La Pieve- Natale 2019

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La Pieve

ComunitĂ Pastorale Santa Maria Madre di Dio

Notiziario delle parrocchie di Cadorago, Caslino al Piano e Bulgorello www.sanmartinocadorago.it - www.parrocchiacaslinoalpiano.it

S. NATALE 2019


UN NATALE DI... SPERANZA! Ogni giorno siamo bombardati da informazioni riguardanti fatti di cronaca, politica ed attualità che ci rattristano e ci spaventano; così la nostra mente, abituata a recepire notizie negative, sembra non sorprendersi più del male che ci circonda. Tuttavia, sono certo, sopravvive in ognuno di noi, la SPERANZA che qualcosa possa cambiare! Il Natale è quel periodo di speranza che il mondo che ci circonda diventi più bello, più unito, più giusto, più leale, più felice. Anche il popolo di Israele ha sperato e atteso per secoli la venuta di un tempo nuovo e di libertà, senza più sottomissione e schiavitù; era stanco di cattive notizie. Israele attendeva un Salvatore, il Messia, il vero Liberatore preannunciato dai profeti. Per questo motivo possiamo accogliere con speranza la profezia di cui parla Isaia, quando descrive “il popolo che camminava nelle tenebre, attendendo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Anche noi siamo chiamati alla speranza, ad una nuova attesa, a non scoraggiarci se non abbiamo ancora visto quella Luce nella nostra vita o nelle situazioni di tenebre che viviamo. In questo Natale l’invito dell’Angelo, dato ai pastori a Betlemme in quella notte santa, è rivolto anche a noi: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia (Lc 2,10).

Abbiamo davvero bisogno di un Angelo che finalmente ci annunci una buona notizia, addirittura gioiosa! Prima di ascoltarla però dobbiamo preparare il nostro cuore ad accoglierla: solo così potremo vivere il contenuto di queso gioioso annuncio. Allontaniamo quindi tutti quei pensieri e sentimenti negativi che ci hanno appesantito la vita, quella sfiducia che non mi fa più credere che Dio mi può ancora sorprendere e può intervenire nella mia vita! Prepariamo nei nostri cuori la via al Signore che viene, come ha gridato Giovanni Battista nel deserto: questo è l’unico modo per sperimentare la buona notizia annunciata dall’Angelo! Isaia parla di una grande luce vista dal popolo di Israele, l’Angelo parla del Salvatore che è già nato per noi! I pastori hanno gioito ed esultato a questo annuncio, ma non conoscevano ancora la grande sorpresa che avrebbero visto e trovato lì vicino. Viviamo anche noi il Natale in questa speranza, con un cuore aperto e disponibile alle novità di Dio! Lasciamoci sorprendere da Colui che solo conosce bene il nostro cuore e sa ciò di cui abbiamo bisogno, gioiamo nell’attesa della sua venuta! Buon Natale! Don Alfredo


CALENDARIO LITURGICO LUCERNARIO DI AVVENTO OGNI SABATO DI AVVENTO ALLE ORE 21:00 IN SANTUARIO A CASLINO (Sabato 14 dicembre ore 20:30)

NOVENA DI NATALE nei giorni feriali da lunedì 16 a lunedì 23 dicembre Cadorago

ore ore ore

6:30 Novena 8:30 S. Messa 17:00 Novena per Bambini e Ragazzi

Caslino

ore

17:00 S. Messa con Novena

Bulgorello ore

20:30 S. Messa con Novena

CONFESSIONI SERALI Presenti i sacerdoti del Vicariato Giovedì 19 dicembre

Rovellasca

Venerdì 20 dicembre

Cadorago S. Martino

Lunedì 23 dicembre

Manera ore 20:45

ore 20:45 ore 20:45

CONFESSIONI NELLA GIORNATA DELLA VIGILIA Martedì 24 dicembre Cadorago 9:30 – 11:30 15:00 – 17:30 Caslino 9:30 – 11:30 15:00 – 17:30 Bulgorello 9:30 – 11:30 14:30 – 16:30


BENEDIZIONE STATUINE Domenica 22 dicembre nelle S. Messe delle ore 9:45 a Bulgorello e delle ore 11:00 a Cadorago e a Caslino, ci sarà la Benedizione delle statuette di Gesù Bambino.

SANTA MESSA DI MEZZANOTTE In tutte e tre le parrocchie sarà celebrata la Santa Messa a mezzanotte.

