N 5 2016

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Periodico trimestrale di informazione del Parco Natura Viva

Euro 1,50

2016

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IL RITORNO DEL GIPETO SULLE ALPI Biodiversità di eventi in onore della primavera L’ultimo volo della colomba migratrice


Sommario N° 5 - 2016 Periodico trimestrale edito da Parco Natura Viva Srl Registrazione presso il Tribunale di Verona n.1165 del 30 giugno 1995

REDAZIONE

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Doveri e desideri: proteggere, conservare e rendere questo Parco accessibile a tutti

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Accessibile, fruibile e godibile: il Parco per tutti

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Il ritorno del gipeto sulle Alpi

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Luis e Bahia: ambasciatori dell’orso andino

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Biodiversità di eventi in onore della primavera

Macri Puricelli Direttore responsabile Silvia Allegri Coordinatore editoriale + 39 3407785136 | magazine@parconaturaviva.it COMITATO SCIENTIFICO Cesare Avesani Zaborra, Katia Dell’Aira, Maria Ordinario, Giorgio Ottolini, Caterina Spiezio, Marta Tezza PROGETTO GRAFICO Osiride - Rovereto | www.osiride.it PROGETTO GRAFICO DEL LOGO Marco Marastoni per Gruppo Saldatori Srl - (RE) bzzbzz@grupposaldatori.com IMMAGINE DI COPERTINA

10-11 L’ultimo volo della colomba migratrice

Gipeto (foto di Archivio Parco Natura Viva) CONTRIBUTO FOTOGRAFICO N° 5 - 2016 Archivio Parco Natura Viva, Archivio Vecomp, Silvia Allegri, Junger Bartgeier Ortler, Francesco Barbieri, Luciano Calore, Giorgio Cortese, Guendalina Righetti, Bruna Zavattiero ILLUSTRAZIONI Umberto Catalano, Barbara Regaiolli HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Katia Dell’Aira, Maria Ordinario, Giorgio Ottolini, Elena Livia Pennacchioni, Barbara Regaiolli, Caterina Spezio, Marta Tezza, Elena Zambelli COPYRIGHT

12-15 Let it Grow:

coltiviamo la biodiversità europea

16-17 A passeggio con le guide:

il grande potere di immergersi nella natura

18-19 Il Parco tra sito web e social network

© 2016 Parco Natura Viva Per la presente edizione Copyright @ Parco Natura Viva loc. Figara, 40 - 37012 Bussolengo (VR) - Tutti i diritti riservati. La riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, non è consentita senza la previa autorizzazione scritta dell’Editore.

© 2016 Osiride - Rovereto

20-21 Laudato si’...

perché abbiamo bisogno della Natura e dei suoi abitanti

22-23 Bioparc Zoo Doué-la-Fontaine: Stampato dalla Tipografia Esperia di Trento

l’emozione della natura

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Voi e il Parco


DOVERI E DESIDERI Proteggere, conservare e rendere questo Parco accessibile a tutti spunto e ispirazione P rendendo dall’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” che segna una svolta epocale nel rapporto tra chiesa cattolica e conservazione della natura, e allo stesso tempo volendo dare ascolto all’Europa − che ci chiede di concentrare gli sforzi con un particolare riguardo verso le specie del nostro continente − abbiamo ritenuto opportuno dedicare la copertina e l’articolo centrale a una delle specie emblematiche che sorvola le nostre Alpi, spaziando verso est e verso ovest: l’avvoltoio degli agnelli, meglio conosciuto come gipeto. Il Parco Natura Viva è al momento l’unico parco zoologico italiano a ospitare una coppia riproduttiva affidata dal circuito europeo e inserita nel programma di conservazione EEP (European Endangered Species Programme) che speriamo ci dia presto le soddisfazioni attese riproducendosi. I piccoli sono destinati al piano di reintroduzione sulle Alpi che è iniziato già da molti anni (www.4vultures.org/). Gli avvoltoi rappresentano un gruppo di specie che è stato salvato grazie all’allevamento in ambienti controllati come è avvenuto per il condor

della California e come senz’altro sarà necessario fare per gli avvoltoi asiatici, la cui popolazione è crollata del quasi 90%. Anche la prestigiosa rivista National Geographic, nel numero di febbraio 2016, ha dedicato a loro un importante spazio. In questo numero di Natura Viva raccontiamo anche il nostro impegno per agevolare la fruizione dei parchi zoologici a persone diversamente abili e che, in alcuni casi, sono costrette ad utilizzare una carrozzina. Per ottimizzare il risultato ci siamo avvalsi del prezioso aiuto di Guendalina Righetti, naturalista, che a bordo della sua sedia a rotelle e armata di GoPro, ci ha segnalato i punti critici e le difficoltà che lei, e molti altri visitatori, incontrano visitando il Parco. Il suo contributo si è rivelato essenziale per realizzare modifiche tecniche finalizzate al miglioramento non solo di questo parco, ma anche di molti altri luoghi dove sia possibile il contatto diretto con la natura, in tutta la sua bellezza. A Guendalina va un mio speciale ringraziamento. Per quanto riguarda i parchi zoologici fuori dall’Italia, dedichiamo con grande piacere questo numero a uno dei luoghi più belli da visitare Farfalla Morfo blu (Morpho peleides).

1 Cesare Avesani Zaborra, Direttore Scientifico del Parco Natura Viva.

in Europa: il parco di Doué-la-Fontaine, inserito nella cornice dell’alta Loira francese. La speciale orografia del luogo e il contesto botanico lo rendono davvero unico. A tutti coloro che volessero visitarlo raccomandiamo il periodo compreso tra fine di maggio e giugno quando le fioriture sono nel pieno del loro sviluppo. Il parco di Doué-la-Fontaine è rinomato per la fauna del Sudamerica: è proprio all’orso andino che dedichiamo un approfondimento in queste prossime pagine. Questo è l’unico orso presente sulle Ande ed è protagonista di complesse problematiche legate all’allevamento e all’agricolultura. L’orso andino sopravvive a stento in un’area unica sul nostro pianeta per aspetti geologici, botanici e climatici. Cesare Avesani Zaborra Direttore Scientifico Parco Natura Viva


