Pasqua 17

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ComunitĂ Pastorale Santa Maria Madre di Dio

La Pieve

Notiziario delle parrocchie di Cadorago, Caslino al Piano e Bulgorello www.sanmartinocadorago.it - www.parrocchiacaslinoalpiano.it

S. PASQUA 2017


RALLEGRATEVI NEL SIGNORE, SEMPRE; VE LO RIPETO ANCORA, RALLEGRATEVI (Fil 4,4)

È una tersa alba di primavera. Il sole colora il cielo di mille riflessi d’oro e d’azzurro e bagna la terra di una luce nuova che si fonde con il dolce canto degli uccelli primaverili. La natura, oggi, mostra il suo lato migliore. Tre donne escono dalle porte di Gerusalemme. Nessuna di loro si accorge della bellezza che le circonda. Sono chiuse nel loro dolore; ora nulla ha più senso, nulla, ora che il loro Signore è morto. Stanno andando al sepolcro per piangere sul corpo di Gesù. Giunte alla tomba,la trovano misteriosamente aperta e deserta. Il corpo di Gesù è scomparso. Possiamo solo immaginare l’angoscia che in quell’istante riempì il cuore di quelle donne: Gesù era stato orribilmente ucciso sulla croce ed ora avevano trafugato il suo corpo. Poi, d’improvviso, come un lampo che squarci le tenebre della notte ecco apparire un angelo che rivolge alle donne le parole più dolci che mai siano state pronunciate sulla terra: «Non è qui, è risorto!». In un istante il dolore scompare travolto da una gioia dirompente. La morte non ha avuto l’ultima parola, neanche lei ha potuto vincere il Maestro. Inizia la corsa. Una corsa a perdifiato per andare a dire a tutti, per gridare al mondo, la gioia straordinaria: «Gesù è risorto! Gesù è vivo!». I primi destinatari di questo messaggio sono gli Apostoli, gli amici di Gesù. Essi, però, non ci credono: non può essere vero, nessuno è mai risorto dai morti, eppure… Pietro e Giovanni fuggono dal cenacolo e corrono al sepolcro. Devono vedere, devono toccare con mano: la parola della Maddalena non basta. Giungono al sepolcro e lo trovano spalancato, Gesù è scomparso, ma per loro non c’è nessun angelo, solo l’urlo silenzioso di quella tomba vuota che grida: «Non è qui, è risorto!». I due tornano a casa. Non sanno cosa pensare. Se le donne avessero ragione cambierebbe tutto, ma non è semplice credere… certo Gesù ha fatto tanti miracoli, ma questo… questo è troppo grosso… Nella mente di Pietro tornano quelle parole che lui stesso aveva pronunciato, quando Gesù aveva chiesto ai discepoli se volevano lasciarlo: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Ora è Gesù che li ha lasciati e Pietro è smarrito: da chi andremo? Chi ci parlerà della bellezza di Dio? Chi ci salverà? Chi darà un senso alla nostra vita? Il sole sta ormai scomparendo nel Mediterraneo e su Gerusalemme scendono le ombre della sera. Quelle stesse ombre si addensano anche nel cuore dei dodici e la speranza va spegnendosi. Non può essere vero, le donne devono avere avuto un abbaglio. Ma proprio allora, proprio quando la notte sta


per riprendere il sopravvento, eccolo! Gesù stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». È davvero lui! Non ci sono dubbi. Il volto, gli occhi, le mani, con i segni dei chiodi: è davvero Gesù ed è vivo. Gli Apostoli non sanno più cosa pensare e cosa dire. Hanno il cuore che scoppia di gioia, una gioia che mai più nessuno gli toglierà. Questa è la buona notizia del Vangelo: Gesù, il Crocifisso, è risorto, è vivo! Questa è la notizia che ha cambiato storia del mondo, la vita dei discepoli e di tutti i cristiani da duemila anni a questa parte. Questa è la certezza che, lungo i secoli, ha dato ai martiri il coraggio di morire, alle vergini la forza per mantenersi pure, ai missionari l’audacia di partire verso l’ignoto, ad ogni cristiano l’eroismo per sfidare questo mondo e, controcorrente, seguire il proprio Signore fin sulla collina del Calvario verso la luce della Pasqua. Il cristianesimo è la religione della gioia. Di quella gioia che sgorga inesauribile dalla nostra fede nel Signore Crocifisso e Risorto. Da quella fede che ci parla dell’amore straordinario di Dio che è nostro Padre e che ci ama così intensamente da aver offerto per noi il suo Figlio sulla croce perché il mondo fosse salvato. Da quella fede che ci fa sperare anche nell’ora più buia e dolorosa perché non esiste tenebra che non sia stata raggiunta e illuminata dalla presenza del Risorto. Da quella fede che lo Spirito Santo ha posto nei nostri cuori nei quali grida con forza che Cristo è la nostra Salvezza e con Lui tutti noi abiteremo per sempre, come fratelli, nella casa del Padre. Siamo cristiani. La Pasqua che celebriamo ci ricorda quanto è bello esserlo. A tutti di cuore il migliore augurio perché la celebrazioni pasquali di quest’anno possano essere un’occasione per riscoprire la gioia della fede nel Risorto. Certo anche quest’anno i problemi che accompagnano la nostra vita sono tanti: la malattia, la perdita di una persona cara, problemi in famiglia e sul lavoro; ciascuno di noi ha le sue croci e le sue fatiche. Anche noi, spesso, abbiamo il cuore pesante e pieno d’incertezza proprio come le donne che in quel mattino si recavano alla tomba di Gesù, ma anche noi, proprio come le donne, ora sappiamo che Gesù è Risorto. Ora possediamo una speranza che nessuno potrà strapparci, una speranza che non si spegne neppure nell’ora buia, perché la nostra speranza è Cristo che ha sconfitto il peccato e la morte. Che la gioia della Pasqua possa davvero raggiungere tutti voi e che ogni uomo possa vedere nei vostri occhi la luce di chi ha incontrato il Signore Risorto. Buona Pasqua a tutti! Don Remo


