26ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C (verde) 29 SETTEMBRE 2019 105ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: “Non si tratta solo di migranti”
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ra noi e voi». Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla nostra capacità di donare agli altri tutto quello che abbiamo e siamo. Oggi, ancora una volta, il Vangelo ci mette in guardia dalla cupidigia dei beni, dalla tentazione di trovare nella ricchezza e nel benessere materiale il nostro punto di riferimento. Il vero discepolo è colui che tiene lo sguardo sempre in alto, verso i beni del cielo, verso quella patria che si è resa visibile nella vita di Gesù Cristo che ha vinto la morte e il peccato. Tuttavia, il vero discepolo tiene anche i piedi ben piantati a terra e sa riconoscere la presenza del Signore nei poveri, negli ultimi, nei migranti, in quanti sono esclusi dalla vita sociale. Diversamente, la ricchezza ci farà chiudere in noi stessi e non ci permetterà di vedere i bisogni dei poveri né di sentire il loro grido. L’Eucaristia che celebriamo apre i nostri cuori alla condivisione, all’accoglienza degli ultimi, alla premura verso chi soffre e si sente solo e abbandonato.
ANTIFONA D’INGRESSO in piedi Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi l’hai fatto con retto giudizio; abbiamo peccato contro di te, non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti; ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi secondo la grandezza della tua misericordia. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, il Signore ha proclamato beati i poveri in spirito: egli è la nostra vera ricchezza. Chiediamo perdono per i nostri peccati. (Breve pausa di silenzio) Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen
Cel. Signore, pietà Cel. Cristo, pietà Cel. Signore, pietà
Ass. Signore, pietà Ass. Cristo, pietà Ass. Signore, pietà
INNO DI LODE Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Cel. O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure Cel. O Dio, tu chiami per nome i tuoi poveri, mentre non ha nome il ricco epulone; stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi, poni fine all’orgia degli spensierati, e fa’ che aderiamo in tempo alla tua Parola, per
credere che il tuo Cristo è risorto dai morti e ci accoglierà nel tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Rit.
SECONDA LETTURA La prima lettura riprende la denuncia del profeta contro l’ingiusta forma d’arricchimento. Non c’è insulto più grande all’indigenza dei poveri del lusso sfrenato e vergognoso dei ricchi. Contro di essi parla Amos in nome di Dio, minacciando il castigo. Andrà in esilio chi si dà a una vita dissoluta. La seconda lettura continua l’esortazione che Paolo rivolge a Timoteo circa la necessità di conservare in modo irreprensibile il comandamento del Signore. In questo capitolo, Paolo oppone all’ideale di vita dei falsi cristiani l’elevatezza morale dei veri discepoli di Cristo. Come campione di quella fede che lo ha distinto, Timoteo deve conservare intatta la sua condotta di vita. Suo è il dovere di vigilare. Il Vangelo è un monito che esige dai discepoli di imparare ad arricchirsi davanti a Dio, considerando cioè le necessità dei poveri. È questo il messaggio della parabola di Lazzaro e il ricco epulone.
PRIMA LETTURA
Seduti
Dal libro del profeta Amos (6,1a.4-7) 1a Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! 4Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. 5 Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; 6 bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. 7Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti». Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 145)
Rit. Loda il Signore, anima mia
Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affaRit. mati. Il Signore libera i prigionieri. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Rit.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (6,11-16) 11 Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. 12 Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. 13 Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, 14ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, 15che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, 16il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
CANTO AL VANGELO
in piedi
Alleluia, alleluia. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia.
VANGELO Dal Vangelo secondo Luca
(16,19-31)
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, per-
ché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25 Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27 E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
PROFESSIONE DI FEDE
in piedi
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, (si china il capo) e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Carissimi, il Signore ci chiede di accogliere la sua Parola e di riconoscerlo nei poveri e nelle persone che hanno più bisogno di aiuto e di sostegno.
