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FONDAMENTA

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CAPRARI

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Mareterra, come un sogno mediterraneo

Con la conclusione, nell’autunno scorso, dell’ultimo getto di fondazione dell’opera urbana e residenziale più ambiziosa d’Europa, l’Anse du Portier ora è pronta a disegnare gli spazi di un’isola artificiale sviluppata nel solco dell’eco-sostenibilità più avanzata

Patrice Pastor assiste personalmente all’ultimo getto di fondazione dell’Anse du Portier

Per l’ultimo getto di fondazione, la sinergia delle squadre al lavoro di Fondamenta e Sogefon ha prodotto tutta l’emozione di un evento che rimarrà negli annali delle grandi opere residenziali d’Europa. Stiamo parlando del momento finale - arrivato al suo compimento supremo lo scorso 14 ottobre - della “concrete base” su cui si insedierà lo straordinario complesso di Mareterra, il progetto firmato da Renzo Piano, Denis Valode e Michel Desvigne che disegna una nuova isola galleggiante nel Principato di Monaco, ricavata in un braccio di mare che conterrà spazi residenziali, culturali e ricreativi - a celebrazione dello spirito del Mediterraneo e, naturalmente, dell’eccellenza riferita alle più avanzate tecnologie di costruzione.

Maestri italiani

A impressionare è lo sforzo realizzativo testimoniato dalla stessa estensione in mare del quartiere Mareterra. L’opera - in capo alla SAM L’Anse du Portier, un consorzio monegasco di imprese composto da Bouygues Travaux Publics, J.-B. Pastor & Fils ed En.ge.co. - poggia letteralmente su 18 cassoni di calcestruzzo prefabbricati galleggianti (del peso, ciascuno, di circa 24.000 tonnellate), la cui realizzazione è stata completata nel 2019 per formare la cintura di delimitazione dell’area - della lunghezza complessiva di 500 metri e insediata a una profondità di 20 metri su una collina sottomarina realizzata appositamente con 450.000 metri cubi di sabbia d’estrazione. Va sottolineato il fatto - rimarchevole, sempre per il know-how made in Italy, distintivo di gran parte del progetto Mareterra - che l’anima resistenziale di questi cassoni è formata da gabbie assemblate per pali di fondazione, realizzate appositamente dalla Presider di Borgaro Torinese, che ha lavorato le oltre 7.000 tonnellate di acciaio fornite dalla bresciana Feralpi. Successivamente - restando sempre nell’ambito dell’eccellenza italiana - Fondamenta e Sogefon si sono occupate della realizzazione della vasta piattaforma di fondazione che sostiene l’intero complesso residenziale. “Si è trattato di un impegno straordinario, per dimensioni e difficoltà tecniche - rileva l’ingegner Paolo Muneretto, socio e consigliere di amministrazione di Fondamenta, presenza d’eccezione in prima fila, con tutta la squadra tecnico-esecutiva dell’impresa milanese, alla celebrazione dell’ultimo getto - Questa piattaforma di fondazione ha richiesto la realizzazione di 1.100 pali rivestiti trivellati. Una lavorazione che ha compreso diametri fino a 1.800 mm, a una profondità di 65 m, con lo riempimento a mare come condizione limite comprovata per un palo trivellato. Questa tipologia di applicazione realizzata in ambiente acquatico, infatti, fa sì che il terreno ‘stringa’ immediatamente sul tubo, provocando un grado di attrito superficiale elevatissimo. Per la profondità di molti pali e la notevole lunghezza delle gabbie sono state create delle coppie di ‘pali garage’ di circa 60 m, non riempiti, che sono stati utilizzati per pre-assemblare completamente le gabbie e permettere di effettuare tiri in battuta unica di gabbie da 50/60 m di lunghezza”. I 1.100 pali trivellati hanno coperto circa 39.000 metri lineari (per 25.000 metri di pali con rivestimento definitivo e 14.000 con rivestimento temporaneo), per diametri di 1.800, 1.500, 1.200 e 1.000 mm, con una produzione media di 20 pali alla settimana. Un’impresa che ha testimoniato ancora una volta l’eccellenza di Fondamenta e Sogefon nelle numerose lavorazioni che sono state affidate alle due realtà societarie gemelle specializzate in fondazioni speciali.

