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PassaParola VOLA A ROMA CON NOI Due biglietti aerei di linea in palio per chi si abbona
Foto / Vincenzo Ruggieri
Ha aperto da poco i battenti nel quartiere di Howald un nuovo ristorante italiano dal concetto assolutamente unico in città. Ottimo rapporto qualità-prezzo, servizio catering a domicilio ed una vera rosticceria-pasticceria come in Italia. Con una sorpresa per gli amanti del sigaro ed i golosi di gelato.
IL PIACERE… A CASA E FUORI!
Il piacere di gustare una vera cucina italiana, il piacere di acquistare i “pasticcini della domenica” o i formaggi e salumi nostrani fra i più rari e rinomati. Il piacere di avere anche a casa o in ufficio un buffet ricco e gustoso. Forse proprio per questo il nuovo ristorante aperto dai titolari del “Due Galli” ha scelto di chiamarsi PIACERE. Ai fornelli lo chef Nello Cuda, che prepara pietanze italiane nel rispetto della più autentica tradizione. Originale la concezione: dall’apertura la domenica mattina al servizio “traiteur”. E per finire due fiori all’occhiello previsti da primavera inoltrata: la terrazza aperta ad orario continuato fra pranzo e cena, con servizio gelateria (gelato artigianale fatto in casa) ed il classico aperitivo italiano con abbondanti stuzzichini ed il sigar lounge.
www.piacere.lu
PIACERE gusti & sapori - 36 Rangwee - L-2412 Howald - T. +352 24 83 80 1 - info@piacere.lu - chiuso domenica sera maggio 2011
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pubbliredazionale
12 / ITALIA A TAVOLA /
Cari
/ EDITORIALE /
LETTORI e LETTRICI
È l’ora del PICNIC!
Abbonarsi: per credere e per...vincere!
18 / TANTI ITALIANI FA /
Le donne della nostra immigrazione
PILLOLE
di sommario
36 / ASSENZA DI GRAVITÀ / Parlare con i fiori
PassaParola vi accoglie dopo le vacanze pasquali con un grande regalo. Quello che abbiamo annunciato in copertina e che potrà darvi la possibilità di “volare” gratuitamente a Roma. Si tratta del secondo SORTEGGIO ABBONATI del 2011, organizzato in collaborazione con un importante Tour Operator lussemburghese e di cui vi spieghiamo tutto a pagina 4-5. Un’iniziativa editoriale che ha molteplici significati. Primo: un grande riconoscimento alla nostra rivista da parte di una celebre azienda lussemburghese. Secondo: il nostro credere fortemente nella fedeltà dei “vecchi” lettori e nella fiducia dei nuovi, i quali, rinnovando l’abbonamento (i primi) o sottoscrivendolo per la prima volta (i secondi) secondo le modalità riportate a pagina 27, ci dimostreranno di apprezzare il nostro impegno a darvi ogni mese un giornale sempre più bello e a riconoscerlo come una vera e propria, IRRINUNCIABILE realtà editoriale che appartiene a tutti noi italiani e non solo. A tale proposito ci teniamo a sottolineare alcune novità di riguardo: 40 pagine al posto di 32 e due nuove rubriche: CHIOCCIOLINA (dedicata ogni volta ad un sito da scoprire ed apprezzare) e ASSENZA DI GRAVITÀ, che chiude la rivista con una lettura “leggera”, sfiziosa, rilassante. Entrambe realizzate anche grazie all’aiuto di nuovi collaboratori. Un modo, da parte nostra, per incentivare giovani firme a proporre idee nuove e feconde. Allora non vi resta che “passare parola”! Paola Cairo e Maria Grazia Galati
Editore / PassaParola a.s.b.l. - 32, rue Demy Schlechter - L-2521 Luxembourg Direzione / M aria Grazia Galati - mgg@passaparola.info - tel. 621 75 80 50 / Paola Cairo - p aola@passaparola.info - tel. 691 72 04 96 Redazione / Remo Ceccarelli - remo@passaparola.info / Elisa Cutullè - e lisa@passaparola.info / Erika Maddalena - e rika@passaparola.info Daniele Rossini - daniele@passaparola.info / Paolo Travelli - p aolo@passaparola.info Collaboratori / Roberto D’Amico / Elisabetta Fatichenti / Anna Longinotti / Marina Moretti / Maria Grazia Peresi Grafica / Eleonora Costa - eleonora@passaparola.info Foto copertina / Olycom Spa - www.olycom.it www.passaparola.info / info@passaparola.info / Anno VIII - Numero 4 - Maggio 2011 maggio 2011
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/ NUOVO SORTEGGIO ABBONATI /
Nuovo grande sorteggio per vecchi e nuovi abbonati di
: O I M E R 1° P i e r e a i t t ie due bigl A M O R r e p Testo / Maria Grazia Galati
Primo premio: due biglietti aerei di linea per la città più bella del mondo: Roma. A regalarveli è PassaParola, a metterli in palio è Sales Lentz, che collabora con la nostra rivista per premiare i lettori più fedeli, i quali potranno tentare di vincerli, abbonandosi o rinnovando l’abbonamento al nostro giornale. Oltre al primo premio, anche altri minori, ma non per questo meno importanti. Il sorteggio è previsto per fine novembre-inizio dicembre. Vi forniremo maggiori dettagli nei prossimi numeri in uscita ogni mese. Intanto leggete l’intervista a Francesco Mastropietro, un italiano “doc” che da anni lavora per SL. Come è cambiato il turismo negli ultimi 20 anni? Il turismo negli ultimi 20 anni non è stato concepito più solo come un lusso. Quindi, mentre un tempo erano più che altro i benestanti a viaggiare, ora l’offerta si è adeguata ad ogni categoria di gente e a tutte le tasche, grazie anche all’incremento delle destinazioni, che ha fatto in modo che, avendo il pubblico più scelta, le mete diventassero alla portata di tutti. Quali sono le differenze fra i turisti italiani di Lussemburgo e i lussemburghesi? Il turista italiano è più “avventuriero” e cambia spesso la sua destinazione; cerca buona cucina e luoghi originali. Il lussemburghese tende ad essere più abitudinario e comodo nelle scelte dell’albergo, che per lui deve avere il massimo dei requisiti. Come ha scelto Sales Lentz di affrontare la grande crisi economica degli ultimi due anni? Prestando sempre attenzione alle richieste della sua clientela, per poter sviluppare e concretizzare i desideri di tutti nel
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PassaParola in collaborazione con
DOPO IL GRANDE SUCCESSO DEL PRIMO SORTEGGIO ABBONATI DELLO SCORSO MARZO, PARTE CON QUESTO NUMERO LA GRANDE INIZIATIVA DEL NOSTRO GIORNALE IN COLLABORAZIONE CON SALES LENTZ. CHI SI ABBONA O RI-ABBONA DAL 10 MAGGIO 2011 PARTECIPA AL GRANDE SORTEGGIO CHE PREVEDE RICCHI PREMI, MESSI IN PALIO DAL TOUR OPERATOR LUSSEMBURGHESE UN PO’ DI STORIA
Il Tour Operator lussemburghese compie 50 anni ed oggi è alla terza generazione. Nel 1961 fu acquistato il primo autobus e nel 1965 venne aperta la prima agenzia a Bascharage (dove ha sede la società) e due anni dopo quelle di Lussemburgo; nel 1989, con l’apertura della sede di Esch-sur-Alzette, è iniziata l’espansione e la crescita del gruppo, che oggi conta 20 agenzie, comprese una in Francia ed una in Belgio. Alcuni numeri: 250 autobus di linea, 32 pullmann “Granturismo“, 70 minibus e l’ultimo acquisto Voyages Leonard con 30 pullmann “Granturismo“. Sales Lentz, è bene ricordarlo, gestisce anche il servizio di navette A/R fra Lussemburgo e gli aeroporti di Hahn, Metz e Charleroi, offrendo agli abitanti del Granducato un utile ed efficiente servizio di collegamento per raggiungere le mete aeroportuali di molti voli lowcost nei paesi limitrofi. (MGG)
FRANCESCO MASTROPIETRO
Nato ad Esch-sur-Alzette nel 1964 da genitori pugliesi, Francesco Mastropietro frequenta le scuole lussemburghesi ed al tempo stesso quelle italiane. Nella fattispecie il Liceo Tecnico di Arte e Mestieri. Comincia a lavorare come agente di viaggi a 20 anni e l’agenzia che dirige ad Esch ha aperto (curiosità!) il giorno 19.11.1989, quando cadde il Muro di Berlino. Mastropietro è stato il primo direttore di un’agenzia Sales-Lentz che non appartiene all’omonima famiglia. L’ufficio che dirige è passato dai 2 impiegati dell’apertura ai 9 di oggi. Le mete italiane più richieste dai suoi clienti sono: Roma, Venezia, Firenze, Sardegna, Puglia, Riviera Adriatica, Sicilia, I Laghi, Verona, Torino, Napoli e la Puglia.
modo più efficace e vantaggioso. Creando nuove formule di viaggio e adeguandosi alla richiesta e all’offerta del mercato. Come vedi il turismo in Italia? Il turismo culturale è indubbiamente quasi senza concorrenza, in quanto l’italia è ricca di città d’arte che of-
/ NUOVO SORTEGGIO ABBONATI /
frono non solo cultura, ma anche “savoir-faire“, professionalità, buona cucina e paesaggi sempre diversi e bellissimi da Nord a Sud. Per ciò che riguarda il turismo balneare, pecchiamo nelle infrastrutture, che sono troppo datate rispetto a loca-
lità come Grecia, Spagna e Turchia per esempio, che essendo nate più tardi si sono imposte spazi più grandi e servizi più completi. Che idea ti sei fatto dei Tour Operator e delle agenzie di viaggi italiane? Il Tour Operator italiano è stato sempre all’avanguardia nella ricerca di nuove destinazioni. Qual è il rapporto fra Sales Lentz e la comunità italiana nel Granducato? In quanto agenzia lussemburghese, Sales-Lentz ha sempre fatto il massimo per accontentare le esigenze di tutti, comprese quelle dei clienti italiani. Nella nostra squadra di Esch-sur-Alzette contiamo cinque persone madrelingua italiane, in quanto qui e nei dintorni la concentrazione di italiani è sempre stata molto alta.
