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__ LIBRI CULTURA __

DI MATERIA ORGANICA ESSICCATA, AVVOLTO IN UN’ASTA DI LEGNO, IL PAPIRO È PER SUA NATURA INFIAMMABILE. Ma non fu un solo incendio, piuttosto una serie di atti dolosi e saccheggi quelli che portarono alla distruzione della Biblioteca di Alessandria. Un simbolo, o meglio, una metafora: la barbarie che trionfa sulla conoscenza, l’ambizione di accumulare sapere universale che si scontra con la perdita delittuosa di grandi patrimoni intellettuali. I libri rilegati, stampati su carta, bruciano a 451 gradi Fahrenheit, ricorda Richard Ovenden, massimo esperto nella conservazione di libri antichi e moderni, citando il tanto metaforico romanzo di Ray Bradbury. Da un lato i libri di Milton bruciati fuori dalle biblioteche, dall’altro Max Brod che si rifiuta di incenerire le carte dell’amico Franz Kafka e così salva la sua immensa opera. È come un filo costante che scorre nella storia fino all’incendio del Reichstag, la distruzione di libri probabilmente più concentrata e dotata di risorse nella storia. E oltre: in Bruciare libri Richard Ovenden che è Bibliotecario alla Bodleian di

cultura

LIBRI ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Oxford scava nel rapporto tra conoscenza e potere. Oggi il futuro continua a dipendere dall’accesso alla conoscenza del passato e lo sarà ancora di più quando la tecnologia digitale cambierà il modo in cui possiamo prevedere cosa accadrà. Una miriade di minacce alla conoscenza proviene dal “diluvio digitale”. Archivi e biblioteche sono più che mai vulnerabili rispetto alle forze che minano la certezza del diritto, la coesione sociale, la nostra identità. Una quantità sproporzionata di memoria del mondo è stata esternalizzata alle aziende tecnologiche senza che la società se ne renda conto o sia davvero in grado di comprenderne gli esiti. Così una battaglia per la sua conservazione è prima di tutto una battaglia civile, sulla quale si fonda lo stato di salute della società contemporanea. di Renato Minore

LA CULTURA + E LA SUA CONSERVAZIONE Attraverso la storia di biblioteche, libri distrutti o dispersi, Ovenden ci regala un’opera sull’importanza della parola scritta, nella vita di popoli e società

CAMPI D’OSTINATO AMORE Umberto Piersanti

La Nave di Teseo - 176 pagine prezzo: 19 euro Giudizio di 50&Più: Un libro di poesia di struggente bellezza, Campi d’ostinato amore, il più intenso e coerente di Umberto Piersanti, con la sua “Cesana immensa”: diario, memoria, racconto di figure, piante, animali, pensiero emozionato nel modo di osservare il cielo, le stagioni, le gelate. «La tragica bellezza che i tuoi giorni inchioda al suo percorso”: spiccano i versi dedicati a Jacopo, il figlio ferito dalla vita. La parola dell’ottantenne poeta di Urbino, che lo strazio rende più condivisa e trasparente, è scarna, nuda, disarmata come una pietra scagliata con il più violento dei sentimenti. Leggiamo questi versi, il loro esitante, ansimante, necessario trascinamento di verità e mistero, tra la pena del dire e lo sgomento di averlo sempre di fronte quel dolore, come una condanna ogni volta replicata, nell’indimenticabile immagine di “Jacopo delle corse e dei dolori, del riso e dello sconforto”.

