Troppe culle vuote, ripartiamo dalle nascite
Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono Azzurro
L’intervento del Presidente Corsello al Congresso di Palermo su natalità, minori migranti, qualità dell’assistenza, formazione, ambiente, stili di vita.
Un percorso comune nella prevenzione e nel contrasto al maltrattamento nell’infanzia e nell’adolescenza.
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www.sip.it
Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25
Magazine della Società Italiana di Pediatria
Il mare visto dai bambini Il mare visto dai bambini di Palermo è un orizzonte placido, è lo scrigno che racchiude i loro sogni, è l’acqua primordiale della vita, la forza di una natura benevola che tutto può. Così lo hanno rappresentato nei loro disegni e nelle loro poesie Flavia, Sofia, Steven, Alessio, Federica e gli altri bambini che hanno partecipato al concorso letterario ispirato al titolo del 70° Congresso Italiano di Pediatria “Un mare di bambini”. Non è lo stesso mare che hanno visto i loro bisnonni quando all’inizio del secolo scorso lo attraversarono, laceri e stremati da giorni e giorni di viaggio, in cerca di un futuro migliore. Non è lo stesso mare che ha conosciuto Fadi, profugo siriano di soli 3 anni, che tra le onde, con la febbre alta, ha atteso 8 ore i soccorsi italiani. Non è quello di tanti altri bambini migranti ancora meno fortunati di Fadi, che dal mare sono stati inghiottiti. Ma questa imMaestri della Pediatria 2014 Rodolfo Bracci e Marcello Giovannini sono i Maestri della Pediatria del 2014. I riconoscimenti sono stati consegnati in occasione del Congresso Nazionale SIP a Palermo.
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volume 4 | numero 6 | giugno 2014
mensa distesa d’acqua ha qualcosa in comune per tutti, ed è la speranza. Ogni bambino ha la sua, ogni bambino è la sua speranza. Non tradirla è il difficile compito degli adulti, a partire dai pediatri che alle attese dei bambini hanno dedicato il 70° Congresso Italiano di Pediatria. Ve lo raccontiamo in questo numero della nostra rivista. Il concorso alle pagine 24-28
Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agire Per affrontare l’urgente minaccia di una pandemia da batteri resistenti è necessario un intervento multidisciplinare e globale. pagina18
In questo numero Editoriali
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News Pediatria
anno 4 | numero 6 giugno 2014
Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it Direttore Scientifico Giovanni Corsello Direttore Cinthia Caruso Board Editoriale Rino Agostiniani Liviana Da Dalt Domenico Minasi Andrea Pession Alberto Tozzi Davide Vecchio
Anestesia: più efficace se i genitori sono presenti
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Trapianto di cornea artificiale
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Paura del dentista: ecco come combatterla
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Gli infermieri: “Come ci vedono i bambini?”
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Minori migranti: nuove indicazioni per la tutela della loro salute
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Il testo del documento GLNBI-SIP
Redazione David Frati
Enrico Bertino
Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agire
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002
Individuale E 40,00 Istituti, enti, biblioteche E 80,00 Estero E 120,00 Presidente Giovanni Corsello Consiglio Direttivo Alberto Villani (Vicepresidente), Luigi Greco (Vicepresidente), Rino Agostiniani (Tesoriere), Fabio Cardinale, Antonio Correra, Liviana Da Dalt, Domenico Minasi, Andrea Pession, Massimo Barbagallo, Elvira Verduci (Consiglieri ), Valerio Flacco (Delegato Sezioni Regionali SIP), Costantino Romagnoli (Delegato Società Affiliate SIP), Gian Paolo Salvioli (Delegato Conferenza Gruppi di studio)
Troppe culle vuote, ripartiamo dalle nascite Giovanni Corsello
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Immagini dal Congresso
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Giovannini e Bracci Maestri della Pediatria 2014
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Maltrattamenti e bullismo nell’infanzia? Stress cronico e vita più breve
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Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono Azzurro
Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero Direttore responsabile Giovanni Luca De Fiore Progetto grafico e impaginazione Typo srl, Roma Immagini © 2014 Thinkstock.com Stampa Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma giugno 2014 ISSN 2240-3183
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Mauro Stronati, Alessandro Borghesi
Primo piano
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Infezioni. Il latte umano come antidoto
Pubblicità e promozione Livia Costa Tel. 06 862 82 323 l.costa@pensiero.it
Abbonamenti 2014
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18 Cefalea: riconoscere quella insidiosa Raffaele Falsaperla
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Enuresi, un problema sommerso
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Sempre meno dolore per bambini e neonati
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Un mare di bambini: i concorsi letterari
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Largo ai giovani
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News Allerta morbillo vaccinare la disinformazione
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Nuove strategie vaccinali
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Pediatria numero 6 - giugno 2014
Stati Generali della Pediatria 2014: bambini sicuri, dalla strada alla Rete
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Appuntamento con MilanoPediatria
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n mare di pediatri... per un mare di bambini!”. Così qualcuno a Palermo ha commentato l’alta affluenza di pediatri al 70° Congresso Italiano di Pediatria. Questi i numeri del Congresso: 1200 i pediatri presenti, 190 gli specializzandi impegnati nelle sessioni “Largo ai giovani” e multimediale ONSP, 8 i lavori degli specializzandi premiati; 2 i nuovi Maestri della Pediatria: Marcello Giovannini e Rodolfo Bracci; 2 i vincitori del Premio “Amico dei Bambini Giuseppe Roberto Burgio”: Salvo Ficarra e Valentino Picone; 13 i ragazzi delle Scuole Medie di Palermo vincitori ex aequo del premio “Un Mare di Bambini”; 3 i pediatri che hanno vinto la sezione pediatri del premio: Paola Gianmaria, Gemma Incorpora e Andrea Scaramuzza; 13 le letture presentate al Congresso, di cui 5 di prestigiosi relatori stranieri: James Perrin, William Balistreri, Liliana Keith, Kathryn McDonald e Joseph Bellanti; 320 gli abstract delle comunicazioni poster accettati e pubblicati sul volume degli abstract; 100 gli abstract delle relazioni pubblicate sull’Italian Journal of Pediatrics. Sull’onda del titolo “Un mare di bambini” e dello splendido quadro di Francesco Lo Iacono sono stati affrontati i temi della denatalità in Italia e dei minori migranti, con il carico di drammi che la cronaca quotidiana ci propone. Si sono delineati come obiettivi sostegno sociale e integrazione, tutela e promozione del benessere e dei diritti dei bambini,
Palermo in numeri
Giovanni Corsello Presidente SIP
Mohammad, Dalil e il silenzioso controesodo dei “rinviati”
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ohammad è nato ad Aleppo nel 1997, ma per un errore burocratico nel suo passaporto la data di nascita riportata è 1995. A causa di questo disguido, pur essendo ancora minorenne, non può ricongiungersi con la sua famiglia che si trova in Svezia, mentre lui è obbligato a rimanere a Milano. Qui era arrivato con la madre e i suoi tre fratelli più piccoli dopo un lungo viaggio della speranza terminato in Sicilia. Da qui un treno li ha portati nel capoluogo lombardo, dove un cugino è arrivato a prenderli in macchina. Ma nella vettura non c’era posto per tutti, così Mohammad, il più grande dei fratelli, è rimasto a Milano in attesa che lo venissero a riprendere. La famiglia è arrivata a Malmö, dove è stata regolarmente ammessa per la richiesta d’asilo, mentre lui, ancora in Italia, è stato fermato alla stazione Centrale dalla polizia italiana e portato in Questura per l’identificazione. E qui il destino lo ha separato dalla sua famiglia. Per molti siriani in fuga dalla guerra, l’Italia rappresenta solo un passaggio: la loro meta finale sono i Paesi del nord Europa, in particolare Svezia, Norvegia, Germania e Svizzera, dove vivono altri famiCinthia Caruso liari che hanno trovato buone condizioni di accoDirettore di “Pediatria” glienza e integrazione. Ma per arrivarci non devono farsi identificare dalla autorità italiane, onde evitare che raggiunto il Paese obiettivo finale del viaggio, vengano rinviati in Italia, primo Paese di ingresso nella UE, come prevede il Regolamento di
anche sotto il profilo del maltrattamento e dell’abuso. Le linee di indirizzo nutrizionale nelle prime età della vita, l’impatto dell’ambiente sulla salute dei bambini, la cefalea, le nuove vaccinazioni e le nuove linee guida SIP-SITIP sulla tubercolosi hanno completato il panorama scientifico. Un interessante dibattito ha coinvolto in sede di Consulta Nazionale SIP i presidenti SIP, FIMP e ACP in vista della nuova progettualità tesa alla elaborazione di una proposta comune e condivisa sulla riorganizzazione delle cure pediatriche in Italia. Tanti gli ospiti di spicco al congresso, tra i quali i presidenti o i direttori generali dei più importanti ospedali pediatrici italiani: Tommaso Langiano del Meyer di Firenze, Paolo Petralia del Gaslini di Genova e Giuseppe Profiti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Walter Ricciardi, Alberto G. Ugazio, Nino Cartabellotta, Monsignor Mogavero, Giuseppe Saggese e Stefano Semplici hanno tenuto letture che hanno affascinato i presenti per il grande interesse dei punti di vista sostenuti. Molto sentita e partecipata la Cerimonia inaugurale, aperta dal discorso del Presidente della SIP, e a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il Rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla.
Editoriali
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Dublino. Così devono allontanarsi al più presto dai Centri di accoglienza italiani, salire il prima possibile su un treno verso il nord e oltrepassare illegalmente la frontiera. Come ha fatto la famiglia di Mohammad. Dall’inizio del conflitto quasi 3 milioni di siriani hanno abbandonato il loro Paese e tra loro circa un milione e mezzo sono bambini. Molti hanno raggiunto terre dove ai richiedenti asilo vengono offerti vitto, alloggio, salario di sussistenza, scuola bilingue per i bambini e accesso al lavoro, in una parola: dignità. Ma molti di loro sono tornati in Italia dopo essere stati respinti da questi Paesi. È il silenzioso controesodo dei “rinviati”. Il regolamento europeo parla chiaro: l’Italia è il primo Paese di ingresso della UE , obbligato a prendere le impronte digitali dei profughi e offrire diritto d’asilo se lo richiedono. Mohammed scuote la testa. Spera di recuperare il suo estratto di nascita ad Aleppo e dimostrare che è minorenne per poter raggiungere la madre e suoi fratelli. Accanto a lui c’è un ragazzo, Dalil. È di Aleppo come Mohammed ma è arrivato dalla Grecia. Dalil appartiene all’esercito dei rinviati. Appena maggiorenne, è stato rispedito in Italia dall’Austria. Deve lasciare entro 60 giorni il nostro Paese, dove non ha voluto fare richiesta d’asilo. Nel frattempo la sua famiglia è arrivata sana e salva in Danimarca. Dalil e Mohammad, due ragazzi separati, legalmente e geograficamente, dal loro contesto familiare. Eppure sul piano affettivo ne hanno ancora dram maticamente bisogno. (Liberamente tratto dal rapporto “L’ultima spiaggia: dalla Siria all’Europa in fuga dalla guerra”, Save the Children, giugno 2014)
Pediatria numero 6 - giugno 2014
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News
Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio Proverbio africano
Anestesia: più efficace se i genitori sono presenti La presenza dei genitori in sala operatoria durante la fase iniziale dell’anestesia su pazienti pediatrici ha effetti positivi sull’efficacia della stessa. Lo afferma uno studio presentato alla recente edizione di Euroanaesthesia 2014, il meeting annuale della European Society of Anaesthesiology, tenuto a Stoccolma. La somministrazione dell’anestesia può rappresentare una grave fonte di stress per i pazienti pediatrici e i loro familiari. L’effetto della presenza dei genitori durante le procedure di anestesia sull’ansia e la compliance è già stata al centro di numerosi studi, ma i dati emersi sono stati finora contraddittori: oggi la consuetudine nella maggior parte degli ospedali pediatrici è dividere i bambini dai genitori all’entrata della sala operatoria fino al ritorno del paziente operato in corsia, anche se a volte è permesso ai genitori di ricongiungersi al figlio subito dopo l’intervento, già nella PACU (post-anaesthetic care unit).
Un team di ricercatori spagnoli coordinato da Alicia Sánchez Hernández, anestesiologa dell’Hospital de Sagunto, ha randomizzato 60 nuclei familiari (paziente pediatrico + genitori) in attesa di tonsillectomia in due gruppi: uno prevedeva la presenza di un genitore durante la somministrazione dell’anestesia, uno la separazione dai genitori come avviene usualmente. La misura dell’ansia dei genitori è stata effettuata utilizzando lo State Trait Anxiety Inventory (STAI) in quattro momenti successivi: in sala d’attesa, dopo la separazione o al momento dell’entrata in sala operatoria, durante la somministrazione dell’anestesia e infine nella PACU. Nel frattempo veniva misurata l’ansia dei pazienti negli stessi momenti della procedura, utilizzando però la Modified Yale Preoperative Anxiety Scale (mYPAS) e la Induction Com-
Trapianto di cornea artificiale
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Avrebbe inevitabilmente perso l’occhio destro a causa di una trauma che lo aveva già costretto a subire numerosi interventi, ma la vista di un bambino di appena 7 anni è stata salvata grazie a un trapianto di cornea artificiale (composta in parte da tessuto sintetico, in parte da tessuto umano) eseguito da Luca Buzzonetti, responsabile della Struttura Complessa di Oculistica dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Palidoro e dalla sua équipe. Si tratta di uno dei pochissimi interventi del genere realizzati finora al mondo su pazienti pediatrici. Per l’intervento sono stati consultati i chirurghi del Mass Eye & Ear Boston Keratoprosthesis Center, principale Centro internazionale per questo particolare tipo di chirurgia. Dopo una approfondita valutazione, considerata soddisfacente la risposta funzionale dell’occhio del bambino, il team chirurgico ha deciso di procedere col trapianto. L’alternativa sarebbe stata un intervento totalmente demolitivo. Regolare il decorso post-operatorio del piccolo paziente, che a distanza di pochi giorni ha potuto riprendere la sua vita normale.
