Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita in Villa d’Almè
AVVISI settimana dal 19 al 26 aprile 2020 Seconda di Pasqua
Prima Lettura dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
Salmo Responsoriale Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre (dal Salmo 117)
Seconda Lettura dalla prima lettera di San Pietro apostolo 1,3-9
Vangelo dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31
L
a sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Comunicazioni sulle attività parrocchiali Considerata la sospensione di tutte le celebrazioni in forma pubblica (fino a nuova disposizione): le celebrazioni settimanali saranno celebrate regolarmente, ma senza la presenza dei fedeli (a porte chiuse) e potranno essere seguite da casa attraverso la radio parrocchiale oppure online (parrocchiavilladalme.radio12345.com) o ancora sulla nostra nuova pagina Facebook (www.facebook.com/parrocchiavilladalme) la Chiesa Parrocchiale rimane aperta per la preghiera personale: da lunedì a sabato: dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00; domenica: dalle 8.15 alle 9.15, dalle 10.15 alle 10.45 e dalle 16.00 alle 17.30;
l’Oratorio resta ancora chiuso: sono pertanto sospese tutte le sue attività (catechesi, incontri, calcio, bar, banda, corale,…); Anche per questa settimana abbiamo preparato un nuovo opuscolo con alcune comunicazioni: lo potete trovare in Chiesa e sarà diffuso anche in digitale. Chiediamo a tutti di far arrivare le diverse comunicazioni (avvisi, libretto della Quaresima, opuscolo delle proposte) ad amici, parenti e vicini di casa, sia portando loro il materiale che trovate in Chiesa sia inoltrando quanto ricevete via mail o cellulare dalla Parrocchia.
I NOSTRI DEFUNTI Ci hanno lasciati in questi giorni: Cefis Annamaria e Capelli Angelo, la misericordia di Dio possa accoglierli nella dimora dei Santi, insieme a tutti i nostri familiari e benefattori defunti. Potete trovare l’elenco dei defunti, aggiornato giornalmente, sulla pagina della radio parrocchiale
Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita in Villa d’Almè
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5° edizione - dal 19 al 26 aprile
OPPORTUNITA’ PER PREGARE, SPERARE E SENTIRCI COMUNITA’ ANCHE A DISTANZA COMUNICAZIONI DALLA PARROCCHIA “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” “Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui”. Le parole di Gesù a Tommaso e le parole dell’apostolo Pietro vogliono riconoscere il valore della nostra fede, fondata sulla fiducia e sulla speranza. Continuiamo il nostro cammino di Pasqua con la certezza di essere ogni giorno accompagnati da un Dio che non si dimentica mai di noi ed è ricco di misericordia. don Raffaele
PER RIFLETTERE Messaggio pasquale di mons. Erio Castellucci UNA PIETRA ESITANTE
Quest’anno la pietra tentenna, pare che voglia liberare il sepolcro solo un poco alla volta. I quattro Vangeli del mattino di Pasqua annunciano concordi che le donne, giunte all’alba, trovarono la pietra completamente ribaltata e rovesciata, tanto da poter verificare l’assenza del corpo di Gesù dalla tomba. Ma la nostra Pasqua, quest’anno, è velata da un senso di incompiutezza. Sì, “è risorto, non è qui”… ma il masso non ha scoperto del tutto la bocca del sepolcro. È come se il Signore ci donasse una festa di risurrezione velata da una certa ansia; e come se il respiro fosse ancora trattenuto dall’apprensione e non potessimo cantare convinti l’alleluia; è come se la mascherina, che portiamo per proteggerci e difendere gli altri dal coronavirus, smorzasse anche il nostro inno di gioia pasquale. Un tempo come questo, certamente, sta incidendo così in profondità nel nostro animo, che entrerà nei ricordi incancellabili. E quel pesante sasso, che solo timidamente inizia a farsi da parte, è appoggiato