PassaParola Magazine

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06 / ITALIA GIOVANE /

Cari

/ EDITORIALE /

LETTORI e LETTRICI

Meglio l’OVO oggi!

Celebrare, riflettere, perseguire

16 / SORTEGGIO PREMI / Vinci un viaggio a Venezia!

PILLOLE

di sommario

23 / OBIETTIVO SU... / Creare una società

Non abbiamo scelto a caso il titolo di questo editoriale. Come non abbiamo scelto a caso lo “strillo” in copertina. Perché come sempre ci piace, pur cavalcando l’onda degli eventi (in questo caso le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, alle quali dedichiamo alcune pagine della rivista), invitare il nostro pubblico a pensare davvero cosa può significare un evento così importante per noi italiani e come possiamo onorarlo al meglio. L’ Italia ha un secolo e mezzo e purtroppo lo porta male, mostrando la stanchezza di chi si arrende, le brutte “rughe” del federalismo e la decadenza di chi non crede nel futuro. Come se non bastasse il Risorgimento è studiato poco e male nelle nostre scuole ed il governo litiga persino sulla festa nazionale straordinaria del 17 marzo 2011. Ci si domanda quindi chi davvero crede ancora nell’Italia, intesa come “entità-identità” e chi la vuole davvero ancora. Ci sentiamo di rispondere a nome di tanti italiani e siamo sicuri di non sbagliare: in tanti la vogliono ancora l’Italia, ma semplicemente non “questa Italia”, che costringe i giovani ad emigrare e gli anziani a sopravvivere; che obbliga i piccoli imprenditori a chiudere e gli immigrati a nascondersi. E le donne a lottare ancora per vedere riconosciuti i propri diritti di lavoratrici, madri, cittadine. Per questo oggi più che mai celebrare vuole dire riflettere per perseguire, ovvero credere seriamente nella reale possibilità che solo noi con coraggio possiamo cambiare la nostra situazione, ispirandoci a quegli eroi che tanto tempo fa hanno creato per noi il nostro Paese. Perseguendo i sacrosanti principi della nostra Costituzione. Per poter “ri-fare” uno Stato italiano di cui le nuove generazioni potranno andare fiere. Auguri Italia! Maria Grazia Galati e Paola Cairo

Editore / PassaParola a.s.b.l. - 32, rue Demy Schlechter - L-2521 Luxembourg Direzione / M aria Grazia Galati - mgg@passaparola.info - tel. 621 75 80 50 / Paola Cairo - p aola@passaparola.info - tel. 691 72 04 96 Redazione / R emo Ceccarelli - r emo@passaparola.info / Elisa Cutullè - e lisa@passaparola.info / Gilda Luzzi - g ilda@passaparola.info Erika Maddalena - erika@passaparola.info / Daniele Rossini - d aniele@passaparola.info Sonia Sion - sonia @passaparola.info / Paolo Travelli - p aolo@passaparola.info Collaboratori / Roberto D’Amico / Elisabetta Fatichenti / Biagio Lieti / Marina Moretti / Vincenzo Ruggieri Grafica / Eleonora Costa - eleonora@passaparola.info Foto copertina / Cesare Gerolimetto - www.cesaregerolimetto.com www.passaparola.info / info@passaparola.info / Anno VIII - Numero 2 - Marzo 2011 marzo 2011

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/ DESTINAZIONE ITALIA /

CONCERTI, MANIFESTAZIONI; ED ANCORA MUSICA, SPORT, FESTE, INCONTRI, MOSTRE, RASSEGNE, CONVEGNI. TUTTA L’ITALIA UNITA È IN FESTA PER I SUOI PRIMI 150 ANNI. PassaParola VI SEGNALA ALCUNI DI QUESTI APPUNTAMENTI NELLO STIVALE. UNA BUONA OCCASIONE PER VIAGGIARE NEL NOSTRO PAESE ORA CHE COMINCIA LA BELLA STAGIONE

F E S T A N A Z IONALE... ECCEZIONALE! Giovedì 17 marzo 2011, solo per quest’anno, le scuole e gli uffici resteranno chiusi. A comunicarlo in via ufficiale è la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel precisare come per tale data sia stata proclamata la Festività Nazionale per le celebrazioni della ricorrenza del 150° anno dell’Unità d’Italia.

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1ITALIA in festa!

Testo / Maria Grazia Galati (ha collaborato Erika Maddalena) Foto / Cesare Gerolimetto

Piemonte e Torino PROTAGONISTI Torino: teatro, cinema, letteratura, musica e... cioccolato! Per l’appuntamento del 2011 il Teatro Regio prevede una stagione nel nome di Verdi, cantore del Risorgimento e uno tra i fautori dell’unificazione culturale del Paese. Il Teatro Stabile ha in serbo uno speciale “Laboratorio Italia”, con spettacoli che portano in scena il meglio del teatro italiano di oggi alle prese con il meglio della drammaturgia nazionale, da Leopardi a De Filippo, da Alfieri a Elsa Morante. Nel corso dell’anno sono previste anche rassegne al Museo Nazionale del Cinema, mostre nei principali musei cittadini, oltre a eventi speciali per le fiere: Cioccolatò (ad aprile, con un’anteprima dal 17 marzo) e Salone Internazionale del Libro (dal 12 al 16 maggio). Anche lo sport giovanile sceglie Torino quale sede per competizioni importanti come i Campionati Nazionali Universitari e il Trofeo delle Regioni di Basket. Sotto la Mole si svolgono poi appuntamenti significativi dello sport diversamente abile - i Mondiali di Tiro con l’Arco – e gare insolite come il Campionato Europeo di Twirling, i World Dance Games e la Coppa del Mondo di Wakeboard.

La festa nel web

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150.it Su Internet trovate il sito ufficiale delle www.italiaunita celebrazioni con l’intera programmazione legata ad eventi, manifestazioni e mostre, ma anche riferimenti storici sull’Unità d’Italia.


/ DESTINAZIONE ITALIA /

Lago Maggiore: M come Maggiore, come Mostre, come Musica Nella luminosa cornice del Lago Maggiore - con gli inattesi giardini esotici, i sacri luoghi di meditazione, le antiche dimore storiche - a Verbania, Villa Giulia accoglie eventi espositivi di richiamo internazionale e la musica classica di assoluto prestigio si fa spettacolo con Le Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore.

IN TUTTA Italia 16 – 17 Marzo 2011 “NOTTE TRICOLORE” – promossa dal Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario. Sono previste manifestazioni, spettacoli e cerimonie in tutti i Comuni d’Italia che aderiranno all’iniziativa. 3 Marzo – 25 Aprile 2011 Firenze, Teatro alla Pergola. Inaugurazione della mostra “I viaggi di Eleonora Duse nel mondo. Un mito femminile nell’unificazione italiana”, in occasione del Festival del Teatro italiano nel mondo. 17 Marzo 2011 - ROMA Cerimonia inaugurale presso il Complesso del Vittoriano di Roma, piazza Venezia e diretta televisiva in collegamento con Torino. Cerimonia al Pantheon in onore del Primo Re d’Italia; discorso al Parlamento e alla Nazione del Presidente della Repubblica; apertura al pubblico di tutti i Ministeri e Istituzioni della Repubblica. Cerimonia solenne presso l’Aula di Montecitorio. 5 Maggio 2011 Genova, Quarto. Celebrazioni in occasione del 151° anniversario della Spedizione dei Mille.

I corpi militari sfilano: la storia e l’orgoglio nazionale! RADUNI Nel corso della primavera Torino accoglie anche i principali Raduni Nazionali delle Associazioni delle Forze Armate, come accadde in occasione di Italia ‘61, quando nelle vie cittadine sfilarono 250 mila militari in congedo. I primi in programma sono i Granatieri di Sardegna, dal 15 al 17 aprile, seguiti dagli Alpini – tradizionalmente i più numerosi - il 6, 7 e 8 maggio. Segue il 10, 11 e 12 giugno l’adunata dell’Arma Aeronautica, che ha storicamente un legame molto forte con Torino, dove è nata l’Industria Aeronautica Italiana. Dal 15 al 19 giugno si tiene il 59° Raduno Nazionale dei Bersaglieri, corpo di fanteria che nacque nella capitale sabauda nel 1836, su proposta del Generale Alessandro Ferrero Della Marmora. Il 25 e 26 giugno sfilano a Torino l’Arma di Cavalleria e l’Associazione d’Arma del Piemonte e infine a settembre, il 10 e l’11, i Vigili del fuoco. (MGG)

Giugno – Settembre 2011 Milano, Museo del Risorgimento. “Donna e sport in Italia dall’Unità ad oggi”, mostra organizzata dalla Fondazione Candido Cannavò per lo sport, a cura di Maria Canella e Sergio Giuntini per testimoniare attraverso la partecipazione alle competizioni sportive l’evoluzione del ruolo femminile nel nuovo stato italiano. La mostra sarà corredata da un convegno di studi della donna a Milano dall’Unità d’Italia alla prima guerra mondiale. A corredo, verrà pubblicata una collana in due volumi dal titolo gli “Archivi delle donne” sul periodo 1814-1914. L’inaugurazione della mostra prevede un ballo in costume risorgimentale in collaborazione con la sartoria del Teatro alla Scala.

Napoli e Palermo

Sono le due città del sud Italia coinvolte in un percorso d’arte (oltre 300 capolavori) che parte dal Medioevo per finire alla vigilia del 1861. Protagoniste infatti sono le cosiddette “capitali pre-unitarie”, ovvero Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna ed appunto Napoli, e Palermo. Un percorso che si sviluppa attraverso l’opera di grandi artisti che hanno caratterizzato la storia culturale di ciascuna di queste città, creandone anche la specifica identità.

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/ ITALIA GIOVANE /

Meglio l’OVO oggi! UNA SPLENDIDA VIDEO-ENCICLOPEDIA TUTTA DA SCOPRIRE

www.ovo.com H

a un nome accattivante e facile da ricordare. Piccolo, in perfetta antitesi con l’immensità che racchiude. Ovvero una dettagliata enciclopedia digitale dove testo e immagini si completano per una consultazione semplice ed efficace. OVO si rivolge a privati ed aziende, ma PassaParola, dopo averla consultata, ha scoperto che può essere molto utile per i ragazzi a scuola, per gli insegnanti e i genitori. Per questo ha deciso di segnalarvela. Un capolavoro al servizio della conoscenza. Utile anche per chi ha poco tempo a disposizione, deve fare i conti con la pigrizia o semplicemente ha un approccio più visuale con lo studio. Ce ne parla Carlo De Matteo, socio e amministratore delegato di www.ovo.com

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Che cosa è OVO e come è nata l’idea? OVO è la prima video-enciclopedia interamente digitale, approvata da Treccani e Britannica. OVO offre agli utenti un’esperienza unica sia per la bellezza dei contenuti, sia per la modalità di fruizione. Ogni video viene proposto agli utenti in connessione con una notizia di attualità. L’idea è venuta ad Andrea Pezzi, socio fondatore di OVO, in occasione di una convention internazionale sui media e la pubblicità. OVO nasce con l’obiettivo di sfruttare in pieno questa evoluzione, distribuendo con una modalità nomade i propri contenuti e i brand che ad essi si associano, simultaneamente su tutte le piattaforme-media di partner digitali.

Testo / Elisa Cutullè

Come funziona OVO? Chi crea i filmati, in base a cosa vengono creati? Ogni clip è il frutto della collaborazione tra OVO e i più talentuosi creativi di video in circolazione. Attraverso la piattaforma digitale di OVO la produzione viene coordinata virtualmente dalla direzione creativa, mettendo in grado autori, speaker, montatori e motion grapher di lavorare con OVO anche da casa propria. La scelta delle voci da produrre è il frutto di un’attenta analisi delle notizie e dei fatti di attualità. A chi si rivolge OVO? OVO ha una doppia valenza sia per gli utenti che per le aziende. Infatti ha come obiettivo quello di essere uno strumento utile per chi vuole capire l’informazione di ogni giorno riscoprendo le basi della conoscenza enciclopedica. Inoltre è un ottimo strumento di pianificazione pubblicitaria per i “brand”. Qual è il suo obiettivo? OVO ha come obiettivo quello di costruire negli anni una vastissima video-enciclopedia ed espandersi a livello internazionale, creando un bacino di video su temi appartenenti a tutte le nazioni e le culture e consultabile gratuitamente da tutti gli utenti.


/ PERSONAGGIO /

un’ italiana

alla corte granducale Testo / Paola Cairo Foto/ Vincenzo Ruggieri

È LA NIPOTE DI CESARE CLIVIO, UNO DEI PRIMISSIMI IMPRENDITORI CHE SI STABILÌ IN LUSSEMBURGO AI PRIMI DEI NOVECENTO E LA FIGLIA DI TERESITA, PER LUNGHI ANNI IMPEGNATA NELL’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA PER ADULTI NELLE “AMITIÉ”

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anna Solofrizzo nasce nell’ex Congo Belga (attuale Repubblica Democratica del Congo, ndr), dove il padre si trovava per lavoro, ma a soli cinque mesi rientra con la mamma in Europa e si stabilisce in Lussemburgo, a Villa Clivio (17 rue Zithe) che il nonno aveva fatto costruire nel 1907 in stile art-noveau. Oggi monumento nazionale, la Villa conosciuta anche come Maison Clivio, era destinata a diventare il centro focale dell’attività imprenditoriale della famiglia fino agli Anni ’50 del secolo scorso. « Allora – racconta Vanna – c’era una un’ala destinata agli uffici, dove al pian terreno il nonno svolgeva la sua attività e al primo piano c’erano gli appartamenti dei figli maschi. Poi il deposito dei materiali di costruzione e le cucine. In quegli anni furono molti i lavori intrapresi dalla ditta Clivio: da Villa Pauly all’Hotel Molitor a Luxembourg-Ville, dall’Istituto Emile Metz di Dommeldange alla

centrale dell’acqua di Koerich, tutt’ora in uso. Visse lì fino alla morte, avvenuta nel 1939, quando furono gli zii Nicola, ingegnere e Arnoldo (detto Nolly), imprenditore, a gestire l’impresa». Vanna fin da bambina si dedica al disegno. Prepara figure di plastilina all’asilo di rue d’Anvers, segue i corsi di Tremot e Vercollier e a 18 anni ottiene una borsa di studio dell’Accademia di Belle Arti di Roma. «Fu un viaggio in treno lunghissimo quello attraverso l’Italia – racconta Vanna – e quando arrivai lì nel 1948, c’era ancora la tessera alimentare per mangiare». La Solofrizzo, dopo essersi diplomata rientra in Congo, vivendo un periodo molto prolifico dal punto di vista della sua arte. La città eterna l’accoglie nuovamente nel 1958, quando si iscrive all’Istituto Centrale per il Restauro e tra il 1961 e il 1968 viene assunta come segretaria all’apertura della prima Ambasciata

di Lussemburgo a Roma. «Furono anni interessantissimi quelli – ricorda Vanna – soprattutto dal punto di vista personale. Mi occupavo della segreteria dell’Ambasciatore e poi vivevo d’arte. Dopo il lavoro si faceva un salto alle gallerie degli artisti di Via Panisperna o si andava a mangiare con gli amici “da Mario” a Piazza Madonna dei Monti. Era un periodo in cui mi dedicavo molto all’arte figurativa». La Solofrizzo nel 1968 viene chiamata dalla Corte Granducale per un nuovo ruolo: quello di segretaria personale della Granduchessa Joséphine Charlotte, figlia di re Leopoldo III di Belgio, moglie di Jean e madre di cinque figli tra cui l’attuale Granduca Henri. Accetta l’offerta di lavoro anche per stare vicino alla madre Teresita, avanti con gli anni. «La Granduchessa era una persona intellettualmente molto vivace e di spirito, che mi ha trattato sempre alla pari; il nostro rapporto si è basato sempre sul rispetto e la sincerità. Io gestivo la sua corrispondenza personale e i rapporti con le scuole dei figli, l’accompagnavo ai ricevimenti e anche nelle visite di Stato come dama d’onore. “Ricordo - prosegue Vanna - quella nell’ex URSS nel 1975, dove assistemmo insieme alla «Morte del Cigno» al Bolscioi e quella in Italia nel 1980, dove incontrammo il Presidente della Repubblica Pertini al Quirinale». Puntulizza anche l’aspetto dell’arte che la legava a Joséphine Charlotte. « La Granduchessa aveva una sua collezione d’arte – conclude - e quando andammo a Roma volle visitare anche l’Accademia e l’Istituto per il Restauro». La definisce un’esperienza davvero unica quella alla Corte, dove lavora fino al 1985. Da allora Vanna Solofrizzo si dedica alla pittura e alla storia della sua famiglia.

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/ COSTUME /

Trappole “mangiatempo” Testo / Elisa Cutullè

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roppo spesso si ha la sensazione che il nostro tempo scorra troppo in fretta. Travolti dai mille impegni della vita quotidiana, arriviamo a fine giornata e ci sembra di non aver fatto nulla. Con relativa frustrazione! Ma a volte il segreto sta solo nel sapersi organizzare, nel saper ottimizzare le proprie azioni; cambiando semmai quelle piccole, malsane abitudini delle quali finiamo per essere vittime inconsapevoli… E trasformandole così in tempo pre-

Mai mi sono assoggettato alle ore: le ore sono fatte per l’uomo, non l’uomo per le ore (François Rabelais, scrittore francese del XVImo secolo)

zioso. Da usare per stare meglio, per regalarci qualche minuto di relax e benessere dall’effetto galvanizzante. Ecco per voi 10 regole che dichiarano guerra alle trappole “mangiatempo”. Per imparare a identificarle, affrontarle, evitarle.

TUTTO IL GIORNO A CORRERE PER POI SENTIRSI STANCHI E INEFFICIENTI. E’ “IL MALE” DEL TERZO MILLENNIO: LA CORSA CONTRO IL TEMPO. COME FARE PER STARE MEGLIO? QUALCHE RIMEDIO C’È! 1. Gestire la casa in maniera effettiva Prepararsi un programma di cosa fare nella casa e seguirlo. Non lasciare il tutto al caso e alla voglia. 2. Spegnere il cellulare di tanto in tanto Una persona telefona in media 2 ore al giorno, ma al massimo per 20 minuti si parla di argomenti davvero importanti. 3. Programmare regolarmente delle pause Ogni due ore programmare 5 minuti di pausa per riprendere energia e proseguire con mente più fresca. La concentrazione ne guadagna. 4. Creare reti Cercare di organizzarsi con altri in modo da sbrigare faccende a turni. In questo modo diminuisce lo stress di doversi sempre occupare di tutto. 5. Imparare a dire di no Non bisogna essere per forza sempre a disposizione di tutti. 6. Non cercare di essere sempre perfetti

Il tempo è un dio benigno

(Sofocle – drammaturgo dell’antica Grecia)

I perfezionisti impiegano il triplo del tempo per raggiungere i risultati, non rimanendo mai contenti. Chi si accontenta gode!

Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi allievi (Hector Berlioz, compositore francese del XIXmo secolo)

7. Assegnare un posto ad ogni cosa Il 90% delle persone dimentica dove ha messo determinati oggetti e spende, in media, 1 ora al giorno per cercarli. Assegnare un posto fisso evita tutto questo. 8. Non fare troppi straordinari La mente rimane fresca per massimo 10 ore. Superato questo lasso di tempo si impiega il doppio del tempo per fare qualcosa. 9. Non procrastinare Rimandare qualcosa da fare non fa altro che accumulare stress e ansia. 10. Occuparsi delle cose con metodo Fare più cose contemporaneamente non serve a nulla, perché costa più energia ed è meno efficiente. Meglio organizzarsi a seconda delle priorità e del buon senso.

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/ ITALIA A TAVOLA /

La CUCINA ETICA ovvero come alimentarsi in maniera responsabile Testo / Elisa Cutullè

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oglia di cibarsi in maniera più responsabile? Una variante oltre al ramo biologico è l’alimentazione etica, già conosciuta come cucina vegana. Essere vegani è un vero e proprio stile di vita, una presa di coscienza per come essere più rispettosi verso gli esseri viventi non umani, cioè gli animali. Ma in cosa consiste esattamente la cucina vegana? Un pasto “vegan” è considerato tale quando non viene maltrattato, sfruttato o ucciso alcun animale, né direttamente, né indirettamente. Un esempio banale? Latte e uova (derivati rispettivamente di mucche e galline e simili). Un modo di vivere dunque, una vera filosofia di approccio alla tavola e non solo, quindi, un semplice vezzo. Quali sono gli alimenti vegani? Al posto di carni, affettati e latticini ci sono tofu, seitan (derivato dal glutine di grano, ndr) e tempeh (derivato dai fagioli di soia gialla, ndr), ai quali basta aggiungere cibi freschi, integrali e di produzione locale; ed inoltre è importante non farsi mancare gli alleati preziosi in cucina: alghe, erbe, aromi, spezie, semi oleaginosi, germogli, oli e aceti. E se si mangia fuori casa? In tal caso è meglio preferire piatti meno elaborati ed a base vegetale. Che la cucina etica non sia solo

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CONOSCIUTA MEGLIO COME “VEGANA”, LA CUCINA ETICA RISPETTA GLI ANIMALI ANCOR PIÙ DI QUELLA VEGETARIANA. PERCHÉ ELIMINA DALLA PROPRIA TAVOLA ANCHE I LORO DERIVATI. DETTO COSÌ SEMBRA UN REGIME DI PRIVAZIONI. TUTT’ALTRO: PROVARE (I DOLCI SOPRATTUTTO) PER CREDERE! una cucina di privazioni lo conferma anche Paolo Marchi, critico gastronomico che lavora per il Giornale. Il quale afferma di essere rimasto entusiasta dalle ricette dei dolci “etici” (vedi box). All’inizio è rimasto un po’ perplesso perché, secondo lui, parlare di veganesimo era come parlare di dieta, ma poi ha potuto rendersi conto che non si tratta di un vero e proprio regime, bensì semplicemente di un modo diverso di godersi piccoli peccati di gola, rispettando la vita degli animali e seguendo un’abitudine alimentare naturale. Concessa anche ai bambini, i quali possono essere educati alla cucina vegana attraverso piccole e semplici sperimentazioni, come pezzi di frutta matura, assaggi di verdure cotte molto morbide, pasta grossolanamente sminuzzata, cereali in chicchi e creme di legumi.


/ ITALIA A TAVOLA /

TORTA di

Ricettari (editi dalla casa editrice SONDA)

PERE e CIOCCOLATO

Emanuela Barbero - Luciana Baroni “La cucina Diet-Etica” Emanuela Barbero - Alessandro Cattelan - Annalaura Sagramora “La cucina etica” Emanuela Barbero “La cucina etica facile” Dora Grieco - Roberto Politi “La cucina etica dolce”

ricetta “vegan” dolce

Emanuela Barbero-Antonella Sagone “La cucina etica per mamma e bambino”

Ingredienti: 3 pere Kaiser di media grandezza, 3 cucchiai di malto di grano, 1 cucchiaio di pistacchi o nocciole, 8 cucchiai di farina integrale di farro, 2 cucchiai di cacao amaro in polvere, 4 cucchiai di olio di semi di mais. PREPARAZIONE Pelate le pere e tagliatele a spicchi piccoli, ma non troppo sottili. Mescolate 1 cucchiaio di malto con i pistacchi o le nocciole tritate. In una terrina preparate l’impasto con la farina e il cacao amaro (oppure del cioccolato fondente a scagliette). Amalgamate bene tutti gli ingredienti, quindi con 2/3 dell’impasto foderate una teglia da forno precedentemente oleata, adagiatevi sopra le pere, cospargetele con il malto, con il triturato di frutta secca e con il terzo dell’impasto restante ricoprite il tutto. Bucherellate la superficie con la forchetta e poi infornate circa 20 minuti nel forno caldo a 200°C. La pasta deve rimanere sottile poiché si tratta di una torta bassa che cuoce velocemente.

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/ ARTE /

“L’avventura del restare”:

intervista a ELIO PECORA

Testo / Biagio Lieti

Elio Pecora È UNO DEI POETI ITALIANI TRA I PIÙ RAFFINATI E TENACI, UNA DI QUELLE VOCI DELLA MODERNITÀ CHE DAVVERO HANNO SEGNATO IL NOVECENTO E QUESTI ULTIMI ANNI CON PROPOSTE DI CAMBIAMENTO E ORIGINALITÀ FORMALE. IL SUO PERCORSO POETICO È CARATTERIZZATO, FIN DALLE PRIME PROVE, DA UN DETTATO STILISTICO ESTREMAMENTE COMPOSTO, LIMPIDO, POSATO. Pecora È IL RAPPRESENTANTE ITALIANO AL PRINTEMPS DES POÉTES 2011, CHE SI SVOLGERÀ DAL 1 AL 3 APRILE ALL’ABBAZIA DI NEUMUENSTER Lei ha pubblicato il suo primo libro, “La chiave di vetro” (Bologna, Cappelli), nel 1970. Cosa stava accadendo in quegli anni nel modo di scrivere poesia? Crede che gli Anni Sessanta abbiano segnato davvero una rivoluzione da questo punto di vista? Ho scritto quel libro durante un soggiorno in Germania, a Tunzerberg, nel 1968. Fu quella la mia personale e definitiva rivoluzione, intanto che adolescenti e giovani europei si rivoltavano. In quel libro confluirono le mie esperienze, il mio bisogno di fare i conti anzitutto con me stesso e poi con la società e con il mondo in cui avevo vissuto e vivevo, le mie molte e onnivore letture che, dopo il tanto letto fin dalla prima adolescenza dei classici e dei moderni, allora si muovevano fra Virginia Wolf e Max Frisch, Gombrovicz e Butor. Non m’attraeva l’avanguardia, piuttosto

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lo sperimento che porta all’opera. Quel libro nacque come prosimetro (componimento misto di prosa e versi che si struttura in forma di romanzo, ndr) e ancora oggi riconosco che vi si palesarono i miei assilli e le mie ossessioni, il mio bisogno di interrogazioni illimitate e il rifiuto della negazione così dominante nella cultura e nella letteratura novecentesca. Solo dopo ho saputo quanto fossi vicino, prima ancora che a Sandro Penna, al Saba della “serena disperazione”. Tanto mi veniva dalle mie prime letture di Nietzsche e prima ancora dal mio amore per la poesia dei latini e dei greci. Quel libro si chiudeva con un patto di fedeltà a me stesso ed era il patto di restare nella vita. C’è un mio versicolo che i miei critici-lettori continuano tutt’oggi a citare: “Io compio l’avventura di restare”. Quel piccolo libro mi procurò l’amicizia di Rodolfo

Wilcock e di Elsa Morante, di Palazzeschi e di Amelia Rosselli. Ne scrissero in pochi, fu tra i finalisti di un premio allora in auge. Ma fu visto dai più come un’opera fuori del momento e di tutto quel parlottio che portò assai poco ai seguaci delle ultime avanguardie. Le dissacrazioni e i rifiuti di quegli anni mi parvero eccessivi, anche mal recitati. In quegli stessi anni la poesia, di Bellezza, poi di Cucchi, riparlò di un io sofferente, disperso; e gli esercizi di un Giuliani, di un Balestrini parvero ai più attenti algide esercitazioni. Certo, a ben comprenderli e adoperarli, quei movimenti resero più libero e vitale il confronto con il passato. Ma chi del passato volle spogliarsi, spesso affatto ignorandolo, provò soltanto la pochezza e la spoliazione. La vera rivoluzione di quegli anni, che condivisi perché quella rivoluzione l’avevo già operata dentro di me fin dagli anni della mia adolescenza napoletana e in solitudine, toccò piuttosto la vita sociale delle donne, i costumi sessuali, il gioco delle nuove apparenze. Tuttora, nella società italiana, vediamo a quanto poco sia valso davvero quel rivoltamento per una vera interiore crescita, l’unica che rende vivi e presenti fuori dei facili commerci e delle stolide obbedienze. Vorrei precisare che ho vissuto intensamente nella società romana di quegli anni e nei suoi vari strati e di


www.prinpolux.lu

essermi visto e di essere stato visto accusato di alterezza, recentemente solo di fierezza - ben più libero e aperto dei tanti conclamati rivoluzionari. In Italia, oggi, assistiamo ad un proliferare di pubblicazioni. Come spiega questa iperproduttività rispetto ad un pubblico della poesia praticamente inesistente? Ancora l’effetto delle false liberazioni. Si è parlato tanto, nei decenni scorsi, di libera creatività, di spontaneità proliferante. Dietro queste vanità e pretese si sono moltiplicati i piccoli affaristi: editori che, per qualche migliaio di euro stampano libri e librini che l’autore fa circolare fra i propri amici e mostra in presentazioni anche costose. Occupandomi di poesia da un quarantennio, scrivendo per giornali e riviste, curando antologie e incontri pubblici, ricevo di continuo mucchi di raccolte di versi. E’ solo vanità o, in un mondo sommerso da un chiacchierume in cui nessuno crede a nessuno, per molti conta la speranza che il proprio scritto riesca a durare nel tempo? La poesia resta un bene che si raggiunge di rado, anche dagli stessi conclamati poeti e viene dal talento, ma anche da tanto lavorio sulla necessità ed esattezza della parola e su quelle verità che ininterrottamente ci tocca interrogare e cercare. Sicuramente l’eccesso di libri e librini di versi genera una notevole confusione, ormai accresciuta da internet, ma ancora una volta il gusto, che viene dalla frequentazione con testi di qualità, ristabilisce i valori. Se in tanti scrivono la poesia non è morta, solo che va mostrandosi a chi sappia riconoscerla. In questo incredibile paradosso chi paga il prezzo più alto: la qua-

lità di alcuni poeti o, invece, l’intero genere letterario? Non sono per le lamentele dei poeti, che misurano l’attenzione dei lettori con il metro delle udienze televisive e dei romanzi del passatempo. Il pubblico di Montale e di Saba era anche più sparuto del pubblico che oggi s’avvicina alla poesia di qualche peso. Prima del Nobel a Montale e dell’assassinio di Pasolini gli italiani guardavano ai poeti come a creature chiuse nel marmo delle ville comunali e nei componimenti delle antologie scolastiche. Perché il pubblico della poesia cresca, anzitutto fra quelli che scrivono versi ma si guardano bene dal leggere, occorre che salga il livello d’istruzione, la finezza del guardare. Siamo in anni di decrescita, ma io non dispero. Incontro annualmente qualche migliaio di ragazzi e bambini nelle scuole e in molti di loro trovo non solo attenzione, ma anche l’attesa di una misura diversa dell’essere e del capire. Seguitiamo. Lei ha scritto dei meravigliosi libri per bambini: con quali motivazioni ha deciso di intraprendere questa avventura? Scrivere con i bambini significa in qualche modo servirsi della loro freschezza di immagini e di sentimenti. Ma i bambini debbono piuttosto essere avvicinati dalla poesia che

è lì ad attenderli. Vivono anni nei quali bisognano di modelli. Va anzitutto dato ai bambini il patrimonio palpitante della loro lingua e gli va mostrato come quel patrimonio sia stato e possa essere speso al meglio. Bastano piccole poesie scelte. L’incanto è sicuro, la maestria si scioglie nella vivezza e nella partecipazione. M’è accaduto, alcuni anni fa, su richiesta di un amico, di scrivere una fiaba in versi. E’ stato come concedermi a un bene che avevo trascurato fin dalla prima giovinezza. In questi ultimi anni ho scritto poesie che sono andate ai più piccoli, ma che possono essere lette da tutti. Non credo che esista una letteratura limitata all’infanzia. Aborro il pigolio che molti adulti riservano ai bambini. Il bambino ha l’intelligenza più vigile e aperta di cui un uomo o una donna potranno mai godere nel resto della vita. E’ una questione scientificamente provata.

Nato a Sant’Arsenio (Sa) nel 1936, vive a Roma dal 1966. È autore tra l’altro di romanzi, saggi critici, libri per bambini e testi per il teatro. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: “La chiave di vetro” (Cappelli 1970); “Sandro Penna, una biografia” (Frassinelli 1984 e 1990); “Poesie 1975-1995” (Empirìa 1997 e 1998); “Simmetrie” (Mondadori, 2007); “La scrittura immaginata” (Guida, 2009). Come critico letterario ha collaborato ai programmi della Rai e ai principali quotidiani e riviste italiani. È il vincitore della 34esima edizione del Mondello, uno dei premi internazionali più prestigiosi, assegnato ad autori italiani di grande rilievo come Luzi, Bertolucci e Zanzotto, ma anche ad autori che poi sono stati insigniti del Premio Nobel per la letteratura come Gunter Grass, José Saramago, Séamus Heaney, Doris Lessing. Per l’infanzia ha scritto: “L’albergo delle fiabe e altri versi” (Orecchio Acerbo, 2007) e “Un cane in viaggio” (Orecchio Acerbo, 2011). marzo 2011

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Venezia!

SORTEGGIO

A PREMI Data del sorteggio ed elenco dei premi:

Un weekend di lusso nella città più romantica del mondo: è il primo premio del sorteggio per chi si abbona alla nostra rivista entro il 20 marzo 2011 IBAN: LU42 0019 1955 5203 5000 / BIC: BCEELULL

oppure

20 marzo 2011 ore 17:30 Luogo:

Stand PassaParola, Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté 2011 IBAN: LU59 1111 2335 3556 0000 / BIC: CCPLLULL

PREMI 1° Weekend per due persone, trattamento bed&breakfast, presso l’hotel 5 stelle lusso di Venezia CA’ SAGREDO (*) del valore di 800 euro 2° Weekend per due persone, trattamento bed&breakfast, presso l’albergo Plata (due stelle) di Finale Ligure (*) del valore di 170 euro 3° Un “BUONO ” del valore di 50 euro da utilizzare presso il ristorante di Lussemburgo LA VERANDA 4° Un “BUONO ” del valore di 50 euro da utilizzare presso il ristorante di Lussemburgo LA VERANDA 5° Sei bottiglie di PROSECCO DOC DI VALDOBBIADENE del valore di 44 euro, offerto da Amorvini (*): previa prenotazione e secondo disponibilità. Non valido nel periodo di Pasqua dal 22 al 27 aprile 2011 e nei mesi di luglio-agosto 2011

REGOLAMENTO INTEGRALE DEL SORTEGGIO A PREMI

Il sorteggio “PassaParola” è indetto da PassaParola a.s.b.l. ed è svolto secondo quanto definito dai seguenti articoli: Articolo 1. Denominazione del sorteggio e periodo di svolgimento Sorteggio “PassaParola” inizia il 1° dicembre 2010 e scade il 20 marzo 2011, ore 13. Articolo 2. Destinatari del sorteggio Possono partecipare al sorteggio tutti i membri aventi sottoscritto l’abbonamento annuale Amico di un valore di 100 € (cento euro); Sostenitore di un valore di 50 € (cinquanta euro); Standard di un valore di 25 € (venticinque euro); Standard Estero di un valore di 30 € (trenta euro) per il periodico italiano in Lussemburgo “PassaParola” dal 1° dicembre 2010 al 20 marzo 2011 ore 13. Articolo 3: Tempi e modi di svolgimento Il sorteggio “PassaParola” si svolge presso lo stand di PassaParola, nell’ambito della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté che ha luogo nei giorni 18, 19 e 20 marzo 2011 a LuxExpo, Kirchberg, Lussemburgo. L’entrata al Festival des Migrations è completamente libera e gratuita. Tutti i membri aventi sottoscritto l’abbonamento annuale Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero per il periodico PassaParola tra il 1° dicembre 2010 e il 20 marzo 2011 ore 13 potranno partecipare all’estrazione dei premi che si terrà domenica 20 marzo 2011, alle ore 17.30. Il nome e cognome di ciascun membro abbonato Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero saranno riportati su una delle due parti di un foglietto; il foglietto sarà ripiegato, in modo da mostrarne unicamente la parte bianca e sarà introdotto in un’ urna/contenitore per la successiva estrazione. Il nome e cognome dell’abbonato riportati sul foglietto saranno quelli che verranno utilizzati come riferimento per l’estrazione e l’assegnazione dei premi in palio. Articolo 4: Modalità di estrazione dei premi L’estrazione dei premi avverrà domenica 20 marzo 2011, alle ore 17.30, durante l’ultimo giorno della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté, presso lo stand PassaParola. Un responsabile, preposto da PassaParola a.s.b.l., provvederà ad estrarre a sorte, pubblicamente, i foglietti e quindi il nome e cognome dei membri vincenti tra tutti quelli inseriti nell’apposita urna/contenitore dal 1° dicembre 2010 e fino al 20 marzo 2011, alle ore 13. Il primo estratto vincerà il 5° premio, il secondo estratto vincerà il 4° premio, il terzo estratto vincerà il 3° premio, il quarto estratto vincerà il 2° premio, il quinto estratto vincerà il 1° premio. Qualora i vincitori non siano presenti si procederà all’estrazione di un altro nominativo ad eccezione degli Abbonati Standard Estero che saranno avvisati per lettera. Articolo 5: Modalità di comunicazione e consegna dei premi Essendo l’estrazione effettuata alla fine della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté, presso lo stand di PassaParola, il vincitore sarà chiamato a ritirare il relativo premio il giorno stesso. Il tutto solo esibendo un documento d’identità valido. I premi non possono essere scambiati contro denaro o qualsiasi altro oggetto o servizio. Articolo 6: Modalità di partecipazione La partecipazione al concorso comporta l’accettazione incondizionata da parte dei partecipanti di tutto quanto disposto dal presente regolamento. La partecipazione, nel rispetto della meccanica della stessa, è legata alla sottoscrizione dell’abbonamento annuale Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero al periodico PassaParola. Articolo 7: Modifica del regolamento PassaParola a.s.b.l. si riserva il diritto di modificare il contenuto del presente regolamento avendo cura che le modifiche siano comunicate con le stesse modalità della comunicazione originaria o in forme equivalenti. Articolo 8: Annullamento, sospensione o abbreviazione della manifestazione a sorteggio PassaParola a.s.b.l. si riserva il diritto, per cause di forza maggiore, di abbreviare, sospendere o annullare l’iniziativa oggetto del presente regolamento. In tale caso, sarà data adeguata comunicazione agli interessati. Articolo 9: Reperibilità del regolamento Il testo completo del regolamento viene messo a disposizione per consultazione sul numero di PassaParola di febbraio 2011 e su quello di marzo 2011; oltre che sul sito Internet dell’Associazione PassaParola asbl: www.passaparola.info

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/ TANTI ITALIANI FA /

Charles Gasperi alla guida del Centre de rencontre et d’information pour jeunes (CRIJ) e del Point d’information jeunes (PIJ) di Esch Testo / Remo Ceccarelli

DOPO AVERVI RACCONTATO LA STORIA DELLA CASA OLIVO O CASA MEDER (PassaParola 1/2011), INCONTRIAMO Charles Gasperi, 53 ANNI, DI LONTANE ORIGINI TRENTINE (IL BISNONNO DOMENICO ARRIVÒ DA QUESTE PARTI NEL 1895). EUROPEO CONVINTO, Charles È DA SEMPRE ATTIVO NELL’AMBITO SOCIALE, ED È L’ANIMA DI DUE STRUTTURE RIVOLTE AL MONDO GIOVANILE

L’

onlus CRIJ nasce negli Anni ‘90 con finanziamenti della città di Esch e del Ministero della Famiglia e trova spazio nella Casa Olivo. Sfruttando l’ufficio d’informazioni per i giovani che vi funzionava già da tempo, il CRIJ ha il compito di ampliare i servizi offerti ai ragazzi ed è in questo senso che va interpretata l’imminente nascita del PIJ. Quest’ultimo sarà piazzato sotto la responsabilità di Charles, che precisa subito: “Le due strutture avranno missioni complementari, ma ben distinte”. Il CRIJ è il classico luogo d’incontro per giovani, per i quali Gasperi organizza le più varie attività, con lo scopo di inquadrare il tempo libero di ragazzi spesso nati ovunque del mondo e che provengono da contesti sociali difficili. «L’obiettivo - dice è di prevenire eventuali tensioni sociali e di favorire l’integrazione

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nel Granducato. Con le attività di gruppo, gli educatori specializzati spronano l’autostima e la creatività dei ragazzi, che accompagnano nel loro viaggio verso la vita adulta; col tempo finisce per crearsi una forte relazione interpersonale e si riesce anche a lavorare in chiave futura, assecondando il percorso scolastico dei giovani più problematici». Per gli amanti delle statistiche, fra le oltre 60 nazionalità rappresentate nel CRIJ, il gruppo più consistente è costituito dai portoghesi, seguiti da quello dei paesi dell’area balcanica, dei lussemburghesi e degli italiani. «Le missioni del PIJ che aprirà in primavera – continua il direttore sono completamente diverse; differenza fondamentale: esso si concentrerà sul singolo e non sul lavoro di gruppo». Grazie ai suoi contatti, Charles si occuperà di informare le

fasce più giovani della popolazione sulle opportunità che sono riservate loro in Lussemburgo (lavoro estivo, viaggi, volontariato, borse per musicisti,…) e all’estero. Esiste infatti il Service volontaire européen che promuove l’integrazione culturale e linguistica tramite la mobilità dei giovani, ai quali viene proposto un periodo di 6-12 mesi di volontariato presso un paese dell’Unione. Charles Gasperi gestirà le richieste di stage dall’Europa verso il Lussemburgo e dal Lussemburgo verso l’Europa. «I ragazzi che aderiranno avranno vitto e alloggio gratuito e un rimborso simbolico, ma soprattutto si vedranno consegnare un certificato che attesterà delle loro capacità professionali (European Youth Pass). L’auspicio è che esso possa rivelarsi utile per entrare nel mondo professionale». Il suo legame con l’Italia, anche se lontano, riemerge spesso nel suo lavoro. Per es., in vista della realizzazione di UniLëtzebuerg sul sito di Esch/Belval, la città di Esch sta rilanciando la collaborazione con le città universitarie con le quali è gemellata: Colonia, Liegi, Lilla e Torino. In quest’ottica, proprio a Gasperi è stato affidato il compito di individuare un ragazzo torinese per uno stage presso il PIJ.

Per un resoconto più dettagliato www.passaparola.info www.crijesch.lu




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/ OBIETTIVO SU... /

Fabio Geda presenta

Nel mare ci sono i coccodrilli Testo / Gilda Luzzi

“Nel mare ci sono i coccodrilli”, il tuo ultimo romanzo, nasce da una grande amicizia tra te e il protagonista, Enaiatollah Akbari, un ragazzo afghano che vive in Italia. Quanto è importante per te l’amicizia e quanto è stato difficile raccontare l’odissea del viaggio del giovane verso l’Italia? Io ed Enaiat ci siamo incontrati alla presentazione del mio primo romanzo. Lui era stato invitato a fare da controcanto, con la sua storia vera, alla storia da me inventata di un ragazzino romeno che viaggiava da solo, in Europa, per cercare suo nonno. Quando l’ho sentito parlare e raccontare ho percepito una grande sintonia tra il suo sguardo leggero, persino ironico sulle proprie drammatiche vicende e quello che io tentavo di fare con la mia scrittura. In quel momento, quella sera stessa, “Nel mare ci sono i coccodrilli” ha cominciato a nascere. Non ricordo bene se sono stato io a proporlo a lui o lui a proporlo a me. È stata una cosa naturale. Così come la scrittura del libro, che come dici tu nasce da un’amicizia, ma anche dall’ascolto. Non tutte le amicizie si trasformano in ascolto. Le tue opere si addentrano sempre molto nel sociale. Sei laureato in scienze della comunicazione e lavori come educatore

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UN LIBRO CHE EMOZIONA E COMMUOVE, UNA STORIA TOCCANTE E CORAGGIOSA RACCONTATA IN MODO SEMPLICE ED IRONICO. LO SCRITTORE PIEMONTESE CHE SARÀ A LUSSEMBURGO A MARZO RACCONTA LA STORIA DI UNA CRESCITA INTERIORE E UMANA, DI UNA MIGRAZIONE. MA ANCHE L’AMICIZIA, LA SOFFERENZA E IL CORAGGIO UN RAGAZZINO COSTRETTO A CRESCERE IN FRETTA per i servizi sociali del Comune di Torino. Quanto la tua formazione culturale e la tua professione hanno contribuito al tuo percorso di scrittore? Scrivo di cose che mi interessano e ciò che mi interessa è ciò che si nasconde ai margini della società, così come le storie dei ragazzi con i quali ho lavorato a lungo.

ta di nuove voci e nuovi sguardi sul mondo e sulla letteratura. Tra qualche giorno sarai ospite al Festival des Migrations a Lussemburgo. Quanto è importante per te il rapporto diretto tra scrittore e pubblico? Mi piace incontrare i miei lettori e sapere le loro impressioni sui miei libri. Molti mi contattano su facebook e con alcuni intrattengo piacevoli conversazioni a distanza. Il giovane Holden, il protagonista del famoso romanzo di Salinger, diceva che sarebbe stato bello per lui poter chiamare al telefono l’autore di un libro che gli era piaciuto. Oggi è praticamente possibile.

Quali sono le difficoltà di un giovane scrittore nel panorama letterario italiano? Ci sono pochi editori disposti a rischiare o troppi scrittori improvvisati? Ci sono troppe persone che scrivono e troppo poche persone che leggono. Ma oggi, a causa della natura bulimica del mercato, c’è molto spazio per gli esordienti. Molti scrittori Fabio Geda presenta di piccole e medie “Nel mare ci sono i coccodrilli” domenica 20 marzo alle 15.30 dimensioni lavorapresso lo spazio del Salon du Livre, no proprio sullo ospite della Libreria Italiana e al scouting: la scopertelefono di VOICES BY PASSAPAROLA sabato 12 marzo, ore 10.30


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C

i piacciono le feste, la convivialità, i riti, i ricordi e le trasmissioni degli stessi. Spesso riescono a descrivere la società meglio di un lungo discorso. Sperimentiamo anche, dal vivo, la profondità della società nonché le trasformazioni sociali e culturali. Scopriamo la struttura e il movimento di equilibrio o di squilibrio delle sue componenti. Una volta l’anno, durante l’equinozio di primavera, il festival esprime tutto il flusso, i rumori e le parole della società. È il festival delle migrazioni, delle culture e della cittadinanza: il desiderio di oggi per il futuro. Da oltre 30 anni il festival è caratterizzato da numerose dinamiche associative provenienti da tutto il paese, dalle regioni vicine e dai paesi di origine. Tutte le dinamiche sono atte a rappresentare e comprendere il Lussemburgo che diventa “mondo”. Per chi sa vederlo il nostro festival è un’istantanea della nostra società e i visitatori “profani” non si sbagliano se ravvisano, nel Lus-

Creare una società

Fedele al suo costante impegno per la promozione e la diffusione della produzione culturale che lega l’Italia e il Lussemburgo, anche quest’anno l’Associazione Convivium sarà presente al Salon du Livre nell’ambito del Festival des Migrations con un proprio STAND LIBRI ed una importante manifestazione dedicata all’Abruzzo. Sabato 19 marzo, alle 16.30, nello spazio « café du Salon du Livre », verrà presentato il libro di ANNA MARIA GALEOTA e JEAN PORTANTE, Diario incrociato di un terremoto / Journal croisé d’un tremblement de terre, Edizioni Convivium, Luxembourg 2010, con la partecipazione dei due Autori, che leggeranno delle pagine scelte della loro opera. I profitti della vendita del volume saranno destinati alla ricostruzione dell’Abruzzo.

Insieme: un cittadino ideale

semburgo, una umanità che non si sarebbero aspettati. Diverse espressioni culturali e numerose questioni sociali caratterizzano il Granducato. Si incontrano, si ritrovano e si muovono nei percorsi della manifestazione, in scena, negli stand, nelle cucine, nell’esposizione, negli incontri letterari e nei dibattiti del festival. Il festival non si batte per un vivere insieme: da sempre viviamo insieme. Noi preferiamo costituire un insieme. Il festival non è un attore per l’integrazione: integrare-rendere una cosa sola con il movimento della partecipazione dei cittadini è, prima di tutto, una questione di uguaglianza dei diritti. Noi ci battiamo per un’uguaglianza di cittadinanza per tutti i residenti. Il festival non vuole fare discriminazione tra le non-identità (non-lussemburghesi, pendolari, migranti) bensì impegnarsi affinché sia possibile creare, insieme, una società. Il festival non ha lo scopo di definire delle “comunità” e ciò perché si parla di identità complesse in continuo movimento, di appartenenze nazionali e di riferimenti culturali. Noi preferiamo mostrare, in tutti gli stadi della nostra manifestazione, i movimenti delle espressioni della società. Il festival è il luogo di un cittadino ideale: non si indirizza a gruppi specifici, bensì alle diverse modalità associative ma anche all’individuo, nel luogo in cui si trova o nel luogo da cui proviene. Non solo essere, ma anche diventare. (Clae)

Prezzo speciale Festival: 10 € Alla presentazione del volume si collega la visita della mostra fotografica Il coraggio della speranza / Le courage de l’espoir, aperta per tutta la durata del Festival nello spazio mostre del Salon du Livre.

www.convivium.lu marzo 2011

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/ OBIETTIVO SU... /

PassaParola

L’Italia AL FESTIVAL VENERDI 18.3 mattina Laura Halilovic, torinese, presenta il suo documentario «Io, la mia famiglia rom e Woody Allen» (2009): affresco su una piccola comunità rom italiana.

AL FESTIVAL

SABATO 19.3 Pippo della Corte, giornalista di «Zona franca» su angri.info sarà presente allo stand dell’Ass. Regionale Campani, ore 18.30. DOMENICA 20.3 al café du salon Lucie Sutera, francese d’origine siciliana, legge poesie e parte dei suoi romanzi ispirati alla psicologia e alla filosofia spirituale, ore 16.00. Rodolfo Raspanti sarà presente allo stand della Libreria italiana con il libro «La quercia dei sogni»; saranno presenti, inoltre, l’editore indipendente e alcuni autori di Minimum Fax.

Lo staff di PassaParola vi aspetta come ogni anno al suo stand, dove vi saranno offerti (sia il sabato che la domenica) aperitivo e merenda a base di specialità italiane. Durante tutto il periodo della manifestazione sarà attiva la tombola con ricchi premi e ci si potrà abbonare alla rivista, partecipando così al grande sorteggio (primo premio: weekend a Venezia) previsto alle ore 17.30 di domenica 20.3.2011. Sempre allo stand sarà possibile acquistare le pubblicazioni di PassaParola asbl. La redazione ringrazia tutti gli sponsor: ristorante IL PIACERE, ristorante LA VERANDA, Amorvini, Hotel Ca’ Sagredo di Venezia, Hotel Plata di Finale Ligure, DANESI CAFFE’, CAFFAREL, OROGEL, Pastificio Abatianni, Tonio Coiffure, L’Intemporel, Azienda Duca Guarini, Lettrage Grillo.

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/ ONDE SONORE /

Enrico Fink

COS’È LA MUSICA KLEZMER? La musica klezmer è una musica tradizionale ebraica. Letteralmente è la fusione delle due parole “kley” e “zemer” che significano strumento di canto e strumento musicale. E’ diffusa soprattutto nell’area balcanica ed è suonata in tutti i momenti della quotidianità ebraica, in particolare nelle funzioni religiose. (pt)

e - come dire? - poco informati. Ma è un fatto che la musica ebraica in generale, anche uscendo dallo stretto ambito del klezmer, porta con sé i caratteri dell’esilio, dell’incontro con culture diverse, della costruzione di un’identità attraverso una mescolanza, un meticciato che riesce a convivere a stretto contatto con l’amore e l’orgoglio per la propria tradizione. Porta con sé i caratteri della storia e della cultura ebraiche, che per millenni hanno attraversato l’occidente,

porta la tradizione klezmer in Lussemburgo Testo / Paolo Travelli

Enrico Fink, FIORENTINO, È UNO DEI MASSIMI ESPONENTI EUROPEI DELLA MUSICA “KLEZMER” E FONDATORE DELL’O.M.A., L’ORCHESTRA MULTIETNICA DI AREZZO. UN ARTISTA A TUTTO TONDO CAPACE DI MESCOLARE DIVERSE ESPERIENZE SONORE La musica world e in particolare quella klezmer non è soltanto musica, ma viaggio, cultura, tradizione, insegnamento. Cosa vorresti che gli ascoltatori traessero dalla tua opera? Ho sempre pensato al mio lavoro come a un raccontare storie: un po’ perché lo faccio spesso davvero - il mio primo disco, “Lokshen”, così come il mio ultimissimo, “La mamma, l’angelo e la ciambella”, sono racconti, storie in cui il narrare si svolge fra musica, canto e parole. Ma in generale credo che da ogni espressione musicale sia inscindibile un elemento di narrazione: tanto più quando è musica che parla di un mondo o di una cultura lontana. Il klezmer, a partire da una quindicina di anni fa, è diventato in Europa sinonimo di incontro: un po’ come in quella paradigmatica scena di “Train de Vie” in cui ebrei e rom suonano insieme. Certo, questa percezione ha portato a volte a semplificazioni, o ad approcci musicali in certi casi discutibili

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trasformandosi ma restando in qualche modo sé stesse. Io nel mio piccolo cerco di raccontare il mio amore per questo mondo e questa cultura e di “raccontare”: prima ancora che un mondo, il desiderio di indagarlo e riscoprirlo passo dopo passo. Moni Ovadia, che è stato anche qui in Lussemburgo, ti considera il suo erede naturale. Quanto ti ha ispirato questo grande maestro nel tuo cammino? Moni è stato determinante nel mio percorso: non solo perché, come tanti della mia generazione, ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dello yiddish ascoltando i suoi dischi. Moni ha segnato una strada a cavallo fra teatro e musica, che ho avuto la fortuna di poter osservare e studiare dall’interno, condividendo lo stesso palco.


/ ONDE SONORE /

Musicalmente visiti regolarmente diversi territori, tra cui il jazz, l’art rock. Quali sono i dischi che ti hanno formato? Da bambino non avevo alcuna idea che esistesse altra musica al di fuori della classica, che si ascoltava piuttosto di continuo a casa. Poi, a 12 anni, mi regalarono una cassetta (pirata!) dei Beatles, la raccolta rossa, il disco doppio “62-66”; e per un anno non ascoltai altro. A 13 anni un’amica mi consigliò di comprare “Nursery Crime”, dei Genesis. Ricordo ancora il pomeriggio in cui lo ascoltai. Dopo l’ascolto di “Harold the Barrel” la mia vita non fu più la stessa. Credo che la scelta di fare musica nella mia vita sia stata fatta, inconsapevolmente, in quel pomeriggio lontano. Cosa mi sia portato dietro di questa passione profonda nella musica che faccio oggi, non so: forse un gusto per il romanticismo musicale che non mi abbandona...Parlando di musica ebraica, avendo già citato Moni, mi permetto di fare riferimento anche ai “Brave Old World”, band americana di punta del klezmer e yiddish revival. Sei direttore dell’Orchestra Multietnica d’Arezzo, della quale sei www.curiel.lu

è gradualmente trasformata in uno spazio di incontro, dove si fa musica ma ancora prima si costruisce rapporto, si fa cultura nel senso più ampio. Ne risulta un’orchestra fatta di aretini: qualcuno aretino da sempre, qualcun altro da un paio di generazioni, qualcuno da ieri. Niente di più, niente di complesso o di ambizioso: solo uno spazio aperto. anche il fondatore. Cosa rappresenta la musica nell’unione di culture diverse? Nel corso degli anni ho cambiato più volte opinione su questo argomento. Ho un passato di attivista politico, che mi ha portato a partecipare a ogni iniziativa musicale che avesse a che fare con i temi dell’integrazione, della multiculturalità, della pace. Ma ammetto di averlo fatto spesso con una sensazione di totale inutilità, peggio, col senso di stare facendo qualcosa di buono solo per pacificare le coscienze: di stare assecondando le mie buone intenzioni, il desiderio di impegnarsi, senza in realtà fare alcunché di concreto. L’esperienza con l’O.M.A. ha rappresentato qualcosa di fondamentalmente diverso. Nata come un laboratorio di world music per giovani musicisti dell’aretino, si

Oltre a essere un prezioso musicista sei anche un ottimo attore di teatro. Oltre alla passione cosa nutre il tuo grande impegno artistico? Non posso fare a meno di cavalcare una qualche linea di confine che non mi fa sentire a casa nel ruolo di musicista, attore o autore, ma solo in una qualche mescolanza, fatta di queste tre cose ma anche d’altro. Forse il tutto deriva dal non aver avuto una formazione tradizionale e mirata in campo artistico: sono cresciuto convinto di fare altro, di volermi dedicare alla scienza e alla ricerca. Ma mentre seguivo quella strada mi sono reso conto di non poter rinunciare a perseguire con determinazione un percorso musicale, teatrale, di cantastorie.

www.inoui.lu

www.passaparola.info Peppe Voltarelli, folk singer calabrese, vincitore del Premio Tenco 2010 per il Miglior Album in dialetto, sarà in concerto sabato 26.3 al Ristorante del Circolo Ricreativo e Culturale «Eugenio Curiel». Prenotazione obbligatoria al 491750. Evento PassaParola asbl. Peppe sarà ospite di VOICES in diretta il 26.3 dalle 10.00 alle 11.30

Concerto 31 marzo, 1 e 2 aprile ore 20 al café-concert-théâtre Inouï di Redange. Con Riccardo Battisti (Piano), Massimo Greco (Mandoline), Massimiliano Dragoni (Percussion), Enrico Fink (Vocals). Prezzo: 25 euro. Enrico Fink sarà in diretta a VOICES il 2 aprile alle 10.00

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/ PASSAPAROLE /

LUCIANA PERCOVICH femminismo illuminato PERCHÉ NEL MONDO C’È UNO SQUILIBRIO DOVUTO ALLA SUPREMAZIA DEL MASCHILE SUL FEMMINILE? LO CHIEDIAMO A Luciana Percovich, UNA DELLE MAGGIORI STUDIOSE DI SPIRITUALITÀ FEMMINILE Perché il paradigma patriarcale è così difficile da rovesciare? Perché si regge su un immaginario che si è costruito nel corso degli ultimi sanguinosi millenni, spacciandosi come unico rimedio alla barbarie dello stato “primitivo”, come unico sistema capace di guidare l’umanità verso il “progresso”, come unica risposta possibile davanti alla paura che la potenza della natura e del femminile incute nei maschi che,

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incapaci di dare la vita attraverso il loro corpo, hanno fatto del dare la morte la leva del loro potere. Nel tuo libro “Oscure madri splendenti” (Venexia, 2007) c’è un lavoro di recupero delle origini del sacro femminile. Che cosa ha significato per noi donne la formalizzazione della dimensione spirituale da parte delle religioni storiche?

Testo / Sonia Sion Foto / Luciana Bonassola

Non siamo solo state private della libertà di decidere dei nostri corpi, di seguire i ritmi della nostra sessualità, di esprimere le nostre inclinazioni e vocazioni, di muoverci liberamente e senza paura, ma abbiamo subito il furto della nostra anima. E mentre il sacro era qualcosa che ognuna/o poteva esprimere nel corso della propria giornata attraverso la ritualità legata al cibo, alla danza, alle occupazioni “creative” e, collet-


/ PASSAPAROLE /

tivamente, nel corso dei passaggi stagionali o delle fasi diverse della vita, la nascita delle religioni ha significato la creazione di una casta di addetti al sacro, unici legittimi attori e detentori delle conoscenze sulla vita, la morte e l’aldilà. Desacralizzazione della vita quotidiana e passivizzazione della gente sono stati i suoi nefasti corollari. Qual è la tua opinione riguardo al tema ecologico? Sono assolutamente convinta che se non si corregge l’evidente squilibrio in atto tra energie femminili e maschili (che non coincidono, si badi bene, con femmine e maschi, ma permeano femmine e maschi), rispettivamente orientate alla conservazione e alla cura le prime e allo sfruttamento e allo sperpero le seconde, ci si avvia verso un esito negativo dell’esperimento umano. Attraverso una crescita mostruosa della sofferenza. Creare e distruggere sono le due forze che agiscono nel cosmo e nei momenti di equilibrio tra le due nascono le galassie,

Attiva nel movimento delle donne fin dagli anni ‘70, Luciana Percovich ha tenuto corsi per la Libera Università delle Donne di Milano, diretto collane di saggistica e scritto su varie riviste occupandosi di medicina delle donne, scienza, antropologia, mitologia e spiritualità femminile. Tra le sue pubblicazioni, La coscienza nel corpo. Donne, salute e medicina negli anni Settanta, (Franco Angeli, 2005); Oscure Madri Splendenti. Le radici del sacro e delle religioni, (Venexia, 2007) e Colei che dà la vita, Colei che dà la forma. Miti di creazione femminili, (Venexia, 2009).

i mondi, la vita. A livello cosmico la scomparsa di una specie o di un pianeta è perfettamente normale, ma non è così se misuriamo gli eventi su scala umana. La coscienza che l’umanità ha sviluppato dovrebbe essere lo strumento per una ricerca consapevole dell’equilibrio, dentro e fuori di noi; attualmente ci troviamo in un momento di scontro decisivo, tra disperazione e speranza.

Quale progetto curi per la collana “Le civette Saggi ” di Venexia? A partire dall’inizio degli anni Settanta, nei paesi di cultura anglosassone si è sviluppato un filone di ricerche sulla dimensione femminile della spiritualità, che ha visto coinvolte teologhe, antropologhe e studiose del mito. Sono stati pubblicati numerosi testi di grande valore, quasi interamente ignorati dall’editoria italiana. Viceversa, hanno trovato accoglienza libri di più facile consumo i cosiddetti New Age e che hanno ben poco in comune con il lavoro delle donne sulla spiritualità. La collana “Le Civette Saggi” di Venexia cerca di riempire questo vuoto e di dare spazio anche alle ricerche italiane. Testi come quello di Mary

Daly e di Marija Gimbutas sono le pietre miliari di questo filone. Nel libro di Miranda Shaw “Illuminazione Appassionata”, che hai curato per Le civette Saggi (2010), si parla della sessualità come forma di conoscenza e strumento per la realizzazione spirituale. Che ruolo hanno avuto le donne ? Sono state le prime maestre che hanno insegnato ai discepoli maschi la via per raggiungere quella conoscenza “illuminata” che oggi si fa risalire a un qualche grande maestro di sesso maschile. Proprio sulla loro autorevolezza e libertà sessuale poggiavano la capacità di vedere le cose da un punto di vista più alto e più compassionevole della limitatezza umana e il loro insegnamento su come trasformare le emozioni negative e violente, che fanno parte di noi, in speranza e ricerca di sintonia con i ritmi delle grandi energie vitali: cioè in “nettare divino”. Perché le donne, per il loro essere soglia tra la vita e il non-essere, sono naturalmente e appassionatamente “illuminate”, mentre ogni uomo necessita di un lungo cammino di ricerca e di lavoro su di sé per raggiungere quello stesso stato.

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/ FEMMINILE PLURALE /

Donne italiane strappate all’oblio

Testo / Marina Moretti

LA STORIA SPESSO È LA STORIA DEI VINCITORI, PERCHÉ SONO LORO CHE SI SONO GUADAGNATI LA POSSIBILITÀ DI IMPRIMERE IL LORO PUNTO DI VISTA SU CARTA, TRAMANDANDOLO AI POSTERI E, DAL PUNTO DI VISTA “DI GENERE”, I VINCITORI SONO GLI UOMINI. COME DICE Elena Doni, LA STORIA ITALIANA È SCRITTA IN MASSIMA PARTE DAGLI UOMINI E QUINDI, SPESSO, LE DONNE SONO RELEGATE AI MARGINI. CON LA CONFERENZA DEL 9 MARZO PROSSIMO, DAL TITOLO «L’UNITÉ D’ITALIE EST AUSSI UN AFFAIRE DE FEMMES», SI VUOLE ALZARE IL SIPARIO SU VICENDE DIMENTICATE, CHE HANNO VISTO IL SESSO DEBOLE GUADAGNARSI UN POSTO DI PRIM’ORDINE NEL PROCESSO CHE HA PORTATO ALL’UNITÀ D’ITALIA

Nell’ambito delle celebrazioni per i

150 anni dell’Unità di Italia, l’Abbazia di Neumuenster aprirà le porte, il 9 marzo prossimo, ad una conferenza organizzata dall’ IICL sul ruolo avuto dalle donne nel processo di unificazione. Si è deciso di affrontare il Risorgimento italiano dal punto di vista di chi ha contribuito, nel silenzio, a scrivere le nostre vicende nazionali, ridando voce a tante donne a cui è stata sottratta l’esistenza storica. In questo percorso di riscoperta saremo guidati dalla giornalista dell’Unità Elena Doni e dalla scrittrice italo - lussemburghese Patrizia Debicke.

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Cristina di Belgioioso

Proprio questo è stato anche il movente che ha spinto la Doni a collaborare al libro “Le donne del Risorgimento”, in uscita il 17 marzo. Nelle parole della sua autrice il libro vuole “sottolineare l’imponente partecipazione delle donne al Risorgimento, i vasti riconoscimenti che ne ebbero al tempo e l’incredibile cortina di silenzio poi calata su di loro”. Durante il suo intervento, la Doni ci spiegherà i processi che hanno condannato queste figure all’oblio, soffermandosi su alcune di esse che, diverse per estrazione sociale e censo, contribuirono alle lotte per l’Italia libera. Tratterà il profilo di


/ FEMMINILE PLURALE /

Cristina di Belgioioso e di Antonietta De Pace e si soffermerà su Colomba Antonietti, morta a 23 anni durante l’assedio francese di Roma e su Jessie White Mario, “l’inglese che amava l’Italia (e la sgridava)”. La scrittrice Patrizia Debicke ha deciso di sviluppare il suo intervento attorno a tre figure: Virginia Oldoini, Clotilde di Savoia e Maria Sofia Wittelsbach. Le prime due, entrambe piemontesi, “sono legate a doppio filo con l’ambiente liberale che dominò in Italia e Francia a metà 800 ed entrambe sono, in modo diverso, pedine di un gioco maggiore internazionale, che vede Napoleone III e Cavour tra i burattinai” come ci anticipa la scrittrice a PassaParola. La terza figura femminile scelta è dall’altra parte della barricata; infatti Maria Sofia delle Due Sicilie in mezzo alle mine e sugli spalti delle mura ha incitato i soldati che combattevano i Savoia. Rileggendo la storia di queste donne coraggiose e fiere ci chiediamo se c’è qualche cosa che noi donne del 2011 potremmo da loro imparare. Ecco la risposta della Debicke: “Forse il coraggio che le costrinse a mettersi in gioco pericolosamente e l’indipendenza di

pensiero. Noi crediamo di avere maggiore libertà di allora, ma forse un eccesso di conformismo, appiattito su schemi precostituiti, non concede margine di giudizio individuale, senza contare che la vita attuale ci condiziona in tempi, spazi angusti e binari rigidi dove spesso è più difficile esprimere sé stesse”. Se è vero che guardarsi indietro è l’unico modo per andare avanti acquisendo una più piena coscienza di sé, allora dovremmo accorrere numerose alla conferenza per poter ridisegnare oggi, attraverso l’esperienza di quelle sconosciute che ci hanno preceduto, la nostra consapevolezza sociale, che da tante parti oggi viene minacciata.

Patrizia Debicke sarà ospite telefonica di VoicesbyPassaParola sabato 5 marzo su Radio Ara (103.3 e 105.2 e in streaming su www.ara.lu) nell’ambito della trasmissione dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia

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/ AGENDA /

I CELTI – DRUIDI, PRINCIPI GUERRIERI, LA VITA DEI CELTI NELL’ETÀ DEL FERRO, 2500 ANNI FA La Völklinger Hütte, patrimonio UNESCO, ospita fino a maggio la mostra sul mondo dei Celti. La Grande-Region (Saarland, Renania Westfalia, Lussemburgo e Belgio) era, 2500 anni fa, il centro della cultura celtica. Per la prima volta vengono presentati su una superficie di oltre 6000 m2 ben 1.650 oggetti che provengono da tutto il mondo e che sono stati dati in prestito da ben 40 musei europei tra cui Copenhagen, Berlino, Londra, Vienna e Hallein. Una ricostruzione interattiva della prima, vera cultura europea. Per maggiori informazioni: visit@voelklinger-huette.org Orari e prezzi: 20/11/2010-22/05/2011, tutti i giorni dalle ore 10:00 Biglietti: Normale €12, Ridotto €10, Famiglie (2 adulti + bambini) € 25 (E.C .)

Tante altre notizie disponibili giorno per giorno sul nostro sito alla voce AGENDA ed ogni sabato mattina in diretta a VOICES BY PASSAPAROLA (Radio Ara - 103.3/105.2)

www.passaparola.info

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L’OMAGGIO FERRARI Quest’anno per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, accanto alla tradizionale camicia garibaldina possiamo vantarci di un altro simbolo rosso: la nuova “testa” della Ferrari, battezzata per l’occasione inizialmente F150, poi F150th Italia. Il mitico Cavallino Rampante ha inaugurato pubblicamente la sua cinquantasettesima creazione il 28 gennaio scorso, a Maranello, in diretta sulla televisione italiana e sul sito ufficiale della Scuderia. Il team Ferrari, come dichiara lo stesso Stefano Domenicali, pur essendo composto da persone di orizzonti molto diversi, rappresenta l’Italia in tutto il mondo. E quest’anno rende omaggio alla nazione sbandierando il tricolore sullo spoiler posteriore nonché sui fianchi della nuova monoposto! Le particolarità del gioiellino sono il muso (più rialzato rispetto alla precedente F10) e un’innovata concezione aerodinamica. La F150th Italia, meno attraente dei modelli precedenti, ma piú competitiva, ha raggiunto i risultati sperati durante i primi test di prova effettuati da Fernando Alonso e da Felipe Massa. Entrambi i piloti ribadiscono di essere pronti all’assalto per rimpiazzare la Rossa sul podio più alto ai Mondiali. (Elisabetta Fatichenti)

MONICELLI TRA DI NOI E’ morto a Roma lo scorso 29 novembre il regista viareggino Mario Monicelli, icona della commedia italiana. L’IICL gli dedica una retrospettiva. Tra i film: Casanova (15 marzo ore 18.30); L’armata Brancaleone (22 marzo, ore 18.30); Cari fottutissimi amici (29 marzo, ore 18.30). Il 12 aprile chiuderà la retrospettiva la conferenza del professore Simone Starace, esperto di cinematografia dell’Università di Siena. Presso la Biblioteca dell’IICL (15, rue St Ulric - Luxembourg-Grund) Prenotazione obbligatoria Tel. 2522741 L’UNITÀ DELL’ITALIA ALDILÀ DELLE CELEBRAZIONI L’Ambasciatore Raffaele de Lutio ha scelto il 17 marzo data cruciale per la storia dell’Unità d’Italia, quando nel 1861 Cavour firmò la legge che proclamava il Regno d’Italia, per tenere una conferenza sul processo unitario con un approccio originale, aldilà dei cliché trionfalistici e delle retoriche nazionalistiche. In collaborazione con l’Università di Lussemburgo presso il Bat. des Sciences; Salle BS 0.03 (162 A, Avenue de la Faiancerie), ore 19.00. Si consiglia la prenotazione: segreteria.iiclussemburgo@esteri.it


/ AGENDA /

ALESSANDRO MAGNO L’IMMORTALE: IL MITO, LA REALTÀ, IL VIAGGIO, L’EREDITÀ. Nessun sovrano dell’antichità è in grado di risvegliare la nostra fantasia quanto Alessandro Magno (356-323 a.C.) e nessun altro sovrano ha assunto un valore paradigmatico come « l’immortale ». L’esposizione che l’HERMITAGE di Amsterdam gli dedica fino al 18 marzo inizia con il mito (raffigurazioni, dipinti, arazzi), prosegue illustrando la realtà del suo Paese natale, la Macedonia, i suoi maestri e i suoi ideali. La parte più importante di questa realtà è il viaggio, la grande spedizione in Oriente. Alessandro Magno percorse più di 30 000 km in poco più di dieci anni, impegnando una forza bellica di circa 50 000 uomini. Un’impresa straordinaria se si pensa che egli sottomise questa estesissima area in un periodo di undici anni e che salì al trono a soli vent’anni. Nella letteratura egli è rappresentato come un brillante condottiero che non conosce rivali in fatto di audacia e intuito strategico, ma anche come un megalomane, preda dell’alcool e degli eccessi d’ira. Una sezione importante dell’esposizione è dedicata all’influenza che il mondo greco esercitò sulle altre culture. Ed infine la mostra tratta l’eredità di Alessandro: dai rilievi di Pamira, passando per il famoso cammeo dei Gonzaga, fino al film di Oliver Stone del 2003. www.hermitage.nl

RAPPORTO OSSIGENO: PIÙ DI 400 I GIORNALISTI MINACCIATI E’ stato presentato a fine gennaio il Rapporto Ossigeno 2010 sui cronisti minacciati, realizzato dall’Ordine dei giornalisti e dalla FNSI. I dati suonano più che allarmanti: 78 sono le intimidazioni accertate, di cui 54 individuali e 24 rivolte ad intere redazioni. In tutto i giornalisti coinvolti sono più di 400 e Calabria, Lazio, Sicilia, Campania e Lombardia le regioni maggiormente colpite. Nel rapporto curato dall’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione vengono inoltre evidenziate le modalità di minaccia più utilizzate dalle organizzazioni criminali per censurare i giornalisti. Al primo posto ci sono le intimidazioni verbali o scritte con 34 casi, seguono denunce e azioni legali a quota16, 15 sono i danneggiamenti e 13 le aggressioni fisiche. Questo fenomeno non fa distinzione di “contratto”: infatti sono 52 i giornalisti minacciati che hanno un posto fisso, 18 i precari e 8 quelli con altre forme di rapporto lavorativo.

ESPOSIZIONI E CONFERENZE SULLA (Roberto D’Amico) www.fonds-belval.lu FUTURA CITTÀ DELLA SCIENZA, DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE DI BELVAL Proprio sulle vestigia degli altiforni, attorniata da centri di ricerca, abitazioni, commerci, parchi ed inserita nel contesto del distretto universitario, nascerà la Città della Scienza, progetto faro della riconversione industriale dell’ex polo dell’acciaieria del sud del Paese. La Città della Scienza sarà costituita da una serie di edifici tematici (polo dell’insegnamento, polo dell’innovazione, polo sociale, polo del diritto…) che diventeranno il cuore pulsante dell’Università di Lussemburgo. Per ora è stato aperto il centro di documentazione installato di fronte alla Rockhal, in un ex edificio industriale, il cosidetto massenoire, che accoglie un’esposizione dedicata al progetto che svela lo stato dei lavori, la pianificazione e lo sviluppo urbano della nuova infrastruttura. Entrata libera dal mercoledì al venerdì dalle 12 alle 19, sabato dalle 10 alle18. Chiuso da domenica a martedì. Visite guidate per gruppi su richiesta (tel: 26840-1). Nell’ambito del Fonds Belval ed in collaborazione con Fondation de l’Architecture et de l’Ingénierie Luxembourg è prevista una conferenza sulla riconversione di una zona commerciale in zona urbana dell’architetto Aurélie Husson, il 30 marzo ore 19.15, al Pavillon Skip, 10, rue Henri Koch, Esch-Raemerich.

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/ AGENDA /

100mo COMPLEANNO La giornata internazionale delle donne, comunemente definita “FESTA DELLE DONNE”, compie 100 anni. Durante la II conferenza internazionale delle donne socialiste (27 Agosto 1910), a cui parteciparono oltre 100 delegate provenienti da 17 paesi, fu deciso di introdurre una giornata dedicata alle donne. La prima volta venne festeggiata il 19.03.1911 in Germania, Danimarca, Austria e Svizzera. Oltre un milione di donne manifestarono per ottenere il diritto di voto attivo e passivo. Nel 1921 la data venne spostata all’8 Marzo in memoria del ruolo delle donne nella rivoluzione del febbraio del 1917. La giornata viene festeggiata a livello internazionale a partire dal 1922. (E.C.)

ESPATRIATI. CHI SIAMO E QUANTI SIAMO? Per ora è solo un progetto, ma sta prendendo forma giorno dopo giorno. La tavola rotonda (prevista per il 25 maggio) sui talenti in fuga comincia con un sondaggio che italiani.lu, PassaParola Magazine, la Libreria italiana e il Circolo Curiel stanno lanciando a tutti i nuovi espatriati italiani che arrivano in Lussemburgo. Info su www.italiani.lu e la pagina facebook Invitati, tra gli altri : Claudia Cucchiarato, autrice di Vivo Altrove, che è stata ospite radiofonica di Voices by PassaParola lo scorso 24 ottobre; Luca Boscolo, cofondatore del progetto VIA-Academy. Partecipate numerosi. Le vostre storie ci serviranno per avere una base di dati da cui partire. Per info e contatti: info@passaparola.info, info@italiani.lu www.italiani.lu

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DIRITTI CIVILI E PARTECIPAZIONE: AL VIA LE CONSULTAZIONI CITTADINE DI EUROPEAN ALTERNATIVES Saranno 18 le città europee coinvolte. Il 29 gennaio è stata la volta di Londra, il 5 febbraio di Roma e il 19 febbraio quella di Jessi, in Romania. Il 19 marzo sarà la cittadina bulgara di Stara Zagora ad ospitare una consultazione. I Diritti Civili dovrebbero essere una prerogativa garantita dallo Stato al cittadino. Ma è realmente così? Per far luce sulla questione European Alternatives ha organizzato People Power Partecipation, una lunga serie di consultazioni cittadine nel corso delle quali verranno affrontate diverse tematiche: dai diritti dei Rom a quelli sociali e dei lavoratori, dalla lotta al crimine organizzato fino alla libertà di informazione. Proprio quest’ultimo tema è stato al centro della consultazione che si è svolta a Roma il 5 febbraio scorso. Un diritto inalienabile, sancito in ogni costituzione democratica che rischia di essere soverchiato dal potere politico o da quello industriale. Il caso italiano è tristemente paragonabile a quello rumeno o bulgaro, ma anche i capisaldi della democrazia europea come Francia e Gran Bretagna iniziano a scricchiolare. Hanno portato la loro testimonianza Eva Simon della Hungarian Civil Liberties Union e Granville Williams, giornalista anglosassone autore di libri e di rapporti sul monopolio dei media in Europa. I tavoli tematici sono quattro: Media representation, pressioni sui giornalisti da parte di poteri politici ed economici, pluralismo e concentrazione mediatica, sfera pubblica e contropotere. (Roberto D’Amico)

www.euroalter.com


Una Pasqua di tutto riposo al 2 Campanili Relais

LA SORPRESA DI PASQUA? SI TROVA NELLA CAMPAGNA MARCHIGIANA, FRA NATURA, ARTE, BENESSERE E BUONA TAVOLA. ACCOLTI NELLA CORNICE PITTORESCA E SUGGESTIVA DI UN ALBERGO DIFFUSO

Per una Pasqua di relax e sapori tipici l’ appuntamento è nelle Marche, circondati dalle colline dell’entroterra pesarese, fra vicoli ciottolati e case antiche dell’antico borgo Montemaggiore al Metauro (Pu). E’ qui che sorge il 2 Campanili Relais, primo albergo diffuso della regione, che in occasione della Pasqua propone ai suoi ospiti uno speciale “pacchetto”, che coniuga suggestioni benessere a piaceri del palato. Il 2 Campanili Relais si compone di 35 camere ricavate nelle varie casette che si snodano fra i vicoli dell’antica contrada, ristrutturate nel pieno rispetto di materiali e stile d’origine. Negli arredi interni spiccano mobili in arte povera, letti in ferro battuto, biancheria di lino, antiquariato rustico. Il “Relais” ha anche un piccolo centro benessere ed una “tisaneria”. La prima colazione è a base di prodotti caserecci. Per il pranzo e la cena l’indirizzo è quello del ristorante “Palazzo della Rovere”, dove lo chef rielabora ad arte le ricette del territorio: pietanze come passatelli, formaggio di Fossa, tagliatelle al ragù di anatra, tartufo (fra le tante) si accompagnano ai vini della zona. Uno per tutti l’ottimo Bianchello. Nelle immediate vicinanze del paese sono inoltre numerose le mete per gli amanti dell’arte e della natura.

Il pacchetto di Pasqua comprende: Due notti in camera doppia e piccole colazioni “pasquali” Una cena per due persone con cucina tipica marchigiana Un pranzo con menù “pasquale” per due persone Una cena al sapore del tartufo Percorso benessere: piscina idromassaggio e sauna Al costo di € 245,00 per persona Notte supplementare, solo camera e prima colazione: € 50.00 per persona

2 Campanili Relais

Via Panoramica, 2/A - 61030 Montemaggiore al Metauro (PU) Tel. 0721 892301 Fax 0721 878420 info@duecampanili.it

www.duecampanili.it

Il pacchetto è valido dal 22 al 25 Aprile 2011

pubbliredazionale

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/ EUROPARLIAMONE /

Dignità e tutela del lavoro domestico Il Comitato economico e sociale europeo raccomanda la professionalizzazione di questo tipo di lavoro Testo / Daniele Rossini

DONNE DELLE PULIZIE O DOMESTICHE A ORE, BAMBINAIE, BADANTI, COLLABORATRICI DOMESTICHE ... TUTTE QUESTE FORME DI OCCUPAZIONE, ESCLUSIVAMENTE FEMMINILI, NON SONO ANCORA RICONOSCIUTE COME PROFESSIONI A PIENO TITOLO, ANCHE PERCHÉ SI TRATTA DI LAVORI CHE LE CASALINGHE SVOLGONO DEL TUTTO GRATUITAMENTE

Mentre l’Organizzazione interna-

zionale del lavoro (OIL) sta studiando come garantire un impiego dignitoso per i lavoratori domestici, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sottolinea l’importanza della professionalizzazione delle attività di servizio alla persona, non solo per l’uguaglianza tra uomini e donne, ma anche per la crescita economica. Si è perciò attivato per elaborare uno specifico parere su «La professionalizzazione del lavoro domestico».

accanto ad altre colleghe, ma in isolamento dietro la porta chiusa di un domicilio privato. Il loro lavoro non mira a produrre valore aggiunto, ma a fornire servizi e assistenza a milioni di famiglie. Il lavoro domestico quasi sempre prevede mansioni equiparabili a quelle, non remunerate, che le donne svolgono tradizionalmente nelle loro case, il che spiega perché è sottopagato e, spesso, rientra nella tipologia del lavoro informale e realizzato “in nero”.

L’OIL ha denunciato in un suo rapporto che in molti paesi il lavoro domestico retribuito rimane una forma di occupazione virtualmente invisibile. Esso non si svolge in una fabbrica o in un ufficio, ma nelle case di soggetti privati. I lavoratori retribuiti per effettuarlo non sono uomini che si guadagnano il pane per sostenere la famiglia, ma in stragrande maggioranza donne che non lavorano

Il lavoro domestico viene svolto in condizioni precarie e non è adeguatamente retribuito per una serie di motivi: perché non ne viene riconosciuto il valore, dato che si tratta di mansioni svolte tradizionalmente e gratuitamente dalle casalinghe; perché è un’attività svolta da donne che lavorano da sole, generalmente presso più datori di lavoro, le quali, diversamente dai lavoratori

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dipendenti delle imprese, non hanno la possibilità di organizzarsi collettivamente, scioperare o bloccare la produzione per sostenere le proprie rivendicazioni; perché il luogo di lavoro è un domicilio privato, il che rende impossibile qualsiasi tipo di controllo; e, infine, perché spesso viene realizzato da lavoratrici migranti irregolari, prive di qualsiasi diritto. Negli Stati membri dell’UE, benché le disposizioni in vigore non escludano i lavoratori domestici dalle norme generali di diritto del lavoro, in pratica esse si applicano assai di rado nei loro confronti. I datori di lavoro privati non si premurano


/ EUROPARLIAMONE /

di una normativa sui licenziamenti o la cessazione del rapporto di lavoro, la possibilità di adire le vie legali in caso di abusi; ed ancora: un accesso concreto alla formazione professionale e a una vera e propria progressione della carriera, come avviene per le altre professioni. La diffusione dei contratti di lavoro

offrirebbe garanzie sia ai lavoratori che ai datori di lavoro. Il CESE invita pertanto gli attori europei, gli Stati membri e le parti sociali a intraprendere azioni idonee a tutelare i diritti di questa categoria di lavoratori e a garantire loro condizioni di lavoro adeguate.

Cos’è il CESE di informarsi adeguatamente sui loro obblighi e responsabilità. Le lavoratrici domestiche sono isolate e fanno quindi fatica ad organizzarsi. Il parere del CESE (vedi box) riguarda il lavoro domestico retribuito svolto nelle abitazioni di e per soggetti privati, incluse le faccende domestiche, la cura dei bambini e altri servizi di assistenza alla persona. Dal momento che questo particolare tipo di occupazione non solo riguarda un numero sempre maggiore di soggetti ma presenta oltretutto una sua specifi-cità, è opportuno, ritiene il CESE, che esso sia «professionalizzato» e disciplinato da normative che tengano conto di tali caratteristiche.

Il Comitato economico e sociale europeo - CESE è un organo consultivo dell’Unione europea. Istituito nel 1957 dal Trattato di Roma, fornisce consulenza qualificata alle maggiori istituzioni dell’UE (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo) attraverso l’elaborazione di pareri sulle proposte di leggi europee e si esprime inoltre con pareri elaborati di propria iniziativa su altre problematiche che a suo giudizio meritano una riflessione. I membri del CESE rappresentano un ampio ventaglio di interessi economici, sociali e culturali nei rispettivi paesi. All’interno del Comitato sono divisi in tre gruppi: “Datori di lavoro”, “Lavoratori” e “Attività diverse” (agricoltori, consumatori, ambientalisti, associazioni delle famiglie, ONG ecc.). In questo modo costituiscono un vero e proprio ponte tra l’UE e le organizzazioni della società civile degli Stati membri.

www.eesc.europa.eu

«Professionalizzare» significa offrire ai lavoratori domestici diritti e tutele equivalenti a quelli di coloro che lavorano in ufficio o in fabbrica; assicurare un salario dignitoso; definire un orario di lavoro settimanale; introdurre la possibilità di usufruire di periodi di ferie retribuite; garantire il rispetto delle norme di igiene e di sicurezza, il diritto a una pensione dignitosa, la tutela della maternità, i congedi retribuiti per malattia, le indennità di invalidità, l’esistenza

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