febbraio 2013
PassaParola Mensile italiano in Lussemburgo dal 2004
Un numero eccezionale tutto per voi
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Anno X, Numero 1 • Febbraio 2013
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Gastronomia: i cibi dell’amore Interviste: Fabio Concato Marco Tullio Giordana Pietro Orlandi
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2013
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05 / OBIETTIVO SU /
Cari
/ editoriale /
LETTORI e LETTRICI
Elezioni politiche in Italia
La prova del nove
27 / DESTINAZIONE ITALIA / Alla scoperta di Torino
PILLOLE
di sommario
40 / ASSENZA DI GRAVITÀ /
Quello che non sapete del Carnevale
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove! Dietro questi numeri ci sono i nostri 9 anni di impegno, passione e lavoro per pubblicare questa Rivista, che ha visto la luce nell’ottobre del 2004 e che con gli anni si è evoluta, è cambiata, si è arricchita dal punto di vista dei contenuti e dell’informazione. Dietro PassaParola Magazine non siamo solo in due, ma c’è una redazione di persone che si impegnano a produrre contenuti, andare a caccia di notizie, a segnalare eventi. Ma soprattutto dietro il nostro (come ogni giornale che si rispetti) c’è un pubblico di lettori che nel nostro mensile ha trovato una nicchia di informazione credibile, libera, aperta alle collaborazioni di tutti. Sì, perché il futuro del giornalismo è nella condivisione dell’informazione (che si vede arricchita del contributo dei lettori), nell’interazione con la rete e i social network (e approfittiamo per ricordare il nostro sito www.passaparola.info e le nostre pagine facebook della rivista PassaParola Magazine e della trasmissione radiofonica che conduciamo su Radio Ara VoicesbyPassaparola) e naturalmente nella qualità dell’informazione. Per il 2013 abbiamo scelto due strade. La prima: aumentare il numero dei nostri lettori e dei nostri abbonati (e per questo vi chiediamo di sostenerci, parlando di noi a chi non ci conosce) con campagne-abbonamenti mirate e collaborazioni con altre realtà territoriali. La seconda: diversificare l’offerta della nostra Associazione con CreAttiva: un’agenzia di comunicazione a tutto tondo che fornisce servizi di traduzione, editing, organizzazione eventi, creazione siti internet, produzione di video e servizi fotografici, consulenze musicali e tanto altro, grazie alla collaborazione di tante persone che, come noi, hanno nel cuore la massima di Goethe: Comunicare l’un l’altro, scambiarsi informazioni è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date è cultura. Continuate a seguirci! Maria Grazia Galati e Paola Cairo
Editore / PassaParola a.s.b.l. - 32, rue Demy Schlechter - L-2521 Luxembourg Direzione / M aria Grazia Galati - mgg@passaparola.info - tel. 621 75 80 50 / Paola Cairo - p aola@passaparola.info - tel. 691 72 04 96 Redazione / Remo Ceccarelli - remo@passaparola.info / Elisa Cutullè - e lisa@passaparola.info / Erika Maddalena - e rika@passaparola.info Maria Grazia Peresi - chikka@passaparola.info / Daniele Rossini - daniele@passaparola.info / Paolo Travelli - p aolo@passaparola.info Collaboratori / Jos Boggiani / Clemente Condello / Amelia Conte / Elisabetta Fatichenti / Rossana Gatti / Cinzia Margarita Versione francese / Bernadette Aliberti / Aurélie Lombardo Grafica e layout testata / Eleonora Costa - eleonora@passaparola.info Chiuso in redazione / 28 gennaio 2013 Foto copertina / www.shutterstock.com - © Elena Schweitzer www.passaparola.info / info@passaparola.info / Anno X - Numero 1 - Febbraio 2013 febbraio 2013
PassaParola / 03
COMMUNICATING IDEAS
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/ obiettivo /
2013
Testo / Mario Tommasi (*)
NEI GIORNI DI
DOMENICA 24 FEBBRAIO E DI LUNEDÌ 25 FEBBRAIO SI SVOLGERANNO IN ITALIA LE ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E SI VOTERÀ PURTROPPO ANCORA CON IL FAMIGERATO “PORCELLUM” GIACCHÉ LA LEGGE ELETTORALE, NONOSTANTE LE PROMESSE BIPARTISAN, NON È STATA CAMBIATA
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ome in passato, i cittadini italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e nelle liste elettorali della Circoscrizione estero, possono partecipare alle elezioni votando per corrispondenza. Voglio ricordare che il voto è un diritto costituzionale garantito dalla legge e che il suo esercizio da parte di ognuno di noi è anche un dovere civico essenziale per la vitalità della democrazia del nostro Paese e utile (*) Consigliere CGIE per il Lussemburgo
a mantenere vivo e saldo il rapporto con la madrepatria. La nostra identità, il nostro attaccamento all’Italia, che già si manifestano in varie forme e attività, trovano l’espressione più alta nella partecipazione elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano. Cogliere quest’occasione è il modo migliore per far sentire adeguatamente la nostra voce e arricchire il dibattito pubblico e il pluralismo. Il voto di ognuno di noi concorrerà così al progresso dell’Italia. I 12 deputati e 6 senatori eletti all’estero, nel rispetto delle prerogative costituzionali, contribuiscono a tutelare i nostri interessi e a rappresentare, presso le autorità di Governo e le varie istanze nazionali, le cause che più ci stanno a cuore. Per quanto riguarda la ripartizione Europa nella Circoscrizione Estero dovremo eleggere 5 Deputati (uno in meno rispetto al 2008) e 2 Senatori. Nei prossimi giorni, chi non ha optato per il voto in Italia entro il 3 gennaio, riceverà dalla Cancelleria Consolare un plico contenente un foglio informativo che spiega come votare, il certificato elettorale, la scheda elettorale (due per chi, avendo compiuto 25 anni, può votare anche per il Senato), una busta completamente bianca in cui inserire le schede votate, una busta già affrancata recante l’indirizzo dell’ufficio consolare stesso, le liste dei candidati della propria
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Elezioni
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ripartizione. L’elettore, utilizzando la busta già affrancata e seguendo attentamente le istruzioni contenute nel foglio informativo, dovrà spedire SENZA RITARDO le schede elettorali votate, in modo che arrivino al proprio Consolato entro - e non oltre - le ore 16 (ora locale) del 21 febbraio. L’elettore che alla data del 10 febbraio 2013 non avesse ancora ricevuto il plico elettorale, potrà rivolgersi al proprio Consolato per verificare la propria posizione elettorale e chiedere eventualmente un duplicato. È importante mettere sulle buche delle lettere anche il cognome da nubile della moglie e ovviamente le buste non vanno cestinate. Non è inutile ricordare poi che il voto è personale e segreto. È fatto divieto di votare più volte e inoltrare/compilare schede per conto di altre persone. Chiunque viola le disposizioni in materia elettorale, sarà punito a norma di legge. Per quanto riguarda le candidature locali ci tengo a segnalare che il sig. Roberto SERRA, che abita in Lussemburgo da molti anni oramai, è candidato nella Lista del Partito Democratico per la Camera dei Deputati. Per ogni richiesta di chiarimento, non esitate a prendere contatto con la Cancelleria Consolare (tel. 530051) o a consultare il sito www.esteri.it PP febbraio 2013
PassaParola / 05
/ obiettivo /
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La vicenda di Emanuela è da sempre un argomento tabù per il Vaticano, che in tutto questo tempo ha sempre preferito mantenere il silenzio. Quanto credi sia importante la petizione che state promuovendo? Se ha preferito mantenere il silenzio, non collaborare, tentare in tutti i modi di seppellire e far dimenticare questa storia è perché evidentemente la verità sulla scomparsa di Emanuela è così pesante per la Santa Sede da preferire lo sdegno dell’opinione pubblica nei confronti del loro comportamento pur di non farla emergere. Comportamento assecondato nel tempo da uno Stato italiano sempre più succube al potere vaticano. Credo sia giunta l’ora di un segnale forte di cambiamento, implorato e sperato per troppo tempo. Se quel segnale non vogliono darlo loro, allora spetta a noi. Credo che >>
Intervista a Pietro Orlandi Testo / P.Trav., Gielle, Picci
LO ABBIAMO INCONTRATO DI PERSONA DURANTE LA PUNTATA DI CHI L’HA VISTO
DEL 19 DICEMBRE SCORSO, LA STORICA TRASMISSIONE DI RAI 3 CHE SI OCCUPA DI PERSONE SCOMPARSE E MISTERI ITALIANI. CI HANNO COLPITO MOLTO LA SUA DISPONIBIL*ITÀ ALL’ASCOLTO E LA SUA FORZA INTERIORE. ORA IL FRATELLO DI Emanuela Orlandi, CON TUTTA LA FAMIGLIA, LANCIA LA PETIZIONE “VERITÀ PER EMANUELA ORLANDI”, DESTINATA AL CARDINALE TARCISIO BERTONE, SEGRETARIO DI STATO DI PAPA BENEDETTO XVI. PER ADERIRE: www.emanuelaorlandi.it
/ obiettivo /
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l’adesione a questa petizione abbia un’importanza fondamentale, è un piccolo gesto che può cambiare le cose. Per questo sarebbe importante arrivare a 1.000.000 di firme. Un numero che può far paura e porterebbe qualcuno alla necessità di una profonda riflessione. Quanto è stato ed è importante il sostegno della gente per combattere la tua battaglia? Enorme. Fino a qualche tempo fa mi sentivo una formica che cercava di gridare, ma la mia voce non arrivava e se arrivava non era ascoltata. Ora mi sento parte di un grande formicaio in grado, lentamente, di abbattere qualsiasi muro. La prima petizione rivolta a Benedetto XVI, lo scorso anno, ha raccolto oltre 80.000 firme e ci ha permesso di fare dei passi avanti a cominciare da quello che fino a qualche anno fa sembrava impossibile: far togliere dalla Basilica di Sant’Apollinare il boss della banda della Magliana, Enrico de Pedis, incredibilmente sepolto con l’autorizzazione del Vaticano e del Ministero degli Interni italiano in una delle basiliche più importanti di Roma. Grazie alla spinta e alla solidarietà di tanta gente si è arrivati all’apertura di quella tomba e all’analisi delle ossa trovate nella Basilica, tuttora in corso. A quella petizione sono seguite manifestazioni anche a Piazza S. Pietro e il sostegno dell’opinione pubblica è diventato sempre più grande e importante e non solo dall’Italia. Secondo molti la soluzione all’enigma di Emanuela si trova proprio nella tomba attribuita a Enrico De Pedis, mentre tu, non molto tempo fa, hai dichiarato di non essere d’accordo con questa ipotesi. Ci dici perché? Io non ho mai pensato che Emanuela potesse trovarsi all’interno della tomba di De Pedis o all’interno dell’ossario di Sant’Apollinare. Vi-
cenda nata da una telefonata anonima alla trasmissione Chi l’ha visto? che legava la vicenda di Emanuela a quella sepoltura. I magistrati stessi ad un certo punto la ritennero plausibile e vi fu prelevato il DNA. A quel punto non si poteva restare nel dubbio e credo sia stata fatta la cosa giusta. Le analisi sulle ossa, al momento, non hanno fornito nuovi indizi. Forse il senso di quella telefonata anonima andava ricercato nei rapporti tra la Chiesa (mons. Vergari, card. Poletti) lo Stato e la criminalità. Capire cosa può aver spinto il Vaticano e il Ministero degli Interni ad autorizzare quella sepoltura nel 1991 potrebbe spiegare molte cose. Il 14 gennaio è stato il compleanno di Emanuela. Quanto l’esperienza della scomparsa di tua sorella ha cambiato la tua vita e quella dei tuoi cari? A volte penso che non siano passati veramente 29 anni. Per una parte di me quel fatto è successo ieri e lotterò fino a che non arriverò alla Verità, anche per dare serenità a quella parte di me che cerca di condurre una vita normale, con moglie e i figli, affrontando quei problemi quotidiani che fanno parte della vita di tutti noi. Ha cambiato la mia visione della Giustizia: non vorrei fosse più considerata un’utopia, ma dovrebbe tornare ad essere il principio fondamentale di ogni società civile. Negli Anni ‘80 si viveva un’atmosfera d’intrighi a tutto campo, molti dei quali irrisolti. Molto spesso si intrecciavano relazioni
Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, figlia di un commesso pontificio, sparì il 22 giugno 1983, nel centro di Roma, mentre tornava a casa dopo una lezione di musica. Inghiottita da un intrigo internazionale senza precedenti, che è diventato uno dei più torbidi gialli del secondo Novecento. Terrorismo turco, servizi segreti dell’Est, Cia, intelligence italiana, Vaticano, il crack del Banco Ambrosiano, lo Ior, la banda della Magliana. Pietro considera il sequestro un «proseguimento» dell’attentato a Giovanni Paolo II, avvenuto il 13 maggio 1981».
