Speciale Marmomacc 2014

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Interviste con: GIOVANNI MANTOVANI Direttore Generale Veronafiere FILIBERTO SEMENZIN Centro Servizi Marmo RENATO DAL CORSO Consorzio Marmisti Valpantena LEONELLO ZENATELLI As.Ma.Ve. MAURO FACCIOTTI Consorzio Pietra della Lessinia

pubblicazione a cura di


Speciale

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Un’edizione... in crescita Il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, presenta così la 49ma edizione di Marmomacc, per la prima volta abbinata al salone di Abitare il Tempo.

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irettore, siamo giunti alla 49ma edizione di Marmomacc. Quali sono le novità principali e come ci si avvicina a questo importante appuntamento internazionale? Nata nel 1961, Marmomacc si conferma ancora una volta leader mondiale indiscusso per tutta la filiera della pietra naturale: blocchi e lastre di marmo semi lavorati e finiti, macchinari, tecnologie e accessori, prodotti chimici e utensili. La più importante novità per il 2014 è che Marmomacc è... cresciuta. Quest’anno per offrire a espositori e visitatori nuove opportunità di business, la rassegna si svolge per la prima volta insieme ad Abitare il Tempo, salone dedicato alle industrie del design, piccole e medie aziende sartoriali, laboratori di alto artigianato del settore arredo e realtà fortemente indirizzate al contract e ai progetti su misura. Una scelta basata su comuni obiettivi: l’internazionalità, il periodo di svolgimento, ed i contenuti. Quali obiettivi si pone Veronafiere con la decisione di unire Abitare il Tempo a Marmomacc? L’Italia ha dalla sua un “saper fare” manifatturiero eccellente e conosce pochi rivali. Non a caso il made in Italy è sinonimo di qualità e stile riconosciuto in tutto il mondo. Il made in Veneto non fa eccezione, anche

nel settore lapideo guidato dal Distretto del marmo e delle pietre di Verona. La creatività applicata al prodotto è oggi imprescindibile per conquistare i mercati esteri. Lo confermano i dati e una ricerca dell’Università Bocconi che ha evidenziato come le imprese italiane che investono sul design arrivino a raddoppiare i volumi di export. Per questo Marmomacc da più di dieci anni ha deciso di coniugare il business alla cultura del prodotto: unire Marmomacc ad Abitare il Tempo va proprio in questa direzione, rafforzandola. L’Italia è la 5a nazione al mondo per la produzione e lavorazione di marmi e graniti, dopo Cina, India, Turchia e Brasile. Cosa servirebbe secondo Lei alle imprese veronesi per accrescere la loro competitività? L’industria lapidea italiana, dallo scoppio della crisi economica nel 2008 si è rivolta maggiormente verso i mercati stranieri. Nel 2013 l’export di marmi e graniti ha raggiunto quasi 1,9 miliardi di euro e il Veneto ha contributo con ben 493 milioni. Puntare sul design e sull’estero non sono però requisiti sufficienti per conquistare i mercati oltreconfine, servono i mezzi. Alcune grandi aziende veronesi hanno la forza economica, il know how e le strutture per farlo, a differenza di tante altre piccole e medie che, pur rappresentando eccellenza, difettano della capacità di fare massa critica. È qui che entra in gioco uno strumento fieristico come Marmomacc, in grado di accompagnare le imprese italiane sugli scenari internazionali. La nostra attività, infatti, non si esaurisce nei quattro giorni di fiera, ma continua negli Stati Uniti, Brasile, Qatar, Arabia Saudita, Egitto e Marocco.

Giovanni Mantovani

Quest’anno per la prima volta i consorzi del marmo della nostra provincia si presenteranno a Marmomacc insieme in un padiglione condiviso con il Centro Servizi di Volargne. Un messaggio molto importante per dare fiducia e creare squadra È d’accordo con questo punto di vista? È un segnale sicuramente positivo. L’idea di costituire una “squadra” del marmo veneto sotto l’egida di Centro Servizi di Volargne non può che essere vincente. Soprattutto è lungimirante, in ottica di raggiungere quella massa critica che permetterebbe di superare meglio le sfide del mercato globale e comunicare meglio la specificità del nostro prodotto locale, sull’esempio del distretto del marmo della Toscana. Collaborazione e sinergia sono ormai parole d’ordine per essere competitivi. Di questo siamo convinti, dal momento che già con Marmomacc e Samoter partecipiamo a Verona World Made, realtà che mette in rete gli attori della filiera delle costruzioni veronese. Un’ultima domanda. L’anno prossimo, cinquantesima edizione, il pri-


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Sold out e trend positivo per l’export La 49ma edizione di Marmomacc apre i battenti dal 24 al 27 settembre assieme ad “Abitare il tempo”. Formula rinnovata, pienone di espositori e molta attesa.