SANTE MESSE Mercoledì 25 dicembre Le Sante Messe saranno celebrate S. Natale del Signore secondo l’orario festivo

Giovedì 26 dicembre Bulgorello e Caslino ore 10:00 S. Stefano Cadorago ore 10:30

Martedi 31 dicembre S. Messe con canto del “Te Deum” Fine anno Bulgorello ore 17:00 Caslino ore 17:30 Cadorago ore 18:00

Mercoledi 1 gennaio Capodanno

Le Sante Messe saranno celebrate secondo l’orario festivo

Lunedì 6 gennaio Epifania

Le Sante Messe saranno celebrate secondo l’orario festivo


BENEDIZIONE DEI BAMBINI E TOMBOLATE CASLINO Sabato 4 gennaio Lunedì 6 gennaio

ore 20:30 “Tombolata per tutti” in oratorio ore 11:00 S. Messa e Benedizione dei bambini

BULGORELLO Domenica 5 gennaio Lunedì 6 gennaio

ore 20:30 Tombolata in oratorio ore 09:45 S. Messa e Benedizione dei bambini

CADORAGO Lunedì 6 gennaio

ore 15:00 Benedizione dei Bambini in chiesa Al termine “Tombolata per tutti” in oratorio

LA MESSA FERIALE POSSIBILITA’ O DOVERE?

Premetto, onde evitare scrupoli, che rispetto alla domanda iniziale non esiste nessuna esplicita regola all’interno della Chiesa che affermi la necessità di partecipare alla Messa feriale. Quella che segue vuole essere una riflessione che spera di riuscire a cambiare l’attuale stato delle cose nelle nostre tre parrocchie. La domanda nasce in me da un’inquietudine che mi accompagna da ormai tre anni, il tempo da cui perdura la mia permanenza in Cadorago. Subito, arrivando qui, ho, ahimé, dovuto constatare che le Messe feriali (= le Messe celebrate durante la settimana), in tutte e tre le parrocchie, sono ben poco frequentate. Io ero abituato sin da ragazzo alle Messe del mio paese, Lanzada (che ha meno abitanti di Bulgorello), dove in settimana la

frequenza alla Messa è di non meno di cinquanta persone (spesso molte di più…). Per me è stato davvero uno shock celebrare le prime Messe feriali qui da noi, c’è così poca gente… Posto che la fede non è una questione di numeri e che, se necessario, celebro senza problemi la Messa anche da solo, visto che celebro anzitutto per un bisogno personale oltre che come servizio alla comunità; mi domando: come è possibile che in un paese grande come Cadorago ci sia così


poca gente alla Messa? Prima di fare una riflessione sul valore della Messa vorrei portare due esempi concreti riguardo alla frequenza alla Messa feriale. Il primo esempio lo prendo dalla mia nonna Miranda. La nonna era solita “andare” a Messa tutte le volte che ne aveva l’occasione e aveva quest’abitudine: se per qualsiasi motivo, tra una domenica e l’altra, non riusciva a partecipare ad almeno una Messa feriale smetteva di accostarsi alla Comunione. Alla mia domanda perché facesse questo rispondeva: «Una settimana è un tempo troppo lungo da aspettare tra una Comunione e l’altra, se non faccio la Comunione almeno una volta in settimana non mi sento più di fare la Comunione se non mi confesso prima». Io, dall’alto dei miei studi di seminarista, cercavo di spiegare alla nonna che non commetteva nessun peccato se le capitava di non andare alla Messa feriale: non c’è alcun precetto che chiede di farlo. Per fortuna non sono mai riuscito a convincerla! Col passare del tempo ho capito che lei, con i suoi pochi anni di catechismo fatti, aveva più ragione di me e della mia teologia. Il partecipare alla Messa in settimana per la nonna non era una semplice questione di dovere da compiere, ma di fede e di amore: conoscendo il grande valore della Messa la nonna riteneva

una grande mancanza il perdere, per qualsiasi motivo, un’occasione per incontrare il Signore quale è la Messa feriale. L’incontro col Signore nella Messa era per lei qualcosa di così necessario che se mancava all’appuntamento si sentiva in dovere di chiedere perdono a Dio. Il secondo esempio fa parte della mia esperienza di giovane sacerdote. Una mattina di un giorno che ero al mio paese, per necessità di orario, andai a celebrare la Messa a Caspoggio. Dopo la Messa mi fu chiesto se potevo fermarmi a confessare. Rimasi stupito di come il primo penitente confessasse come peccato: «Non ho partecipato alla Messa feriale». Questa confessione mi colpì molto. Visto che la fila dei penitenti era abbastanza lunga, ebbi poi modo di rendermi conto che più d’uno confessava questo peccato. Tornato a casa, mi soffermai a riflettere su queste confessioni, sapendo che a Caspoggio la frequenza alla Messa feriale è addirittura più alta che a Lanzada. Quella gente riteneva un dovere il partecipare alla Messa infrasettimanale! La fede per loro non era affare della domenica, ma realtà che tocca in profondo la quotidianità e, avendone la possibilità, era per loro una mancanza grave il perdere questo quotidiano appuntamento con il Signore. La fede della nonna e dei Caspoggini