Pediatria numero 6 - giugno 2014
pliance Checklist (ICC) per monitorare le reazioni negative dei piccoli pazienti. Al ritorno in corsia, ai genitori dei pazienti è stato anche sottoposto un questionario su vari aspetti della loro esperienza, da valutare con voti da 1 a 10. Gli score STAI e mYPAS sono risultati decisamente inferiori nel gruppo che prevedeva la presenza di un genitore durante la somministrazione dell’anestesia, e sono risultati aumentare vertiginosamente al momento della separazione dai genitori nell’altro gruppo. Gli score ICC sono risultati buoni nell’83% dei casi nel primo gruppo e solo nel 50% dei casi nel secondo. Il 100% dei genitori presenti durante la somministrazione dell’anestesia ha riferito che – in caso di nuovo intervento chirurgico – avrebbe voluto ripetere l’esperienza, mentre ben l’87% dei genitori non presenti in sala operatoria ha dichiarato che avrebbe preferito essere al fianco del figlio durante la somministrazione del l’anestesia. Spiega la Sánchez: “La presenza dei genitori migliora la qualità della fase preoperatoria sia per i pazienti che per i loro genitori. L’idea di questo trial ci è venuta una volta che stavamo facendo l’anestesia a un bambino che abbracciava disperato la madre sulla porta della sala operatoria pregandola di entrare con lui. Abbiamo pensato: perché no? E abbiamo permesso alla madre di entrare. Abbiamo somministrato l’anestesia inalatoria al paziente mentre era in braccio alla mamma e le cose sono andate alla grande”. ^^ Sánchez Hernández A. Parental presence during anesthesia induction improves quality of anesthesia for children. ESA news release, 2014.
Quanto sei soddisfatto professionalmente? E quanto sei invece stressato? E tu, donna medico, riesci a conciliare lavoro e famiglia? Le nuove tecnologie per te sono un aiuto o un ostacolo nello svolgimento della professione? Sono alcune delle domande che la FNOMCeO porrà a 25.000 colleghi nella prima “Indagine Conoscitiva sulla Professione Medica per Generi e Generazioni”. Per informazioni telefonare allo 06-36203387 o scrivere a centrostudi@fnomceo.it
Paura del dentista: ecco come combatterla La paura del dentista è un sentimento che colpisce già dalla primissima infanzia al punto che alcuni genitori talvolta usano la figura del dentista come una minaccia (“Se non fai quello che dico, ti porto dal dentista”). L’odontofobia, questo il termine tecnico per indicare la paura del dentista, può addirittura degenerare in un vero e proprio terrore al punto da rendere impossibile convincere il bambino a sottoporsi anche ad una semplice visita. “Ci sono casi in cui si impiega oltre un quarto d’ora solo per far sedere il bambino sulla poltrona”, spiega Marco Turco, dentista e responsabile dei programmi di cura dei centri Samadent. “Durante gli anni in cui il bambino perde i denti da latte per mettere i denti permanenti, è opportuno fare dei controlli periodici dal dentista, per questo è necessario educare il piccolo paziente a vederlo come una figura amica, o almeno non negativa”.
Per cercare di superare questo problema è necessario che sia i genitori sia lo specialista abbiano alcune accortezze. Gli accorgimenti che un bravo professionista deve avere con i suoi piccoli pazienti sono i seguenti: ^^essere pazienti e sorridenti è la base della pedodonzia, o odontoiatria pediatrica, come anche mantenere la calma e non dare segni di insofferenza anche con il paziente più restio a lasciarsi visitare; ^^nei casi di bimbi traumatizzati, essere disponibili a dedicare ai piccoli anche intere sedute solo per dimostrare loro che non hanno nulla da temere; ^^rendere lo studio accogliente e colorato, con giochi in sala d’attesa per intrattenere i bambini. Lo studio deve diventare un posto in cui i bimbi non si annoiano; ^^coinvolgere i bambini durante ogni visita facendosi aiutare in alcune manovre della poltrona;
News
Questionario FNOMCeO
utilizzare la sedazione cosciente inala^^ toria, una tecnica innovativa e priva di effetti collaterali e anallergica. Questa metodica consiste nel far inalare al paziente un mix di due comuni gas, ossigeno e gas esilarante, attraverso apposite mascherine attive in grado di indurre un rilassamento generale e, in questo modo, favorire la diminuzione dell’ansia e della sensibilità al dolore; ^^prevedere un sottofondo musicale o video adatto a distrarre i bambini anche nel corso della seduta.
Gli infermieri: “Come ci vedono i bambini?”
Il portale dell’IPASVI (Federazione Nazionale Collegi Infermieri) www. infermieriperlasalute.it si è arricchito di una nuova sezione, denominata “Scelti per voi”. Un contenitore multimediale per raccogliere i contributi più interessanti, curiosi e innovativi in grado di raccontare cosa significhi oggi prendersi cura del prossimo e promuovere stili di vita salutari, un modo indiretto per capire anche come viene percepita la figura dell’infermiere nella società contemporanea. Non è un caso se il primo video caricato, a disposizione di tutti gli utenti, è stato realizzato con una serie di disegni fatti da bambini della Sardegna. I giovanissimi studenti dovevano rispondere alla domanda: “Chi è l’infermiere?”. Iniziativa lanciata con successo nel l’Isola dal presidente Graziano Lebiu e dal Consiglio direttivo del Collegio IPASVI di Carbonia Iglesias.
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Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria
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Troppe culle vuote,
ripartiamo dalle nascite
Natalità, minori migranti, qualità dell’assistenza, formazione, ambiente, stili di vita: queste le più importanti sfide della Pediatria. L’intervento inaugurale del Presidente SIP
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trascorso più di un secolo dal 7° Congresso Italiano di Pediatria, che si svolse a Palermo nella primavera del 1911. Da allora tutto è cambiato nella salute e nella vita dei nostri bambini, colpiti in quei tempi da alta mortalità infantile, da analfabetismo, malattie infettive e gravi carenze nutrizionali. Oggi i bambini italiani possono contare su livelli di salute e su una assistenza pediatrica tra le migliori e le più avanzate del mondo. Il titolo del 70° Congresso Italiano di Pediatria è ispirato a una delle marine di Francesco Lo Iacono, con un nugolo di bambini in cerca di telline e non per gioco... Perché “Un mare di bambini”? Perché la SIP è impegnata a contrastare la bassa natalità nel nostro Paese, fenomeno allarmante sul piano demografico e sociale. In Italia il tasso di fertilità è di Giovanni Corsello 1,4 per mille donne in età fertile e il numero di nati Presidente Società Italiana nel 2013 si è ridotto di 22.000 unità rispetto al 2012, di Pediatria raggiungendo appena i 515.000 nati, minimo storico di tutti i tempi (al di sotto del minimo precedente del 1995). Un Paese, il nostro, che rischia di invecchiare rapidamente, con le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano, a medio e lungo termine insostenibili. Ecco perché non sono più rinviabili misure ed interventi tesi a favorire la ripresa della natalità, come il sostegno sociale ed economico soprattutto alle famiglie con due o più figli. Interventi che in Paesi a noi molto vicini, come la Francia o la Germania, hanno sortito l’effetto sperato riportando in pochi anni il tasso di fertilità a valori stabilmente superiori a 2 per mille. Il numero dei nati con un genitore straniero in Italia ha raggiunto il 20%, fenomeno che in parte compensa il calo della natalità. In una società multiculturale come è ormai la nostra, è indispensabile che il pediatra affronti questa nuova sfida attrezzandosi per rispondere ai bisogni di salute di questi bambini, anche studiando lingue, culture, religioni diverse. La cronaca quotidiana mostra in modo drammatico quanto sia collegato il fenomeno delle migrazioni al tema del mare. È attraversando il mare che giungono in Italia uomini, donne, bambini, ragazzi: su bar-
Pediatria numero 6 - giugno 2014
Il tavolo tecnico SIP-FIMP-ACP
Costituito il tavolo tecnico congiunto presso il Ministero della Salute per ridisegnare l’assistenza pediatrica. Sei le priorità assistenziali dell’età evolutiva individuate dal tavolo: 1. riconoscimento della specificità delle cure pediatriche in ospedale e nel territorio, sistema di cure integrato in rete, continuità dell’assistenza e gestione dell’emergenza-urgenza in Pediatria; 2. diritto alla nascita sicura, implementazione delle politiche sociali in favore della maternità; 3. assistenza ai bambini fragili con normative e procedure ad hoc, complessità assistenziale e rete integrata di servizi; 4. vaccinazioni come LEA in tutta Italia (principio di equità); 5. promozione di interventi di prevenzione e stili di vita, ambiente e linee di indirizzo nutrizionale (allattamento materno ed educazione alimentare, lotta contro sovrappeso e obesità); 6. specificità della formazione pediatrica.
Occorre offrire ai giovani pediatri la formazione necessaria per affrontare questa sfida in termini di contenuti clinici, di strumenti metodologici, di preparazione ad un lavoro di équipe multidisciplinare. Obiettivo che diventa strategico, se pensiamo che entro il 2020 il numero dei pediatri si ridurrà di oltre 3000 unità, mentre aumenteranno sempre di più le opportunità di diagnosi, di cura e di intervento. La qualità dell’assistenza e il suo miglioramento continuo è irrinunciabile per la nostra professione, in un contesto sociale che muta rapidamente, con tecnologie che evolvono ancor più rapidamente. Qualità deve significare anche sicurezza, accoglienza, comunicazione, ricerca. La salute dei bambini è determinata da fattori genetici e da molteplici fattori ambientali che agiscono sin dalle primissime età della vita anche con meccanismi epigenetici. Su alcuni di questi fronti possiamo e quindi dobbiamo intervenire. Con la ricerca e con la prevenzione. Dobbiamo impegnarci per la diffusione tra i bambini e nelle famiglie di stili di vita in grado di garantire salute: promozione dell’attività fisica e motoria (tema degli Stati Generali della Pediatria del 2013), educazione nutrizionale con linee di indirizzo per i primi anni di vita (a cui stiamo lavorando con una tavolo tecnico intersocietario SIP/SINUPE), allattamento al seno prolungato, sicurezza sul web e lotta contro abusi e maltrattamenti. Obiettivi che possono essere raggiunti solo con una forte unità della Pediatria. È giunto il momento di mettere insieme tutte le componenti scientifiche e professionali dell’area pediatrica, ciascuna delle quali esprime un patrimonio prezioso di esperienze, di idee, di proposte proiettate verso la salute dei bambini. È il ruolo sociale della Pediatria, ed è nel contempo una testimonianza etica per garantire al meglio la salute fisica, psichica e relazionale di tutti i bambini d’Italia e del mondo, per tutelare i loro diritti nella società odierna. È l’insegnamento che ci ha lasciato il Professor Bur gio. A lui è dedicato questo Congresso.
Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria
coni di fortuna, esposti a rischi di ogni genere, in fuga da povertà e guerre, alla ricerca di sicurezza, di salute e di benessere. Sono già oltre 50.000 i migranti giunti in Italia nei primi 5 mesi dell’anno, più di quanti ne sono arrivati in tutto il 2013, e di questi oltre 8000 sono minori, spesso non accompagnati. Non si possono chiudere le frontiere sul mare alle famiglie, a bambini e ragazzi che fuggono senza aver più nulla alle spalle, rischiando la vita e in condizioni di assoluta precarietà. “Troppi bambini profughi e rifugiati”, ha ricordato Papa Francesco qualche settimana fa nel corso del suo viaggio in Terrasanta. Dobbiamo impegnarci perché la loro accoglienza in Europa sia a misura di bambino. Come SIP siamo impegnati in un progetto di formazione del personale che opera nei centri di accoglienza, con il supporto del nostro gruppo di studio del bambino migrante e in sinergia con le società affiliate e la FIMP. In Italia oggi più che mai abbiamo bisogno di una Pediatria coesa tra ospedale e territorio, funzionalmente integrata tra pediatria di famiglia e ospedaliera. Stiamo lavorando per un modello organizzativo che metta in rete le cure primarie pediatriche con quelle ospedaliere e con le specialità pediatriche, in un sistema coordinato in grado di rispondere ai bisogni attuali della Pediatria. Ringraziamo il Ministero della Salute per aver avviato un percorso con la SIP, la FIMP e l’ACP che ci auguriamo possa contribuire a ridisegnare il modello delle cure pediatriche all’interno di una rete integrata e coordinata di servizi. Rete che deve comprendere anche le famiglie, le associazioni di volontariato, il mondo della scuola, quello dello sport, tutto il mondo che ruota intorno al bambino e alla sua famiglia.