tra mafia, massoneria, servizi segreti, malavita e certe sfere vaticane. Secondo la tua opinione e per tua diretta esperienza, come spiegheresti quel periodo della nostra storia recente? Purtroppo non credo faccia parte del passato, ma è ben radicato. Per cambiare le cose credo sia necessario sradicare quel sistema formato da pezzi deviati fra Stato, Chiesa, mafie e massoneria (che non solo ha occultato la verità sulla scomparsa di Emanuela, ma che opprime e gestisce le nostre vite da troppo tempo, politicamente ed economicamente) e tornare ad essere persone libere in una società libera e civile. Io credo che Emanuela sia, purtroppo, un tassello di un puzzle di ricatti. Credo che la morte di Papa Luciani, l’attentato a Giovanni Paolo II, la morte di Calvi e il sequestro di Emanuela siano legati da un unico filo gestito nel tempo da questo siPP stema. febbraio 2013
PassaParola / 07
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© Stephane Le Blan
Arrivederci
Ambasciatore! Testo / Maria Grazia Galati
L’AMBASCIATORE Raffaele de Lutio,
CHE HA SEMPRE SOSTENUTO ED APPREZZATO LA NOSTRA RIVISTA, HA CONCLUSO A FINE GENNAIO 2013 IL SUO MANDATO E PROSEGUE LA SUA CARRIERA A ROMA. PRIMA DI PARTIRE CI HA CONCESSO UN’INTERVISTA E CI HA REGALATO UN SALUTO. SPECIALE PER TUTTI GLI ITALIANI DEL GRANDUCATO ED IN PARTICOLAR MODO PER I LETTORI DI PassaParola Cosa c’è nel Suo futuro da diplomatico? Avrò la responsabilità della Direzione per l’Africa sub sahariana. Si tratta di un incarico che mi interessa molto e che vorrei riuscire a svolgere in maniera un po’ diversa dal solito. Ci sarà moltissimo da fare: rilanciare un dialogo inevitabilmente allentatosi in questi anni difficili, ponendo una certa cura anche nelle relazioni culturali. Mi piacerebbe far conoscere in Italia ciò che l’Africa produce, interessarmi anche alle comunità africane in Italia ed ai “nuovi” italiani di origine africana. Qual è il ricordo più prezioso che porterà con sé del Granducato? La capacità di scegliere i propri obiettivi, di concentrarsi su quelli e, con calma e tenacia, raggiungerli. Capacità di “guidare” i fenomeni e praticare sempre l’understatement (agire abbassando i toni, ndr). Difendere i propri valori con calma, ma determinazione, non transigere mai sui pochi, veri valori anche rispetfebbraio 2013
08/ PassaParola
to ai “forti”. Insomma: un insieme di ricordi e di giudizi assolutamente positivi. Un messaggio per il Suo successore? Aprirsi verso questo Paese e le sue diverse componenti: la risposta sarà straordinariamente positiva. Porre la massima attenzione alle esigenze della nostra collettività ed all’azione culturale. In entrambi i campi la Fondazione Cavour può svolgere un ruolo di grande utilità. Provare a cogliere le specificità del Granducato e rendersi conto che la modesta dimensione del Paese non è necessariamente un handicap, anzi... Qual è il Suo saluto agli Italiani ed ai lettori di PassaParola? Continuare a contribuire, come fatto sino ad oggi, allo sviluppo ed al benessere dei loro due Paesi: l’Italia ed il Lussemburgo, nella fierezza e consapevolezza che si tratta di due realtà uniche, che hanno molto da insegnare al resto del mondo. Ac-
Torinese di nascita e napoletano di adozione, classe 1953, laurea in giurisprudenza, sposato con tre figli, l’Ambasciatore Raffaele de Lutio lavora alla FIAT AUTO prima di entrare al Ministero degli Affari Esteri. La sua prima sede è il Libano, del quale conserva, insieme a quella egiziana, i ricordi più suggestivi. Della sua lunga carriera tiene a sottolineare l’interessante esperienza col Ministro Alemanno al Ministero delle Politiche Agricole. Ama la vita all’aria aperta, il ciclismo, il trekking. Legge un po’ di tutto. Adora Mina, Battisti, Patty Pravo.
cettare e sollecitare il dialogo con le Istituzioni, che appartengono a loro. Non spingere mai le polemiche e le contrapposizioni oltre un certo limite. Nessuno detiene la verità, il mondo è fatto soprattutto di sfumature. A PassaParola ed ai suoi lettori, a parte gli ovvi auguri di serenità e di benessere, il compito di continuare a svolgere quel ruolo di coscienza critica e di ponte tra due culture e due mondi destinati a fonPP dersi sempre più.
/ finanza /
V
i ricordate della fine del mondo del 21 dicembre scorso? Se il vecchio anno 2012 si è congedato in maniera concitata, il neonato 2013 non è stato da meno, arrivato nel bel mezzo di crisi finanziarie e coniugali, visite festive alla famiglia, licenziamenti in massa, vacanze al sole, cenoni di capodanno e baratri fiscali. Su tutto ha comunque brillato il calendario Maya, con le sue previsioni apocalittiche. Il chiasso mediatico sui Maya ha posto in secondo piano alcune voci che riguardano altri calendari e altre previsioni. Per esempio, il calendario Obama e la previsione di recessione USA; oppure, il calendario europeo e le previsioni sulla zona Euro. IMPORTANTE VITTORIA DI OBAMA Se la fine del mondo prospettata dai profeti dell’apocalisse non c’è stata, non c’è stato neanche il baratro fiscale, cioè l’incubo statunitense di tagli alle spese pubbliche e più tasse per tutti. La grande notizia del mattino del primo giorno dell’anno nuovo è stata che la Camera dei Rappresentanti USA aveva appena detto sì alla legge che prevedeva l’aumento delle tasse per individui che guadagnano più di 400.000 dollari l’anno e per coppie che ne guadagnano più di 450.000. La legge è passata con il voto-chiave della maggior parte dei 241 eletti repubblicani alla Camera dei Rappresentanti, nella quale i democratici sono in minoranza con 191 eletti. Il voto positivo della Camera USA è stato visto come una grande vittoria di Obama e dei democratici. Questi ultimi hanno avuto la capacità politica di trovare un accordo reale con la maggioranza avversa. Obama ha inoltre potuto prestar fede ad almeno due delle sue grandi promesse elettorali: aumentare le tasse per i ricchi e difendere i ceti medi.
OBAMA, maestro di politica Testo / Clemente Condello
AVER SUPERATO IL COSIDDETTO BARATRO
FISCALE, CHE HA TENUTO COL FIATO SOSPESO GLI USA NEGLI ULTIMI MESI, È UNA DELLE VITTORIE SIGNIFICATIVE DELLA PRESIDENZA OBAMA. MA GLI STATUNITENSI DEVONO ANCORA DECIDERE SUI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA E SULL’AUMENTO DEL DEBITO. IN EUROPA, LA GERMANIA HA TAGLIATO LE STIME SULLA PROPRIA CRESCITA DANDO LA COLPA ALLA ZONA EURO. DOVREMMO IMPARARE DAGLI USA L’ARTE DI NEGOZIARE IN POLITICA INTERNA? Tuttavia, per Obama e i democratici non è ancora finita: nel corso del mese di febbraio dovranno trovare un nuovo accordo sui tagli alla spesa e dovranno decidere un nuovo limite per il debito pubblico, che attualmente sfiora il tetto massimo legale dei 16.400 miliardi di dollari. Sarà un lavoro duro, tenuto sott’occhio dal Fondo Monetario Internazionale e dalle agenzie di rating e avvelenato dall’acrimonia di avversari che vorrebbero Obama fuori di scena.
ANALOGIA CON L’EUROPA? In Europa invece? Le previsioni della Merkel sul PIL della Germania per il 2013 si sono rivelate errate: a metà gennaio scorso il governo tedesco, per bocca del suo ministro dell’Economia Philipp Roesler, ha dovuto rivederle al ribasso da +1,0% a +0,4%. Presentando alla stampa le nuove cifre, Roesler non escludeva che il PIL tedesco potesse migliorare verso la fine dell’anno, se la zona Euro non avesse rallentato ancora l’economia tedesca. Tra la situazione statunitense e quella europea un’analogia salta agli occhi: la capacità di negoziare in politica. Negli USA esiste, in Europa no. Negli USA i Repubblicani e i Democratici sono capaci di raggiungere accordi che mirano al bene comune. In Europa anche i politici che si proclamano europeisti come la Merkel mirano invece a bloccare i negoziati sul bene comune, cioè sul bene europeo. Quanto scommettiamo che negli USA a fine febbraio passerà la legge per PP aumentare il debito pubblico? febbraio 2013
PassaParola / 09
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/europarliamone /
2013: Anno europeo dei cittadini Testo / Daniele Rossini
NELLA RISOLUZIONE DEL 15 DICEMBRE 2010
SULLA SITUAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI NELL’UNIONE EUROPEA IL PARLAMENTO EUROPEO AVEVA INVITATO LA COMMISSIONE A PROCLAMARE IL 2013 ANNO EUROPEO DEI CITTADINI. IL FINE: DARE IMPULSO AL DIBATTITO SULLA CITTADINANZA DELL’UNIONE, ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LA SUA TERMINOLOGIA, IL SUO CONTENUTO E LA SUA PORTATA. INFORMANDO INOLTRE I CITTADINI EUROPEI IN MERITO AI LORO DIRITTI ED AI MEZZI DISPONIBILI PER ESERCITARLI
È
cosa fatta: il 2013 è stato proclamato Anno europeo dei cittadini con decisione del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 ed è stato inaugurato ufficialmente il 10 gennaio 2013 a Dublino con un dibattito pubblico, in concomitanza con l’inizio della presidenza irlandese del Consiglio. È un evento di grande importanza perché contribuirà a sensibilizzare il pubblico con riguardo ai diritti e alle responsabilità connessi alla cittadinanza dell’Unione e a sensibilizzare i cittadini all’esercizio dei loro diritti allorché decidono di stabilirsi in un altro Stato UE: come lavoratori, stu-
denti, persone in cerca di lavoro, volontari, consumatori, imprenditori, pensionati, ecc. L’Anno europeo dei cittadini del 2013 coincide con il 20° anniversario della cittadinanza europea, introdotta dal Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il primo novembre 1993) e rafforzata dal Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 (in vigore, quest’ultimo, dal primo dicembre 2009). «Per costruire un’Europa più forte e a maggiore valenza politica è necessario coinvolgere direttamente i cittadini - ha dichiarato la lussemburghese Viviane Reding, vicepresi-
dente e Commissaria europea per la giustizia e la cittadinanza - . In questi vent’anni di cittadinanza dell’Unione è stato fatto molto ed è ora di riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro. I cittadini si aspettano dall’Europa risultati concreti ed è esattamente ciò che stiamo facendo abbassando le tariffe roaming, tutelando meglio i diritti delle vittime di reato o ancora rendendo più facili gli acquisti online. Questa è la strada che continueremo a percorrere e per questo motivo l’anno 2013 sarà interamente dedicato ai cittadini europei, vero fulcro del progetto europeo. Ne ascolteremo la voce per capire quali sono le aspettative e come costruire insieme l’Unione europea del futuro». L’Anno europeo sarà dunque l’occasione per presentare le politiche e i programmi esistenti e spiegare ai cittadini come beneficiare direttamente dei diritti dell’Unione. Sarà, inoltre, lanciato un ampio dibattito pubblico sull’Unione Europea del futuro e sulle riforme necessarie per migliorare la vita quotidiana dei cittadini europei. La cittadinanza europea è per molti una nozione ancora piuttosto vaga e se ha cominciato ad avere contorni precisi il merito va alla Corte di giustizia che, con le sue sentenze, ha dato concretezza ai diritti garantiti dal corpo legislativo comunitario (trattati, regolamenti e direttive), ma spesso vanificati da comportamenti “poco europei” delle autorità nazionali. La Corte europea ha affermato in numerose sentenze che lo status di cittadino dell’Unione è destinato ad essere lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri. Questo consente loro di ottenere, nei settori coperti dal diritto comunitario, il medesimo trattamento giuridico accordato ai cittadini di tali Stati membri, indipendentemente dalla loro nazionalità. In sostanza, lo status di cittadino europeo conferisce una vasta gamma di diritti che i sin>>
febbraio 2013
10/ PassaParola
/ europarliamone / pea.eu
http://bookshop.euro Une Europe des droits: histoire de la Charte européenne / A Europe of rights: history of the EU Charter (2012) è il titolo della pubblicazione curata da Amelia Conte sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che riconosce una serie di diritti personali, civili, politici, economici e sociali dei cittadini e dei residenti dell’UE, fissandoli nella legislazione dell’UE. Con una laurea in Scienze internazionali diplomatiche e un dottorato in Storia delle relazioni internazionali, la Conte è approdata in Lussemburgo come stagiaire al Centro archivistico e documentario del Parlamento Europeo, dove ha curato anche una pubblicazione sul ruolo del Parlamento Europeo.
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goli possono far valere ricorrendo, quando necessario, alle giurisdizioni nazionali. Le sentenze della Corte europea
sono state emesse in situazioni in cui erano negati o messi in discussione diritti della più svariata natura in materia di soggiorno, assegno di disoccupazione giovanile, assegno di maternità, assegno minimo di sussistenza, sussidi all’istruzione e alla formazione, indennizzo a favore delle vittime civili della guerra, aiuto alla proprietà immobiliare, accesso alla professione notarile, ecc. Poiché i cittadini europei sono poco consapevoli dei diritti loro conferiti dalla cittadinanza europea, l’Anno europeo e le numerose manifestazioni che verranno organizzate in tutta Europa dovrebbero rafforzare la consapevolezza di questi diritti, in particolare la consapevolezza dei diritti garantiti ai cittadini dell’Unione allorché si trovano in un altro Stato UE, compreso il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione. Dal 1979, anno in cui hanno avuto luogo le
prime elezioni dirette, il Parlamento europeo agisce come un’interfaccia diretta tra i cittadini e l’Unione. Il Parlamento europeo e i suoi deputati svolgono un ruolo fondamentale nel comunicare i diritti e i benefici della cittadinanza dell’Unione, nel porre le preoccupazioni dei cittadini in primo piano nella formulazione delle politiche e nel promuovere la partecipazione attiva dei cittadini dell’Unione. Rafforzare nel 2013 la consapevolezza dei cittadini dell’Unione in merito ai propri diritti, alla parità di genere, alla partecipazione di donne e uomini alla vita democratica dell’Unione (compresi i loro diritti elettorali, come elettori e come candidati, nel Paese di residenza) e alla portata dei poteri del Parlamento europeo nel processo legislativo è importante anche nella prospettiva delle elezioni del Parlamento euroPP peo del 2014.