esprime, in fondo, lo stesso sentire: la Messa feriale non è semplicemente una possibilità, ma è un dovere per chi ama il Signore. Pensiamoci, un’innamorato, avendone la possibilità, aspetterebbe la domenica se può vedere la fidanzata in settimana? Così come può il Cristiano aspettare la domenica per incontrare il signore Gesù, se ha la possibilità di accoglierlo più spesso? Per tornare alla domanda iniziale, la Messa feriale è una possibilità che ci è donata da Dio (in molte parti del mondo i fedeli, per la scarsità di sacerdoti, non hanno questa fortuna!), per noi diventa un dolce dovere d’amore il rispondere alla chiamata che il Signore ci fa. Queste riflessioni mi portano ad un’unica conclusione: la scarsa partecipazione alla Messa feriale è, in fondo, una manifestazione di una povertà di fede. È inutile nascondersi dietro scuse varie per cui non si ha il tempo. Certo in alcuni casi, specie chi lavora, può essere oggettivamente impedito a partecipare, ma a tutti gli altri chiedo: forse la gente di Lanzada, Caspoggio o Rovellasca (per fare un esempio virtuoso più vicino a noi) ha meno cose da fare rispetto a noi? O non è piuttosto vero che essi sanno dare la precedenza a ciò che è davvero importante? Il Signore Gesù nel Vangelo ci esorta: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me» (Gv 15,4). Non credo che questa parola del Vangelo abbia bisogno di molti commenti, o siamo con Gesù e portiamo frutto o siamo senza di Lui e restiamo sterili. Abbiamo un bisogno vitale del Signore Gesù, solo Lui può dare significato, pienezza e bellezza alla nostra quotidianità. Senza di Lui

siamo poveri e miseri. Ringraziando l’infinita misericordia del Padre la soluzione l’abbiamo a portata di mano. Vogliamo avere più fede? Bene! Andiamo alla sorgente, cominciamo a partecipare alla Messa feriale e accostiamoci quanto più frequentemente possiamo alla santa Comunione e, stiamone certi, tanto più tempo passeremo con il Signore, tanto più il fuoco del suo amore risveglierà i nostri cuori addormentati e ci permetterà di correre sulle vie del Vangelo. Non è un grande impegno quello che il buon Dio ci chiede, non vuole che scaliamo la cima di una montagna o che facciamo un mese di digiuno, ci chiede semplicemente di trovare ogni giorno una mezz’ora da dedicare a Lui. Spero che tutti, leggendo questo articolo, trovino modo di riflettere sull’importanza della Messa per la nostra vita e molti prendano la concreta decisione di partecipare alla Messa feriale. Il Signore ti aspetta, non lasciarlo attendere invano!

Don Remo Bracelli


CAMPI ESTIVI Questa estate, come di consueto, appena finito il Grest, l’oratorio CA.BU. CA. è partito vivace e strepitante per i CAMPI ESTIVI. I soliti tre turni di vacanza si sono tenuti in tre cornici diverse della Valmalenco. Il gruppo delle elementari ha dato avvio alla vacanza estiva nella frazione di Vetto a Lanzada. Accompagnati da numerosi e volenterosi animatori e dall’ottimo padrone di casa don Remo, hanno vissuto quattro giorni di vita comunitaria e fraterna all’insegna di lunghe passeggiate a riscoprire le fantastiche valli originarie del nostro vicario. La domenica poi, sono stati raggiunti da un altro chiassoso ma simpatico gruppo, i ragazzi delle medie. Dopo aver condiviso la messa e il pranzo assieme a Vetto, sono partiti carichissimi verso Campo Franscia, una delle località molto conosciute e apprezzate dai ragazzi a quota 1600 metri s.l.m. Questi giorni sono stati ricchi di momenti condivisi. Le attività spaziavano da giochi in casa al riparo di una calda stufa, quando il tempo ci era contro, a escursioni, anche parecchio impegnative come quella al rifugio Marinelli 2813 m che ha visto i ragazzi faticare per la lunga camminata, per poi gioire per il panorama mozzafiato una volta raggiunta la meta. Infine cambio di scenario per il gruppo delle superiori che, incuranti delle scomodità e dei disagi dell’avventura che la baita loro riservata offriva, hanno raggiunto la suggestiva località di Alpe Campagneda 2200


