DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE (rosso) 14 APRILE 2019
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io mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Quando la sofferenza, il dolore, l’ingiustizia e la morte bussano alle porte delle nostre case e famiglie, o della nostra stessa vita, mettiamo in dubbio ogni cosa, anche l’esistenza e la presenza di Dio. La morte di Gesù in croce, sul versante umano, è il segno del male nel mondo, della violenza che opprime il giusto, fino alla sua stessa morte. Dove c’è un “Crocifisso” lì è pure presente il segno dell’irredenzione del mondo, di qualcosa che manca alla piena e definitiva redenzione! Fino a quando i poveri continueranno a morire e gli empi a vivere con tranquillità, il Vangelo resterà annuncio di un bene futuro che non si è realizzato in pienezza. Nella sua morte, Gesù vive l’esperienza dell’abbandono, del sentirsi solo. Da qui il grido forte del giusto che non vede via d’uscita, che attende un gesto concreto della potenza e dell’amore di Dio che è l’Onnipotente. Tuttavia, la Domenica delle Palme e della Passione del Signore non contiene solo il grido del giusto abbandonato che sfoga il suo dolore, ma anche il canto fiducioso del Figlio che si consegna nelle mani del Padre dicendo «nelle tue mani consegno il mio Spirito». Così, la morte di Gesù, del Figlio unigenito, diventa un atto infinito di amore ed è segno eterno dell’amore di Dio per noi, per l’umanità. Entriamo nella Settimana Santa con la certezza che Dio è fedele e che in Cristo ci ha donato tutto se stesso. Oggi, in ogni Diocesi, si celebra la 34ª Giornata della Gioventù: i giovani sono i veri protagonisti della missione delle Chiese nel mondo, mettiamoci in ascolto dei loro sogni, desideri e progetti.
COMMEMORAZIONE DELL’INGRESSO DEL SIGNORE IN GERUSALEMME
PRIMA FORMA: Processione All’ora stabilita, i fedeli si radunano in una chiesa succursale o in altro luogo adatto con in mano i rami di ulivo o di palma. Il sacerdote e i ministri si recano al luogo dove si è radunato il popolo. Intanto, si canta l’antifona seguente o un altro canto adatto:
ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore: è il Re d’Israele. Osanna nell’alto dei cieli. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:
Cel. Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito Il sacerdote rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole. Lo può fare con queste parole o con altre simili:
Carissimi, Cristo Gesù entra in Gerusa-
lemme per dare compimento al mistero della Pasqua. Egli è il messia atteso nei secoli e finalmente sulla croce si rivela a noi come Signore dell’amore e della vita. Accompagniamo con fede ardente il Figlio di Dio nel suo ingresso a Gerusalemme. Dopo l’esortazione, il sacerdote dice a mani giunte la seguente orazione:
Cel. Dio onnipotente ed eterno, benedici ✠ questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Ass. Amen E, senza nulla dire, asperge i rami con l’acqua benedetta. Segue la proclamazione del Vangelo dell’ingresso del Signore.
VANGELO Dal Vangelo secondo Luca (19,28-40)
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, 28Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. 29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli