
3 minute read
La corsa all'e-commerce
Per effetto della pandemia sono esplose le vendite sul canale online, presidiarlo è adesso obbligatorio
di Davide Ciravolo
Advertisement
La pandemia ha inevitabilmente condizionato le abitudini d’acquisto dei consumatori i quali hanno approcciato a nuovi canali di vendita variando la composizione del carrello, privilegiando determinate categorie a discapito di altre.
I freschissimi (-0,1% 20 vs 19) , altamente deperibili per natura, hanno ceduto il passo a categorie a lunga conservazione come i surgelati (+16% 20 vs 19). Il grafico 1 sintetizza l’andamento del comparto ittico durante lo scorso anno che, seppur caratterizzato da un andamento altalenante, ha chiuso il tredicesimo periodo con un +21%, che in termini percentuali lo battezza come il comparto più dinamico tra quelli dell’agroalimentare (fonte: ISMEA).

A beneficiare dei fattori di contingenza sono state sicuramente le aziende che hanno costruito il loro business sulla collaborazione con la GDO, a trovarsi in una situazione meno vantaggiosa invece quelle imprese che hanno avuto l’Horeca come interlocutore principale.
Come i freschissimi hanno ceduto quote ai surgelati, le vendite nei canali brick and mortar le hanno cedute all’ecommerce. Il fatto che le vendite di generi alimentari online stiano ancora aumentando è indiscutibile, tant’è che i principali player dell’e-commerce sono in continua competizione per accaparrarsi una fetta sempre maggiore del redditizio mercato. Nel 2021 si stima una crescita del +60%, il che porterebbe l’e-commerce a raggiungere una quota del 3% del mercato, risultato che si prevedeva realizzabile solo nel 2023 ma che la pandemia ha inevitabilmente influenzato (fonte: Mediobanca). Buona parte della crescita è stata e sarà alimentata dalle vendite generate nell’intervallo Q1-Q2, quarti condizionati dalle misure restrittive per il contenimento del contagio da COVID-19, che ci si augura possano attenuarsi durante i Q3-Q4. Secondo quanto affermato da James MaKenna (Kantar) durante questi ultimi due quarti è prevedibile una flessione delle vendite online, che tuttavia saranno sensibilmente più alte rispetto ai livelli pre Covid-19.
Lo scenario è in continua evoluzione e il cambio di passo è in atto su tutti i fronti. Se la GDO sta sviluppando le infrastrutture preesistenti, l’espansione del mercato passa anche per il food delivery e le piattaforme dedicate all’enogastronomia. Questo comparto nel 2020 ha registrato un giro d’affari di 589 milioni euro, segnando un +63% rispetto all’anno precedente (Osservatori Digital Innovation), è votato alla distribuzione di prodotti freschi e freschissimi e si ramifica in tutto il territorio nazionale, portando i benefici dell’online nelle aree inesplorate dalla GDO. Tuttavia, mentre molti consumatori, in particolare i millennials, si sentono a proprio agio nell’acquisto di generi alimentari online, molti altri sono diffidenti nei confronti dell’acquisto di prodotti deperibili, come il pesce.
Oggi anche i più scettici approcciano ai nuovi canali digitali, ma quando si tratta di prodotti ittici freschi il consumatore (esperto) preferisce sempre affidarsi ai suoi sensi per la selezione la referenza. Fortunatamente sono a disposizione del distributore e dell’utente digitale numerosi strumenti che possono il primo a comunicare e il secondo a scegliere.
Usando la blockchain, ad esempio, è possibile raccontare all’acquirente la “storia” del pesce che intende ordinare online: da dove questo proviene e tutti i passaggi avvenuti prima che arrivasse nel suo piatto.
Una soluzione pratica e molto avanzata arriva dall’azienda Fishcoin di Singapore. Tramite la piattaforma opensource Trace Protocol è possibile registrare ogni singolo passaggio partendo dal tracciamento già a bordo, tramite un semplicissimo smartphone in dotazione all’operatore di pesca, per continuare fino alla consegna presso il distributore. Il mercato offre strumenti anche meno elaborati che danno una buona base per sviluppare progetti più complessi. È il caso della tecnologia SFS Trace, ampiamente sfruttata dalla piattaforma e-commerce B2B Seafood Souq che sta continuando la sua espansione nella penisola arabica. Per rendere l’idea, a fine 2020 ha gestito 150 tons al mese di prodotto ittico.
Indubbiamente delle informazioni complete costituite da dati affidabili, rappresentano un’arma a favore del venditore digitale per abbattere il muro dello scetticismo e guadagnare la fiducia del consumatore, anche il più attento.