sul nostro cuore oppresso dalla sofferenza. È questo il sepolcro che tarda ad aprirsi, il nostro cuore. Una grande pietra ci è venuta addosso all’improvviso, tra il culmine del carnevale e l’inizio della quaresima, lasciandoci prima increduli e indecisi – chi si è affrettato a minimizzare, con toni anche spavaldi, ha dovuto fare retromarcia – e poi sempre più trepidanti, timorosi e spaventati. La sovrapposizione tra quaresima e quarantena, da alcuni vissuta letteralmente, è stata difficile per tutti, alzando il velo su una realtà di luci e di ombre: le luci della coraggiosa dedizione di medici, infermieri, sanitari, volontari, istituzioni, forze dell’ordine; e quelle della creativa operosità di docenti, ministri delle comunità, psicoterapeuti, lavoratori nelle attività essenziali, nella comunicazione e nei settori industriali, commerciali, bancari, assistenziali; e tanti semplici cittadini e fedeli, attivi in quel fittissimo intreccio di fili sotterranei di carità, di attenzione ai deboli e di consolazione dei più fragili, che non fa notizia, ma regge il tessuto della storia. Sono luci che si mescolano alle ombre: le sofferenze vissute dai malati, parecchi dei quali purtroppo morti; il dolore attraversato dai congiunti delle persone colpite, gli altri ammalati che si vedono rimandare esami ed interventi; e le non poche persone segnate nell’intimo dall’angoscia, più esposte al bombardamento delle notizie, preoccupate per la perdita o la riduzione del lavoro, affrante dall’impossibilità di accompagnare i loro cari defunti nei riti del commiato.
Il virus ha alzato il velo di una realtà che ci avvolge sempre, ma della quale spesso – a meno di essere toccati nella car ne – r i u sciamo a dimenticarci, distratti e impegnati nelle nostre attività. La morte, la malattia, il disagio psichico, la paura, il dubbio, la precarietà, non sono salite da qualche settimana sul treno della nostra vita, ma sono in viaggio con noi da sempre. Solo che talvolta, illudendoci di essere al sicuro negli scomparti business o executive, appoggiando sulle orecchie le cuffie con la musica preferita e visitando il vagone ristorante, fingevamo di non accorgercene. Ora il treno si è fermato, è segnalato un guasto grave, abbiamo dovuto scendere; ora siamo tutti insieme sui binari, in attesa che riparta, e ci rendiamo conto di essere davvero coinvolti in un unico grande viaggio, senza carrozze di prima o seconda classe, senza trattamenti speciali. Il mondo è proprio un “villaggio globale”, la cui salute ora dipende, paradossalmente, anche dalla “distanza” che riusciamo a tenere con i vicini. Ci è imposto di purificare le relazioni prossime, per guadagnare il senso profondo delle relazioni universali. La Pasqua quest’anno avrà dunque il sapore di un annuncio autentico ma non trionfante. Il sepolcro ha solo cominciato ad aprirsi. Del resto anche i discepoli e le donne, pur avendo visto la pietra rotolata via e la tomba vuota e udito l’annuncio della risurrezione di Gesù, hanno continuato per alcune settimane – fino a Pentecoste – a provare timore, spavento e paura (cf. Mc 16,8; Lc 24,37), a nutrire dei dubbi (cf. Mt 28,17; Lc 24,11.23-24.38; Gv 20,25), stentando perfino a riconoscerlo. Sarà per noi una Pasqua che, nella fede in Gesù risorto, ribalterà la pietra a poco a poco, mentre riprenderanno con la giusta cautela le attività consuete. La speranza è che quando, in un tempo certo non prossimo, potremo finalmente dire di essere tornati alla “normalità”, possiamo cantare un alleluia diverso da prima: avendo imparato ad essere meno superficiali, più consapevoli di ciò che davvero conta nella vita, attenti ai fratelli, soprattutto ai più fragili, aperti alla prospettiva della vita eterna. Solo allora la grossa pietra si potrà dire completamente ribaltata dal sepolcro del nostro cuore.
