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L’Angelo in Famiglia
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NOTIZIARIO COMUNITà PARROCCHIALE DI
VILLA D’ALMè
marzo 2020
ANNO LXIII - n 659
LA PAROLA DEL PARROCO
Riflessioni in questi giorni di silenzio e interrogativi
Carissimi, continuo a pensare a tutti voi. Ogni famiglia è da me pensata e amata. Vi sento presenti anche se non possiamo vederci, incontrarci, ascoltarci. Sono giorni di silenzio, di preoccupazione, di incertezza… Sono giorni di solitudine, di angoscia, di lacrime… Sono giorni di riflessione, di interrogativi, di perché… Ogni giorno noi preti celebriamo l’Eucarestia dentro la nostra bella Chiesa parrocchiale, sotto lo sguardo del Crocifisso, a porte chiuse, ma con il cuore aperto e desideroso di abbracciarci, di condividere ansie e speranze, di chiamarvi per nome. Vorrei lasciare ad altri la riflessione su questi giorni. Vorrei riempire la vostra casa di speranza e di consolazione. Vorrei che la mia povera e semplice, ma quotidiana e sincera preghiera conforti e rafforzi la nostra fraternità, la nostra amicizia, il nostro continuare a volerci bene. Davanti all’Eucarestia, della quale sentite sicuramente una forte nostalgia, vi benedico e vi auguro la protezione di Gesù e l’intercessione di Maria Addolorata.
“La tua Parola, Signore, sia luce sul nostro cammino” Con affetto
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don Raffaele
L'ATTUALE SITUAZIONE LOCALE E MONDIALE
CI IMPEGNA ad UNA MAGGIORE RESPONSABILITà E RIFLESSIONE
Per gli amanti della lingua dialettale come il sottoscritto possiamo dire che lo slogan apparso ormai alcune settimane fa a Bergamo è carico di significato, così come la cornice in cui è stata scattata la foto che ormai tutti noi conosciamo e abbiamo a cuore. Il cielo scuro sembrerebbe non annunciare nulla di buono, due gru richiamano il segno distintivo di questa terra di bergamaschi lavoratori, per certi aspetti duri e riservati, ma che nel loro piccolo non si sono mai tirati indietro quando c’era da dare il loro sostegno anche nell’ambito del volontariato. La scritta sul cartellone è molto chiara e non ha bisogno di spiegazioni: #MOLAMIA! Per aiutare ancora di più a sviscerare il significato di questa parola non poteva mancare la nostra grande Dea, la squadra dell’Atalanta che nella partita contro il Valencia giocata nella serata del 10 marzo scorso ha saputo regalare a tutta Bergamo, e non solo, un grandissimo spettacolo e ha voluto infondere forza per superare questo momento di difficoltà (e lo dico anche se non sono proprio un appassionato di calcio!). Eppure non basta! Stiamo vivendo un tempo di fragilità e di crisi, vissuto in l’isolamento forzato, e di paure che quotidianamente nascono dentro di noi. Stiamo vivendo un tempo di certezze che piano piano si stanno sgretolando sotto i nostri occhi. Ma saremo in grado di uscirne e addirittura di mettere a frutto questo momento di difficoltà e restrizioni se saremo capaci di leggere i segni di questa fase straordinaria, per certi aspetti apocalittica, e trasformarli in opportunità di cambiamento. Concediamoci il tempo di dare un nuovo significato a questi giorni e di riscoprirne i valori. don Marco
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In queste pagine il pensiero di don Raffaele, di don Marco e della coordinatrice della Scuola Materna, nelle pagine a seguire alcune riflessioni pervenuteci in parrocchia a seguito dell'invito del parroco.
Carissimi bambini e bambine, gentili genitori. Tutte noi ci auguriamo che siate in buona salute. Ci mancate! Seppur il trascorrere del tempo a casa sia, normalmente, “desiderato”, perché non frenetico e rallentato, il permanere forzato di questi giorni ci sta mettendo a dura prova: nella preoccupazione, nella pazienza e nell’organizzazione del quotidiano. Certo è che i bambini con la loro “inarrestabile” energia e la loro leggerezza ci aiutano a vivere questi momenti con meno “pesantezza”, immaginiamo, però, che resistere non sia facile. Attraverso queste parole vogliamo esprimerVi la nostra vicinanza, che non lasceremo essere lettera morta, bensì l’inizio di un supporto che, benché si realizzerà in modo virtuale, sarà comunque il segno concreto della nostra costante presenza. Mai come in questi momenti è necessario sentirsi uniti e supportati. Un abbraccio virtuale da tutto il personale. La coordinatrice 3
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RIFLESSIONI SITUAZIONE ATTUALE
Riflessioni in questi giorni di silenzio e interrogativi
■ Abbiamo iniziato il 2020 catapultati in una situazione di emergenza che ha un nome: COVID-19. Questo virus ha stravolto la vita di tutti noi, che ora siamo chiamati a cambiare le nostre abitudini, in nome della nostra sopravvivenza e della collettività. Gli angeli di questa emergenza sono principalmente le divise bianche di chi lavora ore, ore in ospedale per dare la Vita alla nostra Vita. Verde è come la speranza che tutto il Popolo insieme a tutte le nostre autorità si stanno impegnando a lottare. Un grazie speciale al comune, alla parrocchia, che stanno adoperandosi chi con aiuti alle persone in difficoltà e chi mantenendo legame con la chiesa grazie alle radio conferenze. Dobbiamo darci una mano, senza darci la mano e dobbiamo stare vicini, stando lontani. Solo così la nostra Quaresima non diventerà particolarmente un deserto e il digiuno sarà premiato. Giancarla Gamba
■ Mentre provo a scrivere qualche pensiero sento in lontananza, quasi fossero soffocati, i rintocchi della campana che annunciano ancora una volta la morte di un nostro parrocchiano. Sosto per un attimo con il pensiero e con la preghiera per questa nuova vittima del Coronavi4
rus. Sarei tentato di interrompere, di non scrivere, come se avessi alzato la bandiera bianca della resa di fronte a tanta inarrestabile violenza del virus. E invece decido di continuare perché credo che la condivisione di qualche pensiero su questa situazione che sta mettendo tutti alla prova possa aiutare a sentirci comunità in un tempo in cui ogni forma di vita sociale è vietata. Sembrerà a molti strano, ma uno dei segni della vita parrocchiale che mi manca è il suono delle campane! Sì perché proprio le campane scandiscono i momenti più importanti della giornata, soprattutto quelli legati agli orari delle S. Messe, oltre a quelli che annunciano battesimi, funerali, matrimoni, avvenimenti speciali, ecc. Ebbene, a parte “il segno da morto” e quello dell’Ave Maria e del Mezzogiorno c’è ormai un silenzio spettrale, un vuoto persistente che pare rendere malinconica la stessa aria. Forse prima non ci badavo molto. Oggi invece scopro quanto sia bello e importante il suono delle campane perché “raccontano” la vita della nostra comunità! Ora che non è possibile partecipare personalmente alle S. Messe salvo che attraverso la radio parrocchiale, il pensiero corre soprattutto a quei momenti di incontro e di socialità
La preghiera del card. Delpini
O mia bela Madunina che te dominet Milan, Maria, auxilium Christianorum, sostieni nella fatica i tuoi figli impegnati nella fatica logorante di curare i malati, dona loro forza, pazienza, bontà, salute, pace.
che si vivono al termine della Messa domenicale sul sagrato o al Bar dell’Oratorio. Davvero un bel momento di socialità che al momento ci manca tanto. Penso soprattutto alle persone anziane che trovavano dopo la Messa l’unica occasione di incontrare per un saluto per due chiacchere. Infine, come tanti già fanno con striscioni appesi sulle terrazze mi faccio coraggio: tutto ritornerà come prima!!! Maurizio Mazzocchi
■ Vivere al tempo del Corona Virus: sembra il titolo di una fiaba…. ma è la realtà che viviamo in questi giorni.
