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EDITORIALI

Con la Primavera anche il PASS cambia pelle: nuovi redattori, nuovo grafico, Eugenio, e io che tenterò di gestire la pazza redazione di PASS. Per un anno è stato Tommaso il cervello di PASS, per la grafica, ma anche per lo spirito generale, e sarà difficile prendere il seguito del maestro. Non abbiamo ancora avuto l’occasione di ringraziarti Tom, adesso è arrivata. Mi rendo conto solo adesso di quanto ti sei fatto il culo per far nascere questi 7 numeri!! Allora GRAZIE ! E intanto noi lo vogliamo far vivere questo giornale, vogliamo continuare a farvi scrivere, disegnare, fare foto, e dare un’anima a quest’ateneo. Allora per celebrare la nuova stagione editoriale e la nuova stagione tout court, l’innalzamento della temperatura, i fiori, le terrazze di bar che si riempiono, i pollini che ci fanno starnutire, questo numero si tinge di… rosa. Questa volta potrete leggere dall’esorcismo ai demoni della burocrazia italiana, ammirare lo stile tamarro di Sarkò, sapere tutto della storia dei clip video, e anche saperne di più sul Festival di cinema di Verona che si svolgerà dal 11 al 20 Aprile e dove, spero, andrete numerosi. E non dimenticatevi : ad Aprile potrete anche ammirare le migliori foto che hanno partecipato al concorso “Fuori dal Cliché” in biblioteca Frinzi, con la premiazioni il 3 Aprile alle 11 !! Buona lettura. Juliette Eccoci qua, finalmente sono riuscito a partorire il nuovo PASS, che esce (lo so, lo so...) con colpevole ritardo rispetto al solito. Portate pazienza, dal prossimo numero dovrebbe essere tutto più semplice (almeno spero). Ah si, sono Eugenio, nuovo grafico e redattore occasionale . Ricevo il testimone da Tommaso, che bontà sua mi ha dato una mano per

PASSWORLD

BREVI - ATTUALITÀ Brevi dal mondo .............................................................................. 4 DOWN IN ALBION Rowan Williams, Mick Jagger, Bananas................................... 5 QUELLA SCRITTA SUL MURO IN SAN VITALE Guerra, Pace, Studenti ................................................................. 5 RELIGIOSITA’ O SUPERSTIZIONE? Viaggio nel mondo dell’esorcismo ......................................... 6/7 IL MESTIERE DELLE ARMI Il caso Blackwater ....................................................................... 8/9 CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO Giornata mondiale della lentezza ............................................. 10 IL TEMPO SI FERMA ALLA STAZIONE TERMINI Frozen Termini a Roma............................................................... 10

grazie al contributo dellʼUniversità di Verona

PASSATENEO

PRIMO PIANO: FACCIAMO RUMORE L’odissea del permesso di soggiorno ....................................... 3 DIARIO D’ACCADEMIA Ad un passo dall’ultima chiamata ............................................ 11 BESTIARIO Lente di ingrandimento sull’Ateneo ................................... 14/15 SENTI VERONA E POI PARLI L’influenza del dialetto scaligero sugli studenti “foresti” ...... 15

PASSATEMPO

TRE CANZONI PER TRE Note, immagini, ricordi................................................................ 12 CANZONI DA GUARDARE Storia del Videoclip dagli anni ‘20 a oggi......................... 12/13 VERONA FILM FESTIVAL Intervista al direttore Paolo Romano ................................. 16/17 NERO - RUBRICA DI PAROLE Questo mese la prima parte di una lunga poesia ............... 16 LIBRI Leggere Lolita a Teheran ............................................................17 EVENTI Stefania Gatta ha selezionato un po’ di cose da fare .........18 PASSTYLE - RUBRICA DI MODA Armani, Bruni e Sarkozy ............................................................. 19

questo mio primo numero. Buona lettura e buona caccia ai refusi (eheh). Eugenio

prodotto

Inviate i vostri testi a PASS - pass.vr@libero.it - oppure consegnateli direttamente alla redazione. Gli scritti devono essere inediti e autografi, ogni manoscritto a noi pervenuto non verrà restituito. La redazione si riserva il diritto di apporre qualsiasi correzione o modifica, nonchè la decisione finale in merito alla pubblicazione.

PASS - Parola agli studenti Periodico mensile (o quasi) di informazione Registrazione Tribunale di Verona n° 1748 del 31.3.2007 Direttore responsabile: Angelo Perantoni Proprietario ed Editore: in attesa di passaggio. Redazione chiusa il 18 marzo 2008 PER i TESTI SI RINGRAZIANO: Paolo Perantoni, Giovanni Ghisu, Stefano Negro, Giovanni Cobianchi, Luigi Tasca, “Alanus”, Juliette Ferdinand, Pietro Firrincieli, Maurizio Miggiano, Silvia Caucchioli, Federico Longoni, Carlo Bortolozzo. A tutti coloro che abbiamo dimenticato: grazie. Si ricorda che il contenuto del singolo articolo non definisce il pensiero della redazione. PER LE FOTOGRAFIE: google, flickr, Pietro Firrincieli PER IL PROGETTO GRAFICO: Eugenio Belgieri (l’erede) LA FOTO DI COPERTINA È DI: Boh. Qualche amico del Gigi. Boh. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato, ma che sono stati dimenticati nei ringraziamenti. Stampato dala tipografia CIERRE - Sommacampagna, VR COPYRIGHT: le condizioni di utilizzo di testi e immagini, laddove è stato possibile, sono state concordate con gli autori. Se ciò non è stato possibile, l’editore si dichiara pronto a riconoscere un giusto compenso. Tutti i diritti sono riservati, Testi, grafiche e fotografie sono coperte da copyright. Ogni copia degli stessi è illecita.


PRIMO PIANO

FACCIAMO RUMORE...

PASSATENEO

Esperienza vissuta da una studentessa messicana iscritta da due anni allʼuniversità di Verona… MRC

Il 17/11/2007 ho ricevuto questo sms:

“Assicurata 0**********8, Rif. Istanza 0**********1: Comunichiamo convocazione il 05/01/2009 alle **:** per FOTOSEGNALAMENTO. Convocazione presso Q.ra VERONA – Ufficio Immigrazione di VERONA, Lungadige Galtarossa, 3” Mittente: MININTERNO Sì, avete letto bene, la convocazione per il fotosegnalamento del nuovo Permesso di Soggiorno Elettronico(PSE) che mi hanno dato è per il 05 GENNAIO 2009!!! Peccato che il mio permesso sia scaduto il 31 dicembre del 2007…. Io comunque non ci credevo… avevo sentito parlare sui tempi geologici della burocrazia italiana, ma non riuscivo a concepire il fatto di avere un appuntamento a più di un anno di distanza, soprattutto se il mio permesso scadeva a fine anno, PIU’ DI UN ANNO PRIMA DI POTER RINNOVARLO. Allora, ingenuamente ero convinta che c’era qualcosa di sbagliato su quel sms, che poi, tra l’altro, una convocazione “formale” via SMS???? E cosa succedeva se perdevo il cellulare, mi veniva rubato, mi si rovinava la scheda o per puro caso del destino il mio cellulare semplicemente si disintegrava o decideva di andare in un’altra dimensione? Piena di dubbi e di incertezze, credendo che tutto fosse solo un incubo, perchè semplicemente la logica non mi permetteva di credere che tutto fosse vero, mi sono diretta verso la questura, allo sportello informazioni. Ero sicura che lì mi direbbero che, in fatti, l’sms era sbagliato, che in realtà l’appuntamento l’avevo per il 5 gennaio 2008 e che non dovevo preoccuparmi, che in realtà tutto era un malinteso… Oh! I bei sogni! Arrivando in questura la signorina dello sportello Informazioni mi ha ricevuto di mal modo, e quando le ho posto il mio problema (le ho detto che mi era arrivato un sms con una convocazione per rinnovare il permesso di soggiorno in una data leggermente lontana), mi ha guardato con una faccia che secondo me voleva dire “si cara, lo so che è ridicolo, ma purtroppo è così”… io ho ripetuto la mia domanda mentre lei annuiva… “ma l’appuntamento allora, ce l’ho per il 5 gennaio 2009?!?”, e lei continuava ad annuire… “ma allora non è sbagliato?!?!?” e lei faceva di no con la testa, “ma…ma…il mio permesso scade il 31 dicembre di quest’anno”, e lei annuiva... Più tranquillamente, mi ha poi spiegato che la mia richiesta di rinnovo, insieme al mio permesso scaduto erano validi come se fosse il permesso rinnovato, al meno fino alla data del appuntamento. Che poi, l’appuntamento non è in realtà per rinnovare il permesso tout court, ma ti fanno andare per farti le foto digitali, prendere la tua impronta digitale e registrarti nella nuova banca dati elettronica degli immigranti. Dopo un pò (speriamo non un anno) ti arriva una nuova convocazione per presentarti in questura a ritirare il tuo nuovissimo e bellissimo Permesso di Soggiorno Elettronico,

un’interessante tesserina che alla scadenza potrà essere rinnovata automaticamente con il solo invio postale dei documenti necessari, e non ci sarà più bisogno di tornare in questura per ritirare un permesso cartaceo. Tutta questa procedura inventata, ovviamente, per facilitare il rinnovo dei permessi.(?!) Non finisce qui, però… Completamente sconvolta dalla ridicolezza di questa spiegazione, ho provato a calmarmi, e ho ricominciato ad interrogare la signorina, che al meno sembrava di capire il ridicolo di tutto quanto… Le ho chiesto se comunque prima o poi mi arriverebbe un documento cartaceo con l’informazione contenuta nel sms (ancora paurosa di perdere o distruggere il cellulare prima di poter salvare il numero di assicurata o di riferimento). Risposta: “no”. “Ma…ma… come??” ho detto.. “devo portare l’sms quel giorno per poter fare la procedura?” e lei annuiva. Frustrazione, paura, inquietudine…oppure voglia di ridere?? Ricominciai: “Mi scusi, ultima domanda… sto per fare un viaggio a casa, starò via un mese e tornerò quando il mio permesso di soggiorno sia già scaduto… avrò qualche problema?”. Fortunatamente al meno un po’ di senso comune c’è in questo paese, giacché mi ha detto che anche in questo caso il mio permesso scaduto insieme alla mia richiesta di rinnovo era un documento valido. Per la prima volta da che avevo letto l’sms ho tirato il fiato, anche se è durato solo un attimo. Risulta che questo è valido solo se viaggio per tornare a casa, e altrimenti non posso uscire dal paese prima di avere il permesso di soggiorno rinnovato. HELP!!!!! Sono prigioniera dell’Italia… Ok, ok, sto esagerando. Ma sul serio, quest’anno volevo andare a Belgrado (in Serbia) a trovare un’amica, e adesso non posso perché qualcuno ha deciso di inventarsi questo meraviglioso metodo per rinnovare i permessi… giustificando che così si garantisce la legalità della procedura e si controlla meglio il numero di immigranti in Italia. Ma pensateci un po’… nel mio caso questa procedura non fa altro che infastidire; invece favorisce a chi magari non è in regola con i documenti, perché ha un anno per mettere tutto a posto. Bene per loro, ma gli altri? Alla fine la signora dello sportello mi ha confortato, dicendomi che è probabile che l’appuntamento sia spostato in avanti e che devo controllare ogni tanto sul sito se questo accade; oppure posso fare una richiesta via fax direttamente alla questura di Verona per anticipare l’appuntamento in caso di urgenza. Alla fine, sì, ma intanto? Quante persone riescono a resistere fino in fondo questa marea di informazioni, a volte contraddittorie, spesso incomprensibili? Quanti vanno via o rimangono senza documenti perché semplicemente non riescono a capire cosa devono fare? Ho anche ipotizzato che il vero requisito per ottenere il permesso di soggiorno non sia avere le carte in regola, ma la capacità di resistere la burocrazia italiana… Vedremmo se ce la faccio…

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NOTIZIE DAL MONDO

•KOSOVO La Serbia ha

notificato oggi alla Croazia una ‘forte protesta’ dopo il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo da parte di Zagabria. Ha deciso inoltre di richiamare per consultazioni il suo ambasciatore nella capitale croata. Ne hanno dato notizia fonti ufficiali croate.

spazzatura nostrana

•TIBET Ancora scontri

tra i dimostranti tibetani e le forze militari cinesi, Benedetto XVI rompe il silenzio: “Tristezza e dolore per la sofferenza di tante persone”. Il portavoce del leader tibetano: “Dialogo con la Cina”. Intanto su Youtube compare il video dei mostra manifestanti che ammainano la bandiera cinese e issano quella tibetana.