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/ DESTINAZIONE ITALIA /
Camping+Glamour=
GLAMPING Testo / Erika Maddalena
LA NUOVA FRONTIERA DEL CAMPEGGIO, CHE DERIVA DAI CAMPING DI LUSSO AFRICANI, SBARCA FINALMENTE ANCHE IN ITALIA
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l campeggio: o si ama o si odia. Chi non ha mai fatto una vacanza immerso nella natura? Dal campeggio con i nonni, in roulotte, completo dell’immancabile cucinino alla più “selvaggia” avventura organizzata dalla parrocchia: zaino in spalla e surrogato di cioccolata al seguito! Insomma, c’è chi non può davvero farne a meno e chi si rifiuta di considerarla una vera vacanza. Ma per tutti il campeggio è per definizione un luogo in cui è possibile trascorrere un periodo di riposo e divertimento all’aria aperta. La sua storia comincia in Gran Bretagna nel 1900, grazie a Mr. Holding che, nel 1901, fonda la prima associazione di campeggiatori, la Association of Cycle Campers, alla quale hanno poi fatto seguito associazioni sparse in tutta Europa. In Italia la prima associazione nasce nel 1932, in Piemonte, con l’A.C.C.P. (Auto Campeggio Club Piemonte). Inizialmente il campeggio si sviluppa come evoluzione dell’alpinismo ed il primo italiano che inizia ad organizzare questa nuova forma di turismo è Luigi Bergera, appassionato alpinista e amante della vita a
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contatto con la natura. Per questo Bergera si incontra con alcuni amici e funzionari del R.A.C.I. (Reale Automobile Club d’Italia) a Torino e fonda l’A.C.C.P. In principio il campeggio è una forma di turismo non alla portata di tutti perché molto legata all’automobile, un bene che solo un numero ristretto di famiglie poteva permettersi all’epoca. Il primo campeggio italiano, che nasce nel 1949 al Parco Leopardi di Torino, è anche la prima struttura dotata di servizi, sorveglianza e con accesso a pagamento. Da allora questa nuova forma di vacanza a contatto con la natura ha davvero spopolato ed oggi qualsiasi località turistica della penisola ha almeno una struttura adatta
ad ospitare campeggiatori di ogni provenienza. Una recente evoluzione nel mondo del campeggio è il cosiddetto Glamping, che deriva dai camping di lusso africani. Questa moda, che ha preso piede già da qualche anno all’estero, oggi vede comparire 4 strutture simili anche in Italia. Per spiegare questa nuova frontiera del campeggio potremmo dire che nel Glamping ritroviamo tutto il sapore della vita all’aria aperta: dall’autentico contatto con la natura alla filosofia ecologica, all’insegna però di un confort a 5 stelle. Ridotto impatto ambientale, quindi, senza farsi mancare nulla: le sistemazioni sono in pochi lodge immersi nel verde o in ecotende
/ DESTINAZIONE ITALIA /
distanti dai centri abitati. Sul versante “eco”, alcune delle caratteristiche fondamentali sono la raccolta differenziata, i riduttori del flusso d’acqua, l’illuminazione fotovoltaica e la bassa densità di alloggi, mentre
per il glam abbiamo il letto fisso, gli arredi di design, le lenzuola stirate, le porcellane e la connessione wi-fi. Questa formula, insieme all’aspetto ecofriendly della vacanza, ormai ricercato da tantissime persone, offre anche un trattamento economico che, seppur diverso dal campeggio tradizionale, è sicuramente più abbordabile rispetto alle classiche strutture alberghiere di lusso. Ecco quali sono i Glamping al momento disponibili nel Belpaese. LE PIANACCE, Toscana L’ultimo nato della categoria in Italia, con tende di lusso, cucina perfettamente attrezzata e bagno interno, oltre a vista panoramica sulla campagna toscana. Un’oasi con una grande varietà di vegeta-
zione e lodge con 4 letti matrimoniali a baldacchino adatti, per esempio, a 2 adulti e 3 bambini. Il camping si trova a 5 km dalla costa del Mar Tirreno. Da qui si possono organizzare facilmente tante escursioni:
Isola d’Elba, Pisa, Siena, San Gimignano, Volterra e Lucca. Posti letto: 5; tariffe: da €198 a settimana, per alloggio; nota: aperto da maggio a settembre.
LODGESUITES, Lago di Garda 4 letti a baldacchino e vasche vittoriane per un lodge che si affaccia sulla baia di Salò. Questo camping si trova a 60 mt dal lago, in un’oasi cosparsa di olivi. Situato a San Felice di Benaco, da qui sono facilmente raggiungibili città come Venezia e Verona. Aeroporti più vicini: Brescia, Verona, Bergamo, Milano. Posti letto: fino a 5; tariffe: da €162 a settimana; nota: aperto da maggio a settembre. LODGE RESORT CANONICI DI SAN MARCO, Venezia Lussuosi lodge in località Mirano, a due passi dalla città di Venezia. Immerso in una tranquilla campagna, fra la laguna veneta e il fiume Brenta, proprio dove le antiche famiglie nobili veneziane costruivano le proprie case di vacanza. Ogni alloggio misura 40 metri quadrati con una splendida vista sui campi di grano. La struttura offre anche attività sportive, come escursioni in bici o in barca lungo il fiume. Posti letto: 2 7, in base all’alloggio; tariffe: da €65 a notte con colazione inclusa; nota: aperto tutto l’anno.
NORCENNI GIRASOLE, T0scana Situato tra le splendide Firenze e Siena e non lontano da San Gimignano, questo camping si trova nel cuore della regione del Chianti. Alloggi di lusso con cucina attrezzata e letti a baldacchino. Ogni lodge ha una terrazza privata e un giardino ed ha a disposizione anche un alloggio separato per i bambini. Molte le escursioni organizzate oltre alle attività all’aria aperta. Posti letto: 5; tariffe: da €264 a settimana, per alloggio; nota: aperto da maggio a settembre.
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AGRICO – RURAL – MENTE
/ ITALIA GIOVANE /
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MUSEO RURALE DI PEPPANGE Ideato e realizzato nel 1999. Ogni macchina agricola del 19° secolo è stata restaurata e resa funzionante. A disposizione del pubblico: una biblioteca con oltre 600 libri sulla vita rurale e mestieri legati all’agricoltura. Ampio parcheggio. Bus direzioni Bettembourg e Lussemburgo davanti all’entrata del museo ogni 30 minuti. Il prezzo del biglietto di entrata è di 4 euro con guida inclusa. Aperto dal primo maggio al 30 settembre, dal martedì alla domenica, dalle ore 14 alle ore18; contact@musee-rural.lu; tel. 516999; 38, rue de Crauthem L-3390 Peppange. MUSEO DEI CALESSI A soli 200 mt dal museo rurale vale la pena fare una passeggiatina per visitare questa esposizione di 20 calessi, che include anche 6 veicoli appartenenti alla Corte Granducale. Ed ancora: curiosi utensili da viaggio, lanterne, ruote in legno, borse, bisacce e tanto altro. Luglio e agosto aperto ogni domenica dalle 14 alle 17; gli altri giorni su prenotazione. Tel. 510906 - 49/a, rue de Crauthem L-3390 Peppange.
INCONTRO CON LA TRADIZIONE CONTADINA. ALLA SCOPERTA DEL MAGICO MONDO DEL PASSATO, PER RICONSIDERARE E RIFLETTERE SUI GRANDI VALORI DELL’UMANITÀ E LA SOBRIETÀ DELLA VITA QUOTIDIANA DELLA CIVILTÀ RURALE CASEIFICIO VITARIUM Dal latino Vitarium che significa vita. Il latte è un alimento primordiale. Consumato sin dai primi momenti della nostra esistenza. Per informarsi sui vari processi del latte quali la pastorizzazione oltre che sulla sua composizione e le sue proprietà (calorie, UHT, ecc.) vi invitiamo a scoprire uno dei più moderni caseifici europei, con 45 sale interattive, cinema 3D e laboratori di cucina. Aperto 7 giorni su 7 dalle ore 9 alle 20.30. Tel. 250280222 - Luxlait Association Agricole L-7759 Roost-Bissen; info@vitarium.lu oppure info@luxlait.lu. Una curiosità che merita una menzione: in Italia si terrà il “Convegno mondiale del latte”; a Parma, presso l’Auditorium Paganini dal 15 al 19 ottobre 2011.
