DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE (rosso) 5 APRILE 2020 35ª Giornata della gioventù: “Giovane, dico a te, alzati!” (Lc 7,14)
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l Re d’Israele». Questa settimana incomincia con la processione festosa con i rami di ulivo: tutto il popolo accoglie Gesù. I bambini, i ragazzi cantano, lodano Gesù. Ma questa settimana va avanti nel mistero della morte di Gesù e della sua risurrezione. Ascolteremo la Passione del Signore. Chi siamo in questo racconto? Chi siamo davanti a Gesù? Sentiremo tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, alcuni maestri della legge, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l’opportunità di prenderlo. Siamo noi come uno di loro? Si farà anche un altro nome: Giuda. Siamo come lui? O forse siamo come quei discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La nostra vita è addormentata? O siamo come i discepoli, che non capivano che cosa fosse tradire Gesù? Come quell’altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada: siamo noi come loro? Siamo, forse, come Pilato? Quando vediamo che la situazione è difficile, ci laviamo le mani e non sappiamo assumere le nostre responsabilità e lasciamo condannare – o condanniamo – le persone? Siamo come quella folla che non sapeva bene se era in una riunione religiosa, in un giudizio o in un circo, e sceglie Barabba? Siamo come i soldati che colpiscono il Signore, gli sputano addosso, lo insultano, si divertono a umiliarlo? Siamo come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce? Forse, siamo come quelli che passavano davanti alla Croce e si facevano beffe di Gesù. O, invece, siamo come quelle donne coraggiose, e come la Madre di Gesù, che erano lì, soffrivano in silenzio? Siamo come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore, per dargli sepoltura? Siamo come le due Marie che rimangono davanti al Sepolcro piangendo, pregando? Dov’è il nostro cuore? A quale di queste persone assomigliamo? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana!
COMMEMORAZIONE DELL’INGRESSO DEL SIGNORE IN GERUSALEMME
PRIMA FORMA: Processione All’ora stabilita, i fedeli si radunano in una chiesa succursale o in altro luogo adatto con in mano i rami di ulivo o di palma. Il sacerdote e i ministri si recano al luogo dove si è radunato il popolo. Intanto si canta l’antifona seguente o un altro canto adatto:
ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore: è il Re d’Israele. Osanna nell’alto dei cieli. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:
Cel. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito
Il sacerdote rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole. Lo può fare con queste parole o con altre simili:
Carissimi, Cristo Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della Pasqua. Egli è il Messia atteso nei secoli e finalmente sulla croce si rivela a noi come Signore dell’amore e della vita. Accompagniamo con fede ardente il Figlio di Dio nel suo ingresso a Gerusalemme. Dopo l’esortazione, il sacerdote dice a mani giunte la seguente orazione:
Cel. Dio onnipotente ed eterno, benedici ✠ questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Ass. Amen E, senza nulla dire, asperge i rami con l’acqua benedetta. Segue la proclamazione del Vangelo dell’ingresso del Signore.