Magazine Parco Natura Viva N 6 2016 rinoceronte

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Periodico trimestrale di informazione del Parco Natura Viva

Euro 1,50

2016

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COMUNICARE LA SCIENZA Benno e Toby due giganti al Parco Bisogno di natura Ritornano i centri estivi


Sommario N° 6 - 2016 Periodico trimestrale edito da Parco Natura Viva Srl Registrazione presso il Tribunale di Verona n.1165 del 30 giugno 1995

REDAZIONE Macri Puricelli Direttore responsabile Silvia Allegri Coordinatore editoriale + 39 3407785136 | magazine@parconaturaviva.it

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Animali e piante un’indissolubile unione

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Comunicare la scienza

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Bisogno di natura

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Dalla Colombia ai laboratori di ricerca e infine al Parco: storia di un gruppo di Tamarini che oggi vivono sereni

COMITATO SCIENTIFICO

Cesare Avesani Zaborra, Katia Dell’Aira, Maria Ordinario, Giorgio Ottolini, Caterina Spiezio, Marta Tezza

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PROGETTO GRAFICO Osiride - Rovereto | www.osiride.it PROGETTO GRAFICO DEL LOGO Marco Marastoni per Gruppo Saldatori Srl - (RE) bzzbzz@grupposaldatori.com

Un uistitì davvero... Fortunato! Benno e Toby, due giganti al Parco

10-11 Il difficile ritorno della lince

12-13 La straordinaria bellezza della tigre

IMMAGINE DI COPERTINA Rinoceronte (foto di Giorgio Cortese) CONTRIBUTO FOTOGRAFICO N° 6 - 2016 Archivio Parco Natura Viva, Archivio Cheetah Conservation Fund, Cesare Avesani Zaborra, Andrea Faccini, Alvise Guarino, Antonio Nicolini, Giorgio Ottolini, Francesco Pirali, Barbara Regaiolli, Marta Tezza, Elvis Venturelli, Bruna Zavattiero ILLUSTRAZIONI Barbara Regaiolli HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Katia Dell’Aira, Maria Ordinario, Giorgio Ottolini, Barbara Regaiolli, Caterina Spiezio, Marta Tezza COPYRIGHT © 2016 Parco Natura Viva Per la presente edizione Copyright @ Parco Natura Viva loc. Figara, 40 - 37012 Bussolengo (VR) - Tutti i diritti riservati. La riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, non è consentita senza la previa autorizzazione scritta dell’Editore.

© 2016 Osiride - Rovereto

14-15 Il viaggio di Calzette,

beniamina del Parco

16-17 Un viaggio unico per una specie unica 18-19 World Giraffe Day

International Tiger Day

Servizio Dog Sitting

Gemellaggio con lo zoo biblico di Gerusalemme

International Red Panda Day

È un cercopiteco grigio-verde il primo nato del 2016 Laurie Marker è tornata a trovarci

20-21 I fenicotteri rosa: i primi pulcini 22-23 Alpenzoo Stampato dalla Tipografia Esperia di Trento

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Voi e il Parco


EDITORIALE

ANIMALI E PIANTE UN’INDISSOLUBILE UNIONE l’iniziativa “Weekend della C on scienza al PNV” il Parco Natura Viva ha inaugurato una nuova era. In occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Let it grow” si è pensato di coinvolgere i visitatori in un percorso di scoperta della fauna e della flora autoctone per approfondire la conoscenza della biodiversità locale, cercando di rendere i contenuti scientifici, che possono sembrare difficili e riservati agli specialisti, disponibili per tutti, utilizzando un linguaggio semplice pur nel mantenere sempre un fermo rigore nelle informazioni. E per fare questo abbiamo chiesto la collaborazione del noto professore Telmo Pievani, filosofo della scienza ed esperto di comunicazione, per trasformare la scienza in un viaggio

accessibile a tutti, appassionante, coinvolgente alla scoperta di animali e piante. La copertina di questo numero è stata dedicata al rinoceronte, per sottolineare come il Parco si stia impegnando anche nella tutela degli animali nei loro luoghi d’origine, informando i visitatori sullo scottante tema del bracconaggio e del business legato allo sfruttamento degli animali esotici. Abbiamo inoltre desiderato porre di nuovo l’attenzione su una specie di casa nostra, ancora poco conosciuta: la lince. La specie che vive in Spagna (lince iberica) è uno dei felini più minacciati di estinzione al mondo. Fortunatamente la possibilità di farla riprodurre in ambiente controllato ha reso possibile il suo ritorno nel Parco

Nazionale di Doñana, nella Spagna sud-occidentale. Anche il Parco Natura Viva ospita e la lince, ma si tratta della lince euroasiatica. Questa specie si accoppia tra febbraio e aprile e dopo poco più di 3 mesi nascono i piccoli completamente dipendenti dalla madre, per poi vederli nei mesi successivi, intenti nelle attività di gioco e addestramento alla caccia. Ci siamo infine dedicati al racconto di storie di alcuni animali speciali e significativi per il Parco Natura Viva: uno di questi è Calzette, il cui spostamento presso un’altra struttura in Francia non impedisce ai nostri visitatori di continuare a seguire la sua storia. Vi aspettiamo al Parco, che d’estate incrementa la sua fascia oraria di apertura, e apre al pubblico anche di sera. Cesare Avesani Zaborra Direttore Scientifico Parco Natura Viva

Obiettivo della campagna “Let it grow” è quello di far risaltare il valore della biodiversità locale, riservando uno spazio speciale anche al mondo della flora. Il ranuncolo di Kerner (Callianthemum kernerarium) è una specie in grave pericolo di estinzione. Vive in una zona molto ristretta in quanto si trova solo sul Monte Baldo, in provincia di Verona e di Trento.