Testo / Maria Grazia Peresi
/ PERSONAGGIO /
Il nonno Alfredo (marchigiano) e la
nonna Anna (perugina) arrivarono nel Granducato nel 1892 e si stabilirono a Esch/Alzette nel quartiere Hoehl, dove aprirono un negozio di alimentari e un caffè accanto al quale c’era la sede dell’UDI (Unione Donne Italiane). Il papà Domenico fu per molti anni presidente di questa associazione, che riuniva le donne italiane arrivate subito dopo la guerra e fu proprio dall’UDI che Anita maturò la sua esperienza al servizio di molte connazionali. «Entrai nell’UDI a 17 anni – racconta Anita - e le donne non erano preparate politicamente, soprattutto quelle che arrivavano da zone povere e distrutte dalla guerra. Soltanto negli Anni ‘70 l’UDI acquisì quel ruolo più di militanza politica. Il primo anno portai le tesserate da 37 a 350 ed io ero sempre in prima fila». Infatti, grazie alla conoscenza della lingua lussemburghese, al suo carattere socievole ed al suo piglio decisionista, cominciò ad aiutare i lavoratori stagionali nelle incombenze amministrative quotidiane. «Andavo con loro in banca per aiutarli ad aprire un conto, accompagnavo le loro mogli dai dottori, cercavo il lavoro a coloro i quali erano rimasti senza, organizzavo gite di piacere all’estero, feste, balli, iniziative per i bambini e raccolte di denaro per beneficenza». I mariti, che spesso negavano alle proprie mogli di uscire da casa, le lasciavano frequentare la sede dell’associazione perchè si fidavano de «La Conti». Anita è stata un’asso anche in cucina. Lavorava nel bar di famiglia ed era lei che preparava i piatti durante le feste dell’Unità. «Ora – dice - mi occupo di trovare i regali per la tombola, che è un modo sempre attuale per autofinanziarsi». Grazie al sostegno della sua famiglia e di suo marito, che rispettò la sua indipen-
Anita Conti una “mediatrice interculturale” ante litteram Testo / Paola Cairo
FIGLIA DI UN PARTIGIANO ANTIFASCISTA CHE FU FATTO PRIGIONIERO POLITICO E DEPORTATO A HINZERT, Anita HA EREDITATO DAL PADRE I GENI DELLA MILITANZA E DELL’IMPEGNO. E DA 60 ANNI È UN PUNTO D’AGGREGAZIONE PER LA COMUNITÀ DI LUSSEMBURGO. E SOPRATTUTTO UN PEZZO DI MEMORIA STORICA ITALIANA
denza, Anita visse gli anni del dopoguerra, divisa tra il lavoro, la famiglia e il volontariato, lavorando spesso fino a tarda sera per organizzare le tante iniziative. Conosciuta e stimata tanto dagli italiani quanto dai lussemburghesi, le fu chiesto di entrare in politica, ma declinò la proposta per mancanza di tempo. Fa parte ancora oggi di vari sindacati e non manca mai alle riunioni dell’attuale Partito Democratico, Circolo Lussemburgo, erede del vecchio Partito Comunista Italiano. Foto, quaderni, ritagli di giornale scandiscono i suoi racconti. Conosce «vita, morte e miracoli» di
molte persone ed è riconosciuta da tutti come «memoria storica». Nella sua sala da pranzo, spiccano targhe, foto e riconoscimenti vari. Per il suo compleanno ospita ogni anno a casa sua amici, ministri, sindaci, sindacalisti, ai quali prepara il suo celebre piatto di cappelletti. Racconta che per i suoi 70 anni ha festeggiato circondata da 150 persone tra cui il figlio, la nuora e i suoi amati nipoti Ivan e Tatiana. «Per me l’impegno è come una missione – conclude ereditata da papà che aveva lo stesso ideale. Rossa sono nata e rossa morirò».
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/ MODA /
Storia della borsa Testo / Anna Longinotti
Perchè amiamo così tanto le borse?
Sarà perchè non ci sono problemi di taglie, cosicché possiamo comprarci l’ultimo modello firmato anche se abbiamo fatto qualche eccesso nel periodo invernale? Oppure perché non fanno male ai piedi come certe adorabili, stravaganti, ma assai dolorose calzature? Un libro, che è sta-
to appena pubblicato, Fifty bags that changed the world (Robert Anderson/ Design Museum), racconta la storia di questo accessorio attraverso una carrellata fra i suoi modelli più prestigiosi. Uno dei primi modelli famosi che è passato alla storia è la Satchel, nata circa alla metà del 1600: una specie di cartella con due cinghie frontali e una tracolla, che viene addirittura citata da Shakespeare nel monologo di “Come vi piace”. La prima borsa, che è diventata uno status symbol dell’era moderna, è stata la Kelly di Hermès. Disegnata
UN LIBRO CELEBRA L’ACCESSORIO PIÙ AMATO DALLE DONNE. TRA STILE, ELEGANZA, FOLLIE E VIP
nel 1930 da Robert Dumas-Hermès, prese il nome attuale dalla principessa Grace di Monaco. Celebre la foto in cui la principessa si fa quasi scudo con la sua borsa per nascondere ai fotografi la foto della sua prima, già evidente gravidanza. Da quel momento è diventata uno dei simboli della moda. Esiste in infinite versioni, di cui svariate extra-lusso e spesso bisogna iscriversi in una lista d’attesa prima di diventarne la felice proprietaria. Dalle versioni minimaliste in plastica al lussuosissimo coccodrillo da passerella, la borsa può non solo diventare il ritratto di una donna per quello che contiene, ma anche l’autoritratto del suo creatore. E’ proprio il caso della mitica 2.55 di Chanel, la pochette matelassé con tracolla dorata, che specialmente nella versione classica in pelle nera è sempre in testa alle vendite. Frutto della genialità di Mademoiselle Coco, prende il nome dalla data di nascita della borsa. Un nome decisamente sintetico ed essenziale, come era abitudine in tutte le cose per Coco Chanel. La 2.55 nasce per una donna libera ed indipendente; l’idea che Madame Coco inseguiva era un modello di borsa funzionale, bella ma soprattutto comoda. Una borsa dedicata ad una donna attiva e indipendente. Ma la storia prosegue; dalle
braccia delle first ladies, come Jaqueline Kennedy Onassis con il famoso modello Gucci (che poi fu ribattezzato proprio Jackie ‘O) alla Clutch di Ferragamo, indossata dalla lady di ferro Margaret Tatcher, questo accessorio negli Anni Ottanta subisce un cambiamento e da simbolo del lusso diventa una scelta snob grazie a Miuccia Prada, che sconvolge un luogo comune, ossia che la borsa-status debba essere preziosa e costosa. Il marchio milanese propone un modello di filato di nylon (ovvero plastica) e sbaraglia tutti i concorrenti. Dopo questo grande cambiamento di stile arrivano poi le It-Bag, le borse-immagine che ogni stagione gli stilisti propongono. Dalla desideratissima Baguette di Fendi, che prende il suo nome dal fatto che si porta sotto il braccio proprio come il filone di pane francese, alla Mombasa disegnata da Tom Ford per Yves Saint Laurent; per continuare con la Speedy di Louis Vuitton. Oggi non esiste casa di moda che non si lanci nell’arena delle borse di culto: i modelli sono così tanti da perderci la testa. Fino ai nomi propri delle celebrities, come l’Alexa di Mulberry dedicata alla “It-Girl“ Alexa Chung. Ai tempi di internet e dell’Ipad, finire al braccio delle star è la migliore pubblicità per fare colpo in un campo così agguerrito.
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/ ITALIA A TAVOLA /
E non preoccupatevi delle formiche! Perché ora o mai più. La bella sta-
gione è arrivata ed anche se spesso a Lussemburgo lascia un po’ a desiderare, qualche bella domenica bucolica è bene metterla in programma. E se non qui da noi, l’occasione di organizzare un bel picnic la si può trovare anche altrove, durante le nostre prossime vacanze in occasione dei ponti di primavera o per la pausa estiva. Inoltre, anche se si tratta di un evento decisamente “disimpegnato”, ci sono regole e stratagemmi da tenere a mente affinché il pranzo in “stile country” riesca perfetto sia per chi lo organizza
che per chi viene invitato. Basta la ricetta giusta o il tocco di classe a sorpresa per trasformare una bella scampagnata in un’esperienza che lasci il segno e ci faccia tornare tutti a casa pronti a riprendere in gran forma la settimana di lavoro e di tran-tran.
È l’ora del PICNIC! Testo / Maria Grazia Galati
UN’ABITUDINE ALLEGRA E SALUTARE CHE CONTA BEN 400 ANNI. UN’OCCASIONE PER VIVERE A STRETTO CONTATTO CON LA NATURA ED EVADERE DALLO STRESS DELLA ROUTINE QUOTIDIANA. SIAMO GIUNTI NELLA STAGIONE IDEALE PER METTERLO IN PROGRAMMA. VEDIAMO COME, FRA CONSIGLI, GALATEO E BUONE RICETTE
ORGANIZZARE UN PICNIC Piccoli trucchi per gestirlo bene Per rendere piacevole il vostro picnic è necessario usare almeno due sacche termiche (quelle rettangolari). Una servirà per tenere al fresco le varie bibite, la frutta e le insalate, mentre l’altra servirà per contenere tutti gli altri cibi sia a temperatura ambiente che caldi. Dato che queste sacche servono solo a mantenere la temperatura dei cibi, è importante che voi li mettiate dentro già con la temperatura desiderata. Per
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mantenere i piatti caldi un piccolo trucco consiste nell’avvolgerli non solo in carta argentata, ma anche in diversi strati di carta di giornale. È preferibile condire sul posto l’insalata, quindi racchiudete il suo condimento in un piccolo barattolo che conserverete nello stesso contenitore dell’insalata. Un altro piccolo segreto è quello di mettere nelle sacche il cibo partendo dalle pietanze che si mangiano per ultime: quindi nel fondo ci saranno i dessert e per evitare di schiacciarli mettete dei pezzi di cartone prima di appoggiare ciò che viene dopo.