metri. Questa esperienza ha messo a dura prova i nostri animatori che, privi di luce, acqua calda, servizi e della comodità di una doccia, hanno saputo adattarsi e sopravvivere sempre con il sorriso stampato in volto. Raggiunta la casa con una camminata di circa 20 minuti dalla “civiltà”, il primo impatto è stato di sconforto per le dimensioni e condizioni della casa che doveva essere condivisa da un gruppo numeroso e incontenibile di ragazzi. Io, personalmente, come animatore ho vissuto le esperienze dei campi delle medie e superiori. Un ringraziamento particolare a don Remo che ha riproposto e supportato l’esperienza dei campi, a don Alfredo che continua a credere nei giovani e nelle esperienze formative, a Jacopo che con questa esperienza estiva ha concluso la sua esperienza in oratorio Ca.Bu. Ca.; con lui abbiamo camminato per due anni verso la strada che porta al Signore, non scorderemo la sua amicizia. Grazie a tutti i cuochi per gli ottimi e prelibati manicaretti che ci accoglievano tutti i giorni e a tutti gli educatori che hanno accompagnato i ragazzi.


I campi sono sempre una edificante e bellissima esperienza che riesce a unire tutti i ragazzi. Ma la notizia ancora più bella è che il Signore è con noi, sia a Ca.Bu.Ca che in Valmalenco, che in qualsiasi altro posto. È solo con Lui che le relazioni ti riempiono davvero il cuore e ti fanno sentire un po’ la nostalgia di quei giorni. Gio V.

MI PRESENTO... Sono Marco, un trentenne di Morbegno e da quasi due mesi mi trovo nella vostra comunità pastorale. Forse vi chiederete da dove sono uscito, e allora vi racconto un po’ di me: sono un ragioniere laureato in economia e questo mondo è sempre stato la mia passione che ho coltivato, non solo con lo studio, ma anche con il lavoro presso lo studio di un commercialista. L’esperienza lavorativa che ho vissuto si è rivelata umanamente e professionalmente ricchissima; ho imparato molto e molte sono state anche le soddisfazioni. Mi sentivo felice ma soprattutto grato per tutto quello che stavo vivendo, eppure sentivo che qualcosa mancava nella mia vita e allora, con tanta paura e una buona dose di coraggio, ho deciso di lasciare tutto ed entrare in seminario. Ed eccomi qua: Marco, il seminarista affidato alla vostra comunità pastorale. Le attività che per ora sto seguendo sono: il GRINV al venerdì pomeriggio nell’oratorio di Cadorago; la catechesi adulti il venerdì sera a Bulgorello; il catechismo superiori il sabato sera a Caslino. Anche se sono solo all’inizio di questa esperienza, mi sento di ringraziarvi per come mi avete fatto entrare nella vostra realtà parrocchiale: mi sono sentito accolto e ben voluto da tutti voi. Col tempo, spero ci sia l’occasione per incontrarvi e conoscervi ma per ora vi saluto! Marco


SICOMORO

UN SEME CHE CRESCE Ciao! Sono Giovanni, un ragazzo di 15 anni di Cadorago, che ha deciso di intraprendere un cammino chiamato SICOMORO. Che cos’è il Sicomoro? Il sicomoro in sé è una pianta che cresce in zone aride. Nell’episodio narrato dall’evangelista Luca, si parla dell’incontro tra Zaccheo e Gesù. Zaccheo era un pubblicano, piccolo di statura; non riusciva a vedere Gesù a causa della gran folla e

quindi decise di salire su un sicomoro lì vicino. Quando Gesù passò di lì, lo notò e gli disse di scendere perché si sarebbe fermato a casa sua. È proprio così, anche noi ci arrampichiamo sul Sicomoro per vedere meglio Gesù. Così come Zaccheo scelse poi di seguire il suo insegnamento, anche noi cerchiamo di fare discernimento riguardo ciò che Dio vuole da noi e dalla nostra vita. Noi però abbiamo un vantaggio, siamo accompagnati sia da don Christian che da una coppia di sposi, Mariagrazia e Alberto. Abbiamo due esempi di vita dedicata: una alla famiglia e l’altra al sacerdozio. Nella casa del Sicomoro di Lomazzo ci viviamo una settimana al mese. Arriviamo la domenica sera all’ora di cena. Programmiamo la nostra settimana