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PLURALE
il futuro è donna! Forbidden Voices
Testo / Paola Cairo e Rossana Gatti
IL BLOGGER È IL CREATORE E CURATORE DI UN BLOG. UN BLOG È UN PARTICOLARE TIPO
DI SITO WEB I CUI CONTENUTI (TESTUALI O MULTIMEDIALI) VENGONO VISUALIZZATI IN ORDINE CRONOLOGICO. UNA SORTA DI RACCONTO GIORNALIERO, SIMILE PIÙ AD UN DIARIO PERSONALE CHE AD UN GIORNALE. SPESSO TUTTO AL FEMMINILE.
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n Italia il blog non è regolamentato da leggi. Ma il Tribunale di Oristano fin dal 2000 ha sancito la differenza fra web e stampa, sottolineando che un sito può essere considerato al pari di una testata solamente se registrato in tribunale. Nel dicembre del 2008 la Cassazione ha stabilito che per gestire un blog non bisogna essere giornalisti. Nonostante alcuni recenti tentativi di imbavagliamento, che hanno provocato l’insorgere del popolo della rete e addirittura visto Wikipedia Italia chiudere per sciopero, a tutt’oggi i blog rimangono contenuti scritti e diffusi, perciò postati da liberi cittadini che esprimono la propria opinione, secondo l’articolo 21 della Costituzione italiana.
Ma che succede quando il blogger è donna? Il fenomeno nuovo ma prorompente sta diventanto oggetto di discussione. Dalla direttrice di Vogue Franca Sozzani, che si chiede (nel suo blog-del-direttore) se sia un fenomeno, un’influenza virale o un’epidemia ai responsabili della Silvian Heach, azienda di moda che, tra le prime, ha investito sulle fashion blogger. Come? Nel 2010 ha assunto la blogger Chiara Ferragni come testimonial. Il suo blog www.theblondesalad. com viene visitato ogni giorno da 70.000 persone e «può essere importante per un’azienda - ha raccontato Mena Marano, amministratore di “Arav Fashion”, cui fa capo il marchio - perché le blogger sono
Forbidden Voices di Barbara Miller: come iniziare una rivoluzione con un portatile. Questo il sottotitolo del documentario che presenta le storie della blogger cinese Zeng Jinyan, della cubana Yoani Sánchez e di Fernaz Seifi, blogger, quest’ultima, iraniana attivista per i diritti delle donne per sottolineare l’impatto di internet sulla libertà di informazione.
forbiddenvoices.net
la spia delle tendenze di stagione». Ma si va ancora a fare shopping senza prima aver consultato il web? Quello che potrebbe essere un hobby per moltissime ragazze oggi è diventato un mestiere (e una passione) per molte di loro. Alcune sono diventate famose per qualcosa di inconsueto che hanno pubblicato o perché toccano dei temi di rilievo in un preciso momento. Tra quelli giudicati, i più autorevoli e interessanti sono: Carla Gozzi, Giusy Ferré, Laura Manfredi. Ma ce ne sono tantissimi altri, molti dei quali specializzati non solo in tendenze, ma anche in accessori o intimo, che non è secondario agli altri. E per la casa? Due tra le più divertenti creatrici di ambienti per riviste di arredamento >>
febbraio 2013
12 / PassaParola
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Smart Women
PLURALE
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Smart Women è un progetto di Girl Geek Dinners Bologna, gruppo di donne appassionate di internet e di nuovi media, che mira a contribuire alla diffusione della cultura digitale in Italia tra le donne: da Bologna passando per Firenze, Roma, Napoli e Cosenza. ologna.com www.girlgeekdinnersb
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che abbiamo scovato anche sul web sono Elisabetta Viganò e Vanessa Pisk, che hanno creato stylist-a-porter.blogspot.com dove propongono tendenze di design, idee per chi ha voglia di fare dei restyling nelle proprie case e anche corsi di cucito. Ma dove nascono le blogger? In America il fenomeno di mammiblogging è diventato uno dei canali più lucrativi del web. Definito così dagli esperti delle Forrester Research, uno dei principali istituti di ricerca e marketing degli USA, il quale rivela che, tra gli adulti americani, quello delle mamme con figli al di sotto dei 18 anni è il gruppo di blogger più numeroso del web: rappresenta il 15% del totale a fronte di un 12% del resto degli adulti (dati 2008). Ciò non è sfuggito agli esperti di marketing, che stanno abbandonando i canali pubblicitari tradizionali per concentrarsi sui blog delle mamme. Anche in Italia esistono migliaia di mamme-blogger sul web ed addi-
rittura una lista delle più affidabili recensite dal portale affidabili.com che raccoglie le loro storie e le loro voci: da quelle in 3D a quelle che studiano (mammastudia.blogspot.com) fino alle creative come Claudia Porta (www.lacasanellaprateria.com), che a domanda risponde: Come fai a fare tutto? «Non lo faccio. Se scrivo sul blog è perché non ho stirato. Se creo qualcosa di bello vuol dire che non ho lavato il pavimento (…). In genere mostro su queste pagine quello che ho fatto e non quello che ho trascurato. Ma questo non significa che io riesca a fare tutto. Vorrei. Ma non posso». Ma il mondo delle blogger non si ferma a queste due categorie. Ci sono anche le pensatrici libere, artigiane della parola, come Marta Zacchigna, che permette ai suoi utenti (e a chiunque voglia farlo) sul suo www.microclismi.com, diario semiserio a scopo depurativo, di raccontare la propria personale
esperienza di precario/a per farne un libro o un e-book (libro elettronico, ndr). E come Benedetta Gargiulo, che nel suo donneinritardo.blogspot.com parla dei piccoli dettagli quotidiani che rendono grande la disparità di trattamento delle donne rispetto agli uomini. Ed ancora non si prenota più senza aver consultato i blog delle travel-blogger. Per scoprire dove andare in vacanza, cosa fare, ma soprattutto cosa non fare: www.rockytravel.net/it/blog dell’italianissima Michela Fantinel, per esempio, è una guida di viaggio con idee, consigli e informazioni sull’Australia. E MaryTraf ha creato chelibromiporto.wordpress.com perché non si parte mai senza un buon libro! In particolare lei recensisce quelli di viaggio oltre a guide originali e romanzi. Secondo Forbes negli Stati Uniti le donne blogger hanno già ottime possibilità di guadagno. Milioni di mamme, studentesse e imprenditrici scrivono, creano e guadagnano online, per esempio recensendo a pagamento prodotti di aziende affini ai propri blog. Ma attenzione: Francesca Sanzo, una delle prime mamme blogger professioniste e digital PR (gestisce profili aziendali sui social media, ndr) scrive sul suo www.panzallaria.com che «Sempre più aziende tentano di contattare le mamme blogger per coinvolgerle in progetti gratuiti che hanno l’unico vantaggio di studiare il mercato a scopo di lucro (…)». Attenzione a non diventare carne da macello degli esperti di marketing delle aziende più sfrontate. Perché il web è condivisione. Il web PP è partecipazione!
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PassaParola / 13
/ personaggio /
Una vita per i libri Friederike
Migneco
Testo / Paola Cairo
È AUTRICE,
TRADUTTRICE ED EDITRICE. INTERVISTA A Friederike Migneco, RESPONSABILE DELLA BIBLIOTECA REGIONALE DI DUDELANGE
M
amma tedesca e papà siciliano, Friederike Migneco è dal 1998 responsabile della Biblioteca pubblica regionale di Dudelange. Che con una raccolta di 27.000 volumi in varie lingue (tedesco, inglese, francese, lussemburghese, italiano, portoghese, spagnolo), 80 periodici e circa 400 supporti audivisivi è una delle biblioteche più antiche del Paese. Esiste, infatti, dal 1920, febbraio 2013
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quando la Ville di Dudelange si dotò di un fondo di 6000 volumi, in corso di catalogazione, che testimoniano la sua lunga storia. «Considero la biblioteca come un dizionario da consultare: ogni libro è un lemma, il contenuto di ogni libro la spiegazione del lemma. Il mio obiettivo è fornire la biblioteca dei libri necessari a comporre un dizionario che abbia le risposte per ogni quesito del pubblico». Dopo la scuola europea e gli studi liceali a Catania, la Migneco si trasferisce a studiare a La Sapienza di Roma, dove si laurea in Lettere, specializzandosi in lingua giapponese. Sempre attratta dalle religioni e dalla filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente, Friederike parte per due anni in Giappone, dove lavora e studia. «Da giovane ho cercato e studiato ciò che sulla verità e sul senso della vita può trovarsi nei libri; per verità intendendo ciò che permane nel flusso impermanente delle cose». Dal 1995 per ragioni familiari rientra in Lussemburgo. Per passare la selezione da bibliotecaria impara il lussemburghese in 3 giorni e 3 notti. «Con una mamma di lingua tedesca avevo le basi e con l’aiuto delle vecchie audiocassette sono riuscita a imparare facilmente, sostenendo l’esame». Per lei un buon bibliotecario deve «Innanzitutto avere passione per i libri, molta curiosità intellettuale e ottima cultura generale; vivere la propria passione nella pratica con il pubblico ed andare incontro al lettore facen-
do da ponte vivo fra la carta scritta e ciò che il lettore desidera trovare. Naturalmente è fondamentale per me anche trasmettere, tramite azioni mirate, la passione per la lettura e il sapere ai giovani». Con un passato da traduttrice - è sua la traduzione dal tedesco in italiano del Mistero impenetrabile. La scienza come lotta pro e contro la natura dello scienziato austriaco Erwin Chargaff (Scrinium Editrice, 1995) - e di redattrice del mensile Forum (www.forum.lu), attualmente ha un rapporto di collaborazione saltuaria con il supplemento del Luxemburger Wort (Die Warte) sul quale scrive recensioni letterarie e articoli di cultura e bioetica. Con il filosofo austriaco Volker Zotz ha fondato Kairos Edition, che pubblica libri di religione e spiritualità comparata, letteratura ed arte. E spiega: «Per me i libri sono un nutrimento per l’anima, che permettono l’accesso alla comunità invisibile di coloro che vivono lo stesso contenuto, insegnamento di saggezza, allargamento dell’orizzonte, avventura interiore». Il suo rapporto con l’Italia lo descrive così: «Forse suona antiquato, ma l’Italia è la mia Patria, la luce e i colori della Sicilia costituiscono la trama della mia nostalgia profonda. Sono una sradicata che ha messo radici nell’aria e che quando torna nella sua terra fiorisce senza sforzo. Detto questo sono grata al Lussemburgo per avermi accolto come esule (non sono un’emigrata, ma un esule) e avermi permesso di creare una nuova esistenza». Nel 2011 ha pubblicato (con lo pseudonimo di Cayetana Caruso) una raccolta di poemi d’amore in tedesco e in italiano che raccontano la storia di un’anima che «Andando in fondo al rapporto con l’altro ha trovato sé stessa e andando in fondo a sé stessa ha trovato l’Altro». E conclude: «Se abbiamo dato tutto, alla fine siamo tutto e siamo anche PP l’inizio».