CALENDARIO LITURGICO Cadorago Giovedì 13 aprile ore 21:00 GIOVEDI’ SANTO Venerdì 14 aprile ore 15:00 VENERDI’ SANTO ore 20:30

Solenne liturgia della Passione Via Crucis per le vie del paese.

Sabato 15 aprile ore 21:00 SABATO SANTO

Veglia Pasquale e S. Messa di Resurrezione

Domenica 16 aprile ore 08:00 SANTA PASQUA ore 11:00

S. Messa S. Messa

Lunedì 17 aprile

S. Messa

ore 10:00

S. Messa in Coena Domini a seguire veglia comunitaria fino alle ore 6 del mattino

Caslino al Piano Giovedì 13 aprile

ore 21:00

S. Messa in Coena Domini e adorazione

GIOVEDI’ SANTO

Venerdì 14 aprile ore 15:00 VENERDI’ SANTO ore 20:30

Solenne liturgia della Passione Via Crucis con partenza dalle scuole elementari fino al Lazzaretto

Sabato 15 aprile ore 21:00 SABATO SANTO

Veglia Pasquale e S. Messa di Resurrezione

Domenica 16 aprile ore 08:30 SANTA PASQUA ore 11:00 ore 18:00

S. Messa S. Messa S. Messa

Lunedì 17 aprile

S. Messa

ore 10:00


Bulgorello Giovedì 13 aprile ore 20:30 S. Messa in Coena Domini e adorazione GIOVEDI’ SANTO Venerdì 14 aprile ore 15:00 VENERDI’ SANTO ore 20:30

Solenne liturgia della Passione Via Crucis per le vie del paese, partenza dalla chiesa

Sabato 15 aprile ore 21:00 SABATO SANTO

Veglia Pasquale e S. Messa di Resurrezione

Domenica 16 aprile ore 09:45

S. Messa

SANTA PASQUA

Lunedì 17 aprile

ore 10:00

S. Messa

Confessioni

Venerdì 14 aprile dalle ore 16:00 (dopo la Liturgia della Croce) Cadorago, Caslino e Bulgorello Sabato 15 aprile dalle ore 10:00 alle 12:00 Cadorago, Caslino e Bulgorello dalle ore 14:30 alle 17:30 Bulgorello dalle ore 15:00 alle 18:00 Cadorago, Caslino

Confessioni Comunitarie

CON LA PRESENZA DEI SACERDOTI DEL VICARIATO

Lunedì 10 aprile ore 20:45 Martedì 11 aprile ore 20.45 Mercoledì 12 aprile ore 20.45

a ROVELLASCA a LOMAZZO S. VITO a CASLINO AL PIANO

Celebrazione della Prima Confessione Domenica 23 aprile a Cadorago

Celebrazione della Prima Comunione e Confermazione Domenica 21 maggio ore 15.00 a Caslino al Piano

Anniversari di matrimonio Domenica 7 maggio a Cadorago ore 11:00 Domenica 14 maggio a Bulgorello ore 11:00 Domenica 10 settembre a Caslino al Piano ore 11:00


VISITA ALLE FAMIGLIE E BENEDIZIONE Una mattina, davanti ad un caffè, don Remo ed io stavamo organizzando la settimana;trattando di diversi argomenti, abbiamo affrontato la “visita alle famiglie o benedizione delle famiglie”. Ci è sembrato opportuno iniziare questa esperienza di parroco-vicario nella comunità pastorale con questo gesto tradizionale. Così, dopo il mercoledì delle ceneri, con secchiello e aspersorio, abbiamo iniziato a suonare i campanelli delle abitazioni, con il desiderio di visitare le case di tanti, per conoscere le persone anche là dove dimorano. Con grande gioia, abbiamo trovato una calorosa accoglienza ed abbiamo avuto spesso un momento di dialogo e incontro anche con chi non si diceva interessato. Abbiamo incontrato anche persone anziane o ammalate promettendo loro di tornare per la visita mensile; famiglie giovani, appena arrivate, a cui abbiamo dato indicazioni per avvicinarsi e conoscere la nostra comunità. Certamente è un piccolo gesto, ma in questo modo noi sacerdoti abbiamo voluto esprimere il nostro desiderio di essere vicini a tutti, come ci insegna Gesù nel Vangelo. Siamo consapevoli del costante venir meno della coscienza cristiana in molti (giovani e adulti) e questa visita-benedizione non può certo arrestare la tendenza in atto; ma lo facciamo per la nostra