tutti insieme, come una famiglia. Il lunedì riflettiamo su un brano di Vangelo il quale ci accompagnerà per tutta la settimana fino al venerdì sera e alla condivisione dove ognuno espone le proprie riflessioni e, perché no, le proprie domande. Il venerdì sera ci si saluta, ognuno torna alla propria casa e alla propria routine, con il desiderio di rivedersi il mese successivo. Poi, durante la settimana, non mancano momenti di gioco e di divertimento. Guardiamo film e quasi tutte le settimane abbiamo ospiti che vengono a visitarci: amici del Sicomoro, famiglie, sacerdoti, seminaristi, persino il Vescovo! La giornata inizia presto con la sveglia alle 6:20, poi la colazione, le lodi e infine ognuno si reca a scuola o al proprio lavoro. Al pomeriggio ognuno ha i propri impegni e verso sera, alle 17,30, andiamo a Messa tutti assieme. Il Sicomoro costa sicuramente qualche rinuncia… bisogna fare delle scelte. Ogni tanto necessita saltare qualche allenamento e saper sfruttare al meglio il proprio tempo. Io stesso cerco di non sprecare nemmeno un attimo, dato che ho deciso di vivere il Sicomoro per capire qual è il mio posto, e per approfondire la bellissima relazione con Gesù. Alcune delle cose più belle del Sicomoro sono la vita fraterna e l’irrefrenabile desiderio di capire. Invito qualsiasi ragazzo delle superiori che ha questo desiderio grande nel cuore, di intraprendere questo cammino di fede. Giovanni


CHIERICHETTI DAL PAPA

Da tre anni a questa parte ai chierichetti della nostra comunità pastorale viene offerta la possibilità di vivere un’esperienza davvero speciale: fare i chierichetti in San Pietro a Roma. Già sei ragazzi delle medie hanno fatto quest’esperienza di alcune settimane in Vaticano. Quest’anno è toccato a Leonardo Malandrin e Daniele Meneghin. Andare in Vaticano è stata un’esperienza bellissima . Ci si alzava presto alla mattina per entrare nella Basilica di San Pietro a preparare gli altari prima che tutti potessero accedere (la Basilica di San Pietro sembrava nostra). Dopo colazione ci portavano a vedere tutta Roma oppure in piscine o campi da calcio. Con noi c’erano tre seminaristi, tre preti, un accompagnatore e due mamme che ci preparavano da mangiare. Posso dire di aver visitato tutta la Basilica di San Pietro forse più o meno tutto il Vaticano, anzi quasi tutta Roma: la cupola, la cappella Sistina e la cappella Paolina, la Basilica di san Giovanni in Laterano e molti altri monumenti! Ma il momento più emozionante che ho vissuto in Vaticano è l’aver stretto la mano al Papa . Questa esperienza è stata bellissima e ho potuto conoscere gente nuova! Daniele Meneghin


PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

Siamo una giovane coppia, sposati da 4 anni e da 3 anni seguiamo il percorso in preparazione al matrimonio cristiano nella Comunità pastorale di Cadorago-Caslino-Bulgorello in collaborazione con la Comunità pastorale di Lomazzo. Abbiamo abbracciato l’idea di testimoniare la bellezza della vita sponsale alle coppie che si apprestano a celebrare il matrimonio cristiano, perché anche loro, come noi, scoprano la fortuna di poter avere Gesù nel proprio quotidiano e nel sacramento che si preparano a ricevere.Sabato 9 novembre abbiamo partecipato a Como all’incontro rivolto alle coppie che guidano i percorsi in preparazione del matrimonio. Grazie a questa giornata, abbiamo avuto l’opportunità di riscoprire il valore del nostro ruolo di accompagnatori e di confrontarci con le altre coppie durante i due laboratori previsti. Il dibattito è stato molto acceso e sono venuti fuori diversi spunti e idee, partendo da punti fermi, quali l’accoglienza e la nostra Fede, fatta di incontri, di volti e di cose.È importante innanzitutto accogliere le coppie che vogliono sposarsi nella Chiesa senza pregiudizi e poterli accompagnare nella maturazione di quel-

la loro fede coltivata da adolescenti e rimasta “bambina”, spesso messa temporaneamente da parte, per farla diventare adulta e consapevole. Tutto questo testimoniando semplicemente la nostra quotidianità: fatta di umili passi concreti, che descrivono la presenza reale di Gesù nella coppia e quindi nel matrimonio cristiano.È inoltre emersa la necessità di modellare il percorso di preparazione al matrimonio in base alle coppie che partecipano, che negli anni stanno continuando a cambiare.Questi incontri ci fanno crescere. Il confronto con le altre coppie della diocesi, ci arricchisce e ci stimola a perseverare nell’aiutare a formare nuove famiglie con un Dio vivo in mezzo a loro.