•PASQUA La Pasqua 2008

sarà la più ‘bassa’ mai vista da quasi tutti i viventi. Solo i quasi centenari ne hanno vissuta una in una data così arretrata. La Pasqua 2008 cade infatti il 23 marzo, il secondo giorno possibile, come non accadeva dal 1913, e come non si ripeterà fino al 2160. Per trovare la Pasqua nella data più ‘bassa’ possibile (il 22 marzo), bisogna invece risalire addirittura al 1818.

•SOMALIA Ancora una

violenta battaglia tra insorti islamici e truppe etiopiche e governative a Mogadiscio. Almeno 9 morti,tra cui un paio di civili. Dal 2007 nella capitale somala si sono contati circa 7.000 morti ed oltre 600.000 profughi, mentre dall’Onu giunge un segnale importante: la ‘non esclusione di un possibile impegno militare dei caschi blu’ in Somalia’. Anche se viene precisato con chiarezza che ‘al momento non ci sono condizioni di sicurezza per tale intervento’.

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•IRAQ/2 Il “fallimento

catastrofico” nella conduzione della guerra in Iraq da parte dell’amministrazione Bush ha fatto sì che gli Stati Uniti si siano impantanati in un conflitto da incubo senza via d’uscita. Lo ha detto l’ex comandante Usa in Iraq. La sferzante dichiarazione del generale in pensione Ricardo Sanchez è uno dei più duri atti d’accusa mai rivolti da un capo militare che è stato coinvolto nella guerra. “C’è stata una disgraziata e clamorosa esibizione di incompetenza strategica da parte dei nostri leader nazionali”, ha detto Sanchez ad un gruppo di reporter di guerra. “L’America prosegue la sua disperata lotta in Iraq senza sforzarsi di individuare una strategia che porti alla ‘vittoria’ in quel paese devastato dalla guerra o nel più ampio conflitto contro l’estremismo”, ha detto.

•GRECIA Per la terza

volta in tre mesi la Grecia e’ stata paralizzata oggi da uno sciopero generale contro la riforma delle pensioni. L’approvazione del progetto di legge e’ attesa per domani. Per i sindacati la partecipazione allo sciopero e’ stata altissima, per il governo invece attorno al 31%. In migliaia hanno attraversato il centro di Atene suonando tamburi e cantando slogan per protestare contro la riforma che e’ richiesta da anni dall’Ue. La polizia ha usato anche lacrimogeni.

•USA n iPod o un iPho-

ne un po’ piu’ caro, ma con accesso illimitato al catalogo musicale di iTunes. E’ il progetto di Apple. Secondo il Financial Times, il colosso informatico avrebbe offerto all’industria discografica 20 dollari per iPod, ma non ci sarebbe ancora nessun accordo. Secondo ricerche di mercato, gli utenti pagherebbero fino a 100 dollari extra per aver accesso illimitato alla musica online, oppure un abbonamento mensile di 7-8 dollari.

•UK Ha ottenuto un pa-

gamento di 24,3 milioni di sterline, ma Heather Mills ha perso la battaglia per non pubblicare la sentenza di divorzio. L’ex signora McCartney intendeva fare appello contro la pubblicazione, affermando che i dettagli in essa contenuti mettono a rischio la privacy e la sicurezza di sua figlia Beatrice. I giudici dell’Alta Corte di Londra le hanno negato pero’ la stessa possibilita’ di presentare l’appello, stabilendo che il documento verra’ reso pubblico.

•CILE Ennio Morricone

e’ giunto a Santiago del Cile accompagnato dall’Orchestra sinfonica di Roma per due concerti all’aperto.Tutti esauriti i 20mila biglietti gratis per i concerti del 19 e 20 marzo. Nel quadro di una vera e propria Morricone-mania, la quotazione dei biglietti gratuiti aveva raggiunto oggi gli

85 euro per un biglietto e 115 euro per una coppia sul sito www.deremate.com. L’evento culturale accompagna a margine la visita di Stato del presidente Giorgio Napolitano.

•ARTICO e prime tracce

di inquinamento causate dall’uomo al Polo Nord risalgono ad almeno 130 anni fa. Lo sostiene uno studio della Societa’ Meteorologica Americana, basato sui rapporti dei primi esploratori del continente. Secondo i satelliti, l’Artico si avvicina sempre piu’ alla perdita del ghiaccio perenne: lo scioglimento e’ dovuto alle temperature miti e si prevede che nel 2013 l’Oceano Artico,d’estate,sara’del tutto privo di ghiacci.

•FRANCIA

Bollywood spopola a Parigi con Padmavati: successo di pubblico, critica e tutto esaurito dalla prima rappresentazione. Gia’ con il film Devdas (2002) il regista indiano Sanjay Leela Bhansali aveva travolto il pubblico europeo: una storia d’amore romantica e finita tragicamente. Come quella di Padmavati - in scena fino al 24 marzo - opera del compositore americano Albert Roussel (1869-1937), ‘un’opera essenzialmente decorativa’.

•ITALIA L‘ecstasy come

la demenza: una delle sostanze d’abuso più diffuse fra i giovani provoca nel cervello alterazioni del tutto simili a quelle prodotte dalla demenza, e in particolare quelle che si verificano nella malattia di Alzheimer. Apprendimento e memoria risultano essere le capacità più colpite, anche quando si assume una sola pasticca. Risulta dalla ricerca italiana pubblicata online sul Journal of Neuroscience e condotta nei laboratori del Neuromed, l’Istituto neurologico mediterraneo di Pozzilli (Isernia).


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DOWN IN ALBION

“The brain may take advice but not the heart and love having no geography knows no boundaries” Truman Capote

FRANCESCO GRECO

You know what they say: ‘hell is paved with good intentions’ and I hope that the proposal made by the Archbishop of Canterbury, Rowan Williams, will remain only “a good intention”. Rowan Williams declared that the English law should incorporate aspects of the ‘sharia’ law, the Islamic law which permits infibulation and other abuses on women. The statement embarrassed Her Majesty the Queen and many other members of the Church of England. Apple cheeked impressionist Rory Brenner feels some sympathy for the Archbishop: “I’ve been doing Rowan Williams for a number of years now. And I sense his frustration. Islam has sharia and fatwas to frighten people. All the Archbishop has is his hair. He is living proof that God has a sense of humour!”. Quite a hilarious remark. Not a good time to be hilarious for Sir Mick Jagger who was informed by a former FBI agent that a group called Hell Angels once planned to kill him. The attempt to kill the famous rock star was made after the infamous Altamont Speedway Free Concert in 1969, which the Rolling Stones had organised and for which the motorcycle gang reportedly provided security. But in the aftermath of a girl being stabbed by a group of

Hell Angels, Mick Jagger refused to use their services again. For this reason the gang was planning to kill him by breaking into his house by means of a …boat! “The Hells Angels were so angered by Jagger’s treatment of them that they decided to kill him,” said Tom Mangold, who presents the series FBI at 100. “A group of them took a boat and were all tooled up and planned to attack him from the sea. They planned the attack from the sea so they could enter his property from the garden and avoid security at the front. The boat was hit by a storm and all of the men were thrown overboard. All survived and there was not said to have been any further attempt on Jagger’s life.” “Time flies like an arrow. Fruit flies like a banana” said the famous comedian Groucho Marx and this is certainly the case for many grocer’s in the UK who are going bananas for a unique red version of the fruit. Red bananas are native to Colombia and Ecuador in south America. The fruit, which has a sweet slightly raspberry flavour and creamy white pink flesh, has now been imported to Britain for the first time. Morrison’s supermarket say it is proving very popular with customers and stocks have sold out in many of their stores. “As far as we know we’re not ready for a Monarchy of the Bananas” said Woody Allen .

QUELLA SCRITTA IN SAN VITALE ROBERTO CARRISI alias “BOB MEDUSA”

Saranno le nuvole plumbee che danno una colorazione grigia alle strade della città permeate dopo alcuni giorni di caldo da un’aria umida e fredda. I cappotti scuri sono tornati subito a riempire le sedie e i tavoli dell’aula studio di San Vitale. C’è una nota di tristezza in questo, o forse c’è sempre il solito silenzio interrotto di tanto in tanto dalla porta taglia-fuoco che si apre e si chiude e confonde l’aria alle chiacchiere di chi fa pausa davanti alla porta; chiacchiere perse fra le orde di pagine dei libri e i fogli volanti degli appunti. Chiacchiere perse nelle ore di studio, surrogati di idee che forse un giorno prenderanno forma in una definizione, in un articolo, un titolo su un blog. Ma questa è normale routine, storia di ogni giorno per gli abituali frequentatori di San Vitale. Il fatto è che qualcuno le sue chiacchiere, la sua conclusione o il suo pensiero non l’ha voluto perdere fra gli aromi del caffè della macchinetta questa volta. Un gesto repentino, sarà stato il tempo o un momento no, fatto sta che il tizio che nella notte ha scritto a caratteri cubitali con spray blu nel corridoio la sua, sbagliata o giusta che sia, l’ha detta e ha voluto che tutti la leggessero: “Chi studia è contro ogni guerra”. Il simbolo della pace tracciato nell’interno della “o” finale di “contro”, le due erre con la gamba stilisticamente arrotondata della parola “guerra” denotano una certa cura nell’esecuzione dell’opera, la fredda calma di chi è convinto di quello che scrive e ci tiene a farlo uscire bene, anche esteticamente. Si può essere d’accordo oppure no, si può decidere di discutere del gesto, dell’imbrattamento o del senso della frase. Si può dire che faceva meglio a scriverlo sul proprio quaderno o che dovrebbe pubblicarlo almeno su “PASS”, fatto sta che oggi a San Vitale l’autore di questa frase le chiacchiere nel momento della pausa le ha monopolizzate. Chiunque sia stato ha gridato in silenzio e lo ha fatto in un luogo di studio dove, per favore, si faccia poco casino ma dove le idee di tutti si coltivano e poca importanza ha il colore dello spray.

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Foto: flickr.com - licenza creative commons.

