dare il meglio di se'…
“Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura a spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Come ha fatto Gesù per noi” (Papa Francesco, 5 aprile 2020)
Dentro questo tempo dove tutto o quasi sembra essersi fermato ecco che ancora una volta la Chiesa ci pone innanzi ad un nuovo cammino, il cammino di avvento. Si riparte, come ogni anno dentro un cammino che si ripete, ma che vede o dovrebbe vedere la nostra vista trasformata.
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Dentro questo tempo con molti interrogativi e che ci vede costretti a passare molto tempo dentro le nostre case abbiamo pensato di proporre un cammino che prende spunto da una di quelle dimensioni che più di altre ci mancano e che in fondo in fondo ci aiutano anche comprendere valor
Avvento 2020
Prepararsi al Natale e'
I Settimana di Avvento Domenica, 29 Novembre 2020 San Fedele di Merida, vescovo
Dal Vangelo (Mc 13,33-37) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci invita a essere vigili e attenti per non correre il rischio di farci trovare addormentati al suo arrivo. È tutta una questione di ALLENAMENTO. Ed è questa la prima parola chiave con la quale vogliamo intraprendere il nostro cammino verso il Natale. Caro Gesù, desideriamo con tutto il cuore che tu sia il nostro coach! Insegnaci a non perdere di vista gli obiettivi che danno alle nostre vite un senso profondo. Con te al nostro anco possiamo fare grandi cose. Aiutaci a non perderci di coraggio di fronte alle delusioni e a ricordare che sono le scelte più di cili a portare i risultati migliori. Amen
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Lunedì, 30 Novembre 2020 SANT’ANDREA, apostolo Festa
Dal Vangelo (Mt 4,18-22) In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, glio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Il Signore Gesù chiama i discepoli a due a due. Questo ci dice di un doppio legame: fraterno – cioè dei discepoli fra loro nel seguire Gesù -, ma anche, e prima ancora, filiale: essi cioè sono fratelli perché figli dello stesso Padre di Gesù. Eloquente, infatti, il particolare di Giacomo e Giovanni che “lasciarono il loro padre”. I nostri legami fraterni, quand’anche di sangue, si devono aprire agli orizzonti universali di Cristo, cioè a tutti gli uomini, e riflettere questa loro provenienza da Dio.
Signore Gesù, tu che hai chiamato a seguir uomini che imparassero a vivere da gli di Dio, insegnaci a essere fratelli secondo la misura del Padre, nel suo respiro e anelito di raggiungere per mezzo nostro tu e ciascuno, oltre ogni fron era di razza, lingua, popolo e nazione.
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Martedì, 1 Dicembre 2020 Sant’Eligio, vescovo
Dal Vangelo (Lc 10,21-24) In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
I piccoli ai quali Gesù si riferisce sono coloro che, al contrario dei “sapienti” e dei “dotti”, non conoscono le Scritture, eppure hanno accolto Lui come Messia. Ancora oggi il Padre manda a noi il nostro Salvatore, e oltre alle Scritture molti sono i segni nel mondo e nella storia che ce lo attestano. Ma noi sappiamo leggerli, e quindi riconoscerlo? Non si tratta di conoscere tante cose per diventare grandi studiosi e intellettuali, ma di sapere che ogni cosa ci parla della venuta tra noi di Gesù.
Signore Gesù, quante cose abbiamo conosciuto venendo al mondo! Persone che ci hanno accolto con amore, even che ci hanno rallegrato, oppure sconvolto, gioie e tristezze, piaceri e dolori… Ma tu e queste cose ci hanno rivelato l’amore più grande: il Padre ha mandato a noi, e tu vivi con noi in ogni cosa.
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Santa Bibiana, martire
Dal Vangelo (Mt,15,29-37) In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
In questa scena del Vangelo colpisce che nessuno della folla che segue Gesù esprima il disagio della stanchezza e della fame. E’ Gesù ad accorgersene, a provare compassione. E sua è l’iniziativa di dare sollievo. Il fare esperienza di un Dio che non corre indifferente avanti a noi, ma si ferma e si prende cura di noi, ci spinge ad amare per primi, a nostra volta, quelli che più soffrono. Nel molto o nel poco che potremo fare per loro, sentiranno allora la presenza attenta e amorevole di Dio! Signore Gesù, tu che hai consolato e aiutato concretamente i so eren , riempi il nostro cuore della tua compassione perché possiamo vedere le loro necessità, rivelare loro il tuo dolcissimo sguardo e amarli con ges che manifes no la tua premurosa a enzione.
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Mercoledì, 2 Dicembre 2020
Giovedì, 3 Dicembre 2020 San Francesco Saverio, sacerdote
Dal Vangelo (Mt 7,21.24-27) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i umi, sof arono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i umi, sof arono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Una casa sulla roccia ha i muri stabili; la famiglia che vi abita è protetta dagli agenti atmosferici; i familiari possono vivere in pace nell’amore reciproco. Chiediamoci, dunque, se la nostra vita rispecchia queste tre caratteristiche: se è stabile nella fede in Cristo, se resiste alle avversità che possono contraddire e far vacillare la nostra fede, e soprattutto se è abitata da relazioni di reciproco amore di Dio. Allora questa casa non cadrà, già la abitiamo e la abiteremo per sempre.
Signore Gesù, tu nella mia casa sei la resistenza, come roccia stabile per sempre, sei la protezione, come rifugio sicuro davan all’avversario, sei l’amore, come dolce abbandono agli a e più cari. Accoglimi, prego, perché in te voglio abitare e godere per sempre la felicità del tuo amore.
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Venerdì, 4 Dicembre 2020 Santa Barbara, martire
Dal Vangelo (Mt 9,27-31) In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Vedere Gesù è questione di fede! Anche chi lo vide fisicamente, ma non aveva fede in Lui, rimase come cieco di fronte alla sua identità e al motivo della sua venuta. Ma chi, per fede, ancora oggi vede in Gesù il Messia venuto a salvarci, vede anche tutto il mondo nella luce di questa salvezza, e non può fare a meno di annunciarla al mondo. Riscopriamo questo dono di fede e di gioia che, in un mondo che sembra perduto, non è affatto scontato e banale.
Signore Gesù, tu operi meraviglie, ma la tua venuta e presenza tra noi è il primo e più grande dono che gli occhi della nostra fede non si stancano di guardare e contemplare. Il nostro animo ri e a la luce e il calore umano del tuo volto perché altri possano vederlo ed essere pieni di gioia.
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Sabato, 5 Dicembre 2020 San Saba Archimandrita, abate
Dal Vangelo (Mt 9,35-38-10,1.6-8) In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e s nite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, puri cate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Nei momenti di smarrimento e sofferenza, ci suggerisce questo brano di Vangelo, al vostro bisogno di senso, di pace e di amore, non cercate di dare le risposte della terra, delle sue vicende che si susseguono e si perdono nella storia, ma quelle del cielo. Pregate, perché dal cielo, come già duemila anni fa, il Padre mandò il Signore Gesù, il buon Pastore, a salvarci! Allora potremo a nostra volta testimoniare la sua presenza forte che ci sostiene e mai ci abbandona, e la vita di Dio in noi.
Signore Gesù, il Padre ha mandato a guidarci nelle vie intricate del mondo. Quando ci sen amo sperdu , guida i nostri cuori nella preghiera, perché torniamo a chiedere al Padre sempre e di nuovo la tua venuta e il tuo aiuto, nostro Pastore buono. Tu sei il nostro pezzo di Cielo sulla terra!
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