Catazine Spring Summer 2012

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GOLF BEACH STYLE FASHION SPORT ACTION

FACCIA A FACCIA CON IL GOLDEN BOY FIORENTINO



SOMMARIO Il Catazine: quello che avete appena iniziato a leggere, una “strana” parola che indica ciò che Colmar ha creato per presentare in modo nuovo e moderno le proprie collezioni. Un mix fra Catalogo e Magazine, una scelta necessaria perché per raccontare il mondo Colmar un catalogo tradizionale certo non basta... In questo numero del Catazine è di scena la primavera estate 2012 che, per Colmar, parla di Golf & Beachwear, declinati attraverso collezioni in cui tecnica e look creano un mix perfettamente bilanciato. Per i campi da golf così come per lo sci nautico o il mare,

capi che rappresentano un valore aggiunto per le performance sportive, regalando a ogni disciplina l’inconfondibile stile Colmar. Una stagione vissuta accanto a due team stellari. Il primo, quello che annovera fuoriclasse e giovani stelle in ascesa, racconta di campi da golf e sfide appassionanti; il secondo, quello dei “funamboli” dello sci nautico, dà la parola a tre campioni della Nazionale Italiana di Sci Nautico e Wakeboard, di cui Colmar è fornitore ufficiale.

PRONTI A VIVERE CON COLMAR UN’ESALTANTE ESTATE....?

PERSONAGGI

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GIULIA SERGAS

La vita di una golfista professionista raccontata in prima persona.

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CARLO ALLAIS

Tutto il fascino dello sci nautico nelle parole di un campione delle boe.

INTERVISTE

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LORENZO GAGLI Successi e programmi futuri della giovane star del golf italiano.

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FEDERICO BELLINI

EDOARDO MOLINARI

Incontro con il rider della Nazionale Italiana di wakeboard.

STORIE

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RYDER CUP 34

Il simbolo della nuova generazione vincente dei golfisti azzurri.

SPECIALE

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La leggendaria sfida fra Usa ed Europa vista dal grande Costantino Rocca.

OPEN D’ITALIA Verso la 69ª edizione della prestigiosa manifestazione golfistica.

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COLMAR E LA FISW La collaborazione fra lo storico brand e il mondo della nautica.

SILVIA CARUSO

Determinazione e passione per la grintosa “danzatrice sull’acqua”.

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Edoardo Molinari, classe 81, la nuova generazione vincente dei golfisti italiani inizia a giocare a Torino sul percorso de La Mandria, sotto gli occhi del maestro Bertaina, insieme al fratello Francesco. Comincia con le gare giovanili, poi Edoardo diventa una colonna fondamentale della nazionale dilettanti fino al capolavoro del 2005 quando vince lo Us Amateur.


stata la settimana più bella della mia vita – racconta Edoardo – non mi sono mai divertito così tanto su un campo da golf. Cinque giorni indimenticabili, di grande tensione, con il pubblico che ti incitava. Davvero un’esperienza straordinaria, culminata con la vittoria finale”. La Ryder ha fatto conoscere al mondo il campione italiano, che l’anno successivo decide di giocare sul Pga Tour degli Stati Uniti... “Una grande esperienza, che mi fatto capire molte cose. Ho giocato con avversari fortissimi su campi molto difficili e questo ha contribuito a farmi diventare un giocatore più completo. Negli USA le caratteristiche dei giocatori sono diverse, i campi sono più lunghi e di conseguenza ci sono molti giocatori che tirano forte, ma la grande differenza è la competitività. Negli Stati Uniti si viaggia da soli, gli altri giocatori ti vedono solo come un avversario, in Europa questo non succede”. E’ forse per questo che Molinari decide di cambiare caddie e ingaggia Antonio Garbaccio. “Un amico e compagno della nazionale dilettanti, con cui mi ero trovato benissimo in Giappone. Quindi ho deciso di lavorare con lui, ma allo stesso tempo di avere un amico al mio fianco”. Una stagione difficile quella del 2011, passata con alti e bassi e nessuna vittoria. “Ho iniziato la stagione puttando malissimo, ero sempre in affanno e non riuscivo a ottenere risultati. Poi ad agosto ho cominciato a imbucare di più, peccato che ho iniziato a giocare male il resto, una sorta di coperta corta”. Un lavoro difficile quello del giocatore di torneo... “Bisogna avere tanta pazienza, capacità organizzative al di fuori del campo, spirito di sacrificio e tanta voglia di viaggiare”.

Il 2006 è un anno importante: il passaggio al professionismo e la laurea in ingegneria gestionale; Edoardo gioca diversi tornei in Europa e tre major con ottimi risultati. La prima vittoria arriva nel 2007 sul Challenge Tour in Colombia, poi una seconda in Kenia al Tusker Open. Qualche problema fisico tra il 2007 e il 2008 ne condizionano il rendimento, ma l’anno successivo Molinari esplode. Sul Challenge Tour, nel 2009, il suo golf è perfetto: cinque vittorie con i successi in Giappone e soprattutto nella World Cup con il fratello Francesco, record di premi incassati e l’ingresso nei migliori cento giocatori del mondo. Nel 2010 Edoardo continua a giocare in maniera straordinaria e in Scozia arriva la prima grande vittoria. Sul meraviglioso percorso di Loch Lomond, vicino a Glasgow, Molinari vince con grande autorevolezza uno splendido duello con Darren Clarke nel quarto giro. Un mese più tardi arriva la seconda vittoria, a Gleneagleas,

"Negli USA ti vedono solo

come un avversario"

Tutte qualità che i ragazzi italiani hanno dimostrato di avere. “In questi ultimi anni noi abbiamo ottenuto dei risultati straordinari, ma dobbiamo allargare la base dei praticanti perché più di così con questi numeri non possiamo fare”. Un messaggio alla Federazione, che negli ultimi anni ha investito molto per il settore agonistico, ma ora si deve iniziare un profondo lavoro di promozione perché le Olimpiadi 2016 di Rio sono alle porte. Silvio Grappasonni

sempre in Scozia, con successiva selezione in Ryder Cup.

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DODO COMMENTA...DODO

IMPATTO CON LA PALLA

DOPO L’IMPATTO CON LA PALLA

FINISH

Una posizione che ho migliorato negli ultimi anni. Le braccia distese davanti al corpo al momento dell’impatto con la palla mi garantiscono precisione e controllo della distanza. Le gambe sono più ferme rispetto al passato garantendo un migliore equilibrio durante il movimento.

Questa è una posizione che si può migliorare: troppa azione di mani dopo l’impatto perché il corpo non ruota abbastanza velocemente ed è leggermente in ritardo rispetto alle braccia; inoltre il peso è troppo caricato sulla gamba destra.

Qui, bene! Il corpo è rivolto all’obbiettivo, le gambe sono nella giusta posizione con le ginocchia vicine, braccia alte sopra la spalla sinistra. Tutto con un ottimo equilibrio.


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POLO TECNICHE che grazie grazie ai a tessuti innovativi sintetizzano tutto ciò che si richiede a un capo il golf:iltraspirazione, veloce asciugatura, progettato perper golf: traspirazione, veloce protezione aiprotezione raggi UV, impermeabilità, idrorepellenza, asciugatura, dai raggi UV, impermeabilità, leggerezza e comfort di gioco. idrorepellenza, leggerezza e comfort di gioco.

GIACCHE E GILET progettati per assicurare protezione dal vento e dall'acqua e garantire al tempo stesso la massima libertà nei movimenti.


PASSION& SKILL

Per birdie da fuoriclasse!

PANTALONI E BERMUDA in misto cotone elasticizzato o in tessuto tecnico monoelastico: tante risposte a ogni esigenza, studiate per offrire funzionalitĂ ottimale e comfort ideale.


Realizzato

con

uno

speciale filato ricavato dalla

lavorazione

minerali,

il

Cocona®

della

si

distingue

elevate

di

tessuto polo

per

le

performance

in fatto di traspirabilità, protezione ai raggi UV e controllo degli odori.

LA SFIDA CONTINUA Anche per la primavera-estate 2012 la collezione Colmar golf ha nelle soluzioni altamente performanti il suo principale punto di forza. Mettendo a frutto tutta la competenza acquisita nel mondo dello sci, Colmar firma una linea che riflette la medesima attenzione all’innovazione. Tessuti studiati per offrire il meglio in fatto di traspirazione ed elasticità si uniscono alla costante ricerca del comfort nei movimenti, indispensabile per assecondare il gesto sportivo. Soluzioni tecniche all’avanguardia che si accompagnano a uno stile inconfondibile, elegante e di classe, che contraddistingue tutte le collezioni che Colmar disegna per il green. Una combinazione – quella fra tecnica e look – che risulta vincente, supportata da un team di professionisti affermati e giovani fuoriclasse che, insieme a Colmar, portano ai vertici del golf mondiale un orgoglio tutto italiano.


Alle proprietà di rapida asciugatura, la polo unisce caratteristiche antibatteriche, assicurando il massimo comfort. Disponibile in diversi colori, è qui proposta nella versione in bianco con profili in verde e abbinata ai pantaloni in misto cotone stretch nella stessa tonalità .

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PiquĂŠ in microfibra di poliammide, con proprietĂ di rapida asciugatura e antibatterico, per la polo in bianco con dettagli in verde, abbinata ai pantaloni in tessuto monoelastico, dalla notevole elasticitĂ e morbidezza.

Leggerissimo e molto compatto, il tessuto della giacca si caratterizza per l'ottima resistenza al vento e l'elevata idrorepellenza, ottenuta grazie al trattamento KUDOS che mantiene inalterate le caratteristiche del materiale anche dopo numerosi lavaggi. La tecnologia STUNNER STRETCH, grazie alla particolare struttura del filato, assicura notevoli performance e comfort ottimali durante i movimenti.

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LA SOLUZIONE PERFETTA La scelta ideale per dare il meglio in campo anche quando l'aria è fresca, la felpa elasticizzata garantisce la giusta temperatura al corpo grazie alla garzatura interna.