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“Empio non è chi rinnega gli dèi del volgo, ma chi le opinioni del volgo applica agli dèi” Epicuro

RELIGIOSITÀ O SUPERSTIZIONE? Considerazioni deliranti di un miscredente forse offuscato dal demonio GIOVANNI GHISU

Chi come me crede che internet sia un mezzo di informazione libero che se usato in modo intelligente permette di trovare ciò che si cerca senza dover far ricorso a finti dibattiti televisivi, sa già come questi ultimi tendano a fare il possibile e l’impossibile per evitare che l’istituzione di turno possa in qualche modo trovarsi in imbarazzo di fronte a questioni poco convenienti. Le domande vere, si sa, non si fanno quasi mai. In questo periodo di anniversari per il miracolo di Lourdes e di dibattiti pre-elettorali, la vespizzazione di buona parte della tv mira a far sì che ai dibattiti sulla laicità dello stato, sul testamento biologico, sull’eutanasia, o sul Papa alla Sapienza, non ci sia spazio per personaggi o affermazioni che potrebbero palesare manifestazioni di religiosità che si credevano estinte e sepolte insieme al drago di San Giorgio e che, invece, sebbene in un relativo silenzio, non solo vengono permesse ma talvolta addirittura rinvigorite. Un caso particolarmente stupefacente è dato dalla predicazione di Don Gabriele Amorth, niente meno che fondatore e Presidente

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dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti nonché esorcista ufficiale della diocesi di Roma. Giochino: fingete che il testo a seguire sia di epoca sconosciuta e che dobbiate dargli una datazione basandovi solo sui contenuti; a quale epoca lo attribuireste? In caratteri normali cito un piccolo estratto della relazione di un incontro tra lui e dei fedeli, reperibile sul sito http://esorcismo. altervista.org/risposta_domande.htm (di cui consiglio la lettura integrale). Alle perdonabili ingenuità dei fedeli risponde un deciso fautore di una tolkeniana guerra tra gandalfiani superuomini e sauroniani mostri. Corsivi miei. Domanda : Questo fatto che Le sto per dire mi è stato raccontato da mia madre. Ero piccolissimo, avevo circa un anno quando una signora venne ad abitare vicino a casa nostra. All’inizio sembrava molto gentile, ma poi piano piano divenne sempre più aggressiva specialmente con mia sorella che aveva circa tre anni. Mia madre incominciò ad insospettirsi, dato che io e mia sorella stavamo spesso

male e cercò di allontanarla. Io non mangiavo e non dormivo più e stavo davvero molto male. Si sono poi trovati tre chiodi grandi 10 centimetri conficcati nel legno della mia culla e tutta la mia culla era piena di migliaia di buchi tutt’intorno. Mia madre si preoccupò e subito si rivolse ad una parente che conosceva una signora la quale già sapeva cosa era successo e le diede una bustina con del sale e un’immagine di San Gabriele dell’Addolorata. Inoltre predisse a mia madre tutto quello che poi avvenne. Facendo ciò che la signora aveva detto a mia madre, la vicina di casa cominciò a star male, tanto che la notte urlava, e dopo sei mesi fu costretta ad andar via. Sapemmo poi dalla portiera dello stabile che questa donna faceva cartomanzia. Questi sono fatti soprannaturali con intervento demoniaco? Che rapporto ci può essere tra la malattia psicologica che ho avuto e una possibile magia o maleficio?

Ora consiglierà di non saltare a conclusioni affrettate, in fondo che strumenti ha per sapere che i chiodi non sono di sostegno? Che i buchi non sono dovuti a tarme o simili? E poi il sale! Suvvia, spieghiamolo che quelli


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sono metodi alla Vanna Marchi, che la religiosità è ben altro…

che possiedono superpoteri. Questo contrasta anche con l’ordinamento statale, che non accetta e non può accettare il paranormale, dato che quest’ultimo potrebbe essere tirato in ballo in ogni momento per evitare di incorrere in qualunque sanzione. Sembrerà (ed è) banale: chi può dimostrare che non era un demone a guidarmi mentre rapinavo la banca? E si badi: una risposta esclude necessariamente l’altra. Il contrasto c’è; si può solo decidere da che parte è più opportuno schierarsi, onde evitare involuzioni culturali.

Don Amorth: Qui, senza dubbio, c’è stata opera di magia. […]

Senza dubbio.

Domanda: Si può annullare una maledizione ricevuta nel grembo materno? Don Amorth: Ci dice la Scrittura: “le benedizioni annullano le maledizioni”. Forse ve l’ho già detto un’altra volta che a Roma c’era una donna che abitava al secondo piano e al di là della strada, una strada stretta, al secondo piano, quindi allo stesso piano ci abitava una maga con tanto di cartello alla porta: MAGA. Ogni tanto lei si accorgeva che se si affacciava alla finestra, questa maga faceva degli strani segni verso di lei e dopo questi segni le capitavano sempre delle sfortune, delle sventure. Come poteva fare per liberarsi? E io gli ho insegnato: “sai cosa devi fare? Appena ti accorgi che la maga fa dei segni verso di te, tu con i vetri chiusi in maniera che lei non veda quello che fai, mandale delle benedizioni chiedendo con fede al Signore di benedirla”. Così dopo di allora, non ha più avuto alcun incidente. Le benedizioni annullano le maledizioni. […]

La migliore:

Domanda: Mio marito, da tanti anni, quando prende la Comunione , quasi sempre, sente un bruciore fortissimo sulla lingua. (non ha nessuna allergia o intolleranza alimentare), lei che ne pensa? Cosa deve fare? Continuare a fare finta di niente? Grazie. Don Amorth: Certamente continuare a fare la Comunione e non dare importanza a quel fenomeno di sentire la lingua in quel modo. Potrebbe avere una boccettina d’acqua, magari di acqua benedetta in tasca, e prima di fare la Comunione sciacquarsi la bocca. Anche questo potrebbe essere un sistema per togliere quell’inconveniente, ma ciò non deve distoglierlo dal fare la Comunione. Domanda: Con le foto si può fare del male alle persone? Don Amorth: Il male foto o non foto si può fare se uno invoca satana e vuole fare della perfidia su una persona. Non è detto però che il male arrivi. E’ indifferente che ci sia o non ci sia la foto. La foto ricorda la persona, per cui molti maghi, cartomanti, si fanno dare le fotografie, anche dicendo per farci magia bianca (che è sempre magia nera poiché ricorso ai demoni). Per fare i malefici sono necessarie le foto? No, non sono necessarie le foto. Domanda: Gli oggetti maleficiati in oro come possono essere eliminati? Don Amorth: A mio parere non basta la benedizione se l’oggetto è stato veramente maleficiato come nel caso di oggetti donati da un mago, o talismani pagati a caro prezzo perché di materiali pregiati etc. In questi casi non basta la benedizione, dunque, o l’oggetto

Don Gabriele Amorth in azione...

viene bruciato o buttato dove scorre acqua (mare, fiume, fognatura). In caso di oggetti d’oro, questi possono esser fatti fondere. Una volta fusi perdono ogni negatività. Allora: qui non si ha certo l’intento di dare un giudizio esaustivo e generale sul rapporto da tenere con la Chiesa, che spesso dà vita a forme di grande spiritualità, ma se non altro di ricordare che se è vero che la pianta si riconosce dai frutti, forse a certe piante (in questo caso ad alcuni sacerdoti e ad alcuni fedeli) non si dovrebbe dare da bere. Ciascuno tragga le conclusioni che ritiene più opportune, ma non meravigliamoci se talvolta ci sono studenti e professori che, magari esagerando nei modi, contestano l’opportunità della presenza del Papa in Università in quanto protettore e capo spirituale anche di queste forme di presunta religiosità, che ricordano forme di superstizione medioevale. E’ un problema che il fondatore e presidente dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, esorcista ufficiale della diocesi di Roma e influente consigliere del Papa, che dal Papa ha ottenuto la nomina di altri 200 esorcisti in più per l’Italia (poveri noi), affermi che il potere dei maghi è vero, che il malocchio, le fatture, non sono delle truffe ma vere azioni paranormali, perché molti italiani (Guardia di Finanza compresa) tendono a pensare il contrario. Personalmente credevo e speravo che tutto questo fosse stato superato, che Laudadio facesse bene a intervistare medici e scienziati per confutare su Striscia la Notizia l’operato di maghi e guaritori e che la Guardia di Finanza facesse bene a contestare ai maghi il reato di truffa, ma evidentemente persone molto più importanti e più sante di me la pensano diversamente. Persone che criticando i maghi li hanno, paradossalmente, rivalutati, ammettendone esplicitamente quei superpoteri che ritenevamo residui di una subcultura popolare che nulla dovrebbe avere a che fare né con la Fede, né con la Ragione, presentate spesso dal Papa come non contrastanti tra loro. Una cosa, però, è volere attribuire solo a Dio i presunti miracoli (vedi Lourdes, Fatima etc.), un’altra è affermare che ci siano uomini e donne in carne e ossa

Mi scuso per la vena polemica, ma chi sostiene ancora l’esistenza della magia e offre risciacqui per la lingua, e soprattutto chi da Roma accetta che tutto questo accada, non si scandalizzi se poi talvolta dall’altra parte viene persa la voglia di dibattere sul nulla. Non si scandalizzi quando viene fatto notare che, almeno fino a prova contraria, il mondo reale è ben diverso da quello che viene presentato quasi come un luogo di scontro tra Jediesorcisti e Sith-indemoniati, con tanto di apparizioni di chiodi, risciacqui magici e lanci di maledizioni e contro-maledizioni dalle finestre. Quello che deve scandalizzare è che queste “dottrine” vengano negate di forma e accettate di fatto. Quello che deve scandalizzare è che il testo citato non è del 1.100 d.C, ma dell’ottobre di due anni e mezzo fa. E avete perso il giochino… giovanni@frida.it

APPROFONDIMENTI Web

- http://www.repubblica.it/2004/b/ sezioni/cronaca/fuoco/esorci/esorci. html (Don Gabriele Amorth spiega che gli incendi del 2004 a Caronia sono certamente opera del diavolo) - http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=50&ID_ articolo=53&ID_sezione=75&sezione =Societ%E0 (Don Gabriele Amorth spiega che “Harry Potter piace al diavolo”)

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pass.vr@libero.it


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IL MESTIERE DELLE ARMI Il caso Blackwater PAOLO PERANTONI

vignetta di Mr. Fish, fonte: Harpers Magazine

Negli odierni teatri di guerra non si contrappongono solo forze militari con regole d’ingaggio ben definite, ma vi sono anche altre unità armate che operano in una larga fascia grigia dove vige spesso l’anarchia negli scontri. In questa fascia grigia agiscono i cosiddetti “contractors” ovvero personale civile di una società fornitrice di servizi (di carattere strategico militare ovviamente) che stipula un contratto con le più svariate società private o con enti pubblici. La figura del contractors è sempre esistita, ma nel 1907, alla Conferenza di Ginevra, venne chiarita una volta per tutte: essi sono “civili non combattenti autorizzati ad accompagnare reparti di forze armate sul campo, il cui mantenimento e benessere è a carico dei reparti cui sono al seguito”; la loro situazione venne definita meglio nel 1947 durante la III Conferenza nella quale, nel Protocol I, si ribadisce che se un contractor compie azioni di guerra è da considerarsi a tutti gli effetti un mercenario; il Protocol I non fu mai ratificato dagli USA. Lo status di contractor viene dimostrato esibendo un semplice documento d’identificazione rilasciato dalla forza armata a cui eroga il servizio e sottostanno al Codice Militare delle Forze Armate (FFAA d’ora in poi) per cui è chiamato ad operare. Ma se un tempo i contractors erano pagati per sopperire ai rifornimenti e alla logistica, negli ultimi conflitti post-groundzero, essi sono chiamati ad operare in maniera tangibile nella realtà del conflitto quotidiano; ad essi, infatti, è chiesto di scortare i convogli, di presidiare installazioni private e/o militari, di proteggere VIP, ... tutti compiti che le FFAA non possono svolgere per carenza di personale. Per svolgere questi compiti, però, essi debbono necessariamente essere armati ed utilizzare la forza se la situazione lo richiede. Il problema è proprio in questo passaggio, essi, combattendo, infrangono di fatto la Convenzione di Ginevra, anche se il tutto viene annacquato dal diritto all’autodifesa. In Iraq, in particolare, le compagnie militari private (PMC) hanno avuto molta diffusione durante le fasi post-bellum, che si è ulteriormente ampliata a seguito del famoso passaggio di consegne dalla Coalition Provisional Authority, guidata dall’allora amministratore civile Paul Bremer, al Governo Iracheno ad iterim, avvenuta il 28 giugno del 2004.