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dizione numero 49 di Marmomacc. Come ogni anno è inevitabile fare i conti per capire se effettivamente a distanza di dodici mesi dall’edizione precedente il mercato del lapideo ha registrato qualche ripresa. La ripresa, se non altro, è nell'interesse che questa fiera riveste in ambito internazionale. L'edizione numero 49 ha già registrato oltre 1400 espositori, provenienti da quasi 60 nazioni diverse con new entry come Malta, Messico, Thailandia, Ucraina e Zimbabwe. Saranno 75mila i metri quadrati a disposizione di spazi commerciali e special show, e quest'anno l'appeal della rassegna sarà amplificato anche dalla concomitanza di Abitare il Tempo, il salone dedicato alle finiture d'interno e arredi. Un segnale, questo, che testimonia la direzione del mercato lapideo, sempre più specializzato nella fornitura di pro-

dotti di qualità per soluzioni di design e di stile. Ma secondo i dati elaborati dall'Osservatorio Marmomacc (su base Istat), il primo quadrimestre 2014 avrebbe registrato un +5,3% sulle esportazioni, per un giro d'affari di 574 milioni di Euro. All'estero il Made in Italy è ricercato, e la tenacia dei nostri marmisti, unita alla cura artigianale con cui si sono dedicati al loro lavoro per decenni, fa del marmo italiano qualcosa di molto raro. È chiaro che, dovendo indirizzarsi al mercato mondiale a seguito della forte contrattura del mercato interno, sono molte le criticità che incontrano le nostre aziende. La necessità di una preparazione, la concorrenza spietata di Cina e India, l'impossibilità di essere notati se non in rete con qualche altro “collega”. Ecco perché quest'anno, in occasione di Marmomacc, i tre principali

consorzi veronesi del lapideo, ovvero As.Ma.Ve., Consorzio Val di Pan e Pietra della Lessinia, si presenteranno in fiera assieme, all'interno dello stand istituzionali del Centro Servizi. È la prima volta che succede in quasi mezzo secolo, e qualcuno inizia già a ventilare l'ipotesi di una prossima nascita del marchio del distretto del marmo veronese. Se così fosse, questo significherebbe un bel passo in avanti per le nostre aziende, che potrebbero condividere esperienze e forza di volontà per formare giovani, dare spazio alle idee, aggiornare i propri processi per il mercato internazionale. Questo perché se l'Italia del marmo continua a piacere agli stranieri, anche Verona ha il suo ruolo. Sempre secondo l'Osservatorio Marmomacc, la crescita di esportazioni verso l'Europa è cresciuta del 6,6%, con 46 milioni di Euro diretti verso le nazioni ad Est, su tutte l'Ucraina. Buono anche l'interscambio con gli USA, che hanno importato marmo italiano per 105,3 milioni (+3,9%). Piccola perla il Medio Oriente, dove il Quatar in modo particolare sta stringendo sempre più rapporti con il Belpaese. E stiamo parlando di esportazioni per lo più di marmo lavorato, quindi pronto all'uso. Per quanto riguarda i blocchi di pietra grezza, l'aumento dell'export è stato del 13% (125 milioni) mentre l'import è crescituo di 84,9 milioni, con in testa la Cina. Il valore dell'artigianato lapideo italiano è confermato anche dalle importazioni di materia prima (pietre grezze) che le nostre aziende, per differenziare i prodotti, hanno attivato con India (+21,1%), Brasile (+7,7%), Zimbabwe (+26,5%) e Sudafrica (+14,6%).



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Verso il marchio del Distretto Veronese

Filiberto Semenzin, presidente del Centro Servizi Marmo di Volargne, punta deciso verso la collaborazione tra tutti i consorzi territoriali. Dopo Marmomacc occorre continuare a fare squadra assieme.

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residente, sappiamo che in occasione di questa edizione di Marmomacc il Centro Servizi riunirà sotto la propria ala alcuni dei consorzi storici del territorio veronese. È davvero la prima volta che accade? Quali sono gli obiettivi che vi ponete con questa iniziativa? La Verona del marmo, della pietra e dell’agglomerato, rappresentata dalle locali associazioni territoriali della Valpantena, della Valpolicella e della Lessinia, vogliono presentarsi ai visitatori stranieri in forma unitaria rafforzando così l’immagine di un distretto veronese che sa parlare di filiera, di complementarietà, di collaborazione. È la prima tappa di un percorso di aggregazione e collaborazione che, a mio avviso, sfocerà nel marchio unico di distretto veronese. Simili i problemi, simili gli obiettivi, simili le linee guida per mantenere quel livello di leadership che ci è sempre stato riconosciuto nel mondo, oggi interessato da

