è sempre stato pensato per lasciare una frase, una battuta, una risata che magari anche con il passare del tempo il nostro pubblico ricorderà con affetto. Influenze musicali importanti. Da Bruce Springsteen ai Rolling Stones passando per Mumford & Sons... Abbiamo sempre avuto un gusto un po' retrò nell'ambito musicale. Springsteen e gli Stones, per citarne alcuni, hanno posto le basi per il nostro approccio alla musica. Col passare del tempo ci siamo dedicati alla ricerca di nuove ispirazioni e idee,
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trovandole nell'improbabile formazione di gruppi come i “Mumford and Sons” o dei primi “Lumineers”. Proprio da qui prendono forma i nostri gusti artistici e le nostre sonorità. Passare da un format “classico” ad uno “allargato” in cui avete inserito banjo, armoniche, fisarmonica, grancassa e cembalo. Come nasce questa scelta artistica? Il nostro gusto deriva in particolar modo da gruppi anticonformisti e proprio da qui nasce la nostra passione per gli strumenti meno convenzionali. Poi vi chiederete: “Come mai non abbiamo optato per un batterista?” una sfida. Volevamo mantenere tra di noi “l'aura espressiva" che si era creata, senza introdurre elementi che avrebbero potuto rendere meno unico e creativo il progetto. Un album in arrivo e due singoli attualmente scaricabili dagli store digitali. Suonare per il semplice gusto di suonare e divertirsi forse inizia a essere riduttivo per le ambizioni dei Terzacorda? Mai ci saremmo aspettati di arrivare a pubblicare un CD, nonostante avessimo sempre detto "io da grande voglio fare il musicista”. La filosofia scanzonata del "suonare per divertirsi" rimane tuttavia un must e ci ricorda di viaggiare sempre con i piedi ben saldi per terra, senza esagerare e montarci la testa. Dando un occhio al futuro, dove vuole arrivare una band come la vostra? Quali sono i vostri obbiettivi? Parlando del futuro ci sono mille ipotesi e nessuna costruzione concreta. Speriamo solo che gli astri rimangano propizi e che il primo CD abbia un minimo di riscontro. Pezzi nuovi e inediti non mancano quindi forse un secondo CD sarà il prossimo obiettivo.
Pantheon Underground
The Dice
Enrico Testi Guitar, Vocals - Giulio Testi Piano Pietro Fabbri Doublebass - Nicolò Tumiati Drums
N
ati a Ferrara con già alle spalle 5 anni di attività e contests vinti lungo tutta l’Italia. Come siete partiti? Prima ancora di essere una band siamo un gruppo di amici affiatati. La nostra forza nasce proprio dalla condivisione e dall’empatia tra di noi, tramite le quali manteniamo il nostro gruppo sempre unito e coeso. A differenza di molte band della scena italiana, che cambiano spesso la formazione, noi crediamo sia fondamentale rimanere sempre uniti, coesi tra di noi, con i nostri pregi ed i nostri difetti. Pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra, un set che non si ha il piacere di ascoltare spesso. Che sia arrivato il momento della rivincita dei suoni “classici”? Non pensiamo a concetti come quello di “rivincita”, noi siamo a favore di qualsiasi modo di esprimersi, purché ben fatto. Crediamo però che la musica contaminata dall’elettronica non sia l’unica. Il fatto che essa abbia rubato rapidamente la scena agli altri generi non le toglie valore e dignità. C’è veramente tanto materiale inesplorato senza dover ricorrere all’ausilio di suoni che nascono da un computer.
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Ricordiamoci che la magia creata dalla mano dell’essere umano, in tutta la sua imperfezione, non può essere paragonata nemmeno al più moderno dei sintetizzatori. Crediamo che ci siano molti modi di fare musica e che esista ancora la possibilità di tirar fuori del potenziale dagli strumenti “classici”. La partecipazione ad “Allegromosso”, uno dei più importanti festival per band emergenti. Quanto è importante per una band avere la possibilità di suonare ad un evento così in vista? Indubbiamente è stata un’esperienza molto importante, anche perché ci ha dato la possibilità di sbirciare ciò che realmente esiste al piano “superiore”. È una sorta di trailer di ciò che tutti noi speriamo un giorno di vivere. Sicuramente una grande soddisfazione. Ed ora, qual è il prossimo step? Quali sono i progetti futuri dei “The Dice”? Lanciare il nostro ep, cercare di suonare il più possibile, farci conoscere e aumentare la consapevolezza e l’esperienza di ciò che siamo. Per migliorare la nostra musica, per renderla migliore, per renderci noi stessi migliori e perché no, per cercare di realizzare il nostro grande sogno.
