Umani in visita all’Expo Lo ha confermato Chiara Bisconti, l’assessore con delega alle Politiche Animali, in un’intervista al Giornale, lo scorso 18 maggio: il Comune di Milano si è attivato per rispondere a tutti coloro che avevono sollevato la spinosa questione del divieto di ingresso alll’Expo 2015 per gli animli domestici. Impossibile sperare in una modifica del regolamento internazionale sulle fiere, così l’amministrazione milanese ha deciso di agire almeno “a valle”. Il divieto è rimasto com’era, ma il Comune ha provveduto a certificare trentadue strutture dove i visitatori potranno lasciare i loro beniamini durante il loro tour presso la grande fiera internazionale. O, per
chi all’esposizione universale ci lavora, durante le lunghe giornate trascorse presso i padiglioni. Felici di potervi dare almeno questa buona notizia, dedichiamo il nostro editoriale a questo tema, invitandovi a consultare tra le pagine della rivista l’elenco delle realtà che hanno dato la loro disponibilità all’accoglienza di cani e gatti giunti in città con i turisti. La gratitudine per l’obiettivo raggiunto va al mondo delle associazioni di amanti degli animali, che hanno premuto sulle istituzioni per trovare una soluzione utile a tutti quei turisti o lavoratori che trascorreranno un periodo a Milano e che, fino a qualche
settimana fa, non avevano idea di come organizzarsi per gestire i propri cani e gatti - ma anche rettili in qualche caso - arrivati assieme a loro in città dai più vari paesi. Tra le realtà che si sono mosse con efficacia, spicca in particolare The Dogfather. Questo blog indipendente, in vista dell’apertura di Expo 2015, si è curato di compilare un’articolata guida pet-friendly per tutti coloro che fossero in procinto di recarsi all’esposizione universale con i propri animali. L’autore del blog, Massimiliano Morengo, ha insomma dato vita ad una preziosa fonte digitale di informazioni in lingua inglese, grazie alla quale i visitatori potranno sapere in quali luoghi della città
si può mangiare e bere, dormire o divertirsi senza che questo significhi separarsi dai propri beniamini. Questa e altre essenziali iniziative della società civile mostrano ancora una volta ciò che a Pianeta Quattro Zampe piace ribadire ad ogni passo: le difficoltà e le battaglie da combattere esistono, tuttavia c’è un fatto su cui non abbiamo dubbi. Una nuova visione, sempre più sensibile ai diritti degli animali, si sta diffondendo sempre di più. E, grazie allo spirito di iniziative come quella poc’anzi descritta, conquista sempre più spazio. E sempre più cuori.
ANCHE QUANDO LA REALTÀ FA PAURA, C’È UNA FORZA CHE PUÒ TRASFORMARLA. E RENDERLA MAGICA COME UNA FIABA. LA STORIA DELL’OCA CORAGGIOSA CHE HA COMMOSSO L’ITALIA SUPERANDO IL PEGGIORE DEGLI INCIDENTI. www.beccodirame.com
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Rubrica Appuntamenti Le 32 strutture certificate dal Comune di Milano alle quali affidare i nostri amici
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Il bulldog inglese
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Weimaraner, un bracco maestoso e versatile
Un folletto per amico Il Kurilian bobtail
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Se la guerra contro i parassiti è 100% naturale
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L’arcobaleno alato
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Chi vuol salvare il Weimaraner
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Abu Dhabi Falcon Hospital PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Le 32 strutture certificate dal Comune di Milano alle quali è possibile affidare i vostri amici a quattro zampe mentre visitate Expo 2015 2
Asili per cani Asilo Nido Via dei Missaglia,59
Ass.ne sport.Dilett. Caninmente Via F.Palizzi
Bau Club snc Via G.B.Piranesi,35
Doggy Club sas Via Savona.127
Happy Bau –Urban Dog Resort Via Argelati,35
Happy school di S.Borri Via Mosè Bianchi, 11
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strutture certificate dal Comune di Milano
Attenti al gatto s.a.s. Agrituristica Via G.B. Grassi, 69
Az.Agric.Agritur.di Campi Carlo Via F.lli Rizzardi, 15
Bubi e Pupe di Paola Restani C.so San Gottardo, 28
Carbonai Giuseppe Via Lessona,2
Ciao Cucciolo Via Palmanova,67
Ciao Cucciolo di Milani Alberto Via Lippi,10
Il Cinofilo Via Carpi, 5
I Sogni di Pluto s.a.s. C.so di Porta Romana,19
L’Arca di Mariani Daniele Via Martinengo,2
L’Isola verde s.a.s Via Maro Aurelio,49
Magic cat’s hotel I dog you snc
Via Della Valle,20
Via Capecelatro,41
Medivet di Tesse Francesco
Veronica Villa
Via Marco Bruto,24
Via Perugino,8
Strutture anche per altri animali
Miciolandia Viale Umbria, 36
Mirtillo Via Fraschini, 8
Amicio mio
Mondo Gatto di Ghirardi Lorella
Via Esiodo, 7
Via Schievano,15
Animal One
Nicoli’s Zoo
Via Lazzaretto, 16
Via Mosca,153
Animal One s.n.c. di Bachis Silvia
Nuovo Zoo Bergognone
C.so di Porta Nuova, 52
Via Bergognone,27
Animal City
Rettilandia
Via Binda,45
Via Melloni,19
A.r.c.a. di Ragazzi Fernando
Tropical Blu di Signorini U.
Via Teodosio, 67
Via Gianella,26
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INFO
info@enci.it
sede@anfitalia.it
Ente Nazionale della Cinofilia Italiana
Associazione Nazionale Felina Italiana
ESPOSIZIONI CANINE
Esposizioni Internazionali
Esposizioni Nazionali
04.07
12.07
Cingoli (MC) - Gruppo Cinofilo Cingoliano Tel. 0733 602176
05.07
12.07
Sauze d’Oulx (TO) - Gruppo Cinofilo Terra Cuneese - Tel. 0171 693919
11.07
Galatina (LE) - Gruppo Cinofilo Ostuni Tel. 0831 339494
18.07
Telese Terme (BN) - Località Massa-Faicchio Tel. 349 2112461
12.07
Galatina (LE) - Gruppo Cinofilo D’Otranto Tel. 0832 372200
19.07
Pordenone - Gruppo Cinofilo Pordenonese Tel. 0434 366726
19.07
Ivrea (TO) - Gruppo Cinofilo Canavesano Il Castello - E. info@gruppocinofilocanavesano.it
26.07
Rocca di Cambio (AQ) - Gruppo Cinofilo Aquilano Gran Sasso - Tel. 0862 351066
26.07
Mondovì (CN) - Gruppo Cinofilo Monregalese Tel. 0174 681461
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Alba (CN) - Gruppo Cinofilo delle Langhe e Roeri - Tel. 0173 33118 Torino - Gruppo Cinofilo Torinese Tel. 011 857639
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Bambini e animali domestici.
Bambini e animali domestici. Una questione di igiene e sicurezza. Torna il nostro appuntamento mensile con Alberto Briganti, uno dei nostri veterinari di fiducia. Con lui costruiamo una “miniguida” per tutti coloro che si trovano a gestire il delicato rapporto tra animali domestici e bambini. Non solo una questione di igiene casalinga, ma anche di regole di base per prevenire le aggressioni. Sara Chessa
Quali sono gli errori ambientali li più frequenti che si possono fare in casa con bambini e animali domestici? 6
Il primo errore è quello di consentire agli animali di accedere ad ogni area della casa. È necessario invece riservare alcune zone solo ai bambini. L’animale vive in casa e dunque sta a contatto col bambino, ma non è scontato che debba arrivare dappertutto, in particolare quando si ha a che fare con bambini di uno o due anni, che non camminano perfettamente e dunque appoggiano spesso le mani a terra, è necessario che cani e gatti non abbiano accesso ad alcune PIANETA QUATTRO ZAMPE
zone, in particolare le stanze da letto. In presenza di bimbi così piccoli, è un errore far salire gli animali sul letto e sui divani di casa.
È bene dunque che cani e gatti non condividano col bambino le zone destinate al riposo notturno? È necessario che all’animale domestico venga riserPIANETA QUATTRO ZAMPE
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Bambini e animali domestici.
vata una zona specifica per la notte. Ultimamente si parla di cani che addirittura dormono sotto le lenzuola o che hanno accesso al bagno. Questi sono errori gravi.
Le stesse norme igieniche valgono anche per i gatti? Sì, il discorso è uguale. Esistono comunque in commercio degli spray che aiutano a tenerli lontani da alcune zone. Si tratta di prodotti innocui, che utilizzano semplici profumi o aria compressa.
Quali comportamenti i bambini stessi devono evitare, con gli animali domestici? Devono evitare di farsi leccare, di dare bacini al cane,. Dopo aver giocato con i quattrozampe è sempre necessario lavarsi le mani.
