Fondazione
Cerere
2013
Pastificio
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A Pino Casagrande, che ha fatto dell'arte la sua vita, e che con intelligenza e passione ha trasmesso il suo entusiasmo a tutti noi.
Fondazione Pastificio Cerere PRESIDENTE Flavio Misciattelli DIRETTORE ARTISTICO Marcello Smarrelli Curatore in residenza 2013 Alessandro Dandini de Sylva Artisti Residenti IV EDIZIONE PREMIO 6ARTISTA Helena Hladilová Davide Stucchi COORDINAMENTO PROGETTI Claudia Cavalieri Francesca Pellicci STAGISTI Alessandra Addante Diletta Babino Francesca De Angelis Emanuela Pigliacelli Valentina Spinoso Web Designer Monica Costa Rodolfo De Mattei Ufficio Stampa Ludovica Solari China press office
Indice
Si ringraziano: Luce Misciattelli, Piero e Marzia Misciattelli, Sveva Misciattelli, Mario e Gaia Fani Ciotti, Iacobella Gaetani, Gelasio Gaetani, Maria Aurora Misciattelli, Alessandra Paparozzi, Mario Spoletini, Giuseppe Servoli, Ottavio Celestino, Giovanna Castelli, Dario Zerboni, Benedetta Torino, Chiara Caporilli, Barbara Gasperini, Mario Codognato, Mirta D’Argenzio, Incontri Internazionali d’Arte, Nunzio, Ginevra Elkann, Bartolomeo Pietromarchi, Ilaria Gianni, Luca Lo Pinto, Federica Guida, Gabriella Lonardi Buontempo, Elsa Peretti, Stefano Palumbo, Antonella Dentamaro, Nicola Zingaretti, Elisabetta Maggini, Dario Marcucci, Paolo e Lisa Paglia, Sauro Radicchi, Marcello Coltellini, Antonio Tocco, Maria Alicata, Giorgio Galotti, Stefano Franchetti e Ileana Florescu, Alessandro Campanozzi, Anna D’Amelio, Deborah Carè, Chiara Ciucci Giuliani, Marco Bibi, Morena Innocenzi, Massimo De Rossi, Giuseppe Gerace, Agnese Micozzi, Marco Bagazzini, Martina Cicogna E inoltre: Civita, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma, Fondazione Nando Peretti, Spazio Cerere, Municipio Roma III, Vocazione Roma, sguardo contemporaneo, Strato, Fondazione Roma, Camera di Commercio di Roma, Fondazione Fotografia, Galleria Emilio Mazzoli, Melting Pro, Open House Roma, Blu di Prussia, Vocazione Roma, A-lab, Re Manfredi, La Situazione Act Giovanni Attili, Alberto Bianco, Laura Calderoni, Lorenzo Castore, Giuliano Catalli, Pippo Ciorra, Maria Elena Ciullo, Marta Colombo, Matteo Costanzo, Costanza Craveri, Stefano Crudi, Veronica Crudi, Arianna D’Amato, Emanuele De Raymondi, Alessandro Di Liegro, Marina Engel, Gian Piero Frassinelli, Marco Galofaro, Federico
Giangrandi, Sabina Guidotti, Zaira Magliozzi, Simona Marino, Gerardo Marmo, Luca Molinari, Paolo Montrone, Luca Montuori, Livia Morellini, Giulia Mura, Alessandro Nalli, Violetta Rogai, Michele Salvaneschi, Giuliana Sibilia, Rosanna Tripaldi, Casale del Giglio, Nespresso, Martini, E tutti gli artisti COORDINAMENTO EDITORIALE Claudia Cavalieri Emanuela Pigliacelli PROGETTO GRAFICO Niccolò Mazzoni TRADUZIONI Tijana Mamula Josep Peñarroja Tris Bruce CREDITI FOTOGRAFICI Roberto Apa Gianfranco Bombaci Alessandro Dandini de Sylva Alessandro Cicoria Franscesco Eramo Valentina Fiore Brunella Iorio Hana Jung Paolo Landriscina Davide Leonardi Mario Martignetti Simona Merra Thomas Munns Strato STAMPA CTS grafica
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Introduzione
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La Fondazione Pastificio Cerere
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IV Edizione del Premio 6ARTISTA: Davide Stucchi / Helena Hladilová
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Curatore in residenza 2013: Alessandro Dandini de Sylva
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pastificio_lab
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pastificio_arch
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Programmazione 2013
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Ettore Favini: Verdecuratoda…voi
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Ghitta Carell e il potere del ritratto
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Stefano Graziani: Conversazioni notturne / Late night conversations
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Enrico Boccioletti: Palinopsia
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Carmelo Baglivo: Disegni corsari
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Il rituale del serpente
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Davide Stucchi / Helena Hladilová
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pastificio_lab
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hour interview
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W.I.P. Work in Process
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Fotografie in Scatola – Photo Circus PoGoVic
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Pablo Mesa Capella: Cartes de visite. Materia sensibile
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pastificio_ARCh
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Vietato l’ingresso by HANASI DESIGN
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Il teatro dei burattini By 2A+P/A
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English Texts
La Fondazione Pastificio Cerere IV Edizione del Premio 6ARTISTA: Davide Stucchi/Helena Hladilovรก Curatore in residenza 2013: Alessandro Dandini de Sylva pastificio_lab pastificio_arch
Introduzione
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Introduzione
La Fondazione Pastificio Cerere
La Fondazione Pastificio Cerere nasce a Roma nel 2004 per volontà del suo presidente, Flavio Misciattelli, con l’obiettivo di promuovere e diffondere l’arte contemporanea, attraverso lo sviluppo di rapporti e di relazioni con enti pubblici e privati, istituzioni culturali nazionali ed estere. La Fondazione sorge all’interno del Pastificio Cerere, un’ex fabbrica di pasta diventata celebre negli anni Ottanta come sede del “Gruppo di San Lorenzo”, di cui hanno fatto parte Nunzio, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli. Ancora oggi, gli spazi dell’ex stabilimento industriale ospitano studi d’artista, gallerie d’arte, scuole di fotografia e studi di grafica. La Fondazione realizza e promuove progetti formativi e programmi di residenze dedicati a giovani artisti e curatori, insieme a un ricco programma di mostre, conferenze, workshop e studio visit. La formazione è il trait d’union delle attività promosse dalla Fondazione che punta a mettere in atto progetti che coinvolgano un pubblico ampio ed eterogeneo, grazie a una programmazione diversificata e alla presenza dell’archivio che raccoglie testi di documentazione e ricerca, testimoniando il grande patrimonio culturale che anima da più di trent’anni la vita dell’ex Pastificio. Uno degli obiettivi principali della pro-
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grammazione artistica è quello di stabilire un dialogo particolare con gli studenti che abitano e vivono il quartiere di San Lorenzo, storicamente e fortemente legato all’università degli studi di Roma “La Sapienza”, che si trova a pochi passi dalla sede della Fondazione. Direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere è Marcello Smarrelli.
Riccardo Previdi, Black Hole Sun, 2010, cortile Fondazione Pastificio Cerere
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Introduzione
IV edizione del Premio 6ARTISTA Davide Stucchi/ Helena Hladilová
Tra i progetti formativi ideati dalla Fondazione Pastificio Cerere spicca il Premio 6ARTISTA. Istituito nel 2009 insieme all’Associazione Civita, e sostenuto da Fondazione Roma e Camera di Commercio, il Premio 6ARTISTA è un programma di residenze per due giovani artisti under 30 che vivono in Italia, a cui si può accedere partecipando a un open call. Il progetto nasce dal desiderio di sopperire a una mancanza evidente nella città di Roma, dove a fronte di un grande numero di residenze per artisti stranieri, erano rare le possibilità di residenze per artisti italiani. Il Premio 6ARTISTA, da una parte recupera l’atmosfera di quella che storicamente era la funzione dell’ex Pastificio, come luogo di produzione e di diffusione dell’arte contemporanea, dall’altra crea una via alternativa a quella istituzionale per incentivare la rete di contatti tra i giovani artisti e il sistema dell’arte contemporanea. Dalla seconda edizione del premio, l’internazionalizzazione delle residenze e l’attivazione di partenariati e di accordi con istituti culturali di primo piano che si occupano di formazione e promozione culturale, permettono ai vincitori di risiedere per tre mesi a Parigi presso la Cité Internationale des Arts, grazie alla collaborazione con gli Incontri Internazionali d’Arte di Roma.
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Il Premio 6ARTISTA si avvale inoltre della partnership del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma, che ospita le mostre di fine residenza dei due artisti vincitori. I vincitori della IV Edizione del Premio sono Davide Stucchi e Helena Hladilová. DAVIDE STUCCHI (1988, vive e lavora a Milano). Ha studiato a Milano presso l’Accademia di Belle arti di Brera e presso la Royal Academy of Fine Art di Anversa in Belgio. Dal 2011 è co-fondatore e co-curatore dello spazio espositivo Gasconade a Milano. Nel 2012 vince il premio Dior As Seen By, La Triennale, Milano. Nel 2013 è finalista per la Nona Edizione del Premio Furla per l’Arte, Bologna. Mostre personali: Caffè Perù, Roma, 2013; Spazio Cabinet, Milano, 2012. Mostre collettive: guest, Roma, 2013; abc, Berlino, 2013; Shanaynay, Parigi, 2013; Federica Schiavo Gallery, Roma, 2012; Galleria d’Arte Moderna, Milano, 2012; 1m3, Losanna, Svizzera, 2012.
HELENA Hladilová (Repubblica Ceca,
1983, vive e lavora a Roma). Formatasi alla Facoltà di Belle Arti dell’Università VUT, Brno; all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dal 2008 è co-fondatrice e co-curatrice dello spazio espositivo GUM studio a Torino. Ha partecipato all’Advanced Course in Visual Arts, Fondazione Antonio Ratti, Como e Fondazione Spinola Banna per l’arte, Poirino. Nel 2012 partecipa alla mostra collettiva Sotto la strada, la spiaggia, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; III Moscow International Biennale for Young art di Mosca. Nel 2013 partecipa alla mostra personale Vitrine 270° alla Gam di Torino.
Atelier di Giuseppe Gallo, anni '80
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Introduzione
Curatore in residenza 2013 Alessandro Dandini de Sylva
Grazie al progetto Curatore in residenza, avviato nel 2011, un giovane curatore, nominato dal Direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere, viene invitato a realizzare un percorso culturale per la Fondazione. La residenza, della durata di un anno, prevede l’organizzazione di mostre e progetti site specific, cicli di conferenze e la produzione di pubblicazioni. Curatore in residenza per il 2013 è Alessandro Dandini de Sylva. Alessandro Dandini de Sylva (Roma, 1981, vive e lavora a Roma) Fotografo e curatore, i suoi lavori sono stati esposti in varie mostre in Italia e all’estero, e recentemente presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e Operativa Arte Contemporanea a Roma. Nel 2009 è finalista per il Talent Prize ed espone al Museo Centrale Montemartini di Roma. Dal 2011 è curatore di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, in programma al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Nel 2012 è artista residente presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi durante il Mois de la Photo. Nel 2013 è invitato da Marcello Smarrelli come Curatore in Residenza alla Fondazione Pastificio Cerere. Recentemente selezionato per il Premio Shanghai, nel 2014 esporrà al Bund 33 di Shanghai.
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Atelier di Giuseppe Gallo, anni '80
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Introduzione
pastificio_lab
pastificio_lab nasce da un’idea di Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere, con lo scopo di creare una piattaforma culturale che sviluppi iniziative volte a coinvolgere un pubblico sempre più diversificato. L’obiettivo è avvicinare i giovani e gli studenti universitari che popolano San Lorenzo, quartiere in cui ha sede il Pastificio Cerere, da sempre luogo di fermento culturale e sociale. La realizzazione degli appuntamenti di pastificio_lab è affidata al collettivo sguardo contemporaneo, che ha impostato una programmazione all’insegna della multidisciplinarietà. Attraverso una ricca proposta di incontri, mostre, laboratori è favorita l’interazione dei linguaggi artistici contemporanei e la sperimentazione di nuove modalità d’intervento e partecipazione, stimolando un dialogo aperto fra artisti, pubblico, addetti ai lavori e non. Sguardo Contemporaneo è un collettivo fondato nel 2007 a Roma e operativo nel campo della curatela espositiva con l’obiettivo di promuovere gli artisti emergenti. Tra i progetti più recenti, si distinuguono: cartabianca_roma (co-curata con Carla Subrizi e Nero), Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova, maggio - giugno 2012; Nuova Gestione, progetto community specific, quartiere Quadraro di Roma, febbraio 2012. Attualmente sta lavorando alla seconda edizione di Nuova Gestione (quartiere Casal Bertone, 11-23 marzo 2014).
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Spazio Cerere
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Introduzione
pastificio_arch
Il legame tra la Fondazione Pastificio Cerere e il territorio - in particolare il quartiere di San Lorenzo - trova conferma nella scelta di iniziare, con Pastificio_arch, una riflessione su tematiche architettoniche. Il progetto, ideato da Marcello Smarrelli, è curato per il 2013 da STRATO/Martino Fraschetti_Maria Clara Ghia_Vincenzo Tattolo, che ha proposto il tema FIND YOUR CORNER. 2,5 x 5. Particolare attenzione è posta sul tema dello spazio urbano e su come questo sia legato al vissuto, ai bisogni e ai desideri dei suoi abitanti. Gli studi di architettura invitati da STRATO si cimenteranno con porzioni di spazio in cui creare un evento: 2,5 x 5 m. è la dimensione standard di un posto auto. Per la durata di un giorno, davanti all’ingresso della Fondazione, la superficie occupata da un’auto è trasformata dai progetti di Pastificio_arch e restituita al quartiere. FIND YOUR CORNER ha l’obiettivo di creare uno spazio aperto a qualsiasi tipo d’uso, proprio dove questo è negato.
STRATO
Nasce nel 2007 a Roma e si occupa di interni, allestimenti, concorsi, ricerca teorica. È un contenitore allargato, frutto di contributi differenti per sviluppare idee e percorsi di indagine sui temi dell’architettura. Progetti recenti: Roma in costruzione 2012_ 1st prize Vocazione Roma; Europan 10 Riga_1st prize ex-aequo. Pubblicazioni: Prescrivere Liberare, Officina, Roma, 2013; Basta esistere. Leonardo Ricci, Fondazione Bruno Zevi, Roma, 2012.
Postcard from... STRATO, Find Your Corner, 2013
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2013
Ettore Favini: Verdecuratoda‌voi Ghitta Carell e il potere del ritratto Stefano Graziani: Conversazioni notturne / Late night conversations Enrico Boccioletti: Palinopsia Carmelo Baglivo: Disegni Corsari Il riturale del serpente Davide Stucchi / Helena Hladilovå
Programmazione
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Ettore Favini
Ettore Favini Verdecuratoda…voi
dal 26 FEBBRAIO 2013 al 5 APRILE 2013
A cura di MARCELLO SMARRELLI
La ricerca di Ettore Favini tende ad esplorare il rapporto dell’uomo con la natura e lo scorrere del tempo leggendo il contesto sociale nella sua complessità. Le opere – realizzate utilizzando tecniche e materiali diversi - diventano materia processuale esse stesse. Ogni intervento è infatti aperto e sembra costituire l’evoluzione, la crescita e la messa in discussione del precedente. Per la personale presso la Fondazione Pastificio Cerere, l’artista ripropone il tema dell’ecologia in chiave contemporanea coinvolgendo lo spettatore in un “gioco” che lo impegna ad un atto responsabile verso se stesso e verso l’ambiente. Un atto compiuto da un singolo può produrre cambiamenti sostanziali solo se si ripete innumerevoli volte e, tanti micro cambiamenti su scala locale, possono dare vita ad un macro cambiamento. Verdecuratoda…voi rientra nel più ampio progetto Verdecuratoda, iniziato nel 2005 e rappresenta l’opportunità di attuare una vera e propria metamorfosi dell’ambiente. Oltre all’obiettivo di avviare la forestazione urbana di specie verdi, questa fase del progetto, pensata appositamente per la Fondazione Pastificio Cerere, ha usato la farfalla come metafora che è un importante indicatore dello stato di salute nell’aria. L’intervento si configura come il numero zero di una serie successiva di eventi simili da riproporre su scala internazionale.
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programmazione 2013
Postcard from... Ettore Favini. Le farfalle volano sulla città pulita, 2013
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Ettore Favini
Installation view, cortile Fondazione Pastificio Cerere
Concept del distributore automatico, progetto di IaN+, 2013
programmazione 2013
La mostra prevede alcuni dispositivi in stretta relazione tra loro. All’interno dello spazio è posizionata una scultura-distributore da dove si prelevano, con una moneta da 1 euro, sfere contenenti semi di piante, di cespugli e di fiori utili all'alimentazione e alla riproduzione delle farfalle. Il fruitore, attraverso le istruzioni contenute all’interno, ha la possibilità di piantare i semi e diventare parte attiva dell’operazione. L’obiettivo utopico, è quello di realizzare la più grande scultura vegetale del mondo. Nel cortile l’artista realizza un allestimento con le varie specie arboree di semi presenti nelle sfere mentre nell’ex silos del Pastificio è proiettata La Verde Utopia, una conversazione di Ettore Favini con Alessandra Sandrolini e Gilles Clément, giardiniere, teorico e sostenitore della biodiversità. Il progetto prevede la realizzazione all’interno del sito www.verdecuratoda.com di una sezione dove il pubblico potrà indicare il punto esatto della propria semina e inviare le immagini delle piantine germinate, contribuendo così a realizzare la mappa della scultura vegetale. Sullo stesso sito internet è possibile acquistare oggetti in edizione limitata che Ettore Favini ha realizzato in collaborazione con Canedicoda. Per l’inaugurazione, lo studio di architettura romano IaN+, invitato da Emilia Giorgi, presenta il concept dei distribu-
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Installation view
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Ettore Favini
tori automatici posizionati in seguito negli spazi di istituzioni, fondazioni, musei interessati ad aderire all’iniziativa Verdecuratoda. Più che un semplice oggetto, il distributore diventa una micro architettura che definisce uno spazio d’uso, dando un valore alla sua funzione primaria, un’opera d’arte collettiva. La mostra ha un suo ideale proseguimento nel manifesto ideato da Ettore Favini per Postcar from… - progetto volto a diffondere l’arte contemporanea nel contesto urbano – dal titolo Le farfalle volano sulla città pulita. Il progetto consiste nell’invitare artisti italiani e internazionali a ideare un’immagine per un manifesto di grandi dimensioni (400x300), affisso sia nel cortile della Fondazione Pastificio Cerere, sia in vari impianti pubblicitari di Roma messi a disposizione dalla A.P.A. Agenzia Pubblicitaria Affissioni. Nel manifesto di Favini compaiono immagini di farfalle italiane per la maggior parte scomparse dalle nostre città, con l’intenzione di ripopolare idealmente i luoghi in cui verranno affissi durante il periodo della mostra.
Ettore Favini ha vinto nel 2005 il Pre-
mio Artegiovane delle Camere di Commercio di Milano e Torino, nel 2007 del Premio New York presso la Columbia University, é stato Finalista del Premio del Castello di Rivoli nel 2009 e nel 2013 con Antonio Rovaldi della 48° edizione del Premio Suzzara, nel 2012 é stato residente alla Civitella Ranieri Foundation. Ha esposto in importanti istituzioni nazionali ed internazionali tra le quali ricordiamo: Italian Academy of Columbia University, NY; ISCP, New York; Elizabeth Foundation, New York; Song Eun Art Space, Seoul; Futura Space, Praga; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Foundation, Torino; Galleria d’Arte Moderna, Milano; CCCS Strozzina, Firenze; Fondazione Pastificio Cerere, Roma; American Academy, Roma; Fondazione Olivetti, Roma; Museo Riso, Palermo.
Postcard from... Ettore Favini. Le farfalle volano sulla città pulita, 2013, affissione presso l'Università La Sapienza di Roma
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Ghitta Carell
Ghitta Carell e il potere del ritratto
dal 18 aprile 2013 al 17 maggio 2013
A cura di Diego Mormorio
programmazione 2013
Ghitta Carell e il potere del ritratto è un’ampia retrospettiva dedicata alla celebre ritrattista, a cura di Diego Mormorio - affiancato da un comitato scientifico composto da: Ottavio Celestino, Flavio Misciattelli, Stefano Palumbo e Marcello Smarrelli - con oltre 150 fotografie che restituiscono la testimonianza della storia di un’epoca attraverso i suoi protagonisti, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. La mostra, voluta e sostenuta da Elsa Peretti Presidente delle Fondazioni Nando e Elsa Peretti, in collaborazione con la Fondazione 3M che ha fornito per l’occasione la maggior parte del patrimonio fotografico, vuole contribuire a riconsiderare la figura di Ghitta Carell all’interno della vitalità della fotografia italiana – e più in generale della cultura – affrontando, da una parte il tema del ritratto come questione fondamentale nella storia della rappresentazione visiva e come punto nodale dell’arte moderna, e dall’altra esaminando la produzione dell’artista all’interno degli sviluppi socio-antropologici dell’Italia del periodo in cui ha operato. Nata il 20 settembre del 1899 nell’Ungheria del nord-est, imparò la tecnica fotografica a Budapest, in un corso di fotografia per signorine. Proseguì la sua formazione fotografica a Vienna e Lipsia, per approdare nel 1924 a Firenze e poi a Milano, dove ben presto diviene una fotografa apprezzatissima, soprat-
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Installation view, Fondazione Pastificio Cerere
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Ghitta Carell
Installation view, Fondazione Pastificio Cerere
tutto dai personaggi dell’alta finanza e dell’aristocrazia. Si trasferisce da lì a poco nella capitale e, con la sola forza della sua arte, riesce a conquistare tutti: fu a Roma che divenne la fotografa che conosciamo, la “signora del ritocco”, la “fotografa dei potenti”. E ciò in pieno fascismo, del quale non sappiamo esattamente che idea ella si fosse fatta. La fine della guerra la riportò all’antica fama: tutto il gotha democristiano posò sotto le lampade di questa fotografa che nel 1959 divenne cittadina italiana. Si allontanò dall’Italia in sordina e scelse Haifa, in Israele, come paese per i suoi ultimi giorni. Tutto il successo di Ghitta Carell veniva dalla composizione e dall’evanescenza delle sue fotografie che diventano segno inconfondibile dei suoi ritratti. Era una grande esperta del ritocco che consisteva nel lavorare con delicatezza sul retro della lastra, sulla superficie non emulsionata del vetro: in corrispondenza dei tratti che voleva modificare, ella tracciava dei segni di matita, anneriva o imbiancava. Sulla stampa definitiva della fotografia, queste linee fatte sul vetro non apparivano mai nette ma risultavano sfumate determinando così un effetto flou. In questo modo Carell dava certi tocchi di luce ai capelli che restano indimenticati. Metteva sulle teste – soprattutto delle signore – riflessi che l’illuminazione non poteva determinare e che sono una
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programmazione 2013
Installation view, Spazio Cerere
Installation view, Spazio Cerere
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Ghitta Carell
Installation view, Spazio Cerere
parte affascinante della sua fotografia. La mostra si sviluppa in un percorso che si snoda all’interno del Pastificio Cerere occupando i luoghi più suggestivi dell’ex edificio industriale: le fotografie originali sono esposte nel silos del grano, spazio espositivo della Fondazione Pastificio Cerere, i personaggi ecclesiastici nello Studio d’arte contemporanea Pino Casagrande, i soggetti femminili al Ristorante Pastificio San Lorenzo e il corpus restante delle opere, numericamente il più consistente, presso lo Spazio Cerere. L’esposizione costituisce una nuova occasione per sperimentare in maniera diversa, le potenzialità e la forza del Pastificio Cerere come contenitore per l’arte contemporanea, dimostratosi in grado di funzionare sia nelle singole unità degli spazi che lo compongono, sia nel
programmazione 2013
Installation view, Studio d'arte contemporanea Pino Casagrande
suo insieme, com’era avvenuto nella celebre mostra Ateliers del 1984, curata da Achille Bonito Oliva. Il desiderio di impegnarsi in un progetto così importante incentrato sulla fotografia, corrisponde allo storico rapporto che il Pastificio ha instaurato con questo medium, iniziato negli anni ’70 con la straordinaria presenza di Francesca Woodman che proprio tra le mura dell’ex edificio industriale, circondata dagli amici artisti della Nuova Scuola Romana, maturava le sue ispirazioni, trovando qui le ambientazioni più adatte ai suoi scatti più celebri. Per la mostra Ghitta Carell e il potere del ritratto è pubblicato un catalogo trilingue (italiano, inglese e spagnolo) con un saggio introduttivo di Diego Mormorio e un ampio apparato iconografico incentrato in particolare sulla storia della ritrattistica.
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Installation view, Studio d'arte contemporanea Pino Casagrande
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Stefano Graziani
Stefano Graziani Conversazioni notturne / Late night conversations
dal 18 giugno 2013 al 26 luglio 2013
A cura di Alessandro Dandini de Sylva
programmazione 2013
In Conversazioni notturne / Late night conversations ogni fotografia è un incontro, in ogni inquadratura si può vedere un solo soggetto alla volta. Annullando ogni riferimento di spazio e tempo, in una forma di tassonomia, Stefano Graziani individua una serie di elementi attraverso cui articola un processo di conoscenza e interpretazione del mondo. In questa nuova serie di fotografie, come per la precedente Under the Volcano and Other Stories, estraendo l’immagine dal suo contesto informativo e sottraendole la sua utilità originaria, Stefano Graziani trasforma il documento fotografico in un potente strumento di stimolo dell’immaginazione e, grazie a questo, di rigenerazione poetica. In una conversazione con Rene Gabri, l’artista descrive il suo lavoro come guardarsi attorno con una luce diversa: una “nebbia atmosferica” avvolge le sue immagini, offrendo nuove visioni e rendendo nuove cose visibili; una condizione in cui tutte le volte sono come la prima volta. Allo stesso tempo non possiamo esplorare ogni sua immagine se non in quanto specchio, e indagarla incessantemente come differenza. Il titolo del lavoro suggerisce questo forte legame con l'inconscio; un momento di dubbio, di meraviglia, di fantasmi, sogni e strani accadimenti. Conversazioni notturne / Late night conversations scopre una diversa storia della
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Senza titolo (scintilla), 2011
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Stefano Graziani
programmazione 2013
fotografia come autoanalisi, come strumento per poterci guardare. Anselm Franke, nel suo testo Culto dei morti, lo spirito dei pappagalli e l’anima, introduce il concetto di “immaginazione geologica”, un delirio che risveglia sogni di tribù e regni inabissati, attraverso i quali, il più estremo passato e il più lontano futuro, diventano ancora una volta la stessa cosa. La mostra è il primo appuntamento che Alessandro Dandini de Sylva realizza come curatore in residenza della Fondazione Pastificio Cerere per il 2013 in linea con la programmazione di quest’anno che ha dato particolarmente rilievo al linguaggio fotografico.
Installation view
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Stefano Graziani
programmazione 2013
Stefano Graziani, (Bologna, 1971, vive
Installation view
e lavora a Trieste), dove insegna presso la facoltà di Architettura dell’Università. Ha esposto in Italia e all’estero. Ha pubblicato l’antologia Taxonomies (a+m bookstore, 2006), Under the Volcano and Other Stories (Galleria Mazzoli, 2009) e L’isola (Galleria Mazzoli, 2009). Nel 2009 ha iniziato il progetto A mini Museum for Franco Basaglia. Recentemente ha curato la pubblicazione di saggi di Jeff Wall, Gestus. Scritti sull’arte e la fotografia (Quodlibet / Abitare, 2013). Assieme ad altri colleghi è ideatore della rivista San Rocco.
Installation view
Senza titolo (maschera), 2011
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Enrico Boccioletti
Enrico Boccioletti Palinopsia
dal 2 ottobre 2013 al 8 novembre 2013
A cura di Alessandro Dandini de Sylva
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La mostra è il secondo appuntamento che Alessandro Dandini de Sylva realizza come curatore in residenza della Fondazione Pastificio Cerere per il 2013, in linea con la programmazione di quest’anno che ha dato particolarmente rilievo al linguaggio fotografico. Palinopsia presenta una selezione di opere recenti che si interrogano sullo stato della fotografia e della cultura visiva al tempo di Internet. Le nuove tecnologie hanno notevolmente influenzato la pratica fotografica, ampliando il suo vocabolario e il campo di applicazione del suo potenziale sviluppo. Tali cambiamenti hanno aperto uno spazio in cui i software di elaborazione grafica diventano il mezzo costitutivo di produzione per le immagini contemporanee. Esplorare l’immagine digitale allo stato grezzo e immateriale riflette un interesse in corso nella fotografia contemporanea che porta a confondere i confini tra interventi manuali ed effetti digitali, tra realtà e manipolazione. Il processo di creazione dell’immagine è ora trasparente, il gesto digitale chiaramente visibile, il linguaggio irrimediabilmente rivoluzionato. Enrico Boccioletti gioca con le convenzioni della fotografia, esplorando i suoi limiti e le sue contraddizioni. Rendendo la meccanica degli strumenti di produzione digitale una parte evidente dell’immagine, mette in discussione la realtà di ciò che vediamo e la condizione
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Sphinx (Retina Sculpture), 2012
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Enrico Boccioletti
programmazione 2013
stessa della fotografia e della cultura visiva al tempo di Internet. Combinando e confondendo volutamente i vari mezzi di produzione visiva, Enrico Boccioletti ci ricorda che la manipolazione intenzionale è sempre stata presente nella fotografia e che, invece di minacciare il mezzo, la malleabilità digitale è una delle sue più grandi fonti di vitalità.
Installation view
Enrico Boccioletti (1984, Pesaro – aka
Death in Plains, 4SICSX, spcnvdr) è un artista e un musicista attivo nel campo della performance e del suono post-concettuali e new vernacular. I temi della circolarità e dell’incompletezza, duplicazione e accumulazione, perdita, stratificazione, contraffazione e la relazione fra reale e simulato sono alcuni degli argomenti che l’artista affronta nel suo lavoro. Ha partecipato a mostre personali e collettive presso 319 Scholes, New York; Istituto Svizzero di Roma, Milano; Mediterranea 16, Ancona; Fabio Paris/Link Center for the Arts of the Information Age, Brescia, Centrale Fies, Dro, Trento; Interno 4, Bologna; Museo Pecci, Prato–Milano. Al momento è artistin-residence presso Viafarini, Milano.
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Enrico Boccioletti
programmazione 2013
程紹萱 82, avenue Voltaire 06520 MAGAGNOSC, 2013
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Carmelo Baglivo
Carmelo Baglivo Disegni corsari
dal 12 novembre 2013 al 22 novembre 2013
A cura di Emilia Giorgi
programmazione 2013
L’esposizione presenta per la prima volta al pubblico l’ampia produzione di disegni e collage che da sempre accompagna l’attività architettonica di Carmelo Baglivo dello studio IaN+. La mostra rientra all’interno di uno specifico interesse da parte della Fondazione per l’architettura, importante obiettivo formativo di una proposta culturale che vede l’arte contemporanea in costante dialogo con altre discipline. Disegni corsari, come afferma Baglivo, “è un chiaro omaggio a quegli scritti pasoliniani dove è lasciato al lettore il compito di rimettere ordine tra i frammenti di un’opera dispersa e incompleta. Allo stesso modo i miei disegni parlano di architettura attraverso immagini autonome e fuori dalla storia, in attesa che chi guarda possa costruire il proprio personale percorso.” L’esposizione si articola secondo tre aree tematiche che si susseguono negli spazi della Fondazione. Le pareti della sala introduttiva ospitano una collezione di disegni con formati, tecniche e supporti diversi. Si tratta di pensieri su carta, schizzi, acquerelli o fumetti che rappresentano alcuni dei più interessanti progetti dello studio IaN+ o semplicemente suggestioni utili a nutrire l’immaginario concettuale e creativo dell’architetto. Una ricerca sulla forma dell’architettura e della città registrata con gesti rapidi, sintetici, imprecisi, ti-
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Installation view
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Carmelo Baglivo
Palazzo Veneziano, 2013
programmazione 2013
pici del momento in cui si fissa l’idea. Con questo primo passaggio, al visitatore è svelato l’aspetto più introspettivo e riflessivo del fare architettura, spesso scarsamente noto. Nella seconda sala campeggiano 8 collage realizzati in digitale attraverso la sovrapposizione di griglie, superfetazioni e immagini monolitiche su alcuni celebri paesaggi di Piranesi. I collage, impressi su supporto metallico, ricordano le lastre di incisione, attivando un processo di mimesi che tenta di mescolare l’originale e la sua alterazione. Da qui lo spazio inizia a rarefarsi per anticipare l’ultima stanza, in cui il pubblico si immerge in un flusso incessante di immagini digitali, accompagnato dalla colonna sonora composta e interpretata per l’occasione da TactusFugitComposingSounds (Federico Giangrandi, Simona Marino, Alessio Santoni). Sono collage che rappresentano gli ultimi esiti di una sperimentazione sempre al confine tra arte e architettura. Testimoniano le immaginarie peregrinazioni di un flâneur contemporaneo che sembra volerci osservare con gli occhi di alcuni personaggi presi a prestito dal cinema autoriale italiano, da Fellini a Pasolini. Queste figure ricorrenti si affacciano su paesaggi urbani portati all’estremo, speculazioni più o meno possibili di città contemporanee con geometrie e segni desunti dal vocabolario di quell’architet-
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Installation view
Installation view
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Carmelo Baglivo
programmazione 2013
tura radicale spesso citata come fonte del percorso progettuale di IaN+. Alle città di invenzione si accostano le metamorfosi operate, secondo linguaggi inediti e talvolta provocatori, su progetti di grandi maestri dell’architettura internazionale. La mostra Carmelo Baglivo. Disegni corsari svela un complesso ambito sperimentale che, lungi dall’essere puro esercizio di svago, diventa una necessaria riflessione critica per immagini sulla condizione dell’architettura in una città da ripensare e trasformare. Una ricerca libera nata per alimentare e strutturare la dimensione prettamente architettonica della professione. Nel giorno dell’inaugurazione presso il Ristorante Pastificio San Lorenzo, si è tenuta una conversazione dell’autore con Gian Piero Frassinelli, storico fondatore del gruppo radicale Superstudio, e Luca Molinari, critico e curatore di architettura.
Piazza Navona, 2012
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Carmelo Baglivo si laurea in architet-
tura a Roma. Con Luca Galofaro e Stefania Manna, nel 1997 fonda lo studio IaN+ con il quale ottiene importanti riconoscimenti e vince concorsi nazionali e internazionali. Tra gli altri riceve la Medaglia D’Oro all’Architettura Italiana (2006); il PrixSpécial Catégorie Enseignants dell’École Spéciale d’Architecture di Parigi nel 2011, la menzione d’onore al premio Zumtobel Award 2012. I progetti di IaN+ fanno parte della collezione permanente del FRAC Centre di Orléans e del Museo MAXXI di Roma. Baglivo ha presentato i suoi disegni e collage in occasione della conversazione Carmelo Baglivo VS Beniamino Servino a Design Talks allo IED di Roma e durante la lecture Upcycling the city, organizzata dall’Istituto Nazionale di Architettura di Roma. Una selezione di suoi collage è stata esposta nella mostra Cut ‘n’ Paste: From Architectural Assemblage to Collage City, curata da Pedro Gadanho presso il MoMA di New York (2013). Baglivo ha insegnato alla facoltà di architettura di Ferrara. Attualmente è docente del Master in tecnologie emergenti dell’Inarch di Roma.
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Il Rituale del Serpente
programmazione 2013
Il rituale del serpente nasce da un’idea di Gianni Politi (Roma, 1986) che ha coinvolto gli artisti Alessandro Agudio (Milano, 1982), Andrea Dojmi (Roma, 1973), Giulio Delvè (Napoli, 1984), Matteo Nasini (Roma, 1976), Lupo Borgonovo (Milano, 1985), Helena Hladilová (Kroměříž, Repubblica Ceca, 1983) & Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986) e Renato Leotta (Torino, 1982). Il titolo della mostra è un chiaro riferimento all’omonimo saggio di Aby Warburg, in cui è sottolineata l’importanza del potere psichico delle immagini nelle tribù native del Nord America, dove lo storico ebbe l’occasione di avvicinarsi ai rituali della magia indigena e alle origini del paganesimo. Da qui la necessità insita ed inconscia dell’uomo di “possedere” delle immagini per beneficiare del loro potere ancestrale e psichico. Attraverso i lavori esposti, gli artisti intendono offrire allo spettatore l’opportunità per intraprendere un “viaggio” nel cosmo simbolico delle immagini con l’obiettivo di affermare il valore della lentezza posto in contrasto alla velocità dei linguaggi contemporanei. L’interesse comune protende verso un approccio pratico dell’arte che nasce dalla difficoltà di produrre qualcosa di nuovo in un’epoca in cui tutto sembra già esistere. E così Gianni Politi conclude la lettera scritta per presentare la mostra: “Le nostre personali mitologie ci accomunano molto
più di quanto crediamo. Da qui l’idea di una mostra collettiva e la condivisione dei medesimi dubbi, a cui tutti abbiamo risposto con proposte e soluzioni inaspettate […] un grande cosmo simbolico in cui ogni spettatore potrà specchiarsi”.
Il rituale del serpente
dal 27 NOVEMBRE 2013 al 31 GENNNAIO 2014 UN PROGETTO DI Gianni Politi
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Gianni Politi, Bilarbilarbviklarvbilar, 2013
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Il Rituale del Serpente
programmazione 2013
Installation view
Installation view
Renato Leotta, Gabbiani, 2013
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Il Rituale del Serpente
programmazione 2013
Installation view
Lupo Borgonovo, Snack (Nelson), 2013
Alessandro Agudio, Mafia Island / Maffie, 2013
Andrea Dojmi, UNI7697, 2012
Giulio Delvè, Text Neck, 2013
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Davide Stucchi / Helena Hladilová
programmazione 2013
Davide Stucchi / Helena Hladilová La doppia personale ideata per il MACRO, a cura di Marcello Smarrelli, Direttore Artistico della Fondazione Pastificio Cerere, con l’assistenza curatoriale di Saverio Verini, presenta le opere nate dalla ricerca e dal lavoro di Davide Stucchi ed Helena Hladilová vincitori della quarta edizione di 6ARTISTA 2013, durante i nove mesi di residenza tra Roma e Parigi.
dal 9 APRILE 2014 al 18 MAGGIO 2014 A CURA DI MARCELLO SMARRELLI
Davide Stucchi. Oggetti traditi La storia dell’arte è continuamente spinta a fare i conti con il naturale processo di deterioramento delle opere realizzate dall’uomo. Il trascorrere del tempo, unito alla furia degli elementi, ha messo a dura prova quella che Cesare Brandi definiva l’“unità potenziale dell’opera”, al punto che, in particolar modo a partire dal XVIII secolo, negli stessi artisti si sono fatti strada la fascinazione per la rovina, il gusto per il frammento e la lacuna (basti pensare, per citare alcuni esempi degni di nota, alle vedute della Roma antica di Giovanni Battista Piranesi o a quelle di Giovanni Paolo Pannini). Non è un caso che il dibattito sul restauro sia da sempre considerato un argomento controverso, capace di dividere gli addetti ai lavori e di suscitare discussioni anche nelle più vaste fasce di pubblico: da una parte chi considera le opere come un organismo, soggette a deperimento ed entropia (secondo quella linea di Davide Stucchi, Blinky Palermo (boxing gloves), 2013
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Davide Stucchi / Helena Hladilová
programmazione 2013
pensiero che, in architettura, ha trovato in John Ruskin l’interprete più incisivo); dall’altra chi ritiene che il compito del restauro non sia soltanto quello di conservare, ma di ripristinare e, talvolta, ricostruire ex novo (in linea con le teorie propugnate da Eugène Viollet-le-Duc). La creazione artistica si è dunque confrontata fin da tempi remotissimi con la propria decadenza, arrivando persino a praticare volontariamente atti di devastazione (il fenomeno dell’iconoclastia risale all’impero bizantino). In tempi più recenti, sulla scia di una “costante” che – come abbiamo visto – accompagna da sempre l’atto creativo, il tema della distruzione dell’opera è entrato a far parte in maniera programmatica delle pratiche artistiche. La riflessione che Davide Stucchi ha proposto come momento culminante della propria residenza muove proprio dall’interesse per l’oggetto residuale, lacunoso, compromesso, per giungere a una più ampia riflessione sull’aura dell’opera d’arte. Oggetti traditi, questo il titolo del progetto espositivo, raccoglie una selezione di sculture realizzate negli ultimi tre anni, affiancate ad altre prodotte nel corso della residenza. La mostra è dunque composta da un nucleo di opere sulle quali l’artista è nuovamente intervenuto, compiendo una seconda volta gli stessi gesti e interventi a lui necessari per produrle, con l’intenzione di riflettere sul loro statuto
Helena Hladilová, Harlot, 2013
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e sulla loro funzione di feticcio nella società contemporanea, che le rende «cose dotate di un’eccedenza di senso, investite di affetti, simboli, memorie, illusioni». Le opere galleggiano così in una sorta di limbo, alla ricerca di una collocazione: per esplorare ognuna di queste sculture (guanti, spazzole, piatti, maschere) risulta necessario indagare i cambiamenti di stato e forma che il tempo, fin dalla loro genesi, ha esercitato su di esse. Ed è così che, tornando ad agire ancora una volta sulla propria produzione artistica – una sorta di pentimento, tuttavia non privo di ironia –, Stucchi ne rinnova il senso, lasciando aperta una serie di interrogativi: fino a che punto un’opera d’arte, dopo ripetuti interventi, sovrapposizioni e ripensamenti, può essere considerata tale? E ancora, di fronte a quell’opera, che tipo di spettatore si sceglie di essere? Helena Hladilová. Capping La produzione artistica di Helena Hladilová manifesta un interesse spiccato per la dimensione esperienziale dell’opera, intesa come terreno di incontro tra pubblico e contesto espositivo. È l’opera che chiama a sé il pubblico, coinvolgendolo e invitandolo a interagire; ed è sempre l’opera che, proprio in virtù di questo scambio, trasforma l’abituale percezione dello spazio museale. Tale attitudine è presente anche in Capping, progetto sviluppato da Hladilová durante il pe-
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Davide Stucchi / Helena Hladilová
riodo di residenza nell’ambito del programma 6ARTISTA. All’interno della Project Room 2 del MACRO, l’artista ha collocato un’installazione formata da pannelli di legno, ricoperti su un solo lato da plastilina bianca: una “scultura” scarna, senza fronzoli, vestita soltanto di uno strato malleabile. È proprio grazie a questo involucro così duttile che Capping rivela la sua “temperatura” interna. La superficie dell’opera rappresenta infatti la zona franca nella quale è concesso l’intervento da parte del pubblico che, diventando parte attiva, può agire direttamente sull’opera e modellarne la forma esterna. In linea con uno degli indirizzi di ricerca che ha maggiormente segnato la produzione artistica degli ultimi vent’anni, Hladilová attua una strategia che può essere definita a pieno titolo “relazionale”: come notava il critico Nicolas Bourriaud l’interesse delle pratiche artistiche si è ormai rivolto verso la sfera delle relazioni umane e del contesto sociale, col risultato che l’arte ha finito per assumere come tema centrale l’incontro fra l’osservatore e l’opera, nonché l’elaborazione collettiva del senso. L’installazione di Helena Hladilová si colloca proprio nella terra di confine in cui intervento diretto del pubblico sull’opera e azione in tempo reale dànno origine a esiti imprevedibili: quanti “oseranno” avvicinarsi all’opera? Quale forma assumerà il lavoro al termine dell’esposi-
programmazione 2013
Helena Hladilová, Capping, 2014, installation view, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma
zione? Tale approccio determina anche uno spostamento dell’aura sul pubblico, e dunque non più «nel retro-mondo rappresentato dall’opera […], ma davanti a essa, entro la forma collettiva temporanea che produce esponendosi». In questo senso, Hladilová responsabilizza radicalmente chi si pone di fronte a Capping: il pubblico è chiamato a intrattenere un rapporto sensibile con l’opera, che si trasforma così in un sismografo capace di registrare gli effetti sui visitatori e le loro reazioni, la loro impronta – letterale – sull’opera, la stratificazione dei segni. Lo stesso titolo rappresenta un ulteriore riferimento all’idea di continua sovrapposizione, maturato dall’artista nel corso della residenza a Roma, il cui tessuto urbano è frutto di una sedimentazione non sempre coerente di architetture, stili, storie. Capping è infatti un termine mutuato dal lessico del graffiti writing col quale si definisce la pratica di intervenire per cancellare o coprire un graffito con un altro segno. Alla stessa maniera, l’opera di Helena Hladilová si offre alla trasformazione e alla rottura della neutralità, come una pagina bianca in attesa di essere marchiata dalla scrittura.
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Davide Stucchi, Oggetti traditi, 2014, installation view, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma
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hour interview W.I.P. Work in Process Fotografie in Scatola Photo Circus PoGoVic Pablo Mesa Capella: Cartes de visite. Materia sensibile
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hour interview: Davide D'Elia, 2013
hour interview
IL 9 FEBBRAIO 2013 A cura di Sguardo Contemporaneo presso Spazio Cerere
Per il quarto appuntamento di pastificio_lab, sguardo contemporaneo presenta il progetto hour interview, pensato nell’ottica di un dialogo alternativo e più diretto con gli artisti. Il progetto in progress, ideato da Mauro Piccinini, raccoglie una serie di interviste rivolte ad artisti attivi in area romana: l’intervista ha l’obiettivo di rivelare la ‘giornata tipo’ dell’artista, il quale è chiamato a compilare un ‘modulo’ diviso in ventiquattro ore. Parallelamente alla compilazione del form, Piccinini ha realizzato una serie di brevi video, dei ritratti degli artisti nel loro ambiente di lavoro; un esperimento con il quale indagare in maniera diversa la pratica dell’intervista nell’arte contemporanea, in cui la domanda dell’intervistatore passa in secondo piano per dare spazio al processo creativo degli artisti. In anteprima sono presentate le tre videointerviste di Davide D’Elia, Andrea Aquilanti e Marco Bernardi. In occasione di pastificio_lab#4 sguardo contemporaneo ha lanciato una open call rivolta agli artisti che operano a Roma e nel Lazio, invitati a condividere il proprio portfolio digitale in vista della creazione di un archivio online, primo nucleo di un database territoriale.
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W.I.P. Work in Process, veduta dell’incontro
W.I.P. Work in Process
pastificio_lab#5 ospita una tappa del progetto W.I.P. Work in Process promosso da Teatri di Vetro Festival, Pensieri di Cartapesta e C.Re.S.Co. L’incontro, intitolato Sconfinamenti e confini, vede la partecipazione di Federico Bomba – autore e regista della compagnia Sineglossa di Ancona – in conversazione con Stefano Velotti, Professore associato di Estetica dell’Università “Sapienza” di Roma; Andrea Moneta, architetto e docente di Scenografia della Facoltà di Architettura dell’Università “Sapienza”; Leonardo Delogu, performer e regista; Silvia Marsano, coordinatrice della Fondazione Volume!; Lorenzo Cascelli, caporedattore della rivista online Pensieri di Cartapesta. L’incontro sviluppa una riflessione sul rapporto tra il teatro, le arti visive e la performance, mettendo in discussione le convenzionali categorie di spazio e tempo utilizzate nello spettacolo dal vivo. Sostenuto dal MIBAC, dalla Regione Lazio e dal Municipio Roma XI in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa, Palladium Università Roma Tre, l’appuntamento del progetto W.I.P. Work in Process è anche un tirocinio formativo per gli studenti dell’Università “Sapienza” di Roma, che – insieme alla redazione di Pensieri di Cartapesta – curano il diario degli incontri, organizzati in diverse sedi del quartiere di San Lorenzo (Cinema Palazzo, Libreria Assaggi, La Scatola dell’Arte, Art Core Gallery).
IL 12 MARZO 2013 A cura di Sguardo Contemporaneo presso Spazio Cerere
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Fotografie in scatola, workshop (particolare)
Fotografie in Scatola Photo Circus PoGoVic
IL 4 MAGGIO 2013 A cura di Sguardo Contemporaneo presso Spazio Cerere
sguardo contemporaneo cura il workshop Fotografie in scatola, sesto appuntamento di pastificio_lab, progetto finalizzato a rafforzare il legame con gli studenti che abitano il quartiere di San Lorenzo. Il laboratorio, tenuto dall’artista Francesco Capponi, ha coinvolto i partecipanti nella costruzione di una macchina fotografica dippold pinhole: un dispositivo artigianale, in linea con il principio del do it yourself, il cui funzionamento si basa sull’utilizzo del foro stenopeico. Accompagnati nelle vie del quartiere, i partecipanti al workshop hanno successivamente realizzato qualche scatto, apprendendo sul campo il funzionamento della pinhole. pastificio_lab#6 ha visto anche l’organizzazione della performance fotografica del collettivo Photo Circus PoGoVic, sempre nello Spazio Cerere: un evento a porte aperte in cui il pubblico è invitato a posare per un ritratto, poi modificato in presa diretta dai membri del collettivo e donato ai visitatori. Il progetto Circus PoGoVic nasce infatti dalla manipolazione delle fotografie stampate con la Polaroid PoGo su carta termoattiva, trattate e ‘maltrattate’ dagli artisti con acqua, fuoco, acetone, carta vetrata e altri materiali.
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Installation view, Via dei Sabelli 104 (San Lorenzo)
Pablo Mesa Capella Cartes de visite. Materia sensibile
DAL 18 GIUGNO 2013 AL 19 LUGLIO 2013 A cura di Sguardo Contemporaneo presso CORTILE FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE QUARTIERE DI SAN LORENZO
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sguardo contemporaneo conclude il ciclo di appuntamenti targati pastificio_lab con il progetto Cartes de visite. Materia sensibile. Da un’idea dell’artista Pablo Mesa Capella, Cartes de visite. Materia sensibile nasce da una ricerca costante e quasi ossessiva di fotografie di piccolo formato provenienti da mercatini di mezza Europa: il cortile interno della Fondazione Pastificio Cerere ospita un’avvolgente installazione site specific in cui queste immagini anonime, frammenti di storie private abbandonate al caso, vengono recuperate e interpretate al fine di riscattarne la memoria. L’artista ha inoltre raccolto le testimonianze dirette di alcuni abitanti del quartiere San Lorenzo (anziani, negozianti, immigrati, studenti fuori sede), mappando le diverse realtà di un luogo denso di storie; il vissuto dei racconti e delle fotografie diventa così ‘materia sensibile’ che invade silenziosamente le vie del quartiere attraverso poster e installazioni sonore. Le visite guidate, anche notturne, coinvolgono in prima persona gli abitanti del quartiere e i protagonisti delle storie; i diversi ‘punti di ascolto’ disseminati per le vie di San Lorenzo sono fruibili attraverso
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l’uso di audioguide, oppure attraverso una mappa sensibile da cui ascoltare in streaming tutte le tracce audio. La mostra rientra all’interno del programma di iniziative “Capire, conoscere e non dimenticare…”, organizzata in occasione della commemorazione del 70° anno dal bombardamento del 19 luglio 1943.
Installation view, cortile Fondazione Pastificio Cerere
Installation view, cortile Fondazione Pastificio Cerere
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Installation view, Piazza dei Sanniti, 42 (San Lorenzo)
Installation view, Piazzale del Verano, 93 (San Lorenzo)
Installation view, Casa della memoria, Via Tiburtina 163 (San Lorenzo)
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HANASI DESIGN: Vietato l'ingresso
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2A+P/A: Il teatro dei burattini
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Vietato l'ingresso, progetto di HANASI DESIGN, 2013
Vietato l’ingresso by HANASI DESIGN IL 4 E 5 MAGGIO 2013 A cura di STRATO
Lo spazio del parcheggio è stato trasformato dallo studio HANASI DESIGN in un oggetto segreto, dal forte valore simbolico. Un parallelepipedo misterioso, uno spazio sensoriale aperto ma difficilmente accessibile, in cui i cittadini possono incontrarsi e godere del racconto della città. Lo spazio interno è illuminato da tre lampade “BERSABEA”, composte ognuna da dodici pentagoni e venti esagoni, che contengono altrettante immagini fotografiche del quartiere di San Lorenzo. Il progetto fotografico, a cura di Otta-
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Installation view, ingresso Fondazione Pastificio Cerere
vio Celestino e realizzato dagli studenti dell’ISFCI - Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata, racconta lo spazio pubblico - la sua trasformazione, la sua violazione, il suo attraversamento - per restituire una visione di ciò che rende unico il quartiere di San Lorenzo. HANASI DESIGN è una realtà attiva nel campo dell’industrial design, dell’architettura e della comunicazione. Il suo metodo di lavoro ruota attorno alla definizione e messa a punto di un
concept, punto di partenza indispensabile per il disegno coerente e coordinato di ogni progetto, sia questo volto al mondo dell’architettura e del design, o sia espressione comunicativa: cartacea, video, multimediale, cine/televisiva.
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Il teatro dei burattini, progetto di 2A+P/A, 2013
Installation view, ingresso Fondazione Pastificio Cerere
Installation view (particolare), ingresso Fondazione Pastificio Cerere
Il teatro dei burattini By 2A+P/A IL 2 E 3 OTTOBRE 2013 A cura di STRATO
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Lo spazio del parcheggio è stato trasformato dallo studio 2A+P/A in un teatro dei burattini, per rappresentare un uso dello spazio pubblico, temporaneo e collettivo, legato profondamente all’evolversi della nostra cultura attraverso la storia. È una espressione della Commedia dell’Arte, rappresentata attraverso la narrazione di storie legate all’identità e ai valori di una comunità spettatrice che coglie, nel racconto, l’opportunità di discutere delle sue vicende e tradizioni. 2A+P/A ha trasformato il suo angolo in
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Installation view, ingresso Fondazione Pastificio Cerere
Il teatro dei burattini, progetto di 2A+P/A, 2013
Installation view, ingresso Fondazione Pastificio Cerere
un grande oggetto urbano, dalle forme pure e variopinte: una piccola architettura per ospitare delle storie, una porzione della scenografia della città. Lo spettacolo, curato da Arianna D’Amato, ha messo in scena tre capitoli tratti dall’intramontabile “le avventure di Pinocchio” di Collodi. Presso lo Spazio Cerere, si è svolto inoltre un workshop dedicato alle attività teatrali per bambini a cura di Violetta Rogai. 2A+P/A è uno studio associato di architettura con base a Roma fondato da
Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo. 2A+P/A si occupa di architettura, urbanistica e paesaggio, sviluppando progetti di edifici pubblici, abitazioni e spazi urbani. Hanno partecipato a numerosi concorsi di progettazione nazionali e internazionali ottenendo premi e menzioni.
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English Texts
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Starting from the 2nd edition of the award, a collaboration with Incontri Internazionali of Rome has made
To Pino Casagrande, who made art his life, and who imparted his enthusiasm to all of us, with intelligence and passion.
possible for the artists to be hosted for a three-months residency at Cité Internationale des Arts in Paris.
6ARTISTA takes advantage of a partnership with the MACRO – Museo d’Arte Contempo-
ranea Roma, where it is host the two winners’ exhibition to celebrate the end of the program. The winners of the 4th edition of 6ARTISTA are Davide Stucchi and Helena Hladilová. DAVIDE STUCCHI (1988, lives and works in Milan). He studied at Brera Academy of Fine Arts and at Royal Academy of Fine Arts in Antwerp, Belgium. He’s been leading as co-founder and co-curator an exhibition space, Gasconade, in Milan, since 2011. He won Dior As Seen By Prize in 2012, La Triennale, Milan. In 2013 is one of the finalists for the Furla Prize for the young italian art, Bologna. Solo Shows: Caffè Perù, Rome, 2013; Cabinet Space, Milan, 2012. Group Shows: guest, Rome, 2013; abc, Berlin, 2013; Shanaynay, Paris, 2013; Federica Schiavo Gallery, Rome, 2012; GAM, Milan, 2012; 1m3, Lousanne, Switzerland, 2012.
An Introduction
HELENA Hladilová (Czech Republic, 1983, lives and works in Rome). She attended the Fine Arts Faculty of VUT University, in Brno; the Brera Academy of Fine Arts, in Milan, and the Academy of Fine Arts in Carrara. She lives and works in Turin. She’s been leading as co-founder and co-curator an expositive space, the GUM Studio, in Turin, since 2008. She took part in the Advanced Course in Visual Arts, Antonio Ratti Foundation, Como and Spinola Banna per The Pastificio Cerere Foundation
l’arte Foundation, Poirino. In 2012 she took part in the collective exhibition Sotto la Strada, la Spiaggia, Sandretto Re Rebaudengo Foundation, Turin; III Moscow International Biennial for Young Art, Moscow. In 2013 she
The Pastificio Cerere Foundation was established in Rome in 2004 by wish of its president, Flavio Misci-
took part in solo show Vitrine 270° at GAM in Turin.
attelli, with the objective of promoting and disseminating contemporary art through the development of
relationships and collaborations with private and public bodies, and national and foreign cultural institutions. The Foundation is housed inside the Pastificio Cerere, a former pasta factory that rose to fame in the 1980s
2013 CURATOR-IN-RESIDENCE
as the home of the “San Lorenzo Group,” which included Nunzio, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe
Alessandro Dandini de Sylva
artists’ studios, art galleries, photography schools and graphic studios.
Since 2011, the Pastificio Cerere Foundation has activated the project Curator-in-residence. The curator,
well as a rich program of shows, conferences, workshops and studio visits. Education is the trait d’union of the
organization of exhibitions and site specific projects; the production of critical texts and publications; the
Gallo, Piero Pizzi Cannella and Marco Tirelli. Today, the spaces of the former factory continue to house The Foundation organizes and promotes educational projects and residences for young artists and curators, as
Foundation’s activity, which aims to carry out projects that involve a large and heterogeneous audience. This is
enabled both by diversified programming and by the presence of the archive, which collects documentation and
research testifying to the cultural patrimony that has animated the life of the former Pastificio for over thirty years. One of the main objectives of the artistic program is to establish a dialogue with the students who live in
the neighborhood of San Lorenzo, which is profoundly and historically tied to the University of Rome “La Sapienza,” located just a short walk from the Foundation.
choose by the artistic director, proposes a one-year cultural path that is composed by different steps: the organization of conferences.
The 2013 curator-in-residence is Alessandro Dandini de Sylva. Alessandro Dandini de Sylva (Roma, 1981, lives and works in Rome) Photographer and curator. His works have been featured in various exhibitions in Italy and abroad, including recent shows at the Italian Cultural Institute in Paris and at Operativa Arte Contemporanea in Rome. In 2009 he was chosen as finalist for the Talent Prize and his work was displayed at the Centrale Montemartini Museum in Rome. Since 2011 he has been curator of
The artistic director of Pastificio Cerere Foundation is Marcello Smarrelli.
FOTOGRAFIA – Rome Photography Festival, taking place at MACRO. In 2012 he was chosen as resident artist at the Italian Cultural Institute in Paris during the Mois de la Photo as part of the project entitled Les Promesses de l’Art. In 2013 Alessandro Dandini de Sylva was nominated Guest Curator at the Pastificio Cerere Foundation in
4TH EDITION OF 6ARTISTA AWARD
Rome, where he curated a series of exhibitions dedicated to contemporary photography. Recently awarded with
Davide Stucchi / Helena Hladilová
the Shanghai Prize 2014.
Among the educational projects promoted by the Pastificio Cerere Foundation stands out the 6ARTISTA award.
Created in 2009 together with Civita, and supported by Fondazione Roma and Camera di Commercio, the
pastificio_lab
The project was born out of the desire to fill a gap in the range of residences available in Rome, where there
pastificio_lab was conceived by Marcello Smarrelli, artistic director of the Pastificio Cerere Foundation, with
the numerous foreign academies do.
ing an increasingly heterogeneous public.
6ARTISTA award is a residence-program for two young artists living in Italy.
was no institution that offered young Italian artists the possibility of residing in the capital in the way that 6ARTISTA, on one hand, recovers the atmosphere that historically characterize the Pastificio Cerere, as a
place for artistic production and diffusion of contemporary art; on the other, creates an alternative and noninstitutional way for developing relations between young artists and contemporary art-system.
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the aim of establishing a cultural platform for the development of diverse initiatives, all geared toward involvWith pastificio_lab, the Pastificio Cerere Foundation aims to attract a young audience, particularly the university students who populate San Lorenzo, the neighborhood in which the Pastificio is situated, and which has a longstanding history of cultural and social ferment.
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The development of the pastificio_lab events was entrusted to sguardo contemporaneo, a curatorial platform
2013 Exhibition Programme
whose members established a program characterized by multidisciplinarity. Through its rich selection of exhi-
bitions, workshops and meetings, pastificio_lab aims to favor interaction between different modes of contem-
porary artistic expression, as well as the experimentation of new modalities of intervention and participation, stimulating an open dialogue between artists and audiences, professionals and followers.
SGUARDO CONTEMPORANEO is a curatorial platform founded in 2007 in Rome with the aim of supporting contemporary young artists. Among the projects: cartabianca_roma (co-curated with Carla Subrizi and Nero), Mu-
from
Ettore Favini
seo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova May-June 2012; Nuova Gestione, community specific project ,
FEBRUARY 26, 2013
Verdecuratoda…voi
Quadraro district in Rome, February 2012. Currently it is working for the second edition of Nuova Gestione (Casal
to
Bertone district in Rome, March 11-23 2014).
APRIL 5, 2013
pastificio_arch
Curated by
Favini’s research explores man’s relationship to nature and time, reading the social context in all of its com-
plexity. The works themselves – made using diverse techniques and materials – become fused with the process MARCELLO SMARRELLI
The relationship between the Pastificio Cerere Foundation and its surrounding territory – particularly the
San Lorenzo neighbourhood – reaffirmed itself in the decision to establish, by means of Pastificio_arch, an
ongoing enquiry into issues in architecture. The 2013 edition of the project, which was conceived by Marcello Smarelli, was curated by STRATO/Martino Fraschetti_Maria Clara Ghia_Vincenzo Tattolo, who proposed the theme FIND YOUR CORNER, 2.5 x 5.
FIND YOUR CORNER payed particular attention to the question of urban space and to the extent of its relation to lived experience, to the needs and desires of city dwellers. The architecture studios invited by STRATO engaged with small portions of urban space, using them to create events.
2.5 x 5 are the standard dimensions of a parking space. A parking space situated in front of the Foundation building was transformed by the Pastificio_arch projects for the duration of a day, and thus given back to the
neighbourhood. FIND YOUR CORNER aimed to create spaces open to any kind of use, precisely there where this is commonly negated.
of their creation. The single interventions remain open, each one constituting an evolution, a growth and a questioning of the one that precedes it.
For the solo show at the Pastificio Cerere Foundation, the artist rereads the subject of ecology from a contemporary prospective, involving spectators in a “game” that binds them to an act of responsability toward them-
selves and the environment. An individual action can produce substantial changes only if it is repeated count-
less times, while countless micro-changes on a local scale can, if united, give life to large-scale transformation. Verdecuratoda...voi, which dorms part of the vaster project to Verdecuratoda begun in 2005, presents an opportunity to trigger a real environmental metamorphosis. In addition to propting the urban forestation of
green species, this phase of the project aims to bring butterflies back into the city, thus restoring an important marker of air quality to urban areas. This intervention is intended as the first in a series of similar events that will be organized across a number of different countries.
The show in structured around several intercommunication device. The space will contain a vending-sculpture
from which attendees will be able to withdraw, using a 1 euro’s coin, spheres containing the seed of plants, bushes an flowers useful to the sustenance of butterflies. In addition to their economic support, users will have
the opportunity to become actively involved in the artistic process by following the instructions contained inside the spheres an planting the seeds. The aim is to build the world’s largest vegetable sculpture.
STRATO
In the courtyard, the artist will build a display using the various plant species whose seeds are contained in Founded in Rome in 2007, Strato specializes in interiors, installations, competitions, and theoretical research. It is an expanded container, the fruit of varied contributions aimed at developing new ideas and investigative paths in
the vending-sculpture spheres.
The ex-silos space of the Pastificio will feature a projection of La Verde Utopia, a conversation between Ettore Favini, Alessandra Sandrolini and Gilles Clément – gardner, theorist an supporter of biodiversity.
the realm of architecture. Recent projects include: Roma in costruzione 2012_ 1st prize at Vocazione Roma; Europan 10 Riga _ 1st prize exaequo. Publications: Prescrivere Liberare (Rome: Officina, 2013); Basta esistere. Leonardo Ricci (Rome: Fondazione
The project further anticipates the launch of a website www.verdecuratoda.com where partecipants will be able to point out the exact location of the seeds they have planted, and upload the photos of the budding plants, thus contributing to the mapping of the vegetable sculpture.
Bruno Zevi, 2012).
On the same web site, it is possible to buy limited edition objects created by the artist in collaboration with Canedicoda.
On the occasion of the opening, the Roman architecture studio laN+, invited by Emilia Giorgi, presents
the concept for the vending machines that will be located in the spaces of the institutions, foundations and
museums interested in joining the Verdecuratoda initiative. More than a simple object, the vending machine here becomes a micro architectural environment that defines a functional space, giving value to its primary function as a collective work of art.
The solo show finds an ideal continuation in poster created by Ettore Favini for Postcard from... – a project for the diffusion of contemporary art in urban context- titled Le farfalle volano sulla città pulita.
The Postcard from... project consists in inviting Italian and international artist to create an image for large-
scale poster (400x300cm), which is installed in the courtyard of the Pastificio Cerere Foundation, as well in various advertising spaces across Rome, made available by the A.P.A- Agenzia Pubblicitaria Affissioni.
The poster created by Ettore Favini features images of butterflies no longer present in Italian cities, with the intention of “repopulating” the spaces where the posters will appear for the duration of the show.
Ettore Favini, he wins in 2005 the prize Artegiovane, Chambers of Commerce in Turin and in Milan and the New York Prize at Columbia University, in 2007. In 2009 he was a finalist for the Premio per gli Amici del Castello di
84
85
Rivoli, and in 2012 he held a residency at the Civitella Ranieri Foundation. His work has been exhibited in many
from
Stefano Graziani
national and international institutions, including: Italian Academy, NY; ISCP, NY; French Academy in Rome – Villa
June 18, 2013
Conversazioni notturne / Late night conversations
Medici; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Turin; CCCS Strozzina, Florence; Fondazione Pastificio Cerere,
to
Roma; Fondazione Olivetti, Roma; American Accademy, Roma; Museo Riso, Palermo.
July 26, 2013
In Conversazioni notturne / Late night conversations, every photograph is an encounter. Unlike in the everyday observation reality, Stefano Graziani’s compositions allow us to see only one subject at a time. Eliminating any
Curated by from
Ghitta Carell
Alessandro
April 18, 2013
and the Power of the Portrait
Dandini de Sylva
Diego Mormorio
In this new series of photographs, as in the preceding Under the Volcano and Other Stories, Stefano Graziani
document into a powerful instrument for stimulating the imagination, and thus, for poetic regeneration. In a
Ghitta Carell and the Power of the Portrait is a vast retrospective dedicated to the renowned portraitist Ghitta
conversation with Rene Gabri, the artist describes his work as a looking around oneself with a different light:
Carell (1899-1972). Curated by Diego Mormorio, in collaboration with an advisory board presided by Ottavio Curated by
that articulate a process of knowledge and interpretation of the world.
extracts the image from its denotative context and subtracts its original use, transforming the photographic
to May 17, 2013
spatial or temporal markers, and constituting a kind of taxonomy, his images individuate a series of elements
an “atmospheric fog” envelops his images, offering new visions and making new things visible, engendering a
Celestino, Flavio Misciattelli, Stefano Palumbo and Marcello Smarrelli, the exhibition comprises over 150 pho-
condition in which every time is the first time.
tographs that recount the history of an era – the years between the 1930s and 50s – by way of its protagonists.
On the other hand, we cannot explore his images as other than mirrors, unceasingly investigating them as
Initiated and supported by Elsa Peretti, President of the Nando and Elsa Peretti Foundation, in collaboration
difference. The title of the exhibition suggests a strong link to the unconscious: a time of doubt, of wonder, of
with the 3M Foundation – which made the photographs available for the occasion – the exhibition aims to
phantasms, dreams and strange occurrences. Conversazioni notturne uncovers a different history of photog-
contribute to a reevaluation of the figure of Ghitta Carell within the vital panorama of Italian photography,
raphy, here understood as self-analysis, as an instrument that allows us to view ourselves. In his essay on the
and Italian culture more broadly. On the one hand, the exhibition investigates the theme of the portrait as
artist Culto dei morti, lo spirito dei pappagalli e l’anima, Anselm Franke introduced the concept of “geological
a fundamental issue in the history of visual representation and a central concern of modern art, and, on the
imagination,” a delirium that awakens dreams of tribes and sinking kingdoms, through which the most ex-
other, examines the work of Ghitta Carell in relation to Italy’s historical and anthropological developments
treme past and the most distant future merge back into the same thing.
during the period covered by her activity.
This is the first in the series of exhibitions presented by Alessandro Dandini de Sylva in his role as the 2013
Born in northeast Hungary in 1899, Ghitta Carell received her photographic training in Budapest, at a pho-
curator-in-residence at the Pastificio Cerere Foundation. The series works in line with this year’s program-
tography course for “young ladies”. Continued her photographic apprenticeship in Vienna and Leipzig, before
ming, which has given particolar attention to the photographic medium.
she moved to Florence in 1924 and then to Milan, where she quickly became a highly sought-after photogra-
pher, especially popular in financial and aristocratic circles. Shortly thereafter she moved in the Italian capital
and, with the power of his art, she succeed to conquer all: it was in Rome that she became the photographer
Stefano Graziani (1971) is a photographer and trained architect. He lives and works in Trieste, where he teaches
we know today, the “grand dame of retouching.”, the “photographer of the powerful”. And this at the height
at the University of Trieste’s Faculty of Architecture. His publications include the anthology Taxonomies (a+m bookstore,
of the Fascist era, about that her opinion is unknown.
2006); Under the Volcano and Other Stories (Galleria Mazzoli, 2009); and L’isola (Galleria Mazzoli, 2009). In 2009 he
With the end of the war, her fame was reinstated and all the leaders of the Christian Democracy. In 1959
started the project A Mini Museum for Franco Basaglia. Recently, he edited a collection of essays by Jeff Wall, titled
Carell became an Italian citizen, but she eventually, and quietly, distanced herself from the country, choosing
Gestus. Scritti sull’arte e la fotografia (Quodlibet / Abitare, 2013). He is a founding co-editor of the magazine San Rocco.
to reside in Haifa, Isreal, where she died in 1972.
All of Ghitta Carell’s success derived from the composition and the elusiveness of her photographs, the two elements that became the signature of her work. She was an expert retoucher, using a method that consisted in a delicate manipulation on the back of the plate, on the non-emulsified glass surface: she traced pencil lines, using them to darken or illuminate, depending on which features she wanted
from
Enrico Boccioletti:
October 2, 2013
Palinopsia
to
to modify. These lines traced on the glass never appeared sharp on the final print but rather blurred, giv-
November 8, 2013
gettable touches of light on the hair of her subjects. She placed on the heads – above all of the women
Curated by
ing the photographs their soft-focus effect. It was by means of this technique that Carell left certain unfor-
– reflections that the lighting alone couldn’t yield, and that are a fascinating aspect of her photography. The exhibition is arranged throughout the Pastificio Cerere, occupying the most suggestive spac-
es of the former industrial building: the original prints are installed in the former grain elevator, now the main exhibition space of the Pastificio Cerere Foundation; the photographs of the clergy are in the Pino Casagrande Gallery; the female portraits are in the Pastificio San Lor-
enzo restaurant; and the remainder of the work, more substantial in volume, in the Spazio Cerere. This exhibition presents a new occasion to continue experimenting the Pastificio Cerere’s potenti-
alities and strengths as a container for contemporary art, capable of functioning both within the individual spaces that compose it, and as a whole, as it did during the celebrated 1984 exhibition Ateliers, curated by Achille Bonito Oliva. The desire to be involved in such a significant photography project is in line with the relationship that the Pastificio has always had with this medium – starting, in the 1970s, with
the extraordinary presence of Francesca Woodman, who cultivated her inspirations precisely with-
in the walls of this former factory, finding here the ideal backdrops for her most celebrated pictures. The exhibition Ghitta Carell and the Power of the Portrait is accompanied by the publication of a trilingual catalog
(Italian, English and Spanish), with an introductory essay by Diego Mormorio and a substantial illustrated section focused, in particular, on the history of portraiture.
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The exhibition is the second event that Alessandro Dandini de Sylva has organized as curator-in-residence of
the Pastificio Cerere Foundation in 2013 and it is fully in line with the predominant themes of this year that Alessandro Dandini de Sylva
have given particular prominence to photography. Palinopsia presents a selection of recent works that pose
questions about the state of the art for photography and visual culture in general in the world of today that is dominated by the Internet.
New technologies have greatly influenced photographic practice, expanding its vocabulary and the scope of
its potential development and applications. They have led to many changes such that graphical elaboration by means of computer software has now become the principal means for the production for images. Exploring the digital image is an ongoing process at work in the sector of contemporary photography, which has led to
a blurring of the boundaries between manual interventions and digital effects, as well as between reality and its manipulation. Nevertheless in Boccioletti’s work the process of creation of the image becomes transparent, the digital intervention is clearly visible, and the language of photography is irrevocably revolutionized.
Boccioletti plays in a sophisticated way with the conventions of photography, exploring its limits and its contradictions. By making the mechanisms of digital instruments of elaboration such a clearly evident part of the image, he brings into question the reality of what we see, as well as the very condition of photography
and visual representation in the Internet age. By deliberately combining and intermixing the various means of visual production, Enrico Boccioletti reminds us that the factor of intentional manipulation has always been
present in the photograph and that, instead of threatening the medium, the malleability of the digital elaboration is in fact one of its greatest sources of vitality.
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Enrico Boccioletti ( 1984, Pesaro – a.k.a. Death in Plains, 4SICSX and spcnvdr) is an artist and musician
Spéciale d’Architecture in Paris (2011) and an honorable mention of the Zumtobel Award (2012) + projects belong
who is active in the field of performance and post-conceptual and new vernacular sound. The themes of circular-
to the permanent collection of FRAC Centre in Orléans and are part of the MAXXI museum in Rome.
ity and incompleteness, duplication and accumulation, loss, stratification, counterfeiting and the relationship
Baglivo has presented his drawings and collages at the Carmelo Baglivo’s conversation VS Beniamino Servino
between the real and the simulated are some of those that the artist addresses in his work. He has participated
in Design Talks at IED in Rome and during the lecture Upcycling the city, organized by the National Institute of
in solo and group exhibitions at 319 Scholes, New York; the Swiss Institute in Rome and Milan, Mediterranea 16,
Architecture in Rome. A selection of his collage was exhibited in the exhibition Cut ‘n’ Paste: From Architectural
Ancona; Fabio Paris/Link Center for the Arts of the Information Age, Brescia; Centrale Fies, Dro, Trento; Interno
Assemblage to Collage City, curated by Pedro Gadanho at the MoMA in New York (2013). Baglivo has taught at the
4, Bologna; and the Museo Pecci, in Prato and Milan. He is currently artist-in-residence at Viafarini, Milan.
Faculty of Architecture in Ferrara. He is currently professor of the Master in emerging technologies Inarch of Rome.
from
Carmelo Baglivo.
from
November 12, 2013
Disegni corsari
November 27, 2013 to
to November 22, 2013
The exhibition is the first opportunity for the public to view the wide-range of drawings and collages that the
January 31, 2014
architecture on the part of the Foundation, an important educational organization, which encourages cultural
A PROJECT BY
architect Carmelo Baglivo of the IaN+ studio has always produced. The exhibition reflects a specific interest in Curated by Emilia Giorgi
proposals involving contemporary art in constant dialogue with other disciplines.
The Serpent Ritual
Conceived by Gianni Politi (Rome, 1986), The serpent ritual included the participation of the artists Alessan-
dro Agudio (Milan, 1982), Andrea Dojmi (Rome, 1973), Giulio Delvè (Naples, 1984), Matteo Nasini (Rome, 1976), Lupo Borgonovo (Milan, 1985), Helena Hladilová (Kroměříž, Czech Republic, 1983) & Namsal Sie-
Gianni Politi
Baglivo states that Disegni corsari (Pirate Drawings) is “a clear homage to those writings of Pasolini in which
dlecki (Greenfield, USA, 1986), and Renato Leotta (Turin, 1982).
The exhibition’s title is an explicit reference to Aby Warburg’s homonymous essay, where the author underlines the importance of the psychic power of images to Native American tribes. Travels in North America
the reader has the task of restoring order to the fragments of a work that is dispersed and incomplete. In the
afforded Warburg the opportunity to study indigenous magic rituals and the origins of paganism. It was from
same way my drawings refer to architecture through autonomous images that are outside of history, waiting
there, he concluded, that man derived his inherent and unconscious need to “possess” images, benefitting from
for the viewers to construct their own personal pathways”.
their ancestral and psychic power.
The exhibition is divided into three thematic areas that lead one to the other in the rooms of the Foundation.
The exhibited works were intended to offer the spectator the opportunity to undertake a “journey” into the
On the walls of the first room there is a collection of drawings with different formats, techniques and supports.
symbolic cosmos of images, with the aim of affirming the value of slowness in contrast to the speed of con-
These thoughts, put onto paper as sketches, watercolors or comic-strips are some of the most interesting projects
temporary expression. The artists involved share an interest in arriving at a practical approach to art, an idea
of the IaN+ studio, while others are simply suggestions for encouraging the conceptual and creative imagination
related to the difficulty of producing something new in an era in which everything seems to already exist. Thus
of the architect. They represent an investigation into the forms of architecture and the city, recorded with swift,
Gianni Politi concluded the letter written to present the show: “Our personal mythologies unite us to a much
summary and imprecise gestures that characterize the moment when the idea was fixed. With this first step, the
greater extent than we commonly think. Hence our shared participation in the curating of the exhibition as
most introspective and reflective aspect of architecture, one that is often poorly known, is unveiled to the visitor.
well as our shared doubts, to which everyone responded with unexpected proposals and solutions […] a vast
In the second room 8 collages are on display that were created digitally by superimposing grids, excrescences
symbolic cosmos in which every spectator can view their own reflection.”
and monolithic images onto some of Piranesi’s most famous landscapes. The collages, imprinted on a metal support, are reminiscent of engraving plates, and they activate a process of mimesis that mixes the original work with its alteration.
from
a ceaseless stream of digital images, accompanied by the soundtrack composed and performed for the occasion
to
From here the space becomes rarefied as we anticipate the last room, where the visiting public is immersed in by TactusFugitComposingSounds (Federico Giangrandi, Simona Marino, Alessio Santoni).
MAY 18, 2014
architecture. They bear witness to the imaginary travels of a contemporary flâneur, or stroller, who seems to
Curated by
appear within urban landscapes that are taken to the extreme, as more or less possible speculations regarding
SMARRELLI
These collages represent the latest results of an experiment conducted on the boundaries between art and watch us with the eyes of some characters from Fellini or Pasolini’s Italian auteur films. These recurring figures
DAVIDE STUCCHI / HELENA HLADILOVÁ
APRIL 9, 2014
The double solo show, conceived for the MACRO, and curated by Marcello Smarrelli, Artistic Director of
the Pastificio Cerere Foundation, with the assistance of Saverio Verini, presents the works created by Davide Stucchi and Helena Hladilova, winners of the 4th edition of 6ARTISTA 2013, during their nine months of
MARCELLO
residency in Rome and Paris. DAVIDE STUCCHI.
contemporary cities, with geometries and signs taken from the vocabulary of the radical architecture that is
BETRAYED OBJECTS
metamorphoses carried out according to a new and sometimes provocative syntax, in the projects of some
The double solo show, conceived for the MACRO, and curated by Marcello Smarrelli, Artistic Director of
The exhibition Carmelo Baglivo. Disegni corsari reveals a complex experimental attitude that, far from being
Stucchi and Helena Hladilova, winners of the 4th edition of 6ARTISTA 2013, during their nine months of
the source of the planning and design process of IaN+. The cities of the imagination are combined with the great masters of international architecture.
a mere pastime or mental exercise, is a much-needed critical reflection by means of the image on the role of
architecture in the city that needs to be re-thought and transformed. This is a free and independent form of research that can encourage and give structure to the purely architectural dimension of the profession.
In the opening day at the restaurant Pastficio San Lorenzo, was held a conversation between the artist and Gian Piero Frassinelli, the founder of the radical group Superstudio, and Luca Molinari, a critic and curator active in the field of architecture.
the Pastificio Cerere Foundation, with the assistance of Saverio Verini, presents the works created by Davide residency in Rome and Paris.
The history of art is constantly forced to deal with the natural process of deterioration that affects man-made
artefacts. The ravages of time and of the elements have put what Brandi referred to as the “potential unity of the work”1 severely to the test.
So much so that, particularly from the eighteenth century, artists themselves gradually became fascinated by ruins, acquiring a taste for the fragment and for the missing element (one need only think of the views of Ancient Rome by Giovanni Battista Piranesi or by Giovanni Paolo Pannini, to mention just a couple of notable
Carmelo Baglivo graduates in architecture in Rome. In 1997, with Lica Garofalo and Stefania Manna, Carmelo funded laN+ with which he won major awards and he won national and international competitions. Among the other receives the Gold Medal for Italian Architecture (2006); the Prix Spécial Catégorie Enseignants of the École
88
examples). It is no coincidence that the debate on restoration has always been a matter of great controversy, di-
viding experts in the sector and prompting much discussion even among the broader public. On the one hand there are those who adopt a line of thought that views the work of art as a living organism subject to natural
89
decay and entropy, which in architecture had its most eloquent proponent in John Ruskin. On the other, there
pastificio_lab
are those who believe that the task of restoration is not just one of conservation, but also one of renovation
and, at times, even reconstruction from scratch – as in the theories propounded by Eugène Viollet-le-Duc. Ever since ancient times, the creation of art has thus had to deal with its own decay, even going so far as to per-
form intentional acts of destruction (iconoclasm is a phenomenon that dates back to the Byzantine Empire). More recently, continuing on from this constant factor which, as we have seen, always accompanies artistic creation, the theme of the destruction of the work has now become an integral, planned part of artistic prac-
tices. The considerations that Davide Stucchi has put forward as the culmination of his residency started out
ON
from his interest in the residual object, with all its gaps and its compromised condition, in order to arrive at a
9 FEBRUARY 2013
together a selection of sculptures made over the past three years, together with others created during his resi-
Curated by
For the fourth pastificio_lab appointment, sguardo contemporaneo presented the project hour interview, in-
broader reflection on the aura surrounding the work of art. Betrayed Objects, as the exhibition is called, brings dency. The show thus consists of a core group of works on which the artist has once again intervened, making
SGUARDO
the same actions and operations as those he adopted in order to produce them the first time around. The idea is
CONTEMPORANEO
with an excess of meaning, invested with emotions, symbols, memories and illusions”. The works thus float in
AT SPAZIO CERERE
aims to reveal an artist’s “standard day,” inviting him/her to fill out a “form” divided into twenty-four hours. To an experiment that, by allowing the interviewer’s first-person questioning to recede into the background and
so giving space to the artist’s creative process, offers a different angle on the practice of the interview in conscreened here for the first time. On the occasion of pastificio_lab#4, sguardo contemporaneo also launched
ever since they were made. By going back to work on his own artistic creations – a sort of pentimento, though
an open call to artists working in Rome and in Lazio, inviting them to share their digital portfolio for the
not without a dose of irony – Stucchi refreshes their meaning but leaves a number of questions unanswered:
creation of an online archive, the starting point for a regional database.
to what extent can a work of art be considered as such after repeated interventions, superimpositions and afterthoughts? And then, when faced with such a work, what type of viewer do we choose to be? HELENA HLADILOVÁ.
ON
CAPPING
12 MARCH 2013
Helena Hladilová’s artistic works reveal her keen interest in the experiential side of art, as a place where visi-
Curated by
W.I.P. WORK IN PROCESS
pastificio_lab#5 hosted a stage of the project W.I.P. Work in Process, supported by Teatri di Vetro Festival, SGUARDO
it, involving them and inviting them to engage with it. And it is again the work that, through this exchange,
CONTEMPORANEO
that Hladilová worked on during her period of residence in the 6ARTISTA programme. In Project Room 2
AT
Pensieri di Cartapesta and C.Re.S.Co. The event, titled Sconfinamenti e confini, included the participation of
Federico Bomba – author and director of the Sineglossa company in Ancona – in conversation with Stefano Velotti, Associate Professor of Aesthetics at the University of Rome “La Sapienza”; Andrea Moneta, architect and lecturer in Set Design at the Faculty of Architecture at “La Sapienza”; Leonardo Delogu, performer and
transforms the way we usually perceive the museum space. This approach can also be seen in Capping, a project
at MACRO, the artist has placed an installation consisting of wooden panels, covered with white plasticine on
Mauro Piccinini, is based on the collection of interviews with artists working in the Rome area: the interview
temporary art. The three video-interviews with Davide D’Elia, Andrea Aquilanti and Marco Bernardi were
plates and masks) it is necessary to investigate the changes of state and form that time has exerted on them,
tors and the exhibition space can come together and interact. It is the work itself that draws people towards
tended to promote an alternative and more direct dialogue with artists. This ongoing project, conceived by
accompany the forms, Piccinini realized a series of short videos, portraits of the artists in their places of work:
to reflect on their status and their function as fetish objects in contemporary society, turning them into “things
a sort of limbo, looking for a place of their own: in order to explore each of these sculptures (gloves, brushes,
hour interview
SPAZIO CERERE
director; Silvia Marsano, coordinator of the Volume! Foundation; and Lorenzo Cascelli, editor-in-chief of the online magazine Pensieri di Cartapesta. The event reflected on the relationship between theatre, the visual
arts and performance, questioning the conventional categories of space and time applied to live performance.
just one side. This lean, no-frills “sculpture” is clad in just a malleable coating. And it is this supremely malleable
Supported by MIBAC, the Lazio Region and the XI° Municipality of Rome, in collaboration with the
covering that allows Capping to reveal its inside “temperature”. The surface of the work is a free zone where the
Romaeuropa Foundation and the Palladium Theatre of the University of Rome “Tre,” this segment of W.I.P.
public can intervene and thus become an active part of the work, acting directly on the work and modelling its
Work in Process was also an educational seminar for the students of the University of Rome “La Sapienza,” who
exterior. In line with one of the areas of research that has been so much a part of artistic production for the past
– together with the editorial staff of Pensieri di Cartapesta – curated the talks, held at various spaces in the San
twenty years, Hladilová adopts a strategy that could be rightly defined as “relational”. As the critic Nicolas Bour-
Lorenzo neighbourhood (including Cinema Palazzo, Libreria Assaggi, La Scatola dell’Arte, Art Core Gallery).
riaud pointed out, artistic practices have now become focused on the sphere of human relations and on society. Art has thus ended up by adopting the encounter between the viewer and the work as its central theme, together
with a collective formulation of meaning. Helena Hladilová’s installation appears on the borderland where real-
time action and direct intervention on the work by the public can lead to the most unpredictable outcomes:
ON
FOTOGRAFIE IN SCATOLA (PHOTO BOXES)
how many people will “dare” go up to the work? What will the work look like at the end of the exhibition? This
4 MAY 2013
PHOTO CIRCUS POGOVIC
[...], but what is in front of it, within the temporary collective form that it produces by being on show”.1 By doing
Curated by
sguardo contemporaneo curated the workshop Photo Boxes, the sixth pastificio_lab appointment, a project
approach also shifts the focus onto the public, and thus no longer onto “the back-world represented by the work
so, Hladilová radically devolves responsibility onto those who face Capping: visitors are called upon to enter into
SGUARDO
a sensitive relationship with the work, which is thus transformed into a seismograph that is capable of recording
CONTEMPORANEO
work, in a stratification of signs. The title itself is a further reference to the idea of constant overlapping.
AT
result of a gradual sedimentation of different architectures, styles and histories that are not always consistent. Capping, a term borrowed from the vocabulary of graffiti writing, refers to the practice of deleting or covering
up graffiti with new signs. Similarly, Helena Hladilová’s work is one of transforming and breaking away from neutrality, like a blank page waiting to receive the marks of writing.
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workshop, held by artist Francesco Capponi, involved the participants in the construction of a dippold
pinhole camera, an artisanal tool in line with DIY philosophy. Guided through the neighbourhood streets,
the effects on these visitors and their reactions to and impressions of, and – quite literally in this case – on the This is something the artist worked on during her residence in Rome, a city where the urban fabric is the
aimed at reinforcing the Foundation’s link with the students of the San Lorenzo neighbourhood. The
SPAZIO CERERE
the workshop participants shot various images, familiarizing themselves with the functioning of the pinhole. pastificio_lab#6 also included a photographic performance by the Photo Circus PoGoVic collective, held
inside the Spazio Cerere: an open-door event in which members of the public were invited to pose for a
portrait, which were subsequently modified on the spot by members of the collective and given to the visitors to keep. The Circus PoGoVic project in fact specializes in the manipulation of photographs that are printed
with the Polaroid PoGo on thermoactive paper, then treated and “mistreated” by the artists with water, fire, acetone, sandpaper and other materials.
91
FROM
PABLO MESA CAPELLA
18 JUNE 2013
CARTES DE VISITE. MATERIA SENSIBILE
Pastificio_arch
TO 19 JULY 2013
sguardo contemporaneo concluded the cycle of pastificio_lab events with the project Cartes de visite. Materia sensibile. Conceived by the artist Pablo Mesa Capella, Cartes de visite. Materia sensibile emerged from a constant
Curated by SGUARDO CONTEMPORANEO
and almost obsessive search for small photographs found in markets all over Europe. The inner courtyard of
the Pastificio Cerere Foundation hosted an immersive site-specific installation in which these anonymous
images, fragments of private histories abandoned to chance, were recuperated and interpreted with the aim of
ON
Vietato l’ingresso (No Entry)
4 and 5
by HANASI DESIGN
from the residents of the San Lorenzo neighbourhood (senior citizens, shop owners, immigrants, out-of-town
MAY 2013
photographs and personal stories thus became materia sensibile, “perceptible matter,” silently invading the
Curated by
restoring them to memory. To accompany the images, the artist collected a number of first-person accounts AT COURTYARD OF THE PASTIFICIO CERERE FOUNDATION, SAN LORENZO NEIGHBORHOOD
students), mapping the diverse realities of a place rich with histories; the lived experience embodied in the
neighbourhood streets through posters and sound installations. The guided tours, held at both day and night,
The HANASI DESIGN studio transformed the parking area into a secret object endowed with strong STRATO
symbolic value: a mysterious parallelepiped, an open but scarcely accessible sensual space where citizens could meet and enjoy the story of the city. The internal space was illuminated by three “BERSABEA” lamps, each
directly involved the residents and the protagonists of the stories; the various “listening points” disseminated
one composed of twelve pentagons and various hexagons, which contained as many photographic images of
map with links to streams of all the audio tracks. The show was part of the initiative “Capire, conoscere e
The photographic project, curated by Ottavio Celestino and realized by the students of the ISFCI (Istituto
anniversary of the bombings of July 19, 1943.
violation, its crossing – in order to restore a vision of what it is that makes the San Lorenzo neighbourhood
throughout the streets of San Lorenzo could be followed using either an audio-guide or an interactive
the San Lorenzo neighbourhood.
non dimenticare....” (“Understanding, knowing, and not forgetting...”) organized to commemorate the 70th
Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata), recounted the public space – its transformation, its unique.
HANASI DESIGN is active in the field of industrial design, architecture and communication. Its working method revolves around the individuation and definition of a concept, understood as an indispensable
starting point for the coherent and coordinated design of every project, whether this fall within the realm of architecture and design, or whether it be a communicative expression: paper-based, cinematic/televisual or multi-medial.
ON
The Puppet Theatre
2 and 3
by 2A+P/A
OCTOBER 2013
The 2A+P/A studio transformed their parking space into a puppet theatre, presenting a use of public, Curated by STRATO
temporary and collective space that is deeply related to the historical evolution of our culture. Akin to the Commedia dell’arte, the puppet theatre is based on the narration of tales linked to identity and to the values
of a community of viewers who see these tales as an opportunity to discuss their shared past and traditions. 2A+P/A’s corner was transformed into a large urban object, characterized by pure and colourful forms: a small
set that hosted a series of stories, a portion of the city’s scenography. The show, curated by Arianna D’Amato, staged three chapters from Collodi’s timeless tale, “The Adventures of Pinocchio.” At the Spazio Cerere, there was also a workshop dedicated to theatre activities for children, curated by Violetta Rogai.
2A+P/A is an associated architecture studio based in Rome, co-founded by Gianfranco Bombaci and Matteo Costanzo. 2A+P/A specializes in architecture, urbanism and landscape design, developing projects for public buildings, private residences and urban spaces. The studio has won prizes and honourable mentions in various national and international competitions.
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Fondazione Pastificio Cerere
Via degli Ausoni, 7 - 00185 Roma T/F +39.06.45422960 info@pastificiocerere.it www.pastificiocerere.com
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