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I nuovi Licei per la Transizione Ecologica Romina Vinci
from Settembre 2022
by pay50epiu
di Romina Vinci
Una sperimentazione che coinvolge 27 scuole e le aziende del Consorzio Elis
Colmare il gap che separa le discipline umanistiche da quelle scienti che sui banchi di scuola. Dare vita ad una nuova formula di apprendimento, che mira a valorizzare in classe il contributo o erto dalle materie scienti che nel riuscire a leggere e comprendere il funzionamento del mondo in cui viviamo. È per questo che è nato il nuovo Liceo quadriennale per la Transizione Ecologica e Digitale. Un percorso formativo che vede coinvolte 27 scuole superiori di tutta Italia, quattro università e le aziende del Consorzio Elis. Sinergie unite allo scopo di andare oltre il mero programma didattico ministeriale, per mettere insieme le conoscenze umanistiche e scienti che tradizionali con maggiore attenzione alle cosiddette materie STEM, acronimo di Science, Technology, Engineering, Mathematics.
L’IMPORTANZA DELLE STEM
Nato negli Stati Uniti agli inizi degli Anni 2000, il raggruppamento di materie STEM è in poco tempo diventato un modello internazionale per inquadrare curriculum scienti ci interdisciplinari che hanno mostrato di rispondere bene alle richieste del mercato del lavoro. Secondo il Rapporto AlmaLaurea 2020, chi ha scelto di intraprendere un percorso di studi in materie STEM, a cinque anni dal conseguimento della laurea, ha un tasso di occupazione pari all’89,3%. Inoltre, chi è laureato in questo ambito, dichiara di percepire una busta paga superiore del 13,3% rispetto a quella dei laureati non STEM.
UN GAP DA COLMARE
In Italia si studiano ancora poco le discipline STEM: è laureato in una di queste materie solo il 16% della popolazione di età tra i 20 e i 29 anni, contro il 20% di media dell’Unione europea. La Germania è al 20%, ancora meglio fanno i nostri cugini d’oltralpe: la Francia, infatti, si attesta al 28%. Un numero che si fa ancora più chiaroscuro se visto dal punto di vista del genere: solo il 22% delle ragazze scelgono corsi universitari in materie scienti che. E, nonostante il 2021 abbia registrato un aumento del 15,74% delle immatricolazioni in informatica e tecnologie Ict, le materie scienti che continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte”. Il divario di genere, infatti, è ancora presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie
scienti che, e questo spesso blocca sul nascere i loro talenti. Un problema, però, non solo italiano. Secondo il Women in Digital Scoreboard 2021 della Commissione Ue, infatti, le donne in Europa rappresentano solo un terzo dei laureati STEM, e solo il 15,5% delle startup ha come fondatrici donne attive sulla scena delle nuove imprese. Ed una delle priorità del Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale è proprio l’equilibrio di genere, con l’obiettivo di contrastare le disparità che oggi esistono tra ragazze e ragazzi nello studio di queste discipline e nello sviluppo delle relative competenze.
LE NOVITÀ
Il nuovo percorso formativo, che prende piede nell’anno scolastico 20222023, punta ad integrare in un unico programma didattico le conoscenze umanistiche e scienti che del tradizionale liceo italiano, con una maggiore attenzione alle materie STEM. Questo nuovo liceo quadriennale ha due focus di spicco: la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, proponendo di sviluppare le competenze necessarie per affrontare temi quali ambiente, salute, nutrizione ed economia circolare, che avranno sempre più importanza nelle politiche globali dei prossimi anni. E poi la transizione digitale, al ne di formare persone consapevoli delle potenzialità di strumenti che, dalla robotica all’Intelligenza Arti ciale, stanno cambiando e cambieranno sempre più le nostre vite.
INNOVARE LE METODOLOGIE DI INSEGNAMENTO
Il Liceo per la Transizione Ecologica e Digitale si inserisce nel piano delle nuove classi quadriennali lanciato dall’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in coerenza con gli obiettivi e le s de del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano RiGenerazione Scuola. Ma come funziona nello speci co? Alle lezioni in aula si aggiungono workshop settimanali con esperti su temi specialistici, campi estivi, tirocini in azienda, soggiorni all’estero per l’apprendimento delle lingue e la conoscenza di contesti globali. Esperienze innovative per gli studenti, organizzate anche con il supporto delle reti internazionali messe a disposizione dalle aziende aderenti al progetto.
GLI ATENEI COINVOLTI
Sono quattro le università coinvolte nella sperimentazione: Bocconi, Politecnico di Milano, Università di Roma Tor Vergata e Università degli Studi di Padova con lo spin-o “Mind4Children”. E tutte hanno accolto di buon grado la s da rappresentata dalla didattica in quattro anni. «Ci allinea ai tempi della scuola nella maggior parte dei Paesi europei e permette agli studenti di entrare un anno prima in università», sottolinea il professor Antonio Capone, preside della Scuola di Ingegneria del Politecnico di Milano. «Un anno prima - aggiunge il preside - signi ca un grado in più di libertà per approfondire speci ci interessi con esperienze all’estero più estese del classico Erasmus, o esperienze in azienda e di studio extracurriculare che permetteranno agli studenti di costruirsi un pro lo scienti co e professionale più originale».
UNA RETE DI COOPERAZIONE
Altro punto di forza di questa sperimentazione è quello di rinnovare il metodo d’insegnamento della scuola italiana e o rire supporto ai docenti, inserendo ogni singolo istituto in una rete di cooperazione tra scuole, università e aziende. Le potenzialità della didattica digitale vengono così sfruttate per collegare contemporaneamente tutte le aule degli istituti scolastici, con docenti ed esperti del settore. L’obiettivo è anche quello di superare le di erenze di qualità dell’insegnamento e di accesso alle fonti di apprendimento, che troppo spesso sono collegate ai diversi contesti territoriali del Belpaese. «Vogliamo mettere al centro di questo percorso la s da di vivere un nuovo modo di apprendere e insegnare, che favorisca le capacità cognitive, emotive e relazionali», ha dichiarato Elena Ugolini, rettrice delle scuole Malpighi di Roma e tra i promotori del progetto. E si tratta di una scuola rivolta al futuro, come sottolinea Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’ISS Majorana di Brindisi, istituto capo la della rete di 27 scuole coinvolte nel progetto: «Il rapporto stretto con le università permetterà alle nostre scuole di svolgere al meglio la propria funzione di orientamento e di trampolino di lancio ai successivi studi universitari».
LE SCUOLE ADERENTI
I 27 istituti scolastici che aderiscono alla sperimentazione si trovano in varie regioni: in Abruzzo, a Pescara; in Basilicata, a Matera e Policoro; in Campania, a Capua, Pompei e Aversa. In Emilia Romagna, a Cento, Castel San Giovanni, Bologna e Forlì; nel Lazio, a Monte ascone; in Liguria, a La Spezia. Quattro possibilità in Lombardia: a Cinisello Balsamo, Pavia, Mortara e Ostiglia. Nelle Marche, a Fermo; in Puglia, a Taranto, Bari, Brindisi, Maglie e Galatina. In Sicilia, a Siracusa, Gangi, Gela e Caltanissetta, mentre, in Veneto, a Noventa Vicentina.