Noi amiamo il cibo...
e tu?
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RUBRICA
Garanzia legale di conformità Il consumatore ha diritto a ricevere dal venditore un bene conforme al contratto, nonché alle qualità e ai requisiti promessi dal venditore. In caso di vizio del bene, di produzione o di conformità, che esista già al momento della consegna o che si manifesti anche in seguito, il consumatore acquirente ha titolo per rivolgersi direttamente al venditore per ottenere uno dei rimedi previsti dalla legge. a cura di Adiconsum Verona
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a responsabilità del venditore opera per un periodo di 2 anni dal momento dell’acquisto, o meglio della avvenuta consegna. Tuttavia il consumatore ha l’onere di comunicare al venditore l’esistenza del vizio o del difetto di conformità del bene entro 2 mesi dalla data della sua scoperta. La comunicazione non è necessaria solo se il venditore ha riconosciuto l’esistenza del difetto o l’ha nascosto. Di fatto, quindi, la garanzia opera per 26 mesi dalla data di acquisto. La garanzia prevede che il consumatore abbia diritto al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante, a sua scelta, riparazione o sostituzione con un bene analogo, ovvero, nel caso in cui non sia possibile, ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto. La scelta tuttavia non è consentita quando il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro (ad es., il rimedio è impossibile se si chiede la riparazione del bene ma non esistono più i pezzi di ricambio per quel bene; è eccessivamente oneroso se si sceglie la sostituzione del bene difettoso con uno nuovo quando invece basterebbe un minimo intervento per restituire conformità al bene). Le riparazioni o sostituzioni devono essere effettuate in un congruo termine di tempo e non devono arrecare inconvenienti al consumatore. Nel caso in cui il rimedio scelto dal consumatore non sia realizzato in un tempo ragionevole, il consumatore ha diritto a richiedere, ancora una volta a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo oppure la risoluzione del contratto. Inoltre, il consumatore che chiede la riparazione o la sostituzione del bene non è tenuto a sostenere alcuna spesa, né per spedizioni, né per materiali, né per mano d’opera. E’ di fondamentale importanza richiedere e conservare lo scontrino fiscale che attesta luogo e data di acquisto, in modo da poterlo mostrare al venditore in caso di contestazioni. E’ importante sapere che è il venditore che deve farsi carico di offrire la soluzione al consumatore, non il produttore. Ciò significa che ci si può tranquillamente rivolgere al negozio presso il quale il bene
è stato acquistato e pretendere che il venditore si occupi con la massima attenzione del problema; è a lui, infatti, che spetta accogliere il bene in restituzione ed attivarsi nei modi opportuni, salvo poi rivalersi sul prodotto.
Chi è Adiconsum? Adiconsum è un’associazione indipendente e senza scopo di lucro presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali. Gli operatori, i volontari e i dirigenti forniscono assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori e alle famiglie. È possibile collegarsi al sito internet dell’Associazione: www.adiconsumverona.it o utilizzare il numero telefonico 045/8096934.
Irrinunciabilità della garanzia La garanzia legale è irrinunciabile e non può essere limitata qualitativamente o quantitativamente. Il Codice del Consumo stabilisce che ogni clausola contrattuale che limita i diritti del consumatore riconosciuti dalla legge è da considerarsi nulla.
A chi rivolgersi In caso di mancato riconoscimento dei vostri diritti, è possibile rivolgersi alle sedi territoriali di Adiconsum Verona, (www.adiconsumverona.it) per usufruire del servizio di consulenza e assistenza individuale.
Le Ricette di
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TORTINI SALATI PER DUE
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RICETTA SENZA LATTE E SENZA UOVA
Carciofi, patate e prosciutto ricetta facile e veloce Procedimento: Soffriggete la cipolla con i carciofi e le patate a tocchetti, salate e pepate. Mescolateli al latte, prosciutto e farina. Foderate due stampini con la pasta sfoglia, bucherellatela, versate il composto ed infornate a 190 gradi per 25 minuti.