E quando si è fuori casa, per esempio nei parchi pubblici? Nei giardini pubblici, la concentrazione di parassiti e uova degli stessi è altissima. Sono frequentati dagli animali, è necessario far attenzione alla zona in cui giocano i bambini, perché spesso si imbrattano con le feci. L’ingenuità non vale in questi casi, bisogna essere attenti.
Passiamo alla questione sicurezza. Lo scorso 25 maggio, a Pordenone, 8
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Bambini e animali domestici.
si è assistito ad una aggressione finita in tragedia. Una bambina di due anni e mezzo è stata azzannata dal cane con cui stava giocando, probabilmente a causa di un gesto avventato che ha provocato una reazione violenta dell’animale. Cosa possiamo fare per prevenire episodi come questo? È necessario non perdere mai di vista il bambino, anche in ambienti sicuri. Bisogna tenere presente che ci sono cani che scappano, che per i più vari motivi giungono ad essere fuori controllo o che sono gestiti male al guinzaglio da proprietari dotati di scarsa forza fisica. È necessario che i genitori stiano costantemente all’erta. Tanto per riferirci ad un’altra notizia di cronaca di qualche tempo fa, i ragazzini azzannati di recente dai pitt bull negli Stati Uniti sono stati aggrediti da cani che erano scappati. Ci sono circostanze in cui si pensa di aver fatto tutto ciò che è necessario per l’incolumità del bambino, ma magari non si è previsto che si possano verificare casi di animali sfuggiti al controllo e simili. In situazioni di questo tipo, di fronte al bambino che si mette a correre, il cane tende per sua natura ad inseguirlo.
Si commette dunque un’ingenuità ogni volta che si parla di “cani baby-sitter”? Il bambino può commettere degli errori. Questo deve essere sempre considerato. Sul fatto che il cane PIANETA QUATTRO ZAMPE
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possa stare col bambino siamo d’accordo… Ma il genitore o chi per lui deve star lì con loro. Per il cane, il bambino fa parte del branco, può darsi che faccia qualcosa di sbagliato e il cane lo punisca. È chiaro dunque che la “punizione” non è da leggersi come “il cane è cattivo”, ma come reazione che ha luogo proprio a causa del “senso del branco” che l’animale ha per sua natura.
Abbiamo insomma qualcosa da rispondere a chi dice “il mio non è un cane cattivo”. 10
Certamente, perché il punto non risiede nella cattiveria. Se il cane vuole imporre una regola, la impone con un’aggressione, anche piccola. È per questa ragione che il livello di attenzione non può mai essere abbassato.
Parliamo del patentino per i cani di grossa taglia. che forse potrebbe dare un aiuto concreto. In Italia non è obbligatorio. Questo comporta la possibilità di vedere per esempio in giro persone di 50 PIANETA QUATTRO ZAMPE
Kg che portano a spasso un alano da 60 Kg. Se il cane di 60 Kg vede un bambino che scappa e decide di raggiungerlo, è molto difficile che un proprietario del peso di 50 Kg riesca a controllarlo.
Dunque se il patentino non è obbligatorio non è di nessuna utilità in un’ottica di prevenzione delle aggressioni. Per alcune razze dovrebbe essere obbligatorio, i proprietari dovrebbero avere una struttura fisica che PIANETA QUATTRO ZAMPE
permetta una certa sicurezza.
I laboratori didattici della Fondazione “Becco di Rame” Education, a cui tu hai dato vita, cercano di dare nelle scuole un contributo per diminuire l’incidenza dei casi di aggressione. Per fare questo, è necessario individuare con chiarezza le cause che conducono alla reazione violenta dei cani. Quali sono in ultima analisi? 11
Le cause hanno a che fare col fatto che il bambino non è in grado di decifrare in maniera adeguata il linguaggio utilizzato dall’animale, dal ringhio all’abbassamento delle orecchie, fino allo sguardo dell’animale stesso. Compiono inoltre degli errori di comportamento.
o dentro recinzioni e automobili. All’interno di queste ultime possono esserci cani che dormono, per esempio.
Quali sono questi errori?
Se dunque un genitore previene questi comportamenti, possiamo riuscire ad aumentare il livello di sicurezza?
Uno di questi consiste nel toccare il cane quando lo si incontra. È sempre necessario chiedere il permesso. In particolare è pericoloso toccare la testa, cosa che infastidisce l’animale. La testa andrebbe infatti toccata di lato, ma i bambini non lo sanno. Questo vale anche per gli adulti, l’animale che non si conosce va accarezzato sulla guancia, non in corrispondenza del capo. Il fatto di toccarlo in quest’ultimo punto può essere letto come una piccola aggressione e non si può dunque sapere come l’animale reagirà. Un altro errore consiste nel mettere le mani dentro i cancelli
Sì, è necessario agire in maniera adeguata per rendere i genitori più consapevoli degli errori più comuni che il bambino può commettere. È diffusa una certa superficialità nell’affrontare il rapporto con gli animali, anche tra coloro che hanno sempre avuto animali. Occorre sradicarla diffondendo una cultura degli animali basata su altri presupposti e su una visione chiara delle cause delle aggressioni. Noi cerchiamo di farlo proponendo alle scuole i laboratori didattici di Becco di Rame Education. E i bambini, finora, hanno sempre risposto in maniera positiva.
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Il Bulldog Inglese Muscoli e simpatia. Vanna Chessa
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Il Bulldog Inglese
Il bulldog inglese appartiene alla categoria dei molossoidi Dogue, è un cane di taglia media ed è inserito nel gruppo due, insieme a pincher, schnauzer e cani bovari svizzeri. È considerato a tutti gli effetti il cane nazionale della Gran Bretagna, anche perché si tratta di una delle razze più antiche dell’intero territorio inglese. Utilizzato nelle lotte contro i tori, acquisì il nome di bulldog inglese soltanto nel 1630. Circa duecento anni più tardi, invece, cominciarono le selezioni per ottenere un animale più basso, tarchiato e dal naso ancor più schiacciato. Tutte caratteristiche che, insieme al pelo corto e al fisico massiccio, compatto e muscoloso completano la descrizione del bulldog giunto sino ai giorni nostri. Dobbiamo sottolineare, però, che gli esemplari di sesso femminile hanno una corporatura un po’ meno sviluppata e dimensioni ridotte rispetto al maschio. Qualcuno si starà chiedendo se, essendo stato un animale destinato ad affrontare i tori, non abbia conservato dei comportamenti violenti o aggressivi. Tutt’altro. Il bulldog inglese è un cane dal temperamento tranquillo, che non ha ereditato dai suoi antenati alcun tratto pericoloso ma che, piuttosto, ha saputo dimostrarsi un ottimo cucciolo da compagnia per adulti e bambini. Dietro quel muso che può sembrare arrabbiato, si nasconde un pelosetto buonissimo, tanto che molti lo definiscono “il cane baby-sitter”: ferma restando la necessità della presenza attenta di un adulto, il bulldog vive con i più piccoli un feeling particolare. Incontrarsi e iniziare a giocare insieme sarà questione di un attimo. Come tutti i cuccioli, anche il bulldog inglese ha bisogno di compiere un percorso di apprendimento, in 18
particolar modo nella prima fase della vita. Il padrone ideale, con pazienza, dolcezza e decisione, saprà insegnargli il rispetto per le regole: un aspetto di grande rilievo, poiché consentirà al padrone di avere accanto un cane equilibrato e sereno. Per saperne di più, ci siamo rivolti al dottor Bruno Zizioli, medico veterinario e titolare, da circa quindici anni, dell’allevamento “Zizibull”, di Ciliverghe di Mazzano (Brescia). La scelta del bulldog inglese è stata dettata, all’inizio, dal caso e dalle circostanze: “Il primo bulldog che ho avuto proveniva dall’allevamento di un amico che, avendo perso la fattrice a causa
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Il Bulldog Inglese
di un malore subito dopo il parto, si era ritrovato in casa una cucciolata e non sapeva cosa fare. Lo aiutai portandone a casa uno e da lì partì tutto: quando inizi ad averne uno, non puoi stare senza, quindi da uno si è passati a due, tre”. E’ un cane che si adatta benissimo alla vita in casa. La maggior parte dei bulldog risiede in appartamento senza alcun problema, se non nei primi mesi di vita, quando si ha ancora a che fare con un cucciolo frizzante e iperattivo. Si può portare dappertutto, è un cane che ha bisogno di essere a contatto con altre persone, con altri animali e sa adattarsi benissimo a tutte le situazioni. Non necessità di grande attività
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fisica, ad eccezione della classica uscita quotidiana che tutti i cani richiedono. È la razza dei bambini, ma sa anche fare la guardia e tenere alla larga i malintenzionati. “Inoltre è un cane che, diversamente dagli altri, trasmette al proprietario il bisogno di seguirlo e accudirlo. In casa viene trattato come una persona e, quando purtroppo viene a mancare, le persone avvertono un gran vuoto”, ammette Zizioli. Può essere considerato il compagno ideale anche per una persona che sta molte ore fuori casa, purché, al suo ritorno, abbia del tempo da dedicare quotidianamente al proprio amico a quattro zampe. Quindi, nei momenti di solitudine, il cane si riposa e dorme,
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Il Bulldog Inglese
recuperando energie da investire, in un secondo momento, con il proprio umano. “È un cane che va seguito, certi soggetti vanno puliti nella zona delle rughe, giornalmente, altri un po’ meno di frequente, ma non sono operazioni difficili – spiega il veterinario – basta utilizzare salviettine imbevute di clorexidina, che sono già in commercio, oppure del cotone. Si puliscono così la zona del muso, delle orecchie e il codino: dipende poi da soggetto a soggetto”.