Il video del discorso integrale è disponibile sul sito www.sip.it
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Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria
Immagini dal Congresso Una galleria fotografica di alcuni momenti del Congresso Italiano di Pediatria a Palermo: la cerimonia inaugurale alla quale hanno preso parte le autorità locali, la consegna ai bambini dei premi del concorso letterario, l’incontro di Patch Adams con i pediatri, le sessioni di lavoro e il cocktail inaugurale nella splendida cornice dell’Orto Botanico di Palermo.
Giovannini e Bracci Maestri della Pediatria 2014
Marcello Giovannini e Rodolfo Bracci sono i Maestri della Pediatria del 2014: gli ambiti riconoscimenti sono stati loro consegnati durante il Congresso di Palermo
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arcello Giovannini, clinico e docente di Pediatria nell’Università di Milano, Ospedale San Paolo, è stato premiato per il suo lungo, fecondo e appassionato percorso scientifico. Fondatore di una scuola di Nutrizione Pediatrica approdata nella costituzione di una Società scientifica (SINUPE) affiliata alla SIP, di cui è in atto il Presidente, vanta un gran numero di allievi prestigiosi ai vertici di istituzioni scientifiche universitarie e ospedaliere. Coordinatore di studi e di ricerche di risonanza internazionale, ha interpretato il suo ruolo di Clinico Pediatra integrando assistenza, ricerca e formazione, anche in ambito internazionale e nei Paesi in via di sviluppo. I suoi contributi scientifici in tema di malattie metaboliche, alimentazio-
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Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria ne e nutrizione sono una guida per i pediatri. Rodolfo Bracci, docente di Pediatria e di Neonatologia dell’Università di Siena, è stato premiato per il suo lungo lavoro di clinico e di ricercatore. Tra i pionieri Italiani della Neonatologia come disciplina clinica specialistica della Pediatria, ha profuso un grande impegno per diffondere la cultura neonatologica all’interno della Pediatria italiana, sviluppando tematiche innovative e originali come la Bioetica e il Rischio clinico. Ha promosso la ricerca scientifica come modello per i suoi allievi e per i giovani, dedicandovi la maggior parte delle sue esperienze scientifiche e professionali.
Un premio per Ficarra e Picone Il Presidente della SIP Giovanni Corsello ha consegnato a Salvo Ficarra e Valentino Picone il premio “Amico dei Bambini”, intitolato alla memoria di Giuseppe Roberto Burgio. “Ficarra e Picone sono amati dal pubblico e anche sensibili alle esigenze dei più piccoli”, ha sipegato Corsello, “ma non tutti sanno che hanno anche una vocazione alla solidarietà. Il contributo per la realizzazione di un’aula colloqui al Tribunale dei Minori di Palermo e la Ludoteca al quarto piano dell’Ospedale dei Bambini sono alcune delle iniziative in cui si sono generosamente spesi con la onlus Maredolce da loro fondata. Un impegno che i pediatri vogliono riconoscere anche ufficialmente”. “È un premio bellissimo” ha detto Salvo Ficarra, “che richiama alla memoria la mia infanzia: il pediatra era per me una figura mistica che risolveva tutti i problemi. Il nostro lavoro per i bambini non finisce qui, siamo impegnati nella raccolta fondi per l’acquisto di un macchinario ecografico di ultima generazione da donare all’Ospedale dei Bambini di Palermo”. In occasione della premiazione, Biomedia ha donato 5.000 euro alla fondazione Maredolce.
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Maltrattamenti e bullismo nell’infanzia? Stress cronico e vita più breve Una overview sulle recenti evidenze scientifiche mostra l’incidenza degli abusi sulla salute fisica a lungo termine
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he i maltrattamenti subiti durante l’infanzia potessero avere conseguenze sulla salute mentale in età adulta era cosa nota. Ora nuove evidenze scientifiche dimostrano che incidono persino sulla durata della vita. Una overview di studi scientifici presentata al 70° Congresso Italiano di Pediatria nell’ambito della tavola rotonda dedicata ai diritti dei bambini mette in luce che abusi, punizioni, negligenze e atti di bullismo provocano stress cronico nei bambini, invecchiamento precoce e un maggior rischio di sviluppare patologie quali obesità, cefalea, sindromi dolorose, asma, malattie cardiache, tumori. “Una ragione in più per rafforzare la sorveglianza e prevenire gli abusi sui minori, un fenomeno che interessa circa 100.000 bambini ogni anno in Italia secondo i dati Cismai”, afferma Pietro Ferrara, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma e docente di Pediatria presso l’Istituto di Clinica Pediatrica dell’Università Cattolica del S.Cuore e l’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Si tratta comunque di una stima approssimativa in quanto nel nostro Paese non esiste un sistema di monitoraggio, gli unici dati certi sono quelli relativi agli abusi sessuali ma il maltrattamento è un concetto molto più ampio che include molestie, abusi fisici e psicologici, negligenza nelle cure, atti di bullismo. L’OMS Europa ha stimato
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che i casi reali siano 9 volte più numerosi di quelli segnalati”. “Gli studi ancora una volta confermano come sia necessario rafforzare la prevenzione degli abusi”, afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello. “La SIP è da tempo impegnata a formare i pediatri a riconoscere i segni dell’abuso e identificare qualsiasi situazione sospetta in questo percorso. Ad esempio fratture delle ossa lunghe o rottura delle ossa costali posteriori in bambini di età inferiore a 18 mesi, fratture ricorrenti, incidenti domestici frequenti devono far suonare un campanello d’allarme: si stima che un quarto delle fratture delle ossa lunghe nei bambini molto piccoli sia la conseguenza di un maltrattamento”. Una recente ricerca apparsa su “Molecular Psychiatry” ha rivelato che le conseguenze delle punizioni e delle violenze sono cicatrici invisibili che rimangono nella psiche e, sorprendentemente, nel DNA. Sono state intervistate le madri di 236 bambini che avevano subito violenze domestiche, assistito a comportamenti violenti tra i genitori o erano stati vittima di bullismo ed è stata misurata la lunghezza dei loro telomeri. Si tratta delle piccole porzioni di DNA che si trovano alle estremità dei cromosomi e che si accorciano ad ogni divisione cellulare, fungendo da veri e propri indicatori della longevità dell’individuo. I ricercatori che hanno misurato la lunghezza dei telomeri del gruppo di bambini
^^ Shalev I, Moffitt TE, Sugden K et al. Exposure to violence during childhood is associated with telomere erosion from 5 to 10 years of age: a longitudinal study. Mol Psychiatry 2013;18(5):576-581. ^^ Hyland ME, Alkhalaf AM, Whalley B. Beating and insulting children as a risk for adult cancer, cardiac disease and asthma. J Behav Med 2013;36(6):632-640. ^^ Jonson-Reid M et al. Child and outcomes of chronic child mal treatment. Pediatrics 2012;129(5):839-845. ^^ Bechtel K et al. Impact of an educational intervention on caregivers’ beliefs about infant crying and knowledge of shaken baby syndrome. Acad Pediatr 2011;11(6):481-486.
Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono Azzurro Nel corso del 70° Congresso Italiano di Pediatria appena concluso a Palermo è stata siglata un’intesa tra la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e Telefono Azzurro per intraprendere un percorso comune nella prevenzione e nel contrasto al maltrattamento nell’infanzia e nell’adolescenza. Dati recenti relativi all’abuso sui minori nella Regione Europea della OMS indicano che almeno 850 bambini sotto i 15 anni muoiono ogni anno a causa di maltrattamenti. L’intesa prevede da un lato un’azione congiunta nel rapporto con le istituzioni sociali, sanitarie ed educative allo scopo di accrescere la sensibilizzazione e la consapevolezza su questo tema migliorando la capacità di riconoscere, ridurre/ rimuovere le condizioni di disagio sociale, sanitario, educativo che rappresentano fattori di rischio specifici, e dall’altro lato il rinforzo della formazione rivolta ai pediatri per migliorare le loro competenze nella prevenzione e nel riconoscere precocemente i segnali del maltrattamento, primo passo indispensabile per la messa in atto di interventi di protezione e di recupero del bambino e della famiglia.
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maltrattati hanno osservato un accorciamento di queste strutture pari ad un invecchiamento prematuro di circa 7-10 anni. I segni sul corpo subìti nell’infanzia potrebbero essere predittivi di malattie in età adulta, sostiene un lavoro pubblicato sul “Journal of Behavioral Medicine” in cui sono state valutate le condizioni di salute di due gruppi di soggetti tra i 40 e i 60 anni: uno di 150 persone con problemi di salute come cancro, disturbi cardiaci e asma e un gruppo di controllo composto da 250 persone sane. I ricercatori dell’Università di Plymouth hanno rilevato che i soggetti malati riferivano in misura una volta e mezza superiore rispetto al gruppo di controllo di aver subito da piccoli punizioni corporali, abusi e insulti. Se i maltrattamenti sono numerosi e ‘cronici’ le conseguenze a lungo termine sono ancora più profonde. Lo ha rivelato una ricerca della Washington University di St. Louis che ha seguito quasi 6000 bambini tra 1,5 a 11 anni dal 1993 al 2009. Maggiore è il numero di maltrattamenti subiti, peggiore è l’outcome in termini di disturbi psicologici e comportamentali come abuso di sostanze, incidenti e traumi, malattie sessualmente trasmesse, delinquenza e tentativi di suicidio. “La relazione è direttamente proporzionale al numero di maltrattamenti subiti” precisa Pietro Ferrara. “I bambini che avevano subito un solo abuso sviluppavano problemi nel 39,5% dei casi, quelli con 4 episodi nel 67% dei casi sino al 91,9% dei minori per i quali si contavano più di 12 episodi. Un dato incontrovertibile che deve far riflettere”. Anche i neonati possono essere vittime di violenza: il caso più diffuso è la Shaken Baby Syndrome (SBS - Sindrome da bambino scosso), cioè lo scuotere violentemente il neonato da parte di un adulto. “È una delle principali cause di morte nel primo anno di vita”, prosegue Ferrara. “Il 30% dei piccoli scossi violentemente muore e l’80% riporta gravi danni permanenti: emorragie cerebrali, disabilità, paralisi, cecità. Eppure il 75% dei genitori non sa che scuotere un bambino può essere molto pericoloso. La causa scatenante è generalmente il pianto prolungato del neonato che determina nell’adulto una forma di frustrazione e di rabbia. Lo scuotimento viene messo in atto nel tentativo di farlo smettere. I ricercatori hanno dimostrato che esiste un periodo critico nello sviluppo del neonato che va dalla seconda settimana al quinto mese di vita in cui il pianto può essere molto frequente e inconsolabile. Questo periodo viene chiamato “purple crying” e corrisponde alla finestra temporale in cui si contano il maggior numero di casi di SBS. A questa età i muscoli del collo e il cervello non sono sviluppati a sufficienza per resistere al trauma dello scuotimento. Negli Stati Uniti sono stati introdotti programmi di prevenzione per i genitori che insegnano a comprendere le ragioni del pianto, gestire la rabbia e comprendere i gravi ef fetti del maltrattamento.
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Allerta morbillo
vaccinare
la disinformazione Pediatri italiani preoccupati per l’incremento esponenziale dei casi registrati nel nostro Paese
L
’allarme è stato lanciato in occasione del Congresso Italiano di Pediatria di Palermo. “Nel mese di aprile 2014 si sono verificati 236 casi di morbillo, portando a 1047 quelli segnalati dall’inizio dell’anno, in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013, quando si registrarono poco più di 700 casi”, afferma Alberto G. Ugazio, Direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale “Bambino Gesù” di Roma e Presidente della Commissione vaccini della SIP. “Lo scorso anno vi sono stati circa 2200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c’è da aspettarsene molti di più perché i dati ad oggi disponibili non comprendono il periodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale”. Il fenomeno non è solo italiano. Anche l’Europa e gli USA stanno registrando diversi focolai epidemici. Recentemente i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta hanno denunciato negli USA 288 casi dall’inizio dell’anno fino al 23 maggio, il più alto numero di infezioni dal 1994. “Per affrontare questa emergenza”, evidenzia Susanna Esposito, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) e Presidente della Commissione dell’OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita, “l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato una Commissione di esperti per attuare un Piano di prevenzione a livello europeo al quale hanno aderito 53 Paesi dell’UE e altri Stati del mondo, con l’obiettivo di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015”. Benché non vi siano dati certi relativi alla copertura vaccinale, pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: l’incremento dei casi è da attribuire al calo delle coperture vaccinali. “In Italia”, precisa la Esposito, “la situazione della copertura vaccinale risulta ad oggi alquanto complessa: se la copertura con la prima dose appare buona sebbene non ottimale (circa il 90% e non il 95% raccomandato), quella della seconda dose è invece nettamente inferiore agli standard richiesti, anche perché è stata introdotta soltanto nel 2005. Questo il motivo per cui tanti adolescenti e giovani adulti che non hanno avuto la malattia non sono vaccinati o sono stati vaccinati solo una prima volta”. Le campagne degli antivaccinatori che spopolano su internet stanno diffondendo la falsa credenza
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che la vaccinazione MPR (morbillo, parotite e rosolia) possa causare l’insorgenza di autismo. Si tratta di un falso scientifico, sostenuto 15 anni fa dal medico inglese Andrew Wakefield – radiato dall’albo per aver falsificato i dati del suo studio sull’argomento – che continua ad avere effetti dirompenti dopo che alcune sentenze sciagurate, tra cui quella di Rimini del 2012, hanno riconosciuto un nesso di causalità tra vaccino e autismo. “La democratizzazione dell’informazione genera anche falsa informazione”, spiega Alberto G. Ugazio. “Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della Medicina ‘postmoderna’: una Medicina che non riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazioni sono una cosa, la conoscenza è un’altra: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano”.
vaccinali
Pneumococco
A
l Congresso Italiano di Pediatria di Palermo gli esperti si sono confrontati sulle nuove strategie vaccinali. “Tra l’80 e il 95% dei tumori anali, il 50% di quelli del pene e tra il 45 e il 90% di quelli di testa e collo sono correlati ad una infezione da HPV. Da qualche anno è stato introdotto in Italia il vaccino, che al momento è offerto gratuitamente solo alle adolescenti. Ma i tumori correlati all’infezione da HPV colpiscono in maniera considerevole anche la popolazione maschile: su circa 30.000 casi complessivi ben 12.000 riguardano i maschi”, spiega Chiara Azzari, professoressa di Pediatria all’Università di Firenze. “Va inoltre considerato che alcune tipologie di tumori HPV-correlati, come quelli della testa e del collo (faringe, lingua, esofago, tonsille) sono cinque volte maggiori nella popolazione maschile rispetto a quella femminile (2300 casi tra le donne in Europa contro 11.000 tra i maschi)”. Per queste ragioni gli esperti chiedono che il vaccino HPV venga esteso anche agli adolescenti maschi.