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RICETTA TRADIZIONALE
GALANI LEGGERI
A Carnevale provate questa versione cotta al forno Procedimento: Mescolate uova, zucchero, olio, sale, vino e lievito e farina. Fate riposare l’impasto per 2 ore. Stendetelo con la macchina per la pasta, ritagliate dei rombi, incidete ogni rombo al centro ed infornate a 190 gradi per 3-4 minuti.Fate raffreddare e spolverate con lo zucchero a velo.
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senzalattesenzauova.blogspot.it
Ciao! Mi chiamo Nicole Scevaroli, ho 26 anni ed abito a Verona. Ho una grande passione per la cucina e sono specializzata in ricette senza questo o quell’ingrediente. Da circa un anno tengo un blog che si chiama “senza latte e senza uova” nel quale propongo tantissime idee sia dolci che salate. Ho da poco pubblicato il mio primo libro che si intitola “Dolci Impossibili ”. In questa rubrica vorrei proporvi delle ricette semplici, sane, divertenti e golose per trasmettervi la mia voglia di cucinare, infornare ed assaggiare! Se volete contattarmi: incucinaconnicole@yahoo.it
Territorio a Spicchi Brevi da Verona e Provincia
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a cura della Redazione
VERONA
“200 anni di vita per i giovani”. Ricordando Don Bosco. Mostre, concorsi, spettacoli, convegni, serate a tema ed impegno sociale. Questo il programma di “200 anni di vita per i giovani”, dal 30 gennaio al 16 maggio a Verona e Provincia per ricordare il bicentenario della nascita di don Bosco. Si tratta di una serie di eventi e appuntamenti, progettati e realizzati dall’associazione Mani Giovani Onlus assieme a tutta la famiglia salesiana di Verona e provincia, Istituto Don Bosco, Istituto San Zeno, Istituto Tusini di Bardolino e Parrocchia di Santa Croce, che hanno l’obiettivo di far conoscere e rendere tangibile il messaggio e la figura di Giovanni Bosco a Verona e in tutto il territorio veronese. Tra le iniziative, in dettaglio su www.donbosco2015verona.it, una mostra all’Arsenale dal titolo “Io x te” allestita con video e foto, dal 31 gennaio all’8 marzo; i concorsi “Mettiamoci in gioco” e “Scatta l’allegria” il primo artistico e il secondo fotografico; un bellissimo musical “C’è da non crederci” in scena venerdì 30 gennaio alle 20:30 all’Istituto S.Zeno in Via Minzoni, 50, a Verona; un convegno dal titolo “Agenzie educative: sinergie o default” realizzato dagli ex allievi salesiani sul tema della sfida educativa del 2015. Infine, la serata finale del 16 maggio in Piazza dei Signori tra danza, spettacolo e musica. I fondi raccolti saranno utilizzati per risistemare un centro diurno del Comune di Verona. POIANO
Un gruppo di volontari porta avanti un doposcuola gratuito per minori stranieri Hanno tra i 15 e i 25 anni, vivono in Valpantena e dintorni e tutti i sabato pomeriggio, nel periodo scolastico, dalle 14:15 alle 16:15, si danno appuntamento nelle sale parrocchiali di Poiano, per aiutare bambini e ragazzi di origine straniera a svolgere i compiti per casa e a potenziare la conoscenza della lingua italiana. Sono una ventina i volontari impegnati, su turni, nel “Doposcuola NOI Poiano”, realtà nata nel 2011 all’interno del Circolo NOI locale sulla base di un sogno: quello di rendersi utile a chi, per varie vicissitudini, si ritrova a vivere nel nostro territorio, favorendo la conoscenza