L'energia positiva del cambiamento - Estratto

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Il rapido evolversi della nostra società impone cambiamenti ormai improrogabili in tutti gli ambiti. In queste pagine si cerca di evidenziare e di approfondire i presupposti che generano l’azione concreta, ossia gli atteggiamenti costruttivi, intrisi di pensieri positivi, di intenti e di predisposizioni psicologiche sane, che permettono di realizzare un quotidiano nuovo e felice.

Ne emerge un vero e proprio esalogo, che prevede sei tempi di cambiamento, cui corrispondono sei ecologie: c’è, per esempio, un tempo per annunciare il buono, il vero e il bello (ecologia della bellezza), così come un tempo per dare priorità alle relazioni invece che alle cose (ecologia relazionale) e un tempo per «mettere le mani in pasta» (ecologia della concretezza).

In altre parole, si tratta di dare spazio, dentro e fuori di noi, a nuovi stili di vita: un flusso di energia che, attraversando le nostre giornate, potrà avviare la conversione a un’ecologia integrale.

Nel mio precedente libro Cambiamenti a km 0 1, cercando di mostrare la concretezza dei cambiamenti che possono accadere nella nostra vita, ho descritto le buone pratiche perseguibili ogni giorno, in modo che diventiamo davvero protagonisti del nostro presente e del nostro futuro.

In questo nuovo testo vorrei evidenziare e approfondire le buone attitudini che generano l’azione concreta, ossia gli atteggiamenti costruttivi intrisi di pensieri positivi, di intenti spirituali e di predisposizioni psicologiche sane. Tutte prerogative per la realizzazione di un quotidiano nuovo e felice.

In altre parole, l’obiettivo che mi sono posto è passare dall’aspetto della concretezza, sviluppato nel precedente volume, a quello della spiritualità del cambiamento. Lo spirito con cui si comincia e si vive la quotidianità è

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Premessa
1 Cfr. A. Sella, Cambiamenti a km 0. L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita, Paoline, Milano 2020.

assai importante per la sua buona attuazione. La concretizzazione, infatti, ha bisogno di un’anima. Per usare una metafora conosciuta, è come la costruzione di una casa che necessita di un progetto pensato e delineato dalla mente dell’architetto e poi realizzato dall’ingegnere con la sua équipe di operai.

Noi non siamo solamente i fautori del nostro progetto di vita, ma ne siamo anche gli architetti. E quindi siamo chiamati non solo a fare i manovali nel costruire il nostro domani, ma soprattutto a cercare di capirne e delinearne le dimensioni basilari, le quali diventano le fondamenta della costruzione. Sono sei i pilastri di queste fondamenta, chiamati tempi ed ecologie. Sei fondamentali atteggiamenti che ci permettono di dare un orientamento giusto e sano al nostro vivere quotidiano. Per esempio, se mettiamo la dimensione relazionale come essenziale per il ben vivere (un pilastro irrinunciabile), allora il nostro spirito quotidiano sarà quello di credere all’importanza delle buone relazioni, il quale ispirerà e orienterà l’azione giornaliera verso la realizzazione di sani, buoni e giusti rapporti con se stessi, con gli altri e con tutto quello che ci circonda.

Ecco l’intento di questo libro: la spiritualità del cambiamento. Mi piace dipingerla come una grande energia

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positiva che anima l’azione e ci fa vivere bene ogni attimo del quotidiano, rinvigorendo la vita giornaliera e facendola diventare bella, sana, piacevole e intrisa di amore.

Oggi può capitare che nell’utilizzare gli strumenti elettronici non ci sia campo, e quindi non riusciamo a connetterci con i social network. La spiritualità del cambiamento è ottenere un ottimo campo di connessione, in modo da avviare tutti i dispositivi necessari per la concretezza della conversione verso l’ecologia integrale.

Buona lettura.

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l’autore

È tempo di smettere di lamentarsi

Ecologia mentale e verbale

Fenomenologia della lamentela

Viviamo in un’epoca in cui lamentarsi è diventato un ritornello. Sono tanti i brontolamenti che si sentono sulla bocca della gente. È un tempo, questo, della lagnanza continua e giornaliera.