PRIMO PIANO

Accessibile, fruibile e godibile

IL PARCO PER TUTTI di Silvia Allegri

Il Parco è ancora più bello se diventa il Parco di tutti e per tutti: un luogo in cui la natura possa essere ammirata e goduta da adulti e bambini, da giovani e da anziani, da chi si muove con le proprie gambe e da chi si serve di una carrozzina. Da qualche tempo l’intento di rendere il Parco un luogo davvero accessibile e accogliente si sta traducendo in realtà, grazie alla forte determinazione dello staff e ai suggerimenti di una consulente speciale: Guendalina Righetti. 2

le barriere e proporR iconoscere re soluzioni per le persone diver-

samente abili, in realtà, rappresenta un vantaggio per tutti”. Questo è il motto che guida le attività e i progetti di Guendalina e del suo gruppo interdisciplinare, Magy’s, formato da specialisti di discipline complementari: un docente, una visual designer, una psicologa e una pedagogista. Guendalina ha 31 anni, e vive in provincia di Verona. Fin da quando era bambina non può camminare e non può parlare. Ma i suoi limiti fisici non le hanno impedito di portare avanti i suoi sogni. A partire da quella laurea in Scienze Naturali, conseguita a Padova nel 2011, che le ha consentito di diventare progettista dell’accessibilità e fruibilità di percorsi museali e aree naturali. Guendalina è una vera esteta, e lo dimostra a partire dal suo look, sempre curato e originale. “Le piacciono i dettagli”, racconta la mamma Susanna Brugnoli, “e proprio questa attenzione per i particolari ci ha permesso di compiere un grande lavo-

ro, utile alle persone con disabilità, ma non solo”. Alla scoperta del Parco, armata di GoPro La collaborazione col Parco Natura Viva è iniziata ormai da due anni.


Guendalina tra Giancarla Albertoli, Anna Checchinato, Susanna Brugnoli.

“La prima visita al Parco l’ho fatta con Cesare Avesani Zaborra, il direttore scientifico”, spiega Guendalina con l’ausilio di una tastiera e con i movimenti delle mani. “Poi ci sono state numerose altre visite, fatte anche in incognito”. Visite che avevano l’obiettivo di ‘vivere’ il Parco dalla (non) altezza della carrozzina, osservandone le criticità, per proporre poi possibili soluzioni. Le difficoltà, le inaccessibilità, gli ostacoli per un disabile sono stati documentati con una GoPro, la videocamera indossabile, che Guendalina ha sistemato all’altezza della sua testa compiendo così una vera e propria ‘indagine’ sul campo. Partendo da bisogni reali e da situazioni altrettanto concrete. Ad esempio, come affrontare i sentieri stretti o in forte pendenza? Come muoversi sul terreno ghiaioso? Come riuscire a osservare con calma gli animali, se certe barriere protettive si trovano proprio all’altezza di una sedia a rotelle? I primi risultati I primi risultati ci sono già. Tra i più importanti ci sono i percorsi allargati, le rampe messe in sicurezza, i balconi panoramici che si trasformano in punti di osservazione opportunamente individuati, una segnaletica chiara e informazioni accessibili anche per chi, non potendo stare in piedi, deve per forza leggere e orientarsi a bordo di una sedia a rotelle. E ne è nata anche una mappa del Parco per persone disabili, dove sono segnati i diversi percorsi e le relative ‘criticità’ (dislivelli, pavimentazioni ed eventuale presenza di ghiaia, balaustre che rendono più

difficile la visibilità). Così come una segnaletica sui tavoli nei punti ristoro che invita a dare la precedenza alle persone con disabilità. Sembrano piccoli cambiamenti, ma sono in realtà delle autentiche rivoluzioni. Un lavoro che non finisce mai “Abbiamo trovato grandissima disponibilità a collaborare da parte di tutti e questo rende il nostro lavoro ancora più bello”. La collaborazione tra Guendalina e lo staff del Parco continua, e i suggerimenti per superare le barriere si trasformano nel tempo in importanti passi avanti verso un Parco alla portata di tutti. Con un occhio di riguardo ai più piccoli: una delle prossime idee che diventeranno realtà è la dotazione, per le aree della didattica, di seggiolini speciali da terra, per i bimbi con disabilità, che così potranno stare insieme ai loro compagni in tutta sicurezza.

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IL RITORNO DEL GIPETO SULLE ALPI di Caterina Spiezio Settore Ricerca e Conservazione

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Liberazione di gipeti dotati di trasmittente satellitare

Junger Bartgeier Ortler: Freilassung nach Markierung mit Satellitensender ©Kathi Märki / swild.ch

I NOSTRI ANIMALI


tempo il gipeto (Gypaetus barU nbatus) popolava tutte le regioni montuose dell’Europa meridionale, comprese le Alpi. Tuttavia come tutti i grandi rapaci anche il gipeto è stato e continua a essere perseguitato a causa della poca conoscenza che si ha di questa specie, conoscenza troppo spesso “colmata” dalle leggende tramandate di generazione in generazione: infatti, il gipeto viene da sempre descritto come animale sanguinario in conflitto con l’uomo e addirittura si tramanda possa uccidere bambini. Il suo rapido declino è avvenuto nel XIX e nel XX secolo. L’ultimo esemplare che popolava le Alpi venne abbattuto nel 1913. Grazie al progetto internazionale di conservazione adottato dai giardini zoologici, nel 1970 inizia la sua ripresa. Il progetto vede i giardini zoologici coinvolti da un lato nella sensibilizzazione della popolazione all’importanza della conservazione in natura di questa specie, dall’altro nell’allevamento e riproduzione ai fini della reintroduzione di esemplari nelle loro aree di origine. Il progetto internazionale di reintroduzione sulle Alpi prevede la liberazione annuale, a partire dal 1986, di 8-10 individui in diversi siti. Oggi, sulle Alpi, si contano circa 20 coppie riproduttive e c’è ancora molto lavoro da fare! Il Parco Natura Viva ospita una coppia di gipeti, il maschio nato il 30 gennaio del 2005 in Austria, e la femmina il 7 aprile del 2005 in Germania. Entrambi arrivarono al Parco a marzo del 2006 e da subito formano una coppia affiatata. Tuttavia, poiché giovani, non si sono ancora

riprodotti, anche se quest’anno abbiamo visto i primi comportamenti di corteggiamento. Sarà necessario attendere almeno un anno per vedere la nostra coppia deporre e allevare i piccoli. I gipeti, infatti, si riproducono per la prima volta non prima dei 12 anni di età. Grazie ai consigli del dr. Alex Llopis Dell, manager del Bearded Vulture Programme della Vulture Conservation Foundation, la voliera dei gipeti è stata rimodernata realizzando un nuovo nido nella parte alta della loro grande voliera, per garantire tranquillità durante la cova e l’allevamento del pulcino. Inoltre, per osservare in modo discreto l’attività dei gipeti e il loro nido è stata collocata una telecamera ad alta definizione nella loro voliera che ci consente di monitorare costantemente il comportamento dei gipeti, senza disturbarli, soprattutto qualora dovessero avere un pulcino. Curiosità Il gipeto ha un modo molto particolare di nutrirsi e non caccia prede vive né si alimenta di carne. Infatti, i gipeti si nutrono principalmente (8090%) di ossa di carcasse e sono in grado di ingerire ossa di dimensioni simili a una vertebra di pecora. Qualora le ossa di carcasse fossero troppo grandi, i gipeti fanno cadere le ossa sulle rocce, da un’altezza di 100 metri, perché si rompano in parti più piccole. La sua particolare dieta fa di questo avvoltoio un elemento fondamentale dell’ecosistema.