REGOLE DI GALATEO Quando il picnic fa rima con chic! Questa usanza trova le sue origini già nel 1600, per poi trasformarsi nel XIX secolo nel più “moderno” incontro conviviale. La preparazione del picnic segue lo stesso rituale della preparazione di un buon pranzo o di una buona cena dando ancora maggior rilievo all’aspetto conviviale. Troppe volte siamo infatti fuorviati dall’idea che il picnic sia un pasto consumato velocemente, senza rispettare gli aspetti della buona e sana nutrizione. Invece il picnic può essere salutare per il fisico e rige-
nerante per lo spirito dopo intere settimane all’insegna del traffico cittadino e dello stress lavorativo. Conta moltissimo la preparazione del cesto: vero e proprio momento di aggregazione costruttivo e divertente; un modo nuovo per ritrovare l’unione e l’armonia della famiglia. Ed ancora: l’allestimento della “tavola” anche se improvvisata. I colori della coperta e di tutte le stoviglie, prendendo spunto dalla cromoterapia, devono rigorosamente ispirarsi ai colori vivaci, molto in voga quest’estate, come il verde acceso o il lilla. La prima cosa da ricordare è la scelta del telo. Se si preferisce la semplicità bucolica ve la caverete benissimo con la classica tovaglia-plaid a quadretti su cui disporre pane e salame, formaggi vari e polli arrosto su piatti di carta. Da bere: acqua minerale e un buon vino rosso leggero. Volete osare un picnic davvero di lusso? Allora non risparmiatevi: cestoni di vimini finto rustico con piatti di porcellana, posate d’argento e tovaglie di lino. Il menu? Quiche lorraine, foie gras, prosciutto S. Daniele e le immancabili bottiglie di champagne a temperatura ideale. Frutta fresca sì, ma solo quella che il bon ton vuole si possa mangiare con le mani, ovvero: albicocche, ciliegie, prugne, uva. Da ricordare: il pane già affettato e avvolto in carta d’alluminio per mantenerlo morbido.
PICNIC CON I BIMBI Sono loro i veri protagonisti: giochi e spuntini per farli felici Per i bimbi il picnic diventa un’opportunità per divertirsi all’aria aperta e fare un po’ di movimento. Che giochi potete proporgli? Se sono già grandicelli possono giocare a nascondino oppure a bandiera o
tre ricette da non mancare
/ ITALIA A TAVOLA /
Classiche, semplici ma di grande effetto (per 6 persone) FRITTATA DI ZUCCHINE
Ingredienti: 1/2 kg di zucchine lavate e a rondelle, 8 uova, olio di oliva q.b., prezzemolo tritato q.b., sale e pepe q.b., un pizzico di zucchero. PREPARAZIONE In una padella fate saltare le zucchine con un po’ di olio, prezzemolo, sale e un pizzico di zucchero. Quando sono cotte, mettetele nella ciotola dove avete sbattuto le uova con un po’ di sale e, dopo avere mescolato bene, versate il tutto in una padella antiaderente unta con un po’ di olio. Questa frittata è ottima mangiata sia fredda che calda.
TORTA DI MELE
Ingredienti: 200 g di farina, 175 g di zucchero, 4 uova, 50 g di burro fuso, 15 g di lievito per torte, 200 ml di latte, 5 mele Renette sbucciate e a piccoli pezzi (potete usare sia le mele Renette che quelle Golden Delicious), 50 g di mandorle tostate. PREPARAZIONE Scaldate il forno a 180 gradi. In una ciotola mescolate bene la farina, lo zucchero, le uova, il burro fuso, il lievito, il latte - in modo da ottenere un composto omogeneo - e per ultimo aggiungete le mele a pezzetti. Imburrate una teglia rettangolare, versateci il composto e cospargete con le mandorle. Fate cuocere per circa 35-40 minuti. La torta risulterà cotta quando, infilandovi uno stuzzicadente, questi ne uscirà pulito. Fatela raffreddare e tagliatela in 12 rettangoli che spolverizzerete con dello zucchero a velo.
CROCCHETTE DI SALSICCIA
Ingredienti: 750 g di patate, 350 g di salsiccia, 350 ml di latte, 50 g di burro, 50 g di parmigiano grattugiato, 50 g di formaggio Bitto grattugiato, 5 uova, noce moscata q.b, pangrattato q.b., sale e pepe q.b., olio d’oliva q.b. PREPARAZIONE Lessate le patate, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate facendo poi cadere il passato in una ciotola. Sciogliete il burro a fuoco basso con il latte e uniteli poco alla volta alle patate in modo da ottenere una purea. Salate, pepate, insaporite con la noce moscata, aggiungete i due formaggi grattugiati, mescolate bene e fate raffreddare. Sbattete ora 3 uova che aggiungerete al composto amalgamandole bene. Poi prendete le salsicce, tagliatele a pezzetti e liberatele dall’involucro esterno. Formate delle palline con l’impasto di patate, infilate al centro un po’ di salsiccia (solo la pasta) e richiudete il buco con cura. Preparate due fondine contenenti rispettivamente le altre 2 uova sbattute e il pangrattato. Passate le palline nell’uovo, poi nel pangrattato e tuffatele in una padella dai bordi alti piena a 3/4 di olio caldo. Friggete fino a quando saranno diventate belle dorate e servite subito!
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/ ITALIA A TAVOLA /
fare capriole sul prato. Intramontabile è anche il tiro alla fune. Per i più piccini invece si possono pensare giochi guidati per scoprire i colori e le forme della natura. Da mangiare: un classico intramontabile del picnic è il panino con la cotoletta fredda (ma ci si può sbizzarrire anche con altri tipi di panini e tramezzini), insieme all’uovo sodo e alla frittata, nelle sue mille varianti (con cipolla, con il prosciutto cotto, con le patate, con le zucchine - vedi box - ecc.). Per concludere in gloria, frutta facile da sbucciare e la torta di mele (vedi box). Ai piccoli in queste occasioni andrebbero offerte bevande il più possibile in linea con lo stile “natura all’aria aperta”, cioè succhi di frutta o, meglio ancora, della sana e semplice acqua.
PICNIC ROMANTICO Due cuori e una tovaglia…sul prato! Un picnic per due è forse una delle occasioni di convivio più romantiche da organizzare. Tuttavia se volete essere sicuri di organizzare un picnic a regola d’ arte seguite questi semplici suggerimenti così da lasciare nella memoria del vostro lui/lei un buon ricordo. Prima cosa da fare è la scelta del luogo; naturalmente, a seconda di dove vivete, avrete diverse opzioni: spiaggia, montagna, parco, il vostro cortile di casa... Una volta scelto con cura il posto, altro elemento importante è la scelta di cosa mangiare: scegliete con cura prodotti alimentari che possono essere gustati freddi tipo insalate di pasta, verdure mantecate in precedenza al forno, macedonia di frutta, olive, formaggi vari, crackers, pa-
nini o tramezzini. È possibile portare anche cibo caldo, se correttamente isolato in una borsa termica. Per le bevande, se scegliete di portare un buon vino dovrete accontentarvi di gustarlo in bicchieri di plastica così da non dovervi preoccupare che si possano rompere. Se invece optate per un picnic più casual potete portare della birra oppure, se si vogliono evitare gli alcolici, un bel succo di frutta miscelato a qualche goccia di spumante renderà più briosa la giornata. Da non dimenticare, ovviamente, l’acqua!
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Il Ristorante nouveau ouverture cuisine italienne raffinée 138, J.F. Kennedy • L-4171 • Esch-Sur-Alzette Tel: 26532101 • Fax: 26532115 email: momentiristorante@yahoo.com
/ ARTE /
www.fondarch.lu CHANDIGARH - Maya Weyermann - fino al 04.06.2011 La Fondation de l’Architecture et de l’Ingénierie espone la collezione “Chandigarh” realizzata nel 2008 dalla fotografa Maja Weyermann (1962, Svizzera). L’artista, che vive e lavora a Berlino, focalizza la sua attenzione sulla percezione e la rappresentazione degli spazi e s’interessa all’impatto delle invenzioni tecnologiche o ancora dei fenomeni sociali, come la mondializzazione o la migrazione, sulle concezioni di tali spazi. Con quest’opera, risultato di un misto di fotografia e d’immagini virtuali concepite in due anni di lavoro, Weyermann esplora ed interpreta la città indiana Chandigarh, capitale degli Stati Punjab e Haryana, famosa per essere il frutto del progetto architettonico realizzato da Le Corbusier negli Anni ‘50. L’interesse è qui volto verso la contraddizione tra la modernità della concezione estetica ed urbanistica europea dell’architetto svizzero (occupazione dei terreni, disposizione, circolazione ecc.) e le caratteristiche proprie del luogo, come il clima, la cultura, la povertà.
Scorcio sul mese europeo d e l l a fotografia 2011 a Lussemburgo: esposizioni tra LUOGHI e STORIA
CORRESPONDANCES D’UN NO MAN’S LAND. LUXEMBOURG, ETAPE 1944 Lee Miller - fino al 02.10.2011 Saltando indietro nel tempo, il Centre National de l’Audiovisuel propone una selezione di 100 foto scattate da Lee Miller (1907, U.S.A.-1977, U.K.) a Lussemburgo negli Anni ‘40. Queste foto fanno parte di un insieme di circa 350 negativi conservati solitamente presso i Lee Miller Archives, a East Sussex (U.K.) e realizzati dall’exmodella degli Anni ‘20 sul territorio lussemburghese, mentre era inviata di guerra per Vogue. L’esposizione è accompagnata da un catalogo nel quale si cerca di capire, tramite uno studio approfondito delle immagini, le ragioni che spinsero la Miller ad abbandonare l’universo della moda per dedicarsi infine alla guerra.
www.cna.public.lu
Testo / Elisabetta Fatichenti
LA FOTOGRAFIA PROTAGONISTA ALLA SETTIMANA UNGHERESE BRIDGES OF OUR PAST - József Tóth - fino al 15.05.2011 Nell’ambito della presidenza ungherese del Consiglio dell’UE, l’Ambasciata d’Ungheria presenta un’esposizione al Centre Culturel de Rencontre Abbaye de Neumünster che tratta di una struttura urbana ben precisa: il ponte. Il fotografo József Tóth (1940, Ungheria) immortala dei ponti, conosciuti o meno, e ne sottolinea non solamente l’aspetto prettamente materiale in quanto mezzi di collegamento fisico tra aree, zone, terre, ma anche quello simbolico di connessione fra la terra ed il cielo, di nesso tra i mondi fisico e psichico, tra la vita e l’aldilà o ancora di legame storico tra il passato ed il presente nonché il futuro. Per il fotografo, osservando i ponti...s’impara!