esigenza di vedere come il Signore spesso ci precede e si rivela in tante persone che incontriamo. Non deve poi mancare il lavoro di formazione nei gruppi parrocchiali e anche a livello personale. Un grazie va anche ai chierichetti che ci accompagnano con entusiasmo, non solo per i cioccolatini che ricevono, ma anche perché si sentono utili e gratificati in questo servizio. Dopo Cadorago, contiamo di proseguire con Bulgorello e Caslino. Nel salutarvi con affetto, ricordo le parole della Benedizione molto cara a S. Francesco che ci aiuta a capire il senso profondo dell’essere benedetti nel suo nome: “Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.” don Alfredo


CAMPO IN MONTAGNA Anche quest’anno, come oramai da tradizione, un gruppo di adolescenti e giovani della nostra comunità è salito a Livigno, dal 26 al 30 dicembre, per vivere il Campo Invernale. Sono stati giorni intensi in cui i ragazzi hanno avuto modo di riflettere sul tema dell’amicizia. I momenti belli sono stati tanti, ma lasciamo che siano le immagini a parlare…


TRE ORATORI, UN’UNICA FESTA Nei tre giorni dell’ultimo fine settimana di gennaio la nostra comunità parrocchiale ha celebrato san Giovanni Bosco (18151888), fondatore degli oratori e patrono dei giovani e dei loro educatori. Tre sono stati i momenti di preghiera e di festa che hanno coinvolto le nostre parrocchie. Ogni giorno abbiamo iniziato con la santa Messa per dire, come fece san Giovanni Bosco, il nostro desiderio di mettere Cristo e nient’altro al centro della nostra vita. Durante le Messa abbiamo anche avuto la fortuna di ospitare una reliquia di don Bosco che ha girato le nostre parrocchie. Alle Messe è poi seguito un momento di festa insieme perché, come insegnava il santo: «Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri». Al di là della cronaca degli eventi tra cene, pranzi, roghi della Giubiana, giochi e preghiera qui mi preme lasciare uno spunto di riflessione per tutti coloro che hanno a cuore la realtà dell’oratorio nella nostra comunità pastorale. L’oratorio non è un luogo, anche se certo ha bisogno di strutture, ma è anzitutto un modo di vivere e di stare insieme. L’oratorio non è un edificio formato da quattro mura, ma è una realtà ecclesiale, espressione della sollecitudine edu-

cativa della comunità cristiana verso i bambini, i ragazzi, i giovani e le loro famiglie. L’oratorio è uno stile di vita, un modo di stare insieme in allegria nel nome del Signore Gesù. Qualche mese fa è stato chiesto alle nostre parrocchie dal vescovo Diego di fare un salto di qualità; di smettere di vivere come tre realtà distinte per iniziare ad essere un’unica comunità pastorale. Qualche cambiamento esteriore è già avvenuto, non ultimo lo spostamento dei sacerdoti, ma quello che tutti noi siamo chiamati a realizzare nei prossimi anni è una conversione del cuore a partire dal nostro essere tutti cristiani e quindi fratelli in Cristo. Questa premessa mi serve per arrivare a dire che questa comunità dobbiamo realizzarla anche a livello di oratori. Chi ha a cuore i ragazzi sa quanto oggi sia difficile fare una proposta educativa valida e quanta fatica si faccia a trovare le forze e i mezzi per attuarla. In questa prospettiva la nuova comunità pastorale è un’occasione preziosa che non dobbiamo lasciarci sfuggire perché può davvero permetterci di fare un salto di qua-


lità nella nostra proposta educativa di comunità cristiana. Anche per questo serve un cambiamento di mentalità o meglio un ampliamento di orizzonte, perché non esistono i ragazzi di Bulgorello, quelli di Caslino e quelli di Cadorago, ma esistono i nostri ragazzi e vogliamo avere a cuore il futuro di tutti loro, non solo quello di alcuni. Per questo dobbiamo imparare a pensarci e a vivere non come tre oratori, tre gruppi educativi distinti, ma come un unico oratorio con tre diverse sedi. Un’unica realtà che sappia valorizzare l’identità propria di ciascuno e unire energie, idee e mezzi per il bene dei nostri ragazzi. Questo cambiamento sicuramente richiederà del tempo e una seria riflessione da parte di ciascuno, ma se vogliamo che i nostri ragazzi possano essere, come diceva don Bosco, “dei buoni cristiani e degli onesti cittadini” è un passo che necessariamente dobbiamo fare, è la realtà di oggi che ce lo chiede. Per riuscire ad arrivare a vivere realmente come un unico oratorio è necessario che fin d’ora cominciamo a muovere dei piccoli passi: partecipare a tutte le attività proposte, non solo a quelle che avvengono entro i confini

