Guida Buyer Ittico N.2 2021 - PesceInRete

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GUIDA BUYER

L'articolo

N.2 2021

La Banda Bassotti di Topolino o la Spectra di James Bond? di Sergio Ragonese

Ovvero: qual è l’incidenza della pesca illegale nei mari italiani? C’è un termine siciliano molto evocativo, ma sul quale esistono dubbi interpretativi. Mi riferisco a “scassapagghiaru”, dove il “pagliaro” indica un piccolo capanno conico fatto di canne poggianti su una base circolare di pietre. In questo rifugio di fortuna, i contadini pernottavano alla bisogna, per esempio, per non farsi rubare i gustosi meloni quasi pronti per la raccolta. In questa sede, propongo di risolvere il dubbio interpretativo accettando la congettura che “scassapagghiaru” sia nato per indicare un ladruncolo talmente poco abile nel suo lavoro da riuscire solo nell’impresa di rubare i poveri contenuti dei pagliari, ovviamente, data la relativa facilità di accedere all’interno degli stessi (di solito, non dotati di porte corazzate). Traslato nel contesto di maggiore interesse del titolo di questa nota e di Pesceinrete, la precedente interpretazione dello scassapagghiaro vorrebbe indicare che la attività illegali che interessano la pesca marittima italiana siano qualcosa di poco conto, ovvero, con un’incidenza marginale rispetto all’intero settore produttivo. Per inciso, Pesceinrete ha dedicato diversi articoli sul tema negli ultimi anni spaziando dalla pesca illegale di diverse tonnellate di Tonno rosso al problema delle catture dei sotto taglia rigettate in mare (a dispetto dell’obbligo di sbarco), senza dimenticare la violazione delle aree chiuse alla pesca e gli ausili tecnologici per la video sorveglianza in remoto, come le telecamere o i droni, pensati per contrastare la pesca illegale.

www.pesceinrete.com

Rispolverando ricordi personali, ahimè di qualche decennio fa (l’interesse per le commedie italiane cinematografiche in bianco e nero e la lettura dei fascicoli settimanali Topolino della Disney / Mondadori), si potrebbe pensare ad una presupposta sparuta pattuglia di pescatori (sia commerciali / professionisti che ricreativi) e commercianti ittici che svolgono illegalmente la loro attività paragonandoli alla celeberrima “Banda degli onesti” (con Totò e Peppino) o alla maldestra “Banda Bassotti” contrastata, sempre con successo, dal commissario Bassettoni (con il risolutivo aiuto di Topolino). Purtroppo, l’immagine molto inquietante scelta come apertura

Figura 1 - Iimmagine di copertina del romanzo di Wolfram Fleischhauer, Rosso come il mare, che tratta delle associazioni criminali che operano nel traffico illegale di prodotti ittici

di questa nota fa presupporre uno scenario alternativo più grave e preoccupante. Continuando ad utilizzare una metafora cinematografica, ci sono evidenze lampanti che descrivono la pesca illegale (nel mondo e anche in Italia) più come un’attività radicata e diffusa, comunque incisiva, temibile e, ovviamente, tendenzialmente nascosta come la Spectra, contrastata da James Bond, piuttosto che alla Banda Bassotti di prima. Traslati nella tematica della presente nota, i due estremi di prima ci serviranno per cercare di capire se la pesca illegale nei mari italiani sia assimilabile a un fenomeno marginale, folcloristico esercitato da pochi “scappati di casa” (scassapagghiari o Banda Bassotti, di seguito BB) o, al contrario, ad un fenomeno che inquini gravemente tutto il settore (la Spectra, di seguito SP). La differenza fra i due estremi, BB vs SP, non è trascurabile! A parte la concorrenza sleale verso chi vive onestamente delle risorse del mare rispettando la crescente pletora di regolamenti imposti dalla UE (e, come si suol dire, “paga le tasse”), una diffusa e intensa pesca illegale non solo rende estremamente difficile compiere delle corrette valutazioni (e conseguentemente, elaborare i piani di gestione più idonei ed efficaci per una pesca cd “sostenibile”), ma rappresenta anche un ingente danno economico per il paese. C’è poi da rimarcare fra gli effetti


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