L'ATTUALE SITUAZIONE LOCALE E MONDIALE
CI IMPEGNA ad UNA MAGGIORE RESPONSABILITà E RIFLESSIONE
Si fa molta fatica soprattutto per chi anziano e abituato a una vita sociale, ritrovarsi di colpo senza poter partecipare all’Eucarestia, a condividere pomeriggi a giocare in compagnia alla tombola o a carte coi coetanei, alla passeggiata all’aria aperta, la spesa per fare due chiacchiere…… Ho rischiato di perdere mia mamma, che per colpa dell’isolamento forzato, ha perso i suoi punti fermi di normale quotidianità ed è andata in tilt, persa, disorientata. Ora grazie al sostegno di noi figli è riuscita a uscire da questo tunnel e sta meglio. In questi giorni si riscopre la solidarietà, la famiglia, gli affetti scontati che avevamo un po’ perso. Grande riconoscenza va a tutti coloro che lavorano in campo sanitario che danno tanto e non si risparmiano. Ciò che più mi manca in questa Quaresima anomala e inimmaginata è il non poterci accostare all’Eucarestia, ricevere Gesù nostra forza. Possiamo comprendere meglio quanto sia necessario per la nostra vita spirituale e umana. Ma sono sicura che ce la faremo perché niente capita per caso e con l’aiuto del Signore supereremo anche questo e sapremo apprezzare di più i veri valori dello stare insieme. Lina Ambrosini
■ 13 Marzo 2020. Stamattina aprendo le finestre di casa ho sentito più volte cantare un gallo, mi ha stupito molto sia per il simbolo che rappresenta, sia perché abitando sul provinciale è difficilissimo sentirlo e, mai come in questi giorni, noto come il nostro sentire si sia affinato, semplificato. È surreale questo silenzio, parla solo la natura, che con tutta la sua tranquillità continua va avanti, dopo giornate ventose lei riprende a sbocciare non si ferma…a fermarci fisicamente, in questi giorni, siamo stati invece noi. Ma il nostro cuore la nostra anima proseguono frastornati, smarriti, impotenti. E solo la natura con la sua bellezza, la sua forza, i suoi rumori e i suoi silenzi ci regala giorni di attesa e di speranza, quella speranza che tutti invochiamo: che questo tempo finisca presto. Sono giorni più grandi di noi. La mia speranza è che quando usciremo da tutto ciò e ci rincontreremo potremo condividere le nostre gioie e i nostri dolori con un nuovo sguardo di amore e solidarietà. Emanuela Gotti
■ ALL’APPARENZA NIENTE! Il sole spunta ancora….scalda la giornata…poi le ombre si allungano ed è ancora notte. Trascorrono le
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In queste pagine alcune riflessioni pervenuteci in parrocchia a seguito dell'invito del parroco.
ore ed è ancora giorno. E invece no. TUTTO è CAMBIATO! All’inizio era un eco lontano, su cui scherzarci anche sopra. Gridavano dalla Cina: Attenzione CORONA…e noi qui a ripetere Corona… ona….ona… Quasi senza senso. Ma di senso ne aveva: ECCOME! E presto ce ne saremmo accorti. Ci dicevano: non è niente. E noi giù a brindare con la birra “Corona” alla faccia di quelli in Cina che per loro la “corona” stava diventando giorno dopo giorno quella “d’alloro”. Poi l’eco è diventato “presente” ed ancora: non è niente, vivete normalmente, non limitatevi. Poi qualcuno ha cominciato ad ammalarsi…normale influenza. …poi anche a morire. Ma sì, sono solo anziani con gravi patologie: “erano già ad un passo...”. Poi han capito che era una cosa grave, ma non volevano spaventarci: “è solo un focolaio” gli costruiamo attorno un bel recinto e nessuno scappa. Qualcosa invece è “scappato” di mano…ma non erano uomini. Era l’ignoranza! Non ci accorgevamo che la stessa cosa stava succedendo anche a noi.. Ma noi siam bergamaschi: «mica ci 5
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RIFLESSIONI SITUAZIONE ATTUALE
Riflessioni in questi giorni di silenzio e interrogativi
farà paura “UN C****O DI VIRUS”» (riportavano i post in rete) come se per sconfiggere un virus bastasse un’imprecazione. Ed allora eccoci qua a farci i conti! …Ma ce la faremo. TUTTO andrà bene! Pierantonio Gritti
■ È innegabile che questo virus ci stia facendo veramente molto male: sta seminando morte ovunque, sta imponendo enormi sacrifici ai nostri sanitari, i nostri angeli, ai quali va tutta la nostra gratitudine, la nostra riconoscenza e, per loro, va rivolta la nostra preghiera al Signore. Il virus ha stravolto e continuerà a stravolgere le nostre vite, ci ha tolto la possibilità di partecipare alle Celebrazioni Liturgiche, di vivere la Quaresima nel modo a noi consueto, ci ha imposto il digiuno Eucaristico, non ci permette neppure di compiere la settima opera di misericordia corporale, ma ci rimane la preghiera. Sta condizionando i nostri rapporti interpersonali, ci assale la paura perfino nel prenderci cura dei nostri anziani, perché il pericolo di trasmettere loro il virus ci terrorizza. A me, in particolare, sta negando la possibilità di incontrarmi con i miei bambini della catechesi, che mi mancano tanto! Questo “indesiderato”, del quale avremmo fatto volentieri a meno, ci accomuna e sta 6
colpendo tutti, senza distinzione di razza, di ceto sociale, di colore della pelle; ci vuole dire che siamo tutti uguali. Questa terribile esperienza ci ricorda le nostre fragilità, mentre noi pensavamo di essere onnipotenti. Una cosa mi dispiace: in questi giorni l’informazione, tutta presa a darci notizie del virus, sembra essersi dimenticata, del tutto o quasi, dei siriani in fuga. Noi, che davanti alle guerre siamo impotenti, o peggio ancora indifferenti, ci troviamo nel mezzo di una guerra nuova. Ora anche noi stiamo combattendo contro un nemico invisibile. Questo sconosciuto, che la ricerca dovrà continuare a studiare anche quando si sarà defilato e sarà uscito dalle nostre vite, ci induce ad una seria riflessione. Ci insegna a rivedere le
nostre abitudini, a rallentare i nostri ritmi a volte esasperati, a scegliere le priorità nella nostra vita e a ripensare ai Valori veri. Non ho mai condiviso la scelta che prevede l’apertura domenicale dei centri commerciali per rilanciare l’economia, a scapito della buona armonia familiare, per non parlare delle aperture h 24! Il virus ha il potere di riunire le famiglie, di far rincasare presto i giovani la sera, di far chiudere i centri commerciali la domenica. Sì, perché la domenica, non dimentichiamolo, è il giorno del Signore. Non doveva essere un virus a ricordarcelo! Ci sta insegnando tanto questo sconosciuto, sta scuotendo le nostre coscienze, sembra volerci ricordare che la vita è una sola! Dobbiamo, io per prima, fare un atto di umiltà. Chiediamo al
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In queste pagine alcune riflessioni pervenuteci in parrocchia a seguito dell'invito del parroco.
Signore di donarci una FEDE che vinca ogni avversità, teniamo viva la SPERANZA, così che la CARITA’ possa trionfare. Uniamoci nella preghiera. Donatella Rocchi
■ Coronavirus: una parola che in questi giorni ci fa pensare subito a qualcosa di invincibile e inarrestabile. Da mamma e nonna posso dire che quello che provo è, prima di tutto rabbia. Rabbia perché mi sento impotente e inerme. E poi tanta, tanta paura. Paura perché non sappiamo cosa ci aspetta; paura per noi, per i nostri figli, per i nipoti. Una paura aumentata dal fatto di non poter uscire di casa e quindi di non poterli incontrare, quando invece di fronte a qualcosa di così sconvolgente, vorremmo solo stare ancora più vicini. Poi però una telefonata, un messaggino con chi ci vuole bene, basta per rincuorarci. Anche le nostre chiese chiuse ci mettono tristezza, ma anche qui i nostri sacerdoti ci sono vicini con la diffusione delle celebrazioni via radio e on-line. C’è poi anche la paura di dover entrare in ospedale e restare soli, senza sapere a cosa andiamo incontro. Ma sappiamo che anche qui medici e infermieri si stanno sacrificando giorno e notte per farci stare meglio e di questo li ringraziamo di cuore. Aiutiamoci con la preghiera e saremo una comunità ancora più unita. Virginia Gasparini
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LA PAROLA DI UN ESPERTO
Coronavirus, lettera ai nostri figli: cari ragazzi, è il tempo della responsabilità
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di Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta e ricercatore presso il Dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli studi di Milano
Lo psicoterapeuta Alberto Pellai ha pubblicato sul sito di «Famiglia Cristiana» un suo intervento che in poche ore è diventato virale in tutte le chat di genitori e figli (oltre 60 mila visualizzazioni solo sui social del settimanale).
