25ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

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25ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C (verde) 22 SETTEMBRE 2019

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on potete servire Dio e la ricchezza». Siamo persone veramente abili e sapienti nella misura in cui sappiamo andare incontro ai bisogni dei poveri e di chi è concretamente in difficoltà. I beni della terra, dono del Signore, segno della sua benedizione e della provvidenza che non abbandona nessuno, possono diventare un ostacolo nella sequela del Signore Gesù nel momento in cui non ci fanno più sentire il grido del povero e vedere le necessità di chi ci sta accanto. La ricchezza, quando accieca e indurisce il cuore, può diventare un idolo, un “altro dio”. Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà. È questa la logica del Vangelo che mai deve venire meno nella Chiesa, nelle nostre famiglie e comunità, nella vita quotidiana di ogni vero credente.

«Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore, in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre». Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito

in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.

ATTO PENITENZIALE

COLLETTA

ANTIFONA D’INGRESSO

in piedi

Cel. Fratelli e sorelle, il Signore ci chiama ad agire con giustizia e a sostenere chi è nel bisogno. Riconosciamo i nostri peccati. (Breve pausa di silenzio) Cel. Pietà di noi, Signore. Ass. Contro di te abbiamo peccato Cel. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ass. E donaci la tua salvezza Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Cel. Signore, pietà. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà. Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, pietà. Ass. Signore, pietà

INNO DI LODE Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace

Cel. O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure Cel. O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa’ che, alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen

La prima lettura è una denuncia contro coloro che comprano con il denaro dei poveri. Attra-


verso il profeta, Dio si fa difensore dei poveri. La seconda lettura contiene delle norme ben precise che Paolo affida al vescovo di Efeso. Egli chiede innanzitutto la preghiera per i governanti. La preghiera, però, non deve escludere nessuno. È per tutti. Fondamento di questo comando è la volontà salvifica universale di Dio. Il Vangelo obbliga a compiere una scelta concreta: servire Dio o mammona (la ricchezza). La parabola dell’amministratore infedele potrà essere fraintesa. Ciò che interessa non è l’uomo ricco, o l’amministratore con i suoi debiti e i suoi debitori, né la disonestà con cui questi agisce (che non è lodata dal Signore), bensì l’abilità nel maneggiare il denaro, abilità che deve essere trasferita nella vita cristiana. Tale abilità consiste nel venire incontro ai bisogni dei poveri e nel comprendere che Dio è l’unica realtà che merita la nostra attenzione.

PRIMA LETTURA

Seduti

Dal libro del profeta Amos (8,4-7) 4 Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, 5voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo l’efa e aumentando il siclo e usando bilance false, 6per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche lo scarto del grano”». 7Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe: «Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE

(Sal 112)

Rit. Benedetto il Signore che rialza il povero

Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, Rit. da ora e per sempre. Su tutte le genti eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto e si china a guardare sui cieli e sulla terra? Rit. Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo. Rit.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2,1-8) Figlio mio, 1raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. 3Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. 5 Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, 7e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo - dico la verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. 8Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO

in piedi

Alleluia, alleluia. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia.

VANGELO (16,1-13 [forma breve: 16,10-13]) Dal Vangelo secondo Luca Ass. Gloria a te, o Signore [In quel tempo, 1Gesù diceva ai discepoli:] «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5 Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: 6“Tu quanto devi al mio padrone?” Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?” Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua


ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. 10 [Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza»]. Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo

PROFESSIONE DI FEDE

in piedi

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, annunciare il Regno di Dio significa accogliere i poveri e cambiare il nostro modo di agire e di pensare. Lettore Diciamo con fiducia:

Ass. SIGNORE, INSEGNACI A DONARE CON GIOIA! 1. Perché la Chiesa sia sensibile ai bisogni dei poveri e di quanti vivono in difficoltà non solo economiche, ma anche spirituali, culturali, sociali e morali. Preghiamo. 2. Perché nelle nostre città ci siano luoghi di accoglienza per gli emarginati e quanti sono affamati. Preghiamo. 3. Perché nel lavoro quotidiano santifichiamo la nostra vita e testimoniamo l’amore di Dio che è provvido verso i suoi figli. Preghiamo. 4. Perché impariamo a denunciare ogni forma d’ingiustizia, soprattutto lo sfruttamento del lavoro minorile e degli immigrati. Preghiamo. 5. Perché celebrando l’Eucaristia comprendiamo che il Signore ci chiama a pregare per tutti, affinché ogni uomo sia salvato. Preghiamo. Cel. O Padre, misericordia infinita: allontana da noi la cupidigia e l’idolo del potere. Fa’ che ti serviamo, come Gesù, tuo Figlio, negli ultimi e negli ammalati, mettendo a disposizione i nostri beni. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