AVVOLTOIO GIPETO

Gypaetus barbatus CLASSIFICAZIONE: Classe Uccelli Ordine Accipitriformi Famiglia Accipitridi DIETA: Carnivora. Il gipeto si nutre soprattutto di ossa e in minor parte di carcasse PESO: 4,5-7 kg APERTURA ALARE: 230-280 cm LONGEVITÀ: Fino a 21 anni in natura, fino a più di 40 in ambiente controllato

QUASI A RISCHIO NEAR THREATENED

In Italia è considerato in pericolo critico (CR)

La coppia di gipeti (Gypaetus barbatus) del Parco Natura Viva.

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RICERCA E CONSERVAZIONE

LUIS e BAHIA

Ambasciatori dell’orso andino di Caterina Spiezio Settore Ricerca e Conservazione

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A fine agosto 2015, lo staff del Parco Natura Viva ha visitato il sito di ricerca di Armando Castellanos, il presidente della Andean Bear Foundation, che si occupa del progetto di conservazione dell’orso andino e del tapiro di montagna. Il sito si trova nella parte alta dello spartiacque del fiume Papallacta nel Parco Nazionale Cayambe Coca, in Ecuador. Obiettivo: conoscere la specie e proseguire con un progetto di sostegno che garantisca a questa specie di continuare a esistere.

Luis, il maschio di orso andino (Tremarctos ornatus) del Parco Natura Viva. Qui si trova una coppia di orsi andini, Luis e Bahia, assieme da molti anni ma sempre affiatati.

tempo era pessimo, pioggerellina I lcontinua e nubi basse, o meglio, forse eravamo noi ad essere alti visto che abbiamo raggiunto i 4800 metri di altitudine per poter vedere l’orso andino, in un paesaggio davvero molto caratteristico. La visita è stata un successo poiché seppur non siano stati avvistati né orsi, né tapiri, grazie alla presenza del radiocollare siamo riusciti a sentire il segnale di un orso andino. Da subito abbiamo potuto scorgere l’eccitazione di Armando Castellanos: è Utzila, è Utzila – ci dice Armando. Utzila è un giovane orso di poco più di un anno e del quale si era perso il segnale da circa due mesi. Utzila, vuol proprio dire “piccolo”. Il Parco Natura Viva da anni si occupa della salvaguardia dell’orso andino, l’unico orso del Sud America,

specie endemica delle Ande tropicali e che oggi è annoverata come specie vulnerabile nella lista rossa della IUCN. La popolazione in natura è in continuo decremento e si prevede che nei prossimi 30 anni la specie possa raggiungere la categoria a rischio di estinzione a causa, principalmente, della distruzione dell’habitat e del conflitto con l’uomo. Il progetto del Parco Natura Viva volto a tutelare l’orso andino si costituisce di diverse azioni.

Caterina Spiezio, responsabile del Settore Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva e Armando Castellanos, presidente della Andean Bear Foundation, nel Parco Nazionale Cayambe Coca, in Ecuador.


Luis, il maschio di orso andino del Parco Natura Viva. Come è tipico di questa specie, anche Luis ama arrampicarsi nelle zone più alte del reparto.

ORSO ANDINO Tremarctos ornatus

CLASSIFICAZIONE: Classe Mammiferi Ordine Carnivori Famiglia Ursidi DIETA: Prevalentemente vegetariana, soprattutto frutta PESO: 60-200 kg LUNGHEZZA: 1,3-2 m LONGEVITÀ: Si pensa possa raggiungere i 20 anni. In ambiente controllato un orso andino ha raggiunto i 38 anni

VULNERABILE VULNERABILE

Una prima azione si propone di divulgare le tematiche relative alla conservazione della biodiversità e di raccogliere fondi per l’acquisto di radiocollari e per sostenere la Andean Bear Foundation. Lo scopo di questo progetto è di salvare l’orso andino dall’estinzione attraverso ricerche scientifiche in situ volte a comprendere il comportamento e le esigenze di questa specie. Inoltre, questo progetto recupera gli orsi feriti o orfani, li cura e riabilita e procede poi al loro rilascio in natura. Gli orsi rilasciati sono monitorati sia attraverso le osservazioni dirette, sia grazie a un radiocollare. Il Parco Natura Viva ha acquistato nel corso degli anni alcuni radio collari che sono stati applicati a esemplari rilasciati in natura e che ancora oggi sono quindi monitorati. Senza una maggiore conoscenza dei

bisogni dell’orso andino non è infatti possibile definire strategie di conservazione adeguate a questa specie. Qui al Parco, gli ambasciatori dei loro compagni che vivono in natura sono Luis e Bahia, una coppia di orsi ospitata da tempo in un reparto creato ad hoc per questa specie. La femmina si chiama Bahia, il maschio Luis. Questa coppia si è riprodotta con successo due volte: il primo a nascere è stato un maschio, Balù, mentre la seconda volta è nata una femmina, chiamata Tunk, che è diventata la nostra mascotte. Balù, dopo aver raggiunto la maturità sessuale, è stato separato dai genitori e inserito in un reparto vicino fino a quando non è stato portato in un’altra struttura europea. Anche Tunk ha vissuto con mamma e papà fino alla maturità sessuale e dopo, come il fratello, è stata trasferita presso

una struttura europea perché potesse formare una nuova coppia e una nuova famiglia. Visitare il Parco, scoprire e osservare Bahia e Luis, permette di sostenere lo studio e la conservazione di questa specie in natura. Orso andino disegno di Barbara Regaiolli

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Toby, l’anziano rinoceronte bianco (Ceratotherium simum) del Parco Natura Viva, visibile nei Sentieri d’Africa, ha superato i quarant’anni di età.

