#1 - march 08

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EDITORIALE Sarò sincero: non ho idea di cosa scrivere. Per ciò vi voglio far leggere delle cose carine che ho raccolto qua e la nel tempo. Che, mi preme dire, non hanno nulla di programmatico, ne attraverso di esse voglio dare un insegnamento morale, figuriamoci. Sono solo due cosine che mi piacciono, e approfitto laidamente di questo spazio per far sapere, appunto, che mi piacciono. Sarebbe bello se qualcuno, trovandovi qualche cosa di bello, decidesse di esternarmelo. Dunque nessuna parola sui contenuti. Perchè poi questo giornale, diaciamolo, si presenta da solo: son venti pagine, basta sfogliarlo. Tommaso Boscaini

«Il nostro mondo non è quello di Otello. Non si possono fare delle macchine senza acciaio e non si possono fare delle tragedie senza instabilità sociale [...]. Si fabbricano le macchine col minimo assoluto di acciaio, e le opere d’arte con nient’altro che la sensazione pura [...]» «Tutto questo mi sembra assolutamente orribile!» «Si capisce, la felicità effettiva sembra essere molto squallida in confronto ai grandi compensi che la miseria trova, e si capisce, anche la stabilità non è emozionante come l’instabilità: e l’essere contenti non ha nulla di affascinante al paragone di una lotta contro la sfortuna, nulla del pittoresco di una lotta contro la tentazione, o d’una fatale sconfitta a causa della passione o del dubbio. La felicità non è mai grandiosa.» Aldous Huxley “la grazia che salva i talenti veramente grandi si esprime nel fatto che le persone così dotate restano superiori a quello che fanno, almeno finchè è viva la fonte della creatività; infatti tale fonte scaturisce da chi esse sono e rimane esterna all’effettivo processo creativo, così come è indipendente da ciò che possono realizzare”.

PASSWORLD

L’UNIONE DEGLI STUDENTI. 30 associazioni confederate in tutta italia ................................. 3 QUELLA PREOCCUPANTE TONALITÀ DI BLU Palazzo barbieri ha lasciato una sorpresina per strada. (e non l’ha neanche raccolta). ..................................................... 5 ECCO COSA DICO! Il disegno di legge sulle coppie di fatto e le posizioni della chiesa. ........................................................... 6/8 GIOVANI E LEGALITÀ - LA SFIDA DEL FUTURO Intervista a Giorgio, referente del centro “gerbera gialla”. .... 7 PILLOLE DELL’OBBEDIENZA Il tuo bambino ti stressa? Dagli uno psicofarmaco. ............... 9 DOV’È LA MIA BIRRA? La bionda che mai ti dice di no. .............................................. 10

PASSATENEO

FUMETTI Dopo la riforma Taricone l’università non è più la stessa ... 11 VOLENTI O NOLENTI ANCHE NOI ABBIAMO UN TUTOR Parola ai rappresentanti. ............................................................ 12 IL CAMPUS UNIVERSITARIO Servono ancora 45 milioni di euro per la realizzazione. ..... 13 100 COSE DA NON FARE IN BIBLIOTECA io ad esempio ballo ascoltando l’I-pod. ................................. 14 CHI È FABRIZIO?! Fabrizio è quell’amico mio che... ............................................. 15

PASSATEMPO

DIARIO DI ACCADEMIA Il curatore di bozze ha commentato: «Dov’è la fottuta talpa!» Poi mi ha sparato alle ginocchia. ............................................. 16 BELLEZZE NERE A VERONA Juliette è andata in gita al museo africano. ........................... 17 NERO - RUBRICA DI PAROLE Chi l’avrebbe mai detto che Gigi scriveva così.................... 18 PASSTYLE - RUBRICA DI MODA Quest’anno va un casino il pied-de-poule. Io metto la tuta .............................................. 19 NON AVEVI QUALCOSA DA FARE? Noiose scadenze e fantastici concorsi a premi....................20

grazie al contributo dellʼUniversità di Verona

e grazie allʼassociazione onda studentesca

PER i TESTI SI RINGRAZIANO: Paolo Perantoni, Damiano Fermo, Giulia Tosi, “www. ilveronese.it”, “Giulia”, Antonio Galante, Antonio Furfari, Fabrizio Devincenzi, Collettivo Evilrude, Fabrizio Bertoli, “Alanus”, Juliette Ferdinand, Luigi Tasca, Maurizio Miggiano, “www.fuoriaula.it”, Elisa Marchesini e Elena Palumbo, Marco Caloi, “www.videolabweb.it”. Si ricorda che il contenuto del singolo articolo non definisce il pensiero della redazione. PER LE FOTOGRAFIE: Tommaso Boscaini, google. PER IL PROGETTO GRAFICO: Tommaso Boscaini IL RAGAZZO COPERTINA È: Pietro Firrincieli Grazie a tutti coloro che hanno collaborato, ma che sono stati dimenticati nei ringraziamenti. Stampato dala tipografia CIERRE - Sommacampagna, VR Il presente periodico è “in attesa di registrazione”.

non conosco l’autore

pass.vr@libero.it

prodotto

Inviate i vostri testi a PASS - pass.vr@libero.it - oppure consegnateli direttamente alla redazione. Gli scritti devono essere inediti e autografi, ogni manoscritto a noi pervenuto non verrà restituito. La redazione si riserva il diritto di apporre qualsiasi correzione o modifica, nonchè la decisione finale in merito alla pubblicazione


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UDU

UDU è il sindacato studentesco italiano, attivo in 30 atenei del bel paese per difendere i diritti degli studenti universitari. Ne parla Damiano Fermo, rappresentandegli studenti del- LʼUNIONE DEGLI UNIVERSITARI te l’ateneo di Verona.

di: Damiano Fermo

L’Unione degli Universitari (UDU) è il Sindacato studentesco italiano, impegnato per il rispetto dei diritti degli studenti. E’ una confederazione di associazioni studentesche composta da 30 realtà, presenti nei più importanti atenei italiani. Aderiscono ogni anno circa 10.000 ragazzi e ragazze. L’UdU è stata fondata nel 1994 da un gruppo di studenti e studentesse e nasce dal riconoscimento della centralità dello studente e dei suoi bisogni, del suo essere soggetto sociale, e quindi autonomo dalla famiglia. L’UdU porta avanti rivendicazioni orientate alla tutela dei diritti degli studenti, si batte quotidianamente negli atenei per creare un sistema che garantisca il reale diritto allo studio, che dia la possibilità a chi è privo di mezzi di accedere alla formazione universitaria, che migliori le condizioni di chi studia, che assicuri a tutti gli studenti un sistema di rappresentanza in grado di promuovere la democrazia e la partecipazione studentesca in ogni ateneo, che garantisca il libero accesso al sapere. ...dalla battaglia locale a quella nazionale, perché l’Unione fa la forza. Anche la tua. A giorni mi sembra che l’Università dorma, svegliaaaaa!!! Perché dobbiamo sempre accettare passivamente il «menu del giorno»? Senza provare a chiedere mai variazioni a ciò che «passa il convento»? Facciamo il nostro onesto lavoro e torniamo in letargo cerebrale

il più presto possibile! Scusate lo sbotto… Ci esponiamo poco, non abbiamo tempo di perdere tempo, sembriamo dire, dobbiamo fare esami ed esami. Non chiedeteci di pensare a cose che non assomiglino a crediti! lezioni! esami! al limite uno Spritz! E c’è da capirci, noi povere formichine , in un Università che da qualche anno è diventata più un «esamificio» (alcuni cdl hanno 45 esami), che un luogo di conoscenza approfondita e di confronto fra “compagni di scuola”. E un bombardamento di crediti dovrebbe impedirci di vivere? No! Ma la realtà sembra questa. In questi anni è stata dura vedere studenti che con un’attività “ultracreditizia” contribuissero a contaminare il mondo universitario, chi come rappresentante, chi partecipando in associazioni, rispettivamente per un servizio universitario e un sapere accademico migliore e per una fioritura culturale associativa del nostro Ateneo. Tutto cio’ ci ha spinto a raccogliere idee e persone attorno ad un progetto, che si chiama UDU-Verona, che intende svolgere una doppia azione. Contribuire ad un’Università che sia a servizio del sapere, tramite l’azione istituzionale negli organi di governo dell’Ateneo. E allora serve formare il ruolo degli studenti che siedono nei luoghi decisionali, per non perdere questa occasione. Per far emergere anche a noi stessi, quale sia il ruolo del sapere nel futuro che vogliamo, serve riattivare una discussione politica

studentesca, quindi un’attività culturale universitaria che la comunichi. In una società in rapido cambiamento e piena di pressioni, gli stimoli per dire cosa pensiamo credo non manchino! La politica si fa molto semplicemente parlando, comunicando ciò che si è scoperto, ciò che si è capito riflettendo sul mondo e su se stessi. La base di una crescita personale dalla quale non dobbiamo nasconderci. Grazie quindi a PASS, canale di informazione libera sull’Università di Verona, sul lavoro dei rappresentanti. Luogo di espressione e di confronto su argomenti che ci stanno a cuore, dal dibattito sulla società attuale, all’analisi della realtà locale veronese. Chiunque si senta di voler partecipare all’Unione degli universitari sarà il benvenuto. Tutto e niente! Ognuno di noi è esattamente questo. Tutti abbiamo qualcosa da dire, no? E allora dì chi sei, cosa ti fa paura, chi ti fa incazzare e cosa ti fa gioire Con il nostro impegno forse non cambieremo nulla, diciamo allora che lo facciamo per noi stessi! ■

per saperne di più:

www.udu.it PASS3


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Non sembra, ma è un dritto. E ti insegnerà in quattro semplici step come parcheggiare in maniera sicura.

1. sistema con cura il tuo nuovo coupè in un posteggio a pagamento.

2. assicurati di avere con te gli strumenti di lavoro.