La salute del bulldog, punti deboli e malattie ricorrenti Il bulldog, come tutti i molossoidi a naso schiacciato, può presentare problemi di natura cardiaca o respiratoria. A seconda della gravità, si va dalle narici strette al palato molle, fino ad arrivare all’ipoplasia tracheale (trachea di dimensioni eccessivamente ridotte): tutti disturbi che, con la selezione, gli allevatori cercano di controllare. Negli ultimi anni, dopo l’ultima revisione dello standard nel 2011, gli “eccessi” sono stati abbandonati, per cui in giro si vedono sempre più bulldog sani, con narici più larghe e canne nasali più lunghe: caratteristiche di maggior salute. Dunque, soltanto evitando che gli esemplari malati si riproducano, si può ridurre e, in un futuro auspicabile, azzerare il numero di cani affetti da queste gravi patologie, poiché non sempre si può intervenire chirurgicamente per risolvere queste problematiche e migliorare la condizioni di vita dei nostri cani. “Di solito, possono essere effettuati interventi operatori che, almeno in parte, risolvono il problema delle narici piccole. In caso di ipoplasia 20
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Il Bulldog Inglese
tracheale, invece, non si può far nulla, e il soggetto, nel corso della sua esistenza, avrà problemi anche nell’esercizio, si stancherà molto rapidamente e avrà subito fame d’ossigeno”, chiarisce il dottor Zilioli.
L’alimentazione Come altri cani, e in particolare come tutti i molossoidi, anche il bulldog inglese necessita di un’alimentazione equilibrata. Il nostro esperto ci ha spiegato che di solito è molto più semplice adottare delle alimentazioni industriali, con dei mangimi di buon livello, che hanno magari delle fonti di carboidrati come riso e, infine, non vanno a provocare arrossamenti o altre conseguenze di questo tipo. “E’ consigliabile quella commerciale perché sicuramente è più semplice da gestire. Talvolta si registra anche il ritorno all’alimentazione casalinga, - conclude Zizioli – la si può utilizzare, ma occorre seguire un piano nutrizionale assolutamente equilibrato e, tante volte, questo non è né semplice né facile”. Se si dovesse scegliere questa seconda possibilità, l’ideale sarebbe perciò seguire il consiglio di un alimentarista, con porzioni equilibrate che permettano di bilanciare grassi, proteine, carboidrati. Però tante volte è abbastanza difficile.
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Per saperne di piĂš.. Nome: Origine: peso : carattere : tronco : muscolatura : testa : collo : orecchie : caratteristica :
Bulldog Inglese Gran Bretagna maschi 24-25 Kg - femmine 22-23 Kg pacifico, si adatta a qualsiasi ambiente - cane da compagnia molto affettuoso con il padrone compatto, con petto molto ampio e diametro grande dorso robusto e corto sviluppata ed evidente in tutto il corpo massiccia e molto ampia in rapporto alla sua taglia cranio larghissimo forte e muscoloso portate “a rosa�, attaccate alte sulla testa non tollera molto il caldo
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Weimaraner, un bracco maestoso e versatile
Weimaraner, un bracco maestoso e versatile Vanna Chessa
Il Weimaraner, noto anche come bracco di Wiemar, non è solo un agile ed eccellente cane da caccia capace di garantire un valido contributo in tutte le fasi dell’attività venatoria (ferma, inseguimento delle prede e riporto): negli anni, infatti, ha saputo rivelarsi un ottimo animale da compagnia. Sensibile e molto equilibrato, si affeziona a tutti i membri della famiglia e, con i dovuti tempi, agli altri animali domestici. È un cucciolone paziente, dunque è perfetto per i bambini, e può essere impiegato con ottimi risultati anche nella pet therapy. Insomma, è un cane polivalente, nel senso che può fare qualsiasi cosa e, il suo olfatto sensibile e sviluppato, oltre che per la caccia e per la ricerca dei tartufi, può diventare un utilissimo strumento nelle operazioni atte al ritrovamento delle persone scomparse o nelle missioni antidroga. L’ipotesi più accreditata vuole che la razza sia stata selezionata nel XXVIII secolo nella corte di Weimar – in Germania – dal Granduca Carl August, abile cacciatore nonché appassionato di cani. I progenitori sarebbero stati, da un lato i Pointers, cani specializzati nella caccia alla selvaggina, dell’altro una specie francese, il Cane Grigio di Saint Louis. Quest’ultimo, sarebbe stato portato in Francia, dal Nord Africa, da 26
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Luigi IX in persona, impegnato, nel lontano XIII secolo, in una crociata oltre il Mediterraneo. Negli anni, queste selezioni generarono, in maniera quasi casuale, anche una varietà a pelo lungo, che fu esposta per la prima volta in una competizione internazionale canina organizzata a Vienna nel 1934. Negli anni ’50 del secolo scorso, il bracco di Weimar conquistò anche gli Stati Uniti e venne scelto come animale da compagnia anche da celebrità del calibro di Grace Kelly. I bracchi di Weimar sono persino protagonisti di una leggenda, che è valsa loro l’appellativo di “Fantasmi Grigi”. Si narra, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale, mentre i soldati americani approfittavano di una notte di luna piena per avanzare verso Est, lungo il corso del fiume Reno, videro strani animali argentei galoppare sotto i lampi delle bombe. Con28
vinti di aver avvistato dei fantasmi grigi, dovettero aspettare l’alba del giorno successivo per scoprire che, in realtà, quelle figure misteriose altro non erano che dei cani da caccia, i Weimaramer. Per conoscere meglio questa famiglia canina abbiamo chiesto una mano a Eleonora Costa, titolare dell’allevamento “Weimaraner Ombra Grigia” di Bologna. Quando le abbiamo domandato come mai avesse scelto proprio questa razza, di cui possiede ben venti esemplari, ci ha risposto che, pur provenendo da famiglia di cacciatori e avendo sempre avuto cani da caccia, rimase estremamente colpita dalla maestosità un Weimaraner che vide in America e decise che sarebbe stato il suo prossimo cane. Non è un animale che richiede particolari cure nella PIANETA QUATTRO ZAMPE
vita di tutti giorni: ha il pelo corto ed è privo di sottopelo, quindi quello della toelettatura è un impegno irrisorio. L’unica necessità è fare tanto movimento. Non sarebbe certo il cane ideale per chi sta fuori tutto il giorno: “chi esce la mattina alle 8 e rientra alle 20, forse dovrebbe prendere un peluche, non un cane da caccia, che ha bisogno di uscire e muoversi – commenta l’esperta – perché quando il cane arriva a rovinare i mobili o a fare qualche danno in casa, il problema non è il carattere dell’animale, ma il fatto che non ha la possibilità di sfogarsi”. Il Weimaraner non presenta gravi patologie genetiche, anche se, come tutti i cani di grossa taglia, può incorrere nella torsione gastrica, patologia che deve essere diagnosticata e operata nel giro di alcune ore. Purtroppo, nei casi più gravi, persino in caso di intervento chirurgico immediato, il recupero non è PIANETA QUATTRO ZAMPE
garantito. L’unico sistema per ridurre al minimo il rischio di torsione dello stomaco è quello di alimentare il cane in almeno due momenti diversi nell’arco della giornata. Un altro problema può essere la displasia dell’anca, patologia che interessa lo sviluppo dell’articolazione coxo-femorale e provoca l’erosione della cartilagine e conseguenti difficoltà deambulatorie e dolore. In questo caso, la terapia può prevedere anche l’intervento chirurgico con la sostituzione dell’articolazione con una protesi. La diffusione di difetti di questo tipo, fortunatamente, può essere arginata ed eliminata attraverso una selezione più accurata. A prescindere da queste problematiche, per mantenere i propri cuccioli di Weimaraner in salute, la dieta ideale prevede mangime secco di alta qualità e grain-free, ovvero privo di cereali. “Sconsiglio l’alimentazione casalinga perché 29
se la si fa, bisogna saperla fare. Il mangime secco è completo di qualsiasi nutriente che possa desiderare il cane”, spiega Eleonora Costa.