EDUCAZIONE

BIODIVERSITÀ DI EVENTI

in onore della primavera di Veronica Zanardi e Katia Dell’Aira Settore Educativo

Come di consueto, anche il 2016 vedrà il Parco teatro di numerosi eventi e giornate a tema. Ecco quindi le nostre iniziative per i mesi da marzo a giugno. Incontri, attività, riflessioni nel nome della natura che rinasce, della difesa di quelle specie vittime del bracconaggio, delle magiche ali dei migratori verso terre lontane. 8

al Parco. La stagione B entornati 2016 è iniziata e noi vogliamo festeggiare la natura che, dopo il sonno invernale, si desta pigramente. Il mese di marzo quindi avrà come tema conduttore proprio “Il risveglio della natura” con tante attività per far scoprire ai nostri visitatori quanto la vita all’aperto e nella natura può essere non solo un piacere ma anche una cura. Il primo week end di apertura del Parco sarà nel segno del rosa, in onore dell’imminente Festa della Donna, con approfondimenti sul significato simbolico dei fiori e delle piante in generale. Il 20 marzo festeggeremo la Giornata Internazionale delle Foreste mettendo a dimora un albero: un gesto simbolico per testimoniare l’impegno nella tutela della Natura. La domenica centrale sarà in sostegno al Barbary Macaques Awareness & Conservation che, proprio quest’anno ha deciso di celebrare il

primo International Macaques Day (il 16 marzo). Il progetto, sostenuto anche dal Parco, prevede di sensibilizzare all’importanza di essere turisti responsabili e di non rendersi complici inconsapevoli di atti che possono nuocere alla sopravvivenza di una specie. Cosa che accade alle bertucce, prelevate in natura per essere utilizzate come “modelli” con cui posare per una foto ricordo. Aderendo alla campagna JUST SAY NO, il Parco spera di poter informare tutti i suoi visitatori sulla pericolosità di tale pratica. Banditi in natura Aprile sarà ricco di eventi sul tema “Banditi in natura”, una campagna di comunicazione e sensibilizzazione dell’UIZA (Unione Italiana Zoo e Acquari) il cui scopo è denunciare tutte le pratiche di bracconaggio purtrop-

po ancora molto diffuse. Il 17 aprile una giornata coinvolgerà contemporaneamente nelle strutture UIZA aderenti alla campagna i visitatori in giochi a tema e gare a tappe per capire come tutti possiamo contribuire a fermare questo fenomeno, informandoci e agendo in modo responsabile. Sulle ali dei migratori Le proposte non mancheranno a maggio: “Sulle ali della fantasia” è un’iniziativa in onore del World Migratory Bird Day di domenica 8 maggio, dedicata principalmente al progetto LIFE+ sulla reintroduzione dell’ibis eremita in Europa condotto dal Waldrappteam. Attraverso giochi e approfondimenti, tutti potranno scoprire i dettagli di questo progetto lungimirante il cui scopo è di riportare stabilmente gli ibis eremita in Eu-


ropa e in Italia e ripristinare in questi uccelli la capacità di migrare autonomamente dall’Austria fino all’area di svernamento all’oasi WWF Laguna di Orbetello, in Toscana. La domenica successiva è dedicata alla Campagna UIZA “Occhio all’alieno”, lanciata per far conoscere la problematica delle specie aliene invasive nel nostro territorio. Si tratta di una delle minacce meno note alla sopravvivenza di alcune specie autoctone, ma che si sta rivelando una vera catastrofe ambientale. Il mese proseguirà con una domenica dedicata agli animali e alle piante citate nella Bibbia, in concomitanza del Festival Biblico, in calendario a Verona dal 19 al 22 maggio. Domenica 28 invece, un altro appuntamento voluto assieme ad altre strut-

ture UIZA: una giornata dedica agli invertebrati, animali spesso poco noti e anche in parte temuti, ma incredibilmente affascinanti. Un pianeta da proteggere A giugno con “Un pianeta da proteggere” introdurremo il tema della progressiva desertificazione del nostro mondo conducendo i visitatori alla scoperta degli animali che vivono appunto in zone desertiche. Questo mese vede anche la prima data dedicata ad una visita crepuscolare del Parco: un’occasione eccezionale per scrutare la giraffa, protagonista della serata, da angolazioni inedite. Non perdete l’occasione: appuntamento il 18 giugno.

Weekend della scienza Una speciale iniziativa da aprile a settembre saranno i “Week end della scienza al PNV”. Un’occasione unica per approfondire diverse tematiche o gruppi animali di “casa nostra” insieme a ospiti speciali (scienziati, etologi e ricercatori) che coinvolgeranno i partecipanti in progetti di “citizen science”, serate con aperitivo e dibattito, laboratori di educazione ambientale e molto altro. L’idea nasce dall’adesione del Parco alla Campagna Let it Grow voluta dall’EAZA, European Association Zoo and Acquaria, dedicata alla tutela della biodiversità locale. Potrete controllare il calendario dettagliato degli appuntamenti sul nostro sito.

I giovani ibis eremita, seguendo i loro “genitori adottivi” umani, raggiungono le zone di svernamento, in Italia, per poi tornare autonomamente in quelle riproduttive.

Che puzza! I suricati e gli arricchimenti olfattivi al Parco Natura Viva di Caterina Spiezio e Barbara Regaiolli, in collaborazione con l’Università di Parma per la tesi di laurea di Anna Ferretto A febbraio, sulla rivista IZN – International Zoo News, è uscito uno studio che per protagonisti ha i suricati (Suricata suricatta) del Parco Natura Viva. Lo studio è volto a valutare l’effetto di un programma di arricchimenti olfattivi sul comportamento di questi animali proprio per garantirne il benessere. I suricati, infatti, si affidano all’olfatto non solo nella ricerca del cibo, ma anche per comunicare fra loro. Lo studio spiega che, in presenza di nuovi odori, i suricati passano meno tempo nelle tane sotterranee, esplorano di più l’ambiente e manifestano più comportamenti

affiliativi, creando così maggior coesione fra i membri della colonia. Gli arricchimenti olfattivi pertanto stimolano la manifestazione di comportamenti tipici dei suricati e sembrano dunque essere importanti per il benessere di questa specie in cattività. Il colorato mondo delle Amazzoni guanceverdi di Elena Livia Pennacchioni Piumaggio rosso sulla testa e verde acceso su tutto il resto del corpo. Le amazzoni guanceverdi (Amazona viridigenalis) sono pappagalli di soli 33 centimetri, ma la minaccia di estinzione non fa differenze di grandezza. Il Parco Natura Viva ha accolto nove esemplari di questa specie, indicata nella Lista Rossa della IUCN come endangered, quindi in pericolo di estinzione, a causa della deforesta-

zione e delle catture illegali. Provenienti da tre diversi zoo d’Europa, alle nove amazzoni è stata dedicata la voliera che prima ospitava gli Ara blu e giallo, pappagalli di dimensioni molto più grandi di loro e che oggi, insieme ad altri esemplari, vivono nella grande voliera Amazonas, la “voliera degli Ara”. Il Parco ha risposto alla richiesta dell’associazione Europea di Zoo e Acquari (EAZA) di ospitare individui di questa specie, sia per sensibilizzare i propri visitatori alla problematica di questa specie in natura, sia per contribuire a conservarne il patrimonio genetico. È possibile vedere le amazzoni guance verdi nella loro voliera nell’area Sud America.