/ tanti /
ITALIANI FA
...E arrivarono
© ruilousao - www.sxc.hu
i portoghesi
Testo / Remo Ceccarelli
PER NOI EX BAMBINI DEGLI ANNI ’60 DEI QUARTIERI OPERAI DEL SUD DEL LUSSEMBURGO ESISTEVANO SOLO
DUE NAZIONALITÀ: GLI ITALIANI ED I LUSSEMBURGHESI, AL MASSIMO I FRANCESI, SUBITO OLTRE FRONTIERA. MA NEL 1975 CI FU LA PRIMA GROSSA ONDATA DI IMMIGRATI PORTOGHESI. RICORDI VISTI CON GLI OCCHI DEL BAMBINO CHE ERO
Nella Esch/Alzette dell’epoca tut-
to ruotava intorno al ferro. I nostri padri erano metalmeccanici, minatori o muratori. In qualche maniera ognuno lavorava presso o per l’ARBED (Aciéries Réunies de Burbach Eich Dudelande, ndr). Due i quartieri che erano una sorta di enclave italiana in territorio granducale: il Brill e la Hoehl, che tradizionalmente acco-
glievano gli ultimi arrivati sin dall’inizio del secolo. Non a caso la Hoehl si era sviluppata tra le miniere e la più vecchia delle acciaierie della città, in confronto della quale l’ILVA di Taranto emette ossigeno puro! Per strada si sentiva parlare quasi solo l’italiano, i dialetti più diffusi (quelli del Centro-Nord) li capivano anche i lussemburghesi ormai. Era-
no numerosi i friulani, che avevano in mano l’edilizia e nei cantieri il friulano era la lingua dominante. Soprattutto per invocare le “divinità” quando il martello finiva sulle dita anziché sul chiodo oppure quando il manovale non aveva miscelato bene la malta. Bar, ristoranti, negozi di generi alimentari, sartorie: era quasi impossibile trovarne uno non italiano. Ma quello era il mondo degli adulti. Nella scuola elementare del Brill, allora la più capiente del Paese, noi della seconda o terza generazione costituivamo l’indiscussa maggioranza degli alunni. Forse in uno degli altri quartieri qualcuno poteva anche azzardare qualche battuta sugli italiani, ma nei “nostri” quartieri “comandavamo” noi ed i ragazzini lussemburghesi filavano dritti, secondo il sano principio del “meglio evitare”. A Esch funzionava così da 75 anni ed a tutti pareva che nulla avrebbe potuto cambiare lo stato delle cose. Poi si sovrapposero due eventi, che finirono per mutare completamente il quadro della situazione. Da un lato la crisi del petrolio fece barcollare la siderurgia granducale, al punto che molti italiani scelsero di rimpatriare, sperando nell’onda lunga del boom economico. A questa si aggiunsero le condizioni terribili del Portogallo fascista di Salazar. Stretti fra povertà e le odiate guerre coloniali, molti giovani lusitani scelsero la strada dell’emigrazione, spesso clandestina. In massa approdarono in Francia, Germania, Svizzera e…Lussemburgo. I portoghesi, dunque, sostituirono gli italiani in tutto: nei lavori più umili, negli alloggi più malandati, nei banchi di scuola rimasti vuoti. Gli ultimi scalzarono i penultimi. Memori delle difficoltà e delle ingiustizie patite dai loro primi immigrati, alcuni italiani fecero di tutto per aiutare i nuovi arrivati. Ricordiamo la mitica Olga, che nella >>
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/ tanti /
ITALIANI FA <<
sua Osteria del Gatto Nero offriva vitto e alloggio a buon prezzo ai giovani portoghesi e spesso rimediava loro un lavoro, condizione indispensabile per mettersi in regola. Molti italiani nutrivano diffidenza nei confronti dei portoghesi. In giro si sentivano commenti poco gloriosi: vengono a toglierci il lavoro, questi non sanno lavorare, loro hanno tutti i diritti... Nella più classica delle guerre tra poveri, gli italiani riversarono sui portoghesi tutte le vessazioni subìte decenni prima da parte dei lussemburghesi. Eppure, anche questa volta, i nuovi arrivati si dimostrarono grandi lavoratori, soprattutto nei cantieri e dai “nostri vecchi” impararono rapidamente il mestiere e spesso anche la lingua. Infatti molti portoghesi arrivati a cavallo degli Anni ‘70 parlano perfettamente l’italiano. Nella “mia Hoehl” le case degli amici tornati in Italia si erano riempite di bambini della penisola iberica: ciao Sandro, Baldino e Sonia, bem-vindos
Oltre alle infinite botte ci scambiavamo i nomi dei giocatori delle squadre del cuore Vitor, Carlos e Miguel! Qualcosa poteva separarci, ma una lingua ci univa: il calcio. Erano bravi nei dribbling questi portoghesi, ma non la passavano mai al compagno. A volte si facevano squadre miste, ma in genere erano incontri internazionali tra noi e loro e finimmo per capire i rudimenti della lingua dell’avversario. Oltre alle infinite botte ci scambiavamo i nomi dei giocatori delle squadre del cuore. Fu così che imparai delle gesta del mitico Eusébio, vecchia gloria del Benfica. Pochi anni dopo noi ci iscrivemmo alle giovanili della Jeunesse, mentre loro scelsero quasi sempre la Fola: nei derby di Esch
altri scontri e altre botte internazionali! L’apice dell’antagonismo fu raggiunto durante i mondiali del 1982 in Spagna. I portoghesi non presero bene l’eliminazione del Brasile - loro ex colonia - da parte dell’Italia e ad Esch si respirava un’aria pesantuccia, anche tra gli adulti. Per la prima volta vidi portoghesi e lussemburghesi tifare assieme: per la Germania, contro l’Italia. Da allora la comunità lusitana ha largamente scalzato quella italiana dalla prima posizione tra i residenti stranieri; e i problemi sono cambiati. Nella Esch di oggi nei bar si gioca piuttosto a bisca che a briscola, nei ristoranti il profumo del leitão ha sostituito quello della porchetta ed il derby più seguito è quello tra Porto e Benfica, non più quello tra Inter e Milan. Alla fine importa poco. Importa invece che anche i nuovi migranti si integrino bene in Lussemburgo come lo abbiamo fatto noi, dove con «noi» intendo finalmente PP italiani E portoghesi.
/ onde /
Intervista esclusiva a
SONORE
www.fabioconcato.it
Fabio Concato
Testo / Paolo Travelli (ha collaborato Maria Grazia Galati)
CI INCANTA DA
ANNI CON LE SUE CANZONI, CHE SONO VERE E PROPRIE POESIE IN MUSICA. È USCITO DA POCO, DOPO 11 ANNI, IL SUO NUOVO ALBUM TUTTO QUA (EDIZIONI EMI MUSIC PUBLISHING). L’ABBIAMO INTERVISTATO PER VOI Tanti anni d’assenza dalle scene e poi un album che si chiama Tutto qua. Si tratta di un titolo sarcastico? Non proprio sarcastico, però almeno ironico e autoironico. Nella tua musica ti sei sempre occupato delle categorie sociali più deboli. Cosa e quanto può fare la musica per attirare maggiormente l’attenzione sui problemi reali? Può fare molto più di tante tavole rotonde e tanto altro perché la musica arriva anche quando non la vuoi sentire. Passa prima dal cuore e poi arriva al cervello. Un procedimento diverso, più diretto. Ricordo il progetto TELEFONO AZZURRO e quello è stato proprio la dimostrazione lampante di ciò che ho appena detto. Il messaggio arriva in un modo diverso, metabolizzato dalla musica e di conseguenza molto più potente. La musica deve potersi occupare di queste cose. La tua raffinata verve cantautoriale ti ha sempre contraddistinto. Pensiamo a titoli come Fiore di maggio, Domenica bestiale, Rosalina e molte altre. Quanto conta >>
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Il libro
Emiliano Longo Fabio Concato: conoscerlo e capirlo attraverso i suoi testi Il Castello Editore
Perché e come interpretare una canzone? Per capire l’autore o per stigmatizzare il suo messaggio? Considerando che il testo della canzone è parte integrante della musica che lo accompagna, questo libro compie un viaggio nella produzione musicale di Fabio Concato, avvicinandolo alle nuove generazioni. Il viaggio inizia da come Fabio Piccaluga è diventato Fabio Concato, per passare ad arrivi e partenze nel blu (un capitolo dedicato a una parte della sua produzione) e ritrovarsi, infine, nel 2012 con “Tutto qua”. (Elisa Cutullè)
Evento rock di beneficenza “RockAgainstCancer”
Il 1° marzo 2013 alla Rockhal di Esch/Alzette si tiene il concerto di beneficenza promosso dalla Swiss Life a sostegno della Fondation Cancer Luxembourg. L’iniziativa va a riconoscimento dell’impegno, ormai pluridecennale, della fondazione nella lotta contro il cancro e nella sua prevenzione (www. cancer.lu). Sul palco si esibiscono due gruppi formati da alcuni impiegati della Swiss Life, tra cui l’italiano Paolo Orlandi per i Noisy Decade. Il costo del biglietto è di 10 euro e per acquistarlo basta inviare una email a: rockagainstcancer@swisslife.com (Amelia Conte)
/ onde /
SONORE <<
avere l’ispirazione per la scrittura di una canzone? Bella domanda, difficile la risposta! Per quanto riguarda me ho bisogno di un’ispirazione perché altrimenti non mi verrebbe fuori nulla. Il motivo del mio silenzio (solo discografico) di 11 anni è anche dovuto a questo. Ho vissuto per un po’ di tempo la cosiddetta “sindrome del foglio bianco”…Non riesco a scrivere nulla di credibile (che io per primo so che è credibile) se non ho l’ispirazione. Nel tuo nuovo disco ci sono anche importanti collaborazioni, tra le quali spicca quella con Stefano Bollani. Ci racconti com’è nata questa idea di lavorare insieme? In un modo molto semplice anche se indiretto. Avevo già fatto un paio di cose con Bollani su Radio Tre. Finita questa collaborazione ho detto a Stefano che stavo per entrare in studio di registrazione e se, per lavorare insieme, potevo “disturbarlo”. Lui mi ha risposto: «Mi devi disturbare!». Al primo colpo è tutto riuscito bene. Alla fine ci siamo resi conto di avere fatto una cosa carina e spontanea. Al di là della lunga assenza discografica ti sei impegnato in tantissimi concerti. Per un artista che ha scritto la storia della musica italiana quanto conta ancora il rapporto diretto con il pubblico? In assoluto è la cosa più importante e più gratificante. Oggi senza il “live” si fa fatica a sopravvivere. È da dire con chiarezza e fuori dai denti. È fondamentale al di là del divertimento e della magia dell’incontro col pubblico e con la gente che ti vuole bene e che magari da te vuole un abbraccio più di un autografo. Oggi serve tanto il “live”, se ancora si ha la fortuna di poterselo permettere. È importante e, ripeto, va molto oltre il puro divertimento. Quanto è contata e conta la tua
Gianmaria Testa Quartet
composto dal cantautore di Cuneo con i musicisti Philippe Garcia alla batteria, Nicola Negrini al contrabbasso e Giancarlo Bianchetti alla chitarra, sarà in concerto alla Philharmonie di Lussemburgo mercoledì 20 febbraio. In collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura alle ore 18.45 ci sarà un incontro aperto al pubblico e moderato da Claude Frisoni. Gianmaria presenta Vitamia, il suo ultimo lavoro (Produzioni Fuorivia/ Egea/Harmonia Mundi): «Un diario privato ma condivisibile - ha detto Gianmaria durante l’ultima intervista per www.passaparola. PP info - una sorta di laicissima preghiera per il futuro». Per leggere l’intervista: www.pas saparola.info/2012/02/04/inter vista-a-gianmaria-testa/
www.philarmonie.lu
città natale (Milano) nel creare le tue canzoni? Molto più di quanto io stesso potessi pensare. Me ne sono reso conto più tardi. Quando si ha un rapporto come il mio, profondo, schizofrenico, ma anche molto vero come il mio con Milano, il fatto di andare in Svizzera o in Toscana a scrivere non mi ha condizionato per la scrittura. È sempre la mia città che mi condiziona. Vivendo qui da circa 60 anni le cose della mia città me le porto fuori ovunque e vengono, poi, fuori nei miei lavori. Milano per me conta molto. Conta la città e ciò che vi accade. Non perché è speciale, PP ma perché è la mia città. febbraio 2013
PassaParola / 19
www.boccondivino.lu Ristorante Boccon di Vino - 58, Avenue de la Gare L-4130 Esch/Alzette - tel. 265472 - info@boccondivino.lu - Chiuso domenica sera
/ grande /
SCHERMO
Quando il grande schermo diventa grande cinema
Marco Tullio
Giordana Testo / Redazione
TUTTI LO CONOSCONO PER IL FILM-DENUNCIA I CENTO PASSI. HA VINTO IL PREMIO DELLA STAMPA AL RECENTE FESTIVAL DI VILLERUPT PER IL SUO BELLISSIMO FILM SULLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA A MILANO E IL CASO PINELLI. PROPRIO A VILLERUPT L’ABBIAMO INCONTRATO ALLA CHIUSURA DELLA KERMESSE CINEMATOGRAFICA. ECCO COSA CI HA RACCONTATO
Poiché Milano è la Sua città, come ha vissuto emotivamente la lavorazione a questo film? Non solo è la mia città, ma il giorno della bomba ero a pochi passi da
© Karen Di Paola
Dopo aver lavorato al film sulla strage di piazza Fontana a Milano pensa che ci sia qualche domanda risolta o piuttosto tanti quesiti in più ai quali rispondere? Un film non può rispondere a tutte le domande insolute, soprattutto nel caso di piazza Fontana, dove interrogativi, dubbi, cortine fumogene e depistaggi hanno confuso le informazioni impedendo loro di “fissarsi” in un giudizio. Un film può riuscire in questo: dare una sintesi, coagulare alcuni dati essenziali e consegnarli alla memoria collettiva. In questo senso Romanzo di una strage credo abbia ottenuto il risultato di spiegare il contesto in cui è nata la strategia della tensione, chi è stato, perché e come. Non è poco. Certo restano ancora molte zone oscure, ma non era un film che poteva illuminarle.
piazza Fontana, ho visto lo scempio, l’arrivo delle ambulanze e della polizia; lo shock di quelle immagini è ancora ben presente nei miei occhi. Abbiamo girato lo scoppio della bomba proprio a piazza Fontana, nella ex Banca Nazionale dell’Agricoltura, i primi giorni delle riprese. Volevo liberarmene subito. Ricostruire quella scena è stato per me molto angosciante. Per i Suoi film che si basano su veri fatti di cronaca l’indagine è fondamentale. Qual è la reazione di coloro che vengono coinvolti a tal fine? Dipende dai casi. Qualcuno si nega, qualcuno svicola, qualcun altro si trincera dietro >>
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/ grande /
SCHERMO
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luoghi comuni o verità di comodo. Per altri invece parlare è quasi una liberazione. Si rovesciano come un guanto, sembra non avessero aspettato altro. C’è da dire che il cinema è un grimaldello quasi irresistibile. I testimoni non si sentono giudicati, ma “compresi”, anche quando si parla di fatti molto gravi. Crede che il cinema italiano possa ancora, come negli Anni ‘60 e ‘70, contribuire a cambiamenti sociali significativi? Il cinema ha perduto da tempo il ruolo di protagonista dell’immaginario, ha smesso di essere il creatore principale di mitologie, comportamenti, linee di pensiero. Questo ruolo - che agli inizi del Novecento fu del teatro - è ormai appannaggio della televisione. I modelli, il gergo, la lingua, il modo di vestirsi, di atteggiarsi: tutto viene ormai da lì. Detto questo ritengo che il cinema abbia un ruolo ancora più importante. La televisione presuppone uno spettatore passivo, un occhio bulimico che s’ingozza di immagini senza alcun criterio selettivo. Il cinema invece tratta lo spettatore alla pari, lo provoca magari, ma lo fa ragionare. I Suoi film sono a Suo avviso un modo per avvicinare i giovani a tematiche che riguardano il passato politico dell’Italia? Mi piacerebbe che fosse così. Tut-
to il mio lavoro di questi anni è consistito proprio nel cercare di trasmettere una sorta di esperienza, di sentimento del tempo, di cognizioni altrimenti slegate e disperse.
