ello di truffa, che prevede una pena reclusiva compresa tra i sei mesi e i tre anni
Letizia Mollo:
“La conoscenza del problema è la miglior arma di difesa” Intervista alla ideatrice del progetto ‘Romantic scam’, che senza fini di lucro opera su tutto il territorio nazionale al fine di segnalare quei ‘raggiri’ in cui molti ‘navigatori’ adulti, soli e un po’ sognatori, rischiano di cadere se non si interviene per tempo, con conseguenze tragiche per il proprio equilibrio mentale o sul patrimonio privato
L a disponibilità dell’ac-
cesso a internet da parte di una sempre maggiore fetta di popolazione e il calo della diffidenza verso i ‘social’, i canali verso i quali stiamo demandando, spesso in modo inconsapevole, la gestione della nostra identità digitale, complici l’assenza di senso critico e la possibilità di poter interagire con un numero potenzialmente infinito di persone, hanno aperto la strada a gruppi più o meno organizzati di persone senza scrupoli, che, con identità digitali fasulle, spesso rubate a persone inconsapevoli, fanno leva sui bisogni primari, sull’ingenuità e sul senso di solitudine del malcapitato. Sono le ‘truffe sentimentali’ o ‘Romantic scam’: i ‘raggiri’ in cui i navigatori adulti, soli e un po’ sognatori, rischiano di cadere con conseguenze tragiche per il proprio equilibrio mentale e per il proprio patrimonio se non se ne viene fuori in tempo. Per saperne di più abbiamo incontrato la dottoressa Letizia Mollo, Art director e
Communication specialist, ideatrice del progetto di sensibilizzazione ‘Romantic scam’ che, senza scopro di lucro, opera su tutto il territorio nazionale, anche attraverso il sito https://www. romantic-scam.eu/. Dottoressa Letizia Mollo, riguardo le ‘Romantic scam’: di cosa si tratta e quanto è diffuso il fenomeno? “È una truffa ‘romantica’. Viene definita così, per l’approccio che il truffatore utilizza verso la vittima: gentilezze, attenzioni, rapporto esclusivo, parole dolci e così via. Viene perpetrata on line: il truffatore ruba foto e video appartenenti a persone ignare e si costruisce un falso profilo, una falsa identità. Studia la vittima e, se capisce che la persona ha buone disponibilità economiche o patrimoniali, utilizza una serie di tecniche persuasive che portano a far cadere la vittima nella sua trappola e farsi dare del denaro. Se il truffatore si rende conto che la vittima ha
poco denaro cerca, comunque, di spingerla a indebitarsi per poi farsi passare i soldi. In Italia, il fenomeno non è ancora quantificabile, perché le vittime non denunciano per la vergogna o, in altri casi, quando vogliono denunciare vengono scoraggiate dalle stesse autorità che dovrebbero accoglierne la denuncia”. Chi è la ‘vittima perfetta’? Quali leve utilizzano i truffatori? E quali sono
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gli effetti di chi resta impigliato nella loro rete? “La vittima perfetta non esiste: tutti possiamo essere potenziali vittime. La caratteristica della vittima è quella persona sola, a prescindere dall’età, che cerca, ma non sempre solamente, un po’ di compagnia. Accetta l’amicizia sui social di uno sconosciuto/a e poi, piano piano, cade nella trappola. Gli effetti sono devastanti, sia dal punto di vista emotivo, sia dal punto di