Due suricati (Suricata suricatta) della colonia del Parco Natura Viva, un giovane e un adulto che se ne prende cura.

BREVI DAL PARCO

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NEL PARCO

L’ULTIMO VOLO DELLA COLOMBA MIGRATRICE di Marta Tezza, Settore Educativo

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Nell’area dell’Extinction Park, assieme a tanti animali che non esistono più, c’è una riproduzione della colomba migratrice. È lei il simbolo di questo viaggio nel tempo di questa sezione del Parco che ripercorre la storia della vita attraverso ricostruzioni accurate dei più spettacolari animali, ora estinti per sempre, che popolarono la Terra prima di noi. Il progetto del Parco delle Estinzioni è partito nel 2010 con alcuni esemplari tra i quali una femmina di indricoterio, il più grande mammifero terrestre mai esistito.

Le ricostruzioni sono a grandezza naturale, basate sulle più recenti scoperte scientifiche e frutto della collaborazione tra paleontologi, artisti e modellisti. Ma torniamo alla nostra colomba... chi è stata? Cosa ha rappresentato? Perché non esiste più?

Modello della colomba migratrice (Ectopistes migratorius), una delle estinzioni recenti, presente al Parco Natura Viva nell’Extinction Park.


Il Dr. Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, con il Dr. Cesare Avesani Zaborra, commenta il modello del dodo (Raphus cucullatus) nell’Extinction Park.

di vivere nella parte I mmaginate orientale degli attuali Stati Uniti intorno al 1870. Alzando lo sguardo verso il cielo vedreste stormi immensi formati da esemplari di colomba migratrice, un uccello grigio sulla testa e sul dorso, con una colorazione rosa-arancio sul petto, il becco nero e le zampe rosse. Al naturalista Alexander Wilson successe qualcosa del genere quando descrisse uno stormo enorme, che stimò essere composto da più di due miliardi di esemplari. Doveva probabilmente oscurare il sole visto che le dimensioni dovevano essere di un chilometro e mezzo di larghezza e 390 chilometri di lunghezza! Uno dei dati che colpiscono è leggere che nel 1871 sono stati stimati essere presenti nel sito di nidificazione nel Wisconsin meridionale ben 136 milioni di esemplari che coprivano un’area di circa 2000 chilometri quadrati. Solo sette anni dopo, la superficie dell’ultimo grande raggruppamento di colombe migratrici era di circa 500 chilometri quadrati. Cosa era successo? Nel corso del tempo, l’habitat frequentato dalla specie iniziò a ridursi a causa del taglio delle foreste, causando la diminuzione dei siti di nidificazione disponibili, con conseguenze sul numero di uccelli. Bisogna considerare infatti la situazione storica: la corsa

verso il West che ci ricordiamo dai tanti film hollywoodiani vedeva ormai insediamenti sempre più stabili e la rete ferroviaria via via serviva l’intero paese. L’economia stava prendendo strade nuove, con la scoperta dell’oro in California o l’inizio delle attività legate all’estrazione del petrolio. Questi cambiamenti economici e sociali si rifletterono di conseguenza sulla necessità di trovare nuovi spazi, con un impatto notevole sull’ambiente. Le colombe migratrici furono inoltre preda di numerosi cacciatori che in alcuni periodi dell’anno arrivavano ad abbatterne decine di migliaia in una sola competizione. Era facile e possibile andare a cacciare nei periodi di nidificazione, quando i notevoli assembramenti di esemplari rendevano la caccia un gioco da ragazzi! A questo punto la storia della colomba migratrice racconta solo di un inesorabile declino: l’ultimo avvistamento certo di un esemplare selvatico avvenne nel 1900, in Ohio. Dal 1910 si registrava la presenza in cattività di un solo esemplare, Martha, alla quel era stato dato il

L’ultimo tilacino (Thylacinus sp.) o “lupo marsupiale” è morto nello zoo di Hobart nel 1936, decretando così l’estinzione della specie.

nome della vedova del presidente Washington. Martha morì nel 1914. La sua morte decretò ufficialmente l’estinzione della specie. Storie come questa, relative a una specie che in una quarantina di anni passa dall’essere presente sul Pianeta in milioni di esemplari all’estinzione, dovrebbe farci riflettere sul modo in cui noi consideriamo il mondo naturale e su come ci impegniamo nel prenderci cura di esso. Anche specie che risultano essere composte da molti esemplari possono, anche in breve tempo, subire un drastico declino. Dobbiamo anche essere consapevoli che, seppure in un luogo una specie sia presente con un gran numero di individui, può essere molto rara altrove e va quindi preservata con cura ovunque. È questo il messaggio che il Parco Natura Viva ha voluto dare al pubblico esponendo la riproduzione della colomba migratrice nell’ultima parte dell’Extinction Park, dove si trovano altre specie estinte in epoca storica con il forte contributo dell’azione umana.

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NEL PARCO

LET IT GROW

Il grifone (Gyps fulvus) viene oggi reintrodotto con successo nell’area di Forgaria, nel Friuli.

Coltiviamo la biodiversità europea di Silvia Allegri

In Italia e in Europa, culla della cultura umanistica, l’aspetto strettamente naturalistico delle nostre terre è spesso passato in secondo piano, pur essendo, invece, di enorme rilevanza. E intanto i problemi legati alla tutela di questo patrimonio sono in aumento. A una situazione di biodiversità molto elevata fa da contraltare un altrettanto elevato processo di declino della qualità degli ecosistemi, che rende sempre più urgente la ricerca di una soluzione in grado di porre un freno, come previsto dalla Commissione Europea, entro il 2020 (il cosiddetto programma 20 20 20).