La televisione presuppone uno spettatore passivo, mentre il cinema lo provoca, lo fa ragionare Più che la politica - per la quale ormai nutro solo fastidio - è la storia a interessarmi, i grandi cambiamenti nella mentalità e nel costume. Mi piace indagare sui periodi di crisi, sulle fratture, forse perché sono stati i tempi che ho vissuto da ragazzo e mi sembra - ma forse è un’illusione - di conoscerli bene. La meglio gioventù è stato un film realizzato per la TV. Che differenza c’è stata nel realizzarlo rispetto a un film per il cinema? Nessuna. Davvero. Ho sempre creduto che i film per la televisione debbono essere pensati e girati esattamente come quelli per la grande
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22 / PassaParola
sala, con lo stesso gusto per gli spazi, la stessa scansione di campi larghi e campi stretti, la stessa parsimonia di primi piani - anche se tutti dicono che in televisione bisogna usarli continuamente. D’altra parte quando vediamo in televisione un vecchio film - o anche uno uscito da poco nelle sale - vogliamo vederlo così com’è, non certo “formattato” secondo gli stereotipi televisivi. Anzi, nella sua finta “modernità” il linguaggio televisivo è diventato accademico e prevedibile. Tutti quei primi piani, quelle steadycam (supporto meccanico per facilitare le riprese, ndr), quel muoversi nevrastenico della macchina da presa finiscono per trasformare tutto in pubblicità, in una superficie elegante e insulsa, dove tutto è astratto e impersonale come in un residence. Nella Sua carriera ha realizzato anche documentari. Vista la neutralità dello sguardo del regista, quali strumenti sono a disposizione per conferire al documentario il proprio tocco? Il regista non è mai neutrale anche se si sforza, anche se cerca di esserlo. Già la scelta di cosa e come inquadrare è una scelta di campo. Ogni inquadratura è una scelta morale diceva Godard. Tanti anni fa girai un piccolo documentario in Angola, Scarpette rosse, sul tema dei bambini-soldato e delle mine anti-uomo. Era un documentario per l’UNICEF, ma lo trasformai in un piccolo film, una piccola storia di finzione anche se tutto sembrava accadere là per là. Non credo di avere il dono dei veri documentaristi, quello sguardo al tempo stesso innocente e penetrante, capace di mostrare l’evidenza della realtà senza ricorrere ad alcun artificio. Non riesco ad accettare la realtà così com’è, devo sempre correggerla, ritoccarla, metterla “in forma”. Con tutto ciò il piccolo film angolano resta uno dei miei preferiti, forse la cosa migliore che ho fatto. PP
ELEZIONI
2013 Camera dei Deputati Circoscrizione Estero Europa
nti e d i s e r i ian rsa o s i r a s “Noi ital n me m i ’ n u : o r er p e all’este e s e a ro P t s o n l i r mo!” pe a i d e i s i r ove d i s e a P i Seguimi su Twitter @SerraRoberto
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PassaParola
La Dame du Nord-ouest Turin l’élégante nous accueille avec ses anciens cafés, sa délicieuse gastronomie, ses musées et palais historiques. Découverte d’une des plus belles villes d’Italie. En arrivant à Turin, on est tout de suite frappé par son atmosphère. Un centre historique fascinant où on respire encore la Rome antique ; le quadrilatère romain est aujourd’hui un quartier rempli de commerces et de restaurants, délimité par ce qui reste des antiques portes et murs romains. Mais Turin est aussi la ville de la Maison de Savoie, celle qui fut un temps la capitale de l’Italie et qui porte en elle l’histoire de notre unité nationale. Ses palais nous rappellent tout à fait ce passé : le Palais Carignano qui abrite le musée du « Risorgimento », la cathédrale dédiée à Saint Jean Baptiste avec la chapelle du Saint Suaire, la « Mole Antonelliana », édifice abritant son musée du Cinéma, et enfin le musée Egyptien. Turin est aussi connue pour ses cafés anciens et élégants, comme le « Bicerin » où l’on peut boire un excellent chocolat chaud. Les spécialités culinaires peuvent se déguster dans les osterie (tavernes) ; le Mont des Cappuccini jouit du plus beau panorama. L’hotel Principi di Piemonte est un établissement de luxe www.atahotels. it, à bon prix on trouve le B&B Hotel Torino www.hotelbb.it/it/hotel-torino/ hotel. La reggia di Venaria Reale est un joli but d’excursion, pour le lèchevitrine une ballade de la Piazza Castello à la Piazza San Carlo est conseillée.
Turin
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2013 : année européenne des citoyens L’année 2013 a été proclamée « Année européenne des citoyens » à travers une décision du Parlement européen et du Conseil du 21 novembre 2012, elle a été inaugurée le 10 janvier 2013 à Dublin. Il s’agit d’un évènement de grande importance qui contribuera à sensibiliser le public aux droits et aux responsabilités inhérents à la citoyenneté de l’Union. Il les portera à exercer leurs droits s’ils décident de s’installer dans un autre pays de l’Union en tant que travailleurs, étudiants, en recherche d’emploi, volontaires, consommateurs, entrepreneurs, pensionnés, etc. L’année européenne des citoyens de 2013 coïncide avec le vingtième anniversaire de la citoyenneté européenne. L’année européenne sera donc l’occasion de présenter les politiques et les programmes existants et d’expliquer aux citoyens comment bénéficier directement des droits dans l’Union. Dans la perspective des élections du Parlement européen de 2014, il est important en 2013 pour les citoyens de l’Union de prendre encore plus conscience de l’égalité des sexes, de la participation de tous à la vie démocratique de l’Union, y compris concernant les droits électoraux - votants et candidats - dans leur pays de résidence, et de la portée des pouvoirs du Parlement européen dans le processus législatif.
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Le Caravage En collaboration avec l’Association LIBRES À L’INTÉRIEUR Dante Alighieri Luxembourg, Sonia Récits de femmes du Sion a donné deux conférences auprès Sud de l’Université de Luxembourg dédiées Un prix littéraire et une version au Caravage. En voici une synthèse. française. Lors de la première rencontre, Sonia Sion Beaucoup connaissent déjà Asa présenté d’abord le Caravage dans sunta, Gina, Carla, Maria et les son contexte historique, expliquant nombreuses autres femmes qui comment l’artiste et son personnage sont les admirables protagonistes légendaire ont pu contribuer à de du livre de Maria Grazia Galati réelles révolutions dans le monde de intitulé Libres à l’Intérieur - Récits la peinture. Michelangelo Merisi da de Femmes du Sud (Éditions Grifo Caravaggio, réputé auprès de grandes 2008). Le livre est composé de cinq personnalités de l’époque, fut ensuite histoires présentées sous forme de oublié au cours des XVIIIème et XIXème nouvelles dans lesquelles plusieurs siècles. Jusqu’à ce que l’historien de l’art femmes, différentes par leur caractère, Roberto Longhi entreprit des recherches leur origine sociale, leur expérience de la vie, sont appelées à faire de sur Le Caravage et qu’une grande grands choix. Fortes, déterminées, libres. Vraiment Libres à l’Intérieur ! exposition en 1951 à Milan permit au L’œuvre est un très bel hommage à l’univers féminin et au Salento public de le redécouvrir et de l’appré(Pouilles), une région où se mêlent une terre d’argile, des oliviers cier. Ses peintures sont innovantes séculaires, des villages d’inspiration baroque, des plats authentiques, pour de nombreuses raisons : choix de des plages désertes et une mer fantastique. Les récits abordent personnages du peuple comme moavec romantisme et ironie de nombreux thèmes chers aux femmes, dèles, réinterprétation des symboles en une succession d’histoires riches en rebondissements et où les classiques, capture de l’instant. pointes d’ironie, l’interprétation toute en nuances et les métaphores Durant la deuxième rencontre Sonia poétiques inspirées des paysages et de la nature du lieu ne manquent Sion a illustré le rapport entre la peintupas. Pour « assaisonner » (dans tous les sens du terme !) les cinq récits, Ecoliers, lycéens, étudiants, re du Caravage et le cinéma, ou comde nombreuses et savoureuses références gastronomiques mettent Parents, éducateurs, ment sa technique a pu présager la à l’honneur les plus anciennes traditions culinaires locales.Salariés, Et que professeurs, professionnels de santé, révolution de l’image qui interviendra dire des expressions dialectales introduites avec goût Professionnels et parcimonie indépendants deux siècles plus tard : la photographie. chefs d’entreprises, dans les récits (compréhensibles grâce à un glossaire à la finetdu livre) Seniors, Personnes malades Gestion du Stress Émotions ÉCOLE DU BIEN-ÊTRE Différents metteursetendes scène se sont qui offrent au lecteur une plus grande implication émotionnelle ou dans en traitement inspirés de la fameuse lumière mystique la narration. SOPHROLOGIE du Caravage dans leurs films : de Pier Le livre a remporté en décembre dernier le Prix International de Poésie BIOFEEDBACK DE COHÉRENCE CARDIAQUE • SÉMINAIRES ET FORMATIONS Paolo Pasolini dans « Mamma Roma » et Littérature NUOVE LETTERE et, à cette occasion, une version française BIOFEEDBACK DE COHÉRENCE ÉMOTIONNELLE EN ENTREPRISES Il existe des techniques par le Dispositif Santé SymbioCenter® et « Accattone » à Martin Scorsese dans sortira prochainement, éditée par PassaParola asbl et Convivium asbl. • CONSULTATIONS INDIVIDUELLES à vos besoins , RELAXATION ET COLLECTIVES de l’Egalité « Goodfellas », ouPSYCHOLOGIQUE encore Francis Ford adaptées Avec une préface écrite par le Ministre luxembourgeois pour apprendre à • ATELIERS ANNUELS CoppolaMINDFULNESS dans « Apocalypse Now ». des chances et du Tourisme Françoise Hetto-Gaasch et une nouvelle Méditation de pleine conscience gérer le stress , couverture (oeuvre artistique par l’artiste Sonia Sion), le livre de Maria MUSICOTHERAPIE CABINET MU-SOPHROLOGUE maîtriser vos émotions , Music Care® Grazia Galati sera présenté en avant-première 2 4 R U E D E S Jle A Rjour D I N Sde/ la L- 4Fête 5 9 1 Dde I F FlaE R D A N G E retrouver équilibre Femme (8 mars 2013) au Café de Paris T E L . +situé 3 5 2 /Place 2 7 2 8d’Armes 2 6 2 5 et, par la RELAXATION TACTILE® deSalon vie . du Livre à l’occasion et qualité suite, au le G S M +du 3 5 2Festival / 6 9 1 6 5des 0 6 Migrations 87 REFLEXOLOGIE PLANTAIRE, c o n t a c t @ m u s o p h r o l o g u e . c o m samedi 16 mars 2013. Au cours de l’année des présentations et DE LA MAIN, DES OREILLES des évènements sont égalementCENTRE prévusPARAMEDICAL dans le Grand-Duché et en cabinet ou à domicile MASSAGE AUX PIERRES PROMED CHAUDES ET FROIDES U N E S Oen L UFrance. TION POUR CHACUN 6 2 A R U E E M I L E M A R K / L- 4 6 2 0 D I F F E R D A N G E
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La reggia di Venaria Reale è una delle più importanti e più grandi residenze sabaude in Piemonte. Venne costruita seguendo il progetto dell’architetto Amedeo di Castellamonte, su commissione del duca Carlo Emanuele II, che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese. Considerata uno dei complessi più belli del mondo, la reggia è stata abbandonata per decenni e oggi è stata rimessa a nuovo: 80.000 mq, inclusi il parco e il borgo storico di Venaria, che sono stati dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità nel 1997. Per visitarla servono almeno 4 ore, alla scoperta della storia e di favolosi paesaggi.