Caratteristiche fisiche e comportamentali Il bracco di Weimar ha un fisico armonioso, ma al contempo muscoloso, asciutto e potente. Il maschio raggiunge un’altezza di 67 centimetri, mentre la femmina arriva a 63 centimetri. Il peso, invece, è com30
preso tra i 25 e 35 chilogrammi per gli esemplari di sesso femminile e può arrivare fino a 40 chilogrammi in quelli di genere maschile. Il mantello, con un pelo corto e lucente, è sempre grigio, anche se con tre varianti (argento, capriolo e topo). La testa ha dimensioni regolari, anche se è più larga nei maschi, che hanno anche il muso più lungo e potente. La canna nasale è dritta e il tartufo ha un’apertura nasale larga, che sporge sul labbro inferiore. Gli occhi, azzurri nei cuccioli, diventano color ambra in età matura. Le larghe orecchie hanno un’attaccatura stretta in alto, PIANETA QUATTRO ZAMPE
Per saperne di più.. Nome: Origine: Peso: Altezza: Carattere: Muso: Tartufo: Occhi: Orecchie: Colore:
Weimaraner Germania maschi 30 - 40 Kg - femmine 25 - 35 Kg maschi 59-70 cm (ideale 62-67 cm) femmine 57-65 cm (ideale 59-63 cm) dolce e paziente con ottima predisposizione alla guardia lungo e potente grande rotondi posizionati un po’ obliquamente larghe e piuttosto lunghe grigio argento, grigio capriolo o grigio topo
sono arrotondate in punta e hanno una lunghezza media. Gli arti, lunghi, robusti e forti, devono garantire movimenti agili e armoniosi. Infine la coda, con un’attaccatura più bassa rispetto agli altri bracchi, è robusta e ricoperta di pelo. Vispo, coccolone e giocherellone, sa essere molto produttivo nel suo lavoro. È un cane rustico, e può vivere all’aperto e in appartamento, a patto che venga portato all’esterno quotidianamente. Riesce a instaurare un buon rapporto con tutti i componenti della famiglia PIANETA QUATTRO ZAMPE
ed è ubbidiente. “Bisogna educare i bambini a interagire con i cani. Inoltre occorre prestare attenzione se si hanno bambini molto piccoli: cuccioli umani e canini, insieme, potrebbero combinare qualche guaio in casa”, avvisa Costa. È un cane affettuoso, ma al tempo stesso ha un’ottima predisposizione alla guardia, poiché ha una forte territorialità e risulta essere molto protettivo nei confronti della sua famiglia. Grazie a un adeguato addestramento, si possono tenere sotto controllo sia l’istinto venatorio, sia l’esuberanza tipici della razza. 31
Chi vuol salvare il Weimaraner Imprese e iniziative dell’associazione Weimaraner Rescue Italia. Sara Chessa
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Viareggio, 24 maggio, Villa Borbone: un grande raduno per un grande obiettivo. Quello di trovare una famiglia per tanti Weimaraner in cerca di una casa. E sono diversi, in effetti, quelli che hanno incontrato sguardi sensibili pronti ad accoglierli. Di tutto questo, ma anche della bellezza del ritrovarsi tutti insieme per una causa comune, ci racconta il presidente Giuseppe Panuccio, entusiasta a meno di ventiquattro ore dall’evento.
Presidente, la incontriamo a poPIANETA QUATTRO ZAMPE
Weimaraner, un bracco maestoso e versatile
a fare la nostra consueta passeggiata coi nostri Weimaraner.
Nell’associazione siete tutti proprietari di Weimaraner? Noi tutti abbiamo almeno due weimaraner, qualcuno ne anche tre, siamo tutti un po’ invasati di weimaraner.
Ci racconti un po’ le iniziative che hanno animato la giornata di ieri. La razza dei weimaraner è relativamente nuova, è esplosa negli ultimi 4 o 5 anni, anche dal punto di vista demografico, per cuile persone veramente preparate sulla razza sono poche. Le iniziative di ieri si sono orientate proprio sulla necessità di fare informazione. Abbiamo potuto contare sulla competenza di Francesco Polidori e Luca Spadaccini, i due educatori cinofili che collaborano stabilmente con l’associazione.
che ore dal raduno organizzato da Weimaraner Rescue Italia. Come è andata? Eravamo più di duecento persone, con più di duecento cani. Sono arrivate persone da tutta Italia e que alcuno anche dall’estero. Abbiamo infatti dato in adozione alcuni dei nostri cani fuori dall’Italia e ieri sono tornati a trovarci. Hanno condiviso la giornata con noi, è stata davvewro una grande emozione. Ne stavo parlando col vicepresidente, ci apprestavamo PIANETA QUATTRO ZAMPE
Sembra incredibile che a un cane dolce e affascinante come lo Weimaraner possa accadere di trovarsi ad avere a che fare con qualcuno che voglia sbarazzarsi di lui. Deve osservare la differenza tra il modo in cui il Weimaraner si presenta da cucciolo e le caratteristiche che assume con la crescita. Da cucciolo trasmette una particolare tenerezza, con gli occhioni azzurri 33
che lo caratterizzano, ma nel giro di 7 mesi ha già compiuto lo sviluppo, per cui in poco tempo diventano più robusti, tirano fuori il carattere, che non è un carattere facile. Tutt’altro. La gente è convinta di prendere un cagnolino, poi i cani maschi raggiungono dai 34 ai 40 chili, sono cani con una statura importante, devono essere trattati fin dall’inizio con competenza nei primi tre mesi, già chi li alleva deve dar loro subito delle dritte, curarli in un certo modo.
Sono cani da caccia, famosi però anche per la loro versatilità. Sì, sono cani duttili, perché come tutti i cani da caccia si prestano anche a mansioni di lavoro. Gli educatori ci dicevano ieri che possono essere coinvolti in un 34
gran numero di differenti imprese: l’attività di ricerca, il recupero, la pet therapy. In più, tutte le attività in cui possono usare il naso. Sono inoltre molto agili e questo amplia ulteriormente l’insieme delle loro possibili attività.
Qual è il problema maggiore dunque? Negli ultimi due anni, anno e mezzo due, abbiamo ormai l’80% di cani che vengono da cucciolate private. In pratico la persona compra il cane, fa una cucciolata, tiene un cucciolo della propria cagnolina e vende – spesso svende – gli altri nove. Da questo deriva una scarsa attenzione alla selezione, che ha portato all’emergere del problema della anche la displasia, prima inesistente. Noi, quando una persona PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Weimaraner, un bracco maestoso e versatile
adotta, chiediamo la sterilizzazione.
Questo toglie però alla persona il piacere di far vivere al proprio cane l’esperienza della cucciolata. Chi decide di farlo opera una scelta importante, però è anche vero che sono in tanti a non avere neanche idea di cosa significhi seguire una cucciolata, soprattutto vivendo in appartamento. Tanti tendono così a dar via i cuccioli prima del tempo, staccandoli troppo presto dalla mamma. Questo è un danno enorme dal punto di vista caratteriale e di apprendimento del cane.
Parliamo di numeri. Quanti cani vengono adottati in un anno ad opera della vostra associazione? Quando noi abbiamo creato Weimaraner Rescue Italia, tre anni fa, io pensavo: “Siamo un gruppo di matti, di amici, lo facciamo per ritrovarci, arriveranno uno/due cani”. Invece adesso l’incidenza è altissima, siamo quasi a due cani a settimana. Se il primo anno abbiamo dato in adozione venti cani, nei primi mesi di quest’anno questi numeri li avevamo già superati abbondantemente, siamo arrivati ai 25-30 cani.
Come operate? L’organico è composto da sette persone , c’è un direttivo, che praticamente è il nostro zoccolo duro e che si occupa di tutto. Riceviamo le telefonate, abbiamo 36
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una pagina web, che in questo caso aiuta tantissimo, tramite questo canale riceviamo le richieste di affido. Al momento - dobbiamo dire la verità - è un cane alla moda , per cui le richieste sono anche tante. Diventa un pochino più facile scegliere se si hanno davanti venti persone e non solamente due.
Ci sembra di capire che il problema principale sia dunque la scarsa consapevolezza circa il futuro sviluppo del cucciolo, destinato a diventare un cane di grossa taglia. Se il Weimaraner si annoia, diventa distruttivo. Come tutti i cani, con la differenza che, essendo di una mole molto importante, può distruggere i mobili, addentare gli stipiti delle porte. La cosa più bella e utile sarebbe andare a capire come si può educare 38
un cane. È però molto più semplice darlo via.
Si dovrebbe riflettere di più, insomma. In Svizzera, se vuoi il cane, vai e prendi il patentino. In Italia questo non è obbligatorio e finiamo col trovarci davanti tanti casi in cui un cane viene adottato solamente sull’onda dell’emotività. Devi invece considerare il fatto che quell’essere lì, per 10-12 anni, avrà bisogno di tutto, non sarà mai autonomo.
Come selezionate i futuri affidatari dei cani? Non seguiamo un protocollo standard. Andiamo a vedere le persone che fanno richiesta, andiamo a conoscerle, ma vi è comunque sempre il fatto che uno PIANETA QUATTRO ZAMPE
ti fa vedere quel che vuol farti vedere, anche se vedi una persona dieci volte non puoi dire di conoscerla. Nel limite del possibile cerchiamo di operare la giusta selezione. In ogni caso, teniamo sempre sotto controllo i nostri cani, perfino anche dopo l’adozione vera e propria. Al raduno sono stati in tanti a raccontare la loro storia e l’adozione compiuta qualche mese prima. Per noi è importante divulgare l’idea di prendere in mano un cane adulto.