Filiberto Semenzin

competitors sempre più aggressivi e preparati. Non possiamo attardarci sul passato, dobbiamo invece guardare e pensare al futuro che può ancora riservarci buone soddisfazioni per tutti. Relativamente al Distretto del marmo e delle pietre del Veneto si parla di 800 aziende, quasi 7000 occupati e un fatturato di circa 1,5 miliardi di Euro. Quanto pesa numericamente il Sistema Verona e come giudica lo stato di salute attuale del settore? Circa 500 aziende con 4000 occupati fanno parte del distretto veronese costituito da una rete che coinvolge l’estrazione, la trasformazione, la produzione di macchine per la lavorazione e di prodotti per la manutenzione e la posa. Una vera e propria filiera in grado di offrire un servizio chiavi in mano. Dobbiamo insistere su questa strada tenendo conto che la competenza e l’innovazione saranno il vero valore aggiunto che ci distinguerà rispetto a chi possiede la materia prima. Questo è il vero tallone d’Achille. Siamo principalmente un distretto di trasformazione vincolato, anche in termini di costi, a chi ha la proprietà della materia prima. Una situazione che deve far riflettere sulla necessità di investire per cercare nuovi prodotti, nuovi Paesi, nuove opportunità. Il “si è sempre fatto così”, non stimola. Tra le principali attività del Centro Servizi spicca la formazione con corsi professionali di scuola del marmo. Ci sono ancora opportunità per le nuove generazioni all'interno del settore? L’export è il vero traino del settore e la cosa che ci conforta è che si tratta di un mercato estero di qualità e di

fascia medio alta. Da questo punto di vista il tema della formazione e dell’informazione ha una centralità indiscutibile. Formazione superiore, formazione universitaria e aggiornamento professionale. Un’attività che trova nel Centro di formazione professionale del marmo di Sant’Ambrogio un punto di riferimento riconosciuto da tutti. Ma allo stesso tempo vi è tutta una serie di attività formative che, come Centro Servizi, di concerto con Verona Fiere, da anni portiamo avanti con le Università e gli ordini professionali di architetti ed ingegneri sui temi della conoscenza del materiale, dell’informazione dei sistemi di lavorazioni con visite alle aziende. Formare il mondo della progettazione e del design vuol dire formare il mercato. Non dimentichiamoci che un giovane formato è un giovane che ha sicuramente una chance in più. Come immagina il Centro Servizi da qui a cinque anni? Iniziative, proposte, linee guida... Il Centro Servizi Marmo, struttura voluta dalla Camera di Commercio di Verona e dalle associazioni datoriali, ha la mission principale di coordinare missioni esplorative, incoming, incontri business to business, partecipazioni a fiere all’estero in base alle indicazioni del mercato e delle aziende, oltre a organizzare appuntamenti istituzionali a sostegno del settore. Ulteriore elemento di valore e di forza che Verona sa mettere sul panorama internazionale è Marmomacc, la nostra fiera che vorremmo appunto sentire sempre più nostra e il Laboratorio prove del Centro che rafforza ulteriormente la centralità e l’importanza della competenza del nostro territorio.


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Matteo, Rino e Chiara Ferrari

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uando negli anni Sessanta il marmo divenne per la Valpantena la prima risorsa in termini di occupazione, la vallata iniziò a sentire sempre più distanti i periodi di difficoltà, diminuì l'emigrazione e gli abitanti sentirono sempre più forte l'amore per la loro terra d'origine. Era il miracolo del “boom economico”. Fu proprio in quel periodo, nel 1962, che nacque la Veneta Marmi, oggi azienda leader nella lavorazione di marmi, travertini, limestones ed agglomerati di cemento e resina, che ha da poco spento le prime cinquanta candeline della sua storia. Di origine familiare, come molte delle realtà della zona, la Veneta ha saputo però interpretare i cambiamenti raccogliendo i segnali del mercato e rispondendo ai gusti dei clienti, insistendo su una continua ricerca della qualità. L'azienda, oggi, è gestita dalla famiglia Ferrari, che ha raccolto una vera e propria missione di vita. Papà Rino è l'Amministratore Unico, ma assieme a lui ci sono anche i figli Matteo e Chiara, rispettivamente responsabile commerciale e responsabile qualità. Guidata da questo esperto team, l'azienda ha specializzato il proprio lavoro su forniture di grande pregio e oltre alla grandissima varietà di marmi che sono presenti nel listino, Veneta Marmi ha anche allargato la propria offerta ad una serie di soluzioni molto interessanti. Si inseriscono in questo filone i lavorati finali per l'edilizia, come scale, davanzali e quant'altro, le lastre per pavimentazioni e piastrelle, ma anche la realizzazione di moderni spaccati rustici, oggi soluzione molto utilizzata per l'edilizia di stile. Si tratta di un rivestimento per superfici verticali ottenuto dalla spaccataura di pezzi

