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Arte

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Bazar

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BREVI PROPOSTE

ORANI (NU) Peter Halley a Orani

Artista di riferimento del neo-concettualismo americano degli Anni ‘80, realizza nell’antico e imponente lavatoio pubblico dove è allestito il museo, un progetto dedicato. Le sue composizioni digitali, rigogliose di brillanti colori fluo, risaltano sul candore del cortile e delle pareti.

Fino al 20 giugno al Museo Nivola

ROVIGO Arte e musica

Arte e Musica dal Simbolismo alle avanguardie ci mostra come la musica sia stata, a partire da fine ’800, un riferimento per tutte le correnti pittoriche. Dalla Secessione ai surrealisti, dai dada a Kandinskij e Klee, dal cubismo al futurismo, nessuno escluso.

Fino al 4 luglio a Palazzo Roverella

Il critico, noto anche al pubblico di RaiUno, propone interessanti riflessioni su come confrontarsi con le opere prestigiose del nostro territorio

MOSTRE

LUCA NANNIPIERI CI SPIEGA “A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE”

«IL COLOSSEO, SE LO SENTI SOLO COME UNA COSA DEL PASSATO, LO PUOI ANCHE BUTTARE GIÙ: È PIÙ UTILE UN PARCHEGGIO. Diviene invece importante quando sei consapevole che è importante per te, per il tuo essere uomo, cittadino, perché la tua storia dipende dalla sua. La storia dell’arte serve a questo: a mettere in dubbio l’ovvio». Così Luca Nannipieri, critico e storico dell’arte, autore di saggi e divulgatore Tv, spiega, con una provocazione, il valore insostituibile delle opere d’arte che punteggiano tutto il territorio italiano. E proprio A cosa serve la storia dell’arte (Skira, pag. 224, € 19) si intitola il suo ultimo libro, denso e stimolante, che vuole far capire quale sia il rapporto tra individui, comunità e patrimonio storico-artistico, di cui siamo tutti quanti insieme i possessori e i custodi. Scrive: «L’importante non è il patrimonio, non sono le opere d’arte, ma chi gli dà vita. L’importante non sono le chiese rupestri o gli affreschi di una villa o i borghi presenti nei territori in cui viviamo. L’importante è chi lavora a renderli vivi. Occorre dare rilevanza, sostenere e incoraggiare qualunque persona o qualunque comunità faccia un lavoro amorosamente vivo, cioè attento, sulla bellezza e sul patrimonio». Nannipieri riflette anche sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte, definendo brutalmente un “verme che manomette la storia dell’arte” chi si presta - non sono così rari - a dichiarare autentici dei falsi. E siconfronta con i punti di riferimento dell’analisi storico-critica, i direttori storici di importanti musei e con figure che hanno lottato per salvare i capolavori dalle distruzioni e dalle guerre. Soprattutto Nannipieri ci facapire come “non siamo mai stranieri o turisti transitori quando guardiamo e scopriamo l’incredibile, disseminato e spesso maltenuto patrimonio storico-artistico che abbiamo attorno a noi. Da cittadini, ancora prima da persone, ne siamo i possessori, i tenutari, i custodi. Guardare, conoscere, scoprire il patrimonio artistico delle nostre terre è guardare e scoprire ciò di cui siamo fatti, le nostre ossa, il nostro sangue”.

di Ersilia Rozza

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