Paola e Claudio


LE NOSTRE TRADIZIONI

DA MANTENERE E RICORDARE

Lo scorcio di anno appena trascorso è stato caratterizzato da festività tradizionali sempre vive nella cultura popolare e da eventi culturali coinvolgenti per la popolazione del borgo di Bulgorello.. La religiosità popolare radicata nella comunità si manifesta con esternazioni che si tramandano da tempi remoti ripetendo anno dopo anno riti e celebrazioni che sembrano immutabili. La festività di S Rocco al quale il borgo di Bulgorello è particolarmente devoto rappresenta una delle tradizioni immutabili nella devozione e nel ricordo della popolazione. I riti connessi alle celebrazioni per S Rocco sono culminate con la messa alla chiesetta a Lui dedicata con la celebrazione della S Messa da parte di Don Remo con la sua abituale omelia di fervida e trascinante fede.. La celebrazione è stata accompagnata da Gabriele che tutta la comunità si augura essere futuro sacerdote. La autorità non hanno mancato di essere vicine alla comunità nella persona del sindaco che per l’occasione la nostra corale ha temporaneamente “ingaggiato” per accompagnare la celebrazione.

La conclusiva processione serale con la invocazione della benedizione e protezione di S Rocco, celebrata da Don Alfredo è rito sempre molto sentito e frequentato dalla popolazione. La festività della Mater Dolorosa del 15 settembre è altra ricorrenza molto sentita dalla popolazione La messa solenne accompagnata da canti ha raccolto i riti di devozione che sono continuati nel pomeriggio con la processione che ha portato nel borgo e a tutti la benedizione e protezione della Vergine. Nel solco della tradizione e della storia del borgo è stata anche la bella mostra fotografica organizzata dal Comitato Eventi Bulgorello (C.E.B.) allestita presso il Centro Civico nei giorni 28 e 29 settembre e 5/6 otto-


bre con lo scopo di fornire uno spaccato della vita, dei luoghi, dei personaggi dalle soglie dell’Ottocento alla metà del secolo scorso. La passione del gruppo CE.B. e la fattiva collaborazione della popolazione che ha fornito documenti, fotografie, oggetti ha permesso di ben documentare un recente passato di luoghi persone e tradizioni. La mostra ha fatto rivivere l’originaria immagine delle corti porticate nelle quali gravitava la vita familiare e parte dell’attività contadina. Ha suscitato emozioni forti poter rivisitare le chiese antiche e recenti, l’asilo, la piazza come luogo di incontri e manifestazioni, le vecchie strade, l’antica villa rustica padronale dei conti Giovio, la Cooperativa di Consumo,

luogo abituale per il bere e il gioco degli uomini, il caratteristico lavatoio della “Rungia”, la Chiusa sul torrente con i bagni clandestini dei ragazzi, le istituzioni perdute (Comune e Scuola elementare, gestita agli esordi dal Cappellano). Tradizioni e ricordi che rappresentano le nostre radici religiose, culturali e storiche da conservare e custodire gelosamente per tramandarle alle future generazioni.

Egidio Danesi



SAN MARTINO

L’episodio più conosciuto della vita di San Martino è senza alcun dubbio quello in cui egli dona il proprio mantello da legionario ad un povero. Questo gesto, oggi più attuale che mai, rappresenta quella carità cristiana che lo ha poi distinto nella sua vita. Ma , prendendo spunto dalla omelia di don Angelo in occasione della celebrazione della Santa Messa solenne , oggi vogliamo soffermarci al momento cruciale della sua vita. Davanti all’imperatore romano, il cui potere assoluto gli conferiva la facoltà di vita o di morte sui suoi sudditi, il legionario Martino si rifiutò nel nome di Cristo di imbracciare le armi contro un nemico. La sua testimonianza di fede gli fece sfidare il gra-

ve pericolo della condanna a morte per diserzione. Essere testimoni di Cristo a qualunque costo è certamente agire da santi. Noi, fortunatamente non siamo chiamati a rischiare la nostra vita , ma siamo chiamati a manifestare il nostro Credo nel quotidiano, con le nostre azioni, con le nostre opinioni, col professare sempre e in qualunque situazione, sia reale sia virtuale, che facciamo parte di quel popolo di cristiani che professa l’amore come unica arma vincente. Un “grazie” quindi ai nostri antena-