Tecnologia Cocona® all'avanguardia quanto a comfort di gioco: questa la carta vincente della polo nella versione in verde. Il filato particolare con cui è realizzato il tessuto - un piqué di poliestere -

accelera

l'evaporazione

sudore,

del

spingendo l'umidità attraverso le particelle microporose attive contenute nel filo e mantenendo il corpo nelle condizioni ideali.

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IDROREPELLENZA Polo e pantaloni realizzati con un tessuto twill in poliammide microfibra innovativo e all'avanguardia. Morbido e poco rumoroso si distingue per l'elevata idrorepellenza. Laminato con membrana tecnica DERMIZAX DT che garantisce altissime prestazioni di colonna d’acqua (32.000 mm) e di traspirabilità (18.000 gr/m2/24h). Capi estremamente leggeri, in cui una speciale stampa sulla lamina interna funge da fodera, e funzionali al movimento di gioco, grazie alla particolare elasticità del tessuto.

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La polo in CoconaŽ nella versione rubino è abbinata al gilet in maglia di cotone cachemire con membrana interna e ai pantaloni in tessuto monoelastico in microfibra poliammide.

Molto leggero e compatto, il gilet in poliammide è la soluzione perfetta per le giornate di vento. Elevato anche il livello di idrorepellenza, grazie al trattamento KUDOS.

TECNICA E STILE: UN MIX PERFETTO 13


L'innovativo twill in poliammide microfibra mantiene le medesime caratteristiche di idrorepellenza, traspirabilitĂ e comfort anche nella versione pull, perfetta quando la temperatura si abbassa. Classe ed eleganza per i pantaloni in tessuto di cotone elasticizzato tinto in filo, con effetto madras.

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E' un leggero cotone cachemire il protagonista del pull con membrana

interna,

per

il massimo comfort. Elevate elasticitĂ e morbidezza sono le carte vincenti del tessuto monoelastico dei pantaloni, caratterizzato

dalla

rapida

asciugatura grazie allo speciale trattamento al plasma.

*il MEGLIO PER

PERFORMANCE

da campioni! 15


FACCIA A FACCIA CON IL GOLDEN BOY FIORENTINO Il giovane golfista azzurro ha vissuto un 2011 ricco di soddisfazioni, registrando fantastici piazzamenti sul Tour che lo hanno proiettato ai vertici del golf europeo. Alla bravura, Lorenzo unisce simpatia, educazione e fair play: una giovane star entrata a far parte del team Colmar...

Colmar è orgogliosa di presentare una new entry speciale: ragazzo d’oro, talento, fair play e una valigia colma di educazione… Fiorentino doc, a 26 anni Lorenzo Gagli è una star. Reduce da un 2011 strepitoso, culminato addirittura in un secondo e un terzo posto sul Tour, il golden boy del golf italiano è già entrato nel gotha di quello europeo. Conosciamolo un po’ di più. Ciao Lorenzo, come è andato l’inverno su… tutti questi allori? “Ma quali allori, Paolo! Mi sono riposato, riflettendo sulle cose buone e su quelle da migliorare, vicino alla famiglia e alla mia ragazza, ma ho anche festeggiato l’anno passato! Poi, una settimana a Marbella dal mio maestro Philippe Allain,

«So che molta gente adesso ha fiducia in me»

“Stavo lavorando sull’impatto negli approcci e con questo guanto pensavo di sentire meglio il contatto di palla. Purtroppo ho sbagliato a non dirlo a Philippe, infatti l’esperimento mi ha buttato un po’ fuori swing, perché mi cambiava la posizione del polso all’apice del backswing: l’ho lasciato subito!” Come è andato l’inizio, soprattutto come ti sei sentito sotto i riflettori dei tifosi e dei media? “In tutta onestà, mi aspettavo di più dalle prime gare, ma avrò modo di rifarmi. Essere sotto i riflettori ha i suoi pro e i suoi contro, però è bello. Mi sento responsabilizzato e lavoro ancora di più, perché so che molta gente adesso ha fiducia in me e voglio ripagarla impegnandomi al massimo”. Rispetto all’anno scorso, senti maggiormente la pressione? Come riesci a respingerla o a gestirla?

Quando si raggiungono certi livelli, credo sia delicato ritoccare lo swing, rischiando magari di rompere il giocattolo…

“E’ diverso. Nel 2011 non avevo niente da perdere e, con la categoria che avevo (diritto a partecipare agli Open, ndr.) non entravo in molte gare, per cui dovevo dare tutto in quelle che giocavo e se fosse andata male l’avrei comunque accettato perché sapevo benissimo che non era per nulla facile. Adesso, invece, voglio dimostrare che l’anno scorso non è stato un caso, ma l’inizio della mia carriera. Mi aiuta molto lo psicologo Ivan Tcherkaski…”.

“Con Allain mi trovo bene, ma hai ragione. Non rivoluzionerò il mio swing perché l’anno scorso ha reso piuttosto bene sotto pressione. Cercheremo di migliorare le parti in cui sono più debole”.

Tre anni fa hai subito un infortunio al polso sinistro e un delicato intervento chirurgico. In quel lungo periodo di riposo forzato, hai mai temuto per la tua carriera? Come hai trovato la forza di reagire

quindi tanta ginnastica e fisioterapia”.

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Avevi scoperto un nuovo guanto che hai provato nelle prime gare del 2012, un marchingegno che, da quel che ho sentito, tiene più fermo il polso...


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V

OGLIO dimostrare c h e l ’a n n o scorso non è stato un caso,

ma l’inizio della

MIA CARRIERA.

e salire alla ribalta? “Per la prima volta avevo la carta del Tour europeo, ma giocai solo metà stagione per il dolore. Provai di tutto, ma alla fine mi feci operare. All’inizio ero titubante sul mio futuro, non avevo la certezza di tornare a giocare come sapevo, ma appena ripresi mi accorsi che non avevo perso alcun feeling, così trovai la forza dentro di me per tornare”. Tuo padre, grande appassionato, che ruolo ha? “Molto importante… Magari si intromette un po’, ma se ne intende e mi ha sempre dato forza. Grazie babbo!” Posso vantarmi di aver avuto in comune con te il maestro dei maestri, nel mio caso solo qualche lezione quand’ero ragazzino. Una leggenda dell’insegnamento, da sempre all’Ugolino di Firenze dove tu hai imparato a giocare a golf, Franco Rosi ci ha lasciato poco tempo fa… “Franco per me è stato molto più di un maestro e se oggi sono a questi livelli lo devo a lui e ai suoi insegnamenti. Potrei davvero scrivere un libro su Rosi, uomo eccezionale, fondamentale per la mia carriera... Dopo una sua lezione la palla ti

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partiva sempre dritta. Ho iniziato a giocare con lui e ho avuto solo lui fino al giorno in cui ci ha lasciato. L’ultima lezione della sua vita l’ha data a me!”

Che rapporti hai con loro?

Un anno fa, avresti immaginato di entrare così presto nei primi 50 del Tour europeo e partecipare addirittura al gran finale di Dubai?

Usi anche tu le polo in Cocona, praticamente la seconda pelle di Edo Molinari? E i completi antipioggia o i capi antivento di Colmar?

“No, il mio obiettivo era salvare la carta sul Tour, giocare la Race To Dubai è stato un sogno. Una volta ottenuta la carta, dopo lo Scottish Open, ho giocato tranquillo: è stata la chiave del risultato finale!”

“Non ho avuto ancora il piacere di provarli in gara perché ha sempre fatto caldo, anche se, indossandoli per provare le taglie, ho subito capito che è come avere addosso un guanto. Invece, ho usato molto le polo: leggerissime, sembra di giocare nudi!”

Sei entrato a far parte del team Colmar, insieme a Edoardo Molinari, Andrea Pavan e Federico Colombo.

“Siamo molto amici e ci aiutiamo a vicenda come se fossimo una squadra. Siamo cresciuti insieme fin dai tempi della nazionale... Essere in tanti sul Tour rende tutto più facile”.

Paolo De Chiesa


"Mi aiuta molto lo psicologo Ivan Tcherkaski"

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La vita di una golfista professionista raccontata in prima persona, fra viaggi, impegno e tanta passione per lo sport. Ecco Giulia Sergas, entrata a far parte della famiglia Colmar

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orse non sempre le cose succedono per caso: voglio pensarla così proprio oggi che sono entrata a far parte di questa grande, accogliente famiglia Colmar.

Io, un’appassionata di sci fin da sempre, una cliente affezionata di Cortina e delle piste dove si disputa la Coppa del Mondo. Io, che mi ispiravo fin da piccola a grandi

campioni come Christian Ghedina, da oggi vestirò la nuova linea donna Colmar, che dallo sci ha deciso di portare l’alta qualità dei materiali e l’eleganza dei suoi capi sui campi da golf.

Gioco a golf ormai da 20 anni e sono professionista da dieci. Sono cresciuta a Trieste ed è grazie alla Federazione Italiana Golf che ho avuto la possiblità fin da bambina di viaggiare e gareggiare in tutta Europa. Sono cresciuta in un mondo dai valori sani, dove lo spirito di squadra era importante e le lezioni di vita di quegli anni mi hanno profondamente formato il carattere. Oggi vivo in California dove però passo pochissimo tempo perché sono impegnata a gareggiare sia sul fronte europeo che su quello americano. Le gare in America e in Europa sono organizzate in modo molto distinto, sono due Tour indipendenti tra loro: per questo sono molto orgogliosa di far parte di entrambi.