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QUELLA PREOCCUPANTE TONALITÀ DI BLU

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testi di: Paolo Perantoni; fotografie di: Tommaso Boscaini

Ci risiamo. Il Comune di Verona ha deciso di continuare il proprio piano di modifica dei parcheggi in piena controtendenza rispetto alla legge italiana, che vuole, è bene ricordarlo, che vi sia piena equiparazione tra i posti auto liberi e quelli a pagamento. Questo significa anche che la sosta a pagamento è illegittima se non vi è nelle vicinanze un parcheggio libero. Infatti, le Sezioni Unite Civili della Suprema Corte di Cassazione (Sentenza n° 116/2007) hanno stabilito che non sono valide le multe che vengono elevate alle auto parcheggiate nelle cosiddette strisce blu, se vicino non è stato predisposto dal Comune un parcheggio libero. I Giudici della Corte hanno infatti precisato che nei centri urbani, ad esclusione di alcune zone tra cui quelle a traffico limitato, delle aree pedonali e di quelle di particolare rilevanza urbanistica (zone individuate dalla giunta con apposita deliberazione, nel rispetto del D.M. Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, art. 2), gli amministratori comunali hanno l’obbligo di istituire zone di sosta gratuita e libera in prossimità di posteggi in cui è vietata la sosta o in cui sia previsto il parcheggio solo a pagamento, e ciò nel rispetto di quanto previsto dall’art. 7, comma 8 del Codice della Strada. La legge è chiara, ma Palazzo Barbieri intanto ha deciso di colorare quelle che un tempo erano le strisce bianche, portandole ad una “bella” tonalità di blu, creando

3. Copri per bene la striscia blu con

della carta igenica. Per farla aderire al meglio io uso del chewin gum.

confusione tra l’utenza e preoccupazione sia tra i residenti e gli esercizi pubblici, sia tra noi studenti, in quanto tra le vie nell’elenco degli operai del comune vi erano tutte quelle che vanno da via Cantarane a via San Vitale, da via San Nazaro a via Campofiore, ovvero tutte quelle attorno al Polo Zanotto, alla facoltà di Economia e a quelle dell’ex questura. Vero è che fino a quando non sarà montata la segnaletica verticale, quella orizzontale (leggasi strisce blu) non avrà alcun valore, ma intanto il Comune ha mosso la torre nello scacchiere della viabilità e questa è una mossa che potrebbe minare fortemente le nostre prospettive attuali e future per poter accedere alle strutture universitarie, minacciando quindi anche il nostro diritto allo studio. Il Comune, nella voce dell’assessore ai lavori pubblici Pozzerle, dichiara che questi provvedimenti sono mirati ad incentivare l’utilizzo da parte degli studenti dei mezzi pubblici. Probabilmente l’assessore non ha mai provato ad accedere all’Università tramite la flotta di autobus sia dell’AMT che dell’APT (ora fuse in ATV); noi che li utilizziamo sappiamo benissimo che il servizio è a dir poco fallace. Mancano le corse (in particolare quelle dell’APT, ma l’AMT non è da meno) che consentano di raggiungere con ragionevole comodità l’Ateneo nelle più comuni ore di inizio lezione, figuriamoci poi, quando le lezioni sono “spezzettate” nell’arco della giornata. Questi sono i disagi causati dall’ATV, ma bisogna anche ricordare il servizio sempre più oneroso di Trenitalia che crea non pochi disagi a quanti di noi provengono da lontano

e non possono permettersi una residenza veronese che, per quanto umile sia, ha prezzi esorbitanti che incidono non poco nel budget sia dello studente che della sua famiglia, una situazione a dir poco scandalosa. L’assessore promette che entro metà aprile sarà disponibile un parcheggio per 300 unità all’interno della Passalacqua che, a dispetto della nomea di ex-caserma, pullula tuttora di soldati in mimetica. A ribadire l’interesse di Palazzo Barbieri per la salubrità dell’aria (che ci vede fanalino di coda in Veneto), l’assessore Pozzerle ricorda che presso l’Ateneo di Padova gli studenti si muovono con le biciclette; ma bisogna tener conto di come sono strutturati i due atenei, quello di Verona non è riconducibile ad un unico polo ed è profondamente inserito in zone architettoniche non pensate a sostenere il traffico cittadino sia automobilistico che ciclistico. Le strade della zona presentano un traffico indicibile a tutte le ore e sono dunque molto pericolose per quanti vogliano venire in bicicletta all’Università. Ecco allora la geniale pensata: una pista ciclabile che colleghi l’Ateneo; questa idea presenta almeno due controindicazioni. La prima è puramente tecnica in quanto questa ciclabile da qualche parte bisognerà costruirla e quindi si dovrà per forza rivedere il piano stradale, ma con strade così strette difficilmente la pensata del comune riuscirà a collegare le principali arterie di viabilità della zona. La seconda è forse più scontata ma altrettanto importante: l’utenza che percorrerà la futura ciclabile sarà una percentuale veramente minima rispetto al totale degli iscritti, in quanto la maggioranza degli studenti non è proprio a due passi dalla Facoltà e deve per forza prendere l’automobile, quindi si ritorna al problema parcheggi. Già prima la situazione era insostenibile; ora, viste come si stanno mettendo le cose, non può che peggiorare. La soluzione, per risolvere i problemi di spazio dell’Università, sarebbe dunque conglobare gli spazi della Passalacqua e della Santa Marta, ma di questo si parlava tante amministrazioni fa e non solo in clima di elezioni, quindi si immagini quanto tempo servirà ancora, sempre che finalmente le decisioni al Palazzo si prendano una volta per tutte in chiave futura e non solo pensando a far quadrare il bilancio con le multe per divieto di sosta di noi poveri studenti. ■

4. Hai finito. Ed ora vai, il mondo è tuo. PASS5


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Fuori Aula Web (FAW), il portale degli studenti dell’Università di Verona, è nato il 12 giugno 2003. Il sito s’è gradatamente articolato in varie rubriche che vanno dal “Primo piano” (centrato sugli avvenimenti più importanti che riguardano l’ateneo, ma anche la società italiana) al “Bar di Fuori Aula” (che affronta, tra il serio ed il faceto, questioni d’attualità, lasciando anche spazio a varie forme di espressione). Altre rubriche sono dedicate alla musica (“Muro del suono”), al cinema ed al teatro (“Messa in scena”) e all’editoria (“Tra le righe”). Con “Scientificamente” invece si cerca di gettare luce su temi scientifici d’interesse, mentre “Ritagli di mondo” parla di viaggi e di mostre d’arte. La redazione, composta da studenti di varie facoltà del polo umanistico e di quello scientifico, è seguita da un giornalista. Non è solo un modo per incontrarsi o per comunicare, ma è una palestra per imparare a scrivere un pezzo secondo i canoni del giornalismo on-line, a partire dalla sua ipertestualità. Dall’inizio del 2005 ospitiamo sul sito anche la radio, Fuori Aula Network.

DELLʼUNIVERSITÀ DI VERONA

FUORI AULA WEB IL PORTALE DEGLI STUDENTI

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il disegno di legge sulle coppie di fatto e le posizioni della chiesa:

ECCO COSA DICO!

Dico, diciamo, diremmo o forse diremo. Sono infiniti i giochi di parole possibili sul disegno di legge presentato dal governo sulle unioni di fatto, approdato in questi giorni in Commissione Giustizia. Ma facciamo un passo indietro, per fare chiarezza su un argomento attorno al quale si discute molto, forse spesso senza cognizione di causa. Un ordine del giorno presentato in Senato nel Novembre scorso predisponeva un impegno del governo a dare vita ad un disegno di legge sulle unioni civili che, in seguito ad un Consiglio dei Ministri straordinario, veniva approvato l’8 Febbraio. La nuova creatura, cui è stato dato nome Di.Co. (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), non ha però avuto, sin dall’inizio, vita facile. Non ha tardato a manifestarsi infatti un clima di isteria generale al quale hanno contribuito consistentemente gli immediati moniti del Vaticano; l’azione del governo che ha pianificato, non senza polemiche all’interno della stessa maggioranza, un intervento in materia di diritti civili ha innescato un processo di vero conflitto che ha visto schierarsi in campo politica, associazioni, singoli cittadini e Chiesa. Il “non possumus” del Cardinale Ruini è stato forse un esempio palese delle ingerenze

vaticane in un dibattito che avrebbe dovuto essere schiettamente politico. È vero però che un tale argomento non sarebbe potuto giustamente rimanere relegato all’interno delle aule ministeriali ma che avrebbe coinvolto più elementi, considerate la sua importanza e la sua innovazione. Innovazione.. In Italia certamente! È quasi desolante confrontarsi con le situazioni riscontrabili nella stragrande maggioranza degli stati europei: partendo da chi già da ben più di un decennio ha preso provvedimenti relativi alla regolamentazione delle unioni civili (la Danimarca le ha pianificate nel1989) per arrivare a chi l’ha fatto un po’ più recentemente (Spagna e Svizzera, 2006). Mi domando per quanto tempo saremo connotati da questa arretratezza quasi provinciale manifesta, non solo in relazione agli accorgimenti sulle più rilevanti urgenze contemporanee (vedi voce emergenza ambiente, solo per citare un esempio), ma soprattutto in materia di diritti civili. Perché credo che di diritti civili si stia discutendo. Non di etica o di morale ma di Diritti Umani. L’attacco inedito della Chiesa al tema del diritto naturale e le sue nuove pretese di secolarizzazione della religione ci fanno tornare indietro, oltre l’Illuminismo e la sconfitta dei

dogmatismi. All’etica del principio che non consente la negoziazione andrebbe invece opposta la responsabilità, attraverso il confronto ed il riconoscimento dell’altro. È avvertibile comunque il gap tra il pensiero del Vaticano, che ancora oggi insiste sul dover “fare di tutto” perchè questi tipi di provvedimento “non passino” (Monsignor Sgreccia, presidente della pontificia Accademia per la vita) seguendo le accorate incitazioni del solito Ruini (“cattolici svegliatevi“), e la società ed il suo aver avvertito la necessità di cambiamento. Sono del parere che spetti in gran parte a noi giovani, che viviamo sulla nostra pelle quotidianamente questo cambiamento, batterci affinché la grande trasformazione che è in atto non ci travolga, per colpa di una forma mentis antiquata e nociva. Siamo noi, volenti o nolenti, la nuova società. La nuova società che vede il divorzio e l’aborto come realtà acquisite, che non si scandalizza più quando incrocia passeggiando una coppia di omosessuali che si tiene la mano, la società del meltingpot, di internet, dell’euro! Credo sia fondamentale portare avanti la battaglia per la conquista sociale, per l’equità dei diritti, per portare anche il nostro paese a modernizzarsi, allineandosi con il resto dell’Europa. (continua a pagina 8)


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GIOVANI E LEGALITÀ: la sfida del futuro.