Meningococco B
Da dicembre 2013 è disponibile un nuovo vaccino contro il meningococco B. Studiato e costruito in Italia, il vaccino contiene le 4 proteine più frequentemente espresse da tale batterio e permette una copertura dell’infezione intorno all’80%. Somministrabile a partire dai due mesi di vita, offre diverse opzioni di schedula vaccinale, che possono essere integrate negli attuali programmi di vaccinazione
Dal 2013, la Commissione europea ha esteso l’indicazione del vaccino pneumococcico coniugato 13-valente a tutta l’età pediatrica, così che oggi possono essere protetti dalle infezioni sostenute da Streptococcus pneumoniae (Sp) non solo i bambini nei primi anni di vita ma anche quelli di età scolare e gli adolescenti. “L’estensione dell’uso del vaccino ai soggetti di età compresa tra i 6 e i 17 anni”, spiega Nicola Principi, professore di Pediatria presso la Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, “è stata possibile perché i dati acquisiti hanno chiaramente dimostrato che PCV13 è in grado di indurre anche in questi soggetti, tra i quali sono stati inclusi anche alcuni con asma, una risposta immune potenzialmente protettiva per tutti i sierotipi inclusi nel vaccino, senza alcun rischio di emergenza di eventi avversi significativi. Il vantaggio dell’estensione è di particolare rilievo per i bambini grandi con malattie croniche a forte rischio di complicanze pneumococciche, come i soggetti con gravi malattie cardiorespiratorie, quelli con forme croniche renali ed epatiche, i diabetici e, in genere, tutti gli immunodepressi”.
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Nuove strategie
di routine. Al momento il costo è a carico delle famiglie, ma come sostiene Rocco Russo dell’Unità Materno-Infantile di Benevento e Napoli1, membro della Commissione Vaccini della SIP, l’auspicio è che, una volta superati una serie di aspetti tecnicoorganizzativi, si possa offrire questo tipo di vaccino gratuitamente su tutto il territorio nazionale.
Rotavirus
I rotavirus sono i principali responsabili di gastroenterite acuta nell’infanzia con numeri da capogiro: 300.000 casi l’anno, 80.000 visite mediche e 10.000 ricoveri l’anno solo in Italia. I due vaccini attualmente disponibili hanno mostrato di prevenire più dell’80% delle ospedalizzazioni e tra il 77 e l’80% dei casi gravi con un abbattimento notevole dei costi medici e sociali. E il profilo di sicurezza della vaccinazione ha portato alla raccomandazione del l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi il vaccino è entrato nei programmi di immunizzazione di 50 Paesi. E in Italia? “La Sicilia è stata la prima regione a recepire la necessità di offrire gratuitamente il vaccino anche a causa della facilità di trasmissione del virus nei reparti ospedalieri. Da noi la vaccinazione è consigliata ed offerta gratuitamente, viene somministrata al 3°mese di vita con un richiamo al 5° e al momento abbiamo ottenuto una copertura media del 30% con picchi a Palermo e Trapani del 45%” spiega Francesco Vitale, Ordinario di Igiene presso l’Università di Palermo.
HPV nei maschi, meningococco B, rotavirus
e pneumococco nei bambini più grandi: tutte le novità Pediatria numero 6 - giugno 2014
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Minori migranti: nuove indicazioni per la tutela della loro salute Elaborate dal Gruppo di Lavoro del Bambino Immigrato (GLNBI-SIP), sono state presentate al Congresso Italiano di Pediatria
Il testo del documento GLNBI-SIP prima fase
Anamnesi
dentizione, visus, udito; dismorfismi e anomalie muscolo-scheletriche (eventuali); cute e annessi: cicatrici o lesioni da maltrattamento; genitali esterni e perineo (per eventuali mutilazioni o abusi
sessuali) e sviluppo puberale, tenendo in considerazione le caratteristiche psicologiche, culturali e religiose del minore; esame neurologico; valutazione dello sviluppo psico-motorio, relazionale e del linguaggio (per eventuali sintomi post-traumatici da separazione, abbandono, maltrattamento, violenza subita o assistita).
personale e familiare: ^^area di provenienza e condizioni che hanno caratterizzato la
Indagini di primo livello
vita del bambino prima della migrazione, in famiglia o istituzionalizzato, campo profughi, in residenza urbana o extra-urbana, scolarizzazione, religione e abitudini alimentari. Per quel che riguarda il bambino adottato ricostruzione dell’iter adottivo della coppia e del vissuto pre-adottivo del minore, eventuali informazioni sulle modalità dell’adozione e sull’Ente Autorizzato (L. 476/98, art.31) coinvolto nella procedura; ^^condizioni e modalità che hanno determinato e caratterizzato il percorso migratorio (durata totale del viaggio, bambino arrivato con uno o più familiari, minore non accompagnato, bambino adottato); patologica: remota e prossima; valutazione della documentazione vaccinale.
Esami di laboratorio:
Valutazione clinica generale
segni vitali: temperatura corporea, frequenza cardiaca, frequenza
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N
egli ultimi vent’anni si è verificato, nell’ambito dei flussi migratori nel nostro Paese, un graduale cambiamento non solo dei numeri e della provenienza ma anche della tipologia delle persone immigrate, nella popolazione sia adulta che pediatrica. L’arrivo, in numero sempre maggiore, di nuove tipologie di bambini (per esempio figli di richiedenti asilo e minori non accompagnati), da contesti geo-politici e con modalità di viaggio differenti rispetto ai precedenti flussi migratori, ha indotto la SIP a elaborare nuove indicazioni per l’accoglienza sanitaria del minori migranti. Le nuove indicazioni, redatte dal Gruppo di Lavoro del Bambino Immigrato (GLNBI-SIP), tengo-
respiratoria, pressione arteriosa; segni di disidratazione (eventuali); crescita staturo-ponderale: peso, altezza, circonferenza cranica (consultare sito WHO Child Growth Standards www.who.Int/ childgrowth/standards/en);
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emocromo completo, con formula leucocitaria; glicemia, azotemia, creatininemia, transaminasi, protidemia,
ferritine mia; fosfatasi alcalina, calcemia e fosforemia; esame urine completo con sedimento; TSH; sierologia per HBV (HBsAg, HBsAb), HCV, HAV e HIV (tenendo conto
del periodo finestra); sierologia per LUE; sierologia vaccinale 1: anticorpi (Ac) anti-tetano (solo nei minori
di età inferiore a sette anni); esame parassitologico delle feci su tre campioni, a giorni alterni; intradermoreazione secondo Mantoux. Nota bene: Il calendario vaccinale e il tipo di vaccinazioni consigliate non è omogeneo nelle Regioni italiane, tanto meno nei vari Paesi di provenienza. Nei bambini di recente immigrazione è necessario attuare una strategia di vaccinazione in accordo con le indicazioni del Calendario vaccinale della Regione di pertinenza. Riguardo la copertura vaccinale in un bambino migrante non vi è al momento un consenso internazionale sulla strategia da seguire. La
Migranti arrivati via mare dal 1° gennaio al 30 giugno 2014
11.000 Migranti minori (di cui oltre 6.500 non accompagnati)
Siria
Nazionalità prevalente dei minori
5 anni
Età media dei minori migranti siriani
1 anno
Durata media del viaggio dalla Siria (Dati Save The Children Rapporto “Ultima spiaggia”, 2014)
no conto sia delle attuali evidenze scientifiche sia del rapporto costo-beneficio delle singole prestazioni nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Inoltre, pur riconoscendo come centrale la figura del pediatra, la strutturazione in diversi livelli d’intervento permette anche al medico non pediatra, di utilizzare queste indicazioni “in scienza e coscienza”, adattandole a ognuna delle suddette tipologie e – nello specifico della provenienza e della storia personale e familiare – al singolo bambino. Ogni standar-
verifica della risposta anticorpale per tutte le vaccinazioni è dispendiosa e non permette di differenziare l’immunizzazione naturale da quella vaccinale, a eccezione degli esami sierologici per l’epatite B. L’assenza di documentazione relativa alle vaccinazioni eseguite, implica una probabile mancata o non adeguata vaccinazione e necessita di rivaccinazione. I bambini di età inferiore ai 7 anni non dovrebbero ricevere più di sei dosi di vaccino Difterite-Tetano per il rischio di reazioni locali e/o sistemiche. In questo caso è indicato eseguire la ricerca quantitativa anticorpale per tetano su siero per valutarne la risposta immune: valore protettivo titolo Ac maggiore e uguale 0.1 UI/ML, titolo considerato indicativo anche della risposta immune del vaccino antidifterico.
Esami strumentali: esclusivamente su indicazione clinica Consulenze specialistiche: visita oculistica (dai 3 anni di età o prima se presente storia di prematurità e/o asfissia peri-natale).
seconda fase
Indagini di secondo livello (in base all’esito dei precedenti e al quadro clinico)
Esami di laboratorio: studio delle emoglobinopatie e deficit G6PDH (su indicazione
dell’esame emocromocitometrico e/o dell’area di provenienza); in caso di eosinofilia (i valori normali di eosinofili per l’età pediatrica sono in numero assoluto <300/mm3 e percentualmente 2-3%. Si definisce eosinofilia un numero di eosinofili nel sangue periferico >450/mm3, classificata in 3 gradi: LIEVE 450-1500 cell/mm3, MODERATA 1500-5000 cell/mm3 e MARCATA >5000/mm3): ^^ASINTOMATICA con esame parassitologico negativo: ricerca Ac anti-Strongyloides e Ac anti-Schistosoma. Se eosinofilia >20% si consiglia esecuzione anche di Ac anti-Filaria e Ac anti-Toxocara; ^^SINTOMATICA: visita infettivologica pediatrica;
dizzazione nell’approccio rischia di rivolgere l’attenzione su aspetti epidemiologici e infettivologici generali con ricadute non positive sia sui bisogni specifici del singolo sia sulla spesa sanitaria, senza un reale vantaggio in termini di salute pubblica. Il fine ultimo dell’accoglienza sanitaria al minore migrante è l’inclusione del bambino il più presto possibile nell’ambito del SSN italiano e il suo regolare accesso ai percorsi dedicati alla popolazione pediatrica, in un’ottica d’inclusione e di equità.
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60.000
in caso di febbre, malessere generale con/senza sintomi
gastrointestinali: screening per malaria con/senza copro coltura; in caso di Mantoux positiva: conferma con IGRA
(Interferon -gamma release assays) in particolare con test QuantiFeron-TB; in caso di sospetto clinico e/o laboratoristico di rachitismo: Vitamina D, Paratormone (PTH) e Magnesio ematici.
Esami strumentali in base all’indicazione clinica: in caso di Mantoux positiva: radiografia del torace
e/o altra indagine radiologica; per la determinazione anagrafica della minore età: ^^considerare la mancanza di evidenze scientifiche che
supportano l’utilizzo della radiografia della mano e del polso sinistro, utile al riscontro dei nuclei di ossificazione; ^^si consiglia invio a struttura sanitaria pubblica di riferimento per valutazione multidisciplinare.
Visite specialistiche su indicazione clinica o laboratoristica: visita audiologica (se disturbo o ritardo di linguaggio
e/o dello sviluppo cognitivo/relazionale); visita NPI (se presenti indizi di stress psichico o alterazione
dello sviluppo neuropsichico); visita/ consulenza infettivologo pediatra; visita odontoiatrica; visita chirurgica pediatrica, se indicate anche quella oro-facciale
e plastica; ortopedica; endocrinologica; dermatologica; cardiologica.
visita visita visita visita
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Infezioni.