Fuori porta Quando si arriva a Torino si rima-
ne subito colpiti dalla sua atmosfera. Un centro storico affascinante, dove si respirano ancora le suggestioni dell’antica Roma. Il quadrilatero romano fu difatti, ai tempi di Giulio Cesare, la culla della città ed
La dama del nord-ovest Testo / Erika Maddalena
L’ELEGANTE TORINO CI ACCOGLIE CON
I SUOI ANTICHI CAFFÈ, LE SUE DELIZIE GASTRONOMICHE, I SUOI MUSEI E I SUOI PALAZZI STORICI. ALLA SCOPERTA DI UNA DELLE CITTÀ PIÙ BELLE D’ITALIA DOVE LA GEOGRAFIA DEL CENTRO URBANO SI STEMPERA FRA LE ALPI E IL FIUME PO
oggi è un quartiere ricco di locali e ristoranti, delimitato da ciò che resta delle antiche porte e mura romane. Ma Torino è anche la città dei Savoia, quella che un tempo era capitale d’Italia e che porta con sé la storia della nostra unità nazionale. I suoi palazzi ci ricordano proprio questo passato, come Palazzo Carignano, un tempo sede del regio Parlamento subalpino e ora del Museo del Risorgimento. Palazzo Reale fu la prima residenza dei Re d’Italia e Palazzo Madama la sede del regio Senato subalpino. E poi, ancora, il Duomo dedicato a San Giovanni Battista con la Cappella della Sindone, senza dimenticare l’imponente Mole Antonelliana, costruita per diventare una sinagoga e, poi, invece diventata sede del fantastico
museo del Cinema. Quest’ultimo e il Museo Egizio costituiscono sicuramente alcune fra le maggiori attrattive museali della città. La collezione oggi presente nello storico Palazzo dell’Accademia delle Scienze fu messa insieme dal re Carlo Felice di Savoia, che diede vita, così, sul finire dell’800, al primo Museo Egizio del mondo. Tutto a Torino parla di cultura, anche di quella gastronomica. Gli antichi ed eleganti caffè sparsi nella città lo testimoniano: Baratti& Milano, il Caffè Fiorio e, non da meno, lo storico Al Bicerin, di fronte al barocco Santuario della Consolata, dove si può bere, appunto, l’autentico “Bicerin”, cioccolata calda con caffè che scalda corpo e anima! Basta entrare in questi bar-pasticcerie e sentire il profumo che pervade le >>
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sale per capire che qui il cioccolato la fa da padrone. Portare gianduiotti e cremini al ritorno da un fine settimana torinese vuol dire far felice qualcuno a cui volete bene…o magari qualcuno che volete “addolcire”! Ma in questi locali eleganti, in cui si ha l’impressione di essere catapultati in un’altra epoca, si può gustare anche il famoso aperitivo torinese, quello che qui è nato e che poi è stato esportato nel resto d’Italia, diventando tanto popolare a Milano. Tante anche le osterie dove gustare l’autentica cucina piemontese (celebre per la ricca varietà di antipasti e piatti tipici come, ad esempio, la bagna cauda)
Le vie dello shopping a Torino Tante le opportunità per fare shopping sfrenato nel centro di Torino. Dalle boutique eleganti e raffinate della passeggiata che va da Piazza Castello a Piazza S. Carlo alle vetrine delle grandi marche presenti su Via Roma. Via Garibaldi è un consiglio per i più giovani che vogliono comprare abiti all’ultima moda senza spendere un occhio della testa. E ancora, per gli oggetti di antiquariato e botteghe di restauratori si va in Via Maria Vittoria e Via Principe Amedeo.
a prezzi contenuti e accompagnata da ottimi vini rossi della regione, come Barbera e Barolo fra i tanti. Non solo cibo, ma anche natura. La città di Torino convive, infatti, con tanti elementi naturali: da un lato le Alpi (innevate in questo periodo dell’anno), dall’altra le dolci colline e al centro il Po, che costeggia la città, regalando un lungofiume che oggi è ricco di locali notturni, fre-
quentati soprattutto in estate. Per avere una visuale assolutamente romantica e spettacolare di tutta la città e di ciò che la circonda, basta salire sul Monte dei Cappuccini, dal quale si può ammirare un fantastico panorama, soprattutto di sera, quando è ricamato dalle luci della città. DOVE DORMIRE Lusso al Principi di Piemonte Camere lussuose e moderne nel centro di Torino, a meno di 5 minuti a piedi dal Museo Egizio. Costruito negli Anni Trenta, il Principi è un hotel elegante e di classe dotato di bar con vista sul centro di Torino, ristorante gourmet, centro benessere con sale per massaggi e bagno turco. www.atahotels.it
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Punto e virgola: come si usano? Una guida per orientarsi Testo / Cinzia Margarita
QUESTO È IL PUNTO. ISTRUZIONI
PER L’USO DELLA PUNTEGGIATURA (EDITORE LATERZA, 2012) ACCRESCE NEL LETTORE LA CONSAPEVOLEZZA SECONDO LA QUALE LA PUNTEGGIATURA NON CONSISTE DI SEMPLICI REGOLE GRAMMATICALI, MA ESPRIME UNA VERA E PROPRIA ARTE DELLO SCRIVERE. INTERVISTA ALL’AUTRICE Francesca Serafini. SCENEGGIATRICE CON UN PASSATO DA LINGUISTA
Possiamo definire il tuo libro come un tentativo per aiutare chi scrive a riconoscere e apprendere il proprio stile di interpunzione senza incorrere in errori grossolani? In effetti in un tempo in cui la scrittura, tra social network e telefonini, è sempre più praticata anche dai non addetti ai lavori, l’obiettivo principale del libro era proprio quello di dare a tutti alcune regole di base in fatto di segni interpuntivi, per poi entrare nello specifico della scrittura letteraria e giornalistica e arrivare, dunque, a parlare di stile. Spesso si sente dire che non esistono regole certe sulla punteggiatura, ma non è così. Se si supera una sua concezione pausativa - il fatto, cioè, che i vari punti rappresentino nello scritto le pause della respirazione nel parlato - e si riconosce la sua funzione logico-sintattica, ecco che allora è più facile capire quali sono le regole e come rispettarle. Sempre che non si intenda violarle con un preciso intento stilistico; e questo avviene a un livello più alto di consapevolezza linguistica. La consapevolezza, più
in generale, di chi gestisce con disinvoltura i registri della lingua e le sue varietà a seconda del contesto, che è un altro aspetto su cui nel libro insisto molto. Riteniamo il tuo libro scritto secondo un piacevolissimo stile a metà tra la saggistica e la narrativa. La tua esperienza di sceneggiatrice che ruolo ha avuto >>
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PassaParola / 31
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LIBERE DENTRO Racconti di donne del Sud
Un premio letterario e una versione francese Molti già conoscono Assunta, Gina, Carla, Maria e le tante altre donne, che sono le splendide protagoniste del libro di Maria Grazia Galati dal titolo Libere Dentro - Racconti di Donne del Sud (Edizioni Grifo 2008). Il libro è composto da cinque storie per altrettanti cinque racconti dove alcune donne, diverse fra loro per carattere, estrazione sociale, esperienze di vita, sono chiamate a fare tutte delle grandi scelte. Forti, assolute, libere. Libere Dentro appunto! L’opera è un garbatissimo omaggio all’universo femminile ed al Salento (Puglia), uno scampolo d’Italia dove spiccano terra rossa, ulivi secolari, paesi d’ispirazione barocca, cibi genuini, spiagge deserte ed un mare fantastico. I racconti affrontano con romanticismo ed ironia numerose tematiche care alle donne, in un dipanarsi di vicende dove non mancano colpi di scena, guizzi d’ironia, insolite sfumature interpretative e poetiche metafore ispirate ai paesaggi ed alla natura del posto. A “condire” (in tutti i sensi!) i cinque racconti anche gustose citazioni gastronomiche, che indagano sulle più antiche tradizioni culinarie locali. Mentre l’uso sapientemente calibrato delle espressioni dialettali (rese comprensibili da un glossario a fine testo) regala ancora di più al lettore un coinvolgimento emotivo nelle storie narrate. Il libro ha vinto lo scorso dicembre il Premio Internazionale di Poesia e Letteratura NUOVE LETTERE e con l’occasione uscirà in lingua francese, edito da PassaParola asbl e Convivium asbl. Con una prefazione del Ministro lussemburghese per le Pari Opportunità ed il Turismo Françoise Hetto-Gaasch ed una nuova copertina (opera dell’artista Sonia Sion), il libro della Galati sarà presentato in anteprima assoluta il giorno della festa della donna (8 marzo 2013) al Café de Paris alla Place d’Armes ed, in seguito, al Salon du Livre presso il Festival des Migrations il sabato 16 marzo 2013. Durante il corso dell’anno sono previste presentazioni ed eventi anche nel Granducato e in Francia.
PILLOLA di
ITALIANO a cura di Cinzia Margarita
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32 / PassaParola
Lapsus: si tratta di un errore involontario che si fa parlando lapsus linguae. Secondo Freud e la psicanalisi tali errori sarebbero spesso dovuti a motivi inconsci che rivelano un impulso in contrasto con ciò che si sarebbe dovuto dire. Lapsus calami, invece, è una locuzione che si usa per indicare errori che consistono nello scrivere una lettera al posto di un’altra e gli errori di stampa. Dice un adagio medievale: melius est pede quam labi lingua, ovvero: meglio scivolare con un piede che con la lingua.
nella gestazione di un lavoro così originale? Sono contenta che il libro si faccia leggere con piacere, perché mi sono divertita molto a scriverlo e speravo che questo potesse arrivare anche al lettore, coinvolgendolo. L’idea era quella di trattare la punteggiatura associando al rigore della ricerca il gusto dell’intrattenimento, che in effetti fa parte del mio mestiere di sceneggiatrice. Ho cercato di far dialogare in un discorso nuovo personaggi provenienti da mondi completamente diversi, pur essendo tutti parte integrante del mio. Speravo mi potessero aiutare a rendere più leggera e fruibile una materia che sulla carta è ostica e fredda, trasformando il testo in una specie di viaggio affettivo nel mondo della punteggiatura.
Sono contenta che il libro si faccia leggere con piacere, perché mi sono divertita molto a scriverlo e speravo che questo potesse arrivare anche al lettore, coinvolgendolo C’è un autore, tra quelli citati nel libro, a cui devi particolare riconoscenza per la definizione del tuo stile di scrittura? Come amante della lettura mi sento in debito con tutti gli autori citati: da quelli che hanno contribuito alla mia formazione già ai tempi della scuola (come i classici Leopardi e Manzoni) fino alle scoperte più recenti, come Jennifer Egan. Passando per certi “mostri sacri” (per >>
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Cosa ti senti di consigliare ai nostri giovani, così abituati ad esprimersi con un uso/abuso di segni di interpunzione ed emoticon (“faccine”, ndr)? A dire il vero non ho nessuna particolare avversione nei confronti delle “faccine”. Mi piace che la
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Vorrei che i giovani pensassero che usare una lingua sciatta e piena di strafalcioni è come uscire di casa con le ciabatte al posto delle scarpe punteggiatura sia stata in grado di rilanciarsi fra tablet e smartphone, sviluppando le sue potenzialità espressive. E quindi mi sta bene che i ragazzi sfruttino l’efficacia e la sintesi di questi segni per comunicare tra loro. Mi auguro però che, cambiando contesto, non dimentichino tutte le altre funzioni dei segni interpuntivi. Vorrei che pensassero che usare una lingua sciatta e piena di strafalcioni è come uscire di casa con le ciabatte al posto delle scarpe. Così come c’è un abito per ogni contesto, insomma, c’è uno stile giusto per ogni circostanza comunicativa e il consiglio è di tenere questo semPP pre presente.
Jean Portante presenta presso la Libreria Italiana l’opera poetica Voglio dire. L’appuntamento è per venerdì 1 febbraio 2013 alle ore 19. u
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© Giuliano Grittini
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me) come Saramago e Palahniuk, solo per riprendere qualche nome. Quanto della loro lezione sia, poi, filtrato nel mio stile, davvero non saprei dirlo, anche perché mi sembrerebbe indirettamente di mancare loro di rispetto. So che li ho amati e che è stato bello stare in compagnia delle loro opere. Poi, per non sottrarmi alla domanda, credo che il gusto della digressione che caratterizza il libro abbia a che fare con Sandro Veronesi, non a caso tra i più citati nel libro. Avendo avuto la fortuna di conoscerlo anche di persona già da quando ero all’università, credo che quella sua capacità di trasformare tutto in narrazione abbia contagiato anche me, sia pure con risultati diversi di cui mi assumo tutta la responsabilità.
SALOTTO POETICO Primo appuntamento del 2013 dedicato alla poetessa Alda Merini. Venerdì 22 febbraio 2013 alle ore 19 alla Libreria italiana.