reciproca e l’integrazione. «Accompagniamo bambini della scuola elementare e media, aiutandoli nello svolgimento dei compiti per casa, anche attraverso l’utilizzo di materiale scolastico specifico che ci viene fornito da Alessandra Andriolli, l’insegnante che ci segue e che cura i rapporti con le scuole di provenienza dei ragazzi e con le loro famiglie» spiega Sofia Fenzi, prossima alla laurea magistrale e futura insegnante, tra i “pionieri” del progetto insieme a Serena Cetto e Alberto Zanini. «Noi volontari siamo inoltre supportati da Antonella De Scolari, psicologa, che ci aiuta nella formazione e ci segue nell’approccio con i ragazzi, che provengono da contesti e culture diverse tra loro». Essendo in continua crescita, il servizio è aperto a nuovi collaboratori. Per informazioni su come entrare a far parte di questo affiatato gruppo di volontari, è possibile visitare la pagina Facebook/DoposcuolaNoiPoiano o scrivere una e-mail a circologiovanilepoiano@alice.it GREZZANA
Nuova vita per il Gruppo Marciatori
Nato da un gruppo di sessanta amici uniti dalla stessa passione, quella di muoversi in compagnia, il Gruppo Marciatori di Grezzana è tornato a nuova vita da un paio d’anni. Lo scorso dicembre il gruppo si è affiliato all’Unione Marciatori di Verona e ogni domenica partecipa alle campestri che si svolgono in tutta la provincia. Si tratta di manifestazioni non competitive a cui possono partecipare tutti senza limite di età. Per chi volesse contattare l’associazione per informazioni o adesioni, è possibile visitare la pagina Facebook/GruppoMarciatoriGrezzana oppure scrivere a gruppomarciatorigrezzana@gmail.com BOSCO CHIESANUOVA
Che fine hanno fatto i 200.000€ finanziati per le Scuole di Bosco? Come ricorderete, grazie all’impegno 2.0 dell’Istituto Comprensivo di Bosco Chiesanuova, il Ministero aveva concesso 200.000€ di finanziamento in cinque anni per consentire all’Istituto di continuare lo sforzo innovativo. Durante questo primo anno, il 2014, la scuola ha realizzato nei plessi, a livello sperimentale, dei carrelli dotati di una ventina di tablet, sia iOS che Androis. In questi mesi gli insegnanti utilizzeranno questi strumenti per verificare quale piattaforma sia più utile e sfruttabile sul piano didattico. Contemporaneamente è stata implementata la piattaforma Google Apps for Education, un pacchetto di software, gratuito per la scuola, che mette a disposizione di colleghi e alunni spazio di archiviazione, posta elettronica e diversi programmi di condivisione e di comunicazione. Parte del finanziamento è stato utilizzato per la sicurezza informatica, installando dei sistemi per consentire ai ragazzi una navigazione sicura e controllata. In questi giorni è stato inoltre messo sul tavolo un nuovo “pacchetto” di interventi da mettere in pratica nel corso dell’a.s. 2014/2015: aggiornare i laboratori di informatica con un nuovo sistema più efficiente tipo server-client per abbattere i costi di manutenzione; acquisto di alcuni carrelli di Chromebook, un dispositivo con le caratteristiche di un tablet pensato però specificamente per lavorare in sinergia con la piattaforma Google Apps; potenziamento dei laboratori di tecnologia già attrezzati con stampante 3D. Il prof. Miliani sta mettendo in piedi un laboratorio di robotica con i prodotti della Lego e un laboratorio di linguaggio di programmazione.