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PRIMO PIANO

COMUNICARE

LA SCIENZA di Telmo Pievani Docente di Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Padova

dovrebbero correG lire, animali nuotare, volare liberi negli

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ecosistemi dove sono nati e si sono evoluti. Ma sette miliardi di primati bipedi di grossa taglia hanno oggi occupato tutte le nicchie ecologiche terrestri, deforestando, diffondendo specie invasive, costruendo strade e città, inquinando acque, aria e terreni, praticando caccia e pesca intensive. Nell’Antropocene un mammifero intraprendente è stato in grado di deviare il corso dei fiumi, di alterare la composizione dell’atmosfera, di riportare in superficie e bruciare i combustibili fossili, di forzare i processi climatici globali. Il risultato è che Homo sapiens ha già portato all’estinzione almeno un terzo di tutti gli altri esseri viventi. Gli animali stanno cercando di adattarsi a mutamenti molto più rapidi di quelli che normalmente caratterizzano l’evoluzione. Molti di loro trovano nei parchi faunistici l’unico rifugio possibile, per tutta la vita o in attesa di una possibile reintroduzione nel loro habitat. Un numero crescente di specie è purtroppo in via di estinzione in natura e sopravvive soltanto in riserve o in cattività, cioè in contesti controllati o artificiali che simulino il più possibile le condizioni necessarie al loro benessere. Questi luoghi di salvezza e di cura rappresentano quindi al contempo un ammonimento e un’occasione di consapevolezza.

Telmo Pievani è professore associato presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche. Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare dell’insegnamento di Antropologia. Dal 2001 al 2012 è stato in servizio presso l’Università degli studi di Milano Bicocca. Filosofo della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione, è autore di numerose pubblicazioni ed è membro della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Tutte le informazioni sulla sua attività di docente e divulgatore si possono trovare sul sito www.telmopievani.com


Il fascino estetico e romantico della fauna selvatica non basta più, perché dinanzi alla distruzione umana della biodiversità occorre ragionare, individuare le cause, eliminare gli alibi, sentirsi responsabili. Non basta forse nemmeno più “educare” al rispetto degli animali, perché il vecchio stile di comunicazione e didattica della scienza, bonario e un po’ paternalista, sta tramontando. Allo spettacolo della

natura bisogna partecipare, non assistere. È un’esperienza, più che una lezione. Si impara sentendosi coinvolti, operativamente, mentalmente, emotivamente. Ci si diverte e si porta a casa qualcosa. I linguaggi si mescolano, dando fonti di ispirazione molteplici e convergenti a chiunque: un libro, un weekend della scienza al Parco, una mostra interattiva, un laboratorio didattico, una bellissima foto naturalistica che

ti lascia senza fiato, una serata a teatro, una app sullo smartphone, una campagna virale sui social, una gita in famiglia. Così il Parco diventa un centro di cultura, la cultura senza aggettivi che include le scienze della natura: diventa un’oasi di conservazione, di ricerca scientifica, di promozione della salvaguardia delle specie nei loro ambienti originari, di cittadinanza scientifica.

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A SCUOLA DAGLI ANIMALI

BISOGNO DI

NATURA di Marta Tezza Settore educativo Parco Natura Viva

Lepidotteri tropicali si alimentano del nettare di fiori nella serra tropicale.

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PER SAPERNE DI PIÙ R. Louv, L’ultimo bambino nei boschi, Rizzoli, 2006 D. Goleman, Intelligenza ecologica, Rizzoli, 2009

Una delle guide del Parco durante una visita.


nel maneggiare qualsiM aestri asi attrezzatura tecnologica ed esperti di ogni sorta di videogioco, ma impacciati nel muoversi all’aperto o addirittura spaventati davanti a una piccola lucertola che prende il sole! Questo potrebbe essere un ritratto di alcuni bambini e ragazzi che incontriamo. Se pensiamo a come i bambini conoscono il mondo naturale, sempre più ci accorgiamo che le conoscenze che essi hanno sono mediate dal linguaggio, dalla rappresentazione e non vengono ottenute attraverso il contatto diretto, lo “sporcarsi le mani”. Anzi, ogni attività che comporti un contatto è osteg-

giata dai genitori che vedono in essa un problema (“non sederti per terra che poi sporchi i pantaloni e io devo lavare!”) e non una possibilità per i figli di esprimere e formare la propria conoscenza del mondo, imparando a fronteggiare i propri limiti. Sempre più spesso, inoltre, arrivano notizie di disagi scolastici e comportamenti alterati che influiscono sulle relazioni con i coetanei e con il mondo degli adulti. La situazione è complessa e difficile da affrontare. Da più parti si suggerisce che una possibile soluzione sia cercare di riconnettere le vite di tutti noi alla Natura, ai suoi ritmi. Sfruttare il potere della Natura per potenziare le capacità umane è possibile e c’è chi lo sta sperimentando. Nell’illuminante libro “L’ultimo bambino nei boschi”, Richard Louv traccia un ritratto della situazione, dichiarando anche che alcuni bambini stanno andando incontro a un vero e proprio disordine comportamentale dovuto a un deficit di natura: egli afferma infatti che proprio il mancato contatto con gli elementi naturali è la causa di alcuni disagi come l’iperattività, la scarsa capacità di attenzione ma anche la depressione, che potrebbero trovare giovamento dall’immersione nella Natura.