PASSWORLD Nasce con questo numero di PASS una nuova collaborazione per condividere contenuti e informazioni riguardanti la città di Verona

di: di Riccardo Poli, 09.01.2007 problema nostro, del nord poi c’è un aspetto più teorico che è quello dell’educazione alla legalità, ampiamente lontana dalla formazione dei giovani. Ci puoi parlare delle funzioni che questo centro svolgerà e come riuscirete a coinvolgere i tuoi coetanei?

Veronetta. Un quartiere nella città di Romeo e Giulietta che viene spesso ritratto come al limite della vivibilità, una zona dove, a fronte di molte iniziative culturali, si percepisce solo il rischio di vivere a contatto con il diverso, con chi non conosciamo. Ma questo microcosmo della città, che racchiude molte più realtà di quanto si pensi, nasconde un’esperienza che, seppur appena nata, vale proprio la pena di essere raccontata.

C’è bisogno dell’azione di tutti ed è necessario coinvolgere anche i giovani in un movimento di informazione, perché spesso siamo poco o male informati su tutto. Noi siamo molto fiduciosi per quanto riguarda la partecipazione giovanile perché, quando ancora non era in noi l’idea del Centro, organizzammo presso il liceo classico Maffei attività legate alla criminalità e la presenza dei ragazzi fu ottima. Questo ci insegna che se i ragazzi sono stimolati reagiscono positivamente, a dimostrazione che esiste una parte di giovani che non è come spesso appare frivola e disattenta, ma che ha voglia di attivarsi anche in temi importanti come la legalità.

Chi incontro è Giorgio, un giovane diciottenne del Maffei che insieme a tre suoi compagni di Quale significato dai al fatto che il Centro scuola, Tommaso, Francesco e Rocco, ha insorge all’interno di Veronetta? trapreso un percorso difficile: sensibilizzare i Veronetta è un luogo di coetanei, e non solo, al iniziative vive atte a conIl Centro Gerbera Gialla si tema della legalità. Un trastare l’illegalità: vedo propone come luogo di coortema che, legato speslibrerie autogestite, l’Uniso alla mafia, non viedinamento per un impegno versità stessa, luogo per ne riconosciuto come eccellenza di cultura. E’ verso i temi della giustizia, reale a Verona, ma sbagliato definire questo dell’impegno civile e associache invece mostra forti quartiere come “ghetto tivo. agganci anche con la dell’illegalità”, c’è una nostra città. Il progetto determinata situazione del “Centro studi per la legalità e i diritti umani di cui noi siamo coscienti e per questo pensia- Gerbera Gialla”, situato in vicolo Vetri, traversa mo che il nostro impegno e il nostro lavoro sia di Via Venti Settembre, prende vita dall’incontro ancora più importante. Siamo stati soddisfatti di tra il Coordinamento Nazionale Antimafia Riferitrovarci ad operare in un posto vicino al centro menti e il Comune di Verona. Nasce dalla voglia e poi ci piace sfatare questo tabù che Verodi dire quello che troppo spesso non si dice. netta sia solo illegalità e noi faremo del nostro Giorgio, uno dei referenti del Centro, ha idee meglio per migliorare un po’ le cose. precise sull’importanza di questo centro per Verona. Così lascio il neonato Centro, che ha ancora bisogno di qualche sistemata e di una tintegGiorgio, dove si trova l’illegalità a Verogiatura alle pareti, con la certezza che Verona na? sentirà ancora parlare di questi quattro ragazzi. Il sostegno di tutti e il coraggio di parlare, anche L’illegalità è un problema nazionale: perché gli quando si ha paura di farlo, siano i veri pilastri interessi delle mafie, mentre operano a livello per sconfiggere l’illegalità. pratico in determinate zone d’Italia, fanno sen■ tire il loro influsso a livello economico anche al nord. Le organizzazioni criminali fanno affari e riciclano denaro sporco qui al nord industrializzato, in un silenzio ovattato che fa sempre trasparire poco di tutto questo. E nel silenzio ci sono persone che affermano che non è un

Un portale di informazione e approfondimento al servizio della comunità di Verona. E’ questo IlVeronese.it. L’iniziativa, giovane, apartitica e aperta a chiunque abbia voglia di partecipare, desidera fornire un luogo di riferimento alternativo su Internet per la diffusione di notizie, l’approfondimento di tematiche importanti e lo scambio di opinioni. I membri del progetto, tutti volontari, sono prevalentemente giovani dai 20 ai 35 anni con diverse competenze professionali. Ad accomunarli, il senso di responsabilità, il rispetto per l’altrui modo di pensare, il riconoscimento del confronto come presupposto di crescita e infine l’adesione ai principi guida dell’iniziativa, vale a dire: >Territorialità. Focus su Verona e i veronesi. >Apartiticità. >Informare, Approfondire, “Formare”. >Informazione Libera, Diversa, Positiva. >Sviluppo, Cultura, Creatività, Innovazione, Originalità. >Approccio “dal Basso”. Apertura e Network. >Coinvolgimento dei Cittadini, Partecipazione, Interattività. >Trasversalità generazionale e Continuità dell’iniziativa. E, ovviamente, un innato “amore” per la nostra città, Verona, che è sì meravigliosa, ma che è sicuramente migliorabile in molti suoi aspetti. IlVeronese.it è composto da 5 sezioni: Politica ed Economia, Arte e Cultura, Scienza e Tecnologia, Verona Solidale, Sport e Tempo libero, e da 3 rubriche: Costume e Società, Verona Mondo e Il Personaggio. Il sito comprende anche il “Forum dei Cittadini”, uno strumento che intende stimolare il confronto costruttivo fra concittadini e la partecipazione alla vita culturale, sociale e politica della città e del territorio veronese. L’obiettivo principe è quello di incentivare il dialogo all’interno della nostra realtà, per una migliore condizione di tutti, intervenendo sul territorio e sulla comunità che più da vicino è possibile influenzare, quella veronesi. Per avvicinarsi a questa mèta, IlVeronese.it desidera promuovere il fermento culturale, la coscienza civica, il valore della solidarietà e la volontà di partecipazione all’interno della comunità locale. Per cui: ti piace scrivere? Ti piace l’idea? Allora vienici a trovare su www.ilveronese.it, e contattaci!

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Brevi-Flash-News

Il 77,3% degli ordinari ha più di 55 anni. L’età media dei nuovi ordinari, nel 2005, è salita a 52,2 se si considerano i 35,8 del 1965. Per prima cosa c’è stato un invecchiamento generale di chi insegna, per seconda ci dobbiamo preparare, nei prossimi anni, ad un pensionamento di “massa” nonostante la crisi finanziaria dell’università.

Cosʼè il CNSU?!!

Il Consiglio nazionale degli studenti universitari è un organo consultivo di rappresentanza degli studenti. Esso formula pareri e proposte al MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) in merito ai progetti di riordino del sistema universitari; ai decreti ministeriali riguardanti gli ordinamenti didattici, l’orientamento e la mobilità studentesca; ai criteri per l’utilizzazione di alcuni finanziamenti ministeriali. Il CNSU è composto da ventotto studenti universitari da uno specializzando e da un dottorando di ricerca. Il 16 e 17 maggio di quest’anno si terranno le elezioni per il suo rinnovo per le quali sono chiamati alle urne tutti gli studenti universitari.

Numero chiuso

Secondo l’UDU (Unione Degli Universitari) lo sbarramento alle iscrizioni è stato esteso, (continua da pagina 6)

Apriamo gli occhi e prendiamo coscienza di possedere dentro di noi la forza ed il dovere di cambiare le cose. Per quanto riguarda i Dico, passano in questi giorni in Commissione Giustizia assieme ad altri nove disegni di legge; il presidente Cesare Salvi ha già bocciato il testo in quanto “giuridicamente” debole ma non vi ha opposto una critica politica. Esiste la possibilità di miglioramento o aggiustamento ma esiste soprattutto il desiderio di giungere ad un accordo e a una soluzione. E la soluzione non può arrivare che attraverso la mediazione tra le parti. Le intese sono possibili, dal punto di vista politico e da quello ideologico. Le posizioni del Vaticano fortunatamente non sono assolute, più volte si è parlato di un possibile “dialogo”. Ma sarà un dialogo possibile? La manifestazione pro-Dico è passata, forse senza troppe polemiche, il “Family Day” sta per arrivare. Il problema non sta solo in chi e in qualità di cosa ne prende parte, nè sulla reale efficacia di tali manifestazioni. La verità è che ormai è stata aperta una diga e nessuno ormai può chiamarsi fuori da questo

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negli ultimi 5 anni, ad oltre un migliaio di corsi, crescendo così del 330%. A partire da questi dati ha presentato un ricorso che è stato accolto dai Tar dell’Emilia Romagna e del Lazio. In questo modo il numero programmato è stato sospeso in tre corsi di laurea, due a Parma e uno a Roma. Recentemente perfino il Ministro Mussi si è pronunciato contro l’abuso del numero chiuso, affermando anche la necessità di un numero maggiore di studenti.