della mia parrocchia; lasciare da parte inutili lamentele se un’attività si fa in un luogo piuttosto che in un altro, chi ha fatto una scelta avrà le sue motivazioni, che si possono anche chiedere; avere il coraggio di mettersi in gioco dando la propria disponibilità per mettersi a servizio delle diverse attività senza avere la paura di chi dice: quello non è il mio oratorio… Questi sono solo alcuni dei tanti piccoli passi che dobbiamo fare per poter camminare insieme. Concludo facendo un invito a tutti alla preghiera: l’educazione è cosa del cuore e la chiave del cuore dei ragazzi non l’abbiamo noi, ma il Signore. Preghiamo, dunque, lo Spirito Santo perché illumini il nostro cammino, susciti in ciascuno un’autentica passione educativa e renda la nostre azioni un segno vivo del nostro essere una comunità cristiana. Don Remo


CARNEVALE Il carnevale, una festa che si compie ogni anno; quest’anno, il 26 febbraio 2017, i vari carri hanno attraversato Caslino per poi arrivare in Piazza Zampiero a Cadorago per festeggiare tutti insieme. Durante il pomeriggio, la festa è iniziata verso le 15:00 quando i carri realizzati dagli Asili di Caslino e Cadorago, dall’associazione Ca’ Del Dragh e del gruppo Ado CABUCA* sono partiti dal piazzale del santuario di Sant’Anna. Tutti e tre i gruppi hanno fatto sfilare per le strade tra Caslino e Cadorago dei magnifici carri. I carri erano grandi e maestosi con tantissimi bambini che li seguivano felici di festeggiare con in mano sacchetti pieni di coriandoli. I carri degli Asili avevano il tema dei colori. Quello del gruppo CABUCA le fiabe: ogni componente del gruppo ha rappresentato un personaggio diverso. Le principali fiabe erano Biancaneve e i sette nani, Cappuccetto Rosso, Peter pan,Topolino e Topolina e la Carica dei 101. Mentre il carro del Ca’ Del Dragh rappresentava un panda. Il carnevale si è concluso a Cadorago con la merenda offerta dalla associazione Coop e con una premiazione dalla ProLoco. Il carro dell’oratorio è arrivato secondo, battuto solo dall’asilo di Caslino. Questa domenica è stata divertente anche per le persone adulte che sono andate a casa, insieme alle proprie famiglie, con il sorriso. Paola C. *adolescenti CAslino BUlgorello CAdorago



LA CATECHESI DEGLI ADULTI Per essere cristiani non basta aver parlato o sentito parlare di Gesù. Siamo cristiani nella misura in cui abbiamo fatto esperienza dell’amore di Dio manifestato in Gesù. Da inizio anno ci è stata proposta una serie di incontri settimanali sull’argomento: l’esperienza della’Amore di Dio. E’ bello incontrarci ogni mercoledì sera e guidati da padre Rinaldo Verdelli, francescano, cercare risposte e imparare a porci domande su come fare questa esperienza nella quotidianità. Anche il nostro tempo ci propone, fra gli altri, il mito del farsi da sé; con umiltà dobbiamo invece riconoscere che nessuno ha deciso le proprie origini, che nessuno è padrone della propria vita. Veniamo tutti da un Altro che ci ha dato tutto e gratis: il creato, la vita, i talenti, la capacità di riconoscerlo, la libertà di accettarlo, la forza di conformarci a Lui. Ci ha fatto a Sua immagine e somiglianza. Questo è il suo Amore e noi lo sperimentiamo amando gli altri: gratuitamente, per primi e anche reciprocamente Ama Dio e ama il prossimo è il grande comandamento ribadito da Gesù e il prossimo sono tutti senza discriminazioni Su questo e sulle sfaccettature che caratterizzano l’amore vero: il silenzio, la preghiera, la solitudine, l’ascolto, il perdono, abbiamo riflettuto e continueremo a riflettere. A poco a poco il nostro cuore si attiverà. Il viaggio è impegnativo e lungo, noi siamo limitati, ma con fede e speranza già intuiamo un gradevole senso di pace. Enrica