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L’attività delle PMC era, ed è ancor oggi, regolamentata dall’ordinanza/memorandum n°17 (emessa nel 2003 e riconfermata il 27 giugno 2004) nella quale, in merito all’uso della forza, dopo le disposizioni generali, si può leggere in maiuscolo: “NIENTE DI QUESTE REGOLE LIMITA IL VOSTRO DIRITTO INERENTE A FARE QUANTO NECESSARIO PER DIFENDERVI”. E’ chiaro che questa frase, di fatto, legittima ogni contractor a reagire con la massima violenza necessaria per poter difendersi da un attacco. Attualmente nel solo Iraq, secondo stime attendibili, opererebbero circa 48.000 contractors appartenenti a molte compagnie private, tra le quali spicca la più importante e famosa: la Blackwater Woldwide, compagnia nata nel 1997 con sede nel North Carolina (USA) e che possiede un vero e proprio esercito con svariati blindati e pure un’aviazione costituita da aerei ed elicotteri “Little Bird”. Nata per volere del ex-incursore dei Navy Seals Erik Prince, la Blackwater in pochi anni è divenuta la più importante PMC del mondo anche per gli aiuti politici del partito repubblicano del quale Prince è un appassionato contribuente. La Blackwater svolge molte mansioni; ad esempio addestra i corpi di polizia all’interno del proprio gigantesco centro d’addestramento situato a Moyock (North Carolina), ma la sua fama resta per le sue azioni nei teatri di conflitto di tutto il mondo portate avanti dai suoi operatori, quasi tutti provenienti dalle Forze Speciali americane. Anche grazie ai suoi allacci con il mondo politico, la Blackwater è diventata il principale “security contractor” in Iraq per l’Amministrazione Statunitense, in particolare per il Dipartimento di Stato, il quale ha pagato, dal 2004 a fine 2007, la bellezza di $833.673.316, mentre il Pentagono ne ha pagati “solo” $101.219.261 (fonte Washington Post). Da quando è in Iraq, secondo sempre il Washington Post, alla Blackwater sono state sequestrate centinaia di armi non regolarmente registrate, il che, ha fatto partire un’indagine nel North Carolina da parte dei Federali che avrebbero dimostrato un ricco traffico di armi da e per il medioriente, ma grazie all’intervento del Dipartimento di Stato quest’accusa è passata sotto silenzio. Un’altra “stranezza”, che concerne il rapporto Blackwater-Dipar-


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Fotografie, fonte: blackwater.com

timento di Stato, è data dal fatto che essa sia l’unica PMC non soggetta alla supervisione di alcuna FFAA USA, accusa formulata dall’ex colonnello dei Marines Jack Holly, ora supervisore, per conto dell’U.S. Army Corps of Engineers (il genio militare dell’esercito), di parecchie PMC. La Blackwater è infatti supervisionata dal Bureau of Diplomatic Security, l’ufficio di sicurezza del Dipartimento di Stato che più che supervisionare si accorda con la compagnia per le tattiche da utilizzare. Fin dalla sua creazione, la Blackwater si è caratterizzata da una strategia d’intervento fortemente aggressiva che ha scaturito forti critiche nell’ambiente; i suoi operatori, infatti, per garantire una forte cornice di sicurezza ai loro convogli sono soliti utilizzare procedure tattiche preventive e dissuasive estremamente pericolose per la popolazione locale, spesso vittima di queste manovre evasive.

Fotografie, fonte: blackwater.com

Il caso più eclatante è avvenuto a Baghdad il 16 settembre dell’anno scorso, quando durante una di queste azioni, gli operatori hanno aperto deliberatamente il fuoco verso una “probabile minaccia” che ha portato all’uccisione di 17 persone innocenti. Il caso ha scatenato l’indignazione del premier iracheno Nouri al Maliki che ha subito decretato la messa al bando della Blackwater dal territorio iracheno e l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura irachena. Nonostante i politici indichino che il governo iracheno abbia “pieni poteri di sovranità”, al Maliki non è riuscito ad imporsi sull’alleato americano; il Dipartimento di Stato ha annunciato l’apertura di un’inchiesta interna per fare chiarezza; un’inchiesta che odora di farsa e di cui si sa già il responso nonostante non sia ancora stato pubblicato. Prince, sentito in merito dal Congresso ha così commentato: “Nessun individuo, diplomatico, funzionario del governo o parlamentare in visita, è stato mai ucciso o ferito e l’area in cui operiamo è la più pericolosa dell’Iraq, mentre noi abbiamo perso 30 uomini e ne abbiamo avuti 125 gravemente feriti. Dall’inizio dell’anno abbiamo fatto 1873 servizi di scorta fuori dalla green zone di Bagdad e solo 56 volte, meno del tre per cento dei casi, è stato aperto il fuoco. Gli esseri umani fanno errori, e se hai mille persone sul terreno può capitare che ogni tanto qualcuno faccia cose stupide”. Ha poi rifiutato la ricostruzione della strage del 16 settembre: “Vi sono stati giudizi affrettati basati su informazioni non accurate: i miei uomini hanno solo risposto al fuoco per sfuggire ad un’imboscata preparata con un autobomba guidata da un kamikaze e da un gruppo di ribelli armati con i fucili automatici Ak-47”. In contemporanea, però, la CNN mandava in onda le interviste a due testimoni oculari: un poliziotto iracheno di nome Sarhan e un

uomo di affari di 37 anni, padre di un bambino ucciso. Secondo Sarhan, il convoglio di quattro veicoli della Blackwater guidava nella direzione sbagliata:“Un vigile ha fermato il traffico per farli passare, le guardie private hanno sparato cinque o sei colpi per allontanare la gente, ma uno di questi ha colpito un’auto uccidendo un ragazzo che viaggiava con la madre”. A questo punto, secondo alcune versioni, l’auto colpita bloccava il passaggio, secondo altre i poliziotti iracheni sparavano verso gli uomini della Blackwater: “Gli americani cominciarono a sparare pesantemente in tutte le direzioni uccidendo tutti quelli che erano nelle macchine davanti a loro e chi era per strada. Nessuno ha sparato verso di loro”. L’uomo d’affari ha aggiunto: “C’eravamo fermati per far passare il convoglio ed eravamo tranquilli perché stavamo in una zona sicura, ma un attimo dopo hanno cominciato a sparare su tutte le auto e mio figlio Alì, che era seduto dietro di me, è stato colpito alla testa. Chiunque abbia cercato di scendere è stato ucciso. Era l’inferno. Ora non voglio soldi ma che dicano la verità”. Ad aggravare una situazione già tesa è arrivato poco dopo un rapporto di 15 pagine della Commissione di controllo sulle attività del governo, guidata dal democratico Henry Waxman, in cui si sostiene che dal 2005 a oggi la Blackwater è stata coinvolta in almeno 195 conflitti a fuoco e che i suoi uomini hanno sparato per primi in più dell’ottanta per cento dei casi. In questo rapporto inoltre si accusa il Dipartimento di Stato di non aver chiesto conto alla società dei troppi incidenti ma anzi di averla coperta ogni volta che accadevano: “La prima preoccupazione del Dipartimento - si legge - sembra essere sempre stata quella di chiedere alla Blackwater di indennizzare economicamente le vittime degli incidenti anziché cercare le responsabilità per l’accaduto o indagare se c’erano stati comportamenti criminali”. Così si scopre che alla vigilia di Natale dell’anno scorso uno degli uomini della compagnia, tornando da una festa completamente ubriaco, uccise uno degli agenti di scorta del vice presidente iracheno Adil Abd-Al-Mahdi. Immediatamente l’uomo venne rimpatriato e la Blackwater se la cavò con soli 15000 dollari di risarcimento alla famiglia della vittima. Ma non solo, si scopre ora che la compagnia ha dovuto licenziare 122 persone - un settimo delle sue forze in Iraq - per comportamenti violenti e/o perché sparavano in preda all’alcol o a droghe. Ovviamente alla Blackwater non è mai stata ritirata la licenza, anche perchè non gli fu mai data dal ministero degli interni iracheno nonostante sia obbligatoria dal 2005, l’ennesima stranezza per gli “intoccabili del Dipartimento di Stato”.

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CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO ENRICA INNOCENTE

Il mondo in cui viviamo è sempre più veloce, la nostra vita sempre più frenetica e lo stress è ormai considerato la malattia del millennio. Ecco, allora, una bella occasione per riappropriarsi del proprio tempo: la Giornata Mondiale della Lentezza. Promossa dall’associazione culturale “L’arte del vivere con lentezza”, di cui è presidente Bruno Cortigiani, la seconda edizione della GMdL si è tenuta il 25 febbraio 2008 ed ha raccolto l’adesione di numerosi paesi europei e non. Eh, si...per un’intera giornata le più grandi e caotiche metropoli del mondo (Roma, New York, Parigi, Londra...) hanno rallentato il ritmo della loro vita, promuovendo una serie di eventi per riflettere sulla lentezza come atto di gentilezza verso se stessi, gli altri e l’ambiente. Tante sono state le iniziative organizzate nelle più di duecento città italiane che hanno aderito al progetto, tra le quali: letture ad alta voce, degustazioni di thè, concerti gratuiti, spettacoli notturni, conferenze e passeggiate in groppa agli asinelli! Beati i pigri, che hanno avuto la loro rivincita!

da finti vigili, con una sorta di autovelox del pedone, il “passovelox”, e a tutti sono stati distribuiti i “comandaLenti”, alcune regole per godere del vivere adagio, tra cui: - Svegliarsi prima per farsi la barba e fare colazione con tutta calma - Non scrivere sms o email con abbreviazioni - Evitare di fare due cose contemporaneamente, per esempio telefonare e scrivere al computer - Smettere di continuare a ripetere “Non ho tempo” - Evitare di arrabbiarsi in coda - Salutare e ringraziare al bar o in ascensore - In vacanza, dedicare 5 giorni alla preparazione e alla decompressione dalle ferie - Camminare invece di prendere l’auto - Leggere i giornali prima di andare a letto, invece di fare zapping in tv - Evitare di scappare dalle città tutti i fine settimana

In Union Square, i cittadini hanno potuto partecipare a giochi di strada antichi, proposti dall’Associazione dei giochi dimenticati, mentre alla NY University, Claudio Baccarani, docente presso la facoltà di Economia dell’Università di Verona, ha tenuto una lezione dal titolo: “L’impresa alla ricerca del ritmo giusto: come chiudere la porta ai ladri di tempo, valore, ricchezza e lusso nella vita di oggi”: Dietro a questi piccoli e grandi eventi si cela tanta creatività e spontaneità, ma soprattutto tanta voglia di farci capire che il segreto della felicità sta nella capacità di fermarsi un attimo, ogni tanto, e ritrovare un ritmo più naturale, in armonia con ciò che ci circonda. Inutile dire che la proverbiale fretta dei milanesi non si è lasciata scalfire nemmeno per un giorno!