Basta fermarsi un attimo e prestare ascolto a quello che le persone si raccontano nel quotidiano. Dopo pochi minuti domina subito la narrazione di ciò che non funziona, in forma di lamentela nei confronti di tutto quello che ci circonda, a partire dai familiari o vicini di casa fino ad arrivare alle istituzioni. Quante lagnanze riguardo al lavoro, alla scuola, alla sanità, al potere giudiziario, ma soprattutto alla politica, a proposito della quale la lista è lunga.

Ci sono persone che fanno delle lamentele il proprio pane quotidiano, pretendendo che gli altri siano quasi obbligati ad ascoltarle. Questa tendenza ormai comune

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è dovuta a una cultura, soprattutto mediatica, che conduce a vedere solo il male, che diviene subito la notizia da diffondere.

Durante la pandemia c’è stato il fenomeno delle mascherine. In poco tempo abbiamo visto tutti quanti indossare le mascherine. È diventato rapidamente un comportamento di massa. Lo stesso è avvenuto con la narrazione del negativo: si sono indossati occhiali che fanno vedere solo il male e inducono alla lagnanza continua.

Chi è il lamentoso? È generalmente un individuo che rischia di sentirsi uno sconfitto, perciò accetta le vicissitudini della vita con spirito di subordinazione passiva. Smette di reagire al male e si lascia trascinare dalla negatività, fino al punto di sprofondare in un circolo vizioso che conduce ad affogare nel brontolamento. Tratta l’altro come se fosse un recipiente dove sputare tutte le sue lamentele, come un oggetto di sfogo. L’altro viene visto, quindi, in forma strumentale: come un portacenere dove porre la cenere delle proprie lagnanze.

Il fenomeno del brontolamento è da studiare profondamente per capirne le cause, ma anche le conseguenze negative sulla vita psico-fisica della persona e della comunità familiare e sociale.

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Inquinamento mentale

Il nostro mondo è pieno di informazioni e di notizie diffuse dai grandi mezzi di comunicazione e, oggi, anche dai social network mediante il digitale di massa. Si tratta di un potere enorme che condiziona gli stili e i comportamenti a livello globale. Un taglio di capelli, un modo di vestire, un prodotto alimentare, una scelta di vita si globalizzano subito e diventano atteggiamenti e abitudini delle masse, da nord a sud e da est a ovest del pianeta.

Ho sottolineato nel libro Dipende da noi:

In questo mondo mediatico, purtroppo fa notizia il male e non il bene. E lo si può constatare spesso, come dice il poeta Lao Tzu: «Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce» 1 .

Ecco perciò la grande responsabilità dei mass media che, attraverso la loro programmazione giornaliera, martellano sulla testa della gente con notizie negative. Non solamente nei telegiornali, ma anche nei talk show televisivi, nei reality show e nei tanti film di azione violenta.

1 A. Sella, Dipende da noi. Idee e azioni di solidarietà intelligente in un’economia globale, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2017, p. 194.

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E poi si aggiunge il web, con i social network che tendono a mettere nella piazza virtuale tante lamentele, ma anche a evidenziare soprattutto video e notizie di realtà problematiche e scandalose. Non manca tuttavia la responsabilità dei telespettatori, che a loro volta tendono a far aumentare l’audience di programmi con contenuti negativi: le risse mediatiche fanno grandi ascolti, come pure i film violenti. La stessa cosa fanno gli internauti cliccando su video e siti con contenuti in cui il male prevale sul bene. E c’è anche la responsabilità della tecnologia, in quanto gli algoritmi, a causa delle tante visualizzazioni, portano in primo piano quei video intrisi di negatività.