ti che vollero dedicare la chiesa di Cadorago a questa figura, che ci può ancor oggi essere d’esempio dopo centinaia di anni con la sua attualità. E passando all’attualità, eccoci alla festa che la nostra parrocchia ha dedicato al nostro santo Protettore. Il triduo di preparazione è stato il viatico per entrare in sintonia con il Santo, ovviamente i canti delle corali ospiti di Puginate, Novazzano e Cavallasca, a cui vanno i nostri ringraziamenti, hanno facilitato il crearsi


della giusta atmosfera di meditazione e preghiera.La Messa di domenica ha visto il ritorno a Cadorago di Don Angelo Gasparro per festeggiare con noi i 45 anni di sacerdozio, accompagnato dalla sempre più valente corale.

Nel pomeriggio un sole gradevole ha permesso lo svolgimento delle attività ricreative, di spettacoli per bimbi, di degustazioni gastronomiche, fra cui l’ormai classico Pane di San Martino. Renata

45° DON ALDO E DON ANGELO Le coincidenze della vita hanno voluto che quest’anno due nostri ex parroci abbiano festeggiato 45 anni dal giorno della loro consacrazione sacerdotale: Don Aldo è stato il nostro parroco dal 1990 al 2003 e Don Angelo dal 2005 al 2016. La parrocchia ha voluto invitarli per permermettere alla nostra comunità di festeggiarli con affetto. Il 13 ottobre è stato con noi don Aldo, sempre disponibile e sorridente ha incontrato i suoi vecchi collaboratori ricordando il passato. Domenica 10 novembre don Angelo è stato anch’egli accolto con rumorosa allegria e simpatia dai cadoraghesi presenti. Due sacerdoti dal carattere diverso, ma uniti da una grande fede e ai quali siamo tutti molto affezionati. Auguri Don per i vostri primi 45 anni di sacerdozio! Renata


PERCHE’ NASCE UN GRUPPO ALPINI

Mi sono chiesto più volte cosa spinga chi ha fatto l’Alpino a riunirsi in gruppi; una spinta è certamente la particolare forma di reclutamento zonale (gli Alpini comaschi andavano nella stragrande maggioranza al 5° reggimento Alpini in Alto Adige; ci si capiva anche parlando il dialetto, le caserme erano le stesse da generazioni e la vita militare manteneva gli stessi ritmi). Ma questo non basta perché uomini di età ed esperienze di vita diverse si trovino bene insieme, ci dev’essere qualcosa in più. Quel qualcosa in più, a mio modesto parere, si chiama “FATICA”. Sì, è l’umile e sana fatica vissuta insieme che unisce. Gli Alpini sono soldati di montagna e in montagna si sale, salire a piedi è fatica; anche se poi arrivare e spaziare dall’alto compensa largamente gli sforzi e riempie l’anima. Però salire è fatica, se ti accorgi che il vicino arranca più di te, ti senti di

tendergli la mano, portargli l’arma, lo zaino. Ecco il legame è questo, è allungare la mano, uscire da se stessi. Non c’è differenza tra chi la porge e chi la riceve; è nel gesto che si cementa l’amicizia, che rivive poi nei gruppi, è lavorando assieme che si cresce e ci si unisce: questo è lo spirito Alpino! Il capogruppo Elio Amadeo


Foto tratte dal libro “Scritto con la penna” redatto per il 25° Anniversario del Gruppo Alpini di Caslino al Piano



S. COMUNIONE

CADORAGO - Albertani Simone, Argenti Giacomo, Assogna Filippo Matteo Maria, Assogna, Giorgio Pietro Maria, Botton Kevin, Buommarito Giada, Butti Lorenzo, Cairoli Alessandro Cristian, Cairoli Christian, Cappiello Margherita, Cavaliere Matteo, Cavinato Matteo, Clerici Sara Luigia Adele, Contento Ruben, Corbella Giulia, Cottone Myriam, D’Avanzo sara, Dote Riccardo, Francesca Greta, Francesca Sofia, Galimberti Mattia, Garofano Michele, Imbrici Sofia, Lapadula Arianna, Lapadula Simone, Manzi Dario, Marchisio Alessandro, Monteleone Giovanni, Passera Giulio, Pigozzo Francesco, Raso Angelo, Sciachero Luca, Siracusa Manuel, Tarenzi Lorenzo, Tarenzi Veronica, Tentorio Camilla, Urso Francesco, Vandini Martina, Volpi Riccardo. CASLINO AL PIANO Balestrini Valeria, Borella Beatrice, Caputo Elia, Corti Francesco, Dal Canton Gabriele, De Benedittis Riccardo, Doretti Giada, Ehimhem Junior, Lentinu Gabriele, Leoni Luca, Guagliardo Cristian, Paja Gianluca, Pettinato Martino, Pettinato Viola, Poma Giorgia, Romeo Alessandra, Salvaterra Nicholas, Sbertoli Michelangelo, Sitzia Gabriele, Talenti Joele, Turini Roberto, Valenti Chanel. ADULTI: Cattaneo Erica, Ragusano Vito.