di marmo precedentemente tagliati. L'effetto di superficie irregolare che si ottiene mescola la bellezza del rustico con il calore della pietra naturale. Tutti i prodotti della Veneta Marmi sono infatti lavorazioni di pietre naturali e godono del marchio CE di qualità. «Per noi è davvero molto importante cercare di consegnare un prodotto perfetto» hanno sottolineato i titolari, «perché il mercato di oggi, in modo particolare quello straniero e dei Paesi emergenti, è sì affezionato al Made in Italy, ma pretende un grado di qualità molto alto». La Veneta Marmi lavora oggi sia con il mercato italiano che con il mercato estero, i marmi sono importanti anche dall'estero ma lavorati esclusivamente nella sede di Lugo di Grezzana, in Valpantena. È proprio qui, nel cuore dell'azienda, che ogni giorno si lavora per lo sviluppo dei prodotti e per il perfezionamento delle tecniche, grazie anche all'innovazione costante dei macchinari di lavorazione. Il mercato del marmo, infatti, è oggi molto più selettivo. «Il lavoro oggi è di precisione. Collaboriamo direttamente con gli architetti e gli interior designer che cureranno le realizzazioni con i nostri prodotti, e quindi dobbiamo essere in grado di seguire tutte le fasi del lavoro. Per questo motivo siamo vicino al cliente anche come consulenti, dalla scelta del materiale in base al lavoro in cui sarà utilizzato, dalla posa al trattamento finale, niente può essere lasciato al caso». Professionalità, competenza tecnica e innovazione. Tutto questo è Veneta Marmi.


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CINQUANT’ANNI DI TRADIZIONE SCOLPITA SULLA PIETRA

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nel 1964 che nel cuore della Lessinia, a pochi passi da Prun, dove la pietra è nata, Antonio Quintarelli fonda la Quintarelli Pietre&Marmi, spinto dalla passione per la Pietra della Lessinia. Fu proprio Antonio, coraggioso pioniere, a farsi promotore della Pietra della Lessinia fuori dalla provincia di Verona in quei primi anni Sessanta, cercando di unire gli artigiani dell’epoca in un consorzio per la valorizzazione di questo straordinario prodotto. La sua capacità ed esperienza, oltre che il rispetto per la particolarità e le caratteristiche uniche di questo elemento naturale (non è semplice trovare il buono, sano ed esteticamente bello nei 70 strati caratteristici della pietra) gli ha permesso negli anni di dare

forma a progetti piccoli e poi, mano a mano, sempre più grandi. Amava ripetere che: «la pietra non è marmo, e se non la rispettiamo e la usiamo come veniva usata una volta, se ci lasciamo travolgere dal mercato della produzione forsennata senza regole e scrupoli, sarà destinata a morire». La Quintarelli Pietre&Marmi ha fatto di questa visione una vera e propria filosofia, anche durante la naturale evoluzione del mercato di questi anni. L’aggiornamento è sempre stato in primo piano, quando nei primi anni Novanta, notando che il mercato richiedeva maggiore quantità e diversificazione dei prodotti offerti, l’azienda aprì l’unica cava oggi rimasta sulle colline di Trento, per l’estrazione del Marmo Rosso e


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Qui Antonio Quintarelli impegnato al lavoro, nelle altre foto alcune realizzazioni di Quintarelli Pietre&Marmi

del Verdello di Trento, materiali di ottima qualità che hanno permesso la realizzazione di lavori anche particolari e di classe. Aiutato sino dagli anni Ottanta dalla figlia Federica, Antonio ha continuato a lavorare in azienda fino alla sua scomparsa, nel 2006, contribuiendo al raggiungimento di questi primi cinquant’anni di vita dell’azienda. La sua tenacia è rimasta, tanto che la sua famiglia sta ancora portando avanti la filosofia di ricerca ed attenzione per affermare la Quintarelli Pietre&Marmi sul mercato nazionale ed internazionale. Ricerca, professionalità, moderne tecnologie e cura artigianale sono gli elementi che da sempre la caratterizzano. Dopo una severa selezione, la pietra e il marmo vengono lavorati tenendo conto delle caratteristiche, della composizione, della resistenza

al gelo, delle esigenze territoriali e conservative dei luoghi dove andrà posato il materiale, in modo da poter fornire, per ogni progetto, il materiale più adatto in grado di mantenere inalterata nel tempo la sua bellezza. La cultura, basata sul rispetto dei luoghi e dei territori, unita alla manualità artistica degli artigiani e alla collaborazione degli architetti, sono il segno distintivo dell’azienda, che ha il proprio punto di forza nei restauri conservativi di edifici, grazie alla realizzazione di lavorati sagomati e pezzi unici che permettono di recuperare, impreziosire e valorizzare ogni ambiente interno ed esterno unendo passato e presente sempre all’insegna della tradizione. Quintarelli Pietre&Marmi è oggi in grado di mettere a disposizione personale specializzato in ogni fase della lavorazione, partendo dall’estrazione dalle cave di proprietà, passando dall’ufficio tecnico che studia le soluzioni ottimali per ogni progetto, fino ad arrivare al laboratorio dove si incontrano le più moderne tecnologie e l’abilità artigianale di tutto il team.