SULLE OFFERTE

in piedi

Cel. Accogli, o Padre, l’offerta del tuo popolo e donaci in questo sacramento di salvezza i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

PREFAZIO DELLE DOMENICHE X Il giorno del Signore È veramente giusto benedirti e ringraziarti, Padre santo, sorgente della verità e della vita, perché in questo giorno di festa ci hai convocato nella tua casa. Oggi la tua famiglia riunita nell’ascolto della parola e nella comunione dell’unico pane spezzato, fa memoria del Signore risorto nell’attesa della domenica senza tramonto, quando l’umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia. Con questa gioiosa speranza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce l’inno della tua gloria.

MISTERO DELLA FEDE Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.


PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire. Tutti: Padre nostro...

SCAMBIO DELLA PACE Cel. In Cristo, che ci ha resi tutti fratelli con la sua croce, scambiatevi un segno di riconciliazione e di pace.

FRAZIONE DEL PANE Cel. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE Hai dato, Signore, i tuoi precetti, perché siano osservati fedelmente. Siano diritte le mie vie nell’osservanza dei tuoi comandamenti. Oppure «Non potete servire a Dio e a mammona», dice il Signore.

DOPO LA COMUNIONE

Attualizzare la Parola Il Signore è veramente l’unico Dio della nostra vita? In chi riponiamo la fiducia ogni giorno? Oggi, il Padre ci chiama ad amarlo e a servirlo con tutto il cuore, come nostro unico Signore. Per fare questo, dobbiamo stare attenti alla cupidigia della ricchezza, ossia alla chiusura del cuore che può avvenire nel momento in cui ci dimentichiamo dei bisogni concreti del prossimo. Si tratta di avere un cuore aperto, di carne, libero, puro, generoso. Il Signore ama chi dona con gioia e chi lo riconosce nei poveri.

in piedi

Cel. Guida e sostieni, Signore, con il tuo continuo aiuto il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti, perché la redenzione operata da questi misteri trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen

Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica di Dio onnipotente, Padre Ass. Amen e Figlio ✠ e Spirito Santo. Cel. Nel nome del Signore, andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Un cuore di fanciullo Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come sorgente. Ottienimi un cuore semplice, che non si ripieghi sulle proprie tristezze; un cuore generoso nel donarsi, pieno di tenera compassione; un cuore fedele e aperto, che non dimentichi alcun bene, e non serbi rancore di alcun male. Creami un cuore dolce e umile, che ami senza esigere d’essere riamato, felice di sparire in altri cuori sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino. Un cuore grande e indomabile, che nessuna ingratitudine possa chiuderlo e nessuna indifferenza stancare. Un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, con piaga che non rimargini se non in cielo. (LEONCE DE GRANDMAISON).

Dio e Mammona Tra i signori creati dagli esseri umani vi è Mammona, il denaro, la ricchezza. Gesù si serve di un termine aramaico, Mamòn (che ricorre significativamente, in greco, anche in Lc 16,9), quasi a personificare questa potenza che aliena gli uomini e le donne, li rende suoi schiavi, chiedendo loro di porre in lei la loro fiducia (non a caso il termine è legato alla radice semitica ’aman, che indica l’aderire con fede). Sì, le ricchezze e il denaro, mezzo decisivo del rapporto tra gli uomini e i beni materiali, mezzo al quale non è possibile sottrarsi, possono diventare dei signori, dei padroni, capovolgendo la logica del rapporto: da strumento, da mezzo di servizio, a padroni che chiedono di essere serviti. La ricchezza diventa allora facilmente un idolo. Ecco perché il discepolo di Gesù, chiamato a diventare un servo del Dio vivente, non può prestare alcun servizio al dio denaro, non può restare in un silenzio complice quando la ricchezza, come un Moloch, divora i poveri, quelli che per l’appunto mancano del denaro e dei beni di sussistenza. Non si può, quindi, servire Dio e Mammona: bisogna riporre la fiducia solo in Dio.

La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco, Dir. Antonino Carillo – Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Cell. 3472968637. E-mail: lapasqua@hotmail.com – CCP 14306807 Intestato a: Curia Prov. dei Frati Minori Conventuali Convento S. Lorenzo M. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.


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