S.E. mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola
I NOSTRI DEFUNTI DI CUI NON ABBIAMO CELEBRATO IL FUNERALE Defunto
Morte
1. Mostosi Piergiorgio, di anni 74 2. Albani Rocchetti Giuseppe, di anni 73 3. Rota Orazio, di anni 83 4. Piazzalunga Giuseppe, di anni 64 5. Scotti Giovanni, di anni 85 6. Cattaneo Bruno, di anni 78 7. Cortinovis Ernesto, di anni 71 8. Pellegrinelli Eugenio, di anni 69 9. Parietti Concetta, di anni 95 10. Capelli Palma Maria ved. Pozzi, di anni 89 11. Gotti Maria Teresa, di anni 73 12. Sarchese Rosetta in Tironi, di anni 63 13. Rota Giovanni, di anni 95 14. Mons. Francesco Perico, di anni 91 15. Ottolino Mariateresa ved. Gotti, di anni 78 16. Gasparini Eugenio, di anni 80 17. Rebecchi Manuel, di anni 47 18. Codazzi Maria Giovanna (Giannina) ved. Cordoni, di anni 86 19. Milesi Pietro, di anni 87 20. Salvi Santina ved. Rota, di anni 83 21. Salvi Vittorio, di anni 89 22. Capelli Giacomina (Mimma), di anni 82 23. Frigeni Maria Giovanna ved. Musitelli, di anni 81 24. Zambelli Angela ved. Mocchi, di anni 95 25. Peroni Rosella ved. Albani Rocchetti, di anni 72 26. Preda Alberto, di anni 81 27. Nigro Giuseppina (Pina) ved. Maulà , di anni 92 28. Gervasoni Anna ved. D’Ambruoso, di anni 90 29. Pellizzoni Enrica ved. Beneggi, di anni 84 30. Mastrapasqua Laura in Belotti, di anni 69 31. Minotti Severino, di anni 89 32. Giuliani Maria ved. Baroni, di anni 92 33. Orlandini Giancarlo, di anni 83 34. Suor Gesuina (Adelaide) Frosio, di anni 96 35. Rota Giuseppina ved. Scalvini, di anni 81 36. Scuderi Vito, di anni 75 37. Tironi Pietro, di anni 84 38. Molinari Giuseppe, di anni 93 39. Mazzola Carlo, di anni 94 40. Cefis Annamaria, di anni 97
05/03/2020 08/03/2020 08/03/2020 12/03/2020 10/03/2020 12/03/2020 13/03/2020 13/03/2020 15/03/2020 16/03/2020 16/03/2020 16/03/2020 17/03/2020 18/03/2020 19/03/2020 19/03/2020 19/03/2020 19/03/2020 20/03/2020 20/03/2020 21/03/2020 21/03/2020 21/03/2020 21/03/2020 23/03/2020 23/03/2020 24/03/2020 25/03/2020 25/03/2020 25/03/2020 26/03/2020 27/03/2020 27/03/2020 27/03/2020 27/03/2020 28/03/2020 29/03/2020 31/03/2020 07/04/2020 13/04/2020 15/04/2020
41. Capelli Angelo, di anni 76
PER RIFLETTERE Riflessione sul Vangelo della II domenica di Pasqua Come noi
È fragile la nostra fede. Ogni fede, soprattutto in questi tempi smarriti e claudicanti, incerti e affaticati. È fragile la mia fede. Soprattutto quando devo confrontarmi con le mie ombre. Quando l'entusiasmo dell'incontro con il Signore si affievolisce, smorzato dalla quotidianità. Soprattutto quando deve fare i conti con i tanti atteggiamenti dei cristiani che contraddicono la fede che professano. Senza diventare i giudici o i censori, senza scivolare nel populismo ecclesiale, senza volere come pastori e compagni di viaggio dei santi con aureola visibile, resta il fatto che questi ultimi decenni hanno lasciato profonde ferite nelle nostre comunità. Allora si entra davvero in crisi. Non ci si capisce più nulla. Anche se Gesù è risorto. Perciò la Chiesa, nella sua immensa saggezza, ha voluto mettere otto giorni dopo l'evento pasquale la festa di Tommaso, patrono dei credenti feriti. E in questa giornata inneggiare alla divina misericordia. Quella che