Periodico italiano magazine n. 62 - 2021

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terà a un aumento del

Pil pari al 5%

Gianluca Castaldi (M5S):

“Digitalizzare la Pubblica amministrazione è la vera sfida del nostro Paese” Secondo l’ex sottosegretario ai rapporti con il parlamento, la digitalizzazione della Pa è il vero punto focale del decreto ‘semplificazioni’, di cui la transizione digitale rappresenta una delle principali sfide del Governo Draghi

S

enatore Castaldi, la digitalizzazione della Pubblica amministrazione è una delle grandi sfide dichiarate del Governo Draghi e uno dei punti del decreto semplificazioni: a che punto sono i lavori? “Non vorrei apparire fazioso, ma storicamente l’impegno del M5S sul tema del digitale e dell’innovazione all’interno della Pubblica amministrazione ha preceduto tutte le forze, dato che noi battiamo su questo tema da già quasi un decennio. Parimenti, va che dato atto dell’impegno dell’attuale governo nei confronti della digitalizzazione della Pa, il quale si è visto sin dal primo discorso al Senato del presidente Draghi quando ha ribadito che la riforma della Pa avrebbe dovuto muoversi su due direttive: 1) investimenti in connettività con la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini; 2) l’aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici. Allo stato dell’arte possiamo affermare, come anche lo stesso I-Com (Institute for the competitiviness) sostiene, che il 2020 ha visto un forte

avanzamento nella diffusione e nell’utilizzo dei servizi digitali della pubblica amministrazione. A trainare le statistiche è stato soprattutto lo Spid. Analizzando i dati relativi al rilascio dello Spid, si osserva come questo sia triplicato nel corso del 2020 e sia passato dai 5,7 milioni di gennaio dello scorso anno agli oltre 17,6 milioni di oggi. Questa crescita è particolarmente significativa, soprattutto se si considera che, nel gennaio 2019, il numero di rilasci era solamente di circa 3,5 milioni. Ancora più marcato è l’aumento del numero di accessi legati all’identità digitale, che nello stesso periodo è aumentato del +389%, passando da 6,3 milioni a 30,8 milioni. Nota dolente, restano ancora i piccoli comuni (ricordiamoci che in Italia su circa 8 mila comuni, 5 mila hanno meno di 5 mila abitanti), dove in molti non si sono adeguati a introdurre lo Spid per i propri servizi”.

arrecare agli utenti della Pa, vorrei fare una brevissima digressione. Sia chiaro: dietro l’importante accelerazione del processo di digitalizzazione non vi è solo la pandemia, quanto piuttosto un’esigenza concreta di migliorare la qualità del settore servizi, considerando che l’Italia procede a passo ridotto per diversi fattori, tra i quali un’età media nel pubblico impiego stimata intorno ai 50,7 anni, e il 2,2% di giovani impiegati, il che colloca il nostro Pae-

In che modo la transizione digitale può migliorare i servizi ai cittadini? “Prima di analizzare i ‘benefit’ che la transizione digitale può

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se all’ultimo posto nella scala europea. Digitalizzare la Pa significa, in primo luogo, favorire a livello internazionale la crescita della competitività del sistema Paese, riuscendo in parallelo a garantire ai cittadini servizi più efficaci ed efficienti; internamente, invece, la digitalizzazione della gestione documentale permette e permetterà ai dipendenti pubblici di essere più produttivi, attraverso l’accesso, la creazione e la condivisione di documenti


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