In tutto questo, i mass media sembrano interessati non tanto a informare quanto a influenzare i cittadini. È ancora molto vero ciò che disse tempo fa il grande educatore e profeta don Lorenzo Milani: «E qual è mai il giornale che scrive per il fine che in teoria gli sarebbe primario, cioè informare, e non invece per quello di influenzare in una direzione?» 2

Questione, questa, molto rilevante: influenzare invece che informare. In altre parole, significa non solamente provocare inquinamento mentale, ma anche generare

2 Ibid., pp. 195-196.

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un pensiero unico. L’inquinamento mentale accade perché si è formata una cappa di smog che fa respirare fatti, vicissitudini e storie pieni di negatività, pessimismo, tristezza e amarezza. La mente è la prima a esserne inondata, ma poi si paralizza tutto il corpo a livello psicofisico.

Secondo gli studiosi, infatti, questo inquinamento mentale è tossico in quanto produce un malessere psicofisico che può condurre a patologie anche serie e gravi.

C’è un fenomeno chiamato doomscrolling, che è la tendenza a cercare e far scorrere nella propria mente brutte notizie, digitandole e visualizzandole sullo schermo del cellulare o del tablet oppure facendo zapping con il telecomando del televisore 3. Un fenomeno che è aumentato durante la pandemia da coronavirus. Secondo gli esperti, è tipico delle persone depresse che cercano conferma alla propria visione negativa della realtà. La brutta azione attrae la nostra attenzione e ci soffermiamo volentieri, più che davanti a un’azione di bene. Basti pensare alla folla che si forma quando accade un incidente per strada oppure quando scoppia una rissa.

3 La rivista Focus ha dedicato uno speciale al fenomeno doomscrolling. Cfr. https://bit.ly/3DArciA (ultimo accesso 2 febbraio 2023).

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In un suo articolo, Rosalba Miceli fa cogliere l’influsso delle notizie diffuse dai mass media e dai social network sul benessere psicologico della popolazione. Esiste un impatto dannoso, dichiara la professoressa, a causa delle emozioni suscitate dagli eventi cattivi e anche drammatici. Questo effetto non viene compensato dalle buone notizie perché queste sono poche e poco pubblicizzate. Miceli cita lo psichiatra Giorgio Maria Bressa, docente di Psicobiologia del comportamento presso l’Università Pontificia Salesiana di Viterbo, il quale sostiene che l’esposizione mediatica del cervello a brutte notizie genera due reazioni:

una di indifferenza, con la perdita di empatia e compassione, un metodo difensivo per mantenere l’equilibrio e che passa attraverso un meccanismo di distacco, e un’altra che «assorbe» le negatività sviluppando ansia, insicurezza sino a depressione e attacchi di panico 4 .

Tale impatto negativo sulla nostra mente può essere rilevato attraverso un piccolo esperimento quotidiano. Verifichiamo come è stato il nostro sonno dopo aver visto, prima di andare a dormire, un film drammatico e di azio-

4 R. Miceli, Le cattive notizie sui media influiscono sulla salute mentale?, in La Stampa, 9 marzo 2012 (https://bit.ly/3wMHUaG, ultimo accesso 2 febbraio 2023).

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ne violenta. Facciamo la stessa analisi del sonno dopo aver assistito a un film positivo e bello. Riusciremo a cogliere la differenza: nel primo caso il sonno è stato turbolento, mentre nel secondo è stato decisamente migliore. Si tratta di un piccolo esercizio per comprendere quanto le cattive o le buone notizie agiscano sul nostro essere a livello psico-fisico, generando malessere oppure benessere.

Il periodo pandemico è stato un altro laboratorio nel quale abbiamo potuto constatare che il martellante notiziario di fatti negativi (la diffusione del virus con la sua alta pericolosità, i numeri quotidiani delle infezioni, le immagini di persone intubate, l’evidenziazione dei morti con le tante bare, il lockdown con la sua prigionia domestica, le numerose chiusure, la mancanza delle libertà primarie ecc.) ha generato nella popolazione una lunga serie di fattori preoccupanti: paure, ansie, solitudine e segregazione, conflitti a vari livelli, aggressività sociale e relazionale, depressioni e addirittura suicidi.

Le cattive notizie creano maggiore negatività nelle persone depresse e in quanti tendono al pessimismo, ma influenzano anche gli altri soprattutto quando vengono ripetutamente diffuse, provocando inquinamento mentale che attraversa le varie generazioni: dai bambini fino agli anziani.