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Tanti progetti in cantiere soprattutto per i giovani Il presidente del Consorzio Marmisti “Val di Pan” della Valpantena è sicuro: “ai nostri ragazzi servirà maggiore rappresentatività rispetto a quella che abbiamo avuto noi”

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residente Dal Corso, quest’anno ricorre un anniversario particolare, ovvero i trent’anni dalla fondazione del Consorzio, nato in origine per risolvere il problema dello smaltimento dei limi e degli inerti. Da allora ad oggi, gli obiettivi rimangono gli stessi? Il traguardo dei trent’anni è sicuramente una tappa importante per la nostra realtà consortile. Vorrei ringraziare, innanzitutto, coloro che hanno fondato nel 1984 il Consorzio Val di Pan, poi gli imprenditori che hanno dato il loro contributo alla causa e le aziende che in questi decenni hanno creato benessere sul territorio della Valpantena. In effetti, l’obiettivo primario del Consorzio

era, ed è, quello di ridurre i costi per le imprese relativi allo smaltimento degli inerti della lavorazione, trovando delle soluzioni più consone al rispetto di tutte le regole ambientali previste dalla legislazione. In secondo luogo, non meno importante, quello di creare una rete di comunicazione che potesse, e che possa, favorire il dialogo tra le aziende della vallata. Tra le iniziative più importanti degli ultimi anni, finalizzate a dare una risposta alla criticità rappresentata dallo smaltimento dei limi, possiamo citare la cava di Orsara, frazione di Grezzana. Non è così? La cava di Orsara è stata una manna dal cielo. Nel 2009 è arrivato fi-

Renato Dal Corso

nalmente l’ok per il ripristino del sito che si trova sopra la frazione di Lugo, dal quale estraiamo marmo rosso Verona. Man mano che estraiamo, andiamo a compensare con materiale naturale inerte ripristinando il volume originario della montagna e permettendo, in un secondo momento, il rinverdimento della stessa. Una procedura, questa, che ha contribuito a farci ottenere, nel luglio 2013, un risultato per noi molto rilevante che la è Certificazione ambientale ISO 14001. Tornando alla cava, secondo una stima dei nostri

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tecnici e alle condizioni attuali, essa può rappresentare una soluzione per almeno 20/25 anni. Presidente, parliamo di squadra: lei è uno dei maggiori sostenitori del motto “l’unione fa la forza”. Crede che il settore sia pronto per trovare sinergie e visioni strategiche comuni che vadano al di là della bella iniziativa dello stand istituzionale condiviso per questa edizione di Marmomacc? Il momento per le nostre aziende risulta particolarmente difficile. Basti pensare che i volumi di produzione rispetto agli anni Novanta si sono dimezzati, così come gli impieghi diretti e nell’indotto. Nonostante questo, il mercato c’è. Dobbiamo attrezzarci per andare ad aggredirlo, meglio se insieme, trovando sinergie e partnership importanti. È il momento di investire di più in ricerca e in tecnologia. Alcune aziende si sono già attrezzate da tempo e stanno impiegando molte risorse in tal senso. L’iniziativa di questa edizione di Marmomacc di presentarci

assieme ad As. Ma.Ve. e Consorzio Pietra della Lessinia sotto un unico cappello rappresentato dal Centro Servizi Marmo, a mio avviso, è un messaggio molto significativo. Sappiamo che avete in cantiere alcuni progetti che coinvolgono i giovani. In che modo questi ultimi possono essere protagonisti di un rilancio del settore lapideo veronese? Aiutando le vecchie generazioni a leggere un mercato sempre più volubile e di difficile interpretazione. Introducendo elementi di marketing e innovazione. Noi cercheremo di fornire loro il know-how necessario per affrontare i decenni che verranno e che vivranno da protagonisti. In che modo? Innanzitutto puntando sulla formazione. Ci sono alcuni progetti in cantiere che vanno dallo stage interno all’azienda finalizzato a un periodo all’estero di tre anni per conoscere da vicino le realtà dei paesi emergenti, ai corsi specifici (proprio a ottobre ne partirà uno su AutoCad, ndr) o ai periodi di apprendi-

stato in azienda. Sappiamo che ci sono anche dei contributi regionali da utilizzare a questo scopo, tuttavia ribadisco che la vera sfida futura rimane proprio quella di avere maggiore visibilità a livello politico/ istituzionale. Abbiamo poche tutele e poche voci in capitolo. I giovani dovranno ottenere una maggiore rappresentatività rispetto a quella che siamo riusciti ad avere noi fino ad ora, nell’interesse loro e di un settore che, pur che se ne dica, ha dato tanto, e potrà dare ancora moltissimo alla comunità.