Dalai Lama in cattedra

Il 71enne premio nobel per la pace e capo spirituale dei buddhisti tibetani terrà, per la prima volta ed a titolo gratuito, un ciclo di lezioni in qualità di professore “ospite” all’università di Emory, Atlanta. Il Dalai Lama, al secolo Tenzin Gyatso, ha dichiarato: “Credo fermamente che la formazione sia uno strumento imprescindibile per lo sviluppo del benessere umano e la creazione di una società giusta e pacifica”.

Cresce google libri

la Biblioteca Statale Bavarese di Monaco rilascierà il contenuto dei suoi libri a Google. Nove milioni di titoli, un milione dei quali, a breve, sarà disponibile sul web.

l’ateneo di Harvard offrendo all’istituzione 5 milioni di dollari per finanziare lo sviluppo di programmi congiunti su temi ambientali e generazione pulita. La stessa Enel ha stretto un accordo anche con il MIT di Boston, il “Future Energy Program” per lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia senza emissione di CO2. L’impegno dell’azienda italiana con le prestigiose accademie statunitensi si affianca a quello con gli atenei di Pisa, Milano, Roma, Napoli e Lecce.

Chip per la catalogazione

È stato presentato all’esposizione di Milano “Bibliostar” Lib-chip, una nuova tecnologia messa a punto da Philips Semiconductors e MK Sorting Systems per la gestione dei patrimoni librari, che consentirà di implementare postazioni self-service per il ritiro e la restituzione dei libri. Semplicemente appogiando il libro ad un reader si potranno far avere al sistema di catalogazione tutte le informazioni necessarie per il prestito.

Nuove tecniche di marketing? Enel ha siglato una collaborazione con

dibattito. Che il Vaticano prosegua sulla linea delle ingerenze, solo oggi le ultime parole di Bagnasco ed il suo richiamo ai politici di “non votare leggi contro natura”, vedendo nei Dico il Piave della loro battaglia ideologica e ponendo la gravità della situazione della Famiglia istituzionale quale seria e unica priorità da discutere (come se dalla notte e il giorno sia finita sull’orlo del collasso) è un dato di fatto. Che si sia dato il via ad uno scontro aperto tra atteggiamento laico, o laicista (che presumibilmente dovrebbe lasciare spazio alla piena attuazione della libertà di coscienza), e presa di posizione cattolica (che difende invece a spada tratta i cosiddetti “valori non negoziabili”) è altrettanto palese. Ma l’ultima domanda che mi pongo, e vi pongo, è questa: siamo sicuri che si possa definire Famiglia (sì sì proprio con la effe maiuscola!) solo quella basata sul matrimonio e definita dalla nostra Costituzione? O vogliamo forse aprire gli occhi e prendere atto del fatto che una Famiglia può essere considerata semplicemente un nucleo di persone che condividono quotidianità speranze valori esperienze affetti ricordi?

Non ci troviamo forse d’accordo sulla questione che probabilmente tutti meritiamo di poter veder riconosciuto questo, nel momento i cui la legge ancora non lo rende possibile? Riflettiamo. Poniamoci fuori per un momento da questo clima esasperato e cerchiamo di darci, per una volta e finalmente, in tutta coscienza, una risposta. ■

quel noto cantante inglese

LʼUniversità “della terza età”

dal mondo dellʼistruzione.


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le immagini possono essere coperte da copyright. Noi le abbiamo rubate, ce ne scusiamo con gli autori. Speriamo che comunque gli autori non ne vengano MAI a conoscenza, in quel casom però, confidiamo nella loro comprensione

Il tuo bambino ti stessa? Dagli uno psicofarmaco.

PILLOLE DELLʼOBBEDIENZA. di Antonio Galante

Chi vi scrive non è solito puntare il dito per accusare un male della società, ma c’è una cosa che non riesco a mandare giù... e mi dispiacerebbe che qualcuno di voi non venisse a saperla solo perché non ho speso 10 minuti a scriverla. Parlo della reimmissione in commercio da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco del RITALIN® e dello STRATTERA® ,psicofarmaci destinati ai più piccoli. Ma piccoli quanto? Diciamo 8 anni...lo scopo è curare il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD). Per quelli come me che non studiano medicina significa bambini disattenti e “ipercinetici” (che si muovono troppo!) così si rendono più sopportabili a genitori e maestri. Il principio attivo è Metilfenidato aka ANFETAMINE che paradossalmente su bambini e in piccole dosi ha l’effetto di sedare. La dose giornaliera di un bambino non è chiara neanche al medico. Viene distribuito in compresse da 10mg e con un foglietto illustrativo che, alla voce posologia indica mezza compressa come prima somministrazione, con incrementi giornalieri di 5/10mg fino ad un massimo di 60 mg. In pratica inalando qualche capsula si ha l’effetto della cocaina, se si parla di danni apportati ne fa di più di quest’ultima... ”ma se lo dice il dottore...” Infatti questo farmaco si trova nella stessa tabella di cocaina, anfetamina, oppiacei e barbiturici (categoria degli stupefacenti)...è anche stato bandito dal Comitato Olimpico Internazionale. Quindi la “BigPharm” cerca di diffondere una “cura” per una patologia prima sconosciuta... o meglio cerca di curare una patologia vecchia come il mondo solo perchè ora pare si abbiano gli strumenti per farlo. Ma come abbiamo fatto a farne a meno??

L’ unica cosa certa è che da duemila anni a questa parte, senza che nessun bambino abbia avuto queste etichette diagnostiche e quindi senza l’aiuto di terapie di questo genere, non sono di certo mancati gli strumenti per consentire il progresso della società. Di queste “malattie”, “deficit di attenzione” (ADD) e/o “iperattività/ impulsività” (ADHD) secondo psichiatri e neuropsichiatri avrebbero sofferto fra gli altri lo scrittore di favole più famoso del mondo Hans Christian Anderson, l’autore di “Alice nel paese delle meraviglie” Lewis Carroll, tre dei più grandi musicisti di tutti i tempi Ludwig Van Beethoven, Amadeus Mozart e Sergei Rachmaninoff, i grandi pittori spagnoli Salvador Dalì e Pablo Picasso, Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, il fondatore della fisica classica Issac Newton, lo scopritore delle leggi dell’elettromagnetismo classico James Clerk Maxwell, il genio della fisica teorica e premio nobel Stephen Hawkins, l’imperatore di Francia Napoleone Bonaparte, il presidente degli USA John F. Kennedy. Malati o semplicemente geniali? Voi che dite? Non importa, visto che se i genitori non vogliono questo tipo di trattamento per il loro bambino, si potrà sempre somministrare la sostanza a scuola, privandoli della patria potestà, visto che sono così “incoscienti” da non voler curare il loro figlio malato. Si farebbe rientrare tutto nel famigerato “Trattamento sanitario obbligatorio” (TSO). Comunque Niente paura! Il costo del “medicinale” è a totale carico dello stato. Forse si è perso di vista il vero significato della parola “curare” ossia prendersi cura, a maggior ragione se si parla di bambini. Una causa di questo problema di certo ce l’ha una visione troppo meccanicistica del corpo umano, una visione per la quale tutto è aggiustabile con un principio semplicistico causaeffetto. EFFETTO OMOLOGAZIONE.

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«Barista! Sembra di essere nel Sahara!»

- Brian Griffin -

“DOVʼÈ LA MIA BIRRA?” - Giulia -

“Dov’è la mia birra?”, chiedo inviperita all’amico birraio, e attendo, quasi con ansia, di poter assaporare la bionda (non filtrata, mi raccomando) che mai ti dice di no, sempre disponibile (in quanto legale) e che non ti chiede spiegazioni (se non in surreali sogni). Ebbene sì, alla tenera età di ventidue anni, la mia coscienza si scontra con il mio fegato, che ha alzato bandiera bianca, e con il mio stomaco, ormai vinto dalla forza prepotente – e dolorosa – di una gastrite da primato! E’ proprio quel giorno, quando, delirante tra le lenzuola, vittima della ribellione della mia cagionevole salute (che a quanto pare non molla), che penso che forse sarebbe meglio porre fine alla mia “dieta alcolica”. Non poche volte mi è capitato di notare sullo schermo televisivo, con la coda dell’occhio, qualche titolo in sovrimpressione come “Giovani alcolizzati”, “ Adolescenti etilisti” e via dicendo. E, veramente, ho sempre pensato che i ragazzini del 2006 non sanno bere! Sfido a non “rigettare” sul pavimento, giusto davanti alla stanza dei genitori, dopo aver bevuto mille mila mini cocktails con chissà cosa dentro! Ah, ormai i palati fini per un buon Valpo superiore non esistono più. Gli adolescenti d’oggi devono imparare da noi saggi vicentini (un po’ di campanilismo non guasta mai!): quando mio padre mi accusa di abusare nell’assunzione di vino, io gli rispondo: “Papà, dovresti essere fiero di avere come figlia una cultrice del buon vino!!”. E così lui, che un po’ si ritrova in me, generosamente mi dona una bottiglia di Franciacorta, in modo da potergli comunicare la mia idea su quella particolare etichetta. Ma lo stile non si può insegnare... Come disse Totò, “Signori si nasce...” Poi però ho pensato a me, e a tutte le volte che ho bevuto una birra, due, tre, dieci, senza magari averne voglia; o quando nervosa, arrabbiata, disperata, ho pensato di bere quel bicchiere in più per

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potermi addormentare subito, evitando quello strazio chiamato riflessione. (Che poi i sogni si trasformino in incubi in seguito alle tre bottiglie di vino bevute a cena con il tuo migliore amico... beh, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!) Ed è così, che in quei rari momenti di lucidità mentale, mi trovo con il mio amico del sud, e pensiamo di mettere in piedi un gruppo di sostegno per giovani viziosi: chi esagera con la bevanda dorata, chi con la sigaretta simpatica e chi con l’eccessivo sport tra le lenzuola (anche se, a detta del mio amico, le ragazze che soffrono di quest’ultimo problema non è necessario curarle...). Non dico certo di smettere totalmente, anche perchè non ci riuscirei! Però, se vogliamo proprio fare della psicologia spicciola da bar (inevitabile!), finche non hai un equilibrio dentro te stesso, è difficile imporlo alle tue abitudini. E poi che senso ha star male per quell’orgasmo gustativo chiamato Valpolicella? ■


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PER UN PUGNO DI CREDITI OSCENEGGIATURA: TEO - DISEGNI: RICK

OK, VADA PER GLI ARBRE MAGIQUE AL CURRY!