Lettore Diciamo con fiducia: Ass. DONACI, SIGNORE, UN CUORE NUOVO! 1. Perché la Chiesa sia aperta alla missione e riconosca la presenza del Signore negli ultimi e nelle persone che hanno abbandonato per necessità la propria patria, preghiamo. 2. Perché i governanti delle nazioni siano promotori di uno sviluppo integrale che tenga conto dei poveri e delle generazioni future, preghiamo. 3. Perché le nostre famiglie, illuminate dalla grazia del Vangelo, tendano alla giustizia, alla pietà, alla fede e alla carità, preghiamo. 4. Perché l’Eucaristia che celebriamo ci renda più sensibili alle necessità del prossimo e solleciti verso gli ammalati e gli anziani, preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, fonte della vita, tu che ascolti il grido del povero e ami i giusti, accogli la preghiera di questa tua famiglia che oggi celebra la Pasqua della settimana; fa’ che impariamo a riconoscerti in ogni persona che ci passa accanto. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Accogli, Padre misericordioso, i nostri doni, e da quest’offerta della tua Chiesa fa’ scaturire per noi la sorgente di ogni benedizione. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO DELLE DOMENICHE I Il mistero pasquale e il popolo di Dio È veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Mirabile è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale: egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista, per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, proclamiamo esultanti la tua lode.
MISTERO DELLA FEDE Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Guidati dallo Spirito di Gesù e illuminati dalla sapienza del Vangelo, osiamo dire. Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. Nello Spirito del Cristo risorto datevi un segno di pace.
FRAZIONE DEL PANE Cel. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Ricorda, Signore, la promessa fatta al tuo servo: in essa mi hai dato speranza, nella mia miseria essa mi conforta. (Sal 119,49-50) Oppure Da questo abbiamo conosciuto l’amore di Dio: egli ha dato la sua vita per noi, e anche noi dobbiamo dar la vita per i fratelli. Oppure «Il povero fu portato dagli angeli nel seno di Abramo, il ricco nell’inferno tra i tormenti».
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell’anima e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica di Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio Non bisogna escludere nessuno «Non si tratta solo di migranti: si tratta di non escludere nessuno. Il mondo odierno è ogni giorno più elitista e crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati. Le guerre interessano solo alcune
regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i più vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e si lasciano le “briciole” del banchetto (cf. Lc 16,19-21). “La Chiesa in uscita [...] sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi” (Esortazione apostolica Evangelii gaudium, 24). Lo sviluppo esclusivista rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. Lo sviluppo vero è quello che si propone di includere tutti gli uomini e le donne del mondo, promuovendo la loro crescita integrale, e si preoccupa anche delle generazioni future» (FRANCESCO, Messaggio per la 105ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato). Attualizzare la Parola Siamo aperti agli altri e capaci di misericordia o viviamo chiusi in noi stessi schiavi del nostro egoismo? La parabola evangelica di Lazzaro e dell’uomo ricco, presentata dalla liturgia di oggi, favorisce una sincera riflessione sulla qualità della vita cristiana. Chiuso nella sua «bolla di vanità», il ricco epulone non aveva capacità di guardare oltre e non si accorgeva di cosa accadesse fuori del suo mondo chiuso. Egli pensava solo a se stesso, alle sue ricchezze, alla sua buona vita. Quale eredità ha lasciato quest’uomo?. Sicuramente, non è come un albero piantato lungo i corsi d’acqua, ma come pula che il vento disperde. Quel Lazzaro, con i suoi bisogni e le sue miserie, le sue malattie, era proprio il Signore che bussava alla porta, perché quest’uomo aprisse il cuore e la misericordia potesse entrare. E, invece, il ricco «non vedeva», «era chiuso» e per lui oltre la porta non c’era niente. Il brano evangelico è utile a tutti noi per sollecitarci alcune domande: «Io sono sulla strada della vita o sulla strada della menzogna? Quante chiusure ho nel mio cuore ancora? Dove è la mia gioia: nel fare o nel dire?», e ancora: la mia gioia è «nell’uscire da me stesso per andare incontro agli altri, per aiutare», oppure «la mia gioia è avere tutto sistemato, chiuso in me stesso?».
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco, Dir. Antonino Carillo – Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Cell. 3472968637. E-mail: lapasqua@hotmail.com – CCP 14306807 Intestato a: Curia Prov. dei Frati Minori Conventuali Convento S. Lorenzo M. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.