E chi più ne ha più ne metta! La città di New York ha festeggiato per ben tre giorni, organizzando persino un Festival della Lentezza, durante il quale sono stati trattati diversi temi: dall’economia alla filosofia, dalla musica alla comunicazione.

fonte: Google

Alcune botteghe di falegnami hanno, inoltre, aperto le porte al pubblico per mostrare, soprattutto ai più giovani, gli strumenti del mestiere. E così, nell’era dei “last minute” e dei “fast food”, si è tenuta a Roma una bizzarra maratona: 300 metri da percorrere in non meno di 1 ora e 27 minuti senza mai fermarsi! I più frettolosi sono stati multati,

“Tutti i mali degli uomini derivano da una sola ragione: non sono capaci di starsene in una camera a riposare.” Pascal

IL TEMPO SI FERMA ALLA STAZIONE TERMINI ENRICA INNOCENTE

Roma. Stazione Termini. Sabato 9 febbraio 2008. All’improvviso, circa cento persone si bloccano, rimanendo immobili per alcuni minuti, tra lo stupore e l’incredulità dei passanti. Chi stava baciando la fidanzata, chi guardava l’orologio, chi si era inginocchiato per allacciarsi le scarpe. Tutti fermi, come statue, tra turisti e managers in giacca e cravatta che continuano a sfrecciare di qua e di là. Il contrasto risulta quasi assurdo. Poteva sembrare l’installazione di un nuovo artista contemporaneo oppure una divertente “candid-camera”, invece si è trattato di un’azione sociale organizzata da un gruppo di ragazzi italiani e proposta via web, circa 48 ore prima, dal blog Frozen Termini (ispirato al successo in U.S.A. di Frozen Grand Central). Forse voleva essere un modo per guadagnarsi il proprio tempo ed il proprio spazio in un mondo che ormai gira troppo velocemente, forse una sfida contro la folle frenesia della vita quotidiana. Quel che è certo è che questa iniziativa ha strappato un sorriso a molti, contribuendo a spezzare il ritmo freddo e serioso della vita metropolitana.

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Diario d’accademia

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ALANUS

AD UN PASSO DALL’ULTIMA CHIAMATA... Il Termovalorizzatore di Brescia, fonte: Google

Questa volta ho deciso di farmi tanti nemici. E cioè, voglio parlar male dei veronesi. Ho girato parecchio nella mia vita, col nomadismo tipico di chi campa di accademia. Conosco bene quasi tutte le città del nord Italia, anche se, per ragioni biografiche, sono proprio le città venete quelle in cui ho vissuto più a lungo. Lo dico chiaramente: per come la vedo messa ormai da anni, non potrei mai vivere a Verona. La città non c’entra nulla. Anzi, è a mio parere la più bella città del nord. Esclusa Venezia, certo, ma Venezia è su un altro piano, irraggiungibile, a confrontarsi con posti come Roma, Parigi, le grandi capitali della civiltà. Verona, o meglio i veronesi, riescono nella titanica impresa di fallire tanto sul piano della vivibilità che su quello dello sviluppo della persona. La mia

che accredita come immediatamente veri i luoghi comuni sul Nordest ricco ma beota, rude, nemico del pensiero critico, latore di uno pseudomodello di sviluppo anarchico e insofferente alle regole del vivere sociale. La città è praticamente non amministrata a memoria d’uomo, ma ciò ch’è peggio, sembra totalmente incapace di uscire da questa spirale perversa.

Ponte Pietra, fonte: Google

città, il cui reddito pro-capite veleggia ben al di sotto di quello di Verona (26.000 euro contro 35.000), garantisce buoni servizi, un’assistenza agli anziani efficiente, autobus che passano al massimo ogni 15 minuti (e non ogni 20-25), ci sono fino alle 21.30 (e non fino alle 20), e, la sera, dalle 21.20 alle 00.30 passano ogni mezz’ora. Nella mia città sfigata il riciclaggio è una cosa seria, non come qua dove devo fare centinaia di metri prima di trovare qualche campana (ma mai tutte insieme, ovviamente). Parma costruirà la metropolitana, Brescia, che ha gli stessi abitanti di Verona, la costruisce già e ha un inceneritore modello (altro che Ca’ del Bue). Non venitemi a raccontare la balla dei reperti archeologici, perché un’eventuale metro basterebbe farla passare attorno al centro, costeggiando piazza Bra dal lato della Granguardia, e il centro sarebbe servito lo stesso.

Non si accorge dell’implosione cui è destinata. Bologna è tornata ad essere il perno dell’industria agroalimentare italiana, l’interporto di Padova (a capitale privato, non come quello di Verona foraggiato da Roma ladrona) è sei volte più vasto, ancorché assai più recente. Un messaggio a tutti i veronesi: ricchi e beoti non funziona più. Poteva andare quando la Cina d’Europa eravamo noi. Adesso che sentiamo sul collo il fiato della Cina vera, si sopravvive solo promuovendo un autentico sviluppo umano. Il che vuol dire scienza e cultura, università severe, farsi il mazzo sui libri e in laboratorio. Vedrete che, migliorando umanamente, miglioreranno anche il senso civico e la qualità degli amministratori – che in democrazia non sono se non lo specchio di chi li vota. In alternativa, il futuro può riservare solo una cosa, ossia ciò che mi disse un tizio altoatesino quando gli chiesi cosa pensasse della bellissima valle in cui abitava: “Paesaggio da cartolina, e gente di merda”. Tram di Dublino, fonte: VisitIreland.com (mi scuso per la scelta della location ma l’impaginazione è avvenuta durante la Festa di San Patrizio...)

Ma restiamo in Veneto. Padova e Venezia hanno o stanno costruendo la tramvia. Passati i mugugni, adesso si scopre che piace a tutti. Ho abitato per tre anni a Mestre, il maggior disastro urbanistico d’Italia: eppure fa tenerezza vedere con quanta amorevole cura il comune di Venezia abbia fatto di tutto per renderla vivibile. Oltre alla tramvia, hanno costruito parchi, tra cui uno di 200 ettari ottenuto bonificando con spese enormi i fanghi di Marghera, e 60 km di pista ciclabile. Credo che le piste ciclabili a Verona non superino i 600 metri. Tutti a lagnarsi, e nessuno s’indigna, cioè nessuno fa. Tutti si perdono in idiozie, come gli zingari e i rumeni, problemi d’ordine pubblico che, a volerlo, si risolverebbero in cinque minuti semplicemente applicando le leggi esistenti. Mai che senta fare un discorso strategico, un dibattito sul futuro della città, sulle scelte vere da compiere. Verona è un pessimo specchio dell’Italia di oggi, un luogo

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CANZONI DA GUARDARE FEDERICO LONGONI Autore: Cepascal, fonte: Flickr.com/photos/cepascal

Il lungo percorso attraverso la storia del video musicale parte ottant’anni fa, nel 1927, data del primo film sonoro (intitolato The Jazz Singer) e, passando per gli anni settanta e la nascita di Mtv, arriva ad oggi, era di YouTube. Le apparizioni televisive di Elvis Presley, che si esibiva dal vivo con le sue hit di fine anni ’50, come Hound Dog e Love Me Tender, si possono considerare come i primi clip promozionali mandati in onda in tv, che davano la possibilità a milioni di persone di conoscere il suo sound unico, il suo look innovativo che faceva innamorare tutte le ragazze. Tappa fondamentale per il videoclip fu il boom dei Beatles, che in qualche modo furono i primi a pensare ad un filmato per promuovere le loro canzoni. Nel gennaio del 1967, nello storico Ed Sullivan Show vennero trasmessi in diretta due video: Strawberry Fields Forever e Penny Lane, che, risultarono innovativi perché riuscirono a superare la normale (e ormai abusata) performance on stage sostituendola a un filmato che descriveva con immagini le parole dei due brani. Diretti dal regista svedese Peter Goldmann, questi furono il primo tentativo di video “concettuali”. Altro momento topico della storia del videoclip è senza dubbio la nascita della prima emittente destinata solo alla programmazione non-stop di videoclip. Mtv nacque nel 1981 in America e il primo video che venne trasmesso (ironicamente) fu Video Killed The Radio Star dei Buggles, considerato da molti il primo videoclip della storia. In realtà il primo video della storia della musica risale a sei anni prima e fu Bohemian Rapsody dei Queen. Nel 1975 il regista Bruce Gowers contattò la band inglese per studiare un’idea per il video promozionale della loro canzone: il risultato fu un video geniale, che alterna-

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va apparizioni live sul palco di Freddie Mercury e soci ai loro primi piani ripresi con una particolare tecnica (l’uso del prisma), che produceva l’effetto eco nelle immagini in contemporanea con l’eco della voce e della musica. Dalla nascita di Mtv in poi il business del videoclip aumentò vertiginosamente. Da citare il video più costoso mai realizzato, ovvero Thriller di Michael Jackson, diretto da John Landis nel 1983 e il video più censurato della storia, che fu Smack My Bitch Up dei Prodigy, diretto da Jonas Åkerlund nel 1997. L’ascesa dell’arte di fare videoclip permise ad alcuni giovani registi di farsi le ossa dietro la cinepresa e di creare dei lavori assolutamente geniali. Ho voluto riportare solo una manciata di nomi del panorama internazionale, quelli che secondo me sono i registi più innovativi e particolari degli ultimi anni, anche se ce ne sono molti altri che

TRE CANZONI PER TRE NOTE, IMMAGINI, RICORDI

PLAYLIST

È difficile dire quale sia il mio video musicale preferito (ce ne sono talmente tanti!), ma il primo che mi è venuto in mente è stato Why Does My Heart Feel So Bad di Moby, un video a cartoni animati tristissimo e struggente. Era il 1999 e proprio in quel periodo, nella zona sperduta dove vivo, in televisione comparve un canale che non avevo mai visto: Mtv. Da quel momento mi sono appassionato sempre di più ai video musicali e per questo voglio raccontare anche a voi qualcosa sull’arte del videoclip.

EUGENIO BELGIERI

A tutti sarà capitato di ascoltare una canzone e vedersi passare immagini di qualche ricordo ancestrale per la testa, associare ad un brano sensazioni tattili, ododri, stati d’animo. Le tre canzoni che mi scatenanano una sequela di ricordi sono: Bitter Sweet Symphony dei Verve, atrio del mio liceo, freddo, odore di umido e sigaretta, sensazione di libertà incosciente; Stormy Weather cantata da Etta James, salotto con candele, un ballo con una donna amata, odore di shampoo fruttato e crema per il corpo, accavallarsi di sensazioni laceranti; dulcis in fundo Birdland dei Weather Report, io alla batteria, vento caldo che entra dalla finestra, studio e concentrazione massima per cogliere ogni minima sfumatura, ammirazione. Che dire, buon ascolto. Per i nostalgici: Davide Spilleri tornerà a scrivere dal prossimo numero (scusa Davide), scusate la momentanea usurpazione.