...ZO

DOPO LA RIFORMA TARICONE DELLA SCUOLA...

NO!! MOLLALI FOTTUTO STRON...

VERSARE IL SANGUE DELLA MATRICOLA

PER UN PUGNO DI CREDITI UNIVERSITARI

È IL PREZZO DA PAGARE

NO!! MOLLALI FOTTUTO STRON...

LOADING...

...O QUASI. ...ZO

L’UNICO MODO PER ANDARSENE DA QUI...

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VOLENTI O NOLENTI ANCHE NOI ABBIAMO UN TUTOR di: Antonio Furfari

Spesso capita di chiedersi se ciò che accade all’università è deciso in toto dai professori. E ci si risponde, affermando che loro comandano e che se vogliamo ottenere qualcosa occorre rivolgersi direttamente a loro e sperare nella loro disponibilità-bontà. Per fortuna l’Università di Verona e il suo corpo accademico ha una forte componente di professori dotati di buon senso, ma c’è sempre qualche professore che agisce nel puro intento di esercitare il proprio potere nei confronti di chi sembra obbligato a subire: gli studenti. Ma, ma, ma! Davvero possiamo sperare solo su noi stessi e sulla Professionalità dei professori? Ormai la figura del Tutor è dappertutto nella Società, poteva mancare nel mondo universitario? All’università i tutor si possono identificare nella figura dei

Rappresentanti Studenti. Dove Sono? Beh, i rappresentanti si trovano in tutti gli organi collegiali dell’Ateneo, partendo dai Consigli di Facoltà per arrivare al Senato Accademico e ai consigli d’Amministrazione dell’Università e dell’Esu. In particolare, il Consiglio degli studenti è l’organo centrale che ci rappresenta ai “livelli più alti” dell’Ateneo. Secondo l’art.24 del nostro Statuto Universitario: “Il consiglio degli Studenti è l’organo in cui convergono le componenti e trovano espressione le esigenze degli studenti di tutte le Facoltà dell’Ateneo.” L’attuale Consiglio degli Studenti è composto da 45 rappresentanti eletti. 3 rappresentanti sono eletti direttamente per ognuna delle 8 facoltà. 2 rappresentanti studenti sono incaricati dal Consiglio di Facoltà a rappresentarlo nel CdS. 1 rappresentante è eletto in più rispetto le altre 7 facoltà dagli

studenti di Economia in considerazione del maggior numero di iscritti. Altri 4 rappresentanti corrispondono ai 4 studenti eletti del Consiglio di Amministrazione. Riassumendo ci sono 6 rappresentanti per la facoltà di economia e 5 rappresentanti per ognuna delle seguenti facoltà: Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Lingue e Lett. Straniere, Medicina e Chirurgia, Scienze della Formazione, Scienze MM.FF. NN., Scienze Motorie. Vuoi conoscerli, vuoi entrare in contatto con loro? Pass ha l’ambizione di fungere da raccolta dei pareri e delle esigenze di voi studenti per poi comunicarli ai vostri “tutor”. Contiamo e necessitiamo del vostro appoggio e del vostro punto di vista.

Intervista a

CESARE BRAZZOLI Rappresentante della facoltà di Economia. “Ciao Cesare, vuoi presentarti ai lettori di Pass?” Ciao a tutti, sono Cesare Brazzoli, e ho 21 anni. Sono autoctono di Verona e sono rappresentante sia nel Consiglio degli studenti che nel Consiglio di Facoltà. Frequento il corso di Economia e Management delle imprese di servizi. “Perché ti sei candidato, perché hai scelto di fare il rappresentante degli studenti?” Ho scelto di candidarmi con la lista Dialogo e Partecipazione perché volevo portare le mie idee e le mie energie per migliorare la nostra facoltà di Economia. Infatti, ho intenzione di dare più visibilità al ruolo di rappresentante. A mio avviso se fatto bene può essere un ruolo molto importante anche se purtroppo poco sfruttato dagli studenti. “Mi trovi d’accordo.... So che a Economia ci sono anche altre liste e altri rappresentanti. Quanti studenti di Economia svolgono il ruolo di rappresentanti?” I rappresentanti eletti sono in totale 9. 4 eletti direttamente nel Consiglio

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degli Studenti e 7 eletti in Consiglio di Facoltà. Dico che siamo in 9 perché due rappresentanti di Economia in CdS sono stati eletti direttamente col voto studentesco come rappresentanti nel Consiglio di Facoltà. Inoltre il CdF nomina tra i suoi componenti 2 studenti che hanno l’incarico di rappresentare gli studenti anche in CdS. E questo è il mio caso. Sono stato incaricato dal Consiglio di Facoltà di rappresentarlo nel Consiglio degli Studenti. “Come funziona il CdF?” Il Consiglio di Facoltà è un organo collegiale presieduto dal Preside e composto sia da studenti che da professori. Si convoca con cadenza più o meno mensile a seconda delle materie trattate che spaziano su tutto quello che concerne la facoltà. “Ho sentito parlare dell’ordine del giorno di qualche CdF passato, riguardante le pratiche Erasmus. E’ cambiato qualcosa?” E’ stato approvato in CdF che se il

professore entro 20 giorni dal ricevimento del programma degli esami da sostenere all’estero (Learning Agreement) non risponde. Allora il programma è da ritenersi automaticamente convalidato. Comunque per informazioni più precise consiglierei di contattare la Segreteria Studenti. Una cosa ritengo importante dire agli studenti di Economia. Finalmente si smuove qualcosa in merito alle caserme Passalacqua e Santa Marta. E’ stato finalmente approvato il Piano che assegnerà una parte delle caserme all’Università degli studi di Verona. Ciò significa che Economia potrà avere nuove aule e nuovi spazi, compresi i parcheggi. I lavori dovrebbero iniziare a breve, ma si sa come funziona l’edilizia pubblica. “Grazie Cesare, ciao” ciao. ■


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Benvenuti a Vicenza

Il progetto va avanti, ma servono ancora 45 milioni di euro per la realizzazione.

IL CAMPUS UNIVERSITARIO di: Fabrizio Devincenzi

Di questo passo, l’anno prossimo, gli studenti iscritti al nostro Ateneo avranno raggiunto, se non superato, quota 22 mila. Questo a dimostrazione che l’Università di Verona sta crescendo a partire, appunto, dal numero di studenti. Ciò che sembra essere invariato, se non per qualche allargamento particolare ma comunque minimo, è lo spazio fisico nel quale viviamo quotidianamente la vita universitaria. Infatti, mentre noi siamo all’incirca raddoppiati, ci muoviamo negli stessi spazi dei nostri “colleghi” predecessori. Per questo l’Amministrazione comunale e il Rettore si stanno muovendo da ormai circa sei anni per poter creare un vero e proprio campus universitario nella zona di Veronetta. Questa, almeno, sarebbe l’opera maggiore. Innanzitutto nel giro di tre anni al polo di Economia sarebbe integrata, dopo un restauro e un’adeguata ristrutturazione, la vecchia caserma Santa Marta. Invece la caserma Passalacqua, già acquistata dal Comune, sembra ferma al progetto: al momento si attendono fondi straordinari per l’edilizia universitaria. A questo si aggiunge la preoccupazione manifestata dal Rettore riguardo la possibile

assenza di sorveglianza della ex-caserma a partire dal prossimo gennaio. Eppure molti spazi sono potenzialmente già utilizzabili, ma se lasciati incustoditi potrebbero essere soggetti a degrado o occupazione abusiva. Un’area comunque, di cui beneficerebbero non solo l’Università ma anche il quartiere di Veronetta e la città intera vista l’idea di costituire e dar così vita ad un vero e proprio polo culturale e di intrattenimento aperto anche ad attività extra-didattiche, unendo così sport a seminari e alloggi a conferenze. Per quanto riguarda il polo giuridico, una parte dell’adiacente palazzo Montanari sta per essere concessa dal comune; per la fine del 2007 dovrebbe avere inizio la ristrutturazione. Quindi, adesso, non resta che attendere una risposta (sottoforma di finanziamenti) da parte del Governo e più precisamente dal Ministero dell’Economia per evitare quell’inutile spreco di risorse derivante dal mancato completamento delle opere. ■