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la biodiversità locale P roteggere significa frenare le cause principali che ne hanno prodotto il depauperamento. E dunque la regolamentazione della pesca, il controllo delle specie invasive/aliene, il recupero degli habitat naturali, il potenziamento delle aree protette, unitamente a un’agricoltura più sostenibile, sono alcune delle strategie che l’Europa intende intraprendere per fronteggiare il degrado ambientale, che sembra giunto a livelli irreversibili.

Vilcan, il maschio di lince eurasiatica (Lynx lynx) del Parco Natura Viva.


La rete europea dei giardini zoologici, EAZA, spinta dalla crescente attenzione che la Unione Europea pone sul tema della protezione della biodiversità, ha deciso di intraprendere una campagna di sensibilizzazione rivolta principalmente ai visitatori dei parchi zoologici. Che sono davvero tanti: 100 milioni ogni anno, in Europa. E così, dopo Pole to Pole, la campagna dello scorso biennio dedicata alla difesa dell’ambiente con una particolare attenzione al surriscaldamento del Pianeta, ora è la volta di Let it grow, in onore della biodiversità locale. L’obiettivo è quello di portare l’attenzione delle persone sull’incredibile bellezza delle specie del nostro continente, unitamente al tema della conservazione, comunicando i risultati raggiunti e le strategie messe in atto.

L’upupa (Upupa epops) è un esempio di biodiversità locale, presente anche al Parco Natura Viva. Per conquistare la femmina, il maschio spiega a ventaglio le lunghe penne sul capo, formando un cresta, ed emette un canto composto da suoni tipo “hup”.

L’Europa al Parco Natura Viva Il Parco ha posto già da tempo particolare attenzione alla peculiarità della fauna europea, creando un itinerario facilmente identificabile che permetta di conoscere gli animali del nostro continente. A questo si aggiungono gli ottimi risultati delle capacità di riproduzione delle specie europee unite a quelli, altrettanto rilevanti, di reintroduzione in natura, che in questo momento coinvolgono due specie, l’ibis eremita e il bisonte europeo. Delle quattro specie di avvoltoi presenti in Europa, tre sono ospitate al Parco Natura Viva: l’avvoltoio gipeto, al quale è dedicata la copertina di questo numero, l’avvoltoio capovaccaio e il grifone. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare i visitatori, con tutti i mezzi a disposizione − sito web, visite guidate, pubblicazioni, conferenze − per tutta la durata del 2016 e 2017, sullo straordinario patrimonio che possediamo e sulla pericolosità di certi comportamenti, a partire dall’acquisto di specie aliene, come la tartaruga dalle guance rosse, che spesso viene rilasciata negli ambienti naturali e diventa involontariamente corresponsabile di ingenti danni alla fauna selvatica autoctona. Info: www.letitgrow.eu

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Animalitalia, l’opera grafica di Umberto Catalano, illustra la diversità di specie animali dell’Italia. Ogni specie è disegnata in corrispondenza dell’area geografica in cui è presente.


L’Italia, con la sua posizione che si protende ed entra nel Mediterraneo, ha una diversità di ecosistemi che la rende la nazione a più alta biodiversità d’Europa, con oltre 58mila specie di animali (http://www.minambiente.it/ pagina/biodiversita). A questo straordinario patrimonio è dedicato Animalitalia, un’opera grafica commissionata dal Parco a uno dei più noti disegnatori di fauna selvatica, Umberto Catalano. La forza di animalitalia è quella di fornire un’immediata percezione del patrimonio di specie presenti dalle Alpi alla Sicilia. E racconta animali, come l’orso marsicano, che vive solamente nel Parco Nazionale d’Abruzzo in poche decine di esemplari e che è diventato uno degli emblemi della fauna selvatica italiana bisognosa di protezione. Ma il nostro paese ci riserva moltissime sorprese. Non tutti sanno, ad esempio, che in Italia vivono lo sciacallo dorato e il gatto selvatico; che la lince è tornata sul nostro arco alpino grazie a un’attenta campagna di ripopolamento, e che il camaleonte è stato recentemente scoperto anche in Calabria. E sarà una sorpresa scoprire come ogni

anno, nella Riviera del Conero, circa 500 tartarughe marine frequentino abitualmente i litorali. Il manifesto Animalitalia è disponibile presso lo shop all’ingresso del Parco.

Il branco di lupi (Canis lupus) ospitato al Parco Natura Viva. Si tratta di un gruppo familiare composto da sette esemplari, capitanato da Wolf, il maschio alfa. Il loro comportamento e le dinamiche sociali molto complessi.

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NEL PARCO

A PASSEGGIO CON LE GUIDE

Il grande potere di immergersi nella natura di Silvia Allegri

Aiutano a scoprire gli animali e la natura sotto un altro punto di vista. Accompagnano adulti e bambini alla ricerca dei dettagli. Raccontano curiositĂ , aneddoti, segreti della natura che si farebbe fatica a scoprire senza il loro occhio esperto. Sono le guide del Parco: spesso cresciute proprio qui, dove hanno studiato per laurearsi in scienze naturali e biologia.

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è un semplice raccontare: vogliamo far comprendere a fondo i rapporti misteriosi che legano intimamente gli animali tra loro, e all’ambiente in cui vivono. Spesso non ci rendiamo conto di quanto siano forti e importanti le presenze degli animali intorno a noi, anche nella vita di tutti i giorni: vicino alle nostre città vivono i lupi, i pipistrelli volano sulle nostre teste. Solo riflettendo su questa vicinanza, e sui possibili modi di convivere nel rispetto reciproco, le persone si possono davvero appassionare di natura”. Parco, territorio, escursioni e cicloturismo

guide del Parco, socie della cooL eperativa Biosphaera (www.cooperativabiosphaera.it), studiano insieme al settore Educativo le attività e i percorsi da proporre, offrendo una serie di opportunità diverse, a seconda dell’età dei visitatori. Si trovano così percorsi per i più piccoli, per i ragazzi delle scuole elementari e medie, per le superiori, ma anche per gruppi di adulti che decidano di togliersi tutte le curiosità che possono nascere da una visita al Parco. La tipologia di percorso più richiesta è quella che prevede un tour di un’ora e mezza, con una parte di visita guidata vera e propria e trenta minuti dedicati a un laboratorio. Ma è sempre più richiesto, soprattutto

dalle scuole anche il progetto ‘Custodi dell’Arca’, che prevede alcuni incontri a scuola e una visita guidata al Parco. E naturalmente tutte le guide sono impegnate nei centri estivi, che coinvolgono decine di bambini e ragazzi da giugno a settembre. La bellezza di raccontare la natura in tutte le sue forme “Essere guida è bello”. Cristina Belloni, che si è laureata in Biologia con una tesi sul lupo, è entusiasta di questo suo lavoro che è soprattutto una passione. “Lavoriamo all’aperto e raccontiamo le cose di cui siamo appassionati – spiega – e il nostro non

Questa primavera la riapertura del Parco porta due grandi novità. Ci sarà la possibilità di fare una visita guidata del Parco abbinata a un’escursione sul Monte Baldo, luogo di grandissimo interesse per il suo particolare microclima. Un luogo che appartiene profondamente al territorio veronese e che è meta di studiosi da tutto il mondo. Ma non solo: sono previste escursioni anche in altre zone di interesse naturalistico del territorio veronese. E poi, per gli amanti del cicloturismo, l’itinerario dei parchi, che porterà i partecipanti a immergersi nel Parco Natura Viva e nel bellissimo Giardino Sigurtà raggiungendo entrambi in bicicletta. Per informazioni e costi si può contattare l’ufficio prenotazioni del Parco Natura Viva.