INCONTRO DEL VESCOVO CON I VICARIATI DI LOMAZZO, FINO MORNASCO, CERMENATE Il nostro Vescovo Oscar ha voluto incontrare i rappresentanti dei vari vicariati nella serata di martedì 14 marzo presso l’oratorio di S. Siro a Lomazzo. Dopo la recita dei vespri rivolge un caloroso e cordiale saluto ai giovani e a tutto il popolo di Dio presente. Riferisce di aver trascorso una giornata intera coi sacerdoti con cui ha condiviso il cammino, senza affrontare i problemi pastorali che vanno esaminati coi laici, consacrati, catechisti ecc. La finalità di questo incontro consiste nell’entusiasmarci e nel dare testimonianza del nostro servizio, afferma il Vescovo. Occorre raccontarci le opere buone e sentire dai giovani cosa possono offrire alla chiesa e come rispondere alle sollecitudini che la chiesa offre. Prendono la parola i laici dei vari vicariati, riferendo le proprie caratteristiche peculiari. Pietro (vicariato di Cermenate) esamina i tre punti su cui si fonda il loro lavoro: comunione - territorialità sinodalità, che vertono sul concetto di camminare insieme. Angelo e Manuela sposi di Fino Mornasco elencano le varie parrocchie del vicariato e rimarcano la necessità di camminare in spirito di fraternità e umiltà, con la nuova evangelizzazione spirituale e pastorale della famiglia; infatti occorre ampliare il discorso ai vari vicariati, la propria parrocchia non può essere il solo punto di riferimento. Per il vicariato di Lomazzo, a cui

appartengono le nostre parrocchie, don Daniele prende la parola affermando che si sta lavorando per rifondare il vicariato stesso. Interviene una giovane di Casnate e chiede al Vescovo come essere luce del mondo e sale della terra; il Vescovo usa una metafora spiegando che noi siamo come la luna che riceve luce dal sole e la irraggia. Quando più riceviamo il pensiero di Cristo tanto più riusciamo a trasmettere agli altri quello che Gesù ci dà. Occorre accostarsi al sacramento del perdono e offrire solidarietà. Non bisogna però finalizzarsi ai sacramenti, ma servirsi di loro per procedere di tappa in tappa e diventare testimoni del vangelo. E’ necessario partire dalla famiglia, dove i ragazzi sperimentano il diventare cristiani, stabilendo relazioni amicali. Una giovane di Asnago di Cermenate mette in evidenza la funzionalità dei lavori di gruppo intesi a coinvol-


gere i partecipanti ad aprirsi agli altri. Giulia di Caslino auspica una maggiore collaborazione tra le diverse parrocchie del vicariato; occorre inoltre un cammino catechistico comune per realizzare una vera condivisione. Andrea di Grandate afferma che i percorsi di educazione cristiana non devono essere simili a fuochi d’artificio che fanno un botto ma non lasciano nulla; vorrebbe gli oratori pieni mentre le chiese sono vuote così come i confessionali, segno di qualcosa che non va. Si sta lavorando su temi particolarmente interessanti come il teatro e l’educazione sessuale per aiutare i ragazzi ad agire con la propria testa. Prende la parola Daniela coordinatrice del centro di ascolto di Lomazzo per parlare di carità e della difficoltà riscontrata a dare unitarietà ai tre vicariati. Occorre soddisfare i vari bisogni della persona che è sempre “soggetto” anche nei momenti di

difficoltà. Il Vescovo ribadisce l’importanza della carità che aiuta i cristiani a diventare misericordiosi come misericordioso è il Padre. La disponibilità di tante persone tramite il volontariato ci aiuti a stare vicino a chi è solo. Ringrazia tutti gli operatori di carità nell’immagine di Gesù “Servo”. Interviene una persona facendo riferimento a don Giusto che nella parrocchia di Rebbio accoglie decine di migranti e che si scontra da tempo con i parrocchiani. Il Vescovo ribadisce che egli è un Profeta che il Signore manda per svegliare le nostre comunità. Occorre però fare i conti con il numero crescente dei migranti e con la necessità della parrocchia di pensare anche alla pastorale ordinaria. Assumiamoci, continua il Vescovo, come comunità cristiana, l’impegno di aiutare don Giusto ad equilibrare il grande numero di migranti. Walter del vicariato di Lomazzo invita chiunque ad accostarsi alla realtà degli anziani della Casa Albergo. Il Vescovo Oscar ribadisce il crescente numero delle famiglie ferite, persone sole, papà separati che occorre avvicinare con delicatezza senza giudicare. Non dimentichiamoci, continua, dei figli sofferenti per violenze verbali e fisiche in famiglia. Ci invita infine a collaborare alla sua opera pastorale per essere CHIESA DELLA CONDIVISIONE, con l’amore del Signore che sana ogni ferita. Con la sua benedizione lasciamo l’assemblea, consapevoli di aver preso in esame tante problematiche le quali, se condivise, potranno essere d’aiuto al nostro cammino di fede. Piercarla Monti