www.ccrn.lu maggio 2011
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/ TANTI ITALIANI FA /
Le donne della nostra immigrazione Testo / Remo Ceccarelli
NELLA STORIA DELL’IMMIGRAZIONE ITALIANA IN LUSSEMBURGO, ACCANTO AGLI OPERAI DELLE MINIERE, I MURATORI, GLI IMPRENDITORI, I PROPRIETARI DI CAFFÈ, CI SONO SEMPRE STATE ANCHE LE DONNE. DEDICHIAMO UNO SPAZIO ALLE ITALIANE CHE SEGUIRONO I NOSTRI “GRANDI VECCHI” FIN QUI
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uando i primi lavoratori italiani arrivarono nel Granducato sul finire del 19° secolo, furono spesso costretti a lasciare la propria famiglia in patria, poiché non era assolutamente incoraggiato - né tollerato all’inizio - il famoso “ricongiungimento familiare”. Gli uomini arrivavano in gruppi, in genere dalla stessa zona d’Italia se non addirittura dallo stesso paese e la prima
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preoccupazione di tutti era di creare condizioni di vita sufficienti per riunire al più presto il nucleo familiare mille o più chilometri più a Nord. Giunte in Lussemburgo, molte donne italiane non ebbero la fortuna di potersi dedicare ai soli lavori domestici e ai figli; furono presto costrette ad ingegnarsi per trovare il modo di guadagnare qualcosa, dato che il salario del marito bastava qualche volta appena per sopravvivere, ma quasi mai per vivere. Una legge del 1876 vietava l’impiego di manodopera femminile nel mondo industriale, ma qualcosa bisognava inventarsi… Fu così che le nostre nonne fecero le pulizie nelle case dei lussemburghesi più abbienti, ma le
più intraprendenti incoraggiarono il proprio marito ad aprire un’osteria o una pensione. Facciamo solo due esempi, il “Caffè da Marianna“ di Marianna Francisco ad Esch (foto in basso a sinistra) o la “Osteria“ gestita dalla famiglia Materazzi a Dudelange. Diverse osterie o pensioni furono aperte anche dopo il 1945 e alcune proprietarie si guadagnarono una certa notorietà per l’aiuto disinteressato che prestavano puntualmente agli ultimi arrivati. Per restare ad Esch, citiamo Anita Conti (intervista a pagina 9, ndr) dell’omonimo bar, nonché Olga Piccioni dell’Osteria del Gatto Nero (che dagli Anni ’70 si darà da fare per trovare lavoro anche alla prima ondata di ragazzi portoghesi). Un’altra attività spesso gestita o cogestita dalle donne erano i negozi di generi alimentari. Tra le due guerre, la comunità italiana del quartiere Hoehl di Esch si riforniva quasi esclusivamente presso i negozi di Ida Dall’Ava e di Elvira Caurla: infatti lì era possibile acquistare molti prodotti italiani. In questo contesto dalle forti tinte tricolori alcuni negozi riuscirono a sopravvivere fino ai primi Anni ‘80, come quello di Dora Corbelli. Infine, nell’ambito della sartoria, molte donne italiane trovarono un impiego presso le rinomate Case Morosini e Bertinelli nel quartiere del Brill (centro di Esch), mentre nella Hoehl Maria Viola gestì una merceria fino agli Anni ’70.
/ OBIETTIVO SU... /
ELABORARE UNA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER CONVINCERE I RESIDENTI STRANIERI AD ISCRIVERSI ALLE LISTE ELETTORALI È COMPITO DELL’OLAI, L’OFFICE LUXEMBURGEOIS DE L’ACCUEIL ET DE L’INTEGRATION, CHE HA PROPOSTO, INSIEME AL CEFIS E AL MIGRATION POLICY GROUP, UNA FORMAZIONE MIRATA ALLE ASSOCIAZIONI NEL QUADRO DELLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE. PassaParola VI RIPORTA LE ARGOMENTAZIONI PER GLI INDECISI ARGOMENTI EMOZIONALI
ARGOMENTI CIVICI E MORALI
CONTRO: non amo la politica, votare non serve a niente; non sono integrato.
CONTRO: non avevo diritti nel mio Paese di appartenenza (pensate agli stranieri provenienti da paesi non democratici). Perché votare qui? Per chi votare?
PRO: la politica fa parte della nostra vita quotidiana; votare significa decidere argomenti che ci riguardano direttamente (asili, scuole, parcheggi, mobilità, affari sociali e attività culturali); per integrarsi c’è bisogno di impegnarsi e partecipare.
Elezioni comunali in Lussemburgo: perché votare?
Suggerimenti per l’uso
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PRO: il voto è segreto e serve per contribuire al processo democratico, non bisogna avere paura; per sfruttare un diritto/dovere; per entrare a far parte della società come cittadini di serie A. Più iscritti stranieri ci saranno, maggiore sarà l’interesse dei partiti nei loro confronti; i partiti stanno elaborando i propri programmi che saranno comunicati nel corso dei prossimi mesi. ARGOMENTI PRATICI E LEGISLATIVI CONTRO: il voto in Lussemburgo è obbligatorio e non voglio sentirmi obbligato ad esercitarlo; non ci sono informazioni sui candidati; votare in Lussemburgo mi esclude dalle liste italiane. PRO: il voto è un diritto importante che dobbiamo esercitare in modo responsabile, senza dimenticare l’opportunità che abbiamo in questo Paese; in caso di impedimento, la legge prevede di inoltrare una lettera al Procuratore di Stato spiegando motivi e giustificazioni; se l’assenza è ingiustificata la legge prevede un’ammenda (dai 100 ai 250 euro). La legge lussemburghese ammette il doppio voto quindi si può votare anche nel Paese d’origine (ad eccezione della Spagna che ha votato una legge specifica, ndr). (picci)
/ OBIETTIVO SU... /
L’Italia non è un Paese per giovani? Testo / Redazione
CON IL PORTALE ITALIANI.LU, IL CIRCOLO “CURIEL” E LA LIBRERIA ITALIANA, PassaParola ORGANIZZA UNA TAVOLA ROTONDA PER ESPLORARE IL FENOMENO DEI “CERVELLI IN FUGA” CHE ARRIVANO IN LUSSEMBURGO
Ne abbiamo parlato nella nostra
trasmissione VoicesbyPassaParola nell’ottobre scorso con una telefonata a Claudia Cucchiarato, autrice del libro “Vivo altrove” (Ed. Bruno Mondadori) che raccoglie le storie di alcuni tra le decine di migliaia di giovani che negli ultimi anni hanno deciso di abbandonare l’Italia. Non solo cervelli in fuga, ma anche ragazzi di altra estrazione che, in un’Italia chiusa, immobile e maldisposta ad ascoltare le loro esigenze, non trovano le opportunità per potersi costruire un futuro, una famiglia, una carriera (www.vivoaltrove.it). Questo fenomeno, che per quanto riguarda il Lussemburgo non
è ancora stato circoscritto in uno studio specifico, verrà analizzato mercoledì 25 maggio, alle ore 18.30 nella tavola rotonda presso l’Université de Luxembourg, Aula Tavenas (162A, Avenue de la Faïencerie, L-1511 Luxembourg) in presenza della Cucchiarato, di Luca Boscolo e Luca Cerioni, membri di VIA Academy, associazione-network che raccoglie studiosi e professionisti italiani in tutta Europa; con loro anche Sara Vernocchi, ricercatrice italiana espatriata, che svolge il suo dottorato di ricerca presso l’Istituto di Immunologia al Laboratoire Nationale de Santé, occupandosi di psico-immunologia (già “Personag-
gio” di PassaParola 06/2009, ndr). Un fenomeno sociale che interessa persone di formazione, genere e desideri diversi. L’Italia, infatti, è uno degli stati occidentali più colpiti dall’esodo dei giovani lavoratori: secondo Almalaurea (www.almalaurea.it) negli ultimi dieci anni è triplicato il numero di laureati che cercano lavoro oltreconfine, mentre il Belpaese non è in grado di attrarre giovani stranieri: solo lo 0,7% dei 20 milioni di laureati che migrano tra i paesi dell’OCSE vogliono investire da noi le loro professionalità. Questo problema è attuale, è sottovalutato e comporta un danno rilevante per il nostro Paese, sempre più povero di risorse intellettuali. Senza considerare il danno arrecato ai giovani lavoratori, che si sentono traditi dal proprio Stato e che, sempre più disorientati e disillusi, decidono di fare i bagagli e partire. Come se il fenomeno dell’emigrazione che ha svuotato l’Italia nei due secoli trascorsi si fosse riattivato negli ultimi dieci anni soprattutto per lavori altamente qualificati e non fosse destinato a fermarsi. Italiani.lu sta raccogliendo queste storie, le storie di noi tutti, con un sondaggio che trovate online su www.italiani. lu e che sarà presentato proprio durante la tavola rotonda.
