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I soldi fanno la felicità? Stefano Leoni

Psicologia

I SOLDI FANNO LA FELICITÀ?

Chiudete gli occhi e chiedetevi: “quanti soldi mi servirebbero per essere felice?”, È la domanda a cui hanno cercato di rispondere alcuni studiosi dell’Università di Bath con una ricerca condotta su 33 Paesi del mondo

di Stefano Leoni

Sicuramente abbiamo sentito, almeno una volta nella vita, che “i soldi non possono comprare la felicità”. Eppure, capita di conoscere persone che ne desiderano sempre di più, anche nei casi in cui siano già benestanti. La domanda, quindi, è: quanti soldi servono per soddisfare i nostri desideri? Gli economisti se lo chiedono spesso e sono molte le teorie secondo cui i desideri economici della popolazione sarebbero illimitati, ma, al contrario, sarebbero le risorse per soddisfarli ad essere limitate. Tuttavia, una ricerca condotta da Paul G. Bain e Renata Bongiorno del dipartimento di Psicologia dell’Università di Bath, pubblicata ad aprile sulla rivista scientifica Nature, ha rilevato come solo una minoranza di persone abbia effettivamente desideri illimitati. La maggior parte, invece, sarebbe felice con una somma di denaro limitata, anche se comunque cospicua. Sono state intervistate 8.000 persone provenienti da 33 Paesi ed è stato chiesto loro di immaginare una “vita ideale” in cui esaudire tutti i loro desideri, senza preoccuparsi del fatto che potesse essere realisticamente realizzabile. L’obiettivo dei ricercatori era proprio quello di cercare di capire quale fosse la somma di denaro desiderata nella vita ideale dei partecipanti. Per anticipare eventuali risposte che potessero aprire altri scenari (ad esempio, quante ore di lavoro sarebbero state necessarie per raggiungere la somma designata), gli esperti hanno chiesto al campione di scegliere di partecipare a un’ipotetica lotteria. Sono quindi state presentate otto lotterie diverse, con premi massimi diversi. Si partiva da quella “più bassa” nella quale si potevano vincere 10.000 dollari (convertiti in valute locali, quindi 9.600 euro o 8.400 sterline per i partecipanti del Regno Unito) e si saliva (100.000 dollari, 1 milione, 10 milioni, 100 milioni, 1 miliardo, 10 miliardi) fino ad arrivare a quella in cui il primo premio corrispondeva a 100 miliardi di dollari. Infine, veniva specificato che in ogni lotteria c’era la stessa probabilità di vincere il jackpot. La previsione del team di ricerca era semplice: se i partecipanti avessero davvero avuto desideri illimitati, avrebbero scelto sempre di partecipare alla lotteria in cui c’era la possibilità di vincere

100 miliardi di dollari. Ma in tutti i 33 Paesi solo una minoranza ha scelto questo premio (dall’8% al 39%), mentre nella maggior parte dei casi la lotteria selezionata era quella equivalente a 10 milioni di dollari. In alcuni Paesi, come India e Russia, la maggioranza ha scelto addirittura quella da 1 milione di dollari. Ma non è tutto. È emerso, infatti, che un numero maggiore di giovani aveva scelto il jackpot più alto rispetto ai senior, anche se questo dato varia da Paese a Paese. In quelli meno sviluppati economicamente, ad esempio, le oscillazioni erano più deboli. Sono state poi analizzate le differenze culturali ed è risultato che la concentrazione di persone che avevano scelto la lotteria da 100 miliardi di dollari era più alta nei Paesi in cui c’era una maggiore accettazione della disuguaglianza nella società e dove c’era maggiore attenzione alla vita di gruppo. Ad esempio, in Indonesia, in cui sono molto presenti entrambe le caratteristiche, quasi il 40% del campione aveva scelto la vincita da 100 miliardi di dollari, mentre nel Regno Unito, dove questi due fattori sono meno presenti, meno del 20% ha scelto il premio massimo della lotteria. Infine, è stato chiesto alle persone quale sarebbe il cambiamento più importante che farebbero se vincessero il premio, classificando i valori importanti per loro (come “avere potere” o “aiutare gli altri”). È emerso che le persone con desideri illimitati, che tendenzialmente sceglievano la vincita più alta, hanno riferito ai ricercatori che avrebbero usato il denaro per aiutare gli altri, ma in termini di valori non sembravano davvero interessate a questo aspetto rispetto a chi aveva scelto un premio più basso. Sulla base di questi dati possiamo aggiungere qualche tassello all’analisi sociopolitica globale. Sempre più governi nel mondo danno priorità alla crescita economica per consentire alle persone di esaudire il maggior numero possibile di desideri. Ma la continua ricerca della ricchezza e della crescita ha conseguenze dannose da non trascurare. In particolare, dal punto di vista ecosostenibile. I risultati di questa indagine mostrano come il livello dei desideri delle persone possa variare a seconda dei valori e della cultura, ma suggeriscono anche che sono aperti all’influenza sociale. Ad esempio, con una giusta sensibilizzazione si potrebbe orientare la società a vivere una vita appagant e senza esaurire le risorse del nostro pianeta.

All’inizio del 2022, SpectremGroup, società che si occupa anche di analisi patrimoniale, ha condotto una ricerca sul rapporto tra felicità e ricchezza, chiedendo ad alcuni investitori privati se attribuissero la loro felicità al denaro accumulato. Il 72% ha risposto di sì, ma analizzando le diverse classi di età si nota come il 76% dei Millennial e della Generazione X abbia indicato come la propria felicità sia strettamente legata alla ricchezza. Nel 71% dei casi, invece, i senior hanno risposto sostenendo che la felicità è ricchezza.

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