UN VIAGGIO CHE COMINCIA... Da ormai sei mesi mi trovo a Pozzuoli in una comunità delle Missionarie dell’Immacolata, le suore del PIME. Qui ho la possibilità di provare a capire, attraverso un’esperienza concreta, se questa vita potrebbe essere pensata anche per me e se è ciò che desidero realmente. La comunità, vicina alla gente e ben inserita nella diocesi, non è tanto grande dal momento che qui siamo in sette. Le più anziane e “veterane” in campo missionario sono suor Eletta e suor Giampaola che, dopo quasi quarant’anni di missione rispettivamente in Amazzonia e in Camerun, non considerano ancora concluso il loro impegno: sono sempre in movimento e attive in numerosi apostolati. Suor Susila, invece, è indiana ed è da dieci anni in Italia perché destinata qui come missionaria. Ancora alle prese con gli studi, con la preparazione per la missione e l’animazione sono suor Anna e suor Lorenza. Per loro il desiderio della partenza diventa sempre più forte ogni giorno che passa e con grande entusiasmo sognano continuamente la loro possibile destinazione. Ognuna di loro, nella diversità di esperienze, ci fa sentire con forza la bellezza della vita consacrata e di quella missionaria. In tutto questo ci siamo anche io e Chiara, le aspiranti. Stiamo con


loro imparando realmente come sia la vita comunitaria, piena di grandi scoperte e di sfide da affrontare. Oltre allo studio siamo impegnate nelle più diverse attività attraverso cui mettersi in gioco, crescere e cominciare a sognare la missione. Così, in tutto quello che vivo, riscopro che sono tanti i fili della mia vita che iniziano ad intrecciarsi e che pian piano cominciano a formare un disegno davvero bello. Sicuramente ci sono quelli che porto dalla mia esperienza passata e che legano bei ricordi. Insieme ad altri giovani partecipo all'equipe di animatori di un percorso per adolescenti che si svolge un week-end al mese nella casa del PIME. I ragazzi vi partecipano insieme al loro gruppo parrocchiale e a molti altri per vivere un'esperienza di crescita nella fede e che possa aprire il loro sguardo fino ai paesi più lontani! Poi ci sono i fili che si collegano direttamente al mese che avevo trascorso in missione. Come in Brasile anche qui a Pozzuoli sono nate le comunità di base, gruppi missionari che escono per incontrare nelle loro case persone malate o in difficoltà e condividere con loro le esperienze di vita che nascono dall’ascolto della Parola. Non c’è incontro in cui non riscopro che il Vangelo è proprio per tutti. Ho poi cominciato a vedere fili nuovi, i più piccoli ma più forti, che mi legano alle tante persone che ho incontrato qui e che ci vogliono bene. A chi mi aspetta ogni settimana, alzandosi ogni venerdì, pensando per prima cosa, a prepararmi un bel vassoio di caramelle. A chi cerca di insegnarmi a ricamare (senza grande risultato!) perché per la missione anche questo è davvero utile. A chi mi riempie di domande ogni volta che mi incontra perché vuole davvero scoprire come realizzare i propri sogni e capire un po’ da dove viene la felicità. Con piacere ho provato a descrivere questa nuova e bella avventura che sto vivendo così da poterla condividere anche con voi, a presto! Elena


NELLALA“DOMANDA” MIA RISPOSTA A GESU’ Il prossimo 30 aprile, presso la basilica di S. Abbondio, a Como, sarò chiamato a compiere un importante passo nel cammino verso l’ordinazione sacerdotale: la Domanda di ammissione agli ordini sacri. Giunto ormai alla fine dei primi due anni di Seminario, la Chiesa mi chiede di esprimere il mio libero e pubblico assenso a proseguire il percorso formativo iniziato già dall’anno di propedeutica. Si può dire, da un lato, che la Domanda sia il punto di arrivo dopo i primi tre anni di discernimento - propedeutica compresa -, d’altra parte, è l’inizio di una nuova stagione nel percorso del Seminario. Infatti, nel triennio teologico vivrò in modo sempre più totalizzante la mia relazione con Cristo e con la Chiesa e approfondirò lo studio della teologia: tutto questo in preparazione al ministero sacerdotale. Tale richiesta - la Domanda, appunto - si manifesta, prima, attraverso una lettera indirizzata al Vescovo, nella quale dovrò esprimere il fatto di aver maturato il desiderio di diventare sacerdote; questa consapevolezza, poi, viene confermata e ufficializzata attraverso un rito, presieduto dal Vescovo, nel quale verrò ammesso tra i candidati agli ordini sacri. Mi sembra

bello richiamare un passo del rituale che il Vescovo pronuncerà davanti all’assemblea, per comprendere meglio il valore della Domanda: “I fratelli che stanno davanti a voi hanno già iniziato il cammino della formazione per imparare a vivere secondo l’insegnamento del Vangelo e così ricevere l’imposizione delle nostre mani. Essi

aspirano a consolidarsi nella fede, speranza e carità, e acquistare lo spirito di orazione e lo zelo apostolico, per guadagnare a Cristo tutti gli uomini”. La Domanda di ammissione agli ordini sacri comporta anche la possibilità di vestire la veste talare, segno del servizio e testimonianza del dono di grazia ricevuto da Dio, che non smette mai di chiamare operai per la sua vigna, che è la Chiesa. La Domanda è quindi dire il mio “eccomi!” a Gesù davanti alla Chiesa, è manifestare la decisione di completare il cammino del Seminario, ma soprattutto è la risposta più semplice e più bella che posso dare a Dio che mi ha chiamato a essere suo discepolo nel sacerdozio. Gabriele