"Sono cresciuta in un mondo dai valori sani" Certo, volare oltre Oceano una volta al mese non è cosa da tutti. Questa primavera partirò da Venezia per Honolulu, poi Alabama, Scozia e ancora Turchia, tutto per partecipare a quattro gare in un solo mese. Credo sia la passione la vera chiave che mi spinge a non mollare mai e ad accettare lunghi momenti di solitudine e lontananza. Ero sola sull’aereo che partiva da Venezia per Los Angeles il giorno in cui decisi di andare a vivere negli Stati Uniti per crescere professionalmente ed ero sola quando ho comperato casa a Palm Springs o quando facevo le file all’ambasciata americana per il visto e il permesso di lavoro. Purtroppo l’America era e rimane la terra promessa per i golfisti, ma oggi so

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che gareggiare vicino al proprio Paese è comunque importante e anche molto appagante. Così, dopo dieci anni a parlare solo inglese mi sono ritrovata nel gruppo delle mie amiche, colleghe e giocatrici sui campi europei, dove i montepremi sono sì più bassi ma la voglia di vincere sempre altissima. Forse anche lo sport si sta trasformando e si adatta a un nuovo modo di far spettacolo, ma comunque credo che negli occhi di un atleta si possa sempre vedere il fuoco, la passione e la voglia di dare il meglio di sé. Lo sport è la palestra migliore per la vita perché tira fuori il meglio e il peggio di te, ti mette con le spalle al muro ma poi ti dà sempre la possibilità di rialzarti, se hai la capacità di perdonarti.

Io non riuscirei a immaginare la mia vita senza il golf. Quelle lunghe ore passate in campo pratica per affinare un movimento che sembra esser perfetto. Quella voglia di cercare sempre più nel profondo di noi stessi per vedere se dietro quell’ultima porta aperta c’è veramente il paradiso o altri gradini da dover conquistare…

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Per me è un sogno vivere una vita all’insegna dello sport ed è giusto aggiungere che senza il supporto di chi mi vuole bene e di chi crede in me – come i miei sponsor – tutto questo non sarebbe possible.

"LO SPORT E' LA PALESTRA MIGLIORE PER LA VITA"

So che questa dovrebbe essere solo una presentazione di Giulia Sergas: ma voglio ringraziare gli amici di Colmar che hanno voluto credere in me e nel mio lavoro. Giulia Sergas

HIGH TECH

GLAMOUR 24


Soluzioni tecniche studiate per garantire il massimo comfort, espresse con l’inconfondibile stile al femminile firmato Colmar: così si declina la linea golf primavera estate 2012 dedicata a lei, presentata da Giulia Sergas. Dalle polo in tessuto Cocona® – quasi una “seconda pelle” con performance di altissima traspirabilità – alle felpe e ai gilet, tutti concepiti per offrire alla golfista il meglio in fatto di vestibilità e comfort di gioco. Anche i tessuti delle gonne, dei bermuda e dei pantaloni – cotoni e gabardine elasticizzati, twill in poliammide laminati – assicurano la massima libertà nei movimenti.

Proposte che alle elevate prestazioni tecniche aggiungono linee e tonalità cromatiche di grande classe, per un tocco glamour anche sul green.

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UN WEEKEND DI GOLF, POCHE COSE NELLA BORSA: FASHION E TECNICA PER LEI FIRMATI COLMAR

PANTALONI e GONNE Materiali tecnici – idrorepellenti e traspiranti, morbidi ed elastici così da accompagnare i movimenti di gioco – sono i protagonisti dei pantaloni e delle gonne, disegnati per offrire il massimo comfort ed esaltare la femminilità delle golfiste.

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POLO Elevate prestazioni dei tessuti – al top quelle garantite dalla tecnologia Cocona® – tonalità glam: le polo Colmar sono protagoniste sui green dell’estate.


GIACCA Elegantissima nell’abbinamento del bianco e del grigio, la giacca a manica corta garantisce alte performance quanto a impermeabilità (32.000 mm di colonna d’acqua), traspirabilità (18.000 gr/ m2/24h) e idrorepellenza. Leggero ed elastico, il tessuto offre comfort al corpo e facilita il movimento di gioco.

CHARMEon

fairway GILET Funzionale e molto fashion nella tonalità corallo, il gilet in poliammide compatta e ultra leggera assicura ottima resistenza al vento ed elevata idrorepellenza anche dopo numerosi lavaggi, grazie al trattamento KUDOS.

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PHOTO: Claudio Scaccini

L'incontro con

COSTANTINO ROCCA IL PIÙ GRANDE GOLFISTA ITALIANO DI TUTTI I TEMPI

avviene sulle nevi dell’Alta Badia: un po’ d’aria frizzante prima di un’altra avventura sul senior tour europeo. 28


PHOTO: Claudio Scaccini

Nel suo incredibile palmares, il campione bergamasco vanta tre partecipazioni in Ryder Cup, la storica sfida tra Usa ed Europa: essere selezionati nel gotha del golf europeo e vincere due edizioni è un onore immenso. Lo incalzo sul ricordo più intenso di un album indelebile per noi che gli facevamo il tifo: la hole in one, buca in uno a Hawk Hills, nel ’95, un colpo da annali che lasciò basito il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton o la stretta di mano con Tiger Woods, quando lo battesti alla 16 di Valderrama, nel ’97? “Non saprei, due emozioni fortissime. Certo suonarle a Tiger in Ryder, per giunta su un campo così difficile…”. Un successo che ti lega anche al mitico Ballesteros, il fuoriclasse che ci ha lasciati poco tempo fa, allora capitano della compagine europea. “E’ vero. Eravamo alla 16 e Severiano, che mi seguiva contro Tiger, mi suggerì un colpo di rimessa dal rough, dov’ero finito con il drive. Io, invece, mi sentivo nelle mani e nel cuore un ferro 1 da tenere per 50 metri a tre metri da terra, sotto i rami, per poi farlo girare verso il green. Il colpo della vita e a Ballesteros sfuggì… una lacrima”. Questa è la Ryder, una gara senza moneta in palio che emoziona più di un Major. “Non giochi per te, ma per la squadra: la responsabilità e la pressione si ingigantiscono”. Davis Love, uno dei più grandi americani di sempre in Ryder, ha giocato tante volte contro di te e ha affermato che tu sei il compagno ideale. Perché? “Forse apprezza il mio altruismo, la mia capacità di adattarmi al gioco del mio partner in doppio. Comunque, mi ha fatto piacere, uno zuccherino per addolcire le tre sconfitte patite in singolo contro di lui!”

PHOTO: Claudio Scaccini

I fratelli Molinari sono gli unici italiani convocati in Ryder dopo di te, due anni fa. Ti sentiresti di dar loro un consiglio per un’eventuale prossima chance? “Li ho seguiti da vicino e, in mezzo a quella folla incredibile, ero più emozionato di quando giocavo io. Li ho visti molto bene, bravissimi tutti e due. Credo sia stata una grande esperienza, da mettere a frutto in futuro: non hanno bisogno dei miei consigli, semmai gli potrà far piacere che tifo tantissimo per loro”. Sogni nel cassetto? “Capitano di Ryder: un po’ come essere CT della nazionale di calcio alla finale di un mondiale…”. Paolo de Chiesa

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MARCO CRESPI E CLAUDIO VIGANÒ A CONFRONTO, FRA PROGETTI, ALLENAMENTI E SPERANZE PER IL FUTURO. CON UNA RIFLESSIONE SU UN LUOGO COMUNE DA SFATARE...

n un pomeriggio invernale incontro Marco Crespi e Claudio Viganò al Golf Club Milano. I due giocatori del team Colmar si stanno preparando per la stagione agonistica 2012. Crespi con due vittorie ha chiuso al terzo posto la classifica finale dell’Alps, guadagnando così la carta per il Challenge Tour 2012. “Sono sempre stato competitivo – racconta Crespi – il grande lavoro che ho fatto mi ha permesso di migliorare tantissimo e sono così arrivate due vittorie che mi hanno permesso di salire sul Challenge Tour. Davvero una grande soddisfazione”. Grande precisione dal tee e nei colpi al green, Marco sogna di vincere il Masters come ha fatto il suo grande idolo Tiger Woods ma per il momento il suo obbiettivo nel 2012 è di entrare nei primi 20 del Challenge Tour. Claudio Viganò – che ha iniziato a giocare a golf all’età di nove anni con il papà Gigi – ha fatto tutta la trafila nei campionati giovanili poi, nel 2006, viene chiamato a far parte della nazionale italiana dilettanti e dopo aver ottenuto numerosi piazzamenti in gare italiane ed estere passa al

professionismo alla fine del 2010. Nel 2011 entra nella nazionale professionisti e ottiene ottimi piazzamenti sull’Alps Tour, confermando la carta per il 2012. Claudio, tifoso di Ernie Els, sogna di vincere l’Open Championship; per il momento si allena moltissimo – circa sei-sette ore al giorno – per poter fare il salto di qualità e raggiungere il suo ex compagno di nazionale Matteo Manassero sul tour Europeo. “Non sarà facile – dichiara – ma io sono consapevole di avere buone possibilità. Il golf è uno sport difficile ma molto intrigante, ti forma il carattere, devi imparare a controllare le tue emozioni, ma quando riesci è lo sport più bello del mondo”. Marco Crespi si arrabbia quando gli dicono che pratica uno “sport per vecchi”:

“Non è assolutamente vero. Il golf ha una componente agonistica molto alta, perché è vero che non c’è contatto fisico ma è altrettanto vero che tutti i colpi che giochi contano, e quando sbagli, quel colpo è definitivamente perso”. “Negli ultimi anni – aggiunge Viganò – il golf è cambiato molto, soprattutto con l’arrivo di Tiger Woods. I giocatori sono diventati più fisici, colpiscono la palla con violenza mandando i loro drive oltre i trecento metri.

MARCO E CLAUDIO A CONFRONTO MORE O BIONDE Come smettere di fumare ULTIMO LIBRO LETTO ULTIMO FILM VISTO COSA NON SOPPORTI IN UNA PERSONA MARE O MONTAGNA ATTORI PREFERITI COSA GUARDI IN UNA DONNA SPORT PREFERITO, GOLF A PARTE PIATTO PREFERITO SQUADRA DEL CUORE

Matteo Manassero, Lorenzo Gagli, Andrea Pavan, tutti giovanissimi, sono la testimonianza che questo sport è adatto soprattutto ai più giovani. Che il golf sia uno sport per vecchi è un luogo comune da sfatare”. “Questo è uno sport fantastico – prosegue Claudio – una continua sfida con te stesso e contemporaneamente contro i tuoi avversari, in un contesto di grande sportività a contatto con la natura”.

