SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - ANNO C (bianco) 23 GIUGNO 2019
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V
oi stessi date loro da mangiare». Chi sono coloro a cui dare da mangiare? La risposta la troviamo all’inizio del brano evangelico: è la folla, la moltitudine. Gesù sta in mezzo alla gente, l’accoglie, le parla, la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo ad essa sceglie i Dodici per stare con lui e immergersi come lui nelle situazioni concrete del mondo. E la gente lo segue, lo ascolta, perché Gesù parla e agisce in un modo nuovo, con l’autorità di chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del Volto di un Dio che è amore. E la gente, con gioia, benedice Dio. Noi siamo la folla del Vangelo: cerchiamo di seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con lui nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni. Chiediamoci: come seguo io Gesù? Gesù parla in silenzio nel Mistero dell’Eucaristia e ogni volta ci ricorda che seguirlo vuol dire uscire da noi stessi e fare della nostra vita non un nostro possesso, ma un dono a lui e agli altri. Maria, la Madre di Gesù, diventa per noi un modello autentico e concreto per seguire Gesù e per accoglierlo dentro di noi ogni giorno.
INNO DI LODE ANTIFONA D’INGRESSO
in piedi
Il Signore ha nutrito il suo popolo con fior di frumento, lo ha saziato di miele della roccia. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito
ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, Gesù è il pane del cielo che ha donato la sua vita in riscatto per tutta l’umanità. Prima di accostarci al banchetto divino, riconosciamo ogni nostro peccato. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, pane di vita, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, calice della nuova alleanza, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, che ci chiedi di sfamare i poveri e i bisognosi, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla Ass. Amen vita eterna.
Cel. Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Cel. Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre... Ass. Amen Oppure Cel. Dio Padre buono, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, donaci il tuo Spirito, perché nella partecipa-
zione al sommo bene di tutta la Chiesa, la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie, espressione perfetta della lode che sale a te da tutto il creato. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen La prima lettura parla dell’offerta del pane e del vino da parte del sacerdote Melchisedek, figura misteriosa: è una profezia, un preannuncio dell’offerta che verrà fata da Gesù Cristo vero e sommo sacerdote che sarà immolato sulla croce. La seconda lettura ci riporta a una delle più antiche testimonianze sull’Eucaristia che è il memoriale della nuova alleanza. Il Vangelo riprende il miracolo dei pani e dei pesci. Gli stessi apostoli sono invitati da Gesù a dare da mangiare alla gente del deserto. Questa moltiplicazione prelude già all’Eucaristia, al rendimento di grazie dell’ultima cena e al ministero degli apostoli e della Chiesa. Cristo non ci lascia nella nostra fame: egli ci sazia con il dono della sua parola e del suo corpo.
SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (11,23-26) 23 Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». 26 Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
SEQUENZA La sequenza è facoltativa e si può cantare o recitare anche nella forma breve, a cominciare dalla strofa: Ecco il pane.
Dal libro della Gènesi In quei giorni, 18Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, 20e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». E [Abramo] diede a lui la decima di tutto. Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a Dio
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nùtrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.
SALMO RESPONSORIALE
CANTO AL VANGELO
PRIMA LETTURA
Seduti (14,18-20)
(Sal 109)
Rit. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore
in piedi
Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.
VANGELO Dal Vangelo secondo Luca
(9,11b-17)
Oracolo del Signore al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Rit. Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! Rit. A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato. Rit. Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». Rit.
Ass. Gloria a te, o Signore In quel tempo, Gesù 11bprese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare
viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Parola del Signore. Ass. Lode a te, o Cristo
SIMBOLO DEGLI APOSTOLI in piedi Io Credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, (si china il capo), il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI Cel. Fratelli e sorelle, il Signore Gesù ci ha donato il suo corpo e ci chiede di sfamare le attese dei poveri, degli ultimi, di chi ha bisogno del nostro aiuto, di soccorso fraterno. Lettore Diciamo con fiducia: Ass. ASCOLTACI, O SIGNORE! 1. Perché il Santo Padre sia sostenuto da tutte le comunità cristiane nell’annuncio del Vangelo e nell’aiuto concreto da portare ai poveri della terra, preghiamo. 2. Perché ogni Chiesa sia luogo di accoglienza e di solidarietà verso gli ultimi, preghiamo. 3. Perché nelle nostre famiglie si riscopra il culto all’Eucaristia, il bisogno dell’adorazione, della preghiera, dell’invocazione silenziosa del Signore, preghiamo. 4. Perché il pane della carità e il frutto della giustizia non manchino mai nelle mense delle nostre case e parrocchie, preghiamo. 5. Perché la nostra vita sia un continuo rendimento di grazie che sale a Dio, preghiamo. Intenzioni della comunità locale Cel. O Padre, tu che ci hai donato il Cristo tuo Figlio e lo Spirito Santo, accogli la preghiera di questa comunità e fa’ che sempre
sentiamo nel cuore il desiderio della tua parola e del pane di vita. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
SULLE OFFERTE
in piedi
Cel. Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre, i doni dell’unità e della pace, misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo. Per Cristo nostro Signore. Ass. Amen
PREFAZIO L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso, per Cristo nostro Signore. Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa. Per questo mistero del tuo amore, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode.