Cari ragazzi, cari figli, la vita per alcune settimane, probabilmente mesi, vi chiederà un cambio di passo. Non sarete più padroni del vostro territorio di esplorazione. Vivrete in uno spazio limitato, confinato. E dovrete starci. Non solo perché ve lo chiede la legge, ma perché ve lo chiede la stessa vita. Volete vivere? Allora quella vita ora dovete proteggerla. Non è tanto la vostra vita, in gioco, in questo momento. Non siete a rischio voi. Uno strano incantesimo del virus COVID 19 rende voi minori apparentemente non suscettibili o pochissimo suscettibili agli effetti clinici del virus che sta piegando il mondo. Voi non venite piegati dal virus. Ma molte altre persone sì. I vostri nonni. In parte anche noi, vostri genitori. E poi le persone vulnerabili in termini di sistema immunitario. Ovvero chi sta facendo una terapia antitumorale. Chi ha un deficit congenito del sistema di difesa dalle minacce patogene che possono aggredire l’organismo. Per loro oggi, tutto diventa una minaccia. Quasi tutti voi avete nel vostro giro di conoscenze, qualcuno che vive con questo genere di problemi. Bene, è a loro che in questo momento dovete pensare, prima di tutto. E’ di loro che vi dovete occupare. E preoccupare. Ma dovete anche pensare a tutto il personale sanitario che in questo momento sta combattendo una guerra che rischia di essere superiore alle forze in gioco. Medici, infermieri, paramedici: ogni persona che è a contatto con un paziente per seguire il proprio mandato professionale è oggi equiparabile ad un soldato che si trova in trincea per combattere una guerra. Medici e infermieri non si sono mai immaginati come soldati. Non hanno mai pensato al loro lavoro come un lavoro «contro» qualcosa o qualcuno. La loro professione è sempre stata a favore: a favore dei malati e delle loro famiglie. A favore
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FAMIGLIA CRISTIANA
LA LETTERA DI PELLAI AI NOSTRI FIGLI Pubblicata sul sito del noto settimanale ha raggiunto in breve tempo
della tutela della salute individuale e collettiva. Anche oggi, di fronte al moltiplicarsi dei malati infettivi che hanno invaso i nostri ospedali, loro lavorano «pro», a favore dei loro pazienti. Ma al tempo stesso, sono in trincea contro un nemico che per loro rappresenta un rischio, molto più che per noi. Essere adolescenti, giovani uomini e donne porta un bisogno fisiologico e implicito di starne fuori. Di andare a scoprire il nuovo e l’ignoto. Di muoversi per il mondo. E’ stato così fino alla scorsa settimana. Voi siete i figli che hanno potuto godere dell’Erasmus, rendendo l’Europa tutta, un’unica sede universitaria. Siete gli ex bambini, che grazie alla diffusione delle linee low cost, noi genitori abbiamo preso per mano e portato in giro per il mondo, fin da quando eravate piccolissimi. Vi abbiamo insegnato che il mondo è la vostra casa. Lo abbiamo continuato a fare anche quando i terroristi volevano convincerci del contrario. Volevano farci chiudere nelle case, pieni di spavento, impauriti dal rischio connesso alle loro azioni omicide. Noi non ci siamo piegati. Abbiamo continuato a spingervi fuori, a dirvi di andare, di non fermarvi. Niente avrebbe dovuto piegare il vostro diritto alla libertà. Oggi vi diciamo l’esatto contrario. Vi chiediamo di rimanere in casa. Abbiamo dovuto chiudere le scuole e le università e per noi genitori, voi non sapete quale dolore la cosa ci comporti. Sappiamo che è in aula, nell’incontro con i vostri docenti e con i vostri compagni, che potete attrezzarvi per imparare la vita. I nostri bisnonni e i nostri nonni questo diritto non lo avevano e lo hanno conquistato per voi. Molti di loro a scuola ci andavano fino ai 12,13 anni. Poi tutti a lavorare. Molti di loro, al compimento del diciottesimo anno, si sono trovati obbligati ad andare in guerra. E molti vostri padri, al compimento dei 18 anni si sono trovati obbligati dallo stato a regalare un anno della loro vita per addestrarsi alla difesa della nazione, facendo il servizio di leva, o a sostenere il bene della nazione, facendo il servizio civile. Voi siete stati “sollevati” da tutto questo. Ed è un bene che le vostre vite abbiano potuto dipanarsi seguendo il filo della libertà assoluta e dell’autodeterminazione. Ma oggi, quel filo si è spezzato. E voi dovete imparare una competenza che forse non siamo stati molto bravi a trasmettervi, noi adulti. Quella competenza si chiama responsabilità. Ed è ciò che differenzia un adulto da un bambino.
Nell’etimologia di «responsabilità» c’è il concetto di «saper dare risposte». L’adulto è quello che sa le risposte e le fornisce al bambino che gli fa domande. Tutti noi di fronte a questo virus, siamo pieni di domande: «Perché? Quanto dura? Come si fa a sconfiggerlo? Come posso essere certo di non averlo preso?». Siamo tutti bambini di fronte al COVID 19, fondamentalmente irresponsabili, perché queste risposte non le abbiamo. Le stiamo trovando. Le stanno trovando gli scienziati e i ricercatori che lavorano giorno e notte senza tregua. Ma c’è una risposta che ci compete: possiamo limitare la diffusione del contagio. Diventando responsabili. E limitando la nostra zona di libertà personale. Significa che per un po’ vige il «coprifuoco». Che tutti dovremo fare grandi sacrifici. Che voi dovrete imparare a studiare da casa. Che vi potrete incontrare a due o tre negli spazi privati. Anziché pubblici. Non possiamo farla noi per voi, questa cosa. Dovete convincervi da soli che è un passaggio necessario. Dovete cominciare a dirvelo nei social, di persona, quando vi contattate e vi parlate. Dovete imparare che questa è, oggi, l’educazione tra pari che serve al mondo. Di cui voi dovete essere protagonisti. Dovete vivere questo tempo, come tempo di impegno. Continuare a studiare, riempire lo spazio di vita confinato che avete disponibile di bellezza e di significato. E’ un tempo di sacrificio, questo. E anche l’etimologia della parola sacrifico è importante: perché vuole dire«rendere sacro». Non c’è nulla di più sacro della vita e del suo valore. E oggi la vita va difesa. Più di tutto. Più di sempre. Responsabilità e sacrificio: non ve l’avevamo mai chiesto prima, cari figli. Ma oggi non possiamo non farlo. Per favore, ascoltateci. E soprattutto, ditevelo tra di voi. Da oggi, per un po’, queste saranno le parole chiave che vi daranno accesso, tra qualche mese, di nuovo al vostro futuro. Che amerete di più. Molti di più di quanto succeda ora. Perché vi apparirà più sacro. E voi, in quella sacralità, sarete diventati più responsabili. Anche questo è crescere. Anche questo è prepararsi all’adultità che vi aspetta.
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migliaia di visualizzazioni.
MESSAGGIO DEL PAPA
“Giovane, dico a te, alzati!”
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Dal messaggio del Santo Padre Francesco per la 35° Giornata Mondiale della Gioventù 2020
Carissimi giovani, […] “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr Lc 7,14): questo brano ci racconta come Gesù, entrando nella cittadina di Nain, in Galilea, s’imbatte in un corteo funebre che accompagna alla sepoltura un giovane, figlio unico di una madre vedova. Gesù, colpito dal dolore straziante di questa donna, compie il miracolo di risuscitare suo figlio. Ma il miracolo giunge dopo una sequenza di atteggiamenti e di gesti: «Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: “Non piangere!”. Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono». Gesù pone su questa processione funebre uno sguardo attento e non distratto. In mezzo alla folla scorge il volto di una donna in estrema sofferenza. Il suo sguardo genera l’incontro, fonte di vita nuova. Non c’è bisogno di tante parole. E il mio sguardo, com’è? Guardo con occhi attenti, oppure come quando sfoglio velocemente le migliaia di foto nel mio cellulare o i profili social? Quante volte oggi ci capita di essere testimoni oculari di tanti eventi, senza però mai viverli in presa diretta! A volte la nostra prima reazione è di riprendere la scena col telefonino, magari tralasciando di guardare negli occhi le persone coinvolte. Intorno a noi, ma a volte anche dentro di noi, incontriamo realtà di morte: fisica, spirituale, emotiva, sociale. Ce ne accorgiamo o semplicemente ne subiamo le conseguenze? C’è qualcosa che possiamo fare per riportare vita? Penso a tante situazioni negative vissute da vostri coetanei. C’è chi, per esempio, si gioca tutto nell’oggi, mettendo in pericolo la propria vita con esperienze estreme. Altri giovani invece sono “morti” perché hanno perso la speranza. Quante situazioni in cui regna l’apatia, in cui ci si perde nell’abisso delle angosce e dei rimorsi! Quanti giovani piangono senza che nessuno ascolti il grido della loro anima! Intorno a loro tante volte sguardi distratti, indifferenti, di chi magari si gode le proprie happy hour tenendosi a distanza. C’è chi vivacchia nella superficialità, credendosi vivo mentre dentro è morto. Ci si può ritrovare a vent’anni a trascinare una vita verso il basso, non all’altezza della propria dignità. Tutto si riduce a un “lasciarsi vivere” cercando qualche gratificazione: un po’ di divertimento, qualche briciola di attenzione e di affetto da parte degli altri... […] Gli atteggiamenti negativi possono essere provocati anche dai fallimenti personali, quando qualcosa Lascio a voi di riflettere personalmente e prendere coscienza di ciò che ha causato “morte” in voi o in qualcuno a voi vicino, nel presente o nel passato. Nello stesso tempo, ricordate che quel ragazzo del Vangelo, che era morto per davvero, è tornato in vita perché è stato guardato da Qualcuno che voleva che vivesse. Questo può avvenire ancora oggi e ogni giorno.
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[…] In tante occasioni voi giovani dimostrate di saper con-patire. Basta vedere quanti di voi si donano con generosità quando le circostanze lo richiedono. Non c’è disastro, terremoto, alluvione che non veda schiere di giovani volontari rendersi disponibili a dare una mano. Cari giovani, non lasciatevi rubare questa sensibilità! Possiate sempre ascoltare il gemito di chi soffre; lasciarvi commuovere da coloro che piangono e muoiono nel mondo di oggi. Se saprete piangere con chi piange, sarete davvero felici. Potrete dire al fratello, alla sorella: «Alzati, non sei solo», e far sperimentare che Dio Padre ci ama e Gesù è la sua mano tesa per risollevarci. […] Anche voi giovani potete avvicinarvi alle realtà di dolore e di morte che incontrate, potete toccarle e generare vita come Gesù. Questo è possibile, grazie allo Spirito Santo, se voi per primi siete stati toccati dal suo amore, se il vostro cuore è intenerito per l’esperienza della sua bontà verso di voi. Allora, se sentite dentro la struggente tenerezza di Dio per ogni creatura vivente, specialmente per il fratello affamato, assetato, malato, nudo, carcerato, allora potrete avvicinarvi come Lui, toccare come Lui, e trasmettere la sua vita ai vostri amici che sono morti dentro, che soffrono o hanno perso la fede e la speranza. […] Sappiamo bene che anche noi cristiani cadiamo e ci dobbiamo sempre rialzare. Solo chi non cammina non cade, ma non va nemmeno avanti. Per questo bisogna accogliere l’intervento di Cristo e fare un atto di fede in Dio. Il primo passo è accettare di alzarsi. La nuova vita che Egli ci darà sarà buona e degna di essere vissuta, perché sarà sostenuta da Qualcuno che ci accompagnerà anche in futuro senza mai lasciarci, aiutandoci a spendere questa nostra esistenza in modo degno e fecondo. È realmente una nuova creazione, una nuova nascita. […] Parlare significa anche entrare in relazione con gli altri. Quando si è “morti” ci si chiude in sé stessi, i rapporti si interrompono, oppure diventano superficiali, falsi, ipocriti. Quando Gesù ci ridona la vita, ci “restituisce” agli altri. In una cultura che vuole i giovani isolati e ripiegati su mondi virtuali, facciamo circolare questa parola di Gesù: “Alzati!”. È un invito ad aprirsi a una realtà che va ben oltre il virtuale. Ciò non significa disprezzare la tecnologia, ma utilizzarla come un mezzo e non come un fine. “Alzati” significa anche “sogna”, “rischia”, “impegnati per cambiare il mondo”, riaccendi i tuoi desideri, contempla il cielo, le stelle, il mondo intorno a te. “Alzati e diventa ciò che sei!”. Grazie a questo messaggio, tanti volti spenti di giovani intorno a noi si animeranno e diventeranno
molto più belli di qualsiasi realtà virtuale. Perché se tu doni la vita, qualcuno la accoglie. Cari giovani, quali sono le vostre passioni e i vostri sogni? Fateli emergere, e attraverso di essi proponete al mondo, alla Chiesa, ad altri giovani, qualcosa di bello nel campo spirituale, artistico, sociale. Vi ripeto nella mia lingua materna: hagan lìo! Fatevi sentire!
FRANCESCO
MERCOLEDÌ 11 MARZO 2020
UFFICIO PER LA PASTORALE DELL’ETÀ EVOLUTIVA
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L’ECO DI BERGAMO
Avvisi UPEE
Presentazion Coordinatori
Dare spazio ai giovani si può Il racconto di un’esperienza interparrocchiale. Don Giorgio ripercorre il cammino degli otto anni trascorsi grazie a un lavoro d’équipe in sinergia tra parrocchie ALMÈ
MARIA CHIARA ROSSI
a Vi raccontiamo un’esperienza che dà speranza. Si tratta del gruppo giovani interparrocchiale di Villa d’Almè, Almè, Bruntino, Ponteranica, Ramera e Sorisole. Il gruppo è frutto di una varia sperimentazione, grazie alla revisione che al termine di ogni anno è stata fatta con i giovani e tra i vari curati per aggiustare o cambiare radicalmente il percorso dell’anno successivo. Il bello è stato che gli incontri sono cambiati in base a ciò che i giovani hanno chiesto, e cioè il desiderio di essere partecipi e non solo destinatari. Volevano provare a buttarsi. Hanno ingaggiato altri giovani e hanno messo in campo personali metodologie. Il gruppo adulto che cura e segue il gruppo giovani è composto da due curati, don Marco Fornoni, curato di Villa d’Almè e da don Giorgio Carobbio, curato di Almè, ad essi si aggiunge don Fabio
Carminati di Bruntino e la partecipazione di don Lorenzo Flori, curato di Ponteranica e di Rosciano. È la voce di don Giorgio che, a nome di tutti, ci racconta i passi che il gruppo a mosso fino ad oggi. Come si struttura l’incontro?
“L’incontro è mensile, e si compone di cena, attività di lancio (gioco aperitivo) e incontro. Il percorso ha preso slancio soprattutto quando c’è stato un obiettivo comune, una meta finale… i pellegrinaggi o le GMG, essi uniscono il gruppo anche di differenti provenienze parrocchiali. Come è composta l’équipe organizzativa?
“Da tre anni non solo i preti e una suora organizzano il percorso ma c’è una piccola equipe di giovani che, con noi, pensa gli incontri mensili; è bello condividere e sentire le richieste che vengono da loro, come percepiscono e come vorrebbero affrontare i temi”.
Un percorso che funziona perché è in grado di fare verifica e reinventarsi Permettere un tempo di dialogo e di scambio, come emerge dal Sinodo dei giovani Agli adulti è chiesta capacità di ascolto e di guida dando importanza alle domande
Quale metodo si è rivelato stimolante?
Cosa significa dare spazio ai giovani?
“Da metà dello scorso anno si è introdotto un nuovo metodo di lavoro; alcuni incontri sono affidati ai gruppi, corrispondenti alle varie parrocchie, che, avendo sotto mano il tema ed il materiale diocesano che di anno in anno viene fornito ed è molto ricco, presentano la serata di riflessione ai coetanei, coordinati dal curato o da un referente. Questo si è rivelato un buon modo per mettersi in gioco, ingaggiare ed invitare altri amici e compagni ma anche un’occasione per mettere in campo altre metodologie”.
“Lasciar parlare loro e permettere che le loro vite abbiano un tempo di scambio, di dialogo, di incontro. È ciò che è uscito anche dal sinodo dei giovani!”
Progetto Super-Ado: cos’è?
“Un gruppetto di Villa d’Almè e Almè, forte di questa possibilità di giocarsi liberamente, ha ‘inventato’ il Super-Ado, un progetto, che ha per ora all’attivo i primi due incontri, per presentare il tema della ‘scelta-vocazione’ e raccontarsi ai coetanei. Questi giovani si sono lasciati interrogare dalla vita quotidiana e dal Vangelo”.
Cosa ti chiedono di mettere in gioco dei giovani?
“Agli adulti è chiesto di essere capaci di ascolto e di guida. I giovani sono molto preparati, universitari o laureati, però la presenza attiva di qualche adulto può dare una buona direzione e un ascolto attento alle loro domande”. Quale è il valore di un legame che si crea, cambia e si rafforza nel tempo?
“Negli otto anni sono cambiate le facce dei giovani presenti. Perchè essere giovani vuol dire scegliere anche qualcosa di decisivo per la vita che porta poi altrove. Nel gruppo giovani si creano nuovi legami, nascono amicizie, e si resta connessi anche tramite Instagram e Facebook”.
Coordinatori in gioco: la presentazione
La presentazio don e coordina originariament 22 marzo press del Seminario cambia data e diventa una tra visiva che verrà su Bergamo TV verranno comu pena disponibi interviste e co per presentare le, approfondi educativi e l’att illustrare i mat zione delle par ziative estive. momento conf le serate di pre gli animatori a viste nel weeke p.v. presso l’Aud minario, con 20,30. Se ci sara per quest’ultim municate al più DIOCESI
Rinvio appun Equipe Educa
Si comunica a delle equipe ed ne rinviato a da il secondo appu cesano, inizialm nel pomeriggio marzo presso il di Bergamo. Ma zioni circa la n relative modali municate in un mento attrave cial e il sito dell
11DIOCESI Percorso form
Terra Santa 2
Eventi in Oratorio
FESTA DI CARNEVALE domenica 16 fEbbraio 2020
Anche quest’anno siamo riusciti a portare a termine il nostro impegno annuale: organizzare giochi per far divertire grandi e piccini.
I primi a divertirsi, naturalmente, siamo noi che, nonostante i nostri numerosi impegni familiari, ci ritagliamo dei momenti serali per poter organizzare giochi e travestimenti da vivere insieme in una giornata gioiosa, da trascorrere in oratorio. Il nostro gruppo si chiama “OGM” (Organismo Geneticamente Modificato) in quanto, alcuni anni fa, avevamo dei costumi che avrebbero dovuto rappresentare dei Panda e invece erano tutt’altro; ogni anno – nel periodo di Dicembre – attraverso il nostro gruppo whattsapp “silente per più di 10 mesi”, si aggiungono nuove forze e altre ci abbandonano, ma noi non ci scoraggiamo mai e ogni volta ripartiamo sempre con rinnovato entusiasmo e voglia di fare, perché ci accorgiamo che i bambini e i grandi hanno piacere di venire a divertirsi con noi in Oratorio. Ci dispiace di non riuscire a coinvolgere di più i nostri ragazzi, che potrebbero essere loro stessi i trascinatori di questa iniziativa, ma noi non ci arrendiamo, sperando che magari, presto o tardi, anch’essi si renderanno conto che serve poco per divertirsi e far divertire, soprattutto i nostri piccoli che ogni anno arrivano in Oratorio carichi di aspettative, che speriamo di riuscire in qualche modo ad esaudire. I giochi vengono reinventati e modificati in base alle possibilità (minor spesa maggior resa), e collaudati da noi stessi durante la costruzione, alcune volte i nostri “papà” vengono un po’ presi di mira da noi “mamme” per come hanno operato, ma in realtà se non ci fossero loro, saremmo in difficoltà a concretizzare le nostre idee! Ringraziamo di cuore tutte le persone che in questi anni hanno reso possibile tutto ciò e spero che siano sempre di più quelle disposte a donare un po’ del loro tempo libero per organizzare questo e altro in Oratorio, dove i nostri figli possano ritrovare un ambiente sereno e adeguato ad una loro sana crescita. Gruppo O.G.M.
