scuola
La didattica a distanza è utile per monitorare la condizione psicologica deg
I frutti avvelenati
di una socialità spezzata Lo stato emotivo di bambini e ragazzi distanti e connessi allo stesso tempo oscilla freneticamente tra ansia e depressione: se il rimedio farmacologico riduce i sintomi, l’assistenza psicologica non dovrebbe limitarsi a ‘tamponare’ i disagi causati dall’emergenza sanitaria
A un anno dalla prima chiusura delle
la pandemia non ha direttamente prodotto, bensì ha portato alla luce.
della scuola primaria fino agli adolescenti maturandi, esiste la percezione di far parte di una comunità che sta lottando contro un tristo mietitore, che ancora uccide troppe persone ogni giorno. Tuttavia, non è affatto sufficiente continuare a ripetersi che “è necessario” adottare determinate condotte di vita, perché la mente di fanciulli e ragazzi resti davvero incolume dagli ‘effetti secondari’ del Covid 19. Proprio l’organizzazione dei dati sul nesso ‘causa-effetto’ rischia di farci perdere aspetti della realtà che
La pedagogia redarguisce da anni circa i rischi della sovraesposizione agli schermi, ma solo adesso sta diventando vivida realtà per bambini e ragazzi. La tanto vituperata didattica a distanza, d’altro canto, ha avuto il ruolo inestimabile, da un lato, di costruire una routine e di osservare le reazioni alla ‘sorveglianza dei dispositivi’, dall’altro. Le ‘video-lezioni’ hanno acuito il classismo intrinseco della didattica frontale, svelando le distanze socio-economiche che sono
scuole di ogni ordine e grado, il sistema sanitario nazionale inizia a raccogliere i primi frutti ‘disagiati’ del distanziamento sociale. Dai bambini
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