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/ ONDE SONORE /
Teho Teardo
SI OCCUPA DI REALIZZARE LE PIÙ AFFASCINANTI COLONNE SONORE PER IL CINEMA ITALIANO E INTERNAZIONALE. TRA LE SUE OPERE LE MUSICHE DEI FILM “IL FUGGIASCO” DI ANDREA MANNI (2003), “LAVORARE CON LENTEZZA” DI GUIDO CHIESA (2004), “IL GIOIELLINO” DI ANDREA MAIOLI (2011). ECCO LA TESTIMONIANZA DI UN COMPOSITORE CHE FA VIVERE LE IMMAGINI CON I SUONI
Testo / Paolo Travelli
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/ ONDE SONORE /
La colonna sonora è creata essenzialmente per le immagini. Se prendiamo un capolavoro, ad esempio di Ennio Morricone, la nostra mente vi associa il film corrispondente. E’ un limite per questo genere di musica? Esiste una serie di registi che pensa alla colonna sonora come musica prima che come soundtrack. In questi casi, la musica non è un semplice commento ma si articola su più livelli. Io non pratico la musica da commento, ma cerco di scrivere musica che abbia la possibilità di reggersi autonomamente dalle immagini; quando questa è in grado di giustificarsi da sé in un ambito autonomo, allora riesce a creare anche un parallelo drammaturgico interessante e a legarsi alla narrazione senza necessariamente seguire tutti gli standard tradizionali. Il nostro è un mondo
il futuro della musica
per il cinema italiano decisamente diverso rispetto agli Anni ‘60 e ‘70 in cui si è definito il codice della musica da commento; ora un compositore ha di fronte un mondo diverso che necessita di altri modi per esser descritto. L’universo delle colonne sonore sembra come una casta dalla quale emergono sempre i soliti noti. Come ci si avvicina ad un mondo cosi complesso? In realtà questo sembra riflettere fedelmente lo stato del Paese in questo momento: vecchio, chiuso, poco meritocratico ed inaccessibile; risente anche dell’ignoranza in cui
versa l’Italia e che si traduce in una certa pigrizia, per cui alla fine lavorano sempre “i soliti”, gli amici degli amici ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Io ho iniziato casualmente, un mio disco è finito nelle mani di Gabriele Salvatores grazie a Federico De Robertis, il compositore che ha lavorato spesso con Gabriele. E’ stato un buon inizio, che poi ha portato ad altri progetti interessanti. Scrivere una colonna sonora per un film puo’ essere un’arma a doppio taglio. Se il film ha successo la colonna sonora sarà ricordata; viceversa nessuno ci farà atten-
zione. Cosa ne pensi? Spesso i destini della colonna sonora sono legati al successo del film, ma ci sono anche rari casi, molto piacevoli, in cui la musica riesce a farsi notare ugualmente. Un musicista di colonne sonore come nutre la sua ispirazione musicale? Prima di tutto sono un musicista e quindi ho una vita che fortunatamente è ricca di stimoli e cambiamenti; sono anche molto curioso, per cui cerco di capire cosa mi sta attorno. Altra musica, letteratura, cinema, arte sono elementi stimolanti e necessari per scrivere.
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/ PASSAPAROLE /
I testimoni di giustizia:
una vita tra l’incudine e il martello
Testo / Elisa Cutullè
ESSERE PRIGIONIERI DEL DESTINO. DENUNCIARE E RINUNCIARE ALLA PROPRIA VITA. STORIE DI PERSONE CORAGGIOSE, DIMENTICATE E ABBANDONATE DALLA SOCIETÀ E DALLO STATO. INCONTRO CON L’AVVOCATO Angelo Greco, CHE CI PARLA DEL SUO ULTIMO LIBRO-DENUNCIA: “TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO. LA DENUNCIA DI CHI HA DENUNCIATO” (PELLEGRINI ED.), INSERITO NELLA COLLANA “MAFIE”, CURATA DA ANTONIO NICASO Come è nata l’idea di scrivere un testo sui testimoni di giustizia? Il destino si prende gioco di noi. E ci chiama, anche quando stiamo sotto le coperte. È successo proprio così in questo caso. Ero a casa un sabato mattina quando mi telefona l’editore. Mi dice: “Vieni; è arrivata una lettera di un testimone di giustizia. Dice di avere una storia da raccontare”. Quello è stato il mio ingresso nel mondo dei testimoni. Mi sono preso il weekend per studiare l’argomento e il lunedì successivo avevo le idee chiare su cosa avrei fatto. Decisi di svolgere una sorta di inchiesta. L’argomento era terribile, non solo per il problema giuridico e sociale che apriva, ma anche per il buco che avrebbe scavato nella coscienza di ognuno.
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L’interrogativo di fondo era: “Quanto amiamo la giustizia? La nostra sete è solo un’invocazione di diritti, pronti invece a scappare quando subentrano i doveri?”. Così ho pensato di dover raccontare a tutti la storia di chi ha sacrificato tutto per un ideale, senza aspettare ricompense.
Scrivi che chi cerca la giustizia, ormai trova solo la legge. Ci potresti spiegare meglio questo tuo apparente disappunto? La legge è una forma di giustizia virtuale. Se accetti di giocare al “Monopoli” devi anche uniformarti alle sue regole, per quanto incomprensibili. Invece la gente scambia la giustizia dei Tribunali – questa forma di “amministrazione” immanente – con la Giustizia trascendente. La giustizia dunque è solo un’invenzione, una presunzione dell’uomo: credere di poter raggiungere una Giustizia, ma avendo come riferimento un parametro imperfetto, creato da un autore imperfetto. C’è qualcosa di giacobino: la giustizia, mantide pagana che ha perso la sua religiosità, giustizia coloro che l’hanno sposata. Qual è la differenza tra “collaboratore di giustizia” e “testimone di giustizia”? I collaboratori sono i pentiti, coloro che hanno commesso dei crimini e poi hanno deciso – opportunamente – di aiutare gli inquirenti nelle indagini. Il che porta loro sempre dei benefici. I testimoni, invece, sono soggetti incensurati, che hanno avuto la sventura di assistere ad un reato (sia che ne siano essi stessi vittima, come nel racket, che semplici spet-
/ PASSAPAROLE /
tatori). Il che porta loro sempre un profondo sconvolgimento di vita. Collaborare con la giustizia significa lasciarsi la vita alle spalle, tagliare i ponti con la realtà conosciuta. Qual è il percorso di un testimone di giustizia? Ci sono contraddizioni? La contraddizione più profonda è che a scappare, per proteggersi, è sempre il testimone che ha denunciato, mentre il criminale continua a vivere nella sua realtà, continua ad operare (grazie agli sconti di pena, alla buona condotta, ai benefici carcerari) e a delinquere. Andando avanti così, in carcere ci andranno solo i volontari.
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CAMPAGNA
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In Italia ci sono circa un centinaio di testimoni di giustizia. La tendenza è in calo o in aumento? Al momento la tendenza è stabile. Mi preoccupa pensare ad un mondo senza testimoni, dove chiunque può fare quel che vuole. Se invece fossimo tutti “testimoni”, ad andare via sarebbero i malviventi. Ci sono differenze rispetto ai programmi di protezione adottati dagli stati esteri? Quali? Poche le differenze sotto l’aspetto normativo. Quel che cambia è l’approccio dei burocrati, che qui peccano di sensibilità e attenzione.
AMICO
100 € (cento euro)
SOSTENITORE
50 € (cinquanta euro)
STANDARD
25 € (venticinque euro)
STANDARD ESTERO 30 € (trenta euro) IBAN: LU42 0019 1955 5203 5000 / BIC: BCEELULL oppure IBAN: LU59 1111 2335 3556 0000 / BIC: CCPLLULL
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/ FEMMINILE PLURALE /
Antonietta De Pace
Enrichetta Caracciolo
Enrichetta e Antonietta due vite alla ricerca della LIBERTÀ
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on sappiamo se Enrichetta Caracciolo ed Antonietta De Pace si siano mai conosciute, se abbiano mai sentito parlare l’una dell’altra, ma le loro esistenze si sono sfiorate il 7 settembre del 1860. Quel giorno Antonietta, fasciata in un vestito con i colori della bandiera italiana, era proprio accanto a Garibaldi mentre quest’ultimo entrava trionfale nella capitale partenopea. Enrichetta, prima rimase quasi schiacciata dalla folla, mentre cercava di essere la prima donna napoletana a stringere la mano a Garibaldi, poi si recò in una chiesa e depose sull’altare il suo velo nero da monaca e nel farlo pronunciò le seguenti parole: “La mia storia finisce in questo giorno, che per
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Testo / Marina Moretti
QUALCHE VOLTA SUCCEDE CHE LE BIOGRAFIE DI ALCUNE PERSONE SI MUOVANO PARALLELAMENTE ALLE VICENDE DI UNA NAZIONE E LA VITA DI UNA SI INTRECCI IN MODO PERFETTO CON QUELLA DI UN’ALTRA SCONOSCIUTA CHE IN QUEL TEMPO E IN QUELLO SPAZIO HA VISSUTO; SUCCEDE CHE LA VITA DEL SINGOLO SI FACCIA METAFORA DEL SUO TEMPO. QUEST’ANALOGIA FORTUITA VE LA RACCONTIAMO ATTRAVERSO LE VICENDE DI Antonietta De Pace ED Enrichetta Caracciolo l’Italia è giorno di nuova creazione”. Antonietta nacque a Gallipoli nel 1818, ma trascorse gran parte della sua vita a Napoli, città che, nel 1821, diede i natali ad Enrichetta. Le due donne furono praticamente contemporanee, ma questa non fu la sola coincidenza che le accomunò: entrambe avevano le anime incendiate dal fuoco vivo degli ideali unitari. Il destino di Enrichetta Caracciolo era già scritto prima che lei nascesse. Infatti, essendo la quinta di sette figlie femmine, fu costretta a farsi suora nel Monastero di San Giorgio Armeno, ma non accettò mai la monacatura come dato acquisito della sua vita. Nel convento si procurò ben presto la fama di
“rivoluzionaria” a causa dei giornali dell’opposizione che leggeva a voce alta, delle idee che non osava nascondere e della determinazione con la quale combatteva per riprendersi la sua vita di cittadina. Combatté ostinatamente per liberarsi dal velo che era calato su di lei come una prigione e nello stesso tempo si adoperava incessantemente per la causa unitaria. La lotta per la sua libertà personale e quella per l’unificazione d’Italia sono inscindibili nella sua biografia tanto che, per uno strano scherzo del destino, il giorno della liberazione di Napoli, il 7 Settembre 1860, fu anche il giorno in cui si riappropriò della sua esistenza come donna.