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carnevale 2020
“Biancaneve e i sette nani”
Carnevale, tempo di scherzi giochi coriandoli e maschere, per noi gruppo famiglie, è anche tempo di lavoro e sacrifici per preparare tutti i giochi, le scenografie ed i costumi, tutti sforzi che alla fine vengono ripagati dalla gioia dei bambini e dalla gratitudine dei loro genitori quindi, viva il carnevale di Villa. Cristian
Anche quest’anno, l’impegno di genitori e volontari è riuscito nell’obiettivo di rendere felici piccoli e grandi della Comunità. Per questa edizione, abbiamo trasformato l’oratorio in un grande parco giochi nell’atmosfera della favola di “Biancaneve e i sette nani” ed è stata una soddisfazione immensa vedere bambini, ragazzi, famiglie e volontari divertirsi tutti insieme serenamente. Antonio
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Anche quest'anno siamo riusciti ad avere il nostro carnevale in oratorio. Siamo stati fortunati perché il virus non è riuscito a fermarci. Per noi è un appuntamento che si ripete da più di 15 anni ed è sempre un piacere C'è molto da fare, da inventare, cucire, provare, ma c'è anche tanto divertimento. Per noi è un momento di aggregazione che ci raduna nonostante i tanti impegni, che ci fa tornare un po' bambini, ma che soprattutto ci fa capire che non si è mai troppo vecchi per divertirsi Rosalina
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EVENTI IN parrocchia
A conclusione del cammino dei Gruppi del Vangelo nelle famiglie, il gruppo degli animatori si è ritrovato per un momento di verifica dei quattro incontri che - come riportato nel Notiziario parrocchiale del dicembre scorso è giunto al suo sesto anno di vita.
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I GRUPPI DEL VANGELO NELLE FAMIGLIE Una verifica del percorso con qualche piccolo segnale di incoraggiamento Ormai è noto a tutti lo scopo e le modalità di svolgimento di questa esperienza. Ci limitiamo solo a ricordare che quest’anno, a differenza degli anni precedenti, le riflessioni e il confronto dei Gruppi del Vangelo facevano riferimento alla seconda Lettura della domenica successiva anziché al Vangelo come finora avvenuto. E proprio la seconda Lettura riprendeva per tre domeniche alcuni passi tratti dalla 1^ Lettera di San Paolo agli Apostoli ai Corinzi. Attraverso la lettura di questi brani, i partecipanti sono stati invitati ad interrogarsi sulla propria appartenenza alla Chiesa all’interno della vita della comunità parrocchiale. Tra le note positive di quest’anno va segnalata la ricostituzione del Gruppo del Vangelo della Ghiaie, con la possibilità di parteciparvi in orario pomeridiano. Dopo la partenza un po’ in sordina al primo incontro, il gruppo è cresciuto fino a raggiungere in un incontro la presenza di 10 persone. Ciò è stato possibile grazie all’impegno dei partecipanti al primo incontro che si sono dati da fare per far conoscere la proposta con inviti personali alle persone del quartiere. Per due gruppi, i partecipanti sono rimasti gli stessi dello scorso anno, mentre in alcuni dei rimanenti gruppi è stata registrata qualche nuova presenza. Complessivamente l’esperienza dei sei Gruppi del Vangelo è stata vissuta da 68 persone anche se per alcune di loro la partecipazione è risultata saltuaria. Il dato complessivo, sebbene faccia registrare un aumento dei partecipanti rispetto ai 60 dello scorso anno, si attesta comunque attorno a quest’ ultimo numero perché l’anno precedente non era presente il Gruppo del Vangelo delle Ghiae. Ma al netto di ogni dato numerico rimane ciò che l’esperienza ha lasciato tra i partecipanti. Tutti hanno espresso la propria soddisfazione nell’aver partecipato a questo cammino nonostante alcuni si siano limitati ad ascoltare gli altri. E’ stato tuttavia rilevato come rispetto agli anni precedenti, sia cresciuto in generale il livello di partecipazione e di confronto tra le persone soprattutto grazie agli interventi di coloro che negli anni precedenti hanno frequentato i Gruppi del Vangelo. Va detto che i temi proposti nella seconda Lettura non risultavano sempre di immediata comprensione o di facile interpretazione come invece lo erano stati i brani del Vangelo degli anni precedenti. Per questo motivo, gli animatori hanno dedicato un tempo maggiore alla presentazione del contesto sociale, storico-geografico e sociale, dei personaggi e dei luoghi citati nella 1^ lettera di San Paolo ai Corinzi o in quella dello sconosciuto autore della lettera agli Ebrei. Accanto alle note positive, va tuttavia fatto presente, come già avvenuto negli anni precedenti, che la quasi totalità di persone che hanno frequentato i Gruppi del Vangelo, già partecipa con una certa assiduità alle iniziative della parrocchia. Ma se il dato viene accolto positivamente, va osservato come sia venuto un po’ meno il raggiungimento di uno degli obiettivi dei Gruppi del Vangelo da quando sono stai riproposti: quello di coinvolgere in questa esperienza di ascolto della Parola soprattutto le persone che, per diverse ragioni, poco frequentano la vita della comunità. Probabilmente per loro occorrerà pensare ad altre modalità di accostamento alla Parola. Un ultimo rilievo critico è l’assenza, salvo qualche caso, di coppie di sposi. Così viene a mancare un elemento importante dei Gruppi del Vangelo nelle famiglie: quello della presenza della coppie di genitori che forse più di altri avrebbero bisogno di confrontare le propria esperienza di coppia direttamente con altri genitori sui testi della Parola. A conclusione di tutto rimane tuttavia l’incoraggiamento che ci proviene da Gesù stesso “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Matteo 18,20). Ed è ciò che conta più di ogni altra cosa! Maurizio Mazzocchi
Settimana Santa 2020
Parrocchia santi Faustino e Giovita - Villa d’Almè
Figli di Dio e fratelli nel battesimo 9 aprile 2020 - Giovedì Santo
ore 7.45 Ufficio delle letture e Lodi mattutine ore 9.30 S. Messa Crismale in Cattedrale ore 16.00 S. Messa per bambini e ragazzi ore 20.30 S. Messa nella Cena del Signore ore 22.00 Adorazione Eucaristica animata dall’Azione Cattolica ore 23.00 Adorazione Eucaristica per adolescenti e giovani
La Chiesa Parrocchiale rimane aperta durante la notte per l’Adorazione personale
10 aprile 2020 - Venerdì Santo
ore 7.45 Ufficio delle letture e Lodi mattutine ore 9.00 - 11.00 Tempo utile per le Confessioni ore 9.00 Adorazione Eucaristica per adulti ore 10.30 Adorazione Eucaristica per elementari e medie ore 15.00 Via Crucis in Chiesa Parrocchiale e in Oratorio ore 16.00 - 19.00 Tempo utile per le Confessioni ore 20.30 Liturgia nella morte del Signore e processione con il Cristo morto
11 aprile 2020 - Sabato Santo
ore 7.45 Ufficio delle letture e Lodi mattutine ore 9.00 - 11.00 Tempo utile per le Confessioni ore 9.00 Adorazione della croce per adulti ore 10.30 Adorazione della croce per elementari e medie ore 14.30 Benedizione delle uova Pasquali ore 15.00 - 19.00 Tempo utile per le Confessioni
ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale nella Risurrezione del Signore
Profumati di Risurrezione 12 aprile 2020 - Pasqua di Risurrezione
Sante Messe nell’orario festivo ore 17.30 Vespri solenni
13 aprile 2020 - Lunedì dell’Angelo S. Messe nell’orario festivo
INQUINAMENTO INDUSTRIALE… OTTOCENTESCO
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appunti di storia nostra
L
’inquinamento è una drammatica attualità dei nostri giorni: terra, aria e acqua sono beni che, anche con la più sofisticata tecnologia, non si possono “fabbricare”. Il contaminare, l’infettare e deturpare l’ambiente è stata anche nei tempi andati una pratica abitudinaria, senza pensare se ciò era o poteva essere nocivo. Con l’avvento della rivoluzione industriale il problema si accentua. Un esempio ce lo fornisce il caso del nostro linificio sorto nel 1839 sulla sinistra del Brembo, le cui acque sono indispensabili alla sua attività produttiva. E qui cominciano le dolenti note: nel processo che precede la filatura, occorre effettuare il candeg-
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gio della fibra di lino, per renderla perfettamente bianca, brillante e lucente. Operazione non facile, delicata e laboriosa. Oltre all’acqua del fiume serve, in quantità industriale, il cloruro di calce e, non esistendo alcuna forma di depurazione, al termine del ciclo tutto finisce direttamente nel fiume, con conseguenze dannose per chi utilizza quell’acqua, come intossicazioni alimentari e colera. A quel tempo la maggior parte delle case non ha l’acqua corrente, ma si usa quella di pozzi, senza sottilizzare sulla potabilità. Per gli abitanti delle Ghiaie è uso normale l’acqua del Brembo, inquinata dagli scarichi dello stabilimento, e non solo. Purtroppo le lamentele
appunti di storia nostra
MISCELLANEA VILLESE
frammenti di storia nostra