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mentirebbero qualche riga in più (su tutti la visionaria e gotica Floria Sigismondi, regista di sorprendenti video per Marilyn Manson e Muse, e Anton Corbjin, autore dello splendido video anti-religioso Heart-Shaped Box dei

do ad ogni scratch del brano. La particolarità che attira lo spettatore è di sicuro il fatto che l’intero video è stato girato sott’acqua, in modo da accentuare la sensazione di fluttuazione nello spazio dei vari personaggi. Un altro tra i più apprezzati e geniali registi degli ultimi anni è il francese Michel Gondry. Per lui la macchina da presa è come un giocattolo, che usa per reinventare il modo di girare attraverso sorprendenti innovazioni, che lasciano tutti a bocca aperta. Tra i suoi video che preferisco c’è il coloratissimo Around The World dei Daft Punk. Nel video ogni strumento è una diversa figura che si muove a tempo di musica (come il basso rappresentato da atleti che vanno su e giù per le scale, le chitarre sono degli scheletri, il sintetizzatore è rappresentato da ballerine, il vocoder da robot e la batteria elettronica da mummie). Gondry torna a sorprenderci qualche anno dopo (nel 2003) con il video The Hardest Button To Button dei White Stripes. Nel clip ogni volta che la batterista Meg tocca il suo strumento, un’altra batteria le si affianca, e ogni volta che il cantante e chitarrista Jack cambia accordo, un nuovo amplificatore e un nuovo microfono appaiono moltiplicandosi all’infinito. Davvero ipnotico.

Nirvana e di alcuni video per i Joy Division). Ho deciso di cominciare con la biografia del più controverso regista di tutti i tempi: Chris Cunningham. L’anno della sua consacrazione fu il 1997, quando il regista diresse per Aphex Twin il video della rumorosissima Come To Daddy. Il video, vincitore di svariati premi tra cui miglior video dell’anno, vede come personaggi ricorrenti un gruppo di piccoli teppisti con la faccia del terribile Aphex che vive rintanato nei sotterranei di un condominio. Le immagini mostrano una vecchietta che porta a passeggio il suo cane, il quale, incautamente, segna il territorio sopra un televisore da cui esce, una gigantesca creatura amorfa e davvero spaventosa (per la serie “da non vedere di notte, da soli, mentre fuori c’è un forte temporale”). L’ anno successivo il regista gira Only You dei Portishead, altro clip di forte impatto visivo. Nel video Cunningham esprime al massimo il suo surrealismo, facendo fluttuare il ragazzino protagonista in un’atmosfera onirica, e muovendolo in un vicolo buio in sincrono con la musica, avanzando e indietreggian-

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tonia, improvvisa una danza a-là Fred Astaire. Non posso non citare anche il più “commerciale” dei miei registi preferiti, Jonathan Glazer. Nel 1995 è alla regia del suo primo videoclip, Karmacoma dei Massive Attack. Nel video, girato negli interni di un hotel, Glazer fa una serie di esplicite citazioni cinematografiche, soprattutto a Shining di Stanley Kubrick (tributo che continuerà anche nel suo successivo video The Universal dei Blur, dove si ispira ad un altro capolavoro di Kubrick,Arancia Meccanica). Dal punto di vista estetico, Street Spirit (Fade Out) dei Radiohead, è senza dubbio il clip più bello del regista inglese. Nel video, in cui il regista si diletta nell’uso del bianco e nero, ogni sequenza è stata girata utilizzando diversi fotogrammi al secondo, effetto speciale che gli consente di farci vedere più personaggi che nella stessa scena si muovono a velocità diverse, chi in slow motion, chi a velocità normale, chi accelerato. La più recente scoperta in fatto di video è YouTube. La popolarità del sito è aumentata anche grazie ad un passaparola tentacolare. YouTube si è sostituito a Mtv nel ruolo di lanciare nuove band: il caso più eclatante è quello degli Ok Go, che piazzarono sul sito un paio di loro video (A Million Ways e Here It Goes Again) costati pochi dollari in cui i quattro giovani musicisti danzano all’unisono nel cortile di una casa e in una palestra sui tapis roulant. Nella loro estrema semplicità, i due videoclip sono diventati un fenomeno di Internet, e hanno fatto conoscere la band al grande pubblico.

Chi ha fatto dell’ironia una vera e propria arte è Spike Jonze, autore di alcuni dei video più esilaranti degli anni novanta. Nel 1994 gira Sabotage per i Beaste Boys. Girato come un film poliziesco anni 70, Sabotage inizia con dei finti sottotitoli che già danno allo spettatore l’idea della burla, soprattutto quando il trio di rapper, che si diverte a gio- Con pochi click, oggi tutti noi possiamo vecare a guardia e ladri, compare in scena imi- dere e condividere una quantità incredibile di tando e sbeffeggiando i più grandi poliziotti del cinema, Autore: Escova, fonte: Flickr.com/photos/escova come l’ispettore Callaghan. Ma è con Buddy Holly, dei Weezer, che Spike Jonze dà la prova di saper magicamente giocare con la storia e con la macchina da presa, piazzando la band sul palco del fast food Arnold di Happy Days, sovrapponendo immagini di repertorio tratte dalla celebre serie tv alle nuove riprese della band californiana. Centrali nella carriera del regista sono anche le coreografie, come in Elektrobank dei Chemical video provenienti da ogni angolo del pianeta. Brothers, dove Sofia Coppola è nel ruolo di una E in futuro quale sarà il ruolo dei viginnasta che stravince alla finale di una gara, e deo? Ai posteri l’ardua sentenza. in Weapon Of Choice di Fatboy Slim, in cui il regista dirige Christopher Walken che interPASS13 preta un manager che, per sfuggire alla monopass.vr@libero.it


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teneo caro A o r t s o sul n rubrica Nuova

Illustrazione: Emanuele Bena

FATTI PIUʼ IN LÁ ! Sempre più studenti e sempre meno posti a sedere. FABRIZIO DE VINCENZI

Passeggiando per i corridoi del Polo Zanotto, con la ripresa delle lezioni in questo II semestre, è senz’altro stato facile imbattersi in corridoi occupati da studenti che prendevano appunti. Le lezioni, al contrario, si tenevano regolarmente all’interno dell’aula. “Regolarmente” per modo di dire, dato che a fatti come questi non ci si dovrebbe tanto abituare. Scrutando, poi, l’interno delle aule, l’occhio era colpito dal professore che spuntava nel bel mezzo di una distesa umana mentre la mente già cercava di ricordare quale astrusa legge fisica potesse permettergli di mantenere quella posizione. Ma senza per forza passare allo studio dei fenomeni naturali è ammirevole l’animo che non lascia spazio a scoraggiamenti: 60 studenti in aula con 35 posti a sedere potrebbero facilmente compromettere l’insegnamento stesso. Sicuramente qualcuno di quegli studenti ora ha tra le mani il PASS e ricorderà quei momenti col culo per terrà e il quaderno degli appunti in mano. Difficilissimo da pensare, invece, per chi (come me) frequenta un corso a “numero chiuso” e si ritrova a seguire le lezioni in aule semivuote. Quello del numero chiuso, dopotutto, è palesemente diventato uno dei metodi per far fronte alla carenza di strutture adeguate e di strumenti in generale. Perché questo problema è alla base di tutto: trovare un’aula libera qualora servisse per spostare lezioni, per organizzare incontri o per associazioni studentesche è un’impresa; le segreterie della varie facoltà, oramai, ci stanno rinunciando. Il 13 marzo è stato inaugurato l’A.A. 2007/2008 festeggiando così i 25 anni del nostro Ateneo. Un quarto di secolo che ha visto una continua crescita dell’offerta formativa universitaria a Verona e, di conseguenza, anche delle immatricolazioni. Solo al 2 ottobre 2007, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono aumentate del 4,29%. Economia, poi, vanta un +20%; difatti è una di quelle facoltà che comincia ad avere serissimi problemi di spazi: il palazzo di vetro comincia effettivamente a non essere più una struttura adatta ad ospitare tutti i suoi iscritti. Dai suoi piani superiori, però, ci si può rendere conto di che razza di spazi ci siano nei paraggi. Il primo gennaio scorso, infatti, i nostri vicini militari (della caserma Passalacqua) hanno definitivamente abbandonato l’area che oggi è totalmente in mano al comune e nella quale sta già provvedendo a instaurare un migliaio di posti auto, dai quali, ovviamente, potremo seguire le lezioni in perfetto stile drive-in. Di spazio, in ogni caso, ne avanza: in totale ci si trova davanti come una quarantina di campi da calcio e alcune palazzine sarebbero anche adibite ad ospitare qualche attività. Per il momento, però, non arrivano rassicurazioni e il rischio è quello di vedere sempre più frequentemente studenti accampati l’uno sull’altro.

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COPIATURA ARTISTICA EMANUELE BENETTI

Frequento il secondo anno della laurea specialistica di storia dell’arte qui alla facoltà di lettere e Filosofia dopo aver conseguito una laurea triennale a Trento. Devo dire che in entrambi i programmi accademici ho trovato discipline simili, se non fosse per una…solo qui aVerona ho trovato un esame in copiatura artistica con sorpresa, denominato anche, per i poco esperti, Chimica dell’ambiente e dei beni culturali. Mi ha commosso il modo in cui ci si è trovati a svolgere l’esame scritto, il clima famigliare che è riuscito a creare il prof ******** non l’ho trovato da nessun’altra parte. Oltre allo simpatico scambio di informazioni fra studenti, gli incauti che non copiavano nel modo corretto erano caldamente invitati ad appoggiare sui banchi e ad aprire meglio i libri al fine di una migliore applicazione nella difficile disciplina della copiatura. Un’esperienza memorabile! Che gioia nel vedere i faccini degli studenti, sorridenti e increduli, che si trovavano a copiare spudoratamente sotto l’occhio benevolo e compiaciuto del docente.Vi starete chiedendo”Ma la disciplina non è denominata copiatura artistica con sorpresa? Ebbene qual è la sorpresa? Beh, questa giunge nel momento in cui si leggono gli esiti. Nessun compito annulato, i voti assegnati in base alla bravura con la quale si è copiato oppure alle condizioni d’umore del docente. Ecco quindi piovere 28,29,30 e 30 e lode un giorno, mentre 20, 21, 23, la giornata seguente. Che esame! Se anche voi volete essere spronati a copiare dal vostro professore o se volete che ai vostri scritti vengano assegnati voti casuali, non esitate! Alla prossima sessione iscrivetevi a Chimica dell’ambiente e dei beni culturali…la sorpresa è garantita!


PASSATENEO JULIETTE FERDINAND

A TE CHE PRENDI IL POSTO

(scritto in un momento di stress sotto esami…)

Ok, è più bello studiare in compagnia. Ok, il tuo amico prediletto non riesce ad alzarsi presto alla mattina. Ma cazz…! Non ti da fastidio prendere un posto con due poveri fogli, vedere che la gente passa per una, due, tre ore alla ricerca di un posto e andare via perché tu tieni il posto per l’amico immaginario che non arriverà mai? un amico che sta facendo i cazzi suoi dall’altra parte della città ?? oppure dorme tranquillo ?? Tutti noi se sappiamo che un amico deve venire a studiare abbiamo voglia di prendergli un posto. Ma questo atteggiamento è privilegiare il tuo piccolo interesse personale e rompere le scatole a decine di studenti che cercano un posto per studiare. Come mai questo non capitava mai quando studiavo al di fuori di Verona? A Parigi o a Venezia non c’è questa abitudine: se vuoi studiare devi muoverti, non pensare che hai una sedia tenuta calda per le tue chiappe quando arriverai alle 11.00 giusto in tempo per la pausa spritz. Lo so cosa state pensando : “è un amico, è giusto fargli un piacere!”; e vabbe’, sembra un atteggiamento pieno di buone intenzioni, però non è altro che egoismo. Il “far-i-cazzi-suoismo”, l’interesse personale prima dell’interesse generale ( che è anche tuo) lo trovi a tutti i livelli della società. Allora prima di criticare le miriadi di partiti politici che fanno il loro interesse, ( e che speriamo sono in via di estinzione) pensiamo al nostro comportamento, che in fondo non è diverso. La famosa morale alla quale si richiama una buona parte di noi, la vedo deviata al quotidiano : fare il bene altrui, si, ma solo se l’altro è MIO amico.

