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Lettere al Direttore Giovanna Vecchiotti

ALLE RADICI DELLA POSITIVITÀ

Pensare positivo, eliminare il cinismo e l’egoismo, pigiare sul pedale della cooperazione: solo attraverso l’altruismo e la collaborazione si potrà costruire un mondo migliore

Gentile Direttore,

è una bella lettera quella di Giovanni Soldati, sul numero di gennaio. Dal mio piccolo osservatorio (una scuola di musica) posso testimoniare che sì, i ragazzi ci sono, quando c’è bisogno di loro, del loro altruismo, del coraggio, di quello “spirito donchisciottesco” (meravigliosa espressione adottata dall’autore della lettera) che sembra ormai essersi perso, invece, negli adulti. Ma è proprio così? Voglio dire: davvero dobbiamo pensare che il cinismo e il pessimismo abbiano contagiato in tale misura la società da aver raggiunto un punto di non ritorno? Io non lo credo: sappiamo, ormai, che le cattive notizie, quelle che ti colpiscono “alla pancia” fanno vendere di più, e ci fanno credere che non ci sia più niente da fare. Ma c’è chi, appunto, non si vende a questo sistema di pensiero ed è importante apprezzare chi, andando controcorrente, pian pianino, sottovoce, sta facendo emergere un nuovo, antico modo di pensare, e cioè che è la collaborazione fra gli individui che ha fatto sì che il mondo progredisse, non la sopraffazione, non la legge del più forte. E arrivo all’articolo di Gianrico e Giorgia Carofiglio, sempre sul numero di gennaio: le foreste, con il mutuo soccorso e l’interscambio delle informazioni, attraverso le radici e non solo, sono una dimostrazione pratica (reale), affascinante e - aggiungerei - consolatoria di quello che è sotto i nostri occhi, se solo vogliamo vederlo: è con la collaborazione di tutti, nessuno escluso, che il mondo può salvarsi. Concludo con un grazie per questo articolo e per quella goccia di ottimismo in quello che sembra un mare di negatività. A volte mi sembra che i negativisti di professione stiano semplicemente alla finestra ad aspettare la catastrofe per poi poter dire: “Ecco, io l’avevo detto”. E se invece cooperassimo, tutti, nel nostro piccolo, come un piccolo filamento della più piccola radice di un albero? A questo punto non so come fare: ho proprio voglia di dirlo, però, che la Rivista mi piace un mondo, che mi piacciono tutte le attività che organizzate, che mi sono iscritta a diversi webinar, che le proposte culturali sono straordinarie (almeno per me). Devo dirlo, e non per cortesia o perché “si fa così”, ma per paura che possiate cambiare: quando si trova un amico si ha paura di perderlo, ecco cos’è.

Patrizia D’Amico

Una lettera molto lunga, la sua signora Patrizia, che pubblico (quasi) integralmente perché il suo è un bel messaggio che richiama all’ottimismo, alla cooperazione, all’altruismo. Scriveva Emily Dickinson: «Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi/non avrò vissuto invano./ Se allevierò il dolore/di una vita/ o guarirò una pena/ o aiuterò un pettirosso caduto/ a rientrare nel nido/ non avrò vissuto invano. Ecco, iniziamo con pochi, semplici gesti, e tutto il resto verrà da sé. Un’ultima considerazione: nella vita niente resta immobile, e così noi di 50&Più non resteremo uguali a noi stessi. Perché la nostra intenzione è quella di migliorare ogni giorno di più. Glielo prometto.

PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Giovanna Vecchiotti può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - g.vecchiotti@50epiu.it

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