verbali di quella povera gente non trovano ascolto presso i responsabili della Direzione. Un cambiamento, in peggio per quanto riguarda l’inquinamento, si ha nel 1873 sotto la gestione Sessa-Brambilla e C. con l’ampliamento dell’opificio, l’illuminazione a gaz, nuovi macchinari per lo sviluppo della lavorazione del lino e della canapa, e l’aumento delle maestranze. L’onda lunga dell’avvelenamento delle acque raggiunge perfino le Ghiaie di Paladina, compromettendo seriamente la tradizionale attività dei lavandai, che rivolgono una formale supplica al Regio Prefetto di Bergamo: “…le acque che dello Stabilimento Sessa in Villa d’Almè defluiscono alla frazione della Ghiaje di Paladina e che servono per gli usi domestici, pella lavanderia e pel bestiame dell’intiera frazione erano talmente inquinate di catrame e di cloruro, avanzi di depositi di Gas e di sbiancatura di lino in modo che molte famiglie di questi poveri e sgraziati lavandaj dovettero far disperdere la ministra e la polenta già preparata pel loro pranzo, e che sono: Carminati Angelo, Giuseppe e Ferdinando. Benaglia Zaverio e Aurelio. Benaglia Angelo. Leidi Maria, Rossi Domenica. Tutti gli altri che non fecero disperdere il cibo preparato e volendo mangiarlo sentirono forti dolori di ventre ed ebbero vomito; per cui si rivolgono alla saggezza e bontà della S.V.Illustrissima pregando onde abbia a dare energiche e precise disposizioni allo scopo venga tolto un sì grave e dannoso inconveniente”. Il tutto in carta bollata, sottoscritto da 54 “comunisti”. Segue una nota del dottor Giovanni Contro, medico condotto di Paladina e Uniti: “Lavandaj affetti da gravi disturbi intestinali causati dall’aver usata per cibo e per bevanda dell’acqua della seriola, ramo del Brembo, di materie putride inquinata proveniente dallo Stabilimento Sessa”. E la Giunta Municipale conferma quanto esposto, mentre il sindaco Angelo Berizzi legalizza le firme dei suoi paladinesi delle Ghiaie. Ma non basta una supplica! Lo conferma certo Paolo Corti, possidente di Almè, che ricorre anch’egli al Regio Prefetto per ben quattro volte: nel settembre del 1878, nel gennaio del 1880, nel marzo dello stesso anno e infine nel novembre del 1884, dove riferisce che “stà il fatto che le acque sono tutto dì inquinate da così anti igienica materia per cui lo scrivente è costretto con grave spesa ed incomodo di far attingere l’acqua occorribi-
le alla sua numerosa famiglia alla distanza di un kilom. cioè al di sopra dello stabilimento, ove le acque scorrono nella loro purezza. E’ poi da osservarsi che questo stabilimento contiene un migliaio di persone, fra lavoratori servi ed agenti amministrativi, e non ha pozzi neri, per cui oltre il cloruro di calce evvi l’inquinamento delle materie fecali-ammoniacali e pertanto il sottoscritto per la pubblica igiene, trovasi costretto a riprodursi supplicando, perché sotto le più severe sanzioni di legge voglia ingiungere a quella Ditta a dovere indilatamente procedere a quelle operazioni che valgano a disperdere i residui d’imbiancatura.” E si spinge a suggerire al Prefetto di risolvere gli inconvenienti con il far costruire un “pozzo di metri quindici di altezza ed alla distanza di metri venti dal canale scaricatore sulla roggia e perché siano praticati sufficienti pozzi neri per impedire l’inquinamento delle materie fecali…” Negli stessi anni un ennesimo ricorso al Prefetto lo fanno quattro pescatori “…che solevano pescare nel fiume Brembo vicino allo scarico della Roggia animatrice lo stabilimento Sessa e C. ove poco stante e lungo quella costiera del Brembo trovavasi una quantità di eccellente qualità di pesce, fanno osservare a quest’Autorità, che per l’immersione continua che essa Ditta fa nella Roggia del Brembo dei residui servienti all’imbiancatura del lino composti di cloruro di calce ha distrutto, al danno dei poveri pescatori, quel pesce, in opposizione alla vigente legge sulla pesca, arrecando in tal modo un danno non lieve a chi vive di pescagione.” Queste giuste lamentele, unitamente all’intervento del nostro Comune nel 1880, riescono a smuovere l’intransigenza della Direzione che presenta, finalmente, un disegno delle opere da eseguire per deviare lo scarico dei residui del cloruro di calce. Passerà ancora qualche anno per, si badi bene, deviare gli scarichi lontano dalla riva, cioè scaricarli al centro del povero Brembo, e passeranno ancora parecchi decenni per arrivare alla effettiva depurazione. Ma questa è storia recente…
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di Luigi Rota
Circolo Don Milani VILLA D’ALME’
ASSEMBLEA DI FINE MANDATO E CAMBIO ALLA GUIDA DEL CIRCOLO ACLI Giuseppina Pigolotti nuovo Presidente per il prossimo quadriennio 2020-2023 N OT I Z I A R I O PA R R O C C H I A L E - U N A C O M U N I T à I N C A M M I N O - M A R Z O 2 0 2 0
Sabato 8 febbraio il nostro Circolo, alla presenza del Presidente Provinciale Daniele Rocchetti, ha celebrato la sua Assemblea a conclusione del quadriennio 2016-2019 come previsto dallo Statuto nazionale. L’Assemblea è servita a tracciare un bilancio dell’attività svolta nel corso dei quattro anni trascorsi e nel contempo a rilanciare il senso dell’appartenenza alle Acli, alla sua “mission”. Un’attività non ristretta ai 23 soci Circolo, ma aperta al territorio, alla comunità intera con una particolare attenzione alla formazione delle coscienze. Una formazione quindi che non riguardasse solo i pochi iscritti, ma tutti coloro che avessero voluto accogliere le proposte del Circolo per approfondire alcuni temi del bene comune, della cittadinanza attiva, dei diritti dell’uomo. Così è stato per il ciclo dei quattro incontri annuali del Circolo di R-Esistenza: un gruppo di lettura e di riflessione attorno ad un libretto proposto dalle Acli provinciali al quale hanno partecipato anche alcune persone provenienti dai paesi vicini di Almè e Sorisole. In tema di cittadinanza sono stati ricordati gli incontri pubblici promossi dalle Acli, in collaborazione con il Gruppo Noi Giovani di Villa d’Almè, in occasione di alcuni appuntamenti elettorali: il Referendum costituzionale del 2016, la presentazione della nuova Legge elettorale per le Elezioni politiche del 2018, le Elezioni in Europa del marzo 2019. Abbiamo rilevato con piacere come a tutti questi incontri, ci sia stata una buona e interessata partecipazione di cittadini villesi e non. Altro versante su cui si è mosso il Circolo, soprattutto nel 2017, è stato quello dell’accoglienza dei migranti. Dopo due serate dedicate al tema, è stata promossa nel mese di maggio l’iniziativa “ La tavola condivisa” che – ricordiamo consisteva nell’ospitare due stranieri del Centro di accoglienza della Casa di Botta di Sedrina per un pranzo in famiglia e parenti. Nel pomeriggio presso l’Oratorio è stato possibile vivere tutti insieme un momento di preghiera interreligiosa e di festa. Ben 16 famiglie avevano accolto la proposta. Sempre sul tema dei migranti abbiamo
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partecipato alla Campagna nazionale “Ero straniero” per la raccolta delle firme (70 quelle raccolte in una mattinata) a favore del progetto di legge di iniziativa popolare contenente norme per promozione del regolare soggiorno e della cittadinanza. Nell’ambito della partecipazione e della collaborazione con istituzioni, Il Circolo Acli ha aderito ad alcuni progetti di rete come quello recente “Distanze ravvicinate” a livello intercomunale dell’Ambito Valle Imagna- Villa d’Almè. Non è mancato anche il sostegno del Circolo ad alcuni percorsi di formazione per i giovani proposti a livello dalle Acli provinciali sui temi della politica, dell’ambiente, del lavoro, dell’Europa. Per far conoscere e rilanciare la presenza delle Acli nel territorio è stata organizzata nel settembre 2018 una tre giorni “Incontri le Acli” conclusasi una domenica mattina con diversi stand espositivi presso il Parco del Borgo dove sono stati presentati i servizi del Sistema Acli (Patronato, Caf, Cooperative). In realtà la presenza delle persone è risultata inferiore alle aspettative. A conclusione della presentazione del Bilancio sociale, si è passati alla designazione del nuovo Presidente di Circolo, essendo il Presidente Maurizio Mazzocchi ormai in scadenza, dopo due mandati consecutivi. Alla sua guida è stato unanimemente proposto il nome di Giuseppina Pigolotti, da sempre iscritta alle Acli. In questi ultimi quattro anni la sig.ra Pigolotti è stata membro delle Presidenza della Acli Provinciali con la delega all’ Welfare di comunità e componente del Consiglio Provinciale. Nel ringraziarla per la disponibilità ad assumere questo compito per i prossimi quattro anni, il Presidente ha ricordato ai presenti come questa nuova designazione non deve essere letta come un passaggio formale di consegne circoscritto alla persona del Presidente uscente e di quella entrante, ma va intesa come il passaggio di un testimone che riguarda ciascuno dei componenti del Circolo.