Se da un lato l’approccio razionale e cognitivo può portare a tali espressioni comportamentali deviate, dobbiamo sempre tenere presente che ogni nostra decisione di diventare attivi verso una causa, come per esempio la tutela dell’ambiente, passa attraverso l’interiorizzazione delle esperienze. In altre parole attraverso la nostra sfera emozionale entriamo in contatto con la Terra e questo attiva la nostra attenzione, cioè il nostro prenderci cura di qualcosa di esterno a noi. Per tutti questi motivi il settore educativo del Parco propone ai propri visitatori attività diversificate, che coinvolgono sì l’aspetto cognitivo, dando informazioni sulle specie e la loro situazione in natura, ma sempre più spesso cercano di far esprimere la propria “intelligenza ecologica”: un’abilità che permette di connettersi profondamente con gli altri esseri viventi. Un modo diverso cioè di sentire e fare proprie le specie animali, nel caso del PNV, sviluppando inconsciamente un attaccamento agli elementi naturali che diventa una spinta ad agire. Per dirla citando David Goleman, professore di psicologia ad Harvard, “solo l’evoluzione del cervello verso l’intelligenza ecologica può salvare la specie umana”.

COME ISCRIVERSI AI CENTRI ESTIVI Da giugno a settembre il Parco organizza dei centri estivi per bambini della scuola primaria e per ragazzi della scuola media. Per iscriversi, chiedere chiedere informazioni in merito alla disponibilità di posti inviare una mail a centriestivi@parconaturaviva.it o chiamare il centralino al numero 045 7170113.

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Un tamarino edipo intento nell’autogrooming su un ramo del suo reparto.

RICERCA E CONSERVAZIONE

DALLA COLOMBIA AI LABORATORI DI RICERCA E INFINE AL PARCO Storia di un gruppo di tamarini che oggi vivono sereni di Caterina Spiezio Settore Ricerca e Conservazione


TAMARINO EDIPO Saguinus oedipus

Un uistitì davvero... Fortunato! di Giorgio Ottolini A fine 2015 al Parco è stato affidato un maschietto di uistitì dai pennacchi, salvato da un trafficante di animali colto in flagranza di reato. Il poverino è arrivato al Parco piuttosto malconcio, visibilmente provato dall’esperienza, ma grazie alle cure dei veterinari e dei ricercatori si è rimesso in forze ed

e tamarini sono piccole U istitì scimmie del Sudamerica e tra queste il tamarino edipo (Saguinus aedipus) è una delle specie che ha più problemi in natura tanto che nel 2008 viene classificata come specie gravemente minacciata di estinzione nella Lista Rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) spostandosi, nel corso del tempo, di un tassello verso la sempre più probabile estinzione. Tra la fine degli anni ‘60 e gli inizi degli anni ‘70, circa 40mila individui sono stati catturati in natura e trasportati negli Stati Uniti per essere impiegati nella ricerca biomedica. Lo stesso gruppo fondatore della colonia presente oggi al Parco Natura Viva ha una storia simile. Infatti, nel 2006 arriva qui a Bussolengo la richiesta di ospitare dei tamarini edipo “dismessi” dalla ricerca biomedica. Il Parco con entusiasmo accetta di poter accogliere i 4 esemplari, togliendoli da una situazione terribile quindi, da un laboratorio, e per dare loro la possibilità di vivere una vita migliore. Inizialmente i tamarini vengono ospitati nella serra tropicale. Oggi vivono nell’area dedicata al

è stato così chiamato Fortunato. Fortunato aveva però bisogno di un compagno, così in un centro di recupero olandese abbiamo individuato il suo compagno ideale: Lino. Anche lui, infatti, è un uistitì dai pennacchi segnato da una triste esperienza. Ora i due vivono insieme nella Serra Tropicale in un reparto ricco di piante e tronchi su cui arrampicarsi. E sembrano così legati che la notte dormono addirittura insieme, nello stesso nido.