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Cucina: che “passione”! Testo / Elisa Cutullè
SI DICE CHE LA CUCINA RISPECCHI I SENTIMENTI. SCOPRIAMO ALLORA COSA
CUCINARE SE SIAMO INNAMORATI, GELOSI, AFFETTUOSI O ABBIAMO SEMPLICEMENTE VOGLIA DI VENDICARCI. E PER IL MESE DI SAN VALENTINO “VI FESTEGGIAMO” CON DUE RICETTE A TEMA IN REGALO
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ante, il sommo poeta, diceva: Ben poco ama colui che può esprimere a parole quanto ami. Allora, troviamo un altro modo di esprimere i nostri sentimenti aiutandoci con l’ultima portata del pranzo o della cena: il dolce. Spesso il dolce è sinonimo di gioia
e di consolazione, un qualcosa che riscopre il lato migliore della vita. E se, invece, rivedessimo la funzione del dolce e rapportassimo il dessert ai diversi aspetti del sentimento? La versatilità della cucina e degli ingredienti che vengono utilizzati permettono di regalare
forti contrasti. Alcuni esempi? Per mangiare la mousse ci vogliono due cucchiaini, il budino deve sciogliersi non appena tocca le labbra, il biscotto di pastafrolla riporta all’amore materno, la crostata ricorda le scampagnate con il primo amore. È rimasta certo nell’immaginario collettivo la scena “culinaria” di Nove settimane e mezzo o di Chocolat, in cui dolce e seduzione diventano un tutt’uno e che, a volte, nascondono anche una piccola vendetta. I dolci dell’innamoramento devono contenere una dichiarazione velata, discreta, enigmatica e pudica, mentre quelli atti a sedurre devono far leva sulla complicità delle persone e stimolare lo sguardo complice tra due persone. La passione profonda e carnale viene aiutata con un arcobaleno di sapori, in piccole porzioni, che possono, con la loro cremosità, >>
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vo, tuorli d’uo 4 , a in r fa 75 gr di definire, persone: 3 4 r e p ti antità da n u q + o r e Ingredie h gr di zucc nza di urro, 90 ianco, esse b o in v i d 90 gr di b o bicchiere ero a velo ne, mezzo one, zucch m li 1 , o 3 melanza a io di cac ½ cucchia vaniglia, 1 guarnire). e lessarle fuso (per le a pezzi r a li g ta , cioccolato e e melanzan ccio. Pesar e: Pelare le rle al seta n a io ss z a a p r a e p a e le Pr o, l’essenz to. Scolar in zuccher one taglia so e p l e d con un lim età uocere, ngere la m l fuoco e c iu g su g e a r e e a tt e la polp polvere. M . Fare il cacao in onsistente c e a a li m ig e r n c a di v enere una lare bene. ovo. Mesco o fino a ott d ’u n d la lo o r sc o e m orli, un tu li altri 3 tu g ggiungere a e r e e g e r n a iu d g raffred pastare farina, ag na con la ’d’acqua. Im o ta p n n fo u a e n o u Fare vino bianc ucchero, il z lo , o r r u il b bida pasta mor a n u e r e n fino a otte asta dello ndere la p te S . ia sc li e ricavarne i 3 mm e spessore d di 6 cm. diametro l e d i h c is el dei d a placca d dischi sull i e r ia g a n Ad ni disco u sare su og r e v , o n r fo sto di del compo cucchiaio cm) e (circa 0,5 n a z n la e m ro con un alt e ricoprire 0 0 °C rnare a 2 disco. Info rima oratura. P fino alla d con spolverare di ser vire, rnire velo o gua zucchero a so ccolato fu con del cio
La ricetta
A TAVOLA
DINE: U T E I U Q IN I DI PASTICCIN E N MEL ANZA
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sciogliersi sulle labbra. La felicità ha diversi aspetti e si caratterizza con dolci che sovrabbondano di crema, nocciole, pezzetti di cioccolata, mentre la serenità si affida a dolci che facilitano la rilassatezza dell’animo ovvero dalla preparazione semplice e dalla pasta lievitata soffice. Se si tratta di comunicare gelosia ci si affida a tor-
Melanzana, vino bianco e farina
te “con il trucco”: apparentemente innocenti e soffici, ma dal doppio significato. L’inquietudine, invece,
ha un sapore né troppo aggressivo né troppo malinconico e combina ingredienti non tipicamente dolci. >>
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La vendetta, infine, si sa, è un piatto che va servito freddo, ma non solo: le porzioni devono essere abbondanti e il tutto deve essere difficile da digerire (ma non “avvelenato!”) La pasticceria casalinga è l’esempio migliore per comunicare non con le parole, ma con il gusto: è uno degli aspetti della cucina che richiede un perfetto equilibrio di proporzioni, alchimia e dosi. Commettere il minimo errore porta ad una cattiva riuscita del dolce: non lievita, non prende colore, non è un’armonia cromatica bensì un’accozzaglia di colori. E delude! Quindi, per raccontare un’emozione, è necessario saper lavorare sui sapori, essere capaci di rimandare alle emozioni e giocare nell’evocazione dei sentimenti. E voi, di che sentiPP mento siete?
L’amore è come la buona cucina, le cose speciali nascono sempre da ingredienti semplici, ma sono rese magiche dalla fantasia... (Paul Mehis)
AMENTO: R O M A N IN OT TA CREMA C ANDA ALL A L AV di panna e: 450 gr n so r e p 4 di per tte, 60 gr la Ingredienti i d r g 0 ucchero sca, 5 chiaio di z c liquida fre u c 1 , li r 4 tuo essiccate zucchero, di lavanda e li g fo , a di cann e e e panna Bollire latt sione per 5 : e n io z a r infu Prepa lavanda in lasciar vi la re tutto al colino. poi ssa ucchero e minuti. Pa algamare uova e z in m re il tutto A par te a na. Versa ana e n a p la e r aggiunge di porcell monodose recipienti agnomaria, b metterli a 150°C. a , o n r fo è in crema si Quando la togliere , addensata dal forno, ti n ie ip i rec eddare e . farli raffr frigorifero metterli in di ser vire, a Poco prim i zucchero d e r e g cospar a © sveres - www.sxc.hu n n di ca
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A TAVOLA
La ricetta
/ italia /
Uova, zucchero di canna e lavanda
Un libro ci viene incontro A. Grigolo - C. Massi, I dolci dell’Amore, Bonecchi Una serie di ricette per i diversi stadi dell’amore: seduzione, innamoramento, gelosia, serenità, inquietudine, felicità, passione e vendetta, senza dimenticare piccole parole d’amore, baci e abbracci. Il libro include anche un articolo di Luca Mannori (maestro pasticciere di Prato, campione del mondo di pasticceria nel 1997) e un saggio di Mariella Cozzolino (psicoterapeuta sessuologa, presidente dell’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica) come anche una sezione di consigli sulle ricette base, sugli strumenti del mestiere e su come abbinare vini e tè. febbraio 2013
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/ italia /
GIOVANE
Chi bene semina… Testo / Fabio Ossich
SI CHIAMA CHICCO DI SENAPE
ED È NATO NEL SETTEMBRE 2012 A LUSSEMBURGO. SI RIVOLGE ALLA COMUNITÀ ITALIANA, IN PARTICOLAR MODO A GIOVANI E GIOVANISSIMI. ALLA SCOPERTA DI UN SEMPLICE ED EFFICACE ESPERIMENTO DI COESIONE SOCIALE, SOTTO LA GUIDA DI DON GIOVANNI. E CHE CI RICORDA IL CARO, VECCHIO ORATORIO
C
apitanato da don Giovanni Ehret (succeduto a Padre Mella) e parroco della cattedrale di Luxembourg-Ville, un gruppo di 13 ragazzi, tutti fra i 20 e i 35 anni, sta gettando le basi per costituire una comunità organizzata di ispirazione cattolica. Il suo nome è Chicco di Senape. Lo scopo di questa comunità è quello di creare e diffondere nella nostra realtà italiana a Lussemburgo una familiarità cattolica che possa diventare un momento d’incontro comune. Una delle tante finalità di questo nuovo
progetto è quella di condurre una nuova evangelizzazione strutturata come una sorta di percorso catechetico, partendo direttamente dalle fonti sacre identificate come presupposto di base. Tra i diversi obiettivi che Chicco di Senape si propone ci sono anche i corsi per futuri sposi e cresimandi. Un grande progetto che speriamo si concretizzi presto è quello dell’oratorio. In particolare, l’attività di Chicco di Senape ha già dato alcuni frutti in termini di eventi realizzati. Infatti, una domenica al mese è possibile partecipare direttamente alla vita dell’organizzazione. In che modo? Facile: dopo la messa domenicale è possibile trattenersi in comunità, partecipando tutti insieme al pranzo organizzato dai membri dell’associazione, durante il quale è consuetudine “rompere il ghiaccio”, facendo conoscenza e amicizia con i nostri connazionali. Si tratta di un’occasione di incontro informale in cui è d’obbligo lasciare un momento da parte le occupazioni che ci impegnano durante la settimana per dare libero spazio alla nostra convivialità e al calore che
notoriamente ci contraddistinguono come popolo latino. Il pranzo è, poi, seguito da un ulteriore momento di incontro durante il quale vengono formalizzati gli orizzonti di Chicco di Senape. Sono previsti sei grandi temi di discussione, il primo dei quali è già stato affrontato: le origini di ognuno di noi, i cambiamenti apportati alla nostra vita qui in Lussemburgo, le nostre debolezze, le scelte in previsione per la nostra personale evoluzione, i nostri sogni e le nostre paure. Il tutto termina intorno alle16.30. Finora il riscontro incontrato dal gruppo è estremamente positivo, malgrado la domenica sia spesso consacrata al riposo individuale. L’individualismo, alimentato dalla frenesia del lavoro e dalla conseguente stanchezza (che ci spinge spesso ad isolarci dalla massa), è evidentemente per alcuni meno preponderante rispetto alla necessità di conservare e rafforzare uno spirito di gruppo che ci aiuti a sentirci meno soli. Sottolineando altresì quella cultura cattolica che si trova alla base della formazione che ognuno di noi ha ricevuto dalla propria famiglia d’origine. Un’ulteriore iniziativa con la quale Chicco di Senape si sta confrontando è il progetto Un sorriso per l’India. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi destinati all’assistenza finanziaria delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, che operano nell’Ospedale Santa Croce a Machilipatnam (India). Il proposito è quello di poter garantire l’acquisto di macchinari per la salute del sangue. Il “chicco” è stato lanciato. L’invito è quello di farlo attecchire in un PP terreno davvero fertile. Per ulteriori informazioni CHICCO DI SENAPE Simone Puccinelli (responsabile del gruppo, 621-254390)
febbraio 2013
PassaParola / 39
/ assenza di /
GRAVITÀ
Carnevale: non si scherza! L’INVENZIONE DEI CORIANDOLI DI CARTA Si racconta che l’ingegnere Ettore Fenderl nel Carnevale del 1876 avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso in uso a quel tempo. Anche se pare che già nel 1875 l’ingegnere Enrico Mangili iniziò a commercializzare i coriandoli ricavati da carte traforate, utilizzate in sericoltura per l’allevamento dei bachi da seta.
Testo / Maria Grazia Peresi
TRADIZIONI, STORIA, MUSEI E PERSINO UN’UNIVERSITÀ. PERCHÉ LA FESTA IN
MASCHERA NON È AFFATTO UNO SCHERZO!
“TI CONOSCO MASCHERINA!” Questa espressione, che oggi significa che, nonostante le apparenze, non ci siamo fatti ingannare, ha origini nel lontano Medioevo quando il popolo, nel periodo carnevalesco, infrangeva per qualche giorno le regole della rigida società del tempo, celando il volto dietro a una maschera. UNIVERSITÀ DEL CARNEVALE È un’associazione culturale senza scopo di lucro fondata a Velletri (RM) nel 1980 ; è apolitica e aconfessionale, a disposizione dei cittadini per quanto riguarda le manifestazioni culturali e ricreative carnevalesche e non. www.velletri-univercarnevale.it ADDIO CARNEVALE! Dopo il momento di euforia e abbuffate, in alcune regioni viene festeggiato il “Funerale del Carnevale”. In Friuli viene celebrato il mercoledì delle ceneri. A S. Leonardo (UD) è un uomo ad impersonificare il Carnevale; tutti i suoi familiari e amici organizzano la cosiddetta “pesata del morto” nella piazza principale del paese e depositano la bara circondata da fiaccole. In Lombardia, febbraio 2013
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in provincia di Bergamo, il corteo è formato dai “belli” (signori cortesi ed eleganti) e dai “brutti”, che rappresentano la trasgressione e la follia. Questi due gruppi si incamminano dal centro del paese verso le colline circostanti. Durante lo spettacolo i “brutti” urlano e si percuotono il petto, mentre i “belli” rimangono composti a simboleggiare di voler accettare la vita e la morte. In Campania si organizza una cerimonia
intorno al fuoco dove brucia un fantoccio e le ceneri vengono trasportate su un carro in processione per le vie del paese. Le donne piangono il morto, mentre gli uomini bevono vino. La Sicilia (nei pressi di Modica) festeggia l’ultima mascherata con alcuni uomini che si anneriscono la faccia; mentre le donne partono in processione, la comunità rimane al bordo della strada e osserva inerme PP il triste corteo.