Nel 2016 in Brasile il golf torna alle Olimpiadi... “Una grande occasione per il nostro sport – afferma Marco Crespi – scendere in campo con la maglia azzurra in un’Olimpiade sarebbe fantastico”. Anche Viganò sogna i Giochi: “Per il golf italiano sarà importantissimo; il giusto riconoscimento ad uno sport meraviglioso, che negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni”. Il golf disciplina olimpica, alla faccia di chi dice che è uno sport per vecchi... In bocca al lupo, ragazzi! Silvio Grappasonni


Tutto è nato dall’idea di riunire gli amici golfisti, con l’intento di “alleggerire” l’atmosfera del confronto sportivo. Una gara di golf, un po’... magica. Il Trofeo Bella – arrivato ormai alla nona edizione – è questo e anche di più. Tanto che l’interesse verso l’evento è andato via via aumentando: da sfida fra amici, la manifestazione si è trasformata in una kermesse lunga due giorni, ambitissima da tutti i golfisti che vogliono vivere la loro passione in modo inconsueto. Come ogni anno, le 36 buche del Circolo Golf Bogogno ospiteranno la gara, per la prima volta due le formule: Louisiana a due giocatori sul percorso Tag Heuer/ Bonora, Quattro palle la migliore sul percorso Colmar, dal 2006 accanto agli organizzatori come sponsor. Un sodalizio divenuto via via più forte, a testimonianza dell’impegno del brand nel sostenere il golf giovane, anche “creativo”. Accanto alla competizione, non mancheranno i consueti eventi, serate e manifestazioni, frutto dell’inesauribile fantasia degli organizzatori. Oltre al tradizionale “taglio del nastro” – che segna l’apertura delle iscrizioni e per il quale si sta preparando una location esclusiva – si stanno mettendo a punto iniziative speciali e sorprese varie, mentre è confermato il party dopo la premiazione, festa imperdibile per tutti i fedelissimi del Trofeo Bella.

Sempre più giovane, il team Colmar. Ad abbassare l’età dei golfisti che vestono i colori del marchio, ci penserà l’ultimo arrivo: David Law, ventenne giocatore scozzese. Sui campi già all’età di sei anni, David ha letteralmente bruciato le tappe dei circuiti junior, per farsi notare dagli addetti ai lavori nel 2009, quando ha vinto due importanti tornei: lo Scottish Boys e lo Scottish Mens Amateur Championship. Nel 2011 si è aggiudicato il Northern Amateur Open Championship in Sud Africa. Professionista dallo scorso ottobre, David è una grande promessa del golf internazionale, un altro giovane talento che porterà il marchio Colmar sui più importanti campi del mondo.


E’ IL COLORE DI UNA VACANZA A MADONNA DI CAMPIGLIO, FRA NATURA, GOLF E TANTO DIVERTIMENTO

uando la neve è protagonista della montagna, Madonna di Campiglio non ha bisogno di molte presentazioni. Chiunque ami lo sci e gli sport invernali sa che qui, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, trova piste fra le più belle dell’intero arco alpino e la possibilità di vivere la neve in tutte le sue declinazioni.

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Ma Campiglio è altrettanto speciale quando è il verde a essere il colore dominante del paesaggio. La stazione dolomitica rappresenta anche in primavera-estate la scelta ideale per una vacanza all’insegna della natura e dello sport. Una vera palestra a cielo aperto, dove dedicarsi a tantissime attività. Trekking, escursioni a piedi o itinerari in mountain bike: i 450 chilometri di sentieri segnalati, oltre a quelli che si addentrano nel Parco Naturale Adamello-Brenta, si adattano a tutti i gusti e le esigenze, regalando suggestioni

sempre diverse. Arrampicate e vie ferrate, poi, consentono di scoprire la “vera” montagna anche a chi non è un alpinista provetto, mentre il dog trekking è perfetto per chi vuole unire l’amore della natura a quello per gli animali. Tennis e nuoto per i più tradizionalisti, parapendio per i più temerari e golf per i veri appassionati: un elenco lungo e articolato, quello degli sport praticabili, che fanno di Campiglio la regina dell’estate in montagna. Le nove buche del Golf Club Campo Carlo Magno sono fra le più alte – 1650 metri di quota –


Madonna di Campiglio ospita a fine luglio una delle tappe della Coppa Colmar 2012. Dopo il successo delle passate edizioni, il torneo amplia il proprio raggio d’azione, arrivando anche su campi “cittadini” – come l’Olgiata e i Roveri – ed espatriando in Francia, con la gara di Megève. Un tour irrinunciabile...

e antiche – 1921, la data di fondazione – d’Europa. Primati che passano in secondo piano se si considera la posizione del campo: immerso nel Parco Naturale, circondato dai boschi di abeti, si snoda in uno scenario unico, attorniato dall’imponenza delle Dolomiti di Brenta. Disegnato da Henry Cotton, lo storico percorso – il terzo a essere creato in Italia – ha conservato intatto il suo prestigio: nonostante alcune migliorie, come le doppie partenze, la suggestione del campo è la stessa di sempre. E che il Golf Club Campo Carlo Magno sia fra i più apprezzati lo dimostra anche il fitto calendario di gare e tornei – prima fra tutte le Coppa Colmar – in programma da luglio a settembre. Tanto sport, a Campiglio, ma anche delizioso relax, assicurato dalle esclusive Spa e dai centri benessere: diverse proposte e soluzioni personalizzate per fare del wellness in montagna il leit motiv della vacanza, rigenerando fisico e mente. A Campiglio, le giornate si chiudono così come sono iniziate: in bellezza. Con un po’ di shopping, aperitivi e squisite cene – nei locali tipici, nei ristoranti raffinati o nei rifugi in quota – per poi ritrovarsi in discoteca o in uno dei club.

21-22 APRILE | GOLF CLUB CARIMATE – CARIMATE 28-29 APRILE | GOLF CLUB OLGIATA – ROMA 5-6 MAGGIO | ROYAL PARK I ROVERI – TORINO 26-27 MAGGIO | COLLINE DEL GAVI – ALESSANDRIA 2-3 GIUGNO | PARADISO DEL GARDA – LIMONE SUL GARDA 9-10 GIUGNO | LE ROBINIE – SOLBIATE OLONA 21-22 LUGLIO | MONT D’ARBOIS – MEGÈVE 28-29 LUGLIO | GOLF CLUB CAMPO CARLO MAGNO - MADONNA DI CAMPIGLIO 4-5 AGOSTO | CIRCOLO GOLF SESTRIERE - SESTRIERE 25-26 AGOSTO | CORTINA GOLF - CORTINA 31 AGOSTO-1 SETTEMBRE | GOLF CLUB MILANO - MONZA

Perché a Madonna di Campiglio ci si diverte in grande stile... Giulia Fortuna 33


Giunto alla sua 69ª edizione, l’Italian Open è la maggiore manifestazione golfistica nel Belpaese. Colmar, che nel 2010 ha presentato la sua prima collezione golf, non poteva perdere l’occasione di legarsi al torneo, in qualità di Technical Supplier per il triennio 2010-2012. Fare parte dell’Open è un importante stimolo per Colmar per studiare, grazie ai preziosi feedback raccolti, capi di livello superiore. Sia la dirigenza che lo staff impegnato in campo, già nelle due passate stagioni, hanno apprezzato la tecnicità e il comfort dei capi, messi a dura prova dalle condizioni meteo variabili e dagli estenuanti turni di lavoro che un evento

di questo tipo comporta. L’Italian Open rappresenta anche la miglior vetrina che un marchio d’eccellenza possa ottenere per presentare le proprie collezioni a media, addetti ai lavori e spettatori internazionali. Se l’Open d’Italia è un’esperienza unica, ancor più esclusiva è la partecipazione alla Pro-Am del torneo. Il team Colmar, capitanato dal giovane

UN CADDIE MOLTO SPECIALE Che binomio straordinario si è visto all’Open d’Italia quando Piero Gros, super asso della Valanga Azzurra, si è candidato al ruolo di caddie di Costantino Rocca, il più grande golfista italiano di sempre. I due fenomeni hanno trovato subito l’intesa, dalle linee sul putt alla condivisione delle distanze alla bandiera. Mappa in mano, Piero ha vissuto un weekend indimenticabile, a partire dal giro di prova, giocato da Rocca insieme a Matteo Manassero, l’astro nascente del Golf: emozioni e nostalgie del tempo che fu, quando sotto i riflettori dello sci c’era Pierino, il più giovane vincitore della Coppa del Mondo della storia prima ancora di diventare campione olimpico! Sci e Golf, sport fantastici e diversi, come Piero e Costantino, campioni eccezionali, protagonisti di pagine di storia indelebili: che bello vederli camminare vicini sui fairway, l’uno a cercar di carpire segreti ed essenze della grandezza dell’altro, amici e complici in un’altra avventura... Paolo De Chiesa

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e vincente professionista Andrea Pavan, testimonial dell’azienda, tornerà in campo nel 2012 per difendere il titolo, conquistato la scorsa primavera. Si auspica che il successo ottenuto in campo e fuori si ripeta anche nel prossimo mese di settembre, quando Colmar accoglierà nelle proprie Vip Lounge e Merchandising Area il gotha del golf italiano e non. Andrea Cappelletti


Anche per Lorenzo Gagli – il giovane campione fiorentino che da quest’anno vestirà i colori del team Colmar – l’Open d’Italia è una gara speciale. Gli abbiamo chiesto qualche impressione sull’edizione del prossimo settembre... L’Open d’Italia si giocherà al Royal Park, a Torino, a settembre e non più in primavera. Cosa rappresenta per te il nostro Open? “In teoria dovrebbe essere una gara come le altre, ma per noi italiani ha sicuramente un sapore diverso, perché giocando in casa c’è molta più voglia di giocare bene e di mettersi in mostra nel proprio paese!” Se dovessi vincere una gara sul Tour, quale sarebbe la tua preferita e in che posizione inseriresti un eventuale successo a Torino? “Qualsiasi gara andrebbe bene pur di vincere ma, se dovessi scegliere, il PGA di Wentworth, in Inghilterra, come fece Costantino Rocca. Anche se mi piacerebbe moltissimo vincere l’Open d’Italia!” Quello del Royal Park è un campo che ti piace, adatto alle tue caratteristiche di gioco? “Mi piace molto, anche se a Torino non avevo mai giocato bene fino all’anno scorso, perché molte buche girano verso destra, il che avvantaggia molto i giocatori in fade (con effetto a destra, ndr.), mentre io, giocando un po’ in draw (effetto verso sinistra, ndr.), faccio fatica in alcuni colpi. Comunque, ormai credo di essermi abituato e spero di dimostrarlo a settembre…”. Quali sono le buche che temi di più? “Ce ne sono tante… ma in assoluto la 12, un par 3 molto complicato, di circa 170 metri con un green strettissimo e a fagiolo, per giunta difeso da un ostacolo d’acqua a sinistra e da un bunker e un rough alto a destra”. La buca più bella? “La 3!” Paolo De Chiesa

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Dopo i lusinghieri risultati del Challenge, Federico Colombo e Andrea Pavan sono fra i protagonisti dell’European Tour 2012. Fra grandi aspettative e speranze...

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ederico Colombo e Andrea Pavan – due tra i giovani professionisti più promettenti nel panorama golfistico italiano e talentuosi componenti del team Colmar – hanno dedicato le prime settimane del 2012 alla preparazione della lunga stagione agonistica del tour europeo. Sono i due giocatori più interessanti della squadra professionistica italiana, che in questi ultimi anni ha ottenuto dei risultati straordinari.

Colombo, dopo un’esperienza sul tour europeo nel 2009, torna sulla Race to Dubai dopo una stagione di grande regolarità sul Challenge Tour con numerosi piazzamenti di prestigio: sei top ten e un secondo posto nel Kazakhstan Open, una delle gare più prestigiose. Pavan invece, dopo essere stato uno dei migliori amateur del mondo, arriva sul tour maggiore dopo una stagione straordinaria sul Challenge con due vittorie – una in Norvegia e l’altra al Grand Final di San Domenico – terminando secondo nella classifica finale. Entrambi giovanissimi – Andrea ha 23 anni, Federico 25 – entrano sul circuito pieni di aspettative e speranze, ma consapevoli di essere due giocatori di grande qualità. “Quando ho preso la carta nel 2009 – racconta Colombo – non ero ancora pronto per giocare sul tour; avevo solo esperienza di tornei amateur ma giocare da professionista è tutta un'altra cosa: i percorsi sono molto più difficili, giochi contro dei fenomeni e la pressione è enorme”. “E’ anche una questione di abitudine – aggiunge Pavan – e a questo proposito sottolineo l’importanza del Challenge Tour, un circuito di altissimo livello che ti prepara al tour maggiore. Se riesci a giocare ad alto livello sul Challenge, vuol dire che non sei molto distante dai giocatori del tour maggiore”. Andrea Pavan è molto seguito dagli addetti ai lavori: è infatti indicato come uno dei giovani con più potenziale. “Sono conscio che ci sono molte aspettative su di me, ma prima di tutto cercherò di divertirmi, consapevole di aver fatto un ottimo lavoro con il mio coach Filippo Del Piano”.

"Il golf ti insegna a gestire le difficoltà" Quando lo abbiamo incontrato, Andrea – grande appassionato di calcio e sport americani – era in attesa di partire per Dubai e il Qatar e raggiungere così il resto della squadra italiana, oltre al suo idolo Ernie Els: “Ho praticato vicino a lui nei tornei in Sud Africa prima di Natale e sono rimasto impressionato dalla qualità e dalla potenza di questo grande giocatore, che fra l’altro è anche il campione preferito di Federico Colombo“. Il golf grande passione dei due giovani talenti, ma anche una palestra di vita... “Sì, il golf è una grande scuola di vita – afferma Federico – quando scendi in campo sei solo, dipende tutto da te ed è molto educativo perché ti insegna a gestire tutte le difficoltà e forma così il carattere di una persona”. “E’ proprio così – gli fa eco Andrea – il golf è uno sport dove c’è molta competizione ed è proprio per questo che hanno deciso di farlo diventare sport olimpico”. Già, sport olimpico. Con questi ragazzi possiamo veramente stare tranquilli... Silvio Grappasonni 37


Gente da ogni parte del mondo, spiagge bianchissime, atmosfere latinoamericane, allegria e vivacità: siamo a Miami Beach, culla del divertimento “made in Florida” e una delle località turistiche più cool degli Stati Uniti. olti americani vengono fin qui in inverno, per sfuggire al freddo di molte zone degli States. Del resto, l’attrazione principale di Miami sono proprio le sue spiagge e in particolare South Beach, la più famosa, detta anche “SoBe”.Come nel resto della Florida, tutti gli sport d’acqua sono di casa – sci nautico compreso – anche se il grande protagonista è il surf, amatissimo da queste parti. A Miami lo sport parla anche di golf. Notissimi i cinque percorsi – tutti da campionato – a 18 buche del Doral Golf, inseriti in un resort fra i più prestigiosi degli Stati Uniti. Ne fa parte anche il mitico Blue Monster, difficile e famosissimo tracciato, sede del CA Championship e di tanti tornei del massimo circuito.

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Molto del fascino di Miami Beach deriva anche dall’atmosfera vivace e dinamica che si respira in tante zone della città. Come a Little Havana, il quartiere dei negozi e dei ristoranti cubani o Ocean Drive, il lungomare di fronte a South Beach, la strada nota in tutto il mondo su cui si affacciano tanti locali in stile Art Déco. Una passeggiata a Coconut Grove, poi, consente di immergersi nel verde e nelle bellissime ville di questo quartiere residenziale, mentre con una visita al Design District si ha l’idea di come sia possibile trasformare una zona semi abbandonata in un polo d’attrattiva per designer d’avanguardia provenienti da tutto il mondo.

Tanti i motivi, quindi, per godersi Miami Beach, città perfetta per vivere il sogno americano. Giulia Fortuna

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Con una collezione grintosa e dinamica, in perfetta armonia con le prerogative del mondo FISW, il brand rinnova la propria vocazione sportiva. port principe nella storia di Colmar, lo sci rappresenta per il brand una vocazione. Vissuta – a partire dagli Anni Cinquanta, quando per la prima volta la nazionale italiana di sci alpino vestì Colmar – con una costante e mirata attenzione alla ricerca tecnologica. E la stessa filosofia viene applicata a un altro ambito dello sci, anche se... sull’acqua. Dalla stagione agonistica 2011 è iniziata una collaborazione fra Colmar e la Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard. Una realtà, quella della FISW, che in Italia ha una vasta platea di consensi e non solo in ambito amatoriale. La nazionale azzurra è fra le più quotate a livello internazionale tanto che, nel 2011, sono state ben 41 le medaglie conquistate dai nostri atleti nelle varie specialità e categorie di età. Il mondo dello sci nautico, dinamico e in costante crescita, si articola in più discipline, ognuna con le sue caratteristiche tecniche distinte, ma con in comune la grande spettacolarità. Scivolare sull’acqua, trainati da un motoscafo, anche senza sci – è il caso

della specialità piedi nudi – affrontando un trampolino come nel salto, zigzagando fra le boe come nello slalom o effettuando una sorta di “danza” come nella specialità figure è decisamente scenografico; se poi si aggiungono i giochi d’acqua provocati dagli sciatori lo spettacolo è servito! Ma lo sci nautico non è solo bello da vedere è anche molto divertente da praticare e lo dimostra il consistente numero di scuole che, da nord a sud del nostro Paese, aiutano i principianti a prendere confidenza con sci e velocità. Uno sport in cui Colmar fa il suo ingresso come Fornitore Ufficiale per il settore abbigliamento con una collezione messa a punto in collaborazione con il team della Federazione e che punta su combinazioni cromatiche di grande impatto. Una linea dal cuore active, che riprende ed enfatizza le atmosfere del mondo della nautica. E’ così che Colmar dimostra la sua volontà di rappresentare al meglio anche il futuro dello sport, credendo in discipline giovani e dinamiche. Giulia Fortuna

Attraverso la partnership con la FISW, Colmar gioca un ruolo da protagonista nel mondo active, affermandosi come brand indirizzato verso le realtà più giovani e dinamiche dello sport .

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La sua specialità è fra le più affascinanti dello sci nautico e lei la interpreta con tutta la determinazione del suo carattere. Silvia Caruso è campionessa italiana in carica di figure e ha ottenuto uno splendido quarto posto ai Mondiali Open del suo esordio – in Russia, la scorsa estate – dopo aver partecipato, a soli 15 anni, ai Mondiali Under 21. A 21 anni, l’atleta azzurra è una delle stelle internazionali della sua disciplina, pronta a cogliere altri successi, forte di una grande volontà e dell’amore per lo sport. Inteso come valore totalizzante della vita di un atleta , soprattutto se si ha avuto la fortuna – come Silvia – di viverlo anche all’estero, dove la considerazione per chi fa agonismo è decisamente diversa...

“Lo scorso anno ho vissuto in Florida – racconta Silvia. E’ molto diverso rispetto all’Italia, là essere uno sportivo è un grande onore. La scuola ti regala borse di studio ed è la prima a sostenerti. Un ottimo atleta è considerato un gioiello nell’università americana, un esempio da seguire. Tutti fanno sport e hanno l’ambizione di diventare campioni e l’università sostiene anche coloro che magari un giorno lo diventeranno”..