Sudamerica insieme ad altre specie di tamarini, ai pappagalli ara e agli ibis rossi. I 4 tamarini da subito sono stati inseriti nel programma europeo di conservazione ex-situ della specie e il Parco intraprende il supporto al progetto di conservazione in situ di questa specie, il Proyecto Titì. Oggi la causa maggiore di minaccia per questa specie è la deforestazione. Tuttavia continua anche la cattura delle piccole scimmie del Sudamerica in natura per essere oggetto del commercio illegale ed essere venduti come animali da compagnia (vedi la storia di Fortunato). Oggi la popolazione in natura sembra essere costituita da 6mila individui di cui solo 2mila sono in grado di riprodursi. E il numero continua a diminuire. Il Proyecto Tití per la conservazione del tamarino edipo opera dal 1985 nella foresta tropicale in Colombia, dove queste piccole scimmie vivono, e sensibilizza la popolazione locale alla necessità di preservare la biodiversità attraverso la tutela di aree protette. Nel 1987 inizia il lavoro su campo volto a monitorare e censire gli individui ancora presenti in natura e nel 1999

CLASSIFICAZIONE: Classe Mammiferi, Ordine Primati, Famiglia Callitricidi DIETA: Onnivora. Si ciba di semi, frutta, gomma che fuoriesce da incisioni fatte sui tronchi, insetti, piccoli roditori e uccelli. PESO: 250-400 g LUNGHEZZA: 21-26 cm. La coda è lunga 33-40 cm. LONGEVITÀ: In ambiente controllato può raggiungere i 23 anni.

GRAVEMENTE MINACCIATA CRITICALLY ENDANGERED

l’intero progetto crea una propria sede in situ. Questo progetto ha come obiettivo non soltanto la tutela del tamarino edipo, ma anche quello di preservare flora e fauna della Colombia. Il Parco Natura Viva supporta il Proyecto Titì sostenendo tutte le iniziative di conservazione in situ intraprese. Inoltre, sensibilizza il proprio pubblico a non cedere alla tentazione di avere una piccola scimmia per casa, azione assolutamente proibita dalla legge, e che è fortemente contro il benessere di un individuo che deve vivere in un contesto sociale con i proprio conspecifici.

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I NOSTRI ANIMALI

BENNO E TOBY DUE GIGANTI AL PARCO di Silvia Allegri

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il 1973 quando Toby e Sugar arrivarono al Parco Natura Viva. Avevano circa 7 anni, e nel frattempo hanno E rabattuto i record di longevità, rivelandosi tra i più anziani rinoceronti dell’intero circuito europeo: Sugar è morta all’età di circa 45 anni e Toby, la cui età è stimata intorno ai 50 anni, sembra godere ancora di ottima salute. UNA CONVIVENZA PACIFICA Toby è l’unico rinoceronte che convive in Europa con gli ippopotami e le antilopi nyala. Questa pacifica convivenza è favorita dal grande spazio a disposizione che ha permesso di ricreare un ambiente simile a quello naturale. Ippopotami e rinoceronti si conoscevano fin da piccoli e dunque è stato semplice metterli in condizione di condividere uno spazio comune. Adesso interagiscono tra loro, e i piccoli di ippopotamo amano giocare con Toby, il nonno rinoceronte, incuriositi da quella speciale protrusione sul muso.


Il rinoceronte bianco è la specie che meglio si è riusciti ad allevare sia nella sua area di origine in Africa, sia in Europa. Lo strumento che dovrebbe essere l’arma di difesa, il corno, che conferisce a questa magnifica creatura una preistorica sembianza si è rivelato nell’epoca attuale la sua condanna. L’attenzione del Parco Natura Viva nei confronti dei rinoceronti si è ancor più innalzata, a seguito del drammatico aumento del bracconaggio.

WORLD RHINO DAY Gli atti di bracconaggio a spese dei rinoceronti sono cresciuti rapidamente: da 13 casi nel 2007 a 1215 nel 2014. Questi dati, che riportano la situazione registrata in Sudafrica, hanno visto una leggera, ma non significativa, diminuzione nel 2015, quando sono stati commesse 1175 uccisioni di rinoceronti. Il motivo di tante azioni illegali risiede nella ricerca del corno per l’utilizzo in alcune medicine tradizionali orientali ma sempre più anche come status symbol, per mostrare il proprio successo e ricchezza. Per poterselo accaparrare qualcuno è disposto a sborsare cifre astronomiche: il corno di rinoceronte ha un valore più alto dell’oro! Per conoscere meglio il rinoceronte, il Parco partecipa al World Rhino Day (previsto il 22 settembre) con varie attività durante il fine settimana del 24 e 25 settembre.

RINOCERONTE BIANCO

Ceratotherium simum CLASSIFICAZIONE: Classe Mammiferi, Ordine Perissodattili, Famiglia Rinocerontidii DIETA: Erbivora PESO: 1.700 kg (la femmina), 2.300 kg (il maschio) LUNGHEZZA: 3,4-4 m. LONGEVITÀ: 45 anni 9 QUASI A RISCHIO NEAR THREATENED

Toby, rinoceronte bianco, è l’animale più anziano presente al Parco Natura Viva. Una curiosità: l’aspettativa di vita per questi animali è intorno ai 45 anni.

L’ARRIVO DI BENNO E il Parco Natura Viva ha comunque avuto un ruolo importante nella gestione della specie: pur non avendo avuto neonati, ha infatti contribuito alla gestione della specie e alla nascita di nuovi piccoli in un altro parco europeo, ospitando Benno. Benno è nato 35 anni fa in uno zoo americano e si è rivelato fin dall’inizio problematico dal punto di vista comportamentale.