Illustrazione: Emanuele Bena

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SENTI VERONA E POI PARLI

Lʼinfluenza del dialetto scaligero sugli studenti di altre città. Verona è la scelta che hai fatto per proseguire i tuoi studi. Allora dalla tua città ti ci trasferisci, ci vivi, ci studi, fai cose e vedi gente, giri per l’università e per l’immancabile aula studio o biblioteca. E ti ritrovi circondato da mille persone ed altrettanti accenti, originali inflessioni e modi di dire. Già perché le persone che conosci, provenienti dalle più disparate città d’Italia, hanno ognuna un modo diverso di parlare. Ovviamente, la maggior parte delle voci che sentirai, anche al di fuori del contesto universitario, saranno veronesi. E così, un giorno ti capiterà di tornare nella tua città e sentirti dire: “senti come parla veronese!”. E tu, con il tuo nuovo accento acquisito, risponderai: “ eh, ‘sa vuto che te diga!” C’è poco da fare, vivendo in una città, che ti piaccia o no, sarai influenzato dalla cadenza ritmata della sua lingua, dallo scivolare

delle parole nel discorso, così estraneo alle tue orecchie, talmente diverso da ciò che sei abituato ad udire. Questo succede, o almeno capita spesso, con tutti i dialetti d’Italia, e ogni buono studente che si rispetti ne sarà letteralmente, o meglio verbalmente, rapito e coinvolto. E Verona con il suo dialetto ricco, con il suo ritmo preciso, la sua musicalità e la sua simpatia, ti entrerà sicuro subito in testa. D’improvviso, quelle parole che prima nemmeno sapevi che ci fossero, si infiltreranno nel tuo slang abituale: inizierai ad usare accenti diversi, a dare un ritmo differente alle frasi, ad usare molto più spesso la parola vero e altre nuove ed originali esclamazioni (a buso!). E quando la sera ti ritroverai con i tuoi amici non andrai a bere un normale bicchiere di vino, bensì un originale gotto. Eh si, questa è la lingua di Verona!E tu studente oramai avrai capito come funziona. È come tutte le lingue e i dialetti: da quando la senti e ti entra in testa, poi non ne puoi più fare a meno.

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PASSATEMPO JF

NERO

rubrica di

parole

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INTERVISTA A PA

INVIATE I VOSTRI RACCONTI, POESIE,CITAZIONI A: gigiimbriago@yahoo.it

a cura di luigi tasca

Care sorelline e cari fratellini di Università questa è Nero: rubrica di parole. Elisa è testimone di un incidente ferroviario: e ce lo riporta in poesia: e a Nero piace.

Inconsapevole, inevitabile scivolare sul colore della tua pelle diverso, sbagliato: non sono io non sei come me.

LE SUBDOLE TENTAZIONI DEL POTERE (parte 1) Aveva le labbra sporche di sangue. Aveva gli occhi bassi, spenti, Le mani giunte: l’orgoglio spezzato. L’ho visto picchiare Da tre fieri agenti. Scintillava l’ uniforme, scintillava l’arroganza di una vendetta nei loro sguardi. L’hanno gettato dal treno. Senza riguardi. E’caduto, si è rialzato, si è difeso. Volevano incarcerarlo. Era offeso. E’intervenuto Un passante Per difenderlo, Per calmarlo. Condivideva con lui la stessa gogna: in Italia è una rogna non essere italiani o non esserlo da sempre o non provenire da nazioni più ricche, allora “Monsieur, Mister, giù il cappello! Posso servire?”. Non esserlo significa essere uomini di serie B.

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Significa immiserire della miseria d’essere inumani. Forse anche “musulmani”, né c’è maggiore offesa, nelle nuove crociate contro gli esibiti infedeli. Ecco asservita Anche l’inappellabile Sacrosanta religione per isolare ancora di più quelle frange umane di solitudine e povertà che non si vogliono salvare ma estromettere dalla vita, annientare! Essere altri, “stranieri”, Significa sopportare La desolazione Di non essere conosciuti Come uomini Ma come ladri di lavoro, -quale pretesa!usurpatori di mestieri che noi, alteri italiani ci rifiutiamo comunque di fare. A noi, sprezzanti, a noi, onesti lavoratori e nuovi santi dell’imprenditoria o della quotidiana feroce occupazionale follia, costano un’impagabile fatica l’onestà e la forza di piegare La schiena All’altrui potere! Uomini innocenti se forestieri Non li possiamo accettare E così diventano ladri, assassini, contrabbandieri.

Abito a Verona dall’anno scorso e dopo qualche mese ho scoperto che c’era un festival di cinema, Schermi d’amore. Una sessantina di film inediti di tutto il mondo, film classici, retrospettive e convegni concentrati in dieci giorni, a due passi dell’università. Incuriosita, sono andata a vedere un film a caso, e sono rimasta per i due seguenti…3 film di fila senza stancarmi, per me un record. Purtroppo mi sono resa conto che gli studenti spesso non conoscono questo evento, e non colgono l’occasione per lasciare Veronetta, attraversare l’Adige, entrare nella sala oscura del teatro filarmonico e tuffarsi nel mondo dell’immagine e del suono alla scoperta di altre culture. Allora ecco, quest’anno sono andata dal direttore del festival, per saperne di più, e far conoscere l’evento a coloro che non ne hanno mai sentito parlare. Com’è nato il Verona Film Festival? Il primo Festival si è svolto nell’Autunno del 96, grazie a la passione di un gruppo di persone per il cinema. L’idea è nata da due riflessioni: in Italia esistevano già grandi Festival,Venezia, Roma, Torino, bisognava quindi distinguersi dagli altri, proponendo un filo rosso personale. Verona essendo conosciuta come la città di Giulietta e Romeo, e dell’opera lirica, abbiamo pensato di proporre una rassegna legata al Melodramma. Mi può spiegare questa nozione di melodramma? Il mélo è spesso confuso con l’opera lirica, invece è un genere cinematografico vero e proprio, ma difficilmente riconoscibile perché è trasversale, si mescola ad altri generi. Le sue caratteristiche sono l’attenzione per la forma, l’estetica dell’immagine, i colori saturi, che prendono un valore simbolico, rappresentano i sentimenti del personaggio. Pensate ad un film come In the mood for love di Wong Kar Wai, nel quale le parole sono ridotte al minimo e tutta la tensione si trasmette grazie all’immagine e alla musica. Il mélo si concentra sui sentimenti, la psicologia dei personaggi, gli ostacoli, la drammaticità delle situazioni, come in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Il mélo è una chiave che fa accedere a tanti altri stili e generi. Questa scelta ci permette di proporre al pubblico dei film molto diversi, una scelta ricca di scoperte. Mi è piaciuto l’aspetto internazionale del festival. Corrisponde ad una volontà particolare?

ELISA

Infatti, cerchiamo di avere un ventaglio multiculturale di film, perché al di là della storia che narrano le opere, ci permettono di conoscere diverse culture, abiti, compor-


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AOLO ROMANO, direttore del Verona Film Festival tamenti, pensieri. Il cinema mélo è una finestra aperta sulla microstoria, la storia che non sarà mai nei libri scolastici, e che però costituisce l’identità di un popolo. Storie di amore, di amicizie, rapporti famigliari, visti con occhi culturalmente diversi da noi, ma che ci assomigliano tanto. Come scegliete i film? Andiamo nei festival europei come Cannes, Berlino, San Sebastiàn, Rotterdam o Monz. Infatti dietro le quinte di questi grandi eventi, sono mostrati quantità di film conosciuti o meno, e sono venduti e comprati, come ad un vero mercato. La prima edizione fu difficile perché non essendo ancora conosciuti, dovevano crederci su parola. Ma già alla seconda edizione abbiamo avuto l’onore di ricevere Sydney Pollack per 10 giorni, che ci ha portato tutti i suoi film ed è stato di una grande generosità. Oggi il festival è più conosciuto e le cose sono più facili. Spesso il pubblico si lamenta del doppiaggio in diretta, mi puo’ spiegare questa scelta? La sala filarmonica è molto bella, pero ha questo problema che non si possono mettere sotto-titoli. Spesso i film non sono ancora doppiati in italiano, quindi abbiamo una squadra di traduttori che fanno il doppiaggio in diretta, trasmesso al pubblico con un sistema di cuffiette. Alla fine sembra che la gente si trovi piuttosto bene con questo sistema. Che rapporto hanno i veronesi con il cinema? Mi sembra che il piacere e la voglia di andare al cinema siano abbastanza forti nella nostra città. E’ vero che in questi ultimi anni sono stati chiusi dei cinema del centro, pero la riapertura del multisala Rivoli in piazza Brà è un segno positivo. Il pubblico veronese è molto legata al Cineforum, e Verona è forse la città italiana più attiva in questa ambito. Per ogni film ci sono 37 proiezioni ripartite tra i cinema Pindemonte, Kappadue, Fiume, Diamante. Mi può parlare dei martedì del festival al cinema Kappadue? E un iniziativa che entra nel Verona Film festival. Al mio avviso ogni festival si deve di organizzare eventi tutto l’anno per promuovere in modo continuo la cultura cinematografica, sennò è come una goccia nel deserto. Con i martedì del festival proponiamo dei film classici o recenti ma poco visibili, da ottobre a maggio, per mantenere un legame forte con il pubblico del territorio. Vogliamo cosi far vivere l’amore per il cine-

ma e il piacere di vedere i film sul grande schermo, e non solo alla TV o sul computer. Dall’11 al 20 aprile potrete quindi vedere la 12ª edizione di SCHERMI D’AMORE 2008, al teatro filarmonico. I film in concorso, gli “Amori in (con)corso” sono del tutto inediti in Italia:The Walker di Paul Schrader, The Tiger’s Tail di John Boorman e Hallam Foe di David Mackenzie sono alcune delle pellicole più attese. Tra gli esordienti, i coreani Jung Brothers, già collaboratori di Park Chan-Wook, in Epitaph fondono in modo originale horror e mélo; La soledad di Jaime Rosales conferma invece il linguaggio maturo di un regista che ha saputo rielaborare in modo personale la lezione di Antonioni. Poi la retrospettiva Il cinema è femmina – Omaggio a George Cukor, a 25 anni dalla morte del “regista delle donne” per eccellenza; dall’altro 5 x 2 – Dieci film di François Ozon, dedicata al suo “allievo ideale” molto amato dalle proprie attrici. O ancora Panorama, contenitore di film cult, preziose anteprime e curiosità provenienti dagli schermi dei maggiori festival internazionali,

riserva un posto di riguardo alle contaminazioni di Nicholas Ray, Raoul Walsh, Losey e Fassbinder. Altri numerosi eventi, incontri, sezioni sono dettagliati sul sito www.schermidamore.it Infine gli appassionati, possono dare una mano: lo staff del Verona Film Festival cerca appassionati di cinema che vogliano contribuire alla realizzazione dell’evento. E’ richiesta la maggiore età ed una disponibilità di almeno quattro giorni sulla durata totale del festival. I volontari si occuperanno dell’accoglienza del pubblico, della gestione dell’infopoint e del coordinamento della sala. Ogni volontario riceverà un accredito per avere libero accesso a tutte le proiezioni per l’intera durata di Schermi d’Amore.