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NEL PARCO

a cura del Settore Marketing e Comunicazione

IL PARCO

tra sito web e social network È in arrivo il nuovo sito web di Parco Natura Viva! Una piattaforma completamente rivisitata, un’esperienza digitale unica per l’utente che lo naviga e che vuole vivere le emozioni del Parco. Nel frattempo il mondo dei social network è in continua crescita.

www.parconaturaviva.it

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Il sito è sviluppato con la tecnologia responsive, che permette di passare dalla visualizzazione per i computer a quella degli smartphone in maniera elastica e performante.

Oggi giorno sempre più utenti navigano sul sito tramite un dispositivo “mobile”, specialmente in primavera-estate, quando l’ingresso al sito viene fatto subito prima o durante

la visita del Parco. Da questa prima caratteristica derivano tutte le altre: semplicità, rapidità, aspetto facile e intuitivo!


L’utente prima di tutto

Semplicità e funzionalità

Il progetto del nuovo sito internet nasce con l’obiettivo di comunicare in modo più chiaro con tutte le persone che lo visitano. Per far questo è stata necessaria una ricerca approfondita delle necessità degli utenti: quindi è stato effettuato uno Studio di Usabilità, ossia una prova con diverse categorie di persone che non conoscevano il sito. Dalle osservazioni effettuate sono emersi i punti caldi sui quali abbiamo scelto di concentrarci nell’implementazione della nuova piattaforma.

La veste grafica, invece, mira a creare un link tra l’utente e il sito, in modo da fidelizzare il visitatore attraverso molti elementi multimediali, colori vivaci e ben contrastati tra loro, un font lineare e leggibile. La grafica permette di mettere in risalto alcuni elementi rispetto ad altri e stabilire un pattern visivo che guida l’utente nella navigazione, ottimizzata anche per persone ipovedenti.

La nuova grafica Nella fase di realizzazione abbiamo posto particolare attenzione all’architettura dell’informazione. Sono stati creati nuovi layout di pagina, per dare all’utente un mood di navigazione da seguire in tutte le aree del sito e di guidarlo nel migliore dei modi nella ricerca delle informazioni di cui ha bisogno.

LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO SITO

• Focalizzazione sull’utente e sulle sue necessità • Leggerezza e fruibilità dei contenuti per computer e dispositivi mobili • Vivacità e risalto dei testi e degli elementi cliccabili

Nasce il progetto Instagram, il social network delle belle foto! Tagga la tua foto con #parconaturaviva e diventa follower del nostro profilo (@parconaturaviva). Potrai mostrarci le tue foto e seguire le pubblicazioni del Parco!

E tu, quanto sei social? Segui il Parco sui social network: Facebook: diventa Fan della nostra Pagina con un like e visualizza gli aggiornamenti e le bellissime foto degli animali. facebook.com/ParcoNaturaViva Twitter (@ParcoNaturaViva) è il social network dove l’informazione viaggia veloce! Raccontiamo la vita del Parco in tweet e Tag: diventa nostro Follower! Al via anche nuovi progetti: Google+ diventerà il nuovo “blog” del Parco, dedicato ai nostri approfondimenti. Associato al nostro profilo Google+ c’è il nostro Canale Video su YouTube, dove potrai trovare i nuovi video sugli animali!

Il lavoro dietro le quinte È stato inoltre eseguito uno studio sull’ottimizzazione SEO (Search Engine Optimization, l’inserimento del sito all’interno di motori di ricerca come Google) del sito, mettendo in evidenza le parole chiave principali attraverso cui il Parco viene ricercano online. Il nuovo sito internet è pronto per comunicare tutto ciò che facciamo per il pubblico, per gli animali nostri ospiti e per la conservazione della biodiversità.

Il partner da noi scelto per la realizzazione del nuovo sito è Vecomp Spa, storica azienda veronese preferita da più di 1.300 aziende e professionisti per soddisfare le diverse esigenze informatiche.

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INCONTRI

LAUDATO SI’...

Perché abbiamo bisogno della Natura e dei suoi abitanti di padre Giuseppe Celli, frate cappuccino Un luogo come il Parco Natura Viva è sicuramente uno spazio ideale per leggere l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”. Il documento è un profondo inno alla vita, una summa ecologica, una magna carta del creato. Alla scuola di Papa Francesco avremo un cuore ricco di misericordia capace di donare sempre perdono e amicizia. Saremo umili e forti per portare amore e serenità dove c’è violenza, tristezza o indifferenza; faremo fiorire la tenerezza, dove ci sono cuori sfiduciati e tristi.

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Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) nello stagno del Parco Natura Viva. Insieme ad altre testuggini europee è parte del progetto di conservazione “Chelonia”.


