FRANCO NEMBRINI
UNA VITA D’AMORE E D’AVVENTURA
NICE,
BEATR E L L E T S E L I LUPI E
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E T N A D I D O T E R G E S IL
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Chi è Dante Alighieri? Forse si potrebbe rispondere così: un uomo innamorato. Innamorato di tutto: della sua città, dei suoi amici, dello studio; innamorato di Beatrice e della poesia; e, per tutto questo e dentro tutto questo, innamorato di Dio. Innamorato della sua città, e perciò desideroso di contribuire al suo bene. Innamorato dei suoi amici, e perciò sempre pronto a dividere con loro gioie, dolori e scoperte. Innamorato del mondo, e perciò appassionato allo studio, ai libri che permettono di scoprire anche quel che non si può incontrare direttamente. Innamorato di Beatrice, la donna che gli ha cambiato la vita, e perciò pieno di desiderio di capire fino in fondo il mistero di quell’amore così strano – si sono incontrati solo due volte! – e finito così presto, con la morte di lei a ventiquattro anni. Innamorato della poesia, della parola bella che permette di comunicare a tutti la bellezza della vita. Innamorato, perciò, di Dio, perché capisce che è Lui la sorgente da cui tutto questo nasce e il porto a cui tutto questo tende; e quindi desideroso di comprendere, per quanto a un uomo sia possibile, il Suo mistero, di godere della Sua bellezza, di abbandonarsi al Suo abbraccio. Nelle pagine che seguono cercheremo di ripercorrere i grandi amori di Dante, che lui ha raccontato nella Commedia, una delle opere più straordinarie di tutta la letteratura, tanto che i posteri la chiameranno Divina. 4
Amore segnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui disponsata, e cominciò a prendere sopra me tanta sicurtade e tanta signoria per la vertù che li dava la mia imaginazione, che me convenia fare tutti li suoi piaceri compiutamente.
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Vita nova
«L’amore è stato il signore della mia anima, che divenne prestissimo sua sposa, e cominciò a impadronirsi di me con tanta forza, per l’importanza che la mia mente gli riconosceva, che ero trascinato a obbedirgli completamente.»
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il giovane 12
DANTE
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E R O M A IL PRIMO
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A un certo punto un avvenimento, semplice e inaspettato, segna la sua esistenza in modo così profondo che da allora in avanti vivrà sempre nel ricordo di quel momento, e tutto quel che gli accadrà gli servirà per comprenderne sempre di più il valore. Dante ha nove anni e sta partecipando come tutti i fiorentini alle feste di Calendimaggio, per l’arrivo della primavera, quando viene folgorato dalla vista di una fanciulla poco più giovane di lui, figlia di suoi vicini di casa: Beatrice. Dell’incontro Dante non ci dice niente di più, se non che il suo cuore «cominciò a tremare sì fortemente» che il tremito si trasmise a tutto il corpo. Da allora Dante cerca tutte le occasioni per rivederla. Non è facile, perché una ragazza di buona famiglia, come Beatrice, non esce mai di casa da sola, soprattutto se è stata promessa in sposa a uno dei banchieri più ricchi della città. A quel tempo infatti è normale che i matrimoni vengano combinati quando gli sposi sono ancora bambini, tanto che lo stesso Dante a dodici anni viene ufficialmente fidanzato a un’altra ragazza, Gemma Donati. Così, l’unico posto in cui Dante può vedere Beatrice è la chiesa: sa dove lei va a messa e fa in modo di essere lì, un po’ in disparte, così da osservarla senza essere notato. Apparve vestita di nobilissimo colore, umile ed onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si convenia. [...] D’allora innanzi dico che Amore segnoreggiò la mia anima. Vita nova
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L’ineffabile Provvidenza ha posto dunque innanzi all’uomo due fini cui tendere: la felicità di questa vita, [...] e la felicità della vita eterna. [..]. A queste beatitudini occorre giungere con mezzi diversi. Per questo l’uomo ebbe bisogno di una duplice guida, in corrispondenza del duplice fine, cioè del Sommo Pontefice, per condurre il genere umano alla vita eterna mediante la dottrina rivelata, e dell’Imperatore, per dirigere il genere umano alla felicità terrena attraverso gli insegnamenti della filosofia.
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De monarchia
Dante riassume la convinzione del suo tempo che Dio ha dato agli uomini due guide da seguire, il Papa per arrivare alla felicità eterna e l’imperatore per vivere ordinatamente sulla terra.