converte, infine. Gemello nostro Grande credente, Tommaso. Un entusiasta, un altruista, un buono. Disposto a seguire Gesù quando questi decide di andare a salvare Lazzaro, anche se la cosa, come sarà, è altamente pericolosa. Uno che getta il cuore oltre l'ostacolo. Poi è arrivato l'uragano. Quell'arresto inatteso, improvviso che tutto ha devastato. E il processo. E la croce. E la morte. La paura, l'orrore, hanno lasciato spazio ad un'altra emozione: la vergogna. Vergogna per essere fuggiti. Dodici ore dopo avere ricevuto il pane del cammino, la presenza eucaristica. Vergogna per non averlo difeso. Per non essere rimasto. Almeno come le donne. Tutto evaporato. Ma quale fede? Quale cambiamento? Gli altri, poi.
Voi? Quando Tommaso trova il coraggio e riappare nella stanza superiore ritrova tutti gli altri. Non fa in tempo a parlare che viene assalito dal loro entusiasmo. Lo abbiamo visto. È lui. È davvero risorto. Il cuore di Tommaso è un pezzo di ghiaccio. Cosa? Come? Chi? Proprio loro gli parlano del risorto. Proprio i suoi compagni che, come lui, hanno fallito. Orribili ed inutili discepoli. Non crederò, sentenzia Tommaso. Non può credere alle parole dette da persone tanto incoerenti. Eppure resta. Non se va sbattendo la porta o, peggio sentendosi diverso. Fa benissimo. Eccolo Viene apposta per lui, il Signore. Perché ogni pecora è importante, perché Tommaso è importante. Viene apposta per lui e gli mostra le ferite dei chiodi, il colpo di lancia. Come a
dire: so che hai sofferto, Tommaso. Anch'io ho sofferto. Guarda. E Tommaso cede. Primo fra gli umani a professare Dio quel Cristo. E piange di gioia perché ogni dubbio, ogni dolore scompare quando è condiviso col risorto. Siamo noi Tommaso. Sono io. Entusiasta e fragile, contraddittorio e inutile, appassionato e incoerente. Sono io, Tommaso, mio gemello. Io ferito dall'incoerenza della Chiesa. Io che ferisco con la mia incoerenza. Eppure, con chi cosa, con chi crede, libero e vero.
OPPORTUNITA’ DALLA PARROCCHIA
Ascolto delle celebrazioni della nostra Parrocchia attraverso la radio parrocchiale oppure attraverso internet all’indirizzo:
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da lunedì a sabato: dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00; domenica: dalle 8.15 alle 9.15, dalle 10.15 alle 10.45 e dalle 16.00 alle 17.30
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Considerato il perdurare dell’impossibilità di celebrare le S. Messe con l’assemblea, ci impegneremo, tutte le volte che ci sarà possibile, a trasmettere le dirette Facebook delle liturgie svolte a porte chiuse. In tutti i casi, resta comunque attivo il servizio streaming della radio parrocchiale. Già da ora ci scusiamo per eventuali problemi tecnici: facciamo del nostro meglio. Grazie!
II DI PASQUA: DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA Santa Faustina Kowalska nel 2000 è stata canonizzata da papa Giovanni Paolo II. Viene venerata in tutto il mondo come l'Apostola della Divina Misericordia.
Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita Piazza Carboni, 5/a 24018 Villa d’Almè (Bg) Tel. e Fax 035/541015 Email parrocchiavilladalme@gmail.com
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