Per chi non lo sapesse, nei meandri del centro storico di Vicenza esiste un distaccamento universitario della Facoltà di Economia, che prende il nome di Dipartimento di Studi sull’Impresa. Una piccola realtà, sconosciuta a molti (vicentini compresi!), che sopravvive in 2 sedi stracolme: la “nuova” sede di S.Maria Nova e l’ex-cinema Arlecchino. L’ex-cinema è ormai da una decina d’anni la sede per le povere matricole del primo anno di corso; qui la mente (e il fisico) degli studenti viene messa a dura prova fra poltroncine ancora macchiate di bianco (era un cinema porno...), la scarsa illuminazione della sala, le nutrie della roggia accanto e... una caldaia sofferente, che a volte ci lascia sopravvivere SOLO grazie all’effetto stalla. Ricordo ancora quegli anni difficili, che mi hanno fatto comprendere cosa significhi “sacrificio d’adattamento”, nonché di quanto L’ Università difetti di strutture adeguate. L’altra sede, quella di S.Maria Nova, viene invece chiamata la “sede centrale”, visto che si tengono tutti i CdL del 2° e 3° anno, nonché il CdL di specialistica e i corsi dei colleghi patavini del 2° e 3° anno di Sicurezza degli Alimenti o SIA. Per lo studente, passare dal cinema porno alla sede è un vero salto di qualità. Questa infatti consta di tutti i servizi essenziali come 2 aule per i PC con l’adsl, 2 macchinette del caffè e distributori vari, 5 aule studio ma sopratutto... un vero chiosco! [come chiosco?! NdR] Voi forse non vi rendete conto, ma nella mia mente era ancora vivido, dal momento dell’immatricolazione, il ricordo del mega-chiosco S.Francesco [infatti, non ci rendiamo conto, quì nel CHIOSCO. NdR] e a trovarmi di fronte a quest’altro, sembra d’esser ritornati in paradiso. Comunque questa “nuova” sede ( exscuola media, poi superiore e poi edificio abbandonato) rappresenta per noi studenti una cattedrale da venerare. Qui noi passiamo la maggior parte delle giornate fra libri, chiacchiere ed esami e qui i professori ricevono. Inoltre, qui si discute la tesi e quindi QUI ci si laurea: a tal proposito è previsto un bel boschetto, antistante la sede, dove legare i malcapitati ed abbandonarli. Tranquilli, se alla sera saranno ancora lì, il ranger della nostra sede penserà a liberarli con un paio di cesoie. Ah, già, dimenticavo, voi non avete il ranger; beh, sapete, le alte sfere ci tengono alla nostra incolumità fisica. Nel futuro si prevede il trasferimento in una nuovissima sede (stanno gettando ora le fondamenta, dopo 6 anni d’attesa...); quando sarà pronta, se avrò nostalgia, magari la visiterò. Uno studente (forse) laureando

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PASSATENEO

Qualche precisazione per quelli “del centro”. (Furfari docet)

-Leggasi paradiso come piccionaia; -Il “Nolte” è un oscuro libro di neuroanatomia; -Il “Netter” è un atlante di anatomia; -“Orgasmo Femminile” è un libro di oltre 500 pagine; per chi è interessato in biblioteca c’è anche “Orgasmo Maschile”, un opuscolo pieghevole; -“XXX” è la ragazza dai facili costumi che ogni buona facoltà deve avere. Sì, proprio quella che se la fa con tutti tranne che con te.

100 COSE DA NON FARE IN

BIBLIOTECA a cura del Collettivo Evilrude

1 Giocare a chi sputa più lontano dalla balaustra del paradiso.

6 Urlare “Io sono Dio e ve lo dimostro” e gettarsi dalla balconata del paradiso.

2 Giocare a “Getta l’incudine e vediamo se sei fortunato” dalla balaustra del paradiso.

7 Urlare “Tanto io riesco ad arrivare fino di là!”, prendere la rincorsa e saltare dalla balconata del paradiso.

3 Allagare l’inferno e convertire la biblioteca in un bagno tropicale con palme, sabbia, cocktail e Baywatch.

8 Leggere il libro “Orgasmo femminile” sottolineando ad alta voce i passi più

4 Prendere la giacca e uscire. Solo che con “prendere la giacca” intendo impugnare un fucile a pompa e con “uscire” intendo massacrare qualsiasi cosa si muova nel tuo campo visivo. 5 Urlare “Doveva vincerlo Milva Sanremo!” e gettarsi dalla balconata del paradiso.

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salaci ed ammiccando con aria d’intesa alla ragazza più vicina. 9 Scegliere qual è la suoneria migliore per ognuno dei vostri amici. 10 Fingere un orgasmo facendo sesso telefonico con il moroso della tua migliore amica. 11 Provarci con la vicina imitando il verso delle scimmie urlatrici.

12 Ogni volta che si sente bisbigliare la parola “puttana”, ridere a squarciagola, alzandosi in piedi e indicando XXX (ogni anno indichi la candidata più adatta). 13 Dimostrare di avere una “fame da lupi” liberando un cervo vivo per inseguirlo e sbranarlo pubblicamente. 15 Allestire una mostra fotografica dal titolo: “Le peggiori infezioni vaginali della storia”. 16 Fare una rievocazione storica dal tema: “Sodoma e Gomorra – Prima e dopo Dio”. 17 Girare un film porno per alci. 18 Cercare di raggiungere il coma etilico mangiando boeri. (continua sul prossimo numero)


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LETTERA DEL RESPONSABILE DELLA BIBLIOTECA MENEGHETTI. Fabrizio bertoli ci ha fornito delle precisazioni riguardo i temi “caldi” della facoltà di medicina.

per la serie: dovʼè Borgo Roma?

Cari studenti e studentesse, ho letto con piacere, su Pass di gennaio/febbraio 2007, alcuni articoli relativi alla Biblioteca Meneghetti. Provo pertanto a rispondere, al fine di dare ulteriori elementi di conoscenza. I Rappresentanti delle Facoltà di Scienze e di Medicina hanno illustrato una raccolta di firme per l’apertura serale di un locale per lo studio. In relazione a questa necessità, comunico che è stato completato l’iter delle autorizzazioni da parte degli enti competenti, e che il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 2 febbraio 2007, ha approvato il “progetto esecutivo per i lavori di adeguamento funzionale della Meneghetti e l’autorizzazione a contrarre”. Tali lavori prevedono l’utilizzo di parte dell’attuale magazzino librario, opportunamente ristrutturato, quale ulteriore sala studio/ consultazione con circa 50 posti. L’accesso, durante l’orario di apertura della Biblioteca, avverrà dall’ingresso principale, mentre, dopo le ore 20, sarà consentito esclusivamente dall’ingresso che verrà aperto sul lato mensa (privo di barriere architettoniche), in quanto risulterà chiuso il collegamento con il resto della struttura. Questo consentirà l’apertura

Vorrei, inoltre, fare un cenno alla “chiusura del servizio di posta elettronica ai terminali presenti in biblioteca” di cui hanno dato notizia i Rappresentanti Facoltà di I lavori per la nuova della Medicina. Nell’atrio della sala studio potrebbero Meneghetti ci sono 2 essere terminati entro postazioni al pubblico full marzo 2008. internet, posta elettronica compresa, con accesso tramite password che viene rilasciata immediatamente, al momento della richiesta, da parte dei colleghi dell’aula multimediale. Si sono dovuti invece limitare tali servizi dai computer dell’aula multimediale, in quanto essa è espressamente dedicata alle attività connesse alla ricerca bibliografica e ai servizi online offerti dalla Biblioteca. Si verificava troppo spesso, infatti, che in tale aula, di modesta capienza, molti utenti utilizzassero le postazioni per finalità personali mentre altri, interessati alla consultazione di riviste elettroniche e banche dati o sussidi didattici, erano costretti ad aspettare. Tuttavia, poiché i Rappresentanti di Medicina hanno chiesto di consentire l’accesso per i servizi legati alla didattica – iscrizione appelli ecc. –, si è deciso di abilitare metà dei computer dell’aula anche a queste funzioni, almeno fino a quando non verrà garantita una maggiore fruizione delle aule di informatica di Facoltà. Tutte le postazioni che accedono a internet richiedono una password di autenticazione personale per serale con limitato utilizzo di risorse umane, ciascun utente, in ottemperanza ai decreti ad esempio mediante l’apporto di alcuni legislativi in vigore. Poiché è allo studio studenti selezionati dalle graduatorie per le della Direzione Servizi Informatici un 150 ore, come avviene attualmente nell’aula sistema di autenticazione per tutti gli utenti di S. Vitale in Veronetta. dell’Ateneo, quando questo sarà attivo e La nuova sala potrà inoltre essere utilizzata il nostro sistema verrà integrato in quello anche per iniziative o incontri: dovrà avere generale, gli utenti, con l’identificativo e la una postazione con proiettore, accesso alla password forniti al momento dell’iscrizione, rete elettrica per alimentazione dei computer potranno utilizzare anche le postazioni portatili personali, collegamento internet presenti in Biblioteca. tramite wi-fi per gli utenti autorizzati e in Ringrazio tutti e tutte per l’attenzione e possesso dei codici di autenticazione. porgo, anche a nome dei colleghi della Per quanto riguarda la tempistica di Biblioteca, un fervido augurio per la Vostra realizzazione, alla luce di quanto indicato attività. Ovviamente, i colleghi sono a dalla Direzione Servizi tecnici dell’Ateneo, disposizione per ogni questione, richiesta posso dire che i lavori potrebbero di informazioni o altro, e la porta del mio presumibilmente essere terminati entro ufficio è, non solo metaforicamente, aperta. marzo 2008 (tempi tecnici necessari per la pubblicazione del bando di appalto, la presentazione delle offerte, l’aggiudicazione Cordiali saluti, Fabrizio Bertoli dell’appalto, la delibera di assegnazione da parte del Consiglio di Amministrazione, l’effettuazione dei lavori). Ovviamente, durante i lavori, si verificheranno alcuni disagi per gli utenti, dei quali ci scusiamo fin d’ora.