MISTERO DELLA FEDE Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta.
PREGHIERA DEL SIGNORE Cel. Il Signore ci ha donato il suo Spirito. Con la fiducia e la libertà dei figli diciamo insieme. Tutti: Padre nostro...
SCAMBIO DELLA PACE Cel. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna.
FRAZIONE DEL PANE Cel. Il Corpo e il Sangue di Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Gesù prese i cinque pani e i due pesci e li diede ai discepoli, perché li distribuissero alla folla. Alleluia.
DOPO LA COMUNIONE
in piedi
Cel. Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare in questo sacramento
del tuo Corpo e del tuo Sangue. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi. Ass. E con il tuo spirito Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio ✠ e Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace. Ass. Rendiamo grazie a Dio L’amicizia con Cristo «La vita spirituale del cristiano consiste essenzialmente nella consapevolezza della propria amicizia con Cristo. Questa realtà profonda è stata messa in risalto da san Giovanni Battista (cf. Gv 3,29-30). Semplici parole che assommano tutto l’atteggiamento cristiano nella vita dello spirito. L’amico del Cristo gli sta vicino e lo ascolta, è inebriato di gioia nell’udire la voce dello Sposo. La vita spirituale è, prima di tutto, uno “starsene lì” a disposizione di Dio, è un riposo davanti alla sua Maestà, un atto di presenza davanti al Signore. Maria, la sorella di Marta, stava anche lei seduta ai piedi del Signore (Lc 10,39) in un tranquillo atteggiamento di fiducia. Quindi, a noi non viene chiesto uno sforzo di concentrazione o l’osservanza di date regole da premettere alla meditazione vera e propria, ma solo quell’atteggiamento di ricettività in cui siamo coscienti della presenza e dell’amicizia di Cristo. Questo semplice metodo d’orazione può essere applicato a tutti gli istanti della nostra esistenza così spesso agitata. Non è necessario poter disporre di lunghi silenzi per prepararsi alla preghiera e alla meditazione. In metropolitana, in autobus, per strada è sempre possibile raccogliersi un attimo per “starsene lì” davanti a Cristo, sicuri della sua amicizia. Bisogna essere convinti che questa “presenza di Dio” è tutta la vita spirituale, anche se sono vari i mezzi che la favoriscono e l’alimentano. Nella nostra movimentata civiltà della tecnica e delle masse c’è posto per questa “presenza a Dio” per la quale bisogna trovare mezzi intonati alla nostra vita moderna» (MAX THURIAN).
Attualizzare la Parola Da dove nasce l’invito che Gesù fa ai discepoli di sfamare essi stessi la moltitudine? Nasce da due elementi: anzitutto dalla folla che, seguendo Gesù, si trova all’aperto, lontano dai luoghi abitati, mentre si fa sera, e poi dalla preoccupazione dei discepoli che chiedono a Gesù di congedare la folla perché vada nei paesi vicini a trovare cibo e alloggio. Di fronte alla necessità della folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico delle necessità degli altri, congedandoli con un pietoso: “Che Dio ti aiuti”, o con un non tanto pietoso: “Felice sorte”, e se non ti vedo più… L’Eucaristia è il Sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo per vivere insieme la sequela, la fede in lui. Allora dovremmo chiederci tutti davanti al Signore: come vivo io l’Eucaristia? Il verbo dare “Dare” significa “condividere”. Che cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due pesci. Ma sono proprio quei pani e quei pesci che nelle mani del Signore sfamano tutta la folla. E sono proprio i discepoli smarriti di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello che possono mettere a disposizione, a far accomodare la gente e a distribuire – fidandosi della parola di Gesù – i pani e pesci che sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto. Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!
La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Commenti a cura di E. Scognamiglio Via Tribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: lapasqua@hotmail.com - CCP 11298809. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Grafica di Boutros Naaman, testi musicali di Domenico Lando.