"VIAGGIARE MI HA FATTO CRESCERE, IMPARARE NUOVE LINGUE,CONOSCERE REALTÀ E CULTURE" L’Italia dello sport dovrebbe quindi imparare qualcosa... “Assolutamente. In Italia quando ti iscrivi all’università nessuno tiene conto che fai sport: se manchi per lunghi periodi sei considerata solo come una che non frequenta. Alle superiori poi, appena informi i professori che sei una sportiva di alto livello, loro ti vanno contro pensando che toglierai del tempo prezioso allo studio. Oppure se durante l’anno scolastico fai delle assenze per le gare, per loro sei andata in vacanza. Ho lottato cinque lunghi anni per dimostrare che, seppure atleta, potevo essere un’ottima studentessa”. Anche perché i valori dello sport sono universali. A te cosa ha insegnato e cosa rappresenta? “Nella mia vita lo sport è essenziale, mi dà mille soddisfazioni. Mi ha insegnato a lottare per riuscire a ottenere degli obiettivi, ad apprezzare meglio gli altri e a cercare di apprendere un po’ da ogni allenatore o atleta che incontro sulla mia strada; ognuno di loro mi ha dato qualcosa”. Una vita, quella di Silvia, indirizzata da sempre verso lo sport e... verso gli sci in particolare. “Mi sono avvicinata allo sport grazie a mio padre, alla sua enorme passione e alla sua estrema voglia di insegnare ai propri figli lo sport, la competizione e mille altri valori. Lo ha fatto anche con lo sci alpino, ma io essendo amante del caldo e dell’acqua ho preferito lo sci nautico. Mi ha messo sugli sci da neve già a un anno e poi a quattro su quelli d’acqua, ma appena nata mi portava in spalla con lui mentre sciava”.


“IO SONO SEMPRE POSITIVA, VEDO SEMPRE BELLE COSE, PER FORTUNA!" Si può dire sia nata sugli sci...”. In che modo lo sport ti ha cambiato la vita? Ti ha aiutato a crescere? “Mi ha dato la determinazione e la voglia di lottare anche quando tutto va male. Mi ha sostenuta nei momenti difficili dell’adolescenza, nel periodo che molte ragazzine vivono, quello del ‘voglio essere magra e bella’ e smetti di mangiare; lo sport mi ha aiutato a capire quanto fossi stupida e che se non davo i giusti nutrienti al mio corpo non avrei mai ottenuto un allenamento proficuo, così mi ha aiutato a uscire da questo orribile periodo”. Per le gare e gli allenamenti sei spesso in viaggio: ci sono svantaggi in una vita “itinerante”?? “Amo viaggiare e non ne trovo svantaggi. Viaggiare mi ha fatto crescere, imparare nuove lingue, conoscere nuove realtà e culture. Fosse per me viaggerei in continuazione”. Ti resta del tempo per vivere “normalmente” i tuoi 21 anni? “Certamente bisogna divertirsi. Non mi nego mai le mie giornate di shopping, il cinema e la discoteca. Amo anche la fotografia ed essere fotografata. In alcuni periodi più che in altri, ma lo faccio sempre”. E lo studio, come lo concili con gli impegni sportivi? “Lo ammetto è un sacrificio. Il Liceo è stato davvero tosto, andavo via per mesi interi, perdevo tante

lezioni eppure nessuno mi veniva incontro, dovevo essere io a mettermi in pari. Mia madre è stata fantastica, mi aiutava molto. Io ero determinata, volevo portare sempre e comunque avanti gli studi. Ce l’ho fatta, nonostante le invidie dei compagni e alcuni professori che non concepivano come potessi dare priorità allo sport e mi assentassi per lunghi periodi per le gare”.

“La disciplina figure è quella che ha più movimenti, è come una danza sull’acqua”: così Silvia Caruso descrive la sua specialità, fra le più spettacolari e affascinanti dello sci nautico. Gli atleti devono effettuare acrobazie prestabilite: c’è – per esempio – il salto in avanti o la figura in cui la corda è fatta passare sotto lo sci e l’atleta salta, compiendo un mezzo giro o un giro completo. La tecnica è fondamentale, ma sono necessarie anche forza, grazia ed equilibrio. Requisiti che vanno perfezionati con tanto allenamento, anche lontano dallo specchio d’acqua: “Durante l’estate mi alleno praticamente tutto il giorno – racconta Silvia – poi faccio molto stretching per alleviare il dolore dovuto agli allenamenti... Ma c’è tempo anche per le chiacchiere e le prese in giro con i ragazzi della squadra, con cui mi trovo molto bene”.

Nel 2011 hai partecipato al tuo primo Mondiale Open: come lo hai vissuto? “E’ stata la gara che mi ha dato più emozione. Devo dire che seppure nessuno avesse grosse pretese, be’ io le avevo, io le ho sempre. Volevo andare sul podio, volevo essere perfetta, dimostrare che potevo fare molto e forse è per questo che ero molto emozionata”. Come ti concentri prima di una gara? “Penso e ripenso a quello che devo fare, lo visualizzo. Una volta mio nonno Piero mi ha detto una frase che non dimenticherò mai e che mi ripeto sempre prima di una gara importante: Ricorda sempre che tu sei Silvia Caruso. Dai il meglio di te stessa!”. Cosa consiglieresti a chi vuole avvicinarsi allo sci nautico? “Di trovare qualcuno che abbia la passione per questo sport e che riesca a trasmettertela nel modo migliore, come ha fatto mio padre con me”. Quali sono i tuoi obiettivi a breve termine, sportivi e non? “Prendere la patente italiana, superare più esami possibili all’università, allenarmi al meglio per tutte le gare della stagione appena iniziata.”

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Come vedi il tuo futuro? “Io sono sempre positiva, vedo sempre belle cose, per fortuna! Lotto e lotterò sempre per avere le cose che desidero, nessuno mi ferma...”. Un sogno per cui vale la pena di combattere... “Troppi, troppi per essere elencati. Bisogna lottare per ottenere ciascun sogno”. Enrica Poggio

ANNO DI NASCITA 1991

LUOGO DI NASCITA Roma

LUOGO DI RESIDENZA Tra Omegna, Roma e la Florida

MUSICA PREFERITA I Crystal Castles

LIBRO PREFERITO Ecap

FILM PREFERITO Requiem for a dream, Blow

POSTO PREFERITO PER UNA VACANZA Sud America

PIATTI PREFERITI Pasta con le vongole o alla carbonara, stinco con patate al forno

PREGI Determinata, competitiva e molto aperta con gli altri

DIFETTI Permalosa, a volte troppo egoista e troppo competitiva.


PHOTO: Vincent Stadlbaur

INSIDE

Watersky Da atleta della nazionale svedese a fotografo “ufficiale”: il mondo dello sci nautico visto con un occhio molto speciale

Un’occhiata al suo sito – www.thomasgustafson.com – e il mondo dello sci nautico si trasforma: le sue fotografie colgono il meglio del gesto sportivo, sottolineando la spettacolarità dell’attimo con suggestivi giochi di luce.

PHOTO:Vincent Stadlbaur

Thomas Gustafson, svedese di Stoccolma, per molti anni ha fatto parte della squadra del suo Paese, gareggiando in slalom, figure e salto. Ha messo gli sci ai piedi per la prima volta a 11 anni e, dopo 12 di competizioni, ha abbandonato le gare: “Lo sci è uno sport che chiede tanto al fisico. Nel 1992 mi sono fatto male a un ginocchio, ho continuato ad alti livelli, poi nel ‘95 un nuovo infortunio, l’operazione e, piano piano, ho capito che non potevo sciare più come una volta. Soprattutto nel salto, la disciplina in cui ero più forte. Sono rimasto in squadra fino al 2004, nella disciplina figure, ma senza salto facevo fatica a difendere il mio posto in nazionale”. Così Thomas si è dedicato a tempo pieno all’altra sua grande passione, la fotografia: “Quando viaggiavo per le gare, mi portavo dietro una vecchia Agfa che mio padre mi regalò quando avevo tredici anni. Ho continuato, ma senza pensare che questo sarebbe diventato, un giorno, il mio lavoro”. E invece, nel 2003, diventa professionista e oggi è uno dei più accreditati fotografi di sci nautico. Nel suo nuovo mestiere è molto importante aver dimestichezza con le varie discipline: “Sono tutte belle da fotografare, ma quella più emozionante è lo slalom con i suoi giochi d’acqua. Salto e figure sono più difficili da fotografare o meglio è più difficile cogliere un’angolazione nuova, ma quando ci riesci la fotografia è ancora più bella...”. Una vita, quella di Thomas, sempre “dentro” il mondo dello sci: “Ho una scuola (Waterski Club Ravenna, www.waterskiitaly. com - ndr) dove cerco di condividere questo bellissimo sport sia con i principianti che con i campioni, aiutandoli nella preparazione.

Mi piace sapere che ho dato agli altri qualcosa di bello. Come cerco di fare con le foto”.

PASSIONI Nella vita di Thomas, due grandi amori: lo sci nautico e la fotografia.