Musei carnevaleschi MUSEO DELLA CITTADELLA Viareggio (LU) - Tel. +39 0584 53048 - cittadelladelcarnevale@ilcarnevale.com MUSEO DEL CARNEVALE DI SCIACCA Associazione L’altra Sciacca - Sciacca (AG) - info@laltrasciacca.it MUSEO DELLA MASCHERA DI CARNEVALE www.comunecastelnovo-disotto.re.it
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Da settembre 2012
Caravaggio
/ arte /
ieri, oggi, domani Testo / Elisabetta Fatichenti
Sonia Sion (*),
S
onia Sion ha presentato dapprima Caravaggio nel suo contesto storico, spiegando come l’artista e il personaggio leggendario abbia contribuito a delle vere e proprie rivoluzioni nel mondo della pittura. Nonostante Michelangelo Merisi da Caravaggio avesse ottenuto nel corso della sua vita il riconoscimento da parte di personalità quali il Cardinal del Monte, l’Arcivescovo di Milano Federico Borromeo o ancora il Marchese V. Giustiniani, egli fu poi dimenticato durante i secoli XVIII e XIX. Solo agli inizi del ‘900 lo storico dell’arte Roberto Longhi intraprese delle ricerche su Caravaggio, che terminarono con la Mostra del Caravaggio e dei Caravaggeschi (1951) al Palazzo Reale di Milano. Tale esposizione permise al pubblico di (ri)scoprire Caravaggio e di porre quest’ultimo tra i più importanti maestri dell’arte. I suoi dipinti, ha spiegato Sion, sono innovativi per molte ragioni. In particolare Caravaggio sceglieva i suoi modelli tra la gente del popolo, invitandoli nel suo studio, simile ad un set cinematografico. Un’altra innovazione consiste nel fermare l’attimo in pittura, il “mentre”, come nel Ragazzo morso da un ramarro, nella
IN COLLABORAZIONE CON L’ASS. DANTE ALIGHIERI COMITATO LUSSEMBURGO, HA TENUTO LO SCORSO DICEMBRE DUE CONFERENZE PRESSO L’UNIVERSITÉ DU LUXEMBOURG: CARAVAGGIO UOMO DI IERI ARTISTA DI OGGI E CARAVAGGIO NEL CINEMA. ECCONE UNA SINTESI Giuditta e Oleoferne e in Decollazione di San Giovanni Battista. Caravaggio utilizzava le varie tecniche dei movimenti artistici precedenti, ma reinterpretandole. Reinterpretava anche la simbologia classica per dar vita a dipinti carichi di allegorie, come il Ragazzo con cesto di frutta, la Canestra di frutta, il Bacchino malato, nei quali si riscontrano in modo ricorrente il tema circolare della vita, morte e resurrezione. Nel secondo incontro la Sion ha illustrato il rapporto tra la pittura di Caravaggio ed il cinema e come le sue tecniche siano state la premessa della rivoluzione dell’immagine che avverrà due secoli dopo: la fotografia. L’artista David Hockney nel suo sag-
(*) Sonia Sion, pittrice e scultrice, laureata in filosofia, ha rappresentato l’arte italiana in Lussemburgo all’ultima Biennale di Venezia
gio Secret knowledge (2001) analizza alcuni dipinti di epoca rinascimentale, sottolineando come “col tempo” i dettagli diventino sempre più perfetti e come stranamente molti personaggi siano mancini. Ne conclude che molti pittori sin dal XV secolo ricorressero all’uso di specchi e apparecchi ottici. Anche Mina Gregori (storica dell’arte) sospetta la stessa cosa. E Roberta Lapucci (esperta di Caravaggio) lo conferma, scoprendo che nelle tele dell’artista c’è una quantità anormale di sale di mercurio. Ciò lascia capire che Caravaggio utilizzava la camera oscura per realizzare i suoi dipinti, “imprimendo” le immagini sulle tele. Gli artisti all’epoca erano in un continuo colloquio con gli scienziati e Caravaggio era influenzato dagli scienziati galileiani che frequentavano il Cardinal Del Monte e sperimentavano le nuove opportunità offerte dalle scoperte fatte in campo della fisica ottica. Si può dunque asserire che macchina fotografica e cinema abbiano la loro matrice in quell’epoca. D’altro lato vari registi hanno tratto spunto dalla famosa luce mistica caravaggesca per i loro film: da Pier Paolo Pasolini in Mamma Roma e Accattone a Martin Scorsese in Goodfellas o ancora Francis Ford PP Coppola in Apocalipse now. febbraio 2013
PassaParola / 43
/ agenda /
FEBBRAIO
Mercoledi 20.02.2013 20:00
Il était une fois… La Biblioteca multiculturale di Gasperich propone un progetto di lettura in italiano per bambini dai 3 ai 7 anni in 4 incontri.
Scopriamo insieme le storie dei topini di Leo Lionni, che con i suoi divertenti racconti ci farà ridere e giocare insieme. Durante ogni incontro il bambino sarà impegnato in piccole attività di laboratorio. Prezzo: 40 € per quattro appuntamenti. Iscrizione obbligatoria. Tel. 29868690 Animatrice dell’atelier è Giusy Chittoglio. www.iletaitunefois.lu
Qualche mese fa abbiamo intervistato Suor Laura Girotto, la missionaria torinese delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondatrice della missione salesiana Kidane Mehret di Adwa, in Etiopia (www.amicidiadwa.org), ospite dell’Ambasciata d’Italia. In Lussemburgo per trovare fondi per l’ospedale in costruzione, Suor Laura ci ha descritto la scuola di avviamento al lavoro per i ragazzi, i laboratori delle donne, il progetto agricolo. Per rileggere l’intervista: www.passaparola.info/2012/12/11/ laura-girotto-amici-adwa-etiopia/ Per approfondimenti vi consigliamo il libro La tenda blu, in Etiopia con le armi della solidarietà di Niccolò D’Aquino (Edizioni Paoline, 2011). L’idea è anche quella di fondare una filiale dell’associazione in Lussemburgo per stimolare l’adozione a distanza, aiutare nella costruzione dell’ospedale, raccogliere le libere offerte per aiutare i bambini di Adwa. Chi fosse interessato può contattare Beatrice Neri: tel. +39 340 81 25 672 amministrazione@amicidiadwa.org febbraio 2013
44/ PassaParola
Gianmaria Testa
Dalle 14 alle 15 23 febbraio, 2 marzo 9 marzo, 16 marzo
Grand Auditorium
«Vitamia» Gianmaria Testa Quartet Con Gianmaria Testa, Giancarlo Bianchetti Nicola Negrini, Philippe Garcia Biglietti: 20 / 30 / 40 € (< 27: 12 /18 / 24 €) (+352) 26 32 26 32 // www.philharmonie.lu
www.redbeef.lu RED BEEF - Il vero gusto della carne Aperto da poche settimane a La Cloche d’Or, questo nuovo ristorante sorprende con il suo speciale concept. Stéphanie Jaucquet (chef ) e Salva Barberio (titolare), grazie alla loro lunga esperienza nel settore della ristorazione, hanno sperimentato un nuovo tipo di cottura inedito. Il risultato: carne e pesce preparati in maniera sana e saporita. Un ristorante aperto solo a pranzo dal lunedì al venerdì e capace di servire fino a 270 persone in una sola ora e mezza, offrendo anche un servizio- parcheggiatore per non dover perdere tempo. Possibile anche prenotare feste private. (Rossana Gatti) RED BEEF - Cloche d’Or - 12/d, rue Guillaume Kroll - L-1882 Luxembourg Tel. +352 27495910
Per commemorare i 20 anni dalla morte delll’antifascista e resistente italiano Luigi Peruzzi, il Musée de la Résistance di Esch/Alzette con PassaParola Magazine, Convivium asbl, in collaborazione con il Centre de Documentation sur les Migrations Humaines e CreAttiva, organizza la serata in francese: Luigi Peruzzi. Mémoire Migration Résistance Lunedì 5 febbraio 2013, ore 20 presso il Musée de la Résistance, Place de la Résistance (ex Place du Brill), Esch/Alzette .lu www.musee-resistance
/ agenda /
FEBBRAIO
TERRA MIA TERRA NOSTRA Per chi lo vuole rivedere, chi l’ha perso al cinema, chi desidera scoprirlo, il film di Donato Rotunno sull’identità, la memoria, la migrazione, le seconde generazioni sarà presentato al circolo E. Curiel (107, route d’Esch - Lussemburgo) lunedì 25 febbraio ore 19 in presenza del regista. Evento organizzato da PassaParola Magazine in collaborazione con il Curiel. In vendita il DVD. www.curiel.lu
PINOCCHIO Il film d’animazione di Enzo D’Alò (già presentato in novembre al Festival del Cinema italiano di Villerupt, Francia) è in programma al Discovery Zone - Luxembourg City Film Festival 2013, il festival dedicato ai giovani dai 3 ai 18 anni, organizzato dalla Ville de Luxembourg che comincia il 28 febbraio e termina l’8 marzo nelle sale della Cinémathèque de la Ville de Luxembourg, dell’Utopia, dell’Utopolis e del Cercle Cité. La versione francese e lussemburghese di Pinocchio, musicato da Lucio Dalla, sarà proiettata domenica 3 marzo alle ore 10.30 e alle ore 14.30 in presenza del regista.
www.discoveryzone.lu
L’ARTE della BELLA SCRITTURA DESIGN-ME A fine 2011 viene lanciato design-me.it, progetto di Mina Epifani. Autentico social network dei creativi, il portale ha per scopo “di dare, gratuitamente, l’opportunità di farsi notare (...) e di avere il sostegno da parte di un pubblico di appassionati e non dei soliti noti”. Aziende, professionisti e chiunque abbia talento da esprimere possono promuoversi attraverso uno spazio virtuale dove gestire la propria identità professionale a 360°. Qualsiasi sia il campo di attività (illustrazione, musica, fotografia, tatuaggio fra i tanti), gli utenti usufruiscono di un portfolio, un e-commerce, un’agenda. I profili dispongono anche di una bacheca per costituire vere e proprie sinergie fra creativi. Il sito si compone di 2 redattori, oltre a Mina, con il supporto tecnico dello studio Red-made. Si contano oggi più di 1.100 iscritti, 88.000 visitatori unici all’anno e 270.000 visualizzazioni di pagina. Numeri che dovrebbero aumentare, permettendo a design-me di diventare uno strumento di networking indispensabile. (Elisabetta Fatichenti) design-me.it
Programmazione 09/02 Vivere lentamente In studio: Erika Maddalena e Maria Grazia Galati Regia: Paolo Travelli 16/02 I primati scientifici italiani In studio: Erika Maddalena e Paola Cairo Regia: Paolo Travelli 23/02 Il segreto di Susanna al Grand Théâtre Ospiti: Anna Caterina Antonacci e Vittorio Prato In studio: Elisa Cutullè Regia: Paolo Travelli 02/03 Le donne che ci piacciono Ospite telefonico: Chiara Gamberale In studio: Elisa Cutullè e Paola Cairo Regia: Paolo Travelli In alcuni casi la programmazione potrebbe subire dei cambiamenti
Tante altre notizie disponibili ogni giorno sul nostro sito alla voce AGENDA ed ogni sabato mattina in diretta a VoicesbyPassaParola (Radio Ara - 103.3/105.2)
www.passaparola.info febbraio 2013
PassaParola / 45
L
Testo / Jos Boggiani
© Tinneketin - www.sxc.hu
Copyright: Plusverde
Andiamo al ristorante a cucina lussemburghese risente dell’influenza culinaria della Francia e naturalmente anche di quella italiana. Molte parole relative alla nostra cucina (Kichen) sono entrate a far parte del vocabolario lussemburghese. Quali sono i piatti nazionali, tipici del lussemburgo? Quelli più comuni sono il Judd mat Gaardebounen (collo di maiale con fave) e la Bouneschlupp (zuppa di fagioli). I numerosi ristoranti propongono i cosiddetti Gromperekichelcher, che sono dei gustosi, ma pesanti tortini di patate, i würstel alla griglia, detti abusivamente Thüringer o la Mettwurscht, che è una salsiccia affumicata a base di carne suina. Non rinunciate all’occorrenza a un piatto tipico anche se non molto impegnativo: Ham, Fritten an Zalot. Si tratta di prosciutto crudo lussemburghese con patate fritte e insalata verde. L’inverno è la stagione in cui i ristoratori offrono della selvaggina (Wëld): Wëllschwäin (cinghiale), Réi (capriolo), Huesenziwwi (lepre in salmì). Specie lungo il fiume Mosella si può mangiare del pesce (de Fesch), come la trota (eng Frell) o il luccio (en Hiecht). Al ristorante Ech géif gären en Dësch fir véier Persoune reservéieren, wann ech gelift. Vorrei prenotare un tavolo per quattro persone, per favore. Ech hunn en Dësch fir véier Persoune reservéiert. / Ho prenotato un tavolo per quattro persone. Kann ech d’Menuskaart kréien, wann ech gelift? / Mi porta il menù? Kann ech d’Wäikaart kréien, wann ech gelift? / Mi porta la lista dei vini? febbraio 2013
46/ PassaParola
Wou sinn d’Toiletten? / Dov’è il bagno? Gidd Der mer d’Rechnung, wann ech gelift? / Il conto, prego. Alcune espressioni sul tema del mangiare Et ass gutt / È buono Et ass net gutt / Non è buono Et schmaacht mir / Mi piace Altre specialità della cucina lussemburghese Träipen / Sanguinaccio Kuddelfleck / Trippa Kniddelen / Polpette Zoossiss / Salame Ham / Prosciutto Éisleker Ham / Prosciutto (affumicato) delle Ardenne I lussemburghesi sono gran bevitori di birra (de Béier), ma non disdegnano il vino (de Wäin) bianco della Mosella. A proposito di birra, si noterà l’espressione Ech drénken en Humpen (bevo un bicchiere - 0,33l - di birra alla spina) o Ech drénken eng Klensch (Klensch è il boccale). Oppure si berrà eng Fläsch Béier, una bottiglietta di birra. Notiamo le seguenti espressioni circa il bere Ech hunn Duuscht / Ho sete Komm, mer ginn een huelen Komm, mer ginn e Patt huelen (pronuncia: [mer ghinn]) Andiamo a bere un bicchiere
Ech ginn e Patt Offro io (un bicchiere di…) Wat drénks de? / Che cosa bevi? Ech huelen en Humpen an eng Drëpp Prendo una birra e un’acquavite Bréngt mer wann ech gelift eng Fläsch roude/wäisse Wäin Mi porti per favore una bottiglia di vino rosso/bianco Bréngt mer eng Fläsch Museler Wäin Mi porti una bottiglia di vino della Mosella Ech si voll / Sono ubriaco E Patt / Un bicchiere E Glass / Un bicchiere Eng Drëpp / L’acquavite De Wäin / Il vino Den Duuscht / La sete Due verbi Drénken (bere) indicativo presente Ech drénken Du drénks Hien, si, hatt drénkt Mir drénken Dir drénkt Si drénken Iessen (mangiare) indicativo presente Ech iessen Du ëss Hien, si, hatt ësst Mir iessen Dir iesst PP Si iessen
Sotto sc l’abb rivi o rinn on ov rivist amento a a a e pa ll rtecip a nostra sorte aa gg un so io per vin l grande ce ggior no-b re in un e alber go da nessere sogn o
Conc o
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PassaParola / 47
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