Il Festival Biblico e il Parco Natura Viva di Davide Galati e Marta Tezza Il Festival Biblico è nato a Vicenza nel maggio del 2005, come iniziativa all’interno della Chiesa cattolica ma si apre a tutti, al dialogo con altre fedi e al confronto culturale, anche con chi non professa alcuna fede religiosa. Il Festival ha come focus la Bibbia, codice culturale dell’Occidente, che permea, anche in espressioni colloquiali, la vita di tutti. Le giornate del Festival offrono un insieme di incontri e spettacoli, mostre e presentazioni e altro ancora con l’intento di coinvolgere anche chi non ha diretta conoscenza della Bibbia. La collaborazione con il Parco è nata nel 2015, quando il tema del Festival era “Custodire il Creato, Coltivare l’Umano” e si è creduto potesse nascere un buon connubio.

papa ha preso in prestito da San I lFrancesco il titolo dell’enciclica, come egli stesso dichiara nell’incipit: «Laudato si’, mi’ Signore, cantava san Francesco d’Assisi». L’autore del Cantico delle creature – giustamente definito la più bella poesia in volgare, che già si può dichiarare italico – ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba» (n. 1). L’enciclica parla molto del primo poeta della lingua italiana proponendolo così, a tutte le donne e gli uomini di oggi, come esempio eccellente «della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale». Il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia – scrive ancora Papa Francesco –, manifestò un’attenzione particolare verso la creazione e verso i più poveri e abbandonati. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia

Si è pensato di creare nel Parco un percorso sugli Animali e le Piante nella Bibbia, che coniugasse la biologia delle specie scelte con il valore che hanno assunto nel tempo per la cultura occidentale. Si è cercato anche di mostrare come tali specie fossero inserite nella vita dei popoli che hanno scritto la Bibbia. Certo, le specie di animali o piante presenti al Parco non sempre corrispondono esattamente a quelle di cui parla la Bibbia. Si è scelto di abbinare comunque l’animale alla specie presente al Parco, che può fornire comunque un’idea dell’animale considerato. Quindi non si tratta di un percorso filologico in senso stretto, ma di un itinerario che vuole mostrare quanto gli animali fossero e siano fondamentali per la cultura di un popolo, tanto da diventare simbolo, cioè qualcosa che rimanda ad altro, che va al di là dell’animale stesso. Allora diventa chiaro come conservare la biodiversità, custodire il creato,

vuol dire anche, davvero, conservare la cultura, coltivare l’umano. La collaborazione con il Parco sta proseguendo, sia per l’edizione 2016 del Festival, sia con una proposta alle scuole che possono approfondire le tematiche del percorso al Parco integrandole con la scoperta della rappresentazione di animali e piante nelle chiese di Verona. Per la prossima edizione del Festival Biblico, dal 19 al 22 maggio, i cartelli del percorso verranno integrati con altri animali e piante, armonizzati con la nuova grafica dei pannelli delle specie e tradotti in inglese per la fruizione di un maggior numero di persone. Info: www.festivalbiblico.it

con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. Egli, dichiara il Papa, fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro (12) – le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo (85) –, nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà. «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode». «Ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci» (221), perché tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua,

montagne, tutto è carezza di Dio (84). Il poverello di Assisi c’insegni a vivere con verità e a intrecciare relazioni cordiali e libere con Dio, con il prossimo, con ogni creatura, con noi stessi. Alla scuola di Papa Francesco, avremo un cuore ricco di misericordia capace di donare sempre perdono e amicizia. Saremo umili e forti per portare amore e serenità dove c’è violenza, tristezza o indifferenza; faremo fiorire la tenerezza, dove ci sono cuori sfiduciati e tristi. Vivremo la nostra vita «come un ballo / come una danza / nella musica che riempie l’universo d’amore» (Madeleine Delbrêl) e intorno a noi, chi ci avvicina sentirà il profumo bello della letizia francescana.

Una giovane bertuccia (Macaca sylvanus) con un piccolo.

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I PARCHI NEL MONDO

BIOPARC ZOO DOUÉ-LA-FONTAINE L’emozione della natura di Silvia Allegri

Una smisurata passione per gli animali, anni di studi e di viaggi dedicati alla scoperta della natura con il suo patrimonio, e soprattutto passione e fantasia: questi sono gli ingredienti che hanno portato Louis Gay, nel 1961, alla creazione del Bioparc Zoo nel cuore della Loira. Lo abbiamo visitato per voi.

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Gay, anima e fondatore del L ouis Bioparc Zoo Doué-La-Fontaine, era figlio di gestori di un hotel in questo villaggio della Francia e sognava un luogo in cui gli animali potessero vivere protetti e sicuri, e dove fosse possibile conoscerne la bellezza e il valore. Nacque così, sull’area di una vecchia cava dismessa, il parco che noi oggi conosciamo. All’inizio era un rifugio per gli animali abbandonati, poi negli anni sono giunte specie animali da tutto il mondo. Ma con un’attenzione sempre elevatissima al loro benessere: la filosofia del parco è infatti quella di ospitare animali che possano vivere in condizioni il più possibile simili a quelle della loro vita in natura. Sono esclusi invece gli animali che per particolari esigenze fisiche soffrirebbero troppo una vita in un ambiente ristretto. Fiore all’occhiello del Parco è la voliera, inaugurata nel 2009: la più grande d’Europa e dove convivono diverse specie di uccelli. Immergendosi nella natura La conformazione del Bioparc zoo Doué-La-Fontaine crea atmosfere ri-

evocative degli habitat naturali degli animali, che qui sono testimoni della fragilità della natura di fronte al devastante impeto distruttivo degli umani. Gli animali del parco diventano così testimoni della crisi del pianeta. Un percorso didattico, creato per tutti i visitatori del parco, conduce in un viaggio virtuale attraverso le oasi del mondo dove la biodiversità è ancora preservata, anche se con grande fatica.

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Pierre Gay, attuale direttore del Parco, testimone di una passione per la natura e gli animali trasmessa di generazione in generazione, come per il Parco Natura Viva

40-40-40 Per i 40 anni del Parco, festeggiati nel 2001, Pierre Gay, figlio di Louis, ha voluto lanciare 40 progetti di conservazione, in 40 paesi (fra cui Niger, Madagascar, Perù) e coinvolgendo 40 specie minacciate. Un risultato straordinario, in linea con la mission del Parco. Un grande lavoro in situ, nella creazione di oasi protette, aree di ricerca, progetti di coinvolgimento delle popolazioni indigene, cui vengono dati tutti gli strumenti utili per difendere con competenza e passione il gigantesco patrimonio naturale che possiedono.

La missione: creare emozione Creare emozione attraverso una full immersion nella natura, resa possibile e facilitata da uno straordinario patrimonio offerto dalla natura stessa del luogo, ricco di peculiarità date dalla presenza di una folta vegetazione e da un terreno che si presta a fare da scenario e habitat a molte specie. L’attenzione del visitatore è sempre riportata sui luoghi di origine delle specie ospitate, che provengono da Africa sub sahariana, Sud America, Sud est dell’Asia, Europa, Himalaya, Madagascar.


VOI E IL PARCO

Stanno arrivando sempre pi첫 numerose le vostre fotografie, insieme a suggerimenti e consigli: grazie! Continuate a inviarci foto, pensieri, disegni delle vostre visite al Parco alla mail: magazine@parconaturaviva.it

Foto di Luciano Calore

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Foto di Giorgio Cortese




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