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Il 2020 si è distinto per il suo eccezionale calore nell’Artico e il numero
L’anno più caldo di sempre
Secondo i dati del ‘Copernicus Climate Change Service’ proveniamo dall’anno più torrido mai registrato nella Storia e anche le emissioni di Co2 sono in aumento: è ormai giunto il momento di riflettere bene su questioni divenute sempre più fondamentali, quali l’effetto serra e un andamento climatico sempre meno ciclico, fino a smentire le tesi più scettiche
S
egnali tutt’altro che confortanti per quanto riguarda il clima sul nostro pianeta. Un’ennesima conferma del preoccupante riscaldamento globale proviene dai dati rilasciati dal ‘Copernicus Climate Change Service’ (C3S), il centro di monitoraggio dell’Unione europea: il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato, alla pari del 2016. E Gli ultimi sei, a partire dal 2015, sono stati i sei più caldi di sempre. Per l’Europa, nello specifico, il 2020 è risultato essere un anno record, con un aumento di 0,4 gradi centigradi in più rispetto al 2019. Inoltre, la temperatura media della superficie di tutto il pianeta, nel 2020 è stata superiore di 1,25 gradi centigradi, rispetto al periodo preindustriale 1850-1900. Ciò è avvenuto nonostante la pandemia abbia costretto la gran parte dell’umanità a vivere segregata in casa, riducendo le emissioni di Co2 del 5,8%. Secondo le parole di Carlo Buontempo, direttore del ‘Copernicus Climate Change Service’, “il 2020 si è distinto per il suo eccezionale calore
nell’Artico e il numero record di tempeste tropicali nel Nord Atlantico. Non sorprende che l’ultimo decennio sia stato il più caldo mai registrato. E tutto questo è un altro promemoria dell’urgenza di riduzioni ambiziose delle emissioni, per prevenire impatti climatici negativi in futuro”. A risentire maggiormente del riscaldamento climatico sono state aree come l’Artico e la Siberia settentrionale, con deviazioni dalla media di 3 gradi, per arrivare anche oltre i 6. Un caldo anomalo, che ha causato un aumento del numero degli incendi rilevati dai satelliti nell’area siberiana, a partire da maggio fino ad autunno inoltrato. Si è inoltre calcolato che questi incendi hanno rilasciato una quantità di 244 Mt (megatonnellate, 1 Mt è pari a mille tonnellate) di anidride carbonica nel 2020: oltre un terzo in più rispetto al record del 2019. Durante la seconda metà dell’anno, il ghiaccio marino artico era significativamente inferiore alla media per il periodo dell’anno, con luglio e ottobre che hanno visto l’estensione del ghiaccio marino più bassa mai
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