Maurizio Mazzocchi
CPAC Centro di Primo Ascolto Interparrocchiale
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Come volontari del Centro di Primo Ascolto di Villa d’Alme’ volevamo ringraziare per la sensibilità e la testimonianza di generosità dimostrata nelle raccolte viveri dell’anno passato. Oggi al Centro non ci si ferma solo al bisogno della prima necessità’ materiale, alla borsa della spesa, bensì si cerca di farsi vicino alle persone con l’ascolto e il dialogo. Ci sono persone che hanno necessità anche solo di sedersi e parlare, essere ascoltati, di riprendere fiducia in se stessi. Insieme stiamo cercando di camminare nella strada difficile delle beatitudini. La beatitudine con la quale Gesù ha inaugurato la predicazione del Regno di Dio è: “Beati i poveri”, proprio ai poveri appartiene il Regno di Dio perché sono nella condizione di riceverlo. Passano i secoli e quella beatitudine evangelica appare sempre più paradossale, i poveri sono sempre più poveri e, oggi, ancora di più. Gesù ha affidato ai suoi discepoli, a noi, il compito di portare avanti questo messaggio con la responsabilità di dare speranza ai poveri. E’ un obiettivo che le comunità cristiane non possono sottovalutare. Ne va della credibilità del nostro annuncio e della nostra testimonianza.Noi con voi cerchiamo di dare testimonianza, di rendere carne la “Voce che invia” quel venticello che ci sussurra di dare Speranza, di creare dialogo e condivisione. Vi assicuriamo che non è facile e che nessuno ha soluzioni o bacchette magiche, ma abbiamo certamente dalla nostra parte il Signore che non abbandona chi lo cerca e quanti lo invocano “Non dimentica il grido dei poveri”. Vi ringraziamo, quindi, e contiamo sul vostro aiuto per continuare insieme come comunità’ cristiane a portare Speranza e conforto ai poveri. Ci accompagni la parola del profeta che auspica un futuro diverso: “Per voi che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” (Malachia 3,20). I volontari del CPAeC
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gruppo AIDO
Con tanta speranza e fiducia che nel nostro paese, nella nostra Italia e nel mondo questa grave emergenza possa, pur lentamente, rientrare e che tutti possiamo, con gratitudine, ritornare alla normalitĂ della nostra VITA...
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gruppo missionario
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QUARESIMA… QUARANTENA 2020 Appena possibile, verrà consegnato nelle famiglie “BONDEKO”, il periodico del Gruppo Missionario Parrocchiale, distribuito di solito nel periodo della Quaresima, sul quale è pubblicata integralmente una riflessione di Don Alberto, cappellano delle Suore Clarisse di Boccaleone, relativo alle restrizioni del CORONA virus. Ne riportiamo un brano significativo che deve far riflettere sulle enormi ingiustizie che caratterizzano la vita delle persone in un mondo globale e interconnesso. “Stiamo sperimentando con mano di essere davvero un piccolo villaggio". Un virus che ci sembrava lontano in pochissimo ci ha raggiunto; non ci sono barriere e confini e ci ritroviamo noi ora dalla parte di quelli “da temere”. Mi fa pensare a certe notizie di tragedie nel mondo dove subito il cronista dice: “nessun italiano è coinvolto” come se questo annullasse la portata della notizia. Il “nostro virus” ci sta chiudendo in una bolla autoreferenziale, ma potrebbe anche aiutarci a pensare che c’è buona parte di questo mondo che ha vissuto questi drammi nella più assoluta indifferenza. Basti pensare a un nome “Ebola”: uomini, donne, bambini che muoiono come mosche, ma la cosa importante è che se ne stessero al di là del mare, senza contagiare noi… Ecco forse il “nostro” virus potrebbe aprirci gli occhi a un mondo che è assediato da virus. E che muore più per dissenteria o morbillo che per chissà quali malattie”. E forse potrebbe renderci più solidali con chi vicino a noi non può uscire di casa o si sente attanagliato dalla paura.
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Questo breve commento ci richiama alle condizioni che i nostri missionari vivono perennemente per le varie malattie che colpiscono la gente con la quale essi convivono (spesso vere e proprie epidemie), il più delle volte nell’indifferenza generale, mettendo essi stessi a repentaglio la propria vita. Pertanto, anche in questa circostanza, dove tutti siamo provati dalla paura, alcuni di noi dal dolore, non dimentichiamoci dei nostri missionari. A loro vada il nostro aiuto, nel ricordo, nella preghiera e con un contributo concreto. Facciamo di questo periodo un tempo propizio, nonostante l’apprensione, ad un esercizio di ragionevole speranza e fiducia. Speriamo di poter informare sulle iniziative in favore delle missioni nelle prossime settimane, quando ci saremo lasciarci alle spalle un’esperienza imprevista che lascerà sicuramente in ognuno un segno profondo.
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ANAGRAFE PARROCCHIALE MARZO 2020
DEFUNTI
Ω Ghilardi Angela in Farina 9. Barcella Teresa Giuliani,- anni di anni 01/03/2020 ✟ ilved. 25.01.2020 75 93 10. Piccoli MariaScrivere ved. Gherardi, di anni 89 è facile… la mano trema, 02/03/2020 ciò che si vuol dire non si blocca, le lacrime 11. Locatelli Renato, di anni 77 il cuore si chiude. Sei stata una brava 05/03/2020 riempiono gli occhi… moglie, sempre pronta a preoccuparsi e condividere ogni momento bello e meno bello a fianco di tuo 12. Ceruti Vittorio, di anni 91 05/03/2020 marito. 13. Mostosi Piergiorgio, di anni 74 05/03/2020 Sei stata una mamma premurosa, attenta, amorevole, sempre pronta a dare 14. Albani Rocchetti Giuseppe, di anni 73 08/03/2020 consigli, senza importi, ma non la volontà di aiutare a far capire il giusto e lo 15. Rota Orazio,sbagliato. di anni 83 08/03/2020 16. Piazzalunga Sei Giuseppe, di anni 64 12/03/2020 stata una nonna adorabile, che viveva nel veder crescere i tuoi adorati nipoti, 17. Scotti Giovanni, di anni 85 10/03/2020 fra coccole, abbracci, pensieri e a volte sgridate, ma con il sorriso. 18. Cattaneo Bruno, di ilanni 12/03/2020 Adoravi mare,78 ti sentivi rinascere quando arrivava il momento di partire: il profumo di del anni mare,71 il sole, la semplicità di una passeggiata in riva al mare la 19. Cortinovis Ernesto, 13/03/2020 mattina per raccogliere le vongole e per prodigarti a preparare un sugo fresco per la 20. Pellegrinelli Eugenio, di anni 69 13/03/2020 tua famiglia… 21. Parietti Concetta, di anni 95 15/03/2020 Ti piaceva la compagnia degli amici. Ti piacevano le cose semplici, perché tu eri 22. Capelli Palma Maria ved. Pozzi, di anni 89 16/03/2020 semplice, solare, sempre con la battuta pronta, accompagnata dal tuo sorriso: la 23. Rota Giovanni, anni 17/03/2020 tua di risata era96 contagiosa, perché riuscivi sempre a strappare un sorriso anche se
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non se ne aveva voglia.
Quanti ricordi invadono la nostra mente! Oggi siamo qui a dire che il tuo percorso è cambiato e noi dobbiamo lasciarti andare. Ma tu sarai nei nostri pensieri ogni momento, perché nel pensiero c’è l’amore. Ti ricorderemo perché nel ricordo c’è la vita. Vivremo come ci hai insegnato tu, perché nella vita tu sei con noi. E quando ci sentiremo tristi e soli, ci basterà alzare gli occhi e noi ti vedremo con il tuo sorriso pronto a rassicurarci. Noi tutti vogliamo ringraziare le persone che le hanno voluto bene, ma lei avrebbe voluto ringraziare e salutare con il suo sorriso suo fratello e le sue sorelle, che in questo periodo non hanno mancato di starle vicino, sostenendo la nostra famiglia. Buon viaggio!
Bertazza Lino ✟ il 27.01.2020 - anni 69 La tua morte inattesa e rapida lascia un grande vuoto in noi ma, un bellissimo ricordo di te.