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ME NE SBAFFO

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GingerPress

Voglio spezzare una lancia a favore del buon vecchio Baffo. Sì, avete capito bene, il buon vecchio Baffo, soggetto capace di attività seduttiva nei confronti di signore di ogni età, di ogni cultura e ceto sociale. Se fosse un film, sarebbe ‘Arma letale’. Ma oggi il Baffo ci ha lasciati. Lo so, lo so: appare impensabile fratelli, ma questa è la triste realtà. Lo vorrei ricordare per com’era, compagno inseparabile di Magnum PI; oppure, sempre a suo agio s’intende, amico fedele nelle televendite del Baffo di Crema. Quanti lo avrebbero voluto dipinto, o meglio, scolpito sul proprio volto: esile intreccio, longilineo e verticale, accanto al margine buccale, evocante occhi orientali; altrimenti classico e quindi compatta, fitta e nel contempo soffice muraglia, alla Chaplin. Oggi è considerato come elemento di disturbo, politicamente scorretto (così com’è J-Ax), malvisto, specialmente da questa generazione femminile, forse non adatta a sopportarne il gravoso potere evocativo. ‘Non sempre le rivoluzioni sono possibili, ma talvolta sono necessarie.’ ■

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DIARIO DI ACCADEMIA Mensa con vista di: Alanus

La mensa di Verona è davvero un luogo singolare. Tutto il complesso di via San Francesco, a dire il vero, lo è. E riflette profondamente l’ossessione estetica di questa città. L’Italia è di fatto sinonimo di ossessione per l’estetica, elevata – e questo e molto, molto antipatico – a criterio di accettazione e/o giudizio morale. Le sue città belle sono innumeri: ma Verona non è solo bella, è magnifica. Ricordo una volta il commento di un principe romano mio amico che disse, lui che si sbilanciava di rado nei giudizi, che Verona era la città più elegante del Norditalia. Sono d’accordo con lui. Di conseguenza, l’università deve adeguarsi: ed infatti, almeno per quanto ho potuto vedere sinora, gli edifici universitari veronesi sono la cosa che, in Italia, assomigli di più all’oggetto dei sogni proibiti dell’accademia italiana, il mitico campus all’americana: fighettini, come tanti studenti che vedo qui, maestri espertissimi nell’arte del casual fintamente distratto, della combinazione fintamente affrettata di roba fintamente modesta e in realtà firmatissima e costosissima, qui, dove il Nordest operoso e un po’ buzzurro della campagna friulveneta si incontra con la maggiore compassatezza lombarda. Fighetta non può che essere anche la mensa. Oddio, a dire il vero la rotondità semicircolare dell’edificio ricorda certi barbarici pseudosperimentalismi architettonici (per non parlare di quelli politici in voga all’epoca...) che passavano per modernità, tipici dell’Italia da bere preTangentopoli. Ma l’è tanto, tanto meglio di tanta roba che ho visto girovagando per le facoltà italiane. E poi c’è il forno a legna, che diamine! Puoi aver la pizza, se vuoi: chiccheria divinissima, meravigliosamente finto-popolare e in realtà snobissima nel suo aperto sfidar quello che dovrebbe essere il senso e il sale di ogni vita universitaria, il duro sgobbare sui libri, in barba ai primi vent’anni che volano, in nome del “poi”,

carriera, famiglia o chissà, volontariato in Africa come carriera nella City... E poi i giovani, ovviamente. Mimetizzato tra loro, che non sanno che sto dall’altra parte della barricata, li guardo, vi guardo, e ovviamente guardo me ventenne studente nell’anno del Signore 1990. Così diversi e così uguali. Il Muro era appena caduto, Ceausescu era stato fucilato, l’URSS stava disgregandosi e tra poco sarebbe stata seguita dal disastro chiamato Jugoslavia. Persino i nomi di queste realtà, un tempo vive come corpi umani, sono spariti, consegnati all’insignificanza. E ovviamente mi vien da pensare a quante cose ha visto anche l’Italia in questi anni. Tutto è divenuto così mobile, così instabile, ma anche così ricco. L’umanità intorno a me è così uguale ma così diversa. Le prime due macroscopiche differenze che saltano subito agli occhi rispetto ai miei anni da studente: l’attenzione per i disabili – chi vedeva gente in carrozzina in mensa nel 1990 a Venezia? – e il numero degli stranieri. Ce ne sono parecchi, qui a Verona, almeno a giudicare da quel che vedo in mensa; mi pare soprattutto che spagnoli e polacchi guidino la classifica. A parte il loro numero, ciò che colpisce è la grande disinvoltura con cui si muovono: perfettamente a loro agio, come se fossero a casa propria e non a migliaia di kilometri di distanza. La prima generazione veramente transnazionale e davvero europea. Mi vien da pensare che chiunque (leggi Londra e Washington) cerchi di frenare l’unificazione europea sarà smentito nei fatti; quanto alla politica, questa, come sempre, seguirà e si adeguerà. Certo, è anche vero che l’omologazione galoppa, il lifestyle prodotto dall’economia del Mercato Mondo è sempre più avanti: in Serbia, per dire, il “Grande Fratello” ce l’hanno già da quest’anno, ben prima dell’Europa e della NATO... Così diversi e così uguali, appunto, questi ragazzi, e tutti noi... ■


di: Juliette Ferdinand

Forse passeggiando verso Piazza Isolo avete notato certi cartelli gialli che indicano “Museo Africano”. Avete mai seguito queste indicazioni? Portano lungo le stradine in salita di Veronetta fino ad un bel parco dove si trova il “MA”, ossia il nuovo museo africano. E’ piuttosto inatteso incontrare l’Africa in una città che non sembra tanto aperta alla multiculturalità... Io pensavo di trovare un vecchio museo con une serie d’oggetti rubati al loro contesto originario, mal spiegati, un museo triste da cui l’Africa sarebbe risultata alla fine completamente assente. Al contrario il percorso proposto dal museo è una vera scoperta e una riflessione sulla ricchezza e la diversità della cultura africana. La scenografia piena di colori e di luce, l’organizzazione della visita, la bellissima musica che ci accompagna, i film e le immagini che ci circondano, e soprattutto l’incredibile potenza e bellezza degli oggetti non possono che entusiasmare... Il percorso proposto segue le tappe principali della vita, concepita come una maturazione interiore attraverso riti iniziatori, lavoro e spiritualità, un viaggio che continua nell’oltretomba, nel mondo degli spiriti e degli antenati. Oggetti quotidiani, di culto, maschere che fanno a gara in creatività ed espressività: tanto espressivi che certi tra noi ne avevano quasi paura. E soprattutto splendidi oggetti Dogon, provenienti da un’etnia di Mali, che ci hanno stupito. Ciò che rimane dopo aver visto la mostra è una sensazione di forza, d’energia tumultuosa emanata dagli oggetti, una tempesta di colori, forme, facce buone o minacciose. Il genio in opera, come si può percepire di fronte all’arte di Picasso o Francis Bacon. Alla vista di queste opere-oggetti, si capisce subito perché gli artisti contemporanei come i cubisti rimasero sbalorditi davanti all’arte africana quando la scoprirono nella Parigi dell’inizio 900’. Questo museo è quindi bellissimo per la qualità delle opere esposte. Ma soprattutto perché corrisponde ad un vero desiderio di far conoscere l’Africa. In effetti uno può rimanere perplesso in un museo “cosiddetto” etnico, che mostra oggetti fuori del loro contesto: non sarebbe meglio ridare ad africani, indiani, americani e così via il loro patrimonio? Una domanda del genere me la sono fatta a Parigi nel nuovo museo del Quai Branly, che raggruppa centinaia d’oggetti, tessuti e mobili provenienti in gran parte dalle colonie o da collezioni private. Davanti a questi tesori mi sono sentita a disagio perché pensavo ai popoli che hanno creato queste opere, che spesso non si conoscono perché le civiltà che le hanno create sono scomparse, o perché sono andate distrutte, come i grandiosi Budda distrutti in Afghanistan, oppure perché i paesi non hanno una situazione abbastanza stabile per pensare alla salvaguardia del loro patrimonio, come spesso in Africa, dove purtroppo le priorità quotidiane sono altre... Allora cosa fare? Alla fine mi sono rassegnata ad andare in questi musei etnografici per scoprire culture che ci meravigliano, per ammirare, e con la speranza che un giorno questi paesi possano avere strutture proprie per esporre al mondo e soprattutto alla loro popolazione la propria ricchezza culturale. ■

PEGGY GUGGENEHIM,

BELLEZZE NERE A VERONA

UN AMORE PER LA SCULTURA.

JF PASSATEMPO

di: Elisa Marchesini e Elena Palumbo

Un’occasione unica ha portato le opere della collezione Peggy Guggenehim a Verona: non si tratta semplicemente di una mostra, ma di un progetto innovativo che vede coinvolte la Fondazione Cariverona ed il museo veneziano. Nell’esposizione si susseguono una serie di sculture che testimoniano evoluzioni e innovazioni dei primi cinquant’anni del XX secolo. Il percorso si apre con il tema della figura umana affrontato da Medardo Rosso con il bambino in cera (“Ecce Puer”, 1906) e da Alberto Giacometti con la “Donna che cammina”(1932), prosegue nell’astrazione geometrica di Pevsner (“Superficie sviluppabile”, 1938-39) ed in quella biomorfa di Jean Arp (“Corona di germogli I”, 1936). Incontra poi il tema metamorfico nella “Giovane donna a forma di fiore” (1944) di Marx Ernst e nell’intreccio di “Insetto e fiore” (1947-48) di Mirko Basaldella, per finire con sculture a cavallo tra arte e design come la “Sfera” (1969) di Costalonga o “Ipercubo plexiglass” (1963) di Massironi. L’esposizione ha sede presso la sala al pianterreno della Fondazione Cariverona in via Achille Forti 34 ed è aperta gratuitamente tutti i giorni dalle 9 alle 18. Si concluderà il 22 Aprile 2007. ■

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PASSATEMPO JF

NERO rubrica di parole a cura di Luigi Tasca

parole come lame, parole inutili e noiose, parole che scopano, parole che amano, parole che ti vergogni, parole assassine e ladre e puttane, parole che è meglio non parlare più.