/ FEMMINILE PLURALE /
Pochi mesi dopo sposò il patriota napoletano Giovanni Greuther e al suo fianco proseguì il suo impegno attivo da cittadina, nel campo sociale e politico. Nel 1864 scrisse il libro “I Misteri del chiostro napoletano”, con l’obiettivo di gettar luce sulle ipocrisie nascoste dietro le mura del convento, ma la Chiesa Cattolica interpretò il suo scritto come un attacco alle autorità ecclesiastiche e la scomunicò. Collaborò con diversi giornali partenopei (“La Tribuna di Salerno” e “Il Nomade di Palermo”) e pubblicò “Il proclama alla Donna Italiana”, con cui volle spingere le donne a sostenere la causa nazionale. Attraverso il Comitato femminile partenopeo, Enrichetta fu una delle più fervide sostenitrici della legge Morelli per i diritti femminili. Come le grandi attrici teatrali Enrichetta scomparve dietro il sipario in punta di piedi, senza ricevere né applausi né gloria. La data della sua morte rimane ancora ignota. L’anima di Antonietta De Pace cominciò in tenera età a vibrare contro le ingiustizie sociali, quando a tredici anni rimase sconvolta dalle condizioni durissime dei contadini dell’Ugento. Anni più tardi la stessa volontà di lottare contro la miseria morale della società a lei contemporanea, la spinse a studiare legge con l’obiettivo di diventare la voce di chi voce non ha. Dopo la morte del padre, morto in circostanze poco chiare, Antonietta si reca a Napoli ospite della sorella Rosa e del cognato, il fervente mazziniano Epaminonda Valentino. Questa fu per lei l’occasione di entrare in contatto con i circoli dei cospiratori che, in un primo momento, furono restii ad accettare una donna tra le proprie fila, ma poi, colpiti dalla sua intelligenza e dal suo coraggio, la considerarono parte integrante del movimento patriottico meridio-
nale. Tanta fiducia fu ben riposta; infatti Antonietta svolse un’attività preziosissima di coordinamento tra i diversi gruppi antiborbonici che lavoravano tra Puglia e Campania. Tali compiti la portarono ad affrontare situazioni molto delicate dalle quali riuscì a salvarsi grazie ad espedienti di ogni tipo. Una volta ingoiò i proclami di Mazzini per non farli trovare dalla polizia borbonica e numerosi sono i riferimenti ai suoi travestimenti. Venne arrestata nel 1855, ma le condizioni dure del carcere non ne fiaccarono mai il morale e non la spinsero mai a cedere a delazioni pur di salvarsi la vita. Abile nel sostenere gli interrogatori e abile nel conquistarsi il sostegno di stampa e opinione pubblica, venne assolta due anni dopo e riprese la sua attività di cospiratrice fondando il Comitato politico Mazziniano. Il 7 settembre Garibaldi entrò a Napoli in com-
pagnia di 28 ufficiali e 2 donne, una era Antonietta. L’impegno in favore dei più deboli è una costante nella vita della De Pace, che dedicherà gran parte della sua vita al sostegno dell’istruzione femminile, unica arma che le donne possedevano al tempo per riscattare la propria condizione sociale. Tornerà nella sua amata Gallipoli nel 1891, prima di morire nel 1893 a Portici. Le vite di Enrichetta e Antonietta sono state esistenze permeate nel profondo dagli ideali unitari, che le portarono ad agire, politicamente e privatamente, in modo anticonvenzionale sfidando i tabù del loro tempo. Donne dimenticate oggi, ma ben presenti nella mente di Garibaldi, che si rivolgeva a loro dicendo “Voi donne, interpreti della divinità presso l’uomo, molto già avete fatto per l’Italia e molto ancora dovete operare per l’avvenire. Molto confido nelle donne di Napoli”.
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/ AGENDA /
Teatro, televisione, film d’animazione, romanzi, audiolibri. L’attrice milanese spazia dalla letteratura alla televisione, dal doppiaggio alla radio. Senza tralasciare il mondo del volontariato. LELLA COSTA sarà a Lussemburgo sabato 21 maggio, ore 20 (Salle Robert Krieps) con il «RECITAL», spettacolo antologico, presso il Centre Culturel de Rencontre Neumünster. Evento organizzato da Altrimenti & Associés, CCRN, SEB. Biglietto 20 euro. et.lu www.luxembourgtick
Una campagna antimafia per mettere in discussione le certezze dell’Italia unita durante i festeggiamenti per i suoi primi 150 anni di vita. “LE MAFIE CI UNISCONO” è lo slogan scelto dall’associazione “daSud” per ribadire il ruolo predominante che le associazioni malavitose hanno ancora oggi in tutto lo stivale. Una campagna a 360° fatta di immagini, musica, slogan, disegni, video e parole, che coinvolge anche la nuova frontiera del web e dei social network. Una battaglia che ci accompagnerà per tutto il 2011 per ribadire con forza come la creatività, la partecipazione, l’impegno e la discussione possano essere promotori di cambiamento e possano portare ad un paese finalmente unito nella legalità. (Roberto D’Amico) t www.dasud.i
In occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Circolo Ricreativo Eugenio Curiel, in collaborazione con le Associazioni Campani, Lombardi, Marchigiani e Lucani, organizza un CICLO di PROIEZIONI di FILM per ripercorrere insieme le vicende che hanno portato all’unificazione d’Italia; in evidenza: motivazioni e timori, conseguenze e umori dell’epoca, per arrivare a contribuire alla presa di coscienza dell’essere italiano oggi. Venerdì 6 maggio 2011- ore 19 Viva l’Italia di Roberto Rossellini Venerdì 20 maggio 2011- ore 19 Bronte di Florestano Vancini Venerdì 3 giugno 2011- ore 19 Senso di Luchino Visconti
Tante altre notizie disponibili giorno per giorno sul nostro sito alla voce AGENDA ed ogni sabato mattina in diretta a VOICES BY PASSAPAROLA (Radio Ara - 103.3/105.2)
www.passaparola.info
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Venerdì 17 giugno 2011- ore 19 Noi credevamo di Mario Martone Al Circolo Curiel (107, route d’Esch, Luxembourg), ingresso gratuito. Segue discussione sui temi dell’unificazione. www.curiel.lu
/ AGENDA /
Dopo “Femminicidio nel 2009: un’indagine sulla stampa italiana” di Sonia Giari, Cristina Karadole, Chiara Pasinetti, Cinzia Verucci, in collaborazione con Anna Pramstrahler, la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna (www.casadonne.it) pubblica la ricerca “IL COSTO DI ESSERE DONNA. INDAGINE SUL FEMMINICIDIO IN ITALIA. I DATI DEL 2010” di Laura Adolfi, Sara Giusti, Agnese Breveglieri, Elisa Ottaviani, Cristina Karadole, Virginia Venneri, Cinzia Verucci, in collaborazione con Anna Pramstrahler. Un’indagine volontaria, non esaustiva, che denuncia un fenomeno in costante crescita che ha già raggiunto dimensioni preoccupanti: quest’anno le donne uccise per mano degli uomini (loro mariti, ex, compagni, parenti o sconosciuti) sono 127, 8 in più dell’anno pre-cedente, 15 in più del 2008 e 20 se si guarda al 2007. Entrambe le ricerche sono scaricabili in pdf dal sito. www.casadonna.it
Carré Rotondes propone dal 26/04 al 10/6/11 esposizioni fotografiche VENUS OF MUTATIONS III di MICHELE CERA e FEDERICO COVRE www.rotondes.lu
PREMIO Pietro Conti “SCRIVERE LE MIGRAZIONI” VIII EDIZIONE 2010-2011 La Regione dell’Umbria bandisce l’ottava edizione del Premio “Pietro Conti”, intitolato al primo Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria, il quale si impegnò con coerenza e con passione, sia a livello regionale che nazionale, per il riconoscimento e la tutela dei diritti degli emigrati. La Regione si avvale della collaborazione della FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie) e dell’ISUC (Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea) per la pubblicazione e diffusione del volume contenente gli elaborati premiati e segnalati e per la sua utilizzazione a fini didattici. Due le sezioni: a) NARRATIVA/Memorialistica; b) STUDI E RICERCHE. Il bando scade il 30 giugno 2011 Per informazioni: FILEF Segreteria Premio Pietro Conti: Piazza Dante 12, 00185 Roma, Italia. Tel +39 06 484994 Email: segreteriafilef@yahoo.it
Dare un segnale forte di condivisione dei problemi della lotta alla criminalità organizzata da parte della cultura e dell’opinione pubblica tedesca. Con queste motivazioni il Goethe-Institut di Roma ha annunciato che ospiterà il ciclo di incontri “LA RESPONSABILITÀ DEGLI EROI: COMBATTERE LA MAFIA”. Sei incontri, che si svolgeranno dal 12 aprile al 31 maggio, realizzati in collaborazione con “Libera”, che avranno come filo conduttore i vari linguaggi utilizzati da media, artisti e società civile per trattare argomenti di mafia. E’ la prima volta in Italia che un istituto di cultura tedesco dà voce, con una iniziativa così impegnativa, ai protagonisti della lotta alla criminalità organizzata. (Roberto D’Amico) www.goethe.de/roma maggio 2011
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/ AGENDA /
URBAN ART - GRAFFITI 21 NEW YORK - PARIGI -BERLINO -VÖLKLINGEN Una storia sull’arte dei graffiti in un ambiente che, con la sua essenzialità, dà ancora maggiore risalto ai colori e alle tecniche di questa forma d’arte, nata come espressione giovanile. Disegni con scritte enormi ed elementi figurativi spruzzati su mura e pareti, spesso senza autorizzazione e raramente apprezzati, ma con la chiara esigenza di trovare tele alternative per la propria espressione artistica. 33 artisti presentano in totale 56 opere che ripercorrono le origini della UrbanArt dagli anni ‘70 per arrivare ad oggi. Al Weltkulturerbe Völklinger Hütte, Möllerhalle, Völklingen, Germania. Fino al primo novembre 2011. Per maggiori informazioni: visit@voelklingerhuette.org
UNA BORSETTA LE www.clae.lu SALVERÀ! L’arte di creare oggetti in tessuto recuperando vecchi materiali. E’ così che vecchi scampoli e camicette in disuso si trasformano come per magia in splendide borsette. Sono i modelli unici che l’artista italiana di Lussemburgo Eleonora Pasti (www.eleonora.lu) crea e soprattutto insegna a realizzare presso il “foyer“ delle famiglie bisognose di protezione internazionale di Weilerbach. L’iniziativa è del Clae ed il ricavato della vendita di questi accessori va a favore delle famiglie stesse. Per informazioni: tel. 2986861.
www.eleonora.lu
(E.C.)