Il coordinatore (che decide gli spostamenti degli animali per ogni singola specie) dispose lo spostamento di questo vigoroso rinoceronte nello zoo di Salisburgo, dove avrebbe incontrato tre femmine adulte. L’obiettivo era quello di creare le condizioni per una riproduzione di tutte le femmine del recinto, con una linea genealogica distante da quella europea. Ma le cose andarono diversamente. Benno si rivelò incapace di relazio-

narsi con le femmine e sfogava lo stress sfregando il corno contro giganteschi massi che facevano parte del suo reparto. Si decise così di trasferirlo al Parco Natura Viva dove è arrivato nel 2013. Nel frattempo a Salisburgo le femmine, cui è stato trovato un nuovo maschio, hanno avuto due cuccioli contribuendo così alla conservazione della specie. Senza il trasferimento di Benno questo non sarebbe stato possibile.


I NOSTRI ANIMALI

IL DIFFICILE RITORNO DELLA

LINCE

di Caterino Spiezio Responsabile Settore Ricerca e Conservazione

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Al PNV vivono due esemplari di lince euroasiatica: Lucy, la femmina, e Vilcan, il maschio che qui vediamo mentre vigila sull’ambiente circostante dall’alto degli alberi.


lince euroasiatica (Lynx lynx) è L ail più grande felino europeo. La storia racconta che fosse distribuita nella maggior parte dell’Europa ma poi, a causa della persecuzione diretta, della distruzione dell’habitat e della caccia, la sua distribuzione è stata ridotta notevolmente. Oggi la popolazione presente in Europa occidentale conta troppi pochi individui per essere considerata sostenibile e questi sono principalmente legati a programmi di reintroduzione attuati dal 1970. Complessivamente la popolazione europea della lince, escludendo la Russia e la Bielorussia, è costituita da circa 9-10mila esemplari e vi sono aree dove la presenza è molto scarsa. In Europa si possono considerare 10 distinte subpopulazioni: Alpina, Balcanica, Baltica, della Bohemia-Bavaria, Carpatica, Dinarica, del massiccio dello Giura, Careliana, Scandinava e del massiccio del Vosgi. Le popolazioni della regione dei Balcani e del Vosgi sono in decremento. Le popolazioni reintrodotte, inoltre, sono di piccole dimensioni − meno di 100-200 individui − e vengono considerate come minacciate (Alpina, Dinarica e dello Giura) o, addirittura criticamente minacciate (della Bohemi e Bavaria, del Vosgi). La popolazione più problematica è quella dei Balcani che si stima essere di circa 40-50 individui. È da oltre 40 anni che si fanno diversi tentativi di reintrodurre la lince in Europa nelle aree di distribuzione originarie. Tuttavia, è davvero piccolo il numero di individui reintrodotti affinché si possano avere nuove popolazioni in natura. Studi recenti dimostrano che la problematica della lince in natura non è affatto risolta ed è necessario continuare con le azioni di conservazione, di reintroduzione e soprattutto con la campagna contro la caccia illegale, per combattere la situazione criticamente problematica della lince in natura.

I Parchi zoologici stanno assumendo funzioni sempre più varie e importanti, che spaziano dal ruolo divulgativo alla ricerca in situ ed ex situ fino al ruolo di centri per la reintroduzione di specie in natura e di partner per la proposizione di progetti di conservazione della natura in situ. Le ricerche nei parchi svolgono un importante ruolo nell’aumento della conoscenza in materia di biologia ed etologia oltre che rappresentare la base per affinare le tecniche utili al monitoraggio in campo. L’università di Udine da anni è impegnata¸ in collaborazione con il Parco Natura Viva, nelle ricerche su lince e lupo, ma anche di anfibi quali l’ululone dal ventre giallo, il tritone crestato, la rana di lataste e la salamandra atra di aurora. In questo ultimo contesto è stato sviluppato un progetto Life Natura. I parchi possono essere assimilati, per alcuni aspetti, a situazioni semplificate dell’ambiente naturale nei quali possiamo avere delle rappresentazioni iconografiche della natura e di alcune sue specie od anche delle semplici immagini di storie naturali complesse. di Stefano Filacorda Dipartimento di Scienze Animali, Università degli Studi di Udine (tratto da: Grassi D., Spiezio C., Pescetta M. 2007. La ricerca al Parco Natura Viva - Garda Zoological Park: un anno di attività 25-26 ottobre 2006. Soluzione Group, Verona)

LINCE EUROASIATICA Lynx lynx

CLASSIFICAZIONE: Classe Mammiferi, Ordine Carnivori, Famiglia Felidi DIETA: Carnivora PESO: 15-35 kg LUNGHEZZA: 70-130 cm. La coda è lunga circa 20 cm. LONGEVITÀ: Fino a 17 anni in natura, fino a 24 anni in ambiente controllato.

RISCHIO MINIMO LEAST CONCERN

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Luva, una delle due tigri dell’Amur ospitate al Parco.


Calzette, l’ippopotama nata al Parco Natura Viva, mostra le sue particolari macchie rosa sulle zampe. Qui sopra, con mamma Camilla.