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Speciale

speciale 12 - speciale marmomacc marmomacc 20142014 - 12

C'è bisogno di sinergie Il presidente dell'As.Ma.Ve., Leonello Zenatelli, traccia il quadro sul settore lapideo a pochi giorni dal via della 49ma edizione di Marmomacc.

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o si legge anche sulla presentazione ufficiale: “l'As.Ma.Ve. vuole fare in modo che le aziende associate possano aumentare la loro visibilità in ambito internazionale, forti della loro tradizione secolare”. A pochi giorni dal via di una delle edizioni di Marmomacc più internazionali di sempre (57 nazioni rappresentate, ndr), il presidente As.Ma.Ve. Leonello Zenatelli analizza l'attuale stato di salute del settore marmo a Verona, immaginando le strade da percorrere per il prossimo futuro. Presidente, in queste settimane di attesa per la 49ma edizione di Marmomacc, sono usciti i dati nazionali relativi al primo quadrimestre 2014. Trend positivi per l'export (+5,3%) e crescita anche dell'import di materiale grezzo. Sono dati che fotografano una ripresa generale del settore? Sono dati positivi ma è ancora presto per dire se si tratta di vera ripresa, dobbiamo infatti considerare che veniamo da diversi anni di contrazione del mercato, quindi una ripresa marginale era attesa. Pur in presenza di una ripresa della domanda nei mercati internazionali registriamo ancora molte incertezze e ripensamenti nel settore

edile, e le attuali turbolenze politiche in molti paesi potenzialmente ricettivi per i nostri prodotti non ci danno certezze per il prossimo futuro. In virtù del Suo ruolo, Lei conosce molto bene le aziende veronesi, le esigenze che sono sorte in questi ultimi anni, ma anche i punti di forza. Che ruolo può avere il sistema Verona all'interno del contesto globale? Le imprese veronesi come tutte le aziende italiane risentono dei limiti strutturali del nostro Paese che pesano ancor di più per coloro che si trovano a competere con produttori dei Paesi con bassi costi di produzione. Il distretto produttivo di Verona gioca un ruolo molto importante a favore delle imprese in quanto forte del numero di aziende che lo compongono, della loro estrema specializzazione e della tecnologia avanzata che dispone, riesce ad imporsi sui mercati di tutto il mondo con la capacità di affrontare progetti anche molto impegnativi. Si parla molto di innovazione del settore lapideo. Nell'inevitabile rapporto con i Paesi emergenti, tra cui India, Cina, Brasile, Nord Africa... che tipo di approccio de-

Leonello Zenatelli

vono avere le nostre aziende per poter essere ancora competitive? L’ innovazione non è solo nella tecnologia. Le aziende italiane per primeggiare sono obbligate a esplorare tutti i campi dell’innovazione dal disegn in collaborazione con architetti e progettisti, alla scoperta di nuovi materiali, a nuovi modi di lavorare la materia prima, fino alla fornitura di un sistema integrato di servizi al cliente che comprende tutte le fasi del progetto: consulenza, fornitura, posa in opera, trasporti, manutenzione ecc. Che tipo di evoluzione potrebbe avere il comparto nel breve e nel lungo periodo? Iniziative, proposte, linee guida... Le aziende devono adeguarsi alle esigenze dei mercati per cui sarà sempre più necessario agire in sinergia tra aziende stesse e altri autori quali il mondo finanziario e quello della ricerca. Ritengo inoltre che si debba spingere molto sulla flessibilità del mondo del lavoro in Italia e all’incentivo per gli investimenti per un continuo adeguamento tecnologico, che saranno le armi vincenti per la crescita e lo sviluppo del nostro comparto.


