Periodico italiano magazine n. 61 marzo 2021

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politica

“È difficile riuscire a dirottare quel che avanza o ciò che non viene des

Claudio Gentile (Pli): “L’Italia deve tornare a essere una ‘potenza’ agroalimentare”

Secondo il co-segretario del Partito liberale italiano, sprechi e distorsioni dei mercati si possono ridurre ripartendo da un principio di umanesimo che, ultimamente, stava andando perduto in quanto valore educativo

Claudio Gentile, il Par-

tito liberale italiano quale posizione ha nei riguardi delle tematiche ‘verdi’ e ambientaliste? “Il Partito liberale italiano è stato tra le prime forze storicamente attente alle tematiche dell’ambiente, sin dal dopoguerra. Tra l’altro, in passato abbiamo avuto nostri esponenti, anche di punta, che hanno ricoperto il ruolo di ministro dell’Ambiente. Quindi, c’è un’assoluta attenzione da parte nostra, dato che siamo stati il primo Partito ‘verde’ della Storia italiana”.

Come si pone, oggi, il vostro Partito di fronte alla tematica dello spreco alimentare? Resusciterete la storica politica della ‘lesina’ di Quintino Sella? “Riguardo allo spreco alimentare, è assolutamente chiaro che vi sia una sperequazione enorme fra nord e sud del mondo. Innanzitutto, riuscire a non sprecare risorse non è molto semplice da un punto di vista della gestione pubblica, di Stato o di nazione. In secondo luogo, è una sperequazione a cui non è facile mettere fine, perché

una buona parte dello spreco discende, principalmente, da una questione di educazione. Per cui, diviene fondamentale affrontare il problema partendo dal versante privato, delle famiglie. E’ anche difficile riuscire a dirottare quel che avanza o quel che non viene destinato al consumo, verso quella parte della società che soffre il problema opposto, cioè la scarsità di beni, merci e derrate alimentari. La realtà è che si dovrebbe fare in modo che vi fosse una maggior attenzione verso le risorse che si hanno e su come le si utilizza. Per esempio, la questione delle ‘scadenze’ consentirebbe qualche margine di riutilizzo. Come dice un passo della Bibbia: “Te l’ho affidato perché niente vada perduto”. Ecco, io credo che quest’indicazione, anche se non voglio farne una questione religiosa, possieda un proprio fondamento economico. Quanto a Quintino Sella, che è il mio riferimento storico personale, spesso viene ricordato come colui che introdusse la tassa sul macinato, con l’obiettivo di raccogliere più fondi possibili per arrivare al pareggio di bilancio. Se pensiamo che,

oggi, l’obiettivo non è più il pareggio di bilancio, ma la riduzione degli interessi sul debito, si può ben comprendere quanta strada in negativo sia stata fatta. In ogni caso, Quintino Sella appartiene a quella folta schiera di liberali che raggiungevano sempre gli obiettivi che si prefiggevano”. Tuttavia, sembra essere proprio il mercato a produrre distorsioni, come nei casi di sovrapproduzione che generano, a loro volta, tonnellate di merce scartata, che finisce al macero: la dottrina liberale originale,

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quella di Adam Smith, era dunque incompleta? “Il liberalismo è una filosofia composta da molte parti distinte e da dottrine diverse, che però hanno a che fare con la libertà del singolo individuo. Ovviamente, esso ha incontrato, in passato, qualche contraddizione che qui da noi, in particolare, è stata inevitabile, poiché dettata da alcune condizioni ‘de facto’. Erano liberali e sono stati molto a lungo liberali gli industriali del nord d’Italia; così com’erano ascrivibili a questa grande teoria di pensiero anche i grandi proprie-


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