Ci sono state adozioni, durante il raduno? Sì, per esempio abbiamo trovato una famiglia ad un cane con dei grossi problemi al pancreas, con un grosso costo di mantenimento mensile. Questa è una decisione molto coraggiosa, adottarlo significa comprargli farmaci a vita. PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Abu Dhabi Falcon Hospital, l’ospedale per falchi piu grande al mondo Astrid Blake
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Si chiama Abu Dhabi Falcon Hospital (ADFH), si trova ovviamente ad Abu Dhabi ed è il più grande ospedale per falchi esistente al mondo. È probabile che in tanti non l’abbiano mai sentito nominare, ma esiste da quasi sedici anni: è stato aperto il 3 ottobre del lontano 1999 e, in oltre tre lustri di attività, ha ospitato oltre settantacinquemila esemplari di falco. È il primo istituto pubblico di questo genere negli Emirati Arabi Uniti.
I falchi dell’Abu Dhabi Falcon Hospital Sono circa undicimila i “pazienti” che ogni anno vengono ospitati in questa struttura per esami o cure PIANETA QUATTRO ZAMPE
vere e proprie. Si tratta del presidio più importante degli Emirati Arabi e gli alti standard offerti lo hanno reso un punto di riferimento anche per gli abitanti di Qatar, Kuwait, Bahrain e Arabia Saudita. Oltre che fornire assistenza veterinaria, l’ADFH è un prestigioso centro di ricerca, educazione e addestramento. Ma l’evoluzione è ancora in atto. Per esempio, a partire dal 2006, sette anni dopo l’inaugurazione, l’accesso all’ospedale è stato consentito anche tutte le altre specie di uccelli. L’anno successivo, invece, la struttura ha avviato un programma di promozione che consente anche ai turisti di compiervi dei tour guidati: idea geniale, visto che in breve tempo è diventata una delle mete più battute dai viaggiatori che soggiornano ad Abu Dhabi. PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Non solo falchi: l’apertura verso cani e gatti Tra il 2007 e il 2011 è stato sviluppato il progetto che prevedeva l’apertura di una clinica veterinaria destinata a tutti gli animali, in particolare cani e gatti. Non finisce qui: il 2011 è anche l’anno in cui è stato avviato l’allevamento di falchi. Davvero interessante vedere come, attraverso la rete internet, sia possibile prenotare visite di controllo, esami, tour della struttura ed effettuare pagamenti per i servizi richiesti. Insomma, tutto piuttosto semplice.
Falchi, medicina veterinaria e turismo Una lunga serie di servizi che hanno consentito al 44
Falcon Hospital di ottenere alti livelli di soddisfazione da parte degli utenti, siano essi proprietari di animali o turisti in visita di piacere. Sforzi notevoli, certo, e standard elevati che hanno permesso all’ADFH di aggiudicarsi prestigiosi premi e riconoscimenti anche europei e americani. L’ultimo, ottenuto per il terzo anno consecutivo, è il cosiddetto “Oscar del turismo”, chiamato “Middle East’s Responsible Tourism Award”, meritato anche grazie ai giudizi degli oltre 64.000 visitatori, cifra che ha subito con un incremento del 39% rispetto all’anno precedente. Sono persone che, nel corso del tour guidato, non solo apprendono informazioni sui falchi e sulle cure che ricevono, ma anche sull’importanza che questi animali hanno nella storia degli Emirati. Il governo di Abu Dhabi mira al miglioramento e alla protezione dei falchi, nonché alla salvaguardia della PIANETA QUATTRO ZAMPE
falconeria, importante tradizione per il territorio. Per fare questo, occorre anche educare gli abitanti al rispetto degli animali e l’ADFH vuole essere un esempio e un punto di riferimento per tutti.
corsa verso i più avanzati metodi di analisi clinica.
La salute dei falchi. Piano di battaglia dell’ADFH
Oltre a collaborare con le scuole in ambito educativo, oltre a tutelare come patrimonio prezioso l’antica arte della falconeria, l’Abu Dhabi Falcon Hospital offre delle opportunità anche agli studenti universitari in medicina veterinaria. Non solo: anche veterinari già affermati e esperti di falconeria possono parteciparvi. Per gli studenti però, è interessante osservare che si tratta di percorsi formativi riconosciuti anche in Europa, Stati Uniti e Australia. Insomma, non c’è dubbio: struttura gioiello nata nel cuore dei paesi arabi, l’Abu Dhabi Falcon Hospital è ormai da anni un affermato punto di riferimento internazionale.
Per tutelare la salute e il benessere dei falchi, sono pronti a introdurre attrezzature ipertecnologiche, destinate alla cura, all’allevamento e alla riabilitazione dei pazienti. In parallelo, si finanzia anche la ricerca sulle malattie che possono interessare questi volatili. Visitando il sito Internet della struttura ci si può accorgere che l’obiettivo principale, di fronte al paziente alato, è quella di effettuare diagnosi che coniughino velocità e precisione, con una perenne PIANETA QUATTRO ZAMPE
Il Falcon Hospital e gli studenti di veterinaria
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Un folletto per amico
Un folletto per amico Viaggio nel mondo del gatto Devon Rex. Vanna Chessa
Se siete alla ricerca di un micio dotato di qualità più uniche che rare, il Devon Rex fa al caso vostro. Sveglio e curioso come un elfo, dolce e affettuoso come un cane, bello e affascinante come un gatto: un mix di tutto rispetto per una razza relativamente giovane, nata agli inizi degli anni Sessanta e riconosciuta ufficialmente, per la prima volta, nel 1968 (dal GCCF inglese). Per conoscere il Devon Rex dalla A alla Z, abbiamo chiesto aiuto all’esperto Andrea Mirino, titolare dell’allevamento amatoriale “I folletti di Nerone”, situato nella Località Campo Maggiore, a pochi chilometri da Roma. “È un gatto affettuosissimo, io lo definirei un po’ uomo-dipendente, però non disdegna la compagnia di altri animali, siano essi gatti, cani o conigli. Io – spiega l’allevatore – li tengo insieme ai Maine Coon e convivono pacificamente”. Certo, il rapporto tra gatto e padrone è molto più stretto, si potrebbe definire simbiotico: il Devon Rex vuole sapere tutto ciò che riguarda il suo umano, lo segue e gli sta sempre vicino, magari in braccio, se è possibile anche durante la notte. È un cucciolo molto interattivo e, per questa ragione, spesso viene paragonato a un cane. 48
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Foto di Silvia Pampallona
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Non manifesta problemi di timidezza nemmeno con gli estranei: quando arrivano gli ospiti la curiosità regna sovrana e il felino, senza alcun timore, si avvicina per socializzare e curiosare, certo di aver trovato un nuovo compagno di giochi. Stessa reazione se in casa compare un nuovo oggetto: la prima cosa da fare è ispezionarlo per bene, senza tralasciare alcun dettaglio. È un pelosetto simpatico e chiacchierone, che miagola e chiama il suo padrone. Al contempo, però, risulta essere molto sensibile, per questo non bisognerebbe mai lasciarlo solo: in questi casi l’unica soluzione 50
sarebbe quella di garantirgli almeno la compagnia di un cucciolo amico, ricordando sempre che può stare senza il proprietario solo per intervalli limitati. Ma se, nel frattempo, volete rendergli l’attesa più piacevole, seguite il consiglio di Mirino, lasciate la televisione accesa: “potete star certi che lo troverete lì, seduto sul divano a guardare la tv!”. Dunque, in fin dei conti, la vita in appartamento si rivela la scelta ideale, anche perché – essendo freddoloso – il Devon Rex predilige gli ambienti riscaldati. Può stare all’aperto, magari in terrazzo o in un giardino ben recintato, ma nei mesi più caldi occorre evitare l’esposizione PIANETA QUATTRO ZAMPE
prolungata al sole poiché, come vedremo, la pelle di questo adorabile gattino è molto delicata. Abbiamo imparato a capire che si tratta di amici a quattro zampe molto dolci ed emotivamente sensibili: per questo richiedono particolari attenzioni anche in momenti delicati come la gravidanza. Nel momento del parto, una mamma Devon Rex non vuole essere lasciata sola: ha bisogno di avere un umano al suo fianco. Se poi a partorire sono in due, spesso e volentieri si sistemano vicine, e sono sempre pronte a prendersi cura dei micini delle altre gatte, anche se di razze diverse dalla propria. “Sono animali emotivi, PIANETA QUATTRO ZAMPE
che si stressano molto. Per questo nel nostro allevamento facciamo una o al massimo due cucciolate per gatta nel giro di uno o due anni”, prosegue l’esperto. Chiacchierando con il titolare dell’allevamento, abbiamo scoperto anche altre piccole curiosità. Sorprende che gli esemplari femmina siano più territoriali dei maschi e fa sorridere sentire che, quando il padrone ha un legame molto forte con una micia Devon, questa diventa molto gelosa del suo proprietario ed è pronta a compiere delle piccole e innocenti rappresaglie se un altro gatto viene coccolato un po’ troppo dal suo amico a due zampe. 51
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Sono esemplari capaci di regalare tante attenzioni ai fortunati proprietari, che si renderanno conto di avere accanto, in ogni momento della giornata, dei cuccioli affettuosi e fedeli. Abbiamo avuto modo di appurare che le loro tante qualità positive, tra cui spiccano l’intelligenza e la bontà, unite alla necessità di vivere a stretto contatto con gli esseri umani, li rendono i compagni di vita ideali per famiglie, bambini, anziani e persone sole.