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STORIE DI ANIMALI

IL VIAGGIO DI

CALZETTE BENIAMINA DEL PARCO di Giorgio Ottolini Assistente di Direzione Tecnica


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2010 è stata caratterizL ’estate zata da una nascita molto speciale al Parco. La nostra anziana femmina di ippopotamo, Camilla, ha dato alla luce una piccola con una caratteristica insolita: la piccola non era totalmente grigia ma aveva ampie macchie rosa proprio intorno alle zampette. Erano così evidenti che sembrava indossasse un paio di calzini: per questo motivo è stata affettuosamente chiamata Calzette. Calzette è cresciuta al Parco, imparando a convivere e addirittura a giocare con l’anziano rinoceronte Toby. Alla soglia dei sei anni, però, è arrivato anche per lei il momento di lasciare il Parco e partire per un nuovo giardino zoologico, dove poter incontrare un maschio e diven-

tare mamma a sua volta, formando così una nuova famiglia. Il coordinatore europeo di questa specie ha destinato la nostra Calzette al parco di Beauval, in Francia, dove c’era il giovane maschio Kwido ad aspettarla in un grande reparto dotato di ampie vetrate per far godere ai visitatori la visione subacquea di questi maestosi animali. La cosa più complessa è stata convincere Calzette a partire per la nuova casa: ad entrare prima nella stalla e, in un secondo tempo, nella cassa di trasporto. Utilizzare sedativi con gli animali, così come per gli umani, è sempre un’incognita, perciò si preferisce evitarlo quando non è strettamente necessario. Per questo si è deciso di procedere con molta pazienza, aspettando

che Calzette si sentisse tranquilla e decidesse di entrare volontariamente nella cassa di trasporto, una volta capito che non vi era alcun pericolo. Sono state necessarie parecchie notti perché ciò accadesse, ma alla fine la nostra Calzette si è convinta e in men che non si dica siamo partiti per accompagnarla nella sua nuova casa. Il primo approccio con la struttura e con il nuovo compagno Kwido è stato molto positivo. Ora, la nostra Calzette è stata ribattezzata Kiwi dallo staff di Beauval e sembra a suo agio nella sua nuova casa: è facile osservarla giocare nell’acqua con il suo compagno Kwido. Se vi trovate nei pressi di Saint-Aignan, considerate l’idea di andare a salutare Calzette, ma ricordatevi di chiamarla Kiwi!


NEL MONDO

UN VIAGGIO UNICO PER UNA

SPECIE UNICA di Barbara Regaiolli Settore Ricerca e Conservazione

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È molto triste vedere confermato che una delle minacce principali per le bertucce è ancora il prelievo di giovani dalla loro foresta per essere venduti come animali domestici o sfruttati per fini di lucro: per esempio per far divertire i turisti nelle città. Siamo andati in Marocco a visitare un’associazione che difende questi primati.

Due giovani bertucce impegnate nel gioco sociale.

Disegno di Barbara Regaiolli.


L ate

bertuccia è l’unico prima(uomo escluso) presente in Nord Africa e l’unico macaco al di fuori dell’Asia. Una strategia della Barbary Macaque Awareness and Conservation (BMAC) è rendere consapevoli di ciò le popolazioni del Marocco, dove la bertuccia vive, che pensano che questa scimmia sia presente in tutto il mondo e non sia certo da proteggere. Con grande onore, sono stata in Marocco e ho potuto osservare da vicino l’attività della BMAC. Si tratta di un’organizzazione che si occupa appunto della conservazione della bertuccia, lavorando con le popolazioni locali. Solo coinvolgendo i pastori che ogni giorno portano il bestiame al pascolo nelle aree di distribuzione delle bertucce, infatti, è stato possibile individuarne i gruppi presenti sul territorio e avvicinare i pastori stessi, facendo loro capire l’importanza della specie. Una frase che ho sentito spesso pronunciare da Sian Waters, leader dell’organizzazione, e diventata il leitmotiv del mio viaggio, è stata “conservation is not about wildlife, but about people”:

solo mettendo al primo posto le popolazioni locali e le loro esigenze è possibile conservare una specie in natura. Mi ha colpito molto che nei nostri spostamenti a bordo del Monkey Bus (la macchina della BMAC) le persone che incontravamo ci salutavano con un sorriso eloquente, pieno di gratitudine. Grazie al lavoro fatto negli anni dall’organizzazione, trovare i gruppi di bertucce nella loro foresta è stato semplice. Vedere gli animali nel loro habitat naturale è stato emozionante! È molto triste, invece, sapere che una delle minacce principali per le bertucce è ancora il prelievo di giovani dalla loro foresta che poi vengono venduti come animali domestici o sfruttati per fini di lucro, per allettare i turisti delle città. Gli sforzi della BMAC nel confiscare le bertucce detenute illegalmente sono notevoli ma il prelievo di soggetti è incessante ed è sempre più difficile trovare una sistemazione ai macachi confiscati, che non possono sempre essere reintrodotti in natura. Andiamo sì, in Marocco, ma per vedere le bertucce nella loro foresta, non in piazza, al guinzaglio!