50° DI SACERDOZIO DI DON PEPITO A chi fosse capitato di passare nel nostro oratorio in una giornata primaverile d’una trentina d’anni fa , avrebbe visto un prete giocare a calcio coi ragazzini e incitarli in uno strano idioma misto italo-spagnolo. Poi lo avrebbe sentito chiedere il “balon” e annunciare :-Adesso tutti a confessarci per la comunione di PasquaCosì lo ricordano gli attuali quarantenni, ma chi è? E’ il nostro don Josè Fernandez Lago. Questo nome non ci dirà molto, ma se lo citiamo col simpatico soprannome conferitogli tanti anni fa dal parroco di Cadorago Don Pietro Della Vedova, tutti sanno che parliamo di Don Pepito. Nato il 12 ottobre del 1944 a Carril nella provincia di Pontevedra, dopo aver frequentato la scuola locale Leone XIII , l’Istituto e la Normale di Pondevedra entra in seminario a Santiago. Viene ordinato sacerdote nel 1967 e quindi quest’anno festeggia 50 anni di sacerdozio. La sua vita sarà caratterizzata da tre indirizzi: il sacerdozio, l’insegnamento e la continuazione della sua formazione intellettuale. La sua erudizione passa attraverso gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e dal Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove si laurea . E’ di questi anni l’incontro con Cadorago, indirizzato da Don Ambrogio Balatti e accolto da molte persone e famiglie che sono ancora legate a lui da profonda amicizia. Lo ritroviamo poi approfondire i suoi studi biblici e archeologici alla Scuola di Gerusalemme . Per ben 12 anni ha ricoperto l’incarico di vice direttore del Seminario Maggiore di Santiago ed è stato Delegato episcopale per la Formazione del Clero. Oggi ricopre il compito di Canonico Lettorale della Cattedrale di Santiago di Compostela ed è cappellano presso il Monastero delle Suore Benedettine di san Pelagio. Inoltre è docente di Nuovo testamento presso l’Istituto Teologico di Compostela. E’ membro distinto dell’Associazione Biblica cattolica degli Stati Uniti. E non dimentichiamo la sua attiva collaborazione nel gruppo “Iubilantes”di Como. Don Pepito ha pubblicato numerosi testi tra cui “Gesù racconta la propria vita” e numerose novene dedicate a san Rocco, Santa Rita, Sant’Antonio, ecc.


Ma il lavoro per cui è più conosciuto è la traduzione di gran parte della sacra Bibbia in galiziano, pubblicata nel 1989. Dopo questa presentazione, chi non lo conoscesse, lo potrebbe immaginare un austero, noioso intellettuale , invece Don Pepito è una persona estremamente socievole, spiritosa e capace di coltivare antiche e nuove amicizie. Quando nel 2008 i parrocchiani di Cadorago in pellegrinaggio arrivarono nella solenne e gremita Cattedrale di Santiago furono accolti da un caloroso “benvenuti amici di Cadorago” in italiano con cui, dal pulpito durante la celebrazione della Messa, il “nostro” Don Pepito ha voluto ribadire la grande amicizia che ci lega. Caro Don, da 50 anni il suo Ministero Sacerdotale è uno strumento d’amore nelle mani del Signore. Le giunga da tutti noi il più fervido augurio affinché possa continuare con la stessa forza a prestare la sua opera al servizio di Dio e del prossimo. Renata

ASSOCIAZIONE PENSIONATI Sono Alberio Mario, presidente dell’Ass. Pensionati di Cadorago, vorrei attraverso questa opportunità arrivare a tutti voi miei concittadini, per far conoscere questa piccola realtà del paese che è l’Ass. Pensionati. L’associazione nasce nel 1989 con un’Assemblea Popolare sotto il patrocinio del Comune, con uno statuto redatto dal Notaio dott. Capizzi, con finalità No Profit, di apartiticità e di aggregazione con iniziative Sociali, Ricreative e Culturali. Conta oggigiorno circa 450 iscritti con un programma su tutto l’anno. In questi 27 anni di vita ha spronato l’Amministrazione Comunale ad aderire alla Casa di Riposo di Lomazzo, a Bulgorello per la farmacia e al servizio pullman. Ha promosso iniziative di volontariato per pasti caldi a persone bisognose, nonni vigili, servizio di trasporto non urgente con la Croce Azzurra. L’Associazione attualmente gode abba-

stanza di buona salute quindi, posso dire, tutto sommato bene. L’unico problema (che è la motivazione di questa mia esposizione) è la carenza di adesione dei nuovi giovani pensionati, cioè quella nuova generazione che dovrebbe fare da rinnovamento e da traino apportando nuova linfa, ossia voglia, vigore e idee nuove, quello che il sottoscritto pensa di aver contribuito e dato in questi anni. Adesso mi auguro che l’associazione continui a perseguire quegli obiettivi che sinora ha saputo dare per la comunità. Pertanto per la continuità di questi valori vorrei invitare questi giovani pensionati a farsi avanti, anche in prospettiva delle elezioni che si terranno quest’anno per il rinnovo del consiglio. Ringrazio e abbraccio tutti i miei concittadini. Alberio Mario


COMPITI IN ORATORIO Chiedete e vi sarà dato. Le cose più belle nascono spesso dall’umiltà di riconoscere un proprio bisogno e dal coraggio di chiedere aiuto. Così ha preso forma l’idea di cui state leggendo.