Il latte umano come antidoto
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isponiamo oggi di conoscenze sempre più approfondite in base alle quali è possibile considerare il latte umano oltre che un alimento un sistema biologico “dinamico”. Particolare interesse viene rivolto a specifici fattori bioattivi che possono fra i vari effetti, non solo garantire all’ospite adeguate difese passive contro le infezioni, ma anche modulare in modo attivo la risposta immunitaria e modificare in modo favorevole la flora batterica intestinale. Sono stati presentati al Congresso Italiano di Pediatria i risultati di alcune recenti ricerche condotte presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Torino in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche che hanno messo in evidenza in modo particolare le concentrazioni e le modificazioni nel latte umano di due componenti, oligosaccaridi e glicosaminoglicani, il cui ruolo biologico anti-infettivo si sta delineando con sempre maggiore evidenza. In particolare le concentrazioni di questi due componenti sono maggiori nel latte delle donne che hanno avuto un parto pretermine e, in generale, nel primo latte prodotto anche dopo un parto a termine, cioè nel latte destinato a soggetti in cui le difese immunitarie sono ridotte. L’American Academy of Pediatrics ha pubblicato nel 2012 un Policy Statement sui benefici della nutrizione con latte materno. Nel documento è evidente che, se si considerano solo le patologie per cui il rischio a breve o a lungo termine si riduce di oltre il 50% negli allattati con latte materno, ad esclusione del morbo celiaco si tratta di tutte patologie infettive (otite media, infezioni delle alte e basse vie respiratorie, bron-
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Enrico Bertino Professore Associato, Università degli studi di Torino Direttore SCDU Neonatologia, Presidi Ospedalieri OIRM-S.Anna AOU Città della Salute e della Scienza, Torino
chiolite da RSV, gastroenterite) e della enterocolite necrotizzante del pretermine. Di particolare interesse sono tre meta-analisi pubblicate successivamente, che hanno considerato in modo specifico le infezioni respiratorie e gastrointestinali. Sebbene riguardanti studi eseguiti in setting diversi (Nord Europa, Paesi in via di sviluppo e Paesi industrializzati) queste tre meta-analisi concordano nell’evidenziare un effetto protettivo del latte umano verso le infezioni gastrointestinali e respiratorie. Le evidenze scientifiche degli effetti favorevoli dell’allattamento materno sulla prevenzione delle gastroenteriti costituiscono oggi una delle prove più solide in epidemiologia clinica, pari a quelle sull’associazione fra fumo di sigaretta e tumore al polmone. Le infezioni gastrointestinali e respiratorie costituiscono oggi a livello mondiale la principale causa di morbilità e mortalità in età pediatrica al di sotto dei 5 anni. È stato stimato che nel 2011 si sono verificate 1,3 milioni di morti per polmonite e 700.000 per diarrea. Da notare che il 72% dei decessi per diarrea e l’81% di quelli per polmoniti è avvenuto nei primi 2 anni di età. In particolare la morbilità per diarrea sotto i 6 mesi d’età negli allattati al seno è ridotta del 63%, mentre il rischio di ospedalizzazione per infezioni delle vie respiratorie è ridotto del 59%. L’effetto protettivo del latte materno vs. formula osservato è dose-dipendente, con particolari vantaggi per l’al-
58%
Riduzione del rischio di mortalità per sepsi nei neonati attaccati al seno materno entro le prime 24 ore di vita
25,5%
Obiettivo per il 2020 di neonati con allattamento esclusivo al seno a 6 mesi di vita
Circa
5%
Neonati italiani con allattamento esclusivo al seno a 6 mesi di vita
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Gli effetti favorevoli dell’allattamento materno sulla prevenzione delle gastroenteriti costituiscono oggi una delle prove più solide in epidemiologia clinica
lattamento esclusivo nei primi sei mesi. Questo sottolinea il ruolo rilevante di una adeguata nutrizione nei primi mesi di vita, nei quali l’allattamento al seno costituisce elemento prioritario. Da notare che l’attacco precoce al seno entro le prime 24 ore di vita riduce nei primi 28 giorni il rischio di mortalità per sepsi del 58%, come osservato dal Department of International Health, Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora in una recente meta-analisi in Paesi non industrializzati. Per quanto riguarda il latte umano di banca sappiamo che la pastorizzazione modifica in parte le caratteristiche nutrizionali e immunologiche del latte, sebbene, come risulta dagli studi dell’Università di Torino e di Ancona, alcuni componenti come gli oligosaccaridi e i glicosaminoglicani non risultino alterati dalla pastorizzazione mantenendo quindi almeno in parte una plausibilità biologica di efficacia del latte di banca sulle infezioni. Come sottolinea un recente documento dell’ESPGAN attualmente tuttavia le uniche evidenze cliniche su questi aspetti sono limitate ad una protezione dall’enterocolite necrotizzante neonatale. Tutte le informazioni cliniche sulle patologie infettive supportano quindi le raccomandazioni della AAP, dell’OMS e dell’Institute of Medicine per un attacco precoce al seno e una durata esclusiva dell’allattamento al seno nei primi sei mesi, che è stata negli ultimi anni oggetto di dibattito. L’Healthy People 2020 ha posto come obiettivo per l’anno 2020 il raggiungimento di una percentuale pari al 25,5% di allattamento esclusivo al seno a 6 mesi di vita. Negli Stati Uniti, secondo i dati dei CDC riferiti al 2010, la percentuale di allattamento esclusivo a 6 mesi è stata del 16,4%; in Italia non esistono dati nazionali sull’allattamento al seno ma solo dati parziali a livello regionale, difficilmente aggregabili. La stima per l’allattamento esclusivo al seno a 6 mesi del VI Rapporto di Aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia ‒ 2012-2013 è intorno al 5%, anche se i dati di una ricerca attualmente in corso in 9 Regioni italiane per valutare l’efficacia dei 7 Passi dell’iniziativa “Comunità Amica dei Bambini” mostrano a 6 mesi valori lievemente superiori (10% e 7 % rispettivamente nelle 24 ore e nei 7 giorni precedenti). È quindi evidente la necessità di proseguire il percorso avviato dalle Società scientifiche, in particolare per l’Italia dalla SIN e dalla SIP, di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno anche come strategia prioritaria nella prevenzione delle infezioni in età pediatrica.
^^ Breastfeeding and the Use of Human Milk - SECTION ON BREASTFEEDING. Pediatrics 2012; DOI: 10.1542/ peds.2011-3552 ^^ Lamberti LM, Zakarija-Grković I, Fischer Walker CL, Theodoratou E, Nair H, Campbell H, Black RE. Breastfeeding for reducing the risk of pneumonia morbidity and mortality in children under two: a systematic literature review and meta-analysis. BMC Public Health 2013;13(Suppl 3):S18 DOI: 10.1186/1471-2458-13-S3-S18
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Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agire Mauro Stronati
Alessandro Borghesi Neonatologia, Patologia Neonatale e Terapia Intensiva Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia
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i resistenza batterica agli antibiotici molto si parla in congressi ed articoli scientifici. Poco invece si fa nella pratica quotidiana per prevenirla. Si tratta tuttavia di un fenomeno che ci riguarda molto da vicino. È divenuto consueto leggere referti microbiologici accompagnati da antibiogrammi in cui una lunga fila di “R” di “Resistente” affianca l’elenco degli antibiotici studiati. Fortunatamente il più delle volte una “S” (di “Sensibile”) spezza la serie di “R”: abbiamo ancora armi a disposizione per combattere quell’infezione e salvare il piccolo paziente. L’antibiotico cui il germe è sensibile viene somministrato, e l’annoso problema delle resistenze può tornare a riposare in un cassetto, almeno fino al successivo referto microbiologico. Una presa di coscienza, individuale e collettiva, è necessaria e urgente. Il rischio di un pianeta popolato da germi letali multi- o pan-resistenti non vive solo nelle fantasie di pochi: è un rischio concreto, per il quale il mondo potrebbe doversi preparare a vivere un’era post-antibiotica ed affrontare una mortalità per infezione pari a quella che si registrava prima della scoperta della penicillina. I batteri resistenti agli antibiotici includono l’Enterococcus faecium vancomicina-resistente (vancomycin-resistant enterococcus, VRE), lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (methicillinresistant S. aureus, MRSA), le Enterobacteriaceae produttrici di β-lattamasi a spettro esteso (exten-
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ded spectrum β-lactamase, ESBL), la Klebsiella pneumoniae produtrice di carbapenemasi (KPC), ed infine Acinetobacter baumanii, Pseudomonas aeruginosa, ed Enterobacter species resistenti a diverse classi di antibiotici. Tali microrganismi sono stati definiti patogeni ESKAPE; l’acronimo, che include le specie sopra elencate, esprime bene la difficoltà di trattare le infezioni causate da microrganismi che scappano o sfuggono al controllo da parte delle terapie mediche. L’uso eccessivo ed indiscriminato dei farmaci antibatterici, anche ‒ ma non solo ‒ per via delle incongrue prescrizioni mediche, contribuisce non poco all’emergere di ceppi portatori di nuovi geni di resistenza. È necessario, volendone limitare la comparsa, modificare il nostro modo di trattare le infezioni e il nostro modo di utilizzare i farmaci antimicrobici che ancora si dimostrano efficaci. In generale, gli antibiotici sono sovraprescritti negli ospedali; in un report dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta si legge che più della metà dei pazienti ospedalizzati riceve almeno un antibiotico nel corso della degenza, e circa un terzo dei pazienti riceve un antibiotico ad ampio spettro. Lo European Centre for Disease Prevention and Control riporta che l’Italia è tra i Paesi primi classificati per utilizzo giornaliero di antibiotici, occupando il quinto posto dopo Grecia, Francia, Lussemburgo e Belgio. In termini numerici, tra il 2008 ed il 2010, l’utilizzo giornaliero di antibiotici in Italia è stato
Per affrontare l’urgente minaccia di una pandemia da batteri resistenti è necessario un intervento multidisciplinare e globale
tati allarmanti. Gli organi di controllo, tra cui i CDC e l’OMS, stanno studiando le misure più adeguate a contrastare su più fronti l’emergere di ceppi batterici resistenti. Maryn Mackenna, una giornalista indipendente di Atlanta, riporta in un articolo quanto sia inquietante sentir parlare Sally Davies, il consulente governativo per la Sanità pubblica del Regno Unito, e Thomas Frieden, direttore dei CDC, di “problema grave quanto il terrorismo”, di “incubo”, di “minaccia catastrofica” e di “necessità di dare l’allarme”, tanto più se si considera che è consuetudine dei dirigenti degli organi di controllo sanitari evitare toni catastrofici e descrizioni apocalittiche. Circa 2 milioni di persone ogni anno negli Stati Uniti contraggono un’infezione da microrganismi resistenti e 23.000 persone ogni anno muoiono a causa di microrganismi resistenti; stime combinate per Stati Uniti ed Europa parlano di 48.000 decessi ogni anno. Se il problema è quanto mai pressante, non è però certo un fatto nuovo o recente. Già Alexander Fleming, scopritore del lisozima e della penicillina avvertiva, in un’intervista del 1945 al “New York Times”, che era opportuno ridurre l’uso della penicillina per rallentare lo sviluppo delle resistenze. La storia della scoperta di nuove classi di antibiotici ci insegna che l’emergere di resistenze avviene naturalmente non appena l’antibiotico viene utilizzato. Se però già da tempo eravamo a conoscenza della minaccia di veder scomparire il miracolo degli antibiotici sotto l’effetto della pressione selettiva causata da un utilizzo sconsiderato, perché soltanto ora gli organi governativi e di controllo sanitario intensificano gli sforzi per dare l’allarme e trovare soluzioni? Per comprenderlo è necessario guardare allo sviluppo di nuovi antibiotici negli anni passati. Per decadi ci siamo sentiti protetti sotto l’ombrello delle aziende farmaceutiche che investivano nello sviluppo di nuove molecole e “sfornavano” ogni anno nuovi antibiotici da immettere nel mercato. Secondo dati dei CDC tra il 1980 ed il 1984 la Food and Drug Administration (FDA) approvò ben 19 nuove molecole; negli anni 1985–1989 furono approvate 11 nuove molecole, così come nei periodi 1990–1994 e 1995–1999. Il numero di nuove molecole approvate si è ridotto a sole 4 negli anni 2000–2004, 3 negli anni 2005– 2009 e un solo nuovo antibiotico è stato approvato nel periodo 2010–2012. Le ragioni della difficoltà nella scoperta di nuovi antibiotici sono molteplici, e comprendono fattori di ordine farmacocinetico e farmacodinamico (basti pensare alla complessità di identificare un composto chimico che penetri attraverso la membrana esterna lipidica dei batteri Gram negativi, o alla necessità, per colpire cellule procariotiche, di utilizzare concentrazioni di farmaco micromolari, mediamente 2-3 volte più alte delle concentrazioni di farmaci “tipici” che agiscono contro bersagli di cellule eucariotiche). Ancora più preoccupante è il progressivo disinteresse delle industrie farmaceutiche