Un po’ di nostalgia per la vita di prima? “Devo ammettere che ci ho messo del tempo ad accettare di non poter più praticare tre discipline. Ora faccio solo slalom e ho imparato ad amare questa disciplina. A volte, quando vedo un salto mi viene tanta voglia di volare, mi manca quella bellissima sensazione”. Le emozioni, oggi, Thomas le regala con le sue fotografie, e non solo sportive: “Ultimamente mi cimento anche con scatti di lifestyle e fashion. C’è sempre da imparare con le foto... come nello sci”. Enrica Poggio

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accontare lo sci nautico cercando di trasferirne le emozioni non è cosa facile. Sulla carta si potrebbe dire che le sensazioni ricordano quelle che si provano sulla neve, ma sarebbe riduttivo. Si potrebbe anche aggiungere che la versione acquatica dello sci ha dalla sua l’ebbrezza della velocità, ma non basterebbe ancora. Forse l’approccio più convincente sta in tre parole: divertimento, spettacolarità, intensità. E’ l’unione di queste caratteristiche a rendere lo sci nautico una disciplina ricca di attrattive, anche per chi non ha mai provato a cimentarsi con uno sport solo apparentemente riservato a pochi. Uno dei luoghi comuni che circolano intorno allo sci nautico è proprio quello di essere un’attività elitaria: “Non è vero, soprattutto con il teleski”, afferma Carlo Allais – slalomista della nazionale italiana – facendo riferimento all’apposita struttura che, attraverso un cavo d’acciaio, consente di sciare sull’acqua sospinti da un motore elettrico – eliminando quindi il motoscafo. “Grazie alla professionalità delle scuole italiane, il divertimento e la sicurezza sono alla portata di tutti”. “Bisogna considerare – aggiunge Carlo – che il motoscafo, se

guidato da persone competenti come avviene nelle scuole affiliate, non è un pericolo. Certo, sciare dietro a un motore da 400 cavalli, arrivando alla velocità massima, che nello slalom è 58 km/h, è forse un po’ estremo ma non è necessario sciare a quella velocità per divertirsi”. Già, il motore... Una delle critiche che spesso si muove allo sci nautico è proprio quella del motoscafo, presenza ingombrante per i puristi e una delle ragioni per il mancato ingresso nelle discipline olimpiche. “Il teleski è una pratica diffusa da molto tempo che sicuramente può agevolarci nel superare questo ostacolo, tanto più che lo sci nautico è già stato disciplina dimostrativa nei Giochi del 1972. Capisco i vincoli istituzionali olimpici, effettivamente utilizziamo un motore, ma per noi la barca è una costante, non favorisce nessun atleta”. E se da un lato motoscafi e motori possono suscitare perplessità, dall’altro bisogna considerare la componente ambientale di questo sport: “Le nostre ‘palestre’ – continua Carlo – sono magnifiche, che siano artificiali o naturali; comunque sono immerse nella natura. Andare per il mondo, cercando i laghi adatti ti fa scoprire tantissime differenze e ti fa capire quanto siamo piccoli rispetto a un temporale o a un vento di 20 chilometri all’ora”.

Un Grande Inizio Poco dopo aver chiacchierato con noi, Carlo è partito per Melbourne. Destinazione: i Moomba Masters, una delle competizioni più prestigiose e antiche dello sci nautico. Parte di una manifestazione cittadina molto partecipata – il Moomba Water Festival – i Masters di Melbourne si svolgono sullo Yarra River e sono un “International Invitational Championships”: gli atleti – fra i migliori al mondo – vengono selezionati a discrezione del comitato organizzatore. E fra gli inviti c’era anche quello spedito a Carlo Allais. Il campione piemontese ha fatto davvero onore a quella convocazione: unico europeo a qualificarsi nella finale di slalom è arrivato secondo, guadagnandosi un fantastico argento e iniziando alla grande la stagione agonistica. Bravo, Carlo!


"Si deve provare a sciare sull’acqua almeno una volta nella vita...è sicuramente più emozionante e inusuale di tanti altri sport." Del resto l’appeal di questa disciplina non si limita a questo... “Si deve provare a sciare sull’acqua almeno una volta nella vita perché, pur non essendo così estremo come un tandem in paracadute, è sicuramente più emozionante e inusuale di tanti altri sport. Senza contare che altre discipline necessitano di vento costante e fiumi in piena, mentre il nostro sport – anche se comporta una condizione non così consueta per l'uomo, qual è l’acqua – può essere praticato solitamente vicino a centri urbani e quindi con relativa continuità”. Senza considerare poi i benefici dal punto di vista fisico: “Lo sci nautico può essere complementare a qualsiasi altro allenamento e coinvolge allo stesso tempo sia la parte alta che quella bassa del

corpo: in 20 minuti schiena, braccia e gambe vengono tonificati come in una seduta di un'ora in palestra. Per quanto riguarda il fisico siamo sempre stati molto più avanti degli altri. E poi, passata l'era dei bodybuilders, sempre più persone preferiscono essere toniche!”. Molti si sono accorti da tempo del fascino di questo sport, complici anche gare e manifestazioni che si organizzano in varie parti d’Italia. E gli appuntamenti dei prossimi anni all’Idroscalo di Milano – nel 2013 i Mondiali Disabili e nel 2015 i Mondiali Discipline Classiche – daranno nuovo impulso alla sua popolarità: “L'impegno della Federazione e di Silvio Falcioni, il nostro Presidente, per portare questi eventi in Italia è notevole. Per prima cosa non è così semplice farsi assegnare queste competizioni, sempre ambite a livello mondiale, ma questo è solo l'inizio.... bisogna poi dedicarsi all'organizzazione vera e propria!”. Ma Carlo Allais come convincerebbe qualcuno a dedicarsi allo sci nautico? “Semplicemente portandolo al lago.... basta questo e magari vedere in azione un altro principiante. Anche perché non si comincia a spazzaneve: ci si diverte già alla prima sciata!”. Enrica Poggio

Carlo Allais, classe 1984, è nato e vive sul lago di Avigliana – cittadina in provincia di Torino: “Mio padre ha una scuola di sci. Cominciare era quasi d'obbligo, anche se queste premesse spesso non ti portano a una carriera sicura e prospera”. Fin da piccolissimo su uno specchio d’acqua, ha scelto lo slalom: “Ho iniziato molto lentamente a quattro anni, non è stato semplicissimo farmi cominciare, ma presa la mano… bisognava tagliarmi la corda per farmi smettere”. Campione del Mondo juniores nel 2000 e Campione del Mondo Universitario nel 2004 – torneo di grande prestigio, che ogni due anni mette a confronto i migliori atleti del mondo in età universitaria – Carlo trascorre, come i suoi colleghi delle altre specialità, lunghi periodi di allenamento negli Usa: ”Questo sport è nato in Florida e ancora oggi c'è un’altissima concentrazione di atleti ad alto livello e di allenatori di qualità; inoltre è più facile reperire nuovi materiali e nel caso di sci su misura si possono produrre e testare in pochi giorni”. Laureato in Economia Aziendale, Carlo si è aggiudicato la medaglia di bronzo ai Campionati Europei del 2010 e, per la terza volta consecutiva, il titolo di campione italiano nel 2011. L’allenamento, per un campione di tale livello, è fondamentale: “La preparazione atletica, parlando di livello agonistico, si evolve con la crescita dell'individuo. Nell’adolescenza si punta a un serio potenziamento, non molto diverso da quello dello sci da discesa, sempre coadiuvato con esercizi di equilibrio, per poi sviluppare più l’elasticità. Con il tempo si impara a usare meno i muscoli e più la tecnica... forse”. Slalom sull’acqua e sulla neve: sono molte le similitudini? “Infinite. Negli ultimi cinque-dieci anni alcuni movimenti, come la presa di spigolo e l’azione del bacino per entrare meglio in curva, sono diventati poi quasi gli stessi”. “Tanto – continua Carlo – che tutto il popolo della neve è agevolato nello slalom sull’acqua, anche se in generale chiunque abbia un po’ di equilibrio può cimentarsi con il nostro sport senza problemi. Nelle nostre scuole, inoltre, abbiamo metodi semplicissimi per far sciare chiunque al primo tentativo”. Non resta che provare...

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! e y o k j a n e W 50


na tavola, una corda completa di bilancino, una sorta di “m anubr io” , per usare un linguaggio da profani - un motoscafo e naturalmente uno specchio d’acqua.

sci nautico ha uno stile tutto suo”.

Sono questi gli ingredienti base del wakeboard, disciplina appassionante e spettacolare. Uno sport che ha molte similitudini con lo snowboard e non solo per via della tavola. Goofy e regular sono termini famigliari a chi di “board” se ne intende, qualunque siano le superfici: la prima indica la posizione con il piede destro in avanti, la seconda quella con il sinistro avanti; stesso discorso per backside e frontside, due tipi di andatura. Vocabolario uguale e alcuni tricks – salti, per gli addetti ai lavori – molto simili, anche se naturalmente il punto di partenza per le evoluzioni è assai diverso, avendo nel caso del wakeboard onde d’acqua provocate dal motoscafo come trampolino.

I segnali ci sono tutti, come hanno dimostrato i Campionati del Mondo del 2011, organizzati all’Idroscalo di Milano:

Una disciplina da alcuni classificata come “estrema”... “Secondo me è indubbiamente uno sport molto adrenalinico, diventa estremo quando si accetta di spingere i propri limiti per migliorare e imparare nuovi tricks”. A parlare è Federico Bellini, rider toscano della Nazionale Italiana Wakeboard e protagonista del panorama agonistico internazionale. “Il wakeboard – aggiunge Federico – è sempre più una disciplina in evoluzione e anche se condivide alcuni aspetti con lo

Uno stile che attira sempre di più l’attenzione del pubblico, soprattutto di quello giovane: “Ci sono molti giovani che si avvicinano a questo sport e rimangono affascinati dallo spirito di sano divertimento e dalle forti sensazioni che trasmette; credo che crescerà sempre di più”.

“I Mondiali a Milano – commenta Federico – hanno aiutato molto, visto l’afflusso di persone. Ci vorrebbero più eventi nelle città, in modo da poter avere visibilità e servirebbero meno problemi legati ai permessi necessari a praticare sport nei laghi”. Del resto, per favorire la diffusione del wakeboard, la Federazione mette a punto un calendario gare che tocca diverse città italiane: “Il calendario – spiega il rider toscano – è sempre diverso, proprio per cercare di far conoscere lo sport e diffonderlo. Le gare sono sparse tra nord e sud: da Ancona, alle zone di Como e Viverone, per scendere a Varco Sabino e Roma, passando anche da Sicilia e Sardegna”. Anche all’estero, le sedi di gara cambiano sempre? “Sì, ci sono varie gare in giro per il mondo, ma le tappe sono sempre diverse. Il circuito internazionale più prestigioso è comunque negli Stati Uniti”. Fra maggio e giugno inizia la stagione delle competizioni, ma

in inverno dove vi allenate? “Inseguiamo l’estate e il caldo: ci si allena in Florida ma anche in Thailandia, Filippine, Sud Africa, Argentina, Singapore e Australia… Insomma dovunque uno voglia o possa andare, senza dimenticare Sardegna e Sicilia”. E per quanto riguarda l’allenamento fuori dall’acqua? “Per il wakeboard serve un’ottima preparazione atletica di base e si lavora in palestra con esercizi mirati; gli allenamenti sono sempre molto intensi, il lavoro a terra viene spesso integrato con l’uso di trampolini elastici per provare e capire meglio le evoluzioni; anche se niente è meglio di un’uscita in acqua!”. Quali sono le condizioni migliori per dedicarsi al wakeboard?