VERONA
Mezzo secolo di storia targato Carrera Jeans
50 candeline sulla grande torta che è stata tagliata mercoledì 28 gennaio 2015 a Caldiero, nella sede istituzionale di Carrera Jeans. 50 come gli anni dell’azienda di abbigliamento italiana che nel 1965 inaugurò l’attività a Stallavena di Grezzana, con l’apertura di un primo stabilimento artigianale per la produzione e il commercio di jeans. «Scegliemmo di avviare l’attività a Stallavena poiché era un crocevia importante in cui confluivano tutte le strade che dalla Lessinia portavano verso la città» racconta il presidente di Carrera Spa, Imerio Tacchella «Eravamo alla ricerca di manodopera Carrera, oggi, controlla l’intera filiera, dal produttore al consumatore finale. Dai campi di cotone coltivati nei Paesi d’origine alla lavorazione del prodotto in loco, dalla distribuzione alle fasi di vendita e di promozione dando lavoro a migliaia di persone con una produzione annua che supera i 5 milioni di pezzi e negli ultimi anni ha intrapreso una un percorso aziendale che punta dritto a una politica di internazionalizzazione. «Non si può che dire grazie ai milioni di uomini e donne che da 50 anni scelgono e indossano i jeans Carrera, tutti i giorni.» sottolinea l’AD di Carrera Spa, Gianluca Tacchella «Un amore per il brand che fa sì che l’azienda si posizioni ancora oggi ai vertici del mercato nazionale e non solo. Per quanto riguarda il futuro, oltre a consolidare il mercato nazionale con il nostro retail, composto da oltre 30 negozi monomarca e numerosi Carrera Point, stiamo guardando con interesse ai mercati del Nord Europa, dove abbiamo inaugurato recentemente alcuni store, in particolare a Malmoe, in Svezia, e ad Amsterdam, in Olanda. Ma anche oltre oceano con l’apertura di un negozio a San Paolo, nel mercato brasiliano e l’importante accordo commerciale per il mercato coreano e quello sudafricano». GREZZANA
Due serate con Anderloni
Il gruppo Donne Insieme di Grezzana, in collaborazione con la Pro Loco e l’Associazione Amici di Cini, torna ad ospitare Alessandro Anderloni al Cinema Teatro Valpantena venerdì 13 e sabato 14 marzo con due monologhi differenti. Arte, teatro e solidarietà, dato che il ricavato delle serate sarà devoluto proprio all’associazione CINI, che interviene per combattere la grave situazione sanitaria e nutrizionale di donne e bambini di Calcutta e altre parti dell’India, e all’Associazione Laboratorio Solidale, che sostiene invece i bambini costretti a vivere con i padri all’interno del carcere San Pedro di La Paz in Bolivia. Venerdì 13 marzo andrà in scena “Carlo, l’ombra e il sogno”, una narrazione toccante in cui Anderloni ripercorrerà la vicenda umana e artistica di Carlo Zinelli: l’infanzia negata, la guerra, l’aggravarsi della malattia per cui fu internato nel “padiglione dei pericolosi” del manicomio di San Giacomo alla Tomba di Verona nel 1947, con la diagnosi di schizofrenia cronica. Da qui, dalla disperazione, la sua nuova vita come artista, l’incontro con Vittorino Andreoli e la sua testimonianza come uno dei massimi esponenti dell’arte irregolare. Sabato 14 Anderloni porterà in scena “La Grande Guerra Meschina”, in tributo al Centenario del primo conflitto mondiale. Lo spettacolo affronta, a muso duro, l’argomento degli ammutinamenti, delle diserzioni, dell’indisciplina, dell’odio verso gli ufficiali, dell’autolesionismo, delle feroci battute e dei cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, delle dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee. E si scopre che la così detta Grande Guerra (che di grande ebbe solo l’immenso numero di morti) fu tutt’altro che combattuta a furor di popolo ma che, al contrario, fu combattuta (oltre che voluta e dichiarata) contro il popolo. Ingresso €10, inizio spettacoli alle ore 21:00. Al momento in cui il giornale è andato in stampa è stato richiesto da parte degli organizzatori anche il patrocinio del Comune di Grezzana.
GREZZANA
Il passaggio generazionale. Serata sul trasferimento del patrimonio Come proteggere il proprio patrimonio, i propri sacrifici? Questo ed altri temi etici legati alla detenzione, alla protezione e al trasferimento del patrimonio saranno affrontati lunedì 23 febbraio prossimo, alle ore 20:30 presso la sala Bodenheim della Biblioteca di Grezzana. Al convegno, ad ingresso libero, organizzato dal Comune di Grezzana, parteciperanno come relatori l’assessore alla cultura Michele Colantoni, mons. Bruno Fasani, Prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona di Verona, l’avv. Mario Sartori, notaio in Grezzana e il dott. Massimiliano Fasani, Family Banker di Banca Mediolanum. Di cosa si tratta? Immaginiamo per un attimo una famiglia che tanto si è prodigata per comprare casa, avviare e gestire un’azienda, salvaguardare nel migliore di modi i sacrifici del proprio lavoro per poter creare un patrimonio, piccolo o grande che sia. Immaginiamo poi che il frutto di tutto ciò voglia esser trasferito, un giorno, molto lontano, ai figli o a chi per loro. Ad un tratto notizie da fonti autorevoli dicono che potranno esserci imprevisti. Proprio su questa gestione sarà focalizzata l’attenzione del convegno.