BRUCIARE LIBRI

SOLFERINO 352 PAGINE 20 EURO Giudizio di 50&Più:

IL LIBRO

Un ritratto di Carmen Pellegrino, studiosa eclettica, dal primo saggio storico a un libro diventato caso letterario, fino alla vittoria di prestigiosi premi LA STORIA DI CLOE In un gioco d’ombre DAR VOCE ALLE OMBRE,

«È un libro in sottrazione, che parte da un caos di eventi e luoghi, per arrivare a un progressivo assottigliarsi degli stessi, che si scoprono differenti da quelli iniziali, ombre che si sovrappongono a ombre». Così l’autrice definisce La felicità degli altri (La Nave di Teseo), la storia di Cloe, una donna che ha imparato a “parlare” con le ombre. Il suo percorso di crescita, tra insuccessi e passi avanti, la vede cambiare città e assumere nuove identità, sempre accompagnata da voci e ricordi. La circondano personaggi sfuggenti: dal professor T., docente di Estetica dell’ombra, ai gestori della Casa dei timidi, dove era stata accolta a dieci anni.

ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ

di Raffaello Carabini

CONSIDERATA UNO DEI TALENTI EMERGENTI DELLA LETTERATURA ITALIANA, Carmen Pellegrino - scrittrice e storica - ha scritto tre romanzi. Cade la terra, del 2015, ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Selezione Campiello; Se mi tornassi questa sera accanto, del 2017, ha ricevuto il Premio Dessì; il recente La felicità degli altri è stato selezionato per il Premio Strega ed è tra i cinque finalisti del Premio Campiello 2021. «Mi piacerebbe essere letta da più persone possibile, che il libro arrivasse là dove è atteso. I miei romanzi hanno un po’ questa caratteristica: possono passare anche settimane, mesi, prima che arrivino ai lettori. Devono fare la loro strada. L’aspetto che più mi piace è quando un libro giunge a un lettore nuovo, che scopre un modo diverso di stare nella narrativa. Un modo che ha qualcosa di obsoleto, perché io scrivo di temi sempre un po’ rischiosi, mai popolari, ma è una scelta che mi sento di continuare. È una scommessa che faccio con me stessa.»

Il nuovo libro inizia con le parole del poeta Paul Celan, “Dice il vero chi parla di ombre”, ma molti scrittori pensano invece che “ogni storia è una storia d’amore”, come titola una raccolta di racconti di Alessandro D’Avenia. Ombre oppure amore?

Anche la mia alla fine si rivela una storia d’amore. La protagonista è alla ricerca dell’amore che sembra le sia stato negato quando era bambina. Cerca di abbeverarsi a tutte le possibili fonti d’amore, sia quando viene portata nella Casa dei timidi a soli dieci anni perché non poteva più stare con i genitori, sia quando si imbarca affannata in improbabili incontri e anche in un matrimonio sbagliato. Per arrivare poi all’ombra chiarificatrice, perché più di tutto, nel suo percorso frastagliato, difficile, anche singhiozzante, l’aiuterà il rapporto di scambio di ombre con il Professor T., un docente veneziano che la porta a confron-

«AVER A CHE FARE CON IL PROPRIO LUOGO OSCURO PUÒ ESSERE VITALE E COSTRUTTIVO, FA PARTE DI NOI. DARE SPAZIO ALLE OMBRE, DARE OMBRA AL PROPRIO PENSIERO: ANCHE NEL NEGATIVO C’È TANTA VITA»

tarsi sulle reciproche ombre. Si aiuteranno a vicenda per superare quella sofferenza di cui tutti noi portiamo il peso: il non essere visti, il non essere percepiti, il non essere almeno ogni tanto pensati. Infatti ho dedicato il libro “agli ammutoliti abitanti del buio”, quelli che hanno bisogno più degli altri - ma ne abbiamo bisogno tutti -, di essere ogni tanto pensati, visti, ascoltati. Il libro è una storia di ombre in cerca di amore e di riconoscimento.

Cos’è la felicità? È per tutti o solo “degli altri”, come recita la poesia di Giovanni Raboni da cui ha tratto il titolo del romanzo?