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di circa 26-30 dosi giornaliere per 1000 abitanti, contro le 11-15 dosi giornaliere per 1000 abitanti che sono state consumate nello stesso periodo in Olanda, Paese ultimo nella classifica. I microrganismi multi-resistenti patogeni per l’uomo vengono solitamente isolati in contesti nosocomiali, a volte in corso di eventi epidemici; si diffondono poi all’interno dei reparti e degli ospedali trasmessi da paziente a paziente o dall’ambiente al paziente, anche con l’involontario aiuto degli operatori sanitari che trascurano di mettere in atto semplici ed efficaci presidi quale il lavaggio delle mani. Le Terapie Intensive neonatali e le Pediatrie non fanno eccezione. Dai singoli ospedali o centri di cura i microrganismi resistenti si diffondono rapidamente. È ciò che è avvenuto nell’ultima decade: nel 2000 l’analisi di un campione raccolto nel 1996 in un ospedale del North Carolina ha permesso di isolare un ceppo di Klebsiella portatore del gene KPC che conferisce resistenza ai carbapenemi; nel 2003 batteri KPC-positivi sono stati isolati in un ospedale di New York City (NYC) e, nel 2007, il 21% dei ceppi di Klebsiella isolati negli ospedali di NYC erano portatori del gene di resistenza; il viaggio degli stessi ceppi è poi continuato oltreoceano per giungere in Israele, e da Israele in altri paesi tra cui l’Italia, la Colombia, il Regno Unito e la Svezia. È del 2008 la scoperta di un altro ceppo di Klebsiella, portatore del gene di resistenza NDM, emerso in India e diffusosi rapidamente al Regno Unito. Da tutto ciò si comprende come il panorama sia tutt’altro che roseo, e come stia assumendo conno-
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negli investimenti sulla scoperta di nuove molecole antibiotiche: le terapie antibiotiche sono di solito somministrate per cicli brevi, ed anche laddove se ne dovesse prolungare la durata la comparsa di resistenze ne limiterebbe l’uso a lungo termine. Al contrario, farmaci come gli antiipertensivi, gli antinfiammatori, i farmaci per ridurre la colesterolemia e i farmaci per il diabete, utilizzati per anni o per decenni, sono nettamente più redditizi. Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui l’arsenale per combattere i microrganismi è sempre più povero di mezzi: da un lato lo scarso investimento delle industrie farmaceutiche nella scoperta di nuove molecole, dall’altra la circolazione su scala mondiale di batteri resistenti a pressoché tutti gli antibiotici già in commercio. Per affrontare una simile situazione è necessario un intervento globale e multidisciplinare. È di fondamentale importanza che i governi promuovano la scoperta di nuove molecole garantendo che le industrie farmaceutiche abbiano un ritorno finanziario immediato, che riporterebbe l’interesse delle industrie nel settore senza incentivare l’utilizzo smodato degli antibiotici. Esistono almeno 200 molecole conservate ed essenziali nelle funzioni cellulari batteriche che hanno la potenzialità di diventare bersaglio di nuovi antibiotici. Da soli, però, tali nuovi antibiotici, benché più che mai necessari, non offrono una soluzione definitiva al problema: probabilmente non saranno economici (e non saranno pertanto facilmente disponibili nei paesi di via di sviluppo) e, soprattutto, è inevitabile che anche essi, dopo un certo periodo di utilizzo, perdano la loro efficacia e vengano neutralizzati da nuovi meccanismi di resistenza. Ove possibile – e specialmente in contesti ospedalieri – l’attenzione dovrebbe essere massimamente focalizzata sulla prevenzione più che sul tratta-
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^^ Levin BR, Baquero F, Johnsen PJ. A model-guided analysis and perspective on the evolution and epidemiology of antibiotic resistance and its future. Curr Opin Microbiol 2014;19C:83-89 DOI: 10.1016/j. mib.2014.06.004 ^^ Alfsnes K, Raynaud X, Tønjum T, Ambur OH. Mathematical and live meningococcal models for simple sequence repeat dynamics coherent predictions and observations. PLoS One 2014; 9(7):e101637 DOI: 10.1371/journal. pone.0101637
mento delle infezioni. Tutti i presidi preventivi, primo fra tutti il lavaggio delle mani, dovrebbero essere massimamente incentivati negli ospedali. Non basta. È necessario che la prescrizione degli antibiotici sia strettamente regolamentata. Risulta evidente che non è più sufficiente sensibilizzare i singoli medici ed affidare loro la gestione delle terapie antibiotiche. Un documento recentemente pubblicato sul sito dei CDC incoraggia l’adozione, in ogni ospedale, di un “Antibiotic Stewardship Program”, con la creazione di infrastrutture che migliorino la collaborazione tra le strutture competenti e guidino i medici nelle prescrizioni, operando mediante un programma di sorveglianza sia al momento della prescrizione che nel corso del trattamento (http://www.cdc.gov/media/ releases/2014/p0304-poorantibiotic-prescribing.html). I CDC proseguono poi con un ulteriore passo, suggerendo che gli elementi della stewardship siano verificati mediante una checklist, che serva a determinare sistematicamente che gli elementi e le azioni chiave per una prescrizione antibiotica ottimale siano presenti, e che serva a guidare i medici nella prescrizione e limitare l’uso eccessivo degli antibiotici negli ospedali (http://www.cdc.gov/getsmart/ healthcare/implementation/checklist.html). Benché i CDC siano consapevoli che non tutti i punti possono essere rispettati in tutti gli ospedali e che si deve tener conto, nella realizzazione di una stewardship, delle realtà locali, rimane certo che gli elementi presenti nella checklist si sono dimostrati efficaci nel migliorare l’uso degli antibiotici. John R. Combes, senior vice president della American Hospital Association, sottolinea come tali misure non debbano essere viste come un ostacolo burocratico; al contrario, si tratta di operazioni che potrebbero garantire la qualità nelle cure proteggendo al tempo stesso pazienti ed antibiotici. Il problema delle resistenze va pertanto affrontato ad un duplice livello: locale e globale. È necessaria maggiore educazione alla prevenzione delle infezioni e alla prescrizione degli antibiotici; ed è un bene che gli organi di controllo competenti si muovano per definire politiche efficaci nel prevenire la minaccia di pandemie da microrganismi pan-resistenti. Uno sforzo multidisciplinare è necessario: medici e pazienti devono comprendere il valore degli antibiotici e contribuire, ciascuno dalla propria posizione, a proteggere tale vulnerabile risorsa. Se vogliamo preservare il prezioso strumento a nostra disposizione, bisogna che tutto il nostro modo di comportarci attorno agli antibiotici cambi, iniziando dal rendere appropriate ed aderenti alle linee guida le prescrizioni mediche. La ben nota frase di Tancredi nel romanzo “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” è oggi più attuale che mai.
riconoscere quella insidiosa
L’inquadramento nei codici bianchi in alcuni casi non esonera il pediatra da un supplemento di indagini diagnostiche
L Raffaele Falsaperla UOC Pediatria e PSP Azienda O-U Policlinico-Vittorio
Emanuele, Catania
a cefalea rappresenta motivo di accesso estremamente comune al Pronto Soccorso pediatrico, con un forbice del 3-10% di tutte le visite. Si tratta di un disturbo comune nei bambini e negli adolescenti, con un notevole aumento dell’incidenza, che varia dal 37,7% (dai 2 ai 5 anni) all’80% sopra i 12 anni. Le cefalee rappresentano ancora oggi una sfida diagnostica per il pediatra, anche se la maggior parte sono benigne e pur rientrando
Servono nuove linee guida Lo conferma uno studio presentato al Congresso Italiano di Pediatria La cefalea è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi trent’anni, anche a causa del netto cambiamento dello stile di vita degli adolescenti. “Oltre alla predisposizione genetica disturbi del sonno, scarsità di ore destinate al riposo, ma anche l’uso eccessivo di videogiochi, tv, tablet e smartphone possono essere in parte responsabili dell’aumento dei casi, cui si aggiungono fattori emotivi, ansia e stress”, spiega Pasquale Parisi, responsabile del Centro Cefalee Pediatriche della Cattedra di Pediatria di “Sapienza” – Università di Roma presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma. “Tutto ciò rende urgente implementare la ricerca di settore e di conseguenza rivedere le Linee Guida per la diagnosi e la terapia della cefalea in età pediatrica, secondo criteri di Evidence Based Medicine”. A confermare questa necessità è uno studio di prossima pubblicazione presentato per la prima volta al Congresso Italiano di Pediatria che ha coinvolto 11 Centri italiani afferenti alla Società Italiana di Neurologia Pediatrica. Nell’ambito dello studio è stato utilizzato AGREE II, uno strumento epidemiologico standardizzato che valuta l’adeguatezza delle linee guida: “Per la prima volta possiamo sostenere su base scientifica la necessità di questa revisione. Occorre inoltre rafforzare la ricerca pubblica e indipendente per valutare l’efficacia dei farmaci nella popolazione pediatrica, ancora poco studiata”.
Da diversi autori sono state identificate le cosiddette “red flags” (segni di allarme ad alto rischio) e le “relatively red flags” (segno di sospetto di allarme) come strumenti anamnestici utili nel permettere un corretto iter diagnostico e ‘scovare’ le forme secondarie che necessitano di una diagnosi tempestiva. Per implementare l’accuratezza diagnostica inoltre vengono annoverati 13 “segni di allarme” che determinano un alto rischio di patologia intracranica. Tra questi segni clinici vengono segnalati: condizioni generali scadenti, alterazione della coscienza e/o del comportamento, aumento della circonferenza cranica, soffi endocranici, paralisi dei nervi cranici, movimenti oculari abnormi e/o riflessi pupillari alterati, difetti del campo visivo, papilledema, deficit neurologici focali, deficit della deambulazione e/o di crescita, pubertà precoce o ritardata. Si sottolinea che il ricorso al neuroimaging deve essere riservato per i casi dubbi di cefalea secondaria avvertendo preliminarmente la famiglia sulla possibilità di reperti casuali aspecifici. Ancora oggi il ruolo del clinico è centrale e si basa fondamentalmente sulla conoscenza delle caratteristiche della cefalea, sull ’esame obiettivo neurologico e del fondo oculare. In conclusione, la possibilità di una cefalea secondaria insidiosa che rientra nei codici bianchi in PS deve essere tenuta in considerazione, specie se non rientra nei criteri diagnostici del l’International Headache Society (IHS) o se la risposta al trattamento è atipica.
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Cefalea:
nei codici bianchi. La definizione di codice bianco (in effetti non rappresenta una condizione ingravescente) viene data ad un bambino con cefalea ma che di mal di testa pregresso ha sofferto pur non avendo altri segni neurologici e quindi definito asintomatico. L’inquadramento tra i codici bianchi non esonera però il pediatra da una valutazione medica generale e neurologica attenta e minuziosa e un supplemento di indagini diagnostiche possono essere di fondamentale importanza nella cura del paziente. I motivi più frequenti che inducono i genitori a condurre il proprio figlio che già soffre di cefalea a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso sono grossolanamente riassumibili in: ^^il peggior “mal di testa” mai provato; ^^attacco più violento degli altri; ^^attacco diverso dagli altri; ^^dolore che non recede dopo terapia usuale; ^^attacco accompagnato da stato ansioso.
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Il Congresso e i media Il Congresso ha suscitato grande interesse sulla stampa, con circa 250 articoli pubblicati tra quotidiani nazionali e locali, agenzie di stampa, periodici e portali web e dedicati ai temi emersi dal Congresso, quali bambini migranti, maltrattamenti, vaccini, ritorno delle malatttie infettive, nutrizione ecc. Grande attenzione anche dalle tv nazionali e locali, con passaggi televisivi sulle mettenti RAI, SKY, Mediaset. La rassegna stampa è disponibile sul sito della SIP al link http://sip.it/sezioni/areastampa/rassegne-stampa.
Enuresi, un problema sommerso Ne soffre il 16% dei bambini, ma il 70% dei genitori non ne parla con il pediatra
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resentati al Congresso Italiano di Pediatria i risultati del Progetto Over, realizzato dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICu PP), che ha indagato l’epidemiologia del fenomeno enuresi, valutando un campione di 3165 bambini tra i 5 e i 14 anni compiuti in tre Regioni italiane (Veneto, Toscana e Puglia). L’indagine è stata condotta da 75 pediatri di famiglia nel periodo che va dall’11 novembre al 31 dicembre del 2013. “I risultati sono molto interessanti”, ha spiegato Marina Picca, Presidente SICuPP. “La prevalenza del disturbo a 5 anni è del 16,2% e decresce progressivamente con l’età: a 13 anni il 4,6% bagna ancora il letto. Familiarità e disturbi del sonno sono potenziali fattori di rischio”. “Solo il 33% dei genitori ha parlato del problema con il pediatra”, avverte Giuseppe Ragnatela, pediatra di famiglia e tra i coordinatori del Progetto Over, “evidenziando in tal modo la scarsa consapevolezza con cui ancora oggi i genitori vivono l’enuresi. Un dato estremamente inte-
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Iniziativa SICuPP La locandina della SICuPP sul bilinguismo, uno dei temi trattati al Congresso Italiano di Pediatria.
ressante riguarda i bambini con enuresi in trattamento: al momento dell’indagine solo il 12,2% dei bambini affetti è in terapia”. L’indagine ha valutato anche la percezione del problema da parte dei genitori: il 33,3% ammette che il disturbo condiziona in modo notevole l’organizzazione familiare, il 24,7% ritiene che limiti molto la attività del figlio con i compagni e l’11% lo considera molto imbarazzante. “I dati raccolti”, ha concluso Marina Picca, “hanno messo in luce la possibilità della Pediatria di famiglia di raccogliere in tempi brevi dati numerosi e rilevanti. In particolare il Progetto Over ha dato la possibilità di ottenere dati aggiornati sulla prevalenza della enuresi, una patologia che possiamo definire sommersa. È importante ricercare e riconoscere il problema, perché questo può aiutare a migliorare la qualità di vita dei pa zienti e delle loro famiglie”.