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La nuova generazione che avanza Siamo presenti in fiera

Area Esterna A, Stand 5

Patrick, Emanuel, Giacomo e Riccardo. Al centro uno dei due fondatori, Paolo Iseppi

Via Reolto, 8 – Stallavena di Grezzana (VR) - tel. 045.907603 fax.045.8669308 www.iseppisnc.com info@iseppisnc.com

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a loro storia professionale e personale, con un po’ di immaginazione, potrebbe ispirare un moderno romanzo scritto sulla falsa riga dei celeberrimi “I Tre Moschettieri” dello scrittore francese Alexander Dumas, in cui risuona famoso il motto “Tutti per uno, uno per tutti”. Loro sono Emanuel, Patrick, Riccardo e il più giovane Giacomo Iseppi. I primi figli di Luigi, i secondi di Paolo Iseppi, fratelli fondatori dell’azienda di carpenteria metallica medio leggera nata in Valpantena esattamente quarant’anni fa, nel 1974. Quattro ragazzi appassionati del loro lavoro, uniti e complici nelle varie mansioni aziendali, cresciuti tra le mura

dell’officina metalmeccanica avviata e gestita per tanti anni, e con tanto impegno, dai genitori. Anni in cui i quattro giovani hanno potuto imparare il mestiere a fianco dei rispettivi padri, affinando la tecnica e carpendo i segreti di una professione artigianale che richiede profonda conoscenza dei materiali e grande abilità manuale. Dal 2010 sono loro i titolari della ditta, anche se Luigi e Paolo continuano a sorvegliare da vicino e con una piccola partecipazione societaria, l’operato dei figli. «Si è trattato di un passaggio di consegne con i nostri genitori» spiegano i quattro Iseppi «di gavetta ne abbiamo fatta tanta anche se, in questo lavoro, non si finisce mai di imparare». «La nostra produzione si concentra in particolar modo sulla costruzione di contenitori per marmi e carrelli per lavorati, quindi operiamo principalmente nel settore lapideo (marmi e graniti) con la realizzazione di attrezzature per il movimento a terra» proseguono i titolari della Iseppi Srl, che aggiungono «I nostri mercati di riferimento si trovano all’estero per un 70% circa dell’intero fatturato e i Paesi con i quali collaboriamo maggiormente sono, in Europa, Inghilterra, Francia e Germania, mentre al di fuori del Vecchio Continente abbiamo molte commissioni dai paesi arabi». «Grazie alle fiere come Marmomacc riusciamo ad avere una visibilità internazionale e a farci conoscere al di fuori dei confini nazionali dove la richiesta di buoni manufatti non manca. Abbiamo anche un crescente riscontro nel mercato locale veronese, con nuovi ordini anche da aziende storiche e molto importanti. Risentiamo dei costi aziendali, è vero, legati soprattutto all’approvvigionamento delle materie prime, il ferro e l’acciaio, in costante aumento di prezzo, tuttavia pensiamo di possedere quel know-how in più rispetto ai paesi cosiddetti emergenti che ci permette di rimanere sul mercato anche con un prezzo leggermente superiore». L’azienda Iseppi Srl possiede un ampio catalogo prodotti standard, ai quali si aggiunge una produzione su misura, studiata ad hoc per il cliente, in grado di soddisfare qualsiasi tipo di richiesta. «Abbiamo fiducia nel futuro perché siamo consapevoli di quello che possiamo fare» concludono, «sappiamo che il mercato è volubile, cambia molto rapidamente. Noi cerchiamo di rimanere aggiornati con i tempi e di metterci tutta la passione e la professionalità che abbiamo acquisito in questi anni di grande lavoro».


Speciale

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Pietra della Lessinia

verso uno storico cambiamento Momento importante per la Pietra della Lessinia, che proprio in occasione di Marmomacc presenterà il “Consorzo di tutela”. Ne abbiamo parlato con uno dei promotori, Mauro Facciotti. Mauro Facciotti

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a 49ma edizione di Marmomacc sarà un momento storico per uno dei prodotti lapidei con la più grande tradizione, la Pietra della Lessinia. Grazie alla volontà di alcuni dei suoi portavoce impegnati nella valorizzazione di questo straordinario materiale, sta per nascere il “Consorzio di tutela della Pietra della Lessinia”, che si assumerà l’incarico di trainare un prodotto come questo anche verso gli attenti e selettivi mercati internazionali.

Abbiamo intervistato Mauro Facciotti, tra i promotori dell’iniziativa. Sig. Facciotti, il Consorzio Pietra della Lessinia, a differenza di altre realtà associative, sostiene anche la difesa di un patrimonio storico e culturale, ovvero la Pietra della Lessinia. Come viene riconosciuto questo prodotto dal mercato estero? So che alcune aziende hanno avuto rapporti di vendita anche continuativi all’estero, soprattutto in Europa, ma essendoci una produzione limitata del nostro prodotto, che veniva assorbita per l’80% del mercato interno, non abbiamo mai veramente sentito il bisogno di imporci all’estero, cosa che adesso riteniamo fondamentale, magari anche con la collaborazione di As.Ma.Ve, Val di Pan e Centro Servizi Marmo. Sappiamo che state lavorando per costituire un unico consorzio di riferimento. Quali vantaggi potrà avere un unico soggetto istituzionale? In realtà ci siamo già molto vicini. In occasione di Marmomacc infatti ci presentiamo già uniti come “Consorzio Tutela Pietra della Lessinia” e crediamo che questo possa portare molti vantaggi. Infatti il nostro prodotto esiste solo qui in Lessinia e vista la crisi degli ultimi anni, pensiamo sia indispensabile unirsi per fare un lavoro di rivalutazione e valorizzazione del nostro prodotto, che purtroppo nel corso degli anni è stato molto screditato. In un settore così fortemente collegato alla tradizione, alla cura per il dettaglio e alla sensibilità artigiana c’è spazio per un ricambio generazionale orienta-