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La «spiritualità» del brontolamento

Il significato religioso di spiritualità è quello di una vita mossa dall’influsso dello spirito di Dio. Nel libro Spiritualità dei nuovi stili di vita evidenzio però che si tratta di una categoria non solo teologica ma anche antropologica: «Indica lo spirito quale centro che anima ogni persona, armonizzando anima e corpo, interiorità ed esteriorità, essere e agire» 5. In altre parole, la vita viene animata da una forza interiore. Per il cristiano è l’azione dello Spirito Santo, mentre per il non credente dipende da altre realtà spirituali. La spiritualità ha solitamente una connotazione positiva ed è formata da tre dimensioni: l’adozione di un’opzione fondamentale; la trasformazione della vita mediante nuove prassi e nuovi stili; il coinvolgimento dell’intera esistenza. Tutto ciò è la concretizzazione dell’influsso spirituale. In questo capitolo, tuttavia, la spiritualità assume una connotazione negativa. Per questo la parola è virgolettata, in quanto la vita viene vissuta sotto l’influsso di uno spirito intriso di negatività e pessimismo o, peggio ancora, di nichilismo. Anche qui ci sono tre dimensioni: si parte da

5 A. Sella, Spiritualità dei nuovi stili di vita. Nella prospettiva del Vangelo, EMI, Bologna 2014, p. 71.

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un’opzione fondamentale nell’adottare gli occhiali del pessimismo, la quale fa assumere prassi negative e stili di vita che continuano a decantare il male, fino a riempire la propria esistenza di oscurità e non essere più capaci di vedere la fine del tunnel. Si tratta quindi della «spiritualità» del brontolamento, confezionata così bene da diventare il sale della vita giornaliera. Una realtà che, purtroppo, non fa vivere a pieni polmoni, ma conduce solamente alla sopravvivenza, trascinando la vita senza più un’anima.

Sempre nel libro Spiritualità dei nuovi stili di vita valorizzo la differenza, utilizzata dal filosofo Silvano Petrosino, tra il vivente e l’umano, cioè tra vivere ed esperire 6 . Non è sufficiente il solo vivere, magari in forma di routine, ma bisogna fare esperienza della vita per saperla gustare, per apprezzarne e scoprirne la bellezza. Il vivente trascina la vita in avanti, mentre l’umano la trasforma in una bella esperienza, proprio perché si lascia animare da una energia positiva che ogni creatura umana possiede dentro di sé. Il primo vive una vita mediocre fatta dalla routine giornaliera, senza alzare lo sguardo per poter esperire, cioè fare una bella esperienza. E assume così un atteggiamento passivo e lamentoso. Il secondo pren-

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6 Cfr. ibid., p. 73.

de in mano la vita e la vive profondamente riuscendo a fare esperienze di alto profilo, in cui raggiunge livelli di pienezza del senso e del gusto del vivere.

L’esperienza è una categoria fondamentale della spiritualità attraverso la quale si percepisce l’influsso dello spirito che genera vita in abbondanza, conducendola verso la pienezza mediante un processo positivo. Nel caso di chi si lamenta solamente, l’energia negativa avvia un processo di degrado della vita che può condurre fino al suo totale annientamento.

Papa Francesco, durante l’ Angelus del 19 dicembre 2021, ha invitato i cristiani a passare dalla spiritualità del brontolamento a quella del servizio, che è fonte di gioia di vivere. E lo ha fatto valorizzando l’esperienza di Maria di Nazareth:

Andando verso la casa di Elisabetta, Maria procede con il passo svelto di chi ha il cuore e la vita pieni di Dio, pieni della sua gioia. Allora chiediamoci noi, per il nostro profitto: com’è il mio «passo»? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia, nella tristezza? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno, soltanto porteremo amarezza, cose oscure. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, san Tommaso Moro o san Filippo

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Neri. Possiamo chiedere anche questa grazia, la grazia del sano umorismo: fa tanto bene. Non dimentichiamo che il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta.

Nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, Francesco mette in allerta di fronte a una vita cristiana intrisa di una pericolosa accidia, priva di quella spiritualità evangelica che riesce a permeare l’azione pastorale rendendola gioiosa e desiderabile.