BERTUCCIA

Macaca sylvanus CLASSIFICAZIONE: Classe Mammiferi, Ordine Primati, Famiglia Cercopitecidi DIETA: Onnivora. Le bertucce si nutrono di tuberi, rizomi, fiori, frutti, semi, integrando la dieta con sostanze animali (invertebrati). PESO: 10-15 kg LUNGHEZZA: 45-70 cm LONGEVITÀ: 22 anni

MINACCIATA ENDANGERED

La bertuccia vive fino a 2500 metri di altitudine in Marocco.

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BREVI DAL PARCO

WORLD GIRAFFE DAY Il giorno più lungo dell’anno è dedicato all’animale con il collo più lungo: il 21 giugno festeggiamo insieme il World Giraffe Day. Durante questa giornata internazionale, la Giraffe Conservation Foundation, promotrice dell’evento, lancia una raccolta fondi per una campagna di sensibilizzazione per finanziare progetti in Kenya e in Namibia. Al Parco abbiamo pensato a una serata fuori dal comune, sul far della sera, alla scoperta di questo elegante abitante della savana.

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INTERNATIONAL TIGER DAY Tutti la riconosciamo e fa parte dei nostri sogni fin dall’infanzia, ma come sarebbe un mondo senza la tigre? In cento anni il numero di tigri è passato da circa 100.000 esemplari a circa 3.000: una perdita di più del 90%. Continuando di questo passo le tigri potrebbero estinguersi nei prossimi 5 anni. Per far conoscere la situazione e raccogliere fondi per i progetti di conservazione in favore di questa carismatica specie, il Parco organizza una domenica dedicata, in occasione del Tiger Day che ricorre il 29 luglio. INTERNATIONAL RED PANDA DAY Torna anche nel 2016 la giornata dedicata ai simpatici panda rossi! Il 17 e 18 settembre il PNV si veste di rosso e segue le tracce delle piccole “volpi di fuoco” a caccia di bambù. Sono in programma varie attività per grandi e piccoli e una serata speciale da trascorrere insieme. SERVIZIO DOG SITTING Presso il Parco è disponibile una nuova area dedicata al servizio di dog sitting, ideale per accogliere gli animali domestici, il cui ingresso al

Parco non è consentito. Si tratta di un servizio a pagamento rivolto a tutti i proprietari di cani e di piccoli animali d’affezione che visitano il Parco Natura Viva e i Parchi del Garda, ma anche a chi vuole lasciare in custodia il proprio amico a quattro zampe per qualche ora. Il servizio comprende l’accoglienza, la custodia e l’accudimento degli animali consegnati. È prevista la sgambatura, in area recintata ed in totale sicurezza, previa valutazione del personale cinofilo affinché sia adeguata alle esigenze di ciascun animale. Perché il servizio venga condotto in maniera professionale, il PNV ha affidato l’incarico a conduttori e istruttori cinofili specializzati formati dal Cisom (Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta www.cisom.it).

GEMELLAGGIO CON LO ZOO BIBLICO DI GERUSALEMME In occasione del Festival Biblico, il direttore generale dello Zoo Biblico di Gerusalemme Shai Doron ha inaugurato la seconda edizione del percorso ‘Animali e piante nella Bibbia’, e ha sancito il gemellaggio che lega il Parco Natura Viva di Bussolengo allo Zoo Biblico di Gerusalemme, all’insegna di un legame, quello tra gli animali e gli uomini, che fa parte della storia e della cultura dell’uomo. “Un legame in grado di superare le contrapposizioni − afferma Shai Doron − come accade allo zoo di Gerusalemme, dove lavorano in pace Cristiani, Ebrei e Musulmani, accomunati dal desiderio di partecipare alla conservazione di specie animali a rischio d’estinzione”.


È UN CERCOPITECO GRIGIO-VERDE IL PRIMO NATO DEL 2016 Una testolina rotonda già coperta di pelo grigio, grandi orecchie rosa e un visetto espressivo tutt’altro che spaesato. È il piccolo cercopiteco grigio-verde nato al Parco Natura Viva di Bussolengo da mamma Smee, una giovane femmina alle prese con il suo primo parto. Saldamente ancorato al ventre della sua mamma, il piccolo ha trascorso le prime giornate della sua vita succhiando il latte materno e manifestando già le prime curiosità verso l’esterno, soprattutto nei confronti degli altri 12 esemplari con i quali convive. Ma si sa, all’occhio della mamma non sfugge niente: non appena il neonato si sporgeva un pò per afferrare un ciuffo d’erba o qualche foglia sporgente, ecco che Smee lo tirava subito a sé. Smee continuerà ad allattare il piccolo fino a quando non sarà indipendente, intorno ai 6 mesi. Ma potrà capitare che nei mesi successivi, ad ogni percezione di pericolo, egli continuerà a rifugiarsi tra le braccia materne. In Africa, i cercopitechi grigio-verdi possono ancora essere avvistati in gran numero tra gli alberi dei boschi aperti e nelle savane. Si tratta di una specie meno minacciata di altre, peraltro molto adattabile al variare delle condizioni ambientali. Questo però non le risparmia dal fiorente mercato del bracconaggio.