Si tratta di un progetto di sostegno scolastico che, ormai da un anno, si rivolge ad un gruppo ristretto di bambini della parrocchia, le cui madri hanno saputo domandare che qualcuno si accostasse ai loro figli nello svolgimento quotidiano dei compiti. Due volte alla settimana, a turno, almeno 4 volontari si ritrovano in oratorio a Caslino al Piano per aiutare, per quanto possibile, a studiare tabelline, ripassare l’ultima lezione sulle piramidi egizie o capire come funziona la lingua inglese. Non è stato subito facile, all’inizio non era possibile avere giorni fissi, in un continuo rincorrere impegni di bambini e ragazzi per trovare il momento opportuno per tutti; ep-

pure, piano piano, gli ingranaggi hanno iniziato a girare, e durante l’estate scorsa il numero di volontari pronti a regalare un po’ del loro tempo è aumentato. Se questi bambini decideranno di essere i prossimi Einstein o di superare Dante, non importa; quello che amiamo del nostro piccolo impegno è sognare che l’aiuto dato possa accendere per loro la speranza di poter scegliere qualsiasi futuro, qualsiasi domani che più li rispecchi. Chiedete e vi sarà dato. Perciò, anche noi lanciamo infine un appello a tutti voi: se vi abbiamo fatto venire voglia di mettervi in gioco e volete provare a darci una mano, affinché questo seme non smetta di crescere e possa portare frutto anche per altre giovani menti, vi aspettiamo! Potete contattare don Remo per maggiori informazioni. Le ragazze dell’aiuto compiti



INAUGURAZIONE PIAZZALE Si è svolta domenica 22 gennaio, nella comunità di Caslino al Piano, una particolare e significativa occasione di festa per l’inaugurazione del nuovo piazzale antistante il Santuario S. Anna, dedicato a Mons. Angioletto Cattaneo, già parroco di questa comunità dal 1950 al 1969 come ricorda una targa commemorativa posizionata sul piazzale stesso. Numerosa e partecipata è stata la S. Messa solenne delle ore 11 celebrata dal parroco don Alfredo Nicolardi, condecorata dalla corale S. Anna e dal coretto giovani; presenti inoltre le autorità civili, il gruppo Alpini Caslinese e varie associazioni. La festa è proseguita poi sul sagrato; il saluto e un breve intervento del sindaco Paolo Clerici, ha preceduto il rito della benedizione del piazzale, accompagnato dal lancio dei palloncini da parte di bambini e da un gioioso canto intonato del coro. A conclusione,rinfresco per tutti e pranzo comunitario in oratorio.



ANAGRAFICA PARROCCHIALE CADORAGO DEFUNTI Clerici Giuseppe Cairoli Ada Taborelli Elio Giraldo Anita Raso Michelangelo Rivolta Giuseppa Malacrida Cesarina Gheller Carlo Montesanti Elisabetta Clerici Ugo BATTESIMI Landrini Lucas Clerici Daniele Figini Giulia Carbone Nicolo’ Moscatelli Dorian Nicola Savi Riccardo Torrente Federico

CASLINO AL PIANO

BULGORELLO

DEFUNTI Barzaghi Giuseppe Mantovani Adele Guarnerio Ambrogina Reginato Maria Martini Domenica Rossi Maria

DEFUNTI Papa Giuseppe Sesana Angela Castelli Maria Bambina Introzzi Elda

BATTESIMI Farendi Chiara Gerosa Bianca Anna Ferrario Irene Saporiti Francesco

BATTESIMI Peverelli Achille

MATRIMONI Molteni Aldo con Verga Iris Carolina

ORARI SEGRETERIE PARROCCHIALI

Caslino al Piano

Lunedì Martedì Giovedì

Cadorago

Lunedì 9:00-11:30 Mercoledì 9:00-12:00 Sabato 9:00-12:00

Bulgorello

Sabato

8:30-10:30 9:00-12:00 9:00-12:00

9:00-11:30

Per ogni esigenza ci si può rivolgere ai sacerdoti in qualsiasi momento... Numero 14 - Autorizzazione Tribunale di Como n. 2/2011 - Direttore responsabile: Antonella Sala Redazione: Don Alfredo, Piercarla Monti, Egidio Danesi - Impaginazione: Mauro Montanelli - Stampa: Presscolor Milano


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