Complessità risolutiva

L’evento del getto finale della piattaforma di fondazione per Mareterra ha visto l’importante presenza di Patrice Pastor, proprietario e presidente della J.-B. Pastor & Fils, la più importante impresa di costruzioni monegasca, protagonista degli interventi di trasformazione che continuano a ridisegnare l’antropizzazione del territorio monegasco, secondo caratteristiche di sostenibilità e avanguardia senza confronti a livello mondiale. Mareterra, negli effetti, è il progetto esemplare di tecniche costruttive pionieristiche e sostenibili, con una priorità assoluta affidata a una serie di misure che riguardano l’ecosistema, la sostenibilità dell’insediamento e lo sviluppo responsabile dello stesso quartiere residenziale a favore della conservazione costante delle prerogative naturali dell’ambiente. Questo eco-distretto si trova, infatti, tra le riserve marine di Larvotto e Spélugues, entrambe tutelate da normative internazionali ed europee - oltre che dalla rigida tutela legislativa del Principato di Monaco - Prima della costruzione vera e propria, quindi, sono stati effettuati sondaggi e analisi approfondite per determinare il potenziale impatto ambientale dell’insediamento. Un comitato di esperti, scienziati e biologi marini è stato incaricato di individuare misure indefettibili per evitare, ridurre e compensare l’impatto del cantiere. Dalla sostenibilità preventiva, si è poi giunti all’esordio vero e proprio dei lavori di fondazione, successivi alla posa dei cassoni di delimitazione dell’area. Un esordio che ha previsto, come preambolo esecutivo, tre pali di prova effettuati - per la prima volta sul territorio francese - con l’utilizzo di celle Osterberg, ossia

La planimetria di progetto delle fondazioni per Mareterra

La squadra in cantiere di Fondamenta posa in esclusiva con Perforare

di una serie di dispositivi a perdere guidati idraulicamente, calibrati e sollevati con martinetti e installati all’interno delle unità di fondazione. Funzionando in due direzioni, verso l’alto con il taglio laterale e verso il basso con la reazione di base, la O-cell separa automaticamente i dati di resistenza. Un approccio estremamente calibrato e analitico, in relazione agli stessi vincoli impegnativi vigenti sul territorio monegasco e alle obiettive difficoltà realizzati

previste dal cantiere Mareterra. Tra le peculiarità del cantiere, rimarchiamo i 14.000 metri di pali con classico rivestimento a doppia parete e recupero, con i restanti 25.000 metri caratterizzati da rivestimento definitivo. Una scelta consigliata dalla considerazione opportuna che il rivestimento usato in fase di scavo, a singola parete, rimane nel terreno, diventando parte integrante del palo definitivo. Scelta tecnica quantomai raccomandabile, in relazione alle caratteristiche del cantiere dell’Anse du Portier, contraddistinto dall’evidente problema di attrito negativo in tutta l’area di riempimento - quindi, dai confini della costa attuale fino a 25 m dai cassoni a mare. Tutti i pali con rivestimento a recupero, invece, si trovano nell’area a riempimento grossolano, con pezzatura da 20 a 180 mm, situata a ridosso dei cassoni.

Un orizzonte che parte dalla natura

Ora l’isola di Mareterra può salpare, sul fronte del mare di Montecarlo. Sarà un quartiere in gran parte pedonale, con un parco lussureggiante, un’elegante passeggiata sul lungomare, un piccolo porto, un parcheggio sotterraneo e insediamenti d’élite di carattere residenziale e commerciale. Il masterplan è stato attentamente concepito per integrarsi con la costa, da Port Hercule alla spiaggia del Larvotto. Tra le attrattive, vanno menzionati diversi highlights. In primis, il Petit Portier, un piccolo porto turistico da 15 posti barca, circondato da una piazza elegante che ospiterà negozi e ristoranti. A seguire, La Pinède e la Vallée, luogo naturalistico urbano testimone della topografia na-

turale e della flora autoctona della costa mediterranea, insediato sulla collina di Mareterra. L’Esplanade e Promenade Prince Jacques, invece, abbracceranno la costa dal nuovo porto fino al Grimaldi Forum, prefigurando uno degli spazi pubblici più frequentati dai monegaschi. Declinando al limitare della spiaggia del Larvotto, la più famosa di Montecarlo, un’oasi balneare valorizzata sotto il profilo del glamour dai negozi ridisegnati dal Renzo Piano Building Workshop, per una ristrutturazione che rappresenterà la continuità e la coerenza dello sviluppo di Mareterra. Gli residenziali, poi, avranno caratteristiche uniche, all’interno di un insieme di edifici che si elevano in scala da est a ovest. Il complesso comprenderà alcune ville costiere e collinari, delimitate dal profile di Le Renzo, il grattacielo concepito da Renzo Piano Building Workshop, secondo la forma di un vaso frammentato, ispirato dagli elementi naturali che lo circondano.

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