LAURIE MARKER È TORNATA A TROVARCI In occasione del secondo “Weekend della Scienza al PNV” organizzato presso il Parco Natura Viva domenica 8 maggio, ospite illustre e graditissima è stata la dott.ssa Laurie Marker. Conosciuta anche come la “donna che sussurra ai ghepardi”, si trovava in Italia per festeggiare i 25 anni della sua fondazione, la Cheetah Conservation Fund, impegnata nella

salvaguardia di questa specie così carismatica. Il suo appuntamento con il pubblico mirava sia alla conoscenza della ricerca scientifica messa in atto in questi anni, sia ad attività di sensibilizzazione nei confronti di questa tematica cosi importante. Salvare l’animale più veloce della Terra è davvero una corsa contro il tempo! Al termine dell’ incontro la dott.ssa Marker si è recata da Teo, Duma e Mookane, i giovani ghepardi ospitati presso il Parco Natura Viva.

Il piccolo cercopiteco insieme a mamma Smee.

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I FENICOTTERI ROSA: I PRIMI PULCINI L’inizio della primavera ha finalmente dato il via ai rituali di corteggiamento delle quaranta coppie di fenicottero rosa ospitate al Parco Natura Viva di Bussolengo. Il finire dell’inverno ha lasciato spazio al gran vociare della stagione degli amori, in ritardo di un paio di settimane rispetto alla stagione 2015 a causa delle piogge abbondanti. La colonia al completo oggi arriva a 153 esemplari e supererà i 170 dopo la nascita dei pulcini di questa nuova stagione. Sia durante la cova delle uova, sia durante l’allevamento dei pulcini, mamme e papà collaborano in egual misura alle cure parentali, fin quando tutti i nuovi nati saranno raccolti insieme a formare una vera e propria “nursery”, l’asilo dei fenicotteri. Lì i genitori affindano i piccoli alle cure di altri fenicotteri e raggiungono a turno i propri pulcini solo per dar loro da mangiare, riconoscendoli dal vocalizzo individuale.

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NEL MONDO

ALPENZOO Solo specie autoctone, in un bellissimo parco a 750 metri di altezza, impegnato in progetti di conservazione di grande importanza.

di Silvia Allegri

Il camoscio è uno degli animali più rappresentativi dell’arco alpino.

Il simbolo dell’Alpenzoo è il gipeto, o avvoltoio degli agnelli, che in questo parco si è sempre riprodotto divenendo parte attiva del progetto di ripopolamento delle Alpi.

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Anche gli anfibi, importanti rappresentanti della fauna europea, sono ospitati in questo parco.


Un gipeto, o avvoltoio degli agnelli, all’Alpenzoo.

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passeggia tra rocce e alberi, S iammirando gli animali con un panorama mozzafiato sulla bellissima Innsbruck. L’Alpenzoo di Innsbruck rappresenta un unicum nel panorama zoologico europeo: a partire dalla sua posizione, a 750 metri sul livello del mare. Fondato nel 1962, occupa una superficie di circa 4 ettari, sulla quale vivono esclusivamente specie animali appartenenti alle Alpi. Nessuna specie esotica dunque: l’azione conservativa e l’obiettivo del parco sono la conservazione delle specie autoctone. La biodiversità delle Alpi è rappresentata da un’ampia gamma di specie, dall’acquario di recente realizzazione agli anfibi per giungere ai grandi mammiferi: lupo, orso, alce. E il benessere di molti di questi animali è favorito proprio dalle speciali condizioni climatiche. Le specie che

si riproducono in questo parco zoologico sono quasi per la totalità destinate alla reintroduzione in natura. Nell’Alpenzoo ci sono interessanti punti di osservazione dei rettili, che d’inverno sono abituati a ibernarsi, proprio come avviene in natura, e pertanto possono tornare a essere visibili solo in tarda primavera. I loro reparti sono arredati con le rocce tipiche che compongono le Alpi e che sono scelte per una speciale caratteristica: vengono utilizzate quelle che assorbono e trattengono meglio il caldo: questo è un requisito fondamentale per la sopravvivenza dei rettili.

Molti degli animali ospitati necessitano infatti di una dieta specialistica che per essere soddisfatta richiede la presenza di una vera e propria catena alimentare: per esempio si coltiva l’erba che serve a riprodurre le cavallette che vengono mangiate da diversi tipi di uccelli, così come i grilli, pasto principale di uccelli e rettili. Nell’anno in cui il network europeo EAZA vuole sottolineare l’importanza che le specie autoctone hanno nella tutela della biodiversità (campagna Let it grow) una visita all’Alpenzoo di Innsbruck non potrà che accrescere la cultura naturalistica e la consapevolezza del patrimonio che ci deriva dalle specie europee.

BACKSTAGE L’Alpenzoo è uno dei parchi più interessanti anche per il suo ‘backstage’.

www.alpenzoo.at/it/


VOI E IL PARCO

Stanno arrivando sempre pi첫 numerose le vostre fotografie, insieme a suggerimenti e consigli: grazie! Continuate a inviarci foto, pensieri, disegni delle vostre visite al Parco alla mail: magazine@parconaturaviva.it

Gufo delle nevi Foto di Antonio Nicolini

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Aguti di Azara Foto di Francesco Pirali

Antilope lichi del Kafue Foto di Francesco Pirali




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