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ATTUALITÀ

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La darsena navigabile

Nelle fasi iniziali del grande progetto Waterfront di Levante per la realizzazione del canale urbano è stata prescelta la tecnica dei pali secanti

Il progetto che riguarda la sistemazione del nuovo Waterfront della città di Genova è una delle grandi scommesse per il futuro della Lanterna. Con l’avvio dei lavori preliminari, da questa primavera il programma è entrato nel vivo delle realizzazioni più importanti, a partire dal canale navigabile che entrerà direttamente nel cuore della città. Il recupero dell’intero quartiere della vecchia Fiera di Genova - con il ripristino dello storico edificio del Palasport, l’abbattimento già realizzato dell’edificio ex-Nira e le future demolizioni del Padiglione C e delll’ex-Padiglione Universitario - rientra nelle più alte ambizioni civili del territorio ligure. Soprattutto, in questo grandioso progetto di riqualificazione, secondo le parole dello stesso sindaco Marco Bucci “l’acqua ritorna a far parte di Genova. In passato, c’è sempre stata una sorta di barriera tra il Porto e la città. Oggi vogliamo che l’acqua e la città siano in comunione, ritornino a essere qualcosa di inscindibile”. L’opera nasce dal progetto “Waterfront di Levante” donato da Renzo Piano alla sua città - come rielaborazione e aggiornamento del disegno d’assieme Blueprint, di cui è autore ancora l’architetto genovese - proprio allo scopo di valorizzazione le relazioni fra la città e il mare, in termini di sostenibilità dell’ambiente e di attrattività sociale ed economica delle attività insediabili. Nell’ambito del Waterfront di Levante un ruolo chiave è ricoperto proprio dal nuovo canale urbano o darsena navigabile che passerà per l’area fieristica, nel sedime attualmente occupato dal padiglione C. Il canale, a ridosso delle mura antiche della città, passando sul retro del padiglione B della stessa fiera di Genova, andrà a lambire il lato ovest del padiglione S. In questa fase primigenia del cantiere, la scelta delle tecniche costruttive ha un ruolo preponderante in relazione alla riuscita di un’infrastruttura di comunicazione così complessa. Dalle indagini geognostiche realizzate, si è rilevato che i depositi detritici artificiali (riporti) a comportamento geotecnico prevalentemente granulare (senza coesione) possiedono parametri geotecnici di base scadenti - e in assoluto estremamen-

te variabili sia verticalmente sia orizzon- talmente. I depositi sedimentari marini interposti tra il bedrock e i riporti, qua- litativamente possiedono caratteristiche geotecniche discrete e comunque senz’al- tro più omogenee rispetto ai riporti. Il substrato roccioso presenta caratteristiche geotecniche e geomeccaniche in facies sal- da e tenace decisamente buone. Su questa base di indagine, lo scavo del canale - di cui è in via di completamento il cantiere di scavo dell’imbocco, il primo tratto dell’opera - contempla la scelta di realizzare delle paratie di delimitazione, adottando la tecnica dei pali secanti con un diametro di 1 m, sovrapposti per 30 cm allo scopo di realizzare pareti imper- meabili all’acqua. Il sistema dei pali secanti è stato prescel- to dalla direzione di Progettazione in re- lazione alla versatilità di localizzazione delle sponde, la cui realizzazione verrà realizzata nei punti in cui la roccia è af- fiorante e in parte dove è più profonda, evitando la necessità di insediare in can- tiere un impianto di trattamento fanghi. Il grande diametro di 1m dei pali prevede la lavorazione di materiali lapidei con il sistema di perforazione a doppia testa con rotazione solidale eviterà opportuna- mente le rischiose operazioni di sgancio e aggancio dei tubi di rivestimento, con il corollario vantaggioso, inoltre, di un inquinamento acustico ridotto al minimo. In cosa consiste, nella sintesi tecnica, il sistema dei pali secanti adottato per la costruzione del nuovo canale urbano na- vigabile di Levante? Si tratta di una me- todologia che prevede la presenza di due

rotary indipendenti collegate tra di loro meccanicamente, idraulicamente ed elettronicamente. Il «blocco» rotary è solidale a un unico carrello sul quale insiste il sistema di pull-push (ad argano). Questa tecnica permette un certo disallineamento tra i tubi di rivestimento e l’elica di scavo, mentre il disegno compatto della doppia testa permette di lavorare in adiacenza a strutture esistenti - e da qui discende il nome tecnico di FoW (Front of Wall). Le due teste lavorano in contro-rotazione. L’elica e il rivestimento vengono inseriti contemporaneamente. L’elica scava il materiale trasferendolo lungo il rivestimento, in senso esterno; poi, raggiunta la profondità di scavo, inizia la fase di getto, e contestualmente la batteria viene retratta, Alla fine, l’operazione si conclude con la posa dell’armatura. La perforazione e

lo smaltimento del materiale di risulta avviene in maniera integrata e continua, definita in single pass. La paratia con pali secanti - con distanza reciproca di 1,4 m - è stata verificata in condizioni di esercizio, con la spinta a monte del terrapieno per un carico da traffico da 2.000 kg/mq, e a valle dalla controspinta idrostatica data dal battente d’acqua di 4 m. Inoltre, è stata effettuata la verifica nella fase di costruzione, in cui è assente il battente d’acqua fronte paratia e sul terrapieno a tergo insiste un carico da traffico pari a 1.000 kg/mq. Nella realizzazione delle paratie laddove l’opera di sostegno dovrà essere successivamente demolita per consentire l’apertura di nuovi rami del canale (verso ponente e verso il Palasport, nonché a sud dell’area, nella fase di apertura dell’imbocco del canale), le gabbie di armatura in fibra di vetro - impiegate per la parte di paratia non infissa e che dovrà essere dunque demolita in seguito - costituiranno una soluzione innovativa al problema dell’attraversamento della zona di scavo da parte delle macchine utilizzate per la realizzazione delle paratie. Le barre in fibra di vetro hanno infatti un’elevata resistenza alla trazione e risultano semplici da tagliare. La bassa resistenza al taglio permette all’elica di attraversare facilmente la sezione di diaframma rinforzato con fibra di vetro, con enormi vantaggi in termini di sicurezza, di risparmio di tempo e quindi anche economici. Questa tecnica di scavo consiste infatti nell’utilizzare armature in fibra di vetro in sostituzione della tradizionale gabbia in ferro.

Controllo e assicurazione di qualità

Grazie alla avanzata tecnologia CAN-Bus il processo di perforazione in doppia testa adottato per la darsena navigabile del Waterfront di Levante viene controllato interamente dall’operatore nella cabina della macchina per pali di ultima generazione prescelta dall’impresa per le operazioni di scavo, tramite manipolatori a controllo elettroidraulico proporzionale. Una serie completa di sensori monitora e visualizza tutti i dati rilevanti del processo. Durante la lavorazione pertanto l’operatore viene assistito in tutte le fasi, dalla perforazione al getto con importanti automatismi quali la velocità di estrazione della batteria di perforazione in funzione del quantitativo in calcestruzzo pompato. Si ha infatti la misurazione in automatico delle portate e delle pressioni di getto. I report di lavoro possono essere direttamente visualizzati e stampati in cabina e/o inviati in via remota ove è necessario.

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