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Attività motoria assistita per non vedenti Sabato 24 gennaio, al Centro Fitness Oxygen di Montorio (VR), grazie alla collaborazione con Progetto Yeah, sono state organizzate delle sessioni dimostrative di spinning e di attività motoria assistita in sala attrezzi rivolte a persone cieche e/o ipovedenti. L’iniziativa, nata per abbattere un muro e verificare come l’attività motoria possa essere praticata anche da quanti siano colpiti da disabilità visive, ha registrato un alto tasso di interesse e partecipazione, come ha sottolineato anche Fabio Lotti, atleta tesserato presso il centro che si è laureato Campione Italiano di Triathlon nella categoria “non vedenti”. Nel corso della giornata, protagonista anche il biker veronese Alberto Limatore, che ha infranto un altro record scrivendo il suo nome nel Guinness dei Primati per la quinta volta.
LE 9 RUBRICHE TEMATICHE Intraprendenza femminile Energia, ambiente e Hi Tech Credito, economia e impresa Agroalimentare e sostenibilità Salute e benessere Arte e cultura Solidarietà e no profit Giovani e lavoro Accoglienza e turismo
Pantheon, per i prossimi 9 numeri del 2015, diventa rivista ufficiale di EXPO a Verona, grazie al progetto VeronaExpo, di cui il magazine si è fatto portavoce. Dal prossimo numero in poi 9 rubriche tematiche, collegate ai tavoli tematici di EXPO Milano 2015, vi accompagneranno alla scoperta di curiosità, storie, persone e personaggi della nostra città. Esperienze, idee e innovazioni. Anche Verona, per la grande Esposizione Universale, metterà in mostra le proprie eccellenze, e lo farà assieme a Pantheon, il Magazine di Verona.
nel prossimo
NUMERO
Dal primo organizzatore diretto di fiere in Italia: tanti eventi da non perdere, tanti appuntamenti per farsi trovare.
GENNAIO ≤ 23-25 - MOTOR BIKE EXPO The international motorcycle show 24-25 - MOTORCIRCUS - La fiera dedicata al motorsport FEBBRAIO ≤ 1 - MOSTRA SCAMBIO DEL GIOCATTOLO D’EPOCA 15-21 - CONCORSO SOL D’ORO 19-22 - LEGNO & EDILIZIA - Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia 21-22 - ELETTROEXPO - Mostra Mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica Informatica 21-22 - MODEL EXPO ITALY - Fiera del modellismo 28-2 MAR - SPORT EXPO MARZO ≤ 19 - CONCORSO INTERNAZIONALE DI PACKAGING 21 - OPERAWINE - Finest italian wines, 100 great producers 22-25 - ENOLITECH - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie olivicole ed olearie 22-25 - VINITALY - Salone internazionale del vino e dei distillati 22-25 - SOL&AGRIFOOD - Rassegna internazionale dell’agroalimentare di qualità APRILE ≤ 12 - MOSTRA DEL DISCO E DEL FUMETTO 12-16 - CONCORSO ENOLOGICO INTERNAZIONALE 16-19 - TRANSPOTEC & LOGITEC - Salone dei trasporti e della logistica 21-23 - AUTOMOTIVE DEALER DAY Informazioni, strategie e strumenti per la commercializzazione automobilistica MAGGIO ≤ 5-7 - FRUIT GOURMET EXPO - Rethink Fresh Produce and Nuts 8-10 - VERONA LEGEND CARS - Fiera delle auto d’epoca 10-13 - EUROCARNE - Salone internazionale della filiera della carne 19-21 - PULIRE - Fiera internazionale della produzione e della fornitura per i servizi di pulizia professionale 19-21 - PULIRE OUTDOOR - Focus città 22-24 - VERONA MINERAL SHOW GEO BUSINESS - Mostra di pietre preziose, pietre dure, pietre ornamentali, fossili e derivati, oggettistica in pietra 22-24 - VERONAFIL - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila
Padiglione del Vino italiano, Milano, 1 maggio 31 ottobre 2015