Lo standard della razza Dopo aver conosciuto ogni segreto del carattere e del temperamento degli adorabili Devon Rex, approfondiamo gli aspetti che ne caratterizzano la razza, comparsa per la prima volta nel 1960 a Buckfastleight, nella regione del Devon, in Inghilterra. Di taglia medio piccola, il gatto della famiglia Devon ha ossatura e muscolatura ben sviluppate. È un animale corto, e le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori. Il mantello è uno dei tratti distintivi: il pelo, corto e sottile, può essere ondulato o riccio. Molti esemplari hanno la parte bassa del corpo ricoperta solo di una lieve peluria, ma un manto completo è preferibile, perché le zone nude, accettate nei cuccioli, sono considerate un difetto negli adulti. La testa è cuneiforme e spigolosa, con la fronte arrotondata all’indietro e il cranio piatto. Le orecchie, decisamente grandi e larghe alla base, sono basse sulla testa e ricoperte di un pelo molto sottile. Visto frontalmente, il viso del Devon ha tre curve: le orecchie, gli zigomi (sporgenti) e il muso (ben pronunciato). Il naso è corto, con lo stop marcato, 52
mentre le vibrisse e le sopracciglia sono increspate e di lunghezza media. Gli occhi, grandi e ovali, possono essere di qualsiasi colore, purché sia ben definito. Infine, per quanto riguarda il manto, sono accettate tutte le varietà di disegno e colore, compreso il bianco, mentre le versioni colour point sono chiamate Si-Rex (Siamese Rex).
Tallone d’Achille e alimentazione dei Devon Rex I gatti di questa razza hanno una pelle molto delicata, soprattutto nel primo anno di età. Per questa ragione è preferibile evitare un’esposizione prolungata ai raggi solari: l’ideale sarebbe coprire le zone nude, in particolare intorno alle orecchie, con una crema specifica. Inoltre, trattandosi di un animale con una tipologia di pelle molto grassa, è preferibile lavarlo spesso: se abituato fin da giovane, il piccolo felino non dovrebbe complicare eccessivamente l’operazione. E proprio alla necessità di proteggere la pelle è legata a doppio filo la scelta di un’alimentazione corretta, in questo caso ricca di acidi grassi. È sempre Andrea Mirino a indicarci la strada da seguire per pianificare un programma nutrizionale ideale: “Noi usiamo due tipi di alimentazione poiché, oltre ai croccantini di alta qualità, ricchi di acidi grassi, omega 3 e omega 6, seguiamo la dieta Barf. Si tratta di un programma di alimentazione a crudo che prevede carne (pollo, piccione e manzo) e pesce (sgombro e sardine)”. Il gatto, che in natura si nutre di roditori, volatili e piccoli rettili, è un animale carnivoro e pertanto deve evitare in maniera tassativa i cibi contenenti PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Per saperne di più.. Nome: Origine: Carattere: Mantello: Testa: Zampe: Orecchie: Collo: Coda: Occhi:
Devon Rex Gran Bretagna vivace ed estroverso - dolce, affettuoso, intelligente pelliccia corta, fine, arricciata piuttosto piccola, cuneiforme con zigomi sporgenti abbastanza lunghe e sottili - piedi piccoli e ovali tipiche della razza, molto grandi, molto larghe alla base, arrotondate in punta posizionate molto basse, ricoperte da pelo sottile di lunghezza media, sottile, leggermente arcuato lunga, sottile che si assottiglia grandi, ovali, ben distanziati e leggermente obliqui
farine e cereali. Una dieta come la Barf consente di avvicinarsi il più possibile all’alimentazione naturale dell’animale e , di conseguenza, l’apporto dei giusti nutrienti permette di ottenere risultati non indifferenti: buona idratazione; dentatura più resistente; muscolatura più sviluppata; sistema immunitario più forte sia contro le malattie, sia di fronte agli attacchi di eventuali parassiti. In seguito all’incrocio con esemplari di razza Sphynx, una scelta dovuta alla necessità modificare alcuni tratti tipici dei Devon, è capitato che anche questi ultimi manifestassero casi di HCM, tara caratteristica della razza Sphynx e dei Maine Coon. Meglio nota come Cardiomiopatia Ipertrofica, è una patologia che causa l’ispessimento inappropriato del miocardio ventricolare. Per la razza in questione non è previsto 54
ancora un test genetico, ma la diagnosi può essere effettuata tramite un semplice ecocardiogramma. Un’altra difficoltà legata alla riproduzione dei Devon Rex deriva dai problemi legati al sangue: gli esemplari con gruppi sanguigni differenti, quindi A o B, non devono essere incrociati, se non secondo regole ben precise. È necessario avere dunque una certa dimestichezza e questa è la ragione che spinge gli allevatori a non vendere gatti da riproduzione, a meno che non siano destinati ad allevamenti già affermati. “Il nostro scopo è di selezionare, facendo attenzione a evitare i difetti, in particolare quelli legati al pelo. E trattandosi di una razza relativamente giovane, non è facile. Anche i soldi che si ricavano dalla vendita dei cuccioli, si usano per le cure e le esposizioni”.
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Kurilian bobtail Gatti-pescatori nell’oceano, compagni di vita sulla terraferma Vanna Chessa
Nati quasi dall’altra parte del mondo, in un arcipelago isolato tra le coste orientali della Russia e l’Isola di Hokkaido, in Giappone, i Kurilian Bobtail sono l’esempio perfetto di cosa accade quando madre natura decide di farci un regalo. Già, poiché questi 56
straordinari felini non sono il frutto di una selezione compiuta dall’uomo, ma bensì una razza naturale derivata dall’evoluzione della specie aborigena e contraddistinta da tratti forti e resistenti, che hanno permesso a questi cuccioloni di convivere con il clima rigido e le basse temperature propri delle Isole Kurili. L’arcipelago in questione, costituito da oltre cinquanta isole vulcaniche che appartengono alla Russia, è stato un dominio giapponese sino al 1874 e, per questa ragione, in tanti sostengono che il Kurilian derivi proprio dal Bobtail Giapponese, felino con numerosi punti di contatto con la razza in questione, benché sia di dimensioni nettamente inferiori. Ma come sono arrivati fino a noi questi gattoni delle nevi? Un doveroso atto di gratitudine e riconoscenza PIANETA QUATTRO ZAMPE
deve essere tributato agli scienziati militari russi che, intorno al 1950, portarono i Kurilian sulla terraferma. Qui nacquero i primi programmi di selezione e allevamento durati interi decenni, fino a ottenere il riconoscimento ufficiale della razza, concesso prima dalla Federazione Felina Russa (nel 1991), poi dalla World Cat Federation (nel 1994). Nelle isole d’origine, abituati a vivere in gruppi guidati da un maschio dominante, i Kurilian si riparano in rifugi in erba e bambù situati nei pressi dei corsi d’acqua, luoghi da cui gli esemplari di sesso maschile procacciano il cibo per sfamare il branco, femmine e cuccioli compresi. Abili nuotatori e pescatori, sono in grado di catturare anche pesci di medie dimensioni. Ma se nel loro arcipelago devono dar fondo a PIANETA QUATTRO ZAMPE
tutte le proprie doti di predatori, nelle nostre case si trasformano in amorevoli e affettuosi animali da compagnia. E per dimostrarlo, abbiamo chiesto a Maria Galantina, titolare dell’allevamento “DeiFrichi” di Romagnano Sesia (Novara), di raccontarci la sua lunga esperienza con i Kurilian Bobtail: “Li ho scoperti per caso, su internet, mi sono innamorata e ho deciso di andare fino in Russia per acquistare una coppia di questi magnifici esemplari. Già, poiché si trovano quasi esclusivamente in Russia. In Europa sono ancora poco diffusi, anche se ci sono alcuni allevamenti in Italia, Francia e Polonia”. Ascoltando le parole dell’allevatrice, che possiede ben undici esemplari adulti e tre cuccioli, basta ben poco per convincersi che i Kurilian amino vivere a 57
contatto con l’uomo. Giocherelloni, socievoli, intelligenti, affettuosi e ubbidienti. Qualità non da poco. “Sono diversi dagli altri gatti, sono come dei cagnolini. Si affezionano al proprietario, gli corrono incontro quando rientra a casa e gli stanno vicino durante la giornata”, spiega Galantina. Un temperamento speciale, che non cambia nemmeno quando l’animale viene sterilizzato: “Anzi, quando non sono influenzati dall’istinto riproduttivo, il rapporto col padrone si rafforza ancor di più”. Amano condividere l’ambiente domestico con gli esseri umani e con altri animali e, allo stesso tempo, apprezzano vivere gli spazi aperti e misurare le proprie abilità nella caccia di piccole prede. Il tutto, però, deve svolgersi in un ambiente privo di pericoli e dal quale l’animale non possa allontanarsi facilmente. Dulcis in fundo, i Kurilian, alla prima occasione utile, non disdegnano un bel bagno: dettaglio non da sottovalutare, visti i rapporti poco confidenziali che molti felini hanno con l’acqua.