Così prende forma la più grande minaccia, che «è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità». Si sviluppa la psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come «il più prezioso degli elisir del demonio». Chiamati a illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! 7

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7 Francesco, Evangelii gaudium. Esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, 24 novembre 2013, 83.

Questo richiamo pastorale è estremamente necessario per liberare i cristiani dalla spiritualità del pessimismo, accompagnata dall’ipocondria della tomba che fa morire la potenzialità della vita cristiana. La Evangelii gaudium evidenzia un netto «no al pessimismo sterile» (EG 84), mettendo in guardia di fronte ai profeti di sventura «che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo» (ibid.). «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura» (EG 85). Con molta sapienza il Papa dice basta a questo cattivo spirito della sconfitta e invita ad abbracciare lo spirito pasquale della vittoria sulla morte, e quindi la gioia del Vangelo, definita anche come gioia della fede, gioia missionaria. Nell’esortazione apostolica sono ben ottantadue le occorrenze della gioia, le quali esprimono il grande primato della gioiosità della vita cristiana.

Perciò dobbiamo anche noi dire basta allo spirito del brontolamento che genera una vita intrisa di amarezza, stanchezza, depressione e malessere. È molto importante affrontare invece la nostra giornata con lo spirito della gioia del vivere, generatore di un futuro assolutamente migliore.

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Il coraggio di porre fine alle lagnanze mediante un cammino saggio e generativo

Voglio riproporre uno stralcio dell’appello per un quotidiano felice che ho collocato alla fine del libro Cambiamenti a km 0: È questo il tempo per smetterla di lamentarsi. Quante lamentele su tutto quello che non funziona! Quanta energia persa in lagnanze! Quanto tempo dedicato al brontolamento! Sono tutte forze e risorse perse su ciò che non possiamo più cambiare. Basta con la spiritualità delle lamentele! Come ha fatto papa Francesco, appendiamo anche noi sulla nostra porta l’importante cartello: Vietato lamentarsi! 8

Non è facile troncare con la tendenza alle lagnanze, in quanto essa è radicata a livello sia culturale sia mentale. Non si può pensare di riuscirci dalla sera al mattino con la sola forza della volontà personale. Il cambiamento non avviene mediante l’evento ma mediante il processo. E quindi bisogna costruire un cammino di liberazione. È l’invito che papa Francesco ha rivolto ai giovani italiani, esortandoli a condurre la loro vita su binari fondamentali: la bellezza del sogno, la liberazione dalla paura e il coraggio del nuovo.

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8 A. Sella, Cambiamenti a km 0, p. 149.

1. La bellezza del sogno non anestetizza ma fa volare alto verso grandi orizzonti. Il sogno fa guardare in alto e non più verso quel basso imprigionato dal brontolamento che porta alla depressione. Sognare significa uscire dalla prigionia delle lamentele e cominciare a viaggiare verso il nuovo. Sottolinea il Vescovo di Roma:

I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, ti portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! (…) E la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli capaci di essere fecondi: i sogni grandi sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, di seminare fraternità, di seminare gioia, come oggi; ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il NOI9.

9 Francesco, Veglia di preghiera con i giovani italiani, Roma, Circo Massimo, 11 agosto 2018 (da questo incontro sono tratte anche le successive citazioni contenute in questo paragrafo).

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2. La liberazione dalla paura è un altro binario molto importante. La paura è l’elemento fondamentale che blocca le energie. È anche una strategia utilizzata dai poteri forti per «addormentare» le persone e sottometterle a dettati spesso impopolari e contrari alla dignità umana. Nel dialogo con i giovani, il Papa mette in guardia dal tranello costituito dall’avere unicamente per il benessere, che non ci fa più essere pellegrini sulle vie per una vita piena e bella, come quella di Francesco d’Assisi. Le paure conducono sottilmente a una condizione in cui non si può far altro che lamentarsi e crogiolarsi tra le innumerevoli lagnanze. Il Pontefice cita Giovanni XXIII che diceva: «Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene». E poi dichiara saggiamente: «Dobbiamo imparare questo, perché ci aiuterà nella vita. Il pessimismo ti butta giù, non ti fa fare niente. E la paura ti rende pessimista. Niente pessimismo. Rischiare, sognare e avanti». Papa Francesco rivolge quindi ai giovani un appello forte e ripetuto per non cadere nelle paure: «Come vi ho detto, voi non lasciatevi rubare i vostri sogni». Da buon pastore, aiuta i giovani anche a capire come fare per non lasciarsi rubare i sogni:

Cercate maestri buoni capaci di aiutarvi a comprenderli e a renderli concreti nella gradualità e nella sereni-

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tà. Siate a vostra volta maestri buoni, maestri di speranza e di fiducia verso le nuove generazioni che vi incalzano.

3. E poi occorre osare il coraggio del nuovo. Per realizzare il nuovo, papa Francesco indica una strada importante:

Questo è il lavoro che voi dovete fare: trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro, e per questo ci vuole coraggio (...), il coraggio davanti alle resistenze, alle difficoltà, a tutto quello che fa che i nostri sogni siano spenti (...). Il giovane che sogna cose grandi va avanti, non va in pensione presto.

Come strappare il sogno dall’utopia e trasformarlo in realtà per costruire il nuovo? I due ingredienti essenziali sono: non aver paura del cambiamento e attuarlo insieme. Abbandonare lo status quo non è facile, in quanto si tratta di lasciare quello che si conosce e che molte volte dà sicurezza. Mentre il nuovo è l’ignoto che fa paura perché non lo si conosce. Ecco il ruolo chiave dei maestri e dei testimoni che aiutano a comprendere come l’ignoto possa diventare una realtà migliore di quella attuale, un surplus di pienezza e di qualità di vita.

Il Movimento dei Senza Terra del Brasile la chiama mistica, perché fa intravedere e quindi sognare la stessa vita bella, sana e finalmente dignitosa delle famiglie

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che avevano conquistato la terra e ci vivevano con cura, trattandola come sorella e madre. Questo processo avviene mediante la narrazione, la testimonianza oppure il multimediale. Strumenti che conducono a sognare insieme un futuro migliore. Nel caso del Brasile, tutto questo rafforzava la lotta di coloro che erano in cammino per la conquista della terra, alimentando il loro coraggio e liberandoli dalle paure. Il secondo elemento fondamentale è sognare insieme, costruire il sogno insieme. La forza della concretezza è l’insieme. Come amava dire dom Hélder Pessoa Câmara, un grande vescovo brasiliano che si è battuto per la dignità dei poveri: «Se uno sogna da solo, il suo rimane sogno; se il sogno è fatto insieme ad altri, esso è già l’inizio della realtà».

Ecologia mentale

L’ecologia mentale è un nuovo modo di vedere, di pensare e di desiderare, che non solo ci aiuta nella ricerca della felicità e della pace interiore, ma dà anche salde fondamenta alla conversione ecologica ormai necessaria: se vogliamo salvare il pianeta dobbiamo iniziare dalla mente10.

