Dialogo e accoglienza croazia

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DIALOGO E ACCOGLIENZA: POPOLI, RELIGIONI E CHIESE A CONFRONTO La sfida della fraternità universale

Carissimi amici, colleghi, studenti e fedeli, vi ringrazio sinceramente per avermi invitato a questo Convegno che si svolge nella bellissima Terra di Croazia che è tra due sponde, l’Oriente e l’Occidente, ove le speranze e il desiderio per la pace e l’unità tra i popoli e gli stessi cristiani, così come l’attesa per una convivenza fraterna, insieme a tanti conflitti e a tensioni del Novecento e degli inizi del nuovo millennio, costituiscono una memoria viva carica di autentici sentimenti di amicizia, di perdono, di dialogo, di accoglienza e di solidarietà1. C’è una fedeltà a Dio e alla terra che non possiamo disattendere e che non deve essere assolutamente tradita. Lì dove il cristiano è segno dell’amore di Dio per il bene del mondo e del prossimo, lì si costituisce concretamente – perché si rende visibile – la fraternità, quell’umano simbolico e relazionale, comunionale, capace di tessere sempre e nuove e autentiche relazioni interpersonali2. Abbiamo bisogno del dialogo tra le persone e le comunità di fedi differenti per rinsaldare il vincolo di amicizia e per lavorare assieme per la pace, l’unità, la solidarietà, soprattutto per aiutare le famiglie e le comunità di minoranza a integrarsi sul nostro territorio. In più occasioni, papa Francesco, prendendo a modello san Francesco e lo “spirito di Assisi”, ha affermato che «il dialogo ecumenico e interreligioso non è un lusso. Non è qualcosa di aggiuntivo o di opzionale, ma è essenziale, è qualcosa di cui il nostro mondo, ferito da conflitti e divisioni, ha sempre più bisogno. In effetti, le credenze religiose e la maniera di praticarle influenzano ciò che siamo e la comprensione del mondo circostante. Esse sono per noi fonte d’illuminazione, saggezza e solidarietà e in tal modo arricchiscono le società in cui viviamo». Infatti, prendendoci cura della crescita 1

Nell’ultimo sinodo pan-ortodosso che è stato celebrato a Creta dal 20 al 25 giugno 2016, sia nel Messaggio finale, sia nell’Enciclica conclusiva, si è posta l’attenzione all’unità dei cristiani, alla necessità del dialogo tra le religioni e dell’accoglienza dei migranti, come altresì al confronto con le minoranze religiose. Le Chiese ortodosse hanno deciso di convocare un Concilio ogni 7/10 anni e di mettersi in ascolto del dolore, delle angosce e del grido di giustizia e di pace dei popoli. Cf. Enciclica del santo e grande Sinodo della Chiesa ortodossa (Creta, 2016), nn. 6-18, in http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=2301:enciclica-del-santoe-grande-sinodo-della-chiesa-ortodossa&catid=286:santo-e-grande-sinodo&Itemid=334&lang=it [ultimo accesso 4-4-2018]; Messaggio del grande e santo Sinodo ortodosso, nn. 2-8, in http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=2296:messaggio-del-santoe-grande-sinodo-della-chiesa-ortodossa&catid=286:santo-e-grande-sinodo&Itemid=334&lang=it. Il Messaggio è stato firmato dai rappresentanti del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, del Patriarcato di Alessandria, del Patriarcato di Gerusalemme, della Chiesa di Serbia, della Chiesa di Romania, della Chiesa di Cipro, della Chiesa di Grecia, della Chiesa di Albania, della Chiesa di Cechia e di Slovacchia [ultimo accesso il 4-4-2018]. 2 «La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare. Se vive effettivamente la sua maternità, la comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada, accompagna con pazienza, si fa vicina nella preghiera e nelle opere di misericordia»: (FRANCESCO, Messaggio per la 101ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato “Chiesa senza frontiere, Madre di tutti” [3-9-2014], in http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/papafrancesco_20140903_world-migrants-day-2015.html [ultimo accesso 11-4-2018].

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