Kurilian bobtail ai raggi x Il territorio d’origine dei Kurilian può essere considerato quasi una garanzia del loro stato di forma: un felino in grado di vivere e sopravvivere in condizioni climatiche di una simile rigidità dimostra in partenza di avere tutte le carte in regola, ovvero una resistenza e una forza fisica non indifferenti. “Sono animali rustici, non hanno punti deboli, malattie ricorrenti o tare genetiche, – sottolinea l’esperta – e non è mai scontato sottolineare che un’alimentazione sana ed 58
equilibrata è indispensabile per mantenere uno stato di forma ottimale”. Il corpo è forte, compatto, muscoloso e robusto. “Non sono enormi come i Maine Coon, però hanno dimensioni notevoli – aggiunge Maria Galantina – il maschio arriva ai sei-sette chilogrammi di peso, la femmina massimo a cinque”. Tratto distintivo dei Kurilian è la codina corta, di dimensioni comprese tra i due e gli otto centimetri: a seconda della disposizione delle vertebre, può essere rigida, flessibile, curva o simile a un pompon. Le zampe, sono medie e forti: quelle posteriori sono più lunghe di quelle anteriori, dettaglio che, insieme alla coda corta, ha alimentato la leggenda che descriveva i Kurilian come una creatura metà gatto (la parte anteriore) e metà coniglio (la parte posteriore). Il manto è caratterizzato da un sottopelo scarso e leggero e da un pelo medio-lungo, morbido e idrorepellente. Se si esclude il breve periodo della muta, che avviene in primavera, non necessita di grandi attenzioni: una sola spazzolata alla settimana è più che sufficiente. Tutte le varietà dei colori sono previste dallo standard (rosso, crema, tortie, blue, fumo, nero, bicolore, argento e oro, tabby e calico patch), ad eccezione dei colourpoint, chocolate, cinnamon e fawn. La testa, grande e trapezoidale, ospita occhioni rotondi, distanziati, leggermente obliqui e dallo sguardo intelligente. Il naso è di lunghezza media, mentre vibrisse e sopracciglia sono piuttosto lunghe. Le orecchie, di proporzioni medie, sono aperte alla PIANETA QUATTRO ZAMPE
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base e arrotondate in punta. Il mento è largo e ben proporzionato.
Il kurilian bobtail tra competizioni, prezzi e cucciolate A questo punto, parlare di concorsi di bellezza e raccontare che i Kurilian li vincono senza troppe difficoltà sembra quasi una banalità. Ma, anche stavolta, abbiamo le prove! I Kurilian di Maria Galantina partecipano alle competizioni e conquistano medaglie: “in realtà non vado sempre, perché i gatti si stancano tantissimo, ma l’ultima volta, a Gattinara (Vercelli), un mio gatto ha fatto un figurone”, ammette con orgoglio. 60
Non sempre ci ricordiamo che, come noi, persino i felini soffrono lo stress, e per questo, di frequente, gli allevatori optano per un’unica cucciolata all’anno per fattrice. Benché si tratti di una razza rara, il prezzo di ogni cucciolo è il linea con i costi degli altri felini pregiati: si parla di cifre che vanno dai settecento euro in su. Ma non tutti hanno fretta di cedere i gattini pur di battere cassa, ed è un merito che va riconosciuto anche alla nostra esperta: “forse esagero, ma tengo ad affidare i piccoli a persone che mi ispirano fiducia e che li terranno in un certo modo. Alcuni me li chiedono per regalarli ai bambini, ma non pensano che un bimbo non è in grado di badare da solo a un animale: per quanto piccolo e affettuoso sia, un gatto ha bisogno di una persona PIANETA QUATTRO ZAMPE
Per saperne di più.. Nome: Origine: Carattere: Corpo: Testa: Occhi: Orecchie:
Kurilian Bobtail isole Kurili (Russia) socievole, si adattano facilmente alla vita domestica forte, muscoloso, robusto di medie dimensioni, muso abbastanza allungato a forma di triangolo grandi a mandorla di dimensione media e abbondantemente pelose
che sia responsabile”. Prima di salutarci, approfittiamo per parlare anche delle selezioni che gli allevatori compiono al momento della scelta dei soggetti da riproduzione. Il gatto perfetto non è esiste, perché ogni esemplare, a suo modo lo è. Di sicuro, un elemento imprescindibile, da mettere sempre al primo posto nella lista delle priorità, è il temperamento: un felino equilibrato e dall’ottimo carattere diventa un compagno ideale per grandi e piccini. “Io miro ad allevarli in un certo modo, affinché abbiano un comportamento adorabile – conclude Galantina – anche la bellezza è importante, ma i gatti belli e scontrosi non hanno successo”. Invece i Kurilian, sempre incantevoli e affettuosi, sì, ne hanno eccome. PIANETA QUATTRO ZAMPE
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Se la guerra contro i parassiti è 100% naturale
Se la guerra contro i parassiti è 100% naturale In merito si registrano opinioni molto diverse, ma quando si tratta di parassiti esistono anche voci autorevoli che si pronunciano a favore dei rimedi naturali. Come il nostro Alberto Briganti, che ci spiega come combattere i nemici dei nostri quattrozampe senza fare ricorso a prodotti potenzialmente tossici. Astrid Blake
Dottor Briganti, che livello di incidenza hanno i disturbi provocati da parassiti? È una realtà in forte incremento, anche in conseguenza del mutamento delle condizioni ambientali e climatiche. IL caldo umido, per esempio, favorisce 64
la moltiplicazione di questi parassiti. Le campagne meno coltivate comportano l’aumento di un certo tipo di animali selvatici, soprattutto caprioli e ungulati.
Se aumenta la fauna selvatica crescono di conseguenza anche i parassiti? Certo.
Come possiamo classificarli? Possono essere esterni - come pidocchi, zanzare, pulci, zecche e acari – Oppure interni. In quest’ultimo caso si tratta di vermi.
Possono essere eliminati con le sverminazioni? Sì, sverminazioni che negli altri paesi d’europa sono obbligatorie e vanno ripetute ogni sei mesi. In Italia non sono obbligatorie, tanto che, per esempio, un cane che vada dal nostro Paese in Inghilterra col passaporto internazionale, deve essere trattato. Il problema dei parassiti interni è sottovalutato. Il 47% della popolazione italiana ha parassiti intestinali senza saperlo.
Che tipo di problemi provocano i parassiti esterni? Le zanzare possono trasmettere la lesmaniosi. Le PIANETA QUATTRO ZAMPE
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zecche, oltre a provocare una sottrazione di sangue, possono traslettere l’ehrlichiosi e la piroplasmosi. Sono malattie simili a quelle che le zecche stesse trasmettono all’uomo. Le pulci, oltre a sottrarre anch’esse sangue, provocano fastidi, dermatiti allergiche e sono responsabili di veicolare i parassiti interni. Possono infatti inglobare le uova della tenia, che a loro volta, se il cane deglutisce la pulce, arrivano nell’apparato digerente. Riguardo agli acari, provocano la rogna. Con riferimento ai pidocchi, si può verosimilmente dire che la loro azione infestante è ben nota.
questi prodotti naturali sia quotidiano. Una spruzzatina di piretro quando l’animale esce di casa, una volta al giorno.
Come possiamo combatterli?
Perché la grande industria ha imposto il concetto di trattamento spot on una volta al mese, a lunga azione per assorbimento, con sostanze talvolta potenzialmente tossiche che vengono assorbite dalla cute e non prevedono un contatto costante col pelo. Questo è il tipo di trattamento che fino a qualche tempo fa andava per la maggiore. La necessità di una nuova cultura del rispetto per gli animali modifica tante abitudini e sembra ci sia ora un ritorno dei prodotti naturali a base di piretro di cui ho parlato. Prodotti che si inseriscono nel solco delle linee d’azione naturali di superficie.
Vale un concetto quasi dimenticato: il trattamento dovrebbe essere quotidiano. Si consiglia un controllo medico periodico e una quotidiana cura del mantello con prodotti naturali non tossici a base di piretro e con repellenti a base di citronella.
Possiamo quindi contare su sostanze naturali ed efficaci. Esattamente. L’importante è che il trattamento con 66
E riguardo ai parassiti interni? Si ricorre a degli antiparassitari a largo spettro per via orale, ogni 3-6 mesi.
Perché ha parlato di un concetto “quasi dimenticato”, con riferimento al trattamento quotidiano?