BULGORELLO - Bonivento Nicolò, Di Candia Gloria, De Jesus Rosanna, Gagliardi Matteo, Fricchioni Francesco, Frustaci Alice, Lo Piccolo Fabio, Loria Niccolò, Monti Camilla, Monti Giulia, Taormina Dario, Venuti Nicolò, Zanon Sofia, Zanutto Sofia.

NATALE

revival della mia fanciullezza! Bambino della Scuola Elementare, andando in chiesa a fare il chierichetto, passavo davanti al laboratorio del prestinaio: mi accarezzava l’aria pulita e frizzante dell’inverno arricchita dal profumo del pane fresco che mi inebriava. “Pane frutto della terra e del lavoro dell’uomo” Pensavo allora di diventare prestinaio, anticipo di vocazione di un altro PANE! Il Signore, nella sua bontà, mi chiamò a non preparare pane normale ma a donare pane Eucaristico per tutta la vita. “Ecco l’agnello di Dio”. Ancora oggi,dopo cinquantacinque anni, mi trovo a consacrare e a donare questo pane. Grazie Signore per questo Natale ancora con Te! Don Leonardo “riflessioni tratte dalla prefazione al suo libro di poesie redatte nel 2012”


ANAGRAFICA PARROCCHIALE CADORAGO

CASLINO AL PIANO

Battesimi Mainardi Vittoria Maria Stefania Alessandro Zavaglia Bianca Abate Isabel Gentile Gaya Rinzivillo Giuseppe Rampoldi Alessandro Scorza Verga Isabella Rosa Pagani Gabriele Madampitige Diyana Linadi Madampitige Julien Richer Caputo Sofia Magni Andrea Magni Fabio Muto Leonardo Sonvico Bianca Elettra Tambani Arianna

Battesimi Bulzoni Jacopo Cafa’ Francesco Faverio Linda Gentile Gabriele Marinoni Anna Sciachero Matteo Trombetta Camilla Vespe Mattia Greco Leonardo Peccol Carola Roperti Leonardo Palazzo Leonardo Francesco Verga Emanuele Tozzi Amaranta Michela Romeo Davide Rizzi Silvia

Defunti Figini Claudio Sorbara Maria Carmela Gandini Gianna Taborelli Pasquale Cattaneo Lina Orsenigo Giuseppe Mercuri Domenico Cavallini Eugenio Sala Angelina Ferrari Maria Maresca Antonio Pellin Silvio Pedace Rita Parrotta Michelina Rimoldi Giancarla Ballerini Carla Giubbi Nario Faccin Bruno

Matrimoni Papa Simone De Caro Giuseppina Piazza Lorenzo De Zorzi Katia Amadeo Marco Piazzetti Marta Donarini Andrea Misuraca Veronica Defunti Agnello Raimonda Clerici Giancarlo Clerici Domenico Giussani Elide Clerici Mario Carioni Giuseppina Zammarini Walter Fasolo Maria Clerici Giuseppe

BULGORELLO Battesimi Pedraglio Lea Zappa Martina Cairoli Flavio Martino Cristian Cal Aurora Defunti Baccarin Maria Marcato Remo Bianchi Giovanni Castelli Agnese Delsante Fabrizio Proietti Etesia Camagni Velia Gazzola Giuseppe Guarnerio Giuseppina Feher Kalmanne Introzzi Florinda

Capozzoli Ennio Blandini Vincenza Corbetta Irma Buffoni Gabriele Oddo Sebastiano Pagliaro Antonio Scremin Claudio Clerici Maddalena Cirimbelli Paola Mancuso Filomena Marinoni Ettore

Numero 19 - Autorizzazione Tribunale di Como n. 2/2011 - Direttore responsabile: Antonella Sala Redazione: don Alfredo, don Remo, Piercarla Monti, Renata Romano - Impaginazione: Mauro Montanelli - Sampa: Presscolor Milano


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