TRE VIAGGI:racconto breve. Tre atti. VIAGGIO PRIMO Montmartre sette della sera. Lumini ad ogni tavolo e Maria e Carlo seduti

attorno ad uno di questi, soli, con il cuore l’una nella mano dell’altro. Trent’anni di matrimonio: giardino in ordine e figli sposati. Una casa, due pensioni, un libretto postale. Un amore nato sui banchi del liceo, sopravvissuto agli anni, candido come il lenzuolo della prima notte di nozze. E adesso la primavera di Parigi, miscuglio di odori e di passioni: viali infiniti, kebab e asfalto, archi, torri, cenacoli, e gioconde che così non appaiono. Il beaujolais trema nella mano di lui: -“Maria, mi ami ancora?” -“Si! Ogni giorno di più.”

VIAGGIO SECONDO Sfarzoso banale matrimonio vip. Prete canuto.

Cherubineschi puttini

abbandonati al loro destino. Zie in tailleur, piangenti. Autisti fuori con i chihuahua, piangenti. Sorrisi e flash, vippini e starlette, croci di platino posate su quintali di silicone. E poi la luna di miele. Siamo soli amore, finalmente io e te, finalmente lontani da tutto e da tutti. Quest’ anno poi il campionato è andato da cani, tifosi in assetto da guerriglia ogni domenica e presidente inguaiato per doping: dei giocatori, amministrativo e pure personale. Me ne andrò lontano da allenatori e dirigenti, sponsor e procuratori; per almeno dieci giorni la smetterò di sentirmi blaterare in tv: -“Quello che decide il mister per me va sempre bene”. Oppure: -“Brestan, le scarpe del campione!”. Ma per fortuna ci sei tu dolce tesoro mio! T’ho conosciuta adolescente e velina e ti sposo venticinquenne e conduttrice di talk show, incinta. Che bello amore, io e te ai Carabi: in questo periodo dell’ anno non c’è quasi nessuno, qualche coppia di vecchietti reumatici niente più. D’improvviso, sopra l’oceano infinito, scosti la mascherina da prima classe, apri gli occhioni color topazio e mi sussurri: -“Aho Francè, in ‘sti dieci giorni de mmare, num me rompere er cazzo che c’ho voja de riposà”.

VIAGGIO TERZO Fuori da quel buco, via. Disperato dentro la notte, scaccia i fantasmi dei

miei sogni e sono solo, libero. Dietro l’angolo lui, il Corvo. Quasi come m’aspettasse. S’accosta e gracchia: -“Tutto a posto?” -“No, proprio no. Non direi.” -“La tipa?” -“Già, giusto quello.” -“Piglia qua!”. E se ne va. Guardo nella mano: che amicone il mio amico. Filo a casa dritto sul divano e giù tutta. Non esita l’infida e dopo un paio di minuti parto zaino in spalla. Mezzogiorno. Rimbomba un Beethoveen, premo il tasto, è Giulia: -“Dove sei andato? Mi sono preoccupata.” -“Eh, un viaggio strano. Così lontano non son stato mai. Già ripartirei.”

“Wish you were here” (Roger Waters a Syd Barrett) “Ora basta, io stò male, non è giusto, vaffanculo!” Come dice Masini adesso basta. Care sorelline e cari fratellini di università adesso tocca a voi. Inviate le vostre parole a “gigiimbriago@yahoo.it”. Qualsiasi esse siano, in qualsiasi forma si presentino (anche se a me non dispiacciono le tre forme che ho proposto io), scrivetemi le vostre fottutissime parole. Se hanno un’anima, ma anche se non ce l’hanno, potreste rileggerle su NERO: rubrica di parole. I VOSTRI RACCONTI A: PASS18

gigiimbriago@yahoo.it

POESIA Primavera nera Sono stanco, di illusioni e di piccolezze di fantasmi di riflessi ciechi. E’ primavera primavera in fiore primavera nera.


C PASStyle A

PASSATEMPO

lla genesi del mio cappello introduttivo una tantum colloco il dictat redazionale “Perchè in fondo ogni giornale dal target giovane che si rispetti non poteva non dotarsi di una rubrica di costume”. Di moda, nello specifico. Di moda applicata, mi si perdoni il radicalismo. Rotte già tracciate

da illustri predecessori che pure il neonato PASS ha deciso di sondare affidando al sottoscritto la curatela di questa rubrica. Nome originalissimo in codice: PASStyle. In modo tale che, vorrà il Fato, mensilmente ci cureremo di look and style tout court, dallo street chic del vicino di casa allo shocking glam di certo starsystem. Con tutta la spassosa terminologia anglofona del caso, yeah.

Da un rapido benchmarking, emerge che nell’affollatissimo settore dei magazines universitari a fare la parte del leone tra le rubriche di moda sia a mio avviso quella del mensile Campus, per mano di tale Marco Cortesi. Bene, applicando sin da subito uno dei concetti chiave del sistema stesso della moda, ovvero la differenziazione, preciso che non utilizzerò la linea dell’articoletto circa “come vestono i giovani”. Scelta non del tutto affrancata da una esile verve polemica. A differenza del Cortesi, cercherò piuttosto di dare un umile seguito alla nuova scuola dei fashion hunters o trend setters, che dir si voglia: questa rubrica recherà sempre impressa una qualche sorta di accompagnamento fotografico a condimento dei pipponi (volutamente sarcastici) circa cosa possa ritenersi “IN” e circa cosa possa ritenersi “OUT”. Foto a cavallo tra il serio, il semiserio, il comico e il grotteso, scattate dal sottoscritto o recuperate da indagini internettiane. Con l’aggiunta di leggeri quanto innocui colpi di fioretto qua e là. Ho scelto infine di affiancare alla pubblicazione cartacea quella digitale: ecco che su http://streetchic.wordpress.com avrete modo di dire la vostra, nonchè di vedere dell’altro.

Come scelta stilistica, diciamolo chiaramente, i numeri sono assolutamente da evitare. Questo capo, tuttavia, si rivela utilissimo per ricordare alla vostra ragazza che numero è della lista.

La vignetta di PASS

Reinventa uno sports must, in maniera rigorosamente handmade: quando le Adidas stripes incontrano il gold glitter. Il risultato sarebbe glam rock. O Eldorado.

grazie a:

Maurizio Miggiano Streetchic.wordpress.com

Incredibile ma vero, Sisley ne azzecca una: linea davvero minimal per la nuova collezione primavera-estate. Ottima scelta quella di circoscrivere l’intervento creativo degli stilisti ai soli elementi essenziali. E poi io non avevo mai visto un manichino femminile nudo.

www.progettofumetto.org

SCEMEGGIATURA: Federico Vacca - DISEGNI: Giorgio Zanetti

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scadenze

MARZO:

20/3 Master universitario in “ELABORAZIONE INFORMATICA DI DATI BIOMEDICI E TELECONTROLLO IN MEDICINA”. (F.S.E) 26/3 Master universitario in “ INTERNATIONALIZATION PROCESS FOR SMALL AND MEDIUM-SIZED ENTERPRISES”. (F.S.E) 27/3 Master universitario in “ COMUNICAZIONE INTERCULTURALE NELLE ORGANIZZAZIONI E NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI”. (F.S.E) 27/3 Master universitario in “ DIAGNOSTICA E CONSERVAZIONE DEI DIPINTI ANTICHI”. ( F.S.E) 21/3 JOBCHALLENGE CARREER DAY

APRILE:

Attenzione ragazzi! Finalmente è arrivato...

VIDEOLAB !il laboratorio on line creato dagli studenti di Scienze della Comunicazione dell’Università di Verona. Videolab parte da un’idea nata durante il corso di Sociologia delle comunicazioni di massa, in cui i ragazzi sono chiamati a presentare un elaborato video, ossia una pubblicità da loro creata su temi a scelta libera.

02/4 SCADENZA PRESENTAZIONE DOMANDA ERASMUS 06/4 Master universitario in “ MEDIAZIONE LINGUISTICA PER LA QUALITA DEI SERVIZI AL PUBBLICO”. (F.S.E) 12/4 Master universitario in “ DIREZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE”. (F.S.E) OPEN DAYS: INCONTRI CON LE FACOLTA 12/04 LETTERE E FILOSOFIA 13/04 SCIENZE M.F.N. & GIURISPRUDENZA 16/04 ECONOMIA 17/04 SCIENZE DELLA FORMAZIONE 18/04 SCIENZE MOTORIE & MEDICINA E CHIRURGIA 20/04 LINGUE E LETTERATURE STRANIERE 26/4 Corso perfezionamento ed aggiornamento professionale in Servizi Giuridici Immobiliari 28/4 DOMANDA DI AMMISSIONE ALL ‘ ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL’ ESERCIZIO DI : ASSISTENTE SOCIALE SPECIALISTA, ASSISTENTE SOCIALE, DOTTORE COMMERCIALISTA, ODONTOIATRA, RAGIONIERE E PERITO COMMERCIALE E MEDICO CHIRURGO 30/4 OFFERTA PRESTITI FIDUCIARI

Da oggi,visitando il sito

www.videolabweb.it sarà possibile vedere i filmati più significativi e divertenti, semplicemente avendo una connessione Internet e tanta curiosità. Finalmente un sito che vuole promuovere il lavoro dei ragazzi, valorizzando e mettendo in mostra l’inventiva, la fantasia e la creatività di tutti gli universitari! Se hai filmati che rispecchiano i canoni dello spot pubblicitario e vuoi farli vedere a tutti gli studenti dell’Università di Verona (e a tutto il web!) contattaci a info@videolabweb.it. Buon videolab a tutti!! MANDATE LE VOSTRE FOTOGRAFIE DELLE MIGLIORI SCRITTE SUI MURI A: LA MIGLIORE SARÀ PREMIATA CON UN SECCHIO DI PLASTICA QUASI NUOVO

pass.vr@libero.it


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