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L’arcobaleno alato
L’arcobaleno alato Il canarino di colore, storia di una fantastica evoluzione cromatica lunga sei secoli. Francesco Chieppa
La storia del canarino come animale d’affezione è lunga oltre sei secoli. Il piccolo fringillide esotico fu introdotto in Europa intorno al 1400 dai conquistadores spagnoli del capitano Jean de Bèthencourt, dopo l’annessione alla Corona di Spagna dell’arcipelago nordafricano delle Canarie. Il pennuto si diffuse rapidamente in tutto il vecchio continente (soprattutto Francia, Olanda e Inghilterra) in virtù delle sue pregevoli qualità canore, nonostante presentasse in origine una livrea bruno-verdastra di aspetto dimesso ed insignificante. Gli spagnoli furono i primi allevatori del serinus, conservando a lungo il monopolio dell’allevamento della specie, grazie all’esportazione fuori dai confini nazionali dei soli maschi, detentori delle inconfondibili melodie canore di specie, diversamente dalle femmine che non cantano. Per molti decenni il canarino fu retaggio della nobiltà e dei ceti più abbienti d’Europa; ostentato come vero e proprio status symbol sociale. Verso la fine del 1500 nacquero i primi canarini gialli, grazie ad un fenomeno genetico di mutazione detto acianismo (comportante l’inibizione dei pigmenti melanici delle penne). Si vuole che la novità sia emersa in alcune 70
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voliere alla Corte di Elisabetta I d’Inghilterra e ritenuta prodigiosa, in un’epoca antecedente le scoperte di Gregor Mendel sulla genetica, tanto che Shakespeare – poco più che adolescente – compose addirittura un poemetto celebrativo su quell’evento sensazionale. Successivamente le mutazioni del canarino domestico si susseguirono numerose, regalando ad allevatori ed estimatori della specie innumerevoli tipi e varietà cromatiche. Oggi sono circa 350 le differenti cromie sfoggiate dalla razza “canarino di colore”, suddivise in: canarini lipocromici (a livrea chiara) e melaninici (a livrea scura), unitamente a tre categorie di piumag72
gio: il brinato (è il piumaggio ancestrale della specie selvatica, le cui penne non sono colorate sino all’apice del vessillo), l’intensivo (mutazione emersa con l’allevamento caratterizzata da saturazione cromatica completa della penna che si presenta più corta e stretta di quella del brinato); il mosaico (categoria caratterizzata da un addensamento dei pigmenti chiari lipocromici, in particolari settori del piumaggio, definiti “aree di elezione”, con evidenti differenze tra i due sessi, almeno nel mosaico classico di prima selezione. Nel 1895 si manifestò una delle variazioni di piumaggio più appariscente, il fattore rosso, grazie PIANETA QUATTRO ZAMPE
all’inserimento di geni del Cardinalino del Venezuela (Carduelis cucullata – specie sudamericana i cui maschi presentano una livrea rosso-scarlatta) nel dna del canarino a seguito di ibridazione. In questo modo, i geni del Cardinalino in grado di fissare nel piumaggio i pigmenti rossi dei caroteni contenuti negli alimenti furono inseriti nel genoma del canarino. La mutazione indotta ci ha regalato canarini color arancio, che diventano totalmente rossi se alimentati con pastoncini integrati con carotenoidi sintetici (betacarotene, carophil rosso, cantaxantina). Altra ibridazione tra il Lucherino eurasiatico (Carduelis spinus), il Cardinalino del Venezuela e successivaPIANETA QUATTRO ZAMPE
mente il canarino, ha consentito la recente nascita in Spagna dell’ultimissima mutazione di colore del canarino, denominata “Jaspe”. La trasmutazione cromatica del piccolo fringillide delle Canarie divenuto animale domestico d’affezione non è certamente conclusa ed andrà avanti nel tempo con la comparsa di tante nuove, ricercate ed attraenti colorazioni, grazie al paziente ed appassionato lavoro selettivo dei canaricoltori di tutto il mondo. Per tutti coloro che desiderassero acquistare un canarino di colore (la razza selezionata per le peculiarità cromatiche della livrea codificate in specifici standard FOI – COM) consigliamo in prima battuta 73
di trascurare i canarini a piumaggio rosso, più difficili da gestire relativamente alla corretta colorazione artificiale delle penne, preferendo i canarini gialli, bianchi, verdi (nero-giallo) o ardesia (nero bianco). Gli acquisti possono essere effettuati presso una seria rivendita specializzata (le cosiddette uccellerie) nel tardo autunno, allorchè sarà bene evidente il sesso dei giovani soggetti che è possibile destinare alla riproduzione già nella primavera successiva. Il costo di buoni canarini di colore da riproduzione oscilla tra 20 e 40 euro, in relazione alle qualità estetiche dei soggetti. I campioni delle mostre ornitologiche ovviamente costano di più. Si possono fare ottimi acquisti anche direttamente presso gli allevatori della razza, 74
o alle mostre organizzate dalle varie associazioni nazionali aderenti alla Federazione Ornicoltori Italiani (FOI-Onlus). Dopo aver acquistato gli uccellini, meglio se in coppia – preferendo sempre l’unione corretta monovarietale tra canarini lipocromici (a fondo chiaro), o melaninici (a fondo scuro); intensivi con brinati, mosaico con mosaico e talora mosaico per intensivo – è buona norma sistemarli in un locale ad essi dedicato, dove possano godere del ciclo naturale della luce del giorno, in relazione all’avvicendamento stagionale. Molti neofiti dell’ornicoltura amatoriale commettoPIANETA QUATTRO ZAMPE
no spesso l’errore di sistemare gli uccellini in cucina o nel soggiorno di casa, aree abitative umane soggette ad irregolare illuminazione artificiale serale, riscaldate d’inverno, spesso soggette a fumi, vapori ed esalazioni rivenienti dalla cottura dei cibi (cucina). I canarini invece per godere di buona salute e maturare regolari cicli riproduttivi, necessitano di un fotoperiodo assolutamente naturale, di ambienti luminosi e tranquilli, esenti da esalazioni nocive; il riscaldamento artificiale è per essi decisamente dannoso. La gabbia ideale è a forma di parallelepipedo rettangolare, della lunghezza minima di 55 cm., meglio ancora 65 cm., in filo di ferro zincato, con PIANETA QUATTRO ZAMPE
tiretto di fondo estraibile sovrastato da una griglia in rete metallica che preservi i volatili dal contatto insalubre con le proprie feci. L’alimentazione verte sulla somministrazione di un miscuglio di semi per canarini reperibile in commercio, un pastoncino all’uovo preconfezionato quale fonte di proteine, l’osso di seppia per l’integrazione minerale, uno spicchio di mela o altra frutta di stagione un paio di volte la settimana. Durante la fase riproduttiva è necessario spesso il supplemento di un prodotto multivitaminico specifico per ornitologia da associare ad un integratore minerale e la quotidiana somministrazione di piccole porzioni di uovo sodo, per il corretto sviluppo dei nidiacei 75
che nei primi giorni di vita necessitano di proteine animali. L’ovodeposizione della canarina avviene di primo mattino, un uovo al giorno per un totale da 3 a 6 uova, più frequentemente 4. L’incubazione delle uova dura 13 giorni, con possibili scarti in eccesso di 1/2 giorni se la chioccia è poco assidua nella cova e/o la temperatura ambientale bassa. I pulcini nascono ciechi ed inetti, rivestiti da piumino scuro nei canarini melaninici, chiaro nei lipocromici. Vengono imbeccati esclusivamente dalla canarina per i primi 3/4 giorni di vita, poi da entrambi i genitori. Aprono gli occhi a 5/6 giorni, escono dal nido tra i 15 ed i 20 giorni di vita. Si svezzano a 30-35 giorni. Una canarina buona riproduttrice sarebbe teoricamente in grado di deporre in una sola stagione riproduttiva per sei volte di seguito, ma è consigliabile non consentirle più di due cove l’anno, massimo tre, altrimenti la sua salute potrebbe risentirne. 76
A fine luglio i canarini riproduttori vanno messi a riposo, separati per sesso in contenitori distinti, fornendo loro ogni mattina il bagnetto durante tutto il periodo della muta del piumaggio. I novelli necessitano di contenitori di crescita spaziosi, dove possano esercitare il volo ed irrobustirsi. Ideali le volierette da 90 e 120 cm. di lunghezza, in relazione al numero di soggetti da alloggiarvi, con due soli posatoi disposti agli estremi del gabbione per favorire l’esercizio fisico dei giovani canarini. Un canarino ben tenuto vive mediamente 7-8 anni, con punte di 10-12, ed è pienamente valido per la riproduzione nei primi 3-5 anni. Ovviamente anche gli uccellini si ammalano e necessitano talora di un controllo sanitario da parte di un medico veterinario specialista in patologia aviare. Che dire ancora? Buon hobby ornitofilo a tutti ed alla prossima con nuove curiosità e approfondimenti di ornitologia amatoriale. PIANETA QUATTRO ZAMPE
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