Sempre meno dolore per bambini e neonati
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l dolore subìto in età neonatale e nell’infanzia lascia per sempre una traccia, eppure continua a essere ancora sottovalutato. L’ultima conferma arriva dai risultati di una indagine condotta in Italia su 19 Pronto Soccorso dal gruppo di studio PIPER (Pain in Pediatric Emergency Room): il dolore è la prima causa di accesso al PS per gli under 14, tuttavia solo nel 26% delle strutture il dolore viene preso in considerazione. Circa un terzo delle strutture non lo misura attraverso apposite scale, quasi la metà non applica protocolli per il trattamento del dolore. Capire l’importanza del dolore e le conseguenze nel bambino, misurarlo e contrastarlo sono gli obiettivi del progetto formativo NienteMaleJunior, rivolto ai pediatri ospedalieri e di famiglia, che ha visto una importante tappa al Congresso Italiano di Pediatria di Palermo. Spiega Franca Benini, membro della Commissione Nazionale Terapia del Dolore e Cure Palliative e coordinatrice del progetto: “Il dolore ha non ha solo conseguenze a breve termine (peggioramento clinico, complicanze, prolungamento dell’ospedalizzazione) ma anche a lungo termine, tra cui la cronicizzazione, l’alterazione della soglia del dolore, problemi psico-relazionali. Stimoli dolorosi ripetuti, senza copertura analgesica, determinano infatti modificazioni strutturali e funzionali persistenti del sistema nocicettivo/antalgico. Queste rimangono per tutta la vita e modificano la soglia del dolore”. Ciò vale ancor di più per il neonato. Già a partire dalla 23° esima settimana di gestazione il feto è in grado di percepire il dolore: “A parità di stimolo doloroso il neonato percepisce un dolore più intenso rispetto al bambino, perché i circuiti neuronali sono immaturi quindi manca la capacità di risposta inibitoria dell’organismo allo stimolo doloroso”, spiega Patrizia Papacci, neonatologa della Terapia Intensiva Neonatale dell’Università Cattolica di Roma. “Nel neonato anche la visita medica o operazioni di nursing possono essere percepite come dolorose, specialmente se vengono effettuate dopo una procedura dolorosa come un prelievo. Stimoli esagerati, come luci suoni, provocano risposte analoghe a quelle causate da dolore”. L’indicazione è quindi valutare e trattare il dolore in modo adeguato in tutti i bambini e in tutte le situazioni in cui tale sintomo può manifestarsi. “Per misurare il dolore”, aggiunge Franca Benini, “esistono molte scale validate. Fra queste tre sono quelle di riferimento per efficacia nella definizione della quantità del dolore provato ed applicabilità nei diversi setting (ospedale, ambulatorio domicilio). La scala di Flaccsi va usata al di sotto dei 3 anni e prende in considerazione le reazioni non verbali (espressione del volto, posizione delle gambe, attività, pianto e consolabilità). La scala di Wong-Baker si utilizza a partire dai 4 anni ed è costituita da sei facce, da quella sorridente corrispondente a “nessun male” a quella che piange corrispondente a “il peggior male possibile”. Da 8 anni in poi, quando il bambino ha acquisito le nozioni di proporzione, può essere utilizzata, anche dai genitori, la scala numerica.
Misurarlo e contrastarlo sono gli obiettivi del progetto formativo NienteMale Junior Oltre al trattamento farmacologico esistono anche tecniche non farmacologiche per il controllo del dolore, la cui validità è stata dimostrata dalla ricerca scientifica. Tra queste la respirazione, la visualizzazione (viaggio mentale nel luogo preferito), la lettura, il racconto di storie, le bolle di sapone cui si aggiungono alcune tecniche di desensibilizzazione, come il guanto magico e il gioco dell’interruttore, usate per abbassare la sensibilità di una determinata zona corporea. La scelta della tecnica da utilizzare dipende dall’età del bambino, dalla patologia, dal tipo di dolore. Nel neonato invece le stimolazioni sensoriali multiple quali stimolazione tattile (“gentle handling”, carezze) in grado di attutire la trasmissione del dolore a livello centrale, l’uso di sostanze dolci, il contenimento, sono le tecniche più utilizzate.
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Un mare di bambini: i concorsi letterari In occasione del 70° Congresso Italiano di Pediatria la SIP ha bandito due concorsi letterari a premio ispirati al titolo del Congresso “Un mare di bambini”: uno rivolto a medici pediatri, infermieri, insegnanti o altri professionisti impegnati nella salute o nella educazione dei bambini provenienti da tutto il Paese; l’altro, con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura e alla Istruzione del Comune di Palermo, rivolto
a bambini o adolescenti degenti nelle Unità Operative di Pediatria degli ospedali cittadini e a studenti delle scuole elementari e medie della città. I componimenti, in poesia o prosa (o anche disegno nel bando rivolto a bambini e adolescenti) giudicati migliori da una giuria nominata dal Presidente del Congresso, sono stati premiati durante la cerimonia inaugurale del Congresso. Li pubblichiamo in queste pagine di Pediatria.
I vincitori della sezione bambini e adolescenti Istituto comprensivo “Lombardo Radice” di Palermo
Elaborato su foglio di rame
Dirigente scolastico Prof.ssa Agata Caruso
Martina De Rosalia e Martina Namio
Istituto di Scuola Secondaria di primo grado “Leonardo da Vinci” di Palermo
Piccola silloge. Cinque poesie e quattro calligrammi “Alla maniera di Cecco Angiolieri”
Dirigente scolastico Prof.ssa Rosa Sinagra
Federica Cusimano, Steven De Franchis, Federica Di Vita, Gabriel Gallo, Gevethen Genhatheran, Alessio Giacalone, Sofia Maria Lo Bianco, Flavia Olivieri, Marzia Pernice, Nideesan Selvanayagam, Giovanni Simeone Coordinatrice del lavoro: Prof.ssa Paola Catanzaro
Martina De Rosalia, Martina Namio
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Gabriel Gallo, Flavia Oliveri Riflessi sul mare... Se io fossi mare tutti farei giocare Se io fossi mare di gioia il mondo farei rinfrescare Se io fossi mare dei pesci donerei per gli uomini rinfrescare Se io fossi mare i brutti ricordi farei annegare
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“Alla maniera di Cecco Angiolieri”
Federica Di Vita Parole mute Se io fossi mare tutti gli inquinatori farei via andare. Se io fossi mare tutti i dolori farei affogare. Se io fossi mare a tutti i bimbi sicurezza vorrei dare. Se io fossi mare con tutti vorrei giocare. Se io fossi mare tutti i cuori farei calmare. Se io fossi mare da tutti mi farei amare. Se io fossi mare sempre con te vorrei stare.
Alessio Giacalone
Steven de Franchis
Sarei Se io fossi mare sarei bellezza Se io fossi mare sarei fiero di me Se io fossi mare sarei calmo e rilassato Se io fossi mare sarei salvatore di tutte le specie di pesci Se io fossi mare sarei luogo apprezzato dagli uomini
Mare per amare Se io fossi mare sarei libero di guardar sempre il cielo Se io fossi mare sarei padrone di toccare la sabbia Se io fossi mare sarei gioia e parte fondamentale del mondo perché darei sostentamento agli esseri viventi.
Se fossi mare salperei per il mondo Se fossi sabbia m’inumidirei d’acqua Se fossi un pesce varcherei gli oceani Se fossi ancora mare non smetterei mai di amare.
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“Alla maniera di Cecco Angiolieri” Gevethen Gengatheran, Giovanni Simeone S’io fossi S’io fossi conchiglia i suoni marini ascolterei S’io fossi sabbia castello mi farei S’io fossi alga tra le onde ondeggerei S’io fossi pesce nell’immenso nuoterei S’io fossi barca l’infinita bellezza attraverserei S’io fossi mare dolce e puro diventerei
Sofia Maria Lo Bianco All’orizzonte Se fossi una vela sul mare salirei, se fossi una barca il mare attraverserei, se fossi una conchiglia l’orma sulla spiaggia lascerei, se fossi un pesce nel mare in tempesta mi tufferei, se fossi un’alga nel mare mi fletterei, se fossi un gabbiano le onde sfiorerei, se fossi un’onda nel mare mi immergerei, se fossi sole ognuno riscalderei, se fossi un delfino con tutti i bambini giocherei
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Nideesan Selvanayagam
Federica Cusimano
Marzia Pernice
Come Cecco
Se io fossi mare
Metamorfosi
S’io fossi il mare annegherei tutti i malviventi S’io fossi il mare nutrirei tutti gli esseri della terra S’io fossi il mare sarei amico di tutti S’io fossi il mare sarei accanto ai miei fratelli Sole e Terra S’io fossi il mare avrei tutta l’eternità
Se io fossi mare, allagherei il mondo. Se io fossi sabbia, ricoprirei l’acqua. Se io fossi una barca, navigherei nel vuoto. Se io fossi acqua, bagnerei il tutto. Se io fossi un pesce, nuoterei nel profondo
S’io fossi mare tutta la mia forza contro la riva vorrei scagliare. S’io fossi barca verso nuovi mondi mai smetterei di viaggiare. S’io fossi conchiglia il rumore del mare vorrei donare. S’io fossi delfino un bimbo sul dorso vorrei portare
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La premiazione della categoria bambini e adolescenti
I vincitori della sezione professionisti Dr. Andrea Scaramuzza
Dr.ssa Gemma Incorpora
Pediatra diabetologo
Dr.ssa Paola Gianmaria Pediatra di famiglia
Un mare di bambini...
Un mare di neve, un mare di bambini
Piccole storie
Poesia
Racconto breve
Video
Andrea Scaramuzza Parole mute. Un mare di bambini... Siete entrati nella mia vita Come una folata di vento D’autunno Che muove e scompiglia le foglie ingiallite, Onde impaurite di un mare sconfinato.
Un pallido sole nell’ombra della sera Illumina volti impauriti, i fieri capelli multicolori, E gli occhi color verde, azzurro, nocciola.
Un mare di bambini.
Diamanti grezzi, Nel tramonto della sera, Nel chiarore del mattino, Nell’alba della vita.
E come vento D’autunno Avete scompigliato e mosso I fili dell’anima mia Impietrita Nella contemplazione del dolore e della malattia. Ho negli occhi gocce di pioggia Come sui vetri appannati dal soffio Del vostro fiato leggero, quando curiosi guardate fuori Verso l’orizzonte sconfinato della vita.
Gemma Incorpora Un mare di neve, un mare di bambini
E come vento continuate a soffiare, A scompigliare i nodi della mia Anima. Dolci e leggeri Lasciando alle spalle traccia di voi. Un mare di bambini.
Alla fine degli anni settanta “il male oscuro” colpiva senza distinzione di sesso o provenienza e i lattanti affetti da bronchiolite erano allora come ora, tanti. I bambini che sarebbero arrivati notte tempo da oscure rotte del ridente mediterraneo, mai sopiti gli echi del vagabondante Ulisse, non avremmo potuto mai immaginarli. Fresca di laurea e ancora non specializzata lavoravo il sabato e la domenica a Linguaglossa, ultimo paese per chi sale verso l’Etna, prima che castagneti, querceti e pineti e più in alto ancora, boschi di betulle, cedano il posto alle grandi colate, alle spente bottoniere, alla sciara selvaggia in un andirivieni di ginestre e macchie mediterranee che per chilometri ci separano dalla cima oltremodo inquietante del nostro grande Vulcano. Mio nonno, orgoglio di nonno, aveva diffuso la voce che sua nipote studiava per diventare pediatra e che era brava, molto brava. Non esisteva guardia medica, non esisteva la pediatria di famiglia. La sera uscivo
per le visite domiciliari e percorrevo stradine strette, buie perlopiù in salita. Il rumore dei miei passi sul selciato unica musica, il vento freddo di tramontana che soffiava e si infilava ovunque e toglieva il respiro, unica compagnia. Si davano la voce le mamme, “c’è la dottoressina in giro” e da una, le visite diventavano tante. La notte scende veloce d’inverno in questi luoghi e quando il cielo promette neve, diventa di un plumbeo particolare, che col tempo impari a conoscere e non sbagli più. Quella sera il cielo sembrava proprio promettere neve. A casa ero tornata stanca, il calore della stufa e l’odore della legna bruciata mi avevano avvolta. L’orologio del campanile della chiesa della “Nunziata” rintoccava ogni quarto d’ora, le ore più i quarti. I rintocchi, mai a disturbarmi, erano nenia per me e lo sono per tutti i valligiani, fanno parte dei rumori noti, quelli che conosci e che si imprimono nella memoria dei ricordi e quando li perdi, ti mancano. Così cullata caddi tra le braccia di Morfeo. Non so quali sogni mi accompagnarono in quella notte, non lo ricordo più. Quello che ricordo è lo squillo improvviso e violento del campanello della porta di casa. Apro gli occhi e un silenzio irreale mi investe, i rintocchi ovattati dell’orologio vengono come da molto lontano e ne ascolto cinque. Intanto una voce dalla strada urla “dottoressa il mio bambino sta male, malissimo venga subito”. Mi alzo di corsa, mi affaccio al balcone e una sferzata di vento freddo e di fiocchi di neve gelidi e fitti mi investe. È buio fondo. “Scendo subito, arrivo”. La neve è tantissima, il signore è venuto a piedi, non so se perché non ha la macchina o perchè è meglio a piedi. Un manto di neve alto, soffice e immacolato, una coltre leggera illumina il buio e copre ogni cosa. Altri fiocchi cadono fitti, continui, silenziosi, il vento ogni tanto mugugna e mancano poche ore al chiarore dei primi albori. Le impronte che lasciamo su quella neve immacolata, scompaiono via via, per altra neve che cade, ma se ne formano di nuove più profonde, per neve che si accumula. Cerchiamo di accelerare il passo.