GIOVANNA MARINI e la SCUOLA di MUSICA POPOLARE del TESTACCIO in concerto con «Dalla campagna alla città, les chants de l’autre Italie», nell’ambito del Festival des Théâtres à l’est de l’Europe. Sabato 21 maggio (dalle ore 20 alle 21) all’Arsenal di Metz (F) e domenica 22 maggio alle 15 allo Château de Lunéville, Lunéville (F).
Il Maestro LORENZO GHIELMI, organista e clavicembalista dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano, sarà in concerto martedì 17 maggio, ore 20 alla Philharmonie de Luxembourg.
s.fr
www.festival-passage
it www.giovannamarini. maggio 2011
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www.philharmonie.lu
/ EUROPARLIAMONE /
Contributi previdenziali versati in Italia a fondo perduto Norme assurde privano donne emigrate del diritto alla pensione Testo / Daniele Rossini
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rancesca P., prima di stabilirsi a Lussemburgo, aveva lavorato in Italia per 7-8 anni ed era stata regolarmente assicurata presso l’INPS. Nel Lussemburgo ha lavorato un po’ meno di 5 anni, dedicandosi per il resto alla famiglia. All’età di 65 anni Francesca ha chiesto la pensione di vecchiaia. Potendo far valere tra Italia e Lussemburgo più di 10 anni di assicurazione, quanti ne occorrono in Lussemburgo per ottenere una pensione, la Cassa lussemburghese le ha accordato la quota di pensione corrispondente agli anni di assicurazione compiuti in questo Paese. Da parte italiana, invece, Francesca non ha ottenuto nulla. L’INPS ha respinto la sua domanda poiché risultano compiuti tra Italia e Lussemburgo meno di 15 anni di assicurazione, requisito contributivo minimo richiesto dalla legge italiana (oggi però non bastano più 15 anni di contribuzione, ne occorrono 20). Giovanna T. lavorava in Italia come coltivatrice diretta. Dopo il matrimonio si era trasferita in Belgio con il marito. In Belgio non ha mai lavorato. Suo padre, per non farle perdere i diritti in Italia, aveva continuato a versare in suo favore i contributi previdenziali nella gestione dei lavoratori agricoli. A 60 anni
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VOGLIAMO RACCONTARE IN QUESTO NUMERO DI PassaParola DUE PICCOLE STORIE, EMBLEMATICHE DELL’INGIUSTIZIA CHE SUBISCONO DONNE ITALIANE CHE HANNO COMPIUTO PERIODI DI ASSICURAZIONE IN ITALIA PRIMA DI EMIGRARE ALL’ESTERO. SONO STORIE VERE, ABBIAMO SOLO CAMBIATO I NOMI DELLE PROTAGONISTE
/ EUROPARLIAMONE /
Giovanna ha chiesto la pensione in regime autonomo italiano, alla quale riteneva di aver diritto per la contribuzione versata in Italia (più di 20 anni). L’INPS ha respinto la domanda poiché i contributi versati in Italia mentre l’interessata risiedeva in Belgio non erano validi e sono stati cancellati. In situazioni come quelle di Francesca e Giovanna l’INPS non solo non dà nessuna pensione, ma rifiuta anche di rimborsare i contributi per il motivo che, a differenza di quanto avviene in Lussemburgo, la legge italiana, salvo casi eccezionali, non prevede il rimborso dei contributi. La posizione dell’INPS, che penalizza quasi esclusivamente le
donne, non può essere accettata e deve essere contrastata. Infatti, sono state avviate azioni legali per far ottenere a queste donne o la cosiddetta «pensione supplementare» oppure il rimborso dei contributi. Il diritto alla pensione supplementare, prestazione tipicamente italiana, dovrebbe essere riconosciuto quando, come nel caso di Francesca, la persona interessata riceve una pensione liquidata nel regime di assicurazione obbligatoria di un altro Stato. Gli argomenti giuridici non mancano. Qualora non sia riconosciuto alcun beneficio in contropartita dei contributi versati, il lavoratore si trova ad essere privato di un suo diritto patrimoniale, quale può essere con-
siderato, alla luce di una sentenza del 16 settembre 1996 della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (causa Gaygusuz / Austria), il diritto che discende da una prestazione sociale a carattere contributivo. D’altra parte la Corte di Giustizia dell’Unione europea, in una sentenza pronunciata il 1° ottobre 2009 (causa C-3/08, Leyman), ha affermato un altro principio importante: l’applicazione della legislazione di uno Stato membro non può avere come effetto che i contributi previdenziali siano stati versati a fondo perduto. Pertanto, a Francesca e Giovanna non dovrebbero essere negati i benefici pensionistici, sia pur minimi, connessi ai contributi da esse versati nel sistema previdenziale italiano.
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/ ASSENZA DI GRAVITÀ /
Parlare con i
NASTURZIO Amor di patria. Senza dubbio è, allora, il fiore dell’Italia 2011!
FIORI
PEONIA Vergogna e imbarazzo. Da non scordare. Prima o poi ci servirà. ORCHIDEA Passione e bellezza sono il significato di uno dei fiori più nobili di Madre Natura.
Testo / Maria Grazia Galati
QUESTA È LA STAGIONE PER VEDERLI FIORIRE. MA TUTTO L’ANNO È TEMPO DI FIORI. DA COLTIVARE, FAR SECCARE, ACQUISTARE E SOPRATTUTTO REGALARE. ATTENTI ALLORA: PERCHÉ OGNI FIORE PUÒ “DIRE” QUALCOSA… ACACIA Simbolo di amore platonico, da offrire come messaggio per un amore che (neanche a dirlo!) non “sboccerà” mai. ARTEMISIA E’ messaggio di serenità: da augurare sempre, tanto. Perché forse più consapevole e raggiungibile della felicità. DALIA Riconoscenza. Per esprimere in maniera profumata, senza bisogno di parole, quella che si può considerare la preghiera laica più bella. Ovvero: un “grazie”! GLADIOLO Rispetto…che non è mai troppo!
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GLICINE Questo fiore a grappolo è messaggio di amicizia disinteressata. Da tenere presente. PRIMULA Il “volto botanico” di un dolce ricordo. ROSA BIANCA Significa silenzio. Quando le parole non servono e basta il solo gesto di porgere il fiore adatto proprio a questa circostanza.
MARGHERITA Semplicità e pazienza...canticchiando Cocciante… PAPAVERO ROSSO Orgoglio: mai troppo e mai troppo poco. STELLA DI NATALE Buona fortuna. Sarebbe allora da regalare tutto l’anno!
IL BON TON DEI FIORI IN 4 OCCASIONI Invito a pranzo o cena E’ bene che li facciate recapitare prima. Evitando così ai padroni di casa l’impiccio di cercare un vaso all’ultimo momento.
Cerimonie Per nascita e Battesimo no a fiori troppo profumati (che la neo-mamma potrebbe non gradire) - bene se sono rosa o azzurri; niente fiori per Cresima e Comunione: al massimo solo bianchi; per anniversario e compleanno solo mazzi di colore omogeneo. Matrimonio Solo tre colori: bianco, rosa tenue e giallo. Piante in vaso solo al rientro degli sposi dalla luna di miele. Ringraziamenti Via libera a piante o fiori, ma non troppo ingombranti o impegnativi quanto a cure. Perché a tutti piacciono, ma il “Pollice Verde”, quello proprio dal fioraio non si acquista! (MGG)
/ CHIOCCIOLINA /
STRINGIAMOCI LE MANI! Testo / Elisabetta Fatichenti
Ecco qui un sito internet che osa andare contro corrente e respingere i pregiudizi superflui! Stiamo parlando di www.mancinorium.it, sito integralmente al servizio dei mancini, nato da un progetto lanciato nel 2007 e da un concreto bisogno, in quanto all’epoca non esisteva ancora alcun punto di riferimento per questa categoria di persone o, converebbe dire, di mani...! Mancinorium non si limita ad un punto vendita (in questo caso il negozio di Modena), ma mira ad essere un vero e proprio luogo di scambio, un “punto d’incontro” per tutti coloro che direttamente o indirettamente sono alle prese con il mancinismo (compresi ad esempio genitori ed insegnanti). Così il sito si propone di fornire preziose spiegazioni e consigli utili, in più gamme di prodotti specifici, ricordando come sia ingiusto che la nostra civiltà divulghi ancora oggi idee scorrette, alimentando false credenze. Basti pensare come il problema risale ai tempi degli antichi romani, dove la destra era già preponderante e come lo stesso termine “mancino” derivi dalla parola latina “mancus” ed
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www.mancinorium.it
indichi la debolezza, il difetto, l’imperfezione. Allora, impariamo ad accettare davvero la diversità e a considerare anche il “lato sinistro” delle cose, poiché non è certo il conformismo che aiuta l’umanità a progredire!