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politica vita a L
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Dante è diventato adulto e ha cominciato a partecipare alla vita della città. Per capire quel che gli succede poi, bisogna soffermarsi sulla situazione politica del tempo. Nel Medioevo le due figure principali dell’Europa occidentale sono il Papa e l’imperatore. In teoria i ruoli sono chiari e i compiti distinti. Il Papa, capo della Chiesa, ha l’autorità spirituale, cioè stabilisce che cosa è bene e che cosa è male secondo la legge di Dio; decide quali sono i peccati e quali le penitenze per essere perdonati; esercita il potere sui vescovi, i preti, i monaci... L’imperatore invece ha l’autorità temporale, cioè comanda l’esercito; deve difendere i confini dell’impero dai nemici esterni e far rispettare le leggi all’interno; esercita il potere sui re, i conti, i comuni. In sostanza deve garantire la pace, condizione necessaria perché ciascuno possa occuparsi liberamente della propria santificazione. Guelfi
Ghibellini
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In pratica, però, le cose vanno diversamente. Qual è il rapporto fra le norme della Chiesa e le leggi dello Stato? Se un governante va contro le leggi della Chiesa, non ha il Papa il diritto di togliergli il potere? Il Papa, che è re di uno Stato, non deve combattere come tutti gli altri sovrani? Visto che spesso i vescovi e gli abati sono anche signori di un territorio, non ha l’imperatore il diritto di nominarli lui? E così via. Il risultato è che spessissimo, durante il Medioevo, Papi e imperatori si combattono per affermare ciascuno la propria superiorità. Così nel Duecento gli europei hanno finito per essere divisi in due partiti. I sostenitori del Papa sono detti guelfi; i seguaci dell’imperatore si chiamano ghibellini. In realtà, spesso a guelfi e ghibellini delle sorti del Papa e dell’imperatore interessa poco, semplicemente stanno con quello da cui sperano un aiuto. Se una città è guelfa automaticamente la sua rivale si mette con i ghibellini, e anche all’interno di ogni città ci sono un partito guelfo e uno ghibellino, pronti a ogni minima occasione a darsele di santa ragione e a chiamare in aiuto il potente protettore. 34
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la ricerca Ă elicit f della
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A favore della maggior parte dei cittadini della città di Firenze che desiderano [...] essere istruiti nel libro di Dante, dal quale tanto nella fuga dei vizi quanto nell’acquisizione delle virtù quanto nella bella eloquenza possono anche i non grammatici essere informati, con reverenza si supplica voi, signori Priori [...] , [che] possiate scegliere un uomo valente e sapiente, bene dotto nella scienza di questo tipo di poesia, per il tempo che volete, non maggiore di un anno, perché legga il libro che volgarmente è chiamato El Dante, nella città di Firenze, per tutti coloro che vogliono ascoltare. Petizione del popolo di Firenze, 1373
Dante non tornerà mai a Firenze, ma la Commedia sì. Negli anni che seguono i fiorentini la leggono, se ne innamorano, vogliono capirla sempre di più. Tanto che nel 1373 inviano ai priori una richiesta affinché scelgano un «uomo valente e sapiente» (verrà poi scelto Giovanni Boccaccio, e sarà lui ad aggiungere al semplice titolo Commedia voluto da Dante l’aggettivo Divina che da allora l’ha sempre accompagnato) che la sappia spiegare a tutti. Perché? Perché tutti possano essere aiutati dall’opera di Dante a «fuggire i vizi e acquisire le virtù», cioè a vivere bene; tutti, anche quelli che non sanno leggere e scrivere (cioè i «non grammatici»). È questa, in sintesi, l’eredità che Dante lascia: un’opera straordinaria – alla quale «ha posto mano cielo e terra», come scrive lui stesso – che si rivolge a tutti. 59
Indice Il segreto di Dante Firenze ricca e litigiosa Ogni cosa è eterna Il giovane Dante Figlio del popolo Un maestro da seguire Il primo amore Uno sguardo, un saluto La poesia gentile Il circolo degli amici poeti La divina promessa Un’altra donna: la filosofia Le battaglie del guelfo bianco La vita politica Un uomo valoroso La condanna a morte L’esilio in terre straniere La solitudine e la gloria Un breve sogno Il viaggio divino Il poema sacro L’immagine di Dio Il desiderio più grande La fine e l’inizio Una presenza amata La ricerca della felicità 62
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Ha collaborato ai testi Roberto Persico. © Copyright 2015 – Piccola Casa Editrice per la presente pubblicazione Via del Tecchione, 36 – Sesto Ulteriano, San Giuliano Mil. (Mi) | +39 02 98287410 www.piccolacasaeditrice.it | info@piccolacasaeditrice.it Progetto grafico: M Y G C O M , Milano Finito di stampare: agosto 2015 Arti Grafiche Fiorin &
Chi è Dante Alighieri? Un uomo innamorato. Questa è la storia del più famoso dei poeti italiani, ed è una storia per ragazzi. Chi l’ha detto che Dante è noioso? A 750 anni dalla sua nascita, Franco Nembrini ce lo presenta come il poeta più attuale di sempre. Avventuriamoci insieme tra le pagine della sua vita.
Franco Nembrini (Trescore Balneario, 1955) è rettore della scuola La Traccia di Calcinate (BG), dal 2008 tiene centinaia di incontri pubblici, in tutta Italia e anche all’estero sulla vita e le opere di Dante. Da queste conversazioni sono nate varie 9pubblicazioni: 7 8 8 8 9 9 1 0 3Alla 2 2 4 ricerca dell’io perduto. L’umana avventura di Dante e Dante, poeta del desiderio (Itaca). Nell’aprile 2015 un ciclo di lezioni dal titolo “El Dante” è stato trasmesso da Tv2000. Dante. Beatrice, i lupi e le stelle è il suo primo libro per ragazzi.
Euro 10,00 ISBN 978-88-99103-21-7
9 788899 103217
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