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Tua moglie Carmen, tuo figlio Matteo con Laura, i tuoi adorati nipotini Francesca e Nicola, tua sorella Tina
DEFUNTI
IL RICORDO DEI LORO CARI Capelli Antonio (Nino) ✟ 17.02.2020 - anni 80
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Caro nonno Nino, quanti ricordi affollano le nostre menti da quando ci hai lasciate. Ogni domenica ci aspettavi con il sorriso per pranzare insieme, ci coccolavi e ci viziavi sempre, dall’ovetto Kinder quando eravamo piccine, alla mancia sotto il piatto che non è mai mancata quando siamo diventate grandi. Le tue battute e le tue barzellette ci facevano sempre ridere e porteremo sempre con noi tutti gli aneddoti che con passione ci raccontavi e i consigli che ci davi. Ci raccontavi spesso anche dei tuoi viaggi a Lourdes e della tua devozione alla Madonna che ricordavi sempre alla sera con una piccola preghiera. Ti ricorderemo per sempre in sella alla tua bicicletta, che tanto amavi, a spasso per le vie del paese con quella solarità e spensieratezza che ti contraddistingueva. Siamo liete di annunciarti che pochi giorni fa sei diventato bisnonno ed è nato Vincenzo, il pronipote che tanto speravi di conoscere. Ora che sei lassù tra gli angeli e le stelle, veglia su di noi e proteggici sempre. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato e trasmesso, ti vogliamo bene, a presto!
Le tue nipoti Federica e Alessandra
Barcella Teresa ved. Giuliani ✟ 01.03.2020 - anni 93 Mamma Teresa, meglio conosciuta dai suoi compaesani come Teresì de Viol, fu una persona semplice, ebbe dal marito Emanuele nove figli, che cercò di allevare secondo i più sani principi morali, essendo anche donna di grande fede in Dio e profonda conoscitrice della Bibbia e del Vangelo. Nonostante le tante difficoltà della sua esistenza, la sua indole fu sempre spinta alla ricerca del sapere, al desiderio di conoscenza di cose nuove, al fervido dialogo con le tante persone con cui amava condividere i pochi momenti liberi, nella sua accogliente casa di Violo, aperta a chiunque si presentasse a bussare alla sua porta in cerca di ospitalità. La sua casa, infatti, fu sempre un sicuro porto di ospitalità per tutti: parenti, amici di famiglia, amici dei suoi figli e amici degli amici. Quante volte ci siamo seduti attorno alla sua tavola imbandita, in quella “cucina di una volta con la stufa a legna”, trascorrendo momenti felici, resi speciali dalla bontà dei suoi arrosti e dalla sua polenta, cucinati con semplicità e maestria, e dai suoi racconti di vicende dei tempi passati! Gli ultimi anni li ha trascorsi presso la Casa di Riposo Baglioni, causa la sua parziale infermità, ma sempre attorniata dalle premurose cure di noi figli. In queste poche righe, della mamma desideriamo ricordare il grande coraggio, l’altruismo e la forza d’animo, il profondo amore per i suoi cari e la fervida fede in Dio: la vogliamo pensare finalmente serena, al fianco del suo caro Emanuele e del fratello Tino, degli amati figli Giambattista ed Enrico, e soprattutto felice di condividere con loro la gioia eterna al banchetto del Padre, insieme a tutte le persone che ha conosciuto in vita e che l’hanno amata e preceduta nel Regno dei Cieli.
Grazie di tutto, mamma! I tuoi figli 27
DEFUNTI
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IL RICORDO DEI LORO CARI Mostosi Piergiorgio ✟ il 05.03.2020 - anni 74 Era una grande passione quella di mio papà per la montagna. Quello a cui penso in queste ore terribili, per alleviare il dolore, è che la montagna l’ha voluto prendere con sé, perché è morto nel posto che amava di più. Mio papà è sempre stato una persona molto precisa nel lavoro e in tutto, pensava sempre prima alla famiglia e lui era la persona che risolveva i problemi. E poi c’era la curiosità e la passione per il viaggio, sia che fosse l’escursione in montagna, sia che fosse un itinerario in giro per il mondo. Aveva percorso parecchie volte il Cammino di Santiago, aveva visitato un sacco di posti, India, Siria, Russia, Marocco, solo per ricordarne alcuni, e negli ultimi quattro anni mi aveva trasmesso il suo forte amore alla montagna. Il Secco, il Madonnino, Corna Piana, Masoni, lo Zerna, l’Arera e il Pizzo tre Signori, tutte vette su cui mi ha portato negli ultimi anni. Per avere 74 anni era un uomo ancora in gran forma, instancabile ed esperto. Tutto quello che ho imparato sulla montagna e la passione che anche io ho, lo devo a lui. Cosi lo ricorda la figlia Serena
Ceruti Vittorio ✟ il 05.03.2020 - anni 91 Caro nonno, te ne sei andato in silenzio, così come è stata la tua vita; una vita semplice. Ci hai accompagnato nella crescita con i tuoi gesti, i tuoi ricordi e i tuoi racconti del tempo passato. Ti ringraziamo per il dono più bello che ci hai fatto: il tempo che ci hai donato ogni giorno.
Locatelli Renato ✟ il 05.03.2020 - anni 77 Solo una cosa ci consola in questo momento: sapere che finalmente raggiungi la tua amata Giusi! Per te è stata particolarmente dura la vita senza di lei in questi lunghi anni, ma con forza e coraggio sei andato avanti. Grazie di cuore per i bei momenti trascorsi insieme. Ora accompagnaci e proteggici dal cielo con la mamma. Con affetto La tua famiglia
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DEFUNTI
Cefis Giacomo 16 febbraio 2017
Farina Giuseppe 02.02.1999
Rota Maria ved. Farina 29.03.2017
Roncalli Giacomo 9 marzo 2006
Cefis Rosina in Roncalli 27.04.2017
Perico Tobia 31.03.1980
Rota Margherita 04.04.2010
Pellegrinelli don Giovanni 30 marzo 1995
Mons. Lino Belotti 23 marzo 2018
Ruggeri don Carlo 4 aprile 2013
Gotti suor Luigia 11 aprile 1983
Bonalumi suor Maria BontĂ 12 aprile 1978
Piazzalunga suor Fulvia 24 aprile 1991
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ANNIVERSARI
Sacerdoti e Religiose
Beretta suor Ersilia 1 aprile 1976
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contatti PARROCCHIA SANTI MARTIRI FAUSTINO E GIOVITA IN VILLA D'ALMÈ
liturgia e sacramenti • EUCARESTIA Giorni feriali: ore 7.00 - 9.00 (da estate a settembre) martedì ore 7.00 - 9.00 - 17.30 giovedì ore 7.00 - 9.00 - 20.30 Giorni festivi (domeniche e solennità) ore 7.30-9.30-11.00 -18.00 • LITURGIA DELLE ORE Giorni festivi :
Lodi Vespro
ore 7.15 ore 17.45
• ADORAZIONE EUCARISTICA Ogni venerdì: dalle ore 9.30 alle ore 11.00 Primo venerdì del mese: dalle ore 9.30 alle ore 11.00 dalle ore 15.00 alle ore 18.00 • CONFESSIONI Ogni giorno feriale: Sabato pomeriggio:
dalle ore 9.00 alle ore 9.30 dalle ore 17.00 alle ore 18.30
• BATTESIMI ore 11,00 ore 15,30
Lunedì 13 aprile 2020 Domenica 10 maggio 2020
catechesi I Elementare
Domenica ore 10.30
II-III-IV-V Elementare Domenica ore 10.30 Mercoledì ore 14.30 I-II-III Media
Domenica ore 10.30 Venerdì ore 14.45
Adolescenti
In settimana ore 20.30
Giovani
Una Domenica al mese ore 20.30
Adulti
Lunedì ore 9.30 - 14.45 - 20.30
don Raffaele Cuminetti Parroco 035 541015 - 333 4220821 e-mail: parrocchiavilladalme@gmail.com don Marco Fornoni Curato 035 541381 - 388 9285048 e-mail: orat.villa@gmail.com don Oliviero Giuliani via Polveriera, 2 035 541376 - 333 2943084 e-mail: oliviero.giuliani@gmail.com don Vittorio Dossi via Ripa, 25 -335 6132392 don Giacomo Locatelli via Gotti,11- 329 2707665 padre Giulio Gualeni Cappellano ricovero 035 6321200 - 338 6164570 Scuola dell'Infanzia "Leone XIII" 035 542035 e-mail: scmaternavilladalme@tiscali.it Sacristi 035 543487 Teatro Serassi 331 9065730 e-mail: cineteatroserassi@tiscali.it Caritas 348 6723166 e-mail: caritas.villa@libero.it Corpo Musicale “Pio XI” 339 3231153 e-mail: info@bandadivilla.it Corale “S. Giovanni Bosco” 035 541015 e-mail: parrocchiavilladalme@gmail.com Rivista missionaria “Bondeko” 328 7399722 e-mail: bondeko2010@gmail.com Casa di riposo “Baglioni” via Mazzini, 12 - 035 632121 Centro di primo ascolto via Ripa, 6 e-mail: caritas.villa@libero.it 331 3100189 - 329 3904519 Martedi’ dalle 09.30 alle 11.00 Sabato dalle 14.30 alle 16.00 Cimitero Tutti i giorni: dalle 8.00 alle ore 17.00