Per ulteriori informazioni inviate una mail a amicivrfilmfestival@virgilio.it o telefonate al 045 8005348

ʻLeggere Lolita a Teheranʼ di Azar Nafisi

Libri

a cura di: CARLO BORTOLOZZO

Adelphi, Milano 2004

Nata a Teheran nel ’55, figlia dell’ex sindaco della città e della prima donna eletta al parlamento iraniano, Azar Nafisi ha ricevuto un’educazione occidentale, studiando in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, dove si è laureata in Letteratura inglese. Tornata in Iran, ha iniziato a insegnare all’Università di Teheran, da cui viene allontanata nel 1981 per il suo rifiuto di indossare il velo; torna ad insegnare nel 1987, ma nel 1995, esasperata dalle censure poste dalla Repubblica khomeinista, si licenzia definitivamente. Ma, appassionata di letteratura e di educazione, raccoglie intorno a sé le sette migliori allieve e le invita a casa sua ogni giovedì mattina, per discutere dei grandi classici della letteratura occidentale, da Madame Bovary, a Jane Eyre, a Il Grande Gatsby, a Lolita. Le ragazze, appena arrivate nel salotto dell’insegnante-amica che le accoglie sorridente, offrendo tè e pasticcini, si tolgono lo chador e in jeans e maglietta, iniziano a raccontare di sé, delle difficoltà e delle speranze di giovani donne nella gabbia del fondamentalismo iraniano; sfilano davanti a noi sofferte confessioni autobiografiche e lucide analisi sui grandi romanzi. Questa la straordinaria cornice di Leggere Lolita a Teheran, pubblicato nel 2003 e tradotto in 32 lingue: un libro assolutamente imperdibile, in cui Azar Nafisi ci ha consegnato il racconto di uno splendido atto d’amore non solo per la letteratura ma, come lei ha dichiarato, per il “diritto all’immaginazione”, da includere nei diritti universali dell’uomo. La scrittrice-insegnante invita i suoi studenti a leggere soffermandosi sempre sul modo in cui i testi li turbano, li costringevano a guardare il mondo con occhi diversi, perché “la migliore letteratura ci costringe sempre a interrogarci su ciò che tenderemmo a dare per scontato”. Occorre quindi entrare nel mondo creato dalla letteratura, perché “se non trattenete il respiro insieme ai personaggi, se non vi lasciate coinvolgere nel loro destino, non arriverete mai a identificarvi con loro, non arriverete mai al cuore del libro. E’ così che si legge un romanzo: come se fosse qualcosa da inalare, da tenere nei polmoni. Dunque, cominciate a respirare. Ricordate solo questo. E’ tutto; potete andare”. Il pericolo che corriamo noi lettori “occidentali” è quello della scontatezza, attraverso la quale narcotizziamo il fascino eversivo della letteratura. Ci fa bene, allora, renderci conto di come il grande patrimonio letterario dell’Occidente sia visto da occhi diversi. L’autrice ci fa capire che cosa significhi leggere Nabokov o Fitzgerald nella Repubblica islamica dell’Iran di Khomeini e di come gli stessi libri, oggetto di svogliate attenzioni nelle nostre aule liceali o universitarie, possano diventare, in contesti socio-politici molto meno rassicuranti, formidabili occasioni di libertà, individuali e pubbliche. Ma ci fa anche capire quale sia la natura del rapporto maestro-allievo: nasce da un fascino per la bellezza, si nutre della fiducia reciproca, si affida tutto alla libertà. Azar Nafisi ha lasciato l’Iran nel 1997 con il marito e i figli. Attualmente vive e insegna negli Stati Uniti.

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EVENTI e APPUNTAMENTI PALIO DEL RECIOTO A NEGRAR Dal 15 Marzo 2008 (durata 17 giorni) Il Palio del Recioto è divenuto nel corso degli anni un tradizionale appuntamento alla scoperta dei preziosi vini della Valpolicella e dell’intero territorio di produzione. Il concorso enologico, che dà il nome alla manifestazione, prevede un confronto tra le migliori cantine della Valpolicella su una particolare tipologia di Recioto detta “debutto”. Il giudizio di enologi ed esperti del settore porterà alla proclamazione di un vincitore nella Piazza del paese alla presenza di numerose persone. Nelle giornate più importanti del Palio vengono allestiti chioschi dove poter assaggiare un buon bicchiere di Recioto o di qualsiasi altro vino della Valpolicella abbinato a piatti della tradizione locale serviti nei numerosi stand gastronomici. Numerosi e coinvolgenti gli spettacoli d’intrattenimento, di musica e di folclore che allietano le giornate di festa. A coronamento del ricco programma sono sempre coinvolgenti la corsa podisitca “Caminada tra le vigne del Recioto” lungo i vigneti che fanno nascere i celebri vini della zona e il Gran Premio Palio del Recioto, corsa ciclistica internazionale under 23 che ha visto vincere nelle passate edizioni nomi conosciuti della storia del ciclismo come Francesco Moser, Giovanni Battaglin, Jure Pavlic e Damiano Cunego.

VINICIO VIANELLO Fino al 30 marzo 2008 Museo di Castelvecchio Mostra di oggetti in vetro.

CINA PERDUTA - MOSTRA FOTOGRAFICA DI LEONE NANI Fino al 4 maggio 2008 Centro Internazionale di fotografia scavi scaligeri Aspettando le Olimpiadi, tra una polemica e l’altra, una testimonianza della delicata transizione da Impero a Repubblica attraverso scene di vita quotidiana, cerimonie religiose, usi e costumi del popolo cinese.

KISS IN CONCERTO A VERONA - TOUR EUROPEO 2008 13 maggio 2008 Arena di Verona I Kiss arrivano all’Arena di Verona martedì 13 maggio con il tour “Alive: 35 Tour 2008”, che celebra i 35 anni di attività della band.

Entrata studenti: 3,50 euro. Per più informazioni : veronafilmfestival@comune.verona.it

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pass.vr@libero.it

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8 Aprile ore 16, 18, 21, Soffio, di Kim Ki-duk ( Corea del Sud) 22 Aprile ore 16, 18, 21, Tideland, di Terry Gilliam (GB-Canada, 2005) 29 Aprile, ore 16, 18, 21, Red Road, di Andrea Arnold, (UK-Danimarka, 2006)

per segnalazioni:

E sempre…. I martedì del festival, ogni martedì al Kappa2 ( via rosmini, 1/B), “7 film belli e invisibili”


di Maurizio Miggiano Streetchic.wordpress.com

C PASStyle

Armani su Justjared

“Recentemente si è parlato di certe regole di stile di Armani, sai dirmi di più?” Ovviamente sì, specie dopo aver googlato. Scherzi a parte, ti stai riferendo ad una boutade che risale a novembre, quando il Times intervista Giorgio Armani che per l’occasione se ne esce con una serie di regole sul “ben vestirsi”, finendo per declinare un vero e proprio codice di stile per essere sempre eleganti. Te la faccio breve, Armani in prmis suggerisce di: non risparmiare sulle scarpe e di indossare sempre giacche ben tagliate (in caso di necessità, andare sul sartoriale), rispettati questi due dettami, il resto è un gioco da ragazzi. Per quanto riguarda i colori, puntare su nero e blu (che pare snelliscano), anche grigio ed evitare le tinte forti. La combinazione perfetta per non sfigurare è ovviamente l’abito scuro con cravatta scura e camicia bianca. Praticamente cose risapute dai primi del Novecento, grazie… Già che siamo in tema, ti racconto un aneddoto: succede qualche mese fa che una giornalista di moda del NY Times stronchi un pantalone di Armani, il quale non la fa entrare alla sua sfilata. Ed è subito bagarre sul diritto d’informazione, ecc. Informare? Informare cosa? Bella questa, qualcuno si è messo in testa che quello della moda sia giornalismo, ma per favore! Dico due cose: i giornali di moda non fanno giornalismo, fanno pubblicità o meglio propaganda, l’accondiscendenza/vassallaggio nei confronti delle maison (inserzionisti) è quasi totale; in secondo luogo se Armani vuole lasciare a piedi Tizio, Caio, Sempronio lo può fare benissimo, perchè è la sua sfilata e perchè mica è colpa sua se la stampa del settore lo ha convinto di essere il sovrano (”Re Giorgio” è appellativo frequente). Una cosa è sicura: chi avrebbe mai detto che sotto la sua maglietta aderente non nascondesse una pancia di dimensioni ipertrofiche? Io mai! E invece… “Cosa ne pensi del look della coppia Sarkozy-Bruni? Lei è sempre una gran bella donna, lui insomma…” Ti ricordo che stai parlando del marito della first lady di Francia, diamine. Dicevamo, quella gran gnocca di Carla (pron. Carlà) è di un altro livello, non ce n’è: è elegante, ha molto gusto, ha il portamento della modella, è modella. Come desiderare di più? Piace anche molto ai francesi, il che la dice lunga. Del resto se non è lei, è la Bellucci, i francesi due cose fanno. Lui è un nano, più vecchio, più brutto evidentemente, ça va sans dire. Li guardo, e credo non c’azzecchino molto. Ma è una critica sin troppo diffusa, per spiegarmi ti offro questo dettaglio:

Sobria eleganza nera per lei, cadenza ascellare-fantozziana per lui. Il quale non brilla nemmeno nelle restanti apparizioni pubbliche, con quegli abiti tagliati piuttosto male, dai colori abbastanza spenti (non semplicemente scuri), le cravatte così così. Praticamente veste come un qualsiasi politico italiano. Pensaci, hai mai visto un politico italiano vestito bene? Ma va la’! C’è però altro che mi piace del Sarkò: fa della sovraesposizione mediatica una filosofia. Se torniamo indietro di qualche decennio, cogliamo il valore profetico di certe parole del grande Barthez: nei decenni a venire vita privata e vita pubblica tenderanno a giustapporsi sempre più. In Francia ora è cosa, tutti sanno i fatti del presidente, presidente Sarkozy e Nikolas Sarkozy “privato cittadino” sono la medesima persona, non c’è scissione. C’è poi chi maligna che quella del matrimonio sia stata una trovata commerciale per risollevare la carriera di lei e l’immagine pubblica di lui. Lei è tornata sulla cresta, in effetti. Anche lui ci sta guadagnando: ad oggi nei sondaggi è il presidente meno amato di sempre.

Per altre domande scrivete a pass.vr@libero.it PASS19

pass.vr@libero.it

Sarkozy e Carla Bruni su Wittgenstein.it

29 Febbraio 2008

in, Bruni e Sarkozy a m r A


PASS, ANNO DUE.. . DA QUALCHE PARTE PERDUTI PER VERONETTA, I NOSTRI EROI SI PRESTANO ALL’ANTICO RITO DELLO SCATTO RICORDO, CARO ALLA GENS ITALIANA.. MENTRE TOMMASO, COME UN NOVELLO ATLANTE, REGGE IL PESO DELLA REDAZIONE


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