Usai questo titolo anni fa per un articolo che parlava dell’infelicità quasi come emergenza sociale. Era prima della pandemia, che oggi è diventata l’unica emergenza. Una di quelle che c’erano prima e che non è scomparsa era quella delle persone che si sentono tristi e non in linea con quanto imposto dai tempi che viviamo. La società contemporanea richiede che si sia felici, o almeno che se ne abbia l’aria, perché la nostra felicità deve contribuire a quella degli altri. Un passaggio che gli americani conoscono bene perché hanno nella loro Carta Statutaria il diritto alla felicità. Chi non vorrebbe esserlo? Chi non vorrebbe vivere in una società in cui tutti sono felici? Questo non è possibile. Ci sono persone che non ce la fanno, che non riescono a vivere secondo questi standard. Sono rimasta molto colpita dal leggere che i centri di assistenza negli ultimi decenni sono stati frequentati in maniera sempre crescente, non solo da chi è affetto da problemi psichiatrici, fisici, ma proprio da chi si sente infelice e non sa come dirlo a se stesso né come esprimerlo agli altri. Non c’è posto per loro in questo mondo, a loro non rimane che nascondersi e vivere con la propria malinconia. La felicità oggi diventa quasi un corpo a corpo con se stessi. Non si sa più se i desideri sono i tuoi o quanto ti è stato inculcato di desiderare. Raggiungere un certo livello nel lavoro, nella vita pubblica, nella casa posseduta, non sono il frutto di un condizionamento ripetuto nel tempo? Perché quando lo otteniamo ci sentiamo comunque insoddisfatti, non ci corrisponde, dobbiamo per forza mirare a un altro obiettivo? C’è la necessità di questi tempi di essere performanti, di non fallire mai. Chi a cinquant’anni perde il lavoro, come succede ancora più spesso in questo periodo, è automaticamente tagliato fuori dal mercato. Cosa gli rimane? Sentirsi un fallito e chiudersi in casa. Invece l’essere umano fallisce, cade, si rialza, nessuno ha una vita perfetta. È una trappola: non è il nostro desiderio, ma stiamo desiderando ciò che altri vogliono da noi.

Questo anche se i desideri più autentici sono per la maggior parte inconsci...

Sì, forse vivono in quella zona che il Professor T. chiamerebbe “il luogo oscuro”, la parte che forse ci salva, la parte più autentica di noi. Quelli che palesiamo, che esprimiamo, sono quelli che ci hanno portato a desiderare, anche se la pandemia sta un po’ sconvolgendo i canoni di tutti. Vedremo cosa accadrà quando saremo fuori dall’emergenza sanitaria. Speriamo di fare tesoro di questa esperienza, cambiando il nostro modo di vivere, non solo nei confronti della natura, ma dando preziosità alla vita stessa, valutando quanto sia importante confrontarsi con le cose del mondo senza entrare in quel circuito di mercificazione in cui siamo in ogni momento trascinati.

IL PERCORSO Dal saggio alla narrativa

Alcuni cenni biografici dell’autrice, che ama raccogliere suggestioni su spazi disabitati e rovine, materiali e spirituali, tanto da farne il centro dei suoi romanzi più famosi.

1977 LE ORIGINI

Nasce a Polla, in provincia di Salerno, originaria di un paesino situato fra i massicci dei monti Alburni, circondato da borghi lasciati dai loro abitanti, come ce ne sono molti nel Sud e lungo la dorsale appenninica.

2008 LA PRIMA PUBBLICAZIONE

Pubblica la sua prima opera, il saggio ’68 napoletano. Conflitti sociali e lotte studentesche tra conservatorismo e utopie. «L’ho scritto perché sono stata una testa calda: mi piaceva il movimentismo».

2015 LA NARRATIVA

Esordisce nella narrativa con il romanzo Cade la terra, tanto apprezzato da finire nella cinquina finalista del Premio Campiello. Due anni dopo stupirà ancora con Se mi tornassi questa sera accanto.

2020 L’ULTIMO LAVORO

Il nuovo romanzo, La felicità degli altri, è tra i cinque finalisti del Premio Campiello ed è stato selezionato per il Premio Strega, grazie agli importanti apprezzamenti per la qualità stilistica e la trama.

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