10 F. Tartaglia, È ora di trovare pace. Diario di ecologia mentale, Àncora, Milano 2021, p. 254.

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Indice Prefazione: Dal Decalogo all’Esalogo (G. Martirani) pag. 5 Premessa » 25 1. È tempo di smettere di lamentarsi Ecologia mentale e verbale » 29 Fenomenologia della lamentela » 29 Inquinamento mentale » 31 La «spiritualità» del brontolamento » 36 Il coraggio di porre fine alle lagnanze mediante un cammino saggio e generativo » 41 Ecologia mentale » 45 La narrazione del positivo » 50 2. È tempo di credere al potenziale dell’amore Ecologia del cuore » 53 Il potenziale di bene in ogni creatura » 53 La grande dignità umana » 61 La straordinaria potenza dell’amore » 65 La maieutica dell’amore (tirare fuori la tenerezza) » 76 La rivoluzione silenziosa della tenerezza » 85
È tempo di annunciare il buono, il vero e il bello Ecologia della bellezza pag. 92 Il primato del buono, del vero e del bello » 92 Occhi nuovi per vedere la bellezza anche della porta accanto » 100 La narrazione dell’alternativo » 105 La bellezza salverà il mondo e sradicherà il male » 108
3.
È tempo
priorità
relazioni, non alle cose Ecologia relazionale » 116 Fenomenologia della povertà relazionale » 116 Le relazioni sono essenziali per vivere bene » 126 Una ricchezza che mai ci porteranno via » 133 Vivere relazioni e non soltanto contatti » 139 Il ventaglio di relazioni buone, libere e liberanti da riscattare nel quotidiano » 143
4.
di dare
alle
È
in pasta Ecologia della concretezza » 146 Concretezza per il cambiamento » 153 La bellezza della verità » 156 Fare il bene con le proprie mani per il nuovo umanesimo » 163
5.
tempo di mettere le mani
6. È tempo di cambiare i nostri stili di vita Ecologia eco-umana pag. 171 La forza rivoluzionaria del grido della terra e dei poveri » 171 Liberare gli impoveriti dalla miseria e gli arricchiti dalla schiavitù della ricchezza » 179 Fare giustizia con la terra e con tutti gli esseri viventi » 183 Reale e profondo cambiamento eco-umano mediante nuovi stili di vita » 187 La spiritualità dei nuovi stili di vita » 191 Profeti dei nuovi stili di vita » 197

I testi presenti in questa collana offrono spunti, input, percorsi di auto-aiuto per favorire il benessere psicofisico, una maggiore consapevolezza delle risorse comuni e sani stili di vita che siano sostenibili e propositivi.

1. Cambiamenti a km 0. L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita, di Adriano Sella

2. Virtuale è reale. Aver cura delle parole per aver cura delle persone, di Giovanni Grandi

3. Generare luoghi di vita. Nuove forme dell’abitare, di Johnny

Dotti e Chiara Nogarotto

4. La routine della felicità. Segreti e buone abitudini per vivere bene, di Francesco Micci

5. L’ energia positiva del cambiamento. Per generare un quotidiano nuovo e felice, di Adriano Sella

#VOLERSI BENE

Il pianeta soffre e ce lo fa capire in molti modi: cambiamenti climatici, impoverimento di popoli e territori, inquinamento. Servono nuove pratiche, nuovi atteggiamenti, nuove abitudini. Questo libro è un invito a passare in rassegna le azioni della nostra giornata-tipo, dalla mattina alla sera, per renderci conto di quante occasioni di cambiamento essa possa offrire. E si tratta di cambiamenti a km 0, dal momento che non è necessario fare cose straordinarie, ma semplicemente impegnarci nell’ordinario, cioè nel quotidiano.

Adriano Sella è educatore, scrittore, conferenziere sui nuovi stili di vita. Missionario laico del Creato, è promotore del movimento Gocce di Giustizia e coordinatore delle Reti nazionali Nuovi Stili di Vita. Ha conseguito la licenza in Teologia morale e ha lavorato per molti anni in Brasile. Autore di numerosi libri e articoli, con Paoline ha pubblicato, tra gli altri, Cambiamenti a km 0. L’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita (2020).

adrianosella80@gmail.com

Immagine di copertina: © HubokiDzianis / Shutterstock

Se vogliamo davvero un quotidiano sano e felice, dobbiamo necessariamente cambiare qualcosa nella nostra vita.

È tempo di mettere in campo ogni energia per dare nuova linfa alle relazioni e sentirci tutti parte di un unico futuro e di un unico pianeta.

Non limitiamoci a protestare per ciò che non funziona: impegniamoci anche per realizzare il bello e buono che è già dentro di noi.

«Si possono ipotizzare conversioni personali e collettive da una eco-nomia, in cui è l’essere umano che imprime le proprie leggi alla natura, a una eco-logia, in cui essere umano e natura dia-logano in un rapporto di madre con figlio».

(dalla Prefazione di Giuliana Martirani)

€ 16,00 15V 5

ISBN 978-88-315-5589-0

#VOLERSIBENE

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