“Lo si può praticare anche in mare, ma le migliori condizioni sono sempre nei laghi per via dell’assenza di vento e di onde. Ma il luogo ideale è ovunque si ha la possibilità di allenarsi con gli amici!”. Raccontaci come ti sei avvicinato a questa disciplina...

ANNO DI NASCITA 1983

LUOGO DI NASCITA Bagno a Ripoli (FI)

LUOGO DI RESIDENZA Firenze

LIBRO PREFERITO Il ritratto di Dorian Gray

FILM PREFERITO Amici miei

POSTO PREFERITO PER UNA VACANZA Ovunque!!

PIATTO PREFERITO Bistecca alla fiorentina

UN PREGIO La sincerità

LA GARA DEL CUORE Una tappa del Mondiale 2006, a Singapore

UN SOGNO SPORTIVO Un gran risultato a livello internazionale

UN SOGNO NON SPORTIVO Vedere più mondo possibile

LA GIORNATA TIPO Amici, wakeboard, caldo e festa!

ALTRI SPORT Snowboard e surf

PROGRAMMI IMMEDIATI Campionati Europei in Sud Africa

“Nel 1998, avevo cinque anni, ho provato per la primissima volta, per caso, su invito di un mio vicino di casa, che era anche il proprietario del club dove tutt’ora sono atleta. Ho capito da subito che sarebbe diventata la mia passione, poi con il tempo e la necessità di pagarsi allenamenti e trasferte, l’ho fatto diventare il mio lavoro, cercando di unire l’utile al dilettevole”. Quali sono state – se ci sono state – le rinunce che hai dovuto fare per l’agonismo? “Tutte quelle che ogni atleta deve fare, ma in fondo non ho rinunciato a molto”. Che cosa ti ha trasmesso lo sport? “Mi ha insegnato a dare il massimo in quello che faccio, a essere determinato e disposto a imparare, sempre; ho anche imparato a stare a contatto con le persone”. Cosa farai quando smetterai con le gare? “Mi dedicherò al wakeboard solo per divertirmi e se avrò la possibilità cercherò di trasmettere quello che ho imparato”. Che cosa consiglieresti a chi si vuole avvicinare al tuo sport? “Cercare il posto più vicino, andare a provare e divertirsi!”. Enrica Poggio


"E' indubbiamente uno sport molto adrenalinico, diventa estremo quando si accetta di spingere i propri limiti per migliorare e imparare nuovi tricks".

A vederli alzarsi in aria, roteando e facendo salti mortali, gli atleti di wakeboard appaiono quasi dei funamboli. In realtà, è sufficiente avere un fisico sano e robusto, apprendere qualche rudimento, prepararsi alle inevitabili cadute – che tuttavia sull’acqua sono tuffi, quindi meno traumatici – e tutti possono divertirsi. “Ai principianti viene impartita una breve lezione di teoria – spiega Pierluigi Mazzia, allenatore della Nazionale Italiana Wakeboard – su come partire dall’acqua e come mantenere l’equilibrio una volta in piedi; tutto il resto si svolge in acqua”. Il cammino verso le prime evoluzioni avviene per gradi: “I primi approcci saranno con lo slalom all’interno della scia del motoscafo – continua Mazzia – poi si passa alla surfata dell’onda, all’attraversamento delle due onde, quindi allo slide sull’onda, la scivolata con la tavola di piatto. Infine si procede con i primi salti, usando l’onda come trampolino”. “C’è da dire che il wake è un’attività che richiede sia resistenza che forza esplosiva – prosegue l’allenatore della Nazionale – quindi è necessaria una buona preparazione fisica, da palestra, necessaria a prevenire gli infortuni e a rendere i muscoli pronti agli stimoli richiesti in acqua”. Ma resta uno sport adatto a tutti, bambini compresi: “Si può iniziare a giocare con il wake anche a cinque anni, anche se si partecipa alle prime gare a nove anni”.


Per un'estate... in perfetta forma!

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Fit

the

PERFECT

SPORTY & STYLISH Il top di gamma dell'estate 2012 unisce la vocazione sportiva di Colmar allo stile pi첫 giovane e trendy. Cinque modelli di boxer che, nei materiali, negli abbinamenti cromatici e nei dettagli, sintetizzano tutta l'esperienza acquisita da Colmar nel beachwear. 55


The best of

SUMMER! 56


Una collezione basata su un concetto rivoluzionario: la “forma perfetta”. Derivato dallo studio ergonomico delle linee,

THE PERFECT FIT realizza boxer dai tagli e dai dettagli che, adattandosi perfettamente al corpo, esaltano la figura e consentono piena libertà di movimento. I cinque modelli, declinati in diverse lunghezze, sono la soluzione ideale per i più giovani che anche nell’attività sportiva non vogliono rinunciare al top in fatto di moda.

Mix of colors: 14 esclusive combinazioni che armonizzano fra loro le tonalità più trendy dell’estate.

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U

n tessuto in poliestere/ nylon ad alta densità è la base su cui Colmar ha costruito THE PERFECT FIT.

Realizzato con filati lucidi è trattato idrorepellente, garantendo così una veloce asciugatura. Riflettori puntati sui dettagli. Come la cintura sagomata che, oltre ad essere disegnata con altezze diverse a seconda dei modelli, è tagliata in modo tale da appoggiarsi perfettamente ai fianchi, conformandosi alla figura del corpo; particolare ed esclusiva anche la chiusura personalizzata con velcro. Il comfort, assicurato dal tessuto, viene esaltato dagli inserti laterali stretch, mentre un pratico taschino portamonete aggiunge un dettaglio di estrema funzionalità.

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Un MUST-HAVE per gli sportivi giovani e dinamici

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L'estate 2012 di Colmar parla di sport e divertimento, allegria e gioia di vivere. Una stagione dai colori vivaci, declinati in una collezione beachwear che porta con sĂŠ il meglio in fatto di comfort e fashion. Tessuti ad hoc, linee di tendenza, cromie accattivanti: per lei e per lui soluzioni che interpretano con uno stile inconfondibile il basic in versione estate.

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In tante versioni cromatiche e diversi abbinamenti, i boxer firmati Colmar hanno un comune denominatore: la massima funzionalitĂ , assicurata da tessuti trattati in modo da garantire una veloce asciugatura. Fra i numerosi protagonisti della collezione bikini, il bielastico a maglia, che garantisce una leggerezza ottimale e il jersey elasticizzato che protegge dai raggi UV.

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PER UN UN'ESTATE PIENA DI BRIO


La varietĂ di tessuti impiegati nella collezione dedicata a lui - tutti trattati idrorepellenti - e nella linea declinata al femminile - elasticizzati e non - si accompagna a una vasta gamma di modelli e cromie in grado di rispondere a ogni esigenza in fatto di comfort e stile.

Non solo molto chic ma anche estremamente funzionali, i bikini Colmar per l'estate 2012 si caratterizzano per proposte altamente innovative. Tessuti che, grazie a speciali soluzioni appositamente proget tate, of frono protezione, resistenza e una confor tevole leggerezza. E per non rinunciare a un tocco di femminilitĂ anche in spiaggia o in piscina, le diverse linee e colori consentono - anche con inconsueti abbinamenti di trovare il modello giusto per sentirsi al top.

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INTERNATIONAL NETWORK AUSTRIA

GERMANIA

SLOVACCHIA

“SPORT OPTIONS” APFLER GMBH

TP SPORTS GMBH & CO.KG

SPORTCENTRUM GALFY SRO

Kogelfeldgasse 1 2763 Pernitz Tel. 0043 2632 73613 Fax 0043 2632 73608 office@sportoptions apfler.at

Bergsonstrasse 160 81245 Muenchen Tel. 0049 89 89998931 Fax 0049 89 89998932 office@tp sports.de

Horny Smokovec 51 06201 Vysoke Tatry Tel. 00421 52 4425008 info@galfy.sk

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GRAN BRETAGNA

BORA D.O.O.

G.FORCE BVBA

4SPORTS

Pacificatiestraat 7 2000 Antwerpen, Belgium Tel. 0032 3 2376406 Fax 0032 3 2577612 info@gforce.be

8 Celbridge Mews W26eu London Tel. 0044 7768 340166 Tel. 0044 207 2439730 Fax 0044 207 2218747 Info@4Sports.Ch

Koprska 1 6310 Izola Tel. 00386 5 6404208 Fax 00386 5 6404209 info@bora.si

SLOVENIA CROAZIA

CANADA RAYMOND LANCTOT LIMITEE

NORVEGIA

5790, Rue Parè H4p 2m2 Montreal, Quebec Tel. 001 514 7316841 Fax 001 514 3424059 import@rlanctot.com

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Sjovollbukta 12 1390 Vollen Tel. 0047 66 987050 Fax 0047 66 987051 info@head.no

CINA (HEILONGJIANG, LIAONING, JILIN) BROTHERS SNOW & OUTDOOR

POLONIA

NO 363 Huaihe Str. Nanggang District 150001 Harbin Tel. 0086 451 88888599 Fax 0086 451 87000279 Iqh99999@yahoo.com.cn

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REPUBBLICA CECA BRETTON S.R.O.

Kodanska Street 77 1516 10100 Prague 10 Tel. 00420 2 72088329 Fax 00420 2 72926464 info@bretton.com FINLANDIA MPH HEADGEAR OY

Valimotie 25 00380 Helsinki Tel. 00358 9 5655710 Fax. 00358 9 56557120 Info@Mphtrading.Com FRANCIA HSDC

110, Rue de javel 75015 Paris Tel. 0033 9 71001120 Mob. 0033 661 989933 schieleh@hsdc3.fr

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MILANO

FOTO ACTION: Simone Battistoni, Thomas Gustafson, Lorenzo Scaccini FOTO STILL LIFE: Alessandro Giuzio ART DIRECTION: Parking S.r.l. COORDINAMENTO EDITORIALE: Enrica Poggio



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