to verso il futuro? L’esperienza di chi ha lavorato prima di noi è sicuramente alla base anche del nostro lavoro. Ovviamente bisogna guardare avanti lasciando spazio a nuove idee ma sempre mantenendo la cura e l’artigianalità del nostro lavoro. Noi, infatti, non puntiamo a fare grandi numeri diventando industrie, ma piuttosto crediamo nella qualità del prodotto e del nostro operato. Sarete a Marmomacc insieme al Consorzio Val di Pan e all’As.Ma.Ve. Crede che le sinergie che si svilupperanno intorno a questa positiva collaborazione possano proseguire anche una volta che i riflettori sulla 49ma Fiera Marmomacc si saranno spenti? Penso che questo sia un bel passo avanti. Una collaborazione di questo tipo credo non sia mai stata azzardata, ma grazie al lavoro del Centro Servizi Marmo, per la prima volta ci presentiamo come unico comparto e credo che, visti i tempi di crisi, ci sia la necessità, anche per noi stessi, di dare un’immagine a livello nazionale ed internazionale di essere uniti più che mai. Credo che sia nei momenti di difficoltà che nascono le migliori idee e quindi sono convinto che questa collaborazione vada tenuta viva anche nei prossimi anni perché potrà portare sicuramente delle novità molto positive.


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Siamo presenti in fiera

Padiglione 6, stand D1

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e c’è un valore aggiunto che le aziende italiane impegnate nella lavorazione della pietra naturale possono vantare rispetto alle imprese dei Paesi cosiddetti emergenti, beh, questo è senza dubbio l’occhio di riguardo nei confronti del design, della lavorazione specializzata e su misura, della grande esperienza acquisita in decenni di presenza nel settore. Domos, azienda nata nel maggio del 2010 a Lugo di Valpantena dalle consolidate esperienze aziendali Marmobon e Idealmarmi, si fa interprete, con le sue lavorazioni e con il suo approccio al mercato internazionale, di un nuovo cambiamento culturale che pone al centro di tutto proprio il design e l’alta qualità del prodotto. «Domos rappresenta l’evoluzione strategica di un’azienda che vuole avvicinarsi sempre di più alle esigenze del proprio cliente proponendo ad un’ampia committenza di imprese di costruzioni, professionisti e privati, italiani ed esteri, soluzioni innovative e originali per le proprie realizzazioni» spiega il direttore commerciale Daniele Dal Corso «Ci occupiamo della gestione di progetti standard e di lusso con la

La nostra sede

Vien ite a trovarc i n el n o stro Sho wro o m

DOMOS S.R.L. - Via Domenico da Lugo 19, 37023 Lugo di Grezzana (VR) www.domosdesign.it

formula “chiavi in mano”, dalla consulenza al rilievo alla fornitura e l’eventuale finitura in opera». «Selezioniamo la materia prima italiana o straniera e la lavoriamo qui in Valpantena; è proprio su questo che possiamo fare la differenza come aziende italiane e veronesi» prosegue Dal Corso «Il mercato internazionale ci richiede soluzioni di qualità e ci riconosce la capacità di fornire prodotti ricercati ed esclusivi con estrema versatilità e professionalità». «Domos realizza progetti con diverse destinazioni d’uso in Italia e all’estero, in particolare: residenze private, hotels, grandi magazzini, negozi di lusso. Realizzazioni importanti e prestigiose che nascono non solo dalla passione per il nostro lavoro ma anche grazie ad una costante presenza sul mercato e un forte impegno sul fronte della comunicazione (a Lugo, nella sede aziendale è presente il nostro showroom, ndr)» conclude Daniele «Il nostro obiettivo è dare forma, con la collaborazione di una rete di professionisti quali architetti e interior designers, alle idee del cliente e personalizzarle in base alle sue esigenze. In questo possiamo dire di avere una marcia in più e grazie ad essa possiamo essere fiduciosi per un prossimo rilancio del settore».


Speciale

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STONE + DESIGN + TECHNOLOGY INTERNATIONAL TRADE FAIR

organized by

Verona, ITALY 24/27 SEPTEMBER 2014

marmomacc.com


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