SETTEMBRE ≤ 11-14 - COSMOBIKE SHOW International bike exhibition 30-3 OTT - MARMOMACC - Mostra internazionale di marmi, design e tecnologie 30-3 OTT - ABITARE IL TEMPO - Furniture Design - Project - Trade Fair and Conference OTTOBRE ≤ 14-16 - GREENBUILD EUROPE & THE MEDITERRANEAN - International Conference & Expo 14-16 - SMART ENERGY EXPO - Salone internazionale dell’efficienza energetica 14 - VERONA EFFICIENCY SUMMIT Il primo forum internazionale sull’efficienza energetica 16-19 - ARTVERONA - Art Project Fair 23-25 - FARMADAYS - Ricette per il cambiamento 27-28 - MCM - Mostra convegno manutenzione industriale 27-28 - ACQUARIA - Mostra Convegno Tecnologie per l’Analisi, la Distribuzione e il Trattamento dell’Acqua e dell’Aria 27-28 - SAVE - Mostra Convegno Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione, Sensori 27-28 - HOME & BUILDING - Mostra convegno della domotica & building technologies 28-29 - OIL&NONOIL-S&TC (PALAZZO DEI CONGRESSI, ROMA) Car wash, carburanti alternativi, stazioni di servizio, extra rete, stoccaggio e trasporto carburanti e combustibili 28-29 - ASPHALTICA (PALAZZO DEI CONGRESSI, ROMA) - Salone delle soluzioni e tecnologie per produzioni stradali, sicurezza e infrastrutture NOVEMBRE ≤ 5-8 - FIERACAVALLI - International horse festival 26-28 - JOB & ORIENTA - Mostra convegno nazionale - Orientamento, scuola, formazione, lavoro 27-29 - VERONAFIL - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila 27-29 - VERONA MINERAL SHOW GEO SHOP Mostra di pietre preziose,pietre dure, pietre ornamentali, fossili e derivati, oggettistica in pietra 28-29 - ELETTROEXPO - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica, informatica DICEMBRE ≤ 2-3 - WINE2WINE - Il nuovo forum sul business del vino
www.veronafiere.it SOMMIAMO RELAZIONI. SOTTRAIAMO OSTACOLI. MOLTIPLICHIAMO IDEE. CONDIVIDIAMO ESPERIENZE.
MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO ≤ 21-23 GEN - TISE - Stonexpo Marmomacc Americas - Las Vegas - USA - The largest North American stone industry event 28-29 GEN - Vinitaly International Canada Toronto 3-6 FEB - Vitória Stone Fair Marmomacc Latin America - Vitória - Brasile - Fiera internazionale del marmo e granito 17-19 FEB - Evento Médinit - IDF Oman Muscat - Interior design décor & furniture expo 4-6 MAR - Médinit / AGRO - Casablanca Marocco 23-25 MAR - Vinitaly International Cina Chengdu 4-7 MAG - Evento Marmomacc - Qatar stonetech - Doha - The international stone and stone technology show 2 GIU - Vinitaly International USA - New York 28-31 LUG - Mec show - Vitória - Brasile Salone della metalmeccanica, dell’energia e dell’automazione 25-28 AGO - Cachoeiro stone fair - Cachoeiro de Itapemirim - Brasile - Fiera internazionale del marmo e del granito OTTOBRE - Médinit expo - Casablanca Marocco - Salone italiano del design e delle tecnologie per la decorazione d’interni e la costruzione. OTTOBRE - TISE EAST - Stonexpo Marmomacc Americas - Miami Beach - USA The International Surface Event East OTTOBRE - Vinitaly International Cina Shangai - Wine & Dine Festival NOVEMBRE - Evento Marmomacc - Saudi Stone-Tech Riyadh - The international stone and stone technology show NOVEMBRE - Expo Construções - Vitòria - Brasile - Feira da Construção do Espírito Santo NOVEMBRE - Vinitaly International Russia Mosca, Swissotel Krasnye Holmy 2-5 NOV - Projex Africa - Il Cairo - Egitto - The Future Building and Construction Trade Fair 2-5 NOV - Ms Africa & Middle East - Cairo Egypt - The international trade fair for stone design, tecnology, earth-moving and building machinery. 5-7 NOV - Vinitaly International Hong Kong International Wine & Spirits Fair