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Pediatria numero 6 - giugno 2014
Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria
Entrati a casa, un’onda di calore ci investe. In piedi la mamma in preda al terrore, tiene avvolto in uno scialle un bimbo. Appena mi vede lo lancia tra le mie braccia. Lo afferro, il bambino è febbrile e in convulsioni, lo spoglio, lo adagio in posizione laterale, faccio quel poco che posso fare, il cuore mi batte forte, la paura è tanta, ma per fortuna dopo poco la crisi cessa. Il bimbo è ora li sereno, sonnecchia e ogni tanto ci guarda un po’ smarrito. Non sa cosa è successo, non sa della grande nevicata fuori, non sa della grande paura, non sa della grande spinta vitale che è in ogni bambino, non sa che io non ho fatto nulla per lui. Non sa ancora nulla della vita. Mi attardo con i genitori, li tranquillizzo, scrivo la terapia, do consigli. Il tempo passa e la luce di un nuovo giorno illumina la stanza. Il vento si è calmato, non nevica più. Arrivano i nonni. Finiti i convenevoli saluto per tornare a casa. Alla porta d’ingresso la tanta luce esterna mi abbaglia, non più fiocchi dal cielo, non più vento e non più freddo, come sempre dopo le grandi nevicate. Un sole meraviglioso illumina quel mare di neve. Riprendo il mio rientro, imbocco serena, ma ancora confusa, il giardino da attraversare per tornare a casa e uno spettacolo meraviglioso e inconsueto come un miraggio, si para davanti ai miei occhi: su quel mare di neve soffice e fredda, bianca e accecante, alta e impalpabile un mare di bambini di tutte le età, coloratissimi, allegri, gioiosi e festosi corrono, saltano, si inseguono, rotolano, sprofondano, tirano palle di neve, scaldati da un sole meraviglioso e felici di tutta quella neve che silenziosa e abbondante era Paola Gianmaria
scesa dolcemente durante i loro sogni e li aveva colti di sorpresa e aveva imbiancato strade, tetti, case e giardini, aveva levigato spigoli, ricoperto alberi e nascosto sporcizia, aveva creato catarsi e pace. Fu quella l’ultima grande nevicata che vide Linguaglossa e caddero, nei dintorni, fino a tre metri di neve. Eventi umani anche innaturali, hanno contribuito a cambiamenti climatici inquietanti e oggi a poco più di trent’anni di distanza da quella grande nevicata non più albe di neve in questo paese pedemontano. Fu quella la prima convulsione febbrile che vidi, da allora di convulsioni ne ho viste tante. Ho imparato a curarle, abbiamo imparato a curarle, a gestirle. Abbiamo imparato le metodiche di rianimazione, abbiamo fatto tanta strada per quel mare di bambini che intersecano giorno dopo giorno con invisibili agganci d’amore il nostro percorso di vita e di lavoro . L’immagine fascinosa e bellissima della pittura di Francesco Lo Iacono, che individua il 70° Congresso Italiano di Pediatria, con quei bambini immersi in quella palude, in quella luce riflessa di sole e di acqua, in quell’aria che riesce a farci percepire il calore estivo e la brezza marina, ha riportato in mente, dai luoghi ormai lontani della mia memoria, l’episodio dei bambini sulla neve. Anche la neve è acqua. L’acqua della vita, l’acqua del battesimo, l’acqua che purifica, che disseta, che scorre, che culla i sogni senza memoria in ogni grembo materno. Per me, per noi, stagioni andate di incontaminato incantamento. (Catania 28 aprile 2014 )
Piccole storie Il video è disponibile in libera visione su YouTube all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?feature=player_ embedded&v=wruObgpzWBQ È possibile raggiungerlo anche dalla pagina http://sip.it/pianeta-sip/piccole-storie del sito SIP
La nostra identità culturale è forte dell’integrazione di tante culture attraverso la storia. E, come ora i nuovi immigrati, noi italiani, nei secoli scorsi, siamo stati i nuovi migranti in terre promesse come l’America del Nord e del Sud, l’Australia, il Nord Europa. Come i nuovi migranti, anche noi italiani, e le testimonianze dei nostri cari ne danno prova, siamo stati oggetto di diffidenza, emarginazione, derisione, mancata integrazione. La storia si ripete. Gli italiani, attraverso percorsi faticosi per raggiungere l’integrazione nelle nuove terre, hanno raggiunto in
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molti con la loro fantasia, energia e determinazione posti importanti nella cultura, nella scienza, nella politica, nello sport, nell’economia, nella società tutta. Il Presidente Giorgio Napolitano, nel suo toccante discorso di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014, con forza sottolineava la necessità di non essere chiusi al nuovo che arriva dal mare. Da esso si deve trarre energia e linfa vitale per la nostra società. Le nuove generazioni di immigrati, con i loro sogni, speranze ed aspirazioni possono essere per i nostri figli occasione di apertura verso un nuovo concetto di cittadinanza. I bambini ed i ragazzi immigrati, compagni di banco dei nostri figli, possono con la loro testimonianza di vita rendere più consapevoli ed aperti al mondo le nuove generazioni di italiani. Il video che ho preparato vuole essere, attraverso immagini di archivio, fotografie e storie della mia famiglia, testimonianze di bimbi, madri e padri che seguo come pediatra, un invito a non dimenticare che la storia è fatta di uomini e di sogni e che ciclicamente, inesorabilmente, si ripete.
Ricerca, innovazione e multimedialità: l’impegno della SIP per i pediatri del futuro
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l 70° Congresso Nazionale di Pediatria può certamente vantare tra i suoi successi quello di aver dedicato agli specialisti in formazione ed ai giovani pediatri una serie di eventi, ideati e realizzati, per renderli sempre più protagonisti e parte attiva dell’annuale appuntamento dei pediatri italiani. “Largo ai giovani” con le sue sessioni distribuite in tutti i giorni di lavoro congressuale si è dunque delineata non solo come un insieme di immancabili incontri di alto profilo metodologico, quanto un fil rouge programmatico per affrontare molteplici tematiche inerenti formazione, assistenza e soprattutto stato della ricerca in Pediatria. Argomenti questi sempre attuali ed in evidenza, cui hanno dato un tangibile contributo numerosi esperti nazionali ed internazionali ma che mai, sino ad ora, erano stati trattati grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie e della multimedialità ovvero, con un concreto sguardo al futuro.
Sopra: la sessione ONSP. A destra: William F. Balistreri durante il corso "Manuscript Preparation".
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a cura di Davide Vecchio
Primo piano / 70° Congresso Italiano di Pediatria
Largo ai giovani
Molti i numeri del successo, a partire dagli oltre 360 E-Poster pervenuti alla Segreteria Scientifica, affermandosi quindi fruttuosa l’intuizione di dedicare, già dalla scorsa edizione, un’area informatizzata e “open” nell’ambito della quale è stato possibile consultare ed approfondire i singoli contributi mediante PC dotati di un apposito software. Sono state 24 le comunicazioni orali selezionate per la sessione della mattina del 13 giugno e che, per l’elevato profilo scientifico, la rigorosa analisi dei dati, gli spunti di riflessione inerenti il miglioramento dell’outcome di molte patologie, hanno ben rappresentato la vivacità della ricerca in tutti i campi delle specialità pediatriche, dalla neonatologia all’adolescentologia, e ciò nonostante le note difficoltà cui i giovani pediatri devono far fronte nella loro quotidianità lavorativa. Ancora, quasi 200 gli specializzandi presenti a Palermo che, con l’innovativa esposizione dei casi clinici ideata e curata dall’Osservatorio Nazionale Specializzandi Pediatria, hanno voluto porre l’accento sulla semeiotica digitale ormai entrata di diritto nella pratica clinica quotidiana. La sessione, come sempre molto partecipata, si è altresì contraddistinta quale immancabile appuntamento per il confronto e scambio di conoscenze e competenze tra le Scuole di specializzazione Italiane. Infine, il 14 giugno è stato il momento del corso “Manuscript Preparation”, che ha avuto fra i protagonisti un ospite di eccezione, William F. Balistreri del Cincinnati Children’s Hospital, che fornendo costantemente suggerimenti per la preparazione, ottimizzazione e revisione di un articolo scientifico, è stato capace di appassionare gli astanti in un confronto sempre alla pari. In questo quadro e con queste premesse è dunque oggi possibile affermare che “Largo ai giovani” ha contribuito a fornire ulteriori strumenti alle nuove generazioni di pediatri chiamate a rinnovare e rilanciare un impegno già in atto... quello della presa in carico di quel “Mare di bambini”, i veri protagonisti del 70° Congresso Nazionale di Pediatria.
Animali domestici nelle case italiane. Il cane rimane il compagno di vita più diffuso (56%), seguito dai gatti (49,7%), dalle tartarughe (7,9%) e dai conigli nani (5,3%).
Cefalee in ospedale Ne soffrono medici (8,8%), infermieri (0,5%), tecnici di laboratorio (2,3%), amministratori (1,3%) secondo un studio effettuato presso gli Ospedali Riuniti di Ancona.
News
60 milioni
Stati Generali della Pediatria 2014: bambini sicuri, dalla strada alla Rete “Bambini Sicuri” è il titolo degli Stati Generali della Pediatria 2014 che si terranno in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’adolescente che si celebra ogni anno il 20 novembre
L’iniziativa, istituita nel 2011, viene organizzata ogni anno dalla Società Italiana di Pediatria, ed è articolata in un evento nazionale e in una serie di eventi che si svolgono a livello regionale su un tema comune a tutte le manifestazioni, individuato di anno in anno dal Consiglio Direttivo della SIP. Obiettivo è coinvolgere genitori, insegnanti, istituzioni, media e tutti coloro che a vario titolo ruotano intorno al mondo del bambino per costruire alleanze strategiche in favore dei bambini e degli adolescenti. Il tema della sicurezza dei bambini e degli adolescenti sarà al centro degli Stati Gene-
rali della Pediatria del 2014, con una forte attenzione alla prevenzione degli incidenti stradali, che rappresentano una tra le principali cause di mortalità infantile, e alla prevenzione dai rischi della Rete ai quali sempre più sono esposti gli adolescenti che navigano online: dal cyberbullismo al sexting. L’evento nazionale verrà realizzato in collaborazione la con la Polizia Postale e con il social network Facebook con l’obiettivo di favorire una maggiore conoscenza dei rischi tra gli utilizzatori ma soprattutto tra genitori, insegnanti, pediatri. Bambini sicuri in strada come in Rete!
Appuntamento con MilanoPediatria I temi del 2014? Nutrizione, genetica e ambiente per l’educazione alla salute 20 e 23 novembre 2014. Sono queste le giornate in cui si svolgerà presso l’Hotel Executive di viale L. Sturzo 45 il congresso MilanoPediatria 2014, ormai storico appuntamento biennale che come nelle scorse edizioni vedrà come protagonisti i maggiori esperti di fama nazionale ed internazionale nel campo della Pediatria, della nutrizione e della prevenzione. Nutrizione, genetica e ambiente, infatti, saranno le tematiche che anche quest’anno costituiranno il filo conduttore di un momento di scambio di elevato valore scientifico, durante il quale si toccheranno gli argomenti che più interessano gli operatori sanitari che si occupano dell’età evolutiva.
Numerose saranno le sessioni di lavoro, e numerose anche le tematiche in discussione, sicuramente quelle di maggior rilievo per la formazione del medico pediatra di oggi: il ruolo della nutrizione sulla salute e sulla prevenzione, i disturbi del comportamento alimentare e le problematiche dell ’adolescente, la prevenzione e la terapia dell ’asma e delle allergie, le vaccinazioni, fino ad arrivare alle nuove prospettive nel campo della cura delle malattie metaboliche. Verranno presentati inoltre i più recenti dati evidenziati da studi scientifici nutrizionali europei. “Un bambino sano per un adulto sano”. Scopri il programma del Congresso: www.milanopediatria.it
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